10-07-2018 - sangiovannieruggi.it 10 luglio...Ospedale del Mare, arriva la ministra ..... 28 Pulizie...

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10-07-2018 Media Monitoring per Rassegna stampa del 10-07-2018

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10-07-2018

Media Monitoring per

Rassegna stampa del 10-07-2018

AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona 1 ................................................................................ Disponibilità posti letto al "Ruggi": ecco il report dell'Azienda 1 ........................................ Alpi al Ruggi: 21mila euro per i dipendenti del Cup 2 ............................................................ «I posti letto disponibili al Ruggi sono più di 500, 716 invece previsti» 4 .......................... «Incubo a ostetricia, sporcizia e favoritismi» 5 ....................................................................... Mancano i medici, l'Asl punta sui neo specializzati 6 ............................................................. Università - "Ruggi", è fine dell' idillio La Facoltà di Medicina si perde tra la politica

8 ................................................................................................................................................ Sanità Salerno e provincia 10 ............................................................................................................

Lucia Esposito all' Asl di Salerno Così nasce l' affare De Luca-Pittella 10 .......................... Manca il personale, l' ospedale rischia la paralisi 12 ............................................................. Nel corridoio dell' obitorio immondizia abbandonata 13 .......................................................

Sanità Campania 14 ............................................................................................................................. Asl, atto aziendale ok: ecco le prescrizioni della Regione 14 ................................................ «Ha agito indisturbato tanti colleghi complici» 16 ................................................................. Cardarelli, via al maxiconcorso per infermieri 18 ................................................................... Forlenza "Sono indignato e mi vergogno Così la sanità non decollerà mai in Campania"

19 .............................................................................................................................................. Già scelto il successore è il chirurgo Tatafiore 21 .................................................................. IL DIRITTO ALLA SALUTE VA RISPETTATO 22 ............................................................................ LA CADUTA SENZA FRENI DEL SENSO DEL DOVERE 23 ........................................................... La novità Il Cardarelli sulla nuvola 25 ....................................................................................... Moscati, nominati due primari Asl, «ridisegnati» i distretti 26 ............................................ Ospedale del Mare, arriva la ministra 28 .................................................................................. Pulizie negli ospedali l' Asl paga il consorzio operai senza stipendio 30 ............................ Quattro ricoverati trasferiti prima della festa del «principe» Lui: «Mancavano

infermieri» 32 ......................................................................................................................... Reparto chiuso arriva il ministro «Grave danno» 34 ............................................................... Reparto chiuso per un partysostituito il primario Oggi arriva il ministro Grillo 36 ........... Reparto chiuso, tutti alla festa «Così ho smascherato il primario» 38 ................................ Tensione nel reparto sotto accusa sfoghi, proteste e controlli a raffica 39 .......................

Sanità nazionale 41 ............................................................................................................................. "Come sono diventata la mamma di Daniele dopo un tumore al seno" 41 ......................... "La burocrazia contro i malati" 43 ............................................................................................. "Reazioni avverse" alle vaccinazioni: solo un centinaio ogni milione di abitanti 45 ......... Al pronto soccorso marocchini picchiano medico e infermieri. E poi li denunciano

47 .............................................................................................................................................. «Il blocco del turnover un problema da Nord a Sud Richiamiamo i pensionati» 49 .......... «Le poche assunzioni programmate nel 2018 procedono a rilento» 51 .............................. Embrioni dalle cellule della pelle E la vita non passerà più dal sesso 53 ............................ Generazione provetta 55 ............................................................................................................. Il malato al centro ma: gli farà bene? 57 .................................................................................. Il San Raffaele fattura 637 milioni (58,6 in ricerca) 58 .......................................................... Il super medico che ha ricostruito la pelle di un bambino-farfalla 59 ................................. L' emorragia dei medici in un Paese di laureati 61 ................................................................. LA POLITICA SI SVEGLI 63 ............................................................................................................ Le regole e le dosi, per bambini e adulti 65 ............................................................................. Quando la cannabis è nella ricetta 67 ....................................................................................... Regioni pronte a trovare l' intesa sugli Ospedali di comunità 69 ......................................... Visite in nero in ospedale, l' ombra degli aborti clandestini 71 ...........................................

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09/07/2018 salernotoday.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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Disponibilità posti letto al "Ruggi": ecco il reportdell'Azienda

Una nota del Ruggi fa luce sulladisponibilità di posti letto (575) e sulnumero (716) che il Piano OspedalieroRegionale prevede nella piena ecompleta attuazione "Riduzioni estive diposti letto, causa accorpamento, nonsuperiori alle 50 unità". Una nota inviatadall'Azienda Ospedaliero UniversitariaSan Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona faluce sulla disponibilità di posti letto (575) e sul numero (716) che il PianoOspedaliero Regionale prevede nella piena e completa attuazione. Accorpamento"Nel periodo estivo - illustra la nota -, considerata la carenza di personale alla qualesi sta ponendo rimedio con numerose assunzioni e dovendo concedere le ferie alpersonale medico e di comparto, si provvede gradualmente ad accorpamenti checomportano, in totale, una riduzione di posti letto che non supererà le 50 unità. Afronte di tale lieve riduzione, l’Azienda continua a garantire tutte le normali attività,potenziandone addirittura alcune: la nostra UOC di Oculistica è l’unica, in Regione, agarantire gli interventi in urgenza h 24 nel mese di agosto; nei mesi estivi si registraun aumento delle fratture di femore over 65 per le quali si sta continuando agarantire l’intervento entro le 48 ore; nel periodo estivo si intensifica l’attività diterapia iperbarica".

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10/07/2018 La Città di Salerno

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 8

Alpi al Ruggi: 21mila euro per i dipendenti del Cup(m. c.)

Alcuni fondi accantonati in bilancio, paria oltre 21mila euro, saranno utilizzatidall'Azienda ospedaliera universitariaSan Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragonaper retribuire i lavoratori del Centrounico prenotazioni (Cup), incluse le oredi straordinario effettuate di pomeriggioper consentire i pagamenti per leprestazioni eseguite dai medici in Alpi(l'Attività libero professionaleintramuraria). Nella delibera pubblicatasul sito aziendale Attività Alpi - fondocomparto è spiegato che il «vigenteregolamento Alpi prevede che la quotapercentuale denominata Fondo comunecomparto, pari al 3 per cento dellatariffa, debba essere utilizzata per leattività di supporto ». E chi lavora alRuggi ne sa qualcosa. L'ospedale haassicurato l'apertura dello sportellounico Cup-ticket anche nelle orepomeridiane e, per farlo, ha impegnato ilpersonale di front office. Così, di pomeriggio, i pazienti hanno potuto pagare glionorari dei dirigenti medici autorizzati a svolgere l'Alpi, ma il lavoro è svolto fuoridall'orario di servizio a causa delle carenza di personale. Quindi, la somma del fondocomune del comparto pari a circa 21mila euro (esattamente 21.920,51) è stataripartita «tra il personale afferente al servizio Cup/ticket, per una quota pari al 50per cento da distribuire a tutto il personale afferente agli sportelli ticket aziendali, ela restante quota del 50 per cento da dividere in maniera proporzionale alle oreeffettuate ». In pratica, ai dipendenti del front-office e ticket è andata la metà dellaquota (10.960 euro) mentre agli undici dipendenti che hanno svolto l'orario di lavoropomeridiano è stata destinata l'altra parte dei fondi, ossia i restanti 10.890 euro.Ovviamente, ognuno ha percepito retribuzioni diverse in base alle ore di lavorosvolte. Una parte delle prestazioni (con relavite tariffe) inAlpi è stata pubblicata,proprio qualche giorno fa, sul nostro quotidiano. Si va dai 120 euro per una visita dicontrollo ai 150 euro per una chirurgica, dai 200 ai 400 di un'isione per un ascesso acifre più importanti. L'aspirazione di un'ernia inguinale va da 3000 ai 5000 euro euna colicistectomia laparoscopica dai 5000 agli 8000. Prestazioni per neoplasie

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maligne dagli 8mila ai 12mila euro o interventi all'intestino dai 3.500 ai 5000 euro,fino alla tiroide, dai 4000 ai 6000.

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10/07/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 3

«I posti letto disponibili al Ruggi sono più di 500, 716 inveceprevisti»

(brivi)

«Si specifica che la struttura del SanGiovanni di Dio e Ruggi d'Aragona hauna disponibilità media di 575 postiletto; 716 è, invece, il valore delladotazione di posti letto programmati cheil Piano Ospedaliero Regionale prevedenella piena e completa attuazione». Conqueste parole dall'azienda precisano ilnumero dei posti letto disponibiliall'interno del nosocomio salernitano.Un'emergenza posti letto che duracomunque da tempo e che durantel'estate si fa sentire di più. «Nel periodoestivo, considerata la carenza dipersonale (alla quale peraltro si staponendo rimedio con numeroseassunzioni) - scrivono in una nota dalladirezione generale del Ruggi - e dovendoconcedere le dovute ferie al personalemedico e di comparto, si provvedegradualmente ad accorpamenti checomportano, in totale, una riduzione diposti letto che non supererà le 50 unità. A fronte di tale lieve riduzione - continua poiil direttore generale Giuseppe Longo - l'Azienda continua a garantire tutte le normaliattività, potenziandone addirittura alcune: la nostra Unità operativa complessa diOculistica è l'unica, in Regione, a garantire gli interventi in urgenza h 24 nel mese diagosto; nei mesi estivi si registra un aumento delle fratture di femore over 65 per lequali si sta continuando a garantire l'intervento entro le 48 ore; nel periodo estivo siintensifica l'attività di terapia iperbarica. Per quanto riguarda la programmazionedelle attività in elezione, anche quest'anno si è tenuto conto della ridotta tolleranzadei pazienti a ricoverarsi nel periodo centrale di agosto, dando in ogni caso massimadisponibilità ai ricoveri di pazienti oncologici, cardiologici, cardiochirurgici e affettida patologie complesse».

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10/07/2018 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 26 EAV: € 5.321Lettori: 133.364

«Incubo a ostetricia, sporcizia e favoritismi»SIMONA CHIARIELLO

CAVA DE' TIRRENI Simona ChiarielloMacchinari guasti, un solo bagno incomune, sporcizia dappertutto con ilrischio di contrarre infezioni ed ancoratrattamenti privilegiati per chi haconoscenze importanti. Sono solo alcunedelle pesanti accuse, lanciate da unaneo-mamma che dopo la chiusura delreparto di ostetricia e ginecologia alSanta Maria dell' Olmo è stata costrettaad «emigrare» a Salerno. La signora (cheha voluto mantenere l' anonimato) hapartorito sabato scorso all' AziendaOspedaliera San Giovanni di Dio e RuggiD' Aragona e nonostante la felicità per illieto evento è a dir poco traumatizzataper l' esperienza che sta vivendo tra lecorsie ospedaliere. LA DENUNCIA «Sonoarrivata e il macchinario per il tracciatoera guasto - racconta - non c' era lafascia per monitorare il battito. Ho persole acque, ma nella mia stanza o meglionell' unico bagno che abbiamo adisposizione non c' era l' acqua. Noneravamo state avvisate, stavano facendo dei lavori. Ho dovuto lavarmi con unabottiglietta. Non ho avuto la possibilità di appoggiare l' asciugamano da nessunaparte perché era tutto sporco». Da qualche tempo è attivo il nido fisiologico checonsente alle mamme di poter avere i figli vicino. I neonati vengono così allattati instanza ed affidati alle cure delle puricultrici in determinati intervalli di tempo comeper esempio in coincidenza dell' orario di visita. «Domenica c' è stato un problemaalle fogne. Si avvertiva una puzza e così i bambini sono rimasti in camera e l' orariodi visita è stato ridotto a dieci minuti. Il mio bambino è invece nel nido patologico alsesto piano ed io sono stata trasferita allo stesso piano dove c' è il reparto piùvecchio. Vorrei sapere perché altre mamme nella stessa mia condizione non sonostate spostate. Perché ci sono questi favoritismi?». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018 La Città di Salerno

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 8

Mancano i medici, l'Asl punta sui neo specializzati(s. d. n.)

Mancano medici specialisti e l'Asl gioca iljolly. Una carta che di solito usanograndi aziende private e che il neocommissario straordinario dell'Aziendasanitaria salernitana, Mario Iervolino ,tenterà puntando sulla seduzionedell'«Oggi ti specializzi e domani già haiil lavoro per cui hai studiato». Un modusoperandi in voga in molte impreseprivate ma che potrebbe essereapplicato per la prima volta, nelpubblico, nel nostro Paese. In pratica,Iervolino o un delegato dell'Aslpresenzieranno alle sedute dispecializzazione che si terranno neiprossimi giorni e proporranno al medicospecializzato di andare a lavorare, dalgiorno dopo, con un regolare contratto,in un ospedale del Salernitano. E così,tra i festeggiamenti dei familiari e degliamici e prima di andare a stappare unabuona bottiglia, il nuovo specializzatopotrebbe firmare per quel posto che ti sistema. Ma perché questa mossa? Semplice:medici con alcune specializzazioni non ce ne sono e c'è il rischio di bloccare repartidi ospedali e di far attendere mesi e mesi i pazienti, come accade in tante regionid'Italia. A stare peggio, da noi, sono gli ospedali specie della zona sud: pediatri perla Tin, anestesisti e radiologi. Non ce ne sono e spesso i concorsi vedono la rinunciadei vincitori. Il caso più clamoroso, lo scorso anno, quando l'Asl selezionò dueradiologi da inviare a Sapri e nessuno accettò. Difficoltà che si acuiranno in varisettori in futuro. Negli ultimi anni, in media si sono registrati circa 10mila laureati inItalia e, a fronte di questi, sono stati banditi posti per specializzazioni per 6-7milaunità, lasciando senza il completamento della formazione quattromila medici che, inmolti casi, sono andati all'estero per specializzarsi o si sono ripresentati l'annosuccessivo, sommandosi a nuovi laureati. Alcuni concorsi per le scuole dispecializzazione sono arrivati a 15mila candidati, il triplo dei posti disponibili. Eanche all'Università di Salerno la situazione non è dissimile: ogni anno qui silaureano in media 150 giovani e i posti per la specializzazione sono 44 (alcuni pagatidallo Stato, altri dalla Regione, che ne finanzia di più). Il concorso è nazionale e,

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quindi, a Salerno vincono la specializzazione anche medici di altre realtà. Dei 150che si laureano qui, uno su otto in media si specializza al Ruggi, mentre moltiemigrano. I salernitani emigranti difficilmente tornano, dopo aver concluso laformazione in altre università, dove hanno creato una serie di rapporti sociali eprofessionali. C'è poi un problema: lavorare al Ruggi, al Dea di Nocera, al Polooncologico di Pagani e in alcuni reparti di altri ospedali della provincia è prestigiosoe si può fidare su strutture grandi; nei presidi più piccoli, c'è il timore di restare soliad affrontare situazioni complicate e, in più, di essere considerati dall'utenza menobravi degli altri.

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10/07/2018

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

Pagina 3

Università - "Ruggi", è fine dell' idillio La Facoltà di Medicinasi perde tra la politica

ANDREA PELLEGRINO

Far finta che l'università non esistaall'interno del Ruggi d'Aragona diSalerno. Il messaggio che passa daqualche tempo pare che sia questo. Nonfosse altro che tra Ateneo e RegioneCampania da un po' non corre buonsangue. "Colpa", probabilmente, delleaspirazioni politiche del rettore AurelioTommasetti, troppo vicino a Forza Italia,troppo lontano da Vincenzo De Luca.L'ultimo atto sarebbe arrivato con il vetosu Iervolino, che avrebbe dovutosostituire Nicola Cantone,improvvisamente defenestrato dal ruolodi manager. Il no di Tommasetti ha fattoripiegare il governatore su Longo, perpoi riportare il primo alla guida dell'Asl diSalerno, dopo un'ulteriore rimozioneeccellente: quella di Antonio Giordano.Ma nel gioco degli equilibri politici pareche a farne le spese sia la facoltà dimedicina e la stessa aziendauniversitaria ospedaliera di via San Leonardo. Eppure fino a qualche anno fa ilriconoscimento pareva essere la battaglia della vita di De Luca &C, e di conseguenzala piena integrazione con l'Unisa, per poi perdersi proprio quando l'ex sindaco diSalerno è salito a Palazzo Santa Lucia. Vecchi ricordi quelli delle battaglie dell'allorarettore Raimondo Pasquino - nella piena solitudine istituzionale e sostenuto solo dauna parte del movimento sindacale, ed in particolare la Cisl - che cercò di smuoveremari e monti per l'ambito riconoscimento. Ed ora? Si torna all'anno zero, con l'unicaaggiunta della dicitura alla denominazione del "Ruggi d'Aragona" di aziendaospedaliera universitaria. Non va meglio nei collegati al «Ruggi». Dal Da Procida finoal Fucito di San Severino, passando per l'unico plesso della Costiera Amalfitana,l'azione di rilancio è rimasta solo sull'atto aziendale. Lo stesso che ha sdoppiato ilreparto di cardiochirurgia piazzando in uno, come primario, Enrico Coscioni, chevanta anche l'incarico di consigliere politico del presidente De Luca, con delegaproprio alla sanità. Incarico che, nonostante il primariato, mantiene tranquillamente.

