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EDIZIONE SPECIALE, in questo numero parliamo della ... FESTA della DONNA Articoli realizzati dagli allievi delle classi 1° e 2° Operatore alla Riparazione dei Veicoli a Motore, MiniFAL, FAL e Addetto al Magazzino e Logistica La “CASA” delle notizie SEDE di TORTONA Piazzale D.Mossi, 1 15057 Tortona (AL) Tel. 0131.863808 [email protected] www.casadicarita.org Marzo 2016, ANNO V, Numero II

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EDIZIONE SPECIALE, in questo numero parliamo della ...FESTA della DONNA

Articoli realizzati dagli allievi delle classi 1° e 2° Operatore alla Riparazione dei Veicoli a Motore,MiniFAL, FAL e Addetto al Magazzino e Logistica

La “CASA” delle notizie

SEDE di TORTONAPiazzale D.Mossi, 115057 Tortona (AL)Tel. [email protected]

Marzo 2016, ANNO V, Numero II

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Cosa vuol dire essere donna oggi? Spesso non ce ne rendiamo conto, ma se siamo ciò che siamo, se ci è permesso di essere diverse l’una dall’altra, di avere storie ed esperienze uniche…

Se oggi dimostriamo al mondo che non siamo un muto accessorio dell’uomo, ma complesse, nervose, materne, folli, passionali, indipendenti, lo dobbiamo all’eredità del nostro passato, alla storia di tutte le donne…

Non solo di quelle che “la storia l’hanno fatta”, ma anche di coloro che hanno lottato all’interno delle loro case, magari soff ocando la propria rabbia, dimenticate dal mondo…

Proprio il dovere ed il privilegio che abbiamo di portare sulle nostre spalle la storia di coloro che ci hanno precedute possono permetterci di costruire un presente ancor più ricco e vasto. Noi madri, fi glie, sorelle, amiche, donne nella società. Anche per le bambine di oggi che saranno donne domani.

Paola CasoniReferente Locale per le Pari Opportunità

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LA FESTADELLA DONNALa giornata internazionale della donna si festeggia ogni anno l’8 marzo ed è stata istituita per ricordare da un lato le conquiste politiche, sociali ed economiche del genere femminile, dall’altro le discriminazioni e le violenze subite nella storia.

L’8 marzo risale ad una tragedia accaduta nel 1908. Le operaie della fabbrica tessile Cotton di New York sono da tempo in lotta per migliorare le condizioni di vita e di lavoro. Si combatte per una diminuzione del carico e dell’orario lavorativo a parità di salario. Durante lo sciopero padroni e guardiani rinchiudono le operaie dentro lo stabilimento per impedire che entrino in contatto con gli attivisti sindacali e che la loro lotta si rafforzi, estendendosi anche ad altre fabbriche. All’improvviso divampa un grosso incendio , tutto l’edificio è distrutto dalle fiamme.

Poche operaie riescono a fuggire rompendo gli sbarramenti messi in precedenza; le altre, 129 in tutto, in maggioranza giovani, rimangono uccise dalle fiamme. Durante la seconda Conferenza Internazionale delle donne socialiste, che si è svolta

a Copenaghen il 26 e 27 agosto 1910, le delegate hanno deciso di istituire una giornata internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. Cinque anni dopo la festa comincia ad essere celebrata anche in Italia e nel 1945 l’iniziativa si consolida. Nel 1946 tutta l’Italia partecipa alla festa della Donna e sceglie la mimosa, la pianta che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo della ricorrenza

COME SI FESTEGGIA OGGI :In Russia è considerata festa nazionale ed è quindi un vero e proprio giorno festivo dedicato al genere femminile. Si celebra con un buon pasto tradizionale e champagne. Le signore diventano padrone della casa e gli uomini si preoccupano di tutte le faccende, dalle pulizie alla cura dei bambini, affinché queste si possano rilassare e sentirsi regine almeno per un giorno. In Africa, nonostante le difficili condizioni in cui versano spesso le donne, non ci si dimentica di commemorare le conquiste, anche se piccole, ottenute nel tempo. Anzi, resta sempre un modo per far sentire la loro voce e lottare per i loro diritti.

