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1 P. Montesperelli AIP / 12 - Etnografia-Netnografia 1 12 – DALL’ETNOGRAFIA ALLA NETNOGRAFIA P. Montesperelli AIP / 12 - Etnografia-Netnografia 2 1. ETNOGRAFIA Etnografia = etim.’descrizione dei popoli’ ; Ethnos = popolo; Graphé = scrittura, descrizione. Origine (antropologia): l’etnografo si reca, per un certo periodo di tempo,a vivere con un popolo scarsamente / per nulla conosciuto; osserva, ascolta, parla con i “nativi”, etc.

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P. Montesperelli AIP / 12 - Etnografia-Netnografia 1

12 – DALL’ETNOGRAFIA

ALLA NETNOGRAFIA

P. Montesperelli AIP / 12 - Etnografia-Netnografia 2

1. ETNOGRAFIA

Etnografia = etim.’descrizione dei popoli’;

Ethnos = popolo;Graphé = scrittura, descrizione.

Origine (antropologia):

l’etnografo si reca, per un certo periodo di tempo,a vivere con un popolo scarsamente / per nulla conosciuto; osserva, ascolta, parla con i “nativi”, etc.

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Alle origini dell’etnografia:

B. MALINOWSKI (Argonauti

del Pacifico occidentale, 1922)

• Obiettivi cognitivi: penetrare nel modo di

pensare dei nativi � significati culturali

espliciti o nascosti a coloro che li vivono;

• Approccio: “non-standard”

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Metodo

�Assenza di contatti

con altri “bianchi”;

�Imparare la lingua;

�insediarsi nei villaggi per almeno 1 anno;

Malinowski

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immergersi

nella vita degli “indigeni”,

imparare a comportarsi come loro

È fondamentale “prendere parte alla

vita del villaggio, pensare in anticipo gli

eventi importanti o quelli festivi, prendere interesse personale ai

pettegolezzi e agli sviluppi dei piccoli

avvenimenti del villaggio, aprire gli

occhi tutte le mattine su una giornata che mi si presenta più o meno

come agli indigeni”(Malinowski 1922, 16)

NB

I diari personali di M.

(ritrovati nel 1967)

contraddicono

molti

di questi principi

Malinowski

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Tecniche:

• Partecipare alla vita quotidiana dei nativi (“osservazione partecipante”) � interpretazione sulla cultura dei nativi � controllo empirico

mediante domande dirette (colloqui);

• Le informazioni raccolte e i commenti di M. sono inseriti in tavole sinottiche, classificazioni, diagrammi, schemi, appunti utili per il’interpretazione.

Malinowski

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Impostazione positivista

• L’osservazione è più “oggettiva” dei colloqui (influenza del modello delle scienze naturali);

• sono meno “oggettive” le dichiarazioni esplicite degli interlocutori;

• L’osservazione non modifica ciò che viene osservato;

• Distinzione netta fra informazioni raccolte e loro interpretazione;

• Interpretazione: attraverso l’induzione è possibile generalizzare fino a trovare leggi che regolano la cultura (in analogia con le scienze naturali).

Malinowski

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Avvicinamento dell’etnografia e

dell’antropologia culturale all’ermeneutica:

• Approccio: non-standard, esplorativo,

induttivo � il ricercatore deve cercare di

inserirsi per comprendere la cultura del gruppo � egli deve tentare di modificare i

propri pre-giudizi. v.

Ermeneutica:

‘pre-giudizi’

2. L’ETNOGRAFIA OGGI:

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• L’osservazione non “fotografa” ma “dipinge” = anche osservare èINTERPRETARE:

«Senza alcun orientamentoconcettuale non si puònemmeno riconoscere ilcampo d’indagine» (D. Silverman 2000, 113);

v.

Ermeneutica:

‘pre-giudizi’

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• I sistemi di significati studiati sono assimilabili ad un testo scritto dai “nativi” �l’antropologo è il “lettore”/interprete di questo testo.

• Poiché i significati sono giàinterpretazioni, l’antropologia è“interpretazione di interpretazioni” (C. Geertz)

v.

Ermeneutica:

interpretazione

(di testi)

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Riflessione su se stessi:• La ricerca include l’etnografo

stesso: «Certo ho avuto qualche vertigine a riconoscere anche me stesso come oggetto di analisi (…). Non è corretto in nessuna ottica scientifica ignorare il ruolo del ricercatore nella costituzione dell’oggetto della sua ricerca» (Apolito 1990, 41-2).

v. ermeneutica:

la base empirica

include anche il

ricercatore, in

dialogo con gli

interlocutori

interpretati

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Accorgimenti tecnici

La durata della “immersione”:

Ovviamente non esistono regole fisse. Un gruppo molto distante dalla cultura dell’etnografo (p. es. studio di Paesi lontani, di sette molto chiuse, di fruitori stranieri di media, etc. ) richiede una durata maggiore e continuativa;Un gruppo più familiare (p. es. analisi famiglie-tv) richiede un’osservazione più breve, con possibilità di osservazioni intermittenti.

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Le note etnografiche

• Appunti – almeno inizialmente non strutturati – su informazioni, impressioni e intuizioni, interrogativi in sospeso, abbozzi di classificazioni, difficoltàincontrate, fraintendimenti, etc.

• Perché la memoria non disperda tutto ciò, è bene compilare quotidianamente le note;

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• Di solito è opportuno scriverle in assenza delle persone osservate;

• Procedendo verso una progressiva focalizzazionedegli obiettivi cognitivi, gli appunti possono essere riassunti in schede piùstrutturate.

