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1,00 Settimanale di informazione, attualità e cultura dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino PAGG. 4-5 PAG. 12 PAG. 18 VISITA PASTORALE. MONS. TAMBURRINO CONCLUDE LA VISITA PRESSO LA PARROCCHIA DI SAN MICHELE ARCANGELO VITA DI CITTÀ. PERSONA, LOGOS, RELAZIONE, UNA FENOMENOLOGIA PLURALE, SCRITTI IN ONORE DI ANGELA ALES BELLO VITA SOLIDALE. GLI ALUNNI DELL’ELEMENTARE SAN PIO X DI FOGGIA HANNO RIPULITO PIAZZA PADRE PIO LUOGO DI DISCERNIMENTO E DI PROMOZIONE VOCAZIONALE ANNO XIX - N. 16 FOGGIA 27.04.2012

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€ 1,00

Settimanale di informazione, attualità e cultura dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino

PAGG. 4-5 PAG. 12 PAG. 18

VISITA PASTORALE.MONS. TAMBURRINOCONCLUDE LA VISITAPRESSO LA PARROCCHIADI SAN MICHELE ARCANGELO

VITA DI CITTÀ.PERSONA, LOGOS, RELAZIONE, UNA FENOMENOLOGIAPLURALE, SCRITTI IN ONOREDI ANGELA ALES BELLO

VITA SOLIDALE.GLI ALUNNI DELL’ELEMENTARE SAN PIO X DI FOGGIAHANNO RIPULITOPIAZZA PADRE PIO

LUOGO DI DISCERNIMENTO

E DI PROMOZIONE VOCAZIONALE

ANNO XIX - N. 16FOGGIA 27.04.2012

2 Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012E d i t o r i a l e

voci dalla piazza

Cinema

Da cinquant’anni il Seminario Diocesano “Sacro Cuore” rappre-senta per la nostra Chiesa locale un

punto di riferimento assoluto, ma soprattut-to come ha sottolineato Mons. Francesco Pio Tamburrino, nel messaggio all’Arcidiocesi per il cinquantesimo anniversario del Semi-nario, esso rappresenta il segno che “ci ricor-da la fedeltà di Dio, che si rinnova “di gene-razione in generazione fi no ai nostri giorni”.Quanti Vescovi, sacerdoti, diaconi e laici hanno servito e tuttora servono la Chiesa nell’esperienza del Seminario. A loro va la gratitudine infi nita di tutta la comunità dio-cesana, ma soprattutto quella del Signore che sicuramente premia gli sforzi di coloro che non si sono risparmiati per il bene di que-sta importante istituzione. Chi scrive ha vissuto due indimenticabili anni presso il Seminario diocesano. Come si può dimenticare la fi gura sacerdotale di don Ricciotti Saurino che mi accolse in Se-minario e mi fece muovere i primi passi ver-so il sacerdozio…Il Seminario, inoltre, è di tutti e tutti devono sentirsi coinvolti e protagonisti nel sostener-lo. Non solo nel senso economico e materia-le, pur necessario, ma soprattutto con il con-tributo della preghiera, ma ancor più facen-doci, ai vari livelli, promotori vocazionali.

Questo compito non appartiene solo all’équi-pe educativa del Seminario e ai responsabi-li della Pastorale vocazionale, ma a tutti: sa-cerdoti, religiosi, famiglie. Nessuno può e de-ve tirarsi indietro.Concludiamo queste brevi rifl essioni facendo nostro il senso di gratitudine espresso dall’Ar-civescovo nel messaggio poco prima ricorda-to: “Se il Seminario è la prova eloquente dell’a-more fedele di Dio alla nostra Chiesa, il primo sentimento che ci invade è il ringraziamento. Questa è la nostra risposta alla grazia che Dio ci ha manifestato e offerto nel Seminario… il nostro animo è stupito della generosità divina ed esprimiamo il nostro ringraziamento gio-ioso per la speciale presenza di Dio nella sua “tenda” posta in mezzo a noi. Quest’anno giu-bilare del Seminario ci deve rendere coscienti del dono ricevuto e faremo del ringraziamen-to la trama stessa della nostra lode, da cui do-vrà nascere un rinnovato impegno a rispon-dere con maggiore fedeltà al dono di Dio”.La Giornata Mondiale di preghiera per le vo-cazioni ci faccia comprende sempre meglio di quante cure cure e di quante attenzioni Dio rivolge al suo popolo e ci aiuti a rispon-dere generosamente alla sua chiamata, qua-lunque sia il progetto divino.

Il direttore

don Antonio Menichella

Voce di PopoloSettimanale di informazione,

attualità e cultura dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino

anno XIX n. 16 del 27 aprile 2012

Direttore responsabiledon Antonio Menichella

Hanno collaboratopadre Valter Arrigoni, Damiano Bordasco,

don Stefano Caprio, Antonio Daniele, Francesca Di Gioia, Monica Gigante, Enza Moscaritolo, Vito Procaccini, Valerio Quirino, Giustina Ruggiero, Lucio Salvatore, Nicola Saracino.

Editore: NED S.r.LDirezione, redazione e amministrazione

via Oberdan, 13 - 71121 - FoggiaTel./Fax 0881.72.31.25

e-mail: [email protected]

Progettazione grafi ca e Stampa: Grafi che Grilli srl

La collaborazione è volontaria e gratuita. Articoli e foto, anche se non pubblicati, non si restituiscono.

Chiuso in redazione il 24.04.2012

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici

� Convegno Pastorale Diocesano: “La famiglia: ri-

sorsa e sfi da educativa”.

Venerdì 27 aprile: ore 16.00 preghiera; ore 16.30 sac. Edo-ardo Algeri (“La Parola di Dio fonte di luce per la fami-glia”); prof. Domenico Simeone (“La famiglia oggi: quali bisogni e quali sfi de”); Discussione; Modera dr. Giusep-pe Rinaldi; ore 19.00 Celebrazione Vespri.

Sabato 28 aprile: ore 16.00 Preghiera; ore 16.30 sac. Fran-co Lanzolla (“La famiglia come risorsa della comunità cristiana”); discussione; modera prof. Michele Quinta-na; ore 17.45 Gruppi di studio: Équipe Pastorale Familia-re (Proposte educative per la famiglia), Mons. Vincenzo Identi (Orientamenti Catechetici), avv. Luigi D’Alessan-dro (Tipologie delle famiglie oggi - Lavoro consultoria-le); ore 19.00 S. Ecc.za Mons. Francesco Pio Tamburri-no (Proposte Familiari sulla Famiglia); Celebrazione dei primi Vespri della IV Domenica di Pasqua.

� “Le strade della ricerca scientifi ca”. Questo il tito-lo del ciclo di seminari organizzato dall’ADI in collabo-razione con la Cappella dell’Università di Foggia e il SI-SM. Gli incontri si terranno il 27 aprile, 30 maggio, 20, 25 e 28 giugno nell’Aula magna della Facoltà di Agraria. Il primo incontro sarà dedicato a “Il valore industriale della produzione e della ricerca farmaceutica delle im-prese del farmaco”. Interverranno: Massimo Scaccaba-rozzi, Presidente di Farmindustria; Agostino Sevi, Pre-side della Facoltà di Agraria; Luigia Trabace, Direttore del Dipartimento di Scienze Biomediche. Inoltre, saran-no presenti: Luciano Beneduce, ricercatore; don Bruno d’Emilio, Cappella Università di Foggia; Adriana Pucci, Presidente dell’ADI Foggia e Mariana Rollo, SISM. Mo-dera: Antonio Ivano Triggiani, ADI Foggia.

� Scuola di Formazione all’impegno Sociale e Politi-

co. Laboratorio fi nale “Attese, esperienze, progetti, pro-spettive” (confronto tra i partecipanti ed alcuni esponen-ti politici). L’evento si terrà il 27 aprile alle ore 18.00 pres-so l’ISSR di Foggia.

Programmazione Sala della Comunità “Mons. Farina” di FoggiaInfo: www.salafarina.itE-mail: [email protected] Campanile, 10 - Foggiatel. 0881 756199

Da sabato 28 aprile

a giovedì 3 maggio

Spettacoli

ore 18.00 - 20.00 - 22.00.

Film in sala Il mio miglior incubo

di Anne Fontainecon Isabelle Huppert, Benoît Poel-voorde, André Dussollier, Virginie Efi ra, Corentin Devroey, Aurélien Recoing, Eric Berger, Philippe Ma-gnan, Samir Guesmi, Serge Onte-niente, Jean-Luc Couchard

TramaAgathe (Isabelle Huppert) vive con fi glio e marito (André Dusso-lier) in un ricco appartamento. Pa-trick (Benoit Poelvoorde), invece, vive con suo fi glio nel retro di un furgone. Sono due persone diame-tralmente opposte e non tollerano l’uno la vista dell’altro. Non avreb-bero mai voluto incontrarsi, ma i loro fi gli sono inseparabili.

Programmazione Sala della Comunità“Pio XI” di BovinoVia Seminario, 571023 Bovino (FG)E-mail: [email protected] tel. 0881 961203.

Da venerdì 27 aprile

a mercoledì 2 maggio

Spettacoli

ore 18.00 - 20.30

Film in salaMagnifi ca presenza

di Ferzan Ozpetekcon Elio Germano, Giuseppe Fiorello, Margherita Buy, Vitto-ria Puccini

TramaArrivato a Roma dalla Sicilia col sogno di fare l’attore, il giovane Pietro trova, con un colpo di fortu-

na, una casa da prendere in af-fi tto, un appartamento d’epo-ca dotato di un fascino molto particolare. La felicità di Pie-tro dura solo pochi giorni: nel-le grandi stanze cominciano a manifestarsi inquietanti pre-senze. Sono otto persone, di età diversa, eccentriche, ele-gantissime, perfettamente truccate. Superato lo spaven-to iniziale, Pietro comincia a parlare con questi strani per-sonaggi. Si tratta di ricostrui-re una lontana storia accadu-ta 69 anni prima nel 1943. Do-po molte incertezze, Pietro ci riesce anche grazie al ritrova-mento dell’unica protagonista vivente, Livia Morosini, attri-ce di teatro, primadonna, diva invidiosa delle altre. I fanta-smi del passato ora sono for-se più tranquilli…

3Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012 C h i e s a U n i v e r s a l e[ don Stefano Caprio ]

Chiesa UniversaleGiornata per le vocazioniSi celebra domenica 29 aprile

la 49a Giornata mondiale di pre-ghiera per le vocazioni, sul tema “Le vocazioni dono della Carità di Dio”. Nel messaggio preparato per questa occasione, il papa Be-nedetto XVI rievoca il mistero dell’amore e della creazione da parte di Dio come radice univer-sale della vocazione, che è anzi-tutto una chiamata di Dio a vive-re il dono della vita riempiendo-lo di senso e di gusto, per corri-spondere all’iniziativa stessa del Creatore. Riportiamo i passi sa-lienti del messaggio:

“La fonte di ogni dono perfetto è Dio Amore - Deus caritas est -: «chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1 Gv 4,16). La Sacra Scrittura narra la storia di questo legame ori-ginario tra Dio e l’umanità, che precede la stessa creazione. San Paolo, scrivendo ai cristiani del-la città di Efeso, eleva un inno di gratitudine e lode al Padre, il quale con infinita benevolenza dispone lungo i secoli l’attuarsi del suo universale disegno di salvezza, che è disegno d’amore. Nel Figlio Gesù – afferma l’Apo-stolo – Egli «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4).

Noi siamo amati da Dio “prima” ancora di venire all’esistenza! Mosso esclusivamente dal suo amore incondizionato, Egli ci ha “creati dal nulla” (cfr 2Mac 7,28) per condurci alla piena comu-nione con Sé. La verità profonda della nostra esistenza è, dunque, racchiusa in questo sorprenden-te mistero: ogni creatura, in par-ticolare ogni persona umana, è frutto di un pensiero e di un atto di amore di Dio, amore immen-so, fedele, eterno (cfr Ger 31,3). La scoperta di questa realtà è ciò che cambia veramente la nostra vita nel profondo. In una celebre pagina delle Confessio-ni, sant’Agostino esprime con grande intensità la sua scoperta di Dio somma bellezza e sommo amore, un Dio che gli era sta-to sempre vicino, ma al quale finalmente apriva la mente e il cuore per essere trasformato: “Tardi ti amai, bellezza così an-tica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesisten-ti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo

splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e re-spirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace” (X, 27.38). Si tratta di un amore senza riserve che ci precede, ci sostiene e ci chiama lungo il cammino della vita e ha la sua radice nell’assoluta gratuità di Dio. Riferendosi in particolare al ministero sacerdotale, il mio predecessore, il Beato Giovanni Paolo II, affermava che «ogni gesto ministeriale, mentre con-duce ad amare e a servire la Chiesa, spinge a maturare sem-pre più nell’amore e nel servizio a Gesù Cristo Capo, Pastore e Sposo della Chiesa, un amore che si configura sempre come risposta a quello preveniente, li-bero e gratuito di Dio in Cristo». Ogni specifica vocazione nasce, infatti, dall’iniziativa di Dio, è dono della Carità di Dio! È Lui a compiere il “primo passo” e non a motivo di una particolare bontà riscontrata in noi, bensì in virtù della presenza del suo stesso amore «riversato nei no-stri cuori per mezzo dello Spirito Santo» (Rm 5,5). In ogni tempo, alla sorgente della chiamata di-vina c’è l’iniziativa dell’amore infinito di Dio, che si manifesta pienamente in Gesù Cristo. Co-me ho scritto nella mia prima Enciclica Deus caritas est, «di fatto esiste una molteplice visi-bilità di Dio. Nella storia d’amo-re che la Bibbia ci racconta, Egli ci viene incontro, cerca di con-quistarci – fino all’Ultima Cena,

fino al Cuore trafitto sulla croce, fino alle apparizioni del Risor-to e alle grandi opere mediante le quali Egli, attraverso l’azio-ne degli Apostoli, ha guidato il cammino della Chiesa nascen-te. Anche nella successiva storia della Chiesa il Signore non è ri-masto assente: sempre di nuovo ci viene incontro – attraverso uomini nei quali Egli traspare; attraverso la sua Parola, nei Sa-cramenti, specialmente nell’Eu-caristia» (n. 17). L’amore di Dio rimane per sempre, è fedele a se stesso, alla «parola data per mille generazioni» (Sal 105,8). Occorre, pertanto, riannun-ciare, specialmente alle nuove generazioni, la bellezza invitan-te di questo amore divino, che precede e accompagna: esso è la molla segreta, è la motivazio-ne che non viene meno, anche nelle circostanze più difficili.