Come succede in Cameroon e in Zimbabwe dove vengono organizzati eventi culturali per promuovere l’emancipazione delle donne. Il nostro viaggio nella festa della donna nel mondo continua in Asia, anche se qui ha un carattere prettamente politico. In Indonesia le donne, per lo più intellettuali, si incontrano per festeggiare e ricordare insieme i progressi fatti negli anni. Tanti

anche gli eventi culturali come le mostre d’arte di artiste famose ed emergenti. In Vietnam, invece, tutte le lavoratrici portano qualcosa di buono da mangiare a lavoro, così da poterlo condividere con le altre in un clima festoso e allegro. Negli Stati uniti e in particolare a New York, l’associazione Code Pink Women for Peace, dedicata proprio alle donne, organizza eventi che vanno dal 6 all’8 marzo. Anche scendendo più giù, nel Sud America, le celebrazioni sono per lo più legate al sociale. Come in Ecuador, dove è stato costruito un parco apposta per tutte le giovani ragazze, El parque de las Mujeres che, in questa occasione si anima di manifestazioni culturali e sociali. In Italia la Festa della Donna inizia a essere celebrata nel 1922 con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale. L’iniziativa prende forza nel 1945, quando l’Unione Donne in Italia (formata da donne del PCI, PSI, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro) celebra la Giornata della Donna nelle zone dell’Italia già liberate dal fascismo.

Negli anni successivi la Giornata è diventata occasione e momento simbolico di rivendicazione dei diritti femminili (dal divorzio alla contraccezione fino alla legalizzazione dell’aborto) e di difesa delle conquiste delle donne.

LE MIE RIFLESSIONI :Secondo la mia opinione la festa della donna dovrebbe essere festeggiata in tutto il mondo per il

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ricordo e per quello che fanno ogni giorno e che hanno fatto nel corso del tempo. Secondo me, pur essendo poco considerata la festività ha un significato profondo che merita di essere festeggiato e ricordato. Può essere l’occasione per prendersi una giornata per sé dalle incombenze del lavoro e dalle responsabilità della famiglia.

La storia della festa della donna ha origini lontane nel tempo, e rappresenta ancora oggi il punto di partenza per il riscatto della dignità di essere donna. La donna ha un ruolo fondamentale nel mondo cioè quello di mettere nel mondo nuove generazioni e garantire il susseguirsi della vita umana.

Souhaib Jakhlal

UN PO’ DI STORIALa condizione della donna nella società è passata attraverso notevoli modifiche nel corso dei secoli, a seconda dell’evoluzione politica e giuridica dei popoli, della diversità dei fattori geografici e storici e della sua appartenenza ai vari gruppi sociali.

In quasi tutti i tempi e Paesi la donna fu sottoposta nelle società del passato a un trattamento meno favorevole di quello riservato all’uomo, sul piano giuridico, economico e civile e per tanto tempo è rimasta esclusa da

tutta una serie di diritti e di attività; il ruolo principale della donna era quello di madre, moglie e casalinga all’interno della famiglia.

Se le parole sono importanti (e lo sono), non è un caso che si dica “dietro ad un grande uomo c’è sempre una grande donna”. Un’affermazione certamente ad effetto, sia chiaro, ma che nasconde un’interpretazione del mondo che da decenni e decenni - seppur tra molte migliorie - rimane nella sostanza immutata: le donne (per quanto grandi), fanno grandi gli uomini nell’ombra, in sordina. Dietro, appunto.

E proprio in questi giorni, alla vigilia dell’8 marzo, Giornata Internazionale della donna, è giusto chiedersi quanto altro tempo sarà necessario affinché tutte le donne possano giustamente ritrovarsi non più dietro agli uomini, ma accanto, fianco a fianco.

