1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della...

80
Anno Quinto - Ottobre 2005 Bimestrale - Stampato in proprio Costituito a norma dell’art. 18 della Costituzione e dell’art. 36 del C.C. www.lugagnano.it Contributo di 1,50 euro per aiutarci... IL BACO DA SETA Appuntamento di Cultura e Società di Lugagnano, Palazzolo, San Giorgio in S. e Sona P.IVA 03366490237 C.F. 93139380237 e-mail - [email protected] numero trentatre Argenteria, bomboniere e articoli da regalo Ingrosso e dettaglio ----------------------------------------------- Via Pelacane, 41/2 - Lugagnano (Verona) Telefono 045 514567 Stime, consigli, creazioni di prestigio ------------------------------------------ Via Pelacane, 41 - Lugagnano (Verona) Telefono 045 8680460 Il Comune ci toglie i contributi... E noi sbarchiamo in Cina!

Transcript of 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della...

Page 1: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

AAnnnnoo QQuuiinnttoo - OOttttoobbrree 22000055BBiimmeessttrraallee - SSttaammppaattoo iinn pprroopprriioo CCoossttiittuuiittoo aa nnoorrmmaa ddeellll’’aarrtt.. 1188

ddeellllaa CCoossttiittuuzziioonnee ee ddeellll’’aarrtt.. 3366 ddeell CC..CC..wwwwww..lluuggaaggnnaannoo..iitt

Contributo di1,50 euro per aiutarci...

IILL BBAACCOO DDAA SSEETTAAAAppppuunnttaammeennttoo ddii CCuullttuurraa ee SSoocciieettàà

ddii LLuuggaaggnnaannoo,, PPaallaazzzzoolloo,,SSaann GGiioorrggiioo iinn SS.. ee SSoonnaa

PP..IIVVAA 0033336666449900223377CC..FF.. 9933113399338800223377

ee-mmaaiill - rreeddaazziioonnee@@iillbbaaccooddaasseettaa..oorrgg

numero trentatre

Argenteria, bomboniere e articoli da regalo

Ingrosso e dettagl io-----------------------------------------------

Via Pelacane, 41/2 - Lugagnano (Verona)Telefono 045 514567

Stime, consigl i , creazioni di prest igio------------------------------------------Via Pelacane, 41 - Lugagnano (Verona)

Telefono 045 8680460

IIll CCoommuunnee ccii ttoogglliieeii ccoonnttrriibbuuttii......

EE nnooii ssbbaarrcchhiiaammoo iinn CCiinnaa!!

Page 2: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Da Giuda agli Ulivi Sotto lo sguardo incuriosito di tutti a metà ottobre abbiamo assistito alla so-stituzione degli alberi presenti in Borgo lungo la strada principale di Lu-gagnano. Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg-genda vuole che l'apostolo traditore proprio ad un ramo di quest'albero sisia impiccato. I nuovi alberi sono invece ulivi, per antonomasia l'albero dellapace. Al di là del pregevole trapasso simbolico, ci si chiede la motivazionedi tale sostituzione, visto che gli alberi precedenti non erano ne' malati ne'ingombranti e anzi, avevano raggiunto una maturità tale da renderli finalmen-te pregevoli esteticamente. Ci si chiede anche se non era meglio spendere

quei quattrini, ben sappiamo il co-sto di un ulivo e se a quello ag-giungiamo la prolungata manodo-pera, per qualcosa di maggior-mente utile, fosse anche soltantomettere degli alberi nuovi doveora non ce ne sono. E che finehanno fatto quelli soppiantati?Che siano stati gettati? Che si siavoluto compensare l'eliminazionedel cartello "Sona Comune per lapace" troppo politicamente schie-rato con degli apolitici alberidella pace?

GDV

Puntaspillo del Baco

ABBRONZATURA TATOO

Le Poesie del Bacan

La nebbia al Col de Sonapiovigginando sale,

e sotto il Maestrale urla che vuol tornare;

Ma per le vie del borgo bastiema el contadìn:no val più gnente i perseghi,

no vendo gnanca el vìn!

Gira sule rotonde machine e motorete,le polveri sottili iè come nòselete.

El verde lè spario, i usei no i sa n'do nar,il cacciator su l'uscio…

… el gà poco da fischiar!

El bacan de Lugagnan

Autunno a Sona... con la gentile collaborazione di

Giosuè Carducci

Autunno, olio sutavoletta, 1995,opera di Gino Soato.

La foto di copertina è stata scattata a Pechino da Luisella Mazzi di Lugagnano il 1 ottobre 2005.

Page 3: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Non ci sono più le farfalle...

"Ecco la solita frase di circostanza, la frase di effetto che fa tanta breccia nei cuori e neiricordi della gente…". Purtroppo, nella sua semplicità e forse retorica, è vera… non èuna frase da effetti speciali ma la triste constatazione che siamo ormai diventati - sen-za nemmeno accorgercene - cittadini: la campagna la vediamo in altri luoghi, i contadini licontiamo su due mani e le farfalle le vediamo nei libri o in qualche bel documentario. E gliabitanti di Lugagnano, di Sona, di San Giorgio, di Palazzolo? Che fanno? Nessuno ha più il tempo per dedicarsi al "problema delle farfalle": oggi siamo troppo at-tenti ai nostri interessi e troppo occupati, verrebbe da dire, a lottizzare. Non vediamo l'o-ra che qualcuno renda edificabile il nostro pezzo di terra, lasciato dal caro nonno che siera fatto "un culo così" (ci passerete l'espressione) per comperarlo e lavorarlo. Le Ammi-nistrazioni guardano, autorizzano, senza nessuna lungimiranza, senza nessuna pro-grammazione, senza un progetto complessivo, senza una visione d'insieme, senza maga-ri accorgersi che i nostri paesi hanno un sacco di case vecchie da ristrutturare, che forserenderebbero inutili gli attuali disastri ecologici. Siamo troppo presi dal nostro tran tranquotidiano. Alla piazza, all'incontro con le persone, alla discussione, alla vita delle nostrecomunità preferiamo un bel giro alla Grande Mela. All'impegno e alla partecipazione so-ciale preferiamo la TV.E se crolla una chiesa del Settecento alla località Messedaglia? Meglio così, vien quasi dadire, tanto era vecchia! E noi del Baco a scrivere, a richiamare l'attenzione di personeche spesso non hanno tempo o motivo per leggerci ed ascoltarci. Come dice qualcuno,sembra che gli unici a leggerci ad apprezzarci siano gli anziani (quelli, si sa, di tempo nehanno!), i politici ("vediamo se ci attaccano anche questa volta") e quelli che si muovonoper interessi personali e che sono invece scocciati dalla nostra presenza.Gli anziani. "Quelli hanno ormai rotto le scatole. Parlano, parlano. Raccontano una vita distenti, un paesaggio che non c'è più". Noi del Baco li ascoltiamo ma per la stragrandemaggioranza dei cittadini sono una rottura. Peccato che, se va avanti così, da loro nonimpareremo più nulla: e ricordiamoci che il rischio concreto, per non dire la certezza, èche "noi non garantiremo ai nostri figli un futuro migliore, un Comune migliore, di quelloche hanno dato a noi i nostri genitori".I politici. Quelli ci leggono e ci criticano di solito quasi esclusivamente per motivi di imma-gine. Non hanno mai voluto provare ad utilizzare lo strumento Baco per confrontarsicon quelle che sono le reali esigenze della popolazione di Sona, ben diverse spesso daquello che essi propongono dal Colle, come la nuova Caserma dei Carabinieri (ma si faràmai?) o il Polo scolastico di Palazzolo.Quelli che si muovono per interessi personali. Di quelli ce ne sono moltissimi nel no-stro Comune: sono bravissimi a criticare, sanno spacciare il loro tornaconto per "interes-se della comunità" e purtroppo non fanno altro che parlare, parlare, parlare. Inutilmente,anzi, dannosamente. Ne conoscete tanti, siamo sicuri. Ma è difficile riconoscerli tutti, san-no mimetizzarsi meglio dei camaleonti. Sono animati esclusivamente da interessi perso-nali, sono fantastici casi da studiare per come sanno muoversi nel tessuto sociale, caval-cando le mode e le opportunità, sempre verdi e sempre pronti a saltare sul carro vincen-te. A parole fanno tutto loro, dopo magari agli appuntamenti che contano (quelli culturali,ad esempio) non ci sono mai, mai partecipano ad un’iniziativa pubblica priva di "ritorni",ma al momento giusto eccoli apparire. Eccoli tornare in pista quando si parla di elezioni,quando si parla di assegnare incarichi, quando serve una "spintarella" per "quel loro ca-so tanto importante". L'unica capacità che hanno è quella di delegare: difficilmente li ve-drete in prima linea, a metterci faccia e passione. Se poi trovano qualcuno che non lapensa come loro - sia mai! - allora scatta la vendetta, l'aggressione.E, per tornare all'inizio, che fine facciamo fare alla chiesetta della Messedaglia? A quella

E D I T O R I A L E

IL BACO DA SETAAppuntamento di Cultura e Società

di Lugagnano, Palazzolo, San Giorgio e Sona

Periodico in attesa di registrazionepresso il Tribunale di Verona

Via Beccarie 48, Lugagnano (VR) - Tel. 338 5936472C.F. 93139380237 - P.IVA 03366490237

e-mail: [email protected] - www.lugagnano.itCostituito a norma dell'art. 18 della Costituzione

e dell'art. 36 del Codice Civile

DDiirreettttoorree RReessppoonnssaabbiilleeClaudio Girardi

DDiirreettttoorrii ddii RReeddaazziioonneeGianluigi Mazzi, Gianmichele Bianco, Mario Salvetti

e Gianfranco Dalla Valentina

RReeddaazziioonnee ddii LLuuggaaggnnaannoo::Matteo Buttini, Massimo Adamoli e Flavio Brunelli

RReeddaazziioonnee ddii SSoonnaa::Enrico Olioso, Franco Fedrigo, Doriano Benedetti,

Francesco Bressan, Marco Aldrighetti, Mario Bighelli,Mario Nicoli e Massimo De Rossi

RReeddaazziioonnee ddii PPaallaazzzzoolloo::Mirko Ambrosi e Marco Forante

RReeddaazziioonnee ddii SSaann GGiioorrggiioo::Giulio Braggio e Moris Vantini

GGrraaffiicciiGianluigi Mazzi e Martino Eliani

SSttaammppaattoo pprreessssoo::Grafiche Aurora srl

Via della Scienza, 21 - 37139 VeronaTel. 045 8511447

Gli interventi ed i pezzi pubblicati riflettono esclusivamente il pensiero degli autori e non impegnano

la Direzione e la Redazione

Page 4: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.4OTTOBRE2 0 0 5

chiesetta metafora di mille realtà urbane, sociali, personali del nostro Comune di cui non frega niente anessuno? A quella proviamo a pensarci noi del Baco. Come dice qualcuno, "un gruppo di comunisti e razzistianimati da interessi personali, che fanno preferenze, che scrivono senza testa e quello che vogliono" (frasenon metaforica, ma riferita pubblicamente). Può essere, possiamo essere comunisti, fascisti, razzisti (ma cirendiamo conto della bassezza, della assurdità, della follia e della volgarità di certe critiche????). Possiamoessere accusati di essere quello che si vuole, tanta è la stupidità di certe accuse. Ma noi sappiamo cosasiamo, e lo sanno i nostri lettori. Sappiamo di essere persone che credono fortemente nel nostro Comune,che credono fortemente in tutte le chiesette - reali o virtuali - che stanno andando in malora, e vogliamo ri-

consegnarle alla Comunità.E quella Chiesetta della Messedaglia, metafora di tante altrecose, vogliamo provare anche a recuperarla veramente, tra-sformandola in un luogo di richiamo storico e turistico pae-sano. Con l'aiuto dei nostri lettori, che da sempre credononel nostro progetto e ci appoggiano, che siano anziani, nor-mali cittadini, giovani, curiosi. Ma tutto questo lo dobbiamofare il prima possibile: insieme dobbiamo cominciare a"rivivere" i nostri paesi, dobbiamo dimostrare che teniamoalla nostra terra, alle nostre origini, alla nostra storia più ditutto. E questo deve essere l'obiettivo di tutti, giovani, anzia-ni, politici e non, comunità intera. Se arriveremo a questaconsapevolezza, tutti, forse allora si potrà pensare di nonavere più un traffico impossibile a Lugagnano, perché avre-mo la tangenziale; quel giorno tuteleremo gli edifici storici eridurremo l'espansione edilizia; quel giorno smetteremo dicorrere al chiuso di un centro commerciale dove di noi inte-ressa poco nulla per invece privilegiare i nostri negozi e i no-stri commercianti; quel giorno che torneremo a girare in bici,a camminare, a parlare.Solo allora, forse, rivedremo le farfalle volare…

Gianluigi Mazzi

[email protected]

Politica: prove tecniche di ribaltone

Sempre più spesso, fuori e dentro i corridoi delComune, si sussurra di un possibile, possibilis-simo, ribaltone dentro la Giunta Bono-metti. Con il Sindaco sfiduciato e defenestratoed una nuova maggioranza - formata da alcuniAssessori attuali e altre figure provenienti dagruppi politici di opposizione ma vicini allamaggioranza - pronta a presentarsi alle elezio-ni anticipate, che potrebbero essere già laprossima primavera ("o adesso o mai più"). IlSindaco nega, gli Assessori negano, l'opposi-zione più vicina alla maggioranza nega. Tuttinegano categoricamente.Stai a vedere che succede veramente.

La Zanzara

L’Angolo di Marni

www.pastificiomazzi.org

Page 5: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.5OTTOBRE2 0 0 5

Progettazione, realizzazione e posa in opera stands

per mostre, congressi e showroom

ZetaGi snc di Zorzan GiamprimoVia Cao Prà 82 - 37060 Lugagnano (VR)

Tel. 045 984177 - Fax 045 8699091

Liberali di facciataRiflessioni sulla decisione del Comune di chiudere Sona Informa

ED

IT

OR

IA

LE

Con questo numero termina l'iniziativa dell'Insertogiallo autogestito a cura dell'AmministrazioneComunale all'interno del Baco. Con una laconicacomunicazione di poche righe - che trovate pubbli-cata a centro giornale - l'Assessore Di Stefanoci ha comunicato che l'Amministrazione ha decisodi dotarsi di una propria pubblicazione, che rag-giungerà tutte le famiglie del Comune.Fin qui sembrerebbe che non ci sia nulla da dire,rientra assolutamente nelle potestà del Sindaco edella Giunta quella di finanziare le iniziative che ri-tiene meritorie - come di togliere questi finanzia-menti - e ovviamente rientra tra le scelte del Sin-daco e della Giunta quella di decidere in quale ma-niera pubblicizzare la propria attività. Nulla da dire,sembrerebbe.E invece, purtroppo, alcune cose da dire ci sono.Ma riassumiamo la storia di quelle otto pagine gial-le che per circa due anni avete trovato inserite alcentro del nostro periodico. Appena dopo aver vin-to le elezioni nel maggio del 2003, una delle primeazioni del nuovo Sindaco Bonometti è stataquella di contattarci per sondare la possibilità diutilizzare alcune pagine del Baco, assumendosi l'o-nere di pagarne la stampa, per trasformarle in ungiornalino comunale, con spazio per la maggioran-za e alcuni spazi per le opposizioni. Quella richie-sta venne valutata attentamente da questa Re-dazione, in quanto il timore era quello che, apren-doci a questa iniziativa, potessimo rischiare di es-sere visti dai nostri lettori come irrimediabilmenteschierati a favore di chi amministrava Sona, per-dendo quell'indipendenza ideologica e culturale

che da sempre ha contraddistinto il nostro scrivereed il nostro agire. Ma a fronte di questo timore -poi rivelatosi realtà in quanto non ci furono ri-sparmiate critiche ed ironie riguardo il nostrosupposto esserci svenduti al miglior offerente -pensammo che più importante fosse l'idea di ospi-tare uno strumento di confronto tra forze di mag-gioranza e di opposizione. E così nacque Sona In-forma. L'Amministrazione ci chiese alcune garanzieed alcuni requisiti tecnici, che impegnarono la no-stra struttura - del tutto amato-riale come ben sapete - ma acui demmo adempimento pro-prio per quanto credevamo inquel progetto. L'inserto presevita e funzionò egregiamenteper qualche numero, ma poipian piano dal colle di Sonasmisero progressivamente dimandarci i contenuti per riempi-re le quattro pagine dell'Ammi-nistrazione. Spazi che ci tro-vammo di volta in volta costrettia riempire di nostra iniziativacon contributi che ci inviavano ivari uffici comunali o con foto dieventi che riguardavano il Co-mune. Mentre, a fronte di que-sto progressivo "scollamento",aumentarono invece i segnalidi insofferenza da parte diAssessori e Sindaco per come noi del Baco gesti-vamo il nostro giornale. Fino ad arrivare alla giàcitata comunicazione del nuovo Assessore all'infor-mazione Di Stefano. Lettera tra l'altro - ed il detta-glio non è secondario - non pervenuta per iniziati-va spontanea ma a seguito di nostra espressa ri-chiesta scritta di chiarimenti, in quanto la possi-bilità di una chiusura ci era stata comunicata informe assolutamente informali, praticamente butta-ta lì in un'occasione qualunque.Quali conclusioni trarre da questa vicenda e dal-l'atteggiamento della maggioranza che oggi ammi-nistra Sona? Il quasi immediato disimpegno da unostrumento che loro stessi avevano fortemente vo-luto e cercato può, a questo punto, essere spiega-to solo in una maniera: con quell'inserto Sindacoed Assessori speravano forse di "mediare" le po-sizioni del Baco. Pensavano forse, attraverso quelcavallo di Troia, di trovarsi in casa un giornalepossibilmente amico, magari limitando la portata

Una delle copertinedi Sona Informa degli scorsi mesi.

Page 6: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

del lavoro di critica che da sempre è stato il nostromarchio di fabbrica. Ma così non è stato, e cosìnon avrebbe mai potuto essere. Bastava averci let-ti con maggiore attenzione. I nostri lettori sannoche la caratteristica del Baco è da sempre stataquella di esercitare una critica forte quanto co-struttiva e di presentare costantemente propo-ste, sempre concrete e fattibili. E questa linea nonè mai cambiata, al cambiare delle Amministrazioni,dei Sindaci e degli Assessori. Posizioni, le nostre,opinabili, criticabili, discutibili. Ma nostre. Potevamopermetterci di ospitare una voce ufficiale, quelladel Sindaco e della Giunta, proprio per quanto era-vamo e siamo consapevoli delle nostre idee e dellanostra indipendenza.Evidentemente dall'altra parte covavano aspetta-tive diverse. In questo numero trovate ancoral'inserto giallo, per quanto ridotto. Abbiamo decisodi stamparlo comunque, accollandocene le spese,proprio per quanto credevamo e crediamo ancorain questo progetto. Vedremo per il futuro, non èdetto che questa esperienza debba necessaria-mente finire solo per il recesso di una delle parti.E, al contempo, ci fa piacere la nascita di un nuo-vo periodico del Comune - annunciato in uscitatra pochi giorni - come farà piacere a coloro i qualisi lamentano sovente che "l'opinione pubblica aSona sia monopolio assoluto del Baco" (sic!). Saràun'ulteriore momento di dialogo e siamo certi cheil Sindaco e l'Assessore all'informazione non inten-deranno usarlo come megafono esclusivo dellamaggioranza.

Per chiudere permetteteci di esprimere un perso-nale dispiacere per quanto accaduto, anche per-ché il rapporto con il Sindaco e con parte dell'Am-ministrazione si è negli ultimi tempi rasserenato, sisono trovati motivi di incontro, per merito di tutti.Ma il modo con il quale si è deciso di chiuderequesta esperienza allunga ombre sinistre sull'inte-ra linea politica dell'Amministrazione Bonometti erafforza le forti perplessità che già non mancava-no.E non per volgari motivi economici - la perdita delfinanziamento - come qualcuno si è già affrettato asbandierare: il Baco infatti continuerà il suo per-corso, esisteva prima che vedesse la luce Sona In-forma ed esisterà dopo. Certo, siamo costretti adaumentarne subito il prezzo di 50 centesimi, mad’altra parte sapete tutti come questa Redazioneviva di assoluto volontariato, e quanto raccogliamodalla distribuzione e dai nostri valorosi sponsorbasti appena per stampare il nostro periodico.Ma continueremo ad andare avanti, con la nostrapassione ed il vostro aiuto.Quello che invece stupisce e sorprende è come ta-luni, che sovente e pubblicamente, anche in sediistituzionali, amano definirsi liberali, poi cadanofragorosamente su principi che chi è veramenteliberale considera irrinunciabili ed imprescindibili.A questo punto è forse inutile ribadirlo, ma solo chinon conosce il valore fondante della discussioneteme il confronto e le opinioni altrui.

Mario Salvetti

[email protected]

Segnaletica orizzontale!Ci risiamo, anche quest'an-no in occasione del rifaci-mento della segnaleticaorizzontale il lungo rettili-neo che da San Giorgioporta verso Sona, dopo lalocalità Canove è stato con-siderato come una perico-losa curva con la linea di mezzeria continua. L'anno scorso, dopoalcune segnalazioni per lo stesso inconveniente, si era procedutoalla cancellazione con vernice nera per il ripristino della lineadiscontinua; vedremo la stessa operazione anche quest'anno? Esempre a proposito di segnaletica orizzontale abbiamo notato lacomparsa di nuovo carattere per la scritta STOP, compresso e diridotte dimensioni. A noi sembra un MINI STOP, speriamo non losia per gli automobilisti. Giulio Braggio

Puntaspillo del Baco

Page 7: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.7OTTOBRE2 0 0 5

Bene pubblico ed interessi privatiSi accende la discussione

IL

DI

BA

TT

IT

O

L’editoriale di Gianfranco Dalla Valentina sulloscorso numero del Baco dal titolo “La politica delnon far scontento nessuno. L’eterno conflitto tra interesse pubblico e privato”ha suscitato un acceso dibattito in tutto il Comu-ne, con opinioni e posizioni differenti e variegate.Tra i vari commenti abbiamo raccolto i più significa-

tivi, quelli di due Ex Sindaci di Sona, RenatoSalvetti e Raffaele Tomelleri, e ad un cittadinodi Palazzolo, Tommaso Bordoni, sempre moltoattento alle vicende del nostro territorio. Chiudiamo infine con una replica finale di Dalla Va-lentina.

Pubblico e privato: due facce della stessa medaglia?I singoli interessi privati non formano nel loro insie-me, come qualcuno ci vuole far credere in questi annil'interesse pubblico. I singoli interessi privati però,quando l'etica e la coscienza di essere attori di unademocrazia siano il filo conduttore dell'operare delcittadino, non collidono necessariamente con l'inte-resse della Comunità. Se invece troppi interessi priva-ti, in un Paese a regime democratico, divaricano dall'interesse generale siamo in presenza di una Societàcivile malata. Quando poi molti interessi privati, incontrasto con il bene pubblico, fanno capo ad Ammi-nistratori pubblici siamo in presenza di una Societàcivile corrotta. Dopo tante affermazioni di principioche probabilmente farebbero sobbalzare sulla sediaun filosofo per la loro schematizzazione che le portaad apparire banali è opportuno passare ad indicazio-ni più precise. Non intendiamo scrivere con questodocumento di un interesse pubblico generico perchésarebbe fuori luogo su questa rivista ed indubbia-mente arduo, né di interesse pubblico quando sussi-stano elementi di corruzione. Tenteremo di scriveredell'interesse pubblico visto nell'operare delle Ammi-nistrazioni locali.L'articolo di fondo dell'ultimo numero di questo gior-nale poneva il problema "dell'eterno conflitto tra inte-resse pubblico e privato" in termini molto reali anchese, nella foga dello scrivere, l'articolista ha esageratonell'indicarne i contorni, accomunando con uno zeroin condotta tutti gli Amministratori del nostro Comune"sin dagli albori della Repubblica" indicati come "ope-ratori del quieto vivere" e la Comunità dei nostri con-cittadini presa nella sua interezza. Così scrivendo hatentato di toglierci il desiderio di discuterne e di "uc-cidere" la speranza che a Sona si possa in futuromeglio operare. Proviamo allora a capire. Moltospesso si riscontrano conflitti fra l'interesse pubblicoed interessi privati la dove i cittadini non partecipanoalla vita civica e quindi sono portati "a coltivareesclusivamente il proprio orto" e gli Amministratorifanno troppo poco per modificare questa situazione.

Quali sono le difficoltà che incontra il cittadino (cheintendendo operare nel civico non abbia interessipropri da difendere) per "capire cosa sta succeden-do" e quindi per partecipare?: la materia amministra-tiva è complessa, il peso della vita quotidiana invita adelegare ad altri la gestione del proprio Comune, gliambiti ove è possibile discutere della propria Comuni-tà sono assai modesti. Quali sono le difficoltà che in-contra nell'operare un Amministratore pubblico (chenon abbia interessi propri da difendere) che lo portatalvolta a cercare "il quieto vivere"?: la materia ammi-nistrativa è complessa (già detto), la preparazioneprofessionale personale, anche quando c'è non èsufficiente per operare in campo amministrativo, lagestione di apparati burocratici è complessa ed esigesensibilità e competenze. Inoltre da alcuni anni rara-mente sente "la vicinanza" dei cittadini, più spesso ladura contrapposizione. Perché siamo a questo puntoe non solamente a Sona??? E' un problema senzasoluzione??? Del perché siamo a questo punto si po-trebbero scrivere molte pagine: tangentopoli, l'appa-rire che spesso prevale sull'essere nelle democrazieoccidentali, il crescente disinteresse della maggiorparte dei cittadini per l'attività civica e molto altro.Concentriamoci quindi sulle eventuali possibili soluzio-ni a livello locale, se esistono. La forza dei "vecchiPartiti" era legata al fatto che formavano le nuove le-ve in posizioni di modeste responsabilità, prima chele stesse assumessero incarichi rilevanti. Erano ingrado di "fornire" quindi Amministratori già esperti; ainostri giorni l'improvvisazione in politica è l'elementodominante. Questo servizio fornito un tempo dai Par-titi sta mancando in modo drammatico in Italia e sicu-ramente qualcosa o qualcuno dovrà farsene carico.Fino a quando non vi saranno soluzioni alternativecredibili ci dovremo affidare all'impegno personalenegli approfondimenti e nello studio di chi, sentendoil desiderio di impegnarsi nel civico, si propone comecandidato, pena gravi danni nella crescita delle no-stre Comunità. Molti pensano infatti che sia sufficiente

Page 8: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

procedere, ma crea dannose "lontananze" e abitudinea non interessarsi della propria Comunità. Chi ammini-stra dovrebbe con pazienza e fatica avviare dialoghicon i cittadini mettendoli al corrente di quanto intendefare, creando momenti di serio confronto: Consulte difrazione, Commissioni di lavoro miste, Assemblee pub-bliche dovrebbero essere le sedi per discutere con icittadini su come si sta progettando il futuro della Co-munità. Nel breve non diventerà facile procedere, manel medio periodo le scelte sarebbero sicuramentepiù equilibrate; "l'interesse generale" con maggioreprobabilità sarebbe salvaguardato. Ed i cittadini? I piùdimenticano che partecipare è un obbligo civico; queipochi che provano a farlo ricorrono sempre più spes-so alla sottoscrizione con centinaia di firme dei docu-menti più diversi o a manifestazioni di piazza che "ur-lano" i termini di un problema.Sono iniziative ormai logore perché utilizzate nel quo-tidiano e non possono essere in ogni caso il modoper dialogare con gli Amministratori poiché tentano diimporre, non di proporre. Possono al massimo giun-gere ad intimorire "l'Amministratore che è solo" ed adindurlo a sottostare a chi più urla; nelle scelte futurepoi molto probabilmente l'Amministratore che ha do-vuto cedere sceglierà proprio "la strada del quieto vi-vere". Sono molte le cause, createsi nel tempo, delladifficile situazione del nostro Comune, dalla viabilità al-l'urbanistica, dall'edilizia scolastica alle aree verdi,servizi che l'articolista sopra citato del Baco da Setaboccia senza appello.Pur non potendo concordare con tali giudizi catastro-fici, noi tutti dobbiamo però convenire che il problemaesiste ed è urgente discuterne. Chi deve iniziare acambiare la situazione di stallo nei rapporti "pubblico- privato"?: non chi ha interesse che ciò non cambi,quindi quasi tutti noi, Amministratori pubblici compre-si. Possiamo aspettarci delle iniziative?? Quando levedremo capiremo chi vuole bene al nostro Comune!"Il bene comune" è un valore da tutelare per noi stes-si e per garantire un futuro importante alla nostra Co-munità.

Salvetti Renato

che chi ha vinto le elezioni attui il proprio programma;se non farà bene sarà rimosso dall'elettorato nel suc-cessivo turno elettorale.Ciò vale forse per il Governo nazionale, non certo perle piccole Comunità come le nostre. Nei nostri paesinon è possibile cambiare ciò che stato fatto eventual-mente male, se non in tempi lunghi con danni econo-mici e sociali pesanti. Quando per evitare di acquisirenuove aree, su un campo di calcio attrezzato vienecostruito un asilo nido e nella adiacente scuola il cuiprogetto generale prevedeva che al momento del-l'ampliamento la palestra fronte strada, già predispo-sta divenisse auditorium per 3/400 persone, vienetrasformata in vera palestra in un solo colpo si privaun paese per molti quinquenni di una sala per confe-renze e la scuola stessa di un'area ricreativa.Quando, per far capire chi comanda, un fabbricatoprogettato per divenire Centro civico (un insieme dispazi coperti e non, con zone dedicate ai giovani edagli anziani ed alloggi protetti, con percorso ciclabile,aree per il passeggio e molto altro), viene trasforma-to in Casa di riposo per non autosufficienti e l'areacircostante in campi di calcio, viene tolta alla Comunitàper decenni la possibilità di avere "una nuova piazza"capace di ospitare i propri concittadini creando ambitiper fruttuosi confronti civici. Solamente due esempi,ma l'elenco potrebbe essere lungo. Perché ciò puòaccadere? Chiudersi nel "castello" dicendo che le Mi-noranze sanno dire solamente il contrario e che i cit-tadini non sono in grado di capire è un modo facile di

Mi vengono in mente due scelte che il Maestrale hacompiuto nel corso dei suoi otto anni di Amministra-zione. Due scelte che hanno segnato svolte radicali.Penso alla raccolta differenziata, che Sona adottò trai primi Comuni della Provincia. Scelta coraggiosa, ri-schiosa, dal punto di vista della "popolarità". Ma unascelta di campo precisa, premiata dalla gente conuna partecipazione esemplare. Penso all'introduzionedel senso unico nel centro di Lugagnano, altra scelta

discussa e discutibile (all'epoca). A distanza di anni,c'è qualcuno che tornerebbe indietro? Raccolta diffe-renziata e senso unico furono scelte forti del Mae-strale. Scelte, ovviamente, sulle quali potremmo starqui a parlare a lungo. Ma che hanno portato, questoè altrettanto evidente, risultati importanti nella vitadella nostra comunità. Nel momento in cui si parla di"eterno conflitto tra interesse pubblico e privato", dipolitica fatta "per non scontentare nessuno", credo

pag.8OTTOBRE2 0 0 5

Servono Amministrazioni forti, solide ed unite

San Giorgio inSalici immersa nelverde.

Page 9: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

che l'esperienza del Maestrale si collochi al di fuori diqueste esemplificazioni per almeno un paio di buoneragioni: 1) se il Maestrale avesse avuto paura, nonavrebbe scelto la raccolta differenziata in un momen-to storico delicatissimo (si andava verso le nuoveelezioni, dopo la scomparsa del sindaco Conti); 2) seil Maestrale non si fosse sentito forte e rappresenta-tivo, non avrebbe introdotto un'innovazione come ilsenso unico, rivoluzionario per la vita di Lugagnano.Ecco, qui sta il punto-chiave: più un'Amministrazioneè forte, solida, unita, più è in grado di incidere neltessuto della comunità con scelte anche radicali, chepossono talvolta essere impopolari, ma comunque ef-ficaci.Quando non c'è tutto questo, quando coesione e uni-tà di intenti, stabilità e solidità vengono a mancare,non si possono chiedere a un'Amministrazione sceltedi campo forti e profonde. Quello che sta accadendooggi sul colle di Sona.

Raffaele Tomelleri

pag.9OTTOBRE2 0 0 5

Come esprimere una classe politica “alta e nobile”Un'attenta lettura dell'editoriale di Gianfranco Dal-la Valentina su "interesse pubblico e privato" in-duce ad una riflessione su questo tema di prima-ria importanza. Non ci sono dubbi: se l'obiettivodi ogni società civile che guardi al domani è ilperseguimento del Bene comune, l'interesse pub-blico sovrasta l'interesse privato. Grazie a questascelta abbiamo ereditato dai nostri padri uno Sta-to unitario democratico, che è costato lacrime esangue; una scuola pubblica che dà la possibilitàa tutti di istruirsi; una Sanità che evita tracolli fi-nanziari in caso di malattie in famiglia; strade, ae-roporti e ancora, sotto i nostri occhi, centri storicidi città e paesi come i nostri, con belle chiese,piazze, palazzi, parchi costruiti con gusto e rarabellezza, che tutto il mondo ci ammira. Se tuttoquesto è vero, perché allora, come scrive DallaValentina, l'interesse personale prevale sull'inte-resse di tutti e nel migliore dei casi per non intac-care l'interesse privato si bloccano iniziative an-che importanti e non si fa niente? Francamentenon ho elementi sufficienti per confermare chequesto sia successo in passato e ancora recente-mente sul nostro territorio. Purtuttavia mi salta inmente una risposta: perché siamo più ricchi ri-spetto alle generazioni passate, ma anche piùegoisti. Abbiamo molto e non vogliamo rinunciarea niente di nostro, semmai puntiamo ad avere dipiù per noi. E chi ha di più vorrebbe sempre dipiù, per sé ovviamente. E' bene chiarire subitoche non si considera il perseguimento delle ric-chezze un male in sé. Tutt'altro. Ciò nonostante

ritengo che una società che guardi al futuro deb-ba darsi un modello di sviluppo rispettoso del Be-ne comune come obbiettivo primario. Ovviamenteci sono responsabilità diverse: chi è chiamato acompiti di amministrazione pubblica non solo de-ve sempre tenere presente il Bene comune maindirizzare e mettere in atto tutte quelle scelteche portino a quell'obiettivo. Ma qui il problema sifa serio: come può una società civile come quellasopra descritta esprimere una classe politica "altae nobile"? Già Platone nel 400 A.C. nella sua "Re-pubblica" ipotizzava una classe politica che nonavesse alcun interesse privato. Oggi una soluzio-ne simile, pur auspicabile, è improponibile. Quelloche che un comune cittadino può e deve fare èinnanzitutto una scelta di campo:- politiche liberali volte alla promozione dell'inizia-tiva privata con il rischio di un liberismo senza li-miti: ognuno fa quello che vuole;Oppure:- politiche sociali per lo sviluppo collettivo con ilrischio di soluzioni dirigiste che ingessano l'inizia-tiva privata.Ma non basta: al momento del voto, soprattutto alivello locale, è indispensabile valutare attenta-mente i vari programmi e le singole candidature.Successivamente alle elezioni, sorvegliare e verifi-care l'operato dell'Amministrazione tenendo pre-sente che il Bene comune è soprattutto il benenostro e delle generazioni future.

Tommaso Bordoni

Visti da Marcel

Segnaletica nel nostro Comune

Page 10: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Rifiuti abbandonati per strada: risponde l’Ufficio Ecologia

Sono pervenute a questa Redazione delle segnalazioni di cittadini che protestano per il fat-to che presso alcune lottizzazioni di nuova costruzione - ad esempio la lottizzazione che sitrova a destra della rotonda di inizio paese a Lugagnano, proveniendo da Verona - vengonolasciati i rifiuti accatastati a bordo strada ed in sacchetti non regolamentari. Abbiamo gi-rato la segnalazione all’Ufficio Ecologia del Comune di Sona.A seguito di alcune lamentele pervenute all'ufficio ecologia, il medesimo precisa che nelle lottizzazioni private, ovvero quelleper le quali non è ancora stato fatto il collaudo finale delle opere e pertanto non sono state ancora cedute le aree al comu-ne, il servizio di raccolta rifiuti non puo' essere effettuato "porta a porta" cosi' come stabilito dalle norme regolamentarie,pertanto gli utenti devono posizionare i rifiuti nella piu' vicina intersecazione con la pubblica via. A regolamento è stato previ-sto una riduzione sulla parte variabile della tariffa per il disservizio. La presente disposizione non esula però i residenti di talivie ad ottemperare al rispetto delle norme che regolamentano il servizio, quindi ad utilizzare solo i sacchetti acquistati neinegozi convenzionati per il rifiuto umido e secco nonché il bidoncino per la plastica, ad esporre i rifiuti solo la sera prima delgiorno di raccolta previsto a calendario e solo i rifiuti previsti a calendario, gli altri vanno portati negli ecocentri (piazzole eco-logiche). Non si devono quindi utilizzare tali aree quali "discariche a cielo aperto" a rispetto del decoro e dell'igiene ambien-tale che è un bene di tutti. Ufficio Ecologia del Comune

Che fare del nostro territorio?I commenti giunti al Baco in seguito all'articolo comparso sul-l'ultimo numero "La politica del non far scontento nessuno"pongono una serie di osservazioni tutte valide e pure condivisi-bili, almeno in parte. Si potrebbe rimanere qui a discutere e fi-losofeggiare ore su qual è il bene comune, quando magari inuna realtà piccola, seppur complessa come quella di Sona, chie-dendo all'uomo della strada avremmo sicuramente delle valideindicazioni. I nostri paesi sono cresciuti e crescono tutt'ora inmaniera esponenziale, soprattutto negli ultimi due decenni. Co-s'è accaduto in questi ultimi anni, ma probabilmente già da mol-to tempo addietro? Si è pensato al futuro dei nostri paesi, indi-cando su una bella mappa del Comune con delle matite coloratedelle strade, delle aree verdi, delle zone dove si potevano edifi-care delle case e delle zone artigianali-industriali. Erano altritempi e altra era la cultura del cittadino. In pieno boom econo-mico ed edilizio, in costante crescita demografica, il pensiero èstato quello di prevedere i luoghi dove le persone potesseroabitare e lavorare, magari vicino a casa. Sta di fatto che paesicome Lugagnano son passati da 3-4000 anime ad oltre 7000nel giro di vent'anni. Praticamente il doppio. E' così che sonsorte aree industriali come la Giacomona o lottizzazioni residen-ziali in ogni angolo di terreno libero. Accanto a queste nuoveedificazioni sono sorte strade, parcheggi o aree verdi nella mi-sura minima prevista dalle normative nazionali o regionali. D'al-tro canto il problema principale è sempre stato il tetto e il lavo-ro! Poche sono state le iniziative pubbliche volte a migliorarequelli standard minimi che il più delle volte non ci sono. Pensia-moci bene, attualmente la Normativa Urbanistica comunale pre-vede minimo mq.3.5 di parcheggio per abitante. Per un paesecome Lugagnano varrebbe a dire che con 7000 residenti si do-vrebbero avere 24.500 mq di parcheggio che diviso 15 mq perciascun posto auto equivale ad oltre 1600 parcheggi per auto.

