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1 SDA Bocconi School of Management Scenari per lo sviluppo dei servizi territoriali: modelli regionali per la presa in carico della cronicità Aprile 2013 Stefano Tasselli

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SDA Bocconi School of Management

Scenari per lo sviluppo dei servizi territoriali: modelli regionali per la

presa in carico della cronicitàAprile 2013

Stefano Tasselli

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Indice

1. I bisogni di salute emergenti

2. Obiettivi di ricerca e metodologia

3. Lombardia

4. Emilia Romagna

5. Toscana

6. Considerazioni conclusive

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1. I bisogni di salute emergenti Invecchiamento e cronicità

• La tendenza epidemiologica più marcata nei paesi occidentali è

l’aumento di prevalenza delle malattie croniche, strettamente legato

all’invecchiamento demografico (Boerma, Calnan, 2006)

• Il 38,6% dei residenti in Italia dichiara almeno una malattia cronica

(ISTAT 2011).Le patologie più diffuse sono l’artrite (17,3% della popolazione), l’ipertensione (16%) e le allergie (9,8%).

Seguono osteoporosi (7%) asme - BPCO (6,1%) e il diabete (4,9) (ISTAT, 2011).

• Oltre ai costi sociali della cronicità (qualità della vita), da considerare

l’incidenza sulla spesa sanitaria: quasi il 70% della spesa, in

Lombardia, è assorbita dai pazienti cronici (Agnello et. Al., 2011).

Accessibilità dei luoghi di cura (da privilegiare territorio e domicilio) Presa in carico continuativa, trasversalmente ai setting assistenziali Multidisciplinarietà dell’approccio con attenzione ai bisogni sociali Coinvolgimento del paziente ed educazione all’autocura

• Il modello di presa in carico del paziente cronico si basa su alcuni punti fermi (Wagner et al., 1996; Renders et al., 2001; Tozzi, 2010)

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0-14 15-17 18-19 20-24 25-34 35-44 45-54 55-59 60-64 65-74 75 e oltre

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e

Classi di età

Prevalenza cronicità (ISTAT, 2011)

1. I bisogni di salute emergenti Invecchiamento e cronicità

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1. I bisogni di salute emergenti Invecchiamento e cronicità

Fonte: Borgonovi et al., 2011, su dati SIMG 2009 (prescrizioni, ricoveri esclusi)

0 200 400 600 800 1000 1200

Pz. non cronico

Pz. iperteso

Pz. diabetico

Pz. scompensato

€/anno

Spesa annuale media registrata dai MMG (€)

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2. Obiettivi di ricerca e metodologia

• Analisi della letteratura

• Analisi della normativa regionale (DGR, AIR con la Medicina Generale)

• Interviste semi-strutturate a dirigenti delle regioni e delle Aziende oggetto

di studio (*)

Su questi presupposti, diverse Regioni stanno riorganizzando con modalità peculiari e innovative l’assistenza territoriale per i pazienti cronici

Lo studio è stato condotto attraverso i seguenti strumenti metodologici:

In relazione a tre sistemi (“modelli”) regionali (Lombardia, Emilia Romagna, Toscana) gli OBIETTIVI DI RICERCA sono:

a. inquadrare le caratteristiche distintive dei modelli (assetto generale, attori coinvolti, meccanismi operativi)

b. interpretarne le logiche sottostanti, individuando potenzialità e prospettive di evoluzione

(*): si ringraziano, in particolare: Carlo Lucchina, Francesco Laurelli, Luca Merlino, Carlo Zocchetti (Regione Lombardia); Mauro Agnello (Ospedale L. Sacco, Milano); Antonio Brambilla e Andrea Donatini (Regione Emilia Romagna); Piero Salvadori (Regione Toscana).

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3. LombardiaLa sperimentazione dei CReG

• La Regione prende atto della generale debolezza dei distretti e degli

ambulatori per patologia ospedalieri (DGR IX/937/10)

• Sperimentazione in 5 ASL, su 4 grandi aree di patologie (cardiache,

BPCO, diabete e nefropatie)

• La presa in carico globale del paziente (accompagnamento clinico-

assistenziale e consumi, secondo le indicazioni dei PDTA) è remunerata

attraverso una tariffa, collegata alla condizione patologica (CReG,

Chronic Related Group)

• Le tariffe CReG sono state calcolate in base ai consumi personali

globali extraospedalieri del paziente cronico

• Il “gestore del CReG” è una cooperativa di MMG, individuata con gara

pubblica

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3. LombardiaLa sperimentazione dei CReG

• Il gestore propone un Piano di Assistenza Individuale

personalizzato ai pazienti individuati dalle Aziende; il paziente può

aderire o mantenere il profilo di presa in carico tradizionale

• I requisiti organizzativi e tecnologici per partecipare ai bandi (apertura

centro servizi per recall e follow-up, telemedicina) vincolano le

cooperative a stringere accordi con società di servizi

• La Regione incoraggia gli accordi gestore - erogatori (preferibilmente

pubblici) per offrire agli assistiti l’assistenza specialistica

• Le capacità organizzative, gestionali e di cura della relazione con

il paziente determineranno il soggetto pivotale nel sistema: coop di

MMG, società di servizi o erogatori?

