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Campi elettromagnetici

Generalità

Il campo elettromagnetico è un campo di forze generato da un campo elettrico e magnetico concatenati tra loro.L’elettricità è un campo generato da due cariche elettriche di segno uguale.Il magnetismo è un campo magnetico generato dalla calamita.Un’onda elettromagnetica è un impluso elettromagnetico che nel vuoto si muove alla velocità c.Naturalmente siamo immersi nelle radiazioni provenienti dal Sole,dallo spazio,dalla Terra,dagli stessi esseri viventi.L’esposizione ai campi elettromagnetici avvengono soprattutto a causa della produzione,trasporto e uso dell’elettricità.Spesso i campi elettromagnetici vengono usati nelle industrie per il riscaldamento dei materiali ma fa eccezione il microonde presente nelle case di tutti.Il telefonino è un’altra eccezione poiché produce intensi campi elettromagnetici non schermabili.Lo spettro delle radiazioni elettromagnetiche è vasto va dalle radiazioni non ionizzanti NIR(da0 a 3x10^11 Hz) alle ai raggi gamma(da 3x10^20 a 3x10^23Hz).Le onde non ionizzanti si dividono in 3 categorie:correnti industriali e telefonia,radiofrequenze RF e microonde.Il campo elettrico è generato dalla presenza di cariche ed è una regione di spazio intorno al corpo carico. La relazione fra campo elettrico e carica è stabilita da alcuni principi fondamentali, prima fra tutte la legge di Coulomb che determina la forza F che si genera fra due

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cariche Q1 e Q2 ad una distanza r fra loro:F=Kxq1xq2/d^2. Poiché il campo elettrico è in grado di esercitare una forza sulle cariche elettriche, esso genera correnti elettriche nei materiali conduttori secondo la legge di Ohm:J=sxE (densità elettrica=conducibilità elettricaxcampo elettrico). Infine, il principio di conservazione della carica elettrica lega tra loro E, l’intensità di corrente i e la carica Q. Intorno ad un oggetto percorso da corrente si crea un campo magnetico. Un campo magnetico variabile nel tempo è in grado di spostare cariche elettriche, inducendo correnti nei conduttori: induzione elettromagnetica. una corrente variabile nel tempo produce un campo magnetico variabile nel tempo, e quindi una corrente variabile nel tempo in un secondo conduttore. Le sorgenti di campi elettromagnetici a basse frequenze sono essenzialmente elettrodotti e elettrodomestici.L'utilizzo della corrente elettrica come fonte di energia porta all‘ introduzione nel nostro ambiente di sorgenti di campi elettromagnetici, a volte anche molto forti.Le fonti di tali campi sono distribuite dappertutto, anche nelle nostre case.Le principali fonti comunque possono considerarsi i siti di produzione dell'energia ove sono presenti in particolare i forti campi magnetici prodotti dai generatori; i siti di utilizzo industriale, specie ove si usano grandi motori e campi magnetici; ma anche le stazioni di trasformazione e lo stesso trasporto di energia specie ad alta tensione.In particolare per queste ultime la legislazione prevede, come si specificherà meglio in seguito, una distanza minima da luoghi abitati. Per il trasporto dell'energia su grandi distanze bisogna tener conto delle perdite che si hanno lungo i conduttori. Tenendo presente che l'energia dissipata lungo il conduttore è:W=VxI=RxI^2 e che R=2xP(resistenza specifica)xL/A.La resistenza aumenta con il quadrato dell’intensità di corrente e diminuisca con l'aumentare della sezione dei conduttori, ma tale sezione non può essere eccessiva per un uso conveniente della corrente, per cui è più conveniente trasportare l'energia elettrica a valori elevati di tensione.Nell’utilizzo finale la tensione non può essere troppo elevata per motivi pratici e di sicurezza, per cui è conveniente produrre ed utilizzare la corrente con tensioni relativamente basse, e trasportarla a tensioni alte mediante opportuni apparecchi di trasformazione.Viene utilizzata la corrente alternata perché è di facile produzione e ha poche perdite. L'energia viene in genere prodotta da alternatori trifase con tensione di qualche decina di KV, trasportata con linee trifase ad alta tensione limitata, per fattori tecnologici, a 360 KV, anche se cominciano a comparire linee a tensione più elevata, in particolare a 500 KV. Per l'utilizzo finale l'alta tensione (AT) viene ridotta a tensione intermedia (MT) di circa 10-20 KV e poi distribuita come tale, a industrie ecc. ove viene in genere trasformata dall'utente, o in una rete di linee locali per poi essere trasformata in bassa tensione (BT) a 220 - 380 V e distribuita agli altri utenti più piccoli. L'alternatore è una macchina elettrica rotante basata sul fenomeno dell'induzione elettromagnetica, che trasforma energia meccanica in energia elettrica ,un alternatore funziona trasformando un movimento meccanico di rotazione (l'albero rotore)generato da qualche altra macchina in corrente alternata,sull'albero motore ci sono i magneti che creano un campo magnetico,sul corpo dell'alternatore ci sono gli avvolgimenti elettrici da cui esce la corrente, nel momento in cui l'albero comincia a girare i campi magnetici generano negli avvolgimenti elettrici delle correnti alternate indotte , la frequenza di tali correnti è funzione della velocità di rotazione dell'albero, mentre l'intensità è funzione del numero di avvolgimenti presenti sullo statore e dell'intensità del campo elettromagnetico generato dai magneti sull'albero rotore. Il trasformatore è una macchina elettrica statica (perché non contiene parti in movimento) e reversibile, che serve per variare i parametri della potenza elettrica apparente (tensione e corrente) in ingresso rispetto a quella in uscita, mantenendola costante.Il trasformatore è composto da due "blocchi" non a contatto tra loro, uno è il circuito primario, l'altro è quello secondario. In quello primario entra la corrente di linea che poi passa in quello secondario per induzione (quindi per mezzo di un campo magnetico) e esce trasformata per es in tensione più bassa per usare un elettrodomestico che necessita di quella tensione. Un campo elettrico variabile crea un campo magnetico mentre un campo magnetico variabile crea una corrente elettrica. Fra i due campi vi è una simmetria, per cui il variare del flusso di uno genera linee di forza dell’altro. In entrambi i casi esse sono chiuse e perpendicolari a quelle dell’altro.I due campi non si possono

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quindi più considerare separatamente, ma sono legati l’uno all’altro. Costituiscono una unica unità. Il momento in cui una sorgente comincia a funzionare, comincia ad emettere un campo elettromagnetico che comincia a viaggiare con velocità dipendente dal mezzo, se la sorgente viene spenta, il campo generato continuerà a viaggiare allontanandosi dalla sorgente, per cui si può affermare che esso ha una esistenza autonoma indipendente dalla sorgente, quindi possiamo parlare di una unità indipendente, l’onda elettromagnetica che viaggia nel vuoto alla velocità c 300000 Km/s quindi c/v(vuoto)=n cioè l’indice di rifrazione. Si definisce lunghezza d’onda λ lo spazio che un campo elettromagnetico percorre in un tempo pari al suo periodo. La lunghezza d’onda si esprime in metri.Il CEM presenta caratteristiche diverse a seconda se si è vicino o lontano alla sorgente. Per distanze maggiori di λ il campo emesso ha le caratteristiche del campo lontano mentre se la distanza è minore alla λ allora il campo è detto vicino.La distanza alla quale si ha la transizione dalla zona di campo vicino a quella di campo lontano dipende dal rapporto d2/λ. Si consideri quindi la distanza r, definita come la maggiore fra le due quantità: λ e d2/λ. I punti distanti dalla sorgente più di r definiscono la zona di campo lontano, mentre quelli a distanze minori di r appartengono alla zona di campo vicino. I CEM sono rappresentabili come onde sferiche centrate sulla sorgente. La propagazione avviene in direzione perpendicolare al fronte d’onda. Il campo elettrico E e magnetico H sono vettori perpendicolari fra loro e perpendicolari alla direzione di propagazione. Il rapporto fra i moduli del campo elettrico, e magnetico η = E/H, impedenza d’onda che si misura in Ω(ohm), è costante. Il valore dipende dalle caratteristiche elettriche e magnetiche del mezzo in cui l’onda si propaga secondo la formula: η = (μ/ε)½. Il CEM trasporta energia nella stessa direzione dei fronti d’onda. Se è S la potenza per unità di superficie (detta anche densità di potenza) trasportata dall’onda, essa è definita come S=E*H [W/m2].Dato che E ed H sono legati fra di loro dalla relazione η = E/H la densità di potenza si può anche esprimere in funzione del solo H o del solo E: S= μH² = E²/η. A seconda del rapporto fra la dimensione d e la lunghezza d’onda, le sorgenti possono essere classificate come radiatori corti (d<<λ) e radiatori estesi (d ≥ λ). Per radiatori corti la distanza di passaggio a campo vicino è λ, per radiatori estesi si ha per d2/λ . Il campo ha valori più elevati in prossimità dei conduttori su cui si ha maggiore densità di carica. Il campo magnetico è concentrato essenzialmente in prossimità di conduttori su cui fluiscono correnti intense. Decade rapidamente con la distanza. La risonanza si ha quando una dimensione di un corpo L è all’incirca un multiplo intero di mezza lunghezza d’onda: L≈n·λ/2. Se un’OEM incide su di un corpo materiale con impedenza elevata, vi penetri e si propaghi in esso.Quando l’onda arriva all’altra estremità si riflette in larga parte e torna indietro. Arrivata alla prima interfaccia si riflette di nuovo e se è verificare la relazione L≈n·λ/2, si sovrappone in fase all’onda iniziale, rinforzandola. Il fenomeno si ripete e l’effetto risultante è un rinforzo dei CEM all’interno del corpo.A causa di questi fenomeni, un campo incidente non particolarmente intenso può provocare rinforzi e concentrazioni (hot spots) anche all’interno del corpo. Le principali sorgenti artificiali si possono dividere, da un punto di vista dell’irraggiamento, in due categorie principali:Apparecchiature chiuse, in cui il CEM generato viene contenuto in una zona definita di spazio. Utilizzate particolarmente per il riscaldamento e Apparecchiature aperte in cui il CEM viene irraggiato nello spazio circostante. La maggiore categoria di utilizzo è nelle apparecchiature per le radiotelecomunicazioni. Da ricordare inoltre le applicazioni ad uso medico che includono quelle di fisioterapia per il riscaldamento profondo, che utilizzano apparecchiature a radiofrequenza (Marconiterapia) e a microonda (Radarterapia), e quelle per l'ipertermia con apparecchiature che utilizzano apparecchiature RF.Infine da ricordare l'uso di RF combinata con forti campi magnetici (0.2-2 Tesla) a scopo diagnostico nella Risonanza Magnetica Nucleare.In ambito industriale le onde elettromagnetiche vengono usate per il riscaldamento per perdite dielettriche(generazione di correnti elettriche): saldatura di materiali plastici; incollaggio del legno; marconiterapia.Il riscaldamento a microonde(assorbimento delle onde) viene usato per: disinfestazione di prodotti alimentari; disinfestazione di manufatti artistici; cottura di alimenti; essiccazione di materiali ceramici; radarterapia.In ambito medico le onde elettromagnetiche vengono usate principalmente per la