Certamente queste cifre sono riferite a nuovi insediamenti, masono pur sempre dotazioni minime, quindi per tutte le zone dicompletamento previste dal Prg, ossia gran parte delle zonedove si edifica, dovevano essere indicati dei luoghi da destinarsia parcheggio. Discorso equivalente per il verde attrezzato pre-visto nella misura minima di mq. 5 per abitante. Sempre per i7000 poveri abitanti è pari a 35.000 mq, quasi 12 campi vero-nesi a verde. Dove stanno? Per carità, non si vuole criminalizza-re chi ci ha amministrato o chi ci amministra. Capiamo bene ladifficoltà del ruolo, sempre in bilico tra chi "urla", chi costante-mente bussa alla porta del Sindaco e il bene della comunità. E'più un invito rivolto a tutti. Forse, a questo punto, è il caso difermarci un attimo e pensare qual è il bene della nostra comu-nità. E' un invito a discutere, piuttosto che il "tentativo di toglie-re il desiderio di discutere". Sono cambiate le esigenze, la casanon è più la necessità principale per la maggior parte dei resi-denti di Lugagnano, essendo i più proprietari dell'immobile incui vivono. L'uomo della strada non ci chiede più nuove case(tutt'al più prezzi più bassi, ma questo è tutt'altro argomento),ma chiede i servizi, chiede strade, parcheggi, piste ciclabili. Sel'interesse pubblico è questo, almeno così è il parere di chi Viscrive, è tempo di cambiar rotta, è tempo di rassegnarci un po-chino e fare delle piccole rinunce, perché molti benefici futuripossono passare anche attraverso un proprio personale sacrifi-cio. Ribadiamo il concetto della scorsa volta, il Comune deve"gestire" l'utilizzo del territorio perseguendo quello che è il be-ne della comunità, apportando tutto il peso di una comunità cherappresenta, senza causare nel contempo la perdita di tutti ibenefici derivanti dalla proprietà, e dall'altra parte il cittadinodeve apportare quella maturità e consapevolezza che il perse-guimento di un miglioramento pubblico non contrasta mai total-mente con i suoi interessi.

Gianfranco Dalla Valentina

Page 11: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

ne zone adiacenti a noi come tutta la Zona Industria-le della Bassona, oppure la zona della Grande Mela etutto il quadrante Europa. Fino a prima della firmadel Ministro Landolfi, infatti, l'offerta di banda largawireless era esclusivamente per il cliente azienda maora si possono connettere anche abitazioni priva-te. Lugagnano, ma anche San Giorgio, potrebbero esse-re in prima linea per le nuove iniziative di connessio-ne a larga banda wireless con costi del tutto parago-nabili a quelli dell'ADSL classica. Da questo punto divista entrambe le frazioni, infatti, sono poco distantisia dalle direttrici autostradali dove la fibra ad altavelocità è posata (basta che da lì si irradi il segnalewireless e il gioco è fatto), oppure da zone prece-dentemente già connesse con la tecnologia wireless(Grande Mela). Certo non sono di poco conto le que-stioni tecniche da risolvere, ma possiamo senz'altrodire che non siamo più nelle mani di un unico attoreper avere la banda larga. Crediamo che di questenuove potenzialità potrebbe farsi carico l'Ammini-strazione: non per darle incombenze gratuite maper portare alle aziende fornitrici di connettività wire-less il peso della voce di tutti coloro (e sono molti)che hanno necessità di tali tecnologie per lavoro osemplicemente per svago.Terremo informati tutti i nostri lettori dell'evoluzionedelle prospettive delle connessioni a banda larga.Speriamo nel regalo di Natale.

Gianmichele Bianco

[email protected]

Al lettore non addentro alle problematiche della no-stra società, la cosiddetta Società dell'Informazione,sarà sfuggita una recentissima notizia data dal Mini-stro delle Comunicazioni Landolfi. Il ministro delleComunicazioni Maurizio Landolfi ha infatti firmato il 4Ottobre il decreto che estende la regolamentazionedei servizi di trasmissione dati senza fili a tutto il ter-ritorio nazionale. Una decisione importante che "libe-ra" la trasmissione dati senza fili (Wi-Fi), fino ad oggirelegata solo a stazioni, aeroporti e poche altre loca-tion, e ne permette l'utilizzo ovunque."Con il decreto che ho firmato abbiamo esteso la re-golamentazione del Wi-Fi a tutto il territorio naziona-le. Oltre ai parchi, alle stazioni, ai centri commerciali,da oggi è possibile coprire il resto del territorio e of-frire servizi di collegamento ad abitazioni ed uffici",ha dichiarato il Ministro delle Comunicazioni. "Opera-tori e provider - continua Landolfi - potranno compe-tere meglio nel mercato di internet e della banda lar-ga, superando alcuni degli ostacoli presenti nell'ulti-mo miglio attraverso le nuove tecnologie senza fili. Ilnuovo decreto creerà le condizioni per la nascita dinuove attività nei territori che soffrono maggiormenteil digital divide (NdR: cioè quei confini che portano adavere alcune zone con possibilità di accesso alla ban-da larga e altre zone senza alcuna connessione), maanche nel resto del Paese. Ci aspettiamo nuove offer-te di accesso e nuovi servizi nei comuni minori e nellecomunità montane: sono 11 milioni gli abitanti chesono raggiunti solo parzialmente dagli accessi inbanda larga. La banda larga è una priorità politicadel governo e la stiamo sostenendo in tutte le suemodalità" ha concluso il ministro.L'organizzazione indipendente "Anti Digital Divide"esprime "gioia per la nascita del figlio più atteso":l'associazione aveva intrapreso da mesi una battagliaper la liberalizzazione di questa tecnologia. Ma tuttociò che significa? In sostanza, è possibile avere acasa propria connessioni internet veloci anche senzal'ausilio dei fili e della connessione telefonica. Tali tec-nologie si chiamano "wireless", dall'inglese "senzafili" e consentono di scambiare contenuti ad alta ve-locità un po' come avviene già per i telefonini GSM oUMTS, ma molto più velocemente.Il problema di Lugagnano, quindi, che non ha l'ADSLperché il costo di adeguamento della centrale telefo-nica del paese è troppo oneroso per Telecom Italia(si parla di milioni di Euro), potrebbe essere risolto abreve. Ci sono già degli operatori (ad esempio si ve-da www.multilink.net) che provvedono a connet-tere senza fili alcune realtà in zone a noi vicine: alcu-

ADSL a Lugagnano? Forse uno spiraglioAltre tecnologie ci possono venire in aiuto per avere la Banda Larga

TE

CN

OL

OG

IA

A Sona è arrivato il Coro Barocco...

Una nuova iniziativa musicale sta prendendo forma in queste settimanea Sona: il coro Barocco!Il repertorio barocco in realtà non sarà d’obbligo per questo gruppo,solamente un nuovo stimolo (forse anche una scusa) per ritrovarsi acantare insieme.Conduttore del gruppo sarà Andrea Favari, già noto nell’ambiente mu-sicale di Sona per aver collaborato con la scuola di musica, con il CorpoBandistico e col coro “Il mio Paese”.Le iscrizioni sono aperte: basta presentarsi il mercoledì sera alle20,30 presso la sala musica di Sona (vicino la sede degli Alpini).Non è necessario avere alle spalle altre esperienze di canto, solo la vo-glia di affinare la propria voce cantando in gruppo.Per altre informazioni telefonare allo 0456081286 (Fabrizio Olioso).

Page 12: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

orizzonti di vita, specialmente dall'ideale di vita di S.Francesco entra nel Seminario e vi trascorre il tempodelle medie e del liceo, fino al Noviziato nella Basilicadel Santo. Costruisce amicizie belle e durature con isuoi compagni di classe e con i frati con i quali siconfronta con gusto sul suo futuro e sugli ideali di vi-ta. Si interroga frequentemente sulla volontà di Dionella sua vita e scopre che c'é un altra grande voca-zione oltre a qualla bella e attraente di consacrarsi alSignore nello Spirito del poverello di Assisi, il matri-monio e la famiglia.

Terzo Decennio.Ventenne lascia il noviziato del Santo e si apre cosíun nuovo decennio ricco di colpi di scena.Sceglie subito un lavoro che non poteva non esserel'agricoltura. (…) Guardando allo zio Giuseppe giàavanzato nell'età e conoscitore delle trame agricoledella zona, si mette quasi alla sua scuola per impa-rarne tutti i segreti e i cammini, per non costruire ilsuo lavoro isolato dal mondo. Questa passione loporterá piú tardi con il fratello Giuseppe a investiresul miglioramento dell'azienda in tempi in cui moltichiudevano. (…) Nel frattempo si lascia coinvolgeredalla vita nell'Azione Cattolica, di cui piú tardi ne di-viene anche presidente in questa stessa Parrocchia.Fa la scelta, al tempo ancora pioneristica, dell'obie-zione di coscienza che lo porta a prestare servizioprevalentemente nella Caritas Diocesana. Accompa-gnato in questa esperienza dall'allora presidente DonAntonio Finardi, matura la sua sensibilitá per i piú po-veri, di qualsiasi tipo fossero così che, una volta tor-nato a Sona, inizia l'esperienza con Claudio, Matteo egli altri amici di Sona della Cooperativa Prestatorid'Opera. Matura in questi anni, con l'aiuto del suoconsigliere spirituale - Don Rino Furri - anche l'idealedi impegnarsi in politica con l'intento di portarvi i va-lori cristiani. Sono anni affascinanti per lui, come As-sessore alle Politiche Giovanili e all'Ecologia del Co-mune di Sona. Se prima giá sembrava una personaestremamente impegnata adesso sembra "senza pa-ce", sempre a correre per riuscire a stare con tutti.Lo ricordiamo in particolare nelle battaglie per la sal-vaguardia del territorio. In questi anni fa esperienzaanche di una prima lunga malattia: la TBC che lo fer-ma per piú di un anno nel sanatorio di Marzana.

Dedichiamo questo spazio del giornale per ricordareAntonio Carcereri, un caro e grande amico che ciha lasciato da poco e che della propria vita ha datoun’interpretazione autentica e generosa. Lo ricordia-mo riportando i passi principali dell'omelia tenuta dalfratello Padre Luca Carcereri in occasione dei fu-nerali che si sono svolti a Sona in un indimenticabilegiorno, lunedì 10 ottobre. La Redazione ringraziaPadre Luca Carcereri e Silvana, moglie di Antonio,per la disponibilità e la collaborazione fornita.

"Normalmente ci riuniamo in questo luogo per incon-trarci con un grande amico: Cristo Signore e con lasua famiglia: Dio Padre, lo Spirito e tutti quelli che so-no con lui in cielo, i santi e gli amici e familiari che cihanno preceduto. Oggi ci riunisce qui un altro grandeamico, che si é unito a questa grande famiglia delcielo, dove già ci sono molti altri nostri amici. In quelbanchetto che il Signore ci ha promesso nella primalettura. La vita terrena di Antonio si puó dire che éstata molto breve, ma anche molto intensa al puntoche forse - pur nella sua brevitá - ci é difficile cono-scerla tutta. Una vita breve come quella di Gesú, finitasulla croce, cosí anche quella di Antonio é stata unavita breve portando la sua croce. (…)Mi sembra di poter riassumere la vita di Antonio inquattro decenni.

Primo Decennio.Antonio è stato accolto in questa vitadalle braccia paterne e materne duegenitori, Agostino ed Erminia, che sicompletavano a vicenda per l'amoreispirato dalla fede e la passione deicampi, per l'amore alla casa e quellodella compagnia, del silenzio e delparlare, del pregare e del fare, sen-za dimenticare la loro laboriosità. Ca-ratteristiche che entrano con natura-litá nella vita di Antonio. Antonio en-tra nella scena terrena accolto ancheda una "tribú" vivace come quella deiCarcereri che al tempo affollava laLova. Alla Lova tra zii e cugini oltreche per i giochi nella corte era evi-dente la sua passione per i trattori ela voglia di imparare presto a fare i

lavori dei campi. (…)

Secondo Decennio.Poi ad 11 anni si apre nella sua vita un nuovo decen-nio: quello del Seminario. Incuriosito dalla nuovaesperienza del cugino Zeno e poi attratto da nuovi

Ciao AntonioM

EM

OR

IA

Nelle foto, AntonioCarcereri.

Page 13: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.13OTTOBRE2 0 0 5

Quarto Decennio.Il quarto decennio è caratterizzato questa volta dallafamiglia. Durante l'esperienza amministrativa coltivauna bella amicizia con Silvana e quasi trentenni i duedecidono di sposarsi. Finalmente si é realizzato ilsuo sogno di unirsi alla persona desiderata. Con Sil-vana dopo tre anni di lunga attesa ricevono il regalopiú bello, Sofia. Si poteva dire che nella vita di Anto-nio si era realizzato quello che piú desiderava. Nelfrattempo, pur in mezzo a sempre nuove battaglie,per poter muoversi in un mondo in continua trasfor-mazione, vede anche coronarsi il sogno della suaazienda agricola che sotto il nome di Leaderfarmraggiunge un bel equilibrio tra nuove e vecchie ge-nerazioni. Ma come un vecchio guerriero dimenticodelle ferite passate si lancia nella mischia appenane vede la necessitá, ancora Antonio, non si tiraindietro di fronte alla minaccia della costruzionedelle cave in una zona destinata al verde ed all'a-gricoltura. Si adopera per la formazione di un mo-vimento contro le cave portando nei tribunali dellaregione le proteste. Nel frattempo si ammala nuo-vamente e questa volta piú seriamente. La malat-tia che gli riscontrano é una leucemia. Nessunovoleva crederci... ma come? É giovane, é forte, écombattivo, dinamico. Non gli é mai mancata la fe-de. Eppure ...è leucemia. É stato un anno e mez-zo difficile per la famiglia e per lui. Ma Antonionon é cambiato. Lo spirito combattivo l'ha avuto

anche in ospedale. Ce l'ha sempre messa tutta, contenacia e con fede. Soprattutto per la sua famigliache non voleva si privasse della sua presenza e so-prattutto che non soffrisse per lui. Ma non ce l’ha fatta. E ci chiediamo: perché questa malattia?Perché interrompere una vita cosí appassionata edentusiasta? Una vita che si interessava per tutti eper tutto... Una risposta forse c'é, ma non é in no-stro potere darla.(…) Adesso quando guardiamo il cielo non potrem-mo non pensare anche ad Antonio e lasciarci accom-pagnare ancora con la sua presenza.

Sessant’anni di matrimonio a Lugagnano

4 ottobre 1945 - 4 ottobre 2005: Ubaldo e Celestina Prati festeggiano60 anni di matrimonio. Vogliamo congratularci con voi per aver raggiuntoun traguardo così importante, superando insieme le non poche difficoltàche avete incontrato sul vostro cammino, in particolare come giovani sposinell'immediato dopoguerra, e ringraziando sempre il Signore per le piccolegioie quotidiane. Siete sempre rimasti vicini l'uno all'altra pur nella vostradiversità di carattere, che ancora oggi vi porta a qualche piccolo scontro,mettendo in primo piano il valore sacro del matrimonio. Grazie nonni perquanto ci state insegnando.

I vostri nipoti

Azienda Ortofrutticola

Adamoli GiorgioFrutta e verdura

di produzione propria

Punto vendita: Via Messedaglia 35, Lugagnano (Verona)

Tel. 045 514510 - Cell. 329 2013745

Il Baco da Setaè stampato grazie al contributo di

Page 14: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

XX Giornata Mondiale della GioventùDa Lugagnano verso la stella di Colonia (15-22 agosto 2005)

Domenica 21 agosto 2005. Un milione di giovani,provenienti da ogni parte del mondo, sono raccoltinell'immensa spianata di Marienfeld (Colonia) per lacelebrazione eucaristica col nuovo Papa BenedettoXVI. E' questa l'immagine simbolo che ha dato la XXaGiornata Mondiale della Gioventù.Per chi c'è stato, però, la Giornata Mondiale dellaGioventù ha significato non un giorno, non un mo-mento, ma una settimana intensa di emozioni,tanto che risulta difficile sintetizzare per iscritto que-st'esperienza. Tantissime le cose da ricordare: le fati-che, i disguidi, le attese, ma allo stesso modo lagioia, l'allegria e quella voglia di condividere che ciha aiutato a camminare e a credere insieme. Cerche-remo quindi, in queste righe, di narrare al meglio

alcune parti del nostro viag-gio, consapevoli che le soleparole non potranno sempredescrivere quanto provato in-teriormente da chi, come noi,a Colonia c'era.

I primi giorni tra Wup-pertal, Colonia e dintor-ni.Siamo partiti dal Seminario diSan Massimo la mattina dilunedì 15 agosto, identifi-cati dall'organizzazione dellanostra diocesi come gruppo"Verona 19" (ben 32 i gruppipartiti da tutta la provinciaveronese). Sul pullman laparrocchia di Lugagnano erala più rappresentata (35 fraragazzi e ragazze) ma connoi hanno trovato posto an-che dei ragazzi e delle ra-gazze delle vicine comunità diBalconi di Pescantina, Busso-lengo (Cristo Risorto) e Cor-no San Vito. Capi-comitiva del"Verona 19" il nostro curatoDon Roberto e Don Do-menico, parroco di San Vitoal Mantico. Siamo giunti a de-stinazione in serata dopo unlungo e stancante viaggio(15 ore), servito comunque acompattare un gruppo cheda quel giorno in poi non hamai smesso di autosostener-

si. Quartier generale dei giovani veronesi, è stata,per i primi quattro giorni, la cittadina di Wuppertal(55 km da Colonia). Abbiamo trovato alloggio in unascuola della parrocchia di San Remigio. Davvero po-chi i comfort, considerato che i nostri sacchi a pelosono stati sistemati sul pavimento di alcune aule dellascuola e che le docce più vicine erano quelle dell'atti-gua palestra, due piani sotto alle aule. Nel volgere dipoco tempo ci siamo accorti, però, che, più che icomfort (a quest'assenza eravamo preparati) in Ger-mania sarebbe mancata l'organizzazione. Svaria-te le occasioni che ci hanno fatto ricredere sulla per-fezione e sulla precisione da sempre associate al po-polo tedesco. Un esempio: il giorno seguente al no-stro arrivo, non siamo riusciti ad entrare nello stadiodi Dusseldorf per la S.Messa d'apertura della GMG, inquanto la struttura non era abbastanza capiente! Elo stesso disagio è toccato anche a circa il 60% deigiovani provenienti da tutto il mondo: chiusi fuori,senza un altoparlante, né un maxi-schermo! Il giornodopo ci aspettava la Festa degli Italiani, stavoltaallo stadio di Colonia e, se non altro, l'inconvenientedi Dusseldorf era servito a farci capire che doveva-mo anticipare i tempi previsti dal programma tedescose non volevamo rimanere ancora delusi. I nostripresentimenti erano giusti: 20 mila gli italiani che allafine non sono riusciti ad entrare nel Rhein EnergieStadiom. Noi, però, c'eravamo, insieme ad altri 60mila connazionali! E' stata, e resterà, una festa in-dimenticabile fra bandiere tricolori, canti, balli, la"ola" che non finiva mai, il saluto del Presidente dellaRepubblica Ciampi e i personaggi italiani intervenuti:don Benzi, Trapattoni, Povia, Tosca, Linda e MarcoMasini. Indescrivibile poi quando tutto lo stadio ha in-tonato l'inno di Mameli…pelle d'oca vera! Ci sonostati altri momenti importanti nei primi giorni in terratedesca, frangenti che ricorderemo sicuramente conaltrettanto entusiasmo e dei quali cercheremo di far-ne tesoro. Il riferimento è alle catechesi che, in diver-se mattinate, sono state presiedute dal nostro Ve-scovo Padre Flavio Roberto Carraro e da Monsi-gnor Angelo Comastri. Davvero grande la loro capaci-tà di porsi, su questioni di ordine morale, in modosemplice e genuino per riuscire così a calamitare l'attenzione del giovanepubblico.Alla spianata di Marienfeld.Arrivata la giornata di sabato, dopo aver salutatoWuppertal e la scuola che ci aveva ospitato, siamopartiti per l'ultimo emozionante appuntamento: l'in-contro con il Papa nella spianata di Marienfeld. Ilpullman ci aveva lasciato in uno dei pochi punti do-

EV

EN

TI

Nelle foto, momentidelle giornate a Co-lonia del gruppo diLugagnano.

Page 15: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.15OTTOBRE2 0 0 5

v'era consentito il parcheggio. Da lì sono se-guite più di 3 ore di cammino (15 km circa)per arrivare finalmente alla distesa che tantoavevamo sentito nominare negli ultimi giorni.Incredibile e mai visto prima quello che ab-biamo trovato lungo il percorso e una voltaarrivati nel nostro fazzoletto di terra: fiumie fiumi di giovani e bandiere da ogni par-te del mondo. Da qualunque punto provava-mo a guardare la spianata, fino all'orizzontenon vedevamo nient'altro che giovani e ban-diere. Molte, moltissime quelle italiane. Intan-to l'attesa per l'arrivo del Papa cominciava asalire. Finalmente, alle 8 di sera, la veglia haavuto inizio. Emozionante l'inaugurazione diuna grande campana a memoria di Giovan-ni Paolo II, proprio lui, il Papa che diede vi-ta alle Giornate Mondiali della Gioventù. Ilposto dov'eravamo sistemati noi di Luga-gnano era tutto sommato buono, ma comunque trop-po distante per vedere quanto accadeva sul gigante-sco altare allestito sopra una collinetta che dominavala spianata. Ci siamo raggruppati così, dietro il maxi-schermo più vicino ed in silenzio abbiamo seguito latoccante funzione durata circa 3 ore. Quindi abbiamopassato la notte all'aperto tra l'umidità e i topoli-ni affamati, che indisturbati giravano tra i sacchi apelo, alla ricerca di avanzi di cibo.Ci siamo risvegliati, con un po' di freddo, tra canti varie indicazioni, tradotte nelle varie lingue, diffuse daglialtoparlanti. A metà mattina, dopo un saluto fuori pro-gramma, il Papa ha celebrato la Santa Messa. Ripor-tiamo, riassunti, alcuni dei passi più significatividella sua omelia:- "Libertà non vuol dire godersi la vita, ritenersi asso-lutamente autonomi, ma orientarsi secondo la misuradella verità e del bene, per diventare in tal modo noistessi veri e buoni."- "E' bello che oggi, in molte culture, la domenica siaun giorno libero o, insieme col sabato, costituisca ad-dirittura il cosiddetto "fine-settimana" libero. Questotempo libero, tuttavia, rimane vuoto se in esso nonc'è Dio. Cari amici, qualche volta, può risultare piutto-sto scomodo dover programmare nella domenica an-che la Messa. Ma se vi ponete impegno, constateretepoi che è proprio questo che dà il giusto centro altempo libero. Non lasciatevi dissuadere dal partecipa-re all'Eucaristia domenicale e aiutate anche gli altri ascoprirla".- "Deve manifestarsi l'impegno per il prossimo. Esisto-no oggi forme di volontariato di cui proprio la nostrasocietà ha urgentemente bisogno. Non dobbiamo, adesempio, abbandonare gli anziani alla loro solitudine,non dobbiamo passare oltre di fronte ai sofferenti. Sepensiamo e viviamo in virtù della comunione con Cri-sto, allora ci si aprono gli occhi. Ci accorgeremo benpresto che è molto più bello essere utili e stare a dis-

posizione degli altri chepreoccuparsi solo dellecomodità che ci vengonoofferte. So che voi giova-ni volete impegnarvi perun mondo migliore: di-mostratelo agli uomini eal mondo."A seguire Benedetto XVIha celebrato l'Angelus,annunciando che laprossima Giornata Mon-diale della Gioventù avràsede a Sidney nel2008 e si è congedatosalutandoci. La nostraavventura era giuntaquasi al termine. Abbia-mo fatto così ritorno alpullman, altri 15 km me-scolati insieme alle cultu-re di tutto il globo, quin-di siamo partiti per rien-trare a Verona. Tutte lefatiche della settimana si sono fatte sentire nel viag-gio di ritorno e, sebbene i sedili del pullman non fos-sero una gran comodità, la notte è volata via tra ilsonno generale di tutto il gruppo.Siamo arrivati a San Massimo alle 7.15 di lunedì 22agosto. Ed è da qui, dalla fine del nostro racconto, che pren-diamo lo spunto per riassumere con una frase la no-stra esperienza. Sì, perché, ai familiari che al Semina-rio ci hanno accolto con la consueta domanda: "Co-m'è andata?" la risposta è stata per tutti "Ci siamostancati tanto…MA NE E' VALSA LA PENA!".

Stefano Zanoni, Marco Turri

Page 16: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Durante il viaggio di andata abbiamo scritto, in una sorta di diario dibordo, i propositi e le aspettative sulla Giornata Mondiale della Gio-ventù che stavamo per affrontare. Al ritorno da Colonia abbiamo inve-ce attivato una e-mail alla quale inviare commenti e considerazio-ni. Vogliamo riportare quindi alcuni frammenti di quando raccolto, perrendere partecipi della nostra esperienza anche i lettori del Baco daSeta nel modo che riteniamo più vero: la testimonianza di chi ha vis-suto in prima persona questo evento.

DAL DIARIO DI BORDO: IL GIORNO DELLA PARTENZA

"…mi piacerebbe entrare nei pensieri di tutti noi per capire il perchéstiamo andando tutti a Colonia. Io non lo so, ma sono fiducioso ed homolto entusiasmo, vorrei che fosse una grande festa…"

"Sono contenta di intraprendere questa avventura… Ho voglia di ur-lare, saltare, schiamazzare e di frizzare tutta la mia gioiosa ener-gia…"

"Sono impaziente di vedere, tutti insieme, tuttiquei ragazzi da tutte le parti del mondo unitiper un unico motivo: GMG 2005"

"…non vedo l'ora di arrivare, vedere e cono-scere tanta gente, trovare amici che sono partitiprima di me e sentirmi partecipe in tutto e pertutto in una cosa così bella e importante comela GMG!"

"Il mio unico desiderio è "raccogliere": raccoglie-re dai momenti vissuti, raccogliere da ciò che midaranno gli altri… Raccogliere per ripartire insalita verso la felicità"

I COMMENTI DOPO IL RITORNO DA COLONIA

"…mi accorgevo sempre più che tutte le perso-ne che incontravo mi donavano tanto. Bastavaun sorriso, una parola o un semplice gesto perrivalutare la giornata e per sentirmi parte di ungrande popolo alla ricerca di Dio, infatti, non-ostante le diversità d'idee, di nazione, di linguatutti noi seguivamo la stessa stella e la faticaera soffocata tra i cori, i canti, le risate e lechiacchierate."

"Come ci ha detto il nostro Papa alla veglia, isanti sono stati i veri riformatori! Così anche noicon la nostra vita dobbiamo adorare Dio. Credoche questo sia il compito più arduo dopo laGMG...qui si decide di mettersi in gioco, di nonlasciare che questa GMG resti solo un ricordo,ma un "ritorno da Emmaus"…dopo il nostro in-

contro anche noi vogliamo urlare a tutti che Dio ci ama e che donarsia Lui non è un sacrificio, ma rendere la nostra vita piena di gioia.""E' stata una settimana frenetica, satura di impegni, appuntamenti edintrisa di forti sensazioni. Ho provato la più grande commozione sicu-ramente alla vista del Papa; quando è finalmente apparso alla scher-mo e ha alzato le braccia al cielo in segno di saluto alla folla, ho effet-tivamente capito come tutte le scorse fatiche settimanali erano stategiustamente ricompensate. E' bastata solo la sua vista per assaporareuna profonda e sincera commozione che mi ha letteralmente tolto laparola per diversi minuti, quasi fossi paralizzato."

"Ora vige un po' il rammarico che la settimana sia finita e la vorrei inqualche modo prolungare, non solo col ricordo ma anche con un im-pegno cristiano più concreto: sono convinto che, così facendo, questaesperienza non resterà una parentesi a sè stante, ma una delle pietresu cui basare la mia testimonianza cattolica."

"Non ci sono parole adatte per poteresprimere questa settimana, faticosa magrande sotto tutti gli aspetti... A renderlaancora più bella c'eravamo noi, miticogruppo di Lugagnano…".

"Colonia è stata per me una tappa impor-tante; mi ha aiutata a capire quello di cuiho bisogno! Non ho bisogno del mio Dio,il mio Dio privato; ma del nostro Dio. Dasoli non si possono fare i km, le code diore, le attese in file. Insieme sì! Cammina-re insieme a tutti voi è stato speciale; haalleggerito la fatica, ha reso ancora piùentusiasmante questo viaggio!".

"…più di tutto ricorderò quanto è statobello rimanere a guardare verso il cieloscuro e nuvoloso, sentendo le chiacchiereche andavano spegnendosi lentamentequa e là, interrotte da qualche coro di vo-ci di qualche gruppo che, in qualche pun-to dell'immensa spianata, non voleva la-sciar cadere questa fantastica serata. Chebello "dormire" (si fa per dire) tutti insie-me, ammassati e incastrati come innume-revoli tessere di Tetris, in mezzo alla dis-tesa di bandiere e sacchi a pelo, illuminatidalle candele rimaste accese dalla veglia."

"Ora siamo tornati nelle nostre case e giàconcordo con gli amici che qui dicono cheè difficile... Tornare nelle famiglie, dagliamici rimasti a casa e parlare di certe co-se e pretendere che ci capiscano o capi-scano quello che abbiamo nel cuore…"

Il Diario di Bordo di una settimana unica

Le testimonianze da Colonia

Page 17: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.17OTTOBRE2 0 0 5

ALBERTINI LUIGIINTONACI TRADIZIONALI E DEUMIDIFICANTI

Le migliori soluzioni per tutti i vostri problemi di umidità.

Lugagnano (Verona) - Via Cao Prà 12Tel. 338 2393748

Paesi entrarono nell'Unione Europea e nel 2007 en-treranno nell'euro.Il nostro viaggio è stato molto bello. Eravamo in 78persone, divise in due gruppi con rispettive guide eaccompagnatori. C'è sempre stato un clima di grandeserenità, di spensieratezza e di collaborazione. Moltobelli anche i momenti comunitari, come la Santa Mes-sa di Vilnius, nella chiesa dei SS. Pietro e Paolo, mera-vigliosa struttura con splendidi stucchi barocchi, doveè stato anche il Papa in un suo viaggio in Lituania.L'interesse maggiore del viaggio è stato evidente-mente riservato alle tre capitali: Tallin, Riga e Vil-nius, nelle quali sono concentrati la gran parte deimonumenti più significativi. Le chiese, per lo più di sti-le gotico e barocco, sono certamente le cose più inte-ressanti da visitare.Girando per le città si vede in tutti la volontà di rico-minciare. Sono molti i cantieri di lavoro, specialmenteper costruire strade e porti, per restaurare palazzi echiese… insomma è restata in noi l'impressione digente che vuole rivivere gustando la libertà e la de-

Dopo l'avventura del viaggio in India del 2004, in cuici sembrava di essere andati in un altro mondo, que-st'anno abbiamo voluto visitare una delle zone piùbelle del nord Europa, i Paesi Baltici: l'Estonia, laLettonia e la Lituania. Sono piccoli Stati che si af-facciano a ovest sul mar Baltico. Il territorio è costitui-to da una grande pianura, movimentata a tratti dabasse colline. Si tratta di una pianura coltivata, ma ingran parte costellata da numerose foreste (40% delterritorio) che sono un polmone prezioso per l'Euro-pa. La densità della popolazione è relativamentebassa: 1,5 milioni di abitanti per l'Estonia, 2,5 milioniper la Lettonia, 3,5 per la Lituania. La lunga spiaggia,di oltre 1.500 km, di sabbia bianca presenta deglispettacoli incantevoli, come il golfo di Riga. Fino ad unsecolo fa, a differenza di oggi, il mar Baltico ghiaccia-va completamente durante l'inverno, rendendo possi-bile il passaggio a piedi dalla Svezia. La storia ci par-la di questi Paesi soprattutto dal secolo tredicesimo,quando dovettero difendersi dagli invasori, in partico-lare dai cavalieri Teutonici armati di croce e spadache, ambiguamente, volevano "evangelizza-re" gli ultimi pagani d'Europa! Il secolo quin-dicesimo vede diffondersi progressivamentela dottrina di Lutero, tanto che, in seguito,la popolazione Estone e Lettone sarà perl'80% luterana. Quasi tutte le chiese co-struite dai cattolici diverranno luterane. Solola Lituania resterà fedele alla propria fede ea Roma. L'80% dei lituani sono cattolici. Fu-rono molte le sofferenze di queste popola-zioni, specialmente durante la SecondaGuerra Mondiale, quando le truppe tede-sche invasero l'area baltica, ed il nemicosovietico nel 1944 rioccupò tutto il territoriodelle tre Repubbliche. Il 19 agosto 1991è una data indimenticabile per quei popoli,che ottennero da Eltsin il riconoscimentodella propria sovranità e l'impegno all'eva-cuazione militare sovietica. Nel 1997 i tre

Rotta ad estLa Parrocchia di Lugagnano nelle tre Repubbliche baltiche

VI

AG

GI

Nella foto sotto il grup-po presso la “Collinadelle Croci” , a Siauliai,città della memoria, inLituania.

Page 18: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.18OTTOBRE2 0 0 5

Didascalia foto:1. La cappella di San Gaetano accanto al portoned'ingresso a corte Colombaron. 2. Interno dellachiesetta. 3. Pala di San Gaetano e altri santi.4. La Vergine incoronata. 5. Gesù consolato dal-l'angelo sul Monte degli Olivi.37060 Sona (VR) - Via Festara, 8

045 6082417 • 045 6082421

mocrazia, dopo tanti anni di oppressione. Natural-mente c'è ancora molto da fare, il prodotto nazionalelordo pro-capite si aggira intorno alla metà di quelloeuropeo. Lo stipendio di un operaio è di circa 350euro al mese.La cucina è diversa dalla nostra, comunque buona.Non si conosce l'olio d'oliva e la pasta. Ci sono grossicentri commerciali, in cui si trova quasi di tutto comeda noi. Molti prodotti vengono dall'Italia. Abbiamo tro-vato, a Vilnius, vicino al nostro albergo in un grandesupermercato, le pesche di Gino Brentegani e ilvino di Tommasi! Concludendo queste note posso ribadire ancora chequesti viaggi sono preziosi, aprono l'orizzonte del no-stro piccolo mondo, ti permettono di confrontarti conaltra gente, altre mentalità, altre religioni. Apprezziquello che c'è di buono in loro e, soprattutto, impariad apprezzare ancora di più le tante cose belle cheabbiamo in Italia e che spesso non conosciamo!

Don Mario Castagna

Nella foto sopra, il gruppo di Lugagnano dopola celebrazione diuna Santa Messa,durante il viaggionelle RepubblicheBaltiche.

Page 19: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Il crollo del tetto della chiesetta di corte Messeda-glia a Lugagnano ha posto l'attenzione sull'esi-stenza nel nostro Comune di queste antiche cappelle,ricche di storia e talora di arte, e pertanto meritevolidi essere conosciute e salvaguardate.A partire da questo numero del "Baco da seta" cer-cheremo di presentarne alcune, allo scopo di metter-ne in evidenza la semplice bellezza e il sentimentoreligioso popolare che le ha portate all’edificazione.Cominciamo con il Colombaron, antica corte ruralerisalente al Quattrocento o al Cinquecento, situata aipiedi della collina di Sona. Deve il suo nome alla pre-senza vistosa di una massiccia torre colombara;proprio l'imponenza di questo fabbricato rischia didistogliere l'attenzione verso un piccolo tesoro d'artesituato vicino al volto d'ingresso al cortile: la cap-pella di San Gaetano da Thiene. La dedica alsanto si spiega con il fatto che egli è (secondo la tra-dizione cattolica che lo venera per la illimitata fiducianella Provvidenza che dimostrò in vita) invocato dagliagricoltori come protettore dei raccolti. Questo tem-pietto costituiva una tappa durante le rogazioni, os-sia le processioni che si svolgevano in primavera lun-go le strade di campagna per ottenere l'aiuto del Cie-lo sul lavoro dei campi.La ricorrenza di San Gaetano si festeggia il 7 ago-sto, e in questa occasione la cappella viene apertaper la celebrazione di una messa. E' un edificio disemplice struttura, ad una sola navata. Vi è una por-ta d'accesso dalla strada (un tempo un vialetto lastri-cato e alberato), e una laterale che comunica con ilcortile. Nella parete di fronte all'entrata è addossatol'altare, ai cui lati due aperture fanno da comunica-zione con la sacrestia.Senza dubbio la perla di questo edificio è la grandepala sovrastante l'altare; vi è rappresentato San Gae-tano, che misticamente contempla la Madonna in glo-ria assieme a Gesù Bambino ed altri santi. E' la tipicarappresentazione riprodotta in molti altri quadri,che si ispirano alla visione che egli ebbe quando ce-lebrò la sua prima messa nel 1516: apparve Maria,che gli porse il Bambin Gesù da tenere in braccio. Al-le parete laterali sono appese due tele, purtroppo inpessimo stato di conservazione. In una è raffiguratala Vergine mentre viene solennemente incoronata,sotto lo sguardo di due angioletti festanti, dalla Trini-tà: il Padre che tiene in mano il mondo da Lui creato,il Cristo, lo Spirito Santo simboleggiato dalla colomba.A tanto splendore fa da contrasto il dipinto di fronte,dai toni alquanto cupi e drammatici; si tratta dellarappresentazione di Gesù sul monte degli Ulivi, con-sapevole della Passione che Lo attende, mentre vie-

AR

TE

E

F

ED

ELa Cappella di San Gaetano al ColombaronArte e devozione a Sona per il patrono delle messi

ne consolato da un angelo. Bella rappresentazionedei versetti 41-43 del vangelo di Luca: "…Prega-va: 'Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà'. Gliapparve allora un angelo dal cielo a confortarlo".Una chiesetta semplice, abbiamo detto, e oggi deso-latamente vuota e silenziosa; eppure ogni muro sem-bra risuonare ancora delle invocazioni che venivanorivolte durante le rogazioni, affinché quelle terre fos-sero preservate "a fulgore et tempestate". Si pensiche vicino a questo scrigno d'arte e religiosità popo-lare ha rischiato di sorgere poco tempo fa, nella con-finante località Lova, una cava; ma evidentementeSan Gaetano protegge ancora oggi quelle campagnedalle calamità, non solo naturali ("Libera nosDomine").

