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Piemonte 1. Territorio e clima Il Piemonte è la più occidentale delle re- gioni italiane. Come dice il suo nome, è situato «ai piedi dei monti», chiuso su tre lati da catene di montagne: a ovest e a nord le Alpi Occidentali, che segnano il confine con la Francia e la Svizzera; a sud l’Appennino, che lo divide dalla Li- guria (e, per un brevissimo tratto, dall’E- milia-Romagna). Nelle Alpi svettano alte cime: il Gran Paradiso (4061 m), il mon- te Rosa (4635 m), il Monviso (3841 m). Entro il grande semicerchio di mon- tagne si alternano colline e pianura. A nord del Po ci sono le colline del Cana- vese, a est la collina di Torino, a sud le colline del Monferrato e delle Langhe, coperte di vigneti. Lungo il Po si stende la parte iniziale della pianura Padana, che si allarga spostandosi verso la Lom- bardia. È una pianura fertile, bene irri- gata dall’acqua di fiumi e canali, inten- samente coltivata. La combinazione di suolo fertile e abbondanza di acqua dol- ce permette la coltivazione del riso, estesa soprattutto nelle campagne ver- cellesi e novaresi. I fiumi sono numerosi; nascono dalle Alpi e dall’Appennino e sono tutti affluen- ti (o subaffluenti) del Po. Tra i principali: la Dora Riparia, la Dora Baltea, il Sesia, il Ticino (che per un tratto segna il confine con la Lombardia), il Tanaro, la Scrivia. Vi è un solo grande lago: il lago Maggiore, tra Piemonte, Lombardia e Svizzera. Il clima è di tipo continentale, in pianura e in col- lina: l’Appennino, infatti, impedisce l’af- flusso dei venti marini più caldi. Quindi: inverni freddi e piuttosto lunghi, estati cal- de e relativamente brevi; piogge concen- trate soprattutto in primavera e in autun- 1. La Baraggia, nel Biellese, un’area non coltivata dove si estendono la brughiera, ampi prati e boschetti. Monviso Per secoli fu ritenuto il monte più alto delle Alpi; dalle sue pendici nasce il Po, il maggiore fiume italiano. 1 F. Lava, «Bell’Italia», 125, 1996 3. Il massiccio del Gran Paradiso, tra Piemonte e Valle d’Aosta. 2. La Sacra di San Michele, un’abbazia eretta tra il X e il XIII secolo nella bassa Valle di Susa. 2 3 FMR, 1994 H. Higuchi, 1990 © Loescher Editore, 2004; da ISBN 88-201-2771-7, p. 4

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Piemonte

1. Territorio e climaIl Piemonte è la più occidentale delle re-gioni italiane. Come dice il suo nome, èsituato «ai piedi dei monti», chiuso sutre lati da catene di montagne: a ovest ea nord le Alpi Occidentali, che segnano ilconfine con la Francia e la Svizzera; asud l’Appennino, che lo divide dalla Li-guria (e, per un brevissimo tratto, dall’E-milia-Romagna). Nelle Alpi svettano alte

cime: il Gran Paradiso (4061 m), il mon-te Rosa (4635 m), il Monviso (3841 m).

Entro il grande semicerchio di mon-tagne si alternano colline e pianura. Anord del Po ci sono le colline del Cana-vese, a est la collina di Torino, a sud lecolline del Monferrato e delle Langhe,coperte di vigneti. Lungo il Po si stendela parte iniziale della pianura Padana,che si allarga spostandosi verso la Lom-bardia. È una pianura fertile, bene irri-gata dall’acqua di fiumi e canali, inten-samente coltivata. La combinazione disuolo fertile e abbondanza di acqua dol-ce permette la coltivazione del riso,estesa soprattutto nelle campagne ver-cellesi e novaresi.

I fiumi sono numerosi; nascono dalleAlpi e dall’Appennino e sono tutti affluen-ti (o subaffluenti) del Po. Tra i principali:la Dora Riparia, la Dora Baltea, il Sesia, ilTicino (che per un tratto segna il confinecon la Lombardia), il Tanaro, la Scrivia. Viè un solo grande lago: il lago Maggiore, traPiemonte, Lombardia e Svizzera. Il climaè di tipo continentale, in pianura e in col-lina: l’Appennino, infatti, impedisce l’af-flusso dei venti marini più caldi. Quindi:inverni freddi e piuttosto lunghi, estati cal-de e relativamente brevi; piogge concen-trate soprattutto in primavera e in autun-

1. La Baraggia, nelBiellese, un’area noncoltivata dove siestendono la brughiera,ampi prati e boschetti.

MonvisoPer secoli fu ritenutoil monte più altodelle Alpi; dalle suependici nasce il Po,il maggiore fiume italiano.

1 F. Lava, «Bell’Italia», 125, 1996

3. Il massiccio delGran Paradiso, traPiemonte e Valled’Aosta.

2. La Sacra di SanMichele, un’abbaziaeretta tra il X e il XIII

secolo nella bassaValle di Susa.