• Limitata adesione dei medici (circa 15%), indetto secondo bando a

Milano

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3. LombardiaLa sperimentazione dei CReG

GESTORE DEL CREG

Pazienti

Erogatori pubblici e privati

MMG

ASL

Società di servizi

Regione

Legenda

Rapporto contrattuale

Erogazione prestazioni

Professionisti coinvolti

Assetto generale del sistema

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3. LombardiaLa sperimentazione dei CReG

Meccanismi di finanziamento

GESTORE DEL CREG -MMG

ASL

TARIFFA CREG al netto dei consumi sanitari dei pazienti

Società di servizi

Pagamento dei servizi di recall, telemedicina, ecc..

Regione

BUDGET

Erogatori

BUDGET (cassa e competenza)

Indirizzo pazienti (impatto rilevante su ripartizione BUDGET - lato competenza?)

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4. Emilia RomagnaNuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS)

• I NCP costituiscono la “cellula organizzativa” del Dipartimento Cure

Primarie della AUSL (DGR 86/06)

• Il NCP integra tutte le professionalità dell’assistenza territoriale (MMG,

specialisti, infermieri, ostetriche, assistenti sociali…)

• Le sedi fisiche del Nucleo sono le Case della Salute (DGR 291/10),

filtro e punto d’accesso unico per l’assistenza a bassa

intensità/complessità, con forte componente infermieristica

• Presso le CdS si trovano gran parte dei servizi offerti ai pazienti

cronici (punto accoglienza, ADI, monitoraggi attivo, teleconsulto,

ambulatori per patologia, programmi di formazione…)

• Il coinvolgimento e la remunerazione dei professionisti avviene

attraverso modalità tradizionali (Accordi Collettivi)

• Discreto sviluppo del modello: 42 sedi operative (Ott. 2011); nell’80%

dei casi attivati programmi di gestione integrata della cronicità.

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Assetto generale del sistema

4. Emilia RomagnaNuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS)

NCP-CdS

Distretto

Pazienti

ASL

Comune

Regione

MMG, Infermieri, specialisti, OSS, ass.

sociali

LegendaErogazione prestazioni

Professionisti coinvolti

Dipartimento Cure Primarie

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NCP-CdS-MMG

DCP

Distretto

ASL

BUDGETComune

Negoziazione Regionalecon la Medicina Generale: compensi e obiettivi

Regione

Negoziazione Aziendalecon la Medicina Generale: compensi e obiettivi

BUDGET

Meccanismi di finanziamento

4. Emilia RomagnaNuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS)

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4. Emilia RomagnaNuclei Cure Primarie (NCP) e Casa della Salute (CdS)

La Regione ha iniziato a monitorare la “vitalità” dei NCP

0 20 40 60 80Overall activation index

AUSL RIMINIAUSL CESENA

AUSL FORLIAUSL RAVENNAAUSL FERRARA

AUSL IMOLAAUSL BOLOGNA

AUSL MODENAAUSL REGGIO EMILIA

AUSL PARMAAUSL PIACENZA

0 20 40 60 80 100Interaction & Integration

AUSL RIMINIAUSL CESENA

AUSL FORLIAUSL RAVENNAAUSL FERRARA

AUSL IMOLAAUSL BOLOGNA

AUSL MODENAAUSL REGGIO EMILIA

AUSL PARMAAUSL PIACENZA

0 20 40 60 80Clinical activity

AUSL RIMINIAUSL CESENA

AUSL FORLIAUSL RAVENNAAUSL FERRARA

AUSL IMOLAAUSL BOLOGNA

AUSL MODENAAUSL REGGIO EMILIA

AUSL PARMAAUSL PIACENZA

0 20 40 60 80 100Open. hous and other serv.