Mario Nicoli

[email protected]

Page 20: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.20OTTOBRE2 0 0 5

Cooperativa Sociale BetaUna realtà di lavoro e servizio radicata nella storia e nella società del Comune di Sona

L’

IN

CH

IE

ST

A

"In tutti i Comuni nei quali operiamo ci sarebberopossibilità di inserire più persone, ma non ci lamen-tiamo. Riusciamo comunque a fare molto, moltissi-mo". Si chiude così l'incontro con i responsabili dellaCooperativa Sociale Beta, e condensata in questafrase ci sta probabilmente tutta la filosofia che sot-tende il loro operare.Ma partiamo dall'inizio.L'idea era quella di incontrare la Cooperativa Beta,che da molti anni opera nel nostro Comune e che sioccupa di una serie assai vasta di attività. Dopo unpaio di veloci contatti telefonici ci troviamo nella loro

sede, nella zona industriale che sta proprio di frontealla Grande Mela.Presenti il Presidente Matteo Peruzzi, e due re-sponsabili di settore: Paolo Ardielli, per il compar-to manutenzione ed aree verdi, e Valentino Pug-gia, per il laboratorio protetto. Nella stanzetta doveci troviamo regna un piacevole caos operativo - fo-gli, stampati, computer, materiale accatastato - indicedi una realtà estremamente impegnata sul campo. Ciadeguiamo al clima e cerchiamo di arrivare subito acapire chi sono e cosa fanno. "Per arrivare alla Betadobbiamo fare un salto nel passato, fino al 1984 - cidice Peruzzi, barba rossiccia e occhiali dietro i qualiti scruta attentamente - quando a Sona nasce la Co-operativa Prestatori d'Opera come gruppo che siispira al concetto di solidarietà sociale. Inizia ad ope-rare in maniera più incisiva nel 1986, quando l'alloraSindaco Michelangelo Aldrighetti propone al gruppodi seguire la vigilanza scolastica, oltre a fornire il

servizio di trasporto palchi e transenne. Nel giro didue anni aderiamo poi al progetto pilota della Regio-ne Veneto per l'assistenza domiciliare. E da lì si con-tinua a crescere, mai perdendo la dimensione fonda-mentale di cooperativa senza scopo di lucro. Lo sco-po sociale era - ed è anche se dopo si è ampliato edapprofondito - quello di inserire nel mondo del lavo-ro persone con problemi di disagio psichico e nonsolo. Da quel presupposto - continua Peruzzi - sonocominciate le convenzioni con il SERT, l'USL, le co-munità alloggio e i rapporti con innumerevoli entipubblici e privati. Da lì poi parte la collaborazionecon ditte varie per fornire lavorazioni e manodopera.I primi anni furono particolarmente complessi dalpunto di vista logistico tanto che per parecchio tem-po usammo come sede la cantina di Antonio Carce-reri (NdR scomparso prematuramente qualche gior-no fa), e molte persone della parrocchia di Sonaprestavano lavoro gratuitamente per permettere allaCooperativa di fare cassa. E' dal 1987 che larvata-mente inizia a prendere vita una molteplicità di servi-zi, anche se è con l'entrata in vigore della legge 38del 1991, con la quale hanno trovato puntuale disci-plina giuridica le cooperative sociali, che abbiamo ini-ziato effettivamente a differenziare l'offerta di servizi.A seguito di quella legge la vecchia Cooperativa Pre-statori d'Opera fu soggetta ad una mutazione, enacquero la Cooperativa Spazio Aperto, specializzatanel fornire servizi sociali (i nostri lettori forse la ricor-deranno soprattutto per l'annosa vicenda dell'affida-mento gestione della casa di riposo di Lugagnano),la Prestatori, che ha perso per strada nel nome laparola "d'opera", e nel 1994 nasce finalmente la Co-operativa Beta, che essendo Cooperativa di tipo Bha come scopo principale quello dell'inserimento nelmondo del lavoro di persone svantaggiate, comedetto prima".Passiamo alle vostre attività? A prendere la parolaè ora Valentino Puggia, che da subito si appassionanel descriverci il lavoro che stanno facendo. "Partia-mo dal Laboratorio Protetto, un'attività estremamen-te importante della nostra Cooperativa. In questo la-boratorio lavorano persone che provengono dal Di-partimento di Salute Mentale dell'ULSS 22. Ad oggiabbiamo dieci assunti e quattro in preinserimento".Ma nello specifico che fate? "Parecchie cose - ri-prende Puggia - dall'assemblaggio di pompe peridropulitrici ad altri tipi di assemblaggio. Lavoriamoper molte ditte, come ad esempio la Tenax di Volar-

La piazzola di Lugagnano, “presidiata” dall’operatore Michele Guardato.

Page 21: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

siano ben sistemate e manutenute, grazie all'opera ditecnici capaci. In altre realtà, anche non distanti daSona, sono tenute e localizzate molto peggio. Consi-derate poi che, per esempio, a Luga-gnano è in fase di realizzazione lanuova area, sempre nei pressi del ci-mitero, che è stata pensata secondocriteri assolutamente moderni nelcampo della raccolta differenziata deirifiuti. Teniamo molto al lavoro dellearee ecologiche in quanto sono diven-tate, per il numero di cittadini che neusufruiscono e per la funzione chesvolgono, dei veri e propri centri so-ciali. A gestirle servono persone capa-ci e di grande attenzione, persone co-me quelle che utilizziamo a Lugagna-no, Sona e Palazzolo. Come sono ne-cessari, contestualmente, una grandedisponibilità ed un grande senso civi-co dei cittadini per utilizzarle in manie-ra corretta ed appropriata. Inoltre vasempre tenuto presente, oltre al fon-damentale aspetto ambientale, checon la raccolta differenziata si sviluppaun indotto notevole. Ad esempio il le-gno e la plastica vengono riutilizzati almassimo, come tutti gli altri materiali".Oltre a questo quali altri settori se-guite? "La vigilanza scolastica ed inalcuni casi il servizio di mensa e didistribuzione pasti per alcuni enti pub-blici". Ma con quali Comuni lavorate, oltreche con Sona? "Lavoriamo molto conla provincia ovest di Verona, - inter-viene Peruzzi - Pescantina, Negrar,Sant'Ambrogio di Valpolicella, Coster-mano. E lavoriamo per parecchie ditteprivate, oltre che per singoli cittadinisoprattutto per i servizi di giardinaggio e di traslochie pulizia". "La cosa che vorremmo sottolineare fortemente - cidice Puggia - è l'importanza della nostra attività so-prattutto per le finalità di inserimento, o reinserimen-to, di persone che per vari motivi risultano fortemen-te svantaggiate. Riusciamo a restare competitivi e sulmercato, riusciamo ad arrivare al pareggio di bilan-cio, nonostante le difficoltà ulteriori che nascono dal-l'impiego di persone che possono faticare ad essereinserite in un ciclo produttivo di questo tipo. Ma que-ste difficoltà rappresentano anche il nostro valore ag-giunto: diamo lavoro a persone che difficilmenteavrebbero altre possibilità. Un compito sociale diestrema, estrema importanza ed utilità. Una veritàmai troppo evidenziata". Su questo aspetto si trova-no perfettamente d'accordo, e non potrebbe essere

gne che si occupa di prodotti per marmo. Un ramodel nostro lavoro che sta acquistando estrema impor-tanza è quello del disassemblaggio di materiale elet-trico ed elettronico. E' un tipo di specializzazione chepotrebbe avere un notevole futuro, e ci stiamo muo-vendo per trovare commesse proprio in questo setto-re. Certo è che noi subiamo più di altri il problemadella delocalizzazione della manodopera, i lavori abassa tecnologia se ne vanno tutti all'estero". Valeanche per voi quindi "l'effetto Cina"? "Certamente.Muovendoci in un ambito di manodopera non specia-lizzata è durissimo tenere testa alla concorrenza deipaesi dell'est e dell'oriente, che offrono manodoperaa prezzi ridicoli. Anche per questo importante è tro-vare nicchie di specializzazione, vedi appunto il dis-corso del disassemblaggio di materiale elettrico". Da quanto si vede nei vostri opuscoli, l'altro grandesettore di intervento è quello della manutenzionearee verdi e servizi vari. "Proprio così - ci dice PaoloArdielli, responsabile di quest'area e sicuramente ilpiù compassato dei nostri tre interlocutori - tra l'altroin questo ambito, oltre che in quello dell'inserimentolavorativo, abbiamo ottenuto nel 2002 la certificazio-ne di qualità UN EN ISO 9001. La nostra attività con-siste, riassumendola, nell'allestimento e manutenzio-ne di giardini pubblici e privati, traslochi, sgomberi epulizie civili ed industriali. In questo settore impie-

ghiamo personeche provengonodal mondo dellatossicodipen-denza e del car-cere. Ci occu-piamo anchedella gestionedelle aree eco-logiche, peresempio curia-mo quelle di So-na, Palazzolo eLugagnano, edella raccolta diingombranti".Permettete diaprire una pa-rentesi sullearee ecologi-che del nostroComune, vistol'interesse cherivestono per lanostra comuni-tà? "Riteniamo -continua Ardielli- che le areeecologiche delComune di Sona

pag.21OTTOBRE2 0 0 5

Abbiamo chiesto alla DottoressaBarbara Mambrini, dell'Uffi-cio Ecologia del Comune diSona, una breve descrizionedelle attività che la CooperativaBeta svolge in convenzione peril Comune: "La Cooperativa Betada qualche anno è aggiudicata-ria dell'affidamento della gestio-ne dei tre ecocentri - cosiddettepiazzole ecologiche - di Sonacapoluogo, Palazzolo e Luga-gnano. Gli addetti alla gestionesi occupano dell'apertura, chiu-sura del controllo sia delle fra-zioni di rifiuti che vengono de-positate sia della provenienzaterritoriale in quanto possonoentrare solo utenze del Comunedi Sona. La Cooperativa ha avu-to inoltre l'affidamento, per l'an-no 2005, anche del taglio delverde di alcuni parchi e giardinicomunali".

Il Comune

Paolo Ardielli

Matteo Peruzzi

Valentino Puggia

Page 22: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

altrimenti, anche Peruzzi e Ardielli,che aggiungono: "Più commesse ab-biamo e più convenzioni riusciamo aconcretizzare con i vari enti pubblici,più persone possiamo impiegare,dando un futuro a chi, oggettivamen-te, di prospettive ne ha veramentepoche. Basta dire che abbiamo piùdi trenta persone che vorrebbero ve-nire a lavorare per noi, ma ad ogginon siamo in grado di assorbirle. Ese a queste persone, come a moltis-sime altre, non si riesce a dare al-meno la speranza di un futuro, qualipossono essere le prospettive per la nostra socie-tà?".

Mario Salvetti

[email protected] Scheda

Cooperativa Sociale Beta

Presidente Matteo Peruzzi

Sede Legale ed OperativaVia Vassanelli, 11, Bussolengo

Tel. 045 7156901 - Fax 045 7156902Email: [email protected]

www.allcoop.it

AttivitàManutenzione del verde e impianti irrigazione

per pubblici e privatiServizi di disassemblaggio di materiale

elettrico/elettronicoTinteggiatura

Montaggio e smontaggio scaffali, arredi e paretiattrezzate per negozi e ufficiConfezionamento articoli vari

Piccole opere di ristrutturazione murariaLavori di sgombero, trasporto e trasloco

Montaggio palchiServizi di pulizia civili ed industriali

Lavori di facchinaggio/assemblaggioAssemblaggio meccanico ed elettrico

Soci: 75Totale occupati: 61, dei quali 28 svantaggiati

Fatturato 2003: euro 1.248.400,00

A Sona è arrivato il primo milk snack’s automatico

Una vera e propria novità nella tradizione

Oggi si potrà acquistare direttamente in fattoria il latte fresco, appena mun-to, attraverso un milk snack's automatico. Il termine tecnico può spaventare,ma in realtà si tratta di un normalissimo distributore automatico di lat-te, simile agli altri distributori automatici di caffe', merendine o bibite, fun-zionante a monete o chiave, 24 ore su 24. Questo tipo di distribuzione, dilatte sfuso refrigerato, è già in funzione da alcuni anni in Austria, Germania eSvizzera, ma in Italia siamo ancora pionieri.L’Azienda Agricola Girelli di Via Fontone a Sona è, infatti, la prima nellaprovincia di Verona ad installare il nuovo distributore automatico. Le azien-de, attualmente abilitate alla vendita diretta di latte, devono essere autoriz-zate dal Servizio Sanitario Pubblico competente, avere allevamenti controllatie devono rispettare corrette norme di autocontrollo, con analisi periodicheper la costante verifica dei requisiti qualitativi ed igienico sanitari del latte. Sitratta di una nuova modalità di vendita del latte, direttamente dall'alleva-tore al consumatore per rendere disponibile, un alimento prezioso, qual è illatte crudo, ottenuto direttamente dalla mungitura e non trattato termica-mente. E' una valida alternativa, a vantaggio di chi non si accontenta del-le offerte tradizionali (uht o pastorizzato) presenti neinegozi e nei supermercati ma vuole invece gustare lattedi alta qualità, freschissimo tutti i giorni. Si associa, inol-tre, l'effetto positivo determinato dalla possibilità di ri-utilizzare il contenitore impiegato per contenere il lat-te (bottiglia di vetro) senza produrre inutili rifiuti con itradizionali contenitori in cartone.Una modalità di vendita che fa benealla salute, all'ambiente e anche alportafoglio… Per info: Daniele339/3109818 - Andrea338/5892493.

EO

La sede della Coope-rativa Sociale Beta,nella zona industrialedi fronte alla GrandeMela.

Page 23: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.23OTTOBRE2 0 0 5

Arte funeraria F.lli BonaLapidi e monumenti in marmo, granito, fusioni in bronzo

Franco Salvetti 347.4525906Preventivi personalizzati a casa vostra

V i a V a l d i m e z z o 2 5 , L a v a g n o ( V e r o n a )

"Il 70% di coloro che si iscrivono lo fanno per ap-profondire argomenti o per arricchimento persona-le oppure per dedicarsi a se stessi, il ché dà unanotazione particolare e positiva alla nostra espe-rienza e il tutto" prosegue il Presidente "dovendoaffermare con orgoglio che il contributo che noichiediamo a ciascun iscritto copre quasi tutte lespese per l'organizzazione e quindi il Comune de-ve intervenire ve-ramente con unacifra ridotta: menodi 2000 euro loscorso anno."Conclude gli inter-venti il neo-asses-sore Cimichella cheafferma "l'Ammini-strazione ringraziachi dà l'anima perun servizio, e que-sto servizio è sicu-ramente eccellen-te. Potremmo fare ancora di più perché, se dipen-desse dai vertici dell'università Popolare" continual'assessore "di corsi ne farebbero partire molti dipiù: spesso, però, ci sono problemi di spazio e suquesto verificheremo cosa possiamo fare. Un rin-graziamento" conclude l'assessore "anche a chidell'Amministrazione si prodiga per agevolare tuttele richieste dell'Università: desidero quindi ringra-ziare in rappresentanza di tutti Irene Canzian". Icorsi che si intendono attivare sono 48, pari alnumero proposto lo scorso anno, e sono in conti-nuità con il notevole impegno di preparazione epianificazione. Per conoscere tutti i dettagli di cia-scun corso basta consultare il Programma deiCorsi, oppure telefonare in Biblioteca Comunale diSona (045 6091286) o in Sala Lettura di Luga-gnano (045 514383).

Gianmichele Bianco

[email protected]

Il giorno 7 Settembre presso l'aula magna delleScuole Medie di Lugagnano, presenti il RettoreMarino Bonomi, il Presidente Lino Lonardi eil neo-assessore alla Cultura del Comune diSona Michele Cimichella, è stata ufficializzatal'apertura del diciottesimo anno accademico del-l'Università Popolare.“C'è un crescendo di iscrizioni che soddisfa tutti"esordisce il Presidente "e prima di snocciolarequalche dato possiamo senz'altro affermare che lanostra Università Popolare è ben più partecipata dialtre realtà in comuni vicini e molto più grandi delnostro". La tabella che segue riporta qualche datodi dettaglio.

ANDAMENTO UNIVERSITA' POPOLARE

A.A. 2000/01Numero iscritti all'Università 384Numero iscritti ai corsi 539Numero corsi attivati 29

A.A. 2001/02Numero iscritti all'Università 401Numero iscritti ai corsi 613Numero corsi attivati 35

A.A. 2002/03Numero iscritti all'Università 452Numero iscritti ai corsi 708Numero corsi attivati 42

A.A. 2003/04Numero iscritti all'Università 475Numero iscritti ai corsi 695Numero corsi attivati 44

A.A. 2004/05Numero iscritti all'Università 487Numero iscritti ai corsi 751Numero corsi attivati 45

Più Popolare di così!Inaugurato il 18° anno accademico dell’Università Popolare

CU

LT

UR

A

Il Rettore Marino Bo-nomi (a destra), ilPresidente Lino Lo-nardi (a sinistra), Irene Canzan (al centro) segreteriaoperativa.

Page 24: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Ricordo la vecchia chiesa; ricordo la chiacchieratache spesso facevo da porta a porta con Norma Leo-ni, moglie del Bati e mamma di Eros e Roberto Zardi-ni. Lei era sulla porta dell'Osteria (oggi Cin Cin) e iosulla porta della Canonica.

Ricorda anche la vecchia canonica?Certo che la ricordo. Come ricordo anche la vecchiachiesa: gli altari dedicati alla Madonna, uno al SacroCuore. Ricordo la piccola sacrestia dove mio fratellosi cambiava. Se non sbaglio venne ricavata da qual-che parroco precedente a don Enrico.

Anche la sorella abbracciò la vita religiosa?Si. Suor Monica. Fu lei a mantenere gli studi in semi-nario di mio fratello don Enrico. Andò a lavorare all'e-tà di 11 anni a Campione in uno stabilimento di coto-nificio di una famiglia di Azzago. Entrò presto in con-vento diventando suora. Andò prima a Brescia, poiad Arco in un sanatorio e poi per vent'anni presso ilcentro dei Padri Comboniani a Verona.

Ha mai litigato con suo fratello don Enrico?Mai. Sono stata con lui fino alla morte, il 12 agostodel 1988. Non ho mai litigato e l'ho sempre seguito,come perpetua e a volte come segretaria. E questoanche dopo, con Don Mario Castagna, senza mai unproblema.

Poche parole, ma importanti, di una persona che hadedicato la propria vita alla Comunità. Il primo dicem-bre Pia compirà novant'anni. Noi vi invitiamo ad an-darla a trovare: oggi è alla Casa di Riposo di Luga-gnano, in piena forma, memore di tutta la comunità.Grazie Pia per quanto fatto.

Gianluigi [email protected]

L'avevamo promesso, ma certo non pensavamo cheintervistarla fosse un'impresa tanto difficile! E' servitoun lungo lavoro di "corteggiamento", ma alla fine sia-mo riusciti a farci raccontare qualcosa della suaesperienza a Lugagnano. Poche parole, ma impor-tanti: "la Pia", come era conosciuta a Lugagnano, incinquant'anni, non ha mai perso l'abitudine a lavora-re, sempre nel silenzio, all'ombra di persone impor-tanti per una comunità, quali il Parroco.Perpetua da sempre ma, come lei ci riferisce subito,un nome "che non mi è mai piaciuto, soprattutto do-po aver letto i Promessi Sposi del Manzoni…".Pia nasce a Lumiago, una piccola contrada di Azza-

go, il 1 dicembre del1915. E' la più giovanedi quattro figli: Enrico,parroco successivamen-te per molti anni a Luga-gnano, Monica, che ver-rà poi consacrata suoracomboniana e un fratel-lo, Angelo, che muoremolto giovane, nel1918.

Quando arriva a Lu-gagnano?Arrivai nel 1942 con miofratello, don Enrico, desi-gnato parroco in quel-l'anno. Avevo 27 anni emio fratello 42. Avevoiniziato a seguirlo già al-l'età di 12 anni, convinta

da sempre di doverlo aiutare e stargli vicino. Tutta lafamiglia seguì don Enrico, una volta consacrato: daLumiago ci spostammo a Roverchiara per 9 anni; poiper 8 anni a Castelvero e dopo a Lugagnano. Mio pa-dre Rocco e mia madre Maria Ederle nonvennero però a Lugagnano: si fermarono aCastelvero.

Che ricordi ha dei curati passati in ca-nonica?Ho un buon ricordo di tutti: la mia memorianon è purtroppo più così lucida ma non hocerto dimenticato don Igino Benini, don Pri-mo Benettoni, don Ferruccio Brighenti, donEros Zardini… Ricordo ancora il dispiaceredi quando morì don Brighenti, parroco suc-cessivamente a Quinto. Era molto giovane.

pag.24OTTOBRE2 0 0 5

Brunelli Rosa PiaPer quasi cinquant’anni Perpetua a Lugagnano

IL

PE

RS

ON

AG

GI

O

Rosa Pia Brunelli.Sotto due foto sul como-dino di Pia: la sorellasuora e il fratello Enricocon Pia negli ultimi gior-ni di vita del Parroco.

Page 25: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Giro poco le "piazze" del Comune, ascolto molto però chi questepiazze frequenta. E ritengo siano un esempio significativo del pen-siero dei suoi abitanti, del sentire della nostra comunità, del rite-nersi comunque parte di un gruppo. Abbiamo ancora, per fortuna,la voglia di essere quelli di Lugagnano, di Sona, di S. Giorgio, diPalazzolo; ancora la voglia di essere Comune di Sona (questo unpo' meno, a dire il vero), provincia di Verona e via-via fino all'Euro-pa e oltre. Far parte, partecipare, sentirsi comunità o Stato.Parte da qui, dal basso, la nostra cultura; partono da qui le nostreradici, dalle nostre strade e piazze. Qui troviamo la nostra linfa equi iniziamo a crescere e confrontarci. Questo ci dà le prime sicu-rezze e la forza per un confronto sereno senza pregiudizi. Quellepersone dicevo, che vivono le piazze e i bar, i negozi e le strade,che escono dalle case non solo per il lavoro altrove, sono malcon-tente. E' un disagio, un non star bene, un non sentirsi a casa loro.Piano, piano qualcuno sta rovinando tutto e sta arrivando anchequi vicino, molto vicino. Fino a strapparti gli alberi davanti casasenza chiederti, o spiegarti perché. Sta distruggendo le nostrestrade, occupando gli spazi vitali di una comunità, cancellando lacultura, soffocando le nostre grida. Questo "mostro" ha tentacolinon più simbolici ma reali e pericolosi. Ci circonda e ci sta conglo-

bando, arrivando a intaccare le nostre risorse e vuole chiudere lenostre piccole radici. Che fare? Beh, ricostruiamo la chiesetta dellaMessedaglia… Salviamo le nostre contrade, le corti, i borghi vec-chi, le vecchie case; fermiamo i capannoni, difendiamo i pochi cam-pi rimasti; togliamo le fioriere di cemento e qualche rotonda ditroppo; blocchiamo le discariche e le nuove cave (anche quelle vici-no a noi), riqualifichiamo la Sun-Oil; non permettiamo alla TAV dipassarci sopra la testa, deviamo il traffico non residenziale; ripor-tiamo i negozi in paese. Investiamo molto, moltissimo nellascuola, nella cultura, nello sport per i giovani. Teniamo i nostri"vecchi" (la nostra saggezza) qui tra noi, nelle nostre case o incentri decorosi e allegri. Diamo voce a chi è la nostra ultima dife-sa, i nostri anticorpi, il nostro sistema immunitario. Diamo voce allanostra gente, quindi, che non urla ma ormai sbotta; che in silenziolavora e si incontra al bar per una partita a carte; alle mamme oalle nonne che vanno al mercato; ai giovani che stanno per strada,al bar, in parrocchia.Cominciamo ad ascoltare, non è tardi. Non è mai troppo tardiper ascoltare e cambiare.

Ezio Costa

[email protected]

Non è mai troppo tardi per ascoltare

Vietato Leggere

SOS: inaugurata la nuova ambulanza FOX 4

Domenica 16 ottobre in piazza aSona, è stata inaugurata la nuo-va ambulanza Fox 4 dell'associa-zione SOS che nell'occasione haanche festeggiato il 15° annod'attività. Numerose autorità hanno parte-cipato alla cerimonia: l'assessoreregionale alla sanità FlavioTosi, l'assessore provinciale allaprotezione civile Lucio Campe-delli, il Sindaco Flavio Bono-metti, il Vicesindaco GualtieroMazzi, nonché i Sindaci deiComuni di Sommacampagnae Castelnuovo.Il nuovo mezzo andrà a sostitui-re, dopo 10 anni d'onorato ser-vizio, l'ambulanza Fox 2. La fon-dazione Cassa di Risparmio di Verona ha contribuito con una donazione di50.000 euro, per terminare il pagamento rimangono ancora 32.000 euro, perquesto l'associazione confida nel prezioso aiuto della cittadinanza e dei bene-fattori. Matteo Buttini

Page 26: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

vissute a Sona.Riuscite a immaginare una pompa di benzina inpiazza a Sona? Negli anni '60 c'era stata, sia pureper poco tempo. Fu un'iniziativa di Santo Nicoli ("Mo-colo") che, oltre al negozio di generi alimentari e fer-ramenta, volle tentare anche questo tipo di commer-cio. A quell'epoca, però, passavano per il centro po-che automobili (non come adesso!), e il distributore furimosso.Ci fu un tentativo negli anni '60 di avviare un negoziodi scarpe, ma si trattò di una breve esperienza. Fu adopera di Angelo Fasoli ("Fasolin"), nel piccololocale a fianco dell'attuale bottega Cherubini. Fra glianni '60 e '70 fu attivo un negozio di elettrodomesticiall'inizio di via Marconi, vicino all'attuale agenzia dipompe funebri. Titolare dell'esercizio era Ambrosi diS. Giorgio in Salici. Alcuni anni prima uno Zardiniaveva provato ad aprire un esercizio con lo stessogenere di articoli in via Gesuiti, ma senza successo.

A seguito dell'articolo pubblicato sulnumero scorso riguardo la storia delcommercio a Sona, riportiamo di se-guito alcune nuove informazionifornite alla redazione da parte di alcu-ni gentili collaboratori. Tra i commer-cianti già citati si aggiungono i seguen-ti.Giovanni Dolci che era detto "Moli-nar" non perché avesse un mulino,ma perché ne commerciava i prodotti.Oltre a fare l'elettricista, infatti, vende-va farina, polenta e riso. Cessò tale at-tività alla fine della seconda guerramondiale.Renato Musolla era un meccanicoche, nel cortile della sua casa in piaz-zetta Roma, riparava biciclette e ciclo-motori, a quell'epoca (stiamo parlandodegli anni '50 e '60) i più diffusi mezzidi locomozione. Egli era anche un ri-venditore, ma non disponeva di unospazio per la mostra dei modelli. Per-tanto, quando qualcuno voleva acqui-stare una bici o una moto, si rivolgevaa lui riferendo la marca preferita. Nelgiro di poco tempo Renato recapitavaal cliente il veicolo richiesto.Bruno Cordioli ("Picene") oltre adavere un'osteria faceva anche il bar-biere; inoltre, si recava in altri paesi avendere scampoli di stoffa come com-merciante ambulante.Inoltre si aggiungono le seguenti noti-zie riguardanti sempre alcune iniziative commerciali

Le botteghe del centro (seconda parte)Breve storia del commercio a Sona dagli anni ‘40 agli anni ‘80

LA

NO

ST

RA

ST

OR

IA

A sinistra l'edificio del-l'attuale pizzeria "Be-ghini" com'era nel1927: si intravedono lescritte "Sarto e barbie-re”.Sotto, una foto fuori ca-sa Santi in via Marconi.Da sinistra GuerrinoSanti (Feliceto), la so-rella Elisabetta, mammaLetizia, papà Felice. Poila famigli Alfonso Santicon la moglie Luigia edi figli Giuseppe e Daniel-da. Infine due parentiresidenti a Milano.

Page 27: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Colui che riforniva di bibite i bar e le osterie di Sonaera Bruno Bernardi ("Cade"). A casa sua, in piaz-za Vittoria, aveva un magazzino di casse di bottigliet-te, che poi recapitava nei locali del paese nelle quan-tità richieste. L'edicola, oggi di Lavinia Palazzi, ne-gli anni '60 era gestita da Giuseppe Ferrari "Use-lin"), e si trovava nell'attuale merceria di via Roma.Era una piccola rivendita di giornali, disponibili in po-che copie: i principali quotidiani, i settimanali più po-polari e per i ragazzi soltanto il "Corriere dei piccoli".Era l'immagine di quanto poco si leggesse a Sona inquell'epoca. L'ENAL, il locale per il ritrovo dopolavo-ristico, fu aperto negli anni successivi alla secondaguerra mondiale nella ex casa del fascio (edificio poisostituito da quello dell'odierna farmacia). Fu gestitodapprima da Guglielmo Castioni ("Memi Quaio-to"), e poi da Serafino Leoni. Negli anni '60 fu tra-sferito in quello che adesso è il bar Rosanna. A pro-posito di ambulanti, c'erano vari mercanti provenientida altri paesi che facevano tappa a Sona per smercia-re i loro prodotti. Uno dei più pittoreschi era senz'al-tro "quel dal pesse". Veniva da Villafranca, e neglianni '50 e '60 passava da noi ogni settimana pervendere il pesce fresco. All'ormai familiare richiamo"Pesce di mare, pesce di lago, pesce oh!", le massaieuscivano di casa per acquistare i pesci, che il vendito-re estraeva dai pezzetti di ghiaccio e pesava sullastadera. Alla fine degli anni '70 ai commercianti am-bulanti fu concesso di tenere un mercatino nella piaz-za del paese al sabato.Riguardo casa Santi, che nella foto pubblicata nelnumero scorso riportava scritte murali che facevanoriferimento ad un negozio di alimentari, sono state re-cuperate le seguenti informazioni. In quella casa sitrovava ai primi del novecento l'osteria di ScarsiniVirginio ed in un locale di essa si riuniva la bandaper le prove (dal libro "La Musica a Sona" di FabrizioOlioso). Più in particolare si vendevano generi ali-mentari, tabacchi, vino, dolciumi. Funzionava ancheda trattoria. Nel 1926 Virginio Scarsini vende la casaai fratelli Alfonso e Felice Santi che la trasformanoin abitazione rurale con tanto di stalla (non era l'uni-ca in paese) con 2 vacche ed un asino fino al 1970quando la struttura viene acquisita dal figlio di Felice(detto Feliceto) tuttora residente. Scarsini si tra-sferisce invece nel complesso che oggi comprende

pag.27OTTOBRE2 0 0 5

dentista Forlati-Alimentari Cherubini-Bar Combattenti,che in epoca successiva fu acquistato da Santo Ni-coli.

Enrico Olioso

(con la collaborazione di Mario Nicoli e Danielda Santi)

Nelle foto: Alfonso Santi mentre legge il giornale fuori casain via Marconi (1953); nel cortile di casa Santi, Felice Santiin compagnia di due parenti e del trattore di quei tempi...(anni '50); ed infine Casa Santi in via Marconi (anni '50):Tutte foto dell'archivio di Santi Danielda.

I s o l a m e n t i a c a p p o t t o g a r a n t i t i

Page 28: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Nuovi ambulatori a San Giorgio

l Centro Servizi di San Giorgio comincia a piccoli passi a fun-zionare; il 3 ottobre scorso hanno finalmente aperto i bat-tenti i locali destinati agli ambulatori medici. La vecchia strut-tura di Via Belvedere, che ospitava il servizio medico, è datempo in stato di degrado ed il trasferimento degli ambulatorinel nuovo centro, anche se pronto ormai da due anni, ha fattotirare un grosso sospiro di sollievo a tutti, a cominciare daimedici stessi. Nella nuovastruttura ci sono infattidue ambulatori, unapiccola sala d'aspettoe un bagno, e già si re-spira un'aria diversa.Adesso però tutti atten-dono che dai piccoli passidi riscaldamento si arrivi ad una bella corsa con l'aperturacompleta di tutte le attività previste nel Centro, a cominciaredall'Ufficio Postale, che potrebbe così godere anche di un co-modo accesso pedonale e di parcheggio. La comunità di SanGiorgio sente anche l'esigenza di trasferire nelle nuove sale levarie attività di volontariato.A quando questo importante e definitivo passo? Visto chel'occasione della sagra è stata lasciata passare invano la spe-ranza è per le prossime festività natalizie. Speriamo bene…

Giulio Braggio

Puntaspillo

Sul numero di ottobre de L’AltroGiornale, in un trafiletto nelquale si parla della Festa di Fine Estate organizzata dalComune presso il Palazzetto di Lugagnano, abbiamo lettouna bizzarra dichiarazione rilasciata dall’Assessore allaCultura Michele Cimichella: “Ci siamo resi conto comeAmministrazione che Lugagnano ha bisogno di uno spaziopermanente ricreativo, ove svolgere manifestazioni teatrali,

culturali e sportive, affinchè i nostri ragazzi si sentanoparte integrante del territorio e del tessuto sociale”.Affascinante leggere come un’Amministrazione chegoverna a Sona dal maggio 2003, e che si presuppo-ne, o almeno si spera, prima di candidarsi abbia persoqualche secondo per farsi un’idea dei problemi da cui èafflitto il nostro Comune, scopra oggi, ottobre 2005, econ evidente stupore come si intuisce dalle parole

dell’Assessore alla Cultura, che a Lugagnano mancano salee spazi per l’aggregazione. Affascinante, considerando chesono decenni che tutti, ma proprio tutti, nella frazionepiù popolosa ed in tutto il Comune sono perfettamente aconoscenza di questa grave mancanza. Ma non si può pre-tendere troppo da questi Amministratori, mica uno può sa-pere tutto.Neanche che il Sindaco Bonometti, il Vicesindaco Mazzi el’Assessore Cimichella abitassero a Lugagnano!

La Zanzara

Scoperte!

Ultimissima OraAllarme smog: anche Sona in fascia A!

Il livello delle polveri ambientali, come risulta dai dati appena resinoti dall'ARPAV, secondo gli ultimi rilevamenti è davvero preoccu-pante tanto da far smuovere Sindaci, Assessori alla salute, fino al Go-vernatore della regione Veneto, Giancarlo Galan a cui il sindaco di Ve-rona, Paolo Zanotto ha indirizzato una lettera aperta nell'attesa delpiano "No kat" (blocco delle auto non catalizzate) che doveva entrarein vigore il 4 novembre e che per il momento è stato sospeso in attesadi una strategia territoriale a livello provinciale di più ampia portata.Non più cinque comuni i fascia A (rischio elevato per la salute) maora se ne aggiungono altri 15 tra cui anche Sona. Al momento lenotizie sono poche perché i Comuni si stanno muovendo un po' in or-dine sparso e con provvedimenti di natura diversa ma nei prossimigiorni sono in programma riunioni ai massimi livelli, Sona compresa ov-viamente. Vedremo di contattare il sindaco Flavio Bonometti e l'asses-sore all'ecologia Edgardo Pesce. Nell'attesa degli eventi, Il Baco da Se-ta, come sempre attento a tali problematiche non mancherà di te-nere le antenne alzate per fornirvi un'informazione completa, precisa eimparziale su questa nuova tegola che è caduta sul nostro Comune.

Mario Bighelli

Page 29: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Una giornata di pioggiaCronaca dei minuti precedenti la Magnalonga

EV

EN

TI

Le previsioni del tempo lo avevano segnalato dagiorni. A dispetto della domenica precedente, dome-nica 18 settembre, giorno della "Seconda Magnalon-ga di Lugagnano" sarebbe piovuto.E in effetti quando sabato pomeriggio alle tre delpomeriggio ci ritroviamo per segnalare il tragitto pio-ve. Anzi sarebbe più corretto dire diluvia, visto cheper appendere le frecce segnaletiche lungo il per-corso, che poi sarebbero state travolte dall'infuriare

del temporale, ci si protegge sotto il portelloneposteriore dell'auto. La domenica, di prima la mat-tina, piove ancora e la gente che ci incontra ci chie-de se la Magnalonga si farà ugualmente. Non si puòrimandare, le verdure, la carne, le “aolette” sonostate preparate, non si possono riporre nel frigo. Epoi la gente, come si può avvisare chi arriva da lon-tano? Si parte per un tour esplorativo per vederele condizioni del tracciato. A bordo della piccola Sko-da Fabia, che sorprenderà per le sue doti da fuori-strada si parte, verso la prima tappa, al Parco Conti,dove una piccola fiumana di persone ci accoglie sot-to un improvvisato ma alquanto opportuno accam-pamento. Stanno lavorando alacremente per pre-parare le bruschette.Inzuppati dalla pioggia ci danno un cenno con il pol-lice alto, loro sono pronti. Il tragitto prosegue ora suvia Canova che via via diventa una stradina nonasfaltata in via Le Mase. Qui, in mezzo l'erba ci do-vrebbe essere lo stand del Rugby Lugagnano, manon è ancora predisposto; arriveranno presto. Pro-seguiamo in mezzo ai campi e a qualche pozzan-ghera, nulla di preoccupante. Si sbuca a Mancalac-qua, al Calcio Club è tutto a posto. Si torna al Circolo

Tennis e incontriamo per la strada, un po' spaesatiquelli del Gruppo Missionario. "Ma si fa?" chiedono"noi ci ripariamo sotto el portego dei Brutti!" prose-guono. Al Tennis, come all'Enologico e al PastificioMazzi non ci son problemi. Lì le strade sono buone,asfaltate e loro possono offrire posti al coperto. An-diamo di nuovo verso i campi, versocorte Brutti e vediamo che il "Missio-nario" si è effettivamente accomodatoall'asciutto dei fienili gentilmente messia disposizione dall'azienda agricolaBrutti. C'è una grossa, immensapozzanghera, ma con l'abilità di uningegnere hanno già realizzato unponticciolo per evitare di bagnarsi ipiedi. Allora verso corte Paradiso, lì sìche la capezzagna diventa un percor-so battuto sull'erba. Fortuna che i pro-prietari il giorno prima hanno provve-duto a tagliare l'erba alta. Dietrocorte Paradiso c'è il tratto più improboper la povera Fabia. C'è un percorsoad ostacoli con alcune bine de caccari.L'ostacolo è degno di un safari amaz-zonico, ma la piccola povera Fabia sela cava mirabilmente. Lo scampato pe-ricolo tra i caccari ci impone una pausadi riflessione in corte Vantini-Residori-Vanzo. Un paio di bicchieri di champa-gne "a piè fermo" ci fanno tornare lafiducia. Ci dicono che il sottopasso del-la ferrovia prima della Messedaglia èinvaso dall'acqua. Poco importa,adesso ci sentiamo rinfrancati, quasisicuri. Al limite si chiederà a MicheleAdamoli di fare servizio taxi con il vec-chio Landini e carretta. Proseguiamo.Tra le basse fronde dei peschi goccio-lanti per la pioggia si arriva a CorteMessedaglia. Anche qui stanno alle-stendo sotto al fienile, all'asciutto.Quelli di corte Beccarie di certo non sitirano indietro per un po' di pioggia ecosì via verso la corte Pesso. L'Avis ha

Speciale Seconda Magnalonga di Lugagnano

Page 30: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.30OTTOBRE2 0 0 5

fatto le cose in grande e il proprietarioha messo a disposizione l'intero fab-bricato per accogliere ospiti, cuochi emusicanti. Una grossa pozzangheraostruisce l'intera strada. Nessun pro-blema portiamo dei pannelli in le-gno e moquette per ripristinare ilpassaggio. Siamo fuori dai campi, oraci sono solo strade asfaltate e senzapozzanghere. Al Centro Parrocchiale edagli Alpini ci sono degli spazi al co-perto e poi sta smettendo di piovere,la magnalonga si può fare.