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Al «Fucito» di Mercato San Severino, ad esempio, il depotenziamento ha portatoricadute negative perfino alla struttura ospedaliera di Nocera Inferiore, che è dicompetenza dell'Asl. Il «Santa Maria dell'Olmo», invece, altra struttura collegata al«Ruggi d'Aragona» rischia una morte lenta, se non interverranno scelte coraggioseda parte dei vertici aziendali e politici.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 5 EAV: € 1.196Lettori: 29.750

Lucia Esposito all' Asl di Salerno Così nasce l' affare DeLuca-Pittella

GIUSEPPE SILVESTRE

Una complessa manovra per portarenella sanità campana un altro suofedelissimo. E' questo il disegno chesarebbe alla base della raccomandazioneavanzata dal presidente della RegioneCampania, Vincenzo De Luca, al suoomologo lucano Marcello Pittella perconsentire a Lucia Esposito (in foto conDe Luca) di vincere il concorso dadirigente amministrativo del Crob diLagonegro. Le indagini della Procura diMatera e della Guardia di Finanza sonoancora in corso per accertare con qualimodalità sono state fatte le segnalazionima che la Esposito sia una persona a cuiDe Luca tiene molto risulta dalleintercettazioni dei membri dellacommissione giudicatrice. Attenzione,però, perché questo è solo il tassello diun disegno più grande. Che, secondo ipm, si manifesta più o meno così: Pittellaha esigenza di piazzare una sua personaal Crob, il Centro di Riferimento Oncologico della Basilicata, una collaboratriceamministrativa che è già in servizio presso la struttura. Non può però procedere pervie dirette per non destare sospetti, di conseguenza bisogna inventare unescamotage. Che, dopo varie consultazioni viene individuato nella possibilità di farvincere il concorso a persone che chiederanno il trasferimento lasciando cosìvacante la posizione da coprire. Il Crob è un polo cruciale perché gestisce milioni dieuro di finanziamenti pubblici, quindi fa gola Pittella. In soccorso del governatore lucano, ora agli arresti domiciliari, arriva De Luca che, non si sa se direttamente o perinterposta persona, ha esigenza di piazzare in un ruolo apicale della sanità campanala sua fedelissima Lucia Esposito. Strada facendo si aggiunge anche il nome di MariaCarmela Varasano, dirigente del ministero della Sanità che vorrebbe trovare unasistemazione in Puglia (e qui si innesta la raccomandazione di persone vicine algovernatore Michele Emiliano, sempre secondo la tesi accusatoria). L' accordo traDe Luca e Pittella, nella ricostruzione dei magistrati, è questo: la Esposito vince il

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concorso per il ruolo di direttore amministrativo del Crob di Lagonegro esuccessivamente chiede il trasferimento in Campania, dove la aspettaprobabilmente un ruolo di primo piano in qualche Asl (nelle carte si parla proprio diSalerno, nda), così da lasciare spazio alla persona su cui punta il presidente dellaRegione Basilicata. Giovanni Chiarelli, il presidente della commissione giudicatriceper il concorso a Lagonegro (pure lui finito in manette), e gli altri membri definisconola Esposito "discepola di De Luca" e parlano apertamente del voto da mettere, cheda 23 passa a 25. Risultato? La donna, peraltro ex consigliere regionale dellaCampania e ex senatrice del Pd, ottiene il posto con il massimo punteggio previsto.Tutto secondo i piani. Almeno fin quando non scoppia lo scandalo.

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10/07/2018 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

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Manca il personale, l' ospedale rischia la paralisiROSSELLA LIGUORI

SARNO Rossella Liguori Estate torridaanche in ospedale, personale al limite edaccessi in crescita, gli operatori lancianol' allarme. «Non ce la facciamo.Rischiamo di essere costretti a chiudere ireparti come già accaduto». Al Martiridel Villa Malta si attende l' incremento dioperatori sanitari, mentre i camicibianchi in servizio si affannano nelleemergenze estive. Già più volte in alcunireparti si è arrivati a tagliare i posti lettoa disposizione proprio per la difficoltà agarantire assistenza. Sono migliaia lerichieste di intervento ed al prontosoccorso medici e paramedici chiedonosostegno. «Occorrono subito nuove unitàin supporto. Stiamo aspettando datempo». La mega struttura di via SarnoStriano sembra operare sempre al disotto delle sue reali potenzialità.Struttura all' avanguardia, soffre l'atavica carenza di personale. Un ampiobacino di utenza, il nosocomio che sitrova a pochi passi dallo svincoloautostradale della A30, che raccoglie pazienti dalla provincia di Salerno e dai paesidel vesuviano e del nolano, vive continuamente fasi di grande criticità. GLI SVILUPPIIl caso potrebbe arrivare nuovamente anche in aula di consiglio, a Palazzo di città.Ne parla il capogruppo dell' Udc, Francesco Squillante, che traccia le linee dell'emergenza e della necessità di implementare subito il personale. «La sanità deveessere una priorità sul nostro territorio spiega - a fronte di una struttura ospedalieradi eccellenza, di alte professionalità che vi operano e di un vasto bacino di utenza.Più volte è stato lanciato l' allarme sulla carenza di personale, cosa evidente anchedalle dichiarazioni degli stessi operatori sanitari. Garantire cure ed attenzione,significa prima di tutto mettere il personale nelle condizioni di lavorare. Porterò dinuovo il caso in consiglio comunale chiedendo l' implemento degli operatoripartendo dal pronto soccorso che conta migliaia di accessi. Il Martiri del Villa Maltadeve essere una eccellenza, non un ospedale di frontiera in continua emergenza dipersonale». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 27 EAV: € 5.253Lettori: 133.364

Nel corridoio dell' obitorio immondizia abbandonata

BATTIPAGLIA Paolo Panaro Una vera epropria discarica nel corridoio dell'obitorio dell' ospedale Santa Maria dellaSperanza. C' è ormai di tutto unfrigorifero, un vecchio televisore, unasedia da ufficio sgangherata, vecchicomodini ospedalieri e pure sacchitrasparenti con i rifiuti e cibo. Ormai, daqualche giorno l' ingresso secondariodell' obitorio è stato trasformato in unadiscarica e nessuno ha presoprovvedimenti per far rimuovere glielettrodomestici accantonati, cheprovengono dai reparti dell' ospedale, e isacchi di cellophane colmi di rifiuti diogni genere. Probabilmente i rifiutidepositati a pochi metri dall' obitoriosono stati dimenticati dagli addetti dellepulizie o ancora peggio non sanno comee dove smaltirli, tenuto conto che nonsono stati rimossi. IL RISCHIO Intanto, irifiuti potrebbero attirare, come già èaccaduto all' interno dei vani cucina,blatte ed altro. Qualche mese fa icarabinieri del Nas di Salerno dopo un blitz furono costretti a chiudere i vani dellacucina del Santa Maria della Speranza dove vengono preparati i pasti per i degenti erinvennero residui di escrementi di roditori e blatte. Ora, in barba al buon senso ealle norme igieniche sono stati abbandonati rifiuti vicino all' obitorio creando unapiccola discarica. Del resto un episodio del genere era già capitato nei mesi scorsi eproprio come in questi giorni affianco all' obitorio erano stati accantonati vecchielettrodomestici e anche una barella sgangherata. Adesso, a distanza di qualchemese la scena si è ripetuta e probabilmente i vertici manageriali dell' ospedaleSanta Maria della Speranza non sono a conoscenza del degrado che si è creato apochi metri dall' obitorio a dove transitano ogni giorno tantissime persone perraggiungere i reparti. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018 Il Mattino (ed. Benevento)

Argomento: Sanità Campania

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Asl, atto aziendale ok: ecco le prescrizioni della Regione

LA SANITÀ LA SANITÀ Luella De CiampisCon decreto numero 54 del commissarioad acta della Regione è stato approvatol' atto aziendale presentato a marzo dall'Asl di Benevento. Approvazione per cui siè tenuto conto del particolare assettoterritoriale dell' azienda sanitaria, unicoin Campania, per cui è necessaria unaprofonda riorganizzazione con uninvestimento esclusivo sui servizi nonospedalieri, in quanto l' Asl, pur avendoun bacino di utenza non particolarmenteampio, rivolge le proprie prestazioni auna popolazione dislocata, a macchia dileopardo, su un territorio vasto edisagiato. LE PRESCRIZIONI In quest'ottica, l' atto aziendale viene approvato,purché siano adottate le seguentiprescrizioni: procedere, entro il 31gennaio 2019, alla rimodulazioneorganizzativa delle unità complesse,semplici e semplici dipartimentali,rispettando i parametri indicati daldecreto del commissario ad acta numero18/2013; individuare una sede idonea per il dipartimento di prevenzione e cura delledipendenze patologiche perché la collocazione programmata, dell' unità complessa edelle unità semplici di Montesarchio e Telese non è stata ritenuta sufficiente agarantire l' autonomia organizzativa e operativa e l' organicità dell' attività sanitaria,che dovrà mantenere l' interazione tra l' unità complessa e quelle semplici; farconfluire l' unità semplice del laboratorio di analisi, programmata alle direttedipendenze del direttore del distretto Alto SannioFortore, in quella complessa dellaboratorio di analisi del distretto di Montesarchio. Tra le altre prescrizioni quelle diindividuare una ubicazione e una collocazione organizzativa della Suap, qualestruttura territoriale, per l' assistenza residenziale, permanente, di soggetti in statovegetativo e in altre condizioni cliniche di non autosufficienza; istituire il Consigliodei Sanitari e sottoporre alla sua attenzione, l' atto aziendale rivisitato e con ilrecepimento delle prescrizioni. LE UNITÀ OPERATIVE Rimodularle e ridurne il numeroda 60 a meno di 30 non vuol dire dimezzare i servizi ma significa sopprimere i

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dipartimenti e valutare la possibilità di istituire un unico dipartimento di assistenzaterritoriale in cui far confluire le unità operative di coordinamento delle attivitàterritoriali, contraendo esclusivamente e drasticamente gli incarichi dirigenziali da60 a 30. IL DIRETTORE «Siamo soddisfatti del lavoro fatto dice il direttore generale,Franklin Picker - abbiamo ripresentato l' atto sperando di riuscire a fare breccia inRegione e facendo affidamento sul fatto che si tratta di un provvedimentodiscrezionale di un indirizzo, che ha il compito di contemperare le esigenzegestionali con gli indirizzi della legge. Si apre una stagione finalizzata a rinnovare l'azione dell' azienda sanitaria, nell' ottica di migliorare l' offerta sanitaria. Quando nel2013 ci è stato chiesto di effettuare tagli drastici, con la possibilità di una rivalsa di70mila euro al mese sulle finanze del manager in caso di non osservanza, hoanalizzato con lucidità la questione, comprendendo che non sarebbe stato possibilemettere in atto un provvedimento del genere, pena l' ingovernabilità dell' Asl». ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

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«Ha agito indisturbato tanti colleghi complici»Ettore Mautone

«Una vicenda terribile, non etica.Condannabile da ogni punto di vista. Hodifficoltà a credere che sia tutto vero.Francesco Pignatelli rischia di passarealla storia come primario con l' incaricopiù breve nella storia della Asl Napoli 1».Così commenta la vicenda del primariosospeso per aver chiuso di notte unreparto Fabio Tamburro, segretarioaziendale dell' Anpo, il sindacato deiprimari ospedalieri della Asl Napoli 1 eprimario di Radiologia al Loreto mare.«Pignatelli, comunque, non è un nostroiscritto», chiarisce. Dottore lei è statoinvitato a questa festa? «No. Credo chesia stato un evento che ha riguardatosolo un reparto dell' Ospedale del Mare».Conosce Pignatelli? «Abbiamo condivisoun ruolo in commissioni di gare e bandi.Mi è sembrata una persona preparata,razionale. Non riesco a capire come siaaccaduto. Capisco l' entusiasmo e legioie ma questo scivolone supera ilbuonsenso». Come ha saputo dellafesta? «Da un collega su una chat tra sindacati della dirigenza medica. Pensavamotutti fosse uno scherzo. Ci siamo dovuti ricredere perché la notizia rimbalzavadappertutto assumendo contenuti di verità. Siamo rimasti tutti allibiti. Una vicendagrave anche per il danno d' immagine che tocca il delicato nodo del rapporto difiducia tra colleghi e con i pazienti». Quali sono le procedure per accorpare unreparto? «È l' extrema ratio nei casi in cui non ci sia personale a sufficienza percoprire tutti i turni. In sede intersindacale se ne è parlato anche in vari incontri conla direzione generale. E non è escluso che si ricorra a tale soluzione in discipline inalcuni ospedali. Ma intanto è sempre prevista una guardia interdivisionale. Poi deveessere una scelta condivisa con la direzione sanitaria». L' Ospedale del Mare non hapronto soccorso ma è inserito in una rete di trasferimenti secondari e nella rete dell'infarto. Cosa significa? «Significa che se c' è un' emergenza un chirurgo vascolare hacompetenze diverse da quelle del chirurgo generale. Si poteva verificare un' urgenzain quei pazienti apparentemente stabili. Se sono ancora ricoverati significa che non

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potevano andare a casa». Come giudica questa storia? «Con tutta la prudenza delcaso come un sintomo della perdita di etica per le regole e per le persone, per ipazienti ma anche per i colleghi. Nessuno lavora da solo. Un ospedale è sempre unsistema di rete». Cosa intende dire? «Mi sorprendo che tutto sia venuto fuori dalladenuncia di un terzo. Se avessi scelto di chiudere per una notte la Radiologia delLoreto mare ad impedirmelo sarebbero stati proprio i miei colleghi di altri reparti chein questo caso sono stati silenti. A quanto pare ferie e permessi non erano nemmenoprotocollati». Quali conclusioni trae da questa vicenda? «L' Ospedale del Mare è un'opportunità per la sanità di questa regione, ha attratto grandi risorse, uomini emezzi. Doveva aprire a giugno. Poi a settembre. In questi mesi senza il prontosoccorso è in eccesso di personale. Non solo c' è abbondanza ma è utilizzata male epermette di chiudere reparti e andare a casa la notte». Il nuovo direttore sanitarioha già firmato ordini di servizio per dirottare medici in altri presidi. «Una sceltagiusta. Due radiologi sono venuti da me. Altri colleghi anche di altre discipline sonoal San Giovanni Bosco. Per alcuni turni sguarniti nei giorni scorsi ho comunquecoperto io il lavoro da solo per 12 ore senza fare una piega. Si lavora tutti insiemeper dare un senso al nostro lavoro e al nostro ruolo. Sapere che in un ospedale dieccellenza un reparto può chiudere per andare a una festa mentre altri hannodifficoltà a coprire i turni è un controsenso». Lei lavora in un ospedale che è stato alcentro un anno fa di scandali e denunce. «Sono qui da circa un anno. Stiamocercando di riconquistare una normalità. Stiamo lavorando intensamente. Abbiamoavuto il dissequestro di uno degli archivi. Una parte dell' inchiesta è conclusa. Quellasull' assenteismo ha visto molte unità lavorative tornare al lavoro. Finora non c' èstato ancora nessun rinvio a giudizio. Queste vicende traumatiche possono ancheaiutare a svoltare, a cambiare mentalità». Come si lavora al Loreto? «C' è pocopersonale, in radiologia sono andati via in due, un terzo è andato in pensione, unaltro da metà mese è in ferie. L' organico è al lumicino. Sono arrivati rinforzi non dalconcorso ma proprio dall' Ospedale del Mare. Siamo tutti coinvolti a risollevare lesorti della Asl Napoli 1. Cerco di dare il mio contributo, ho 57 anni e amo il miolavoro». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

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Cardarelli, via al maxiconcorso per infermieriR. Nes.

Ottanta posti tra infermieri e operatorisocio sanitari Nuovi concorsi al Cardarelliche si prepara ad una delle selezioni piùimportanti degli ultimi quattordici anni.Sono 80 i posti a tempo indeterminatoche verranno assegnati, tra infermieri eoperatori socio sanitari (Oss) al terminedelle selezioni indette proprio oggi. Inpiù, saranno assegnati altri tre posti peraltrettanti tecnici di laboratoriobiomedico (Cps) sempre a tempoindeterminato e due tecnici di radiologiamedica.Il maxi concorso fa notizia ancheperché, come detto, sono più di 14 anniche non veniva bandita un concorso perl' assunzione di Oss e infermieri a tempoindeterminato al Cardarelli. Si completaanche la nuova squadra di primari (31 intutto) che la direzione strategica havoluto per mettere fine alla praticatroppo a lungo utilizzata negli annipassati dei «facenti funzioni». Tra di loro,come anticipato in esclusiva dal Corrieredel Mezzogiorno, anche il professor Giuliano Testa, inserito dal Time tra le 100persone più influenti al mondo. Ma, per correttezza va detto, Testa è solo uno deitanti ottimi medici che stanno arricchendo l' organico dell' ospedale. «L' obiettivo -spiega il direttore generale Ciro Verdoliva - è quello di poter consolidare sempre piùil lavoro di questi due anni».

