14/12/2010 - Rassegna Stampa

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PISA Università, boom di ingegneri e medici E le donne preferiscono la trienn e PISA - Hanno in media 25 anni e sono per lo più ingegneri e medici i laureati dell'università di Pisa. Sono le principali indicazioni contenute nel rapporto statistico 2007-2009 del Progetto Stella, che monitora le performance dei laureati di io atenei italiani. Inoltre, a Pisa aumentano le donne che si iscrivono alle lauree triennali o a ciclo unico, e migliorano i dati relativi al conseguimento della laurea nei tempi previsti: il 65% degli iscritti alla triennale; si passa inoltre dal 42% del 2007 al 6o% del 2009 per coloro che ottengono la laurea specialistica senza ritardi.

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PISAUniversità, boom di ingegneri e mediciE le donne preferiscono la trienn e

PISA - Hanno in media 25 anni e sono per lo

più ingegneri e medici i laureati dell'università

di Pisa. Sono le principali indicazioni

contenute nel rapporto statistico 2007-2009

del Progetto Stella, che monitora le

performance dei laureati di io atenei italiani.

Inoltre, a Pisa aumentano le donne che si

iscrivono alle lauree triennali o a ciclo unico, e

migliorano i dati relativi al conseguimento

della laurea nei tempi previsti: il 65% degli

iscritti alla triennale; si passa inoltre dal 42%

del 2007 al 6o% del 2009 per coloro che

ottengono la laurea specialistica senza ritardi.

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TORNA LA PROTESTA

Oggi precari e studenti okkupano il rettoratoTornano le «okkupazioni» in

vista del voto parlamentaredi oggi, a Firenze come in altrecittà italiane. Ad essere preso dimira, stamattina, sarà il rettora-to dell'Università di Firenze, inpiazza San Marco. Nonostanteipromotori dell'appuntamentosottolineino che si tratta di un ge-sto «simbolico» - e che dall'ate-neo assicurino che non ci sarà in-terruzione di pubblico servizio -si tratta dell'ennesima giornatanazionale di mobilitazione conmanifestazioni «in difesa del-l'Università e della ricerca pubbli-che, contro il Ddl Gelmini, con-tro i tagli della Finanziaria, con-tro le politiche del Governo Berlu-sconi». Contro, insomma. E men-tre a Roma manifestano gli stu-denti fiorentini, in città l'«okku-pazione» annunciata andrà inscena a partire dalle 11,45 in piaz-za San Marco. L'appello di ricer-catori, precari e studenti è di ade-rire numerosi: «Il30 novembre lacontroriforma Gelmini dell'Uni-versità è stata approvata alla Ca-mera nonostante la grande mobi-litazione degli atenei e delle scuo-

Il rettorato di Firenze «okkupato» a fine novembre

Intanto l 'ateneo

inaugura la prima

aula per disabili

alla facoltà di Scienze

della Formazione

le del Paese, con la partecipazio-ne di tutte le componenti: studen-ti, professori, ricercatori, preca-ri, dottorandi, lettori-Cel, tecni-co-amministrativi. Adesso sonostati convocati i capigruppo delSenato per decidere sui tempi del-

la discussione e della votazionedel Ddl. Nell'interesse dell'Uni-versità e del Paese non deve esse-re approvato al Senato». All'ap-puntamento fiorentino partecipe-ranno i ricercatori dell'ateneo diFirenze: «Occorre mantenere uni-ta e compatta la nostra mobilita-zione anzi farla ulteriormentecrescere, sia per gestire gli aspet-ti più immediati (sofferenza fi-nanziaria e strutturale della ricer-ca e della didattica) sia per dare ilnostro contributo all'elaborazio-ne che si sta sviluppando a livellonazionale circa le nostre propo-ste di riforma «vera».

Intanto, sempre oggi - alle 12,alla facoltà di Scienze della for-mazione, in via Laura 48, al 1'piano - sarà inaugurata un'aulaattrezzata con postazioni e stru-mentazioni ideate per gli studen-ti con disabilità. All'inaugurazio-ne parteciperanno la delegataper la disabilità dell'ateneo San-dra Zecchi, la preside di Scienzedella formazione Simonetta Uli-vieri e la delegata per la disabili-tà della facoltà Tamara Zappa-terra.

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7/ini, 211,1 /N,In piazza studenti, precari, terremotati Sb

di FABIO ROSSI

ROMA - Una città blindata, almenonel centro storico, accoglierà le decinedi migliaia di manifestanti da tuttaItalia attesi per oggi nella Capitale. Alquali si aggiungerà un numero impreci-sato di romani che scenderanno inpiazza nel giorno più lungo, almeno peril 2010, della politica italiana. Sarannocirca 1500 gli uomini impiegati dallaquestura di Roma, in occasione dellamanifestazione organizzata dagli stu-denti, contro il ddl Gelmini e perchiedere la sfiducia al Governo. Aquesti si aggiungeranno centinaia divigili urbani, chiamati a regolare unaviabilità che, nel centro cittadino, siprevede molto difficile.

Agli studenti, peraltro, si aggiunge-ranno le categorie più disparate: daiprecari ai terremotati dell'Aquila, daicentri sociali al popolo viola, ai campa-ni che protestano per l'emergenza rifiu-ti. L'accesso a piazza Montecitorio saràbloccato con i blindati delle forze del-l'ordine, così come altre sedi istituzio-nali. Si cercherà di evitare il più possibi-le il contatto dei manifestanti con gliagenti: per questo a sbarrare l'accessoalle zone vietate saranno le camionettedella polizia. A complicare le cose c'èperò l'assoluta imprevedibilità dellemanifestazioni di oggi. «Metteremo incampo tutti gli uomini possibili, con inprima fila quelli del I gruppo e delgruppo intervento traffico», assicura ilcomandante della polizia municipaleAngelo Giuliani.