AUSL RIMINIAUSL CESENA

AUSL FORLIAUSL RAVENNAAUSL FERRARA

AUSL IMOLAAUSL BOLOGNA

AUSL MODENAAUSL REGGIO EMILIA

AUSL PARMAAUSL PIACENZA

Continuità e altri serviziAttività assistenziale

Indice di Attivazione Interazione / Integrazione

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5. ToscanaChronic Care Model (CCM) e Sanità d’Iniziativa

• Anche la Regione Toscana prevede l’aggregazione dei MMG in Unità

di Cure primarie e Case della Salute, con finalità e caratteristiche simili

a quelle emiliane

• Le CdS risultano meno diffuse rispetto all’EMR, mentre le

aggregazioni funzionali ad hoc per la cura della cronicità sono i

Moduli, presupposti per l’applicazione del CCM (DGR 894/08)

• I moduli sono aggregazioni di MMG, MCA, specialisti, infermieri,

OSS che operano in team su specifiche patologie (diabete,

scompenso, BPCO, ipertensione, ictus), seguendo percorsi aziendali e

utilizzando cartelle cliniche informatizzate

• Centrali (i) l’analisi dei bisogni e delle risorse familiari e sociali (ii)

la formazione del paziente (auto-cura) e dei caregiver

• Attivati moduli in tutti i distretti (oltre il 30% dei MMG coinvolti a Gen12)

• Il coinvolgimento e la remunerazione dei professionisti avviene

attraverso modalità tradizionali (Accordi Collettivi)

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5. ToscanaChronic Care Model (CCM) e Sanità d’Iniziativa

Assetto generale del sistema

Moduli

Pazienti

MMG

LegendaErogazione prestazioni

Professionisti coinvolti

Infermieri, OSS, MCA, medico di

comunità, specialisti

Comune

UCP, CdS

Distretto MMG, Infermieri, specialisti, OSS,

ass.sociali

SdS

ASL

Regione

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5. ToscanaChronic Care Model (CCM) e Sanità d’Iniziativa

Moduli - MMG

Zona-distretto

ASL

BUDGET

Regione

BUDGETNegoziazione Regionalecon la Medicina Generale: compensi e obiettivi

Negoziazione Localecon la Medicina Generale: obiettivi

Comune

Meccanismi di finanziamento

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6. Considerazioni conclusiveSpunti per il confronto tra modelli

Logica generale del modello

Potenzialità

LimitiPublic management

Forte associazionismo medico e logica multiprofessionale

Debole monitoraggio e frammentarietà delle iniziative di governo clinico

Empowerment paziente e reti sociali, guidato dal pubblico

Condivisione valori sociali Riflessione attenta sui

bisogni e sul ruolo di pazienti e caregiver

Relativa debolezza strutture e meccanismi manageriali

Quasi - mercato

Robustezza sistemi informativi regionali

Chiarezza obiettivi, metriche e incentivi del modello

Debolezza dell’associazionismo medico

Debolezza delle strutture territoriali

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6. Considerazioni conclusiveSpunti per il confronto tra modelli

Integrazione strutturale e multi - professionale

Integrazione funzionale tra MMG

Accentramento regionale

Decentramento aziendale

Rischio imprenditoriale

Modalità tradizionali di remunerazione

Esternalizzazione UCCP

Internalizzazione UCCP

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Obiettivi del progettoDefinizione e attivazione di un cruscotto in ottica di Performance measurement & management: 

• Quali dimensioni privilegiare e quali indicatori considerare?

•Qual è l’impatto misurabile delle innovazioni organizzative sugli indicatori?

•L’impatto ottenuto è da attribuire alle innovazioni organizzative o ad altro (variabili socio-demografiche degli operatori e/o dei pazienti)?

•Come utilizzare i dati analizzati tramite il cruscotto per irrobustire i sistemi operativi (gestione del personale/remunerazione dei professionisti, programmazione e controllo, sistema informativo - ICT)?

•Come diffondere le evidenze raccolte all’interno dell’organizzazione professionale? 20

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Definizione delle variabiliPossibili variabili indipendenti su cui

valutare i CREG:

1) Lo schema CREG in quanto tale

2) I modelli organizzativi dei MMG

3) I meccanismi di reclutamento e chiamata dei pazienti

4) La frequenza delle visite presso gli ambulatori MMG

5) La tipologia di personale sanitario con cui sono più in contatto: infermieri, MMG, specialisti.

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Definizione delle variabiliPossibili variabili dipendenti su cui valutare

i CREG:

1) Tasso di reclutamento dei pazienti nei PAI (progetti assistenziali individuali) o PDTA standard

2) Compliance dei prescrittori (MMG e specialisti ambulatoriali) ai PAI/PDTA

3) Compliance dei pazienti ai PAI/PDTA

4) Esito clinico intermedio (es. stabilizzazione glicemia)

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Utilizzo delle variabiliI dati raccolti attraverso tali variabili

consentiranno di analizzare:

1) se vi è riduzione di variabilità prescrittiva tra MMG

2) se vi è riduzione di variabilità prescrittiva tra specialisti

3) se vi è maggiore omogeneità prescrittiva del medico a tutti i suoi pazienti

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