Alessandro Lignano

LE SUFFRAGETTEVerso la fine dell’ 800 si formano in Inghilterra , e in seguito anche nel resto d’Europa, gruppi di donne che combattono per i proprio diritti. La nascita delle industrie facilita l’ingresso delle donne nel marcato del lavoro , ma malgrado le innumerevoli leggi sancite in seguito alle rimostranze, le operaie restano meno salariate rispetto ai

colleghi uomini. Si giunge quindi ad un movimento politico femminista destinato negli anni a modificare radicalmente la società ed il ruolo della donna all’interno di essa. Queste donne vengono chiamate suffragette dal “Punch”, un giornale umoristico inglese che le rappresenta come tante zitelle. Nel 1928 ottengono finalmente il tanto sospirato diritto di voto.

In Italia la situazione è più arretrata e si deve attendere la fine della seconda guerra mondiale per vedere finalmente riconosciuto il diritto di voto alle donne. Le suffragette, derise dalla borghesia più conservatrice e criticate sia negli ambienti socialisti che in quelli cattolici, rimangono isolate. Segnale evidente della totale indifferenza nei loro riguardi è la riforma elettorale attuata dal Governo Giolitti nel 1912, che nel momento stesso in cui estende il diritto di voto a tutti i cittadini, ne esclude per l’ennesima volta le donne, insieme ai delinquenti e ai malati psichici.

Malgrado, come detto finora, si tratti di una durissima lotta, nel corso del XX secolo si assiste comunque ad un lento raggiungimento della parità dei sessi, grazie soprattutto al forte contributo dato dalle due guerre mondiali, durante le quali la mancanza della manodopera maschile apre alle donne ogni campo nel mondo del lavoro.

Luca Albiero

2UN PO’ DI STORIA2UN PO’ DI STORIA

3LE SUFFRAGETTE3LE SUFFRAGETTEVerso la fine dell’ 800 si formano

3Verso la fine dell’ 800 si formano

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LA PRIMA GUERRA MONDIALELa modernizzazione, che è andata troppo lentamente in tempo di pace, si afferma durante la prima guerra mondiale. Con i soldati partiti per il fronte, le donne vengono chiamate in modo massiccio a rimpiazzare i soldati partiti per il fronte, a fare le crocerossine e le ausiliarie.

Dal ’15 al ’18 con la presenza sul lavoro esse acquisiscono autonomia personale e spazi di cui non hanno mai goduto prima e anche per questa ragione negli anni agitati del dopoguerra e nello scontro sociale destinato a sboccare nel fascismo, le donne appaiono maggiormente protagoniste, più capaci di ottenere miglioramenti alla propria condizione.

La legge Sacchi del 1919 cancella definitivamente l’autorità del marito, ancora richiesta per alcuni atti, e stabilisce che le donne possano esercitare tutte le professioni e buona parte degli incarichi pubblici.

Si tratta di un importante successo anche se limitato. A partire dal 1919 in Parlamento si discute molte volte la proposta di suffragio universale femminile, ma viene approvata solo da una Camera mentre in Senato viene bocciata. Con l’avvento del fascismo la speranza del suffragio universale femminile svanisce.

Giovanni Ranaldo

IL FASCISMO,LA SECONDAGUERRAMONDIALEED IL VOTOALLE DONNECorreva l’anno 1940, precisamente era il 10 Giugno, quando l’Italia entrò nella seconda guerra mondiale. Anche il secondo conflitto mondiale, come il primo, scosse la vita delle donne e invece che relegarle fra le pareti domestiche il regime approvò un decreto d’urgenza per consentire la sostituzione del personale maschile con quello femminile nella pubblica amministrazione. Molte di loro iniziarono a lavorare per la prima volta.

Adriana, una donna intervistata da Miriam Mafai nel so libro “Pane Nero”, racconta : “Guadagnavo 700 Lire al mese ma mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Di botto, lavorando, acquisivo il diritto di uscire da sola” .

E d’altra parte, con due milioni di uomini richiamati alle armi, sempre più spesso le donne dovettero assumersi le responsabilità di capofamiglia. Esse erano impiegate in gran numero nelle fabbriche di munizioni, stoviglie, e beni di prima necessità, come il vestiario ed i prodotti alimentari. Molte di loro si dedicavano al lavoro negli ospedali e nei campi provvisori, o partivano come missionarie volontarie.

