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    La domanda non certo nuova: Linux un sistema ope-rativo a prova di utente finale? Ad ogni nuova versionedi kernel, grazie anche al supporto di un numero sem-pre crescente di dispositivi, il partito degli entusiasti sicontrappone a quello degli scettici senza che emergauna risposta univoca al quesito.Sulle pagine di PC Professionale abbiamo esaminatoproprio un anno fa, sul numero di gennaio 2002, le prin-

    cipali distribuzioni Linux per approfondire la questione(potete trovare larticolo, in formato Pdf, sul Cd-Rom al-legato a questo numero della rivista).A dodici mesi di distanza arrivato il momento di af-frontare di nuovo il tema per constatare soprattutto iprogressi compiuti da Linux in ambito workstation.Nellesaminare le distribuzioni che vi presentiamo inquesto articolo ci siamo concentrati dunque sullaspet-to oggettivo e pratico delluso di Linux in un ambientedesktop orientato alla produttivit personale, verifi-candone attentamente le eventuali difficolt di ricono-scimento e di configurazione delle periferiche di siste-ma (il punto di solito pi dolente). Abbiamo recensitosei prodotti, alcuni molto noti (Mandrake 9.0, Red Hat8.0 e SuSE 8.1), altri meno, soprattutto in Italia (Lin-

    A un anno esatto dalla nostraultima rassegna torniamo

    ad esaminare le principali

    distribuzioni Linux per

    valutare soprattutto i progressi

    compiuti da questo sistema

    operativo in quanto a facilit

    dinstallazione e dutilizzo in

    ambiente desktop.

    Linux: distribuzioniper tutte le esigenze

    A cura di Guido Sintoni

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    SOFTWARE

    dows 2.0 e Lycorix) e il nuovissimoSCO Linux 4.0. Il componente dacui partita la nostra analisi statoil kernel, cio il cuore del sistema

    operativo, identificabile con lo stes-so termine Linux: fortunatamentei tempi in cui bisognava ricompilarloper aggiungere il supporto ad unasemplice scheda audio sono ormailontani. E gi il solo termine ricom-pilare sottolinea implicitamentedue aspetti: lapertura del codice diLinux e la necessit di competenze

    maggiori rispetto allutilizzo di basedi un sistema Windows. Lultimokernel stabile al momento in cuiscriviamo il 2.4.20, che rivaleggia

    con quello di Windows per comple-tezza e capacit di riconoscimentoautomatico. Le maggiori distribuzio-ni, per contro, si attestano alla ver-sione 2.4.18 o 2.4.19.Molto, in materia, dipende dallalungimiranza delle aziende relati-vamente al rilascio delle specifichedei componenti hardware: lam-pante lesempio dei cosiddetti win-modem, modem sprovvisti di unalogica di controllo interna che de-mandano il compito allinterazionecon il sistema operativo. Molti pro-duttori non hanno ritenuto opportu-

    no fare conoscere agli sviluppatorile specifiche di basso livello deicomponenti utilizzati; di conse-guenza molti dei modem che richie-

    dono software specifico per Win-dows non sono riconosciuti da Li-nux. Eppure, il consociativismo insi-to nel concetto stesso del freesoftware e che si esplica nella mo-dalit operativa dellopen source hapermesso la costruzione di appositimoduli anche per i winmodem: ba-sta dare unocchiata a www.linmo-dems.orgper rendersi conto diquanto le esigenze personali e lospirito di ricerca abbiano permessodi rendere compatibile ci che, sul-la carta, non sarebbe dovuto mai ri-sultare tale.

    La scelta di PC Professionale

    > Mandrake 9.0

    Il testa a testa tra Mandrake e RedHat per lot-tenimento del nostro titolo di prodotto Vip (assegnatoprendendo in considerazione lattitudine a un impiegosu sistemi desktop) stato davvero serrato: alle man-chevolezze di una distribuzione corrispondono infatti ipregi dellaltra, e viceversa. In pi, aver avuto a dispo-sizione per i test due versioni diverse (MandrakePowerPack 9.0 confrontabile direttamente per com-pletezza con RedHat 8.0 Professional, non con ledizio-

    ne Personal; tuttavia, il paragone possibile sulla basedel prezzo) non ha certo facilitato il compito. Diciamodunque che ha prevalso Mandrake di unincollatura suRedHat, a sua volta seguita a ruota da SuSE.Linstallazione di Mandrake si fa preferire per chiarez-za e per la possibilit di ridimensionare in maniera nondistruttiva partizioni non Ntfs; tra laltro, i suggerimentiper il partizionamento automatico sono sufficientemen-te corretti, anche se avremmo preferito una partizioneseparata almeno per la directory /home, utile tanto nelcaso di recupero del sistema operativo quanto di suocambiamento.La manualistica cartacea di Mandrake qualitativa eun po troppo concisa: mancano molti riferimenti al si-stema, ma lutente alle prime armi pu trovare in essa

    un valido supporto. Il confronto con RedHat impropo-nibile (la versione Personal prevede solo uno spartanomanuale per linstallazione), ma quello con SuSE net-tamente a vantaggio dellazienda tedesca, che oltread avere prodotto da sempre una manualistica di altolivello ha imparato a curare anche la traduzione ita-liana. La casa del camaleonte include nella propria di-stribuzione un manuale utente assai completo e un ma-

    Ringraziamo Italsel (www.italsel.com) per averecortesemente messo a nostra disposizione per leprove i pacchetti Mandrake Linux 9.0 PowerPack,RedHat 8.0 Professional e SuSE 8.1 Professional.

    nuale di amministrazione che potrebbe risultare utile api di un sistemista, trattando argomenti complessi conapprezzabile propriet di linguaggio e semplicit. Ed quasi inutile sottolineare come, con un sistema operati-vo della complessit di Linux, avere un buon riferimentosia essenziale.Ci che fa propendere per Mandrake oltre che unotti-ma capacit di rilevamento dellhardware la qualitdel centro di controllo e la sua capacit di amministra-zione di sistema, quasi interamente demanda-ta ad uninterfaccia visuale.

    RedHat offre da poco qualcosa di paragonabi-le, anche se il gap rispetto a Mandrake Con-trol Center evidente, specie in termini diconfigurazione di rete, gestione delle risorsedisco e punti di mount, condivisione della con-nessione ad Internet e gestione del software.Red Hat deve ancora migliorare lintegra-zione tra i vari componenti e in otticadesktop decidere a cosa affidarsi in ma-niera definitiva, anche se i passi in avantirispetto alla precedente generazione 7.0-7.3 sono evidenti.I firewall di Mandrake, SuSE e RedHatsono bene implementati; attraverso essi possibile stabilire regole di semplice e

    media complessit. Tuttavia bene chia-rire che soluzioni complesse vanno ancora affrontatecon una modalit ben nota a molti utenti Linux: ricorre-re alla documentazione, ai newsgroup e alle mailing list.Un consiglio per un punto di partenza affidabile:

    pluto.linux.it. In questo caso, pi facile perdersi nel-labbondanza di howto e di guide piuttosto che non tro-vare ci che si cerca.

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    Linux e la sicurezza

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    SOFTWARE

    E di recente il comportamento diConexant ha dimostrato come lat-teggiamento dei produttori si stiaman mano aprendo a Linux.Sulla base della natura libera eaperta di Linux e della licenza di di-stribuzione cui esso sottoposto(ovvero la Gnu/Gpl, consultabilesul sito www.gnu.org), alcuneaziende ne hanno iniziato la pac-chettizzazione ed, eventualmente, ilcommercio. questo il concetto su cui si basanole distribuzioni: la costruzione di unsistema su misura o meglio di

    qualcosa che vi si avvicini; ed ciche spiega le differenze di dotazionesoftware tra le varie distribuzioni.Con buona pace dei puristi, aziendequali RedHat o Mandrake hannoiniziato a pensare allutente finalecomprendendo, oltre a strumentiGpl, applicazioni proprietarie (consvariate licenze duso e con sorgen-ti aperti o meno) per facilitare de-terminate funzioni: questo il valo-re aggiunto, unitamente alla produ-zione di manualistica, che giustificae determina il prezzo da pagare perun Linux personalizzato.

    Laffermarsi di pacchetti quali Rpm(RedHat Package Manager) ha por-tato giovamento a chi si avvicina aLinux, permettendo linstallazione

    di binari precompilati sul sistemaed evitando di dovere ricorrereesclusivamente alla compilazione dicodice sorgente. Rpm non la solafacilitazione prevista: Debian haprevisto Deb, mentre Mandrake haevoluto il concetto arrivando adUrpmi, che permette un controllodelle dipendenze pi efficace.Ma Rpm uno strumento a linea dicomando, cos come lo sono tutte leistruzioni su cui si basa Linux: comeovviare, quindi, alla ben poco ami-chevole forma di istruzioni qualirpm -Uvh [nome del pacchetto]

    --force --nodeps?Con il paradigma degli ambientigrafici e dei front-end dedicati (ov-vero applicazioni demandate alle-secuzione di istruzioni a linea di co-mando definite in maniera visuale)quali GnoRpm o Kpackage per lostesso Rpm.La modularit di Linux si traduce,sotto questo aspetto, nelluso di unserver grafico (Xfree, limplementa-zione libera di X Window System)separato e separabile dal sistema,anche se intimamente legato ad es-so: basato su unarchitettura client-

    server, si occupa dellinterfaccia-mento dellhardware preposto (lascheda grafica), dellambiente gra-fico e del gestore di finestre relati-

    vo. Anche qui si rileva una delle li-nee guida di X (e dei sistemi *nix ingenerale), che basato sulla coope-razione di componenti separati.Un window manager il compo-nente che controlla laspetto e lo-perativit delle finestre e consenteallutente di interagire con esse; gliambienti grafici forniscono uninter-faccia pi completa al sistema ope-rativo mediante luso di utility e diapplicazioni in essi integrati.I gestori di finestre e gli ambientigrafici non sono in contrapposizionee costituiscono limpatto visivo di

    Linux sullutente finale: i primi sioccupano di ci che non risulta con-veniente o possibile fare da shell ditesto; i secondi consentono un ap-proccio morbido alla configurazioneed alla gestione di sistema.Gli incroci peraltro sono allordinedel giorno: gli ambienti grafici sup-portano pi window manager, e vi-ceversa. Se ci costituisce qualcosaa met strada tra la continua ricercadellefficacia funzionale e lappaga-mento visuale dellutente esperto,le aziende hanno capito come unasimile flessibilit possa costituire

    elemento di confusione per il novel-lino (o newbie, per usare il termineinglese) ovvero per chi si avvicina aLinux. Per questo motivo, la mag-

    Affrontare in poco spazio un tema complesso quale la sicurezzain un sistema operativo aperto non unimpresa semplice: le im-plicazioni ed i riferimenti sono molteplici, cos come alcune con-notazioni di fondo.Per iniziare ci sembra inevitabile affrontare il modello di sviluppoalla base di Linux: le sue linee guida sono esposte da Eric Ray-

    mond in un paio di scritti, The Cathedral and the Bazaar eHomesteading the Noosphere, reperibili allUrltuxedo.org/~esr/writings). Lungi da paragoni con il sistema disviluppo chiuso che operativamente si esplica in un codice sor-gente non accessibile pubblicamente e non ne prevede in generela ridistribuzione nellottica del miglioramento a chiunque sia ingrado di mettervi mano (la comunit di sviluppo) il modello asorgente aperto prevede una velocit di rilascio molto elevata.A chi si affaccia al mondo Linux, pu sorgere pi di un dubbio,alimentato peraltro dagli stessi motti di chi vende prodotti e solu-zioni basati su questo sistema operativo. Linux immune ai virus eal codice maligno? Macch: basta pensare a Slapper. Linux cam-pione di stabilit? Non propriamente detto: la storia piena dicompilatori bacati e di codice non perfettamente eseguito.