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diagnostica.In ambito casalingo e d’ufficio vengono usate per: cablaggio elettrico degli edifici; elettrodomestici e altri apparecchi elettrici; schermi televisivi, videoterminali; telefonia cordless; impianti antifurto. All’esterno vengono usate per: impianti di trasmissione e distribuzione dell'energia elettrica; sistemi di alimentazione delle reti ferroviarie ed assimilabili; siti di diffusione radiofonica e televisiva; apparati per supporto e controllo del traffico aereo; impianti per la telefonia cellulare; ponti radio, reti di telecomunicazione specializzate. Quando componiamo un numero dal nostro cellulare si connette con la stazione radiobase più vicina che è collegata ad un sistema centrale che si occupa di trovare il destinatario della chiamata e di mantenere attivo il collegamento. Poiché il numero di canali utilizzabili è limitato, è necessario un sistema che permetta il riutilizzo delle frequenze. Si suddivide il territorio in aree di dimensioni limitate chiamate celle (da cui il nome cellulari). All'interno di ogni una il traffico è regolato da una stazione radiobase in grado di gestire contemporaneamente un numero massimo di cellulari. Per evitare interferenze, celle adiacenti non possono utilizzare le stesse frequenze.Assegnando ad ogni cella una frazione dei canali disponibili e calibrando la potenza delle onde radio in modo da limitarne la propagazione al di fuori della cella stessa, si rende possibile il riutilizzo delle stesse frequenze in celle non adiacenti. Nel caso le stazioni siano destinate a coprire territori extra-urbani,vengono installati apparati in grado di trasmettere il segnale con una potenza sufficiente a coprire celle di notevole estensione, fino a qualche decina di chilometri. Si tratta di trasmettitori in grado di erogare all’antenna una potenza massima di 40Watt per la banda a 1800 MHz e di 60 Watt per la banda a 900 MHz.Nel caso delle stazioni situate nelle aree urbane, le scelte tecniche sono considerevolmente diverse. In questo caso, infatti, le celle, per poter supportare un traffico molto più intenso di quello che caratterizza le aree extra urbane, hanno un raggio di poche centinaia di metri. La potenza di trasmissione del segnale necessaria per raggiungere gli utenti che si possono trovare ai limiti della cella, anche se mascherati da edifici o altre strutture, è molto più contenuta. Per questo, la potenza massima di trasmissione del segnale viene impostata entro limiti molto più bassi. È quella che, in termini tecnici, viene chiamata “potenza di configurazione”, e che, in ambito urbano, è in generale fissata su valori compresi tra 5 e 20 Watt. Nelle zone scarsamente popolate le celle hanno un diametro di qualche chilometro mentre in ambito urbano le dimensioni sono generalmente così ridotte che si parla di microcelle (diametro di qualche centinaio di metri).La potenza di emissione di una stazione radiobase è ormai così ridotta che, ad una distanza di qualche decina di metri, il campo da essa prodotto risulta praticamente indistinguibile dal rumore di fondo dovuto ai sistemi di trasmissione radio con frequenze comprese tra i 100 KHz e i 3 GHz. La densità di potenza di una stazione radiobase con potenza di emissione pari a 100 W è di circa 0,1 W/m ad una distanza di 10 metri; questo valore corrisponde ad un campo elettrico di 6 V/m, pari all'intensità prevista dalla normativa italiana come limite di esposizione per le persone in ambienti dove risiedono per oltre 4 ore consecutive. Occorre inoltre ricordare che le antenne delle stazioni radiobase producono un fascio di radiazioni opportunamente sagomato con un massimo di irradiazione in direzione orizzontale ed un minimo in direzione verticale. Nel caso di antenne montate sugli edifici questo accorgimento fa sì che il campo elettromagnetico nelle abitazioni sottostanti non risulti alterato in maniera significativa, tenendo anche conto dell'azione schermante dovuta alle pareti. Per i cellulari occorre ricordare che la potenza di emissione è ormai piuttosto ridotta come conseguenza delle sempre più modeste dimensioni delle celle. Al fine di aumentare al massimo l'autonomia delle batterie, vengono inoltre adottati diversi accorgimenti per cui possiamo affermare che solo raramente un cellulare utilizza tutta la potenza di emissione di cui dispone.I sistemi di telefonia mobile sono infatti dotati di un meccanismo automatico di regolazione della potenza trasmessa detto Power Control che consente di utilizzare il livello minimo di potenza necessario a garantire una ricezione di buona qualità. Inoltre, quando l'utente non è in conversazione, la stazione radiobase mantiene il collegamento con il terminale sfruttando una tecnica detta di trasmissione discontinua che consente di utilizzare un segnale di fondo di intensità modesta.

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Assorbimento da parte di un sistema biologico

Gli effetti sugli esseri viventi e quindi sull’uomo possono essere distinti in due grandi categorie: Effetti a breve termine, effetti immediati dovuti all’esposizione ad elevati valori del CEM, verranno descritti in seguito. Effetti a lungo termine. Dovuti ad esposizione cronica a livelli anche bassi di CEM, che si accumulano nel tempo, e si evidenziano tardivamente. Non vi è una evidenza sperimentale di tali effetti, e non si è sicuri sulla loro reale esistenza. Bisogna distinguere l’energia associata al campo in due tipi:quella quantistica associata ad ogni singola interazione con la materia, funzione della frequenza. L’energia quantistica associata, nell’intervallo di frequenza considerato, è tuttavia estremamente basso per ciò che riguarda le interazioni con la materia. Quella trasportata nel suo insieme dal campo. u=1/2 e0E2 + 1/2 B2 /m0;u = energia associata ad una OEM per unità di volume nel vuoto, e0 e m0 costante dielettrica e permeabilità magnetica del vuoto. Vi sono quindi due contributi: uno dovuto alla componente elettrica, l'altro alla componente magnetica.

Poiché e0 E2 = B2/m0 si ha u = e0 E2

L'energia che investe un corpo nell’unità di tempo, densità di energia, si misura in W/m2.Dipende fra l'altro, se ci troviamo in zona di campo vicino di “Fresnel” o di campo lontano di “Fraunhofer”.Ricordiamo che nella zona di campo lontano, zona di Fraunhofer, le sorgenti possono essere considerate punti-formi ed applicare le usuali leggi del CEM. Si hanno vari meccanismi di assorbimento, fra l’altro: Induzione di cariche e correnti elettriche;Oscillazioni di cariche, rotazioni di molecole polari, variazioni di configurazioni di cariche;Impulso meccanico agli elettroni o sistemi di elettroni avente la direzione ed il verso di propagazione dell’onda. La polarizzazione di un insieme di atomi o di molecole può aver luogo in due modi: il campo applicato altera le distribuzioni delle cariche molecolari e provoca così un momento di dipolo indotto in ogni molecola,il campo applicato tende ad allineare i momenti di dipolo permanenti delle molecole inizialmente orientati a caso. Questa polarizzazione per orientamento è importante nelle sostanze “polari” come HCl e H2O e fu discussa per la prima volta da Debye (1912). Si ammette che tutte le molecole abbiano lo stesso momento di dipolo permanente p0, che può assumere qualsiasi orientamento nello spazio.In assenza di campo applicato, le molecole sono orientate a caso a causa della agitazione termica, e il momento dipolare risultante di ogni piccolo volume è nullo.In presenza di un campo elettrico le molecole tendono ad orientarsi nella direzione del campo, cioè nella configurazione di energia minima, e si avrà un momento di dipolo medio diverso da zero. La quantità di energia assorbita dipende fra l’altro da: Caratteristiche del campo incidente: intensità, frequenza, polarizzazione, Zona: di Fresnel o di Fraunhofer,Caratteristiche locali come riflessioni ed interferenze dovute all'ambiente ed agli oggetti presenti nelle vicinanze,Caratteristiche del Sistema assorbente, come dimensioni, geometria, distribuzione e spessore dei vari materiali e loro caratteristiche dielettriche.L’assorbimento dipende da vari fattori ed in particolare da caratteristiche del Sistema Biologico come dimensioni dei vari componenti, geometria, distribuzione e spessore dei vari tessuti e loro caratteristiche dielettriche. Per descrivere l’assorbimento da parte di un sistema biologico viene introdotta una nuova quantità: SAR (Specific Absorption Rate) (Rateo di assorbimento specifico) = potenza assorbita per unità di massa:SAR = ΔW/ρΔV = σE2/ρ [W/kg] con ρ e s conducibilità e densità del tessuto biologico. Il valore dipende dai tessuti o dall'organismo considerato.Si può determinare mediante :Calcolo - misure dirette – modelli - simulazioni. Per descrivere l’assorbimento da parte di tutto il corpo viene introdotta l’Unità:WBSAR (Whole Body SAR) (SAR del corpo intero) che sarebbe la SAR riferita all'intero corpo umano. Il SAR e WBSAR rappresentano quindi l’ energia rilasciata da un'onda incidente su un tessuto, organo, o corpo. Poiché si trasforma generalmente in calore, si può considerare come il calore trasferito. La distribuzione dei SAR specifici dei vari organi e settori del corpo permette di vedere come si abbiano particolari concentrazioni di assorbimento di potenza in particolari