Su questo terreno oblativo, nell’apertura all’amore di Dio e come frutto di questo amore, nascono e crescono tutte le vo-cazioni. Ed è attingendo a que-sta sorgente nella preghiera, con l’assidua frequentazione della Parola e dei Sacramenti, in parti-colar modo dell’Eucaristia, che è possibile vivere l’amore verso il prossimo nel quale si impara a scorgere il volto di Cristo Signo-re (cfr Mt 25,31-46). Per esprime-re il legame inscindibile che in-tercorre tra questi “due amori” – l’amore verso Dio e quello ver-so il prossimo – scaturiti dalla medesima sorgente divina e ad essa orientati, il Papa San Gre-

gorio Magno usa l’esempio del-la pianticella: «Nel terreno del nostro cuore [Dio] ha piantato prima la radice dell’amore ver-so di Lui e poi si è sviluppato, come chioma, l’amore fraterno. Queste due espressioni dell’uni-co amore divino, devono essere vissute con particolare intensi-tà e purezza di cuore da coloro che hanno deciso di intrapren-dere un cammino di discerni-mento vocazionale verso il mi-nistero sacerdotale e la vita con-sacrata; ne costituiscono l’ele-mento qualificante. Infatti, l’a-more per Dio, di cui i presbiteri e i religiosi diventano immagini visibili – seppure sempre imper-fette – è la motivazione della ri-sposta alla chiamata di specia-le consacrazione al Signore at-traverso l’Ordinazione presbi-terale o la professione dei con-sigli evangelici. Il vigore della risposta di san Pietro al divi-no Maestro: «Tu lo sai che ti vo-glio bene» (Gv 21,15), è il segre-to di una esistenza donata e vis-suta in pienezza, e per questo ri-colma di profonda gioia. L’altra espressione concreta dell’amo-re, quello verso il prossimo, so-prattutto verso i più bisogno-si e sofferenti, è la spinta deci-siva che fa del sacerdote e del-la persona consacrata un susci-tatore di comunione tra la gen-te e un seminatore di speranza. Il rapporto dei consacrati, spe-cialmente del sacerdote, con la comunità cristiana è vitale e di-venta anche parte fondamenta-le del loro orizzonte affettivo”.

4 Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012V i s i t a P a s t o r a l e

Carissimi,

a conclusione della Visita Pa-storale nella comunità parroc-chiale di S. Michele Arcangelo, voglio ringraziarvi di cuore per lo spirito fi liale con cui avete ac-colto il vostro Vescovo e per la luminosa testimonianza di fede e di impegno cristiano che dif-fondete non solo nell’ambito dei confi ni parrocchiali, ma nell’in-tera città di Foggia.

La parrocchia di S. Michele, infatti, è uno dei centri spiritua-li e culturali che, da molti de-cenni, ha offerto alla popolazio-ne foggiana una formazione so-lida nella fede e sana nei princi-pi morali, in ampi spazi di aggre-gazione e svago e con percorsi di recupero sociale. La mostra fotografi ca, che abbiamo inau-gurato in questi giorni, dà testi-monianza della benevolenza di Dio nei confronti di questa par-rocchia e del grande lavoro fat-to per mettere a frutto i suoi do-ni lungo gli oltre 75 anni di vita parrocchiale. Ma la parrocchia di S. Michele non si identifi ca con il suo passato: è una realtà che vive oggi una sua rinnova-ta giovinezza, attraverso la Co-munità dei Giuseppini del Mu-rialdo, le Suore Murialdine di S. Giuseppe, l’Opera San Michele, l’Oratorio e i gruppi e le associa-zioni. La costante caratteristica pastorale di questa parrocchia è stata l’apertura e l’accoglien-za di chiunque venisse, da tutta la città di Foggia, a cercare assi-stenza spirituale e sociale.

Ringrazio il Parroco Don Sil-vano Cazzola e i Vicari Don Gino Savino e Don Giuseppe Minisci, Don Luigi Pierini, insieme a tut-ti i Padri Giuseppini del Murial-do che si sono succeduti nel ser-vizio pastorale di questa parroc-chia, per la dedizione e l’amore sacerdotale con cui si mettono a servizio di tutta la popolazio-ne e in particolare dei piccoli e dei poveri. Cari fratelli e sorelle, continuate a stare vicini ai vostri Padri Giuseppini perché, dalla loro fedeltà al carisma murialdi-no e alla vita fraterna di comuni-tà, dipenderà la loro capacità di costruire nella parrocchia una autentica comunità cristiana e potranno condurre i vostri pas-si verso la corresponsabilità nel-la costruzione della parrocchia e nel servizio dei poveri.

Affi do ora alla vostra atten-zione alcuni punti di rifl essio-ne sulla vita pastorale della vo-

stra Parrocchia, perché possia-te approfondirli e svilupparli nel Consiglio Pastorale Parrocchia-le e nelle singole realtà associa-tive.

1. Il Consiglio Pastorale Par-

rocchiale è stato defi nito a buon diritto, nel corso della Visita Pa-storale, il “volto della parroc-chia di S. Michele”. Organizza-to secondo le norme del Diret-torio diocesano e dello Statuto parrocchiale, il Consiglio si riu-nisce regolarmente e con buo-na frequenza, ed è il laboratorio nel quale si rifl ette e si progetta il cammino pastorale della co-munità. Ho notato, in partico-lare, lo spirito di preghiera e di appartenenza reciproca che so-no alla base degli incontri; il de-siderio di dare il proprio contri-buto personale per la crescita di tutte le realtà parrocchiali, co-me le singole membra agiscono a favore di tutto il corpo.

Il Consiglio per gli Affari Eco-nomici vive nell’alveo del Consi-glio Pastorale ed opera con esat-tezza e progettualità a favore del mantenimento e dello sviluppo delle opere parrocchiali. Con-servando questo stile e la fon-damentale connessione con il Consiglio Pastorale, incoraggio il Consiglio per gli Affari Econo-mici ad acquisire gli spazi propri previsti del Codice di Diritto Ca-

nonico (cann. 492-494), distinti dal Consiglio Pastorale, con ri-unioni proprie a scadenze rego-lari e secondo le necessità, e sti-lando i verbali di ogni riunione.

2. L’universo laicale della par-rocchia di S. Michele vive i tre ambiti della vita cristiana, an-nuncio della Parola, celebrazio-ne della Liturgia e testimonian-za della Carità, in modo maturo e ben strutturato.

Esso manifesta, in partico-lar modo, il risveglio del ruolo e dell’impegno dei laici nella vita cristiana comunitaria, frutto del Concilio Vaticano II, e la corre-sponsabilità di una testimonian-za limpida e disinteressata, ca-pace di rispondere alla sete di Dio che gli uomini e le donne del nostro tempo manifestano con urgenza crescente.

Tutto ciò è possibile solo gra-zie ad una robusta formazione cristiana, che non si fermi all’e-tà adolescenziale o a quella gio-vanile. Tutti gli Operatori Pasto-rali e gli Educatori dei Gruppi e delle Associazioni parrocchiali sentono l’esigenza di una forma-zione spirituale e culturale che sia il fondamento del loro servi-zio. La costante partecipazione ai percorsi formativi che la no-stra Diocesi propone e l’assidua presenza agli eventi e alle occa-sioni di incontro e di confronto,

caratterizzano la vostra comu-nità parrocchiale. Vi incoraggio a perseverare in questa direzio-ne, trasmettendo questa menta-lità ai giovani della vostra par-rocchia.

3. La dimensione cateche-tica della parrocchia è cura-ta secondo le indicazioni della Chiesa italiana e le prospettive di confronto con la realtà socia-le odierna. L’attenzione alla fa-miglia come nucleo originario e fondamentale della formazione cristiana comporta un impegno maggiore, specialmente quan-do si prova ad “intercettare”, nel corso del cammino familiare, le coppie di sposi che hanno smar-rito il senso e l’importanza del loro ruolo di primi educatori dei loro fi gli alla fede cristiana. Un grande aiuto è offerto, su questo settore, dalle Associazioni e dai movimenti, che aiutano giova-ni e adulti ad intraprendere un percorso di fede che accompa-gni ogni stagione della vita per-sonale, familiare e comunitaria.

4. L’ambito della carità è cu-rato in particolare dalla Caritas parrocchiale, che si propone di formare tutti i parrocchiani, alimentando il rapporto vitale con le realtà caritative dell’inte-ra Diocesi, alla attenzione ver-so l’altro, specialmente verso il

più povero. Questo è stato lo scopo di varie iniziative propo-ste (ad esempio “Adotta il vicino di casa”) e dello stile di sobrietà evangelica richiesto in occasio-ne della celebrazione dei sacra-menti della Iniziazione cristia-na, e dei matrimoni. Inoltre, il Centro di Ascolto e il sostegno alle famiglie indigenti con la di-stribuzione di viveri, sono inter-venti concreti verso i poveri nel-lo spirito e nel corpo. Anche la cura riservata agli anziani di Vil-la “Lo Re” affi data primariamen-te alle Suore Missionarie Figlie di Gesù Crocifi sso è un segno di attenzione verso i più deboli.

Fiori all’occhiello della vo-stra comunità parrocchiale so-no le case-famiglia e il gruppo dell’“Allegra brigata”: esse mani-festano la premura di una comu-nità cristiana che si sente ma-dre dei fanciulli e dei ragazzi di-sagiati, italiani e stranieri. Sono confortato dall’aver constatato che ogni realtà laicale ha mani-festato una matura tensione alla carità e al servizio del prossimo.

5. Lo spirito di preghiera e la celebrazione dei Misteri di Cri-sto nella Liturgia, è il terzo capo-saldo della vita cristiana e del-la vostra comunità parrocchia-le. Le Celebrazioni Eucaristiche sono preparate con dedizione da parte del servizio liturgico e

Parrocchia San Michele ArcangeloLe indicazioni conclusive - Sabato 21 aprile 2012

5Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012 V i s i t a P a s t o r a l e

dei cantori e da parte dei presbi-teri che offrono quotidianamen-te l’omelia e preparano la comu-nità a partecipare consapevol-mente e attivamente. Vi incorag-gio a fare del gruppo liturgico un vero gruppo di spiritualità, che impari ad alimentarsi spiritual-mente attraverso la conoscenza dei riti, dei simboli, delle letture bibliche e del linguaggio proprio della liturgia. Questo vale anche per i membri della corale e per tutti coloro che svolgono qual-che ruolo di animazione delle ce-lebrazioni comunitarie. La litur-gia deve tornare ad essere per i ministri ordinati e per tutta la co-munità una fonte genuina di spi-ritualità cristiana. Inoltre, esorto alcuni tra voi, specialmente tra gli adulti, a intraprendere la for-mazione assicurata dalla Dioce-si per i Lettori e Accoliti, che ga-rantisce competenza e organici-tà nel servizio liturgico della par-rocchia.

Ringrazio il gruppo dei mini-stranti, i ragazzi del “coretto”, i cantori della corale e tutti coloro che si adoperano per aiutare l’as-semblea a partecipare alle azio-ni sacre in maniera consapevo-le, pia e attiva,come dice il Con-cilio Vaticano II (CONCILIO ECUM. VATICANO II, Sacrosanctum Con-

cilium, 48).

6. Concludendo la Visita Pa-storale alla vostra parrocchia, voglio dirvi con semplicità che, come l’apostolo Paolo, anch’io “in mezzo a tutte le nostre ne-cessità e tribolazioni, ci sentia-mo consolati a vostro riguardo, a motivo della vostra fede. Ora, sì, ci sentiamo rivivere, se rimane-te saldi nel Signore” (Ts 3, 7-8). In questi giorni si è maturata in me la convinzione che la vostra comunità parrocchiale, proprio perché bella, bene organizzata e solidamente radicata nella fe-de, possa essere segnalata come esempio di parrocchia viva nella nostra Diocesi.

Ma questa costatazione posi-tiva mi convince ad affi darvi an-che un compito di sostegno e di collaborazione con tutte quelle

parrocchie che vi circondano ed hanno bisogno di sostegno, di esempi da seguire, di indicazio-ni concrete per uscire dalla me-diocrità. Vi chiedo, insomma,di diventare “parrocchia missiona-ria” nei riguardi delle altre par-rocchie della Diocesi. Penso, in particolare, alla organizzazione dell’oratorio parrocchiale e dei numerosi gruppi giovanili.

Faccio mie le parole di S. Le-onardo Murialdo, che abbiamo meditato ieri sera nell’incontro con i giovani: “Fratelli, volgete

lo sguardo intorno a voi. Vede-

te quanti ragazzi, poveri, ab-

bandonati e traviati vagano per

le vie e le piazze (…). Vivono

nell’ozio, nell’ignoranza e nella

schiavitù di passioni che cre-

sceranno sempre più, se non sa-

ranno combattute. Oggi voi po-

tete avvicinare questo piccolo

popolo di ragazzi, educarlo e

formarlo cristianamente. Do-

mani sarà troppo tardi”. Mi rivolgo direttamente a voi,

giovani della parrocchia di S. Mi-chele Arcangelo: ho avvertito il vostro impegno a crescere cri-stianamente e il vostro desiderio di verità e di autenticità. La mi-sura della vostra vita sia l’amore di Cristo, la misericordia e il do-no di se stessi agli altri. Vi chiedo aiuto a nome della nostra Chiesa di Foggia-Bovino. Aiutateci a ri-vitalizzare la Pastorale Giovani-le della Diocesi e ad annunciare a tutti i giovani della Diocesi - co-sì tanto simili a quelli descritti dal Murialdo decenni fa – quel teso-ro che voi avete trovato nella co-munità cristiana e che vi rende felici. Fatevi missionari dei vo-stri compagni: ai loro occhi, voi siete più credibili di noi!

* * *

“Fratelli, siate gioiosi, tende-

te alla perfezione, fatevi corag-

gio a vicenda, abbiate gli stessi

sentimenti, vivete in pace e il

Dio dell’amore e della pace sa-

rà con voi” (2Cor 13, 11). Amen.

��Francesco Pio Tamburrino

Arcivescovo

29/04 Alle ore 17,45 presso la parrocchia della B.M.V. Madre del-la Chiesa rivolge un saluto a tutti i partecipanti alla marcia dei ragazzi di prima comunione. Alle ore 19,00 presso la par-rocchia di S. Giovanni Battista presiede la solenne Celebra-zione Eucaristica di inizio dell’anno giubilare in occasione del 175° anniversario della liberazione dal colera della cit-tà di Foggia per intercessione di Maria Ss. dei Sette Dolori.

02/05 In mattinata presiede il Consiglio Episcopale. Nel pomerig-gio presiede il Consiglio per gli Affari Economici.

04/05 In mattinata presiede il Collegio dei Consultori.

Agenda dell’Arcivescovo29 aprile - 4 maggio 2012

“La comunità parrocchia-le è in attesa della sua parola di maestro e anela la sua gui-da di pastore”. Con parole che vanno dritto al cuore il parro-co di San Michele Arcangelo, don Silvano Cazzola, ha accol-to ed, idealmente abbracciato, l’Arcivescovo di Foggia-Bovi-no, mons. Francesco Pio Tam-burrino, durante la S. Messa che ha aperto la Visita Pastora-le tenutasi dal 15 al 21 presso la chiesa di piazza L. Murialdo. Il parroco, inoltre, ha spiegato che l’incontro con il padre nel-la fede rappresenta una fecon-da occasione per “essere aper-ti alla speranza e sentirsi suo gregge nel vincolo dell’unità”.

Mons. Tamburrino, durante la Celebrazione Eucaristica di domenica 15 aprile, ha ricor-dato che la parrocchia di San Michele è una delle più impe-gnate nelle opere di evange-lizzazione e di testimonianza della città.

Nell’omelia il Presule ha concentrato l’attenzione sul tema della risurrezione, spie-gando che in questo mistero risiede l’appoggio fondamen-tale della nostra fede cristia-na. Noi possiamo essere cer-ti della risurrezione di Cristo proprio perché gli apostoli ci hanno tramandato tutti gli eventi che hanno caratteriz-zato la presenza di Gesù nel-la storia dell’uomo, a partire dalla sua nascita fi no ad arri-vare alla scoperta del sepol-cro vuoto.