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

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Forlenza "Sono indignato e mi vergogno Così la sanità nondecollerà mai in Campania"

GIUSEPPE DEL BELLO

Intervista «Sono indignato e mi vergognose quel che è accaduto corrisponde alvero». Mario Forlenza è il direttoregenerale della Asl Napoli 1, l' aziendasanitaria più grande d' Italia da cuidipendono sia il San Giovanni Bosco chel' Ospedale del Mare. Il giorno dopo labufera, il manager ha fatto scattare,come aveva preannunciato, ilprovvedimento di sospensione per ilprimario di Chirurgia vascolareFrancesco Pignatelli. Su di lui pesa un'accusa pesante, l' aver chiuso il repartoper 12 ore e consentire a tutti dipartecipare alla sua festa di nomina.Allora, dottor Forlenza, lei parla disospensione temporanea, che significa?«Si tratta di una sospensione "sine die",in attesa che siano portati a termine tuttigli accertamenti del caso. E sarà avviatoanche un procedimento disciplinare, inmerito a eventuali ipotesi dicontestazioni sulla base del contratto. Il primario mi ha confermato di aver trasferito,la sera del 6 luglio, 4 pazienti dal suo reparto a quello di Chirurgia». E questo lo hafatto dopo aver concesso le ferie ad alcuni infermieri? «Guardi, del trasferimento ildottor Pignatelli non aveva avvertito nessuno, né il direttore sanitario di presidio, néquello aziendale. Quindi, i pazienti sono stati smistati senza autorizzazione. E lui hariconosciuto che è stato un errore. Per quanto riguarda le ferie, certo, le ha firmatelui stesso». Un reparto nato sotto una cattiva stella, prima con un concorso chedurante l' espletamento delle procedure cambia la graduatoria, poi la sospensionedel primario. Ma chi dirigerà la Chirurgia vascolare in attesa delle verifiche ispettive?«Al posto di Pignatelli, abbiamo affidato l' incarico a Massimo Tatafiore. Sarà lui adirigere l' unità operativa». Certo che l' Ospedale del Mare e la sanità campana nonescono bene dalla vicenda «Pignatelli ha riferito che nessuno ha subìto danni. Ma cisono quelli di immagine che abbiamo subito a fronte di un lavoro faticoso edurissimo che stiamo facendo per far funzionare al meglio l' Ospedale del Mare. In

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ogni caso poi, se si continua ad andare avanti così, non risolveremo mai i problemidella sanità». Ieri anche i Nas sono stati all' Ospedale del Mare per acquisire atti edichiarazioni. Il presidio è stato rivoltato come un calzino anche perché resta dacapire perché un paziente è stato trasferito al San Giovanni Bosco per un interventoche avrebbe potuto essere effettuato nel presidio di Ponticelli. E oggi, verrà a Napolianche la neoministra della Salute Grillo. «Lo so, i Nas hanno chiesto di poter averanche tutto il materiale che sarà raccolto dal servizio ispettivo per l' indagine internagià avviata». Per ora nessun provvedimento è stato adottato nei confronti di altridipendenti? «Qualora fossero accertate le loro responsabilità, scatteranno anche perloro. Se sarà confermato, il fatto è grave. Poi certo può anche essere che si chiariscatutto». © RIPRODUZIONE RISERVATA Direttore Asl Na 1 Mario Forlenza è il direttoregenerale della Asl Napoli 1, l' azienda sanitaria più grande d' Italia da cui dipendonosia il San Giovanni Bosco che l' Ospedale del Mare. Forlenza ha sospeso "sine die" ilprimario di Chirurgia vascolare Francesco Pignatelli.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 22 EAV: € 2.707Lettori: 133.364

Già scelto il successore è il chirurgo Tatafiore

È Massimo Tatafiore, chirurgo in forze all'unità operativa specialistica dell'Ospedale del Mare, a prendere in manole redini del reparto di Chirurgiavascolare finora diretto da FrancescoPignatelli. Quest' ultimo è infatti sospesoformalmente, per ora senza terminitemporali, delle funzioni di primario perprovvedimento adottato dal managerdella Asl Napoli 1 Mario Forlenza.Tatafiore era stato indicato comesostituto dallo stesso Pignatelli, in casodi sua assenza. L' incarico di facentefunzioni è dunque provvisorio in attesache si chiarisca il destino del dirigentesospeso. Bisognerà poi eventualmenteprocedere ad una nuova designazionecon un concorso o scorrendo lagraduatoria.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 1 EAV: € 19.152Lettori: 704.603

IL DIRITTO ALLA SALUTE VA RISPETTATOGIUSEPPE DEL BELLO

Il commento Un Ospedale del Mareprogettato oltre 15 anni fa e non ancoratutto attivo. Un medico che vince ilconcorso dopo la rinuncia del primo inclassifica, in una graduatoria dai contornineppure tanto chiari. Lo stesso medicoche, a un mese dalla nomina, pur difesteggiare alla grande, concede ferie echiude il reparto. E un paziente che persalvare la pelle è costretto a scappare inun altro presidio della stessa Asl. È solo l'ultima pagina buia di una sanitàregionale che lascia poche speranze.Affidata a un uomo solo che dacommissario e governatore non èneanche più supportato daisubcommissari governativi. Dove sonofiniti? Oggi sbarca a Napoli laneoministra della Salute Giulia Grillo. Èla benvenuta, ma non per rappresentarerendite di posizione dopo aver vinto leelezioni. E neppure per annunciarefantomatiche rivoluzioni di cui le nostre orecchie sono già piene. I cittadini chiedonosolo che faccia rispettare il diritto a essere curati. Qui, in Campania come inLombardia.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 21 EAV: € 13.114Lettori: 133.364

LA CADUTA SENZA FRENI DEL SENSO DEL DOVEREFrancesco Durante

Forse il dettaglio più stupefacente nell'intera vicenda del reparto dell' Ospedaledel Mare chiuso per festa non lo offre l'enormità dell' episodio, bensì il fattoche, in qualche modo, quella enormità sisia consumata in perfetta buona fede.Sembrano dimostrarlo le tante fotopostate su Facebook dai protagonistidella storia. I quali probabilmentesupponevano di non avere alcunché danascondere o di cui preoccuparsi overgognarsi. Dopotutto erano lì, a unparty del loro primario, per di più condichiarate finalità benefiche: un belmomento per fare squadra e motivarsi,non c' è che dire. Ancora ieri pomeriggio,in effetti, si poteva leggere sui sitiinternet che il professor Pignatelli hariconosciuto il suo errore, ma non quellodi avere chiuso un reparto perché tuttipotessero partecipare alla festa, bensìquello di averlo fatto «senza chiedere l'autorizzazione alla Direzione sanitaria».Sorge spontaneo, a questo punto, uninterrogativo. Ma è pensabile che la Direzione sanitaria di un ospedale possaaccordare il permesso di chiudere un reparto per motivi festevoli? È possibile chepossa accettare il trasferimento di quattro pazienti ad altro reparto per il semplicemotivo che nel reparto in cui erano ricoverati non c' è più nessuno giacché se nesono andati tutti a far bisboccia da qualche altra parte? Non so se negli annali, purdisastrati, della sanità italiana, si possa rinvenire traccia di una siffatta fattispecie,ma credo e mi auguro che non sia così. Spero e mi auguro, sulla base diconsiderazioni di banale buonsenso, che un' eventualità del genere non sianemmeno presa in considerazione. Purtuttavia, il professor Pignatelli dice propriocosì: che il suo errore «è stato non chiedere». Poniamo dunque che avesse chiesto l'autorizzazione. E che l' autorizzazione gli fosse stata negata come, con graniticoottimismo, resto convinto che sarebbe stato. Che sarebbe accaduto a quel punto?Che la festa sarebbe stata rinviata? Che si sarebbe celebrata ugualmente, ma informa meno corale? Che gli invitati, sia pure comprensibilmente contrariati, l'

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avrebbero raggiunta un po' alla spicciolata, alcuni in anticipo, altri in ritardo, dandosimagari il cambio per non lasciare sguarnito il reparto? Che a quel punto si sarebbeinnescato un conflitto tra quel reparto e la Direzione sanitaria, foriero magari direciproci sgarbi, di dilazionate ripicche, di irrigidimenti da manifestare alla primaoccasione utile? Sulla sanità italiana, e su quella napoletana in particolare, grava dasempre un pregiudizio di inefficienza. Ci si lamenta che i primari vengono scelti nonin virtù delle loro capacità, ma delle appartenenze politiche; medici e paramedici,per voce dei loro rappresentanti sindacali, parlano di turni massacranti, didisorganizzazione, di spreco di risorse, di clientelismo e avanti così. E logicamente èsempre colpa di qualcun altro. Poi, succede una cosa come questa, e la sesquipedalefiguraccia mette a nudo logiche che è impossibile accettare. Ma il problema, comeabbiamo visto, è che a nessuno sembra esser passato nemmeno per l' anticameradel cervello che quella cosa era sbagliata, o per lo meno inopportuna. Leggendo lanotizia, a me è tornato in mente un aneddoto che tanti anni fa mi aveva raccontatolo scrittore Domenico Rea. Narrava don Mimì che per molto tempo i genitori di ungiovanotto suo vicino di casa gli avevano chiesto di adoperarsi per trovare unostraccio di posto al loro pargolo disoccupato. Alla fine, Rea c' era riuscito, e avevaconvocato il giovanotto per dargli la buona notizia. Si era in luglio, e quando loscrittore gli disse che il mattino dopo si sarebbe dovuto presentare alla ditta cheaveva accettato di prenderlo in prova, il giovane, visibilmente contrariato, cosìrispose: «Prufesso', ma nun putissemo fa a settembre? Mo me vulesse fa dujebagne». Ecco dunque la legittima, innocente obiezione: va bene il dovere, mainsomma, che male c' è se facciamo un piccolo strappo alla regola? Che cosacambia, in fondo? Io prima mi faccio due bagni, perché vivaddio siamo in estate, epoi vado a lavorare. Allo stesso modo: io sposto quattro pazienti, che forse manco sene accorgono, faccio la festa e domani me li riprendo in carico: come se non fossesuccesso nulla. Non voglio dire che un ragionamento di questo tipo sia il segnale diuna irreversibile caduta dello Spirito Civico, del Senso del Dovere o di altri InviolabiliPrincìpii. Osservo, e più modestamente, che forse è la spia di un modo sbagliato diintendere le ragioni del servizio pubblico. Un modo sbagliato e, purtroppo, radicato.Un modo che, senza alcun dubbio, non deve più essere accettato. Per il primariodell' Ospedale del Mare c' è al momento una sospensione «sine die». Potrebbe eforse dovrebbe essere l' anticamera del licenziamento, ma come sappiamo la stradaper arrivare a decisioni così drastiche è sempre molto lunga e disseminata diobiezioni, codicilli, eccezioni e altre assortite gabole burocratico-sindacali. Pure,prima o poi quella strada bisognerà percorrerla, se, come è stato notato già neigiornali di ieri, si vuole veramente portare a termine un' opera di ricostruzione dellacredibilità e dell' efficienza della sanità (e non solo) nella nostra [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

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La novità Il Cardarelli sulla nuvolaGIUSEPPE DEL BELLO

Molti lo conoscono come simbolo di"barellopoli", ma il Cardarelli è anche ilpiù grande ospedale del sud, con i suoi950 posti letto e circa 170 mila esami all'anno, E da poco è anche uno dei piùavanzati dal punto di vista informatico.Con un investimento di tre milioni si èassicurato per cinque anni un sofisticatosistema di archiviazione ecomunicazione di immagini (Pacs incloud) attraverso una miriade didispositivi che interagiscono tra loro.Così, le pellicole generate sarannodigitalizzate prima di essere eliminate.Un vantaggio per operatori e pazienti,sia per la conservazione che per latrasmissione dei dati. Non ci saranno piùle esigenze di archiviazione, recupero etrasmissione dei film. Sarà tuttoconservato nella "nuvola" informatica.Dice il manager Ciro Verdoliva: «Lastrategia ci porterà presto alla crescitadigitale partita con la cartella clinica informatizzata, passaggio necessario pergarantire maggiori livelli di efficienza, sicurezza e rapidità nella erogazione deiservizi agli utenti». - giuseppe del bello.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 22 EAV: € 6.992Lettori: 133.364

Moscati, nominati due primari Asl, «ridisegnati» i distretti

IL RIORDINO Antonello Plati Nominati iprimari del Pronto soccorso e del repartodi Ginecologia dell' Azienda ospedaliera«Moscati» di Avellino. Ieri, il direttoregenerale di Contrada Amoretta, AngeloPercopo, ha sottoscritto la delibera per ilconferimento degli incarichiquinquennali ad Antonino Maffei (Prontosoccorso e Medicina d' urgenza) eElisario Struzziero (Ostetricia eGinecologia). Si tratta di due nomineinterne, infatti entrambi i medici eranogià in servizio presso il «Moscati». ILTERRITORIO Novità anche all' Asl. Ladirettrice generale Maria Morgante - cheieri ha incontrato il sindaco di AvellinoVincenzo Ciampi sulla questione relativaal trasferimento di alcuni servizi(prevalentemente amministrativi) neilocali dell' ex ospedale Maffucci -ridefinisce gli ambiti territoriali deidistretti sanitari secondo il seguenteschema: Ambito 1 con Cervinara,Pietrastronina, Roccabasceran, SanMartino Valle Caudina e Rotondi; Ambito 2 con Avella, Baiano, Mugnano, Sirignano,Sperone e Quadrella; Ambito 3 con Domicella, Lauro, Marzano, Moschiano, Pago,Quindici e Taurano; Ambito 4 con Contrada, Forino, Mercogliano, Monteforte,Ospedaletto, Sant' Angelo a Scala e Summonte; Ambito 5 con Avellino; Ambito 6 conAltavilla, Capriglia, Chianche, Grottolella, Montefredane, Petruro, Prata, Tufo eTorrioni; Ambito 7 con Montoro, Solofra, Santo Stefano del Sole, San Michele diSerino, Santa Lucia di Serino e Serino; Ambito 8 con Castelvetere, Volturara,Cesinali, Chiusano, Aiello, Parolise, Montemarano, Aiello, Atripalda, Salza e SorboSerpico; Ambito 9 con San Mango, Montefalcione, Pietradefusi, Candida, Montefusco,Santa Paolina, Lapio, Montemiletto, Torre le Nocelle, Venticano, Pratola, San Potito eManocalzati; Ambito 10 con Bonito, Gesualdo, Mirabella, Fontanarosa,Grottaminarda, Paternopoli, Frigento, Luogosano, Sant' Angelo all' Esca, Sturno eTaurasi; Ambito 11 con Ariano, Greci, Montaguto, Casalbore, Melito, Montecalvo eSavignano; Ambito 12 con Carife, San Nicola Baronia, Trevico, Castelbaronia, San

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Sossio Baronia, Vallata, Flumeri, Scampitella, Vallesaccarda, Villanova e Zungoli;Ambito 13 con Guardia Lombardi, Sant' Angelo dei Lombardi, Bagnoli, Morra DeSanctis, Torella, Cassano, Rocca San Felice, Villamaina, Castelfranci, Montella eNusco; Ambito 14 con Teora, Calabritto, Lioni, Caposele e Senerchia; Ambito 15 conAquilonia, Lacedonia, Andretta, Bisaccia, Monteverde, Cairano, Calitri, Conza a Sant'Andrea di Conza.