Gianfranco Dalla [email protected]

Psicologia dell’Utentedella Magnalonga

La mattina della Magnalonga, dopo giorni di au-tentico diluvio biblico su tutto il sud Europa econ l'acqua che ancora scendeva impetuosa dalcielo come da cascate amazzoniche, eravamo inmolti a porci il terribile quesito: ma qualcunodegli iscritti si farà vedere alla linea di parten-za? Riusciremo a far partire almeno un gruppo,contando anche gli organizzatori? Molti eranoquelli che - tristemente - scuotevano la testa:"Non verrà nessuno vedrete. Chi volete che sene esca di casa con questo tempo? Fiumi di vi-no, container di tortellini, vagonate di bruschet-te, ettolitri di minestrone, interi branchi di pesinsprecati. Che tristezza…".Ed invece, come al solito, avevamo sottovaluta-to l'inossidabile, temerario ed inaffonda-bile "Utente della Magnalonga". Ampiamente inanticipo rispetto all'orario della partenza eccoinfatti sbucare da ogni contrada, arrivare daogni via, scendere dai più inverosimili mezzi ditrasporto una processione costante ed appa-rentemente infinita di partecipanti. Bardati condivise che andavano dall'esploratore equatoria-le al palombaro, dal bagnino (si sono visti pan-taloncini corti e canotte multicolori in un climada highlands scozzesi!) al viaggiatore artico,dal lord londinese al mezzadro ciociaro. Conpasseggini foderati stile batiscafo oceanico esmisurati ombrelli, in realtà ombrelloni rubatinottetempo ai banchetti di Piazza Erbe.Tutti pronti ad affrontare la giornata, tutti - daibambini agli anziani - tremendamente determi-nati a non farsi sottrarre il meritato divertimen-to da un tempo troppo capriccioso. E una similetenacia ha avuto ragione dei disagi atmosferici,tanto che, quando verso tarda mattina il cieloha finalmente dato tregua e la pioggia ha ces-sato di cadere, l'Utente della Magnalonga - cheavesse cinque, trenta, cinquanta o settant'anni,che fosse donna o uomo - con aria di sfida, to-gliendosi il casco da sommozzatore, ha guarda-to il cielo come si guarda un avversario scon-fitto, sfoderando un sorriso da podio. "Tuttocome previsto", si è sentito ripetere da tanti.Ci vuole ben altro per scoraggiare il professio-nista della mangiata itinerante.

Mario Salvetti

La Tela di Penelope

Momenti della Seconda Magna-longa di Lugagna-no, Nel prossimonumero pubbliche-remo un album fo-tografico dell'even-to.

Page 31: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

A dispetto della pioggia torrenziale deigiorni precedenti e della pioggerellina dellamattinata al Parco Giochi parrocchiale allapartenza della Magnalonga ci si ritrova inalmeno un migliaio di persone. Manca-no all'appello forse un centinaio di perso-ne, pochissime se rapportate alle pessimecondizioni del tempo. Ci si ritrova con spol-verini e stivali indossati, abbigliamento au-tunnale e tanti ombrelli aperti. La bassa-cuna (n.d.r. la bilancia di cinquant'anni fa)al riparo degli alberi raccoglie il peso dei par-tecipanti, per evidenziare, "a scopo scientifico",i benefici effetti della magnalonga. Si parte. Ascaglioni di 60/70 persone, ognuno con ilproprio bicchiere appeso al collo, realizzatoappositamente per la manifestazione, partono10, 12, 14 gruppi. Passando dal centro delpaese, la contrà, attraverso corte Riva-Bo-schetti si arriva al Parco Conti. Ci accolgonocon buonissime bruschette al pomodoro, concapperi, acciughe e gorgonzola. Ci sarebbe dafermarci qui tutta la mattina e far pranzo com-pleto qua. Anche perché gli amici del Parco Conti non si tiranocerto indietro se si chiede la seconda o la terza razione. Intantola pioggia smette e gli ombrelli si chiudono. Sull'erba bagnata tra ipeschi si è posizionato il Rugby Lugagnano con un aperitivoopportuno per dissetarci nel tratto prima di Mancalacqua, primadelle "aolette", che come lo scorso anno ci vengono offerte in ab-bondanza dal Calcio Club Mancalacqua. Torniamo per pochimetri sui nostri passi verso il centro del paese e subito ecco ladeviazione verso le "bollicine" del circolo Tennis. Ma è tempo diprimi piatti: minestrone caldo e tortellini da una parte all'altra del-la strada, prima al Club Enologico e poi presso il Gruppo Mar-ciatori Pastificio Mazzi. Ovviamente il buon vino non può certomancare da chi fa del dio Bacco l'emblema della propria associa-zione! La tappa successiva ci ricompone un po' lo stomaco mezzotramortito. In un ambiente assolutamente consono, tra l'odor delfieno e le stalle a pochi passi, vengono distribuiti i prodotti equo-solidali del Gruppo Missionario. Con una mela "solidale" in ma-no ci incamminiamo verso la tappa successiva. Qualcuno bisognarecuperarlo che canta in una cantina abbracciato ad un simpaticoresidente della corte Paradiso. In corte Vantini-Residori-Gi-relli i più fortunati possono raggiungere il "privè" al piano supe-riore, ma anche chi sta al piano terra si ritrova con il calice sem-pre riempito dai residenti e dai volontari dell’AC Lugagnano. Terri-bilmente barcollanti si riparte alla volta di corte Messedagliadove veniamo accolti appena su dal sottopasso della ferrovia danoccioline offerte da una bimba e schiacciate dalla nonna al cigliodella strada. Sotto il portico un tè e della frutta ci rinfrescano, of-ferti dai residenti. E rinfrescanti risultano anche le verdure prepa-rate in corte Beccarie raggiunta attraverso la tranquilla e sco-nosciuta via De Amicis. Siamo pronti per il tour de force finale. Ci

incamminiamo alla volta della cortePesso . Sin da lontano si sente ungran vociare e musica di sottofondo.Chissà che hanno combinato i mattidell'Avis! Erano giorni che segreta-mente si preparavano; si sono asse-ragliati dentro la vecchia casa coloni-ca e sopra il barcollante solaio in le-gno hanno messo il complessino chesuona e canta instancabilmente daore ci dicono. Giù è tutto un continuo

scaldare, affettare, cuocere. Ci ritrovia-mo sommersi da bruschette con por-chetta, polenta e sgombro e, al solito,abbondanti bevute. Meno male che ilsorbetto ci rimette un po' in sesto.Manca ancora un po' di strada primadell'arrivo. Passando sotto due stupen-di quanto mai rari esemplari di morar ciritroviamo di colpo sbattuti dall'agrestepaesaggio del Pesso alla civiltà un po'soffocante del centro paese, passandoattraverso il quasi dimenticato ghetto.

Arrosto e patatine preparato dai collaudatissimi cuochi del Grup-po Carnevale e l'Associazione NOI sono una garanzia. Pur-troppo i nostri stomaci, seppur capienti, risultano quasi impossibi-litati dall'introitare altro cibo o bevanda, soprattutto alcolica. Ma cisforziamo, ben volentieri. Tappa doverosa gustando formaggipresso gli Anziani e il Gruppo Marciatori Rossetto, ma conla testa e gli sguardi già rivolti verso l'altro lato della strada, ver-so la Baita degli Alpini, l'arrivo, dove sembra essere esplosa lafollia collettiva, con un trenino umano che passa traballante, enon perché segue la musica, tra i tavolini della gente preoccupatache qualcuno gli finisca tra le braccia. Poco importa se ci sono idolci da mangiare, tanto non ci sta più nulla. Poco importa se labassacuna impietosa ci vuole immortalare nella nostra capacitàdigestiva. Poco importa se gli sfortunati del Gruppo Micologiconon hanno potuto farci gustare la vellutata ai funghi preparatacon tanta cura per l'occasione e purtroppo non riuscita come nel-le speranze dei cuochi. L'importante è partecipare a questa bel-lissima festa che la pioggia non è riuscita a guastare. E chiede-re conferma a chi è riuscito ad assaggiare il grappino che venivaofferto artigianalmente di fianco l'orchestra. Chiedere conferma aitanti bambini che giocavano con le bolle di sapone sotto il porticoo a chi ha avuto la forza di staccarsi dalla sedia ed agganciarsi altrenino che sfilava tra i tavoli. E bisognerebbe chiedere confermaanche a chi avrà modo di utilizzare i fondi ricavati e devoluti dallamagnalonga, grazie al lavoro delle ben 22 associazioni che vihanno partecipato. Ben 2.000 euro che verranno devoluti per ladesalinizzazione delle aree del sud est asiatico sommerse dal de-vastante "tsunami" dello scorso inverno. Grazie Associazioni diLugagnano.

Gianfranco Dalla Valentina

Un pranzo lungo nove chilometri!Speciale Seconda Magnalonga

Page 32: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.32OTTOBRE2 0 0 5

Help da San Giorgio in Salici!

CChhiieessaa ddii SSaann GGiioorrggiioo:: ssii aabbbbaattttoonnoo llee bbaarrrriieerree aarrcchhiitteettttoonniicchhee..Sono partiti ai primi di ottobre i lavori per la sistemazione della scali-nata della Chiesa Parrocchiale di San Giorgio. Oltre alla sistemazionedei gradini e della pavimentazione originaria in acciottolato è previstala sostituzione degli attuali paracarri rettangolari; verranno rimessi i“pilotti” originali che fin dagli anni 70 proteggevano i fedeli all’uscitadelle Sante Messe. Verrà anche realizzato un accesso per i disabili, inpietra bianca antiscivolo, adeguando così la Chiesa alle norme perl’abbattimento delle barriere architettoniche. L’installazione poi di uncorrimano ai lati della scalinata completerà questa necessaria serie dilavori che dovrebbero essere conclusi per i primi giorni di novembre.

UUnn ppoo’’ ddii ssttoorriiaa cchhee ssee nnee vvaa:: aabbbbaattttuuttoo iill ““PPiilloottttoo ddeellllaa CCaappppeelllloonnaa””Sabato 15 ottobre scorso ore 16.30 San Giorgio ha perso un “capo-saldo” della sua storia “architettonica”: il “Pilotto” che delimitava ilmarciapiede di fronte alla Chiesa e’ stato abbattuto da un grosso fur-gone che curvava a velocità pericolosa e con scarsa perizia di guidacentrava la fiera sentinella spezzandola alla base. Senza poi fermarsia prestare “soccorso” al povero paracarro l’incauto autista sparivanel nulla.Ormai provato da chissà quanti colpi, l’anziano “Pilotto” non ha rettoall’ultimo brutale assalto.Ma a noi piace pensarlo ancora dritto a difesa dei nostri passi; perquesto ci ha fatto piacere che sia stato velocemente ripristinato.

FFiinnaallmmeennttee rriippaarraattaa llaa ppeerrddiittaa dd’’aaccqquuaa ddaavvaannttii aallllaa CChhiieessaa..Ci son voluti quasi quattro mesi perché la squadra di Acque Vive,quella che gestisce la nostra rete idrica, intervenisse per riparare laperdita d’acqua che si poteva notare proprio di fronte alla Chiesa diSan Giorgio. Certo in un periodo in cui spesso si parla di salvaguarda-re e preservare le risorse naturali un po’ più di celerità non sarebbeguastata.

II ssoolliittii IIggnnoottii aallllaa CChhiieesseettttaa ddii SSaann RRooccccoo..Ai primi di ottobre la Chiesetta di San Rocco e’ stata ”visitata” notte-tempo dai alcuni ignoti che dopo aver forzato la porta d’ingresso sisono introdotti nell’edificio religioso ed hanno trafugato alcune poltro-ne e sgabelli rivestiti in velluto rosso. E così Don Giuseppe è rimastoin piedi…

Giulio Braggio

[email protected]

Page 33: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Sabato e domenica 24/25 settembre si è svolto sul campocomunale di calcio di via Marconi a Lugagnano il 7° trofeo Fran-co Conti dedicato alla memoria del Sindaco scomparso pre-maturamente qualche anno fa, tra le squadre amatoriali del Co-mune di Sona.Nato per un espresso desiderio dello scomparso Sindaco direalizzare un qualcosa che unisse le diverse realtà del Comune,in esso vi collaborano diverse associazioni capeggiate nell'ope-ra dal Calcio Club Hellas Verona di Mancalacqua. Davantiad un buon numero di persone, rispetto ai soliti spettatori cheassistono alle partite di queste categorie, si sono scontrati gliAmatori Lugagnano, Mancalacqua, Palazzolo, S. Giorgioe di Sona. Grande agonismo in campo nel pieno rispetto del-l'avversario che molto spesso è l'amico del paese o il vecchiocompagno di squadra. I risultati hanno evidenziato il diverso livello di prepara-zione delle squadre ancora in rodaggio prima dell'inizio del campionato.Alla fine l'ha spuntata la compagine di San Giorgio, decisamente rinnovatanell'organico ed altamente competitiva. Decisamente più importante è che il ri-cavato di euro 600 sarà devoluto all’Associazione “La Tavolozza” che sioccupa di persone diversamente abili. E alla fine, nel pieno rispetto dello spiritoamatoriale, tutti assieme a bere una birra in compagnia!

Gianfranco Dalla Valentina

la rappresentativa del Palazzolo, già campione d'Ita-lia Allievi 2004, la formazione del Mazzurega e i neocampioni del Sommacampagna con la differenza ri-spetto le partite tradizionali dell'uso di palla morbi-da e un campo ridotto a 65 metri. La sfida tra Pa-lazzolo e Sommacampagna è stata vinta dai pa-droni di casa dopo una partita entusiasmante. I ra-gazzi del presidente Carletti si sono poi aggiudicatianche la successiva partita con il Mazzurega per 13a 7 vincendo così il triangolare.Anche la squadra maggiore di Palazzolo, dopo averterminato il campionato provinciale di Serie C ed es-sersi piazzati al 3° posto alle spalle dell'Arbizzanopromosso in Serie B e all'A.T. Verona, affronta lacoppa d'autunno iniziata sabato 10 settembre. Lepartite si svolgono in tre set da 25 punti e ogni setvinto porta un punto in classifica. La nuova formuladi gare e punteggio spinge le società e le squadre adare sempre il massimo in quanto alla fine dellepartite del girone chi totalizzerà il maggior numerodi punti potrà avere la possibilità di essere ripescataper disputare la serie superiore.

Marco Forante

[email protected]

Sul campo di Palazzolo si sono svolte le finali nazio-nali dei Campionati Italiani giovanili di tamburello,manifestazione organizzata in collaborazione con icomitati FIPT di Mantova e Verona. La formula dellefinali giovanili prevedeva un mini girone a tre tra lesquadre degli Allievi maschili di Sommacampa-gna, Monalese e i pesaresi del Mondolfo chesi sono contese il titolo sul campo preparato perl'importante occasione nei minimi dettagli dall'A.T.Palazzolo che ha offerto l'ospitalità dell'evento. In fi-nale si sono affrontati i ragazzi del Sommacampa-gna e la Monalese che hanno dimostrato una supe-riorità indiscussa nei confronti dei ragazzi del Mon-dolfo. La partita che metteva in palio il titolo di cam-pione, è stata appassionante con i piemontesi invantaggio e un match point a disposizione, raggiuntipoi sul 12 pari dal Sommacampagna. Spinti dal nu-meroso pubblico accorso per sostenere i ragazzi, lasquadra del Sommacampagna del presidenteAlbertini ha sfruttato un momento favorevole perlaurearsi campioni d'Italia della categoria.L'occasione per mettere in mostra il titolo è arrivatacon il triangolare giovanile, disputato sempre a Pa-lazzolo durante l'annuale Sagra di S. Luigi e S.Costanza. Il torneo ha visto partecipare insieme al-

Grande Tamburello giovanile a Palazzolo SP

OR

T

VII Torneo di Calcio Amatoriale Franco Conti

Page 34: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Ricomincia l’attività del Gruppo dell’Ammalato

di LugagnanoCaro Baco da Seta,vogliamo portare a conoscenza che è iniziato un altroanno di incontri del Gruppo del Malato di Lugagnano.Ci rivolgiamo quindi a tutte quelle persone chehanno in cuore il desiderio di dedicare un po' del lorotempo libero donando affetto ed amicizia sincera ainostri cari ammalati ed anziani. Soprattutto voi giovanisareste i benvenuti, poiché alcuni ammalati hanno piùo meno la vostra stessa età. Non serve molto, solobuona volontà! Essi chiedono di trascorrere un po'del loro tempo assieme a qualcuno. Rivolgiamo poi atutti l'invito alla collaborazione nel segnalarci qualcheammalato a noi sconosciuto affinché possiamo aiutar-lo con la visita e la preghiera.Sicuri di una vostra partecipazione, vi ringraziamo.Per informazioni: Capogruppo Mario Nichele, tel.045 514330.

Gruppo del Malato

di Lugagnano

I prossimi appuntamenti del gruppo nel 2005:- Mercoledì 30 novembre

ore 20: incontro.- 26 novembre, 3, 10 e 24 dicembre:

ore 18 presenza alla tenda della fraternità.

- Domenica 11 dicembre:ore 9.30 animazione Messa.

- Mercoledì 21 dicembre ore 20: incontro.

Il Flauto e la Sciabola: una fiaba della Banda per farsi conoscere

Una fiaba giapponese è stata quest'anno scelta dalla scuola di musica del Corpo Bandistico di Sona per i consueti incontri con glialunni delle Scuole Elementari. Questi tradizionali appuntamenti sono diventati un'ottima occasione per vivacizzare la collaborazione traistituzione e territorio, tra scuola e banda. E' da questa collaborazione che stanno maturando nuovi frutti come l'operina musicale "lascuola del solfeggio" realizzata la primavera scorsa con alcune classi della Scuola Media di Lugagnano, e i concerti della Tacabanda,il giovane gruppo strumentale della fascia d'età corrispondente alle medie, attivo a Sona. La musica forse più di altre arti si presta a farincontrare le persone e il modo migliore per farla incontrare ai bambini è raccontando delle storie. Cosa c'è di meglio se per raccontar-la ci si fa aiutare dai bambini stessi che usano gli strumenti che hanno appena imparato a suonare? Questa la formula che ha permessoalla Banda di farsi conoscere e alle scuole di far apprezzare una disciplina viva e piacevole come la musica. Come una bella storia alieto fine, anzi senza fine. Appuntamento alla prossima fiaba. Fabrizio Olioso

Tanti Auguri!

Nonna Angelina Spada, delle Canove di Sona, attorniata da figli,nipoti e pronipoti per la festa del suo 95°compleanno.

CineInsieme 2005Il Gruppo Culturale NOI Associazione di Lugagnano, in collabora-zione con il Comune di Sona (Servizio Educativo Territoriale e Assesso-rato alle Politiche Giovanili), organizza CineInsieme 2005. Il Cineforum èiniziato giovedì 27 ottobre con la proiezione del film "La vita è un miraco-lo" di Emir Kusturica e con "Alla luce del sole" di Roberto Faenza (03novembre). Proseguirà con "Les Choristes - I ragazzi del Coro" diChristopher Barratier (10 novembre), "Quando sei nato non puoi piùnasconderti" di Marco Tullio Giordana (17 novembre), "Hotel Rwan-da" di Terry George (24 novembre) e "Ora e per sempre" di VincenzoVerdecchi (01 dicembre). Tutte le proiezioni avverranno nel Salone delCentro Parrocchiale di Lugagnano. E' un appuntamento ormai classico,anche se rispetto agli anni scorsi presenta alcune diversità: ciclo unico aLugagnano (non più due con il primo a Lugagnano e il secondo a So-na); numero limitato di proiezioni (6 contro le 9 abituali) ma tutte conl'intervento finale o di un critico cinematografico o di altre personeche presenteranno loro esperienze o conoscenze attinenti il tema trattatonel film; il costo di ogni singola proiezione è di euro 3, con la possibilitàper i giovani, con età compresa fra i 15 e i 26 anni, di entrare gratuita-mente a tutte le proiezioni purché in possesso della "Carta Giovani" delComune; tutti i film si riferiscono ad eventi e storie realmente accaduti.

Clemente Zardini - NOI Associazione Elisa Zandonà - Comune di Sona

Page 35: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.35OTTOBRE2 0 0 5

mimi necessari a sopperire alle difficoltà di una linguacompletamente diversa dalla nostra. Un’esperienza dicondivisione totalmente nuova per i nostri figli, co-stretti a dribblare tra sentimenti di affetto e di gelosia,ma capaci, più di noi adulti, di assimilare culture e dif-ferenze tra i popoli. Bellissimo pensare che al mondoci siano delle persone così fiduciose del prossimo daaffidargli i propri figli: chi nella nostra società occiden-tale farebbe altrettanto? Il Comitato "Aiutiamoli a Vive-re" di Caselle, vista la pluriennale esperienza, si è fat-to promotore di tutta l'iniziativa, curando la comples-sa parte burocratica necessaria e organizzando nu-merose iniziative correlate. A questo propositodevo lodare il lavoro svolto dal Presidentedel Comitato di Caselle, sig. MiglioranziCorrado, per la passione e l'impegno profusodurante questo mese, e in quelli precedentil'arrivo dei piccoli ospiti. I genitori di Sona, affi-datari dei bambini bielorussi, la scorsa prima-vera avevano par-tecipato attiva-mente alla raccol-ta fondi, organiz-zando una venditadi uova di Pas-qua, fondi utilizza-ti per pagare unaparte del volo ae-reo ai bambini, eper finanziare atti-vità parallele.I piccoli, infatti, ol-tre a frequentare ogni mattina la scuola, messa gen-tilmente a disposizione dall'Istituto Comprensivodi Sona capoluogo, hanno partecipato a numerosealtre iniziative. Il giovedì, infatti, tempo permettendo,erano ospiti di un campeggio del lago, che mettevaloro a disposizione la piscina. Sabato 10 settembrehanno partecipato ad un'uscita in montagna, raggiun-gendo con la funivia panoramica del Baldo, localitàTratto Spino, dove hanno pranzato al sacco.Degna di nota anche la visita al Parco Natura Viva diPastrengo, che ha catturato l'attenzione di tutti i pic-coli ospiti. Martedì 27 settembre alle prime luci del-l'alba, i nostri piccoli ospiti sono ripartiti per tornareal loro paese e alle loro famiglie. Shuscia, Ulyana,Matsvei, Ulad, Eryk, Nikita e tutti gli altri, coi loro ca-pelli biondi e i loro occhi azzurri, sono ripartiti la-sciando anche a Sona un segno indelebile del loropassaggio. Dasvidania bambini, ci vediamo l'annoprossimo!

Francesco Bressan

[email protected]

Sono da poco ripartiti per la loro terra d'origine, do-po un mese di soggiorno nel nostro paese, sedicibambini bielorussi ospiti di alcune famiglie di Sonae Palazzolo. I bambini partecipano ad un grandissimoprogetto, che fa capo ad una fondazione nazionale,denominata "Aiutiamoli a vivere", che si occupadi ospitare per un mese l'anno, per tre anni consecu-tivi, bimbi provenienti dalle zone ancora contaminatedalla nube radioattiva sviluppatasi dopo l'esplosionedella centrale atomica di Chernobyl. Chernobylattualmente si trova in territorio ucraino perciò ci sipotrebbe chiedere perché ospitare bambini bielorus-si; in realtà la Bielorussia è il paese maggiormentecolpito dalle radiazioni, perché la nube tossica solle-vatasi immediatamente dopo l'esplosione, sorvolòquasi totalmente il territorio bielorusso. Negli ultimi17 anni la popolazione bielorussa è rimasta espostaad una azione costante combinata di radiazioni efattori chimici (piombo) con il conseguente aumen-to delle malattie congenite nei bambini, le cui madrinon hanno avuto controlli medici specifici, ed un au-mento a macchia d'olio di problemi quali il diabete,disturbi cronici del tratto gastro-intestinale, del siste-ma immunitario, di quello respiratorio, tumori alleghiandole tiroidee e patologie ematiche maligne. Studiprecedenti sulla contaminazione della tiroide hannodimostrato che un aumento dei tumori tende a com-parire nei sei-otto anni che seguono l'esposizione e,in particolare nei bambini, continua per più di ven-t'anni.Da tutto questo la necessità di sottrarre da un am-biente fortemente contaminato, anche solo per unmese l'anno, i bambini bielorussi tra i sette e i diecianni.Questa esperienza, la prima per la maggior parte del-le famiglie di Sona, è cominciata una mattina degli ul-timi giorni di agosto, quando da un gruppo di cir-ca quaranta bambini assonnati e timorosi, sedici sonostati affidati ad altrettante famiglie del nostro comune,accompagnati da una maestra, Yelena, e da un'inter-prete, Olga.Gli altri invece vengono ospitati a S.Giovanni Lupatotoe a Caselle paese da cui è partita l'iniziativa. Inizia co-sì un'esperienza unica, che tra momenti difficili, pochi,e momenti entusiasmanti, molti, sicuramente ha la-sciato il segno nella maggior parte delle personecoinvolte. Difficile spiegare le emozioni e le paure pri-ma che arrivassero i bambini, soprattutto legate alladifficoltà di capirsi, al timore che la nostalgia di casaavesse il sopravvento, ma il linguaggio universale del-l'amore e dei sentimenti hanno fatto superare tutte ledifficoltà.Impossibile descrivere i salti mortali linguistici, i

Le famiglie di Sona per i bambini di ChernobylUna bella esperienza di accoglienza e solidarietà

SO

LI

DA

RI

ET

A’

Il gruppo dei bam-bini bielorussi du-rante l'uscita sulMonte Baldo.

Page 36: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.36OTTOBRE2 0 0 5

Foto Storica da Sona

Foto scattata in piazza a Castel-nuovo nel 1955. In piedi da sinitra: TagliapietraLuigi (Gipeto), Adami Ferruccio(Macellaio), Cadem Sergio, Am-brosi Mario (Mugon), Nicoli Giu-seppe (Palparo), sconosciuto eMelegari Ubaldo. Accovacciati, dasinistra: Guido Granuzzo, MelegariFelice (Boriso), Vanni Schiavo.

E’ presente un ufficio anche a Sona,

in via Monte Corno 6,aperto il martedì

e il giovedì mattino.Tel 045 6081701.

SonaRiconoscete questo luogo?

Il particolare de "Riconoscete questo luogo" pubblicato sul numero 31colto nel centro storico di Sona non è ancora stato indovinato. Pro-poniamo in questo numero una vista più allargata. A chi lo scoprirà verràconsegnato il libro edito del Comune di Sona dal titolo "Chiese, Ville, Cortia Sona e nelle sue contrade" il cui autore è Michele Gragnato con la col-laborazione di Paolo Artigliato e Marino Bonomi, gentilmente messo adisposizione dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Sona. Le fotosono a cura di Claudio Bernardi.Per segnalare le vostre risposte scrivere a [email protected] o telefonare al 385936472.

Nel numero 30 del Baco, quello del Quinto anniversario, avevamo pubblicato la foto di un monumento a ricordo dei caduti peril Risorgimento Italiano che si trova, tra l'altro in mal parata, nei dintorni di Rosolotti e precisamente in località Fenilon. Haindovinato per prima Maria Grazia Quagini di San Giorgio, insegnante di scuola materna ed appassionata di preistoria estoria locale. A lei va il nostro premio. Dobbiamo anche menzionare altri tre affezionati lettori che hanno risposto correttamen-te al nostro concorso: Giuseppe Manara di Palazzolo, Marco Girelli di Sona e Michelangelo Tosoni di SanGiorgio, che nonostante l'età si è inerpicato sulla collinetta dove sorge il monumento per verificare se effettivamente corri-spondesse a quello della foto.

Page 37: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

La serata, organizzata dal Comitato contro la discaricae da Legambiente, di giovedì 27 ottobre ha visto lapartecipazione di un centinaio di cittadini, al centrodella discussione l'ampliamento della discaricaCa' di Capri. Il lunedì precedente la Regione, avevaespresso parere favorevole al progetto che porterà alnostro territorio, oltre alla collina morenica di Sona,anche di un ulteriore colle, di minor pregio ambientale,alto 12 metri e lungo più di 300 metri in loc. Ca'di Capri, eretto con 580.000 metri cubi di rifiuti. Unprofondo senso di sfiducia nelle istituzioni, dimostratodai cittadini soprattutto nei confronti del Comune di So-na nella persona del Sindaco Bonometti Flavio, reodi aver dato parere favorevole in Regione al proget-to, in netta controtendenza alla Commissione di Valuta-zione d'Impatto Ambientale della Provincia di Verona.La Commissione Provinciale aveva espresso il propriodissenso, motivandolo con "…la delicata situazionedella falda acquifera utilizzata per uso potabile, l'areafa parte inoltre della fascia di ricarica degli acquiferi. Al-cune analisi a valle della discarica evidenziano la pre-senza di cloruri nella prima falda oltre i limiti di legge."Il Sindaco chiamato in causa a più riprese dai cittadini,critici sulla posizione dell'amministrazione, ha dichia-rato "Le acque del Comune sono assolutamente sicu-re, di ottima qualità e controllate periodicamente. Il 30novembre 2004 ho chiesto al Sindaco del Comune diVerona la verifica di alcune attività industriali della Z.A.I.di Bassona, dalle quali potrebbe derivare l'inquinamen-to dei cloruri, e da quella data non ho più ricevuto co-municazione. Non mi risulta che Verona abbia fatto icontrolli sull'acqua potabile fatti dal nostro Comune" econtinuando chiarendo le motivazioni del parere "Il Co-mune di Sona ha fatto un'osservazione sulla rete dimonitoraggio della falda, chiedendo 6 pozzi anziché i 2proposti dalla Rotamfer, osservazione accolta dai pro-gettisti."Il Comune ritiene quindi sicuro il progetto sotto il profi-lo ambientale, e proseguendo nella propria disamina"L'Amministrazione ha risolto un grosso problema nellavicenda della Cava Lova, vi posso assicurare che la Ve-neta Recuperi è la più pericolosa azienda sul nostroterritorio, è peggio della Sun Oil, perché autorizzata atrattare numerose tipologie di rifiuti, anche pericolosi". La discarica garantirà all'Amministrazione Comunale in-troiti di oltre 1.800.000 Euro, quale tributo per ilconferimento dei rifiuti e l'estrazione della ghiaia. "L'u-nico caso in cui si è autorizzato ad operare insiemeuna cava e una discarica, nel Veneto e forse in tuttaItalia in deroga a tutte le leggi" ha aggiunto il presi-dente di Legambiente Bertucco, che preannunciainsieme al Comitato, una dura battaglia fatta di cartebollate e ricorsi al Tar. Il Consigliere Regionale Gu-stavo Franchetto ha espresso un proprio impegno

istituzionale "Per fermare in extremisl'ampliamento della discarica, servonoperò delle modifiche alla legge regiona-le, per rendere vincolante in Regione ilparere della Provincia. Modifiche cheproporremo nella legge finanziaria diquest'anno a dicembre, lavoreremo an-che per dare più potere agli enti locali.Se un territorio ha subito delle sofferen-ze, è giusto che queste siano contenute,controllate ma che primo o dopo si concludano." Le vicende della discarica risalgono, infatti, al 1999, ilconsigliere Forlin ha ricor-dato "Durante un ConsiglioComunale del 1999, la mag-gioranza assicurò che il pro-blema della discarica si sa-rebbe risolto in tre anni, conla chiusura. Ora era l'occa-sione per risolvere questa si-tuazione che si trascina datroppi anni, era importate di-re di no al progetto". Ma al-lora per quale motivo l'Ammi-nistrazione comunale ha pre-stato il fianco all'ampliamentodella discarica? Discarica inquesti anni sempre al centrodi vicende giudiziarie.Eloquente l'intervento delConsigliere RegionaleFranco Bonfante, che ri-cordando i trascorsi di Sin-daco di Cerea, si è ricono-sciuto pentito nell'aver cre-duto nella buona fede di al-cuni imprenditori, ora inda-gati dalla magistratura nellenote vicende di traffico illeci-to di rifiuti che stanno coin-volgendo la bassa veronesein queste settimane, culmina-te con numerosi arresti. IlSindaco di un Comune, nonsarà ricordato perché ha cer-cato di sanare il bilancio co-munale con qualche miliardodelle vecchie lire.Ci sono valori più profon-di: la tutela dell'ambiente ela salute dei cittadini, due va-lori che non hanno prezzo.

La Redazione

AM

BI

EN

TE

Ca’ di Capri: nuova montagna di rifiuti a Lugagnano!

L’intervento

Non c'è limite al peggio... Questa è, probabilmentela miglior sintesi che si può trarre dall'assembleapubblica svoltasi giovedì 27 ottobre sullo spinosotema della discarica di Ca' di Capri. Scopo dell'in-contro promosso da comitato e Legambiente era, omeglio sarebbe stato, la richiesta all'Amministrazio-ne di Sona di un gesto di buon senso: opporsi alprogetto di ampliamento e di sopraelevazione delladiscarica; mai come ora era concreta l'opportunitàdi chiudere, finalmente, la storia di questa discarica.La Provincia si era già dichiarata contraria e, se an-che Sona si fosse opposta, elevate erano le proba-bilità di un epilogo positivo. Detto fatto fossimo statia Sommacampagna o Castelnuovo, improponibileper Sona. Evitando ogni discussione, perfino in Con-siglio Comunale, lunedì 24 il Sindaco ha dato l'as-senso al progetto il cui impatto sul territorio saràdisastroso. Questo in sintesi, il tema conduttoredalla serata. Il numeroso pubblico ed i relatori han-no più volte chiesto e preteso dal Sindaco, presen-te, le ragioni di questa decisione tanto sciagurata,giustificata solo in parte dai cospicui introiti per lecasse comunali, senza ottenere una risposta soddi-sfacente. Da politico navigato Bonometti ha utilizza-to tutte le strategie possibili per eludere le rispostea domande precise quanto scontate. A poco, ormai,valevano le critiche mossegli anche dai consiglieriregionali Bonfante e Franchetto per questa sceltaper tutti incomprensibile e manifestamente contrariaagli interessi della cittadinanza. Alla fine della seratalo sconcerto tra i presenti era palpabile. Nessuno,dico nessuno, riusciva ad accettare la mancanzagiustificazioni rispetto ad una decisione lesiva deidiritti dei cittadini, utile sicuramente alla Rotamfer enon si sa a chi altri: il popolo non doveva esseresovrano?

Lucio Santinato

Lista Civica L’Orizzonte

Page 38: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Comincia l’anno scolastico... e alle elementari di

Lugagnano cortile vietato ai bambini

Dopo una lunga estate, comincia l'anno scolasticoalle elementari di Lugagnano e qualche giorno dopola riapertura dei cancelli ecco presentarsi unoperaio mandato del Comune per la ristrutturazio-ne di un bagno. A parte l'ovvia considerazione chetutti hanno fatto ("ma non potevano pensarci duran-te la stagione estiva quando l'istituto era chiuso?"),questo fatto sta creando parecchi problemi all'at-tività didattica della scuola Anna Frank. Il primo èil rumore. L'aula che condivide il muro con il bagnodove si sta svolgendo la ristrutturazione (da più diun mese, ma perchè mandare un solo operaio?) èper tutto il giorno assediata dall'impossibile fra-stuono dei lavori, ed è notorio che studiare e farelezione a ritmo di martello non è tra le attività piùgratificanti che si possano pensare. Alcune maestreci riferiscono di come, al termine della giornata sco-lastica, tutti - insegnanti e soprattutto bambini - sia-no completamente rintronati dal quel "concerto". Maa questo notevole disagio se n'è aggiunto nelle ulti-me settimane un altro, ben più grave. Siccome l'o-peraio deposita i suoi attrezzi in cortile, capitavache durante la ricreazione i bambini andassero atoccarli o a prenderli in mano, con rischi notevoli.Per ovviare a questo pericolo la Direzione scolasticasi è vista costretta a prendere un provvedimentoincredibile: impedire alle classi di fare ricreazionein cortile.Si potrebbero fare mille commenti a vicende di que-sto tipo, in tema di attenzione alla scuola e allerealtà educative (le elementari di Lugagnano stannotra l'altro letteralmente scoppiando per mancanza

di spazi, tanto cheogni anno le classi diun’annata - quest’an-no le quarte - si ve-dono costrette a farelezione presso leScuole Medie). Si po-trebbero fare millecommenti, ma basta-no i fatti. Che pur-troppo a volte supera-no la fantasia.