Mons. Tamburrino, ripren-dendo le parole di Luca, trat-teggia in modo chiaro e pre-ciso lo stile di vita delle prime

comunità cristiane. “La molti-tudine di coloro che erano di-ventati credenti – scrive Luca – aveva un cuore solo e un’ani-ma sola e nessuno considera-va sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era comune. Con grande for-za gli apostoli davano testimo-nianza della risurrezione del Si-gnore Gesù e tutti godevano di grande favore. Nessuno infat-ti tra loro era bisognoso, per-ché quanti possedevano cam-pi o case li vendevano, portava-no il ricavato di ciò che era sta-to venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il suo bisogno”.

Ebbene, i fratelli amavano riunirsi nello stesso luogo ed ascoltare la parola degli apo-stoli. Vi era, quindi, una profon-da comunione di vita, di senti-menti e di amore. Inoltre, l’in-tera comunità era assidua nel-la preghiera e si sentiva davve-ro un cuor solo e un’anima so-la. L’esempio dei predecesso-ri, secondo l’Arcivescovo, deve rappresentare per noi un mo-dello di riferimento da imita-re e seguire. Dobbiamo, dun-

que, essere assidui nell’ascol-tare la Parola di Dio e nell’es-sere vicini della comunità fra-terna, aiutando i più bisogno-si e cercando di costruire sem-pre relazioni basate sulla pace e la concordia.

In uno dei passaggi più in-tensi dell’omelia, il Vescovo si è rivolto ai bambini del bellissi-mo coro con parole amorevo-li e paterne per spiegare loro il senso vero e profondo della ca-rità, una carità che possa farsi quotidiana in tanti e semplici gesti concreti. Il nostro padre nella fede, in tal modo, pone in evidenza quanto sia importan-te ed urgente educare le nuo-ve generazioni alla carità per costruire un mondo più equo e più giusto.

In tal senso, ciò che deve ani-marci è lo spirito comunitario e la comprensione che la risur-rezione di Cristo è il fulcro del-la nostra fede cristiana, grazie alla quale possiamo sentire for-te l’impegno a rideclinare nel nostro quotidiano e nel nostro vissuto i valori che Gesù ci ha trasmesso.

Monica Gigante

La guida del pastoreS. Messa per l’inizio della Visita Pastorale

6 Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012V i t a d i D i o c e s i[ Giustina Ruggiero ]

Illustri relatori alle Giornate di Studio su padre Antonio Silvestri

ANALISI DEI DOCUMENTI ESISTENTI, QUADRO STORICO E NUOVI FILONI DI RICERCA

Un uomo di Chiesa e il suo tempo

Due giornate di studio de-dicate a padre Antonio Silve-stri (1773-1837) nell’Aula Ma-gna dell’ISSR con relatori illu-stri, e ancor più la pubblicazio-ne prossima degli atti, dovreb-bero trasferire lo straordina-rio prete foggiano “dall’ambi-

to dei cultori, grazie ai quali

si è mantenuta accesa la fiam-

mella della memoria, a quella

dei professori” (così ha detto don Fausto Parisi, rettore del-la Confraternita di S.Eligio pro-motrice delle azioni del Comi-tato pro beatificazione), al fi-ne di tributargli quella più dif-fusa e profonda attenzione che merita, nella chiesa e nella co-munità.

Ci auguriamo che così possa essere, visto il vivo interesse che la figura e le opere di p. Sil-vestri hanno suscitato nei pro-fessori provenienti da Roma.

La prolusione del cardinale De GiorgiDopo i saluti giunti via fax del

governatore Vendola, del presi-dente della Provincia Pepe, del sindaco Mongelli, dell’assesso-re Pellegrino, di Alfonso De Pel-legrino (commissario dell’IPAB che ha avviato i lavori di ristrut-turazione dell’ex carcere che si trasformerà in una casa di acco-glienza per senza fissa dimora), del coordinatore della Confra-ternita di S.Eligio Roberto Pa-pa, la prolusione delle giorna-te di studio è stata affidata al card. Salvatore De Giorgi, a Fog-gia proprio nel venticinquenna-le della visita in Capitanata di Giovanni Paolo II da lui stesso promossa.

Il prelato si è detto emoziona-to del ritorno nella città di cui è stato pastore dal 1981 al 1987. Nella sua riflessione ha posto

l’accento sulla santità sacer-

dotale di don Antonio Silvestri, manifestata nel servizio, con una vita totalmente dedicata al prossimo fino al supremo sacri-ficio della vita, nei doni mistici (testimonianze parlano di sue estasi durante la preghiera fi-no alla levitazione), nella cate-

chesi (predicazione non solo in chiesa ma nelle piazze e nelle bettole), come ministro della

liturgia e dei sacramenti e co-me guida dei fedeli (dalle “ope-re grandiose”). “Una grandez-

za spirituale e pastorale tut-

ta da riscoprire, un foggiano

doc, verace, illuminato dalla

luce della fede”.

Dalla Università Gregoriana e dalla Congregazione dei SantiIl prof. Filippo Lovison, diret-

tore del Dipartimento di Storia della Pontificia Gregoriana di Roma, ha sottolineato, analiz-zando gli articoli della Positio di Filippo Bellizzi, postulatore della causa di beatificazione ri-chiesta al vescovo da 153 cittadi-ni nel 1893, il ruolo di p. Silvestri come moderatore della plebe, il dono particolarissimo del consi-

glio, della pacificazione socia-

le (agiva a favore di condanna-ti, carcerati, prostitute, tra gen-te rustica e vivace). “Un prete di

periferia che insegnava Cristo

in un apostolato di strada, non

un prete da immaginetta. Ma

anche un mistico, dalla non co-

mune attività di esorcista, con

la dote della profezia. Un sacer-

dote del suo tempo, impegnato

nelle opere sociali a favore dei

poveri, un prete meridionale

che si doveva confrontare con

il feudalesimo, la soppressio-

ne dei conventi, la trasforma-

zione del Tavoliere, l’arretra-

tezza, la fame, il brigantaggio,

la precarietà della condizione

femminile, ma con la fermezza

della fede vicina al prossimo”.

Gli articoli della Positio lo confrontano, ha aggiunto Lovi-son, con altri sacerdoti e stigma-tizzano l’apatia del clero, descri-vendo p. Silvestri proprio come uno di quei preti che anticiparo-no l’enciclica sociale Rerum No-

varum di Leone XIII del 1891.Al prof. Roberto Regoli, do-

cente di Storia della Chiesa al-la Gregoriana, il compito di con-testualizzare la figura di p. Sil-vestri attraverso la presentazio-ne dei papi dell’epoca che va dal-la fine del ‘700 (Pio VI) alla me-tà dell’800 (Pio VII, Leone XII e Gregorio XVI), dalla Rivoluzione francese ai moti liberali.

Mons. Sandro Corradini della Congregazione della Causa dei Santi ha spulciato tra le relazio-ni sulle diocesi delle visita ad

limina che i vescovi hanno l’ob-bligo di fare al Papa ogni 5 anni, nelle quali ha trovato un accen-no alla vita e alle opere di p. Sil-vestri e molti altri spunti da in-dagare trasversalmente nei va-ri archivi coinvolti, compito che lui stesso manterrà per Roma e che ha lasciato ai foggiani per gli archivi locali.

Le relazioni dei prof. “foggiani”Il convegno si è arricchito

di approfondimenti, riflessioni e spunti, di cui possiamo dare solo alcuni cenni. Il prof. Save-rio Russo, Storia Moderna-Uni-versità di Foggia, ha delineato la storia della Capitanata negli anni di vita di p. Silvestri con gustose citazioni dalle relazio-ni dei viaggiatori G.M. Galanti e G. Del Re.

L’avv. Francesco Andretta, presidente della Fondazione Banca del Monte, che da quat-tro anni sostiene le iniziative del Comitato per la beatificazione di p. Silvestri, ha relazionato con puntualità sulle opere sociali del Servo di Dio.

Giuseppe Dibisceglia, docente di Storia della Chiesa dell’ISSR, con riferimento al Giornale Pa-trio di Villani, ha raccontato la vicenda del nostro alla luce del rapporto con la curia e soprat-tutto con la gente: “ha vissuto

per gli altri, ma soprattutto con

gli altri”.Don Fausto Parisi ha concluso

con una ordinata e “non conclu-sa” bibliografia, soddisfatto del-la risposta “calorosa” dei profes-sori, speranzoso nel rilancio del-la figura di un sacerdote straor-dinario e nel nuovo impulso che le scoperte hanno dato alla ricer-ca. Uno dei filoni di ricerca più interessanti è quello relativo al-la Congregazione di san Filippo Neri (p. Silvestri era un perfet-to filippino oratoriano) a Foggia per tutto l’Ottocento.

7Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012 Te s t i m o n i a n z e

“La tua Misericordia, o Gesù, sia impressa nel mio cuore e nel-la mia anima come un sigillo, e ciò sarà il mio segno distintivo in questa e nell’altra vita”.

Così scriveva nel suo “Diario” Santa Faustina Kowalska, apo-stola della Divina Misericordia, propagatrice della devozione a Gesù misericordioso.

In occasione della festa della Divina Misericordia, la comunità ospedaliera, i fedeli venuti anche dalla città, sono accorsi numero-

si fin dal mattino nella Cappel-la della Maternità degli Ospedali Riuniti, per venerare l’immagine di Gesù misericordioso e lasciar-si avvolgere dallo sguardo sere-no dei raggi luminosi che sgor-gano dal Suo cuore. La celebra-zione è stata presieduta dal cap-pellano padre Lorenzo Carozza, che nell’omelia ha commentato le letture del giorno, in relazio-ne al tema della Divina Miseri-cordia, ricordando ai fedeli che la domenica della “Divina Mise-

ricordia” con “motu-proprio” del Sommo Pontefice è stata arric-chita del dono dell’indulgenza plenaria, divenendo, così per la Chiesa, una Giornata Giubilare.

La liturgia del giorno è stata tutto un inno di lode a Dio nel mi-stero della Sua Misericordia. Le preghiere e i canti che hanno ac-compagnato l’intera celebrazio-ne sono stati vissuti con partico-lare trasporto di tutti.

Filomena Di Stefano

La Divina Misericordia nella Maternità degli OO.RR.

Siete mai stati a visitare la cap-pella della Maternità degli Ospe-dali Riuniti? Entrando, si è attrat-ti dalla figura che spicca in alto sull’altare della Divina Misericor-dia di Gesù. Qui, al Sacro Cuore di “Gesù confido in Te”, la devo-zione è veramente grande. Padre Lorenzo, padre Angelico, le suo-re di carità di S. Giovanna Antida mantengono accesa la fiamma e l’ardore con preghiere, incontri e avvenimenti da rendere sem-pre più coinvolgenti le celebra-zioni per tutto il personale ospe-daliero, per gli ammalati, i volon-tari e i vari ospiti pellegrini in vi-sita. Giovanni Paolo II, l’amatis-simo Papa ha istituito il 30 aprile dell’anno 2000, in occasione del-la canonizzazione della religio-sa polacca Faustina Kowalska, la Festa e ha voluto che si cele-brasse la domenica seguente la

Pasqua di Resurrezione con fede e per propagandare il messaggio e l’efficacia straordinaria donati: “la Chiesa celebri solennemente la Mia incommensurabile Miseri-cordia: l’anima che in questo gior-no sarà confessata e comunicata ottiene piena remissione di col-pe e di castighi”. La Divina Mise-ricordia è il dono pasquale che la Chiesa riceve dal Cristo risorto e che offre all’umanità intera, che talora sembra smarrita e domi-nata dal potere del male, dall’e-goismo e dalla paura. Il Signore risorto offre in dono il Suo Amo-re che perdona, riconcilia e ria-pre l’anima alla speranza. Tante sono le grazie che scaturiscono dalla Divina Misericordia di Ge-sù che fa passare un raggio di lu-ce nella vita di tutti, soprattutto di quelli che sono toccati da va-rie prove e sofferenze.

Domenica 15 aprile i prepara-tivi alla santa celebrazione han-no introdotto i fedeli in un clima di pace attraverso la recita del Santo Rosario e della Coronci-na. L’assemblea, guidata dal Cap-pellano Padre Lorenzo, ha potu-to celebrare la festività, rifletten-do sull’Amore immenso che per-dona e libera ogni uomo sempre, l’Amore gratuito e incondiziona-to del Padre che crea, conduce per mano, salva ad ogni costo l’a-nima, la creatura, che non è mai abbandonata, è sempre perdona-ta, accolta, incoraggiata al per-corso della conversione, del cam-biamento per diventare nuova. Il sacerdote ha voluto che si pre-gasse per la pace, per le famiglie martoriate per le tante problema-tiche sociali.

Personalmente ho inneggiato alla Divina Misericordia, i coniu-

Amore misericordioso

gi Buo hanno animato con suono e con canto. Commozione, gioia, pace e felicità hanno fatto vibrare le corde del cuore. Diciamo “Gra-zie, Gesù Misericordioso, grazie Giovanni Paolo II per ogni bene-ficio donato”. L’invito finale di pa-

dre Lorenzo è stato l’incoraggia-mento a rivolgersi a Maria chie-dendoLe l’aiuto per essere testi-moni dell’Amore Misericordioso con coraggio e con impeto.

Loreta Nunziata

La gioia dell’incontro

Un’atmosfera di gioiosa atte-sa si percepiva nelle aule del-la scuola primaria De Amicis: aspettavamo l’arrivo del nostro Arcivescovo Mons. Francesco Pio Tamburrino. I più piccoli, vi-vaci più del solito, non riusciva-no a star seduti: «Maestra ma è vero che verrà il Vescovo?» in-creduli e sorridenti tornavano al loro posto per poi ritornar a fare nuovamente la stessa do-manda. Tutte le insegnati hanno preparato gli allievi a questo in-contro, organizzato in occasio-ne della Visita Pastorale alla par-rocchia di S. Michele Arcange-

lo. Puntualmente e con sobrietà Mons. Tamburrino è stato accol-to dal Dirigente Giuseppe Brin-disi e da alcune insegnanti men-tre il coro della nostra scuola in-tonava un canto d’esultanza agi-tando nastri bianchi e gialli. Il Dirigente ha porto un caloroso ed incisivo saluto, sottolinean-do che: “Condividiamo con l’O-pera S. Michele comuni intenti educativi e formativi in un terri-torio che presenta un certo de-grado economico e sociale, prin-cipalmente per la mancanza di lavoro che la crisi attuale ha ul-teriormente peggiorato. Questo

malessere si riflette nelle diffi-coltà di scolarizzazione e d’in-serimento. Sappiamo che il no-stro Arcivescovo ama i bambi-ni come Gesù Cristo. Guai a chi tocca i bambini e gli ultimi Noi adulti meritiamo la ‘condanna della macina’ quando scandaliz-ziamo i più piccoli quando non sappiamo accompagnarli ade-guatamente nel difficile e com-plicato viaggio della vita nella nostra attività quotidiana. Ope-riamo affinchè il bambino sia al centro della nostra attenzione condividendo i principi cristiani divenuti patrimonio dell’umani-

tà”. Successivamente, momen-ti di gioiosa partecipazione da parte di tutti i presenti hanno ac-compagnato questa visita dove non è mancato il saluto autore-vole e affettuoso dell’Arcivesco-vo che ha ringraziato per l’acco-glienza e per la generosità della nostra scuola verso la missione Diocesana di Bigene, ringrazian-do anche a nome di Don Ivone

Cavraro, esortando a continua-re a compiere il bene verso chi è più bisognoso perché la gene-rosità è un valore che ha una ri-caduta positiva su tutta la comu-nità. Grazie Mons. Tamburrino, per le sue parole e la sua pater-na presenza, che ci incoraggia e sostiene nel delicato compito affidatoci.

