100 anni di Caffè Torrisi

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Maestri torrefattori dal 1911

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Testi scritti da: Elisa Cammisano Lorenzo Torrisi

Progetto grafico: Tamtam srl SC

Ringraziamenti: Prof.ssa Eleonora Ciancio

100di questi caffè

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INDICE

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I cento anni di storia della nostra azienda

meritano un regalo speciale.

Questo non poteva essere altrimenti che

un book, che con semplicità e spontanei-

tà, racconta, passo dopo passo, la storia

del caffè Torrisi e della sua famiglia.

Pertanto ho sentito quasi il dovere e il bi-

sogno di ricordare le figure del bisnonno

Giuseppe e del nonno Francesco, pur-

troppo mai conosciuti, ma sempre pre-

senti nella memoria di tutti noi.

Inoltre vorrei ringraziare mio padre Giu-

seppe, che ha reso possibile la crescita

e l’affermazione dell’azienda, anche nei

momenti più delicati e difficili, che si sono

susseguiti negli ultimi decenni.

Un merito in particolare va sicuramente

alle donne di casa Torrisi che, sin dall’ini-

zio di questo lungo percorso hanno soste-

nuto gli uomini della famiglia, infondendo

loro coraggio, forza, umiltà e onestà.

Ordinare cronologicamente questo lasso

di tempo ampio e ricco di avvenimenti

importanti, è stato un processo estrema-

mente lungo e contorto anche per la scar-

sità del materiale storico e bibliografico.

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Erano infatti in mio possesso antiche fo-

tografie, per la maggior parte sbiadite ed

ingiallite, di vecchie confezioni di caffè, di

personaggi famosi, di luoghi imprecisati

ed ancora di uomini, che hanno contribu-

ito alla crescita dell’azienda.

Tuttavia, grazie alla presenza di mio padre

Giuseppe, fonte storica valida e prezio-

sa, ai suoi racconti di vita aziendale e ai

suoi ricordi del passato, è stato possibile

ricostruire la storia della nostra azienda

dall’anno di fondazione ai giorni nostri.

Durante la stesura del book, è stato per

me come tornare indietro negli anni.

Di colpo mi sono rivisto piccolo, conten-

to di accompagnare mio padre in azienda

nel periodo estivo, insieme ai miei fratelli

Francesco, Claudio e a mia sorella Aga-

tella, orgogliosi di stargli accanto e di ve-

derlo lavorare con passione ed entusia-

smo.

Emozioni e ricordi per me indelebili, sem-

pre nitidi nella memoria, che custodirò

gelosamente.

Vorrei quindi dedicare questo book non

solo agli uomini che furono gli artefici

della storia della azienda, ma anche agli

attuali componenti di questa grande fami-

glia e soprattutto alle future generazioni,

che decideranno di seguire le nostre orme

e di portare avanti, con lealtà e spirito di

sacrificio, il “Caffè Torrisi” tanto amato in

Sicilia, in Italia e nel mondo.

Lorenzo TorrisiResponsabile Commerciale

Compagnia Meridionale Caffè S.p.A.

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Pippo Torrisi è signore nei modi e nei sen-

timenti. Di una eleganza estetica e morale

più congenita che sovrapposta. Signore del

lavoro. Ed è per ciò che il Presidente della

Repubblica lo ha nominato cavaliere, come

dire nobile; di una nobiltà (quella del lavo-

ro, appunto) più nobile della nobiltà sem-

plicemente araldica. Quando lo incontrai la

prima volta, la sua figura mi richiamò alla

mente, o meglio - come dicono gli inglesi

- agli occhi della mente - un altro grande

siciliano, Don Fabrizio Corbera Principe di

Salina, il Gattopardo, uomo di grande uma-

nità e civiltà, cui Pippo Torrisi si apparen-

ta perfettamente e nell’anima e nel corpo.

Parentela non di immediata e facile iden-

tificazione per chiunque, ché, essendo noi

siciliani vittima di un luogo comune che ci

vuole mafiosi, piccoli, scuri di capelli e di

occhi, chiunque non vi corrisponda non

viene accreditato (o addebitato, fate voi)

all’essere siciliano.

Ho conosciuto Pippo Torrisi tanti anni fa

(non ricordo quanti). Ci siamo incontra-

ti in un ristorante di Roma. Io provenivo

dal mondo dello spettacolo, lui da quello

dell’imprenditoria. Io dietro di me avevo

solo il mio passato, lui anche quello di una

TORRISI, BASTA IL NOME

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tradizione di famiglia. Parlammo a lungo, di

tutto, come capita quando si parla molto: di

storia, di politica, di religione. E, solo dopo

avere analizzato (e risolto - a modo nostro,

si capisce) tutti i mali del mondo, parlam-

mo di caffè, del caffè in generale e del caffè

Torrisi in particolare. Buono, non perché lo

dice la pubblicità (o perché lo dico io) ma

perché lo dice lo stesso caffè - un caffè che

parla. Diventammo amici, lui io e il caffè. Lo

siamo tutt’ora, nonostante la poca frequen-

tazione (io abito a Roma, Pippo a Catania);

ma il suo caffè mi viene spesso a trovare (è

un caffè che non parla soltanto, ma anche

cammina) e attraverso lui continuiamo la

conversazione e l’amicizia.

Pino Caruso

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Ci sono aziende che sono più di un sem-

plice luogo di lavoro. Sono luoghi dove

lo spirito e la parte migliore del nostro

paese trovano casa e diritto di esistere.

Questi laboratori, queste botteghe, questi

opifici dove la grande tradizione del no-

stro artigianato più nobile si sposa con la

straordinaria attitudine alla qualità della

vita. E quando dico “nostro” lo intendo

nel senso più alto e profondo del termine;

tre volte nostro: perchè italiano, perchè

siciliano, perchè sopratutto catanese. Io,

ovviamente, conoscevo il “Caffè Torrisi”

da molto tempo prima di avere l’onore di

diventarne il “testimonial” (ruolo che ho

svolto con immensa soddisfazione per

ben quattro anni) e, altrettanto ovviamen-

te, ne apprezzavo la bontà. Ma quello che

mi preme più ricordare di quell’esperienza

sono le “bontà” di questa famiglia che ha

saputo, nel tempo, farsi azienda. “Quel”

tipo di azienda. La parte fondamentale

dello sviluppo e della crescita del Meridio-

ne e dell’Italia intera. Le aziende che inve-

stono ogni giorno in ricerca e servizi, che

hanno nel loro destino il sogno del benes-

sere condiviso e la responsabilità del ter-

ritorio. L’amore per la propria gente e per

la propria terra. Mi piace molto spendere

queste poche, certo insufficienti, ma sen-

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tite parole per ricordare questi valori ed

associare idealmente i due compleanni

importanti di questi giorni: i cento anni del

Caffè Torrisi, i centocinquanta del Nostro

Paese (ed è fra l’altro straordinariamen-

te indicativa l’idea di festeggiare con un

libro: oggetto fra i più preziosi in assolu-

to per la conservazione e la trasmissione

della memoria). La famiglia Torrisi è anche

la parte migliore, mi sia consentito dirlo,

della nostra terra: la famiglia vera. Quella

che conosce il sacrificio e la grandezza ri-

generatrice del lavoro. Il lavoro durissimo

dei nostri padri che è stato ed è la speran-

za dei nostri figli. Faccio i miei auguri più

affettuosi a tutti, ma in particolar modo al

Cavalier Giuseppe che, con la sua auto-

revole figura di patriarca “d’antico stam-

po”, mi ricorda quelle figure di guida e di

riferimento che popolarono la mia infan-

zia quasi d’altri tempi: una Catania dolce

come un piccolo paese della fiaba, con i

dolcetti della domenica e il profumo fami-

liare del caffè.