La maggiore differenza tra la prima e la seconda guerra mondiale fu la partecipazione diretta delle donne nelle azioni della resistenza: furono più di 35 mila le partigiane combattenti riconosciute ufficialmente. L’8 settembre 1943 venne annunciato pubblicamente l’armistizio fra l’Italia e agli anglo americani, i quali sbarcano in Sicilia, determinando il crollo del fascismo. Tra il popolo italiano si diffuse la convinzione che la firma dell’armistizio volesse significare l’avvento dell’agognata pace, ma i tedeschi erano decisi a tentare in tutti i modi di impedire agli anglo americani di raggiungere le alpi, portandosi quindi a ridosso del Reich.

Dall’8 Settembre 1943 fino al 25 Aprile 1945 l’Italia rimase divisa in due: il Regno del Sud in meridione, liberato dagli alleati, la Repubblica di Salò con la dominazione nazista al nord. Il giorno seguente l’8 settembre in tutte le città italiane non ancora liberate dagli alleati si costituirono formazioni partigiane ,sostenute e aiutate dall’intera popolazione, che combatterono insieme una lunga ed estenuante lotta clandestina per la liberazione dell’Italia.Terminò il 25 aprile 1945 un’inutile guerra che aveva coinvolto tutto il mondo portando allo sfacelo intere nazioni e costringendo donne, anziani e bambini a vivere nel terrore una continua lotta contro la morte

4LA PRIMA GUERRA 4LA PRIMA GUERRA

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e un’affannosa ricerca di cibo e rifugi.

Nel 1945 fu riconosciuto il diritto di voto alle donne, ma esse erano ancora ben lontane dall’essere cittadine a pieno titolo. Ci si era dimenticati infatti di riconoscere il diritto all’elettorato passivo e fu necessario un altro decreto dell’anno successivo, alla vigilia delle elezioni del 1946, le prime cui le italiane parteciparono realmente, perché anche questo traguardo fosse raggiunto.Si ricorda inoltre che la vicenda del voto alle donne ebbe luogo in un clima si assoluto silenzio e indifferenza da parte dei mass media, indizio che il maschilismo era ancora presente e che gli uomini non erano per niente convinti di aver condiviso alla pari un diritto fondamentale con le loro compagne.

Una donna esultante per la vittoria del referendum costituzionale del 2 Giugno 1946.

Quanto a loro, sembrarono consapevoli della responsabilità di cui venivano investite: al Referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra repubblica e monarchia la loro partecipazione fu dell’89%, quasi identica a quella degli uomini.

Giovanni CantonSingh Sukhwinder

Giovanni Gironi

LA VIOLENZASULLE DONNELa violenza sulle donne ha molte forme. Non esiste una donna tipo che subisce violenza, in quanto essa coinvolge tutte le donne. Esistono 4 tipi di violenza:

- violenza fisica: comprende l’uso dell’intenzione di far del male o terrorizzare la vittima.Gli atti riconducibili a violenza fisica sono il lancio di oggetti, gli spintona menti, gli schiaffi, i morsi, i calci o i pugni, ci colpi con oggetti, il soffocamento, la minaccia con pistola o coltello.

- violenza sessuale: comprende l’imposizione di rapporti sessuali contro il volere della vittima e che in alcuni casi possono lesionare fisicamente e psicologicamente la donna.

- violenza psicologica: questo tipo do violenza racchiude ogni abuso che ferisce l’identità della donna. Può trattarsi di attacchi verbali, derisione, insulti, comportamenti che la isolino dalle relazioni sociali, gelosia ed ossessività, minacce ripetute di abbandono, danneggiamento o distruzione degli oggetti personali, violenza sugli animali o sui figli della vittima.

- violenza economica: consiste nel negare l’accesso alle finanze familiari, occultare l’economia della

famiglia, impedire il lavoro alla donna.Esistono poi altri tipi di violenze come lo stalking, ossia la persecuzione della vittima da parte dell’ex rifiutato che la chiama di continuo la molesta sui siti come face book, ruba le sue foto e la va a trovare sotto casa.