Rossella D’Alba

8 Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012R u b r i c h e

Capita Matteo Fabio

PRODUZIONE MEDAGLIE SACRE

La ditta Capita Matteo Fabio, è presente sul mercato da 30 anni come laboratorio orafo e da 15 anni produce medaglie con immagini sacre. L’attività di orafo ci consente di effet-tuare anche restauri di arredi sacri: riparazioni di calici, pa-tene, ostensori, ecc. Le meda-glie sono prodotte direttamen-te nel nostro laboratorio e pos-sono essere realizzate in oro, argento e acciaio. L’immagine sacra riprodotta sulle meda-glie è realizzata ad incisione, a colori. Su ordinazione si può realizzare qualsiasi immagine personalizzata.

Via Carlo Ciampitti, 8271100 FoggiaTel./Fax 0881.687621Cell. 3280740506E-mail: [email protected]

Il vero Pastore buono

IV DOMENICA DI PASQUA (ANNO B) 29 APRILE 2012

Il vero Pastore buono è quello che entra nel recinto del-le pecore per la porta. In real-tà si sta parlando della Trinità: il Figlio non dice e non fa nulla se non ciò che sente e vede dal Padre; è rivolto verso di lui, vi-ve per lui, è amato da lui, riceve tutto dal Padre. La porta è l’ob-bedienza del Figlio alla volontà del Padre, fino alla croce.

A differenza di quello che

nelle parabole dei sinottici riporta all’ovile la pecora per-duta, nel Vangelo di Giovanni il pastore porta le pecore fuori dal recinto, come se le liberas-se. Nelle Scritture il “recinto” indica il cortile del Tempio, il sacro recinto di Gerusalemme. Dopo la Legge e l’antico culto, inizia il viaggio, dietro al Pasto-re, verso la casa del Padre. An-che noi, pecore pellegrine ver-so il seno del Padre.

Il pastore entra dalla por-

ta e il guardiano gli apre perché lo riconosce. Le pecore lo ascol-tano mentre le chiama una per

una e le conduce fuori, alla ter-ra promessa della risurrezione, la piena comunione con Dio. È un esodo, ma sembra una gran-de, serena liturgia, come quella stupenda, in mosaico, nel mau-soleo di Galla Placidia.

“Io sono la porta”, dice Ge-sù, che dà accesso alla stanza interna della preghiera nel se-greto, alla stanza delle nozze, ma è anche la porta del sepol-cro, spalancata dalla risurre-zione. La porta è il segno di una salvezza che non si può ruba-re, ma solo ricevere in dono. In tempo di Pasqua, la porta evoca il grande dono del battesimo ed è “stretta” non perché è difficile, ma perché è l’unica.

Anche il buon pastore è

unico, come la porta del recin-to, non perché non ce ne siano altri – mercenari – ma perché è il solo capace di radunare le pe-core da tutti i luoghi dove era-no disperse, cercando la peco-ra perduta, riconducendo quel-

la smarrita, fasciando quella fe-rita. E cammina davanti ad es-se, come la nube luminosa che aveva condotto il popolo nel de-serto.

Come puoi raccontare la

storia della salvezza? Maga-ri così. Un giorno una pecorel-la trovò un buco nel recinto. Cu-riosa, vi passò, pensando di es-sere finalmente libera. Saltava felice per i campi, i prati, i bo-schi, senza più limiti o costri-zioni… All’improvviso, però, si vide inseguita da un lupo. Corse e corse, senza fiato e col cuore in gola, quando, ormai spaccia-ta, si sentì sollevata in braccio dal Pastore che con ansia l’ave-va cercata e, commosso, final-mente l’aveva ritrovata e por-tata in salvo. Nonostante mol-ti consigliassero di farlo, il pa-store non volle riparare il buco nel recinto.

Angelo Sceppacerca

Sir - 2011

9Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012 S a n M a r c o i n L a m i s[ Antonio Daniele ]

È stato conferito a Giuseppe Bonfi tto il Premio “Segno di Spe-ranza” giunto alla sua quarta edi-zione. Giuseppe Bonfi tto è per tutti l’ottico della città di S. Mar-co in Lamis, stimato per il suo impegno professionale nel suo negozio di Corso Matteotti dove accoglieva tutti con il sorriso e la sentita amicizia. Il premio “Se-gno di Speranza” è un attestato di riconoscenza ai cittadini residen-ti della città che con la loro ope-ra contribuiscono a rinsaldare le comuni radici di appartenenza e conservano la memoria storica per poterla tramandare alle nuo-ve generazioni. Il premio “Segno di Speranza” è anche l’occasio-ne per rifl ettere sul contributo di ognuno per la crescita morale e civile della cittadina. Il premio è stato conferito a Giuseppe Bon-fi tto per la sua passione fotografi -ca “dilettantistica”, riuscendo in tal modo a conservare le imma-gini più belle della città divenute, oggi, patrimonio di tutti. Il pre-mio, promosso dalle associazio-ni cittadine, è stato consegnato nel corso della cerimonia che si è svolta, martedì 24 Aprile, nei lo-cali del Centro Anziani. A presen-tare il premiato è stato Padre Ma-rio Villani, direttore della Biblio-

teca di S. Matteo. A consegnare il leone di S. Marco, simbolo del premio, a nome di tutta la città, è stato un rappresentante dell’Am-ministrazione Comunale.

Giuseppe Bonfi ttoSposato con Filomena La Por-

ta, Giuseppe Bonfi tto ha avuto una devozione particolare per la sua mamma. Il papà ha dovuto emigrare in America per accu-dire alla sua famiglia. La sua uni-ca sorella è scomparsa mentre partoriva l’amata nipote Maria. Frequentatore del Convento di S. Matteo, Giuseppe ha appre-so da S. Francesco l’amore per gli ultimi e per la natura. Anima-tore e consigliere della Polispor-tiva Sammarco fi n dalla nascita nel 1953, Giuseppe è noto a tut-ti per essere stato il primo otti-co ad aprire un negozio nella cit-tà. Amante della fotografi a ha al-lestito nel 1964 la sua prima mo-stra personale fotografi ca inti-tolata “Paese mio”. L’evento ha avuto un notevole risalto nei quo-tidiani locali del tempo per la sua riuscita e per aver raccontato l’a-more per le cose di casa nostra, la passione per le numerose bel-lezze naturali racchiuse nella Val-le di Giano. Vincitore di un pre-

mio fotografi co indetto dall’E-NAL locale, nel 1971 è stato il promotore del documentario ci-nematografi co “Fede e folklore” sulla Settimana Santa. L’incasso della proiezione del documen-tario al cinema comunale è sta-to devoluto alle già esigue cas-se della Polisportiva locale. Nel 1979 ha raccolto unanimi con-sensi nella mostra sulla città or-ganizzata dal circolo ACLI. Nel 1981 nel suggestivo Borgo me-dievale “La Palude” ha allestito la mostra “S. Marco ieri”, otte-nendo un gran successo di visi-tatori e contemporaneamente è stato pubblicato il volume “Dal fondo dei paesi” corredato dalle fotografi e della mostra. Durante la guerra nell’ex Jugoslavia, Giu-seppe Bonfi tto si fa promotore di un’iniziativa di solidarietà verso i frati novizi francescani della Bo-snia, ospiti delle popolazioni pu-gliesi e molisane, con “Compra un fi ore, aiuta la pace”: un centi-naio di quadretti incorniciati raf-fi guranti i fi ori della nostra dife-sa fotografati in ambiente natu-rale. Adesso Giuseppe è al lavo-ro per dare alla città un DVD con le sue foto e le sue cartoline so-nore, patrimonio di storia della nostra città.

PREMIO CONFERITO A GIUSEPPE BONFITTO

Festa patronale di san Marco Evangelista

“Segno di speranza”

Un premio per la gentilezza I ragazzi del gruppo Gira-sole della Comunità Pastora-le S. Bernardino-Addolorata hanno ricevuto una menzio-ne speciale per la partecipa-zione al concorso nazionale di poesia indetto dall’Asso-ciazione “Amici del Rifugio” che ha sede in Milano. Il grup-po dell’iniziazione cristiana sta vivendo l’anno mistago-gico e insieme alle catechiste ha pensato di rifl ettere sulla gentilezza intervistando ge-nitori e avviando attività di ricerca. La scelta del tema è stata dettata dal regolamen-to del concorso che prevede-va due fi loni riservati alla po-esia e al racconto. I ragazzi di S. Marco in Lamis hanno deciso di partecipare al ra-mo della poesia scoprendo in prima persona che la gen-tilezza deve diventare un mo-do di essere e di agire e che essere gentili, è la strada più

semplice per vivere nella gio-ia. Il gruppo Girasole è na-to per accompagnare i ragaz-zi nel loro cammino di cre-scita umana e cristiana. Fin dalla prima elementare sono educati da due catechiste che ogni settimana s’incontrano per vivere momenti di forma-zione dove sono coinvolti an-che i genitori. La premiazio-ne del concorso si è tenuta a Milano il 12 Aprile nella sede dell’Istituto “La Piccola Casa del Rifugio”, dove sono accol-ti anziani indigenti che fanno fatica a vivere da soli. Grazie all’intuito di due generosi co-niugi, fi n dalla metà dell’otto-cento, l’istituto di accoglien-za è presente nella Provincia di Milano per i più bisognosi. La poesia premiata si intitola “Vivere la gentilezza”.

Antonio Daniele

10 Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012C u l t u r a[ Vito Procaccini ]

Origene a sua immagineNELLA RELAZIONE DEL PROF. PERRONE LA RICERCA DELL’AUTOBIOGRAFIA NELL’EPISTOLARIO

Secondo incontro del ciclo di Letteratura Cristiana Antica

Ricostruire l’autobiografi a di Origene non è agevole, poiché è considerato “un uomo che non amava parlare di sé”. Il prof. Lo-renzo Perrone, dell’università di Bologna, se ne occupa relazio-nando su ”Origene a sua imma-gine: note autobiografi che”.

L’immagine che Origene vuo-le lasciare di sé è pregnante, per-ché per mezzo di essa si eviden-zia la sua vocazione di maestro, che attende da questa sua scru-polosa attività un riconoscimen-to e un apprezzamento da parte degli uomini. Nella XII Omelia su Esodo confessa questa sua de-bolezza (desiderio di lode e di glo-ria presso gli uomini) e la consi-dera una “vergognosa servitù”.

Si tratta, comunque, di una immagine in evoluzione, poten-do, a seconda degli atti che si compiono in direzione del bene o del male, migrare verso l’im-magine del celeste o verso quel-la del terrestre.

Le lettere “autobiografi che”Una ricostruzione della bio-

grafia di Origene può esse-re svolta recuperando qua e là frammenti autobiografi ci dall’e-pistolario. Si trattava all’origine di un ricco corpus, tanto che Eu-sebio di Cesarea dice di aver rac-colto più di cento lettere in nove libri. Oggi disponiamo di due let-tere integrali, Lettera a Giulio

Africano e Lettera a Giacomo, ma per ricostruire tracce di au-tobiografi a il prof. Perrone esa-mina tre lettere.

Nella Lettera ad Alessandro

di Gerusalemme Origene si pre-fi gge di rintuzzare le accuse di chi lo considerava troppo atten-to alla fi losofi a greca. In realtà egli si considerava “consacrato al logos”, vocabolo che si presta a signifi care parola, ragione, ma soprattutto messaggio rivelato. Ed è a quest’ultimo signifi cato, alla Parola divina, che Origene si appella, distinguendolo da tutti gli altri e che gli consente di de-dicarsi allo studio del Scrittura.

Da questa dedizione deriva al-lo studioso la “competenza” a cui egli attribuisce enorme impor-tanza. È, ancora una volta, Eu-sebio a testimoniarlo, quando ricorda che Origene permise la trascrizione delle sue omelie so-lo dopo i sessant’anni, perché ri-teneva che solo allora avrebbe maturato “una capacità oltremo-do grande, grazie alla lunga pre-parazione”. Da questa lettera ri-salta anche un altro tassello au-tobiografi co, perché, quantun-que indagatore esperto della pa-rola e dotato di grande compe-tenza, continua nell’approfondi-mento anche della fi losofi a, sul-la scia di Panteno e Eracla, i ma-estri che l’avevano preceduto.

Nella Lettera a Fabiano di

Roma (papa dal 236 al 250) apre

invece una fi nestra sulla sua vi-ta quotidiana e scopriamo co-sì la sua laboriosità straordina-ria, l’amore per il lavoro che non gli dà tregua, tra collazioni, cor-rezioni e trascrizioni. Emerge qui Origene fi lologo, che intes-se col testo sacro un vero rap-porto di amore, in un impegno strenuo che tuttavia non dimen-tica la preghiera, come raccon-ta Ambrogio: “Faceva in modo, cioè, che giorno e notte la lettu-ra lo portasse alla preghiera e la preghiera alla lettura”.

Anche la Lettera agli amici

di Alessandria nasce per difen-dersi da calunnie. Ci riesce sfi -dando l’eretico – che si era inven-tato un dialogo con lui – ad esibi-re il libro, in modo che tutti po-tessero verifi care che non era il suo modo di scrivere (lo stilus), non erano quelli gli argomenti che era solito trattare, né erano quelli i suoi metodi di insegna-mento. Origene, dunque, non è più soltanto il catecheta-mae-stro della scuola alessandrina, ma uno studioso tanto rinomato da indurre qualcuno a tentare di contrabbandare il suo pensiero.

Infi ne, la Lettera a Gregorio è una sorta di testamento spiri-tuale, con cui si rivolge al giova-ne invogliandolo a un percorso orientato al cristianesimo, cor-redato dalla scienza mondana degli Egiziani e dalla fi losofi a dei Greci.

Origene oggiLa vicenda autobiografi ca si

presta a qualche considerazione utile anche oggi. Pensiamo al-la necessità avvertita come im-prescindibile di acquisire una competenza assoluta, dedican-dosi con passione allo studio, affrontando anche notevoli sa-crifi ci per placare la sete di sa-pere. Quelle dell’impegno e dei sacrifi ci sono due espressioni alquanto in ombra oggi, perché il costume prevalente non privi-legia il senso del dovere per co-struire – mattone dopo matto-ne – il proprio futuro, preferen-do suggerire modelli che si sono “realizzati” grazie ad un magico colpo di fortuna.

Ma c’è dell’altro. Origene, quantunque “competente” non si crogiola sui risultati conse-guiti, ma fa professione di umil-tà, impegnandosi anche in disci-pline diverse dalla propria. Che dire di certi “tromboni” di oggi che sono tanto più arroganti e presuntuosi quanto più sono in-competenti? E che dire della ten-denza odierna all’esasperazione

della specializzazione, che mor-tifi ca l’anelito allo studio della complessità, serrando le porte agli apprendimenti interdisci-plinari che sono la vera palestra della mente?

Un’altra indicazione ci viene infi ne dalla lectio divina che è – come suggerisce il prof. Perrone – “la lettura attenta della Bibbia e la ricerca appassionata del suo signifi cato nascosto, accompa-gnate dalla preghiera per l’intel-ligenza profonda delle cose di-vine”. I primi due elementi ( let-tura e ricerca) sono connatura-ti ad una indagine laica, ma non bastano per un approfondimen-to religioso per il quale necessi-ta anche la preghiera .