I concentramenti sono previsti(non c'è un orario ufficiale) a partiredalle 9. Due i luoghi principali perl'afflusso dei partecipanti ai cortei:piazzaleAldo Moro (davanti all'ingres-so principale della Città universitaria)e piazza del Colosseo. Ma ce ne saran-no almeno altri due: piazza della Re-pubblica, per chi arriva alla stazioneTermini, e piazzale dei Partigiani. perchi utilizza lo scalo ferroviario Ostien-se. Piramide è anche il luogo scelto per

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to l'accesso to ere e a o i 'il raduno degli Autorganizzati di Ro-ma. esteso agli studenti dei licei Virgi-lio. Visconti, Tacito, Mamiani. Talete,Lucrezio Caro, Morgagni. Manara,Kennedy, Caravillani. Cavour, Ripet-ta, Pinturicchio, Colonna, Albertelli,Montale, Pasteur, Anco Marzio.

I diversi cortei si incontreranno invia dei Fori Imperiali, per andare indirezione di piazza Venezia e di Monte-citorio. E lì si vedrà: la Questura èorientata a consentire ai manifestantidi sfilare verso corso Vittorio e il lungo-tevere. ma gli organizzatori annuncia-no di voler arrivare fino alla Cameradei deputati; le forze dell'ordine, purnon volendo creare '4zone rosse" fisse,dovranno comunque creare delle areecuscinetto tra i cortei e i Palazzi dellapolitica. In tutto questo, ovviamente. iltraffico rappresenta un vero e propriorebus. Anche perché è probabile che siformeranno sit-in spontanei emini-cor-tei, fuori dai tracciati principali, indiversi punti della città, in particolare

Piazza Montecitorio blindata in occasione del varo della riforma universita-ria. Oggi l 'intera area fra Camera e Senato sarà proclamata "zona rossa"

nel centro storico, con alto rischio perle strade laterali dei percorsi principalie per quelle prossime al Tridente.

L'unica alternativa praticabile, peri romani, sarà come sempre il trasportopubblico. Ma se le due linee metropoli-tane saranno chiamate a reggere unurto ancora maggiore del solito, vistoanche il periodo natalizio, per bus etram si prevede una giornata davverodifficile. La mancanza di orari epercor-si "ufficiali" dei cortei ha reso impossi-bile, per l'Atac, mettere a punto unpiano di deviazioni e limitazioni dellelinee del trasporto pubblico di superfi-cie. Gli ispettori dell'azienda sarannoin strada fin dalle prime ore del matti-no, per organizzare "a vista" le modifi-che necessarie alla rete dei collegamen-ti su gomma e su rotaia. Saranno oltrecinquanta, comunque, le linee interes-sate. In ogni caso, possono considerarsia rischio tutti gli autobus che transita-no nelle zone interessate dai cortei. e inparticolare quelle tra Tridente, Colos-seo e Termini.

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OGGI IN PIAZZA SAN MARCO

Prof, recari e ricercatoripoccupano il rettoratoI RICERCATORI dell'Ateneo diFirenze parteciperanno alla Gior-nata nazionale di mobilitazione in-detta per oggi con manifestazionia Roma e in tutta l'Italia in difesadell'università e della ricerca pub-bliche contro il ddl Gelmini e i ta-gli della Finanziaria. A Firenze èprevista l'occupazione del Rettora-to dell'università, in piazza SanMarco, alle 11.45., con la partecipa-zione di studenti, professori, ricer-catori, precari, dottorandi, lettori-Cel, tecnico-amministrativi. «Il 30novembre la controriforma Gelmi-ni dell'Università è stata approva-ta alla Camera nonostante la gran-de mobilitazione degli Atenei edelle Scuole dell'intero Paese, conla partecipazione di tutte le compo-nenti. Il 14 dicembre sono staticonvocati i capigruppo del Senatoper decidere sui tempi della discus-sione e della votazione del Ddl.Nell'interesse dell'università e del

Paese non deve essere approvato- dice Alberto Di Cintio, rappre-sentante dei ricercatori nel cdadell'università di Firenze - Co-me ricercatori adesso, più di pri-ma, occorre mantenere unita ecompatta la nostra mobilitazione,anzi farla ulteriormente crescere,sia per gestire gli aspetti più imme-diati (sofferenza finanziaria e strut-

«Continuare La mobilitazionecontro La riforma»Pronte nuove iniziative

turale della ricerca e della didatti-ca) sia per dare il nostro contribu-to all'elaborazione che si sta svilup-pando a livello nazionale circa lenostre proposte di riforma "vera"a partire dal definitivo riconosci-mento del nostro stato giuridico at-teso ormai da 30 anni».

Cnsi Bedincioni , appello dai dipendenti

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Occupazione del rettorato

FIRENZE - I ricercatori dell'ateneo di Firenze annuncia-no l'intenzione di partecipare alla Giornata nazionale dimobilitazione indetta per oggi con manifestazioni aRoma e in tutta l'Italia in difesa dell'università e dellaeicerca pubbliche, contro il Ddl Celmini e contro i taglidella Finanziaria. A Firenze in segno di protesta è previ-sta una occupazione del rettorato del'Università in piaz-za San Marco. All'iniziativa prenderanno parte tutte lecomponenti: studenti, professori, ricercatori, precari,dottorandi, lettori-Cel, tecnico-amministrativi.Per oggi, spiegano i ricercatori, sono stati convocati icapigruppo del Senato per decidere sui tempi della di-scussione e della votazione del Ddl. E questo li rafforzanella volontà di far sentire la propria voce.

