10 agosto 2013 conferenza Esperanto
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LUDWIK LEJZER ZAMENHOFnome più volte italianizzato in Ludovico Lazzaro Zamenhof, (Bialystok, (Polonia) 15 dicembre 1856 – Varsavia, 14 aprile 1917), medico, linguista, glottologo polacco. Nella sua città vivevano diversi abitanti: polacchi, russi, ebrei, tedeschi. La diversità dei costumi, delle usanze, delle tradizioni e soprattutto delle lingue parlate, causava ogni giorno dispute, incomprensioni, inimicizie, le quali spesso raggiungevano la crudeltà di battaglie.
Molto impressionato da questi fatti, Ludwik, ancora ragazzo, maturò l’idea di poter aiutare i diversi popoli nei loro rapporti, e, pensando giustamente che la diversità della lingua non consentisse loro di conoscersi bene e di stimarsi reciprocamente, elaborò, coraggiosamente e con entusiasmo, una nuova lingua sulla base delle già esistenti lingue nazionali.
Il 26 luglio 1887, Zamenhof, con l'aiuto economico del futuro suocero, riuscì a pubblicare l'Unua Libro (Primo Libro) che fu la prima pubblicazione in russo a descrivere la lingua ausiliaria internazionale esperanto (allora conosciuta come Lingvo Internacia, "lingua
internazionale"). Fu in seguito ripubblicata sempre in russo nel 1888, in ebraico nel 1889 e successivamente in polacco, francese, tedesco e inglese. Questo libretto includeva una
versione in esperanto del Padre Nostro, alcuni versi della Bibbia, un modello di lettera, due poesie originali (Mia penso e Ho, mia kor'), le sedici regole grammaticali della lingua e 900
radici del vocabolario. Zamenhof dichiarò che, "una lingua internazionale, come una nazionale, è proprietà di tutti." E firmò il lavoro con lo pseudonimo di "Doktoro Esperanto", ( Dottor Esperanto), pseudonimo dal quale derivò il nome ESPERANTO che, in lingua esperanto, significa "colui che spera".
Zamenhof non volle mai essere considerato il creatore della Lingua Internazionale ma soltanto l’iniziatore dell’ESPERANTO, perché era convinto che la vera lingua doveva poi essere creata dalla vita pratica.
Infatti egli non stampò subito un vero e proprio Vocabolario Completo, ma considerò il suo lavoro come un seme gettato al
mondo, da cui avrebbe dovuto poi nascere tutta la lingua. E il primo opuscolo grammaticale conteneva solo la base dei vocaboli, perché il resto doveva essere creato dalla umana
società e dalla vita.L‘evoluzione dell’Esperanto si manifestò principalmente
nell’aumento progressivo delle radici.
Le regole della grammatica dell'esperanto sono state scelte da quelle di varie lingue studiate da Zamenhof, affinché fossero semplici da imparare e nel contempo potessero dare a questa lingua la stessa espressività di una lingua etnica; esse non prevedono eccezioni. Anche i vocaboli derivano da idiomi preesistenti, in gran parte da latino, lingue romanze (in particolare italiano e francese), lingue germaniche (tedesco e inglese) e lingue slave (russo e polacco).
Le 16 regole dell'Esperanto, che costituiscono una grammatica molto semplice e che non ha eccezioni, vennero originariamente pubblicate il 26 luglio 1887 dal fondatore dell'esperanto, Ludwik Lejzer Zamenhof, all'interno dell'Unua Libro, in francese, inglese, russo, tedesco e polacco. Non tutte le versioni erano equivalenti, e avevano delle piccole differenze di contenuto tra di loro. In seguito, queste Regole. furono ripubblicate, nel 1905, insieme ad un "dizionario universale" e una collezione di esercizi, sotto il titolo di Fundamento de Esperanto; quest'ultimo volume è considerato una pietra miliare della storia della lingua esperanto.
Nel 1887 il Primo Vocabolario consisteva in 931 elementi tra radici,
affissi, suffissi, nomi propri, mentre nel 1893 nel volume “Universala Vortaro”
si trovavano già 2.644 particelle alfabeticamente ordinate.
• Ad oggi sono apparsi in Esperanto, oltre ai normali vocabolari bilingue per tutte le principali lingue del mondo, diversi terminari e vocabolari specialistici relativi alla musica, filosofia, scienza, tecnica, economia, e altro.
Nel “Plena Vortaro” del 1954, erano contenuti 7.866 vocaboli, dai quali si potevano formare circa 80.000
parole.Il più completo vocabolario monolingue illustrato della lingua Esperanto, redatto da un gruppo di specialisti
sotto la guida del Prof. Waringhien (Francia), contiene più di 1.300 pagine.