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10/07/2018

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Ospedale del Mare, arriva la ministraOTTAVIO LUCARELLI

La sanità Grillo: "Non ci credevo: inviatiNas e ispettori. Andrò fino in fondo". Ilprimario che ha chiuso il reparto sospeso"sine die" Ieri l' ispezione dei carabinieridei Nas, che hanno controllato il registrodelle presenze relative alla serata divenerdì e lavorano all' ipotesi di reato diinterruzione di pubblico servizio. Oggipomeriggio all' Ospedale del Mare diPonticelli arriva la ministra della saluteGiulia Grillo. Mentre il direttore generaledell' Asl Napoli uno, Mario Forlenza, dopoun colloquio diretto ha sospeso sine dieFrancesco Pignatelli, primario diChirurgia vascolare dell' Ospedale delMare, nell' occhio del ciclone per averchiuso venerdì sera il repartoconsentendo a tutti di partecipare allasua festa, in un lido nei pressi di Licola,per la fresca nomina arrivata a sessant'anni. Al suo posto Forlenza ha affidato l'incarico a Massimo Tatafiore. Pignatelliha infatti ammesso di di aver trasferito, la sera del 6 luglio, quattro pazienti dal suoreparto a quello di Chirurgia generale. E di averlo fatto senza chiedere l'autorizzazione alla Direzione sanitaria. I Nas dei carabinieri, che ieri mattina si sonorecati nell' Ospedale del Mare, hanno chiesto tutto il materiale che sarà raccolto dalservizio ispettivo per l' indagine interna. A inviarli è stata da Roma la ministra dellaSalute Giulia Grillo, che aveva già in calendario una visita al Monaldi e che sarà oggialle 17,30 all' Ospedale del Mare: « Quando ho letto che un intero reparto era statochiuso per permettere al personale di partecipare al party organizzato dal nuovoprimario che festeggiava l' incarico, per un attimo ho pensato che fosse una fakenews. Poi ho scoperto che, purtroppo, pare sia andata proprio così. Ho inviato i Nas esto attivando anche le ispezioni del ministero tramite la Direzione generale dellaprogrammazione. Andrò di persona a vedere. Vogliamo andare rapidamente in fondoa questa vicenda, come in tutti i casi che tolgono diritti e assistenza ai cittadini. Solocosì restituiremo il prestigio che merita al Servizio sanitario nazionale e potremodifenderlo da chi ne mina la credibilità». Indagini che partono da quanto accadutovenerdì sera quando uno specialista ha suggerito a Gaetano C., affetto da aneurisma

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e arrivato all' Ospedale del Mare, di rivolgersi immediatamente ad altra strutturadove gli è stata salvata la vita. Quel sorprendente suggerimento ha rivelato che all'Ospedale del Mare per dodici ore la Chirurgia vascolare era andata in vacanza e che,quindi, era meglio rivolgersi altrove. Il paziente, che rischiava di morire peremorragia, è stato operato e messo in sicurezza al San Giovanni Bosco dall' équipeguidata dal chirurgo Giuseppe Bianco. Un' anomala chiusura di reparto, avvenuta travenerdì e sabato per partecipare a una serata danzante sul mare di Licola alla qualehanno partecipato medici e infermieri per festeggiare il primario FrancescoPignatelli. Una follia collettiva denunciata dal consigliere regionale dei verdiFrancesco Borrelli: «Un intero reparto che si organizza tra ferie, turni e malattieperché nessuno manchi all' evento è inaccettabile». E interviene anche l' Ordine deimedici. «Ho chiesto al direttore generale Mario Forlenzaspiega il presidente SilvestroScotti - di farci avere i dettagli della sospensione comminata al primario FrancescoPignatelli. In attesa di saperne di più, lo convocheremo affinché possa offrirci lapropria visione delle cose e, alla fine, prenderemo le dovute decisioni. Se dovesseessere confermato quanto stiamo apprendendo dai media, cioè che il dottorPignatelli ha effettivamente premesso un proprio, futile, interesse alla salute deipazienti, non esiteremo a prendere importanti provvedimenti disciplinari». «Al nettodi eventuali spiegazioni - conclude Scotti - che al momento non si riescono neanchead ipotizzare, questa vicenda sta innegabilmente creando un grave danno diimmagine a tutta la categoria. Si rischia di mandare in fumo il grande sforzo cheRegione e Asl hanno messo in campo». In ospedale, intanto, i degenti che nella nottetra venerdì e sabato erano stati trasferiti in altro reparto, sono ritornati nel Traumacenter in Chirurgia vascolare. E c' è anche chi difende Pignatelli. «Sono stato operatovenerdì - racconta uno di loro - e tutto è andato per il meglio. Io sono venuto quiperché conosco le qualità del dottore. Ho scelto lui, non l' ospedale, perché so comeopera. Di lui mi fido, lo conosco da molti anni». © RIPRODUZIONE RISERVATA Icarabinieri hanno controllato il registro delle presenze. Si indaga sull' ipotesi diinterruzione di pubblico servizio Il reparto Chirurgia vascolare all' Ospedale del Mare,il reparto guidato da Francesco Pignatelli: il primario è stato sospeso "sine die"

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10/07/2018 Il Mattino (ed. Circondario Sud)

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Pulizie negli ospedali l' Asl paga il consorzio operai senzastipendio

TORRE DEL GRECO Francesca Raspavolo«Stipendi non pagati da aprile,quattordicesima non versata e pessimecondizioni di lavoro», protestano gliaddetti alle pulizie degli ospedali dell' AslNapoli 3 Sud. Stato di agitazione per glioperatori del consorzio stabile Seaman-Flash, da settimane in campo con sit-in,scioperi e picchetti per chiedere laliquidazione delle spettanze arretrate eper ottenere migliori condizioni diimpiego. L' agitazione è stata proclamatadall' Usb Lavoro Privato, l' unionesindacale di base e riguarda i 150lavoratori del consorzio che si occupadelle pulizie e della sanificazione dellestruttura sanitarie vesuviane, compresol' ospedale Maresca di Torre del Greco.Ma l' azienda è in crisi di liquidità e daquattro mesi non paga più gli operai. Lemensilità delle maestranze sono fermead aprile, nelle tasche dei lavoratorimancano tre stipendi e laquattordicesima: la Flash-Seaman -regolarmente liquidata dall' azienda sanitaria - vorrebbe saldare il debito con glioperai in sei rate. Due le voci per rientrare dal debito: una piccola tranche per lamensilità di aprile, un' altra per la quattordicesima. LA VIOLAZIONE «È inaccettabile:se dovesse accadere, metteremo in campo tutte le iniziative legali e sindacali pergarantire il rispetto dei termini contrattuali e della dignità degli addetti. Gli accordivanno rispettati - dice l' esecutivo provinciale dell' Usb, Adolfo Vallini - L' Asl hapagato regolarmente il consorzio Seaman, loro hanno intascato i soldi ma voglionopagare i lavoratori in sei comode rate. Queste inadempienze violano il capitolato diappalto e sono un abuso dei diritti dei lavoratori». Di più: i sindacati e gli stessiaddetti alle pulizie chiedono che «l' Asl prenda una posizione netta di distanza daquesti comportamenti scorretti degli imprenditori che ledono la dignità dei lavoratorie il rapporto di fiducia con l' azienda: gli operai hanno già pagato un costo enorme».

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Non possiamo più mettere il piatto a tavola - la disperazione dei lavoratori -Vogliamo ciò che ci spetta, chiediamo una data esatta per l' erogazione deglistipendi arretrati e che ancora una volta, si evidenzino le gravi inadempienzecontrattuali della Seaman. L' Asl deve effettuare l' intervento in surroga e pagarcidirettamente». La vertenza sta ormai assumendo anche rilievo politico: del caso -che coinvolge 150 lavoratori originari di tutta la provincia di Napoli - si staoccupando il consigliere regionale Gennaro Saiello (M5S) che ha presentato un'interrogazione a risposta scritta al governatore Vincenzo De Luca. «Le inadempienzecontrattuali della Seaman sono così gravi da legittimare il recesso contrattuale e siripercuotono sui lavoratori così come sul servizio di pulizia delle strutture sanitarie»,ricorda Saiello. «È una lotta a difesa dei diritti e della dignità di onesti lavoratori -conclude Vallini dell' Usb - ma anche dei pazienti dell' Asl Napoli 3 Sud. Confidiamoin un intervento definitivo da parte delle autorità preposte affinché si possa aprireun' indagine per rilevare eventuali responsabilità, dirette e indirette, e illecitiamministrativi, nell' interesse dei pazienti, dei lavoratori e dei soldi pubbliciinvestiti». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

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Quattro ricoverati trasferiti prima della festa del «principe»Lui: «Mancavano infermieri»

Fulvio Bufi

Reparto chiuso, tre indagini. Il primariosospeso. Oggi la ministra a NapoliNAPOLI I carabinieri dei Nas sono arrivatiieri mattina, inviati dal ministro. Lei, laresponsabile del dicastero della SanitàGiulia Grillo, sarà invece a Napoli oggi,per incontrare i vertici dell' Ospedale delMare e i dirigenti della sanitànapoletana. Tra i quali non c' è piùFrancesco Pignatelli, il medico che hascatenato tutto questo putiferiochiudendo, nella notte tra il 6 e il 7luglio, il reparto di Chirurgia vascolareper consentire a tutto il personale diraggiungerlo in un locale sul litoraleflegreo dove venerdì sera ha ricevutoamici e colleghi per festeggiare lanomina a primario. Adesso Pignatelli èstato sospeso sine die dal direttoregenerale della Asl Napoli 1 MarioForlenza, che lo ha immediatamentesostituito. Prima, però, il manager havoluto chiedergli spiegazioni di quanto lecronache riportavano già ieri mattina e che lo stesso direttore aveva saputo sin dalweekend, seppure in via ufficiosa. Magari sperava ancora che si fosse trattato di uncolossale equivoco, che la notizia del reparto chiuso per poter andare tutti a unafesta fosse falsa, che il primario avesse una spiegazione in grado di disinnescarequella che per la sanità napoletana, e in particolare per l' immagine dell' Ospedaledel Mare, era una autentica bomba. E invece Pignatelli ha confermatotranquillamente di aver chiuso il reparto e di aver fatto spostare i quattro pazientiricoverati, trasferendoli alla Chirurgia generale. Certo non ha ammesso che il motivodella decisione fosse la sua festa, sostenendo invece di essersi dovuto regolare cosìperché gli infermieri previsti in turno avevano chiesto dei giorni di ferie, e lui avevaritenuto di concederle per non creare malcontenti in reparto. Ha riconosciuto di averagito senza avvertire, come invece sarebbe stato suo dovere, la direzione sanitaria(che infatti ha immediatamente fatto sapere di non aver autorizzato nessuna

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chiusura del reparto), ma altre responsabilità proprio non ritiene di averne, eaddirittura confidandosi con qualche amico lo ha detto chiaramente e candidamente:«Non immaginavo proprio che sarebbe successo tutto questo». Ci sarà sicuramentemodo di stabilire se ha ragione o torto. Perché su questa vicenda indagheranno inmolti. L' inchiesta interna avviata dalla Asl tratterà anche eventuali profilidisciplinari, mentre quella dei Nas - che in ospedale hanno acquisito tutta ladocumentazione relativa ai turni di servizio nel reparto di Chirurgia vascolare -produrrà una informativa che sarà inviata in Procura e che porterà verosimilmenteall' apertura di un fascicolo. Per quali reati lo stabilirà il pm cui sarà affidato l'incartamento. L' ipotesi peggiore per Pignatelli è l' interruzione di pubblico servizio.E poi ci sarà l' ispezione ministeriale, cosa diversa dalla visita del ministro, che dalcanto suo ha scelto di «venire a vedere di persona perché quando ho letto dellachiusura del reparto per permettere al personale di partecipare al party non volevocrederci, ho pensato a una fake news, ma poi ho scoperto che purtroppo sarebbeandata proprio così». Ma, aggiunge Grillo, «sto attivando anche le ispezioni delministero» perché «vogliamo andare rapidamente in fondo a questa vicenda».Insomma, Pignatelli proprio non la dimenticherà quella festa che aveva volutoelegante, tanto da scegliere di indossare addirittura il tight. Un vezzo da «principe»,come lo chiamano gli amici, forse per il naturale atteggiamento da altolocato, o piùsemplicemente per il cognome che a Napoli riporta a una delle più famose famiglienobili da cui, però, l' ex primario non pare aver mai vantato discendenze.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

Pagina 22 EAV: € 12.171Lettori: 133.364

Reparto chiuso arriva il ministro «Grave danno»ETTORE MAUTONE

Il primario di Chirurgia vascolare dell'Ospedale del Mare Francesco Pignatellisvuota il reparto per una notte (unpaziente ha addirittura rischiato dimorire ma è stato salvato al SanGiovanni Bosco) e contemporaneamenteorganizza una festa con amici e colleghiper brindare al suo nuovo incarico. Ilministro della Salute Giulia Grillo, dopoaver inviato il Nas, spedisce a Napoli gliispettori e nel pomeriggio di oggieffettuerà personalmente una visita.«Quando ho letto che un intero repartoera stato chiuso per permettere alpersonale di partecipare al partyorganizzato dal nuovo primario perfesteggiare l' incarico, per un attimo hopensato che fosse una fake news - dice ilministro in una nota - poi ho scopertoche sarebbe andata proprio così. Hoinviato i Nas e sto attivando le ispezionidel ministero. Domani (oggi, ndr) andròdi persona a vedere. Vogliamo andarerapidamente in fondo a questa vicenda.Solo così - conclude il ministro - restituiremo il prestigio che merita al Serviziosanitario nazionale e potremo difenderlo da chi ne mina la credibilità». Grillo èattesa a Napoli in mattinata al Monaldi e nel pomeriggio, alle 17,30, all' Ospedale delMare. SOSPENSIONE SINE DIE È scattata intanto la sospensione senza scadenza dall'incarico per Pignatelli, da due mesi primario all' ospedale di Napoli Est dopo avervinto un concorso. Una vicenda scaturita dalla denuncia del consigliere regionale deiVerdi e componente della commissione Sanità, Francesco Borrelli, che per primo hapuntato il dito su Pignatelli accusandolo di aver svuotato il reparto nella notte travenerdì e sabato scorsi, trasferendo quattro pazienti nella divisione di Chirurgiagenerale e consentendo così a medici e operatori di partecipare alla festaorganizzata in un noto locale di Pozzuoli per celebrare il nuovo incarico e raccoglierefondi in favore di una onlus dedita alla prevenzione degli aneurismi. Il limbo nelquale Pignatelli precipita non ha termini e potrebbe preludere a pesanti sanzioni chevanno dalla sospensione per minimo sei mesi alla revoca dall' incarico di primario

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fino al licenziamento, con o senza preavviso. IL FACCIA A FACCIA Il faccia a faccia traPignatelli e il manager della Asl, Mario Forlenza, è durato alcune ore. La difesa delchirurgo è stata considerata debole. Pignatelli ha negato che il reparto sia statochiuso ed ha chiarito che i 4 pazienti trasferiti hanno ricevuto assistenza senzainterruzioni e senza alcun danno. Una guardia specialistica era prevista inreperibilità. Il motivo del trasloco? La difficoltà a coprire i turni e la possibilità diconseguire un risparmio. «Due infermieri - riferisce Forlenza - avrebbero chiesto leferie minacciando di mettersi in malattia. Ho contestato che le ferie andavanorifiutate imponendo i turni». Il primario ha poi ammesso di non aver avvisatopreventivamente la direzione sanitaria. Il reparto è rimasto sguarnito per 12 ore,dalle 8 di sera di venerdì 6 luglio alle 8 del mattino di sabato. I pazienti sono poitornati nei loro letti. «Ho notificato e confermato a Pignatelli - conclude Forlenza - lasospensione dall' incarico. Gli atti dell' ufficio ispettivo e le posizioni degli operatorisanitari e dei medici coinvolti e anche dei pazienti saranno trasmessi all' ufficiodisciplina cui spetta trarre le conclusioni finali. È un danno d' immagine colossale.Siamo pronti a costituirci parte civile se ci sarà il rinvio a giudizio del medico». I NASIN CORSIA Per tutta la giornata di ieri, prima all' Ospedale del Mare poi al Frullone,negli uffici della direzione generale dell' Asl Napoli 1, sono giunti i Carabinieri delNas. Gli uomini dell' Arma hanno raccolto informazioni e documenti in direzionesanitaria comprese tutte le foto della festa organizzata a Pozzuoli. Obiettivoindividuare i partecipanti e incrociare i dati con quelli dei cartellini delle presenze. Ilcomandante del gruppo ha chiesto al manager di trasmettere copia di tutti gli atti ele dichiarazioni rese a verbale da medici e pazienti coinvolti. Un' iniziativa chepotrebbe preludere all' apertura di un' inchiesta da parte della Procura. ORDINE DEIMEDICI «Ho chiesto al manager Forlenza di avere i dettagli della sospensionecomminata a Pignatelli. Lo convocheremo affinché possa offrirci la sua visione dellecose e alla fine assumeremo le dovute decisioni. Se ha effettivamente premesso unproprio futile interesse alla salute dei pazienti non esiteremo a prendere importantiprovvedimenti disciplinari». Così il presidente dell' Ordine dei medici di Napoli,Silvestro Scotti, che lamenta un grave danno d' immagine alla categoria «con ilrischio di mandare in fumo il grande sforzo che la Regione e la Asl hanno messo incampo per contrastare la migrazione sanitaria e ricostruire un rapporto di fiducia coni cittadini». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

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Reparto chiuso per un partysostituito il primario Oggi arrivail ministro Grillo

Raffaele Nespoli

Ospedale del Mare, Pignatelli sospesodalla guida di cardiochirurgia vascolareL'Ordine dei medici: danno d' immagine. INas inviano documenti in ProcuraNAPOLI Il dottor Francesco Pignatelliresterà in servizio, almeno per ilmomento, ma non ricoprirà il ruolo diprimario. È una scelta attendista quellaadottata dalla direzione generale dell'Asl in attesa di poter valutare larelazione del nucleo ispettivo. L' accusaè di aver provocato la chiusura delreparto di cardiochirurgia vascolare nellanotte tra venerdì e sabato scorso, incorrispondenza della festa organizzataproprio per celebrare la sua nomina aprimario. Quella di ieri, tra Ponticelli e ladirezione generale dell' Asl, è stata unagiornata infuocata. E oggi si replicheràcon l' arrivo da Roma sia degli ispettoriinviati dal ministero della Salute, siadello stesso ministro Giulia Grillo che ieriha spiegato di voler «andare sino infondo a questa vicenda». Nella mattinata di ieri i carabinieri del Nas si sonopresentati alla porta della direzione sanitaria (guidata da Giuseppe Russo)chiedendo alcuni chiarimenti e tutta la documentazione necessaria a ricostruire l'accaduto. Il loro intento è anche quello di capire se si possa configurare il reato diinterruzione di pubblico servizio. Già nelle prossime ore potrebbe scattare l'inchiesta della Procura. Nelle stesse ore il Sic, vale a dire il nucleo ispettivo internodell' Asl, ha «interrogato» ogni medico, ogni infermiere e operatore sociosanitarioche potesse in qualche modo essere coinvolto nell' accaduto. Nei prossimi giorni larelazione arriverà nelle mani del direttore generale Mario Forlenza che a qual puntopotrà valutare provvedimenti più severi. Intanto, come detto, il «principe» Pignatelli(così lo chiamano su Facebook alcuni degli invitati alla festa) dovrà accettare che ilsuo incarico di primario del reparto chirurgia cardiovascolare sia affidato al facentefunzioni Massimo Tatafiore. A confermare il provvedimento è Mario Forlenza,