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tt-/í.,,:rva la nu a aL®sperimentata, il placet dell 'Agenzia europea per

dall'inviata MAURIZIO MARIA FOSSATI- ORLANDO (Usa) -

LEUCEMIA mieloide cronica: i nuovifarmaci stanno cambiando la storia dellamalattia che diventa, giorno dopo giorno,meglio curabile. Oggi la sopravvivenza deipazienti ha raggiunto il 95 per cento a 8anni, un successo conquistato anche grazieall'importante contributo clinico degliematologi italiani. E la conferma arriva dal52' Convegno annuale dell"AmericanSociety of Hematology' tenutosi a Orlando.La svolta decisiva era stata imboccata treanni fa con la scoperta di una nuovamolecola, il dasatinib, nato nei laboratoriBristol-Myers Squibb.

OGGI arriva 1"ìncoronazioneufficiale', supportata dai risultatiche sono stati presentati alCongresso di Orlando a 18 mesidal termine dello studiointernazionale `Dasision', condottosu 519 pazienti di 26 Paesi, inclusal'Italia. Oggi, infatti, l'Agenziaeuropea per i medicinali (Ema) haespresso parere favorevole per l'impiegodel dasatinib come `farmaco di primascelta' nella cura della leucemia mieloidecronica. E ora l'Agenzia italiana delfarmaco (Aifa) dovrà deciderne la fascia dirimborsabilità del medicinale,estremamente facile da usare: prevedeinfatti l'assunzione per bocca (unacompressa al giorno).«La leucemia mieloide cronica - spiegaMichele Baccarani (nella foto), professoreall'Università di Bologna - è un tumoredelle cellule del sangue e del midollo osseoa progressione lenta la cui prevalenza staaumentando poiché i pazienti vivono più alungo. Ogni anno in Italia si registrano

circa 1.000 nuovediagnosi. Haun'incidenza del 15per cento rispetto a

tutte le leucemie degliadulti e di circa il 2-3

per cento rispetto a quelledell'infanzia. Oggi, l'ampliato

ventaglio farmacologico, oltre a favorire lacura migliore, abbassa anche l'ansia deimalati che si sentono più sicuri sapendo dinon essere legati a un unico farmaco e alrischio di non poterlo assumere a causa diintolleranze o effetti collaterali negativi.Dobbiamo quindi rallegrarci di possederedasatinib, una nuova, potente arma per iltrattamento di prima linea della leucemiamieloide cronica Philadelphia positiva».Il progresso nella lotta a questa malattia èstato rapido, ma non privo di difficoltà.Fino a una decina d'anni fa c'erano solochemioterapia, interferone alfa e trapianto

di cellule staaninali da midollo osseo o dasangue periferico.

PIÙ RECENTEMENTE le terapie abersaglio molecolare (in particolare gliinibitori di tirosin chinasi) sono diventatiil trattamento d'elezione. Ma ben presto cisi è accorti che la molecola usata (imatinib)nel 25 per cento dei pazienti trattati creavaresistenza primaria o secondaria, cioéperdita di efficacia. E alcuni malatidovevano addirittura sospendere la cura acausa degli effetti collaterali. Ecco perchéoggi viene accolta con grande sollievol'approvazione europea dell'utilizzo dellanuova molecola, dasatinib, come farmacodi prima scelta per tutti i pazientileucemici mieloide-cronici, compresi quelliche hanno manifestato resistenze ointolleranze alle terapie precedentementeutilizzate. Un farmaco che in vitro hadimostrato di essere 325 volte più attivo delpredecessore nell'inibire la proteinaresponsabile della progressione del male.

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INDAGINE

costi dei cervelli in fugaL'Italia avrebbe ceduto quasi 4 miliardi dieuro ai Paesi che hanno accolto i nostritalenti nella ricerca dal 1989 a oggi,secondo uno studio dell'1Com (istitutoper la Competitività), presentato dallaFondazione Lilly a Roma . Lo studio havalutato economicamente la fuga dei topscientist italiani negli ultimi 20 anni. Inquesti anni sono stati depositati 155domande di brevetto di cui l'inventoreprincipale è tra i top 20 italiani all'esteromentre 301 sono i brevetti a cui i nostrihanno contribuito come ricerca per unvalore di 2 miliardi di euro, più 1,7miliardi considerando i brevetti realizzatiall'estero ai quali partecipa un italiano.

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OGGI QUATTRO CORTEI NELLA CAPITALE. TREMILA UOMINI DELLE FORZE DELL 'ORDINE VIGILERANNO

Gli studenti minacciano : «Violeremo la zona rossa»- ROMA -

QUATTRO cortei, oggi, per tremila uomini delleforze dell'ordine. Montecitorio, palazzo Madama, pa-lazzo Grazioli blindati e gli studenti, insieme conprecari, anti-discarica di Terzigno, gruppi dei centrisociali del Nord, Fiom e Cgil, pronti ad arrivare finoai palazzi della politica. Gli studenti hanno lanciatola sfida: «Violeremo le zone rosse» e c'è da giurareche i tentativi non mancheranno. Gli organizzatorihanno fissato quattro cortei che partiranno da puntidiversi (il maggiore dovrebbe essere quello della Sa-pienza con gli universitari) per riunirsi in piazza Ve-nezia. Oltre non ci sono le autorizzazioni per andare,ma i manifestanti - che il comitato «Uniti contro lacrisi» giura saranno oltre 50.000 - vogliono «asse-diare» Montecitorio per sfiduciare «dal basso» il go-verno anche, ma non solo, per la riforma Gelminidell'università. In città c'è preoccupazione anche se iservizi segreti hanno escluso la presenza di black-block. Se i violenti vestiti di nero mancheranno, ci

saranno invece i book-block, giovani nascosti dietrogli scudi di opere letterarie famose. Le copertine, vo-tate attraverso Internet, saranno: «La volontà di sa-pere», dello storico e filosofo francese Michel Fou-cault; «1984» di George Orwell; «Il cavaliere inesi-stente» di Italo Calvino.