Scriveva la teologa Adria-na Zarri, recentemente scom-parsa: “La preghiera è un prato d’erba e tu ci passi sopra”. Ma il cristiano di oggi, frastorna-to dal rumore, assillato dalla fretta, stremato dalla compe-tizione, riesce ancora a trovare uno spicchio verde di prato, uno spazio di tempo per sé da desti-nare alla preghiera?

11Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012 Vo c i d i P a l a z z o[ Lucio Salvatore ]

Pubblica amministrazione, progetto “Capitanata 2020”“Questo progetto a rete è uno

dei più visibili segni dell’impor-tanza di un’area vasta che ha scel-to le parole “Innovare e Connet-tere” per definire la sua vision, dato che punta a diffondere in modo omogeneo infrastrutture e servizi che snelliscono le azioni pubbliche e migliorano il dialogo tra enti e cittadini”. Così il sinda-co di Foggia, Gianni Mongelli, al-la riunione dello scorso 20 aprile nell’aula consiliare di Palazzo di Città alla vigilia della sottoscri-zione del disciplinare sul proget-to “Sviluppo del sistema di e-go-vernment regionale nell’area va-sta Capitanata 2020”.

Il progetto è finalizzato all’im-plementazione dei servizi pubbli-ci informatizzati di base presso tutti i 31 Comuni aderenti al Pia-no strategico di area vasta “Capi-tanata 2020 - Innovare e Connet-tere” e vede Foggia amministra-zione capofila. “Adeguarsi agli standard definiti dal CRIPAL e al-le previsioni del Codice dell’am-ministrazione digitale significa fare tutti un salto di qualità in termini di innovazione”, ha det-to Pippo Cavaliere, assessore al-la Programmazione e valorizza-zione del patrimonio del Comu-ne di Foggia, con delega alla pia-

nificazione strategica. L’artico-lazione del progetto vede come prima priorità il Protocollo infor-matico, la posta elettronica cer-tificata, la gestione informatizza-ta degli atti amministrativi e la fir-ma digitale. Segue l’automazio-ne degli Sportelli Unici per l’Edi-lizia, l’identificazione in rete del cittadino e il Sistema Informati-vo Territoriale.

Salvatore Lospalluto, funzio-nario del Servizio Ricerca indu-striale e Innovazione tecnologi-ca della Regione Puglia, ha sotto-lineato che “Capitanata 2020” “è fra le prima aree vaste a tagliare il traguardo della sottoscrizione del disciplinare con aspettative molto forti collegate a un potente fattore di sviluppo del territorio”.

Tra i Comuni interessati al pro-getto vi sono Mattinata, Monte Sant’Angelo, Cerignola, Manfre-donia, San Severo, Orta Nova e Torremaggiore.

La Rete Unitaria della Pubbli-ca Amministrazione Regiona-le (RUPAR Puglia), come par-te integrante del Sistema Pub-blico di Connettività (SPC), ha per finalità l’interconnessione delle Pubbliche Amministrazio-ni Locali (PAL) pugliesi tra loro, con le Pubbliche Amministrazio-

ni Centrali (PAC) e con le altre PAL interconnesse al SPC attra-verso una infrastruttura di servi-zio che garantisca qualità e sicu-rezza delle connessioni, rispet-tando gli standard approvati a li-vello nazionale.

La Regione Puglia, nel corso del 2008, ai sensi di quanto previ-sto dal Codice dell’Amministra-zione Digitale (CAD), ha voluto far evolvere la RUPAR Puglia in una Community Network (CN) e la denominazione della RUPAR ha acquisito il suffisso SPC per ri-cordare che essa è ora parte inte-grante della nuova rete nazionale della pubblica amministrazione.

Per questo è stato sottoscritto con il CNIPA (oggi DigitPA) un Protocollo di Intesa per l’inte-grazione delle varie componen-ti del SPC della Regione Puglia e per il loro governo. Ed è stata bandita una gara che ha recepi-to le norme tecniche del SPC e che ha portato alla selezione di cinque Fornitori con i quali sono stati sottoscritti altrettanti Ac-cordi Quadro per l’erogazione di servizi di Connettività e sicurez-za delle connessioni e di servizi di Ingegneria della Sicurezza al-le Amministrazioni della CN RU-PAR Puglia, nell’ambito del SPC.

Nasce il Museo archeologico della Capitanata“La Capitanata merita un luo-

go fisico in cui esporre la pro-pria storia, le proprie radici, in cui celebrare degnamente l’im-menso patrimonio archeologi-co del suo territorio. La Provin-cia di Foggia avverte questa ne-cessità, che può rivelarsi anche uno straordinario attrattore dal punto di vista turistico”. Così Antonio Pepe, presidente della Provincia di Foggia, ha annun-ciato, a margine del convegno dal titolo Santuari di legalità tenutosi ad Ascoli Satriano, la volontà dell’Amministrazione provinciale di realizzare presso il Museo del Territorio il Museo

archeologico di Capitanata.“Le Stele Daune, i Grifoni Po-

licromi, gli scavi di Faragola, solo per fare alcuni esempi, so-no i simboli di una ricchezza unica in Puglia – ha afferma-to Pepe –, un patrimonio che da tempo è oggetto di interes-

se e di studio anche fuori dai confini nazionali, come dimo-stra l’attenzione dell’Universi-tà di Innsbruck. L’Amministra-zione provinciale – ha prose-guito –, accanto alle azioni e al-le iniziative di valorizzazione e promozione di questa vocazio-ne del territorio, da anni lavora all’idea di costruire un presidio di storia e di cultura che con-tribuisca a moltiplicare i luo-ghi del sapere della provincia”.

Pepe ha anche sottolineato che la costituzione del Museo

Archeologico della Capitana-

ta è “un traguardo importan-te che vogliamo tagliare in si-nergia e massima collaborazio-ne con le istituzioni che ope-rano nel campo della tutela e della salvaguardia del patrimo-nio archeologico: dall’Universi-tà degli Studi di Foggia alla So-printendenza per i Beni Cultu-rali della Puglia fino alle Forze

dell’Ordine, quotidianamente impegnate nella battaglia con-tro i “tombaroli”, gli scavi ed il commercio illegali di reperti ar-cheologici”.

Billa Consiglio, assesso-re provinciale alla Cultura e al Turismo, nel suo interven-to, ha tra l’altro annunciato che nel Museo del Territorio saran-no ospitati i moltissimi reper-ti che raccontano la storia del-la provincia di Foggia. “Contia-mo di fare di questa struttura un meraviglioso biglietto da vi-sita per il nostro territorio pro-vinciale – ha detto Consiglio – e nello stesso tempo dar vita ad uno strategico strumento sotto il profilo turistico, giacché, co-me dimostrano i risultati della Borsa del Turismo Archeologi-co di Paestum, esiste un baci-no di interesse molto ampio le-gato al turismo culturale ed ar-cheologico. Noi vogliamo avere

l’ambizione di coglierlo ed inter-cettarlo. Facendo della storia, delle radici e della civiltà del-la Capitanata un ulteriore mo-

tivo di interesse oltre i confini della Puglia, del Mezzogiorno d’Italia e oltre gli stessi confini nazionali”.

12 Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012V i t a d i c i t t à[ Monica Gigante ]

La Cappella Universitaria ap-profondisce il tema dell’antro-pologia fi losofi ca oggi, attraver-so l’analisi di un testo, che oltre ad essere un ottimo e interessan-te volume collettivo di alto livel-lo culturale e scientifi co, è un omaggio alla professoressa An-gela Ales Bello, professore eme-rito di Storia della Filosofi a Con-temporanea presso la Pontifi cia Università Lateranense, già de-cano della Facoltà di Filosofi a, attualmente Presidente del Cen-tro Italiano di Ricerche Fenome-nologiche.

Il titolo del testo è “Persona, Logos, Relazione. Una fenome-nologia plurale scritti in onore di Angela Ales Bello” edito dal-la Città Nuova nel 2011.

Nel volume, tra i vari temi af-frontati, sono indicati quelli che esprimono il messaggio teore-tico fondamentale che si rica-va dalla lettura delle innumere-voli opere della professoressa, interprete originale, feconda e propositiva della fenomenolo-

gia husserliana in Italia. I contri-buti spaziano dalla metafi sica, alla fi losofi a della religione, alla teologia e mistica, dall’antropo-logia fi losofi ca, all’etica, al dirit-to, alla psicologia e psicopatolo-gia fenomenologica.

Per affrontare questi argo-menti e presentare il volume , dunque, la Cappella Universita-ria, in collaborazione con l’ADI (Associazione Dottorandi e Dot-tori di Ricerca) ha organizzato, giovedì 19 aprile, un convegno presso la Facoltà di Giurispru-denza di Foggia.

Ad introdurre l’incontro don Bruno D’Emilio (Responsabile della Cappella dell’Università degli Studi di Foggia).

A presiedere Lorenzo Scillita-ni (docente di Diritti dell’uomo, Università degli Studi del Moli-se e autore di “Antropologia fi -losofi ca del diritto e della poli-tica”- Rubbettino 2011). Duran-te il convegno sono intervenuti Francesco Alfi eri (Università de-gli Studi di Bari, Pontifi cia Uni-

versitas Lateranensis), Mobeen Shahid (docente di Pensiero e Religione islamica - Pontifi cia Universitas Lateranensis e Diret-tore Area di ricerca sul Pakistan, Istituto di Studi Politici S. Pio V), Daniela Verducci (docente di Fi-losofi a morale-Università degli Studi di Macerata e Vice-Presi-dente del Word Institute of Phe-nomenology e curatrice de “La

Comunicazione come questio-ne antropologica”).

Le conclusioni sono state affi -date ad Angela Ales Bello (Pro-fessore emerito di Storia della Filosofi a contemporanea - Pon-tifi cia Universitas Lateranensis, già decano della Facoltà di Fi-losofi a e Presidente del Centro Italiano di Ricerche Fenomeno-logiche).

L’evento ha rappresentato an-che l’occasione per realizzare quel meraviglioso e stimolante “fi losofare insieme” che auspi-cavano e suggerivano gli antichi fi losofi greci. Un “fi losofare in-sieme” che travalichi il tempo e che possa costituire una fecon-da opportunità per le nuove ge-nerazioni.

Finanza etica: che ne faccio del mio risparmio?

Si è svolto il 17 aprile, c/o la Facoltà di Economia di Fog-gia, il terzo incontro del ciclo di seminari “Economia ed etica della produzione e del consu-mo - prospettive di promozio-ne sociale”, promosso, tra gli altri, da Associazione Comuni-tà sulla strada di Emmaus, Ara-nea Consorzio Cooperative So-ciali, Associazione studentesca “Area Nuova”, Banca Popola-re Etica e la Cappella Universi-taria. L’incontro, dal titolo “Fi-nanza Etica e le domande di og-gi: che ne faccio del mio rispar-mio?”, ha visto alternarsi come relatori Sergio Morelli, vicepre-sidente della Banca Popolare Etica, Andrea Baranes, presi-dente della Fondazione Cultu-rale Responsabilità Etica e Pier-vito Bianchi, ricercatore di Eco-nomia Aziendale.

Ha introdotto l’incontro il ri-cercatore della Cattedra di Eco-nomia Aziendale, Piervito Bian-chi, che ha sottolineato l’impor-tanza di “utilizzare al meglio le risorse, evitando gli sprechi, è una questione etica oltre che economica”.

Andrea Baranes, in quanto at-tivista della campagna per la ri-forma della Banca Mondiale e attento osservatore della crisi fi nanziaria internazionale, ha il-lustrato le ragioni della crisi fi -nanziaria mondiale odierna sug-gerendo qualche antidoto: “L’at-tuale crisi in Italia – spiega – è in gran parte dovuta ad una fi nan-za fuori controllo che uccide l’e-conomia reale. Quel che meno è evidente, tuttavia, è che so-no proprio i nostri risparmi ad alimentare la speculazione. È, dunque, necessario recupera-re il controllo per evitare di es-sere, oltre che vittime, compli-ci inconsapevoli di questo sta-to di cose. Come Banca Etica, crediamo fortemente e cerchia-mo di proporre un tipo di fi nan-za diversa da porre al completo servizio dell’economia. È pro-prio questo che, giorno dopo giorno, prova a fare la Finan-za Etica, che considera la fi nan-za non come un fi ne, ma come un mezzo al servizio dell’econo-mia, dell´insieme dei cittadini e del bene comune”. A tal propo-sito è stata presentata la cam-

pagna, promossa da Banca Eti-ca, dal titolo “Non con i miei sol-di”. Sul sito www.nonconimiei-soldi.org, attraverso la metafo-ra del casinò, è infatti possibi-le provare a “giocare” con i pro-pri risparmi per capire come ef-fettivamente il mondo fi nanzia-rio “giochi” con i risparmi altrui.

A seguire, Sergio Morelli, vi-cepresidente della Banca Popo-lare Etica, ha ripercorso la sto-ria della Banca dalla sua nascita fi no ad oggi: “Banca Etica è na-ta 12 anni fa con lo scopo di vo-ler fi nanziare le cooperative so-ciali, il terzo settore e le attivi-tà economiche sostenibili, ba-sandosi sui principi di traspa-renza, partecipazione, effi cien-za, sobrietà e diritto di accesso al credito per ciascuno. Ha se-de centrale a Padova, 16 fi liali e più di 21 banchieri ambulanti. L´obiettivo è quello di diffonde-re un forte messaggio cultura-le, coinvolgendo in prima per-sona i propri soci, creando così un movimento di persone che crede fortemente in un’alterna-tiva basata sulla trasparenza e la progettualità”.

UNA FENOMENOLOGIA PLURALE, SCRITTI IN ONORE DI ANGELA ALES BELLO

A Foggia si discute sull’antropologia fi losofi ca oggi

Persona, Logos, Relazione

13Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012 S t o r i a[ a cura di Donatella e Bruno Di Biccari ]

Le indagini storiche della biblioteca diocesana

Mons. Pietro Pomares Y De Morant6° VESCOVO DI FOGGIA (1921-1924)

numero di “Fiorita d’Anime” co-me organo mensile del “Circo-lo Manzoni” e durò fi no al 1939; inoltre con una generosa offer-ta concorse alle spese del perio-dico religioso “Una Perla Nasco-sta”, facendo pervenire anche la Sua paterna benedizione al diret-tore, estendendola al Monastero del SS.mo Salvatore.

Egli s’impegnò a far conoscere le disposizioni del nuovo Codice di Diritto Canonico in Materia di Confraternite.

Nel 1923 pubblicò la seconda Lettera Pastorale per la quare-sima in cui parla della organiz-zazione delle Parrocchie, delle vocazioni ecclesiastiche e della buona stampa e commenta la pri-ma Lettera Enciclica del nuovo Pontefi ce Pio XI “La pace di Cri-sto nel Regno di Cristo”.

Mons. Pomares per regolare la disciplina del Clero l’1.11.1922 pubblica estratti dal Codice di Diritto Canonico.

In occasione del VII Con-gresso Eucaristico a Genova il 1.9.1923 emise un “Avviso Sa-cro” con il quale invitava i fedeli ad accostarsi ai Sacramenti per quest’occasione.

Su richiesta del Capitolo Cat-tedrale il Vescovo Pomares chie-de ed ottiene dalla S.C. dei Riti di poter celebrare il 16 ottobre la fe-sta di S. Gerardo Majella con rito doppio (9.11.1922).

La sua terza Lettera Pastorale l’ha scritta il 15 gennaio del 1924

per la Quaresima di quell’anno e intitolata “I Tre Tabernacoli

della Fanciullezza Cristiana”, tutta improntata sull’educazio-ne dell’infanzia e della gioventù.