La violenza più diffusa è la violenza domestica ovvero quella che si consuma all’interno delle mura di casa. Il meccanismo che definisce le fasi di violenza viene chiamata “spirale di violenza’’.

Michael Righes

STERILIZZAZIONE FEMMINILEEsiste ancora in qualche paese la brutale pratica di costringere le donne ad essere sterilizzate in massa. Un sistema fatto passare dal governo come necessario per un Paese sovrappopolato. Qualche giorno fa l’ennesima tragedia in India, nello stato di Chattisgarh: circa ottanta donne sono state sottoposte alla chiusura delle tube; di queste, undici sono morte e altre 64 sono state costrette al ricovero in ospedale.

I medici sono stati accusati di negligenza nell’aver effettuato le operazioni chirurgiche e uno dei medici è stato arrestato. Sono pratiche che avvengono regolarmente in India da decenni all’interno di un programma nazionale di controllo nascite. La popolazione indiana è di 1,2 miliardi di abitanti con un tasso di fecondità di 2,4 figli per donna, fra qualche anno supererà la Cina come numero di abitanti, quindi il Governo indiano continua ad utilizzare questo metodo per provvedere al problema.

Tutto questo è aggravato dal fatto che queste persone sono spinte a

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farlo dal contributo economico che ne ricavano, offerto loro dal Governo: una cifra che si aggira intorno ai 20 euro per farsi operare, considerata piuttosto alta e appetibile in un Paese dove si vive con meno di due euro al giorno.

Non è chiaro quante persone muoiano o soffrano di complicazioni da procedure di sterilizzazione in India, perché spesso sono eseguite in ospedali dismessi e da mani inesperte. Secondo quanto riportato dal Wall Strett Journal, il Ministero della Salute indiana, in seguito a domande a riguardo, ha fatto sapere che tra il 2010 e il 2013 sarebbero morte oltre 350 persone. Soltanto nel 2012 in India sono state effettuate circa 4,6 milioni di sterilizzazioni femminili e circa centodiecimila maschili.

Sono il 37% delle sterilizzazioni di tutto il mondo. La sterilizzazione maschile è un fenomeno minore in una società dove la mascolinità è sinonimo di riproduzione e gli uomini raramente optano per la vasectomia.

Nuovamente in evidenza quindi i rischi di una campagna del Governo che costringe ogni anno milioni di donne e uomini a subire le operazioni.

L’India è l’unico Paese al mondo in cui la sterilizzazione femminile predomina tra le varie misure di

controllo delle nascite, ma non è certamente l’unico ad utilizzare questo sistema.

Possibile che il Governo non abbia ancora informato e aiutato i suoi abitanti ad utilizzare altri metodi di contraccezione?

Chissà poi se queste donne sono correttamente informate e si sottopongono a queste procedure consapevolmente.

Viene detto loro che poi non potranno più avere figli? Ci sono paesi in cui persone appartenenti a determinati gruppi di popolazione, ad esempio le persone con Hiv, le popolazioni indigene e le minoranze etniche, continuano ad essere sterilizzate senza il loro pieno consenso, libero e informato. La sovrappopolazione sarà anche un problema in espansione, ma il fine non può giustificare i mezzi.

Filippo Sala

LET’S DRIVELa situazione dei diritti umani in Arabia Saudita è considerata generalmente lontana dagli standard occidentali.

Sotto il comando autoritario della Dinastia Saudita è stata fatta rispettare rigorosamente la legge fondamentalista del Corano.

Molte libertà fondamentali inserite nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo non esistono; la pena di morte ed altre pene corporali sono spesso applicate senza un regolare processo. Inoltre l’Arabia Saudita è entrata nel mirino dell’attenzione internazionale per l’oppressione delle minoranze religiose e politiche, per la tortura dei prigionieri e l’atteggiamento verso gli stranieri, le donne e gli omosessuali.

“Nonostante le maggiori organizzazioni internazionali come Amnesty International e Human Rights Watch esprimano ripetutamente preoccupazioni per la condizione dei diritti umani in Arabia Saudita la libertà religiosa non esiste”, ha dichiarato il Dipartimento degli USA nel rapporto 1997 sui diritti umani nell’Arabia Saudita.