Un paese del cuore, e u’ cafè dò paisi.

Auguri, che i prossimi cento anni siano la

stessa, magnifica avventura di questi pri-

mi cento.

Enrico Guarneri

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Dal 1911, maestri torrefattori.

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Cavaliere del Lavoro Giuseppe Torrisi,Amministratore Unico Compagnia Meridionale Caffè SpA

Non avrei mai pensato che sotto la mia

guida saremmo arrivati a festeggiare i

100 anni di storia aziendale. Un bellissi-

mo sogno che oggi vedo realizzarsi. Tutto

nacque dall’animosità e dalla caparbietà

di mio nonno Giuseppe.

Nei primi del ‘900, decise di trasferirsi con

la famiglia a Catania e di gettarsi, com-

pletamente solo, in un’avventura impren-

ditoriale difficile e senza alcuna certezza

di successo, eppure i suoi sforzi e gli

immensi sacrifici con il tempo sono stati

ripagati. Quindi se oggi si festeggia una

data così importante e attesa, parte del

merito è proprio suo. Io, infatti, devo tutto

a mio nonno che sicuramente rappresen-

ta l’iniziatore della nostra attività.

Mio padre Francesco è poi riuscito, con

professionalità, pazienza e onestà, a

mandare avanti il lavoro iniziato dal pa-

dre dopo la sua morte. Io, invece, oltre a

proseguire l’attività, ho avuto il guizzo di

capire quando era arrivato il momento di

separare l’attività commerciale da quella

della torrefazione, specializzandoci nella

sola produzione di caffè.

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Il percorso di crescita e di affermazione

nel mercato non è stato semplice, tanti i

venti contrari, se pensiamo alla Seconda

Guerra Mondiale, al momento di stasi del

secondo dopoguerra, giusto per fare un

esempio. Ma noi Torrisi siamo “tosti”, sia-

mo riusciti a riprenderci e abbiamo spic-

cato il volo, distribuendo il caffè più bevu-

to in Sicilia, e non solo.

“La fiducia non si acquista, si conquista”

questa è la filosofia a cui ci siamo rifatti,

che mio nonno ha inculcato a mio padre,

Primi ‘900: carro per distribuzione Caffè Torrisi

lui a me, ed io ai miei figli. Cosa voglio

dire con questo? Semplice. Dal 1911 il

nome Torrisi si è contraddistinto dalla

concorrenza, anche internazionale, per la

correttezza, la trasparenza e l’onestà con

cui ha sempre operato. Il risultato è un

caffè che ha saputo, appunto, conquista-

re la fiducia di tutti coloro che ogni giorno,

da 100 anni a questa parte, scelgono la

nostra miscela.

Per un evento tanto prestigioso, come il

centenario del nome Torrisi, io ed i miei fi-

gli abbiamo pensato di realizzare un book

che ripercorresse i momenti più salienti

della nostra storia. Questo volume è stato

redatto non solo dalla mia personale me-

moria storica, ma anche dalle innumere-

voli immagini fotografiche scattate duran-

te gli anni di vita dell’Azienda. Ognuna di

essa ha la propria storia, racconta la vita,

il lavoro, la forza di tutti quegli uomini che,

giorno dopo giorno, hanno contribuito a

rendere grande questa famiglia. La fami-

glia del caffè Torrisi.

Giueseppe TorrisiCavaliere del Lavoro

Amministratore Unico

Compagnia Meridionale Caffè SpA

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Giuseppe Torrisi sull’Etna (1939) Alcuni collaboratori (primi anni ‘ 50)

CAFFÈ TORRISI:

DALLA NASCITA AD OGGI

Una storia chiamata torrisi

L’attività della famiglia Torrisi inizia nel

1911. Giuseppe Torrisi è un grossista co-

nosciuto nella zona di Zafferana Etnea

che commercializza pepe, cannella, chio-

di di garofano, noce moscata, uva sulta-

nina e prodotti del suolo come legumi,

cereali e riso.

La svolta avviene quando decide, insieme

alla moglie Serafina, di trasferire famiglia

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e lavoro nella “Milano del Sud” di quei

tempi, la città di Catania che, sin dall’i-

nizio del ventesimo secolo, è nota per la

sua fervida attività commerciale. Il picco-

lo esercizio, sorto in una modesta bottega

di via Gisira, diventa il punto di riferimen-

to, per Catania e per il versante orienta-

le dell’Isola, nella commercializzazione

all’ingrosso dei principali prodotti merce-

ologici di allora, in particolare l’alcool de-

naturato e puro per i rosoli, il bicarbonato

e il solfato di soda, la saponina, gli zolfi,

il solfato di rame e una grande varietà di

generi alimentari che spazia dallo zucche-

ro alle conserve, dalle farine agli amidi per

dolci, dallo strutto fino ad arrivare ai pic-

coli quantitativi di caffè crudo acquistati

direttamente a Trieste.

Dal matrimonio di Giuseppe e Serafina

nascono Francesco, nel 1900, e Agatino,

nel 1908.

Il primogenito, sin da ragazzo, dedica

anima e corpo ad aiutare il padre nella

sua attività; tuttavia nel 1917, chiamato

alla armi, Francesco parte per la Gran-

de Guerra. Tornato l’anno seguente, alla

Francesco Torrisi con i figli Giuseppe e Diego Ugo (1939)

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fine del primo conflitto mondiale, France-

sco si sposa nel 1921 con l’amata Aga-

ta e riprende a collaborare con il padre

nell’azienda familiare che, in quegli anni,

si specializza nell’importazione di droghe

e coloniali. Anno dopo anno, il lavoro cre-

sce, il profitto pure; il nome Torrisi si im-

pone nel mercato per la validità e la qua-

lità dei prodotti distribuiti.

Proprio nel primo dopoguerra incomin-

cia la vera diffusione del caffè espresso,

grazie anche alla nascita e all’apertura dei

primi bar in città e nei quartieri periferici.

L’azienda inizia ad affermarsi sempre più

come torrefazione e, nel giro di pochi

anni, diventa una delle più importanti del-

la Sicilia.

In via Gisira l’aroma che si respira è in-

confondibile e inebriante, in casa dei

fratelli Torrisi si gusta il miglior caffè del-

la città; qui, amici e conoscenti fanno a

gara per poterlo sorseggiare. Francesco

e Agatino intuiscono che questa speciale

bevanda sarebbe diventata in pochi anni

Francesco Torrisi

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Bar in Calabria - anni ‘20

un bene di consumo primario e iniziano

ad organizzare una distribuzione capilla-

re di caffè tostato, nelle prime confezioni

sigillate, verso i numerosi rivenditori sici-

liani e calabresi.

Se fino a quel momento il consumo del

caffè è ancora un fenomeno elitario, ri-

servato cioè ai professionisti (il farmaci-

sta, l’ingegnere, il medico, l’avvocato), a

partire dalla fine degli anni Venti, grazie

alla famiglia Torrisi, il caffè si trasforma in

un prodotto di largo consumo, un piace-

re irrinunciabile, una leccornia per tutti i

palati.