    Linux insicuro, dunque? No, assolutamente no, almeno a priori.Un sistema operativo, in s, non mai perfetto; la sua stesura ri-chiede perizia e capacit di previsione. Ma le scelte di fondo so-no in grado di condizionare buona parte di ci che si traduce nel-le situazioni reali.Larchitettura di Linux come altrove ribadito modulare, e ci

    permette di costituire un sistema difficilmente attaccabile, perchinnalza il livello di competenze richieste per lattacco stesso. Lapossibilit di intervento su ogni componente, inoltre, lascia manolibera, in termini di protezione, a chi ha il compito di difendere lamacchina da intrusioni non autorizzate sul piano dellammini-strazione di sistema.A utenti diversi corrispondono esigenze diverse in termini di si-curezza: amministrare un server che opera su Internet ben di-verso dalle esigenze di privacy per il proprio lavoro domestico.Per questo le aziende che producono distribuzioni Linux propon-gono sistemi automatici di aggiornamento del sistema, che ben sisposano con molte necessit. Non si presentano come soluzionidefinitive, ma hanno il pregio di essere intuitive e veramente allaportata di tutti: Debian apt-get, Mandrake Update, RedHat

    Di Guido Sintoni

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    SOFTWARE

    gior parte delle distribuzioni preve-dono un ambiente grafico ed unwindow manager prestabilito, e la-sciano linstallazione e la configura-zione di ulteriori componenti allascelta dellutente creando, in questomodo, impronte ben definite. ARedHat, da sempre coinvolta nelprogetto Gnome (Gnu NetworkObject Model Environment) si con-trappongono aziende che parteg-giano per Kde (K Desktop Environ-ment) quali SuSE o Caldera (cheadesso ha mutato il proprio nome in

    SCO) o tengono un atteggiamentoneutrale, quali Mandrake.In ambiente Linux il software unaltro elemento di demarcazione ri-spetto ad ambienti Windows: quel-lo libero (e laccezione, in questocaso, fa rima con gratuito) dispo-nibile in grandi quantit in ognidistribuzione, anche in quelle libe-ramente scaricabili da Internet. Glistrumenti per la produttivit rivoltial cosiddetto mercato Soho (SmallOffice Home Office) ovvero quellodei piccoli uffici e di chi lavora dacasa, hanno ormai raggiunto buo-

    ni livelli di maturit e garantisconoun ottimo grado di interscambiocon le omologhe e pervasive appli-cazioni Microsoft, anche se giu-sto sottolineare che la compatibi-lit non ancora completa, speciein caso di layout complessi. Lastessa possibilit di installare ap-plicazioni Microsoft su un sistemaLinux ha compiuto passi in avantigrazie a Wine (unimplementazio-ne open-source delle Api di Win-

    dows), anche se lo stato dellartenon ancora tale da garantire unutilizzo sicuro e continuativo: me-glio rivolgersi a progetti miratiquali CrossOver Office o ad emu-latori quali VmWare, bench difronte a simili esigenze bisognadavveo domandarsi se non sia ilcaso di utilizzare direttamenteWindows.Sul fronte di Internet, i browser diriferimento sono Mozilla (e lomolo-go Netscape), Galeon e Konqueror,oltre al porting di Opera. La scelta

    tra client di posta elettronica poi virtualmente sterminata.Per un utente generico, il multime-dia sotto Linux offre ntevoli poten-zialit: grazie al progetto Alsa (peril cui successo bisogna ascriveremolti meriti a SuSE) il supporto del-le schede audio allaltezza, ed possibile sfruttare software di buo-na qualit per lascolto, la visione ela codifica di audio e video.Stesso discorso per il fotoritocco e lamodellazione e lanimazione tridi-mensionale: Gimp da un lato eBlender dallaltro hanno poco da in-

    vidiare a pacchetti commerciali, an-che se i professionisti difficilmentesi convertiranno a Linux in virt diqueste applicazioni.Le periferiche di largo utilizzo sonospesso supportate da Linux, e an-che il collegamento tramite Usb(anche 2.0) e Firewire non un pro-blema. Ma non bisogna pensareche lostacolo dei driver (o, meglio,dei moduli per il kernel) sia supera-to: basta dare unocchiata al proget-

    to Sane (www.sane.org), ad esem-pio, per constatare come pi di unoscanner sia ancora oggi inutilizzabi-le sotto Linux.Sulla base di queste considerazio-ni, abbiamo messo sotto torchio lepi recenti distribuzioni di Linux alcune di orientamento generico,altre dichiaratamente rivolte allu-tilizzatore desktop concentran-doci sul punto di vista del singoloutente finale. La loro valutazionetiene conto di vari fattori, ricondu-cibili tutti alla semplicit di utiliz-

    zo, quali la procedura di installa-zione, la qualit della manualisti-ca, la dotazione di software acclu-sa, la qualit e la flessibilit deglistrumenti di amministrazione e lecapacit di riconoscimento del-lhardware.Come macchina su cui svolgere i te-st abbiamo scelto una configurazio-ne ragionevolmente economica, ri-correndo a una Cpu Intel Celeron1800, una motherboard Ecs P45SA/-DX+ (basata sui chipset Sis 645DX/962, con audio onboard e sche-da di rete integrata su base Sis 900),

    1 GB di memoria Ram (SDRam Pc133), una scheda video con chipsetnVidia TNT2 e per introdurre dueinteressanti elementi di complessit due controller separati Usb 2.0 eFirewire, che sfruttano rispettiva-mente chip Via VT 6202 e Texas In-strument TSB12LV23 su bus PCI, ol-tre ad un controller Scsi con chipSymbios 53c860, cui stato collega-to un vecchio scanner MicrotekScanMaker E3.Per linstallazione sullhard disk,abbiamo lasciato mano libera alleutilit delle varie distribuzioni, che

    Network o SuSE You, per citare qualche nome, sono il miglior bi-lanciamento tra fortificazione della propria Linux box ed il temponecessario per farlo. Pi di unpower userpu storcere il naso difronte a questa affermazione: vero, la via del binario precompi-lato non la pi sicura; ma non da tutti saper compilare nuovisorgenti con le opzioni corrette o manipolare file di configurazio-ne. E, nel nostro caso, un approccio cui lutente desktop difficil-mente ricorrer, anche se la possibilit di produrre un eseguibilesu misura per le proprie esigenze rappresenta, in termini di sicu-rezza, un vantaggio consistente rispetto al mondo del softwarechiuso. La gi citata velocit di sviluppo si traduce in un ciclomolto rapido di patch e nuove versioni di applicazioni, idealmen-te pi stabili e sicure. Per chi proviene dal mondo Microsoft, si

    pone un problema di identit: a chi rivolgersi per i security fix?La risposta semplice: agli stessi canali cui ci si rivolge per i ser-vice pack e le patch per Windows.In altre parole, gli strumenti da usare sono il sito del produttoredella distribuzione utilizzata, praticamente sempre provvisto diunarea chiamata Update o simile; la pagina Web del compo-nente specifico e non ultima per importanza la sottoscrizionea una buona mailing list sullargomento. Lapproccio dellutentedesktop alla sicurezza su Linux, in definitiva, non varia granchrispetto alle abitudini acquisite su Windows: prevenzione edinformazione sono alla base della soluzione di molti possibili pro-blemi. Tenendo sempre conto che scegliere di non installare icomponenti server inutilizzati sempre la scelta migliore.

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    SOFTWARE

    si sono confrontate nel creare par-tizioni e file system su un hard di-sk Maxtor da 20 GByte, UltraATA/66, configurato come unitslave sul canale primario (sul siste-ma era presente un altro disco sucui era installato Windows XP Pro-fessional). Il quadro era completa-to da due unit ottiche: un lettoredi Cd-Rom ed un masterizzatore,entrambi su bus Ide. Disabilitatalopzione Pnp OS da Bios, abbia-mo pi volte provato ad installare

    al volo eriferiche Usb e Firewire:un disco rigido Archos Mini HD subus Usb 2.0 e Ieee1394, e una foto-camera Fuji Finepix 6800 su busUsb 1.1, oltre ad una WebcamCreative WebCam Plus Usb 1.1,sperando nel riconoscimento daparte del sistema.In sostanza, abbiamo composto unquadro hardware decisamenteeterogeneo per simulare varie si-tuazioni duso e verificare i pro-gressi compiuti in questo ambitodalle diverse distribuzioni.Non si tratta certo di un metodo di

    paragone univoco (la specificitdella periferica ancora un fattorediscriminante sotto Linux), ma pufornire indicazioni decisamente in-teressanti.

    Lindows.com > Lindows OS 2.0

    Unire la semplicit di Windows conla stabilit di Linux: lidea non nuo-va, ed stata tradotta in pratica dapi di una azienda. Il ricordo corresubito a Corel Linux, il tentativo diusare una distribuzione Debian perottenere un prodotto a prova di uten-te finale. Lesperienza di Corel si ri-velata ben poco proficua, ennesimadimostrazione di quanto sia difficilefare business con il software libero

    per le societ abituate a produrresoftware commerciale.Sulle ceneri di Corel Linux natoLindows, un sistema operativo chemira, stando allo slogan dellazienda,a ricreare la potenza, stabilit edeconomicit di Linux pi la facilitduso di Windows.Dopo la fine dei nostri test LindowsOS 2.0 stato rimpiazzato dalla ver-sione 3.0, che promette miglioramen-ti sul fronte della compatibilithardware e varia il modello e il prez-zo della licenza duso.Laspetto probabilmente pi inno-

    vativo di Lindows Click-N-Run,ovvero un meccanismo che perme-te di installare nuovi programmicon un solo clic, prelevandoli dauna libreria allestita da Lindows-.com e accessibile in abbonamento.Click-N-Run permette di evitare laprocedura tradizionale, che preve-de lo scaricamento, la decompres-sione e linstallazione manuali delprogramma, rendendo il tutto asso-lutamente automatico.

    Lindows disponibile in pi versioni.