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zone ed organi (Hot Spots), che sono quindi da considerare particolarmente critici per l'esposizione a CEM.Uno dei fattori più importanti per la SAR è la frequenza dell'onda incidente, ciò anche per motivi di risonanza (antenna).Ad esempio per il WBSAR, si ha un picco di assorbimento, per un uomo di 1.75 m di altezza e 70 kg di peso, intorno ai 70 MHz. Per la testa si ha un picco di assorbimento intorno ai 375 MHz. Lo studio degli effetti delle OEM sui sistemi viventi possono essere raggruppati in tre livelli di studio: macroscopico che affronta le problematiche connesse all'esposizione a radiazioni NIR di tutto l'organismo, intermedio che si occupa delle interazioni a livello tissutale e di organo,microscopico che si occupa dei meccanismi di interazione a livello molecolare, sovramolecolare e cellulare.A loro volta gli effetti si possono raggruppare in due grandi categorie: effetti termici e effetti non termici.Gli effetti termici vengono studiati essenzialmente con:caratterizzazione delle proprietà dispersive macroscopiche dei mezzi biologici,approccio elettrodinamico classico del problema,modelli per la valutazione del SAR.Da ricordare che è necessario che l’energia associata al SAR non dia luogo ad aumento della temperatura sistemica o locale tale che il sistema di termoregolazione del corpo non possa regolarla e contenerla entro un massimo di aumento di 1°C.Vengono ipotizzati effetti non termici mediante Meccanismi molteplici, e non ancora ben conosciuti. ipotesi di alterazioni della struttura fine sia delle cellule che degli organi,processi a livello cellulare e processi di trasporto attraverso le membrane cellulari.Si punta particolarmente ad alterazioni a livello di membrana, per cui vengono ipotizzati diversi Meccanismi. Ad esempio: Interazioni con gli ioni Calcio che attraversano la membrana cellulare, sottoposti alla forza di Lorentz, e con particolari finestre di assorbimento.Effetti quantistici su particolari siti della membrana cellulare a causa di effetti Zeeman (In un forte campo magnetico le righe dello spettro ottico vengono alterate e suddivise e con particolari polarizzazioni. Ciò è dovuto a modificazioni dello spin degli elettroni.) e Stark (lo stesso in un forte campo elettrico). Sulla base di numerose ricerche è stato stabilito che: Per frequenze inferiori a 1 MHz l’effetto biologico prevalente a breve termine è la stimolazione delle cellule elettricamente eccitabili nei tessuti nervosi e muscolari, e la corrente è la quantità più direttamente legata all’insorgere di tali effetti.Per frequenze superiori a 1 MHz la causa certa di significativi effetti biologici è il riscaldamento, direttamente legato alla potenza assorbita . Le interazioni dei CEM con sistemi biologici si possono dividere, da un punto di vista di scala in: azioni sull'intero organismo, interazioni su singoli organi o sue strutture, interazioni a scala cellulare o molecolare. Potremmo anche dividere lo studio in due grosse categorie: "di laboratorio", sperimentale diretta, esponendo soggetti, in genere animali, organi o tessuti direttamente a CEM, spesso anche forti per studiarne patologie ed alterazioni, in particolare: rapporti causa-effetto e correlazione dose-effetto.Quello "ambientale“, è lo studio dell'esposizione cronica, che studia gli effetti su organismi, in genere umani, in relazione alla esposizione avuta nella loro vita, e che si avvale essenzialmente dello studio statistico, a volte anche su grandi numeri di individui. Una prima grande difficoltà nello studio degli effetti sull'uomo è che i risultati ottenuti con lo studio di "laboratorio" difficilmente possono trasferirsi nella realtà "ambientale", Specialmente a causa dei livelli di esposizione che in laboratorio sono molto elevati, per cui è difficile farne delle estrapolazioni ai livelli bassi cui siamo normalmente esposti, Inoltre una estrapolazione di questo tipo presupporrebbe la non esistenza di un livello soglia, o l’ipotesi di un livello soglia inferiore a quello della normale esposizione. Comunque quelli che in realtà ci interessano più direttamente sono i risultati che si hanno nello studio dell'esposizione a CEM durante la vita normale, quindi a livelli bassi o comunque fino a quelli che si possono avere nella realtà lavorativa. Poiché i campi NIR non hanno energia sufficiente per la ionizzazione e l'alterazione dei legami chimici, sono ritenuti in genere più importanti quelli di tipo termico ottenuti dall'induzione di dipoli, oscillazioni di cariche, rotazioni di molecole polari. A parte alcune ipotesi già riportate non si hanno certezze sui meccanismi non termici. Quindi sono di fondamentale importanza gli studi fatti sull'uomo esposto ai campi che normalmente incontra nella vita, quindi gli studi ambientali fondati su statistiche, che devono per forza estendersi per lunghi intervalli di tempo.E’ difficile la Valutazione delle dosi a cui è stato esposto l'individuo. In particolare è difficile la stima dell'intensità dei

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campi cui è stato esposto e per i tempi ad esse correlati.Vi è un’ Azione di confondimento esercitata da altri fattori concomitanti anch'essi presenti nella vita nei soggetti, che possono avere una influenza paragonabile o maggiore di quella cercata o osservata, e che può essere estremamente difficile eliminare. Ad esempio: radiazioni ionizzanti di fondo, pesticidi, benzene, solventi, ed altre sostanze chimiche,fumo di sigarette. Vi è Difficoltà nell‘ "arruolamento" nello studio, che è spesso di per se stesso un fattore discriminante e che può essere un fattore confondente in modo determinante quando si studiano fenomeni certamente non evidenti. Una delle problematiche più studiate è quella concernente l’esposizione a campi elettrici e magnetici per frequenze industriali, in particolare i campi dispersi nell'ambiente dagli elettrodotti, la cui frequenza (50 Hz in Europa, 60 Hz negli Stati Uniti) rientra nella cosiddetta banda ELF (30 - 300 Hz). Vengono determinati i livelli di campo elettrico e magnetico prodotti al suolo da vari tipi di elettrodotti (semplice terna, doppia terna con fasi congruenti, doppia terna con fasi invertite) nell'ambiente disegnando il loro “profilo laterale”, ovvero i livelli di campo a partire dall’asse della linea fino a circa 100 metri di distanza, ed a varie altezze. Le grandezze che determinano l’intensità del campo magnetico circostante un elettrodotto sono principalmente: intensità delle sorgenti (correnti di linea); distanza dalle sorgenti (conduttori); disposizione e distanza tra sorgenti (distanza mutua tra i conduttori di fase); presenza di sorgenti compensatrici e suddivisione delle sorgenti (terne multiple).

