1 , n. CARMEN STREET anno · Largo spazio viene lascia-to alle tematiche "educative". An-che i più...

28
CARMEN STREET anno 3, n. 1

Transcript of 1 , n. CARMEN STREET anno · Largo spazio viene lascia-to alle tematiche "educative". An-che i più...

CA

RM

EN

ST

RE

ET

anno 3

, n.

1

GIORNALINO DEL CENTRO DI AGGREGAZIONE GIOVANILE

DI VICOLO MANZONE 7, BRESCIA

2

in questo numero:

Pensieri e parole

Posta

Pensieri e parole

Finestra sul mondo

Pensieri e parole

Pensieri e parole

La pulce

Pensieri e parole

Pensieri e parole

Pensieri e parole

Inserto

In-formazione

Carmen Street

Maga Magari

Di tutto un po'

Quizzone

Carmen 2000 + Express

Una pagina per giocare

Notizie utili

3 AI RAGAZZI DI CARMEN STREET

4 L'ANGOLO DEL POSTINO

5 SANTA LUCIA...

6 VENEZUELA

8 LE FILASTROCCHE (II)

9 SOGNARE...

10 BILLY E LA TRIPP

11 IL CIELO E' PER POCHI

12 OLTRE LA NOIA... EDUCARE

14 PROLOGO DI...

I-V SPAZIO COORDINAMENTO

15 CONOSCERE, CAPIRE...

18 CARNEVALE

19 LE STELLE PREVEDONO

20 SPAZIO PUBBLICITA'

21 SE LO SAI RISPONDI

22 SI DICE, SI MORMORA...

23 GIOCHI

24 CARMENINFORMA

HANNO COLLABORATO:

Maga Magari, Beppa Lanappa, Marco F., Fausto,

Ersilia, Salvatore R., C&C, Debora R., Cooperativa

Il Calabrone, Marco B., Franco, Anna Grasso Rossetti,

Angela Battagliola, Gianni Que, anonimi e anonime

varie... e tanti altri...

Carmen Street - Bimestrale - N. 1 (gennaio-febbraio) 1998

numero gratuito

Registrato presso il Tribunale di Brescia il 26-9-95 n. 32/1995.

Direttore Responsabile Dott.ssa Anna Grasso Rossetti

Redazione e Amministrazione: Vicolo Manzone 7,

25122 Brescia - tel/fax 030/40807

Stampa: Grafiche Sette - Bagnolo Mella (BS)

Nel corso di queste settimane sono

giunti molti contributi per il nostro

giornalino. Abbiamo aumentato di

4 pagine e... non per tutto siamo

riusciti a trovare spazio. Ricordia-

mo comunque ai nostri collabora-

tori che sarà fatto per il prossimo

numero.

Da alcuni numeri abbiamo iniziato

ad allargare la distribuzione del gior-

nalino nel quartiere (bar, negozi,

abitanti). E' forse anche per questo

che sono aumentate le pagine dedi-

cate a realtà che operano nel quar-

tiere e le pagine con un taglio più

"formativo-informativo". Siamo

infatti certi che uno strumento come

il giornalino non deve riflettere sol-

tanto la realtà del Centro, ma deve

e può aprirsi alla realtà dell'intero

quartiere. E non solo.

Nel presente numero si possono

trovare contributi i più diversi. Tra

gli altri, quelli di amici che in questi

anni ci hanno conosciuto e hanno

fatto con noi un pezzo di strada, ci

hanno scritto, magari dai paesi lon-

tani ove ora si trovano a vivere e

operare. Largo spazio viene lascia-

to alle tematiche "educative". An-

che i più piccoli di Carmen Street si

cimentano sempre a raccontare le

loro esperienze al Centro.

Ce n'è, sicuramente, per tutti i gusti.

Buona lettura!

3

Pensieri e parole

Cari amici,

Piero ci ha informato della vostra

partecipazione alla raccolta di fondi per aiutarci a

riparare la nostra casa.

Da nove anni viviamo sul monte Subasio, proprio

dietro Assisi, dove abbiamo avviato la nostra atti-

vità agricola con allevamento di mucche e vitelli.

Abbiamo tre bambini: Paolo di 11 anni che fre-

quenta la prima media, Alessandro di 8 e frequenta

la terza elementare e Maria che ha tre anni.