    Quella comprendente due Cd-Rom(il sistema operativo e linstaller perClick-N-Run, il manuale per linstal-lazione e un anno di abbonamento aClick-N-Run) denominata Mem-bership Edition; ledizione Digital-only prevede lo scaricamento del-limmagine Iso di Lindows; la versio-ne Insiders Program aggiunge infinealla Membership Edition un abbona-mento a Click-N-Run biennale e lac-cesso a vari programmi di autoistru-zione e documentazione.Linstallazione di Lindows avvieneinteramente in maniera grafica: ve-

    loce e richiede - quale unico inter-vento manuale - la scelta del metodoprescelto (su una partizione specificao sullintero disco) e limmissione del-la password di root, ma presta il fian-co a pi di una critica. Non consen-tito, ad esempio, installare il sistemaoperativo su pi partizioni, con laconseguente impossibilit di preser-vare i dati personali (contenuti nellapartizione /home) in caso di malfun-zionamento del sistema operativo.Il filesystem supportato di default ext2: ricorrere al journaled possi-bile solo una volta installato Lin-

    dows (a patto di avere le competen-ze necesarie, per nulla banali).Nelnostro caso, infine, non stata con-figurata correttamente la schedagrafica: a questo problema abbiamoovviato con i due script di configu-razione del server X, xf86cfg exf86config, entrambi testuali e nonproprio intuitivi.Al primo avvio della macchina, lasorpresa positiva rappresentatadalla velocit di avvio. Quella nega-

    Il software perLindows si pu

    ottenere medianteClick-N-Run oppure

    tramite apt-get e unapposito front-endquale Synaptic. Nel

    primo caso il servizio a pagamento dopo il

    primo anno di utilizzo.

    Contro

    Lindows OSDollari Usa 129,00 tasse escluse

    Pro

    > Desktop simile a quello di Windows> Installazione rapida> Possibilit di installazione remota di applicazioniin stile Lindows o Debian (apt-get)

    I prezzi sono riferiti alla versione 3.0, uscita dopo la chiusura delle no-stre prove. La versione Digital-only costa dollari Usa 119,00 tasseescluse. La versione Insiders program costa dollari Usa 299,00 tasseescluse.

    Produttore: Lindows.com, 9333 Genesee Ave., 92121 San Diego (Ca),Usa; tel. +1-858-587-6000; fax +1-858-587-8095; pagina webwww.lindows.com

    > Mancanza di un firewall configurabile per via grafica> Gestione utenze incompleta> Qualche problema di stabilit con i programmi Windows

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    Linux From Scratch: distribuzioni fai-da-te

    PC Professionale - gennai o 2003282

    SOFTWARE

    tiva laccesso da root, in pieno sti-le Windows 9x. Si tratta di un pro-blema di non poco conto: lutentepoco esperto, infatti, pu raggiun-

    gere la console in maniera rapidaed eseguire comandi potenzialmen-te distruttivi per il sistema.Trattandosi di una vera distribuzio-ne Linux (costruita sulla base di De-bian, ricordiamolo), laggiunta diutenti di livello inferiore e laccessoa X in tale qualit possibile. Laprocedura richiede pochi comandi epoche modifiche ai file di configu-razione; ma per una distribuzionedichiaratamente per neofiti qualeLindows lassenza di uno stru-mento grafico per la gestione degliutenti na grave pecca.

    Per molti sviluppatori, sufficiente disporre di un compila-tore C e di un editor di testo per dare libero sfogo alla pro-pria creativit. In s, Linux un kernel, ovvero il cuore diun sistema operativo avente il preciso compito di interfac-ciarsi con i diversi livelli logici di sistema.Basta unire queste due considerazioni per capire il signifi-cato intrinseco di un progetto della portata di Linux FromScratch (www.linuxfromscratch.org), che si propone di for-nire tutto ci che serve per costruire una distribuzione Li-nux a partire da zero.Ecco come viene descritto nella presentazione reperibilesul sito La ragione pi importante dellesistenza di Linux

    From Scratch insegnare alle persone come funziona unsistema Linux. Costruire un sistema Linux From Scratch

    spiega come le componenti di Linux si relazionano e lavo-

    rano insieme e dipendono luna dallaltra. E, non ultimo,

    aiuta a personalizzare i propri gusti ed esigenze.Molti sono i concetti alla base di questo assunto: il con-cetto di hackingsecondo Eric Raymond (riassunto inhttp://www.tuxedo.org/~esr/faqs/hacker-howto.html),con le annesse tematiche della ricerca di problemi da ri-solvere, delle competenze necessarie e di come tradurreil tutto in pratica; la natura modulare di Linux e delle in-terdipendenze tra le miriadi di semplici applicazioni chelo costituiscono; la modalit aperta di Linux e del suocodice.Uno degli aspetti tecnici pi interessanti del sistema ope-

    rativo del pinguino la sua scalabilit. E, prevedibilmente,ci viene rimarcato in Linux From Scratch: Un altro bene-ficio quello di poter creare un sistema Linux molto com-

    patto. Se si installa una distribuzione, si finisce con linstal-

    lare un insieme di pacchetti che probabilmente non si uti-

    lizzeranno mai [] Non difficile ottenere un sistema Li-

    nux From Scratch in meno di 100 MByte. Le traduzionipratiche sono evidenti, e si riassumono principalmente neisistemi embedded.

    Ogni sistema operativo variamente scalabile verso ilbasso: da Windows, ad esempio, sono scaturite tanto levarie famiglie di Windows Ce quanto le Tablet Pc Edi-tion di Xp o le versioni in grado di girare su architetturea 64 bit.I sistemi modulari e aperti risultano evidentemente avvan-taggiati per molti versi: pi facile rimuovere componentiseparati che sgrossare un monolite.Un altro vantaggio potenziale la sicurezza: compilare unintero sistema dai sorgenti significa dovere mettere sottocontrollo tutti i suoi componenti. cos possibile costruire un sistema chiuso o aperto a

    seconda delle reali esigenze, cos come applicare le pat-ch di sicurezza (solitamente consistenti in un numerocontenuto di righe di codice) solo dove vengano ritenutertealmente necessarie.Nel progetto Linux From Scratch non manca certo la docu-mentazione: si pu scaricare liberamente un manuale dibase di 300 pagine in vari formati, e accedere a vari ramidi sviluppo, mailing list e faq.I temi trattati sono eterogenei: dai sorgenti che bisognascaricare, alla preparazione delle partizioni per il nuovosistema, alla compilazione del sistema di base, fino allarealizzazione di script di boot e a quanto ancora neces-sario per rendere il tutto avviabile.Un ultimo cenno merita un progetto collegato: BeyondLinux From Scratch (beyond.linuxfromscratch.org), che

    punta ad assistere gli sviluppatori fornendo ulteriore do-cumentazione per installare e configurare pacchetti sullabase di un sistema Linux From Scratch.Il paradigma seguito noto; il manuale di Beyond LinuxFrom Scratch richiede attenzione e tempo (supera le 600pagine), e tratta argomenti quali la sicurezza, linstalla-zione di Pam (Pluggable Authentication Modules), i filesystem, le librerie generiche e grafiche e le utilit di si-stema; il networking e gli ambienti grafici.

    Di Guido Sintoni

    Laspetto del desktop diLindows chiaramente

    ispirato a quello di Windows.Kde 3 regge bene il

    confronto tanto sul pianoestetico quanto su quello

    funzionale. Si tratta in ognicaso di un ambiente grafico

    avido di risorse di sistema.

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    SOFTWARE

    E, a dire il vero, laggiunta di unfirewall configurabile graficamentenon avrebbe stonato.Una delle promesse legate al lanciodi Lindows OS verteva sulla compa-tibilit di applicazioni Windows inambiente Linux. Nel corso della no-stra prova abbiamo tentato tre volte

    il setup di Microsoft Office 2000 ot-tenendo risultati contrastanti: quel-la buona stata la terza. E, nellusopratico, stato senzaltro meglio ri-correre allinstallazione di OpenOf-fice che subire repentine chiusuredi Microsoft Office, che hanno ri-portato alla mente sopiti ricordi po-polati di schermi blu. Nel caso diLindows, lunica variante del caso rappresentata da un messaggio in-quietante: Segmentation fault.Click-N-Run unottima soluzione,e aiuta il neofita a personalizzare ilsistema con una quantit di softwa-

    re spesso limitata dalla sola imma-ginazione, integrando ladotazionedi base non troppo ricca.Ci permettiamo di suggerire tutta-via unalternativa: apt-get, unaistruzione a linea di comando (com-pletabile con il front-end grafico Sy-naptic). Nel nostro caso, con dueistruzioni (apt-get update e apt-getinstall) siamo stati in grado di ag-giungere gcc e varie librerie di svi-luppo al sistema, esaltando il lato

    Debian di Lindows. I risultati sonostati decisamente soddisfacenti.Per contro, c poco da dire sul de-sktop: estremamente funzionale,sia in termini di layout che di somi-glianza a Windows.Insomma, considerando il taglioibrido di Lindows, il dilemma mol-to semplice: bicchiere mezzo pienoo mezzo vuoto? Mezzo pieno se siintende Lindows come unalternati-va a basso costo a Windows; quasidel tutto vuoto se lo si considera unsistema Linux puro.

    Lycoris > Lycoris Desktop/LXPer meglio capire la collocazione diLycoris nel panorama Linux, beneriferirsi al nome con cui la distribu-zione era precedentemente nota:Redmond Linux. Il richiamo a Mi-crosoft, i cui sistemi operativi sonouna pietra di paragone per sempli-cit duso e funzionalit, evidente;ma considerare Lycoris un sempliceclone a basso costo di un sistema

    In Lindows Samba bene implementato, e ilriconoscimento deigruppi automatico. Diconseguenza ,lintegrazione elinterscambio dati conmacchine Windows inrete davvero semplice.

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    SOFTWARE

    operativo commerciale sarebbe in-giusto: pur con innegabili analogie,il sistema operativo ha dignit suffi-ciente per vivere di vita propria. E,per dirla tutta, presenta anche mol-ti pregi.Il produttore in grado di proporreunofferta articolata, anche se lega-ta esclusivamente allarchitetturax86, ed molto attento alle esigen-ze della attenta alla comunit di svi-luppo. Basta dare unocchiata al-lUrl www.lycoris.orgper renderse-ne conto: ci si trova di fronte a unportale (costruito con MyPhp-Nuke)

    che una fonte inesauribile di do-cumentazione peraltro molto bencategorizzata relativa al sistemaLinux in s e alla sua versione madein Lycoris. Questa iniziativa dasottolineare per completezza e qua-lit delle informazioni reperibili,tanto pi che le dimensioni dim-presa di Lycoris non sono certoesorbitanti.

    Proprio da questo sito abbiamo sca-ricato la versione provata, definitaDownload Edition 2.0e Unsuppor-ted: un approccio libero e gratuitoal mondo Lycoris che, a secondadella banda a disposizione, richiedequalche minuto a qualche ora per ildownload, trattandosi di una imma-gine Iso da poco pi di 500 MByte.

    Sono poi disponibili altre due im-magini, che contengono rispettiva-mente gli strumenti di sviluppo e isorgenti.Le versioni commerciali previste daLycoris sono numerose e proposte aprezzi equi, anche se c da consi-derare come la mancanza di un di-stributore italiano sia penalizzante.