REPARTI schierati a difesa dell'area dei palazzi del-la politica, ma anche dei monumenti e dei simboli diRoma: la Digos teme che i giovani, se costretti a ri-piegare senza raggiungere Montecitorio, possano in-dirizzarsi altrove.In aggiunta ai cortei si alternerà anche la protestadel «popolo viola»: una catena umana da piazza SanMarco cingerà la «zona rossa» in risposta alla «blin-datura» del centro storico. Ieri i responsabili delgruppo hanno protestato con veemenza per la chiu-sura, temporanea, delle proprie pagine Facebook. Ilservizio è stato ripristinato dopo qualche ora, ma lepolemiche non sono mancate. L'atmosfera, come sivede, non è assolutamente tranquilla.

S.M.

TENSIONELa manifestazione antiGelmini del 30 novembrea Montecitorio con lancidi fumogeni e scontri (Ansa)

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Cinque cortei cercheranno questa mattina di raggiungere Montecitorio e il Senato :' Non ci faremo fermare dalle zone rosse"

Studenti in piazza, blindato il centro di Roma19 9 Il U 9f11

Corteo universitaridella Sapienzaai .tott,;t;,i3.zs7r.

Appuntamentoa piazzaleAldo Moro

ROMA-La capitale a rischio paralisi. ARoma, nel giorno della fiducia al gover-no, oltre 50.000 studenti arriveranno datutta Italia «per sfiduciare, dalle piazze,Berlusconi e i suoi ministri». Equesto loslogan della protesta disti denti, ricerca-tori, precari, operai, terremotati aquilaniche, alle 9 e30, partiranno da diversipun-ti della città e tenteranno di arrivare pro-prio sotto Montecitorio. «L'obiettivo -spiegano gli universitari-è manifestaredavanti a Montecitorio e al Senato. Sia-mo sicuri che l'accesso a piazza Monte-citorio sarà vietato così come ci sarannoanche altre zone off limits, ma noi sfon-deremo la linea rossa».

Il centro della città sarà blindatissimo.Super protetti ipalazzidelpotere: invali-cabile lo sbarramento della polizia peraccedere a Montecitorio. I parlamentarisono già stati avvisati tramite un sms cheli invitava a raggiungere Palazzo Mada-

ma all'alba. 'Tuttavia non ci sarà nessun azona rossa, dicono dalla questura, ma alcontrario, verrà attuato un dispositivo a"semaforo". Si alterneranno chiusureer-metiche di alcune strade ad aperture to-tali.

Al grido di "Io non mi fido", gliuniver-sit ari provenien ti da tutta Italia partiran-no alle 9.30 dalla Sapienza. Con loro sfi-leranno i ricercatori del tetto di piazzaBorghese, le lavoratrici e i lavoratori del-la cultura, della comunicazione, dellaformazione e dello spettacolo. Alla stes-sa ora gli studenti di diversilicei della cittàsimuoveranno dapiazzadellaRepubbli-ca. Il corteo di universitari di Roma Tre siformerà alla Piramide e gli studenti au-torganizzatisi daranno appuntamento aTrastevere. Dal Colosseo i quattro corteisi uniranno agli 'Uniti contro la crisi" (daAction ai terremotati aquilani, dallaFioco agli attivisti di Chiaiano) per parti-re alla volta di Montecitorio.

^s RIPRODUZIONE R.13ERVATA

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Corteo

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Corteo universitaridi RonLa Tre edei "Movimenti unitir; 5;ia r/.7.r a. c,:7íiS..'s

Appuntamentoin via Ostiense 9.00

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Corteo "Uniti

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agli attivisti di Chiaiano)Appuntamentoal Colosseo

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ATENEO

2 5 anni l'età media di laureaper lo più ingegneri e medici

PISA. Si immatricolanopiù giovani, si laureano me-diamente a poco più di 25 an-ni e sono in maggioranza in-gegneri e medici. È questo ilprofilo dei laureati dell'Uni-versità di Pisa che emergedal rapporto statistico2007-2009 del Progetto Stella,l'iniziativa interuniversita-ria che monitora le perfor-

Ecco il profilodei dottori che esconodalla nostra università

mance deilaureati di 10atenei, tracui Pisa (Uni-versità eScuola San-t'Anna), Mi-lano (Univer-sità degli Stu-

di, Milano-Bicocca, Iulm eCattolica), Pavia, Palermo,Bergamo e Brescia. I risulta-ti sono stati presentati a Mi-lano.

In rapporto agli altri ate-nei - in cui si registrano signi-ficative diminuzioni - l'Uni-versità di Pisa ha registratonegli ultimi tre anni un anda-mento positivo e costante nelnumero complessivo di lau-reati, che è sempre stato su-periore alle 7.000 unità all'an-no.

Per quanto riguarda la di-stribuzione tra i vari corsi distudio, anche nel triennio2007-2009 il maggior numerodi laureati appartiene algruppo di Ingegneria (4.236unità, pari al 19%), seguitoancora una volta da quellomedico (2.800 unità circa, pa-ri al 12,5%). E significativonotare come i gruppi discipli-nari che hanno fatto registra-re il maggiore incremento ri-spetto al triennio precedentesono il politico-sociale (+ 286unità) e il geo-biologico(+206).