“L’Islam è la religione ufficiale e tutti i cittadini devono essere musulmani. Il governo proibisce la pratica pubblica di altre religioni”.

Rispetto agli standard occidentali, le donne saudite subiscono forti discriminazioni in molti aspetti della loro vita, compresa la famiglia, l’educazione, l’occupazione e il sistema giudiziario. Sulle strade pubbliche alle donne non è permesso guidare autoveicoli né una bicicletta.

La polizia religiosa fa rispettare le regole sull’abbigliamento e sul divieto di mostrare i capelli.

Le donne non possono avere accesso ad alcuna carica pubblica di rilievo, né lavorare nel settore petrolifero.È permesso loro di studiare, ma l’istruzione avviene in Istituti separati.

Adrian Marchis

8La situazione dei diritti umani 8La situazione dei diritti umani

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LE RAGAZZEDEL MINIFALIn occasione della giornata della donna,vorremmo dedicare un po’ di spazio alle nostre ragazze del Minifal.

Ognuna di loro è unica, è una bella persona, con le sue paure, i suoi desideri, i suoi sogni.Simona, ad esempio. Allegra, ama vivere con gli altri e andare ai concerti.

Viaggia molto con la famiglia e da ogni viaggio porta a noi la sua esperienza, ne condivide con noi il ricordo e l’allegria.

È bello sentirla raccontare con entusiasmo di Roma, del Sudafrica, di Huston, del Messico…. E le poesie che scrive? Ne traspaiono sensibilità e… Luisella è la giornalista del gruppo. A contatto col sociale e presente a molte manifestazioni, scrive articoli per raccontare le sue esperienze, che ama condividere e commentare con il gruppo.

Aprendo la nostra posta elettronica, ci capita spesso di trovarvi una sua lettera, un suo educato e gentile saluto. Sempre pronta a imparare e a mettersi in gioco, partecipa a corsi di recitazione, frequenta l’Università delle Tre età, è sempre in prima fila nelle ricorrenze più significative della diocesi.

Rosalina, per noi Rosy. Molto diligente e interessata, spesso si lascia prendere dall’ansia. E’ infatti una perfezionista, spesso critica con se stessa. In quei momenti non si rende conto delle sue potenzialità e dimentica che ,quando è calma e sorride, diventa bella, luminosa, capace.

Antonellina è dolce, gentile, garbata. Non crea mai problemi all’interno del gruppo, anzi da lei tutti possono sempre trovare una parola buona, un atteggiamento di comprensione.

Non è raro incontrarla per le vie della città o al mercato con la famiglia e il suo cagnolino Briciola. Puoi essere certo che ti rivolgerà un caldo sorriso.

Se vuoi organizzare una pizza in compagnia, devi rivolgerti ad Emanuela. Veramente , non è proprio che organizzi, ma sicuramente parteciperà.

Anzi, stenderà al computer una lunga lista di amici invitati. Molto alta di statura, svetta su tutti, ma è subito pronta a chinarsi per abbracciare chiunque entri dalla porta. Se poi accettiamo di interrompere le attività e andare al bar…. Ne sarà felicissima!

Erika è l’artista del gruppo. Indossa volentieri il camice bianco, afferra i pennarelli o i pennelli, sceglie i colori e dipinge bei lavoretti che spesso regala agli amici. Ambiziosa e modaiola, si trucca con sobrietà (gusto?) e abbina accessori indovinati.

E’ bellissimo vederla muoversi con agilità al ritmo dei balli latino- americani. Non sbaglia una figura!

Dai ritratti solo appena abbozzati (quante altre cose si potrebbero dire!) emergono figure di ragazze moderne e forti, che lottano ogni giorno per migliorare , per uscire dalle loro difficoltà, per fare della loro diversità almeno in parte una risorsa.