In poco più di due anni che stette al governo della Diocesi di Foggia, riportò a novella vita le opere e le associazioni di Azio-ne Cattolica, organizzò l’insegna-mento del catechismo parroc-chiale, istituì scuole superiori di cultura religiosa e di pedagogia catechistica, promosse il canto liturgico, riordinò e restaurò gli uffi ci della Curia Diocesana, pro-mosse giornate eucaristiche, in-trodusse giorni di ritiro e di stu-di per il Clero, settimane e gior-nate sociali e diede impulso alle istituzioni di cultura e di pubbli-ca benefi cenza.

Si accingeva a riaprire il Semi-nario Diocesano, seguendo le ul-time direttive pontifi cie, ad eri-gere un ricreatorio festivo per i fi gli del popolo, già predisposto da Mons. Bella, ed a preparare un congresso mariano pugliese per commemorare solennemen-te l’apparizione della Madonna dei Sette Veli, di cui egli era devo-tissimo, quando il S. Padre Pio XI per prima gli offrì la Sede Arcive-scovile di Benevento, ma rifi utò. Non poté, tuttavia, rifi utare la se-de di Bari, il 16 ottobre 1924 che accettò per obbedienza.

Ritiratosi in Ancona per pre-pararsi al canonico possesso del-la sua nuova sede, prima anco-ra che la sua promozione fosse pubblicata nel Concistoro, col-to da gravissimo malore, pas-

sò al premio celeste il 14 dicembre 1924.

Parte secondaMons. Pietro Pomares fece il

suo trionfale ingresso nella Dio-cesi di Foggia il 21 maggio 1922. Espresse nel suo emblema il po-

meto lungo il pescoso mare di

Ancona e il terso cielo stellato

delle Marche e come program-

ma “In fi de et lenitate”.

Nella sua prima Lettera Pasto-rale (Ancona 4 maggio 1922), ri-cordò i momenti della sua consa-crazione episcopale nella Chiesa di S. Alfonso, sull’Esquilino, rico-noscendo che mentre “Foggia è

una città degna di avere un ot-

timo pastore io, purtroppo, non

sono tale”. “Foggia è tutta cir-

confusa della divina bellezza di

una fede che è sua gloria, sua le-

tizia e onore. Il popolo di Fog-

gia, è il popolo della Madonna; e

dalla Madonna, che venera con

devozione fervidissima sotto il

titolo dei Sette Veli, deve attin-

gere quella gioia del bene che è il

perenne sorriso delle sue labbra,

e quel fervore di vita che infi am-

ma le vibranti comunicazioni

della sua anima. Egli si rivolge ai sacerdoti, al popolo, ai mona-steri, alle Confraternite e Con-greghe, alle Associazioni Catto-liche, agli Educatori della gio-ventù. Diede inizio alla pubbli-cazione del periodico “L’Araldo Ecclesiastico”, con decreto del 1° gennaio 1923 dichiarandolo Bollettino Uffi ciale per la Dioce-si di Foggia per la promulgazio-ne degli atti del Vescovo e della Curia. Durante il suo Episcopato fu stampato “Vita giovanile” co-me organo quindicinale del “Circolo Manzoni”. Nel 1924 nel mese di mag-gio uscì il primo

“Delitto al castello”. È que-sto il nome del gioco di ruolo ambientato alla corte di Fe-derico II con gli operatori di Egialea, che si è rinnovato sabato 21 aprile. L’appunta-mento col mistero e l’intri-go che l’estate scorsa ha ca-ratterizzato diversi fi ne setti-mana all’interno del Castel-lo Imperiale di Sant’Agata di Puglia. Egialea srl, socie-tà che gestisce il Centro Visi-te del Borgo Bandiera Aran-cione del Touring Club, è tor-nato a lambire gli antri sug-gestivi del Castello dauno anche di notte.

La serata ha visto i parte-cipanti vestire i panni di vari personaggi di corte, invitati a cena dalla consorte dell’Im-peratore Bianca Lancia; ma l’evento luculliano (durante il gioco è avvenuta una degu-stazione di prodotti tipici) è in realtà il pretesto per sma-scherare l’assassino di Agne-se, la nutrice di Bianca. Tutti gli invitati avevano un buon motivo per voler eliminare la donna, ma solo uno di loro è stato l’assassino, che ha cer-cato in ogni modo di depista-re le indagini.

La location che ha ospi-tato l’evento è il Castel-lo Imperiale di Sant’Agata di Puglia,visitabile tutti i fi -ne settimana e festivi di pri-

mavera, fulcro e simbolo di Sant’Agata.

Già roccaforte di controllo militare sulla valle del Calag-gio in epoca bizantina e lon-gobarda, la rocca di Sant’A-gata passò nella seconda me-tà del 1000 sotto il dominio Normanno. Durante la suc-cessiva dominazione Sveva, l’imperatore Federico II lo elesse (solo 40 dei circa 242 castelli del suo regno), per la sua importanza strategica e militare, “castrum exemp-tum” (amministrato diretta-mente dalla curia regia). Suc-cessivamente il castello pas-sò agli angioini e agli arago-nesi. Sotto Alfonso d’Arago-na il castello fu in mano agli Orsini, che apportarono le prime modifi che per

trasformare la fortezza in residenza ducale. La Signo-ria di Sant’Agata insieme al castello fu poi venduto nel 1576 dagli Orsini ai Loffredo. La rocca perse a poco a poco le sue caratteristiche difensi-ve trasformandosi in una re-sidenza nobiliare, e tale ri-mase fi no alla metà del 1800 circa, fi nché venne abban-donato. Nel 2000 venne ac-quistato dal Comune ed oggi ospita uno dei 29 Centri Visi-te dei Monti Dauni.

Francesca Di Gioia

Un delitto “macchia” il castello

di Sant’Agata di Puglia

14 Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012S p e c i a l e S e m i n a r i o

Resoconto delle offertedella Giornata Pro-Seminariodello scorso anno 2011

La somma complessiva delle offerte raccolte nella Giornata Pro-Seminario ce-lebrata il 15 maggio 2011 è di € 21.033,20.

Il resoconto dettagliato della stessa sarà pubblica-to nel prossimo numero di Vita Ecclesiale.

Nel ringraziare vivamen-te, a nome di tutta la comu-nità del Seminario, tutti co-loro che continuano ad ave-re sensibilità verso le neces-

sità economiche del Semi-nario devo anche costatare con rammarico che di anno in anno le offerte diminui-scono sensibilmente.

Invito, pertanto, tutta la comunità diocesana per la prossima Giornata Pro-Se-minario del 29 Aprile 2012 ad una maggiore sensibilità e generosità. Grazie!

don Bruno Bassetto

Quest’anno la 49a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vo-cazioni vede il nostro Seminario Diocesano “S. Cuore” celebrare il Giubileo per i suoi 50 anni di vi-ta a servizio della nostra Chiesa di Foggia-Bovino, in particolare, e della Chiesa tutta di Dio.

Cinquant’anni sono un bel tra-guardo raggiunto, anche se para-gonati alla storia di tanti altri Se-minari non sono poi molti.

Mi viene spontaneo chiedere al nostro Seminario: «puoi, at-traverso questo tuo cammino, af-fermare e avvalorare lo slogan che accompagna quest’anno la prossima G.M.P.V.: “Risponde-

re all’Amore si può” e che sinte-tizza il contenuto del Messaggio del Santo Padre Benedetto XVI: “Le Vocazioni sono frutto della

Carità di Dio”»?Vi invito a leggere attenta-

mente ciò che il nostro Semina-rio vuole comunicarci:

«Non posso rispondere a que-sto impegnativo interrogativo che raccontandovi la mia storia.

Era l’ottobre del 1961, inizio del nuovo anno scolastico. Tra il palpito di molti cuori, di va-

ri sentimenti, di tante speranze, anche di qualche paura… ho ini-ziato il mio cammino. Non ero certamente in perfetta efficien-za: necessitavano ancora non po-chi lavori di completamento… Ma l’importante è cominciare, partire e, con qualche pressio-ne, io l’ho fatto accogliendo per la prima volta 59 ragazzi, di va-ria provenienza, e mettendo tut-to me stesso a completa loro di-sposizione. Inizia così la mia av-ventura… E, siccome il tempo – come affermava in una toccan-te battuta un noto attore comico – passa in fretta, oggi mi trovo a festeggiare il giubileo per i miei cinquant’anni di vita.

Ho avuto la fortuna di vedere l›avvicendamento di sei Pastori:

Mons. Paolo Carta, il mio pa-dre fondatore: nonostante le tan-te difficoltà economiche mi ha caparbiamente voluto, perché fortemente convinto della pre-ziosità della mia presenza per la Chiesa locale e non solo.

Mons. Giuseppe Lenotti, il mio amabile padre estimatore: con squisita, delicata e umile at-tenzione, generosità e carità è ri-

uscito a dare completamento al-la mia struttura così da diventa-re la sua privilegiata e prediletta “creatura”.

Mons. Salvatore De Giorgi, il padre sempre sorridente che mi ha sistematicamente apprezza-to e valutato come il “fiore all’oc-chiello” di questa Chiesa locale.

Mons. Giuseppe Casale, il pa-store “intransigente” e “rigoro-so” che insistentemente ha vo-luto che mi aprissi all’accoglien-za di ragazzi e ragazze della no-stra città per offrire loro un vali-do cammino educativo cristiano.

Mons. Domenico D’Ambro-

sio, il padre che per me aveva incominciato a pensare a nuovi progetti, per rendermi più ade-guato e attento alle necessità at-tuali.

Mons. Francesco Pio Tam-

burrino, l’attuale padre, che è ri-uscito, con la sua amorevole at-tenzione e la sua fermezza nel «credere» nella mia importanza e validità, nonostante i non po-chi messaggi contrari pervenuti, a donarmi nuova linfa ed entusia-smo. Non vi nego che la sua fre-quente e affabile presenza è in-

coraggiamento costante nell’an-dare avanti.

Ho visto anche il passaggio di tantissimi sacerdoti che hanno offerto e donato l›entusiasmo dei loro primi anni di ministero e di tanti altri che hanno dato e stan-no dando qualche anno in più, servendo i numerosi seminaristi e ragazzi come educatori. Servi-zio poco appariscente ma tan-to essenziale e importante. Tut-ti hanno saputo mettere a dispo-sizione il loro tempo, le loro fa-tiche, i loro sforzi, le loro quali-tà, le loro difficoltà, il loro entu-siasmo e, a volte, anche la loro sofferenza… Tutto se stessi, in-somma, a disposizione di que-sto compito così delicato e im-pegnativo.

Ho accolto un notevole nume-ro di seminaristi della nostra Ar-cidiocesi e di altre Diocesi vicine (Cerignola-Ascoli; Lucera-Troia; S. Severo; Manfredonia; Altamu-ra-Gravina; Termoli; Melfi; S. An-gelo dei Lombardi – accolti dopo la tragedia del terremoto –) e al-tri provenienti da alcune Congre-gazioni Religiose (Comboniani, Orionini, Redentoristi). Fino ad oggi ho ospitato 1936 seminari-sti (1366 diocesani e 570 extra-diocesani). Di questi, 41 (26 dio-cesani e 15 extradiocesani) han-no completato il cammino vo-cazionale con l’ordinazione sa-cerdotale.

Che dire di ognuno di loro? Ogni persona è una storia d’a-more a sé stante, unica, origina-le, inestimabile e preziosa. Pos-

so solo attestare ed evidenziare la loro gioia nello stare insieme ma anche le non poche difficol-tà nel vivere in comunità; le pau-re del cammino, ma anche la bel-lezza dell’avventura; la fatica del-lo studio, ma anche la spensie-ratezza nel gioco; il non sempre facile impegno nel campo spiri-tuale, ma anche le entusiasman-ti esperienze di intimità con il Si-gnore… Ognuno, secondo i suoi ritmi e secondo le sue specifiche caratteristiche, ha cercato di da-re la sua risposta al Signore. E ci sono riusciti non solo coloro che hanno raggiunto il traguardo del Sacerdozio, ma anche chi ha scelto di essere un buon padre di famiglia, un onesto cittadino e un serio e competente lavoratore.

Da non dimenticare anche i molti ragazzi e ragazze (circa un migliaio) che hanno usufru-ito della nostra Scuola Cattolica (Media e Liceo “S. Cuore”) co-me significativo ambiente edu-cativo.

Anche la presenza delle reli-giose (dall’inizio le stimate Suore Domenicane del SS. Sacramento e, successivamente, soprattut-to nel campo educativo, le pre-ziose Suore Oblate del S. Cuore di Gesù) del personale maschile e femminile ha contribuito non poco a rendere questo luogo ac-cogliente, facendolo essere una bella e grande famiglia.

Non posso non ricordare i di-versi benefattori che hanno con-tribuito con la loro stima, le loro preghiere e la loro concreta ge-

«IL NOSTRO SEMINARIO “S. CUORE” CE LO CONFERMA RACCONTANDOCI LA SUA STORIA»

“Rispondere all’Amore... si può!”50 anni di vita a servizio della nostra Chiesa di Foggia-Bovino

15Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012 S p e c i a l e S e m i n a r i o

La testimonianza dei seminaristi

nerosità al cammino della nostra grande famiglia. Grazie a loro ho verifi cato concretamente che la provvidenza di Dio non solo esi-ste ma che, per la mia effi cienza, non è venuta mai meno.

Se dovessi sintetizzare in po-che battute questo arco di tem-po direi che la mia è un’avventu-ra stupenda e meravigliosa co-me stupendo e meraviglioso è il Signore che mi ha voluto ad es-sere completamente a Suo servi-zio. Qualcuno ha affermato che il «mestiere» di Dio è quello di «chiamare» e io non nascondo la mia soddisfazione per essere stato scelto come luogo privile-giato ad ospitare i «frutti» della sua chiamata.

Nel leggere questa mia testi-monianza sembra che tutto sia andato per il verso giusto e che non ci siano stati intoppi, preoc-cupazioni, diffi coltà e momenti bui e sofferti.

Ho sofferto per la perdita, lun-go la strada, di stupende fi gure sacerdotali. Come non ricorda-re: don Domenico Ruggiero, don Ricciotti Saurino, don Pompeo Scopece, don Teodoro Sannella, Mons. Donato Coco, don Filippo Carella, don Giuseppe De Ange-lis, don Tonino Golia, don Ame-

deo Mangino, don Mario Parisa-no, don Carmine Massenzio, P. Luigi Pinos (del P.I.M.E.). Sono sicuro che da lassù continuano a guardarmi, ad amarmi, a fare il «tifo» per me e a sostenermi.Ho sofferto e continuo a farlo per la poca stima e l›indifferenza di sa-cerdoti che, purtroppo, non cre-dono in me e nella validità del mio servizio. Ho sofferto per al-cuni periodi bui in cui è stata messa in discussione l›effi cacia della mia missione, rischiando fortemente la mia chiusura. La mia festa giubilare mi spinge a mettere da parte queste soffe-renze e a guardare con ottimi-smo in avanti.

Ritornando alla domanda iniziale postami posso attesta-re che “Sì, si può rispondere

all’Amore di Dio”! Lo posso af-fermare con certezza: quello che ho espresso e la testimonianza di coloro che ho evidenziato in questa mia breve storia ne sono la conferma!».

E allora… se è possibile an-cora oggi dare questa risposta all›Amore di Dio...