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direttore generale della Asl Napoli 1 centro.«Una sospensione sine die - confermaMario Forlenza - dovranno essere prima portati a termine tutti gli accertamenti delcaso». Ma intanto sarà avviato anche un procedimento disciplinare che, nel peggioredei casi, potrebbe anche portare ad un licenziamento del medico. Ma ovviamente èancora tutto da dimostrare. Quanto al lungo faccia tra Forlenza e Pignatelli, ildirettore dell' Asl dice: «Ha ammesso di aver trasferito, la sera del 6 luglio, 4pazienti dal suo reparto a quello di chirurgia e di averlo fatto senza chiedere l'autorizzazione alla direzione sanitaria. Questo però è l' unico errore che ritiene diaver commesso: cioé non aver chiesto autorizzazione né comunicato nulla». Ilmedico avrebbe motivato questi trasferimenti sulla base di criticità di personale inquel turno serale, soprattutto a causa delle ferie. «Questa vicenda - conclude ildirettore generale - mi lascia con una grande amarezza, il dottor Pignatelli è ungrande professionista, ma ha commesso un' enorme leggerezza che ha danneggiatol' immagine dell' Asl e dell' Ospedale del Mare». Al momento nessun provvedimentoè stato emesso nei confronti del resto dell' équipe del reparto. Ma se dovesseroemergere altre responsabilità, assicura Forlenza, saranno presi provvedimenti ancheper loro. Di possibili provvedimenti ha parlato ieri anche il presidente dell' Ordine deimedici di Napoli Silvestro Scotti. Il leader dei camici bianchi ha chiesto all' Asl diavere i dettagli della sospensione comminata al primario Francesco Pignatelli. «Inattesa di saperne di più - dice Scotti - convocheremo il collega affinché possa offrircila propria visione delle cose e alla fine assumeremo le dovute decisioni. Se dovesseessere confermato quanto stiamo apprendendo dai media, e quindi che il dottorPignatelli abbia effettivamente premesso un proprio, futile, interesse alla salute deipazienti non esiteremo a prendere importanti provvedimenti disciplinari». Scotti,come del resto anche il dg Asl, sottolinea che «al netto di eventuali spiegazioni, cheal momento non si riescono neanche ad ipotizzare, questa vicenda stainnegabilmente creando un grave danno di immagine a tutta la categoria. Si rischiadi mandare in fumo il grande sforzo che la Regione e la Asl hanno messo in campoper contrastare la migrazione sanitaria e per ricostruire un rapporto di fiducia con icittadini campani». In questo clima rovente, sempre ieri, si è tenuta un' importanteriunione anche con il commissario ad acta Ciro Verdoliva per confermare la data del15 settembre per l' attivazione del pronto soccorso del nosocomio di Ponticelli.Almeno su questo fronte si lavora a ritmi serrati e non dovrebbero sorgereimprevisti.

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

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Reparto chiuso, tutti alla festa «Così ho smascherato ilprimario»

Napoli, il fustigatore Borrelli: voglio chesiano cacciate le mele marce È STATOconfermato il provvedimento dellasospensione per Francesco Pignatelli,primario del reparto di Chirurgiavascolare dell' Ospedale del Mare, nell'occhio del ciclone per aver chiuso ilreparto per consentire a tutti dipartecipare alla sua festa. A confermareil provvedimento è Mario Forlenza,direttore generale della Asl Napoli 1centro. «Una sospensione sine die - dice- dovranno essere prima portati atermine tutti gli accertamenti del caso».E sarà avviato anche un procedimentodisciplinare, in merito a eventuali ipotesidi contestazioni sulla base del contratto.Forlenza ha avuto un lungo incontro conPignatelli. «Mi ha confermato di avertrasferito, la sera del 6 luglio, 4 pazientidal suo reparto a quello di Chirurgia - racconta - e di averlo fatto senza chiedere l'autorizzazione alla Direzione sanitaria. Lui stesso ha riconosciuto che l' errore èstato non chiedere». Intanto, ieri mattina, i Nas si sono recati nell' Ospedale delMare e hanno chiesto di poter aver anche tutto il materiale che sarà raccolto dalservizio ispettivo per l' indagine interna. Oggi arriverà il ministro alla Salute GiuliaGrillo: «Vogliamo andare rapidamente in fondo a questa vicenda, come a tutti i casiche tolgono diritti e assistenza ai cittadini».

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10/07/2018

Argomento: Sanità Campania

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Tensione nel reparto sotto accusa sfoghi, proteste econtrolli a raffica

Melina Chiapparino

«Siamo nel mirino, ma questo è unreparto di professionisti seri». È laprotesta di una infermiera dell' Unità diChirurgia vascolare che a raccogliereoffese e insulti non ci sta. Tensioni erabbia all' Ospedale del Mare a distanzadi 24 ore dallo scandalo che ha portatoalla sospensione del primario FrancescoPignatelli: il nosocomio è blindato. Leguardie giurate tengono sotto controllopersino i familiari dei pazienti. L'ingresso dell' ospedale è preso d' assaltodai fotografi e il reparto sotto accusaviene presidiato dalla vigilanza privatacome un fortino. IL SILENZIO Eppure, acontrastare la confusione e l' agitazioneche circonda la gigantesca eavanguardistica struttura di via EnricoRusso, ieri pomeriggio c' era unparadossale silenzio nei reparti semivuoti, nel pronto soccorso chiuso e nellestanze desolate in chirurgia vascolaredove erano ricoverati solo tre pazienti.«Due degenti fanno parte di quellitrasferiti temporaneamente tra venerdì e sabato, ma è stata una scelta dovuta adifficoltà nel reperire il personale» hanno detto i sanitari in servizio sullo stessopiano dove, oltre al reparto in questione, è ubicato anche il Trauma Center. I POSTILETTO Il totale dei posti letto in Chirurgia vascolare è di 13 postazioni a cui ve nesono da aggiungere altre 3 per il regime del «day surgery», questo significa che l'intero reparto è sfruttato per poco più del 20%. Ieri pomeriggio erano in servizio leunità infermieristiche ed un chirurgo vascolare di turno nelle sale nuove e tirate alucido ma praticamente vuote. LA DIFESA Il clima di tensione e nervosismo non harisparmiato neanche gli stessi operatori ospedalieri: «Se adesso qualcuno mivedesse che mangio una pizza chissà cosa direbbe - spiegava un medico in camicebianco - probabilmente non penserebbe che sono ancora qui dopo dodici ore diservizio». «Il problema - aggiunge un infermiere - è che si fa cattiva informazione e

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la gente è pronta a puntare il dito senza sapere bene come sono andate le cose». LAREAZIONE Però nessuno spiega con precisione perché, d' improvviso, il reparto erasguarnito di unità. Adesso l' attenzione è puntata su altro: vietare intromissione neireparti. «Stamattina stava per entrare un fotografo, aveva la macchina nascostanello zainetto - continuano le infermiere - la struttura è stata praticamenteaccerchiata dai giornalisti e ci sentiamo la pressione addosso anche se non abbiamofatto nulla». Qualche incursione nel reparto semi vuoto di Chirurgia vascolare c' èstata, come il caso di una signora che aveva bisogno di una consulenza, ma il lavoronel reparto era di sicuro poco e non potrebbe essere altrimenti per l' esiguo numerodi pazienti ricoverati. LA VIGILANZA «I pazienti sono pochi anche per la mancataattivazione del pronto soccorso - aggiungono i sanitari - questo è un datosignificativo rispetto all' utenza che ci viene trasferita da altri ospedali». Uno dei trericoverati, in particolare, era arrivato proprio ieri, nel bel mezzo dello scandalo cheha travolto il reparto. «Qui garantiamo un' assistenza di alta qualità all' interno diuna struttura veramente high tech ed è un peccato che un' eccellenza sanitaria diquesto tipo venga infangata da episodi del genere» ha confessato un medico di unreparto dell' area H, ben distante da Chirurgia vascolare che si trova al di sopra dell'ingresso principale dell' ospedale. IL REPARTO L' unico via vai che ieri hamovimentato le stanze vuote del reparto sotto accusa è stato quello delle guardiegiurate che, su indicazione della direzione ospedaliera, hanno monitoratocostantemente entrate e uscite dei familiari. Anche scattato l' orario di visita, alle18, la vigilanza si è occupata di controllare gli accessi nell' Unità che accoglieva i 3degenti. «C' è un clima di diffidenza e allarme - ha raccontato una signora in visita aun familiare in Terapia intensiva - ho notato un aumento dei controlli da parte deivigilantes anche se mi chiedo a cosa possa servire visto quello che è successo». ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

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"Come sono diventata la mamma di Daniele dopo un tumoreal seno"

F. D. T.

Una psicologa racconta la propriaesperienza per preservare la fertilitàAvere un figlio dopo il cancro? Oggi èpossibile, anche se questa chance non èaffatto scontata. I continui progressi nelcampo della medicina della riproduzioneriguardano da vicino anche i pazientioncologici: sono 5 mila coloro che ognianno scoprono di essere stati colpiti daun tumore in età fertile. In passato, perloro, non c' era alcuna possibilità diallargare la famiglia dopo la malattia.Oggi sì, a patto di saper correre ai ripariprima dell' inizio delle terapie. Sceltaconsapevole, che ha compiuto ManuelaCaloro, 41 anni oggi, 30 quandoricevette una diagnosi impietosa: cancroal seno triplo negativo, il più aggressivoe quello contro il quale ci sono menoopzioni terapeutiche. Allora Manuela nonpensava alla possibilità di avere figli. Maaverle concesso questa speranza le hacambiato la vita. Sabato scorso il suopiccolo Daniele ha festeggiato i sette mesi. «Non c' è mattina in cui non pensi aquanto sia cambiata in meglio la mia vita», racconta adesso tra un colloquio e l' altronel reparto di oncologia medica dell' ospedale Perrino di Brindisi. Da psicologa, dopoaver affrontato in prima persona il cancro, ha deciso di lavorare al fianco di chicombatte ogni giorno contro un tumore. Operata dai chirurghi a Forlì, sono stati poigli oncologi di Lecce ad averle dato la preziosa opportunità di pensare a un figlio.«Quando ti ammali in così giovane età, la gravidanza non è il primo pensiero: sentidi dover prima vincere la tua partita e poi recuperare il tempo perso». MentreManuela si sottoponeva alla chemioterapia, riceveva una volta al mese l' iniezione diun farmaco in grado di indurre la menopausa e mettere così a riposo le ovaie. Senzaquesto accorgimento, un anno e mezzo fa non sarebbe rimasta incinta. E oggi che èmamma, oltre che psicologa, il tema della preservazione della fertilità è diventatouno dei primi che affronta con i pazienti. «Ho sperimentato sulla mia pelle come

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dopo il cancro la vita non torni quella di prima, perché a cambiare è prima di tutto ladonna - racconta -. Ma, a prescindere dall' arrivo o meno della gravidanza, farpresente l' opportunità aiuta a non vivere alla giornata. Un figlio - sottolinea - è lanostra proiezione nel futuro: pensare di poterlo avere permette di guardare oltre lamalattia». F. D. T. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

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"La burocrazia contro i malati"ROBERTO BORDONARO

Tumori Si chiama prontuario regionaleCausa ritardi. Ma una soluzione c' è di I lpercorso che un medi- cinale oncologicodeve compiere prima di divenireerogabile dal Servizio sanitario nazionaleinizia con la sottomissione della richiestadi registrazione all' European MedicineAgency ( Ema) che, valutata la qualitàdelle evidenze scientifiche prodotte acorredo del dossier registrativo, sipronuncia sull' accoglimento o meno ditale richiesta; la procedura seguita pertutti i medicinali di area oncologica valeper tutti i paesi della Comunità Europea.A differenza di quanto accade in alcunipaesi come ad esempio la Germania,dove il farmaco viene reso disponibileimmediatamente dopo la registrazione diEma, in Italia è previsto un secondopassaggio autorizzativo all' Agenziaitaliana del farmaco ( Aifa) che provvedeal rilascio dell' autorizzazione allaimmissione in commercio, ne decide le modalità di dispensazione, ne negozia ilprezzo e le eventuali modalità di rimborso: questo processo fa sì che, tra l' avvenutaregistrazione di Ema ed il momento in cui il medicinale diviene teoricamenteerogabile anche in Italia, trascorrano in media 806 giorni (2,2 anni). "Teoricamente",perché la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della registrazione non è sufficiente arenderlo acquistabile dalle aziende sanitarie e disponibile ai pazienti. A parte il casovirtuoso di Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia, la registrazione Aifa e lapubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale di prezzo e modalità di rimborso dovrannoessere seguite dall' inserimento nei Prontuari terapeutici ospedalieri regionali ( Ptor)da parte di una apposita Commissione. L' ulteriore passaggio si consuma in tempimolto variabili a seconda delle diverse realtà regionali, passando da un minimo di 40giorni (Umbria) a un massimo di 170 (Calabria). Ma non è ancora finita: laregistrazione nei prontuari regionali non è ancora un via libera all' acquisto. Deve farseguito la raccolta dei fabbisogni delle singole aziende, che devono esserecomunicati alla Centrale unica di committenza, da cui deve arrivare un Codiceidentificativo generale; cosa a cui seguono altri passaggi che rubano tempo. Come

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altro tempo si consuma nei tempi tecnici di consegna del medicinale per i pazienti.Pazzesco, no? In questo panorama si iscrive il recente caso Sicilia, esempioparadigmatico di come la farraginosità e l' indifferenza della burocrazia si possanofare strumenti di diseguaglianza sociale ( vedi articolo sotto). Bisogna pensare acome eliminare questi prontuari regionali: sono di fatto un terzo filtro, che segue adue gerarchicamente superiori già pronunciatisi su efficacia, sicurezza d' uso, prezzoe modalità di rimborso di un farmaco; non possiede lo spazio normativo né talvoltale risorse professionali per indirizzare l' utilizzo del farmaco (non può interveniresulle indicazioni) ed in alcune regioni non garantisce nemmeno la continuitàamministrativa. Non solo: i farmaci che Aifa registra come classe H ( ospedalieri) ocome " innovativi" entrano automaticamente nei livelli essenziali di assistenza. Senon li rendiamo disponibili lediamo il diritto alla miglior cura dei pazienti. È venutoquindi il momento di cambiare le regole. In questo possibile modo: - sottrarre allaCommissione che redige i prontuari regionali la funzione di terzo filtro, stabilendoche i farmaci ospedalieri e innovativi siano disponibili nel momento stesso della lororegistrazione sulla Gazzetta ufficiale; - semplificare l' identificazione dei centriprescrittori autorizzati a erogare nuovi farmaci; - far sì che la raccolta dei fabbisognidelle aziende sanitarie venga avviata preventivamente rispetto alla pubblicazionesulla Gazzetta della registrazione del nuovo farmaco; - sbloccare l' acquisto da partedelle aziende, semplificando e studiando le combinazioni contabili che riescano aevitare un aggravio extra-budget alle divisioni ospedaliere che li utilizzano.Insomma, garantire un accesso ai nuovi farmaci ai nostri pazienti è possibile,sfrondando la burocrazia regionale che opprime l' iter. Per il bene dei malati.direttore dell' Oncologia Medica dell' ospedale Garibaldi di Catania © RIPRODUZIONERISERVATA.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

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"Reazioni avverse" alle vaccinazioni: solo un centinaio ognimilione di abitanti

PAOLO RUSSO

L' Agenzia del farmaco: rara lacorrelazione con le punture Per l' utilizzodi medicinali comuni l' incidenza arriva a750 Un centinaio di reazioni avverse ognimilione di abitanti, delle quali solo il 20%considerate gravi e in diversi casi noncorrelabili ai vaccini. Ad esempio solo il52% dei problemi di salute segnalatidopo il vaccino trivalente contromorbillo, rosolia e parotite è correlabilealla somministrazione. Il che nonsignifica tra l' altro che anche in queicasi la causa certa della reazioneavversa sia proprio il vaccino. Ecomunque, salvo dieci decessi, dei qualiuno solo ipoteticamente attribuibile auna vaccinazione, in tutti gli altri casi siè andati verso una risoluzione completadella malattia o danni alla salute dicarattere transitorio. Numeri che per inon addetti ai lavori potrebberosembrare comunque allarmanti, ma chesono in realtà di molto inferiori a quellecirca 750 reazioni avverse che generalmente si riscontrano ogni milione di italianiper tutti gli altri farmaci. A riprova della sicurezza dei vaccini e a smentire lapropaganda no-vax ecco il rapporto sulla "vaccino-sorveglianza 2017" redatto dall'Aifa, l' Agenzia italiana del farmaco, che già aveva concluso il monitoraggio per iltriennio precedente. Un trend stabile negli ultimi quattro anni, con un incrementodelle segnalazioni nel 2017 che l' Aifa ascrive all' aumentata attività di sorveglianza,non certo all' aumento di problemi legati alle vaccinazioni, smentiti dall' analisi deisingoli casi. Compresi i 10 decessi verificatisi dopo la somministrazione di uno o piùvaccini, ma attribuibili alla presenza di altre gravi malattie, magari non diagnosticateprima. L' eccezione Unica eccezione un neonato di 11 mesi, deceduto lo scorso annodopo una "encefalomielite acuta disseminata", malattia rara del sistema nervosocentrale, nel 95% dei casi causata da alcuni tipi di virus, tra i quali l' herpes. Lacorrelazione con i vaccini «è molto rara e controversa», specifica il rapporto,

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concludendo però che «in base alla valutazione medico legale non si può stabilire sel' esito infausto possa essere ricondotto agli agenti infettivi identificati o allavaccinazione». Pertanto il nesso causale, pur sempre unico su milioni di vaccinisomministrati, resta «indeterminato». Per il resto nelle 6.696 segnalazioni (dellequali solo 4.822 insorte nel 2017), quasi tremila si traducono in un po' di febbre, aaltrettante in reazioni locali o cutanee generalizzate. L' iperpiressia, ossia la febbrealta da 39 e mezzo in su, ha riguardato circa 900 casi. Ma attenzione, per questecome per le altre reazioni avverse non si può puntare l' indice contro i vaccini, inquanto, come specifica l' Aifa, per evento avverso si intende un qualsiasi problemadi natura medica che si verifichi dopo la vaccinazione, ma non necessariamente aquesta correlato. Il caso influenza Se il rapporto rischio-beneficio è più chefavorevole per i vaccini in genere lo è ancora di più per quelli contro l' influenza, chel' ultimo anno ha steso a letto 4 milioni di italiani, facendone ricoverare inrianimazione 744, mentre 160 non ce l' hanno fatta. A fronte della gravità di questinumeri le reazioni avverse al vaccino sono state 1,6 ogni 100mila dosisomministrate, quelle gravi solo un quarto. La regione dove le segnalazioniabbondano è comunque il Veneto, che con 1952 casi da sola cumula quasi un terzodi quelli del resto d' Italia. Questo non perché i veneti siano più degli altri allergici aivaccini ma perché probabilmente li la rete di rilevazione funziona meglio. Un' attivitàche il Ministro della salute, Giulia Grillo, vuole ulteriormente potenziare,coinvolgendo più attivamente le famiglie nella vigilanza, visto che ora solo 882segnalazioni su quasi settemila proviene dai diretti interessati. BY NC ND ALCUNIDIRITTI RISERVATI.