I valori di campo magnetico, pur al di sotto dei valori di legge, sono, per grandi correnti, al di sopra della soglia di attenzione epidemiologica (SAE) che è di 0,2 µT. Infatti, solo distanze superiori a circa 80 m dal conduttore permettono di rilevare un valore così basso di campo magnetico. I metodi di riduzione del campo magnetico si basano principalmente su:riduzione della distanza tra le fasi, istallazione di circuiti addizionali (spire) nei quali circolano correnti di schermo, utilizzazione di circuiti in doppia terna a fasi incrociate,utilizzazione di linee in cavo. E’ necessario notare inoltre che aumentare l’altezza dei conduttori da terra permette di ridurre il livello massimo generato di campo magnetico ma non la distanza dall’asse alla quale si raggiunge la SAE. Con l’Interramento gli elettrodotti vengono posti a circa 1,5-1,85 metri di profondità conduttori con guaina isolante, una guaina conduttrice (che funge da schermo per i disturbi esterni, che sono maggiori nel sottosuolo in quanto il terreno è molto più conduttore dell’aria) e un rivestimento protettivo. Generano un campo magnetico al livello del suolo molto più intenso degli elettrodotti aerei (circa il doppio), però l’intensità di campo magnetico si riduce molto più rapidamente con la distanza (i circa 80 m diventano in questo caso circa 24). Tra i vantaggi sono valori di intensità di campo magnetico che decrescono molto più rapidamente con la distanza. Tra gli svantaggi sono da considerare:costi estremamente elevati,impatto ambientale (scavi e riscaldamento del terreno), perdita di energia legati alla potenza reattiva (produzione, oltre ad una certa lunghezza del cavo, di una corrente capacitiva, dovuta all’interazione tra il cavo ed il terreno stesso, che si contrappone a quella di trasmissione).E’utile l’utilizzo di “linee compatte”, dove i cavi vengono avvicinati tra di loro in quanto questi sono isolati con delle membrane isolanti. Vantaggi: riduzione del campo magnetico. Svantaggi: essendo pesanti, richiedono un infittimento dei sostegni degli elettrodotti stessi. E’ utile anche l’Utilizzo di circuiti ausiliari di compensazione attiva o passiva, dove si installano dei circuiti ausiliari sotto le linee elettriche primarie interessate. Nel primo caso si introduce in questi circuiti della corrente elettrica, nel secondo caso quest’ultima viene prodotta dal campo magnetico della linea primaria, facendo così in modo che il livello di campo elettrico e magnetico totale risulti diminuito. I recenti studi di revisione critica fatta sui lavori statistici che sembravano dare fondamento a particolari effetti negativi dei CEM sull'uomo hanno in genere evidenziato difetti di impostazione o di esecuzione tali da inficiarne i risultati. L’unico effetto certo si è avuto nell’uso dei telefonini cellulari, per cui è risultato, per usi lunghi e continuati, un innalzamento della temperatura a livello cerebrale, oculare e dell’orecchio interno, ma i livelli risultano comunque molto più bassi di quelli causati dal semplice esercizio fisico.Si può affermare che attualmente nessuno studio è

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riuscito a dimostrare l'esistenza di effetti negativi dell'esposizione a CEM da parte degli esseri umani nelle normali condizioni di vita, restano soltanto pochi deboli indizi di pericolosità in campi ben precisi. La sola categoria di causa di morte per la quale c’è una indicazione di aumentato rischio con il maggior tempo di uso è l’incidente automobilistico connesso con l’uso dei telefonini.

CEM protezionistica

Potremmo definire, ai nostri fini: Schermatura: sistema per evitare che il CEM investa una zona di spazio,Confinamento: sistema che impedisca al CEM di uscire dalla zona di spazio in cui è prodotto e utilizzato.Per il Campo elettrico serve: Interposizione, fra sorgente e spazio da proteggere, di una lastra o rete di materiale conduttore. La larghezza delle maglie è in relazione alla lunghezza d'onda del CEM.Per il Campo magnetico serve: Interposizione di una lastra di materiale molto permeabile al CM. Lo schermo è più efficiente quanto più è spesso. Lo scopo dell'utilizzo dei CEM è la produzione ed il trasporto di energia e segnali lungo apparati vari e fili, per cui l'emissione dei CEM nello spazio circostante è un sottoprodotto non necessario per gli scopi del loro utilizzo. E’ teoricamente possibile eliminarla. In realtà sarebbe troppo oneroso, viene effettuata solo in casi particolari, specie ove esistono forti campi magnetici. Il primo passo che si compie è la progettazione e realizzazione di apparati che producano bassi livelli di campo esterno Il secondo è la schermatura ed il confinamento. Spesso la schermatura viene effettuata intorno alla zona di spazio ove si vuole ridurre o eliminare l'influenza del CEM, circondandola con una "rete" conduttrice posta a terra: Gabbia di Farady. Ove il disturbo può essere causato da campi magnetici si circonda lo spazio con uno schermo costituito da ferro dolce o materiale con simili caratteristiche magnetiche. Spesso la schermatura nelle antenne è effettuata dalla stessa antenna trasmittente che è direzionale. Nelle apparecchiature per le radiocoumunicazioni vengono irradiate OEM nello spazio libero e sono quindi considerati sistemi aperti.Trasformano più energia possibile in OEM.Possiamo dividere questi sistemi in due categorie:i sistemi per collegamenti direttivi come ponti radio e radar dove l’energia è concentrata in una direzione minimizzando le dispersioni e quelle omidirettive come radio e tv dove l’esposizione all’energia è maggiore. Da ricordare che il primo, a volte più importante, sistema di riduzione del CEM è la distanza dalla sorgente. In zone di campo lontano, zona di Fraunhofer, l'energia del campo, monopolare, diminuisce con il quadrato della distanzaIn zone di campo vicino, zona di Fresnel, in genere il campo può diminuire ancora più rapidamentePer cui spesso basta spostarsi di poco per scendere a valori di CEM accettabili.Ove non sono possibili schermature, o riduzioni del Campo, allora si possono delimitare e chiudere le zone ove il campo supera i limiti e regolamentarne l’accesso, in genere limitando il tempo di accesso, o vietandone l’accesso, quando le sorgenti sono in funzione.Per le Stazioni di trasformazione L’esposizione è dovuta soprattutto alle linee di entrata e uscita. Non dovrebbero essere dislocate in prossimità ed all'interno di aree urbane. Per gli impianti già esistenti ubicati vicino ad abitazioni, potrebbe essere auspicabile spostarli ad una distanza maggiore o sostituire le linee aeree collegate all'impianto con cavi interrati.Le Cabine di trasformazione MT/BT Non dovrebbero essere poste all'interno degli edifici: infatti, anche se l'esposizione al CEM può interessare in genere solo gli abitanti dei locali immediatamente vicini, non sono ancora disponibili misure adeguate di schermatura. In prossimità di aree o edifici adibiti alla permanenza della popolazione, in particolar modo di quella infantile (quali parchi, giardini, asili, scuole), dovrebbero essere provviste di opportuna recinzione. I Campi elettromagnetici in ambiente domestico Derivano da fonti esterne (elettrodotti, stazioni di trasformazione, antenne radio-TV e per telefonia cellulare) ed interne (impianto elettrico dell'abitazione, utilizzatori). I livelli di campo misurabili, a qualsiasi intervallo di frequenza, sono in genere contenuti.Prevale nettamente il contributo a frequenze di rete, 50 Hz (ELF), ma una piccola componente ricade nella banda 15-100 kHz e corrisponde alle emissioni dei sistemi di deflessione orizzontale dei raggi catodici contenuti nei cinescopi di televisori e computer.L'accensione e lo spegnimento degli utilizzatori di rete determina la presenza di picchi istantanei di campo elettrico e

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magnetico di significativa intensità (transienti).In generale, alle basse frequenze i livelli di fondo nelle abitazioni (escludendo l'apporto degli utilizzatori elettrici) sono dell'ordine di 0.1-1 µT per il campo magnetico e 1-100 V/m per l’elettrico. I livelli di campo (soprattutto magnetico) decrescono rapidamente con la distanza (spesso con la terza potenza). Le distanze cui normalmente ci si trova sono molto variabili andando dal contatto diretto a diversi metri, per cui si possono raggiungere livelli relativamente elevati nell’uso quasi a contatto con la superficie del corpo (rasoi, asciugacapelli etc.).Anche il tempo di utilizzo è variabile. In particolare per quelli con cui si è più vicini il tempo è di pochi minuti al giorno. E’ difficile calcolare l'esposizione complessiva ai CEM, in quanto dipende dalle fonti esterne, dal momento della giornata, dalla struttura dell'impianto elettrico nell'abitazione, dalla quantità di corrente che vi scorre, dalla localizzazione dei punti luce, dalla presenza e dal numero di utilizzatori collegati alla corrente di rete, dalla loro dislocazione, dai tempi di funzionamento dei medesimi. Pertanto in casi di dubbi, la precauzione principale è quella di porsi ad una certa distanza (50 cm) dalle fonti. Ciascun lavoratore e` tenuto a: Osservare le procedure di lavoro emanate Utilizzare i DPI adottati e conservarli in buono statoUtilizzare gli eventuali schermi posti attorno alle sorgenti. Stare ad almeno 60 cm dal videoterminale Mantenersi alla maggiore distanza possibile da dispositivi emittente, soprattutto con il corpo. Non sostare o transitare per nessun motivo davanti ad una antenna direzionale senza conoscerne la distanza di sicurezza. Non sostare senza motivo nei pressi di un dispositivo elettrico con caratteristiche di potenziali emettitori Non transitare spesso attraverso ambienti con emissioni di CEM, quando si possono scegliere percorsi alternativi. Nell'organizzazione del lavoro scegliere postazioni di lavoro a lunga permanenza sufficientemente lontane dalle sorgenti di CEM . Nel caso dei CEM non esiste certezza di collegamento tra esposizione e malattia. Pertanto, per motivi precauzionali, si prendono in considerazione i risultati non definitivi.Si introduce così un principio cautelativo per cui si adottano dei valori soglia standard specificando che si sta mantenendo un atteggiamento di tipo cautelativo.In tal modo si evitare la mancanza di interventi a carattere preventivo in assenza di dati certi. Viene così abbandonato il concetto di limite di esposizione inteso come limite sanitario in favore degli obiettivi di qualità, i quali vanno raggiunti in maniera diversa a seconda del tipo di esposizione: per questo motivo anche i dati scientifici incerti vengono inclusi nell'ambito di un quadro generale di riferimento di cui si tiene conto per la definizione della normativa. Sperimentalmente si è osservato che l'effetto prevalente, a breve termine, sui sistemi biologici, è: Per frequenze inferiori ad 1 MHz, la stimolazione delle cellule del sistema nervoso e dei tessuti muscolari, sensibili alla stimolazione elettrica. Per frequenze maggiori l'effetto è quello termico dovuto al riscaldamento.Anche se non esiste una evidenza che le OEM, nelle normali condizioni di vita, siano dannose per l’organismo umano, anche per motivi di precauzione, sono state emanate opportune norme di sicurezza. Il primo passo da farsi è stato decidere quali parametri utilizzare per le misure e per i relativi limiti da adottare. Limiti primari:Sono i limiti di energia assorbita dal corpo umano esposto a campi magnetici.Per la loro misura sarebbe necessaria la effettuazione di misure interne al corpo stesso, o comunque estremamente difficili.Limiti secondari:Da studi teorici e su modelli, si è dedotta una certa corrispondenza fra l’energia assorbita e l’intensità dei campi incidenti a varie frequenze, per cui in pratica si preferiscono usare e regolamentare i Limiti secondari, cioè limiti sul campo incidente sul corpo umano.I limiti primari si dividono in:limiti clinici sono i limiti dei valori di corrente indotta (A/m2) o di potenza assorbita SAR (W/kg) oltre cui si manifestano effetti indesiderati sulla salute,i limiti per la popolazione si ottengono moltiplicandoli per un fattore di 0,1 mentre i limiti per i lavoratori si ottiene moltiplicando ancora una volta per un fattore compreso tra 0,2 e 0,4.Tali limiti sono frequenza dipendenti. Per l’onda piana, le ampiezze dei vettori elettrico e magnetico sono proporzionali fra loro, e la potenza dell'onda incidente è proporzionale al loro prodotto.I limiti possono allora esprimersi indifferentemente in termini di intensità del vettore elettrico E (V/m), dell'intensità del vettore magnetico H (A/m), induzione magnetica B (T) oppure di densità di potenza W/m2. I limiti secondari sono determinati in modo tale che il loro rispetto garantisca il rispetto dei limiti primari (quelli riguardanti il campo interno,