Mario Salvetti

Puntaspillo del Baco

Incontro con l’Assessore RegionaleTosi per l’Avis di Lugagnano

Lo scorso mese di settembre l'A.V.I.S. di Lugagnano si è fatta pro-motrice di un importante incontro politico/associativo. Con i buoniuffici dell'Avv. Mazzi Gualtiero (Vice Sindaco del nostro Comune,Consigliere in Provincia e nuovo socio donatore, assieme alla mo-glie, della nostra sezione) si sono ritrovati, presso la nostra Sedel'assessore alla Sanità del Veneto Flavio Tosi (che sarà presentealla festa sociale dell’Associazione dell’ottobre 2006), il PresidenteRegionale A.V.I.S. Alberto Argentoni ed il Vice Presidente vicarioMagarotto Francesco.Facevano gli onori di casa il Vice Presidente della nostra sezioneFaccincani Aleardo e il consigliere Gasparato Ezio. L'incontro,molto importante e molto sollecitato dalle due parti, si è svolto inun clima di calorosa collaborazione. Per quasi due ore sono statiaffrontati tutti i problemi che riguardano le problematiche della tra-sfusione del sangue, dallo studio della futura realizzazione dei di-partimenti provinciali, ai vari intoppi che intralciano il buon funzio-namento dei Centri Trasfusionali. Molto soddisfatto l'assessore Tosiper lo spirito di collaborazione che ha incontrato presso i dirigentiregionali A.V.I.S.; altrettanto soddisfatti i dirigenti regionali A.V.I.S.per l'interessamento, la disponibilità e la competenza dimostratedall'Assessore. D'altra parte siamo, come A.V.I.S., la più grossaassociazione di volontariato della regione Veneto, contando ben120.000 associati che donano il 73% del sangue che viene rac-colto in tutta la regione. Noi A.V.I.S. di Lugagnano facciamo contanto entusiasmo la nostra parte. Da anni siamo in costante cre-scita di donatori e di donazioni (6-8% annuo). A settembre 2005abbiamo donato 537 flaconi che aggiunti ai 20.625 dati dal 1964,anno della nostra fondazione, portano a un totale di 21.162 dona-zioni effettuate dalla Sezione A.V.I.S. di Lugagnano. Ma è ancorapoco perchè le necessità sono sempre maggiori. Un caloroso in-vito a tutti i cittadini che possono a farsi donatori. Donare la vitagratifica più il donatore che il ricevente. La nostra Sezione è a dis-posizione per ogni necessità.

AVIS Lugagnano

Page 39: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.39OTTOBRE2 0 0 5

Tra strade sterrate e di paese, tra filari di viti, prativerdi e coltivi di granoturco, tra antiche e nuove cor-ti, per tre diversi percorsi di 6, 8 e mezzo e 14chilometri si è snodato un folto gruppo di appas-sionati della corsa della domenica mattina. In occa-sione dell'11° "Caminada fra le Scavesagne", a San

Giorgio in Salici il 7 agosto scorso erano ben 1146i partecipanti alla tradizionale corsa podistica noncompetitiva organizzata dal Gruppo Alpini del pae-se, giunti da varie parti vicine e lontane della provin-cia di Verona, che certo non si sono fatti intimorireda una giornata stranamente fredda e ventosa di unagosto insolitamente bizzarro. Partenza e arrivo allaBaita di via Tiziano, base logistica degli Alpini, ilpercorso si è snodato tra i sentieri più belli e carat-teristici intorno alla collina di San Giorgio. Alle 8,30dalla Baita i marciatori si sono avviati in mezzo allestradine di campagna verso località Ferrari e Ca' Ve-cia, per scendere, poi, lungo le paludi e arrivare sul-la strada che porta al paese in località Staffalo. An-cora lungo strade sterrate, alle Boschette, il percor-so è continuato fino a Ca' del Diaolo e al Campagnoldove si trovava il primo punto di ristoro, con dolcibevande, frutta e biscotti, per fare il pieno di zuc-cheri e continuare verso il secondo percorso di 8chilometri e mezzo o per decidere di tornare al cam-po base in via Tiziano. Chi ha fatto scorta di energieha potuto continuare la marcia verso la Centurara,avanti fino a Calvisanetta e Tagliaferro, fino all'ultimosvincolo per il percorso di 14 chilometri. I più corag-giosi sono proceduti per la Spolverina e corte Mase-ra, dove si trovava il secondo punto di ristoro, perriprendere fiato prima degli ultimi chilometri. Avantiancora sono arrivati alla splendida corte Turco e alCasin de i' Orti, dove il paesaggio ameno si inter-

rompeva un attimo per lasciare spazio all'attraversa-mento dell'autostrada. Gli ultimi passi si sono allun-gati tra i campi che da via Gaburri sbucavano in viaVittorio Veneto e poi per il paese, giù al Finco e, infi-ne, l'arrivo alla Baita. Soddisfatti gli organizza-tori per la partecipazione numerosa, anche se infe-

riore allo scorso anno per la concomitan-za della corsa di Bure. Numerosi i grup-pi, ben 37, alcuni dei quali hanno raccol-to un numero consistente di iscritti, i pri-mi tre: il gruppo Pastificio Mazzi di Luga-gnano, Pollo Miglioranzi di Villafranca, iMarciatori di Pacengo. Tutti hanno ricevu-to dei premi, 40 in palio, i più ricchi i piùnumerosi e via a scalare fino agli ultimi.L'attività del gruppo Alpini di San Giorgionon si è certo fermata a settembre. Sa-bato 17 si è svol-ta la "Gara diBocce 10° Tro-feo Gruppo Al-pini S. Giorgioin Salici". Tor-

neo che ha visto impegnatigli appassionati per un interopomeriggio, nei quattro gironieliminatori, nei bocciodromidel paese stesso, di Somma-campagna, Dossobuono eValeggio. 48 le coppie-squadre partecipanti, le mi-gliori 8 hanno disputato le fa-si finali nel bocciodromo degliimpianti sportivi di San Gior-gio. Niente da fare quest'an-no per i favoriti di Valeggio,che hanno dovuto cedere il ti-tolo faticosamente conquista-to lo scorso anno e acconten-tarsi del secondo e terzo po-sto. Primi si sono classificati Franco Rossi e RenatoMosconi, alpini di Porto San Pancrazio, che hannodisputato la partita finale con la squadra di Valeggiodi Angelo Vesentini e Gian Franco Esposito. Terzi Gio-vanni Franchini e Luigi Pasquali, sempre di Valeggioe quarti Giovanni Quintarelli e Gian Carlo Zoccatelli diChievo. I primi quattro arrivati alle finali, sono statipremiati dal presidente del gruppo Alpini LivioFugatti, con medaglia d'oro e trofeo di grandezzae importanza differenti.

Ilenia Vicentini

[email protected]

11° “Caminada fra le Scavesagne” e 10° Gara di BocceContinua l’attività sportiva degli Alpini di San Giorgio

ASSOCIAZIONI

Page 40: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Il Baco lopuoi trovarepresso:Edicola Castioni Sergio, Via Cao Prà,30 - Lugagnano (Vero-na) - Tel. 045 514268

Alimentari Cherubi-ni, di Cherubini M. & C.- Piazza Vittoria, 1 Sona - Tel. 0456080957

Ortofrutta da Sergiodi Birolli Sergiovia Salieri, 31 - Sona -Tel. 045 6081810

Giornali & TabacchiPizzini ArturoVia Bosco, 1/a Sona -Tel. 045 6080850

L’Edicola sasGiornali alla Grande Me-la - Via Trentino 1, Sona

Macelleria Massagrande, Via Val-lecchia 4, Sona - Tel.045 6080811

Macelleria Boninsegna M. Via Bosco, 38 - Palaz-zolo - Tel. 0456081964

Cartolibreria Villabo-ni, Via IV Novembre,24 - 37010 Palazzolo -Tel. 045.6080402

Ferramenta Ragazzo BrunoVia Prele, 11 Palazzolo- Tel. 045.6080042

Polisportiva Palazzolo, 37010 Palazzolo (VR) -Via Cecco Angiolieri, 1

La Cornice di Salvetti Elena 37060 Lugagnano (VR)- Via di Mezzo, 8

Panificio Bendinelli Panearte - 37060 Lugagnano (VR)Via Xxvi Aprile, 21Tel. 045 514130

Macelleria Molinarelli37010 Palazzolo (VR)Via IV Novembre

Edicola Carlini37060 San Giorgio (VR)Piazza Chiesa

La tua Bottega37060 San Giorgio (VR)Via Santini

Rigo Mirella e Calzoni MaraAlimentari37060 San Giorgio (VR)

Lavanderia FasoliRomano 37060 Lugagnano (VR)- 2, VIA PELACANEtel: 045 984296

Cordioli Sabrina Lavasecco 37060 Lugagnano (VR)- Via Mancalacqua, 29/C045.514140

Bottega delle Carnidi Serafini L.37060 Lugagnano (VR)- Via San Francesco, 15

Cartoleria Quintarelli, Via CaoPrà - Lugagnano (Verona) -

toventi ciclisti dilettanti di categoria "under 23", al-le prese con un tragitto davvero impegnativo: dappri-ma otto giri di 9,6 km ciascuno dal capoluogo a SanGiorgio in Salici, seguiti da nove percorsi San Quirico-Valle-centro di Sona, per un totale di 120 km. Eppuregli atleti, forti della spavalda vigoria dei vent'anni, so-no riusciti a correre a una media di quaranta-quattro chilometri orari, tra fughe e distacchi,scatti e controfughe, salite e discese.A trionfare è stato Marco Bandiera, che ha dispu-tato la gara in due ore e quarantasette minuti; ap-partiene alla squadra trevigiana "Zalf DesireeFior", la stessa che ha vinto anche l'anno scorso.Secondo il milanese Cristiano Fumagalli, mentre alterzo posto si è piazzato Oscar Gatto, della suddet-ta compagine di Treviso; per trovare un veronesedobbiamo scendere alla quarta posizione, dove tro-viamo Diego Mattioli. Gli altri piazzamenti, in ordi-ne di progressione, sono stati: Walter Proch, LucaGasparini, Alessandro Bazzana, Carlo Corrà, RichezeAriel Maximilian, Salvatore Mancuso. Dispiace dirlo,ma è da cinque anni che il "Gran Premio San Luigi" diSona non viene vinto da un ciclista della provinciadi Verona.

Mario Nicoli

[email protected]

Durante la sagra di San Luigi a Sona il momento piùatteso dagli sportivi è la gara ciclistica, quest'annoarrivata al traguardo della quarantaduesima edi-zione.Anche il tempo ha collaborato alla buona riuscita del-la manifestazione, mettendo a disposizione degli or-ganizzatori (Associazione ciclisti di Sona, S.C.Gore Tex Bruno Gaiga polar, Comune di Sona)un delizioso tiepido sole da tarda estate. Ai lati dellastrada era assiepato il solito pittoresco pubblico: fa-miliari dei ciclisti con le bottigliette d'acqua in manonell'attesa di veder passare il loro campione, signoriattempati fermi sulla bicicletta che ricordano i beitempi di quando anche loro sfrecciavano per le viedei paesi con qualche capello in più e qualche annoin meno, tifosi sedentari che incitano gli altri a corre-re, bella gioventù che guarda e si fa guardare. Unpubblico, soprattutto, caloroso e appassionato. Edecco snocciolati qui di seguito tutti i dati di questo"Gran Premio San Luigi" disputato il 6 settembrescorso,che ha vi-sto al na-stro di par-tenza cen-

Una grande corsa per un grande pubblicoCiclisti e tifosi protagonisti del “Gran Premio San Luigi” a Sona

SP

OR

TE

TR

AD

IZ

IO

NI

Page 41: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Anche quest'anno la sagra di S. Luigi che si è svol-ta a Sona ai primi di settembre ha dato allepersone l'opportunità di incontrarsi e di passarealcuni momenti assieme. Gli incontri al chiosco, l'a-nimazione per i bambini, la corsa ciclistica sono al-cuni dei momenti della sagra colti dallo scattosempre presente di Claudio Tomezzoli. Un ringra-ziamento a tutti gli organizzatori per le giornatetrascorse ed uno a Claudio per il servizio fornito.

La Redazione di Sona

La Sagra di San Luigi di Sona per immagini CO

MU

NI

TA

Page 42: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.42OTTOBRE2 0 0 5

Lugagnano, le "Note Volanti" e "la Corale". Citengono inoltre ad aggiungere la frequente colla-borazione con Marco Signorato dell'AcusticaGroup di Bussolengo, e con Cristian Cerpelloniper le occasioni particolari.Mi resta un unico interrogativo a fine di questa in-teressante e piacevole chiacchierata: i propositiper il futuro. Laura e Stefano mi rispondono chesono pronti ad accogliere chiunque volesse farparte del Gruppo ed arricchirlo con la sua voce ela sua presenza. Ed è proprio questo l'augurio peril futuro. Come contattarli dunque? Chi è interessato può scrivere all'indirizzo di Laura:[email protected], o contattarli allo0458680839.

Federica Valbusa

[email protected]

Si sa, la passione per il canto in un paesecome il nostro incuriosisce e attira un po'tutti. Così oggi sono a Lugagnano, scopo: intervi-stare i due fondatori del Coro G, uno dei tre coriparrocchiali del paese. Ad accogliermi ci sonoStefano Ferrian e la moglie Laura Berti, mera-vigliosamente in dolce attesa, che mi rivelanoscherzosamente che il nome del loro gruppo staper Coro Genitori! Divertita ed incuriosita apprendoche non sono gli unici del gruppo ad aspettareuna voce bianca in famiglia! Quindi prima di comin-ciare, complimenti e buona fortuna a tutti!Bene, penna e curiosità alla mano…Si comincia!Il coro Giovani, mi dicono Stefano e Laura, è sta-to fondato a Lugagnano proprio da loro nell'autun-no del 1999, affinchè rappresentasse un'anima-zione innovativa per il paese, e "un servizio di ani-mazione alternativo a quello finora fatto" per gli

stessi organizzatori, i quali vantavano di uninteressante apprendistato presso la par-rocchia di Bussolengo. Non faccio in tempoa chiedere incuriosita come si sia svilup-pata l'idea che, sorridenti e soddisfatti,mi dicono che dalle quattro persone cheavevano aderito all'inizio, ora il coro puòvantare, quando è al completo, di benventicinque persone. Dai 16 ai 37 anni!Notando la mia occhiata stupita nel sentireche alla loro iniziativa hanno aderito anchegiovani della mia età, Laura aggiunge sor-

ridente: "E' stato bello vedere nascere la passionee vedere come con il passare del tempo tutti di-ventassero bravi, anche chi sembrava meno porta-to. E' stato bello notare questa crescita tecnico-musicale in tutti".E a questo punto sorge spontanea la domanda"quando vi riunite?". Allietano con i loro canti che,tengono a precisare, appartengono ad un reper-torio di testi sacri ma vivaci e nuovi, la messadelle 18.00 il sabato sera, e partecipano aqualche occasione speciale come le veglie di Nata-le o di Pasqua, la messa dell'ammalato, la Pente-coste… Tutto con la collaborazione del Curato diLugagnano, don Roberto, e degli altri due cori di

Coro G. di Lugagnano: un impegno?Una grande passione

CA

NT

O

Nella foto il Coro G.di Lugagnano.

I numeriNumero totale coristi: 34

Numero chitarristi: 5Numero tastieristi: 2Numero flautisti: 3

Numero percussionisti: 3Numero corde rotte in media al mese: 1,8

Numero bambini "del coro": 6 (+ 2 appena nati)Numero matrimoni animati all'anno: 5-6

Età del corista più giovane: 15 anniEtà del corista più anziano: 39 anni

Kg complessivi di salamelle mangiate alle cenedel coro: kg 96

Salamelle mangiate da Elia e Manuele: kg 36False partenze con don Mario

al canto d'inizio: 9Record di canti eseguiti in una sola messa: 18 (veglia Pasqua 2005)

Numero membri ufficiali del CoroG Fan Club: 1 (Sig.ra “Zita”)

Collaborazioni Artistiche: ACUSTICA Group

Auguri!Pochi giorni fa è nata una

nuova piccola corista delCoro G. di Lugagnano: Linda,

figlia di Laura e StefanoFerrian. Auguri da tutta la

redazione ai genitori ed alla piccola.

Page 43: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Il progresso anche a Palazzolo

Ora anche Palazzolo può vantare un semaforo. Vero, c'eragià quello del Bosco ma non potevamo considerarlo com-pletamente "nostro". Adesso invece ne abbiamo uno inprossimità del centro, in fondo al "ghetto", all'incrocio travia Castagnaro e via Piave. Ci voleva. Non sarà la pana-cea di tutti i mali (più di una volta abbiamo scritto che pervia Castagnaro la soluzione migliore sarebbe allargare la

sede stradale esistemare quell'in-crocio) ma sicura-mente sarà di aiu-to agli automobili-sti che devono at-traversare lastrada, evitandoloro di doversi af-fidare ad unospecchio che il

più delle volte è di ostacolo. A volere essere pignoli, si po-trebbe fare un appunto sulla mancanza della segnaleticastradale orizzontale, almeno per indicare dove fermarsiin attesa del semaforo lampeggiante e su una tempisticanel passaggio tra le varie fasi, a nostro avviso da regolare,ma siamo sicuri che non tarderanno ad arrivare gli inter-venti necessari. Speriamo.

MA

Puntaspillo del BacoDimenticanze!

Il servizio di pulizia strade affidato alle macchine e' una real-tà consolidata anche nei piccoli centri e ormai le mitiche figuredegli spazzini sono restate solamente nei ricordi di chi ha giàqualche lustro sul groppone. Ma non sempre il progresso riescea colmare i vuoti che hanno lasciato i vecchi mestieri. E dalla Ba-stia di Via Cortivi (sapranno i nostri amministratori dov'è?) sialza una voce di protesta: mai viste finora le macchine spazza-trici che evitano accuratamente di passare in quella via che sep-pur angusta è pur sempre comunale. Lungi dall'esser polemici,ma forse ricordare che esiste anche questo angolo di paeseforse potrà far svegliare qualcuno e mettere rimedio a questacarenza di servizio GB

Il 11, 12 e 13 novembre si tiene presso il palazzetto dello sportdi Lugagnano, il VI Torneo San Martino, torneo di freccette a ca-rattere nazionale. Organizzato dal Matteo's Dart Club di Luga-

gnano, il Torneo San Martino è diventa-to negli anni un appuntamento tra i piùimportanti nel panorama nazionale edinternazionale delle f reccette, e anchequesta edizione - come ci fa sapere ilPresidente del Club di Lugagnano Mat-teo Giardini - si prospetta ricchissimadi partecipanti e di campioni in gara. Iltorneo avrà inizio venerdì 11 alle ore 21,per poi proseguire sabato 12 dalle 15 inpoi e domenica 13 dalle 10 in poi. Lepremiazioni si terranno attorno alle 19

di domenica sera. Il montepremi di base è di euro 2.000 e le iscri-zioni si ricevono entro 30 minuti prima dell'inizio di ogni torneo. Persaperne di più basta connettersi al sito del Club di Lugagnano,www.matteodartclub.it, oppure contattare direttamente la Fi-dart al numero di telefono 0471 982410. MS

A Lugagnano i campioni delle freccetteIl titolo seppur non propriamente elegante è sicura-mente curioso. Se poi aggiungiamo che a questoanimale sono legate molte delle nostre origini con-tadine, non si può certo mancare all'appuntamento.Un gruppo di associazioni di Lugagnano, il NOIe il Carnevale, gli Alpini, il Parco Conti e gliamici delle Beccarie, hanno deciso di "festeggia-re" questo animale ripercorrendo le nostre umili ori-gini. In molti se lo ricordano bene per avervi parte-cipato o almeno assistito, qualche altro tutt'ora ri-percorre questo pagano rito invernale che vedela trasformazione dell'animale in salami, pancette,"codeghin, mortadele e cicioli". Del resto del salamesi mangia tutto! Ma è più un ritorno al passato,alle tradizioni popolari, alle vecchie abitudini, al cli-ma e ai sapori invernali, del "risotto col tastasal eossi". E così accadrà il 3 e 4 dicembre, quando ilclima si fa pungente. In piazza Martiri della Li-bertà, in centro paese a Lugagnano, verrà celebra-to questo rito, la prima "festa del porco", natural-mente aperta a tutti.

Gianfranco Dalla Valentina

Festa del Porco a Lugagnano

Page 44: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

fasce della nostra società, tant'è che domenica 11Settembre erano non meno di 200mila i manife-stanti lungo i 24 chilometri della Perugia-Assisi,con la significativa, esplicita adesione di 94 parla-mentari e 438 tra Comuni, Province e Regioni coirispettivi gonfaloni. Un interminabile serpentonedi gente, variopinto, a prevalenti tinte arcobale-no. Una impressionante marea di gente a manife-

stare per la pace in maniera… pacifica,ordinata e composta. In un incessantesventolare di bandiere arcobaleno, distriscioni, di cartelli, di palloncini inneg-gianti alla pace e, per altro verso, a dire"Stop alla povertà". Anche Lugagnanocon Sona e frazioni, più Sommacampa-gna, Valeggio e paesi vicini hanno volutoessere presenti con tre pullman zeppi dipartecipanti. Clima festoso e motivato adun tempo, durante il viaggio; il pernotta-mento in palestra; la marcia con panini ebibite al sacco; il rientro notturno, stan-chi ma soddisfatti. Come succede traamici di sempre, anche se con più d'unoci si vedeva per la prima volta. Il comuneideale ci ha sostenuti e incoraggiati. L'in-contro, il camminare assieme a tanta al-

tra gente, di ogni estrazione ed età (tantissimi gio-vani), ci ha resi più convinti che la causa nellaquale crediamo è una causa giusta, che merita im-pegno, approfondimento, partecipazione, crescitasociale e solidale. Il conforto ci è venuto anchedalle parole di incoraggiamento di Papa Bene-detto e del Presidente Ciampi, a favore dellamanifestazione, vista come chiaro segnale di pro-mozione dei valori di giustizia e di pace, nel rispet-to dei diritti di tutti, specialmente delle popolazionipiù povere e bisognose del sud del mondo.

Orazio Menini

Era il 24 Settembre 1961 quando il "fondatore"della Marcia per la pace Perugia-Assisi, Aldo Capi-tini, al termine della prima manifestazione, si rivol-se ai numerosi partecipanti con le seguenti parole:"A questo punto, prima di proporre all'approvazio-ne dei convenuti una mozione per la pace, vi chie-diamo di fare due minuti di silenzio per ricordare icaduti in tutte le guerre e per causa delle guerre".

Mi sembra che non ci siano parole più appropriateper cogliere il giusto spirito della XVI edizione dellaPerugia-Assisi svoltasi quest'anno sulle tracce diSan Francesco, domenica 11 Settembre, in co-incidenza con il 4° anniversario della strage delleTorri Gemelle e del 60° anniversario della nascitadelle Nazioni Unite (ONU). Indubbiamente, nell'ar-co degli oltre 40 anni trascorsi da quella prima,profetica manifestazione di pace, lo scenario na-zionale e internazionale è cambiato di molto. Rima-ne però inalterato il bisogno pressante di pace, diuomini e donne di pace, di iniziative di pace, di unacultura di pace. Questo sembrano avvertirlo larghe

Marcia Perugia-Assisi 2005, per la giustizia e la paceNote di viaggio del gruppo di Lugagnano

SO

CI

ET

A’

Il gruppo di Lugagnano ad Assisi.

Page 45: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Si è disputato nei primi giorni di settembre, in tre serate, il torneo di calcio (a sette), riservato a giocatori nati "almeno" nel 1965.Quattro le squadre partecipanti: Lugagnano '80, composta da giocatori del "mitico A.C. Lugagnano"; Zelig Team con giocatori checon passaparola vari (vegni anca ti a zugar, va ben dai ghel digo anca al tal) si sono ritrovati al campo con una squadra paragonabilecome presenze numeriche all'Inter; Compagnia del Bar sorelle Mazzi (Patine), con qualche giocatore addirittura con passato pro-fessionistico; Esordienti '65, i giovincelli del torneo, con due o tre fuori quota (all'incontrario), che dovevano ancora festeggiare gli 'an-ta. Gli incontri si sono svolti con la formula del girone all'italiana, con grande sportività tra i contendenti e con una buona presenza dipubblico appassionato. Arbitro delle partite Mazzi Alessandro, sempre disponibile, come del resto il Circolo NOI del Parco Giochi Par-rocchiale che ha ospitato le gare. A primeggiare (solo per le statistiche) è stata la Compagnia del Bar sorelle Mazzi che ha vinto tutte lepartite. Dai "discorsi" di fine torneo di tutti i partecipanti (l'anno prossimo ciamemo quel la', zughemo col libero ecc.) e dalle già perve-

nute richieste di nuovesquadre partecipanti(rigorosamente paesa-ne) sembra che la ma-nifestazione abbia in-contrato il favore po-polare e che soprat-tutto possa avere unfuturo.

La Redazione

sportiva

Dodicesima Festa degli OliosoIl 25 settembre presso la chiesetta di S. Quirico a Sona, prove-nienti da Verona, Brescia, Fermo, Trento ma tutte originarie dellacorte Montresora, si sono ritrovate le famiglie Olioso per l'annualeappuntamento. La messa, celebrata da don Aldo, è stata animatada un quartetto di parenti musicisti, piccolo gruppo che promette diallargarsi in vista degli appuntamenti degli anni prossimi: una buonaidea per mantenere i legami tra i cugini più giovani. Il momento piùsignificativo è stata la benedizione presso il capitello della Madon-nina della Montresora, poi la giornata è proseguita al ristorante.Come tutti gli anni è stato distribuito un fascicolo che raccoglie alcu-ni ricordi collegati alla storia della famiglia; quest'anno era la voltadei ricordi di Girolamo, figlio degli ex proprietari della Montresora,che ha vissuto parte dell'infanzia con gli Olioso: un pezzo di storiadi una famiglia di contadini vista dalla parte dei padroni. FO

I° Torneo di Calcio “Ancora Forty (40)”A Lugagnano sfide d’altri tempi

Foto Silvio Spada

Page 46: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.46OTTOBRE2 0 0 5

alcune delle persone con cui avrebbero condivisol'esperienza, il 28 luglio partono. Destinazione:Shenjin, a nord dell'Albania, a circa 40 minutidall'aeroporto. Luca tende a precisare che le stra-de là sono in condizioni pessime, e la difficoltà diviaggiare per il paese è data proprio da questo. E'un paese che ha bisogno d'aiuto su tutti i fronti,anche perché oltre a non avere una conformazio-ne territoriale che permetta l'attività agricola, man-ca di un settore terziario efficiente che ancora ogginon è in grado di garantire quantomeno il turismo,in un paese semi-distrutto dalla guerra, certo, madove ogni sasso è imbevuto di storia e di orgoglio.Il loro servizio di volontariato si svolgeva nella lo-calità di Shencol, prosegue, e consisteva nei "gri-ver", ovvero nell'attività di animazione aibambini dall'asilo alla scuola media. Ci sonodue scuole principali, entrambe gestite dalla mis-sione del volontariato cui ha partecipato Luca, edentrambe con tanti bambini splendidi (ho visto lefoto, e mi sono quasi commossa! ndr). L'animazio-ne consisteva, mi spiega, nell'organizzare una re-cita che rappresentasse la storia di Davide e Golia,e che i bambini avrebbero rappresentato alla festafinale. Ah, interessante il particolare della "coope-rativa dei maiali", un gioco simile alla pallavolo maa detta di chi ha provato l'esperienza molto, moltopiù divertente… E l'infanzia docet semper! Il pranzo era a mezzo-giorno, e il pomeriggio era impiegato per organiz-zare le attività del giorno seguente; dalle 17.00 al-le 19.30, poi, era loro concesso di godersi laspiaggia e e il mare… E poi la cena.A questo punto io, incuriosita, anche per l'affinitàdi età azzardo un…"E alla sera?" Alla sera, mispiega, non uscivano molto spesso, anche perchéera azzardato farsi vedere con le ragazze "di ca-sa", che per altro li aiutavano nell'animazione nellescuole, per via di una mentalità più chiusa e fiera-mente diversa rispetto a quella italiana. Una sera,però, continua, sono andati al President, un localesulla spiaggia con il maxi schermo su cui trasmet-tevano la televisione bulgara (!), con dellabuona musica, molta della quale Italiana fra l'al-tro… Insomma, "proprio un bel posticino"! Mi par-la poi di Cruia, la città turistica per eccellenza, einizio a cogliere nel suo sguardo un po' di nostal-gia… Eh sì, parlare aiuta a ricordare, ma ormai sembrami abbia raccontato tutto; o meglio, tutto quelloche è possibile scrivere in un articolo di giornale,perché si sa le emozioni, la nostalgia, e la crescita

Carta e penna alla mano, e soprattutto una buonadose di curiosità! Sto per incontrare Luca Mazzi,un ragazzo di Lugagnano che mi racconterà dellasua esperienza di volontariato in Albania.Iniziamo a parlare, e sono fin da subito colpita dacome quest'esperienza, che definisce "fantastica"con una semplicità allo stesso tempo commoventee sbalorditiva, brilli ancora nei suoi occhi. E direciò potrebbe sembrare un luogo comune, maquando la retorica ha un suo fondamento concretoassume veridicità. Dunque, iniziamo!E iniziamo dalla fine: "Luca, cosa ti ha dato que-st'esperienza?" Mi risponde che stare venti giorni

in Albania l'ha aiutato ad amare di più il nostropaese! Là infatti, mi racconta, sono tutti fieramen-te orgogliosi di un Paese che offre loro ben poco eai giovani specialmente non garantisce un futuroche li soddisfi, ma che amano di un patriottismo in-condizionato. Forse, e qui mi spiazza con una fra-se dal sapore morale di chi a vent'anni è in realtàpiù maturo della sua età, noi abbiamo dimenti-cato il tricolore e l'Inno di Mameli in un pae-se di cui davvero dovremo andare fieri.Ma non è facile partire a vent'anni, e fare un'espe-rienza di volontariato. "Perché? Cosa ti ha spinto apartire, Luca?" Mi spiega che era un po' di tempoche aveva voglia di fare un'esperienza simile, manon ne aveva mai avuto l'occasione. Ecco quindiche a maggio, quando scopre che la scuola chefrequenta organizza un'esperienza di volonta-riato in Albania, decide di parteciparvi insiemead Anna, una sua compagna. Dopo alcuni incontripreparatori con le suore che gestiscono il tipo divolontariato che sarebbero andati a compiere, eche li avrebbero accompagnati, e la conoscenza di

Un’estate di volontariato in AlbaniaLuca Mazzi di Lugagnano, impegno e passione

VO

LO

NT

AR

IA

TO

Nella foto, Luca (il terzo da sinistranella fila centrale) ed altri volontari in Albania.Nella pagina se-guente foto scattatein Albania.

Page 47: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.47OTTOBRE2 0 0 5

na tutti gli anni. E so-prattutto consiglia a noitutti di non tirarci indie-tro, ma di vivere questotipo di occasioni sull'on-da di un "carpe diem" icui effetti diventano poi,inevitabilmente, compa-gni di una vita. Per chifosse interessato a questa esperienza e lo voles-se contattare lascia il suo numero: 3408311709,e il suo indirizzo e-mail:[email protected].

Federica Valbusa

[email protected]

interiore di una persona, al massimo si possonoleggere nei suoi occhi… Io ho potuto farlo e dav-vero il suo sguardo porta il segno di un'espe-rienza fantastica che, per altro, consiglia a tutti.Si tende spesso ad avere pregiudizi nei confrontidi paesi stranieri, e i pregiudizi ci trattengono dalvisitarli. Ma questa è una sensibilità collettiva chenon trova un suo senso, se non nell'errore. L'Al-bania, mi dice Luca, è un paese che ha bisogno diessere aiutato, ma che è così ammirevolmenteorgoglioso che non esprimerà mai questa suanecessità. Ci sono bambini stupendi nelle scuole,bambini che hanno sogni come i nostri amici o inostri figli… Più che tanti pregiudizi, forse do-vremmo assumerci la responsabilità di aiutarli acrescere in un paese che possa offrire loro un fu-turo; e le loro esperienze aiuteranno noi ad amaredi più ciò che abbiamo, come è successo a Luca.Conclude ribadendo che è stata un'esperienza stu-penda, che con grande probabilità la rivivrà ilprossimo anno, sull'esempio di una coppia di sposiche ha conosciuto là e che da un po' di tempo tor-

Natale non è poi così lontano... atto secondo

Il 25 dicembre è ancora lontano ma noi sappiamo da fonti certe che Babbo Nata-le sta approntando gli ultimi preparativi natalizi. E noi? E voi?? Siamo… o me-glio.. siete pronte??? Grazie alla collaborazione con "Il Baco da Seta" si rinnoval'appuntamento per coinvolgervi nella realizzazione di addobbi natalizi chesi ispirano alla tradizione country: il tutto condito con lo spirito di passare qualcheserata in nostra compagnia, e soprattutto, dalla voglia di creare qualcosa con levostre mani. E allora: non correte più il rischio di trovarvi lo stesso addobbo na-talizio sulla porta della vostra vicina di casa copiona! Buttate le classiche strennenatalizie "made in china" che avete acquistato lo scorso anno e regalatevi, o me-glio, REGALATE un decoro originale fatto con amore interamente da voi. "Buseta& Boton", ovverosia Sabrina e Roberta, affermano di essere pronte, armate diago filo e tanta fantasia, a sottoporvi nuove proposte per rallegrare le feste nata-lizie.- …e siccome il conto alla rovescia ormai è iniziato, per contare i giorni che ciseparano dalla festa più dolce dell'anno eccovi un allegro "Calendario dell'Av-vento", realizzato interamente a mano in tessuto pannolenci. Il costo per questocorso sarà di 35 euro compreso il materiale.- …e non c'è niente di più bello di una buffissima facciona di Babbo Natalenel tipico stile country, che vi da il benvenuto appeso sulla porta di casa. Per que-sto corso il costo è di 25 euro compreso il materiale. Vi ricordiamo che per par-tecipare ai nostri corsi non serve una grande esperienza nell'arte del cucito né in quella del fai da te: viaiuteremo noi, con la nostra supervisione, ma soprattutto come è nello spirito del Natale alla fine vi aiutere-te l'una con l'altra in allegria. I corsi si svolgeranno infatti la sera dopocena, e dureranno dalle due alle trelezioni; il materiale sarà fornito da noi. Volevamo infine ringraziarvi per averci permesso l'anno scorso diaiutare una realtà sociale che da molti anni opera nella nostra parrocchia: anche quest'anno parte dellaquota richiesta per partecipare al corso sarà devoluta al "Gruppo Stella" di Lugagnano. Per ulteriori in-formazioni e/o iscrizioni telefonate al numero 045-514819 oppure al 320-1736893. Il termine ultimo periscrivervi è il 15/11/2005.

Page 48: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.48OTTOBRE2 0 0 5

che meritano una considerazione che riservo per laprossima puntata. Il fittuario, coltivatore dei campi, ilSignor Giacomo, è una persona ben nota di Sonaessendo già apparso nel documento del 1293, relati-vo ad una questione giudiziaria, risolta con un attoche resta per la Storia locale una preziosa testimo-nianza delle origini dell'attività civico-amministrativadel Comune di Sona. In quell'atto, Giacomo veniva ci-tato assieme al padre, in questo documento invece siapprende che nel frattempo il padre, signor Manto-vano, era morto. Giacomo doveva essere una per-sona di spicco della comunità perché tutte lenotizie a lui relative fanno capire che, oltre il suo la-voro, assolvesse per il Comune di Sona la funzione di"bonus homo" cioè di vigilanza, quella che oggi è unafunzione della polizia urbana. Vengono nominati qualiconfinanti con i possedimenti del monastero, un cer-to Signor Yreco di Sona, originario però di Monto-rio, e gli eredi del Signor Gangi il quale, come ve-dremo in seguito, è di Palazzolo. Un'altra notizia to-pografica ci riserva il documento: il Signor Mantova-no, padre di Giacomo, abitava "a paquaiara (?) horaterritorio xone". La Quaiara è una località ancor oggiben nota ed è ad occidente del digradarsi morenicodel monte Corno, attualmente in quel di San Giorgio.Essa si trova vicina alla località "Ara Decima" e, comequesta, insisteva lungo il tracciato, ora scomparsoper successiva deviazione, della romana via Gallica oTiberiana (attuale SS11). Lo prova proprio il signifi-cato del toponimo romano, che era, in parole povere,una indicazione chilometrica. Il fitto imposto consistenel versare ogni anno a San Michele, 29 settembre,al priorato o monastero di Bardolino, 14 piccolisoldi veronesi. Il contratto inoltre obbliga il con-duttore a ben lavorare, incrementare, migliorare enon peggiorare i fondi. Una interessante particolaritàagricola viene introdotta fissando tempi e modi preci-si per nuove piantagioni: "hinc ad duos annos proxi-mos".Cioè entro due anni dal presente atto, il fittavolo do-vrà aver piantato un certo numero di nuove viti, ol-tre naturalmente aver svolto tutta un'attività arativadei fondi per le annuali seminagioni. Ogni inflazioneai patti comporterà per il Signor Giacomo o per i suoieredi o per quant'altri cui avrà dato in esercizio i be-ni, la pena di 40 piccoli soldi veronesi e l'annullamen-to del contratto, "sub obligatione omnium suorum bo-norum" con l'ipoteca di tutti i suoi beni personali.Per ora basta. Alla prossima.