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10/07/2018

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Al pronto soccorso marocchini picchiano medico einfermieri. E poi li denunciano

Michelangelo Bonessa

CINISELLO BALSAMO Il consigliere Pase(Lega): «Basta violenza contro chi lavorain ospedale» Michelangelo BonessaArrivano, picchiano e poi denunciano perlesioni quelli che hanno malmenato.Sembra una commedia assurda, invece ècronaca notturna dell' hinterlandmilanese. Ieri una coppia di cittadiniitaliani di origine marocchina hascatenato il panico nell' ospedale Bassinidi Cinisello. Sono arrivati alle 6 delmattino portati da un' ambulanza ed èfinita con l' intervento dei carabinieri: idue, 24 e 21 anni, sono giunti giàfortemente alterati anche se dalle primericostruzioni non è chiaro se da alcol odroghe. Già essere stati portati in quelpronto soccorso però pare non esserglipiaciuto, anzi pare proprio essere stato ilmotivo per il quale si sono infuriati: pocodopo il loro arrivo hanno aggredito treinfermieri, un medico e un operatoresanitario. Al personale del Bassini non èrimasto che chiamare i carabinieri che hanno portato in caserma la coppia inferocita.Ai militari non è però stato possibile trattenere i due, perchè di tutte le prognosidegli aggrediti la più grave era una di quindici giorni. E la legge prescrive che sotto iventi giorni non è possibile tenere in cella l' aggressore. A questo punto, i duegiovani sono usciti e si sono recati al pronto soccorso di Sesto San Giovannidenunciando le ecchimosi a loro dire causate dall' aggressione subita dai medici delBassini. Secondo la loro ricostruzione dunque non sarebbero stati loro ad averpestato il personale sanitario, ma l' inverso. L' episodio non ha mancato di suscitareindignate reazioni della politica locale: «Quanto accaduto ieri al Pronto Soccorso dell'Ospedale Bassini di Cinisello Balsamo è l' ennesimo e gravissimo episodio di violenzacommesso nei confronti di onesti lavoratori, in questo caso verso personalesanitario, pronto ad aiutare il prossimo e non certo ad essere aggredito da chichiede il loro aiuto - ha commentato il consigliere regionale Riccardo Pase in quota

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Lega - Esprimo tutta la mia vicinanza e solidarietà alle persone aggredite. Purtroppo- tuona il consigliere leghista - gli episodi di violenza commessi nei confronti degliautisti di autobus, commercianti, taxisti e oggi anche nei confronti di personalesanitario hanno raggiunto una recrudescenza senza eguali. Sono episodi gravissimiche vanno condannati senza mezzi termini. Nei prossimi giorni chiederò un incontroall' Assessore alla Sicurezza De Corato e l' Assessore al Welfare Gallera per studiaresoluzioni in grado di proteggere tutti i lavoratori». Proposta subito accolta da DeCorato che accettando l' invito ha ricordato come non sia la prima volta che lacronaca riporta di episodi del genere: «Il 10 aprile vi fu la rissa tra extra comunitarial pronto soccorso di Magenta dove dalla strada si passò dentro all' ospedale per laresa dei conti. Oggi questa del Bassini. La notte alcuni pronto soccorso sono zona offlimits, ci vuole una strategia per tutelare personale e utenti».

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 3 EAV: € 10.753Lettori: 153.101

«Il blocco del turnover un problema da Nord a SudRichiamiamo i pensionati»

INTERVISTA LA PROPOSTA DI CARLOPALERMO (ANAAO) ROMA CARLOPalermo (nella foto), da pochi giorninuovo segretario dell' Associazionemedici e dirigenti del Servizio sanitarionazionale (Anaao Assomed), lancia l'allarme: mancano medici negli ospedalie tra cinque anni tutto il sistemapotrebbe saltare. Dottore, è 'vietato'ammalarsi d' estate? «Arriva l' estate earrivano i problemi. Perché anche aimedici vanno garantite ferie e riposi e l'Italia ha già subito una procedura diinfrazione per il mancato rispetto dellarelativa direttiva europea. Ma allariduzione di un terzo delle attività, dagiugno a settembre, per consentire leferie si somma un altro fattore: negliultimi anni negli ospedali c' è stato undepauperamento e una desertificazioneprofessionale». Al Sud le cose vanno peggio? «Il problema riguarda tutta Italiaperché il blocco del turnover non interessa solo le Regioni in piano di rientro, perintendersi essenzialmente Calabria, Sicilia, Molise e Campania, ma anche quelle alCentro Nord dove il blocco è più sotto traccia ma c' è. Tutto questo perché vige laregola che la spesa per il personale sanitario non può superare quella per ilpersonale del 2004 decurtata dell' 1,4%. Una norma che è servita a risanare i bilancima oggi non c' è più un grosso deficit. È una norma anacronistica, abbiamo bisognodi medici, va fatta saltare, abbiamo necessità di sbloccare il turnover». Ci sonosempre meno medici negli ospedali italiani? «Per il mancato turn over, dal 2009 adoggi, abbiamo perso - e sono dati ufficiali - 9 mila medici. Per non parlare deglispecialisti che non si trovano più: è totalmente fallimentare la programmazione delpost laurea. Mancano pediatri, anestesisti, ortopedici, ginecologi e tra pocomancheranno anche i chirurghi». Quale prospettiva da qui all' immediato futuro? «Lasituazione è disastrata, la mia paura è che salti tutto il sistema, nei prossimi 5 annivanno in pensione almeno 30 mila medici ospedalieri e come saranno sostituiti? Imedici ospedalieri hanno già i fine settimana tutti occupati, le ferie si accumulano,

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chi è prossimo alla pensione ha 300 giorni di ferie che significa andare via dal lavoroun anno prima. Per non parlare di 20 milioni di ore di straordinario ogni anno chenon vengono prese di considerazione in termini di recupero o di pagamento. D'estate, poi, il dramma». Quali possono essere le soluzioni? «La proposta che ho fattoal presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e agli assessoriAntonio Saitta e Sergio Venturi è di pensare a una risposta eccezionale, transitoria,per garantire l' arrivo di medici negli ospedali. Siamo in una situazioneemergenziale, non riusciamo a garantire i Lea in modo uniforme nel Paese. Ci sono30 mila medici in formazione nei policlinici universitari, non sarebbe scandalosoassumere quelli dell' ultimo anno: parliamo di 6 mila medici, colleghi, messiovviamente in coda a coloro che hanno già i titoli. Pensi alle zone periferiche omontane nelle quali nessuno vuole andare: non sa cosa significa avere adisposizione un professionista che può fare una guardia o un ambulatorio e cheentro pochi mesi completerà il percorso di specializzazione». Ha altre proposte?«Potrebbe servire ricorrere ai pensionati per alcuni tipi di servizio. Permettere checolleghi in pensione, su scelta volontaria, possano fare guardie, ambulatorio, conuna retribuzione aggiuntiva». Veronica Passeri © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 2 EAV: € 12.358Lettori: 153.101

«Le poche assunzioni programmate nel 2018 procedono arilento»

DENUNCIA DEI SINDACATI ROMAMANCANO complessivamente 14 milamedici negli ospedali italiani, di cui 4mila anestesisti. E anche 60 milainfermieri. Sul banco degli imputati c' èsoprattutto il blocco del turn over maanche disorganizzazione e riduzione deifinanziamenti alla sanità. D' estate, poi,è il dramma. All' ospedale pediatricoGaslini di Genova per la scarsità dianestesisti e infermieri decine diinterventi chirurgici programmati fragiugno e agosto saranno rinviati.Assicurati nello stesso periodo solo leoperazioni d' urgenza e gli interventi aipazienti oncologici. Gli ospedali delcentro di Napoli sono con gli organici alcollasso, non va meglio nel Lazio.Garantire ai medici ospedalieri e alpersonale infermieristico il diritto alleferie rischia di far saltare almeno il 30% dell' attività di diversi reparti. Insomma,ammalarsi d' estate, avere bisogno di un ricovero o di un intervento - al di là dell'emergenza - è caldamente sconsigliato. SECONDO le stime di alcuni sindacati deimedici a causa della carenza di anestesisti non potranno essere effettuati almenoquattromila interventi chirurgici al giorno, mentre il tempo che si aspetta tra laprenotazione e la prestazione aumenterà del 30 per cento nelle strutture più insofferenza. In pratica, al paziente sarà fissato un appuntamento dopo quattro mesianziché tre o tredici mesi invece di dieci, ma il dato varia in ogni struttura, in basealle patologie e all' urgenza. A Genova è il direttore sanitario del Gaslini Silvio DelBuono a spiegare che «Siamo stati costretti a rinviare molti interventi programmatida giugno in poi e già tutti riprogrammati dopo il 24 settembre perché le procedureper assumere 8 anestesisti e 8 infermieri avviate da tempo stanno procedendo piùlentamente di quanto previsto». Secondo alcune mamme in un solo giorno «sonostati riprogrammati 25 interventi» e Sandro Alloisio, tecnico di laboratorio del Gaslinie responsabile Cgil Funzione pubblica dell' ospedale pediatrico, aggiunge che, oltrealle lentezze burocratiche, «molti infermieri pediatrici sono residenti al Sud e se

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possono non vengono al Gaslini», preferendo una sede più vicina a casa. Glianestesisti, poi, mancano da tempo. Nel Lazio non va meglio: senza assunzioni sirischia la chiusura o l' accorpamento di interi reparti. Del resto, secondo i dati dellaCgil, negli ultimi tre anni, tra pensionamenti e mancate assunzioni, c' è stata unaperdita di 2.500 unità, di cui 130 all' ospedale San Camillo. «LE POCHE assunzioniprogrammate nel 2018 procedono lentamente. Troppo lentamente - denuncia la Fp-Cgil - per impedire che si verifichino le croniche emergenze nel periodo estivodovute alla carenza di personale, chiedendo sacrifici ai lavoratori in servizio, la cuietà media sfiora i 53 anni. Nonostante le 1000 stabilizzazioni e l' annuncio dellalegge sul ricambio generazionale nel Ssr da parte del presidente Nicola Zingaretti edall' assessore D' Amato, servono tempi più rapidi e un piano assunzionale cheriesca a compensare la fuoriuscita di personale». Insomma, nei prossimi 5 anni siprevedono almeno 7.500 pensionamenti, che arriveranno a 17.500 in 10 anni:secondo i sindacati servono almeno 10 mila assunzioni, il doppio di quantoannunciato dalla Regione. Quadro a tinte ancora più fosche al Sud. Emblematico ilcaso il Napoli dove gli organici già molto risicati rischiano di essere ancora piùsguarniti d' estate. «Siamo molto preoccupati per le condizioni di tutti gli ospedalidel centro storico di Napoli, già in questi giorni molti nostri pazienti si trovanospaesati - avvertono Luigi Sparano e Corrado Calamaro, rispettivamente segretarioprovinciale e segretario amministrativo della sezione partenopea della Fimmg, laFederazione medici di medicina generale - per l' assenza di servizi ambulatoriali eper il blocco di molte attività chirurgiche di elezione». Ciliegina sulla torta: lariduzione del personale potrebbe trascinare una ulteriore riduzione dei posti letto -già oggi tra le più basse nel panorama europeo - fino a 40.000 posti letto portando ilrapporto al di sotto del 2,5 per mille abitanti, che collocherebbe l' Italia all' ultimoposto in Europa. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 35 EAV: € 41.873Lettori: 533.243

Embrioni dalle cellule della pelle E la vita non passerà piùdal sesso

MARCO PIVATO

il futuro è LEGATO A TEST ESTREMI, MA l'obiettivo è indagare ovociti espermatozOI Il sesso dedicato allaprocreazione potrebbe passare presto dimoda. Non soltanto perché le tecniche difecondazione alternative sono semprepiù avanzate, ma anche perché nondovremo nemmeno più attingere dallariserva dei tradizionali «semi» maschili efemminili. Sarà sufficiente fornire uncampione della propria pelle: lì c' è tuttoquello che serve, il resto lo metterannogli scienziati con il loro «know-how». Già,perché all' Università di Kyoto è statocreato un embrione di topolino partendoda cellule derivate dalla coda. Potrebbesembrare poco romantico, come lasceneggiatura di un remake di film alla«Gattaca», dove si immagina un mondodominato dall' eugenetica. Ma in questocaso la priorità non è creare milioni disuper-replicanti. Piuttosto, riuscire a«fabbricare» un embrione - definito conla metafora della «scatola nera della vita» - significa partecipare al laboratorio dell'evoluzione, così da comprendere difetti e patologie della fertilità. Mitinori Saitou e isuoi colleghi, che hanno pubblicato su «Nature» questo risultato, sono gli ultimi diuna serie di super-specialisti ad avere riprogrammato cellule della pelle in cellulestaminali (quindi in grado di diventare potenzialmente qualsiasi cellula dell'organismo) per poi «convincerle» a differenziarsi: sia in spermatozoi sia in ovociti.Da questi test sono nati alcuni topolini. Ovociti e gameti «Tentativi del genere sonoin corso già da un po' di tempo, anche se la tecnologia, ad oggi, non consenterisultati replicabili con facilità - spiega Paolà Viganò, responsabile del Laboratorio diprocreazione medicalmente assistita del Centro scienze della Natalità dell' Irccs-Ospedale San Raffaele di Milano -. Questo vale soprattutto per la creazione degliovociti, biologicamente molto più complessi rispetto ai gameti maschili». I probleminon sono pochi. Per diventare una cellula sessuale la staminale derivata da una

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cellula prelevata dalla pelle del donatore, infatti, deve perdere metà del corredogenetico, proprio come i nostri «semi» che hanno metà del normale patrimoniocromosomico (vale a dire la «dote» paterna o materna). «Per ottenere un similerisultato - continua Viganò - la cellula cutanea riprogrammata a staminale vienecoltivata con fattori di differenziazione: si tratta di proteine, capaci di indirizzarlaverso la spermatogenesi o verso l' ovogenesi». È a questo punto che i gameti sonopronti e non resta che «fonderli» e aspettare. Ma è la Natura a decidere. Unembrione creato da gameti artificiali, in effetti, potrebbe essere incompatibile con losviluppo di una vita: d' altra parte, basta pensare che lo sono spesso anche quelliche derivano dalle gravidanze naturali. In qualunque momento possonointerrompersi. «La Natura è selettiva, qualora il prodotto del concepimento contengadegli errori: benché molti embrioni e poi feti con malformazioni congenite o malattiegenetiche arrivino alla nascita, c' è un grande numero di aborti "decisi" in anticipodalla stessa biologia». Un solo genitore Certo, a 40 anni da Louise Brown (e a 22dalla non meno celebre clonazione della pecora Dolly), è spontaneo pensare che ilprocedimento sarà ulteriormente affinato. «Se la fonte è rappresentata da celluledella pelle, non è necessario avere due "genitori", un maschio e una femmina -precisa Viganò -. È possibile ottenere i due gameti artificiali anche dallo stessodonatore». Tecnicamente, si tratta di clonazione, ma, al di là delle definizioni, laconoscenza delle prime fasi dello sviluppo dell' embrione resta indispensabile: è cosìche si indagheranno le cause profonde dell' infertilità e di molte malattie genetiche.BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 34 EAV: € 45.312Lettori: 533.243