    Luniverso parallelo dei sistemi Bsd

    Che cos Bsd? A questa domanda un esperto di informatica pro-babilmente risponderebbe un sistema operativo BerkeleySoftware Distribution. La realt per pi complessa: Bsd trale altre cose anche una cultura, una filosofia e una collezionesempre pi ampia di software in buona parte (anche se non deltutto) gratuito e completo di codice sorgente.La storia di Bsd (la sigla sta per Berkeley Software Distribution) legata a doppio filo con quella di Unix, il sistema operativo natonei primi anni Settanta nei laboratori Bell la divisione di ricercadi AT&T.

    Bsd e UnixIn origine Bsd era un grupo di estensioni per Unix di AT&T svi-luppate presso luniversit di Berkeley, in California (USA). Sitrattava di un insieme di sorgenti che andavano ad innestarsi su

    un sistema a sorgenti chiusi quale AT&T Unix.Dato che AT&T non ha mai rilasciato il proprio codice, diffici-le sostenere che Bsd sia Unix; tuttavia, lampio ricorso diAT&T ai sorgenti di Berkeley ha portato ad una sorta di ibrida-zione, tant che gi nel 1976 iniziarono a circolare i nastri diBerkeley Software Distribution. Si pu dire che se Bsd non Unix difficile stabilire la provenienza di molte varianti Unixarrivate ai giorni nostri.Lo sforzo realizzativo allinizio era per lo pi demandato alComputer Sciences Research Group (Csrg) dellUniversit diBerkeley, che si vide ben presto commissionare dallente gover-nativo statunitense Darpa (Defense Advanced ResearchProjects Agency) il miglioramento dei protocolli di comunica-zione della rete militare Arpanet. Da qui alla definizione degli

    Internet Protocols e a Tcp/Ip il passo fu relativamente breve: laprima implementazione su vasta scala fu inclusa in 4.2 Bsd, nel1982. Ed interessante ricordare che questa versione, rilicen-ziata, fu la base su cui Sun Microsystems defin il proprio SunOs, oggi conosciuto come Solaris.Lautorizzazione alla vendita di sistemi Unix per At&T sfoci benpresto in System III e System V, che rappresentavano versioni ri-dotte di Unix prive di supporto per la rete, e che era prassi inte-grare con Bsd dato che questultimo comprendeva le applicazionibasate su Tcp/Ip, la shell csh e leditor vi. Tutti componenti chenon sorprende trovare nel pi recente Linux, che a System V siispira chiaramente. Anni dopo, dal Csrg partirono due progetti di-stinti: 386Bsd, aperto, e Bsd/386, basato sugli stessi sorgenti delprimo. Il secondo prosegue ancor oggi la sua carriera con il nomedi Bsd/Os, mentre da 386Bsd nel 1993 nacquero due progetti pa-

    ralleli: NetBsd e FreeBsd, entrambi a sorgenti aperti. Tre anni do-po, da NetBsd prese vita il progetto OpenBsd. Se poi si considerache dalla versione 3.2 di FreeBsd incrociato con Mach 3.0 nato Darwin, il cuore dellattuale MacOsX, il panorama Bsd completo: da un completamento di Unix sono nati cinque sistemioperativi ad esso ispirati.

    Il modello di distribuzione del software BsdLa licenza di distribuzione del software prevista da Bsd(www.freeBsd.org/copyright/license.html) affine alla Gpl (Ge-neral Public License) che regolamenta Linux, ma non certo identi-ca. La definizione di questultima racchiusa dalle quattro libertteorizzate da Richard M. Stallman, massimo esponente del pro-getto Gnu (Gnus Not Unix) e del free software.

    Di Guido Sintoni

    Il desktop di Lycoris semplice echiaramente rivoltoagli utenti che siavvicinano a Linuxper la prima volta.Le analogie con ildesktop di Windowssono evidenti, e siriflettono soprattuttonelle icone.

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    SOFTWARE

    La release Desktop/LX prevede dueCd-Rom, un manuale dinstallazio-ne ed un supporto di 60 giorni pere-mail; la variante Desktop/LX De-

    luxe aggiunge i due Cd relativi aglistrumenti di sviluppo ed ai sorgenti;ledizione ProductivityPak orien-tata alla produttivit individuale,prevedendo OpenOffice e utilitper palmari con sistema operativoPalmOS; Desktop LX/InterConnect,infine, si rivolge alle aziende e aiserver, con due Cd supplementaridedicati a questi ultimi.Lo strumento di installazione di Ly-coris senza dubbio efficiente: tuttoavviene per via grafica, ed note-

    vole la possibilit di partizionamen-

    to manuale del disco. Gli unici dueappunti checi sentiamo di muoveresono relativi ad una certa scarsit dimessaggi di output che informinodellandamento dellinstallazionestessa, e alla mancanza di uno stru-mento per ridimensionare le parti-zioni sullo stile di quelli previsti daMandrake e SuSE.Nella nostra configurazione di provanon sono stati identificati corretta-mente il chipset audio ed il controllerFireWire: se questultimo pu non es-sere di grande interesse, lesecuzionedi un ambiente desktop senza audio

    > Libert 0, o libert fondamentale: la libert di eseguire il pro-gramma per qualunque scopo, senza vincoli sul suo utilizzo;> Libert 1: libert di studiare il funzionamento del programma,

    e di adattarlo alle proprie esigenze;> Libert 2: libert di redistribuire copie del programma;> Libert 3: la libert di migliorare il programma, e di distribuir-

    ne i miglioramenti.Come pi volte ribadito dalla Free Software Foundation(www.fsf.org) e dallaffiliata a Fsf Europe, Assoli (AssociazioneSoftware Libero, www.softwarelibero.it), diverse altre licenze ga-rantiscono le quattro libert e si possono pertanto qualificare co-

    me licenze per il software libero. Fra queste, merita una speciale

    menzione per la sua diffusione la licenza Bsd, la cui principale

    differenza dalla GPL che, non essendo basata sul permesso

    dautore, non ha fra i propri obiettivi quello di proteggere la li-bert del software cui applicata. Chi infatti modifichi un pro-

    gramma protetto da Bsd, pu distribuirlo con le modifiche usando

    qualunque licenza.Ecco quindi spiegata la commistione tra software libero e com-merciale, aperto e chiuso, che si pu trovare con Bsd: libridazio-ne, quindi, non in questo ambito n un difetto n uneccezione,ma un punto di partenza. Infatti, una delle conseguenze della li-

    cenza Bsd che essa riflette lidea del dono liberale: chiunquepu fare ci che meglio crede del programma a disposizione. Ilproblema che questo significa che chiunque pu ridistribuireanche in forma chiusa con una licenza proprietaria un program-ma Bsd modificato, impedendo cos ai propri acquirenti di modifi-carlo e redistribuirlo a loro volta. quindi possibile fornire i solibinari precompilati anche se si fatto uso di codice sorgenteaperto.

    Bsd e LinuxIl mutuo interscambio di codice e di idee di fondo tra Bsd e Linux noto, ma bisogna porre alcuni distinguo. I sistemi operativi Bsdcomprendono:> un kernel Bsd, che gestisce la schedulazione dei processi, luso

    della memoria, il supporto per i processori ed i moduli per i vari di-spositivi. Il kernel Linux unitario, anche se diversamente compila-bile, mentre esistono pi kernel Bsd con caratteristiche diverse;> la libreria C e le Api di base del sistema. Il C di Linux deriva

    da Gnu, quello di Bsd da Berkeley;> utilit di basso livello (shell, file manager, compilatori, linker e

    debugger). In Linux sono di provenienza Gnu; in Bsd possononon esserlo;

    Contro

    Lycoris Desktop/LX 2.0 Download EditionGratuito

    Pro

    > Look and feel simile a quello di Windows> Semplicit di utilizzo> Software Installer di ottima fattura

    > Rilevamento hardware non eccezionale> Solo in lingua inglese> Ambiente grafico Kde 2.2

    Uno dei pregi diLycoris quello diprevedere di defaultSamba per lacomunicazione e

    linterscambio di daticon macchineWindows in retelocale. Il processo diconnessione automatizzato eallutente bastaimmettere usernamee password.

    La versione Desktop/LX costa dollari Usa 29,95. La versione Desktop/LX Deluxe costa dol-lari Usa 39,95. La versione P roductivityPak costa dollari Usa 39,95 (se in modalit Pre-Order).La versione Desktop/LX InterConnect costa dollari Usa 199,95. La licenza per una copia gi in-stallata di Desktop/LX costa dollari Usa 24,95. Prezzi tasse escluse.

    Produttore:Lycoris, PO Box 2313, Redmond (Wa), Usa; tel. +1-805-579.0444; fax +1-425-671.0504;pagina Web www.lycoris.com.

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    SOFTWARE

    > il server grafico, X Windows System. In Linux parte in-tegrante del sistema; Bsd lo tratta come un progetto separato(che usa lo stesso codice di Linux);> altre applicazioni non necessarie al funzionamento del

    sistema: Bsd miscela codice chiuso ed aperto; Linux tendea separare i due aspetti (anche se le aziende che fanno bu-siness con Linux interpretano il concetto molto estensiva-mente).Ogni sistema Bsd soggetto a tre release: quella di sviluppo(current), quella per uso normale (release), ancora passibiledi correzioni, e quella corretta e pronta per ambienti di pro-duzione (stableper FreeBsd, ancora releaseper Open e NetBsd). Linux, per contro, mantiene due alberi separati: la ver-sione stabile (contraddistinta da un numero di release pari) e

    una di sviluppo (con numero dispari).Bsd e Linux: le differenweOltre agli aspetti relativi alla licenza ed alle differenti sceltein tema di sistema operativo, la stessa concezione di fondoa mutare significativamente passando da Bsd a Linux.Linux in s un kernel; sta a chi compone distribuzionifarlo interagire con un altro codice, spesso mutuato daBsd. La personalizzazione e la scelta di applicazioni d co-s vita ai cosiddetti flavourdi Linux: varie interpretazionidello stesso spartito.I sistemi Bsd, per contro, nascono completi, raggiungendoununit di programmi, utilit e file di configurazione che Li-nux ha iniziato a teorizzare solo con Linux Standard Base e,di recente, con il progetto commerciale di United Linux.

    Ogni Bsd, quindi, nasce sulla base di un substrato i cui com-ponenti sono ottimizzati per lavorare cooperativamente, mo-strando uno degli aspetti che maggiormente attraggono diBsd: la stabilit. La disposizione dei rami del filesystem unitaria, almeno a livello di componenti di base. E, in questocaso, lamministrazione di sistema risulta facilitata: alzi lamano chi ricorda a memoria in quali distribuzioni Linux gliambienti grafici sono preinstallati in /opte in quali lo sianosotto /usr.Bsd probabilmente scevro dalle implicazioni ideologichedel free software che animano Linux: non sta a noi giudicarequale sia lapproccio migliore, ma solo considerare che il fi-ne ultimo dei sistemi Bsd il conseguimento delleccellenzatecnica. Ci giustifica da un lato un modello di sviluppo sen-sibilmente pi lento (anche se in grado di suscitare le stesse

    guerre di religione tra gli sviluppatori che si verificano inambito Linux: il codice, daltronde, scritto da persone che come tali sono fisiologicamente soggette ad empatie), edallaltro la scarsa necessit di rimaneggiare il codice finito.I mondi, quindi, si pongono in condizione di alterit e di mu-tuo scambio: la comunit di sviluppo di Bsd numericamen-te inferiore a quella di Linux, e per questo si reso necessa-rio guardare al Pinguino. Le applicazioni Linux funzionano,grazie al software scritto da sviluppatori Bsd (che prevede la

    rivisitazione del kernel e delle librerie C), anche su sistemiBsd. Per lultimo arrivato questa certamente una vittoria,oltre che sul fronte Bsd una finestra aperta sul mondo de-sktop: prospettiva allettante per molti utenti evoluti.