Quando siamo arrivati qui, questo luogo,

che è isolato e disperso sui monti, era

abbandonato, coperto di rovi e di ortiche;

eppure abbiamo creduto di poter realizza-

re qui una vita basata sulla ricerca della

semplicità, delle cose vere, attraverso il

lavoro e l’accoglienza di chi si trova in

situazioni di bisogno.

Sono stati anni molto faticosi. Abbiamo

messo tutte le nostre energie nel ridare alla

terra la fertilità e alla casa il suo calore.

Lungo il cammino molti amici si sono

uniti a noi e hanno condiviso le fatiche, le

spese e i progetti di aiuto alle persone che

sono state accolte qui, facendoci sentire

parte di un’unica grande Solidarietà e Prov-

videnza.

Questo terremoto ha aperto un’altra pagi-

na della nostra vita qui. La casa è vuota e noi

viviamo in un prefabbricato che prima usavamo per

l’accoglienza.

Grazie anche al vostro aiuto presto potremo comin-

ciare i lavori di riparazione e consolidamento della

casa.

Ci piacerebbe conoscervi e vi invitiamo a fare tappa

da noi, se verrete in Umbria. Grazie ancora e buon

anno a tutti voi.

Elisabetta Oliani e Pierangelo Comi

2/1/98

FAM. COMI

VOC. FALCIONE - FRAZ. ARMENZANO

06081 ASSISI (PG)

Nel periodo precedente a Natale si è proceduto con una piccola iniziativa alla quale hanno partecipato i bambini del

Centro: la raccolta di un contributo per una famiglia che è stata colpita dal terremoto in Umbria.

AI RAGAZZI

DI CARMEN STREET

PERCHÉ VENIRE AL CENTRO...

Con il Centro siamo andati a sciare a Passo Cereda ed il

terzo turno mi sono divertita molto perché si ascoltava la

musica e si ballava. La mattina ed il pomeriggio andava-

mo a sciare ed io ero abbastanza brava. Mi piacerebbe

andarci ancora. L'attività più bella di tutte è piscina perché

posso giocare con le mie amiche.

Bruna

Mi piace fare ballo per-

ché si fanno tanti giochi

e si ascolta la musica.

Mi piace fare bricolage

perché facciamo tanti

lavoretti e posso colora-

re con le tempere. E'

stato bello fare la pasta

di sale. Mi piace venire

a Carmen Street perché

ci sono tanti giochi e

tanti amici.

Valentina C.

A me piace quando fac-

cio le attività perché

imparo tante cose. Ades-

so faccio baby-compu-

ter, dove gioco con il

computer e reticeria,

dove imparo a fare le

reti da pesca ed altre cose.

Richmond

Mi piace quando ci portano all'oratorio di S. Faustino

perché gioco molto. Quando rimango al Centro mi piace

fare le attività, soprattutto cucina perché imparo... e poi

mangio!

Davide P.

Mi piace andare in piscina perché imparo a nuotare e

gioco. Mi piace anche bricolage perché costruiamo tante

cose e baby-computer perché gioco con il computer.

Fouad

A me piace stare a Carmen Street perché si gioca a

biliardino e mi diverto molto.

Gigi P.

4

Posta

Cari amici di CARMEN STREET,

ho letto tutto d'un fiato l’ultimo numero di Carmen

Street. Porta gli auguri di Natale... e mi ha ricordato

che mi ero dimenticato di inviarveli.

Pazienza! I vostri sono arrivati in ritardo ed i miei

con un po' più di ritardo dei vostri... sempre buoni.

Vi chiedo tre favori.

Dovreste farmi una prenotazione al centro diurno

di via Odorici chiedendo per me il favore partico-

lare di organizzare la giornata con tutte gite.... le ho

viste come programma. Potrei iniziare la perma-

nenza dopo il 6 Febbraio quando sarò di ritorno

dall’Australia. Vado lì "vicino" con i miei giovani

del Gruppo Sbandieratori a rappresentare l’Italia al

festival mondiale del Folklore.

A proposito di Sbandieratori, il secondo favore.

Dite al vostro burbero capo che se vuole il gruppo

per Luglio si sbrighi a fare la richiesta ufficiale. Gli

potrebbe capitare come ai pifferi di montagna:

andarono per suonare e furono sonati.