Analizzando la distribuzio-ne per genere, come nel pre-cedente rapporto, le femmi-ne superano i maschi (11.029contro 10.336, con uno scartopositivo di 693), con un dato

che registra però una distri-buzione disomogenea tra i ti-pi di laurea: la presenza fem-minile è infatti particolar-mente forte nelle laureetriennali e nelle lauree a ci-clo unico, mentre quella ma-schile è più evidente nei cor-si specialistici.

Per quanto riguarda la du-rata degli studi, i dati confer-mano un assestamento dellaquota dei laureati triennaliche conseguono il titolo intempi regolari pari al 65%,mentre per i laureati dellaspecialistica la quota va sen-sibilmente migliorando neglianni passando dal 42% del2007 al 60% del 2009. Inoltre èdiminuita l'età media all'i- La consegna delle laureescrizione, passando da 22 an-ni nel 2007 a 20,7 nel 2009. Dipari passo aumentano gliiscritti con meno di 20 anni,passando dal 53% del 2007 al68,2% del 2009. Sostanzial-mente stabile è il dato che ri-guarda l'età alla laurea, conun'età media di consegui-mento del titolo a 25,6 anni.

Il rapporto Stella dà indica-zioni precise anche sulla pro-venienza deilaureati del-l'Universitàdi Pisa conla Toscanache si confer-ma il bacinodi utenza piùgrande con

Ogni anno ottengonoil titolo oltresettemila giovani

un totale di 14.410 sui com-plessivi 21 .365 (pari al67,4%), seguita da Liguria(1.232), Sicilia (1.013, con unincremento del 3,9 % rispettoal triennio precedente), Pu-glia (878) e Calabria (656).

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I docenti bocciano la sperimentazione

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L'inflazionedisediecorsiDI FEDERICO FIORENTINI

tiamo lavorando persupportare le Universitàtoscane in un necessariopercorso di innovazione

che inizia subito e ci porterà,insieme, all'Università 2030»: così siè espressa Stella Targetti,vicepresidente di Regione Toscanacon delega proprio ai rapporti conle Università, concludendo lapresentazione del rapporto Irpet sulsistema universitario in Toscana,avvenuta mercoledì 1 ° dicembre -giorno successivo all'approvazionealla Camera del disegno di leggepromosso dal ministrodell'Istruzione Mariastella Gelmini- presso l'auditorium fiorentino diSanta Apollonia.Per l'Irpet l'Università toscana è«ipertrofica, lenta, poco efficiente»;una sorta di «fabbrica che ancoraoggi impiega troppo tempo perrealizzare il proprio prodotto (ilaureati), organizzata in modoinefficiente (eccessivaproliferazione dei corsi e delle sedidecentrate) e con un basso tasso diproduttività (troppi gliabbandoni)». Nel dettaglio, lapubblicazione analizza dati chevanno dall'anno scolastico2000/2001 (ultimo del «vecchioordinamento» quadriennale) al2007/2008, mostrando imutamenti provocatidall'introduzione del «cosiddetto3+2», la divisione della carrierauniversitaria indue tranche.Come ha

sottolineato il direttore Irpet NicolaBellini, il rapporto intende «offrireun contributo al dibattito cheattualmente sta infervorandoaddetti ai lavori e opinionepubblica, offrendo dati efotografando situazioni, cercandoquella "evidenza empirica" cara aglianglosassoni. Per quanto riguardal'interpretazione di questi fatti e leloro implicazioni possiamo solofornire dei suggerimenti, in mododa semplificare i processidecisionali delle istituzionipolitiche. Abbiamo inoltreapplicato a questi dati gli strumentidell'analisi economica, consapevolicomunque che l'università non puòessere trattata esclusivamente nellasua dimensione industriale».Il rapporto è stato illustrato daNicola Sciclone (dirigenteresponsabile dell'Area di ricercaIrpet), il quale ha affermato che«l'università è lo specchio più fedeledella situazione dell'intero paese: i

suoi problemi riflettono quellisocio-economici dell'Italia, a

iniziare dalla bassaproduttività, l'inefficienzaorganizzativa, lo spreco dirisorse, la scarsa innovazionee l'assenza di incentivi».Il primo dato a emergere è laleggera decrescita delleimmatricolazioni nelle tre

Università pubbliche toscane(Firenze, Pisa, Siena), passatedalle circa 23 mila del2004/2005 alle 21 mila delle

rivelazioni più recenti(2008/2009), a conferma

della finedell'impennata di

iscrizioni che avevacaratterizzato gli

anni

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immediatamente successivi allariforma. Un terzo dei nuovistudenti italiani non è residente inToscana: le regioni piùrappresentate sono Campania,Calabria e Sicilia. Gli stranieri -viceversa - rappresentano solo il4,3%, a riprova della mancanza diuna dimensione internazionale nelmondo universitario italiano, siaper quanto riguarda docenti chediscenti. Le ultime rilevazionimostrano che le facoltà predilettedalle matricole sono Economia(14,3%), Lettere (13,2%) eIngegneria (12,5%). Durante ilperiodo preso in esame sonoincrementate le iscrizioni a facoltàscientifiche e tecniche (+ 17%) afronte di un -16% in quelleumanistiche.Nell'arco temporale 2000/2008 unquarto degli studenti immatricolatial primo anno o si è ritirato (18%)o non ha acquisito alcun credito(cioè non ha sostenuto alcunesame, l'8%). I tassi di abbandonopiù bassi provengono dalle facoltàdi Medicina e Architettura, a riprovadell'efficacia dell'accesso a numerochiuso in questo frangente. Dopocinque anni dalla primaimmatricolazione solo il 37% deglistudenti ottiene la laurea triennale(dato poco positivo tenendo contoche viene concesso un margine didue anni) e appena il 6% quellaquinquennale (poco più di unventesimo degli iscritti, dunque,conclude il proprio curriculumuniversitario nei tempipreventivati). Il