    I cinque progetti BsdOltre a Darwin, che costituisce storicamente un mondo af-fine ma a parte (azzarderemmo un sillogismo: sta a Bsdquanto Bsd sta a Linux) e che pure ben accolto dalla co-munit Bsd, la descrizione migliore per i tre restanti pro-getti a sorgente aperto mutuata da un frammento dellasterminata documentazione disponibile allUrlwww.gufi.org, la finestra sul Web del Gruppo UtentiFreeBsd Italia (e che costituisce uno dei migliori punti di

    partenza per chi intende avvicinarsi tanto al mondo Bsd ingenere, quanto a FreeBsd nello specifico).Facendo proprie le parole dellaustraliano Greg Lehey, auto-rit indiscussa del mondo (Free)Bsd:> FreeBsd (www.freebsd.org) punta alle alte prestazioni e

    alla facilit duso per lutente finale, ed molto usato dai for-nitori di contenuti web. Il progetto FreeBsd ha nettamentepi utenti degli altri.> NetBsd (www.netbsd.org) punta alla massima portabilit:

    il motto of course it runs NetBsd(ovviamente ci giraNetBsd). Funziona su macchine che vanno dai palmtop aigrossi server, ed anche stato usato dalla Nasa in alcunemissioni spaziali. una scelta particolarmente indicata per ilvecchio hardware non Intel.> OpenBsd (www.openbsd.org) punta alla sicurezza e alla

    purezza del codice: usa una combinazione dei concetti opensource e un rigoroso controllo del codice per creare un siste-ma la cui correttezza sia dimostrabile, rendendolo la sceltadi organizzazioni attente alla sicurezza come banche, borsee dipartimenti del governo statunitense. Come NetBsd, fun-ziona su un gran numero di piattaforme; vanta un solo bugnellinstallazione di default scoperto in oltre sei anni.Ci sono poi altri due sistemi operativi Bsd che non sono opensource, Bsd/Os e il Mac Os X di Apple:> Bsd/Os, commercializzato da Wind River (www.windri-

    ver.com), il pi antico dei derivati di 4.4 Bsd. Non opensource, anche se licenze per il codice sorgente sono disponi-bili ad un costo relativamente basso. Assomiglia a FreeBsdper molti aspetti.> Mac Os X (www.darwin.org) lultima versione del siste-

    ma operativo per la linea Macintosh della Apple Computer.Diversamente dal resto del sistema operativo, il kernel open source. Come parte di questo sviluppo, gli sviluppatorichiave della Apple hanno accesso come committerallalberodei sorgenti di FreeBsd. interessante notare, sottolineiamo noi, come Darwin abbiaperso agli occhi di uno dei massimi esponenti del settore perfino il proprio nome, sostituito da quello della realt com-merciale che ne mutua il kernel.

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    SOFTWARE

    penalizzante. In Linux, difficilenon trovare una soluzione a similiproblemi: nel nostro caso bastatoaggiungere le librerie Alsa e configu-rarle per il chipset specifico. Chiede-re per altrettanto a un utente di me-die capacit ci sembra improponibi-le. Attenzione, dunque, alla compati-bilit del proprio hardware.Linterfaccia duso appare semplice,e i menu ricordano da vicino quelli diWindows; peccato che la versione di

    Kde prevista sia soltanto la 2.2.2. Ci,tuttavia, si pu rivelare un vantaggioper chi dispone di una Cpu non trop-po potente e di un quantitativo dimemoria limitato.La Download Edition di Lycoris De-sktop/LX va integrata con uno stru-mento di produttivit personale; nelnostro caso, la scelta ricaduta su

    OpenOffice di Sun. Per contro, lin-terfaccia di amministrazione quanto di meglio si possa immagi-nare: simile ad Installazione Appli-cazioni di Windows, in grado digestire fonti locali e remote. Tutta-via, il suo pieno utilizzo subordi-nato allacquisto di una licenza du-so, invero di costo ridotto. Per chinon volesse ricorrervi, la soluzionepassa per due vie: binari precompi-lati o compilazione dei sorgenti (ab-biamo installato gcc 3.2 e compilatoxcdroastin questo modo senza pro-blema alcuno).

    Ottime notizie provengono dalnetworking: Lycoris di default pre-vede Samba per interfacciarsi inmaniera semplice ed indolore amacchine Windows. Per contro, lanazionalizzazione non prevista;tuttavia, loperazione si rivela moltosemplice grazie ai componenti ag-giuntivi di Kde.Che dire, quindi, di Lycoris Desk-top/LX? Innanzitutto che la scelta dimettere a disposizione unimmagi-ne Iso depone a favore di questaazienda. Al banco di prova si rive-lata una delle distribuzioni pi sta-

    bili e meglio concepite per lutentedesktop: chi ha una connessione adInternet a banda larga e desideraprovare unalternativa a Windowsfarebbe bene a prenderla in seriaconsiderazione.

    MandrakeSoft >Mandrake 9.0PowerPack Edition

    Lazienda francese MandrakeSoft si sempre distinta come uno dei pio-nieri del Linux facile e la sua di-stribuzione da molto tempo ha famadi essere una delle pi amichevolisul mercato. Questa versione 9.0mantiene fede alle premesse, con-fermandosi unottima base per chicomincia. Inoltre una scelta validaper chi cerca un sistema operativoalternativo e anche se ci far stor-

    cere il naso a pi di un purista unavalida base di partenza (o semilavo-rato, come si dice spesso) sulla qualerealizzare configurazioni complesse,espressamente rivolte alla gestione eamministrazione di server.La facilit la chiave di lettura diMandrake Linux: la memoria subi-to corre ad una delle sue primeversioni, probabilmente la 5.3, chesostituiva gli spartani window ma-nager previsti come default damolte distribuzioni di allora conKde. Si era a cavallo tra il 1998 edil 1999 e oggi molto mutato nel-

    lapproccio a Linux, sia da partedegli utenti finali che delle azien-de che ne traggono opportunit dibusiness.Linux Mandrake commercializ-zato in tre versioni, oltre che scari-

    Vedere unapplicazioneKde cos simile ad uncomponente Windowslascia stupiti. Funzionalited efficacia sono ottime; ilservizio di installazione viaInternet tuttavia apagamento.

    Contro

    Mandrake 9.0 Power Pack EditionEuro 78,00 Iva inclusa

    Pro

    > Semplicit di installazione e amministrazione> Semplicit di configurazione> Ricchezza di software a corredo

    La versione Standard costa euro 36,00. La versione ProSuite

    costa euro 192,20. Prezzi Iva inclusa.Produttore: MandrakeSoft, Francia; pagina Webwww.mandrakesoft.com

    Distributore: Italsel, via Lugo 1, 40128 Bologna;tel. 051-320.449, pagina Web www.italsel.it.

    > Documentazione su carta troppo semplificata> Richiede risorse di sistema consistenti per una installazione completa

    Il processo di installazione di Mandrake demandato al noto DrakX, e prevede una modalit per neofiti(Raccomandata) e una per esperti (Expert). In genere, prediletta la via del riconoscimento automatico;degna di nota la possibilit di intervenire approfonditamente sul boot loader.

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    SOFTWARE

    cabile gratuitamente da Internet (apatto, ovviamente di possedereuna connessione a banda larga):Standard, PowerPack e ProSuite.La differenza fra le prime due ver-sioni r iguarda la dotazione disoftware, la manualistica e il tipodi supporto offerto. ProSuite, percontro, fa storia a s, rivolgendosiesplicitamente allutenza server

    pur avendo una dotazione simile aPowerPack (prevede due Cd-Romin pi dedicati ai server e un Dvdomnicomprensivo).La confezione di Mandrake 9.0Power Pack Edition comprendesette Cd: due di installazione, unodi applicazioni supplementari, duedi applicazioni commerciali, unoper documentazione ed interna-zionalizzazione ed uno per i sor-genti.Balza subito allocchio lassenzadella distribuzione su Dvd, intro-dotta da SuSE e Red Hat gi da

    qualche tempo. Per quanto riguar-da lassistenza tecnica, previstoun supporto di 60 giorni per la fasedi installazione (contro i 30 giorniofferti per ledizione Standard).La documentazione cartacea pre-vede una guida rapida, un opusco-lo relativo al software commercialefornito a corredo e un manualedellutente pi che accettabile perun primo approccio. Manca invecedocumentazione relativa a tuttoci che non si riferisce a un uso to-talmente desktop (e in ambientegrafico) della distribuzione.

    Il processo di installazione lineareed affidato al tool DrakX: il ridi-mensionamento non distruttivo dipartizioni Fat preesistenti e il sup-porto proposto al file system journa-led ext3, la suddivisione per tipolo-

    gie di utente e la possibilit di rag-gruppare i pacchetti pi comune-mente usati o di selezionarli neldettaglio cos come la puntualitdi segnalazione di dipendenze nonrisolte sono alcuni dei suoi moltipregi.Quello di Mandrake secondo noi linstaller che meglio bilancia, tratutti quelli provati, le esigenze di fa-cilit e di personalizzazione dellin-stallazione.Tutto lhardware stato rilevato cor-rettamente, e gli hard disk su busUsb e Firewire riconosciuti come

    componenti di una catena Scsi: unparadigma, questo, su cui Linux sibasa molto spesso.Mandrake non sembra prediligereuno specifico ambiente grafico: tan-to Gnome che Kde sono corretta-mente implementati, riducendo lu-tilizzo a una questione di gusto del-lutente finale. Ed proprio questache determina la scelta degli appli-cativi di pi frequente esecuzione:la dotazione software addiritturasovrabbondante, proponendo variesoluzioni per una singola esigenza.Un esempio per tutti: per masteriz-

    zare un Cd si pu ricorrere alleistruzioni a linea di comando previ-ste da mkisofse cdrecord, cos comea Gcombust o Gtoaster sotto Gnomee a KreateCD sotto Kde.Pur con la dovuta prudenza ed opi-

    nabilit del caso, possiamo dire cheun medio utente di Windows do-vrebbe risucire ad impratichirsipiuttosto rapidamente di LinuxMandrake, arrivando in poco tempoa replicare almeno sul fronteworkstation tutte le caratteristichedellambiente made in Redmond.La gestione di sistema demandataa Mandrake Control Center, che hasubito un processo di affinamentonotevole rispetto alle versioni prece-denti e permette di eseguire, per viagrafica, operazioni di media com-plessit: lodevoli appaiono soprat-

    tutto la gestione del software e deipunti di mount delle unit di stora-ge. Nel caso del software, possibi-le installare e rimuovere applicazio-ni tanto da Cd locale che da fonteremota, cos come tenere il sistemaaggiornato. Pur con le limitazionidovute alla pacchettizzazione me-diante Rpm, la versatilit di Man-drake indubbia, diremmo superio-re allapplet Installazione Applica-zioni presente nel pannello di con-trollo di Windows. In sintesi, LinuxMandrake specie nella versioneprovata si propone come unalter-

    Il centro di controllo diMandrake (qui visibilementre mostra i punti dimount di un hard disk) hauninterfaccia simile al filemanager di Windows, conla suddivisione in dueriquadri. Peccato chequesto modulo nonconsenta la gestionegrafica i tutti i componentihardware.