Con piacere e con commozione ho letto che al N.

7 versetto a) di "SE LO SAI, RISPONDI". C’è

scritto, se non erro e gli occhi mi dicono il vero: Un

viaggio in Toscana.

Io non posso decidere niente, ma POSSO però dire

che quest’anno faccio il cinquantesimo di Ordina-

zione sacerdotale. La gente, come sapete, ha una

voglia matta di far feste e un C.*** ci vuole e non

potevano scegliere meglio. Il 1 Marzo al Rivaio...

l’8 alla Nave e il 22 Marzo a Manciano... Voi

potreste intrufolarvi tra la folla ed io non vi scacce-

rei via come si fa con un cane. Per vostra sicurezza

unisco a questa mia l’invito ufficiale per il giorno

22 Marzo. Chissà se il vostro Ras faraonico si

commuove?

Non ho altro da dirvi.

Vi saluto con affetto e invio un bacio a quelle e

quelli che a Passo Cereda mi facevano da mangiare

e mi davano da bere e mi tormentavano perché

russavo. Che il PADRE ETERNO LI PERDONI.

P. Arturo

Sono passati ormai 2 mesi dal mio arrivo a Città del

Messico e, con il poco tempo che ho a disposizione,

intraprendo a scrivere questa lettera. In una notte

illuminata arrivai nella città più grande del mondo.

La prima impressione dall'aereo fu d'immensità.

In questi giorni ho avuto il tempo di poter visitare un

po' il Distretto Federale e la città di Toluca. Per il

resto spero di conoscere un po' di più il Messico

nelle vacanze natalizie e scalare qualche montagna

sopra i 5000 con un gruppo di alpinismo.

Il mio lavoro con i ragazzi che hanno problemi di

droga e d'alcolismo procede bene: sono ragazzi che

si trovano in questa situazione a causa dei problemi

familiari e sociali che vivono quotidianamente. La

zona dove vivo è abbastanza difficile e si possono

notare molto bene le differenze tra Polanco (il

quartiere bene della città) e S. Joaquìn (la zona di

case popolari dove vivono anche 50 persone in una

piccola casa). La crisi economica fa leggere ogni

giorno nel giornale che ci sono assalti a banche e

persone oltre a rapimenti di persone ricche. Pochi

sono i ricchi e molti i poveri. Fortunatamente non

ho avuto problemi con il cibo, l'altitudine e la

contaminazione che è tremenda in alcuni giorni

soprattutto per quanto riguarda l'ozono.

Auguri a tutti quelli che conosco. Vi ricordo nelle

preghiere.

Andrea

BELO HORIZONTE NATALE ’97

E’ con grande calore (qui è estate) ma non è quel

calore, è col calore del cuore che vi scrivo queste

poche righe, voglio condividere con voi questi

momenti, che per un verso o l’altro rendono felici.

Ho qui davanti a me il numero di Carmen Street,

quello che ha in copertina Francesca, che esprime

gioia. Spero e vi auguro che tale gioia riempia

sempre il vostro cuore, e perché no! anche le

giornate. Ora nel salutarvi vi chiedo di ricordarmi in

questo mio nuovo impegno. Vi farò sapere con la

prossima nave.

Un abbracciobacio a tutti

Gino

L'ANGOLL'ANGOLL'ANGOLL'ANGOLL'ANGOLO DEL POSTINOO DEL POSTINOO DEL POSTINOO DEL POSTINOO DEL POSTINO

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Un saluto ed un augurio a P. Arturo, ad Andrea e a Gino.

5

Alla fine c’è una cosa che ci lega tutti: il Padre! Siamo figli

tutti di un solo Padre, Dio nostro, Padre dell’amore, della

pace e della verità. Dove il cielo più bianco, più rosso o più

nero: lascia alla luce un’alba nuova chiamata Speranza

dell’umanità.

Questo mi consola tantissimo e dovrebbe far ragionare i

signori del capitalismo del cui mondo oggi ne facciamo

parte e dove i padroni si fanno chiamare datori di lavoro.

Il dio denaro, l’indifferenza, l’egoismo che affligge il

mondo intero, saranno chiamati al giudizio e la speranza

sarà il nostro futuro.