Mara, Maria Teresae tutto il MiniFal

POESIE DEDICATE ALLE DONNE DELLA NOSTRA VITA

In quel freddo mattino di febbraio nevicava. La neve era fine fine e sparsa ovunque dal vento.Ma non era certo questa la stranezza, dato che era accompagnata dal sole.Non ricordavo di aver mai visto un tale fenomeno, ma ricordo bene la telefonata che arrivò.Lei se ne era andata,ed io non avevo avuto modo di stringerle la mano un’ultima volta.Neve col sole.. addio nonna. Ti voglio bene!Questo pensiero e’ per mia nonna Maria, grande lavoratrice,perché un tempo il lavoro di agricoltore era davvero molto molto faticoso.

Anonimo

MammaLascia che ti accompagni nel mondo dei sogni,prendi la mia mano.... tienila stretta,nulla fa paura ormai, ci sono io......Quante volte hai sognato...... questo momento,quante volte ti sei chiesta forse.... è il mio momento,ora è arrivato,... dammi la mano, tutto sarà più dolce.

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Lascia le tue paure, lascia le tue cose..., nulla è importante...ora saprai cosa arriva dopo e non esitare......... ci sono io,la tua coscienza è pura, .....anche se non vuole arrendersi.Dammi la mano, stringila forte, vedrai che nullati farà paura,..... le cose belle non finiranno mai,le stai portando con te, le stai portando dentro di te.Io non posso venire...... ma ci vedremo,tutte le volte che ti penserò, rimarremo insieme...,come tutte le sensazioni che abbiamo condiviso.Io verrò da te e sicuramente mi aspetterai,come mi hai amato...., per tutta la nostra vita,io tornerò da te..., ho vissuto con te, tutta la tua vita...Dammi la mano e lascia quel tuo ultimo respiro, lo vivrò come il battito d’ali....... del mio angelomentre saluta....... per tornare a volare in cielo.Ciao mamma, ciao mamma, lasciati andarenon soffrirai come quando sono nato.........lasciati andare,.............. io sono vicino a te.

A. Epstain

OMAGGIA DONNE FAMOSEALEXANDRAANASTASIALISOWSKANata nel 1502 in Ucraina, rapita dai tartari, viene venduta numerose volte e all’età di quindici anni “regalata” al Sultano Solimano il Magnifico. Alexandra ottiene ciò che nessuna concubina prima di lei aveva ottenuto: diventa ufficialmente la moglie di Solimano. Pur in assenza di leggi che vietassero le nozze tra un sultano ed una concubina, tutta la corte ottomana si dimostra contraria al matrimonio.

Alexandra dà a Solimano sei figli.

È una delle donne più istruite e colte del tempo: riceve ambasciatori stranieri, risponde alle lettere di sovrani di tutto il mondo, nobili ed artisti influenti.

A lei si deve la costruzione di diverse opere importanti a Costantinopoli. Tra le principali il quartiere Aksaray,

denominato “Avret Pazari” ovvero “mercato femminile” contenente una moschea, una scuola, una mensa, un ospedale, una fontana. Oltre a ciò fa costruire un ospizio e delle sale da pranzo per i pellegrini e i senza tetto a Gerusalemme.

Per ricordare ancora una volta l’influenza che Alexandra ha su Solimano, ella riesce ad ottenere dal Sultano che vengano chiusi i mercati degli schiavi.

Negli ultimi anni della sua vita è molto cagionevole di salute e si dice che il Sultano ordini di bruciare tutti gli strumenti musicali del palazzo per non disturbare la sua quiete e che non si allontani dal suo capezzale fino all’ultimo suo giorno di vita. Alexandra muore nel 1558 a Costantinopoli.

Elena Juravlea Jeni

AMELIA EARHART E’ stata la prima donna pilota a superare i pregiudizi nei confronti delle donne, specialmente nel campo dell’aereonautica.

I suoi record e le sue trasvolate hanno aperto nuovi orizzonti e nuove prospettive per il sesso femminile.

Otella SerratoreMauro Zanin

Davide Garusi

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12AMELIA EARHART 12AMELIA EARHART

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MARGHERITAHACKMargherita Hack, astrofisica e divulgatrice scientifica italiana, dopo aver compiuto gli studi presso il Liceo Classico “Galileo” di Firenze (senza sostenere gli esami di maturità a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale) si laurea in fisica nel 1945 con una votazione di 101/110, con una tesi di astrofisica sulle Cefeidi, realizzata presso l osservatorio di Arcetri.