    Se si disposti a ricorrere, come la maggior parte degli utenti desktop, ai

    binari precompilati, Mandrake Update componente del centro di controllo si rivela molto utile, proponendo anche filtri di ricerca per i pacchetti.

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    SOFTWARE

    nativa attendibile per chi orientatoal grande passo verso un ambientedi lavoro alternativo a MicrosoftWindows.

    Red Hat > Red Hat 8.0 Personal

    Sicuramente la distribuzione piinnovativa prodotta da questaazienda negli ultimi due anni, RedHat 8.0 Personal racchiude la sum-ma delle tecnologie per lutente fi-nale prevista da una delle realtimpegnate per antonomasia sulfronte di Linux.Red Hat, insieme a SuSE, ha proba-bilmente la gamma di soluzioni Li-nux pi completa sul mercato, ingrado di girare dal mainframe alla

    periferica embedded e di fornire al-lazienda soluzioni su misura con lalinea Advanced Server.La versione 8.0 Personal di RedHat piuttosto deludente, in ter-mini di dotazione software e docu-mentazione, rispetto a MandrakePower Pack (diretta concorrenteper prezzo). Nella confezione sitrovano alcuni opuscoli, una guidaper linstallazione di buona fatturae cinque Cd-Rom (tre per il setup,uno per i sorgenti ed uno di appli-cazioni commerciali supplementa-ri).

    Chi ha esigenze superiori ochi si vuole cimentare nel-linstallazione di server pucomunque rivolgersi allaversione Professional, cheinclude un pi lungo sup-porto telefonico per listal-lazione (60 giorni in luogo

    di 30), un Dvd omnicomprensivo,un Cd che aggiunge strumenti perlamministrazione di sistema eduna manualistica pi completa:

    peccato che il prezzo (300 euro) ri-sulti in questo caso decisamenteelevato.Linstallazione sfrutta una versioneriveduta e corretta di Anaconda,tool storico di RedHat.Nel complesso si tratta di un pro-cesso lineare, anche se limpossi-bilit di ridimensionare le partizio-ni preesistenti risulta secondo noipenalizzante.In caso di necessit, infatti, svolge-re questa operazione con fips (lu-nico strumento nel corredo softwa-re di RedHat utilizzabile a questo

    scopo) non per nulla semplice .Abbiamo apprezzato limpostazionePersonal Desktop, che permetteun ottenere sufficiente grado di per-sonalizzazione senza doversi av-venturare nella scelta individualedei pacchetti.Il rilevamento hardware si rive-lato preciso ed allaltezza di quellorilevato con Mandrake; non deltutto gradita, per contro, la sceltadi Grub come boot loader di de-fault. Nulla di grave, intendiamo-ci, ma non possibile durantelinstallazione disporre di unal-

    ternativa aperta a Lilo.Allavvio del sistema con ambien-te grafico Gnome, sicuramente ilpreferito da Red Hat, difficilenon rimanere stupiti: la vera no-vit risiede in Bluecurve, un temain grado di ridurre significativa-mente le differenze duso tra Gno-me e Kde. Non si tratta di un verotrait dunion tra i due universi:piuttosto, una dichiarata via dimezzo che come tale rischia discontentare pi che mettere dac-cordo i sostenitori delluna o del-laltra fazione.

    Diciamo, in definitiva, che ottimoper chi inizia mentre rischia di nonessere bene accetto a chi ha giscelto la propria soluzione di riferi-mento. curioso constatare come Man-drake stia espandendo la propriaofferta verso gli utenti server,mentre RedHat segue in aparenzala direzione opposta. I risultati, pe-raltro, sono eccellenti: il pregiomaggiore di questa distribuzione quello di offrire una facilit dusonotevole, pur preservando unaprecisa identit.

    Red Hat 8.0 PersonalEuro 84,00 Iva inclusa

    Pro

    > Ottimo supporto allhardware> Interfaccia utente pulita ed efficace> Ottima integrazione con Gnome

    La versione Professional costa euro 300,00 Iva inclusa.

    Produttore: Red Hat Italia, via Ripamonti, 129, 20141 Milano;tel. 02-5681.4487; fax 02-5681.4320; pagina Web www.redhat.it

    Contro

    > Documentazione su carta tropposemplificata> Prezzo superiore alla concorrenza

    Il processo di installazione curato ed efficace.

    Lopzione Personal Desktop permette di avere adisposizione un ambiente Gnome integrato daapplicazioni per la produttivit personale quali

    Open Office 1.0.1

    Unottima gestione dei fonted attenti studi focalizzatiallutilizzo da parte deldesktop user si traducono inquanto sopra. Il

    raggruppamento dei menusegue una logica funzionale.

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    Linux in ItaliaDi Guido Sintoni

    PC Professionale - gennai o 2003291

    SOFTWARE

    Non si tratta, insomma, di unemula-zione pedissequa di un ambienteWindows, quanto di uno studio ra-gionato sulla semplificazione di Li-nux. Convincente e coraggiosa ci sembrata la scelta di puntare sullac-coppiata Nautilus/Evolution per lagestione di file, e-mail, appuntamen-ti e navigazione su Internet. La scelta

    di ricorrere a Mozilla 1.0 come brow-ser, per contro, lascia perplessi: laversione 1.1 risulta sensibilmente pileggera e stabile. Sarebbe stato me-glio (specie per gli utenti che nonhanno una connessione veloce a In-ternet) prevedere da subito il pac-chetto pi aggiornato, tanto pi chenon si tratta di un download di ridot-te dimensioni.

    Il desktop appare apprezzabilmen-te pulito, aiutando non poco lorga-nizzazione mentale del neofita; nonsi sente la mancanza di altre appli-cazioni oltre a quelle a disposizione.Lamministrazione di sistema de-mandata ad una serie di script vi-suali, richiamabili unitariamentedal menu Impostazioni di siste-ma, e lo strumento per lupdate(Red Hat Network) offre le stessefunzionalit dellomologa applica-

    zione di Mandrake; il suo uso, tutta-via, subordinato allinvio di infor-mazioni personali relative alla mac-china target a Red Hat.Che dire, dunque, di Red Hat 8.0Personal? Indubbiamente unotti-ma distribuzione, e lo sforzo in chia-ve desktop evidente; restano dasvelare alcune incognite relative adun prezzo pi elevato rispetto allaconcorrenza e a uninterfaccia diamministrazione ancora passibile dimiglioramenti.

    The Sco Group >

    Sco Linux 4.0 ServerFrutto del matrimonio tra Calderae Sco allinsegna dellunificazionetra Linux e Unix, la rinata Sco trale quattro aziende che hanno crea-to UnitedLinux, che rappresenta losforzo congiunto assieme a SuSE,Turbolinux e Conectiva per lacreazione di una versione di Linuxcon caratteristiche dichiaratamen-te di livello enterprise.

    Per lUpdate Agent (in cui la traduzione dei menu

    non sempre perfetta) stato scelto un approccionon integrato nelle impostazioni di sistema chetuttavia si rivela efficiente.

    In Italia, il fenomeno Linux cresciuto con unattenzio-ne pi incentrata sul progetto che sul prodotto, pur conqualche significativa eccezione.Un oggetto misterioso, un illustre sconosciuto, unascommessa affascinante: Kelvin Desktop 2.5 un po ditutto questo. Intendiamoci: la storia di Linux fatta dipionieri, e non certo una novit che il singolo utente,armato di sola perizia, riesca a produrre risultati di ri-lievo; ma quanto realizzato dallautore di Kelvin, Ales-sandro Bresci ([email protected]), estremamente si-gnificativo. Lidea di Kelvin (il nome richiama subito lak contenuta nel termine kernel) nasce da una pre-

    cedente esperienza dellautore nel campo del calcoloparallelo basato su file system distribuiti: sulla base didel progetto Linux from Scratch (ne parliamo in un ri-quadro specifico), Bresci ha creato una distribuzionecontenente il software di base necessario per ogni nododel cluster, arrivando poi ad una versione Workstation(la Kelvin Desktop in questione).Obiettivi dichiarati di Kelvin Desktop sono la facilit diinstallazione e di manutenzione; il sistema, quindi, vaconsiderato come un progetto in stato di avanzamento,anche se anticipando alcune considerazioni finali lepremesse per un ottimo lavoro ci sono tutte.Molte distribuzioni di nicchia, come Lindows e Lycoris(anchesse recensite in questo articolo), nascono su basi

    ben definite (Debian, nei due casi citati); il pregio di Kelvin,per contro, quello di non assumere unimpostazione ini-ziale e di vivere di vita propria, nel bene e nel male, ricor-rendo ad un compilatore datato ma noto per la propria sta-bilit (gcc 2.95) e a sorgenti Gpl liberamente disponibili.Il processo di installazione avviene per via testuale, ri-cordando da vicino quanto scelto da Debian e Slackwa-re; il partizionamento dei dischi avviene sulla base di cf-disk, una versione riveduta e corretta di fdisk, permet-tendo di allocare pi partizioni sullintero disco. Questascelta penalizzante in termini di semplicit, ma garan-tisce una flessibilit superiore ad esempio a quella

    In kelvin Desktop usodellambiente grafico

    Gnome si traduce inuninterfaccia utente molto

    efficace. Il corredo diapplicativi non esuberante,

    ma copre molte delleesigenze per il desktop: in

    questo caso, compaionoapplicazioni per la grafica,un client Ftp, un gestore di

    archivi compressi e unlettore di Mp3.

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    SOFTWARE

    offerta da Lindows. Il rilevamentohardware si attesta su buoni livelli:le periferiche Usb e Firewire sonostate riconosciute correttamente,cos come la scheda audio e linter-faccia di rete.Una volta riavviato Kelvin, si notauna delle sue caratteristiche salien-ti: la velocit. Il boot decisamenterapido, frutto di un kernel (2.4.19)compilato per essere leggero; lam-biente grafico prescelto Gnome2.0.2, anchesso depurato di molte

    librerie ritenute non necessarie.Lapproccio, quindi, minimale: da un lato, ci risultain una carenza di applicazioni (ad esempio, mancaEvolution, e le funzioni di client e-mail sono deman-date in toto a Mozilla), ma sul fonte opposto vedergirare Kelvin a una velocit accettabile su una mac-china decisamente datata (solleticati dalle sue caratte-ristiche, lo abbiamo installato anche su un PC conCPU K6/233 e 64 Mbyte di memoria Ram) stata unapiacevole sorpresa. Un dato su tutti: la partenza diNautilus fulminea, contenuta nellordine dei due otre secondi cronometrati.La manualistica non disponibile in formato cartaceo,e anche quella in formato elettronico non esaurien-te; basta, tuttavia, per una comprensione delle funzio-

    ni di base del sistema, peraltro le stesse dellambienteGnome.Il desktop di Kelvin appare ordinato e spoglio; que-stultimo termine non denigratorio, ma sottolinea an-cor pi come il sistema operativo preveda le applica-zioni indispensabili ad un uso di base, senza dare spa-zio ad altre che avrebbero significato per un program-matore un maggior numero di librerie da gestire eper lutente finale una penalizzazione in termini di ve-locit. chiaro come, armati di sorgenti e compilatore,

    si possa variarequesto approccio,ma attivit del ge-nere non sono allaportata di un uten-te desktop. Las-senza di un gesto-re di Rpm apparegiustificata dallanatura stessa delprogetto e dallascelta orientata al-la velocit e allapulizia sistemica.