risultato è un'età media di 24 anniper i laureati di primo livello, duein più del previsto. Un'articolataanalisi statistica rivela che ilpassaggio al sistema 3+2 non haottenuto gli effetti sperati perquanto riguarda il numero didiplomati: la probabilità diconseguire una laurea «completa» èanzi diminuita del 5% rispetto aquando vigeva il «vecchioordinamento».Se dal 2000 al 2008 gli iscritti sonoaumentati del 10%, il numero dicorsi di laurea del 231%. Unaproliferazione accompagnata dallamoltiplicazione delle sedi(Follonica, Borgo San Lorenzo,Vinci, San Giovanni Valdarno...) eche riguarda soprattutto i corsi dilaurea specialistica (il 40% deltotale), i cui iscritti, tuttavia, sonomeno di dieci nell'80% dei casi, enel 60% non arrivano a cinque. Ilrapporto Irpet sconfessa inoltre lavalidità della laurea «breve» cometitolo di studio autonomo: il 60%dei laureati al triennio si iscrive allaspecialistica, con punte dell'88% aIngegneria e del 72% a Economia,proprio due fra lefacoltà chedovrebbero avere ilrapporto più direttocon il mercato dellavoro.Ultimo argomentotoccato il

«rendimento» effettivo della laurea,«molto inferiore alle attese» non soloper quanto riguarda il tasso didisoccupazione (pressochéequivalente a quello dei non laureati):fino a 35 anni il salario lordo orario diun laureato è addirittura inferiore aquello di un coetaneo privo dellostesso titolo studio. Il «plusvalore»remunerativo della laurea è infatti«differito nel tempo», soprattutto perquanto riguarda medici e ingegneri.Infine il 51% dei laureati under 35 è«sotto inquadrato», ossia svolgeun'attività lavorativa «inferiore alleattese». Tale percentuale tocca il 64%per le facoltà umanistiche, i cui ex-studenti hanno comunque unacarriera professionale inadeguata allecompetenze nel 47% dei casi. Ilricercatore Scidone decide diconcludere con una nota di ottimismosulla situazione toscana, tutt'altro cheesaltante ma comunque più rosea diquella nazionale: «Non solo i tassi dilaurea triennale e magistrale sono fra ipiù alti d'Italia, ma il consistenteaumento di iscritti alle facoltàscientifico-tecnico e il conseguentedecremento di quelli alle umanisticheriflette una presa di coscienza dellenecessità del sistema produttivo».L'incontro è proseguito con undibattito prolungato cui hannopartecipato professori e rettori, oltrealla già citata Stella Targetti, alla quale igiornalisti presenti hanno chiesto unparere sul ddl Gelmini: «Sicuramente- ha risposto - ci sono elementipositivi, ma anche numeroseincertezze, come quelle legate airicercatori, tenuti sostanzialmente ottoanni in prova senza garanzie: unmeccanismo che a prima vista sembraincrementare ulteriormente ladimensione del precariato. I piùpreoccupati sono evidentemente glistudenti, la cui contestazioneevidenzia comunque un sentimentodi disagio profondo, che non èlimitato alle novità introdotte dallariforma». Per quanto riguarda la

ricerca presentata, secondo lavicepresidente della Regione, «al

di là delle criticità emerse,l'Irpet fotografa una

situazione regionalemeno drammaticarispetto al resto delpanorama italiano.Naturalmentesiamo consapevolidella necessità dimigliorare, e questorapportorappresenta infattil'inizio di unpercorso disostegno dellaRegione neicr, nfronti degli,3tcnei toscani».

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TOSCANA , alcuni segnalipositivi ma anche quinon mancanole disfunzioni tipichea cui la Regione vuoicontribuire a porre rimedio

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E se la Regione collaborasseal governo degli Atenei?

La categoria delle «luci» che sicontrappongono alle «ombre» è quella piùfedele nel tentativo di sintetizzare ilcorposo - e coraggioso - «rapporto 2010»

curato da Irpet sul sistema universitario toscano.Presentato in un luogo-simbolo (all'epoca dellacontestazione e della post contestazionesessantottina, in Sant'Apollonia, c'erano diversiservizi universitari, fra cui una mensa che - comeha ricordato con nostalgia Giuseppe Catalano,oggi docente al Politecnico di Milano e ieristudente universitario a Firenze - il venerdìoffriva una carne «così dura» da essereconsiderata una sorta di «oggetto contundente».Sui muri restano, ancora, antiche scritte di duracontestazione ... anticapitalista.Oggi SantApollonia - che poi era una chiesadove hanno pregato generazioni di benedettine -è una elegante sala congressuale. Qui è statopresentato il rapporto e la mattina non ha potutocontare sull'ospite più atteso, AlessandroSchiesaro: il bracciodestro, proprio perl'università, diMaria StellaGelmini, non èarrivato.Un rapporto diIrpet, quello redattoda Nicola Scidone epresentato daNicola Bellini, chepuò legittimarecommenti assaidistanti («Ma alloraha proprio ragionela Gelmini» titolavala sezione toscanadel giornale difamiglia delpremier. «Siamo laprima regioneitaliana per numerodi pubblicazioni»,contrapponeva laparte toscana di unquotidianoferocementeantigovernativo. Lasolita battaglia delbicchiere mezzovuoto o mezzopieno o dellevisioni strumentali. Ma qui, con oltre 220 paginefitte di numeri e tabelle, forse la cosa miglioreresta quella di leggerselo, il rapporto).Non sarà dunque sembrato fuori luogo ilcommento di Stella Targetti, assessore toscanaproprio ai rapporti con le Università e la Ricerca:la giovane vicepresidente, decisamente più frescadi studi rispetto a tanti altri commentatori oattori della scena politica toscana, un po' hastupito con un giudizio - rilasciato ai giornalisti- assai «prudente» sulla riforma Gelmini (certosbagliata negli strumenti scelti - ha precisato -ma non nella volontà di cambiare un sistemaoggi profondamente malato). Ha rilanciato,Stella Targetti, verso un futuro neppure troppovicino («Stiamo lavorando per supportare leuniversità toscane in un necessario percorso diinnovazione, che inizia subito e ci porterà,insieme, a disegnare anche i possibili scenari di