Perché anche tu non ti deci-di a farlo?

don Pierino Giacobbe

Domenica scorsa, 22 aprile, presso il Seminario Diocesano Sacro Cuore ab-biamo vissuto il IV Incontro dei Ministranti. Hanno par-tecipato più di un centina-io di ragazzi provenienti da diverse parrocchie di Fog-gia (Sant’Antonio da Pado-va, Spirito Santo, Gesù e Ma-ria, Sacro Cuore, Sant’Alfon-so Maria de’ Liguori, Regina della Pace, San Ciro e San Giuseppe in Borgo Cervaro), di Deliceto (SS. Salvatore) e di San Marco in Lamis (San Giuseppe, Unità Pastorale SS. Annunziata - Sant’Anto-nio Abate - Santa Maria del-le Grazie e B.M.V. Immaco-lata di Lourdes in Borgo Ce-lano).

Il tema su cui ci siamo sof-fermati in questo incontro è stato: “Rispondere all’Amo-

re si può… Aprendoci al-

lo Spirito”. Nell’omelia del-la celebrazione Eucaristica presieduta da don Pierino Giacobbe, rettore del se-minario, abbiamo rifl ettu-to che è possibile fare espe-rienza di Cristo Risorto solo se ci apriamo allo Spirito; in-fatti lo Spirito Santo è il do-no più grande che il Signore Risorto fa a noi. Il disegno di Cristo è imprescindibile dallo Spirito Santo perché, grazie allo Spirito, noi sia-mo “abilitati” a portare l’an-nuncio e ad essere testimo-ni, ognuno con i propri cari-

smi, del Cristo Risorto. Re-alizzare questo impegno di testimonianza signifi ca ri-spondere autenticamente al-la propria chiamata.

Dopo la celebrazione, nell’aula magna, abbiamo vi-sto la quarta ed ultima parte del fi lm “Un ponte per Tera-

bithia”. Questo fi lm, che ha accompagnato i ragazzi in questi incontri, non è stato scelto dai responsabili sol-tanto per un fi ne ludico-ri-creativo, quasi per passare un po’ di tempo spensierato, ma soprattutto per offrire loro contenuti e valori rile-vanti, come quello dell’ami-cizia autentica, del rapporto importante tra genitori-fi gli, della sofferenza, del credere alla vita…, e aiutarli, anche attraverso questi strumenti, in questo periodo così deli-cato della loro crescita.

Successivamente i mini-stranti, insieme ai loro re-sponsabili, hanno presenta-to con creatività e dinamici-tà i propri lavori. Ogni grup-po ha rifl ettuto, nel suo spe-cifi co cammino parrocchia-le, sui vari doni che lo Spirito Santo ci elargisce e su come saperli accoglierli per far-ci aiutare da essi. Attraver-so scenette in vernacolo sui brani evangelici della risur-rezione, cartelloni e giochi, i ministranti hanno saputo rappresentare e comunicare i propri lavori. Don Pierino

al termine di questo arric-chente momento di condivi-sione ha sintetizzato il tutto sottolineando gli aspetti più importanti.

Dopo il pranzo a sacco si è dato sfogo a tutte le proprie energia nel gioco.

L’incontro si è concluso con un momento di preghie-ra con contenuto particolar-mente vocazionale in pros-simità della “XLIX Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni” che quest’an-no assume una valenza par-ticolare per la concomitanza con il 50° anniversario di fondazione del nostro Se-minario Diocesano “Sacro Cuore”. L’impegno di pre-gare per i seminaristi della Diocesi che il rettore ha af-fi dato ai ministranti e ai re-sponsabili presenti lo esten-diamo a tutta la Comunità Diocesana.

Con la consegna ai par-tecipanti dell’adesivo-se-gno della giornata si è chiu-so il quarto ed ultimo Incon-tro dei Ministranti in atte-sa di celebrare e festeggiare tutti insieme il XIV Meeting Diocesano dei Ministran-ti che si terrà Sabato 2 Giu-gno. Vi aspettiamo per que-sto grande appuntamento!

Donato Pio Dota

seminarista III Liceo

16 Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012S p e c i a l e S e m i n a r i o

Il Seminario diocesano,luogo di discernimento

e di promozione vocazionaleIL MESSAGGIO DELL’ARCIVESCOVO MONS. TAMBURRINO PER IL 50° DEL SEMINARIO

Carissimi fi gli della Chiesa

diocesana di Foggia-Bovino,

la 49ª Giornata Mondiale di pre-ghiera per le vocazioni coincide, quest’anno, con la celebrazione del Cinquantesimo del Semina-rio diocesano “Sacro Cuore”. Queste due circostanze saranno oggetto di qualche rifl essione, che voglio offrire con semplicità alla Comunità diocesana, perché nel Seminario sappiamo scorge-re un “segno” sempre offerto alla Diocesi per ricordarsi di Dio “che chiama”. Il Seminario, eretto con grande visibilità in Via Napoli, ha anche la funzione di “memoriale”, di monumento perenne all’amore di Dio che “ogni giorno fa udire la sua voce” (Sal 95 [94], 8) e chiama “operai per la sua vigna”.

La storia di questi cinquant’an-ni di vita del nostro Seminario, nonostante le alterne vicende e le diffi coltà incontrate, mette chiaramente in evidenza che Dio continua a ricordarsi del suo po-polo e il popolo deve ricordarsi

di Dio, rispondendo alle sue chia-mate e accogliendo le missioni profetiche, che egli prepara per chi intende “inviare”.

Possiamo constatare che il co-stante richiamo di questo “luogo-memoriale” mette in evidenza il dramma della nostra dimenti-canza: nonostante l’eloquenza di questo luogo simbolo, la memo-ria degli uomini si rivela debole, mentre Dio non dimentica né la sua parola, né il suo nome. Ecco, allora, che il Seminario, con la sua stessa esistenza tra le nostre case, ci ricorda la fedeltà di Dio, che si rinnova “di generazione in generazione” fi no ai nostri giorni.

1. Il ringraziamentoSe il Seminario è la prova elo-

quente dell’amore fedele di Dio alla nostra Chiesa, il primo senti-mento che ci invade è il ringrazia-mento. Questa è la nostra risposta alla grazia che Dio ci ha manife-stato e offerto nel Seminario. Prendiamo coscienza di questo stupendo dono di Dio; il nostro

animo è stupito della generosità divina ed esprimiamo il nostro ringraziamento gioioso per la spe-ciale presenza di Dio nella sua “tenda” posta in mezzo a noi.

Quest’anno giubilare del Semi-nario ci deve rendere coscienti del dono ricevuto e faremo del ringraziamento la trama stessa della nostra lode, da cui dovrà nascere un rinnovato impegno a rispondere con maggiore fedeltà al dono di Dio.

2. Le vocazioni doni della carità di Dio

Il Papa Benedetto XVI nel Mes-saggio che rivolge a tutte le comu-nità cristiane in occasione della Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni, afferma con incisività: “Scolpitelo con forza

dentro il vostro cuore: tutte le vo-

cazioni sono dono della Carità,

cioè dell’amore gratuito di Dio”.

Il Papa annuncia questo mes-saggio attraverso la testimonian-za delle Scritture sulla tenerezza di Dio, che sa prendersi a cuore la realtà di ogni esperienza umana per darle un fi ne, un signifi cato, un orizzonte verso il quale in-camminarsi con semplicità e con coraggio.

“La fonte di ogni dono perfetto è Dio amore: chi rimane nell’amo-re rimane in Dio e Dio in lui” (cf. 1 Gv 4, 16). La verità profonda della nostra esistenza è racchiusa in questo mistero di amore. Ogni creatura, in particolare ogni per-sona umana, è frutto di un pen-siero e di un atto di amore di Dio, amore immenso, fedele, eterno” (cf. Ger 31, 3). La scoperta di que-sta realtà è ciò che cambia vera-mente la nostra vita nel profondo.

Ogni specifi ca vocazione nasce dalla iniziativa di Dio, è dono del-la carità di Dio! È lui a compiere il “primo passo” e non a motivo di una particolare bontà riscon-trata in noi, bensì in virtù della presenza del suo stesso amore “riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo” (Rm 5, 5). In ogni tempo, alla sorgente della chiamata divina c’è l’inizia-tiva dell’amore infi nito di Dio, che si manifesta pienamente in Gesù Cristo.

Occorre annunciare sempre di nuovo, specialmente alle nuove generazioni, la bellezza invitan-te di questo amore divino, che precede e accompagna: esso è la molla segreta, è la motivazione che non viene meno, anche nelle circostanze più diffi cili. È a que-sto amore che dobbiamo aprire la nostra vita. Su questo terreno oblativo, nell’apertura all’amore di Dio e come frutto di questo amore, nascono e crescono tutte le vocazioni.

Il Papa ci invita alla consapevo-lezza che ogni vita chiamata, ogni annuncio di beatitudine vocazio-nale è generato dall’amore lumi-noso di Dio. Da questa certezza dovremmo trovare il coraggio di dire a noi stessi e all’uomo senza vocazione del nostro tempo, che si aggira smarrito, spaesato e di-sorientato: “Non temere, rispon-

dere all’amore si può”.

3. Tentiamo di leggere “dentro” la nostra storia

Il Seminario Diocesano “S. Cuore” è stato avviato da Mons. Paolo Carta nel 1959 su un ter-reno di circa tre ettari, donato dalle signorine Rosa e Giulia Fi-gliolia al km 2,50 da Foggia su Via Napoli. Il complesso architet-tonico, progettato dall’architetto Calza-Bini, fu inaugurato all’inizio dell’anno scolastico 1961-62. Ma i lavori di completamento conti-nuarono con Mons. Giuseppe Le-notti, che profuse amore, sacrifi ci e generosità personale, convinto della importanza dell’opera per favorire le vocazioni sacerdotali nella Diocesi.

Il 21 novembre 1963 venne collocato il quadro della “Mater

Purissima”: quella ricorrenza, in seguito, verrà ricordata an-nualmente dalla comunità, dai sacerdoti della Diocesi, dai be-nefattori e amici come la festa del Seminario. Il 5 giugno dell’anno successivo Mons. Lenotti consa-crò l’altare e dedicò l’oratorio al S. Cuore.

Nel 1970, con Decreto Ministe-riale del 1 giugno, la Scuola Media e il Ginnasio del Seminario furo-no legalmente riconosciuti e si offrì la possibilità della frequenza

scolastica anche ad alunni ester-ni, offrendo loro, oltre l’istruzione scolastica, anche una solida for-mazione umana e cristiana.

Il 24 maggio 1987 l’Arcivescovo Mons. Salvatore De Giorgi otten-ne dal Beato Giovanni Paolo II, in visita alla nostra Diocesi e alla Metropolia, una visita particolare a quel luogo di formazione voca-zionale.

Nell’anno scolastico 1995-96 Mons. Giuseppe Casale iniziò l’iter e ottenne il riconoscimen-to legale del Liceo classico, che l’anno successivo fu aperto anche alle ragazze.

Dall’anno scolastico 2007-08 la Scuola Media-Liceo “S. Cuore” ottenne dal Ministero il ricono-scimento di Scuola Paritaria e si confi gurò con gestione autono-ma non più dipendente dal Se-minario, come Scuola Cattolica, ospitata nei locali del Seminario e sempre frequentata anche dai se-minaristi. Questa svolta richiamò un numero consistente di alunni.

Nei 50 anni di storia, il Semi-nario Diocesano ha svolto un servizio a raggio più ampio nel territorio, accogliendo seminari-sti e alunni provenienti dalle Dio-cesi di Cerignola-Ascoli Satriano, San Severo, Manfredonia-Vieste, Lucera-Troia, S. Angelo dei Lom-bardi, Termoli, Altamura-Gravi-na, Melfi , e da alcune Congrega-zioni religiose. Ha dimostrato, così, che la struttura è in condi-zione di poter offrire un servizio interecclesiale, soprattutto con il calo generale delle presenze di ragazzi nei seminari minori.

In questi cinquant’anni, il Se-minario ha accolto 1936 ragazzi, di cui 1366 diocesani e 570 extra-diocesani. Di questi, 41 sono stati ordinati sacerdoti. Si potrebbe concludere che la percentuale di coloro che sono arrivati al presbiterato sia piuttosto bassa, ma va considerato che il Semina-rio è un luogo di discernimento, di sostegno e di orientamento

17Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012 S p e c i a l e S e m i n a r i o

fondamentale alla vita cristiana. E questo servizio è stato svolto con grande spirito di sacrificio e di amore per formare, anzitutto degli uomini e dei cristiani, che conservano un vivo senso di ri-conoscenza verso i formatori e la struttura educativa che li ha for-mati alla vita civile ed ecclesiale.

Ma resta fondamentale, in ogni caso, la funzione di “segno” per tutta la Diocesi, che deve richia-mare tutte le comunità parroc-chiali e, in particolare, i presbiteri a ritenere un loro compito prio-ritario quello di accompagnare i giovani che mostrano propensio-ne per l’ideale di vita consacrata o sacerdotale, e potranno essere avviati a qualche esperienza vo-cazionale temporanea e di discer-nimento. Il Seminario, inoltre, nel Rettore e nella équipe di Pasto-rale Vocazionale Diocesana, è il motore per l’animazione vocazio-nale di tutte le parrocchie della Diocesi. Ad essa partecipano, da tutte le vicarie della Diocesi, dia-coni, religiosi e religiose, laici e membri del Centro Diocesano di Pastorale Giovanile.

Va tenuto presente anche il fat-to che l’edificio ordinariamente è a servizio del Seminario Minore, ma accoglie volentieri anche i Se-minaristi del Maggiore nel tempo di discernimento preparatorio prima dell’ingresso in uno dei Seminari di cui si serve la nostra Diocesi (Molfetta, Benevento, Roma). Al Rettore del Seminario di Foggia e agli altri responsabili (Vice-Rettore, Padre Spirituale, Economo) fanno capo tutti i Se-minaristi della diocesi e i Diaconi transeunti fino alla Ordinazione Presbiterale. Costoro vengono accolti nei tempi liberi dai corsi scolastici dei propri Seminari e nei momenti di incontri spirituali o di vacanze.

4. L’accompagnamento spirituale

Ecco un tema di estrema im-portanza nel cammino ecclesia-le delle vocazioni. Evitiamo di attribuire agli uomini il compito di “Direttore spirituale”, perché esso compete, in senso proprio, solo allo Spirito Santo. Gli uomi-ni fungono da “accompagnatori” o da “padri spirituali”. L’azione interiore di discernimento viene favorita efficacemente da tali fra-telli nella misura in cui, essi stessi, sono “spirituali”, ossia illuminati e guidati dallo Spirito Santo.

Chi può svolgere questo deli-cato compito nella Chiesa? Cer-tamente i presbiteri e i pastori del Popolo di Dio, ma – come attesta tutta la storia cristiana dell’O-riente e dell’Occidente – anche da diaconi, religiosi e laici, uomini e donne, che siano competenti, affidabili e saggi.

Certamente possono parteci-pare anche presbiteri e religiosi

che vivono una esperienza voca-zionale particolare. La Pastorale Vocazionale, infatti, non è rivolta esclusivamente alla preparazione di preti diocesani, ma ha come scopo di sviluppare i germi di vocazione che possono avere il loro esito tanto nei ministeri dio-cesani, quanto nella vita religiosa e matrimoniale. L’importante è conoscere nella fede non i pro-getti umani, ma il progetto di Dio su ogni credente.

Il compito della direzione spi-rituale è quello di orientare, gui-dare, sostenere, stimolare, consi-gliare il discepolo nella sequela di Gesù incarnata nel proprio stato. Questo comporta nella guida una certa capacità di comprensione del giovane. Chi accompagna deve far percepire quello sguardo di amore che Cristo getta su colui che chiama ad “essere perfetto” al suo seguito (Mc 10, 21). I contatti personali tra guida e singola per-sona sono insostituibili.