    Alcuni script rea-lizzati dallautoresemplificano la giintuitiva interfaccia di configurazione del sistema con-tenuta in Gnome; tuttavia, la veste non definitiva diKelvin si riflette nella mancanza di alcune caratteristi-che chiave per una distribuzione di questo tipo: unagestione degli utenti per via grafica (esattamente co-me Lindows), la presenza di un front-end per definireregole di firewall, e il supporto non immediato ai de-sktop virtuali di Gnome (questultimo facilmente inte-grabile dallutente finale).Se a questo punto vi venuta la curiosit di provarequesto ambiente, dovrete avere un po di pazienza.Per i nostri test abbiamo usato un campione fornitoci

    direttamente dallautore, ma il sito ufficiale per ildownload di Kelvin Desktop non ancora stato aper-to. Lo sar comunque entro breve: per ulteriori infor-mazioni consultate lattuale pagina Web del progetto,allUrl www.utknet.com/linuxlab.Lunica distribuzione italiana concepita per la vendita Madeinlinux (www.madeinlinux.com), che avevadebuttato un paio danni orsono con una distribuzioneLinux fortemente basata su Red Hat 7.0, eppure dota-ta di pi di uno spunto interessante. Ricordiamo diaverla vista venduta in qualche hard discount infor-matico, anche se per breve tempo. Madeinlinux 4.0 sichiama ora 4.0 Second Edition, e non sembra pi rico-prire un ruolo di primo piano in seno alle strategie

    Frutto del lavoro diun solo sviluppatore,Kelvin Desktop sidistingue per avere ilcompilatore gccinstallato di default,accoppiato adapplicazionidichiaratamente dievasione quali Gaim,un sistema dimessaggistica.

    La produttivitpersonale in KelvinDesktop assicuratada OpenOffice 1.0.1.La barra delleapplicazioni di Gnomecompare nella partesuperiore delloschermo: scelta dettatada una presuntamaggiore visibilit dellastessa, ma in contrastocon la collocazionedella medesima in

    Windows.

    Una fase del processo di installazione di Maedeinlinux. Linstallazione completamentegrafica risulta gradevole, ed apprezzabile la possibilit di scegliere tra unaconfigurazione server e workstation.

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    SOFTWARE

    aziendali: la dirigenza hapreferito focalizzarsi susoluzioni basate susoftware libero piuttostoche mantenere lo svilup-po di una distribuzione.Tra le caratteristiche sa-lienti della Second Edi-tion, ricordiamo il kernel2.4.2, il server graficoXFree 4.0.2, il supporto aibinari precompilati trami-te Rpm 4.0 e uninterfac-

    cia di shell tcsh in italia-no. Linstallazione preve-de sin dalla prima versione due configurazioni di base,denominate Internet sicuro e Linux facile, a ripro-va di come la dicotomia tra ambiente server e worksta-tion sia sempre sentita in ambito Linux. Tra gli spuntiinteressanti introdotti sin dalla prima versione, vi ilsupporto a ReiserFS (presentato nello stesso periodo incui SuSE iniziava a proporre lo stesso filesystem jour-naled e si trovava a gestirne la complessit e gli inevi-tabili problemi connessi alla migrazione da ext2). Lostrumento per la produttivit Soho Sun StarOffice5.2, e lambiente grafico Gnome 1.2.1 o Kde 2.1; nonmanca una manualistica completa anche se poco spe-cifica, in grado di spaziare in poco pi di 300 pagine

    dai dettami sul software libero alluso dellambientegrafico e degli applicativi desktop. Peccato non porta-re pi avanti lo sviluppo di una distribuzione dallebuone qualit di base.Scritta a partire da zero, Bad Penguin (www.badpen-guin. org) una distribuzione nata per mano di Anto-nio Gallo, esponente dellIls (Italian Linux Society,www.linux.it). Per dirla con le parole dellautore, lulti-ma versione di Badpenguin (la 0.99, che come sem-pre si basa solo su software libero), installabile efunzionante ma incompleta. Se ne sconsiglia quindiluso a chi non ha mai installato una distribuzioneGnu/Linux sul proprio computer e che non sia familia-re con i concetti di partizionamento e di partizio-ne. La distribuzione contiene un insieme minimo di

    pacchetti per poter avviare ed arrestare il sistema. Labeta completa attualmente occupa sul Cd-Rom circa55 MByte, che possono essere ridotti a 44 MByte. Lin-stallazione della versione minima di base richiede in-vece 100 MByte sul disco fisso selezionato per linstal-lazione.Prosa (Progettazione Sviluppo Aperto, www.prosa.it) stata invece antesignana nellembedded con il proprioEtLinux: tra i fondatori, Alessandro Rubini, ovvero unodei nomi pi stimati del free software italiano, voceautorevole anche in seno alla Free Software Founda-tion (www.fsf.org).Altra iniziativa nata dalla singola persona e che si sa-puta guadagnare nel tempo un buon numero di svilup-

    patori muLinux(http://mulinux.sunsite.dk). Michele An-dreoli lha concepita ini-zialmente come minidistri-buzione su singolo floppy,pensando ad un efficientestrumento di boot, setup e

    recovery. Sulla base di unadocumentazione completa(disponibile anche in inglese non proprio ortodosso, co-me ammette ironicamente lautore), muLinux si evo-luto nel tempo con molti interessanti add-on, ed ingrado di replicare su scala ridotta (lultima versione,muLinux 13r2, prevede uninstallazione completa in 13floppy disc) tutte le funzioni di un vero sistema Linux,dal server Web, telnet ed Ftp fino a strumenti di svilup-po (gcc, Tcl, Perl) ed agli emulatori. Non mancano unserver X per Vga e Svga e vari window manager; ilsupporto al multimedia, il text formatter TeX, una JavaVirtual Machine e Vnc.Nelle minidistribuzioni troviamo ancora Alfalinux (al-falinux.sourceforge.net), che negli intenti del suo au-

    tore, Giancarlo Erra, una distribuzione Linux a tuttigli effetti, con la particolarit di essere studiata per ri-siedere in due floppy disk ed utilizzata quindi per ilviaggio, situazioni di emergenza, computer vecchi osenza hard disk, e qualunque altra situazione in cuisia necessario un sistema operativo Linux completoma senza possibilit di installazione. Il sistema infattiparte al boot direttamente dal floppy e si carica nellaRAM, rimanendo attivo fino a quando viene resettatoo spento il computer. Minime le risorse di sistema ri-chieste: una Cpu 80386 o superiore e dagli 8 ai 12MByte di memoria Ram.

    Su muLinux possibile

    installare softwarecomplesso quale Vnc. Ilserver grafico X supportaalcuni semplici windowmanager, quali fvwm,fvwm95 e Window Maker,qui visibile.

    Sistema minimale, estendibile fino ad elevatilivelli di completezza, muLinux tecnicamente conservativo (usa ancora ilkernel 2.0) e proprio per questo in grado diinterfacciarsi con hardware obsoleto.

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    SOFTWARE

    Caldera stata una delle primeaziende a credere in un Linux sup-portato, assistito e per limpresa.La sua filosofia ben espressa dal-lo slogan Unifying Unix with Linuxfor Business.

    Il recente acquisto di due divisionidi Sco, societ da tempo impegna-ta nello sviluppo e nella commer-cializzazione di un sistema opera-tivo commerciale di tipo Unix, nonha fatto che confermare gli inizialipropositi, suscitando al contempoil progressivo disinteresse della co-

    di Caldera con le linee Server eWorkstation dei precedenti (e nonpi supportati) Open Linux.La versione di Sco Linux 4.0 in no-stro possesso definita Eap (EarlyAvailability Product): c da aspet-tarsi che quella effettivamentecommercializzata non mutergranch in quanto a funzionalit.Linstallazione demandata a Ya-ST, strumento di SuSE: se non fosseper lo sfondo blu anzich verde edil logo giallo di Sco, le differenze

    con linstallazione di una normaleSuSE 8.1 non si noterebbero affat-to, almeno in chiave workstation.Abbiamo apprezzato la possibilitdi ridimensionare le partizioni, coscome la proposta di un file system

    journaled di defaul t (ReiserFS, ilpreferito di SuSE).Dove le cose cambiano sul frontedegli strumenti server: viene installa-to un gran quantitativo di applicazio-ni (molte delle quali implicano luso

    munit degli sviluppatori Linuxnei confronti dellazienda statuni-tense. UnitedLinux va a competerein un comparto gi presidiato dallesoluzioni Advanced Server di RedHat. Su queste basi, va da s comeSco Linux 4.0 Server Powered byUnitedLinux non rientri nel noverodelle distribuzioni desktop, tantoper filosofia quanto per prezzo(non ancora definito ma sicura-mente superiore di un ordine digrandezza alle altre distribuzioni

    esaminate). Abbiamo ritenuto co-munque interessante analizzaregli sforzi congiunti delle quattroaziende sopracitate per costruireun substrato comune, sul quale in-nestare la distribuzione specificache pu dare adito anche ad inter-pretazioni desktop. Non un caso,infatti, che Sco stia attualmente la-vorando a una versione Worksta-tion di Sco Linux 4.0, ricreando lostesso posizionamento di mercato

    In SCOLinux lambientegrafico Gnome nonappare particolarmentestabile nelluso, alcontrario di quantoaccade con Kde.Linstallazione prevede didefault anche twm, unwindow manager moltospartano.