P.S. Che sia l’anno della speranza e della solidarietà

sociale. BUON 1998!!!

Pensieri e parole

SANTA LUCIA...di Salvatore Rizza

FRITTELLE CASALINGHE

* 1/2 KG. di farina bianca* 4 uova* 200 gr. di zucchero + zucchero a velo* 1 bustina di lievito* 1 bustina di vanillina* buccia grattuggiata 1 limone* un pizzico di sale* 1/2 bicchiere di marsala* Latte quanto basta* olio per friggereUnire le uova allo zucchero; mescolando bene, aggiungere un po’per volta la farina, il latte, il marsala, il lievito, la vanillina e labuccia grattugiata del limone fino ad ottenere un impasto abba-stanza morbido.Far scaldare l’olio di semi che deve essere bollente e mettere conun cucchiaino un poco di impasto, lasciare dorare bene le frittelleda tutte le parti.Scolare su carta assorbente e cospargere poi con zucchero a velo.

FAVETTE

* 1/2 Kg. di farina bianca OO* 4 uova* 30 Gr. di burro* 2 bustine di vanillina* 2 cucchiai di zucchero* 1 bicchierino di grappa o marsala* olio per friggereMettere sulla spianatoia la farina; fare un buco al centro e metterele uova, il burro a temperatura ambiente, la vanillina, il liquore elo zucchero. Lavorare l’impasto con le mani, fino ad ottenere unapasta liscia e senza grumi.Fare poi dei rotolini della larghezza di un paio di centimetri chepoi friggerete nell’olio bollente.Lasciare scolare su un foglio di carta assorbente e spolverare conzucchero a velo.

Brescia 2/01/1998

Caro,

con questa mia cerco di spiegare l’emozione che

ho provato, dopo 23 anni, nel vedere la festa di Santa

Lucia, Martire e Vergine siracusana.

Di corsa mi recai nell’affollata Piazza Duomo dove il

Vescovo di Palermo, Pappalardo, dava con le sue umili

parole, lezione di morale cristiana. Vedevo l’assenza delle

persone sulla spiritualità, che ci portava in quel giorno

tanto felice.

La speculazione, la diversità di pensiero, il consumismo

che vedevo in

quel giorno

tanto atteso,

mi rattristava-

no molto.

Pensavo alla

povera gente

che per pochi

soldi veniva

sfruttata dai

signori dei

soldi, che la-

vorava per il

bisogno in

questa bellis-

sima città na-

tale mia e di

tanti illustri.

Forse sono gli

stessi che

hanno posto il

cartello all’entrata di Siracusa Nord su cui è scritto:

“Siracusa città di pace e dei diritti umani”.

Le campane che suonavano a festa, i fuochi d’artificio che

rallegravano grandi e piccini, i cavalli della carrozza che

si spaventavano al grido di: "Siracusana iè" e "Viva S.

Lucia"... mi facevano venire la pelle d’oca e nello stesso

tempo un’emozione che non si può descrivere. Il mio

pensiero è andato subito alla mia famiglia Padana-

Italiana che avevo lasciato a Brescia per recarmi a

Siracusa per la Santa Festa.

Il viso bagnato dalle piccole lacrime che nascondevo con

le dita, gli occhi lucidi e un nodo alla gola; guardavo i

bambini, i vecchietti, le donne ch’erano attorno a me. Li

fissavo, mi giravo eppure vedevo due gambe, due braccia,

due occhi... Ma dov’è la diversità?

Io ero uno di loro e nello stesso tempo uno di voi! La vera

diversità era la cultura! Ma chi ci può condannare per

questo pregio o difetto?

Santa Lucia a... Carmen Street

Ricette

CARNEVCARNEVCARNEVCARNEVCARNEVALEALEALEALEALEdi Lilia

6

ASPETTI DELLASPETTI DELLASPETTI DELLASPETTI DELLASPETTI DELLA VITA VITA VITA VITA VITAAAAA

DEL VENEZUELDEL VENEZUELDEL VENEZUELDEL VENEZUELDEL VENEZUELAAAAAdi P. Luciano

A qualcuno è parso che certe relazioni sul

Venezuela fossero eccessivamente critiche come

se quaggiù tutto sia disordine, corruzione, violen-

za e abbandono. La realtà è che coloro che si

trovano assenti da una quindicina di anni non sono

più nelle migliori condizioni per riconoscere il

Venezuela dei loro tempi. Lo ammettono gli

stessi venezuelani che pure hanno un notevole

spirito di adattamento o di “aguante” come si dice

qui.