Il bilingue Italiano-Esperanto del Prof. Carlo Minnaja (Università di Padova), presenta nelle sue 1.400
pagine più di 40.000 voci.
Nel “Plena Vortaro” del 1954, erano contenuti 7.866 vocaboli, dai quali si potevano formare circa 80.000 parole.
Il più completo vocabolario monolingue illustrato della lingua Esperanto, redatto da un gruppo di specialisti sotto la guida del Prof. Waringhien (Francia), contiene più di 1.300 pagine.
Il bilingue Italiano-Esperanto del Prof. Carlo Minnaja (Università di Padova), presenta nelle sue 1.400 pagine più di 40.000 voci.
La Lingua Internazionale Esperanto ha il solo scopo di dare agli uomini di popoli
diversi […] la possibilità di comprendersi l’un l’altro, ma essa in nessun modo intende
influenzare gli usi linguistici interni dei singoli popoli.
Lazzaro Ludovico Zamenhof (1900) – Essenza e
futuro dell’idea di lingua internazionale
Una lingua semplice ma espressiva, appartenente all’umanità e non a un popolo.
• Proprio così: l’ESPERANTO è una lingua semplice perché la sua Grammatica è molto semplice.
• E si presta ottimamente ad essere studiata anche senza maestro e in età adulta. Esistono molti manuali e grammatiche in diverse lingue, anche in italiano.
Il pioniere della diffusione dell’Esperanto in Italia fu Daniele Marignoni, il quale pubblicò nel 1889, in italiano, la “Grammatica della Lingua Internazionale Esperanto”. In quegli anni il movimento esperantista era ancora rappresentato da un’èlite di persone.
L'Esperanto è una lingua comune, ausiliaria, neutrale. E’ neutrale, perché dovrebbe essere usata come 2^ lingua,
senza sostituire la propria, per il contatto e la comprensione reciproca tra genti di lingue diverse e, contrariamente a quanto ancora
oggi alcuni pensano, non ha mai voluto imporsi come lingua unica mondiale
sopprimendo le altre ma essere usata come lingua-tramite fra le diverse nazioni che così avrebbero potuto dialogare e comprendersi a vicenda, proteggendo le lingue minori e
quindi la differenza linguistica.Lo strumento, per uno studio breve facile
dilettevole, per un passatempo che procura un aiuto prezioso nei viaggi, negli affari,
negli studi, e che facilita la corrispondenza interpersonale, la comunicazione, la
comprensione e il dialogo fra gente di culture diverse, è:
LA CHIAVE CHE APRE IL MONDO
Le Chiavi dell’Esperanto nelle diverse lingue. Sono libretti contenenti l’intera grammatica e circa 2.000 vocaboli che permettono senza studio preventivo di
“decifrare” rapidamente un testo scritto in esperanto per mezzo di una “Chiave”.
L’espressività della lingua
ESPERANTO, simile a quella
delle lingue naturali, è
dimostrata dalla traduzione di opere
di notevole spessore letterario.
La cultura originale
esperantista ha prodotto e produce
in tutte le arti: dalla poesia alla
prosa fino al teatro e alla musica.
.Il primo compositore che scrisse musica per gli esperantisti fu Claes Adelsköld , un ingegnere svedese che rivestì di note il poemetto di Zamenhof “LA ESPERO” , (1891), che fu il primo inno esperantista eseguito in
molte manifestazioni fino all’anno 1905.Fu appunto nel 1905 durante il 1° Congresso Universale di Esperanto a Boulogne sur-Mer (Francia) che
venne presentata la nuova versione melodica dell’Inno LA ESPERO, data dal compositore francese Fèlicien de Menil, musicista che aveva studiato al Conservatorio di Parigi
.
L’Inno LA ESPERO, nella versione del compositore Felicien de Menil, continuò ad essere eseguito senza interruzione nei Congressi Esperantisti nazionali e internazionali.
Molti altri musicisti si cimentarono nella prova di dare un’altra veste musicale all’Inno, ma senza che la loro musica raggiungesse mai la popolarità ottenuta da quella del Felicien de Menil
Una vasta letteratura, ricca di opere originali e traduzioni, sta a dimostrare la plasmabilità dell’Esperanto che procura al lettore la sensazione di leggere nel suo testo stesso una lingua che non conosce e la possibilità di
dare arte al pari di ogni altro linguaggio, come la traduzione in rima dell’Inferno di Dante.Opere di tutti i popoli, di tutte le epoche, di tutti i generi, provano che tradurre un’opera di Arte in esperanto consente per flessibilità una resa migliore di ogni altra lingua. L’Esperanto serve quindi a far conoscere ai
popoli di tutto il mondo le opere di maggior rilievo delle letterature nazionali e, specialmente, di quelle, come la cinese, la croata, la giapponese, che non si trovano tradotte nelle lingue più diffuse.