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    SOFTWARE

    dellinterfaccia a linea di comando)relative al networking, tra cui alcuniinteressanti strumenti per lintrusiondetection ed il disaster recovery, perla gioia dei sistemisti.Il modello di sviluppo delle distribu-zioni United Linux dichiaratamenteconservativo, propendendo per ver-sioni stabili e consolidate degli appli-cativi ritenuti critici, risultando permolti versi pi simile a quello di Bsdche a quello di Linux; a conti fatti,

    stupisce trovare una distribuzioneche verte su molte delle scelte effet-tuate in termini di kernel e librerie da chi appronta soluzioni desktop.Luso di Sco Linux 4 in chiaveworkstation dipende molto dallepreferenze dellutente: a un am-biente Kde ben congegnato fa da

    contraltare uno Gnome pocofruibile. Scoraggiati da un

    paio di segmentation fault oc-corsi a Nautilus (non bisognadimenticare che abbiamo la-vorato su una prerelease) sia-mo ben presto passati a Kde che, non a caso, era lambien-te grafico preferito delle pre-cedenti distribuzioni marchia-te Caldera.La gestione del sistema per viagrafica demandata princi-palmente a tre strumenti di-

    stinti e non interamente integrati: ilnoto Centro di Controllo di Kde edue strumenti mutuati da Caldera,Webmin e Usermin. Questi ultimisono server che sfruttano rispettiva-mente la porta 10.000 e 20.000, e il

    protocollo https; nella pratica si so-no rivelati flessibili e potenti, ridu-cendo il ricorso alla shell a linea dicomando al minimo anche nel casodi configurazioni complesse. Essen-do accessibili da un qualsiasi brow-ser Web, dobbligo proteggere lamacchina con un firewall hardwareo con lottimo firewall software im-plementato nella distribuzione, lecui possibilit di configurazione so-no di rilievo assoluto.Luso come normale workstation stato integrato con linstallazionedi OpenOffice: la dotazione di

    software, in generale, ottima eaddirittura sovrabbondante se siconsidera che presumibilmente le macchine che monteranno que-sta versione di Sco Linux 4.0 nonsaranno impiegate come worksta-tion.A conti fatti, lutilizzo di Sco Linux4.0 Server come sistema operativodesktop non proponibile in termi-ni di costo, ma lo dal punto di vi-sta funzionale. Per questo attendia-mo con curiosit luscita della ver-sione dedicata, rivolta a differentiesigenze aziendali.

    Contro

    Sco Linux 4.0 Powered by UnitedLinuxPrezzo non ancora definito

    Pro

    > Gestione del firewall e dei componenti di rete> Interfaccia di amministrazione visuale

    Produttore:The Sco Group Italia, Centro Direzionale Lombardo,via Roma 108, 20060 Cassina de Pecchi (Mi); tel. 02-9510.231;pagina Web www.sco.it

    > Strumenti di amministrazione di sistema via Web> Supporto non soddisfacente a Gnome

    Il firewall di Sco probabilmente il migliore del gruppo,arrivando ad abbracciare molte delle funzioni di packetfiltering e traffic shaping previste dai firewall hardware.La configurazione via Web risulta molto intuitiva.

    I due server rappresentano linterfaccia diamministrazione di sistema via Web proposta daSco. Nelluso, si rivelano molto potenti, anche se

    pi orientati ai server che ai componentiworkstation.

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    SuSE Linux >SuSE 8.1 Professional

    SuSE, insieme a Slackware e RedHat, una delle aziende il cui nome legato per antonomasia a Linux. Su-SE nel tempo cresciuta e, grazie an-che a cospicui finanziamenti da partedi colossi informatici quali Ibm, ha di-versificato la propria offerta su moltifronti: a memoria duomo, basta ricor-dare lo scalpore con cui la comunitaccolse il primo SuSE Linux disponi-bile per mainframe Ibm zSeries eS/390 (anche se il primato tecnologi-

    co va diviso con Turbolinux).SuSE non ha mai rinnegato lanimadesktop di alcune sue distribuzioni,dotate di una personalit ben defini-ta e aperte allinnovazione: tra le pi

    recenti, sufficiente citare SuSE Li-nux 7.1, una delle prime a montareun file system journaled, il kernel 2.4e Kde 2.In ambito enterprise, lofferta di Su-SE si fonda su Enterprise Server: ilsubstrato di base quello di United-Linux 1.0 di cui abbiamo gi parlatonella recensione di Sco Linux.Il segmento desktop presidiato daSuSE Linux 8.1 Professional, la cuiconfezione comprende sette Cd-Rom, un Dvd, il supporto allinstalla-zione per 90 giorni dalla data di regi-strazione, vari opuscoli e due manua-

    li cartacei di ottima fattura. Sono pro-prio questi due a catturare lattenzio-ne: il primo (Manuale dellutente)consta di circa 350 pagine ed divisoin quattro sezioni (installazione, con-

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    SOFTWARE

    Sommario delle caratteristiche

    Produttore/Progetto Kelvin Lindows Lycoris Mandrakesoft Red Hat Sco SuSE

    Versione Desktop 2.5b Lindows OS 2.0 Desktop/LX Mandrake Linux Red Hat Linux Sco Linux 4.0 SuSE Linux

    Download 9.0 PowerPack 8.0 Personal Server (Ea) 8.1 Professional

    Pagina Web www.lindows.com www.lycoris.com

    Prezzo versione provata (Iva compresa1) gratuito 129,00 dollari Usa gratuito 78,00 euro 84,70 euro non definito 78,00 euroSupporto diretto allinstallazione n/a 60 giorni variabile2 90 giorniNazionalizzazione di default inglese inglese inglese a scelta a scelta a scelta a scelta

    Supporto nativo alla lingua italiana Numero Cd-Rom/Dvd 1/0 2/0 3/0 7/0 5/0 3/0 7/1

    Manuale cartaceo Qualit della manualistica n/a n/a n/a n/a

    Documentazione elettronica inclusa Qualit documentazione elettronica

    Imm ag in e Iso complet a d is ponibi le non a ncora Procedura di installazione grafica Ridimensionamento partizioni nel setup Definizione partizioni multiple nel setup Supporto file system journaled no Ambiente grafico supportato Gnome 2 Kde 3 Kde 2 Gnome 2, Kde 3 Gnome 2, Kde 3 Gnome 2, Kde 3 Gnome 2, Kde 3

    Applicativi office di rtiferimento Open Office Viewer MS-Office Koffice Open Office 1.0.1 Open Office Open Office Open Office1.0.1 Koffice 1.1 1.1 Star Office 6.0 1.0.1 1.0.1 1.0.1

    Amministrazione sistema per via grafica Qualit amministrazione sistema grafico

    Aggiornamento remoto del sistema 3

    Formato binari precompilati deb rpm rpm rpm rpm rpm

    Gestione utenti per via grafica Firewall gestibile per via grafica Qualit della gestione grafica firewall

    Altre versioni disponibili Digital version Desktop/LX Standard Professional WorkstationInsiders program Desktop/LX Deluxe ProSuite (in realizzazione)

    ProductivityPakLX/Interconnect

    N/a non applicabile: il prodotto non prevede questa caratteristica

    1) escluse tasse e spese di spedizione nel caso di prodotti acquistati fuori dallUnione europea 2) a seconda del tipo di licenza acquistata 3) solo per le versioni commercializzate

    eccellente

    molto buono

    buono

    discreto

    insufficiente

    Non bisogna lasciarsi ingannare dalle apparenze di undesktop apparentemente spoglio: la dotazione software diSuSE esuberante. Nellambiente grafico di default,ovvero Kde, il rendering dei font risulta quanto maigradevole.

    = S = No

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    figurazione, uso e supporto) che trat-tano in maniera leggera tanto fonda-menti sistemistici quanto applicazio-ni desktop; il secondo (Manualedamministrazione) tratta in manieraavanzata le problematiche legate al-linstallazione, alla configurazione, alsistema e il networking, per un totaledi oltre 500 pagine.La trattazione del networking real-mente degna di nota: contiene unot-tima panoramica sui collegamenti inrete e su argomenti eterogenei quali

    Samba o Netatalk, Internet e sicu-rezza. La traduzione, un punto debo-le delle delle precedenti versioni, ora di buon livello.Linstallazione affidata a Yast 2, chenon ha mai mancato di fare parlare dis da parte sia della comunit di svi-luppo per via dei sorgenti chiusi sia degli utenti che ne apprezzano

    lefficacia. Il processo lineare, an-che se limpressione di un elevato ca-rico macchina superiore rispetto aDrakX o Anaconda. E consentito ilridimensionamento di partizioni Fat consentito (anche se non in manierapienamente grafica) ed previsto ilsupporto ai file system journaled (conla predilezione per ReiserFS). La pos-sibilit di utilizzare un file system ci-frato e di predisporre configurazioniRaid software, oltre al supporto aLvm (Logical Volume Manager), in-vogliano a provare ardite soluzioniserver oltre alle tranquille configura-

    zioni workstation.Il rilevamento dellhardware si di-mostrato impeccabile, trattando inmaniera corretta i vari dispositiviUsb e Firewire collegati.Il riavvio della macchina presenta undesktop molto elegante, apprezzabil-mente pulito e con la possibilit discegliere tra unimpostazione stan-dard di Kde 3 o quella prevista daSuSE. La dotazione di software consistente e rivaleggia per comple-tezza (o sovrabbondanza) con quelladi Mandrake, anche se la distinzionetra pacchetti liberi e commerciali (a

    volte in versione trial) non cos benmarcata come nella distribuzionedella casa francese.Luso in ambiente desktop moltobuono, senza tuttavia raggiungere

    leccellenza di Mandrake e Red Hat:pi che una questione di gusti, SuSELinux paga un supporto a Gnomenon allaltezza di quello invece otti-mo a Kde. Si ha spesso limpressio-ne di utilizzare Gnome come unag-giunta al sistema, pi che come unsuo componente nativo: i tempi di ac-cesso sono molto elevati, forse indicedi una compilazione e pacchettizza-zione molto prudente per prediligerela versatilit e la stabilit.Lamministrazione di sistema an-cora affidata a Yast 2: lintegrazionecon la versione precedente, votata

    alla command line, ormai comple-ta e pressoch tutto pu essere am-ministrato in maniera grafica, daldesktop ai server (anche se per que-sti ultimi preferiamo lapproccio diMandrake e Red Hat, pi intuitivo).La gestione di X e del relativohardware, per contro, demandataa SaX2, finalmente integrato conYast2: il suo comportamento effi-cace, ma migliorabile in termini ditempi di accesso e di scrittura delleconfigurazioni. SuSE Linux 8.1 Pro-fessional quindi unottima distri-buzione desktop, che strizza locchio

    anche allambiente server: non sitratta certo di un caso di identit nondefinita, ma di un esempio di versa-tilit di Linux in genere e del Linuxdi SuSE in particolare.

    PC Professionale - gennai o 2003299

    SOFTWARE

    Contro

    SuSE Linux 8.1 ProfessionalEuro 89,88 Iva inclusa

    Pro

    > Ottima gestione del file system> Dotazione software esauriente> Documentazione cartacea di ottimo livello

    Produttore:SuSE Linux, via Montanara 26,41051 Castelnuovo Rangone (Mo);tel. 059-539.511; fax 059-533.2009;pagina Web www.suse.it

    > Avido di risorse di sistema> Supporto a Gnome non eccelso

    Contrariamente a Gnome, Window Maker ben gestito sotto SuSE e rappresenta unwindow manager molto nteressante. Ai neofiti pu risultare inizialmente pi osticomeno di Kde o Gnome, rispetto ai quali tuttavia sensibilmente pi leggero.

    Il tool di installazione e diamministrazione Yast 2 diSuSE decisamente benconcepito ed integrato(peccato non ne siadisponibile il codicesorgente). Anche se non velocissimo, permette diben districarsi nellacomplessit di Linux.