Francesco torrisi, vocazione innata

Francesco Torrisi è il fondatore dell’atti-

vità imprenditoriale siciliana.

Inizia negli anni Venti nella piccola botte-

ga di via Gisira 62, utilizzando un tostino

rudimentale capace di tostare appena 30

chilogrammi di caffè per volta, che poi

destina alle drogherie non ancora munite

di una propria macchina di torrefazione.

Il successo è immediato.

La domanda di questo speciale seme, e

della bevanda da esso ottenuta, aumen-

ta considerevolmente. Il caffè Torrisi è

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Prima tostatrice di caffènei locali di Via Gisira (Ct)

sempre più richiesto e questo fa sì che le

vendite, e la conseguente distribuzione,

vadano a gonfie vele.

Tuttavia, a questa fase di crescita, segue

la stasi del ’36, a causa del blocco delle

importazioni per le sanzioni che la Socie-

tà delle Nazioni impone all’Italia a segui-

to dell’invasione dell’Etiopia.

Di conseguenza, durante la Seconda

Guerra Mondiale, sia il commercio del

caffè sia la stessa industria subiscono

un arresto totale. Francesco non si perde

d’animo e sopperisce a questa tempo-

ranea crisi, ampliando l’assortimento di

prodotti largamente usati come la carta

paglia, i rocchetti di filo per cucire, gli at-

trezzi per calzolai e la pastina glutinata

della Buitoni (di cui i Torrisi diventano di-

stributori unici).

A partire dal secondo dopoguerra, la fa-

miglia Torrisi è la prima a riportare il caffè

in Sicilia. Il merito è di Francesco Torrisi

che, saputo delle “compensazioni” con

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il Brasile, si reca subito a Trieste per ac-

quistare nuove partite di caffè crudo di-

sponibili. Da quel momento, il boom in-

discusso del caffè Torrisi. Si calcolano in

quegli anni incrementi del 40-50%.

Il caffè Torrisi è ormai alla portata di tutti,

viene infatti inserito nel paniere dei beni

di prima necessità e distribuito in tutta

la provincia di Catania mediante un ef-

ficiente sistema di trasporti dotato di

furgoncini personalizzati con logo e mar-

chio Torrisi.

Proprio per l’aumento del fatturato e

delle vendite, la piccola attività Torrisi si

sposta in uno stabilimento più ampio, a

pochi metri dalla vecchia sede, struttu-

rato su tre livelli e con impianto di torre-

fazione a ciclo verticale. In questi anni si

assiste anche ad un cambiamento relati-

vo alle confezioni: oltre ai formati classici

da 1, 2 e 3 chilogrammi, si propongono

ai rivenditori e alla clientela quelli più pic-

coli, e anche più comodi, da 1 e 2 etto-

grammi, con stampato il logo “Supermi-

scela Torrisi”.

Negli anni ’50 si ha la vera svolta.

Cominciano le sperimentazioni di con-

servazione sottovuoto del caffè, fino ad

Deposito caffè crudonella torrefazione di Via Gisira (Ct)

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Catania 1950, Piazza Verga Carico merci nella torrefazione in Via Gisira (Ct)

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Nuova torrefazione di Via Gisara (Ct) Vetrina con i prodotti Torrisi in esposizioneanni ‘60

arrivare ai primi macchinari per il sotto-

vuoto spinto con impianto pilota, realiz-

zati dalla Goglio di Milano.

Il risultato è quello sperato: una migliore

e più duratura conservazione del caffè

tostato con una distribuzione ancora più

ampia e specializzata.

Questa fase particolarmente felice e pro-

duttiva viene bruscamente interrotta dal-

la scomparsa improvvisa del fondatore,

Francesco Torrisi, all’età di 54 anni. Il

luttuoso evento sembra pregiudicare le

sorti dell’azienda.

I due figli, Giuseppe e Diego Ugo, si tro-

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Vetrina con i prodotti Torrisi in esposizioneanni ‘50

vano davanti ad un bivio: mandare in

fumo decenni di sacrifici e di duro lavo-

ro o decidere di accollarsi il peso di un

nome e di un’attività che già in quegli

anni supera i 2 miliardi di lire di fatturato.

Il primogenito Giuseppe sceglie di ri-

schiare, di mettersi in gioco e di portare

ancora alto il nome del padre Francesco

e del nonno.

Dopo la prematura morte del padre, inizia

la terza generazione con Giuseppe Tor-

risi che interrompe gli studi universitari

di Economia e Commercio per dedicarsi

completamente all’azienda paterna.

Reinveste gli utili in nuove tecnologie e

all’inizio degli anni Sessanta scorpora

dall’azienda mercantile il settore del caf-

fè torrefatto e fonda nel 1959, insieme al

fratello Diego Ugo, la Compagnia Meri-

dionale Caffè S.p.A.

Il nuovo stabilimento, sorto a Catania

presso la zona industriale, occupa un’a-

rea complessiva di 20.000 m2, di cui

5.000 fra capannone, deposito, prodotto

finito, uffici, magazzino per imballaggi,

garage e officina interna.

Il successo è ancora una volta immedia-

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Una delle prime insegne luminosepubblicitarie al neon

to. Le miscele di caffè Torrisi si afferma-

no negli anni ’60 come i caffè preferiti

da tutte le famiglie siciliane: da quel mo-

mento le tecniche di produzione e quelle

per la conservazione sottovuoto si evol-

vono, con l’obiettivo di mantenere inalte-

rati l’aroma e la fragranza del caffè fino al

momento del consumo.

In quanto amministratore unico, Giusep-

pe Torrisi si conferma leader del settore

nella Regione e viene nomi nato Cavalie-

re del Lavoro nel 1992.

Anni 60, primo poster pubblicitario

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Internazionali tennis a Palermocon degustazione di caffè

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Premio Dionisio dell’Ospitalità assegnatoa Giuseppe Torrisi (1968)

Da anni presidente onorario dell’As-

sociazione Commercianti di Catania e

Provincia e dal 1993 anche presidente

della Camera di Commercio di Catania,

Giuseppe Torrisi è oggi l’anima pulsante

dell’azienda.

Con il Cav. Lav. Torrisi l’industria di tor-

refazione si afferma anche nelle espor-

tazioni, toccando paesi come l’Australia,

il Giappone, il Belgio, la Danimarca, la

Francia, gli Stati Uniti, la Germania, la

Danimarca, la Svizzera, la Gran Bretagna

ed il Giappone.

I tre figli, Francesco, Lorenzo e Claudio,

che costituiscono la quarta generazio-

ne, entrano in azienda in un momento

particolare, cioè durante le operazioni

di svecchiamento avvenute negli anni

’90. Oggi sono parte integrante della vita

aziendale, continuando a fiancheggiare

le decisioni del padre.

In sintesi Giuseppe Torrisi, nei primi anni

del ‘900, rappresenta l’iniziatore, il figlio

Francesco, negli anni Venti, il fondatore

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Premio Polifemo assegnatoa Giuseppe Torrisi (1974)

dell’attività di torrefazione, il nipote Giu-

seppe, e i suoi tre figli, sono sicuramente

gli artefici del successo internazionale

del nome Torrisi. Grazie a loro la Compa-

gnia Meridionale Caffè, e i suoi prodotti,

escono dai confini siciliani, affermando-

si, giorno dopo giorno, nel mercato na-

zionale e di tutto il mondo.