Rolando [email protected]

La quinta pergamena riguardante l’antica storia diSona (le precedenti sono state oggetto di studio neinumeri 29, 30 e 31 de il Baco da Seta) è ancora undocumento di investitura fittuaria."Nel nome di Cristo, nel giorno di mercoledì penultimodel mese di dicembre", così inizia il testo in latino,concludendo: "Nell'anno del Signore 1305. Io notaioVenturino". L'atto viene steso in Bardolino, nella ca-sa del Signor don Federico priore del monastero diSan Colombano. Tra i testimoni presenti ci sono per-sone di Bardolino ed anche due cittadini di Bobbio. Ilpriore Federico investe, cioè dà in affitto a Giacomodel fu Mantovano terreni arativi che si trovano vicinoa Sona "in hora varuole", cioè in una località attual-mente conosciuta come: località "Rugola"; maquesto documento testimonia che l'antico toponimo

corrispondevapiù esattamentea: "Val Rugola". Illuogo corrispon-de all'ampio, dol-ce declivio orien-tale del monteCorno, delimitatoai piedi dal trac-ciato dell'attualevia Molina chedalla statale 11porta in paese aSona, e al cuicentro sorge ilvecchio casatodetto "La Rugo-la", che dominatutta la vallata epianura sotto-stanti. Detto to-ponimo inoltre ri-vela una chiaratestimonianzadella sua origine

lessicale: il dialetto del territorio veronese. "Rugolàr",cioè rotolare, ruzzolare: ècome ci dicesse che, in questo luogo, se una perso-na si stendeva a terra in posizione orizzontale al de-clivio, si sarebbe trovata a valle rotolando dolcemen-te su se stessa. Oppure "rùgola, rùgola!": alla fin fine,a forza di dài e dài, trascinerai giù o sù un determi-nato peso! Qui il famoso monastero di Bobbio(Piacenza), faro di civiltà per l'Italia del Nord nel-l'Alto Medioevo, possedeva ampie proprietà terriere,

La quinta pergamenaAnalisi di un altro documento della remota storia di Sona

LA

NO

ST

RA

ST

OR

IA

Page 49: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.49OTTOBRE2 0 0 5

documento del 966 conservato nella biblioteca deiPadri Camaldolesi della Rocca di Garda è così nomi-nata "Sactae Justinae cum decimis" e la indica alle di-pendenze del priorato di S. Colombano. Viene anchetramandata dai nostri antenati la tradizione che S.Zeno venisse a celebrare la S. Messa in questo luo-go, a metà strada tra Verona e il Lago di Garda, perincontrare le popolazioni lacustri che attraverso sen-tieri giungevano ad ascoltarlo. Il Santo Vescovo, con-temporaneo di S. Giustina, (martire nel 304 d. C.) ediffusore del Suo culto, può aver sollecitato la dedica-zione, seppur di un oratorio, alla Santa. Oratorio chepotrebbe essere sorto su di un preesistente tempiopagano. Nel 1233 il paese di Palazzolo, edificato at-torno alla Pieve, fu incendiato da Ezzelino. Il VenerdìSanto a Ezzelino fu bruciato il Castello di Caldiero conduecento persone in esso rinchiuse, per vendicarsi,radunò un poten-tissimo esercito,di Mantovani, Bo-lognesi, FaentiniBresciani, che de-predò il territoriodi Verona bru-ciando oltre chePalazzolo ancheSommacampa-gna, Povegliano eIsolalta. L'incen-dio risparmiò soloalcune case co-struite in sassimorenici e maltacome la Pieve,due ancora visibiliin via Cavec-chie, alla qualediedero il nome.Palazzolo fu riedificato accanto all'oratorio di S. Gia-como. Le celebrazioni liturgiche continuarono a svol-gersi nella Pieve fino al 1533, dopo tale data le cele-brazioni si officiavano in Pieve solo nelle festività so-lenni di Natale, Sabato Santo, Pasqua, Pentecoste eBeata Vergine Maria. L'abitazione del parroco vi ri-mase fino al 1585. La Pieve di S. Giustina è costruitain sassi morenici disposti a spina di pesce e malta,lavorati con delle losanghe per dare un tocco artisti-co a materiale tanto povero. Al centro della facciata,in alto, un oculo dà luce alla navata. Un architrave avolta, in conci di calcare, sovrasta la porta d'ingressocentrale, sulla quale sono incise alcune croci che i

Quante volte è successo di andare a visitare città ita-liane o straniere, ammirarne le opere architettonichee poi scoprire che non si conoscono le bellezze pre-senti sul proprio territorio? Per cercare di evitare cheanche questo possa succedere a Palazzolo, abbiamodeciso di intraprendere un breve cammino che ci por-terà a conoscere la storia ed i tesori presenti all'in-terno di alcuni dei luoghi di culto presenti nella no-stra frazione. Prima tappa del nostro percorso saràla Pieve di Santa Giustina e per il ruolo di ciceroneabbiamo chiesto la collaborazione della signora Ma-riuccia Armani, dal 1995 guida volontaria per chi de-sidera conoscere ed ammirare gli affreschi ed i nu-merosi e antichi reperti in essa conservati.

La Redazione di Palazzolo

Uno scrigno custodisce sempre cose preziose, cosecare. Chi lo possiede lo conserva gelosamente. Loguarda. Ogni tanto lo apre e osserva con meraviglia.Controlla che tutto il contenuto sia lì e in un balenocollega ogni gioiello ad un avvenimento. Mi piacerapportare questa introduzione alla Pieve di S. Giusti-na in Palazzolo e, Cecilia Tomezzoli che ha pubblicatosu Verona Fedele due articoli interessanti sulla Pieve,dopo un nostro incontro a fine maggio, ha riportatofedelmente questo mio dire: l'interno s'apre comeuno scrigno che custodisce tesori rari. Nel suo bilan-cio, dopo aver illustrato settanta luoghi di culto nellaprovincia di Verona, la definisce "Pieve di S. Giustinaa Palazzolo, la chiesa più bella". Ogni volta cheapro la porta immagino quanta gente avrà varcatoquella soglia nella gioia o nel dolore, per pregare,per implorare, per ringraziare. Entrando, il miosguardo spazia per un attimo a 360 gradi e unagrande quiete mi avvolge. Molti sono stati i visitatorida ogni parte d'Italia e dall'estero che hanno godutodi tanta bellezza e molti sono i giovani che scelgonodi completare gli studi d'Arte, presentando la tesi diLaurea sulla Pieve di S. Giustina. Attualmente gli stu-denti interessati sono tre, dalle città di Brescia, Salòe Mantova.Pieve deriva dal latino "plebs" (popolazione) e la Pie-ve di S. Giustina aveva giurisdizione su un'ampiazona compresa tra S. Massimo di Verona, Peschiera,Lazise e fino al 1711 su Bussolengo, al 1737 su Pe-scantina e al 1797 su S. Giorgio in Salici e S. Rocco.La Pieve è datata intorno al Mille, infatti è citata inuna Bolla di Papa Eugenio III del 17 maggio1145 come "Plebem Palatioli cum decimis" e in un

Una gemma preziosa: la Pieve di Santa Giustina di Palazzolo

LA

NO

ST

RA

ST

OR

IA

Page 50: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.50OTTOBRE2 0 0 5

due absidi, una grande con l'altare in pietra e l'altrapiù piccola con il fonte battesimale. Appena scesi idue gradini all'ingresso, si può ammirare sia a destrache a sinistra un ciclo di affreschi del Trecento, nelquale sono raffigurati, anche più volte, i Santi Zeno,Simone, Caterina d'Alessandria, Giustina, Agnese, Ma-ria con il Bambino, Gabriele Arcangelo, Giacomo diGalizia, Giovanni Battista, Daniele il Profeta, Bartolo-meo, Lucia e il Beato Andrea da Bolzano.Circa a metà navata, sul lato nord, l'altare votivodi S. Sebastiano, popolarmente detto dei "restele-ti", fatto erigere da due fratelli nel 1515 in ringrazia-mento per la guarigione dalla peste. Ben conservatoè l'affresco della lunetta superiore che rappresenta laSS. Trinità e due Angeli in adorazione ai lati.Di S. Sebastiano purtroppo si intravedono solo gli ar-ti inferiori, il resto della figura è andato perduto acausa dell'umidità. In questi ultimi anni l'altare venivachiamato della SS. Trinità, per questa raffigurazionepiù evidente. Recentemente ho consultato documenticonservati nell'Archivio Storico della Curia Diocesanadi Verona e la relazione della Visita Pastorale del Ve-scovo Agostino Valier del 1569.Si ha conferma della dedica dell'altare a S. Sebastia-no, protettore contro la peste nel XV secolo con S.Rocco, ecco perché come iconografia sono accomu-nati anche nell'affresco della Madonna col Bambinosul trono, nel lato sud, sotto il quale, stando sempreai documenti del 1569, c'era un altare non consacra-to dedicato alla Beata Maria Vergine. I Santi Pietro,Paolo, Bartolomeo, Francesco, Anna e la Madonnacol Bambino adornano l'abside grande, mentre unasplendida Madonna che allatta il Bambino e i SantiLuca, Giovanni Evangelista, Caterina d'Alessandria eFrancesco sono affrescati nell'abside piccola. Il ciclodi affreschi di questa abside, i più antichi dellaPieve, (fine 1100) si conclude con due immaginidella Madonna, S. Maria seduta che allatta il Bambinoe S. Maria Vergine.Molti sono i reperti marmorei di epoca longobardainseriti nelle pareti interne di S. Giustina. Il più prege-vole dei reperti è inglobato oltre la metà dell'absidegrande ad un metro di altezza, il cui perimetro penta-

molti pellegrini hanno scolpite a ricordo del loro pas-saggio. Facendo un giro all'esterno della Pieve sipossono notare molti reperti di epoca longobarda VII- VIII secolo. La costruzione subì nel tempo parecchidanneggiamenti a causa di terremoti e devasta-zioni e le parti in pietra finemente lavorate, furonorecuperate e inserite nei muri perimetrali. Ancor oggipossiamo ammirare capitelli, conci e pietre incisi. Suun mattone in cotto della muratura è presente la raf-figurazione di una piccola meridiana, probabilmentegraffita dal sacrista a suo uso, per suonare le campa-ne che annunciavano le celebrazioni liturgiche. Cin-

que campane realizzate in una lega prevalente-mente in argento, espandevano intorno un suono ar-gentino. Di questo armonioso suono se ne deve es-sere accorto anche Napoleone che nel 1797 ne sot-trasse quattro, lasciando la più piccola che ora man-da rintocchi dal campanile della parrocchiale. Il cam-panile romanico della Pieve, eretto nel 1200, fu piùvolte ricostruito a causa di eventi tellurici. Le ultimericostruzioni furono del 1729 e 1758. Si sa per certoche nel 1700 ci furono nel Veronese ben 28 terre-moti, otto dei quali molto distruttivi.Le quattro bifore della cella campanaria hanno quat-tro colonne che poggiano su altrettanti capi-telli di pregevole fattura, colonne e capitelliappartengono ad un ciborio di epoca longo-barda, come altri reperti inseriti in vari puntidella Pieve, del campanile e della parrocchia-le. Inserita nell'angolo sinistro della facciatauna pietra leggermente sporgente di 38 cm x38, potrebbe essere, per le sue caratteristi-che, una piccola ara del III sec. d. C., ossia diepoca romana. Fin qui l'esterno della Pieve.Ora immaginiamo una piccola porta scura chesi apre davanti a noi. Entrando si rimane stu-piti ed estasiati. La sua unicità è rappresenta-ta da una sola navata, di 20 m. x 8,20 e

Alcuni particolari dellaPieve di Santa Giustinaa Palazzolo.

Page 51: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.51OTTOBRE2 0 0 5

nando agli affreschi, su quello di S. Giovanni Evange-lista, nell'abside piccola, ci sono alcuni graffiti, le date1427 e 1475 e la Croce di Lorena o Pontificale, sim-bolo della lotta contro la tubercolosi. Questo simbolo,scalfito vicino alla data 1427, ci fa dedurre che pos-sa essere stato inciso durante una pestilenza, perchéal bisogno, la Pieve veniva usata anche come luogodi cura per malati. Infatti fino al periodo tra il 1847 eil 1856, mentre era parroco don Garzotti, gli af-freschi erano coperti da un manto di calce, stesa sul-le pareti per disinfettare. Fu il parroco che notò cheda sotto il bianco che si scrostava emergeva del co-lore. Fece così riportare alla luce gli affreschi, che altempo decoravano interamente la Pieve. Con questapresentazione spero di aver suscitato nei lettori l'in-teresse e la curiosità di conoscere questo millenariotesoro, visitabile su appuntamento.

Mariuccia Armani

[email protected]

Bibliografia:Archivio Storico della Curia Diocesana di VeronaIl Paesello, di A. Fiorini.

gonale è costituito da una decorazione a listello aspina di pesce. Vi è scolpita una croce latina, an-ch'essa a spina di pesce, il cui punto d'incontro è co-stituito da un fiore a nove petali. La croce poggia sul"monte del Paradiso".Dai bracci orizzontali della croce fuoriescono due ele-menti verticali che terminano in due punte, l'elemen-to di sinistra ha sulla sommità una decorazione ton-deggiante. Ciò ha fatto scrivere fossero delle forchet-te con cibo infilato, rapportato al Pane Eucaristico, inquanto il reperto era stato riconosciuto come portici-na di Tabernacolo. In epoca longobarda non c'eranodi certo le forchette. Ulteriori studi fatti un paio d'an-ni fa, hanno portato ad identificare la formella comelastra di chiusura di un reliquiario, confrontandolacon una di analoga forma e fregio, ritrovata nel 1896sotto l'altare maggiore del Duomo di Garlate, sul lagodi Como, ex Pieve dedicata a S. Stefano. Altri due re-sti longobardi di pluteo, (balaustra che delimita l'areapresbiterale dalla plebana) hanno su di essi scolpitidue pavoni, simbolo della vita eterna, che si abbeve-rano al calice, più sotto il pesce, simbolo di Gesù Cri-sto Salvatore. Accanto alla porta d'ingresso lateraleuna pregevole acquasantiera ovale in pietra. Tor-

più grandicelli non credevano che da noi potesse-ro esistere flora e fauna così colorate e pensavanofossero foto di paesi lontani… il solo uccellino cheloro conoscono ormai è il passero.Per gli adulti le sensazioni erano diverse e con-traddittorie, ma tutte velate da una certa tristezzaper poter vedere queste meraviglie quasi esclusi-vamente in foto. In effetti la mostra ci ha fattomolto riflettere su quanta bellezza stiamo per-dendo, ciò non vuol dire che non dovremmo piùcostruire case o strade, ma avere un'attenzioneparticolare a non cementificare tutte le nostre bel-lissime colline, rispettare il più possibile questa na-tura che non è solo meravigliosamente bella ma hauna sua utilità e funzionalità, per non dover ungiorno rimpiangere queste cose magari a causa diun'alluvione o a uno smottamento del terreno.Come associazione siamo molto soddisfatti dellamostra. Non solo per l'elevato numero di visitatorima soprattutto perché abbiamo riscontrato nellapopolazione la nostra stessa volontà di salvaguar-dare il più possibile le bellezze accanto alle qualiviviamo, oltre alla voglia di conoscere maggior-mente il nostro territorio.

Lorenzini Graziella

per l'associazione LA TORRE

Quest'anno in occasione della sagra di San Luigi eSanta Costanza a Palazzolo l'associazione "LaTorre" ha organizzato la mostra fotografica"Il Falco e la Rosa" tratta dall'omonimo libro diCostanza Lunari e Giorgio Mutti. La scelta di que-sto percorso fotografico è inserita nell'obiettivodella Torre di far conoscere, valorizzare e salva-guardare le colline moreniche e dunque il no-stro territorio.La mostra tenutasi nella ristrutturata casa Clotildecontava 120 fotografie che ritraevano flora, faunae paesaggi delle colline moreniche. La bellezza diqueste foto ha lasciato senza fiato i numerosi visi-tatori, che hanno scritto sul quaderno all'ingressoapprezzamenti entusiastici e quasi poetici. La cosainteressante per gli organizzatori, che come mehanno passato parecchie ore alla mostra, era ladiversa impressione che la stessa lasciava apersone di varie generazioni.Gli anziani ritrovavano fiori e uccelli a loro cono-sciuti ma che non crescono o non frequentano piùil nostro territorio, era divertente scoprire il nomedialettale con cui li conoscevano e la ragione sem-pre molto logica per cui gli veniva dato un certonome. I bambini invece erano stupefatti dalla bel-lezza dei colori e la domanda più frequente era sequeste foto erano vere o fatte con il computer. I

Il Falco e la Rosa CU

LT

UR

A

Page 52: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

la domanda di adesione viene esaminata dal comi-tato soci che decide se accoglierla o meno. Io 5anni fa avevo amici che erano soci Lions; mi chie-sero di mettere le mie capacità, la mia professiona-lità, parte del mio tempo a disposizione degli altripartendo da valori e principi radicati nella giustiziae nella solidarietà. Scoprii che tutto questo era nelcodice dell'etica lionistica che ha come suoi capi-saldi la solidarietà col prossimo, la lealtà verso laPatria e la comunità in cui si vive, l'avere atteggia-menti positivi mirati più a proporre e costruire chea distruggere, l'amicizia tra le persone come fine enon come mezzo, perseguire il successo personalee professionale, domandare le giuste retribuzioni econseguire i giusti profitti senza pregiudicare la di-gnità e l'onore degli altri con atti sleali o azioniscorrette. Siamo apolitici nel senso che vogliamoessere liberi da qualsiasi collocazione partitica. Insintesi si tratta di essere cittadini leali e correttiche vivono con serietà e passione la vocazione alservizio."Come è organizzata localmente la vostra associa-zione?"Il nostro club comprende i comuni di Bussolengo,Pescantina e Sona, è stato fondato agli inizi deglianni '80 e ha una cinquantina di soci. Abbiamo undirettivo e un presidente che durano in carica unanno e che sono eletti all'inizio di ogni anno socia-le che per noi va dal 1° luglio al 30 giugno. La no-stra attività si sviluppa su due livelli; uno esternocon iniziative finalizzate a progetti di solidarietàche noi chiamiamo "service", l'altro interno e inquesto ambito, oltre ad organizzare le nostre atti-vità, curiamo molto i rapporti di amicizia tra sociorganizzando incontri, gite e momenti di socializza-zione. Siamo molto attenti al protocollo perché rite-niamo che il rispetto di regole precise sia un forterichiamo ai nostri valori di riferimento. Per spiegarequesto concetto ricordo come esempio che nei no-stri incontri ufficiali vengono eseguiti tre inni: quellodella nazione del presidente mondiale dei Lions,quello Europeo e quello Nazionale. L'inno rappre-senta la Patria, ascoltarlo con rispetto significaonorarla e richiamare i valori sui quali è fondata".I principi etici e morali a cui prima facevi riferimen-to sono comuni a molte associazioni che ho incon-trato."Certamente"- riprende Gibin -"ed è per questo chevorremmo collaborare con tutte per realizzare pro-getti specifici con obiettivi ben definiti. La nostrapeculiarità è di essere una organizzazione mondia-le, (il presidente internazionale dei Lions occupa didiritto un seggio presso l'Onu), che ci porta a pen-

Il mio viaggio nel mondo dell'associazionismo e delvolontariato a Sona mi fa incontrare il club deiLions di Bussolengo, Pescantina e Sona. É con unatteggiamento misto di curiosità e perplessità cheavvicino un'associazione che realizza diversiprogetti a carattere umanitario sia a livello localeche internazionale ma che nell'immaginario colletti-vo ha un carattere "elitario" che le impedisce diavere una collaudata ramificazione nel tessuto so-ciale. Queste mie considerazioni le dico come pre-messa nell'incontro con il presidente del clublocale dei Lions, Marco Gibin, 45 anni, resi-dente a Sona, sposato, due figli, imprenditore nelsettore della floricoltura. "So perfettamente"- mi di-ce - "che i Lions possono avere questa immagine,quasi fossimo una sorta di loggia massonica i cuiaderenti curano i propri interessi, ma è quanto dipiù sbagliato si possa dire." Molti, come me, nonconoscono i Lions e chiedo al presidente di pre-sentarceli."I Lions sono un'associazione fondata nel 1917, èpresente in 192 nazioni del mondo e ha l'obiettivodi promuovere iniziative di assistenza e solidarietàverso le persone più povere e bisognose. In que-sto momento a livello internazionale siamo impe-gnati a combattere la cecità prevenibile, a finanzia-re l'addestramento professionale per aiutare i me-no privilegiati e gli inabili, a sponsorizzare progettifinalizzati a combattere la droga e ad aiutare i gio-

vani, siamo anche attivi inprogetti di pace e di difesadell'ambiente. Questi sonosolo una parte dei grandiprogrammi che abbiamo,alcuni di questi contribuia-mo a realizzarli con inizia-tive locali. Come esempioricordo la raccolta degliocchiali usati che abbiamofatto a Sona nei mesi scor-si in collaborazione con laparrocchia."Parla con passione coin-volgente della sua attivitànei Lions, prima di chieder-gli i progetti a livello localemi incuriosisce sapere co-sa lo ha spinto ad entra-re nell'associazione."Per far parte dei Lions"-precisa Gibin -"bisogna es-sere presentati da un so-cio che già vi aderisce, poi

Lions Club: Bussolengo, Pescantina e SonaA

SS

OC

IA

ZI

ON

I

Page 53: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.53OTTOBRE2 0 0 5

forti principi etici e morali che impegna le profes-sionalità e le capacità dei suoi soci al sevizio diquanti hanno bisogno di aiuto e solidarietà perché,come dice il nostro presidente mondiale, la veravocazione dei Lions è servire".

Marco Aldrighetti

[email protected]

sare grandi progetti che poi caliamo nellocale con proposte ed iniziative concre-te".Quali sono i progetti che avete realizza-to recentemente?"Ricordavo prima la raccolta degli occhialiche si inserisce nella storica attività deiLions a favore dei ciechi sviluppata anchecon finanziamenti per l'addestramento dicani guida per i non vedenti; abbiamoaderito al progetto del dottor Tacconi sul-le adozioni a distanza; è stato realizzatoun service sulla prevenzione, ricerca e cu-ra del diabete; siamo coinvolti nel proget-to "Filo Continuo" che con la attivazione diuna casa-accoglienza si pone l'obiettivo diaiutare le famiglie con figli portatori dihandicap. Per finanziare queste iniziativeorganizziamo serate culturali con concertie spettacoli che permettono di coniugare cultura esolidarietà".Quali sono gli obiettivi che ti poni in questo annodi presidenza?."Ho due grandi progetti impegnativi, ambiziosi estimolanti: il primo è quello di attivare a livello lo-cale la "Sight First 2". Negli ultimi 10 anni abbiamorealizzato la "Sight First", una grande iniziativa suscala mondiale che prevede la ricerca, la preven-zione e la cura della cecità nel terzo mondo. ComeLions abbiamo raccolto 126 milioni di dollari inve-stiti tutti in questo progetto. Si sono ottenuti degliottimi risultati ma per non vanificarli è necessariorilanciare la seconda parte del progetto, e cioè la"Sight First 2". Il nostro club, nei prossimi mesi, sarà molto impe-gnato localmente nella raccolta di fondi per contri-buire a raggiungere questo obiettivo. Organizzere-mo varie iniziative di sensibilizzazione e più puntidi raccolta fondi, coinvolgendo anche i centri com-merciali chiedendo la solidarietà della gente. Cre-diamo molto in questo progetto e vorremmo chefosse condiviso da molti. Questo ci aiuterà anche a concretizzare il secondoobiettivo che è quello di renderci più visibili e piùconosciuti, togliendo quei pregiudizi di cui parlava-mo prima e presentandoci alla nostra gente perquello che siamo realmente: un'associazione con

Nella foto il presiden-te dei Lions MarcoGibin mentre presen-ta una iniziativa.

Visita ai graffiti di Monte Luppia

L'associazione "La Torre" di Palazzolo or-ganizza per domenica 20 novembre una vi-sita guidata ai Graffiti di Monte Luppia. Si parti-rà in auto alle ore 9.30 dalla piazza di Palazzo-lo (ci sarà la possibilità di passaggio per chi ha difficoltà) con destinazione Punta S. Vigilio.Da qui, una volta parcheggiati i veicoli, si prose-guirà a piedi per Torri del Benaco e Crero doveinizierà la visita ai Graffiti. Pranzo al sacco, ri-torno previsto per il pomeriggio.Per informazioni rivolgersi al numero 348-4043822.

MA

Page 54: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.54OTTOBRE2 0 0 5

XIII Anniversario della Baita Alpini di LugagnanoA

SS

OC

IA

ZI

ON

I

Come da tradizione degli Alpini la loro festa dell'Anniversario si è tramutata in un grande successo. In mo-do particolare quest'anno le cose sono state fatte alla grande in coincidenza dell'80° di fondazione del Grup-po. Infatti, fu nel lontano 1925 che un gruppo di reduci Alpini di Lugagnano della Grande Guerra si riunì per laprima volta in Associazione.La festa si è articolata in tre diversi momenti. Il venerdì con la serata culturale della quale diamo ampio reso-conto in un altro articolo di questo numero del Baco, il sabato con la serata folkloristico-canora e la domenicacon la festa delle Associazioni e l'arrivo della Magnalonga.Purtroppo il cattivo tempo ha fortemente condizionato l'andamento del-l'Anniversario in particolare la serata del sabato, che doveva realizzar-si all'aperto. Un tempo particolarmente inclemente con pioggia e freddoha tenuto lontano la maggior parte degli affezionati a questo appunta-mento, reso ancor più particolare quest'anno dalla presenza del coroMontegiogo, di Lugagnano Val d'Arda nel piacentino, frutto del rapportodi amicizia e gemellaggio tra i nostri Alpini e quelli piacentini.Il repertorio sarebbe stato notevole come pure la bravura peccato che èstata veramente dura sfidare il tempo quella sera. Nella giornata di do-menica gli Alpini hanno voluto ancora una volta dimostrare che la Baita elo spirito del Gruppo sono un patrimonio di tutta la comunità di Lugagna-no.Infatti si è fortemente voluto l'arrivo della Magnalonga in Baita, chiudendo la strada antistante la sede e ri-unendo tutti nel giardino della sede per offrire uno spettacolo del tutto eccezionale nella seppur brevissimastoria della marcia podistica-gastronomica. Gli Alpini hanno avuto la brillantissima idea di offrire lo spettacolo diun duo musicale per intrattenere i presenti in Baita. Idea riuscitissima vista che gli stanchi concorrenti han-no trovato energie da guiness dei primati nel ballare al suono di musiche anni '60-'70, al punto che, dopo cin-que ore che la band suonava nessuno voleva saperne di smettere. Una di quelle feste che sicuramente faràparlare per molti giorni ricordando ancora una volta la disponibilità degli Alpini. GDV

Una scintilla di Dio negli AlpiniL’anniversario del Gruppo Alpini di Lugagnano celebratoin una memorabile serata

EV

EN

TI

In occasione dell'ottantesimo anniversario di co-stituzione del Gruppo Alpini di Lugagnano e del tre-dicesimo anniversario dell'inaugurazione della BaitaMonte Baldo, il Gruppo Alpini ha organizzato un pe-riodo di festeggiamenti e di incontri che si sono te-nuti tra il 16 e il 18 Settembre. Una serata, quel-la di venerdì 16 settembre, molto particolare. Gliospiti sono tra i più autorevoli: il prof. Bozzini, au-tore del tragico resoconto della ritirata del "davai"(nel suo libro Neve Rossa) dove si raccontano lestorie degli alpini fatti prigionieri in Russia; il prof.Venturini, autore del libro La fame dei vinti cheracconta della prigionia in Russia e Luisa Vecchiato,moglie dello scrittore Alpino Giulio Bedeschi indi-menticato autore di quello che si può definire unbest seller, Centomila Gavette di Ghiaccio. Uomini chesono reduci dalla tragedia della campagna di Russia,

dove solo il 15/16% dei partiti è ritornato a casa.Un massacro dalle mille sfaccettature, ognuna diver-sa, ognuna drammatica. Rievoca mille ricordi il Prof.Bozzini. "Sono felicissimo di aver conosciuto la mo-glie di Bedeschi, uomo straordinario sempre presen-te nel nostro cuore. E il cuore vibra intensamente diemozione e commozione leggendo le pagine di Cen-tomila Gavette di Ghiaccio. Un ringraziamento dove-roso ai graduati, alle donne soldato e a quelli chehanno portato la penna. Mi tuffo volentieri nell'ab-braccio del Gruppo Alpini e dei suoi ottanta anni.Ogni assembramento di Alpini è un'occasione di bel-lezza e di nobiltà in un mondo fradicio di corruzionedi ogni tipo." "Ci sono uomini di spalle quadrate che rinvigorisconol'amicizia e contribuiscono alla solidarietà umana. Inun campo particolare gli Alpini sanno eccellere: ren-

Page 55: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.55OTTOBRE2 0 0 5

ma ci eravamo compor-tati sempre bene contutti… sono ritornatonel 1990 in quei luoghidove ero stato prigionie-ro e le donne russe ap-pena ci hanno visto han-no pianto di gioia. Eppu-re avevano dei figli o deiparenti morti per causanostra! Ma lo spirito al-pino non si insegna, sivive! E questo dimostraquanto spirito noi aveva-mo in quelle occasioni.Dopo la caduta dellacortina di ferro, molti do-cumenti sono venuti allaluce e hanno dimostratoche durante la prigioniasono morti quasi 60 milauomini… quasi il doppiodi quelli morti in guerra!E saremmo morti tutti seStalin non avesse datol'ordine di liberarci. Cihanno decimato, e il tifopetecchiale ha fatto il re-sto. Come si moriva l'horicordato nel mio libro.""Il KGB ha fatto una ricerca e l'Onor Caduti ha ripor-tato le cifre di quei periodi. Sono contento di esserequi per comunicarvele, per tutti quei ragazzi che hoseppellito che non pesavano più di 30 chili per glistenti e la malattia… Ecco un elenco dei morti in pri-gionia nei vari campi: 9192 i morti nel campo di Lam-pov; 4329 i morti nel campo di Vardovia; 4384 nelcampo di Tampov; 2241 nel campo di…" il prof.Venturini continua per minuti questo elenco conclu-dendo con il numero di deceduti in 200 campi piùpiccoli: 7241. Totale morti italiani censiti dai russi:più di quarantamila, a cui si aggiungono quellicon i nomi illeggibili ma italiani, i fucilati alla cattura, imorti prima del censimento; se ne possono calcolarealtri 20 mila, per un totale appunto di 60 mila. “I no-stri persecutori russi" continua Venturini "non ave-vano rispetto per la vita umana. C'era anche il canni-balismo. Pensate che appendevano i morti e ne face-vano uscire il sangue per berlo ancora caldo: eranoconosciuti come i bevitori di sangue; non solo, i russidi quei campi si mangiavano il fegato e la carne.Quando la pratica si stava estendendo e la notizia fucomunicata agli altri gradi russi, i comandanti varca-rono i confini di quei campi e fucilarono chi praticavaqueste cose. Io l'ho saputo da un alpino fuggiasco.Pensate, comunque, che con 40/50 sotto zero, i me-dici tedeschi prigionieri con noi calcolavano che i rus-

dere grazie ai caduti e ai dispersi; giovani che nellaprimavera della loro vita si sono immolati in un durodovere. Senza chiedere niente, hanno dato tutto! Cisono tre momenti che vorrei ricordare. Il primo mo-mento è la ritirata del Don. Iniziata il 17 Gennaio1943 si protrasse per centinaia di chilometri in unmare di ghiaccio senza rifornimenti, senza una qual-sivoglia tattica, senza muli, senza collegamenti conaltri comandi e reggimenti…frantumati sotto i tiri deikatiuscia. Gli Alpini hanno saputo costruire tanti mira-coli di amore. Portare un amico congelato, dividere leultime briciole di pane…Alpini che si sostituivano aimuli morti per portare avanti le slitte con le ultimescorte o con i feriti o moribondi…tutti coloro checercano di rompere il cerchio dei Russi…quantiframmenti di eroismo!""Il secondo momento è la battaglia di Nikolaijevka: laTridentina giocò la sua più tragica partita. Se l'avesseperduta non sarebbe rimasto più nulla degli Alpini.Ma il Generale Riverberi gridò l'attacco e gli Alpini siriversarono come un fiume contro i Russi. Molti Alpinidimostrarono di avere una scintilla lucentissima diDio: sono morti per gli altri perché abbiano la stradaspianata.""Il terzo momento è il martirio della prigionia. Nontanto per i 40 o 50 gradi sotto zero, né per la fameche ti fa impazzire, ma per il trattamento disumano ebestiale. Martirio che ha un effetto ancora più marti-rizzante: il fatto di essere vivo e di non poterlo direalla propria mamma; bastava dire "mamma sono vivo,ti bacio!", cinque parole che avrebbero portato la lucee la serenità. In prigionia pensavo al mio paese, Lazi-se, e al postino che alle 10 di mattina portava le let-tere alla mia mamma che trasaliva quando il postinoarrivava e che impazziva quando non aveva nulla dadarle"."Condivido tutte le parole del sottoufficiale Bozzini",conferma il Prof. Venturini, e continua "io ho fattocome lui la ritirata e siamo stati catturati più o menonello stesso periodo. Abbiamo fatto la prigionia. Deb-bo francamente dire che sono stato salvato dallemamme russe. Mi sono accorto che quella popolazio-ne ci ha ricambiato come poteva: se vedeva le nostremostrine ci faceva entrare, se invece erano tedeschiquelli che bussavano allora li lasciavano fuori! Spessoci dicevano che i tedeschi sono nemici, mentre gli ita-liani sono avversari. E per gli avversari si ha semprerispetto. Ho fatto 3 anni di prigionia e non ho avutovoglia di parlare di quel tempo per un lungo periodo.Poi, però, ho pensato che potevo essere fiero di averseguito gli ordini e che tutto quello che mi era capita-to doveva in qualche modo venire alla luce. La nostraoccupazione del suolo russo era impari: noi con i mu-li loro con i carriarmati. Ma gli alpini si sanno adatta-re. Abbiamo costruito bunker sotterranei con dentro imulini che macinavano la farina; avevamo anche lecucine e i camminamenti protetti nel sottosuolo…

Alcuni momenti dellaserata di venerdì 16settembre, alla BaitaAlpini di Lugagnano

Page 56: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.56OTTOBRE2 0 0 5

non le so, risposi al mio ufficiale. Hai tempo 24 ore,rispose lui. Ero straziato per questa richiesta: cosaavrei potuto fare. Ho pensato a lungo, ma le parolenon uscivano. E il tempo passava e mi preparavo alpeggio. Allora, ad un certo punto, dissi che era il ca-so di trovare uno stratagemma: mi ricordavo l'ariadella canzone, quello sì, quindi cominciai a scrivereparole che potevano adattarsi a quell'aria…e ci devoaver messo talmente tanta emozione che il coman-dante russo le apprezzò, e fui salvo!".È ora il compito del Prof. Venturini raccontare un epi-sodio. "La neve non disseta, questo si sa. Ne puoimangiare a chili ma avrai sempre la tua sete. Si dove-va allora cercare dei ruscelli, rompere il ghiaccio eprendere un po' di acqua col gavettino. Ma attenzio-ne a non toccare il gavettino mentre si beveva: a me-no 30 o meno 40 gradi se la bocca lo tocca, per ilfreddo questo rimane attaccato alla pelle!... E perquel freddo, mi venne in mente il trucco di mio nonnoper non far congelare i piedi mentre si cammina: stri-sciarli nella neve nudi finché non diventano rossi…mai usare l'acqua, e nemmeno l'acqua calda."Non c'è occasione che non dimostri la lealtà e lospirito degli Alpini e finché ci sarà qualcuno chelo racconterà, noi saremo lì a raccogliere quelle testi-monianze, a perenne ricordo di chi ha combattutoanche per noi. Viva gli Alpini.

Gianmichele Bianco

[email protected]

si ci davano cibo quotidia-no per appena 800 calo-rie!"Entrambi raccontano duefatti che lasciano intende-re altri aspetti di quellequotidianità così segnate."Vi voglio raccontare diquella volta che il capo delnostro campo, un russo,chiese al nostro ufficiale difarsi scrivere da qualcunoil testo completo dellacanzone O Sole Mio" co-mincia il Prof. Bozzini. "Bi-sogna che capiate che inquei giorni andavamo alavorare fuori all'apertocon 40/50 gradi sottoze-ro facendo turni di 8 ore:Dio ci perdonerà l'impre-cazione che abbiamo det-to in quei giorni: non fos-simo mai nati! Dura 12

ore il martirio: 2 ore di andata e 2 per il ritorno e 8ore per il lavoro. Quindi quando il mio ufficiale mi dis-se che non sarei uscito per il turno, quasi credevo almiracolo. Ma il prezzo da pagare era quello di scrive-re le parole della celebre canzone Oh Sole Mio. Ma

A.C. Lugagnano: un torneo a “Cinque Stelle”

ME

MO

RI

A

Abbiamo ripreso da poco l'attività agonistica, do-po la grave perdita dei Nostri ragazzi. Tutti noi,dirigenti ed atleti, sentiamo in modo palpabile laloro presenza, e questo ci dà una forza partico-lare nell'affrontare i nostri impegni sportivi. Allebacheche dei due campi da calcio, sono appese lefoto dei due Nostri Campioni, un modo molto sem-plice di averli sempre vicini. In collaborazio-ne con l'Assessorato allo Sport e l'Ammini-strazione Comunale, stiamo mettendo incantiere modi ed idee per l'organizzazionedi un importante trofeo calcistico intito-lato alla memoria delle Nostre "cinque stel-le". Non vogliamo comunque escludere nes-suna altra associazione del paese, da que-sta iniziativa, anzi, se qualcuno ha voglia dipartecipare e contribuire alla realizzazionedell'opera, verrà accolto a braccia aperte,anche perché l'intento è sicuramente quellodi ricordare i nostri ragazzi con spirito diamicizia e unione tra di noi tutti. Dal mo-

mento che serve molto tempo per fare tutto ciò,dobbiamo metterci subito al lavoro, quindi se desi-derate contattarci, potrete farlo direttamente, op-pure tramite il Baco. Nel ringraziarvi anticipata-mente tutti, per la collaborazione, vi saluto a no-me della Nostra società di calcio.

Claudio Panarotto

Foto Liber

Sopra Chiesara delGruppo Alpini di Luga-gnano con una donnacaporale del corpo degliAlpini. Sotto il caporalecon il Professor Bozzini.

Page 57: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Da ritagliare e consegnare presso l’Enoteca Fabiano di Sona.