2 3FMR, 1994 H. Higuchi, 1990

© Loescher Editore, 2004; da ISBN 88-201-2771-7, p. 4

Piemonte

no. Solo sulle rive del lago Maggiore il cli-ma è più mite, di tipo mediterraneo, grazieall’azione esercitata dall’acqua del lago. Inmontagna il clima è alpino: inverni rigidi enevosi ed estati fresche.

2. La popolazionePiù di metà della popolazione del Pie-monte è concentrata nella provincia diTorino. Il resto è distribuito in modonon omogeneo tra le altre province: lameno densamente popolata è quella diCuneo, estesa come quella di Torino macon una popolazione 4 volte minore. Levallate montane del Cuneese, infatti, so-no zone che offrono poche risorse e pos-sibilità di lavoro, e vengono quindi pro-gressivamente abbandonate dagli abitan-ti, che si spostano per cercare miglioricondizioni di vita.

Molto numerosi sono gli immigrati,soprattutto dalla Sicilia, dalla Puglia e daaltre regioni meridionali (a Torino quasila metà degli abitanti è costituita da im-migrati meridionali), ma anche dalle val-late del Piemonte stesso, a causa dei fe-nomeni migratori interni che ebbero ini-zio verso la metà del XIX secolo, conti-nuando poi nel XX secolo, di pari passo

con lo sviluppo industriale. Negli ultimianni si è registrato un forte afflusso di im-migrati extracomunitari, prevalentemen-te dai paesi africani e dalle aree più dis-agiate dell’Est europeo, ma anche dall’A-merica centromeridionale e dalla Cina.Questo fenomeno ha trasformato Torinoin una città sostanzialmente multietnica.

3. Le comunicazioniNel complesso, il Piemonte è percorsoda una buona rete stradale e autostrada-le e da una discreta rete ferroviaria. Vali-chi alpini, trafori stradali e gallerie ferro-viarie lo collegano a Francia e Svizzera: lestrade per la Francia passano sotto il col-le di Tenda, sul colle della Maddalena, sulMonginevro e sul Moncenisio, sotto ilFréjus (attraverso un traforo inauguratonel 1980). Sotto il Tenda e sotto il Fréjuspassano anche due linee ferroviarie. Sipuò invece andare in Svizzera attraversoil Sempione: in auto, superando il valico;o in treno, percorrendo la galleria ferro-viaria più lunga del mondo (quasi 20km). Si passa in Liguria valicando gli Ap-pennini, attraverso i più facili passo deiGiovi, passo del Turchino, colle di Cadi-bona e altri bassi valichi.

4. Torino: una cittàmultietnica. Nellafotografia, uno deimercati piùfrequentati della città.

5. Una veduta aereadell’importantearteria stradale checollega Torino aSavona, in Liguria.

4 5M. Guglielminotti Calendario Società Autostrade

© Loescher Editore, 2004; da ISBN 88-201-2771-7, p. 5

Piemonte

4. Le città e laqualità della vita

Torino, capoluogo del Piemonte, è laquarta città italiana per numero di abi-tanti, «capitale dell’automobile», cen-tro industriale di grandissima importan-za. Insieme con i comuni della «cintu-ra», che ormai formano un tutto unicocon la città, sfiora i 2 milioni di abitan-ti. Solo 100 anni fa, con i sobborghi, neaveva appena 250 000. Oggi il numerodei residenti nel territorio del capoluo-go è in diminuzione, soprattutto per laridotta natalità e per lo spostamento dimolte famiglie nei comuni circostanti;questa diminuzione è però in partecompensata dal numero degli immigratiextracomunitari. L’espansione della cit-tà iniziò agli albori del XX secolo, con ilsorgere delle prime industrie moderne,in particolare della FIAT. Il periodo dimaggior crescita è però stato tra il 1950e il 1970 circa: attirati dalla possibilità

di lavoro, ogni anno giungevano circa60 000 persone (cioè 1 200 000 nuoviabitanti in 20 anni), in gran parte dalSud dell’Italia e dalle campagne. Unosviluppo così rapido ha creato alla cittàgravi problemi: scarsità di case e discuole, di ospedali e di altri servizi; dis-adattamento ed emarginazione di quan-ti non riuscivano a trovare lavoro e a in-serirsi nella vita della città.

Torino ha una lunga storia. Fondata2000 anni fa dai romani, che la chiama-rono Augusta Taurinorum, nel Me-dioevo entrò a far parte del ducato di Sa-voia; circa 400 anni fa ne divenne la ca-pitale e cominciò a ingrandirsi. Quando iSavoia divennero re d’Italia (1861), Tori-no fu la prima capitale del nuovo stato,ma solo per quattro anni, perché la capi-tale venne presto spostata, dapprima aFirenze, poi a Roma.

Dopo Torino, i centri più industria-lizzati sono nel nord della regione: Ver-celli, Novara, Biella e Verbania (le ulti-me due sono capoluogo di provincia dal

6. Vedutapanoramica diTorino: in evidenza laMole Antonelliana ela cerchia alpina.

Augusta TaurinorumLa seconda paroladeriva dal nome deiTaurini, unapopolazione gallicache abitava la zona.