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direttamente legato agli effetti biologici).Nei casi particolari in cui sia possibile accertare direttamente i livelli delle grandezze primarie (campo interno, correnti, potenza assorbita) le grandezze secondarie (campo imperturbato) perdono di interesse, ed i limiti secondari possono anche essere superati, purché non lo siano quelli primari.Il DPCM 8 luglio 2003 Fissa dei limiti esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici e magnetici alla frequenza di rete (50 Hz) generati dagli elettrodotti. La Legge detta i principi fondamentali diretti a:Assicurare la tutela della salute della popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.Promuovere la ricerca per la valutazione degli effetti a lungo termine ed adottare misure di cautela in applicazione del principio di precauzione.Assicurare la tutela dell’ambiente e promuovere l’innovazione tecnologica volta a minimizzare l’intensità dei suddetti campi.Il LIMITE DI ESPOSIZIONE è il Valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, definito ai fini della tutela della salute da effetti acuti, che non deve essere superato in alcuna condizione di esposizione della popolazione e dei lavoratori.I LIVELLI DI ATTENZIONE sono un Valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, considerato come valore di immissione, che non deve essere superato negli ambienti abitativi, scolastici e nei luoghi adibiti a permanenze prolungate. Esso costituisce misura di cautela alla fine di possibili effetti a lungo termine.Gli OBIETTIVI DI QUALITA’sono Criteri localizzativi, standard urbanistici, prescrizioni ed incentivazioni per l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili.Valore di campo elettrico, magnetico ed elettromagnetico, ai fini della progressiva minimizzazione dell’esposizione ai campi medesimi.I valori limiti secondari BF sono Da adottare per aree di gioco per l’infanzia, in ambienti abitativi e scolastici, edifici abitati a permanenze non inferiori a 4 ore nell'arco della giornata.I valori limite secondari AF sono Da adottare per aree di gioco per l’infanzia, in ambienti abitativi e scolastici, edifici abitati a permanenze non inferiori a 4 ore nell'arco della giornata. I valori soglia fissati dalla normativa italiana sono molto inferiori a quelli fissati a livello internazionale dall'ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection) e fatte proprie da una direttiva europea (Direttiva 299 del Luglio 1999). La legge 36/01 prevede l’adozione di misure specifiche relative alle caratteristiche tecniche degli impianti e alla localizzazione dei tracciati per la progettazione, la costruzione e la modifica di elettrodotti e di impianti per telefonia mobile e radiodiffusione. Vengono indicate le particolari misure atte ad evitare danni ai valori ambientali e paesaggistici ed a tutela degli interessi storici, artistici, architettonici, archeologici, paesaggistici e ambientali.La regione adotta, un piano di risanamento al fine di adeguare, in modo graduale, gli impianti già esistenti ai limiti di esposizione, ai valori di attenzione ed agli obiettivi di qualità stabiliti secondo le norme della legge. Il piano può prevedere anche la delocalizzazione degli impianti in siti idonei. Da ricordare inoltre che vengono adottate, per le linee ad alta tensione, distanze minime di sicurezza rispetto ai fabbricati adibiti ad abitazione o ad altra attività che comporta tempi di permanenza prolungati.Distanze da qualunque conduttore della linea: linee a 132 KV almeno 10 m ,linee a 220 KV almeno 18 m ,linee a 380 KV almeno 28 m. Il campo delle interferenze elettromagnetiche, cioè il disturbo ad altre apparecchiature, è regolato essenzialmente dalla direttiva europea 89/336/CEE "compatibilità elettromagnetica" che impone ai costruttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche il rispetto di alcuni requisiti essenziali miranti al contenimento delle emissioni entro limiti ben determinati e contemporaneamente all'incremento dell'immunità degli stessi nei confronti delle interferenze.Il rispetto di tali requisiti si può ottenere seguendo le prescrizioni delle norme tecniche armonizzate che forniscono i limiti ed i metodi di misura per la totalità dei prodotti o delle famiglie di prodotti che rientrano negli obiettivi della direttiva, o per tutti i dispositivi che possono creare emissioni elettromagnetiche o il cui funzionamento può essere alterato da disturbi elettromagnetici presenti nell'ambiente. Emissioni di disturbi condotti: Disturbi originati dalle apparecchiature, che si propagano lungo le linee di alimentazione o di segnale, e che possono interferire con il funzionamento di altre apparecchiature sulla stessa linea. Emissioni di disturbi irradiati: Disturbi originati dai dispositivi che si

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propagano dall‘ involucro, e possono raggiungere altri sistemi provocandone il malfunzionamento. Suscettibilità ai disturbi condotti: Sensibilità di una apparecchiatura ai disturbi presenti sulle linee di alimentazione o di segnale originati da altre apparecchiature collegate alla stessa linea. Suscettibilità ai disturbi irradiati: Sensibilità di una apparecchiatura ai disturbi presenti nell'ambiente circostante che si accoppiano con parti conduttive (masse metalliche, cavi, piste di circuiti stampati, etc.).Suscettibilità alle scariche di elettricità statica: Sensibilità di una apparecchiatura al brusco passaggio di cariche elettrostatiche sulle sue parti metalliche.

Metodologie di misura

Le norme precisano che:Ai fini della verifica del rispetto dei limiti riportati, le intensità dei campi possono essere determinate mediante calcoli o mediante misure.Se i calcoli lasciano prevedere che i valori di campo superino il 50% dei limiti, allora è necessario eseguire misure dirette. In caso di discordanza, viene considerato il valore misurato.Le misure devono essere le medie temporali su qualunque intervallo di 6 minuti. Le medie si intendono come medie aritmetiche della densità di potenza, cioè come medie quadratiche delle intensità dei campi elettrico o magnetico.Bisogna effettuare almeno due misure, una ad altezza del tronco, l'altra ad altezza della testa. Se la differenza fra le due misure è maggiore del 25% del valore maggiore, allora bisogna effettuare una terza misura ad altezza intermedia e fare la media dei tre risultati. Il punto ove effettuare la misura non deve essere, come in genere nell'igiene ambientale, quello ove il personale passa la maggior parte del tempo, ma quello ove si raggiunge il valore massimo.Se si hanno contemporaneamente più campi, allora bisogna calcolare i vari contributi, normalizzandoli, e la loro somma non deve superare l'unità. I singoli contributi vengono determinati dividendo il quadrato del valore di campo elettrico o magnetico misurato, per il quadrato del corrispondente limite. Ovviamente, per frequenze fra 3 MHz e 300 GHz, se si misura la densità di potenza, il contributo si calcola dividendo il valore misurato per il valore limite. La somma dei singoli contributi non deve superare, come detto, il valore di 1.Nel caso si supera il valore di 1 bisogna ridurre i contributi dei vari segnali per riportarli nel limite cumulativo descritto, ma non basta, la norma impone che, per ragioni di ulteriore sicurezza, in questo caso il limite cumulativo deve essere ridotto al valore di 0.8. Vedere il citato DPCM per ulteriori dettagli sul calcolo e sull'esclusione delle sorgenti con contributo inferiore ad 1/100.Ovviamente il tutto deve essere fatto o calcolato con il o gli impianti a pieno regime, o comunque extrapolati, dopo verifica della bontà dell'extrapolazione, al pieno regime.Le norme definiscono solo in parte il dettaglio dei metodi di misura da adottare. E' necessario comunque adottare metodologie di misura che si adattino, volta per volta, alla particolare situazione in studio ed alle sue peculiarità. La situazione sarà diversa se stiamo valutando situazioni di BF o di AF, e se ci troviamo in zone di campo lontano o di campo vicino. Misure a Banda Larga:La misura più semplice si effettua con uno strumento misuratore a banda larga: ciò significa che è in grado di dare un risultato cumulativo di tutte le emissioni presenti nel luogo di misura. Il valore che esso fornisce, espresso in Volt/metro, è direttamente confrontabile con il limite imposto dalla legge. Misure selettive: Ma, nel caso che la soglia di 6 V/m venga superata, occorre eseguire misure molto più dettagliate, con attrezzature sofisticate, in grado di individuare tutti i contributi emessi da sorgenti anche assai diversi. A livello nazionale esiste una rete, prevista dal Ministero delle Comunicazioni, mirante ad effettuare un rilievo continuo dei livelli di campo elettromagnetico in numerosi punti del territorio In tal modo si ha la possibilità di conoscere quasi in tempo reale valori relativi all’impatto elettromagnetico localizzati nelle zone di interesse, e di verificarne l’andamento nel tempo. Le centraline della rete funzionano con lo stesso principio del misuratore a larga banda. Le centraline sono piccole ed autonome, sia per quanto riguarda l’alimentazione (batterie + celle solari), sia per quanto riguarda l’invio dei dati al server che funge da banca-dati.Misure a larga banda: Vengono realizzate tramite strumenti che forniscono l'indicazione del risultato di misura indipendentemente dal numero, dalla tipologia e dalla collocazione in frequenza delle sorgenti