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Torrefazione in Via Gisira (Ct)banco pesatura e insacchettamento

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Giuseppe Torrisi in Vespa reclamizzata Gino Bartali gusta caffè Torrisi al giro d’Italia(metà anni ‘50)

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Stabilimento Compagnia Meridionale del Caffèin costruzione (primi anni ‘60)

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Stabilimento Compagnia Meridionale del Caffè(fine anni ‘80)

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LA STORIA DEL CAFFÈ

si dice che…

Il caffè è considerato “filtro della storia” in

quanto, attraverso le sue vicende, si sono

determinati gli avvenimenti più significativi

della nostra vita sociale, culturale, artistica

e anche politica.

Tante le leggende nate intorno a questo

straordinario frutto.

Sembra che verso la metà del 1250 un

derviscio di Moka (discepolo islamico de-

dito all’ascetismo) fu mandato a vivere in

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Derviscio della città di Moka

cima ad una montagna non lontana dal

suo monastero. Poiché anche gli asceti

avvertono gli stimoli della fame, un giorno

il povero eremita, per ovviare alla rigoro-

sa astinenza, si preparò un decotto con

foglie e grani pestati di alcune piante che

crescevano nei dintorni. Appena ebbe be-

vuto quell’infuso si sentì tanto rinvigorito

da volerlo offrire a quanti si recavano a

fargli visita. Presto lo gustò anche il prin-

cipe di Moka che, trovata squisita la be-

vanda, non soltanto perdonò le colpe del

derviscio ma fece anche erigere per lui un

convento.

Non meno colorita e fantasiosa è la ver-

sione secondo la quale un pastore arabo

si preoccupò perché le sue capre, divenu-

te improvvisamente vivaci, di notte anzi-

ché dormire, saltavano, si agitavano, cor-

revano come impazzite.

L’uomo immaginò che fossero stregate e

corse dal priore del suo convento perché

scacciasse il maleficio dal gregge. Il pri-

ore, dopo aver ascoltato la versione del

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pastore, ritenne, piuttosto, che quelle ca-

pre dovevano aver brucato qualche erba

nociva o comunque eccitante. Si fece ac-

compagnare al pascolo e dopo un atten-

to esame, scorse alcune piante alte, con

foglie dal colore verde e con bacche di un

rosso violaceo. Ne colse alcuni rami, tor-

nò al convento, schiacciò i semi e preparò

un decotto con quelle foglie e la polvere

ottenuta. Quella broda amara non solo gli

mise in corpo una strana euforia ma, cosa

ancor più interessante, aveva reso la sua

mente lucida e pronta allo studio. Dato

che la dura regola del convento imponeva

di pregare per molte ore del giorno e della

notte, il priore allora decise di dare a tutti i

suoi frati il nuovo toccasana per alleggeri-

re le devozioni notturne.

Favola o realtà, la Coffea Arabica è origi-

naria dell’Abissinia; la piantarono, si rac-

conta, cristiani negri provenienti da Kaffa.

Tuttavia, si narra che tra le mura dei chio-

stri musulmani sia cominciato l’uso come

rituale quotidiano.

Il primo vero Caffè è stato aperto a Co-

stantinopoli nel 1554 e da lì nel 1585 Gio-

vanni Francesco Morosini, balio in quella

città, pubblicò in una relazione al Senato

che “… gli Ottomani usano bere un’acqua

negra, bollente, che si cava d’una semen-

ta che chiaman cavée, la quale dicono che

ha la virtù di far stare l’uomo svegliato…”.

I veneziani non persero tempo di aggiun-

gere ai loro preziosi carichi che importa-

vano dall’Oriente, anche diversi sacchi di

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Illustrazione dell’anticoporto di Amsterdam nel XVII sec.

quei chicchi speciali. Avevano imparato a

tostarli e a pestarli e, come gli Arabi e i Tur-

chi, versavano la polvere ottenuta in acqua

bollente; il caffè veniva bevuto in piccole

tazze con l’aggiunta di cannella o di chio-

di di garofano, mentre l’uso di dolcificarlo

con il miele prima, e con lo zucchero dopo,

fu introdotto successivamente.

Agli inizi del ‘600 l’Oriente non era più il

solo produttore di caffè, la città di Amster-

dam era diventata il nuovo centro com-

merciale. In quegli anni la bevanda era

già largamente diffusa nei principali cen-

tri d’Europa: nelle sale e salette italiane,

come in quelle inglesi, francesi, olande-

si, non si beveva soltanto il caffè, ma si

fumava, si giocava e si trattavano affari.

Il XVII secolo attribuì al caffè un valore

medicinale; il XVIII vide in esso proprietà

che rinvigorivano l’intelletto; il XIX, avendo

dato inizio all’era preindustriale, gli conferì

la facoltà di risolvere vari problemi sociali,

come quello di prolungare il lavoro allon-

tanando la stanchezza.

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100 di questi caffè100 di questi caffè 7170

LA PIANTA E IL FRUTTO

L’albero del caffè appartiene alla famiglia delle Rubiacee che raggruppa ben 4.500 varie-

tà, 60 specie delle quali si chiamano Coffea. Le specie che si utilizzano per il caffè sono

la Coffea arabica (nelle varietà: tipica, bourbon, moka, martinica, portorico, colombia), la

Coffea liberica e la Coffea robusta.

L’albero del caffè assomiglia ad un piccolo ciliegio con foglie più coriacee e lucide, simili a

quelle di alloro. I fiori e il profumo ricordano quelli del gelsomino. Dall’ovario, che si trova

proprio sotto il calice, si sviluppa inizialmente una bacca allungata di colore verde, poi

questa diventa bianca e infine rossa. Nell’interno della bacca si trovano, avvolti in un sottile

strato di polpa, due semi chiusi dentro una pellicola: questi sono i chicchi del caffè. Tanto

la forma quanto il colore variano a seconda dei luoghi in cui cresce la pianta. Il più celebre

dei caffè, il moka (tipico dell’Arabia) è piccolo, di un giallo cupo; quello delle Indie Orientali

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Bacche di Coffea Arabica

è più grosso e di un giallo più chiaro; az-

zurrognolo o giallo-verde quello di Ceylon,

del Brasile e delle Indie Occidentali.

L’albero cresce nelle zone dei Tropici dove

la temperatura media sta fra i 20 e i 22°C

e il termometro non scende mai al di sotto

dei 12°C. Si trovano piantagioni a m 400

sul livello del mare e altre a m 2.000, in

quanto in entrambi i luoghi la temperatura

non si abbassa mai oltre un certo limite.

I semi vengono piantati in apposite aiuole,

nel giro di 4 settimane spuntano i germo-

gli, che dopo 8 mesi sono alti più di mezzo

metro e pronti per essere trapiantati; successivamente, basta avere cura di regolare le

annaffiature e di asportare le erbacce. Nel secondo anno l’albero ha raggiunto l’altezza di

un metro e mezzo circa, ma il vero raccolto si fa solo al terzo anno, cioè all’inizio dell’estate

e alla fine dell’autunno.

Per liberare i chicchi dal loro involucro - carnoso quello più esterno, duro e coriaceo quel-

lo più interno - si distendono le bacche sull’aia, voltandole e rivoltandole diverse volte.

Esistono comunque altri sistemi: alcuni coltivatori, per esempio, immergono i chicchi uno

per uno nell’acqua e poi li mettono al sole ad essiccare. Nelle piantagioni più moderne e

attrezzate si usano mole speciali per liberare più velocemente i chicchi.