integrazione verso l'università del 2030»). E nonha chiuso la porta a una ipotesi - ieriimpensabile - in base a cui la Regione potrebbeavere un maggiore ruolo di governo anchenell'Università («ma attenti alla nostraautonomia», ha subito precisato un rettore).A essere malata, secondo Irpet, non è tantol'università toscana quanto l'intero sistemauniversitario nazionale; che non esce bene dallalente di ingrandimento dell'istituto per laprogrammazione economica. Sembra quasi diavvertire un'invettiva don-milaniana (ricordate?La scuola come «ospedale che cura i sani» ma«respinge i malati» e «crea differenze a volteirrimediabili») nelle parole del comunicatostampa irpettiano secondo cui l'Universitàtoscana è «ipertrofica, lenta, poco efficiente»; unasorta di «fabbrica che ancora oggi impiega troppotempo per realizzare il proprio prodotto (ilaureati), organizzata in modo inefficiente(eccessiva proliferazione dei corsi e delle sedi

LA FRAMMENTAZIONE DEI CORSI DI LAUREA

Dal rapporto emerge la forteframmentazione dei corsi di laurea

toscani (dal 2000 al 2008 gli iscritti sonoaumentati del 10% ma i corsi del ... 231%).Con un risultato ovvio : l'8011/, dei corsi dilaurea specialistica ha pieno di 10 studenti( il 60% meno di 5).Poco appetibile la laurea triennale.Troppe le sedi distaccate. Troppi gliabbandoni (18 studenti su 100abbandonano al primo anno ; entro ilsecondo lasciano altri 25; dopo 5 anniraggiungono la laurea di primo livellosolo 37 su 100 e appena 6 quella disecondo livello).A tre anni dalla laurea il 77% dei giovaniha una occupazione ( pia se quasi l'88(1/oappartiene all'arca «tecnica», a trovaresubito lavoro soffrono molto - sonoappena il 54(1/o - i laureati nell'area«giuridica »). Fino a 35 anni un laureatoguadagna pieno di un diplomato. È solodopo che l'investimento in istruzione èdestinato a essere meglio retribuito.

decentrate) e conun basso tasso diproduttività (troppigli abbandoni)».Nei tre atenei enelle due scuole dieccellenza«abitano» circa 116mila studenti conoltre 800 corsi dilaurea (400 attivi).E università, quellatoscana, che attiramolti giovani dalSud (in particolareda Sicilia,Campania eCalabria). Ed èuniversità cui l'Irpettira le orecchie sottomolti punti di vista,compresa la suadistribuzioneterritoriale: nei corsidi primo livellosono ben 19 icomuni sede dicorsi di laurea e 8con uno solo. Lalogica è quella del«laureato porta aporta» che non è

molto da «industrial organization». Dove, intutto il mondo, c'è vera efficienza, non esistonosimili atenei «porta a porta» ma si favorisce, alcontrario, la mobilità degli studenti (e deiprofessori) con una «governante» in cui il mondoeconomico-imprenditoriale è presente e attivo.Per Alessandro Petretto, presidente ComitatoScientifico Irpet, il sistema universitario italiano è«in una fase di difficile transizione» e in nessunpaese industrializzato è immaginabile attuareuna riforma universitaria ambiziosa tagliando,contemporaneamente, i fondi. Questa l'accusapiù forte alla Gelmini.In anni di «federalismo», la Regione potrebbeinviare «segnali e incentivi virtuosi» e collaborarenel governo degli atenei? Questa, di Petretto, ladomanda che chiude il rapporto. E apre lapolitica.

Stefania Moretti

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DENTRO LA «FABBRICA DELLA CONOSCENZA»

T utto da leggere il capitolo sull'offerta didattica, secondo cuioltre il 60% dei corsi attivi nel biennio specialistico ha

meno di 5 studenti immatricolati . Come se l'Università, invecedi rispondere a una domanda effettiva, fosse chiamata adaccontentare le esigenze della struttura . Dove non sta male,l'Università toscana rispetto alle altre italiane ma anche sudimensione europea, è in quello che il rapporto chiama la«fabbrica della conoscenza». Nei dati sulle pubblicazioniscientifiche siamo, fra le regioni d'Europa, al ventunesimoposto ma saliamo al diciassettesimo se raffrontiamo lepubblicazioni con il numero degli abitanti.Il nostro buon posizionamento rispecchia la presenza, inToscana, di una infrastruttura di ricerca articolata: oltre ai 3atenei di Firenze, Pisa e Siena - che fra ordinari , associati ericercatori contano oltre 5.100 addetti alla ricerca - e allescuole di formazione superiore (altri 300 ricercatori), hannosede in Toscana una trentina fra istituti, sezioni e centri delCnr concentrati soprattutto tra Firenze e Pisa (rispettivamente1.100 e 550 addetti alla ricerca).Riguardo le borse di studio, in Toscana circa 6 studenti su 100ne hanno una (5 a Firenze, 7 a Pisa, 8 a Siena): in terminiassoluti si tratta di circa 10 mila studenti. Da notare che qui c'èuna bella «luce»: le richieste degli studenti sono , in Toscana,soddisfatte al 100%. Ad avere le «borse» in maggioranza sonodonne, diplomati alle medie superiori con una votazionemedia maggiore degli altri studenti, provengono più da istitutitecnici professionali che dai licei, in una quota molto elevatahanno conseguito il diploma all 'estero, si iscrivonosoprattutto a «Lettere e Filosofia» e ad «Economia».