Forse non tutti sanno (non lo sapevamo neppure noi del Baco)che dietro alcuni importanti appuntamenti di ballo che si svolgonodurante la sagra estiva di Lugagnano ci sia la passione e la com-petenza di Anna e Carlo, i due fioristi de L'Idea. Ad esempioil riuscitissimo momento con i ballerini e le ballerine brasiliane, im-mortalate pure sullo scorso numero del Baco, che si è tenuto ladomenica sera della sagra di luglio prende origine proprio daun'iniziativa dei due versatili fioristi, che contattando il RistoranteMaracanà di Lugagnano sono riusciti a far arrivare a Lugagnanoquello spettacolare corpo di ballo.Ma da dove proviene questa passione di Anna e Carlo? "Tutto nasce qualche anno fa - ci racconta Carlo - quando nella compagnia degliamici si decise di cominciare a ballare, frequentando dei corsi. Io, devo ammetterlo, ero molto restio, proprio non mi vedevo in quel ruolo.Poi invece vedendo i miglioramenti cominciammo ad appassionarci". " E ad un certo punto - interviene Anna - i nostri maestri ci proposerodi provare a gareggiare. Subito la cosa ci sembrò assurda, ma poi ci presentammo alla nostra prima gara e… vincemmo! Da allora abbia-mo ottenuto parecchi successi, come il primo posto nel campionato veneto nel 2001". "Da qualche tempo non balliamo più - riprende Car-lo - ma siamo rimasti molto legati a questa passione ed a questo mondo. Ed è per questo motivo che ormai da qualche anno collaboriamocon la Sagra di Lugagnano, offrendo di gestire in assoluta autonomia ed autofinanziandolo uno spazio di ballo. Che quest'anno appunto havisto protagonisti quegli spendidi ballerini brasiliani". Essendo andati a sentirli presso il loro negozio, nel centro di Lugagnano, non possia-mo fare a meno di notare la bellissima vetrina, dedicata alla Madonna di Fatima che nella prima metà di ottobre è stata oggettodi venerazione in paese in coincidenza con le Missioni. "Puntiamo molto sulle vetrine - ci dice Anna - la troviamo una forma di promozionee abbellimento per il centro del nostro paese. (NdR qualche anno fa hanno pure vinto in concorso nazionale per la migliore vetrina). Estiamo già pensando a quella che sarà la vetrina del prossimo Natale, ed invitiamo tutti a venirla a vedere". MS

Fiori e ballo, per passione

Page 58: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.58OTTOBRE2 0 0 5

Gli anni 1965-1970 a Sona (Seconda Parte)

I Paesi del blocco Comunista cercano nuove strade di autonomiada Mosca. In Italia inizia la lungaserie di attentati “neri” e “rossi”. A Sona si avvia lo sviluppo urbanistico

I quadernidella nostra StoriaOrigini, vicende, temi, problemi e percorsidella storia del nostro Comune

Prosegue con questo numero la rubrica “I quadernidella nostra storia”, raccolta di fatti e vicende, inqualche caso importanti, del passato civico del no-stro Comune, Sona. La nostra vuole essere una carrellata che va dalla fi-ne della seconda guerra mondiale al 1990. I nostriindirizzi sono a disposizione dei nostri lettori per ri-chieste specifiche sul passato o sul presente del Co-mune, richieste che gireremo ad ex-amministratori oad esperti per loro conto. Aprire un dialogo diapprofondimento ed informazione è il nostroobiettivo, per aiutare tutti noi a capire le vicende ci-viche che ci hanno portato al Comune che siamo eprospettandoci anche come vorremmo diventare. Lapartecipazione dei cittadini alla vita civica, manife-stata in qualunque forma, se qualifica chi sceglie diimpegnarsi, resta comunque un dovere importanteper tutti.

La Redazione

una grossa fetta del Bilancio, anche se le disponibilitàper opere pubbliche iniziavano ad essere interessanti.Il Reddito pro-capite del Comune di Sona nel 1970è di Lire 610.977 (rivalutato al 2001 è pari a Lire8.400.000) che rappresentava il 70 % del Redditomedio pro-capite Provinciale e Nazionale, " più pove-ro" quindi di un 30% sia della media della Provincia,sia della media nazionale. Il Comune di Sona infatti fi-no al 1966 fu inserito nell'elenco nazionale delle"aree depresse" con Sommacampagna, nella cinturadi Verona.

LE SCUOLE MATERNE NEL COMUNEFurono nominati per la prima volta nel 1969 dei Con-siglieri comunali quali rappresentanti del Comune neiConsigli di Amministrazione in tutte le Scuole materneparrocchiali (paritarie). Questa scelta si rese necessa-

I MEZZI ECONOMICIIl Comune per la propria attività doveva ancora conta-re soprattutto su entrate proprie, Imposta di Famiglia,Dazio e Sovrimposte, poiché le quote trasferite in"compartecipazione " dallo Stato erano ancora mode-ste. Il Bilancio del Comune del 1969 "chiudeva" a cir-ca £ 150 milioni (£. 2.2 Miliardi - £ 300.000 pro-capite a valore anno 2001). Ai nostri giorni i Bilanci"chiudono" attorno agli euro 18.500.000 (£.38 Mi-liardi - £.2.500.000/pro-capite).Esponeva Entrate correnti proprie per l'84%, mentrele rimanenti 16% erano quote ricevute dallo Stato. LeSpese correnti erano così ripartite: 28% per Perso-nale e spese di Amministrazione, 37% per operepubbliche ed il rimanente per le altre spese (Assisten-za, beneficenza, scuole, acquedotto, illuminazione edaltre). Assistenza e beneficenza assorbivano ancora

Settembre 1969. Inaugurazione della Casa del Bambinoa Lugagnano. Nel riquadro il Sindaco Scattolini.

Page 59: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Il corpo dei Vigili diSona negli anni ‘80.Costa Mario è il terzoda sinistra.

I QU

AD

ER

NI D

EL

LA

NO

ST

RA

ST

OR

IAria per la ragione che i contributi del Comune aqueste Scuole iniziò ad essere consistente. Si erapartiti da un contributo annuo di £. 1 milione, distri-buito in parti uguali fra i quattro Asili Parrocchiali, nel-la seconda parte degli anni '60 per giungere a valoridi £. 7,5 milioni nel 1973, £ 220 milioni nel 1985 pern. 350 bambini.A partire dal 1990 gli Asili Parrocchiali si ridussero atre per la chiusura di quello di Sona. I contributi nel1999 per i tre rimasti raggiunsero i £ 500 milioni pern° 320 bambini e sono stati sul Bilancio 2004 £.670milioni (euro 345.000) per n°350 bambini.A tali importi va aggiunto un 10/12% perché vengo-no forniti gratuitamente ai tre Asili gas ed acqua.Queste le presenze nelle Scuole materne nell'annoscolastico 2004-2005: Scuole statali, Sona 98 bambi-ni e Lugagnano 50; Scuole private, Lugagnano 200bambini, Palazzolo 87, S. Giorgio 77.I contributi a partire dagli anni '90 vengono erogatisecondo dei parametri legati al numero di personaledocente e ad alcuni spese essenziali.Anche l'Asilo nido "Sull'Arcobaleno", per bambi-ni da nove mesi a tre anni, a gestione privata di Lu-gagnano in funzione dal 1988 ha sempre ricevuto, ol-tre all'utilizzo dell'immobile di proprietà comunale deicontributi: £. 30 milioni il primo anno, £.190 milioninel 1999 e £. 280 milioni (euro 145.000) nel 2004,erogati con un parametro analogo a quello delleScuole materne legato soprattutto al numero di per-sonale qualificato ed alle spese di formazione dellostesso. Anche l'Asilo nido usufruisce dell'azzera-mento dei costi per i consumi del gas e dell'acqua.L'Asilo ospita, da quando si è trasferito nella nuovasede di Via Carducci, poco più di 50 bambini. A Sonala Scuola materna , con Insegnanti Religiose dell'Ordi-ne delle Sorelle della Misericordia è stata da sempregestito dall'ECA (Ente Comunale di Assistenza) e quin-di da un Consiglio composto da persone elette dalConsiglio Comunale.Nel 1990 l'Ordine delle Sorelle della Misericordianon fu più in grado di garantire il ricambio delle Reli-giose, si dovette passare ad una Scuola materna agestione statale, tuttora in attività.A Lugagnano l'Asilo è sempre stato a gestione par-rocchiale, con la presenza di Insegnanti Suore del-l'Ordine delle Comboniane; da anni vi è la pre-senza anche di Insegnanti laiche. Nel suo Consiglio diAmministrazione sono sempre stati presenti laici, ingenere genitori dei bambini frequentanti e dal 1969,come sopra detto, è presente anche un Consiglierecomunale.Dal 1999, è stata messa in funzione a Lugagnanouna seconda scuola materna, a gestione statale.A Palazzolo l'Asilo è sempre stato gestito dalla Par-rocchia con Insegnanti Suore dell'Ordine delleCarmelitane di S. Teresa (con tonaca marrone co-me i confratelli frati) e con la presenza nel Consigliodi Amministrazione di genitori e di un Consigliere co-

munale. A S. Giorgio l'Asilo è sempre stato Ente Mo-rale, gestito dalla Parrocchia, con Insegnanti Suoredell'Ordine delle Figlie di Gesù e laiche. EssendoEnte Morale il Consiglio Comunale di Sona dovettesempre nominare propri rappresentanti, non neces-sariamente Consiglieri comunali, a completamento delConsiglio di Amministrazione. Profondo è sempre sta-to il legame delle Religiose con il territorio e particola-re la dedizione che Le aveva portate ad interessarsidella nostra Comunità e non solamente ai bambini intenera età ed alle giovani nelle scuole di lavoro.L'impegno profuso è sempre stato ben compreso econtraccambiato con manifestazioni di affetto e "vici-nanza", da parte delle famiglie, soprattutto negli annidel dopoguerra difficili sul piano economico.

IL COMUNE SI MODERNIZZA CON NUOVI SERVIZIDurante il quinquennio il Comune si dotò di alcuni ser-vizi essenziali e, per il periodo, innovativi:LA VIGILANZA URBANAPrese corpo a partire dal gennaio 1966 un vero Ser-vizio di Vigilanza urbana. Si contattarono varie perso-na per l'incarico di Comandante e si giunse ad accor-darsi dopo alcuni colloqui-concorso con una personacon esperienza pluriennale nel corpo della Polizia diStato, interessato a tornare nel paese di origine. Co-sta Mario di Lugagnano, classe 1925, scomparsoda pochi anni, portò elementi importanti di professio-nalità nell'organizzazione del servizio, sia per quantoriguarda il traffico urbano sia per quanto riguarda ilcontrollo del territorio, anche nel campo dell'ecologia.Il fenomeno delle discariche abusive, seppure di mo-deste proporzioni, stava diventando importante pur inpresenza di un nuovo avviato servizio di raccolta deirifiuti urbani. Il Comandante Costa Mario aveva fre-quentato le scuole di Polizia di Roma e di Caserta edopo alcuni anni di lavoro quale poliziotto, in attivitàdi ordine pubblico soprattutto nella Capitale, passò al-

Page 60: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

frazione Lugagnano, ma è del 1971 e 1972 il veroavvio dei lavori. Il Consiglio Comunale deliberò scontisul prezzo da pagare per chi chiedeva subito l'allac-ciamento alla rete e condizioni di pagamento dilazio-nate, molto vantaggiose.L'iniziativa fu capita ed ebbe subito un grande suc-cesso. Alla rete del metano all'inizio del 1980 risulta-vano già allacciate 2.300 utenze pari al 74% delle fa-miglie (già con una rete di km.48), al 1988 3.746utenze; le utenze nel 1992 saliranno a 4.095 pari al93% delle famiglie.

LA RACCOLTA DELLE IMMONDIZIENel giugno del 1967 iniziò il servizio di raccolta esmaltimento dei rifiuti urbani. Fu un'operazione assaicomplicata per molteplici motivi prima fra tutti la resi-stenza dei cittadini per un servizio a pagamento cheritenevano di scarsa utilità. In effetti la quantità dei ri-fiuti erano modesti perché i prodotti alimentari eranovenduti ancora sfusi e molti cittadini disponevano dipiccole aree di terreno vicino alla propria abitazioneper scaricarli, senza grossi inconvenienti igienici.L'Amministrazione comunale aveva inoltre la difficoltàdi trovare operatori del settore, settore che nonsi era ancora organizzato e di reperire seppur minimispazi di discarica. Venne appaltato il servizio ad unprivato con carretta e cavallo per una raccolta speri-mentale con modesti risultati; si insinuava che eramaggiore la quantità di rifiuti che il gestore del servi-zio perdeva lungo la strada per raggiungere "ladiscarica" di quella che riusciva a portare. Il problematrovò adeguata soluzione quando si giunse ad orga-nizzare il servizio in Consorzio con altri Comuni ed acontratti con discariche autorizzate ed organizzate. Lequantità di immondizie che le nostre Comunità produ-cono sono enormi e solamente la raccolta differenzia-ta ha potuto dare una prima risposta al problema. Afronte di una quantità insignificante di immondizie pro-dotte nel 1967, quando si passò nel 1998 alla raccol-ta differenziata nel Comune di Sona si "producevano" iseguenti quantitativi di rifiuti urbani: Rifiuto organico22%, Carta 17%, Rifiuto verde/giardino 14%, Rifiutiingombranti 6%, Plastica e gomma 6%, Vetro 5%,Metallo 1%, Tessile e legno 1%, Altri indifferenziati28% per un totale di tonnellate 5800 annue (q.li 4,2anno per abitante).

AMMINISTRATORI QUINQUENNIO AMMINISTRATIVO 22/11/64 - 7/6/70Si votò per la prima volta con il sistema proporzio-nale per cui tutte le liste che raggiungevano un certoquorum erano rappresentate in Consiglio.Il sistema proporzionale avrebbe dovuto avvantaggia-re i partiti di minoranza; nel nostro Comune non fucosì. La DC passò da 16 Consiglieri con il sistemamaggioritario a 17 con il sistema proporzionale edinoltre riuscì ad entrare in Consiglio Comunale un solopartito di minoranza, quindi non cambiò sostanzial-

la Polizia Strada-le ed esercitòsoprattutto inLombardia equando arrivò aSona aveva giàventicinque annidi anzianità diservizio.Lasciò, per rag-giunti limiti dietà, nel 1990con il grado diBrigadiere.A partire dal1976, su richie-sta del Servizio,i Vigili urbani fu-rono autorizzatia portare armie per questomotivo fu stipu-lato un accordocon il Comune diVerona per l'ad-destramento ela pratica perio-

dica all'uso delle stesse presso il loro poligono.Ai nostri giorni il Servizio, che è diventato "Corpo" condelibera n° 105 del 23/12/02, è composto di noveelementi (tre donne) con a capo un Tenente e dis-pone di due automezzi attrezzati per il controllo dellaviabilità.

IL METANODOTTOSi deliberò di costruire il metanodotto. Prima del-l'avvio di questa iniziativa in tutti i paesi operavapiù di un distributore di gas in bombole. Tali "ri-venditori della bombola", su chiamata, accor-revano nelle abitazioni per cambiarle quando, sen-za alcun preavviso, si esaurivano. Il gas con bom-bole peraltro era utilizzato quasi esclusivamenteper i fornelli di cottura del cibo. L'utilizzo del gasper i riscaldamenti delle abitazioni, con grossi van-taggi per l'inquinamento atmosferico, iniziò dopo lacostruzione del metanodotto e l'avvio dell'eroga-zione del gas in tubo. Questa iniziativa impose unascelta preliminare molto importante, quella se ge-stire direttamente il servizio o appaltarlo ad unaDitta privata. Il Comune di Sona fu fra i pochi Co-muni in provincia che scelse di gestire diretta-mente il servizio e fu una scelta coraggiosa emolto utile per le casse comunali che realizzarononegli anni grossi introiti da questo servizio, purmantenendo basso il livello della tariffa pagata dalcittadini. Era il 16 novembre del 1969 quando fuposto all'ordine del giorno del Consiglio Comunaleed approvato il punto: Impianto metanodotto

Facincani Ivano, classe 1935Un Consigliere Comunale di Sona Capoluogo

Era titolare dell'Ufficio Postale di Sona quando fuproposto come candidato di Sona capoluogo per la D.C.per le elezioni del quinquennio amministrativo 1965-1970. Nativo di Villafranca, passato per motivi di lavoroa Chioggia e poi a Sona è stato un "prestito" alla politicaamministrativa della nostra Comunità. Dopo aver diretto

l'Ufficio postale di Sona,all'apertura dell'ufficioPostale di Palazzolonel 1967 accettò di tra-sferirsi ed andò in pen-sione dopo ben 25 annidi attività lavorativa inquella frazione. Ora viveed abita ancora a Palaz-zolo, in pensione, con la

famiglia ed ha un ricordo molto lusinghiero della no-stra Comunità sonense del lontano 1962, lui che prove-niva da altre esperienze lavorative in altri siti della no-stra Regione. RS

Page 61: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

mente nulla. Il Sindaco, pur indicato dalla lista in cam-pagna elettorale, veniva però eletto nella prima sedu-ta dopo il voto nel Consiglio comunale dagli eletti.

I RISULTATI ELETTORALI DEL 21 NOVEMBRE 1964Percentuale di votanti rispetto al corpo elettorale95,74%. Lista n°1 - P.C.I. 3,89% (Costituzione Socia-lismo); Lista n°2 - P.S.I. 14,61%; Lista n°3 - D.C.81,50%. Schede Bianche 4,45%, Nulle 0,92%.Il Consiglio Comunale risultò così composto:Sindaco D.C. SCATTOLINI CARLO - Palazzolo.Assessori Comunali DC: Tomelleri Giovanni - Vice-Sindaco - S. Giorgio, Benato Natale - Sona (dal7/11/65), Boscaini Angelo - Lugagnano, Foroni Gio-vanni Battista - Palazzolo, Girelli Gilio - Sona, Marche-sini Raffaele - Sona (fino al 7/11/65), Salvetti Renato- Lugagnano.Consiglieri Comunali DC: Benato Natale - Sona

Tomelleri Giovanni da San Giorgio in Salici

Ricordo di un bravo amministratore scomparso

Nasce a S. Giorgio nel 1920. Durante laguerra combatte sui fronti albanese e gre-co e vive momenti tragici negli scontri coni gruppi irregolari partigiani in quelle aree.Fatto prigioniero dagli inglesi termina laguerra nei territori ove dopo pochi anninascerà lo Stato di Israele e torna a ca-sa nel secondo semestre del 1945. Dipen-dente del Genio Civile, dopo la costituzionedelle Regioni lavorerà per quella Venetasempre nel settore delle infrastrutturepubbliche. Si sposa e dal matrimonio na-scono due figlie. Interessato al civico, so-prattutto per il proprio paese, nel 1951viene eletto nelle liste della D.C. e sarà no-minato Assessore per cinque legislatu-re, fino al 1975. Per due legislature saràanche Vice-Sindaco, unico caso nel dopo-guerra nel nostro Comune. Per anni fuPresidente della sezione Combatten-ti e Reduci di S. Giorgio. Muore nel1979 lasciando un ricordo indimenticabilequale Amministratore molto impegnato,ma nello stesso tempo sempre gioviale edisponibile. La Parrocchia, per il suo impe-gno civico, ha voluto ricordarlo assieme al-l'ex Sindaco Ledro sempre di S. Giorgio,del quale era stato per molti anni collabo-ratore prezioso nell'Amministrazione co-munale, iscrivendo il suo nome su duecampane che tuttora chiamano a raccoltai fedeli della frazione. RS

Cinquetti Pio, classe 1936Un Consigliere Comunale attento a tutte le Frazioni

Consigliere Comunale D.C. di S.Giorgio per il quinquennio 1965-1970, fu la dimo-strazione di come anche un Consigliere di frazione può interessarsi ai problemi ditutta la Comunità. Nativo, come tutta la famiglia di S.Giorgio, scelse di attivarsi nelcampo civico, a pochi anni dalla Laurea, convinto che si dovessero superare icampanilismi, ancora molto forti nell'attività amministrativa nostrana ed il potereugualmente molto forte della burocrazia, retaggio del periodo del Regime. Ci ricordache fu quello un periodo di passaggio nelle rappresentanze civiche: da presenze dirappresentanti di categorie, agricoltori, operai, artigiani si iniziò ad accogliere pre-senze di cittadini, come lui, che esprimevano interessi generali nella Comunità. Siinteressò del mondo agricolo che era molto importante, perché più del 40% dei cit-tadini viveva ancora in quel comparto, organizzando incontri informativi sui problemidella Cooperazione (Cantina Sociale e Mercato delle pesche) e sulle prospettive for-nite al settore da nuove leggi che stanziavano i primi contributi, dopo anni nei qualiComune e Stato "fornivano" quasi esclusivamente richieste fiscali in Imposte e So-vraimposte. Si interessò di problemi culturali e scolastici, questo soprattutto performazione professionale, in un periodo in cui iniziavano ad operare nel nostro Co-mune i nuovi plessi delle Scuole elementari e si stava parlando di Scuola media. Fu-rono però le Scuole materne il campo del suo maggior impegno in questo settore.Co- fondatore della Sede provinciale della F.I.S.M. (Federazione Italiana ScuoleMaterne) fu per decenni il Direttore delleScuole Materne del Comune di Verona (dapoche unità nei primi anni '60 a ben n°34 negli anni '90) e potè quindi mettere adisposizione dei nostri Asili esperienze esuggerimenti nei campi culturali - for-mativi, così come in quello dell'edilizia sco-lastica. Vive a Verona da molti anni, contre figli e molti nipoti ma "il cuore è sem-pre rimasto a S.Giorgio", ove si reca moltospesso anche per le parentele e le amici-zie sulle quali può ancora contare.

RS

(poi Assessore dal 7/11/65), Bombieri Aldo - Luga-gnano, Boschetti Attilio - Lugagnano, Cinquetti Pio -S. Giorgio, Facincani Ivano - Sona, Giacomelli France-sco - Palazzolo, Guglielmi Silvio - Lugagnano, Simo-netti Eugenio - Lugagnano, Tacconi Palmarino - Tinelli Dario - Palazzolo,Consiglieri di minoranza PSI: Dolci Arnaldo - So-na, Venturi Isidoro - S. Giorgio, Vincenti Vittorio - Pa-lazzolo. Il Consigliere del PSI eletto, Cordioli Gelminodi Sona dovette dimettersi, lasciando il posto a Ven-turi Isidoro di S. Giorgio per incompatibilità per pa-rentela con il consigliere DC Benato Natale.

Renato Salvetti

con la collaborazione di CINQUETTI Brunogià Vice-Sindaco del Comune di Sona

Un ringraziamento al Sindaco Bonometti Flavio ed al Segretariocomunale Benvenuti Roberto che ci hanno autorizzato l'accessoai dati dell'archivio comunale per alcune doverose verifiche.

Page 62: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.62OTTOBRE2 0 0 5

Incontriamo in questo numero un ragazzo di Luga-gnano, Vittorio Caliari, che qualche mese fa ha vissu-to l'intensa esperienza del pellegrinaggio a Santiagode Compostela assieme alla sua fidanzata.

Ciao Vittorio, vuoi raccontare ai nostri lettoricome hai avuto l'idea di intraprendere questoviaggio?Tutto è partito da alcuni amici della mia ragazza chehanno fatto questo viaggio prima di noi, vedendo leloro foto e ascoltando i loro racconti, abbiamo pen-sato…perché no?

Come vi siete preparati fisicamente primadella partenza? Dove avete trovato le infor-mazioni necessarie? Per quanto riguarda l'allenamento fisico, qualche me-se prima della partenza ho fatto un po' di spinning in

palestra perpreparare legambe e ipolmoni allafatica chestavo per af-frontare.Oltre ai con-sigli degliamici la piùgrande risor-sa per repe-rire informa-zioni è inter-net, esistonomolti siti che

forniscono tutti i dettagli per affrontare il viaggio nelmodo corretto (uno dei più affidabili è www.pellegri-nando.it). Così abbiamo scoperto che prima di parti-re ci si deve munire della "Charta del pellegrino"(NdR ne parleremo ampiamente nel prossimo nume-ro) su cui verranno posti i timbri ogni qual volta ci siferma durante il percorso; una volta arrivati alla Cat-tedrale di S.Giacomo ("Iago" è la traduzione spagnoladell'italiano Giacomo) si consegna la Charta con i vari"sellos" (cioè timbri) e si riceve la "Credencial", il do-cumento ufficiale del pellegrino.

Puoi spiegare ai nostri lettori in cosa consitequesto pellegrinaggio, quanto è lungo, chefatica comporta?Sì certo! Il cammino verso Santiago si può effettuareseguendo più percorsi stabiliti nel corso dei secoli, a

In bici a Santiago de CompostelaCronaca di un viaggio affascinante, tra avventura e fede

AV

VE

NT

UR

E

seconda del luogo di residenza: quindi esistono lavia francese, quella inglese, quella del Nord ecc. Ilviaggio che a partire dal 1300 è stato effettuato damigliaia di uomini e donne si può effettuare a piedi,in bicicletta o a cavallo.Noi abbiamo scelto di farlo in bici e di percorrere lavia francese, che parte da Roncisvalle ed è lungacirca 800 Km.

Quindi un bel giorno siete partiti da Luga-gnano…Siamo partiti da qui il 25 giugno caricando le nostrebici sulla mia macchina e abbiamo percorso i 1300Km fino a Roncisvalle. Lì abbiamo parcheggiato esiamo partiti il giorno seguente di buon ora. Il no-stro programma era di percorrere 80 Km ogni gior-no, così da arrivare a destinazione 10 giorni dopo.

Ma non c'è il rischio di perdersi? Avevate car-tine, navigatori?Niente di tutto questo perché smarrire la strada èquasi impossibile. Tutto il percorso è chiaramentesegnalato dal simbolo del pellegrino, la conchigliagialla. Esistono migliaia di cartelli stradali e anchesulle strade più impervie c'è sempre una freccia gial-la, anche fosse un po' di vernice sul tronco di un al-bero o sull'asfalto che ti indica la via.Ogni 10 km circa poi, come ti spiegavo prima, c'èuna chiesa o un punto di sosta dove ci si deve fer-mare per ricevere il "sello" sulla propria Charta, cosìsi ha la prova che si è passati di lì.

Vittorio mi mostra la sua Charta, e devo am-mettere che alcuni timbri sono veramentebelli, oltre ad essere una testimonianza rea-le del lungo viaggio che ha intrapreso. Matorniamo al viaggio. Per dormire e mangiarecome avete fatto?Anche in questo caso il Cammino è perfettamente or-ganizzato. In ogni città importante ci sono le "casedel pellegrino", strutture molto semplici, simili a degliostelli dove si mangia e si dorme a prezzi molto con-tenuti (8 euro a notte).L'unica condizione per accedervi è quella di arrivareentro le 20.30, di non trovare già tutti i posti esauriti(a noi non è mai capitato ma so di persone costrettea dormire nel giardino antistante) e di lasciare la ca-sa entro le 8 del mattino seguente.

Beh, non si può tirare tardi la sera, né dor-mire un po' di più il mattino…ma non è un

Alcune foto scattatedurante il pellegrinag-gio a Santiago deCompostela.

Page 63: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Ora mi deviparlare del mo-mento dell'arri-vo, chissà chesoddisfazione!Sì, davvero è stataun'emozionegrande, perché gliultimi chilometri sifanno in un boscoche permette discendere dolce-mente verso San-tiago. Ad un certopunto si incontra il monumento dedi-cato a papa Giovanni Paolo II, anchelui pellegrino nel 1983, e poco dopo sivede verso il basso l'immensa catte-drale. A questo punto siamo entrati e,secondo la tradizione, abbiamo ap-poggiato la mano sulla colonna chedovrebbe recare l'orma di san Giaco-mo, eravamo stanchissimi ma davverofelici. Durante la successiva S.Messa vengono saluta-ti e applauditi i pellegrini che sono arrivati quel gior-no, per cui abbiamo avuto anche il nostro momentodi gloria!

Un'ultima domanda per concludere questoaffascinante racconto…lo rifaresti?Credo che farei passare un po' di tempo, però chi losa magari fra qualche anno, se la mia ragazza (NdRche ora è diventata suamoglie) è disposta a se-guirmi…

Veronica Fenzi

[email protected] CORNICE

di Elena---

Stampe AnticheCornici

Specchi d'epoca Vetri dipinti

Via di Mezzo, 837060 LugagnanoTel. 045 514456

tour de force troppo faticoso?Ti assicuro che dopo 80 Km in bici restano davveropoche energie per poter pensare ai passatempi.Inoltre il partire presto la mattina ci dava la possibili-tà di ricavare un po' di tempo per visitare le città piùbelle durante il giorno.

Quali sono i luoghi più interessanti che haivisitato?Il percorso è così lungo e pieno di storia che è diffi-cile scegliere una città rispetto ad un'altra.Posso citarti Pamplona, che ricordo in modo specia-le perché siamo arrivati proprio mentre si svolgeva-no i preparativi per la grande sagra di S.Firmino(durante la quale si tiene la celebre corsa dei torinelle vie della città), ma anche Estella, Leon, Burgos,centri medioevali ricchi di storia. Ma anche da unpunto di vista naturalistico questo viaggio mi ha re-galato grandi emozioni, perché spesso attraversava-mo per ore zone di campagna con immensi campi digrano, oppure colline verdissime o ancora i Pireneida cui ho visto paesaggi al tramonto mozzafiato.

Un quadro idilliaco, ma dimmi la verità, nonavete mai avuto un momento di crisi o qual-che imprevisto?Sì certo, i primi giorni sono stati duri soprattuttoquando abbiamo affrontato le salite più difficili, per-ché il caldo e la fatica mi sembravano insopportabili.Ricordo bene che ci sono stati istanti in cui mi sem-brava di non farcela, in cui pensavo che forse sareb-be stato meglio tornare a casa, ma in quelle occa-sioni mi ha aiutato molto vedere la mia ragazza da-vanti a me che pedalava o incontrare altri pellegriniche mi salutavano o solo mi sorridevano. Ad un cer-to punto abbiamo conosciuto una coppia di signoridi Modena e abbiamo deciso di proseguire assieme,così un po' la compagnia, un po' il corpo che inizia-va ad abituarsi alla fatica hanno reso il tutto menostancante.

Page 64: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Una foto originale per il Baco!Mandateci i vostri scatti

E' questo il nuovo concorso che coinvolgerà la comunità di Sona nel 2005 e2006. Avete una foto particolare che ha qualche riferimento con le nostreFrazioni? Qualcosa di curioso ed unico? Vi siete mai fotografati con il Baco o con uno dei nostri gadget (borse, ma-gliette ecc.) in un luogo originale o esotico? Fate uno scatto e inviatecelo.Sarà un piacere pubblicarlo.A fine 2006 poi andremo a realizzare la classifica delle migliori ed originalifoto, con tanto di premio. Attendiamo vostre foto, con una riga di descrizione,all'email [email protected] oppure alla sede de IlBaco da Seta, via Beccarie 48, 37060 Lugagnano (Verona). Pechino, Cina

Luisella Mazzi di Lugagnano

Pechino, Cina Renato Salvetti di Lugagnano

Perugia EurochocolateUn gruppo della Noi Associazione di San Giorgio

Verona - Thatiana ed Elena

Ironman - Isola d’ElbaPaolo “Papo”Bendinelli di Lugagnano

Sequoia National

Park - USAFoto di Silva-

no Pasquali

Confine austriacoFilippo, Sofia, Nicolò, Francesca ed Arianna

Page 65: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Paurnu, EstoniaIl gruppo della Parrocchia di Lugagnanonelle Repubbliche Baltiche.

AlbaniaLuca Mazzi diLugagnano

New York, USA Beatrice Costa e Federica Mazzi di Lugagnano

Washington, USAFamiglia Fasoli eFamiglia Costa

Papa Benedetto XVI, Colonia, megaschermo durante la Messa.Gruppo di Lugagnano

Montepulciano, Toscana.Amatori Calcio di Mancalacqua in ritiro precampionato.

Page 66: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.66OTTOBRE2 0 0 5

Rosenheim,Germania Gruppo Peldoca diLugagnano

Isola dei Fenicotteri - Djerba Luca Chiamenti e Nicoletta Adamoli

Santa Maria di LeucaAleardo“Fire” Faccincani diLugagnanoCastelnuovo.

Rappresentazionedella raccolta dellaseta. Nei cesti èpresente il Baco,quello vero!

Studio di Telenuovo.Gianluca Vighini eAlessia Adamoli diLugagnano

Page 67: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

Carissimi amici,un caro saluto dalla Guinea Bissau. E' già passato più di un anno dal nostroarrivo a Bafatà e vogliamo condividere con voi la nostra esperienza. Il nostrooperare ci vede impegnati a servizio del Vescovo mons. Zilli e della sua Diocesidi Bafatà in alcune attività. Nella città di Bafatà stanno continuando i lavori disempre con l'Economato, l'archivio e le opere di costruzione per la casa delVescovo e la Curia. Inoltre continua la nostra collaborazione con il Centro diRecupero Nutrizionale per i bambini denutriti di Bafatà. Oltre a seguire il recu-pero di alcune sale per rendere più dignitoso e accogliente il Centro, stiamo la-vorando con il personale locale nella riorganizzazione della Vigilanza Nutrizio-nale. Sono stati scelti tre villaggi e tre quartieri da monitorare periodicamentepesando i bambini da 0 a 5 anni tenendo così sotto controllo i casi di malnutri-zione che, se presenti, vengono successivamente seguiti presso il Centro Nu-trizionale di Bafatà. Oltre a questo il Vescovo ha chiesto la nostra collaborazio-ne con la Caritas Interdiocesana a Nhabijao, tabanka poco lontana da Bafatàdove si svolgono corsi di formazione per i giovani guineani. Tre settimane fa abbiamo organizzato il corso di artigianato: un vero successo!Un gruppetto di ragazzi e di donne, di Bafatà e di un'altra cittadina, hanno di-mostrato interesse e voglia di costituire due piccoli gruppetti di lavoro nellarealizzazione di tovaglie, magliette, tessuti vari tinti con la tecnica tye-dye (tec-nica tipicamente africana di tintura dei tessuti) seguendo questi piccoli grup-petti di lavoro per formare delle piccole associazioni di produzione (…per chifosse interessato si possono acquistare!). Marco gestisce dei corsi di "Cidada-nia" (educazione civica e politica). Soprattutto in questo periodo di fermentopolitico è urgente risvegliare le coscienze per sensibilizzare i giovani ad esserecittadini responsabili. Non si vuole fare propaganda politica, ma solo aiutarli acapire quanto importante è il voto, la democrazia… formare uno spirito criti-co! Il tutto grazie a formatori locali che tengono gli incontri con vivacità e com-petenza. Il Vescovo Zilli ci ha affidato poi altre due incombenze. La prima è di curare l'andamento di una scuoletta in una tabanka che si chia-ma Samba-Silate. La scuola stava chiudendo e ci è stato chiesto di organizzareun gruppo di gestione che si prenda carico di tutto: le immatricolazioni deglialunni (circa 120), i professori ecc. Quindi abbiamo iniziato con le innumerevoliriunioni con gli homem garandi e con tutta la Tabanka per creare questo grup-po di gestione e organizzare il prossimo anno scolastico. La seconda è di accompagnare le suore di Contuboel, un altro villaggio a circaun'ora da Bafatà, in un progetto fatto dalla Rete Guinea Bissau che prevedeuna serie di incontri di formazione rivolti alla gente della tabanka e delle ta-banke vicine specialmente per sviluppare e sostenere il ruolo della donna.Questo concretamente è il nostro operare fatto di incontri con la gente, di con-divisioni di esperienze, di toccare con mano realtà che ti mettono alla prova.Mettono alla prova la nostra pazienza, il nostro senso di sacrificio, il nostro es-sere testimoni del Vangelo. Ed è in queste realtà che entriamo in contatto condonne e uomini di speranza. Tante persone che lottano per un Paese afflitto

da instabilità politica, dove chi go-verna pensa solo al proprio benee alla propria "pancia". Chi lottaper la giustizia, la pace, per l'one-stà è esempio di speranza perchéun mondo un pochino migliore èpossibile. Tutti i giovani che parte-cipano agli incontri di formazionepolitica di Nhabijon sono giovani disperanza perché si legge in lorol'entusiasmo nel voler costruire unfuturo migliore per questa terrache amano, ma che spesso è leistessa schiava della corruzione,dello sfruttamento, schiava di chi,più in alto di lei ha già deciso dache parte deve morire. E' questo iltempo in cui la Guinea Bissau è martoriata da un'epidemia di colera. Sappiamodi medici che spendono le loro giornate nella sensibilizzazione alla prevenzio-ne e alla cura dei malati per arginare le emergenze, di giovani che porta aporta puliscono le strade e si fanno portavoce della sensibilizzazione. Per noianche loro sono donne e uomini di speranza. Ed allora anche noi qui, nellagrandi difficoltà ed incomprensioni di questa esperienza missionaria, proviamoad essere uomini e donne di speranza. Uomini e donne che credono che nell'altro vicino a noi c'è il volto di Cristo, no-stro fratello, che cercano di testimoniare il Vangelo con la vita fatta di piccolecose, con le rinunce e i sacrifici che questa gente ti chiede, o meglio che non tichiede ma ti impone con la loro quotidiana lotta per la sopravvivenza.Bafata' 06.09.2005

Marco e Chiara ZampeseVolontari di Lugagnano in Guinea Bissau

La lettera: “Servono uomini e donne di speranza”

Page 68: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.68OTTOBRE2 0 0 5

Lugagnano, sabato 10 settembre 2005

W GLI SPOSIIn questa società che, a detta degli esperti, è così incrisi di valori, dove la superficialità e l'individualismosuperano la voglia di stabilità e di famiglia eccoche… qualcuno si sposa! Bene! La voglia di tranquil-lità affettiva è finalmente arrivata per costruire un fu-turo insieme alla persona del cuore. E così si arrivaal giorno più bello della vita preparando tutto concura perché deve essere ricordato da parenti edamici per sempre.L'altra faccia della medaglia del matrimonio è fattoda persone che lavorano. Pensiamo agli abiti, ai fiori,alle bomboniere al fotografo al ristorante e al "rinfre-sco". Sì! Tutte queste persone lavorano al meglioperché il giorno del matrimonio sia perfetto! E così,dopo ripetute visite nei negozi, ci si accorda per unadeterminata soluzione.Arriva il fatidico giorno e il "rinfrescante" (colui cheprepara il rinfresco) va al lavoro di notte per prepa-rare tutto freschissimo e curato nei minimi dettagli. Sifa la consegna a casa per evitare perdite di tempoprezioso a tutti! si carica tutto sulla macchina e via…a casa della sposa! Ma… e qui viene il bello sembrava essere a scherzia parte. Un attore di qua, una telecamera di là, unfotografo su, un pasticcere giù… eh sì! Perché l'ac-cordo era stato solo verbale ma si sa che "carta can-ta e villan dorme".L'accordo precedente della preparazione di un suc-culento rinfresco non timbrato o firmato, perché dapersone oneste e lavoratrici, si fa sempre riferimentoalla parola data, era stato rifiutato al momento dellaconsegna e ci si è ritrovati con un rinfresco che nes-suno più voleva. Il totale e assoluto disprezzoper le persone, per il lavoro, per chi si è datotanto da fare per creare una tessera del gior-no più bello, gettato alle ortiche senza motivoe senza spiegazioni. L'impegno e la serietàdel nostro lavoro così falsamente ripudiati, ol-tre la rabbia fa provare tanta amarezza, ilgiorno più bello deve essere bello anche perchi viene invitato al lavoro di preparazione. Illavoro dell'uomo quando è onesto non è maisprecato e anche se con l'amaro in bocca ab-biamo gridato e brindato: W gli sposi!!!