Generazione provettaFABIO DI TODARO

TECNICA SEMPRE PIù SOFISTICATA, MAche non risolve tutti i problemi Laprocreazione assistita celebra i primi 40anni "Tasso di successo al 36%" Il 25luglio Louise Brown, la prima bambinanata in provetta, festeggerà i primi 40anni. Nell' estate 1978, all' ospedale diOldham, nel Nord dell' Inghilterra, siconcretizzò una gravidanza ottenuta dauna fecondazione assistita. I genitori diLouise, Lesley e John, tentavano di avereun figlio da un decennio. A quel puntodecisero di affidarsi a Patrick Steptoe eRobert Edwards: il primo un ginecologoche aveva messo a punto una tecnicachirurgica contro l' occlusione delle tube,il secondo un biologo esperto dimanipolazione dei gameti. Entrambisarebbero diventati i pionieri dellaprocreazione medicalmente assistita,fondamentale per superare l' infertilità ola sterilità. Grazie alle loro ricerche, oggi,sono più di otto milioni i bambini venutialla luce in tutto il mondo. In Europa - dove si è passati dai 100 mila cicli del 1995 ai700 mila del 2014 - è la Spagna la nazione più attiva. Ma anche in Italia l' offerta èormai diffusa e variegata, anche se l' accesso alle cure per uomini e donne non èsempre gratuito. Tante varianti . Le opportunità sono diverse: di primo livello (con l'inseminazione semplice) e di secondo e di terzo (con la fecondazione in vitro e con l'Icsi). Gli ultimi dati nazionali disponibili si riferiscono al 2015: 95mila i cicli effettuati,poco meno di 13 mila i bambini nati vivi. Significa che quasi tre neonati su 100 sonovenuti alla luce grazie alla procreazione medicalmente assistita. La scelta dellatecnica più congeniale - il tasso medio di successo è oggi del 36%, quasi raddoppiatodal 2000, anche se le probabilità non sono mai assolute e dipendono dalle condizionidi ogni partner e dalla struttura a cui ci si rivolge - è legata alle cause (che sononumerose) dell' infertilità. L' inseminazione intrauterina, che consiste nell'introduzione il seme nell' utero e nel monitoraggio dell' ovulazione della donna, èconsigliata in caso di sterilità senza cause evidenti, di alterazione moderata di alcuniparametri del liquido seminale o di impedimenti per l' atto sessuale. Oggi, però, è

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più frequente la fecondazione in vitro e soprattutto l' iniezione intracitoplasmaticadello spermatozoo, l' Icsi. Nel primo caso, dopo aver stimolato l' ovulazione delladonna, si prelevano gli ovociti per metterli in coltura con un numero molto alto dispermatozoi: tra 10 e 100 mila unità. La fecondazione e poi lo sviluppo dell' oocitafecondato è un processo delicato che avviene su terreni di coltura, dopodiché l'embrione viene impiantato nell' utero nei tre giorni che seguono la fecondazione. L'iniezione dello spermatozoo, invece, è consigliabile nei casi di grave infertilitàmaschile, di un ridotto numero di ovociti o dell' utilizzo di gameti congelati. Gametiin freezer? Mentre resta vietata quella degli embrioni, in Italia è aumentato il ricorsoalla crioconservazione dei gameti. La procedura può avvenire in due modi:congelamento lento oppure vitrificazione, con quest' ultima soluzione che garantiscetassi di gravidanza più alti. La crioconservazione dei gameti è utile per chi deveaffrontare terapie mediche che compromettono la fertilità, come alcune cureanticancro. Ma negli ultimi anni è in aumento il numero di donne che sceglie questavia come «social freezing»: è considerata un' arma anti-infertilità da chi vuolerimandare il momento di diventare mamma. Una scelta che, secondo EleonoraPorcu, responsabile del centro infertilità e procreazione medicalmente assistita delPoliclinico Sant' Orsola Malpighi di Bologna, non è però da incentivare. «L' esito nonè scontato. E, oltre all' età dell' ovocita, che risulta fermata, esistono anche altrifattori che possono compromettere una gravidanza. Occorre quindi ripensare ilconcetto di fertilità: la prima gravidanza dovrebbe essere portata a termine entro i35 anni della donna». I limiti dell' eterologa . In Italia, dal 2014, è possibile ricorrerealla fecondazione eterologa. I dati, però, sono fermi al primo anno: 601 i bambini,potenzialmente oltre mille fino a oggi. Ma ci sono due ostacoli: la penuria di donatori(soprattutto di ovociti) e la disomogeneità nell' accesso ai servizi sanitari. Non intutte le Regioni, infatti, le cure sono gratuite, sebbene il percorso terapeutico siaprevisto nei «Livelli essenziali di assistenza» per le donne sotto i 43 anni. Fino aquest' età, e per un massimo di tre cicli, il trattamento è a carico del Sistemasanitario nazionale, poi si deve pagare. BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 45 EAV: € 26.162Lettori: 704.603

Il malato al centro ma: gli farà bene?

PERISCOPIO di Daniela Minerva È uno diquegli studi in apparenza noiosissimi eun po' inconcludenti che, però, cimettono di fronte a una scelta di campo.Lo ha pubblicato Lancet e riporta unlavoro inglese che per la prima volta haindagato se il celebrato approccio chevuole mettere il paziente al centro deipercorsi di cura gli migliora sul serio lasalute. Lo ha fatto seguendo 1546 inglesie scozzesi afflitti da diverse patologie aiquali è stato proposto, appunto, unmetodo aperto e dialogante, che li hacoinvolti nella pianificazione delleterapie e che, soprattutto, ha evitato cheogni specialista di ognuna delle suemalattie applicasse le linee guida senzacurarsi del proliferare degli esami e delpeso dell' iter terapeutico. Ebbene lostudio ha dimostrato che un simileapproccio non ha migliorato i loroparametri sanitari né la loro qualità divita. Ma li ha soddisfatti perché li ha resi consapevoli. E, si chiedono gli studiosiinglesi: «Ne vale la pena?». Loro rispondono di sì perché questo è uno degli obiettividella buona sanità. A questo si aggiunge che parlare e capire difficoltà e bisogni delmalato che soffre di diverse patologie diminuisce la medicalizzazione a cui vaincontro se gli specialisti vanno ognuno per la sua strada. Lo studio è durato 15 mesie sarebbe bello sapere se, a una più lunga scadenza, la soddisfazione e la riduzionedel carico di adempimenti medici non finisca col tradursi in una migliore qualità dellavita.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 9 EAV: € 5.101Lettori: 234.843

Il San Raffaele fattura 637 milioni (58,6 in ricerca)ANDREA MONTANARI

Cresce il giro d' affari dell' Ospedale SanRaffaele, l' Irccs milanese di proprietàdella famiglia Rotelli e facente parte delgruppo San Donato. Lo scorso anno ilfatturato consolidato della societàpresieduta da Enrico Cucchiani e guidatadall' ad Elena Bottinelli si è attestato a637,06 milioni, in crescita del 5,7%rispetto al 2016, mentre i costi operativisono balzati a 631 milioni (+6,4%). Apesare su questo incremento, inparticolare, l' aumento degliaccantonamenti a fondo rischi saliti da926mila euro a 7,68 milioni, in largaparte (5,5 milioni) legati ai rischiderivanti da risarcimenti per sinistri,oltre agli 1,9 milioni stanziati per rischiosoccombenza in una causa civile. Così ilbilancio del San Raffaele si è chiuso inperdita per 3,5 milioni. Dal punto di vistastrutturale l' ospedale ha incrementatogli investimenti per la ricerca, portandolida 54,6 milioni a 58,6. Inoltre sono stati effettuati interventi strutturali rilevanti (19milioni) e sono stati stanziati 18,4 milioni in tecnologia per migliorare i livelli diefficienza dell' azienda sanitaria. In quest' ottica va registrato l' accordo con Ibm perlo sviluppo di un progetto di intelligenza artificiale con lo scopo di prevedere ildiabete di tipo 2. Inoltre è stato affidato a Kpmg l' incarico di aggiornare i modelliorganizzativi, gestionali e di controllo. (riproduzione riservata)

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 21 EAV: € 63.827Lettori: 796.905

Il super medico che ha ricostruito la pelle di un bambino-farfalla

Sara Bettoni

Il personaggio Terapia cellulare su unpaziente di sette anni A De Luca ilpremio Lombardia è ricerca. «Orasvilupperemo il progetto» Un «bambinofarfalla», Hassan, a cui è stata restituitala vita. La sua pelle, prima così fragile,ora è diventata resistente. E i ricercatoriche l' hanno salvato continueranno laloro missione. Hanno appena vinto unmilione di euro per proseguire la ricerca.«Abbiamo gettato il cuore oltre l'ostacolo. Adesso vogliamo sviluppare ilprogetto». A parlare è Michele De Luca,a cui è stato assegnato il premio«Lombardia è ricerca» insieme a TobiasHirsch e Graziella Pellegrini. La giuria delriconoscimento di Regione Lombardiadedicato alle scoperte nel campo delleScienze per la vita li ha scelti tra decinedi candidati da tutto il mondo. Percapirne il motivo bisogna fare un passoindietro. È il 2015 e Hassan, 7 anni, èricoverato in Germania all' ospedale diBochum. Sul suo corpo, affetto da epidermolisi bollosa, manca l' 80 per cento dellapelle. Le sue condizioni sono critiche, è peggiorato durante il viaggio per scapparedalla Siria. La malattia è causata dal difetto di un gene che impedisce all'epidermide di attecchire al derma. Il risultato? Si sfalda e non svolge più la suafunzione protettiva. A luglio da Bochum parte una chiamata al centro di medicinarigenerativa dell' università di Modena e Reggio Emilia, in cui lavorano Michele DeLuca e Graziella Pellegrini. Si decide di tentare qualcosa di mai visto. Gli italianivolano in Germania e ricostruiscono la pelle di Hassan grazie a cellule staminali eterapia genica. Una, due, tre operazioni e il bambino ha una nuova epidermide. Amarzo del 2016 può tornare a scuola, giocare a calcio e sbucciarsi un ginocchiosenza temere per la propria vita. È una farfalla che vola senza più paura d' esseretoccata. «Abbiamo sostituito il gene difettoso con uno sano - spiega De Luca - . Inlaboratorio si è creata una coltura di pelle con la correzione genetica, che poi il

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chirurgo Tobias Hirsch ha trapiantato». I tedeschi non hanno scelto un partner acaso: De Luca è punto di riferimento internazionale per la terapia cellulare e genicadi molte patologie degli epiteli di rivestimento. «Il lavoro è stato pubblicato sullarivista Nature - continua -, c' è parecchia biologia dietro. L' analisi post operazione ciha permesso di capire come si mantiene la pelle. Una base da cui partire per lefuture ricerche». Il direttore del centro di medicina rigenerativa ha già in mente leprossime tappe da percorrere grazie al finanziamento. «Sicuramente continuerà lacollaborazione con la Lombardia e con l' Unità di Immunologia del San Raffaele diMilano. Vogliamo che l' intervento su Hassan non sia un fatto singolo: la terapiagenica ci può aiutare con altre forme di epidermolisi e con diverse malattie dellapelle». Accanto ai progetti c' è la soddisfazione per aver ricevuto il «Nobel dellaricerca» lombardo. «Sono contento di questo riconoscimento perché viene dallacomunità scientifica - dice De Luca -, segno che i colleghi hanno apprezzato illavoro». La giuria di 15 esperti di alto livello è presieduta da Giuseppe Remuzzi,coordinatore Ricerche dell' istituto Mario Negri. «I giurati sono stati unanimi nellascelta - spiega Remuzzi -. Il progetto era perfetto per il tema di quest' anno, lamedicina di precisione destinata a migliorare la qualità della vita delle persone. Edimostra che la scienza insegna la pace e non bada a confini geografici: italiani etedeschi assieme per curare un profugo siriano». Tra i requisiti del bando, larichiesta di ricadute locali. «Il 70 per cento del premio deve essere dedicato asviluppare attività sul territorio» ricorda Fabrizio Sala, vicepresidente regionale eassessore alla Ricerca e all' Innovazione. La cerimonia ufficiale si terrà l' 8 novembreal Teatro alla Scala di Milano.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

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L' emorragia dei medici in un Paese di laureatiFAUSTA CHIESA

Liste d' attesa? Ospedali sotto organico?A meno di non cambiare modellosanitario, il peggio potrebbe non essereancora arrivato. Nel 2028, secondo unastima del sindacato dei medici dirigentiAnaao, per effetto dei pensionamenti ilServizio sanitario nazionale perderà oltre47mila specialisti. In corsia i camicibianchi saranno sempre più una raritànon solo per le uscite, ma anche perché -a causa del numero contingentato diposti nei percorsi di formazione postlaurea - gli ingressi non sono sufficienti apareggiare i conti. Gli stranieri? Glistipendi italiani non sono competitivi conquelli degli altri Paesi europei. «Dal 2009al 2016 abbiamo perso 9mila medicidipendenti, cioè ospedali e territorio (lamaggioranza sono ospedalieri) - diceCarlo Palermo, vice segretario nazionalevicario Anaao Assomed - e a partire daquest' anno si marcerà al ritmo di 5.600pensionamenti l' anno. Così che in undecennio andranno via 55.500 medici, 47.300 specialisti ospedalieri, più 8.200universitari e specialisti ambulatoriali». A parlare sono le date di nascita e la curvapensionistica, con l' esodo dei figli del baby-boom. La maggior parte dei medici attiviattualmente è nata tra il 1952 e il 1962. La Riforma Fornero ne ha ritardato ilpensionamento, ma adesso i nati dal 1952-53 hanno acquisito i criteri previdenzialidal 2017. E via via andranno in pensione anche gli altri. «Ogni anno - precisaPalermo - circa 7mila medici sono pensionabili: facendo un semplice calcolo, nel2022 matureranno il diritto a uscire 30mila medici». Ma potrebbero essere di più sedavvero il governo metterà mano alla Legge Fornero e allenterà i criteri,introducendo per esempio quota 100. «Il che sarebbe un bene, perché fare leguardie a 65 anni non va bene - dice Palermo - ma si aggraverà la carenza dipersonale». Il calcolo rischia di essere sottostimato anche per altri motivi. Il primofra questi è il modello (tutto italiano, senza eguali nel resto d' Europa) dellaformazione specialistica. «Da noi è appannaggio delle università, che però nonoffrono posti sufficienti», spiega Palermo. «Attualmente i laureati in medicina e

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chirurgia sono 9mila all' anno a cui si aggiungerà la quota di studenti che hannofatto ricorso perché esclusi dalle selezioni (circa 15mila in totale da oggi al 2027).Da oggi al 2027 avremo oltre 95mila laureati: l' offerta formativa è di 6.200 contrattidi specializzazione post laurea e 1.000 borse per diventare medici di base. Totale:7.200 all' anno, 72mila in dieci anni. Circa 30mila medici non avranno uno sboccoformativo post laurea». Andranno all' estero e l' Italia farà un autogol perché unlaureato in medicina costa all' università italiana circa 150mila euro. Il risultato -oltre allo spreco di risorse - è la carenza di specialisti: già oggi mancano pediatri,anestesisti, cardiologi, chirurghi generali. «Alcuni medici lasciano il pubblico perandare nel privato a causa del disagio lavorativo - analizza il sindacato - perché con itagli sono aumentati i turni di guardia, la reperibilità. Tutto il settore delle urgenze èin grandissima difficoltà, oltre ai reparti. Soprattutto nelle zone periferiche».Secondo Anaao il 10 per cento delle uscite in Veneto, Piemonte e Lombardia non èlegato alla pensione. I tagli, ecco. Ci sono veramente? «È scritto nella Legge che untempo si chiamava Finanziaria», dice Francesco Longo, dell' Osservatorio sulSistema Sanitario Nazionale del Centro di Ricerche sulla Gestione dell' AssistenzaSanitaria e Sociale (Cergas) dell' Università Bocconi. «L' Italia nel 2020 dovràspendere l' 1,4 per cento in meno per il personale della sanità rispetto al 2004 equesto mentre gli altri Stati invece la aumentano per andare incontro alle esigenzedella popolazione». Già adesso, per dirla con i numeri, lo Stato italiano spende 1.800euro ad abitante per l' assistenza sanitaria, mentre tedeschi e francesi hanno adisposizione 2.600 euro. «Abbiamo un Servizio sanitario sobrio, per non dire povero -commenta Longo - che spende più o meno ogni anno la stessa cifra, mentre nelresto del mondo occidentale aumenta perché aumentano i bisogni dellapopolazione». Dobbiamo rassegnarci a un inesorabile peggioramento della sanitàpubblica? «Se non cambieremo il modello sì - dice Longo - ma possiamo inveceriorganizzare il Ssn per renderlo più adatto alle esigenze di cura e alla scarsità dirisorse, allocandole in modo diverso. Oggi gli specialisti passano la metà del tempo afare burocrazia. Il modello possibile ed efficace oggi è fatto con meno medicispecialisti, che però fanno solo i medici, e più personale para-sanitario (che costameno) come tecnici di laboratorio, infermieri e fisioterapisti. Serve un nuovo governodi allocazione del personale, che del resto è anche più adatto all' epidemiologiaattuale e futura, sempre più fatta da malattie croniche». Anche in Italia uncambiamento in questo senso è già stato adottato da alcuni ospedali organizzati nonpiù in reparti ma per intensità di cura, dove il controllo dei pazienti in corsia, salvoemergenze, è affidato agli infermieri. E per sopperire alla mancanza di specialisti lasoluzione esiste: «Basta fare come nel resto d' Europa - dicono sia Palermo sia Longo- cioè formare gli specialisti all' interno del Servizio sanitario individuando struttureche possano essere teaching hospital».