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elettromagnetiche. Tali strumenti sono caratterizzati da sensori larga banda operanti su diverse decadi di frequenza, dall’assenza di filtri passa-banda selettivi o blocchi di demodulazione o mixer e dalla successiva rivelazione del valore efficace totale, per mezzo di rivelazione di inviluppo o misura degli effetti termici (bolometro). Misure selettive:Vengono realizzate con strumenti che consentono di valutare il contributo di ciascuna sorgente alle specifiche frequenze di emissione.Non essendoci suscettività specifica del corpo umano a frequenze particolari e non essendo perciò necessaria una elevata risoluzione in frequenza è utilizzata generalmente la metodologia a larga banda.Sono utili specialmente per distinguere il contributo di ciascuna sorgente e la importanza del contributo, in base alla frequenza di emissione e anche della direzione (utilizzando antenne direttive orientabili). Le misure possono essere effettuate in larga banda se:È necessario individuare punti critici in una zona in cui insistono più impianti.Il valore misurato non supera il 75% del limite.E’ necessario effettuare misure in banda stretta se:Sono presenti più sorgenti che emettono in intervalli di frequenza su cui devono essere applicati diversi limiti.Mediante le misure in larga banda viene evidenziato un superamento dei limiti e quindi è necessaria la riduzione a conformità,Se c’è discordanza tra misure in B.L. e quelle in B.S. si acquisiscono quelle in B.S.Sensori di campo: Dipoli corti per misure di campo elettrico; Piccole spire per misure di campo magnetico; Piccole spire caricate simmetricamente per la misura simultanea di campo elettrico e di campo magnetico. Ai fini della valutazione, della misurazione e/o del calcolo dell'esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici, finché norme europee standardizzate del Comitato europeo di normalizzazione elettrotecnica (Cenelec) non avranno contemplato tutte le pertinenti situazioni per quanto riguarda valutazione, misurazione e calcolo, gli Stati membri potranno usare altre norme o linee guida scientificamente fondate.In Italia vi è disponibilità soprattutto di norme e guide tecniche di impostazione “ambientale”. Comitato Elettrotecnico Italiano Guida ai metodi di calcolo dei campi elettrici e magnetici generati da linee elettriche. Norma CEI 211-4, Milano, 1996. Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettrici e magnetici nell'intervallo di frequenza 0Hz-10kHz, con riferimento all'esposizione umana. Norma CEI 211-6, Milano, 2001.Guida per la misura e per la valutazione dei campi elettromagnetici nell'intervallo di frequenza 10kHz-300GHz, con riferimento all'esposizione umana. Norma CEI 211-7, Milano, 2001.Guida alla realizzazione di una Stazione Radio Base per rispettare i limiti di esposizione ai campi elettromagnetici in alta frequenza. Norma CEI 211-10, Milano, 2002.Gruppo di lavoro ANPA / ARPA Guida tecnica per la misura dei campi elettromagnetici compresi nell’intervallo di frequenza 100kHz-3GHzin riferimento all’esposizione della popolazione. ANPA -RTI CTN_AGF 1/2000. Verifica del rispetto dei valori limite di esposizione.La sorveglianza fisica secondo la direttiva europea 2004/40/CE (Articolo 4 comma 2). Le norme definiscono solo in parte il dettaglio dei metodi di misura da adottare. Segue un esempio delle possibili strategie da adottare di fronte ai problemi concreti. Non è una metodologia standard di misura.Caso generico di una apparecchiatura che produce OEM nel campo delle radiofrequenze, comprese fra 100 kHz e 300 GHz.Operazioni preliminari Acquisizione dei dati relativi all'apparecchiatura che produce il campo: potenza assorbita, frequenza di funzionamento (anche ai fini della scelta degli apparecchi di misura), scopo dell'utilizzo,modulazioni del campo, intensità massime dei campi elettrico e magnetico,potenza massima erogabile, modalità di utilizzo dell'apparecchiatura da parte degli utilizzatori. Acquisizione delle caratteristiche ambientali di utilizzo, e dell'ambiente in cui è inserita l'apparecchiatura. Tipologia dei soggetti interessati, ai fini dell’individuazione dei livelli massimi consentiti e della norma cui fare riferimento:soltanto lavoratori e popolazione .In genere le apparecchiature che generano campi ad alta intensità sono riservate all'utilizzo da parte di personale esperto ed adeguatamente informato, con appropriati sistemi di schermatura e confinamento per la protezione del personale addetto. E' importante, nei casi vi siano sistemi di schermatura e/o di confinamento, facendo riferimento alle specifiche tecniche dell'apparecchiatura, controllare l'efficienza dei sistemi di protezione. Nel caso di alte intensità si può:effettuare i rilievi a regime di potenza ridotta dell'apparecchiatura, in condizioni quindi di sicurezza, ed estrapolare poi tali risultati alla piena potenza. E'

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comunque opportuno verificare sperimentalmente, in zone sicure, la relazione esistente fra le varie potenze e le corrispondenti intensità dei campi.Nei casi di generatori (in genere a bassa intensità) accessibili anche alla "popolazione", o destinati ad essi:porre particolare attenzione allo studio dell'utilizzo in condizioni di uso errato dell'apparecchiatura, e se sono presi opportuni accorgimenti per impedirne l'uso (es. sistema che blocca la produzione di microonde da parte di un forno domestico nel caso lo sportello non sia correttamente chiuso).I livelli dei campi o della densità di potenza misurati devono essere mediati su una area equivalente ad una sezione verticale del corpo umano. Ai fini della verifica del rispetto dei limiti, le intensità dei campi possono essere determinate mediante calcoli o mediante misure. Se i calcoli lasciano prevedere che i valori di campo superino il 50% dei limiti, allora è necessario eseguire misure dirette. In caso di discordanza, viene considerato il valore misurato. Una descrizione completa del CEM richiederebbe il rilevamento del campo stesso in tutto l'ambiente di utilizzo. In pratica, in genere l'intensità del campo decresce con la distanza, per cui, dopo aver accertata tale legge di diminuzione con la distanza mediante misure preliminari, e dopo aver stabiliti i livelli massimi di esposizione che non si vogliono superare, è sufficiente determinare la superficie chiusa racchiudente l'apparecchiatura, in corrispondenza della quale il campo assume i valori limiti stabiliti. Questa determinazione è possibile eseguirla con misure dirette in genere effettuando misure del campo lungo direzioni stabilite, in particolare lungo linee distribuite a raggiera, ed anche tenendo conto delle posizioni in cui possono trovarsi corpi umani, ed organi particolarmente sensibili. La norma precisa che in pratica bisogna effettuare almeno due misure, una ad altezza del tronco, l'altra ad altezza della testa. Le misure devono essere le medie temporali su qualunque intervallo di 6 minuti. Se la differenza fra le due misure è maggiore del 25% del valore maggiore, allora bisogna effettuare una terza misura ad altezza intermedia e fare la media dei tre risultati. Le medie si intendono come medie aritmetiche della densità di potenza, cioè come medie quadratiche delle intensità dei campi elettrico o magnetico.Il punto ove effettuare la misura non deve essere, come in genere nell'igiene ambientale, quello ove il personale passa la maggior parte del tempo, ma quello ove si raggiunge il valore massimo. In caso si abbia la presenza contemporanea di più campi, allora bisogna calcolare i vari contributi, normalizzandoli, e la loro somma non deve superare l'unità. I singoli contributi vengono determinati dividendo il quadrato del valore di campo elettrico o magnetico misurato, per il quadrato del corrispondente limite.Ovviamente, per frequenze fra 3 MHz e 300 GHz, se si misura la densità di potenza, il contributo si calcola dividendo il valore misurato per il valore limite. La somma dei singoli contributi non deve superare, come detto, il valore di 1.