Dal XX secolo il principale produttore di caffè del mondo è stato il Brasile, specie per la

sua terra ricca di humus e di sostante azotate. Oggi si trovano piantagioni anche in Paesi

come l’Africa, l’Asia, l’Oceania e le Americhe. È proprio vero quello che qualcuno sostiene:

“le piantagioni di caffè colorano una buona parte della superficie terrestre”.

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100 di questi caffè100 di questi caffè 7574

UN ELISIR TUTTO ITALIANO

I Paesi del Nord Europa sono i maggiori con-

sumatori di caffè. Ma basta chiedere ad un

italiano dove beve il miglior caffè, anzi il

miglior espresso, e sarà scontata la rispo-

sta. Secondo recenti indagini, in Italia i

maggiori consumi si hanno al mattino e

dopo i pasti principali, soprattutto dopo

pranzo. Donne e uomini bevono ogni giorno

lo stesso numero di caffè, 2 o 3 tazzine in me-

dia, mentre i ragazzi si avvicinano a questa abitu-

dine crescendo con l’età, viceversa gli anziani tendono

sempre più a controllare il numero di caffè consumato nell’arco della giornata. Il 70%

del caffè viene bevuto in casa, il 20% al bar o al ristorante, il 10% nei luoghi di lavoro;

per il 70% viene preparato con la moka, nell’84% dei casi è preferito senza aggiunte,

mentre i caffè corretti costituiscono appena il 3%.

Il caffè si beve per diverse ragioni: avere una maggiore lucidità di mente, concedersi

una pausa, regalarsi un piacere, o semplicemente per assecondare un’abitudine. Tor-

nando alle statistiche sui consumi pro-capite annuali di ogni nazione, va notato che

non tutte le qualità di caffè importato sono uguali. I paesi nordici, ad esempio, impor-

tano preferibilmente l’Arabica (che contiene la metà di caffeina della Robusta), mentre

i paesi mediterranei importano sia l’Arabica che la Robusta. Poiché le molte specie di

caffè hanno gusto e aroma diversi, occorre miscelarle in vario modo per ottenere pro-

dotti con caratteristiche organolettiche rispondenti al gusto del consumatore e ade-

guate alle sue abitudini. Per questo tra i paesi consumatori di caffè esistono profonde

Page 39: 100 anni di Caffè Torrisi

100 di questi caffè100 di questi caffè 7776

differenze nel gusto e nel modo di preparare la bevanda.

Riassumendo, si può dire che nei paesi nordici, per esem-

pio Danimarca e Germania, la miscela tipica ha come base

i caffè milds, Arabica lavorati. La bevanda che si ottiene,

estratta per filtrazione, è molto aromatica, delicata e acidula,

e viene consumata come dissetante durante i pasti e come soft drink

durante la giornata. Man mano che si scende verso il sud, la miscela tipica ha come

base l’Arabica naturale e contiene percentuali più o meno alte di Robusta. Il caffè che

ne deriva è sicuramente meno delicato e queste caratteristiche vengono esaltate dalla

torrefazione spinta e dal tipo di estrazione. Si ottiene quindi una bevanda non adatta

ad essere consumata durante il pasto, ma che costituisce una sorta di elisir da sorseg-

giare di mattina, dopo mangiato o in particolari momenti della giornata.

TOSTI PER NATURA

Il segreto di un buon caffè sta nella tostatura, cioè in quella operazione attraverso la quale

al chicco vengono prima tolte alcune caratteristiche e poi gliene vengono date altre per

renderlo profumato e inconfondibile. I tipi più diffusi di tostatura sono quello “blando”

(all’americana) che conferisce ai chicchi un colore marrone bruno e quello più spinto (all’i-

taliana) che dà ai chicchi una tonalità di tipo bruno-nero. Nel corso di tale processo, che

implica l’impiego di temperature sino a 230°C, le componenti del caffè subiscono delle

trasformazioni chimiche. Così per esempio, il cambiamento di colore è legato alla ca-

ramellizzazione degli zuccheri, alla carbonizzazione della cellulosa e alla formazione dei

composti volatili ai quali è dovuto il particolare aroma del caffè tostato. Naturalmente la

tostatura è un processo molto più complesso di quanto può sembrare: implica l’impiego

di apparecchiature sempre più sofisticate e funzionali, dove i chicchi entrano dopo essere

Page 40: 100 anni di Caffè Torrisi

100 di questi caffè100 di questi caffè 7978

stati prescelti da selezionatrici ottiche (vedi foto accanto). Il grado

e il tempo ottimali di torrefazione sono prevalentemente sta-

biliti su campioni di caffè con l’aiuto di speciali colorimetri,

regolati mediante l’inserimento di schede computerizzate.

Se esposto all’aria, il caffè torrefatto va incontro ad altera-

zioni con perdita di freschezza e di gusto; per evitare questo,

sono stati messi a punto metodi di confezionamento efficienti, con

speciali materiali da imballaggio e confezioni sottovuoto.

Macchina selezionatrice fotocromaticaper caffè in grani

LAVORAZIONE A SECCO• eliminazione dei materiali estranei;• essiccazione al sole in apposite aie per diversi giorni;• passaggio in macchina decurtatrice, quando la buccia e la polpa sono asciutte;• separazione e classificazione per tipo e dimensione dei chicchi verdi, ricoperti della pellicola argentea;• essiccazione al sole in apposite aie per diversi giorni.

LAVORAZIONE A UMIDO• liberazione dal seme;• fermentazione in acqua per 2-3 giorni;• selezione per immersione in acqua;• essiccazione (meglio se al sole);• eliminazione del pergamino;• macchina dispolpatrice;• fermentazione in acqua.

SELEZIONEper dimensione• la grossezza della grana viene misurata con appositi crivelli (setacci con fori indicati in 64esimi di pollice);• in generale per i caffè asiatici la grossezza è misurata in millimetri.

DALLA CILIEGIA AL CAFFÈ VERDE

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QUANTI TIPI DI CAFFÈ

con Filtro

All’interno di un filtro di carta si trova del

caffè macinato, in modo non eccessi-

vamente fine: su tale filtro viene versata

dell’acqua calda, che grazie alla forza di

gravità attraversa il macinato di caffè. Il

tempo medio di preparazione con questo

metodo equivale a circa sette minuti e,

come risultato finale, si ottiene una bevan-

da praticamente priva di particelle solide,

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dove la percentuale proveniente dal caffè

è nell’ordine del 16-18%.

Ne consegue che le caratteristiche di tale

bevanda presentano una corposità ridot-

ta e un gusto e un aroma non eccessiva-

mente forti. Solitamente il caffè con filtro si

prepara in quantità notevoli, per essere poi

conservato in contenitori isolanti. La sua

qualità dipende quindi direttamente anche

dal tempo intercorso fra la preparazione e

il consumo.

Il caffè con filtro è fra le bevande preferi-

te nell’America del Nord, dove una tazza

richiede l’uso di circa 6 grammi di caffè to-

stato chiaro. La sua diffusione è notevole

anche nell’Europa Centro-Settentrionale:

qui il gusto è però già più deciso, visto che

la quantità di caffè per ogni tazza sale a

circa 10 grammi. In media, il caffè con filtro

viene bevuto in tazze dalla capacità di 15-

20 centilitri.

a inFUsione

È il più antico e semplice modo di fare caf-

fè, adottato la prima volta in Francia nel

1771. Si scalda un brico aperto, facendovi

bollire acqua, si butta l’acqua e si mette

nel brico il caffè macinato, quindi si ag-

giunge acqua calda e si mescola. Si lascia

per 3-5 minuti in infusione, poi si filtra con

il colino.