Pasticceria Delizia di Daniela,

Gianfranco e Marco

Lettere al giornale o se preferite

[email protected]

LA C

OR

RIS

PO

ND

EN

ZA

Il Com

itato

di R

edaz

ione

gara

ntisc

e la

pubb

licaz

ione

degli

elab

orat

i che

veng

ano

inviat

i al p

eriod

ico e

che

appa

iano

rives

tire

un q

ualch

e int

eres

se p

er i

letto

ri, fa

ttase

mpre

salv

a la

poss

ibilità

di e

sclud

ere

i tes

ti in

cont

rasto

con

il nos

tro S

tatu

to. I

lCo

mita

to d

i Red

azion

e no

n è

da co

nside

rars

i res

pons

abile

a n

essu

n tit

olo d

el co

n-te

nuto

ideo

logico

deg

li elab

orat

i pub

blica

ti ne

lla ru

brica

dell

a po

sta. I

testi

sup

e-rio

ri all

e 20

righ

e po

trann

o es

sere

tagli

ati.

Un pensiero di bontà

Sono contento ed orgoglioso di aver prestato serviziocome bidello alle Scuole Medie di Lugagnano, dal 1982al 1992. Nonostante la differenza d'età ho avuto la for-tuna di vivere un rapporto speciale con tutti i ragazzi,fondato sull'amicizia e sul rispetto. Benché sia trascorsomolto tempo dal mio congedo in pensione, ritrovo anco-ra nei ragazzi di allora, ormai giovanotti o adulti, il sor-riso e l'amicizia di un tempo. Li ringrazio per l'affettoche ancora mi dimostrano e che considero uno dei re-gali più belli. Auguro a loro un felice futuro e nonostan-te le difficoltà spero sappiano apprezzare i doni della vi-ta. Sergio Turrini

Nella foto Sergio Turrini con una delle numerosissime classi conosciute durante il suo suo servizio.

Da Lugagnano a Roma, in bici

Lo scorso settembre Gabriele e Filippo Mazzi diLugagnano, hanno affrontato l’avventura di raggiun-gere Roma in bici. Un viaggio affascinante durato unasettimana e che non ha mancato di riservare moltesorprese e qualche piccolo imprevisto. Nella foto pa-dre e figlio in piazza San Pietro, al termine di unapedalata di più di 500 chilometri.

Page 69: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.69OTTOBRE2 0 0 5

giapponese!!! sì non stiamo scherzando. Due bra-vissimi maestri di Kendo si sono prestati per farimparare delle mosse ai bambini facendo loro im-pugnare le tradizionali spade di legno!Ma di certo non è finita qui! La prima settimana ibambini più piccoli hanno potuto compiere un'av-venturosa passeggiata per il paese fino alla Casci-na, mentre i più grandi hanno pedalato fino al Ma-maor con il mitico Guerrino e la sua Vespa 50special ! Nelle altre due settimane i bambini si so-no divertiti a tuffarsi nelle piscine del Pico Verde ecercando di affogare gli Animatori.L'ultima settimana è stata quellapiù dura dal punto di vista orga-nizzativo perché bisognava prepa-rare lo spettacolo della serata fi-nale. Mentre i redattori del giorna-lino sudavano per riunire in 12 pa-gine le impressioni dei bambiniraccolte durante il Grest, i gruppicontinuavano a provare e riprova-re balletti e scenette e alla fine ilrisultato si è visto (a parte qual-che problema audio)! Alla seratafinale ha partecipato anche ilgruppo delle medie che si è esibi-to in uno spettacolare balletto rea-lizzato nell'unica settimana a lorodisposizione. Insomma, la soddi-sfazione è stata tanta e il Grest èandato per il me-glio! Vorremmoche il Grest2006 sia più ric-co di bambini maanche di animato-ri!!! Quindi fatevisotto! Arrivedercial Grest 2006!

Matteo

Granuzzo

E anche quest'anno, con la serata finale svoltasi il22 luglio scorso, si conclude felicemente il Grest diS. Giorgio in Salici. Non ce ne stavamo quasi ac-corgendo, ma quest'anno è stato il 25° grest cheS Giorgio ha vissuto. E questi 25 anni sono statipremiati con un'affluenza senza precedenti! Sepensiamo alle poche decine di bambini che anima-vano i primi Grest e a quelli che lo hanno animatoquest'anno (82 bambini delle elementari e30 delle medie!!!), possiamo comprendere co-me gli sforzi degli animatori non siano stati vani ecome i bambini e ragazzi apprezzino questo mo-mento come un'opportunità di incontrarsi e diver-tirsi. Noi animatori ci auguriamo che i numeri conti-nuino ad aumentare anche se consci della difficoltàdi tenere a bada un esercito del genere!Tutto questo deriva da una preparazione che iniziadiversi mesi prima del Grest, quando gli anima-tori si incontrano almeno una volta la settimana edalle numerose riunioni organizzative anche du-rante i giorni del Grest. Il tema proposto quest'an-no aveva come titolo "Bon Bon Island". Un'isoladevastata da un cataclisma e dove 4 ragazzi si ri-trovano scoprendo che, per sopravvivere, c'è biso-gno di collaborazione e amicizia. Un esperi-mento curioso e che ha funzionato a meraviglia, èstato quello di raccontare la storia per mezzo dipiccole scenette all'inizio di ogni giornata. Questoha da subito reso attenti e curiosi i bambini chenon vedevano l'ora di sapere cosa sarebbe suc-cesso il giorno dopo! L'organizzazione di base èsempre stata quella adottata negli anni precedenti:i bambini delle elementari sono stati suddivisi intre gruppi. I più piccoli chiamati Delfini, i mediL'Isola Tropicale, i grandi nominati Le Noci diCocco. All'inizio di ogni giornata i bambini canta-vano l'inno, osservavano le scenette e si divertiva-no partecipando ai giochi di accoglienza. Successi-vamente ogni gruppo si riuniva nella propria aulaper riflettere sul significato di ogni scenetta e percostruire stupendi lavoretti! Dopo questa sudata, ibambini, divisi in quattro gruppi sempre fissi nelletre settimane, giocavano nel salone della scuolaelementare sfidandosi per conquistare il premio difine settimana: le caramelle! Dopo un po', visto ilcalo di energie, divoravano la merenda e poi tuttiinsieme al campo parrocchiale per giocare fino allafine! Naturalmente il Grest è stato contornato danumerose attività che lo hanno reso veramentespeciale. Oltre all'abituale cucina, dove i diversigruppi di bambini, a turno, preparano la merendaper gli altri, alla scalata e alla pittura del murales,quest'anno i bambini hanno provato la scherma

Grest 2005 di San Giorgio: Bon Bon Island ES

TA

TE

Stampato con il contributo del

Page 70: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.70OTTOBRE2 0 0 5

bria, l'accoglienza dell'altro senza discriminazioni, miè sembrato subito il luogo, anche fisico, per tentaredi vivere quelle intuizioni, sensibilità, preoccupazioniche avevo. Quindi, fondamentalmente, la scelta di en-trare in Emmaus nasce da una motivazione religiosa,cristiana.L'altra è più una motivazione politica-sociale. Mi da-vano fastidio le tante discussioni di allora sugli ope-rai, i poveri (... erano gli anni delle grandi manifesta-zioni, dei proclami) ma tutto restava ad un certo li-vello. I politici non facevano il "salto", un po' comesuccede adesso: è più facile denunciare che tradurrepoi i principi in fatti e coinvolgersi personalmente.Per cui vivere in una comunità di poveri, di esclusidove si condividono i problemi quotidiani poteva es-sere un modo concreto di vivere queste tensioni. Misembrava una risposta necessaria e coerente conquello in cui credevo.Credo anche oggi che sia necessario realizzare uncambiamento profondo nella storia. Ciò può avvenirea partire dalle persone più emarginate che siano inEuropa o nel sud del mondo nella misura in cui que-ste trovano coscienza della loro dignità, dei loro di-ritti e doveri; è possibile pensare ad un cambiamentoin cui i beni, le ricchezze, le opportunità per una vitadegna non sono solo appannaggio di pochi ma sonoper tutti.Ecco la mia scelta Emmaus.

Cos'è Emmaus, come è nato e come si è dif-fuso in tutto il mondo?E' un'esperienza un po' particolare. Uno riesce a ca-pirla in profondità solo se ci vive dentro.Emmaus è nato per caso, non è nato in seguito aduna riflessione di un gruppo di persone che si sonoriunite per cambiare la società. E' il caso di dire cheil Movimento Emmaus è nato da una persona attentaalle situazioni che lo circondavano, che non dava perscontato quello che succedeva, non lasciava mai ca-dere nel vuoto i messaggi di aiuto delle persone cheincontrava.Questa persona e' l'Abbé Pierre, tuttora vivente (ha93 anni): un prete diocesano della Diocesi di Greno-ble (Francia) e che oggi vive alla periferia di Parigi.Per varie vicende personali si trovò, durante l'ultimaguerra, a condividere la lotta dei partigiani e perquesto aveva aiutato varie persone a trovare rifugioin Svizzera. Ha aiutato anche il fratello di Charles deGaulle a fuggire dalla Francia. Ad un certo punto del-la sua storia partigiana fu costretto a scappare dalsuo Paese e riparò in Marocco al seguito dell'eserci-

Come annunciato negli scorsi numeri, tutto il ricava-no dell’iniziativa Lugagnano 2005: per non dimenti-care a favore delle popolazioni asiatiche colpite dalloTsunami del dicembre 2004 verrà versato ad Em-maus per iniziative di solidarietà concrete e specifi-che. In questo numero siamo andati ad incontrare ilfondatore di Emmaus, per capirne meglio attività e lefinalità.Renzo Fior è nato a Lugagnano nel 1946. Nel 1976a Verona entra a far parte del Movimento Emmaus e20 anni fa fonda una comunità a Villafranca. Sonostate trecento le persone che hanno trovato acco-glienza in questa comunità in tutti questi anni. Attual-mente Renzo, che dal 1999 è presidente internazio-nale del movimento Emmaus, con la moglie e i due

figli, condivide la vita comunitaria e il lavorocon 30 comunitari. La comunità si finanziacon la raccolta di carta, ferro, mobili vecchi,con la pulizia di soffitte, cantine. Quello che

può essere recuperato viene esposto nel mercatinosolidale dell'usato presso la comunità in località Em-maus a Villafranca

Renzo Fior, puoi dirci come hai conosciuto ilMovimento Emmaus e perché l'hai fatto di-ventare la tua scelta di vita?Questa domanda mi fa tornare indietro di 30 anni.Sono fondamentalmente due i motivi che mi hannospinto a lavorare ad Emmaus. Innanzi tutto mi sem-brava importante concretizzare idee e intuizioni chenell'ambiente cattolico dal quale venivo erano condi-vise da molti. Erano idee che parlavano di solidarie-tà, condivisione, servizio ai poveri, scelta preferen-ziale dei poveri. Ricordiamoci che trenta anni fa vive-vamo il dopo Concilio. I documenti, le riflessioni delConcilio hanno influenzato persone di più generazio-ni e la sottolineatura forte della condivisione, dellasolidarietà e di una vita sobria erano elementi impor-tanti. Per cui una volta conosciuto il Movimento Em-maus, il quale proponeva una vita comunitaria, so-

Incontro con Renzo Fior di EmmausContinua il percorso di “Lugagnano 2005: per non dimenticare”

VO

LO

NT

AR

IA

TO

Renzo Fior e il mercati-no della Comunità Em-maus di Villafranca.

Page 71: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

più nell'inver-no del '54quando moltepersone acausa deglisfratti e dellamancanza diabitazioni ri-schiavano suiboulevards diParigi di mori-re assiderate.Una notte, du-rante il giro che l'Abbè faceva coi suoi compagnonsper ristorare queste persone, trovò una signoramorta che stringeva in mano l'ingiunzione di sfratto.Com'era e com'è nello stile dell'Abbè Pierre chiesead un amico di fare un appello a "Radio Lussembur-go" per chiamare tutti i francesi a rispondere a que-sta emergenza. La Francia si sentì mobilitata invian-do coperte, cibo, denaro. Ancora oggi l'inverno fred-do del '54 è ricordato come "l'inverno della bontà".Non si accontentò di questo e ricontattò tutti gli ami-ci ancora al governo per far varare una legge d'e-mergenza per la costruzione di case. Ancora oggi cisono quartieri chiamati "le città dell'Abbé Pierre".Questo fatto ci aiuta a capire che la solidarietà pun-tuale immediata è un pilastro fondamentale della vitaEmmaus accompagnata da un impegno più politicoche cerca di sradicare le cause che generano ingiu-stizia domandando al potere politico di farsi carico edi risolvere le ingiustizie. Queste idee, difficili ma in-teressanti, trovarono l'adesione entusiasta di tantepersone sia in Europa che in altri paesi. Attualmentesono 400 le comunità in Europa, America, Africa eAsia.

L'esperienza Emmaus secondo te è unica oha trovato luoghi di incontro con altri movi-menti, con altre esperienze, con altre pro-blematiche?L'Abbé ha avuto subito un atteggiamento ecumeni-co, condividendo il suo sogno con tutte le persone

to di de Gaulle. Con la fine della guerra rientrò inFrancia e grazie al suo impegno durante il conflittofu nominato deputato al Parlamento francese. Du-rante quel periodo aveva acquistato una casa nellaperiferia di Parigi. Nella sua intenzione doveva servi-re da ostello della gioventù per permettere ai giova-ni d'Europa, che avevavo vissuto direttamente o in-direttamente gli odii, le lacerazioni e le sofferenzedella guerra, di incontrarsi e di ritrovare la speranzaper un mondo futuro migliore fatto di comprensione,solidarietà e rispetto reciproco. Per questo alla "sua"casa aveva messo nome "Emmaus" come segno disperanza come lo era stato dopo la morte di Gesùper i due discepoli appunto di Emmaus. Il suo sti-pendio di parlamentare gli permetteva anche di ri-spondere ai bisogni urgenti e drammatici di tantepersone e famiglie che erano costrette a vivere in si-tuazioni di estrema precarietà. Il quel periodo unamico gli parlò di una persona che dopo aver tenta-to il suicidio era ricoverata all'ospedale. George, cosìsi chiamava, condannato all'ergastolo per omicidio,avendo salvato in un incendio una guardia ritrovò lalibertà. Ritornato a Parigi non venne accolto dalla fa-miglia. Fu per lui un'esperienza drammatica che loportò a tentare il suicidio. L'Abbé lo va a trovare al-l'ospedale, lo ascolta e gli dice di non avere soldi daoffrirgli, perché utilizzati tutti per l'ostello o per il so-stegno delle famiglie di Parigi che dopo la guerra vi-vevano in difficoltà. Chiede invece a George se eradisposto ad aiutarlo a ridare un tetto a queste per-sone, se era disposto ad "aiutarlo ad aiutare". Nascecosì la prima comunità. Georges, prima di morire, di-rà all'Abbé che se gli avesse dato soldi, o una casa,o un lavoro, non avrebbe risposto alla sua offertaperché in quel momento gli mancavano le ragioni divita. Attorno a questa esperienza nasce Emmaus,possiamo dire quasi per caso. Dopo il primo "compa-gnon" se ne aggiunsero altri fino ad arrivare a15/20 persone. Lo stipendio di parlamentare servi-va per far vivere la comunità e acquistare terreni emateriale per costruire piccole case dove alloggiarefamiglie che vivevano in cantine o in tenda. L'Abbédurante la seconda legislatura diede le dimissioniperché non era d'accordo su una legge che il suogruppo aveva votato. In coscienza, moralmente edeticamente non si sentiva di votare. ... potrebbe es-sere un esempio per tanti politici di oggi... Dare ledimissioni voleva dire anche perdere lo stipendio. E'in questo momento che cominciò a sentire il peso, laresponsabilità della comunità e quindi si vide co-stretto, per recuperare un po' di denaro a mendica-re di notte davanti ai ristoranti parigini. Fu dai com-pagni della comunità che nacque l'idea di guadagna-re dei soldi recuperando ciò che veniva scartato,buttato via: carta, vetro, pelli. Inizia così l'esperienzadel lavoro che contraddistinguerà le comunità Em-maus. L'attività dell'Abbé Pierre ebbe risalto ancor di

C a r r o z z e r i a

Zanin GabrieleVerniciatura a forno - Banco di riscontro scocche

Aderente Accordo ANIA

Via Betlemme, 15 - 37060 Lugagnano (VR) - Tel. 045 984093

Page 72: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.72OTTOBRE2 0 0 5

Un'esperienza nata in Europa, come ha trova-to spazio in realtà tanto diverse come quelledel Sud del Mondo.Per diventare membri di Emmaus Internazionale, checoordina tutto il Movimento, è richiesto ai gruppi siadel Nord che del Sud di essere il più possibile auto-nomi economicamente. Ovviamente le situazioni, lecondizioni sociali o lavorative sono diverse tra Euro-pa e le altre regioni del mondo, quindi anche le atti-vità lavorative devono tener conto delle differenzestrutturali. Se per noi qui l'attività di raccolta è legataad un sur-plus, allo sperpero, in Africa, al di là di al-cune realtà di ricchezza, la maggioranza vive situa-zioni di povertà, di estrema povertà. In Africa, Ameri-ca Latina, Asia ci sono gruppi che hanno dato il viaad attività legate al territorio come artigianato, agri-coltura, piccole attività di servizi. Come potete capireè molto difficile che arrivino all'autosufficienza. Moltodipende dall'anzianità del gruppo, dalle situazioni so-ciali che si creano.Un esempio recente di condivisione: in questi giorniabbiamo preparato un container di materiale varioper spedirlo in Argentina ad un gruppo nella città diParanà che gestisce un mercatino come il nostro.Questo permette loro di avere del materiale ad unprezzo più basso per la gente del posto e il ricavatoserve per sostenere le attività sociali avviate sul ter-ritorio. Il gruppo di Paranà ha aperto la prima docciae servizio di parrucchiera/barbiere gratuito per chivive sulla strada.Poi ci sono anche sostegni economici per l'acquistodi un trattore, una casa... I soldi che si guadagnanoad Emmaus sono dei poveri e per i poveri. In India, èimportante ricordarlo, sono impegnati nel settoreagricolo, soprattutto nel salvaguardare l'agricolturabiologica, le sementi originali. Fanno un lavorostraordinario di coscientizzazione e di formazioneper le donne, sono impegnati nella formazione deibambini. E' un lavoro capillare, quotidiano fatto dipromozione, coscientizzazione, crescita. Emmaus èun'avventura che val la pena di vivere fino in fondo.Per questo le comunità sono aperte a chi, giovani omeno giovani, sono desiderosi di apprendere e dicondividere con altri la fatica quotidiana per un mon-do più giusto.

Il Comitato

"Lugagnano 2005 - Per non dimenticare"

impegnate per un mondo migliore, controla discriminazione, le differenze, l'emargi-nazione. Dal punto di vista più concreto siè sempre adoperato per collaborare, sti-molare e appoggiare associazioni anchecon connotazioni diverse. Non considera-va Emmaus l'unica possibilità per realiz-zare un mondo migliore.Come dicevo prima sono due gli elementifondamentali di Emmaus: servire gli ultimie lottare contro le cause dell'ingiustizia.E' importante rispondere alle urgenze(es. lo Tsunami) ma è necesssario capirele strutture che generano l'ingiustizia equindi se si vuol fare un lavoro di verasolidarietà bisogna incidere sulle struttu-re; la miseria non è una fatalità! La soli-darietà in Emmaus è qualche cosa di di-verso dalla carità normalmente intesa, ocome oggi si pensa la solidarietà con levarie "partite del cuore", gli sms... si rac-colgono soldi per aiutare ma non si arri-va a capire che la miseria nel sud delmondo è generata qui da noi, nel nostro

mondo che consuma l'80 % delle risorse del piane-ta; la vera solidarietà oggi ci chiama ad una vita piùsobria, semplice.A partire da queste convinzioni il movimento Em-maus è impegnato fortemente per assicurare l'ac-cesso all'acqua a tutti sia al nord che al sud delmondo; l'acqua è sinonimo di vita. Partecipiamo atti-vamente ai vari Forum Mondiali, Regionali; ho parte-cipato anche all'ultimo forum di Porto Alegre conuna quarantina di rappresentanti Emmaus dei varicontinenti. Abbiamo incontrato il parlamento euro-peo a Bruxelles e abbiamo lanciato, in quell'occasio-ne, la "scuola contro la miseria"; Emmaus si proponecome "educatore" per chi ha responsabilità istituzio-nali. I nostri politici non conoscono la miseria: l'han-no forse vista alla televisione, ne hanno sentito par-lare…ma condividerla in qualche gruppo emmaus alnord come al sud è tutt'altra cosa; noi crediamo alvalore del "vivere" del toccare..tutto questo per farcambiare la politica. In questi ultimi anni Emmaus siè mobilitata contro le Guerre nel Golfo, contro laguerra in Congo e Rwanda, con campagne control'occupazione in Togo e Costa d'Avorio.

Renzo Fior durantel’incontro. Sotto, ilmercatino.

Page 73: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.73OTTOBRE2 0 0 5

San Giorgio: sagra bagnata sagra fortunata!E' trascorsa all'insegna della pioggia la sagra paesana di San Giorgio inSalici. Certamente si sperava in un clima più mite e magnanimo, ma comespesso succede il tempo riserva delle sorprese! Poco importa visto comun-que la buona affluenza registrata. La cucina, infatti, è stata presa d'as-salto. Ne è una prova il fatto che le cuoche sabato sera hanno dovuto pre-parare altri 25 kg di bogoni, visto che cominciavano a scarseggiare. Ilmerito di ciò va di sicuro alla cucina genuina e tradizionale, ma soprattuttoai fedelissimi che sostengono in tutti i modi quest'evento. In un periodonel quale tutti lamentano un'economia passiva e che retrocede, in realtàquesta piccola "azienda" si trova costantemente in crescita. La ricetta: vo-glia di lavorare bene, gusto per le tradizioni e un ambiente serenoche unisce tre generazioni. Visto che anche quest'anno le soddisfazioni el'apprezzamento hanno ripagato di gran lunga le fatiche e lo sconforto perla pioggia, l'anno prossimo continueremo sulla stessa strada.

Arianna e Sabrina Bianchi

Vari scatti della sagradi San Giorgio.

Bendinelli Serrandedi Bendinelli Giorgio Gregorio & C.

Fabbrica serrande avvolgibili - Cancelletti riducibili - Porte basculantiMotorizzazione serrande

Via Lugagnano 4 - Caselle (Verona) - Tel. e Fax 045 8581194

Page 74: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.74OTTOBRE2 0 0 5

La foto che vedete sopra sta incorniciata e in bel-la mostra nel salotto, tra il divano e la scrivania,di una casa di Sona. E così è probabile che gli siadata la stessa importanza in altre 84 (tanti so-no i cacciatori) case del nostro paese.La foto è degli anni '50, ritrae tutti i cacciatori delnostro comune, si riconoscono quasi tutte le fami-glie storiche di Sona: i Rossi, i Turata, Nicoli,Melegari, Leoni e tanti altri. Ora, qualche fi-glio o addirittura i nipoti continuano la tradizione;ma forse non sempre vivono le emozioni dei no-stri antenati. "Allora la caccia era libera, da metàagosto fino al dieci di marzo potevi andare a cac-cia anche tutti i giorni."Ma la caccia era anche un modo di integrare leentrate famigliari, erano gli anni del dopoguerra, icampi non rendevano molto, animali nella stallace n'erano pochi e quindi una lepre o un po' ditordi potevano rallegrare il desco famigliare. Acaccia ci andavano tutti perché non era un costoma semmai una fonte di entrate e si viveva inperfetta simbiosi con la natura.Ognuno aveva un cane che spesso seguiva il pa-drone tutte le giornate dell'anno, costituendo una

coppia affiatatissima. Molto praticata, soprattuttodai cacciatori anziani, era la caccia al capanno(oggi postazione fissa!) sulle nostre colline: al Ca-sotto, sul Monte Spada, sul Monte Corno."Due ore prima dell'alba preparavi la postazione:posizionavi le gabbie degli uccelli da richiamo, imerli e i tordi più in basso, quasi nascosti dallefrasche, le gardene più in alto; controllavi le car-tucce che la sera precedente avevi confezionato(pallini dell'8 per le gardene, 10 per i merli, 12per i passeri e fringuelli). E poi, aspettavi, conuna sigaretta o un toscano in bocca ti gustavi ilsilenzio, osservavi il paese che ancora dormiva. I

TR

AD

IZ

IO

NI Autunno:

tempo di caccia

Un documento impor-tante: i cacciatori ditutto il Comune di So-na, in una stampa de-gli anni Cinquanta.

L'ACAT è un'associazione di volontari che si occupadel trattamento e del recupero degli alcolistied opera sul nostro territorio dal 2000, costituendoa pieno titolo ormai uno dei movimenti di supporto

e di promozione del benessere dell'individuo.Per ulteriori informazioni presso la sede ACAT

Castel Scaligero Dossobuono ogni venerdì dalle 19alle 20 (tel. 045/987337) oppure Mara Cameraria

(tel. 338/7085055).

Acat - Trattamento e recuperodegli alcolisti

Page 75: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.75OTTOBRE2 0 0 5

primi uccelli a cantare erano i merli e i tordi, men-tre albeggiava, subito dopo le gardene e il tordosassello. Appena il canto degli uccelli da richiamodiventava più intenso e rumoroso dovevi imbrac-ciare il fucile ed essere pronto perché i selvaticistavano arrivando”.Non bisognava sbagliare! Scegliere le prede piùbelle e i gruppi più numerosi, perché le cartucceerano poche: 10-20 al massimo (non 200!) e ol-tre a dover durare tutto il giorno dovevanoconsentire anche di riempire il carniere.“Ma ricordati” - continua il mio anziano interlocu-tore- "che lo sparo è l'atto conclusivo, il termine

di una lunga operazione che dura tutto il tempodell'anno. L'addestramento dei cani, la manuten-zione del fucile, l'accudimento degli uccelli da ri-chiamo, la pulizia delle gabbie, il controllo del ter-ritorio, sono tutte operazioni che ti impegnano,togliendo tempo alla famiglia e ad altre attività. Lofai solamente se hai passione."

Franco [email protected]

Page 76: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

tapulta, abbiamo assistito al cerchio serale interna-zionale nel quale tutti i gruppi ospiti del campo ani-mavano la serata davanti al fuoco con canti, scenet-te, bangs, ecc…, abbiamo mangiato due sere insie-me a tutti gli altri gruppi di Kandersteg, abbiamopersino preso parte ad uno spot pubblicitarioper la conoscenza del campo e molti di noi sonostati anche intervistati (da adesso siamo famosi pu-re noi) e siamo stati anche gemellati ad un gruppodi scout tedeschi con i quali abbiamo cenato e tra-scorso una serata assieme mangiando il loro cibotradizionale e scambiando quattro chiacchiere conloro. La lingua ufficiale del campo è l'inglese e percapirci con gli altri abbiamo dovuto esprimerci inquella lingua ma che fatica!!! Un elemento particolare del campo che di sicuronon si può dimenticare è la figura dei "Pinkies"ragazzi e non solo dai 18 anni in su, volontari, chesvolgevano nel campo la figura di "factotum". Infattierano loro che gentilmente animavano le serate, lo-ro che organizzavano i tornei, loro che gestivano inparte la vita nel campo, ed erano sempre loro chedi consuetudine chiedevano il silenzio la sera dopole 22.30… poveri noi abituati a finire i cerchi seralimolto più tardi di quell'ora!All'incirca alla metà della nostra permanenza a Kan-dersteg è stata effettuata l'uscita di reparto che ciha condotti fino ad un lago svizzero a 1600m d'alti-tudine nel quale pochi nuotatori coraggiosi han-no tentato di sguazzare ma solo per pochi minuti acausa dell'acqua gelida. Verso la fine è stata effet-tuata anche l'uscita delle squadriglie nella quale

ognuna di esse è statamandata dai capi in diversipunti ed ha trascorso unagiornata assieme. Molte so-no state le gare di cucinaproposte dai capi nelle qualile squadriglie maschili efemminili si sono sfidate eperfino una gara di questeè stata proposta il mattinocon l'obbiettivo di prepara-re una continental break-fast, era tutto buonissimo!Tutto buonissimo è statoanche il cibo preparato dal-la cambusa nella quale "lazia Carla" vestiva i pannidi una grande chef, che ciha fatto mangiare veramen-

Anche quest'anno, come ogni anno, i reparti "S.Mar-co" e "Arcobaleno" del gruppo scout "Lugagna-no 1°" sono partiti per il loro campo estivo… mavoi direte: "Cos'è un campo scout? Insomma, è unavacanza di gruppo che consiste nel lasciare ogni ti-po di comodità di casa propria e vivere nel verdedella natura e nei sani insegnamenti del nostrofondatore Baden Powell per un certo periodo digiorni. Cioè, niente letti comodi, niente elettricità ogas ma solo fuoco all'aria aperta, sacchi a pelo etanti altri amici scout con i quali divertirsi.Il campo estivo di quest'anno ha però avuto molticambiamenti rispetto agli anni precedenti: innanzi-tutto è stato effettuato all'estero, precisamente inSvizzera a Kandersteg, ospiti del campo interna-zionale fisso che accoglie ogni anno migliaia discout provenienti da tutto il mondo, dal Brasile agliStati Uniti, dalla Spagna alla Germania. Come secon-do il fatto di non avere più gli spazi immensi deglianni precedenti ma una piccola piazzola dove pote-vano stare solo le tende delle squadriglie e la cam-busa; e di conseguenza non c'è stata la necessità dicostruire sopraelevate o tavoli (gentilmente offertidal Gruppo Alpini Lugagnano e dal NOI di So-na) ma solo l'appoggio per le cucine.Tante sono state le attività svolte durante la perma-nenza a Kandersteg: abbiamo partecipato a dei tor-nei sportivi di calcio e pallavolo, abbiamo preso par-te alla sfilata del 1° d'Agosto, festa nazionale sviz-zera (danneggiata però dal cattivo tempo), abbiamopartecipato ad una gara di pionieristica divisi ingruppi misti nella quale bisognava costruire una ca-

L’avventura del campo scout estivo 2005 a Kandersteg in Svizzera

SP

EC

IA

LE

SC

OU

T

Il Gruppo Scout Lugagnano 1°

Page 77: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

La Route di strada del Clan "La Cime" quest'an-no si è svolta nel Parco Nazionale della Val Grande,situato sulle montagne a ridosso del Lago Maggio-re, dal 30 luglio al 5 agosto.Hanno partecipato a questa avventura undici ra-gazzi (Nicola, Silvia, Luca, Martina, FrancescoV., Enea, Marco, Francesco P., Filippo, Jessi-ca, Alice) e tre capi (Silvio, Emmanuela, Em-manuele). In Route un Clan deve cercare di esse-re indipendente al massimo, ragion per cui abbiamodovuto portarci nello zaino il cibo per gran partedella settimana, le tende e tutto quello che è stret-tamente necessario per vivere in montagna per seigiorni. Perciò in media ognuno doveva portare sul-le proprie spalle un peso di 15 kg, alleggeritoperò dall'allegria di camminare assieme.Il percorso fatto attraverso il Parco è di notevolebellezza sia dal punto di vista naturalistico sia daquello antropologico. Infatti oltre al panorama sulLago Maggiore, ai boschi di betulle, faggi e conife-re, ai ruscelli e alle sorgenti che si incontrano sulsentiero che si snoda lungo tutta la vallata insi-nuandosi in profondi vai, si possono incontrare vil-laggi dimenticati nel silenzio, ciò che rimanedi vecchi insediamenti umani, abbandonati da ormai60-70 anni a causa dello spopolamento di questemontagne. In compenso le poche persone incontra-te lungo il cammino non ci hanno mai negatouna parola o un sorso d'acqua fresca.

Filippo Mazzi

te da re, grazie anche all'aiuto degli altri due cam-busieri durante la nostra permanenza al campo. Pic-colo inconveniente è stato il tempo che molto spes-so ci ha fatto disperare (ben tre giorni d'acqua bat-tente e continua) che ha stravolto il suolo del cam-po; gli stivali di gomma sono stati senz'altro un ac-quisto utilissimo.A parte le tante ore di viaggio (sembrava che il pull-man non arrivasse mai alla meta) e a parte il dis-graziato maltempo, il campo di quest'anno è statoveramente fantastico, un'esperienza molto im-portante ed unica per la nostra crescita interiore discout e ci ha fatto inoltre capire che gli scout nonsono presenti soltanto nel nostro paese, nella no-stra provincia o nella nostra regione, ma che sonopresenti in tutto il mondo. Di sicuro questo camponon sarà mai dimenticato proprio perché è stataun'occasione per comunicare e convivere con ra-gazzi provenienti da tutto il mondo.E' doveroso fare un sentito ringraziamento per l'ot-tima riuscita del campo al Comune di Sona che ha

contribuito con il pagamento del viaggio in pullman,il SOS di Sona per il materiale fornitoci, VivaiBanterla che ci ha prestato i potenti mezzi per iltrasporto del materiale, La Merla di Brenteganiper la fornitura della frutta e verdura, le ditte Fab-brinox e Tommasini F.lli per la collaborazione ela pazienza dimostrata e… ultimi ma non meno im-portanti i tantissimi genitori che hanno offerto laloro disponibilità.

Margherita Marchiotto

Carlo Tomelleri

Scout: route di strada in Val Grande

SP

EC

IA

LE

S

CO

UT

Immagini di vita alcampo. Sotto, foto du-rante la route di stradain Val Grande.

Page 78: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.78OTTOBRE2 0 0 5

In cammino verso Madonna della Corona

Anche quest'anno grande la partecipazione della comunità diLugagnano al pellegrinaggio al Santuario della Madonna dellaCorona tenutosi il 2 ottobre. Organizzato dalla Parrocchia, da or-mai tre anni l'appuntamento è collocato alla prima domenica di ot-tobre. Ben 39 i fedeli che hanno raggiunto Spiazzi a piedi, men-tre 6 quelli che hanno scelto la bicicletta e poco meno di una de-cina quelli che hanno affrontato a piedi il sentiero che parte daBrentino. Tanti sono invece intervenuti in pullman o con mezzipropri. In tutto al Santuario sono arrivati così più di un centi-naio di compaesani. Parte principale della giornata la celebrazio-ne eucaristica del pomeriggio presieduta da Don Roberto e cheha riunito, insieme a quelli di Lugagnano, anche i pellegrini dellaParrocchia di Povegliano. Peccato che il maltempo abbia rovinatoun po' l'atmosfera dopo la S. Messa: un fuggi fuggi generale perevitare pioggia e freddo. Per l'anno prossimo confidiamo in un cli-ma decisamente meno autunnale. Appuntamento a domenica 1 ot-tobre 2006.

Stefano Zanoni

Page 79: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.79OTTOBRE2 0 0 5VENDITA R ICAMBI ORIGINALI

Sona - Famiglia Santi

Foto fuori casa Santi in via Marconi. Da sinistra Letizia Olio-so con il marito Felice Santi, Luciano Santi con la moglie Vir-ginia, Luigia Olioso con il marito Alfonso Santi (anni ‘50).Foto archivio di Santi Danielda.

Cartoline da Palazzolo

Tacconi Eligio di Palazzolo

Lugagnano - La scuola

Una delle rarissime foto scattate alle vecchie Scuoleelementari di Lugagnano: il periodo è quello fascista,con maestra, piccoli Balilla e Giovani Italiane.

Page 80: 1,50 Il Comune ci toglie i contributi E noi sbarchiamo in ... · Gli alberi sostituiti erano della specie "albero di Giuda" e la leg- ... Come dice qualcuno, sembra che gli unici

pag.80OTTOBRE2 0 0 5

Alla preparazione di questonumero hanno partecipato:

Alberto Mazzi, Arianna Bianchi,Beatrice Venturini, Bruno Cinquetti,

Carlo Tomelleri, Chiara Buttini,Claudio Bernardi, Claudio Girardi,

Claudio Panarotto, Claudio Tomezzoli,Clemente Zardini, Cristian Cerpelloni,Cristiano Silvestri, Cristina Cherubini,Danielda Santi, Don Mario Castagna,

Doriano Benedetti, El Bacan, Elia Mazzi,Elisa Zandonà, Enrico Olioso, Ester Mazzi,Ezio Costa, Fabrizio Olioso, Fausto Ferrari,

Federica Valbusa, Filippo Mazzi,Flavio Brunelli, Francesco Bressan,

Franco Fedrigo, Fratta & Frissa,Gabriella Baltieri, Gianfranco Dalla Valentina,

Gianluigi Mazzi, Gianmichele Bianco,Giannina Danieli, Gisella Venturini,Giulio Braggio, Graziella Lorenzini,Graziano Facincani, Ilenia Vicentini,

Mara Cameraria, Marcello Magagna,Marco Aldrighetti, Marco Chesini,

Marco Forante, Marco Turri,Margherita Marchiotto, Mario Bighelli,

Mario Nicoli, Mario Pachera, Mario Salvetti,Mariuccia Armani, Marni, Martino Eliani,Massimo Adamoli, Massimo De Rossi,Massimo Gasparato, Matteo Buttini,Matteo Granuzzo, Mirko Ambrosi,

Moris Vantini, Natascia Arduini, Orazio Menini,Renato Salvetti, Roberto Donadelli,Rolando Gaspari, Sabrina Bianchi,Silvio Spada, Simonetta Tinazzi,Stefania Paon, Stefano Zanoni

e Veronica Fenzi.

Il 33° numero de Il Baco da Setaè stato stampato in 2000 copie.Data di stampa: 8 novembre 2005

La Redazione