Però non vorrei neppure che si pensasse che

viviamo come dei votati al martirio.

L’europeo che viene a vivere quag-

giù critica, disapprova, si infu-

ria, si spaventa, ma di questa

vita scopre pure i suoi aspet-

ti simpatici.

A me piace per la sua gen-

te che incontro simpatica,

aperta, semplice, ottimi-

sta, più disposta ad ap-

prezzare che a criticare.

Certo sono pigri e di scarsa

iniziativa, ma forse anche per

mancanza di mezzi e di modelli.

Sotto molti aspetti presentano for-

me di comportamento sociale più com-

pleta della nostra. Mentre noi abbiamo abolito

ogni etichetta in nome di una pragmatica o demo-

cratica essenzialità, essi amano i discorsetti di

circostanza, le presentazioni, non interrompono i

dialoghi tra le persone, solennizzano con canti i

compleanni, preparano doni per tutti gli invitati,

salutano volentieri e con sorrisi autentici. Mi

piacciono le gioie e le contentezze quasi infantili

provocate da un piccolo dono, da una visita, da un

saluto. Mi piace l’affetto spontaneo con cui ti

circondano.

Il sacerdote è visto non con diffidenza o rispetto

formale, lo sentono invece amico e fratello. Ri-

corrono a lui per molte cose e del resto è la persona

che vive a loro contatto, entra spesso nelle loro

case, li ascolta.

Mi divertono le tradizioni navidegne, quando

gruppetti di suonatori, anche adulti, si spostano di

casa in casa, visitando la gente con i loro canti

spesso improvvisati e con l’accompagnamento

dei loro strumenti, chitarre, tamburi, nacchere e

altre sorgenti di suono. Mi diverte assistere alle

celebrazioni del santo negro italiano, ignoto

fra di noi, Benito da Palermo, quando

i suoi devoti festeggiano il santo

portandolo a spasso a ritmo di

danza e irrorandolo di Rhum,

riflesso lontano delle cele-

brazioni degli schiavi afri-

cani in onore di un loro

consanguineo, elevato al

rango dei padroni bianchi

ma sensibile ai dolori.

Mi sorprende sempre la fede

profonda con la quale

dialogano con Dio o interpreta-

no le vicende della vita. Scopro in

continuità e con commozione quante per-

sone vivono intimamente unite al Signore, quante

sono letteralmente assetate della Parola di Dio e

quanto sia grande l’inclinazione alla preghiera sia

silenziosa che comunitaria. Veramente mi pare di

scoprire dove si annida la fede della Chiesa.

Mi diverte la contentezza genuina dei bambini e

anche dei più grandicelli al ricevere una o due

caramelle. E non perché siano primitivi, che non

lo sono, né lo eravamo noi 50 anni or sono. Ma

solo perché fino ad ora non hanno vissuto del

superfluo e sono ancora aperti alle emozioni del

Dal lontano Venezuela ci sono giunti articolo e saluti che ben volentieri pubblichiamo.

Finestra sul mondo

7

Finestra sul mondo

dono. Quest’anno però vanno di moda i pattini

e visto che con 15 mila lire si arriva a comprarne

un paio, alcuni genitori hanno potuto acconten-

tare almeno uno dei loro figli con i soldi della

tredicesima.

Dalle loro telenovele emergono una infinità di

attori e attrici di ottimo livello che recitano con

spontaneità e sentimento (anche troppo) degni

del nostro miglior teatro napoletano. E’ bello

vedere come questi attori non si sentano ancora

élites privilegiate, ma si confondano disinvolta-

mente con le altre categorie di lavoro, ballando

e cantando come in una festa di famiglia.