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Integrazione fra osservazione e interviste

Spesso l’osservazione è affiancata da

interviste non-standard, utili a:

1) Aggiungere informazioni;

2) “triangolare le fonti”;

3) Avvicinarsi ulteriormente ai soggetti

osservati.

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Limiti dell’osservazione etnografica

• Eccesso di distacco � l’etnografo non coglie significati, motivazioni, emozioni, rappresentazioni dei “nativi”;

Eccesso di coinvolgimento � l’etnografo smarrisce il proprio senso critico e si identifica nelle rappresentazioni offerte dai “nativi”;

• La presenza dell’etnografo influisce sulla - / disturba la comunità indagata. Possibili rimedi:

1) osservazione non partecipante = dissimulata, non dichiarata; ma problema etico;

2) Molto tempo � i “nativi” si abituano alla presenza dell’etnografo.

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Problemi di ispezionabilità della base empirica:

«Nella ricerca etnografica la base empirica effettiva èl’insieme delle esperienze e delle osservazioni dell’antropologo, ma la base empirica ispezionabile èsolo un piccolo corpus di documenti e di resoconti (le note etnografiche) inevitabilmente “filtrati” dalla precomprensione teorica e dalla soggettività dell’interprete»(Ricolfi 1995, 24).

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3. ETNOGRAFIA SU MEDIA E PUBBLICI

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OBIETTIVI COGNITIVI

POSSONO RIGUARDARE:

1) LA COSTRUZIONE DI UN

MESSAGGIO;

2) LA SUA FRUIZIONE.

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Esempio: Organizzazione di una redazione e prassi quotidiana nella

costruzione di una notizia:

Fonti

Selezione e riscrittura delle notizie fonti istituzionali e agenzie;

Orientamenti di un articolo interazione fra dimensione intenzionale (linea editoriale della testata, “lettore modello”…) e condotta involontaria (organizzazione redazionale, ritmi di lavoro, routine produttive, norme stilistiche consolidate, etc. economizzare risorse organizzative, finanziarie, cognitive aumentano le notizie in entrata, ma restano invariati i tempi di lavorazione;

Aspetti “comunitari”: flessibilità dei comportamenti lavorativi e nella divisione dei ruoli; rapporti gerarchici informali; qualitàdell’interazione fra persone; cultura comune che garantisce: reciprocità delle aspettative, identificazione professionale, integrazione nell’organizzazione, “clima aziendale”, etc.

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La scheda di rilevazione delle pratiche quotidiane nelle

Redazioni. Un esempio: articoli sull’immigrazione (Binotto e Martino 2004, 171)

Cultura

Economia

Dibattito

politico

Sbarchi

Terroristi

Cronaca

VALORI-

NOTIZIA

SELEZIONEFONTIORGANIZ-

ZAZIONE

SEZIONE

INCARICA-TA

TIPOLOGIA

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1) Potere dei testi mediali di contribuire ai significati costruiti dai loro lettori;

2) Articolazione fra i vari generi mediali e le preferenze dei diversi pubblici;

3) Contesti quotidiani, situazioni sociali delle dinamiche di consumo (es. sfera domestica, relazioni familiari);

4) Usi culturali di una vasta gamma di tecnologie della comunicazionenell’ambito domestico (tv, radio, computer, videoregistratore): significati attribuiti all’hardware + alle parole e all’immagini veicolate da qs. tecnologie.

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le pratiche quotidiane di fruizione sono esteriorizzazioni di

significati, modelli, valori, stili di vita, comportamenti. Un esempio: la fruizione della TV

SE LE PREFERENZE DEI FAMILIARI SONO DIVERSE:

• Che cosa succede in caso di contrasti su quale programma vedere?

• Chi sceglie il programma da vedere?

• Quali sono i rapporti di potere all’interno della famiglia? Quali divisioni (p. es. di genere, di generazione…)?

(Moores 1993/1998, 20)

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Le osservazioni etnografiche sul pubblico possono considerare anche altri aspetti utili per inferire

valori, atteggiamenti, etc.:

• Vestiti

• Cibi

• Arredamento di casa

• etc.

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Nell’etnografia dei media:

1) Gli obiettivi cognitivi non riguardano nativi di Paesi lontani;

2) Le pratiche osservate e i colloqui riguardano testi mediali;

3) L’osservazione e la partecipazione nonsi svolgono in lunghi periodi è difficile e troppo intrusivo partecipare alle attività di una redazione, alla vita domestica, sfera privata della famiglia, etc.

ALCUNE DIFFERENZE CON L’ETNOGRAFIA

TRADIZIONALE

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4. NETNOGRAFIA

• Etnografia + Net = etnografia applicata alle comunità virtuali nella Rete;

• Obiettivo cognitivo: cultura di comunità virtuali;

a) modalità di comunicazione (testi, audio, video, audio-video);

b) interazioni sociali on line non sporadiche ma ripetute nel tempo� senso di appartenenzaalla comunità;

Cfr. Addeo et al., in corso di

pubblicazione

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Criteri di selezione della/e comunità

• Rilevanza rispetto all’obiettivo cognitivo;

• Comunicazioni e interazioni numerose, regolari e recenti;

• Eterogeneità dei partecipanti alla comunità;

• Informazioni ricche e dettagliate.

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Alcune caratteristiche:

• Approccio “non standard”;

• Immersione nell’ambiente virtuale ove

qs. relazioni avvengono;

• Tecniche: osservazione di solito non

intrusiva;

• Possibilità di uso combinato di più

tecniche (p. es. interviste online o in

profondità ai membri della comunità)

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Differenze con l’etnografia

• Invisibilità del ricercatore;

• Osserva atti conversazionali e non individui;

• Documentazione facilmente reperibile online;

• Possibilità di archivi;

• Richiede meno tempo e meno risorse.