Tra le opere tradotte occupano un posto speciale decine di Antologie delle letterature nazionali, tra cui la “ ITALA ANTOLOGIO”, ossia l’Antologia della Letteratura Italiana, pubblicata nel 1987.
Sono state tradotte in lingua esperanto diverse opere religiose e poetiche, fiabe e romanzi, quali La Bibbia, il Corano, la Divina Commedia, Pinocchio, poesie del Leopardi, del Pascoli (“La Deka de Aŭgusto”, “Al Massa”).
Ma oltre alla letteratura tradotta, l’Esperanto ha anche una sua letteratura originale che viene ogni giorno arricchendosi di nuove opere di ottimi scrittori, sia in prosa sia in versi. Una letteratura originale in lingua esperanto che abbraccia tutti i
campi dalla poesia, alla prosa, al teatro, alla letteratura infantile, filosofia, scienza, tecnica.
Sono pubblicati in esperanto
anche Giornali e Riviste
diffusi in tutto il mondo, tra
cui
“Esperanto”,
“Eventoj”,
“Heroldo”,
“Monato”,
“L’Esperanto” in Italia,
e tante altre, altrettanto importanti.
L’Unione Postetelegrafonica Internazionale, nel 1925, dichiarò l’Esperanto “lingua chiara” nell’uso telegrafico internazionale. E sempre nel 1925 vennero emessi i primi francobolli con testo in Esperanto e poi stampate diverse cartoline postali.
L’Esperanto viene usato e serve in ogni campo: case commerciali, fiere campionarie, organizzazioni turistiche, compagnie di
navigazione, servizi aerei. stazioni radio che hanno trasmissioni regolari in Esperanto. Una lingua usata anche da Amministrazioni
finanziarie, doganali, ferroviarie, e postali.
La logica con cui è stata creata minimizza l'ambiguità, per cui si presta a essere usata in
informatica, nel ramo della linguistica computazionale, per il riconoscimento automatico
del linguaggio (cfr. studi del Prof. Antonio Zampolli, UNIPI, che è stato uno dei pionieri della
Linguistica computazionale a livello internazionale)
Molto usata è la posta elettronica anche in lingua Esperanto. Wikipedia, come esiste in
inglese e in italiano, parimenti esiste in Esperanto.
Nel 1905, durante il 1° Congresso Universale di Esperanto a Boulogne sur-Mer (Francia), viene fondata “La Akademio de Esperanto” per curare il
rispetto dei principi fondamentali della lingua e ne controlla l’evoluzione. Altre Istituzioni esistono nelle singole nazioni per organizzare, disciplinare, e
controllare l’insegnamento dell’Esperanto e le sue applicazioni sotto l’aspetto didattico e linguistico, come l’ILEI, (Internacia Ligo de Esperantistaj
Instruistoj).Una grande istituzione internazionale è l’Associazione Universale
Esperanto (U.E.A.), che promuove e facilita relazioni e servizi pratici in tutte le parti del mondo e organizza i Congressi Universali che si tengono ogni anno e che offrono l’occasione a migliaia di partecipanti di usare questa
lingua.
Particolari categorie di persone, quali insegnanti, operai, ferrovieri, filatelici, cattolici, giornalisti, scienziati, che usano
l’Esperanto per finalità e interessi specifici, si raggruppano in Associazioni internazionali (Fakaj Asocioj), una speciale
organizzazione esiste anche fra i non-vedenti (Blinduloj), che hanno periodici e pubblicazioni di esperanto in braille.
Numerosi gruppi di esperantisti si costituiscono in Associazioni locali, per utilizzare la lingua e divulgarne la valorizzazione. Queste Associazioni fanno capo a una organizzazione nazionale
che ne coordina le attività e rappresenta il movimento generale: in Italia fanno capo alla F.E.I., la Federazione Esperantista Italiana riconosciuta dalla Stato come Ente Morale.
La FEI organizza ogni anno il suo Congresso, fra i tanti ricordiamo il 27° Congresso Nazionale e il 47° Congresso Italiano di Esperanto che si sono tenuti a Massa rispettivamente nel 1954 e nel
1976..