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alla tUrca

Il caffè, macinato finemente, viene versa-

to direttamente in un contenitore in rame

colmo di acqua in ebollizione, senza inter-

rompere quest’ultima. Una volta versata la

bevanda nelle tazze, si attende che il maci-

nato si depositi sul fondo. Questo metodo

di preparazione è diffuso in Turchia, in Gre-

cia e in diverse nazioni del Medio Oriente.

con la moka

Una comune caffettiera moka si può sud-

dividere in tre componenti: la caldaia, dove

l’acqua viene portata all’ebollizione, il filtro

metallico, che contiene il macinato fine di

caffè, e la parte superiore di raccolta, dove

viene a trovarsi il caffè pronto per essere

bevuto.

L’acqua attraversa il caffè macinato grazie

alla pressione causata dal vapore. Tale at-

traversamento ha una durata pari a circa

un minuto e permette di estrarre fino al

alla napoletana

Questa caffettiera è composta da 2 parti,

con in mezzo un filtro a cestello, riempito

con caffè tostato scuro e macinato fine.

La parte inferiore viene riempita d’acqua

e quella di servizio, completa di beccuc-

cio, vi viene avvitata sopra a testa in giù.

Si mette il tutto sul fuoco, e quando l’ac-

qua bolle, la macchinetta viene capovolta

per permettere all’acqua calda di scorrere

attraverso il caffè nel contenitore inferiore-

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100 di questi caffè100 di questi caffè 8786

22% delle sostanze contenute nel caffè.

La bevanda che si ottiene ha un sapore

deciso, una corposità nella media e un

aroma intenso. Per una tazzina da 4 o 5

centilitri sono necessari in genere 6 gram-

mi di caffè tostato medio o scuro.

Bollito

Un caffè tostato chiaro e a macinatura

grossa viene fatto bollire in acqua per 10

minuti. Una volta lasciati depositare i fondi,

è possibile bere la bevanda. Questo meto-

do di preparazione del caffè è diffuso prin-

cipalmente in Norvegia e, in generale, nei

paesi scandinavi: prevede l’uso di circa 10

grammi di caffè per ogni tazza da 15-20

centilitri.

solUBile o istantaneo

Si ottiene attraverso due procedimenti:

“spray-drying” o “liofilizzazione”.

Quest’ultima è probabilmente la soluzione

migliore, in quanto garantisce una bevan-

da dall’aroma migliore grazie a temperatu-

Page 45: 100 anni di Caffè Torrisi

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re non eccessivamente elevate. Preparare

un caffè solubile è estremamente sempli-

ce: basta farlo sciogliere in acqua bollente.

Solitamente si impiegano 1,3 grammi di

caffè per ogni 5 centilitri d’acqua.

caFFè espresso

Il caffè espresso viene preparato con un

metodo particolare, che consente di ot-

tenere una bevanda estremamente con-

centrata, con un gusto e un aroma intensi.

L’estrazione delle sostanze avviene trami-

te acqua depurata, vicina al punto di ebol-

lizione (90-95°C) e a pressione elevata (9

atmosfere). L’acqua resta a contatto con

il caffè per un tempo variabile dai 25 ai 30

secondi e per ogni tazza sono usati 6,5-7

grammi di macinato fine, proveniente da

caffè tostato medio o scuro. Ogni tazzina

contiene da 2 a 3,5 centilitri di caffè.

Fra le principali caratteristiche di un buon

caffè espresso sono da ricordare le se-

guenti:

La corposità - questo parametro è de-

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terminato in primis dalle emulsioni oleose

che si formano grazie alla presenza di mo-

lecole complesse in grado di stabilizzarle.

Bisogna anche considerare che la percen-

tuale di sostanze estratte è molto elevata

(25%) e che nel liquido sono presenti, in

sospensione, delle minuscole particelle di

macinato.

La crema - quella che viene definita crema

è in realtà una schiuma derivante dall’im-

missione di gas (aria e anidride carbonica)

all’interno del liquido. La parte che risulta

interessata alla formazione di tale schiuma

contiene degli oli emulsionanti;

L’aroma - la ricchezza dell’aroma di un

caffè espresso è dovuta principalmente

alla crema che impedisce alle sostanze

volatili di disperdersi subito dopo che la

bevanda è stata preparata.

Collezione De Simoneper Caffè Torrisi

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100 di questi caffè100 di questi caffè 9392

LE NOSTRE MISCELE DI CAFFÈ

Due linee di prodotti per due differenti modalità di consumo e di consumatori:

bar e alimentare.

al Bar con torrisi

Nei bar si usano macchine espresso professionali dove importante è il prodotto adope-

rato che deve, naturalmente, adattarsi alle esigenze di estrazione della macchina. Torrisi

seleziona miscele appositamente studiate per questo tipo di estrazione con una tostatu-

ra differenziata, ottenendo il massimo dell’espresso.

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Caffè Diamante – Anno di nascita 1986, in occasione dei 75 anni di storia

aziendale. Questa miscela è stata recuperata tra le antiche ricette del Sig.

Francesco Torrisi, era infatti la miscela che preferiva in assoluto e che ado-

perava per un uso strettamente personale. Miscela dalla consistenza fine e

impalpabile, composta con le migliori qualità di caffè presenti sul mercato.

Vero tocco di classe per gli amanti e gli intenditori di caffè, data anche la sua

straordinaria cremosità.

Super Miscela Torrisi - Anno di nascita 1946. La miscela più antica, la più

venduta del settore, nonché la più apprezzata e richiesta dai bar e ristoratori.

Dall’aroma fragrante e profumato, dotata di un’ottima corposità e cremosità.

Miscela Extra Bar - Anno di nascita 1954. Miscela dall’aroma forte e pro-

fumato e dall’elevata cremosità. È il caffè amato da chi non vuole rinuncia-

re al gusto forte e deciso.

Miscela Bar - Anno di nascita 1954. Miscela dall’aroma particolarmente

intenso, molto cremosa e corposa. Bevuto da coloro che preferiscono un

caffè forte e dall’aroma persistente.

Super Crema - La miscela Super Crema è la novità di Torrisi per tutti gli

amanti del caffè: il gusto inconfondibile con in più una cremosità che la-

scia assaporare tutto l’aroma del caffè.

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100 di questi caffè100 di questi caffè 9796

Tod - Anno di nascita metà anni ’60. Miscela di caffè decaffeinato, confezio-

nato in singole bustine monodose.

Decaffeinato Fresco Torrisi - Anno di nascita 2007. È l’evoluzione qualita-

tiva del Tod. Un decaffeinato con un contenuto di caffeina non superiore allo

0,10%, studiato appositamente per aumentare la fragranza, l’aroma e la cre-

mosità del caffè, rinunciando, nello stesso tempo, alla caffeina.

A CASA COME AL BAR

Tutto il piacere di sorseggiare un buon caffè,

stando comodamente seduti sul divano di casa.

Caffè Diamante - Anno di nascita 1986, in occasione dei 75 anni di storia

aziendale. Questa miscela è stata recuperata tra le antiche ricette del Sig.

