12 Slides St Matthews Island
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ST. MATTHEW
ISLAND: ECCESSO E
COLLASSO
Prof. Pierpaolo Cavallo
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LA STORIA
La popolazione di renne dell’isola di St. Matthew, pari a 29 esemplari nel 1944, era di 42 esemplari nel 1965, ed è una potenziale metafora per la nostra epoca.
Questa variazione, infatti, si verificò passando per un picco di circa 6000 esemplari nel 1963: di essi, in due anni, morì circa il 99% di inedia, avendo distrutto l’ambiente che le sosteneva, esaurendo la loro primaria fonte di energia.
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GRAFICO DELLA POPOLAZIONE NEL PERIODO 1944-1966 1
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Traduzione della didascalia:
“Popolazione presunta del
branco di renne sull’isola di
St. Matthew. I conteggi
effettivi sono indicati sulla
curva della popolazione.”
Tutti i successivi riferimenti
sono tratti dai lavori
pubblicati da Klein.
POSIZIONE
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L’isola si
trova nel mare
di Bering alle
coordinate:
•60°33′0″ N
•172°42′0″ W
E’ disabitata.
MAPPA1
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L’isola ha una
superficie di 357
Kmq, il punto più
alto è a 450 metri
slm.
Esiste una piccola
isola secondaria sul
lato nord, chiamata
Hall Island.
FAUNA
L’isola accoglie una fauna limitata, composta solo da piccoli mammiferi adattati alla vita nell’artico:
� Microtus abbreviatus(topo di campagna);
� Alopex lagopus (volpe artica).
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FLORA
Essa era povera di cespugli ed alberi, ma piuttosto ricca di licheni, con vaste aree coperte da spessi strati di questo tipo di vegetazione.
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LE RENNE1
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La renna (Rangifer
tarandus ) è un
mammifero che vive
nelle regioni
circumpolari
dell’Europa, della
Siberia e dell’Alaska,
dove è anche
chiamata “Caribou”.
Si nutrono in
prevalenza di licheni
(“reindeer moss”).
RENNE E LICHENI
Le renne si nutrono di licheni, e possononutrirsene anche in pieno inverno, se non coperti da uno strato di neve troppo spesso.
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RIPRODUZIONE DEI LICHENI
I licheni sopravvivono anche a condizioni estreme di freddo, riducendo i propri sistemi vitali finchè non torna la primavera.
Tuttavia essi hanno una velocità di crescita molto bassa: una chiazza di licheni strappata o brucata può aver bisogno anche di 50 anni per riformarsi.
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ndINTRODUZIONE DELLE RENNE
Negli anni ’40 sulla St. Matthew Island esisteva una stazione LORAN (radiofaro per la navigazione aerea) presidiata da 19 uomini della USCG (US CoastGuard).
Nell’agosto 1944 furono introdotte sull’isola 29 renne, di cui 25 femmine e 4 maschi, allo scopo di garantire una fonte di cibo ai residenti in caso di emergenza.
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CRESCITA DELLA POPOLAZIONE
Nel 1957, dopo 13 anni dall’introduzione delle renne, il peso corporeo medio delle renne sull’isola era, in media:
�Per i maschi il 24-53%�Per le femmine il 46-61%superiore a quello medio delle renne che formavano i branchi presenti in terraferma dell’Alaska.
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MOTIVAZIONE DELLA CRESCITA
La popolazione si trovava in presenza di una alta qualità e quantità di foraggio sull’isola, e, inoltre, mostrava una bassa mortalità dovuta ad una totale assenza di malattie e/o nemici naturali (predatori, cacciatori etc.).
Vi era, pertanto, una elevata natalità non bilanciata.
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ndRIDUZIONE DEL PESO MEDIO
Ulteriori studi condotti nel 1963, cioè 6 anni dopo la prima valutazione, mostrarono che il peso medio delle renne era calato:
�Per i maschi del 43%;�Per le femmine del 38%.