E’ stata professore ordinario di astronomia all’Università’ di Firenze dal 1964 al 1º novembre 1992, anno nel quale fu collocata “fuori ruolo” per anzianità . È stata la prima donna italiana a dirigere l’Osservatorio Astronomico di Trieste dal 1964 al 1987 portandolo a rinomanza internazionale.

L’enorme sviluppo delle attività didattiche e di ricerca che Margherita Hack ha promosso in Università, ha fatto nascere nel 1980 un “Istituto di Astronomia” che è stato poi sostituito nel 1985 da un “Dipartimento di Astronomia”, che la scienziata ha diretto fino al 1990.

Si e’ spenta all’età’ di 91 anni, lasciando accesa in noi la curiosità dello scoprire l’universo.

Linda BeatoMoreno Gualco

RITALEVI MONTALCINIPer la ricorrenza della festa della donna, l’augurio più bello che potrei fare a tutte le donne è quello di ricordare una grande persona, premio nobel: Rita Levi Montalcini.

Neurologa e ricercatrice, nel 1986 le fu assegnato il premio Nobel per la medicina.Ho scelto di ricordarla perché pur essendo vissuta nel secolo scorso, epoca in cui era molto difficile per una donna raggiungere grandi risultati, Lei è riuscita in questo e non solo.È sempre stata in prima linea nel difendere i diritti delle donne e soprattutto nell’incoraggiarle a non fermarsi mai di fronte a qualsiasi ostacolo.

Renato Catizone

RABIATOU DIALLORabiatou Serah Diallo è una sindacalista della Guinea, nata nel 1950. È stata la prima donna in Guinea ad accedere alla direzione di sindacato nazionale.

Nel 2006 guida il primo sciopero generale in segno di protesta contro il deterioramento delle condizioni di vita e nel 2007 è di nuovo in prima linea in una rivolta che mira all’emarginazione della corruzione. Nello stesso anno viene arrestata con altri leader sindacali, poi rilasciata in seguito alla pressione internazionale.Accusata di voler “accendere il fuoco” nel Paese, Rabiatou Serah Diallo ha risposto: <<Sono una donna e madre di sei figli e quando accendo il fuoco, è sotto la pentola per nutrire i miei figli. Ma in Guinea, il piatto delle persone è sempre vuoto…. È questo ciò che dà fuoco al Paese.

Alhassane Balde

LUISA SPAGNOLIÈ stata un’imprenditrice italiana nota soprattutto per l’ideazione del Bacio Perugina e per la catena di negozi d’abbigliamento che porta il suo nome.

Nasce il 30 ottobre 1877 a Perugia, figlia di Pasquale, pescivendolo, e di Maria, casalinga. Sposatasi poco più che ventunenne con Annibale Spagnoli, rileva con il marito una drogheria, all’interno della quale si inizia ha produrre confetti.

Nel 1907 gli Spagnoli aprono con Francesco Buitoni un’azienda di piccole dimensioni con una quindicina di dipendenti, nel centro storico della città umbra: è la Perugina.Durante la prima guerra mondiale la fabbrica viene gestita unicamente da Luisa e dai suoi figli Aldo e Mario. Quando il conflitto termina la Perugina ha più di 100 dipendenti ed una fabbrica di successo.

Luisa, entrata nel consiglio d’amministrazione dell’azienda,

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si dedica all’ideazione e alla realizzazione di strutture sociali finalizzate a migliorare la qualità della vita dei dipendenti, ideando delle vere proprie nursery per dare la possibilità alle donne di recarsi al lavoro.

È inoltre l’ideatrice della lana d’angora per i filati che prenderà il nome di “Angora Spagnoli”.Luisa muore all’età di 58 anni, il giorno 21 settembre 1935, a causa di un tumore alla gola che l’aveva indotta a spostarsi a Parigi per provare a ricevere le migliori cure possibili.

Giovanna Contardi

Buon8 Marzo,

a tutte le nostre donne ...

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