Scopro che i rapporti familiari, dove esistono,

sono saldi ed affettuosi, come quando le madri

vanno peregrinando a visitare i loro numerosi

figli e figlie dispersi per tutto il territorio nazio-

nale e come le figlie in particolare le ricevano

con tenerezza e rispetto. Qui, con le debite

eccezioni, ho scoperto che cosa è il “Fronte della

famiglia”. La consanguineità, anche nelle sue

forme ibride, chiama a raccolta tutte le forze del

Clan per aiutare, coprire o difendere i suoi

membri. Tutti si confederano, danno il loro

apporto finanziario o lavorativo, diretto o indi-

retto per trovare una soluzione al problema del

congiunto. Ovviamente questo comporta anche

la omertà e l’ingiustizia quando manca una

profonda formazione morale o religiosa.

Qui, il Far Festa è un’esigenza primaria, più

importante del risparmio e dei progetti futuri.

Alla Festa bisogna saper sacrificare (ma neppur

troppo) qualsiasi tentazione di avarizia o tacca-

gneria. La Festa è il momento della vita vera, e

allora perché preoccuparsi pensando al domani,

in qualche modo ce la caveremo sempre, e

perciò bevi e balla, canta e condividi con tutti la

tua gioia e anche tutto quello che possiedi.

Tutti questi aspetti, certamente simpatici, del-

l’ambiente venezuelano non possono attenuare,

però, il tremendo degrado socio-economico e

morale in cui è caduto e si dibatte il Venezuela.

La povertà si è trasformata in miseria per larghi

strati della popolazione. La classe media è pra-

ticamente scomparsa e corrisponde alla nostra

classe operaia provvista di un mediocre stipen-

dio. La malavita dilaga spaventosamente.

L’espressione “città violenta” e “vita violenta” qui

non tiene connotazioni letterarie, fotografa la real-

tà.

E questo è solo un aspetto di una società che pare

impreparata a vivere nella modernità. Perché il

Venezuela, se confrontato con Perù, Bolivia ed

Ecuador ha caratteristiche europee e nord-ame-

ricane. Anzitutto nelle persone, che pur essendo

una mescolanza abbondante di razze, tende a

privilegiare il tipo bianco o color del grano

maturo o caffelatte. Questi occupano la quasi

totalità degli incarichi migliori o di prestigio e

imperversano conseguentemente nella televisio-

ne.

Si incontrano qui in Venezuela tutte le strutture

terziarie come in Europa, però mal gestite o mal

amministrate. Il personale intermedio è in gene-

rale disinformato e incapace di prendere decisio-

ni.

Di qui le attese interminabili e i rinvii se manca

un competente, le scuse e i rimandi per non

assumersi responsabilità. E quando offrono ap-

parenza di sicurezza devi verificare che abbiano

capito bene il tuo problema e siano in grado di

trattarlo. Si potrebbe continuare all’infinito in

queste lagnanze o si tratta dell’intolleranza del-

l’europeo adulto che non tiene più pazienza

verso un bambino un po’ lento nel suo processo

di sviluppo? Questo stesso europeo che all’inizio

brontola insofferente e si esibisce in deplorazioni

tutte le volte che è costretto a uscire di casa per

sbrigare direttamente piccoli e grandi affari,

dopo un poco di tempo, pur continuando a la-

mentarsi o imprecare, si adatta a questo sistema

di vita e anche lui cerca di arrangiarsi come può

o come sa.

Grazie della rivista che arriva puntualmente secon-

do la velocità delle rispettive agenzie postali.

Gli articoli sono sempre interessanti ed arguti.

Vedo che già avete coinvolto lo stesso Franco

(saluti pure a lui) e anche a Renzo che potrebbe

scrivere qualcosa di più. Qui le notizie dall’Italia

arrivano sempre con grandi ritardi, soprattutto quelli

della provincia senza i «si sussurra, si dice... ecc...».

Come vedete siamo seri per forza...

Un saluto anche alla comunità numero 2!

di Ersilia Barbieri Petesi

8

Pensieri e parole

STELÔ CADENTE!Piombô la stélô àn mèss al marmamô miô ma sente màllma sente màl è ìn agonìô:“Prendi la barca e fuggi viô”.La streérsô tött al marandoe l’ancontra i marinarche fa edèr le montagnedel’Ungherìô o del Catar.Dopo po’ la turnô 'ndrela va a l’anemô dei me.Po, la balô è la trabalôe la va detér àn stalôn'do ghè na àcô è ón manzulìnà caàlô, èl puledrì.Carô stélô, restô cheè fa cìàr la nòtt él despecialment se lè Nedal.Ve a fà ciàr a la Madonôche lè dre a fasà l’Bambì.Fagô cìàr àpo a chel bôche col fiàt lè dre a scaldàal Padrù dél mont dè la!Bélô stélô dè Nedalrìa prést che a troàlportô che ön goss dè làttperché l’Bambi le àfamàtè po dopo turnô n’ciela troà Sànt Mechel.Sant Mechel che ga la spadôél casà vìà che la masnadôdè che i angei traditûrche ì vulìô deentà i Signûr.Stélô bèlô lùs dè po’scalda ì cor ansemô l’co