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7. Una fotografia aerea di Novara. Si distingue,sulla sinistra, la basilica di San Gaudenzio, conla caratteristica cupola, simbolo della città.

8. Sbandieratori e figuranti in costumestorico al palio di Asti.

7 Pubbli Aer Foto

8 A. Conway/«In Viaggio», 2002

1992). A sud ci sono le altre tre provin-ce: Asti, sulle colline del Monferrato;Alessandria, sul fiume Tanaro; Cuneo,su un ripiano a forma di «cuneo» ai pie-di delle Alpi.

Il livello di istruzione degli abitantidel Piemonte è superiore alla media na-zionale (pochissimi sono analfabeti o pri-vi di un titolo di studio), grazie anche al-l’alto reddito pro capite. L’assistenza sa-nitaria e i servizi pubblici in genere ri-spondono discretamente alle esigenzedella popolazione; il tasso di mortalità in-fantile è abbastanza basso e in diminu-zione. Esiste il problema sociale della cri-minalità, con un alto numero di omicidi,prevalentemente nell’area metropolitanatorinese (dove si sono inoltre create con-dizioni di altissimo costo delle abitazionie di congestione del traffico urbano).

Nonostante vi siano numerose areeprotette (i parchi regionali dell’Argente-ra e dell’Orsiera-Rocciavré e la parte pie-montese del Parco nazionale del GranParadiso), l’inquinamento idrico e atmo-

sferico è molto elevato in tutta la regio-ne, con conseguenze negative per l’am-biente e per la salute degli abitanti.

© Loescher Editore, 2004; da ISBN 88-201-2771-7, p. 7

LE ATT I V I TÀ ECONOM I CHE

Piemonte

AGRICOLTURA

L’aaggrriiccoollttuurraa del Pie-monte ha un peso mo-desto e occupa solo il3,4% della popolazioneattiva. In montagna ein collina viene prati-

cata generalmente inmodo tradizionale: pic-coli appezzamenti, col-tivati direttamente dalproprietario e dai suoifamiliari. In pianura prevalgonole grandi aziende agri-

cole, che funzionanoun po’ come «fabbri-che»: diversi dipen-denti, suddivisione dellavoro, macchine e im-pianti moderni. Tra iprodotti principali visono il riso, nel Vercel-

lese e nel Novarese(più di metà della pro-duzione italiana tota-le); frutta e ortaggi;vini pregiati, sulle col-line del Monferrato e delle Langhe; carnee latte; legname.

Cuneo

Asti

Torino

Novara

Vercelli

Alessandria

Biella

Verbania

pennepennarelli

vinispumanti

vinispumanti

cappelli

oreficeria

editoria

Colture prevalenti

Frumento

Riso

Vite

Frutta

Ortaggi

Legname

Bovini

Suini

Principali settori industriali

Siderurgia, metallurgia

Meccanica, autoveicoli

Elettrotecnica, elettronica, informatica

Chimica, petrolchimica

TessileTT , abbigliamento, calzature

Legno, carta, editoria

Alimentari

Aree industriali

Cuneo

Asti

Torino

Novara

Vercelli

Alessandria

Biella

Verbania

Prevalente utilizzo del suolo

Boschi, foreste, arbusteti

Prati e pascoli

Aree agricole

Aree incolte e improduttive

A. Vergani M. Bertinetti

ICP

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Piemonte

INDUSTRIA

LL’’eeccoonnoommiiaa ppiieemmoonnttee--ssee èè bbaassaattaa ssoopprraattttuutt--ttoo ssuullll’’iinndduussttrriiaa (la re-gione è tra le più pro-duttive e avanzate delpaese), che ha favoritol’instaurarsi di una no-tevole prosperità eco-nomica. Solo la Lom-bardia e il Veneto han-no una percentualemaggiore di addettiall’industria.Tra le principali indu-strie vanno ricordate:l’industria tessile-laniera e dell’abbiglia-mento, nel Biellese;l’industria automobili-stica (stabilimentidella FIAT e il suo in-dotto) a Torino e neicentri della cintura;l’industria elettronica

(aziende sorte a se-guito della crisi e del-la scomparsa dellaOlivetti di Ivrea); l’in-dustria dolciaria, a Torino, Novara,

Vercelli, Alba; l’indu-stria dei cappelli difeltro, ad Alessandria;le filature e l’attivitàeditoriale, a Novara;la produzione di

pneumatici, a Cuneo e a Torino. Le centralielettriche, che sfrut-tano i ricchi corsid’acqua della regione,coprono quasi tutto

il fabbisogno energe-tico degli impianti in-dustriali. Vi sono an-che centrali termoe-lettriche.

TERZIARIO

Importantissimo è an-che il sseettttoorree tteerrzziiaarriioo(attività commerciali efinanziarie). Il turismo,che in passato era rile-vante solo nelle locali-tà alpine, ha avuto re-centemente un mag-giore sviluppo anchenel capoluogo e in altricentri, grazie alla valo-rizzazione di beni ur-banistici e culturali.

F. Radino P. G. Sclarandis

CSELT, 1994«Bell’Italia», 2000

Sol & Neve, Regione Piemonte M. Merlini - La Presse

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