5. Il ruolo della famiglia cristiana

Uno spazio particolare spetta ai genitori e all’ambito familiare, che spesso hanno un compito es-senziale nelle scelte vocazionali dei figli. È facile comprendere che quanto più la famiglia vive i valori cristiani ed è capace di educare a scelte evangeliche, tanto più sarà consentito di riscoprire, all’inter-no della famiglia, la dimensione vocazionale della famiglia.

È vero che il drastico calo della natalità in atto in Italia e nell’Oc-cidente rende meno probabili le vocazioni a speciale consacrazio-ne, ma l’importante è che nella fa-miglia la qualità delle relazioni tra genitori e figli sempre più intense e profonde, non rendano difficile o impossibile il distacco, condi-zionandolo o predeterminandolo in direzione opposta alla vita di speciale consacrazione. I genitori cristiani non devono temere una possibile conflittualità che può verificarsi tra le loro aspettative e la chiamata di Dio, né devono farsi prendere da sgomento e da timore di fronte a scelte dei figli che dovrebbero essere irrevoca-bili. Ma questo vale anche per la scelta del matrimonio cristiano! Una spiritualità familiare vissu-ta in pienezza e in semplicità, nel cuore e non ai margini della Chiesa, favorirà in maniera de-terminante anche la spiritualità vocazionale.

“Consapevoli della fondamen-tale responsabilità della famiglia in proposito, attraverso l’ascol-to della parola di Dio, la vita di preghiera, l’esercizio della cari-tà, una condotta vigile e sobria, una generosa partecipazione alla vita ecclesiale, i genitori creino le premesse per scelte vocazionali mature e responsabili. Non osta-colino, ma rispettino, condivida-

no e accompagnino con trepida e fiduciosa gioia il cammino di quei figli che intendessero verificare e seguire una vocazione al sacerdo-zio, alla consacrazione religiosa o secolare o alla vita missiona-ria” (CEI, Direttorio di pastorale

familiare, n. 144, Roma 1993, 132-133).

6. La funzione del presbitero

Il principio interiore che deve animare l’esercizio del ministero e della vita spirituale del presbi-tero è la “carità pastorale”. Egli sa per esperienza personale che, nel suo servizio ecclesiale, “par-tecipa della stessa carità di Gesù Cristo, con il dono di sé alla Chie-sa, ad immagine e in condivisione con il dono di Cristo” (GIOVANNI PAOLO II, Lettera post-sinodale Pastores dabo vobis, 23).

Dio ha promesso di dare al suo popolo “pastori secondo il suo cuore” (Ger 3, 15). Il presbitero permette a Dio di realizzare que-sta sua promessa, quando cerca di trasformare la sua quotidiana esistenza in un “sacramento” o “segno” vivo e credibile della presenza salvifica e operante di Cristo, capo e pastore, servo e

sposo della Chiesa. L’esperien-za della nostra Diocesi dimostra chiaramente che i buoni Vescovi (come Mons. Fortunato M. Fa-rina, Mons. Mario De Santis e i “Costruttori” del nostro Semina-rio diocesano), ma anche tanti sacerdoti zelanti e cultori delle vocazioni tra i giovani delle loro parrocchie (come don Matteo Nardella, don Pompeo Scopece, don Ricciotti Saurino, don Ange-lo Lombardi e tanti altri ancora viventi), sono all’origine di nume-rose vocazioni che arricchiscono l’attuale presbiterio diocesano.

Nella Messa Crismale di Gio-vedì Santo 5 aprile 2012, ho ma-nifestato le mie preoccupazioni per la scarsità delle vocazioni e l’insufficienza delle ultime ordi-nazioni sacerdotali per coprire i vuoti che i decessi di presbite-ri e i ritiri per malattia o anzia-nità stanno creando. La nostra Diocesi ha assoluto bisogno di “santi sacerdoti e ferventi religio-si”, come chiediamo nella bella giaculatoria diffusa nel nostro ambiente ecclesiale.

Conclusione Chiedo ai presbiteri e a tutti i

membri della nostra Chiesa dio-

cesana: ognuno faccia la propria parte, curando i giovani e aiutan-doli a discernere i germi di vo-cazione che Dio semina nei loro cuori. I sacerdoti che amano la propria vocazione sono i testimo-ni più credibili e convincenti per i nostri giovani. È vero che la voca-zione è un dono di Dio, e nessuno può darsela da solo. Tuttavia la vocazione è anche un impegno, una risposta, una “obbedienza di fede”. Alla grazia divina, l’uomo risponde con la sua libertà, che si trasforma in accettazione o rifiuto. Se si accoglie l’amore di Dio, siamo chiamati a ricambiar-lo diffondendolo. Ai giovani, più che le parole servono le testimo-nianze. Invitiamo i nostri giovani a fare serie esperienze di fede, magari insieme a qualche gruppo giovanile. La vocazione, in fon-do, è l’incontro con una persona, quella di Gesù. E nessuno è più affascinante di lui.

Proprio per questo scopo esi-ste, da cinquant’anni, il nostro Seminario diocesano!

Vi benedico tutti con affetto

paterno.

��Francesco Pio Tamburrino

Arcivescovo

18 Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012V i t a S o l i d a l e[ Monica Gigante ]

CASERTA, TRA LE FINALITÀ PRINCIPALI IL RISPETTO DELL’AMBIENTE E IL SENSO DI APPARTENENZA ALLA CITTÀ

Per una città… in fioreGli alunni della scuola San Pio X hanno ripulito piazza Padre Pio

“Hantea – La città fiore” è il titolo del progetto sui temi del-la mobilità sostenibile, della tu-tela ambientale e della cura de-gli spazi comuni nelle città, pro-mosso dalla società “Michelin”, che ha creato nell’ambito della propria organizzazione uno spa-zio dedicato al settore formazio-ne. Il mondo della scuola, infat-ti, rappresenta, per ogni Paese, il primo alleato indispensabile e necessario per diffondere nel-le nuove generazioni i temi del bene comune e dello stile di vi-ta sobrio, in contrasto con que-gli sprechi e con quei comporta-menti che inquinano e danneg-giano il nostro pianeta. I quoti-diani fatti di cronaca, difatti, in-ducono l’opinione pubblica a ri-flettere sulla sostenibilità degli attuali modelli di vita, soprat-tutto dal punto di vista della pre-servazione dell’ambiente in cui viviamo. Ecco perché è neces-sario dedicare maggiore atten-

zione alla salvaguardia dell’am-biente e all’educazione sui temi legati all’ecologia ed in partico-lare alla gestione rifiuti.

“Hantea – La città fiore” ha vi-sto come protagoniste alcune classi dell’VIII Circolo Didatti-co – Scuola elementare “San Pio X” di Foggia che, durante il per-corso formativo, hanno riflettu-to sui temi del progetto citato.

E, per condividere con la co-munità cittadina quello che si è approfondito, i piccoli alunni hanno lanciato un forte messag-gio alla città, grazie ad un’azione di sensibilizzazione nei confron-ti del patrimonio ambientale di Foggia. In particolare, durante la mattinata di martedì 24 apri-le, le classi terze (sezioni D, E ed F) si sono recate in piazza Padre Pio per raccogliere i rifiuti che hanno gettato il sito in uno stato di degrado alquanto desolante.

I piccoli volontari erano ve-stiti di tutto punto, nel rispet-

to delle norme di sicurezza in materia. Infatti, hanno indos-sato guanti, ramazze, rastrelli e buste specifiche per svolgere al meglio le attività.

La piazza, è bene precisarlo, è stata precedentemente boni-ficata da personale qualificato dell’AMICA, l’azienda che si oc-cupa dell’igiene urbana in città.

All’iniziativa, per la quale ha espresso apprezzamento anche l’Assessore Comunale all’Am-biente, Pasquale Russo, ha par-tecipato il Sindaco di Foggia, Gianni Mongelli.

Per la giornata di sensibilizza-zione promossa dalla San Pio X sono stati coinvolti anche deci-ne di genitori, che hanno colla-borato con alunni ed insegnanti.

“Il lavoro svolto dagli alunni – ha dichiarato il Dirigente Sco-lastico, Giovanna Caserta – sui temi della tutela ambientale e del rispetto dei luoghi comuni della città, ha avuto l’intento,

da un lato, di far comprendere ai bambini l’importanza del ri-spetto per l’ambiente, e dall’al-

tro, quello di sviluppare la con-sapevolezza di appartenenza al-la loro città”.

19Voce di Popolo - n. 16 del 27 aprile 2012 S p o r t & M u s i c a[ Valerio Quirino ]

foto Luigi Genzano

ROSSONERI TORNANO ALLA VITTORIA PER 1-0 CONTRO IL LUMEZZANE SUL NEUTRO DI LECCE

Salvezza: manca la matematicaDoppia trasferta: il recupero contro il Sorrento e poi con la Ternana

Dopo ben quattro sconfi tte consecutive, torna al successo il Foggia del “Bonacina 2” che sul neutro di Lecce (Zaccheria dichiarato “inagibile” per alcu-ni problemi relativi alla sicurez-za) supera il Lumezzane per 1-0 e conquista punti fondamentali per la salvezza. Tra le fi la rosso-nere l’unica novità è rappresen-tata dalla presenza di Ferreira dal primo minuto. Nel Lumez-zane, diversamente dalle ipo-

tesi della vigilia, confermati Pi-ni sulla fascia e Finazzi e Faro-ni a centrocampo. I Padroni di casa partono bene con Corte-si che si rende pericoloso con una conclusione a lato al 3’. Al 15’ goal annullato per off-side a Inglese che impegna Botticella anche al 22’ mentre al 28’ Bara-ye colpisce la traversa. Il Fog-gia cerca di pungere con l’ispi-rato Cortesi ma la prima frazio-ne scivola a reti inviolate. Nella

Arti marziali:

Presso la palestra Taral-li di Foggia si è svolto il pri-mo “Kickboxing Day” orga-nizzato da Italo Scrocchia e Fabio Lacalamita. Tanti gli atleti giunti da tutta la Pu-glia che si sono confronta-ti nelle categorie: adulti (in gare a contatto pieno) e bam-bini (in incontri a contatto leggero). Tra le quindici so-cietà partecipanti ve ne era-no anche alcune abruzzesi mentre tra quelle pugliesi si è registrato la presenza del-la Revolution Team Russo, della Demolition Team Ca-lamita, la Colucci Cerigno-la, il Team Troiano, lo Spor-

ting Club Arti Marziali, la Re-volution Team Russo, la Di Pardo San Nicandro Garga-nico ed il Team Croce-Car-lucci. Tante anche le specia-lità che hanno impressiona-to il folto pubblico appassio-nato presente sugli spalti della palestra comunale co-me il freestyle boxing, full contact, submission wrest-ling, low kick ed ovviamen-te il kick boxing, disciplina che si sta diffondendo sem-pre più in Capitanata. Un im-portante risultato per uno sport che, se praticato in si-curezza, unisce disciplina all’attività fi sica.

ripresa Bonacina si gioca la car-ta Lanteri (al posto di Pompilio) e la mossa gli dà ragione per-ché dopo pochi minuti il fran-cese verticalizza per Ferreira che trafi gge Brignoli in uscita. Il Lumezzane non è d’accordo a recitare il ruolo della vittima predestinata ed alza il proprio baricentro ma un super Botti-cella nega la gioia del goal pri-ma a Diana e successivamente a Malagò. Nel fi nale Foggia in 10 per via dell’infortunio occor-so a Wagner (il tecnico foggiano aveva già utilizzato i tre cambi a disposizione). I satanelli re-sistono all’assalto fi nale ospi-te e portano a casa i tre punti fondamentali per la salvezza. La distanza, infatti, ora dalla quint’ultima Monza (30) resta a più sette punti (Foggia 37) e, quando mancano tre partite al termine del campionato, risulta abbastanza probabile la conqui-sta della salvezza. Ultime tre sfi -de che prevedono prima la tra-sferta di Sorrento (mercoledì 25 aprile: recupero della giorna-ta sospesa per la morte del cal-ciatore Morosini), successiva-mente (29 aprile) quella contro la capolista Ternana (60 pun-ti) ed infi ne lo scontro casalin-go contro il Pavia (06 maggio).

Ottenuta la salvezza occorrerà programmare al più presto la prossima stagione al fi ne di ga-rantire ancora il calcio nel ca-poluogo dauno. Ad alleggerire i bilanci ci pensa anche la Lega Pro che, nell’assemblea svoltosi il 23 aprile, ha stabilito che per la prossima stagione il cinquan-

ta per cento di quanto provie-ne dall’ex decreto Melandri do-vrà essere indirizzato alle socie-tà che fanno giocare giovani. Di sicuro una notizia positiva che ben si sposa con la politica adot-tata fi no ad ora dalla società di via Napoli e che potrebbe fi nal-mente raccogliere i suoi frutti.

Al via il “Kickboxing day”

Raccontare Maria con il canto

Domenica 22 aprile fra Lo-renzo Ricciardelli e fra Leo-nardo Civitavecchia sono sta-ti nella chiesa di San Pasqua-le per il concerto di presenta-zione del nuovo cd “Canto Ma-ria”. Per fra Leonardo Civita-vecchia è stata una delle tap-pe delle sue tournè per canta-re Cristo, per fra Lorenzo Ric-ciardelli, invece, è stato un ri-torno, dopo anni di assenza dalle sale di registrazione e dai concerti. Un ritorno in no-me della vera guida della Chie-sa, Maria di Nazareth, che i due confratelli del Convento di San Pasquale hanno scel-to di raccontare come don-na, madre, compagna, sorel-la. È nel titolo che è racchiuso il senso dell’intero lavoro, co-me spiegano i due francescani “Canto Maria perché raccon-tiamo una donna straordina-

ria, unica, la Madre di Cristo. Raccontiamo una donna che ha fatto della sua vita un do-no per il mondo. Da Lei, dalla sua persona, come fonte pura, fresca e cristallina, arrivano a noi, alle nostre labbra, le paro-le e la musica che inonda i no-stri cuori e che vogliamo tra-smettere”. Un’opera imperdi-bile anche per il valore artisti-co. Prodotto dai Frati Mino-ri del Santuario Madonna dei Martiri di Molfetta, arrangia-ti a Napoli da Niki Saggiomo (Cantautore di Dio), raccoglie brani di intensa e raffi nata po-esia, e due canti della tradizio-ne popolare mariana. Il con-certo, che è stato presentato da Francesco Bosco, giorna-lista di Teleradiopadrepio, ha avuto la struttura di un mu-sical, ai brani eseguiti è sta-ta alternata la lettura di versi

e preghiere di San Bernardo, San Francesco, Santa Chiara, Don Tonino Bello. Ospiti del-la serata fra Pietro Carfagna, Ministro Provinciale dei Frati Minori di Puglia e Molise, Da-niele Demetrio D’Aco, autore, Rosalia Marcantonio e Ciro Dattoli, giornalisti.

La conferenza stampa del 16 Aprile è stata anche l’occasio-ne per presentare l’ultimo nu-mero di “Azione Francesca-na” la rivista della Provincia di San Michele Arcangelo dei Frati Minori di Puglia e Moli-se, che compie sessanta anni.

Per informazioni e concerti: Convento S. Pasquale - Foggia tel. [email protected]

Visita Pastorale presso la parrocchia San Michele Arcangelo - Foggia