Il «plusvaloreeconomico» dellalaurea è differitonel tempo, specieper facoltà comeMedicinae Ingegneria. Cosìi trentacinquenninon laureatiguadagnanoin media all'oraaddirittura di piùrispetto ai lorocoetanei conl'ambìto «pezzodi carta in mano»

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Università,13 studentidenunciati per lamanifestazione

i Tredici denunce sono statedecise dalla questura di Siena neiconfronti di altrettanti partecipan-ti alla manifestazione studentescasvoltasi a Siena lo scorso trenta no-vembre. Una iniziativa svoltasi nelpomeriggio nelle strade adiacential centro storico che provocò mol-te difficoltà al traffico ma senzaparticolari tensioni. I reati ipotizza-ti verso i denunciati, i cui nomi an-cora non si conoscono, così come icriteri con i quali sono stati scelti,sono interruzione di pubblico ser-vizio e manifestazione non autoriz-zata. Intanto anche ieri mattinanel centro storico è sfilato un cor-teo di universitari contro la rifor-ma universitaria. Stamani invece isindacati Cisal, Cisl, Cisapuni,Rdb, Ugl e Rua terranno in piazzadel Duomo, di fronte alla prefettu-ra, una manifestazione per prote-stare contro la politica dell'attualerettore Riccaboni sul salario acces-sorio. Questi sindacati temono untaglio di 120 euro al mese dallo sti-pendio mensile perché si devonorecuperare denari erogati in più se-condo quanto ha accertato la rela-zione sui conti dell'ateneo del-l'ispettore del ministero dell'eco-nomia. Le proposte dell'ammini-strazione non piacciono neanchealla Flc Cgil che critica i toni duridi chi ha proposto la manifestazio-ni di stamani. «Riteniamo - si leggein una nota - che la questione nonsia solo quella della determinazio-ne dello speso in più e di come que-sto sia stato utilizzato, ma del co-me si inciderà sulle risorse disponi-bili per i prossimi anni per tutte lepolitiche sul personale».

A.MAT.

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Università, cresconoi laureati. Boomdi ingegneri e medici

i a- - __ ` _ del Progetto Stella sull'Ateneo:aumentano gli studenti che si laureano in tempo

GABRIELE MASIERO

[email protected]

anno in media 25 anni esono per lo più ingegne-ri e medici i laureati del-l'università di Pisa. So-

no le principali indicazioni conte-nute nel rapporto statistico2007-2009 del Progetto Stella,che monitora le performance deilaureati di 10 atenei italiani. Inol-tre, a Pisa aumentano le donneche si iscrivono alle lauree trienna-li o a ciclo unico, e migliorano i da-ti relativi al conseguimento dellalaurea nei tempi previsti: il 65%degli iscritti alla triennale, si passainoltre dal 42% del 2007 al 60%del 2009 per coloro che ottengonola laurea specialistica senza ritar-di.

Rispetto alle altre università, Pi-sa però fa registrare anche untrend positivo sul numero dei lau-reati. «Negli ultimi tre anni - spie-ga una nota dell'ateneo - si ravvisaun andamento positivo e costantenel numero complessivo di laurea-ti, che è sempre stato superiore al-le 7 mila unità all'anno». Tra que-

sti a recitare la parte del leone sonoancora ingegneri e medici, confer-mando i dati del precedente trien-nio. I laureati che provengono dallafacoltà di Ingegneria tra il 2007 e il2009 sono stati 4.236, pari al 19%del totale, seguiti da Medicina concirca 2.800 laureati, pari al 12.5%.Dati più residuali perle altre discipli-ne, che potrebbero però con il tem-po modificare il panorama alla lucedelle altre indicazioni contenute nelrapporto del progetto Stella, vistoche c'è un autentico boom di iscrizio-ni rispetto agli anni precedenti perl'area politico-sociale (+ 286 unità)e quella geo-biologica (+206). Infi-ne, il rapporto delinea la geografiadei laureati pisani: in netta maggio-ranza sono toscani con 14.410 uni-tà su un totale di oltre 21 mila neglianni compresi tra il 2007 e il 2009(il 67%), seguiti da Liguria (1.232),Sicilia (1.013), Puglia (878) e Cala-bria (656). Infine, la radiografia del-l'università di Pisa che esce dal rap-porto Stella si chiude con un focussull'età media degli iscritti che si èabbassata notevolmente: passandoda 22 anni del 2007 ai poco più di20 del 2009. Di pari passo aumenta-no gli iscritti con meno di 20 anni,passando dal 53% al 68,2%. v

na protesta degli universitari pisani

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Più di mille a RomaPronti centinaia di pullman

Saranno un migliaio i pisani cheoggi parteciperanno alla manife-

stazione contro il Governo. Il Coordi-namento università bene comune hariempito 12 pullman e almeno 600 uni-versitari saranno nella capitale, da Pi-sa, per ribadire il no al ddl Gelmini, mamolti altri raggiungeranno Roma intreno e con mezzi propri. Dopo i giornicaldi delle proteste in città con blocchistradali e le occupazioni simbolichedella Torre pendente e dell'aeroporto,e culminate il 30 novembre con il cor-teo dei 10 mila e con il blocco della sta-zione ferroviaria e del casello autostra-dale dell'A12, gli universitari pisani sa-ranno insieme agli altri a Roma per«bloccare questa scellerata riforma».