Protezione dei lavoratori

Parla di campi elettromagnetici il Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008 Titolo VIII AGENTI FISICI Capo IV Protezione dei lavoratori dai rischi di esposizione a Campi Elettromagnetici. Il capo IV determina i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici durante il lavoro. In particolare riguarda la protezione dai rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori dovuti agli effetti nocivi a breve termine conosciuti nel corpo umano derivanti dalla circolazione di correnti indotte e dall'assorbimento di energia, e da correnti di contatto.Non riguarda la protezione da eventuali effetti a lungo termine e i rischi risultanti dal contatto con i conduttori in tensione.La norma riguarda campi elettromagnetici:campi magnetici statici, campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo di frequenza inferiore o pari a 300 GHz. Limiti di esposizione:Vengono definiti i valori limite di esposizione basati direttamente sugli effetti sulla salute accertati e su considerazioni biologiche. Il rispetto di tali limiti garantisce che i lavoratori esposti ai campi elettromagnetici sono protetti contro tutti gli effetti nocivi a breve termine per la salute conosciuti.Limiti di azione :Vengono inoltre definiti i valori di azione, cioè l'entità dei parametri direttamente misurabili, espressi in termini di intensità di campo elettrico (E), intensità di campo magnetico (H), induzione magnetica (B) e densità di potenza (S),

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che determina l'obbligo di adottare una o più delle misure specificate nel capo. Il rispetto di questi valori assicura il rispetto dei pertinenti valori limite di esposizione. Il datore di lavoro valuta e, quando necessario, misura o calcola i livelli dei campi elettromagnetici ai quali sono esposti i lavoratori. La valutazione, la misurazione e il calcolo devono essere effettuati in conformità alle norme europee standardizzate del Comitato europeo di normalizzazione elettrotecnica (CENELEC). Provvisoriamente Finchè le norme non avranno contemplato tutte le situazioni per quanto riguarda la valutazione, misurazione e calcolo dell'esposizione, si adottano le linee guida della Commissione consultiva permanente per la prevenzione degli infortuni e per l'igiene del lavoro, o, in alternativa, quelle del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI), tenendo conto, se necessario, dei livelli di emissione indicati dai fabbricanti delle attrezzature. A seguito della valutazione dei livelli dei campi elettromagnetici, qualora risulti che siano superati i valori di azione, il datore di lavoro valuta e, quando necessario, calcola se i valori limite di esposizione sono stati superati. La valutazione, la misurazione e il calcolo non devono necessariamente essere effettuati in luoghi di lavoro accessibili al pubblico, purché si sia già proceduto ad una valutazione conformemente alle disposizioni relative alla limitazione dell'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz e risultino per i lavoratori esclusi rischi relativi alla sicurezza. Nell'ambito della valutazione del rischio, si considerano:il livello, lo spettro di frequenza, la durata e il tipo dell'esposizione; i valori limite di esposizione e i valori di azione delle tabelle; gli effetti sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori particolarmente sensibili al rischio; qualsiasi effetto indiretto quale: interferenza con attrezzature e dispositivi medici elettronici (compresi stimolatori cardiaci e altri dispositivi impiantati); rischio propulsivo di oggetti ferromagnetici in campi magnetici statici con induzione magnetica superiore a 3 mT; innesco di dispositivi elettro-esplosivi (detonatori); incendi ed esplosioni dovuti all'accensione di materiali infiammabili provocata da scintille prodotte da campi indotti, correnti di contatto o scariche elettriche; l'esistenza di attrezzature di lavoro alternative progettate per ridurre i livelli di esposizione ai ampi elettromagnetici; la disponibilità di azioni di risanamento volte a minimizzare i livelli di esposizione ai campi elettromagnetici; per quanto possibile, informazioni adeguate raccolte nel corso della sorveglianza sanitaria, comprese le informazioni reperibili in pubblicazioni scientifiche; sorgenti multiple di esposizione; esposizione simultanea a campi di frequenze diverse. Nel caso di superamento dei limiti di azione: Si può dimostrare che la valutazione effettuata mostra che i valori limite di esposizione non sono superati e che possono essere esclusi rischi relativi alla sicurezza.In caso contrario per cui possono essere superati i limiti di esposizione , si elabora ed applica un programma d'azione che comprenda misure tecniche e organizzative intese a prevenire esposizioni superiori ai valori limite di esposizione, tenendo conto in particolare: altri metodi di lavoro che implicano una minore esposizione ai campi elettromagnetici; scelta di attrezzature che emettano campi elettromagnetici di intensità inferiore, tenuto conto del lavoro da svolgere; misure tecniche per ridurre l'emissione dei campi elettromagnetici, incluso se necessario l'uso di dispositivi di sicurezza, schermature o di analoghi meccanismi di protezione; appropriati programmi di manutenzione delle attrezzature di lavoro, dei luoghi e delle postazioni di lavoro; progettazione e struttura dei luoghi e delle postazioni di lavoro; limitazione della durata e dell'intensità dell'esposizione; ,disponibilità di adeguati dispositivi di protezione individuale. I luoghi di lavoro dove i lavoratori possono essere esposti a campi elettromagnetici che superano i valori di azione devono essere indicati con un'apposita segnaletica. Tale obbligo non sussiste nel caso che dalla valutazione effettuata il datore di lavoro dimostri che i valori limite di esposizione non sono superati e che possono essere esclusi rischi relativi alla sicurezza.Dette aree sono inoltre identificate e l'accesso alle stesse e' limitato laddove ciò sia tecnicamente possibile e sussista il rischio di un superamento dei valori limite di esposizione. In nessun caso i lavoratori devono essere esposti a valori superiori ai valori limite di esposizione. Se, nonostante i provvedimenti presi dal datore di lavoro, i valori limite di esposizione risultino superati, il datore di lavoro adotta misure immediate per riportare l'esposizione al di sotto dei valori limite di esposizione, individua le cause del superamento dei valori limite

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di esposizione e di conseguenza adegua le misure di protezione e prevenzione per evitare un nuovo superamento. Il datore di lavoro adatta le misure di cui al presente articolo alle esigenze dei lavoratori esposti particolarmente sensibili al rischio. La sorveglianza sanitaria viene effettuata periodicamente, di norma una volta l'anno o con periodicità inferiore decisa dal medico competente con particolare riguardo ai lavoratori particolarmente sensibili al rischio, tenuto conto dei risultati della valutazione dei rischi trasmessi dal datore di lavoro. L'organo di vigilanza, con provvedimento motivato, può disporre contenuti e periodicità diversi da quelli forniti dal medico competente. Sono tempestivamente sottoposti a controllo medico i lavoratori per i quali e' stata rilevata un'esposizione superiore ai valori di azione precedentemente indicati. Il Ministero della salute, avvalendosi degli organi tecnico-scientifici del Servizio sanitario nazionale, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, entro due anni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, elabora le linee guida per l'applicazione del presente capo nello specifico settore dell'utilizzo in ambito sanitario delle attrezzature di risonanza magnetica. Le disposizioni del Titolo VIII Capo IV entrano in vigore il 30/4/2012. E’ stato recentemente prorogato al 31 ottobre 2013.Il principio generale di cui all’art.28 del Testo Unico (Oggetto della valutazione dei rischi) e ribadito relativamente agli agenti fisici all’art.181 (Valutazione dei rischi), impegna il datore di lavoro alla valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza inclusi quelli derivanti da esposizioni a campi elettromagnetici.Esiste quindi l’obbligo (sanzionabile) alla valutazione ed all’identificazione delle misure preventive e protettive per minimizzare il rischio.In pratica e per quanto riguarda i compiti di vigilanza, con lo slittamento al 30/04/2012, fino a tale data non saranno richiedibili e sanzionabili le inottemperanze agli obblighi specificamente previsti dal Capo IV del Titolo VIII, ma resteranno validi, richiedibili e sanzionabili i principi generali affermati nel Titolo I e nel Capo I del Titolo VIII.L’Art. 209 del Testo Unico recita: “Il datore di lavoro valuta e, quando necessario, misura o calcola…. Finchè le norme non avranno contemplato tutte le pertinenti situazioni … il datore di lavoro adotta le specifiche linee guida individuate od emanate dalla Commissione consultiva permanente per la prevenzione degli infortuni e per l'igiene del lavoro, o, ….. tenendo conto, se necessario, dei livelli di emissione indicati dai fabbricanti delle attrezzature.”In tal senso il Coordinamento Tecnico per la sicurezza nei luoghi di lavoro delle Regioni e delle Province autonome, in collaborazione con ISPESL ha emanato le “Prime indicazioni applicative Versione definitiva – 10 luglio 2008 - aggiornata al 18 dicembre 2008 relativamente al Capo IV”.“Indicazioni Operative” aggiornate al 11 marzo 2010.In esse vengono indicate quali sono le condizioni nelle quali la valutazione del rischio può concludersi con la “giustificazione” secondo cui la natura e l’entità dei rischi non rendono necessaria una valutazione più dettagliata.Si definisce situazione “giustificabile” una condizione che può avvalersi di questa più semplice modalità di valutazione del rischio nella quale la condizione espositiva non comporta apprezzabili rischi per la salute.Ai fini di questa definizione si reputano in primo luogo non comportare rischi per la salute le esposizioni inferiori ai livelli di riferimento per la popolazione di cui alla raccomandazione europea 1999/519/CE. In linea con questa definizione sono condizioni espositive giustificabili quelle elencate nella Tabella 1 elaborate a partire dal progetto di norma CENELEC EN 50499.In questi casi la giustificazione è adottabile indipendentemente dal numero di attrezzature di lavoro in uso. Tutti i macchinari alimentati a corrente elettrica, o contenenti una componente che sia sorgente di radiazioni non ionizzanti, possono generare, nello spazio loro circostante, un campo elettromagnetico.Secondo la “Direttiva macchine” la progettazione e costruzione deve essere tale da limitare qualsiasi emissione di radiazioni al necessario per il loro funzionamento e tale che i suoi effetti sulle persone esposte siano nulli o comunque non pericolosi, ciò garantisce agli acquirenti che i requisiti del DPR 459/96 sono rispettati.In funzione del livello di emissione di radiazioni, il fabbricante assegna alla macchina una categoria di emissione di radiazioni.Il fabbricante deve specificare, se necessario, il livello di competenza da raggiungere mediante addestramento.Categoria 0 nessuna restrizione,categoria 1 possibili limitazione e misure di protezione c’è la presenza di informazioni