Durante quest’ultimo (1976) venne inaugurato il busto in marmo di Carrara dedicato a Zamenhof dallo scultore prof. Riccardo Rossi nella Biblioteca Esperantista che in
quel periodo era ubicata presso il Castello Malaspina di Massa
In Italia diversi Gruppi Esperantisti hanno dato vita ad un vero e proprio movimento in favore della Lingua Internazionale, tra questi è da ricordare
il “Gruppo Esperantista Massese”
A partire dagli anni ’50 i fratelli Mario e Catina Dazzini di Massa si fecero promotori
del progetto d’istituire una Biblioteca Nazionale di Esperanto.
Tale iniziativa, grazie al loro pluriennale interessamento, si realizzò con la creazione del primo nucleo della Biblioteca raccolta dalla FEI che fu trasferita al Castello Malaspina e
poi donata all’Archivio di Stato di Massa sotto la cui giurisdizione oggi è inquadrata. Essenziali per la creazione
del patrimonio librario sono state le donazioni dei personaggi più rappresentativi del Movimento Esperantista
Italiano di quell’epoca, tra cui i professori Elio e Bruno Migliorini, il prof. Grazzini, il magnifico Rettore Giorgio
Canuto, la famiglia Minnaja, l’avvocato Boscarino, padre Bianchini, gli stessi Mario e Catina Dazzini e tantissimi altri.
La Biblioteca Nazionale di Esperanto, o Biblioteca esperantista italiana, è una biblioteca italiana riservata ad opere letterarie in esperanto o relative a tale lingua; ha sede a Massa, in Toscana.Fondata nel 1972, è una delle più importanti biblioteche di esperanto al mondo per numero di volumi ospitati. Curata dalla Federazione Esperantista Italiana, è oggi un'istituzione pubblica, facente capo all'Archivio di Stato di Massa ed inserita nella Rete Provinciale delle Biblioteche di Massa (REPROBI).Nella sua nuova collocazione interna all'Archivio di Stato, è stata inaugurata e presentata al pubblico il 25 ottobre 2008 con un convegno dal titolo "Dall'Esperanto storico al multimediale", ospitato nella Sala della Resistenza del Palazzo Ducale di Massa.La raccolta vera e propria ebbe inizio appunto nel 1972, allorquando Mario Dazzini ricevette un raro testo (la prima grammatica di lingua esperanto pubblicata in Italia, ad opera del cremasco Daniele Marignoni) in dono da parte del linguista Bruno Migliorini e del fratello geografo Elio Migliorini.Del nucleo costitutivo della raccolta facevano parte, oltre ad altri testi forniti dai Migliorini, i volumi donati dall'avvocato Boscarino di Ragusa, da Corrado Grazzini, da Luigi Minnaja e da altri esperantisti italiani.La biblioteca ebbe sede dapprima nel Castello Malaspina, sulle alture della cittadina massese, per poi essere trasferita – più comodamente – nei locali dell'Archivio di Stato di Massa.Nel marzo 1994 la Biblioteca e l'archivio annesso vennero donati allo Stato e all'Amministrazione Archivistica del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali.
Il Gruppo Esperantista Massese "Mario Dazzini" ha iniziato dal
gennaio 2007 l'inventariazione e catalogazione dei libri. Il processo di recupero e catalogazione delle opere contenute nella biblioteca è stato promosso e finanziato dalla
provincia di Massa-Carrara, insieme alla Regione Toscana e in accordo con l'Archivio di Stato
di Massa. Il Catalogo della Biblioteca Nazionale di Esperanto è
attualmente consultabile dal sito della Rete delle biblioteche della
provincia di Massa-Carrara: http://www.reprobi.it.
La biblioteca è specializzata in opere scritte in esperanto o relative alla lingua; sono presenti, in particolare, i campi della linguistica, della letteratura, della teologia e della politica. Una buona parte del patrimonio librario presente consiste in traduzioni di opere di prosa e di poesia di ogni parte del mondo, di tutte le materie.Sono presenti centinaia di testate di periodici, non ancora catalogati, e altri documenti quali corrispondenze, diari di viaggio, immagini fotografiche e vinili.
Oggi la Biblioteca Nazionale di Esperanto di Massa è fonte di ricerca per studiosi e studenti,
prova ne sono le Tesi di Laurea, poi donate dagli autori.
Con l’ESPERANTO si è cittadini del mondo
… E chiunque vorrà, potrà viaggiare in qualunque continente e regione
del mondo sapendo di capire tutti e di essere da tutti capito.
…Kaj kiu ajn tion deziros, povos vojaĝi al iu ajn kontinento kaj
regiono de la mondo, certa ke li estos komprenata de ĉiuj kai ke ĉiuj
lin komprenos.