In pratica, dal 1957 al 1963, il peso medio era tornato uguale a quello delle renne sul continente.
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RIDUZIONE DELLA NATALITÀ
Sempre comparando gli studi del 1957 e del 1963, si era osservata una riduzione della natalità, misurata calcolando la quota % di cuccioli e giovani rispetto alle femmine adulte.
�Yearlings (esemplari di meno di 1 anno): nel 1957: 45%, nel 1963: 26%;
�Fawns (giovani maturi capaci di riprodursi): nel 1957; 75%, nel 1963: 60%.
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CONDIZIONI DELLA VEGETAZIONE
Dai rilevamenti del 1957 confrontati a quelli del 1963 fu evidenziata una marcata riduzione della diffusione di licheni sull’isola.
In confronto all’isola vicina (Hall Island), dove lo strato di licheni misurava 8-10 cm, sulla St. Matthew Island nel 1963 lo strato non superava 1 cm.
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ALIMENTAZIONE E STAGIONI
In realtà, le renne non dipendono in modo assoluto dai licheni. Distinguiamo:
� Alimentazione estiva: basata su erba della prateria (Carexnesophila, Carex aquatilis);
� Alimentazione invernale: basata su licheni e sulle rare piante di salice (1) e uva ursina (2).
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CAPACITÀ PORTANTE DELL’AMBIENTE
Detta anche “carrying capacity”, è il numero di individui che possono vivere in un determinato territorio senza compromettere la futura capacitàdell’habitat di supportare la vita.
La nozione deriva dall'idea che solo un numero definito di individui può vivere in un certo ambiente, che mette a disposizione risorse limitate.
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CRESCITA DELLE POPOLAZIONI
Ogni popolazione tenderebbe ad accrescersi esponenzialmente all'infinito se non intervenissero elementi che limitano questa propensione: malattie, condizioni climatiche avverse, predazione o parassitismo da parte di altre specie, competizione con organismi appartenenti a specie diverse, disponibilità di un dato ambiente, eventi accidentali o catastrofici, etc.
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ndIMPATTO
L’impatto sull’ambiente non dipende solo dal numero di individui ma dalle loro abitudini, e lo si può rappresentare con una semplice formula.
I = P x C(Impatto = Popolazione x Consumo)
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CAPACITÀ PORTANTE PER GLI ERBIVORI
Dipende da due fattori:�Alimentazione invernale: condiziona il numero dei soggetti (se manca il cibo, i più deboli muoiono);
�Alimentazione estiva: condiziona le dimensioni dei soggetti (i più adatti si nutrono di più e quindi crescono meglio).
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DENSITÀ SOSTENIBILE
Massimo numero accettabile di renne per unità di superficie (densità sostenibile):
�Palmer (1929): 16-18 per miglio quadrato (valore ritenuto sovrastimato);
�Hustich (1951): 13 per miglio quadrato.Densità misurata sull’isola:�nel 1957 10.5 renne/miglio quadrato; �nel 1963 46.9 renne/miglio quadrato.
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DALLA DENSITÀ ALLO SVILUPPO
E’ facile, quindi, verificare come la vita di una popolazione possa essere assicurata solo se essa si rapporta con l’ambiente in modo da conservarlo in modo adeguato.
Da ciò possiamo dedurre il concetto di sviluppo sostenibile.
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SVILUPPO SOSTENIBILE
Lo sviluppo sostenibile è una forma di sviluppo (che comprende lo sviluppo economico, delle città, delle comunitàeccetera) che non compromette la possibilità delle future generazioni di perdurare nello sviluppo preservando la qualità e la quantità del patrimonio e delle riserve naturali.
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… E POI?
Uno studio, condotto ancora una volta da Klein nel 1985 (22 anni dopo), ha evidenziato una biomassa di licheni pari a 35 g/mq.
Ciò è circa il 10% della biomassa di licheni sulla Hall Island, che presenta una presenza di una popolazione climax di licheni con una biomassa di 400 g/cmq.
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