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 2 EAV: € 6.538Lettori: 153.101

LA POLITICA SI SVEGLI

IL COMMENTO VA MALE, ma andrà moltopeggio. Perché l' attuale carenza dimedici negli ospedali si accentuerà vistoil blocco del turnover e il corrispondenteaumento dei pensionamenti, e perché lerisorse per la sanità tenderannoprogressivamente a diminuire: lapopolazione invecchia e si sa che percurare un anziano servono molti più soldiche assistere un giovane. In questoorizzonte fosco c' è però un vantaggio:che niente accade all' improvviso, ed èpossibile prevedere una strategia.Sempre che se ne abbia la volontà, cosanon scontata quando ci sono di mezzo ipolitici troppo inclini a inseguire ilvolubile consenso di oggi dimenticandosidelle soluzioni di domani. E la sanità èsempre stata una macchina di consenso,specie dove essa è gestita in massa dalpubblico. I rimedi non sono immediati, ma non impossibili. Ci sono quelli chechiedono le associazioni dei medici, primo tra tutti accorciare l' iter deglispecializzandi che in Italia è tra i più lunghi al mondo ma ci sono anche quelli cheinvestono più direttamente la responsabilità della politica. Scartata ovviamente lapiù facile («assumiamo e tappiamo i buchi») per mancanza di fondi, non resta altroche la strada maestra di una potente riorganizzazione, tarata su modelli virtuosi.Primo dei quali l' ottimizzazione della produttività dei medici che ci sono. Facendolilavorare meglio e quando occorre anche di più. La vicenda del primario dell'ospedale di Napoli che tre giorni fa ha chiuso il reparto per consentire a tutti dipartecipare alla sua festa stride con gli allarmi di cui stiamo parlando. Certo, Napoliè Napoli, ma l' idea che qualche spazio per intervenire anche altrove ci sia non deltutto è campata per aria. Nell' intramoenia per esempio non tutto fila liscio, ci sonomedici ospedalieri che vi dedicano molto tempo, forse più di quanto una correttaorganizzazione richiederebbe. Anche perché esistono Regioni, guarda caso quelle incui è ampio lo spazio dato al privato e alle prestazioni in convenzione comeLombardia e Veneto, dove la produttività dei presidi pubblici è alta, grazie a una piùefficiente organizzazione e una migliore sinergia pubblico-privato. Sono quelli i veribenchmark cui far riferimento. Sempre che si pensi meno al consenso e più al

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 33 EAV: € 44.589Lettori: 533.243

Le regole e le dosi, per bambini e adultiNICLA PANCIERA

Il rischio numero uno è semprerappresentato da sovrappeso e obesitàNon solo brioche e biscotti, ma ketchup,minestroni, sughi pronti e yogurt. Nellapreparazione di questi alimenti siaggiunge sempre lo zucchero,generalmente fruttosio o sciroppo diglucosio. Con delle conseguenze. Glieffetti degli zuccheri aggiunti sul rischiodi sviluppare malattie cardiovascolari - laprincipale causa di morte in Europa - nonsono diretti, ma mediati dal sovrappesoe dall' obesità che questi inducono.Calorie e nutrienti . A differenza deglizuccheri naturalmente presenti in moltialimenti, dalla frutta alla verdura, glizuccheri aggiunti costituiscono unproblema. Come sostiene l' AmericanHeart Association, «contribuiscono a un'alimentazione ad alto contenuto calorico,ma povera di nutrienti, e aumentano ilrischio di sviluppate obesità, malattiecardiovascolari, ipertensione, tumoriassociati all' obesità e carie». I cardiologi americani ribadiscono che, «sebbene inuna dieta sana, gli zuccheri aggiunti possano essere consumati in piccole quantità,ben pochi bambini si mantengono entro questi limiti: ecco perché si tratta di unobiettivo di salute pubblica». Quanto è troppo? «Secondo l' Oms, gli zuccheriaggiunti non devono superare il 10% dell' apporto energetico quotidiano e megliosarebbe restare sul 5%, un valore che consente di mettersi al riparo dalla carie»,spiega Silvia Scaglioni, pediatra nutrizionista della Fondazione De Marchi e dell' IrccsCa' Granda-Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Quindi, per una dieta da 2 milakcalorie al giorno, gli zuccheri aggiunti non dovrebbero superare i 50 grammi (10cucchiaini da tè): è un limite difficile da rispettare a meno di non verificare tutti glizuccheri, più o meno nascosti, aggiunti alla maggioranza dei cibi. Laraccomandazione dell' Oms non riguarda invece gli zuccheri nella frutta fresca e neivegetali o quelli naturalmente presenti nel latte, poiché non vi sono evidenze dieffetti avversi legati alla loro assunzione. Le linee-guida della Società italiana dinutrizione, tuttavia, non distinguono ancora gli zuccheri totali da quelli aggiunti. Non

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è mai troppo presto . Dopo l' anno d' età le raccomandazioni nutrizionali sottolineanol' importanza di assumere un' elevata quota di carboidrati a lento assorbimento,come i cereali di tipo integrale, orzo, farro e legumi, riducendo a meno del 10% glialimenti che contengono zuccheri a rapido assorbimento. «La preferenza per ilsapore dolce rischia di essere rinforzata dall' esposizione perinatale - spiega laScaglioni -. Ecco perché l' introduzione precoce di zuccheri aggiunti nella dieta deibambini può promuovere la preferenza per il gusto dolce: bisognerebbe sempretenerne conto». Cibi sani e appetibili . Per arginare sovrappeso e obesità crescenti èchiaro come non sia sufficiente concentrarsi sulla sfera medica o sanitaria, mabisogna agire sulla «food chain», la catena di produzione, distribuzione ecommercializzazione degli alimenti: a suggerirlo è l' iniziativa europea Food2030nell' ambito della lotta all' obesità infantile. Per Corinna Hawkes, direttrice delCentre for Food Policy della University of London City, «la prima cosa da fare èchiara: rendere i cibi sani più disponibili, più appetibili e a prezzi più accessibili. È unproblema di equità». Inoltre si deve porre attenzione ai messaggi rivolti ai soggettipiù vulnerabili e influenzabili, i bambini: ci vogliono strategie per regolare e limitareil marketing in tv e online. Imporre una tassa . In questo contesto si discute dell'opportunità di introdurre disincentivi all' acquisto di determinati cibi. In molti Paesila «sugar tax» esiste già: in Gran Bretagna, dove questa misura è stata introdottanel 2016, l' obiettivo è proprio incentivare l' industria alimentare ad abbassare ilcontenuto di zucchero dei propri prodotti, in primo luogo le bibite. Scenari futuri .Sono anche importanti le etichette. «In Europa, oggi, deve essere dichiarato il solo "zucchero totale" e non c' è alcuna etichettatura obbligatoria per gli zuccheriaggiunti, cosa che andrebbe invece introdotta», denuncia Scaglioni, che concludecosì: «Ci vogliono politiche per ridurre l' assunzione di zuccheri liberi a tutte le età,lavorando sull' educazione e introducendo standard per la mense scolastiche». BYNC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 31 EAV: € 46.137Lettori: 533.243

Quando la cannabis è nella ricettaDANIELE BANFI

"Un tipo di farmaco su cui si fa troppaconfusione" L' argomento cannabis ètornato sotto la luce dei riflettori inseguito al parere negativo del ConsiglioSuperiore di Sanità alla vendita dellacosiddetta «cannabis light». Un parere,quello degli esperti, che si basa sull'assunto che non può essere esclusa lapericolosità dei prodotti contenenti ocostituiti da infiorescenze di canapa. Mail dibattito su questo tipo di cannabisnon deve indurre nell' errore di pensareche la marijuana sia tutta uguale. Quellaterapeutica - oggi somministrataesclusivamente su prescrizione medica -è un farmaco a tutti gli effetti e nulla haa che vedere con quella che si puòacquistare nei «cannabis shop» oattraverso canali illegali. I segreti dellapianta. «La cannabis - spiega VittorioGuardamagna, direttore della divisionedi Cure Palliative e Terapia del Dolorepresso l' Istituto Europeo di Oncologia diMilano - è una pianta dalle cui infiorescenze essiccate è possibile ottenere lamarijuana, un complesso di molecole che agiscono a livello del sistema nervosocentrale e periferico. Le più note sono Thc e Cbd, ovvero delta-9-tetraidrocannabinolo e cannabidiolo». Gli effetti indotti sono svariati e dipendonoessenzialmente dalla percentuali di queste due componenti e dalle modalità disomministrazione. Versione «light». «Il Thc - spiega lo specialista - è responsabileprincipalmente dell' effetto farmacologico, mentre il Cbd tampona l' azionepsicotropa ed è responsabile dell' effetto ansiolitico e rilassante. La cannabis light, adifferenza delle altre tipologie, prevede per legge un contenuto di Thc molto basso,pari allo 0.2-0.6%. Una quantità talmente contenuta che non può essere paragonataa quella contenuta nella cannabis destinata all' uso terapeutico». I farmaci incommercio, per esempio, hanno una percentuale che può arrivare al 22%, come nelcaso del Bedrocan, uno dei più utilizzati. Light o meno, le sostanze contenute nelleinfiorescenze interagiscono comunque con i recettori endocannabinoidi, proteineresponsabili della regolazione del dolore, dell' appetito, dell' umore e della memoria.

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Fondamentale ai fini del risultato che si vuole raggiungere è il bilanciamento nellacomposizione dei due principi attivi e la presenza di altre molecole capaci dimigliorare il legame di Thc e Cbd ai propri recettori. In versione farmaco. Adifferenza di quanto si possa pensare la cannabis a scopo terapeutico è indicata incasi limitati, ma non è escluso che in futuro trovi un impiego su più vasta scala.«Allo stato attuale delle conoscenze l' uso terapeutico della cannabis è limitato alcontrollo di nausea, vomito e mancanza di appetito, principalmente nei pazientisottoposti a chemioterapia, e poi al controllo di alcune forme di dolore cronico comequello neuropatico. Altra indicazione è quella nel trattamento dei dolori da spasticitàmuscolare. Un esempio è il Sativex, un farmaco contenente solo Thc e Cbd, utileproprio nel controllo degli spasmi muscolari dovuti alla sclerosi multipla. E, infine,un' altra indicazione importante è quella dei casi di fibromialgia. In tutte questeindicazioni - aggiunge - la cannabis non rappresenta sempre la prima scelta, ma puòessere utile laddove altri trattamenti falliscono». Difficoltà di reperimento.Nonostante le evidenze sull' utilità della cannabis terapeutica, l' approvvigionamentoper il malato è tutt' altro che semplice. Esclusa la possibilità di acquistarla nei«cannabis shop» proprio perché si tratta di un prodotto completamente differente, achi ne ha bisogno non è sufficiente la sola ricetta del medico. Il percorso ad ostacoliinizia dalla farmacia. Non tutte, infatti, sono abilitate alla vendita. Non soltanto. Ilproblema è rappresentato anche dal prezzo: in media - quando la si trova - il costo siaggira intorno ai venti euro al grammo, ma, mentre alcune Regioni rimborsanointeramente il prodotto, altre lo fanno solo per alcune specifiche patologie e altreancora non prevedono alcuna forma di contributo. Più ricerca. «Il fatto che lacannabis sia utile solo per alcuni disturbi è principalmente dovuto alla scarsa ricercascientifica che è stata portata avanti fino ad oggi. Sono convinto, però, che neltempo estenderemo l' indicazione a molte più patologie - dice Guardamagna -. Perfarlo però occorre investire di più in ricerca. E ciò che bisogna sempre ricordare èche la cannabis va trattata come farmaco. Tutte le altre formulazioni acquistatetramite canali non ufficiali non rappresentano affatto una cura» . BY NC ND ALCUNIDIRITTI RISERVATI.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

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Regioni pronte a trovare l' intesa sugli Ospedali di comunitàPASQUALE QUARANTA

Il Presidio sanitario di assistenzaprimaria a degenza breve avrà unafunzione intermedia tra il domicilio e ilricovero ospedaliero e sarà dedicato apazienti che, per la riacutizzazione dipatologie croniche, avranno bisogno diinterventi sanitari a bassa intensitàclinica. L' Ospedale di comunità quindisarà una struttura di ricovero veloce afavore di tutti coloro che non potrannocurarsi nei loro domicili poiché bisognosidi accoglienza e sorveglianza sanitariaanche di natura infermieristica. Questo èquanto prevede lo schema di accordorealizzato dal ministero della salute inmateria di presidio sanitario territoriale eche sarà all' esame in una delle prossimeriunioni della Conferenza stato-regioni.Le strutture infatti, previste dal decretoministeriale 70/2015 e dal Piano per lasalute 2014-2016, potranno esserepubbliche o private e saranno inpossesso di requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi che garantiranno laqualità delle cure di quei pazienti affetti soprattutto da malattie croniche o acute.Nello specifico, l' Ospedale di comunità avrà un massimo di 15-20 posti letto, potràavere una propria sede oppure sarà collocato in strutture sanitarie polifunzionalicome ad esempio le Case della Salute. In alternativa saranno istituiti presso presidiospedalieri riconvertiti o anche in strutture residenziali riconducibili sempre all'assistenza territoriale. In materia di responsabilità il documento definisce che laresponsabilità igienico-organizzativa e gestionale sarà di un medico designato dalladirezione sanitaria aziendale, la responsabilità organizzativa dell' assistenza saràattribuita al coordinatore infermieristico, la responsabilità clinica di ciascun pazientesarà del medico di medicina generale mentre la responsabilità assistenziale sarà incapo all' infermiere delegato. Inoltre un Ospedale di comunità dovrà averenecessariamente un coordinatore infermieristico, un medico di medicina generale,un infermiere e due operatori sociosanitari (oss) per ciascun turno diurno e uninfermiere e un oss per il turno notturno poiché le strutture dovranno garantireassistenza e sorveglianza infermieristica 24 ore al giorno. Lo schema di accordo

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chiarisce che potranno accedervi soltanto coloro che avranno una prescrizione delmedico di medicina generale, coloro che si presenteranno con una diagnosi oprognosi già definita e coloro che avranno già un programma di trattamentoprestabilito. Infine, gli Ospedali di comunità dovranno operare, soprattutto per i casipiù urgenti, in forte integrazione con gli altri servizi sanitari, come quelli relativi all'assistenza specialistica ambulatoriale e i servizi di emergenza urgenza territoriali.

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10/07/2018

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 16 EAV: € 44.530Lettori: 796.905

Visite in nero in ospedale, l' ombra degli aborti clandestiniMarco Gasperetti

Prato, in arresto quattro ginecologi. Ipazienti erano tutti cittadini cinesi epagavano da 100 a 150 euro PRATO Levisite, in orario di lavoro, si svolgevanoall' ospedale ed erano rigorosamente alnero. I pazienti, tutti cinesi alcuni deiquali clandestini, pagano da 100 a 150euro. I mediatori, tre cinesi, intascavanoil trenta per cento dell' onorario, il restoandava agli «amici dottori». Un businessmolto redditizio che, oltre a esserefuorilegge, violava le più elementariregole della deontologia professionalemedica. A scoprirlo sono stati icarabinieri di Prato che hanno arrestatoquattro medici e tre cittadini cinesi,questi ultimi sospettati di essere gliintermediari. Ai domiciliari sono finiti iginecologi - tutti dipendenti dell'ospedale - Elena Busi, 41 anni, diBibbiena (in provincia di Arezzo); SimoneOlivieri, 39 anni, di Firenze; CiroComparetto, 51 anni, fiorentino; MassimoMartorelli, 48 anni, originario di Salerno. Ordine di custodia cautelare anche per trecinesi, mentre altri loro quattro connazionali sono stati indagati. Le accuse peradesso sono di truffa ai danni dello Stato e peculato. Ma siamo soltanto agli inizi,perché le indagini condotte dal maggiore dei carabinieri Vitantonio Sisto ecoordinate dal comandante provinciale, il colonnello Marco Grandini, si concentranoanche sui reati di evasione fiscale e di aborto clandestino. Le indagini sono infattipartite dopo che una giovane donna cinese si era sentita male dopo aver preso acasa la pillola abortiva Ru486, un medicinale che può essere somministrato soltantoin ospedale sotto la sorveglianza di un medico. Secondo gli investigatori, le visiteospedaliere con pagamenti in nero duravano da almeno sette mesi e si svolgevanocon una sconcertante omertà che copriva l' operato dei presunti responsabili. L'ipotesi è che in tanti sospettassero all' ospedale di Prato, ma tacessero per paura oper convenienza. La Asl e la direzione sanitaria - che hanno sospeso i medici finitiagli arresti - sono comunque estranee ai fatti contestati. I carabinieri stannocercando di capire se, per altre persone, si possa invece ipotizzare il reato di

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favoreggiamento. Quando sono stati arrestati alcuni dei medici hanno ammesso diaver visitato pazienti cinesi al nero utilizzando le strutture pubbliche. «Ma eranosoltanto dei favori che facevamo a queste persone», hanno detto. Eppure uno deiginecologi, durante un' intercettazione ambientale, ai colleghi diceva di nonesagerare e di fare «attenzione, abbiamo fatto troppo visite, forse qualcuno staindagando».