Francesco Torrisi, era infatti la miscela che preferiva in assoluto e che ado-

perava per un uso strettamente personale. Miscela dalla consistenza fine e

impalpabile, composta con le migliori qualità di caffè presenti sul mercato.

Vero tocco di classe per gli amanti e gli intenditori di caffè, data anche la

sua straordinaria cremosità.

Page 50: 100 anni di Caffè Torrisi

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Chicco Oro - Anno di nascita primi anni ‘60. Dall’aroma fragrante e profumato,

dotata di un’ottima corposità e cremosità, è sicuramente la miscela più antica,

nonché la più apprezzata dalle famiglie.

Caffè Arabesco - Anno di nascita metà anni ‘90. Miscela dall’aroma profumato

e intenso. Ottimo per una piacevole pausa e per una carica immediata.

Gran Chicco - Anno di nascita metà anni ‘60. Miscela dall’aroma forte e profu-

mato, cremosa al punto giusto e chiamata pure “il forte aroma Torrisi”. È il caffè

preferito dagli amanti dell’aroma e del gusto particolarmente deciso.

Chicco Casa - Anno di nascita primi anni ‘60. Miscela dall’aroma particolar-

mente intenso, molto cremosa e corposa. Bevuto da coloro che preferiscono

un caffè forte e dall’aroma persistente.

Bar Oro - Anno di nascita metà anni ‘90. Dall’aroma fragrante e

profumato, dotata di un’ottima corposità e cremosità, è sicura-

mente la miscela più antica, nonché la più apprezzata dalle fami-

glie. Nata per le macchinette espresso domestiche, grazie a que-

sta miscela è possibile preparare anche a casa un espresso buono come al bar. Bar Oro

“In grani” (per chi possiede il classico macinino e si diletta nella macinazione, proprio

come si faceva un tempo) e “Macinato” (dalla consistenza straordinariamente fine).

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Espresso in cialde - Anno di nascita: 2006. Orgoglio della famiglia Torrisi. È il

prodotto che ha rivoluzionato il modo di preparare e di gustare il caffè.

Le cialde di casa Torrisi, anche decaffeinate, sono un prodotto particolarmente

amato e destinato ad un largo consumo. Ecco perché: sono facili da usare, pre-

sentano un aroma inconfondibile e una qualità garantita, grazie ad un dosaggio

perfetto e ad una giusta pressatura. Inoltre, la loro speciale confezione sotto-

vuoto garantisce tutta la freschezza della buona tradizione del caffè.

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100 di questi caffè 103

THE ONE ESPRESSO

Nei pack da 25 e 50 capsule, la linea The One Torrisi si suddivide in Verde e Blu.

La differenza? Semplice. La linea Verde comprende capsule perfettamente compatibili

con tutte le macchine da caffè Lavazza oggi in commercio, mentre le capsule della linea

Blu sono perfettamente compatibili con le macchine da caffè Nespresso.

L’eccellente miscela di caffè pregiati, contenuta all’interno della capsula, permette l’ero-

gazione di un espresso perfetto, per una pausa che inebrierà sensi e palato.

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ecco perché scegliere le nostrae capsUle.

I vantaggi:

• semplici da usare: inserita la capsula all’interno della macchina, basta premere l’appo-

sito pulsante per un espresso eccellente;

• velocità di preparazione: la dose del caffè è già quella ottimale ed è subito pronta all’uso;

• pulizia: non si rischia la fuoriuscita di prodotto perché rimane nella capsula;

• freschezza: le capsule vengono confezionate singolarmente, in atmosfera protetta.

Questo significa che all’apertura, l’aroma sprigionato è quello originale al momento del

confezionamento.

Un gUsto costante nel tempo

L’uso delle capsule permette di avere sempre una miscela perfetta, rotonda e aromatica.

Il suo preconfezionamento fa sì che il prodotto non sia soggetto a mutazioni nel tempo.

Le capsule “The One Espresso” Torrisi sono, infatti, conservate in una confezione salva-

fragranza che mantiene intatti i profumi e il gusto del caffè appena macinato.

niente sprechi

Le nostre capsule contengono la dose perfetta abbinata al corretto grado di macinatura.

Il risultato? Un ottimo espresso, senza inutili dispersioni di caffè.

Un sistema pratico e pUlito

L’uso delle capsule è estremamente igienico. A fine erogazione, la capsula viene espulsa

automaticamente nella pratica vaschetta raccogli-capsule, senza alcuna dispersione di

polvere di caffè.

in sintesi

Con “The One Espresso” Torrisi, il vero espresso è subito pronto.

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LIQUORE E CREMA AL CAFFÈ DIAMANTE

Da un’antica ricetta nasce il Caffè Diamante: uno dei più buoni ed esclusivi di casa Torri-

si. Un’eccezionale miscela creata con le più pregiate qualità di Arabica provenienti dalla

Costarica, dalla Colombia, dal Guatemala e da Santo Domingo.

La perfetta tostatura di ogni singolo chicco e la provata esperienza della Distilleria Fi-

chera, maestra nella trasformazione del caffè in liquore, hanno dato origine alla crema e

al liquore al Caffè Diamante, prodotti orgoglio della famiglia Torrisi, interamente naturali

e rigorosamente artigianali.

In entrambi è racchiuso il gusto autentico ed eccezionale del rinomato caffè siciliano.

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Progetto personalizzazione The Onecon prodotti esclusivi a marchio Torrisi

L’APOTEOSI DEL GUSTO E DELLA PRATICITÀ

LINEA VENDING

Torrisi ha sviluppato una serie di prodotti destinati alla distribuzione automatica.

Le linee “Vending Ristorazione e Ufficio” sono la soluzione ideale per le attività di risto-

razione e per quelle degli uffici.

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Ai ristoranti, Torrisi propone una nuova macchina da caffè a cialde professionale, ad un

gruppo o a due, con erogazione acqua e vapore. Facile da usare, basta inserire la cial-

da, premere il pulsante e l’espresso è pronto. Al ristorante un gusto unico esaltato dalle

prestazioni della nuova macchina per espresso Torrisi.

La bontà, l’aroma e la cremosità del caffè espresso Torrisi anche durante le ore di lavoro

con il pratico “KIt Ufficio”.

Le cialde in monodose e la macchina del caffè, in dotazione e facile da usare, garanti-

scono un caffè buono come al bar. Solo 15 secondi e pochissimi gesti per un perfetto

espresso in ufficio.

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la miscelazione, la tostatUra e la selezione

Fotocromatica.