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sui rischi e pericoli secondari,categoria 2 vi sono restrizioni speciali e misure di protezione inoltre è presente informazioni su pericoli e rischi secondari in più i’addestramento può essere necessario. Per le categorie 1 o 2, il fabbricante deve dichiarare il tipo e il livello di radiazioni che possono essere emesse dalla macchina.Le macchine di categorie 1 e 2 devono essere marcate:Segnale di sicurezza rappresentante il tipo di emissione di radiazione.Il numero di categoria (categoria 1 o categoria 2).Il riferimento alla norma EN 12198.La bozza dello standard CENELEC prEN 50499 individua una procedura facoltativa per la zonizzazione dell’azienda.Tale procedura può essere utile a identificare e/o limitare gli accessi in funzione della possibilità di essere esposti a determinati valori di campo. Le zone sono in particolare così determinate:Zona 0 = zona in cui i livelli di esposizione rispettano i limiti nazionali per la popolazione, oppure in cui tutte le sorgenti sono tra quelle giustificabili a priori.Zona 1 = zona in cui i livelli di esposizione possono superare i limiti nazionali per la popolazione, ma rispettano il limite occupazionaleZona 2 = zona in cui i livelli di esposizione possono superare i limiti occupazionali. Se è possibile l’accesso a questa zona, allora dovranno essere messe in atto misure per ridurre l’esposizione o limitare l’accesso.

Laser

L.A.S.E.R. (laser) è l’acronimo della espressione inglese Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation ovvero amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazione Il mezzo attivo può essere costituito da materiale solido, semiconduttore, liquido o gassoso. L’emissione può essere continua o pulsata. La luce laser è fortemente direzionale e non perde la sua energia nel propagarsi anche per riflessione Le sue caratteristiche intrinseche di potenza concentrata, non dispersione, ecc ne consentono usi i più disparati, dal taglio di metalli, ai CD, alle stampanti, in medicina, alle misure di distanze.Classe 1 - laser che sono sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili, compreso l’impiego di strumenti ottici per la visione diretta del fascio.Classe 1M - laser che emettono radiazione nell’intervallo di lunghezze d’onda tra 302,5 e 4000 nm, che sono sicuri nelle condizioni di funzionamento ragionevolmente prevedibili, ma che possono essere pericolosi se l’utilizzatore impiega ottiche all’interno del fascio. Classe 2 - laser che emettono radiazione visibile nell’intervallo di lunghezze d’onda tra 400 e 700 nm, in cui la protezione dell’occhio è normalmente assicurata dalle reazioni di difesa compreso il riflesso palpebrale.Classe 2M - laser che emettono radiazione visibile nell’intervallo di lunghezze d’onda tra 400 e 700 nm, in cui la protezione dell’occhio è normalmente assicurata dalle reazioni di difesa compreso il riflesso palpebrale. Tuttavia l’osservazione dell’emissione può risultare pericolosa se, all’interno del fascio, l’utilizzatore impiega ottiche.Classe 3R - laser che emettono nell’intervallo di lunghezze d’onda compreso tra 302,5 e 106 nm, in cui la visione diretta del fascio è potenzialmente pericolosa, ma il rischio è inferiore a quello dei laser di classe 3B.Classe 3B - laser che sono normalmente pericolosi in caso di visione diretta del fascio. Le riflessioni diffuse sono normalmente sicure. Classe 4 - laser che sono anche in grado di produrre riflessioni diffuse pericolose. Possono causare lesioni alla pelle e potrebbero anche costituire un pericolo di incendio. Il loro uso richiede estrema cautela.Compilazione di idonee procedure che garantiscano ai lavoratori addetti adeguate condizioni di sicurezza Nomina di un Addetto Sicurezza Laser (ASL) che, esperto in materia, supporta e consiglia sull’uso sicuro di tali dispositivi e sulle relative misure di prevenzione e protezione da porre in atto. Istituzione di corsi di formazione per tutto il personale che opera direttamente o nelle vicinanze di una apparecchiatura laser È necessario prevedere anche una sorveglianza medica dei lavoratori addetti per valutare l’integrità dei parametri visivi dei soggetti e in particolare effettuare una visita oftalmica preventiva e delle visite periodiche di monitoraggio.Valutazione dei rischi nella zona di trattamento laser, compresa la determinazione della zona nominale di pericolo Avviso ai responsabili per le problematiche relative alla sicurezza in fase di acquisto e di messa in opera dell’ apparecchio laser, così come per le misure di sicurezza per il funzionamento e per il personale Scelta dei dispositivi di protezione individuale Partecipazione all’aggiornamento del personale che lavora con il laser o in sua prossimità

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riguardo ai rischi e alle misure di sicurezza Partecipazione al controllo e all’approvazione dell’ apparecchio laser in base alle regolamentazioni nazionali e verifica che la manutenzione e l’impiego dell’apparecchio siano effettuate da persone che siano state addestrate a tale fine e che siano comunque altrimenti qualificatAssicurazione, mediante ripetute verifiche, che le misure di controllo prescritte siano efficaci: controllo dei dispositivi di protezione individuale, che le barriere contro la radiazione laser e la segnaletica laser siano in loco, verifica delle procedure standard di funzionamento, procedure di allineamento, liste di controllo perioperative Fornire informazioni ai Responsabili relativamente a imperfezioni o guasti dell’apparecchio laser Analisi di tutti gli infortuni e gli incidenti che riguardano i laser, fornendo informazioni sulle misure preventive a coloro che sono coinvolti, compresi gli addetti alla sicurezza della struttura Responsabilità aggiuntive possono comprendere a) potere decisionale riguardo a misure di sicurezza tecniche e organizzative b) consigli a personale operante con il laser o operante nelle zone laser c) ritiro degli apparecchi laser dall’uso, se necessario d) avvio di indagini mediche, in caso di segnalazione di infortunio laser .Valutazione dei livelli di esposizione:misure ambientali Volte a verificare il corretto confinamento della radiazione laser agli ambienti ove sia utilizzata.Anche l’esposizione indiretta conseguente a fenomeni di riflessione può essere causa di effetti dannosi. Pertanto dovranno evitarsi superfici cromate e lucidate a specchio. Adottare provvedimenti necessari in tal senso. Tubi plastici per il trasporto di gas infiammabili possono costituire fonte di rischio e pertanto dovranno essere ricoperti, con materiali idonei .misure di emissione Volte a verificare il buon funzionamento delle apparecchiature, al fine di garantire adeguata sicurezza ai soggetti esposti e ai lavoratori addetti. Per la peculiarità e complessità di tali verifiche è necessario avvalersi di personale competente e con dimostrata esperienza nel settore. Verifiche strumentali sulle prestazioni di funzionamento A tal fine è necessario eseguire delle verifiche strumentali, effettuate secondo quanto indicato dalla citata norma CEI EN 60601-2-22 del 1997 (classificata CEI 62-42). Verifica prestazioni nominali All’atto dell’installazione deve essere verificata la corrispondenza alle specifiche del costruttore.Ripeterle con le periodicità indicate nella norma CEI 766 e dopo rilevanti interventi di manutenzione e/o riparazione nell’ambito di un programma di assicurazione della qualità Verifica dei sistemi di segnalazione e sicurezza Verificare all’atto dell’istallazione, e periodicamente, il corretto funzionamento dei segnalatori luminosi all’esterno dei locali, degli interruttori di emergenza posti sugli apparecchi e dei cavi per l’alimentazione e per il comando erogazione raggi. CARATTERISTICHE DELLE APPARECCHIATURE Prodotte dopo il 14 giugno 1998: Avere la marcatura CE riportante il codice numerico dell’ente che ne ha verificato la conformità alla direttiva 93/42/CEE Opportuna documentazione in lingua italiana di conformità alle normative CEE pertinenti Segnaletica di avvertimento o pericolo con scritte nere su fondo giallo in lingua italiana Etichettatura ben visibile riportante i dati di “targa” dell’ apparecchiatura (potenza, lunghezza d’onda, classe di rischio ecc.) compreso il numero di serie e/o matricola Istruzioni per l’installazione, uso e manutenzione, in lingua italiana, comprendenti le necessarie Informazioni di sicurezza. Garantita della sicurezza elettrica mediante apposite prove che tengano conto di quanto indicato nella norma CEI 62-5.DPI: A disposizione sia dei lavoratori che dei soggetti esposti, in particolare occhiali o indumenti di protezione Per gli occhiali deve essere specificato per quale tipo di radiazione laser (modalità di emissione e lunghezza d’onda) e quindi di apparecchiatura forniscono protezione Gli occhiali devono poter garantire anche la protezione da incidenza obliqua. Dovranno essere costruiti conformemente alle norme UNI EN 207:2000 relativamente alla tipologia di impiego delle sorgenti laser e recare la marcatura CE Per i lavoratori portatori di occhiali da vista dovranno essere scelti occhiali confortevoli da potere indossare sopra quelli da vista. Per gli indumenti di protezione, in caso di utilizzo di laser di classe 4, è consigliato l’utilizzo di camici di cotone pesante. Qualora un DPI sia manomesso o non integro deve essere immediatamente sostituito.

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