Il caffè è un prodotto agricolo dove ogni

chicco non è mai uguale all’altro, sia per

dimensione, forma e peso. Anche se nei

paesi di origine viene già fatta una sele-

zione in base alla grandezza del chicco

stesso, questa non basta per risolvere pro-

blemi di alterazione di aroma che nascono

in fase di tostatura e che poi si avvertono

quando si beve il caffè. In base alla qualità

di caffè da tostare, la tostatrice viene pro-

grammata sia per il tempo di cottura che

per la temperatura; la minima variazione

di grandezza e di forma del singolo chic-

co, rispetto allo standard, può far sì che lo

stesso risulti bruciato (colore scuro) o poco

tostato (colore marrone/verdastro). Qui

nasce il problema: in fase di preparazione

della bevanda, i chicchi “difettosi” posso-

no causare le fastidiose alterazioni di aro-

ma, come ad esempio sapore di bruciato

o asprezza. La “selezionatrice elettronica

fotocromatica per colore”, adottata da de-

COME AVVIENE LA LAVORAZIONE DEI NOSTRI PRODOTTI

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100 di questi caffè100 di questi caffè 115114

cenni dall’azienda Torrisi, assicura invece

una qualità costante, elimina infatti sia i

chicchi eventualmente bruciati che quelli

poco tostati, permettendo così di mante-

nere inalterate nel tempo le elevate carat-

teristiche delle miscele. Insomma i chicchi

Torrisi sono controllati uno ad uno, per un

caffè di straordinaria qualità e bontà.

solubili, di cui è composto l’aroma, inte-

ragiscono, si attenuano o variano, anche

in assenza dell’aria per effetto del sotto-

vuoto, fino a renderlo non più omogeneo;

tutto questo non vuol dire che la bevan-

da ottenuta non sia un ottimo caffè, dato

che la sua bontà dipende da altri fattori

(miscela, tostatura, selezione, ecc…).

IL CONFEZIONAMENTO

L’evoluzione della tradizionale tecnica

di conservazione del caffè torrefatto, il

sottovuoto, ha evidenziato una serie di

inconvenienti, tra cui il più importante, la

perdita in un tempo più o meno limitato,

di alcune componenti dell’aroma. L’insie-

me di sostanze instabili e diversamente

Riuscire a “catturare” anche la parte più

volatile dell’aroma e fornire quindi un pro-

dotto completamente protetto, è stato il

nostro obiettivo.

amBientazione del caFFè in atmosFera

Immettere all’interno della confezione una

calibrata atmosfera formata da gas inerte

Modalità di confezionamento Linea di confezionamento e controlloAssemblaggio pack

Page 59: 100 anni di Caffè Torrisi

100 di questi caffè100 di questi caffè 117116

(che non si lega chimicamente con le so-

stanze organolettiche contenute nel caf-

fè) in sostituzione dell’aria estratta con il

sottovuoto. Questa atmosfera stabilizza

tutte le sostanze instabili presenti nell’a-

roma, bloccandole all’interno del chicco e

creando così una protezione totale.

Il sistema, ad elevato contenuto tecnolo-

gico, permette una perfetta e lunga con-

servazione del prodotto e una sua precisa

stagionatura; anche dopo molti mesi, il

caffè espresso, ottenuto da miscele così

protette, sarà sempre ottimo, come se

fosse fatto con un caffè appena tostato.

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IL FUTURO DELL’AZIENDA TORRISI

Il mercato del caffè in questi ultimi anni ha registrato cambiamenti nello stile del consumo

e quindi anche nelle varie proposte commerciali veramente forti e impattanti. Si può sicu-

ramente definire il nuovo scenario come un New Market.

Il mercato tradizionale del consumo di caffè in casa, è quello che maggiormente sta regi-

strando il cambiamento più evidente: molte sono ormai le famiglie che abbandonano la

vecchia moca o la macchina espresso tradizionale a favore delle nuove tecnologie. Queste

permettono di gustare un vero espresso italiano con una semplicità e una costanza fino

ad ieri impensabili con i vecchi sistemi. E’ il mercato delle cialde e delle capsule, dove la

dose di caffè macinato “espresso” è contenuta o in un involucro di carta o in un piccolo

contenitore di plastica a seconda delle preferenze del consumatore. Ormai gustare un vero

espresso è un semplice gesto. La nostra Azienda ha immediatamente intuito la crescente

domanda in casa di questi nuovi sistemi ed, acquisendo le dovute tecnologie, ha lanciato

sul mercato “Le Cialde di Casa Torrisi”, reperibili in comodi astucci da 18 monodosi così

come in box da 40 e 72 per i “grandi” consumatori. Il riscontro è stato positivo, conferman-

doci di aver centrato, ancora una volta, quelle che erano le reali esigenze dei nostri clienti.

Per non parlare del successo della nuovissima linea capsule “The One by Torrisi”. Nelle

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confezioni da 25 e 50, le nostre capsule sono il fiore all’occhiello che completa la nostra

ampia gamma prodotti. L’uso sempre più diffuso delle macchine da caffè per espresso ci

ha spinti ad allinearci ad una fetta di mercato, in continua crescita ed espansione; le nostre

capsule sono infatti perfettamente compatibili con le macchine da caffè per espresso La-

vazza e Nespresso oggi in commercio. Facili da usare, pratiche, comode, con le capsule

delle linea The One tutti possono assaporare un espresso sublime, perfetto.

La nostra famiglia ha sempre dato grande importanza ai bar, non ci dimentichiamo che in

l’Italia, e soprattutto nel Meridione, il Bar è parte integrante della nostra cultura nazionale.

Cosa gira intorno ai nostri Bar? Essi sono centri di sempre viva creatività, ma anche di

solida rappresentazione e ambasciatori della nostra tradizione gastronomica, culturale e

sociale che tutto il mondo ci invidia e cerca di emulare. I nostri momenti migliori, gli incontri

con gli amici, i nostri attimi di pausa trovano nei nostri Bar il luogo ideale. Noi come Caffè

Torrisi ci sentiamo ormai parte integrante di questa pietra miliare italiana e quindi abbiamo

la cura che è dovuta ad un mercato che rappresenta il cuore pulsante non solo della no-

stra Azienda ma dei nostri costumi e delle nostre tradizioni. Sono decenni che abbiamo

applicato tecnologie nella produzione che solo oggi, altre Aziende nazionali, cominciano

ad approcciare: la selezione fotocromatica chicco per chicco del caffè torrefatto e la con-

servazione delle nostre miscele in atmosfera inerte per bloccare l’inevitabile ossidazione

dei pregiati oli del caffè e la relativa perdita della fragranza del nostro aroma.

In aggiunta alla nostra tradizione abbiamo anche studiato un format specifico di offerta

delle ultime novità di stili e gusti di caffè che pensiamo siano il futuro prossimo della do-

manda da parte del mercato dei giovani, Un segmento di “futuri” consumatori sempre alla

ricerca di novità continue. Il tutto si concretizza con la creazione del nostro coffee corner

The ONE Coffeelounge che ha la bellezza di 25 differenti offerte per poter gustare il caffè

Torrisi, dall’espresso tradizionale a quello più ricercato e di tendenza. In sostanza, i nostri

Clienti Bar, con noi sanno di avere già un piede in quello che sarà il mercato del futuro.

Inoltre, abbiamo inserito tra le nostre offerte commerciali altrettanti nuovi prodotti, oggi in

fase di crescita, come la crema al caffè freddo, l’espresso d’orzo e il caffè al ginseng.

La strada percorsa è stata lunga, tanti i progetti realizzati e tanti obiettivi raggiunti, ma le

energie e le idee non ci mancano, come del resto non ci sono mai mancate in tutti questi

anni e per tutte le passate generazioni che mi hanno preceduto. Solo grazie ad un lavoro

di gruppo siamo sicuri che per i prossimi anni riusciremo a crescere ancora, innalzando sia

il livello di produzione che il nostro fatturato.

Noi dopotutto diciamo sempre, che dal momento in cui consegniamo le nostre miscele ai

nostri Clienti non abbiamo assolutamente finito il nostro lavoro, semmai è il momento in

cui iniziamo a dare il nostro meglio. E questo da soli 100 anni.

Francesco TorrisiDirettore Commerciale

Compagnia Meridionale Caffè SpA

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