dopo turnô sö ì tô pàssfa àli le tô risû.Chestô lé la conclusiûcarô la me bèlô zentdé la bélô stelô cadent!

LA PEGORÔ CHE CANTÔTrentô quarantôla pegorô la cantôla cantô sôl sentera ciamà l’pegorer.Al pegorer lè a Verunôva a troà la sô padrunô.La sô padrunô lé n’del stalva a tròa al sô caal.Il sô caal lè n’giardìva a troà Gìoànì.Gioanì, GioanelôCapitano de la guérôCapitano dei soldaccGioanì, maìà gaccmaiô gàcc àn bocô tuô,töcc ì gàcc ì ga la cuô!Dre a la cuô ghè l’cùìchél del poèr Gioanì.Cantô cantô pegorinada la sera a la matìnaal tà scultô l’pegorerche lé stöff dè chel mesterel vöres deentà el padrùma a la golô al gà ön magù.No ghè re, è no ghè reginôsensô ghei o palanchine.Poerô pegorô, ta ne laxeè i tà rostess ansem le braxe!

BREVE PASTORELÔCantô cantô belô fiurghè nasit al Nossignurlè nasit a Betlemtra ön bô è ön axine.lI angei i cantaola Madonô la pregaôSant Giuseppe nzûmiaùal dixiô le sô oraziû.Chi ià sà è chì ìà dìsl’andarà al Santo Paradìs.Chì no ìà sào chì no ìà ntèntiàndarà al föcch eternament!

Certo sono banalità voi dire-te, ma in questa maniera nonintendavamo emulare narra-tori, commediografi, ecc.ecc., però ci tenevamo uniticosì, allegri, vivaci per nonmorir d’inedia. Per noi eranomomenti di sfogo, di parteci-pazione. Io, poi, con l’armonica a boc-ca tenevo allegra la brigata edavo modo alla gente di farequattro salti. Avete presente“Piccolo mondo antico”? Fa-tevene un’idea!Con affetto

nonna Ersilia

Eccomi di nuovo a voi amici di Carmen Street per continuare con il filone delle filastrocche.Si tratta di verità,fantasie, soprattutto fatti più o meno adombrati di mistero; invenzioni, povere di contenuto, ma cheappartengono alla vita rurale, che volevano mettere in evidenza, anche con puerile sentimento, uno spirito diespressione semplice, ma piena di significati.Raccontano ciò che la penna non saprebbe esprimere per farci convinti che anche le azioni più banali portanoa qualche conclusione, credibile o no, ma che aiutano ad espletare e completare quel desiderio grande dimettersi in pari a coloro che avevano ricevuto un’istruzione migliore. In una parola cercavano di emulare voinati, cresciuti ed istruiti qui nella grande città. Ma era e fu appena un sogno irraggiungibile, mi capite?

Nonna Ersilia ci propone ancora alcune filastrocche che si recitavano un tempo.

LE FILLE FILLE FILLE FILLE FILASTROCCHE (II)ASTROCCHE (II)ASTROCCHE (II)ASTROCCHE (II)ASTROCCHE (II)

9

Pensieri e parole

situazione angosciante. Ma nel medesimo tem-

po ho coscienza che si tratta di un sogno e

quindi non vale proprio la pena di preoccupar-

si. Anzi, si può sognare anche qualcosa d'altro,

di migliore...

Una ragazza si getta nel fiume da un elicottero

e viene ricuperata in fretta e portata a riva dai

suoi amici. Noi as-

sistiamo alla scena

dall'alto di una col-

lina. E' domenica

pomeriggio. Il com-

mento che serpeg-

gia tra noi: «Non sa

cosa fare per farsi

notare!» (o «per

uscire dalla mono-

tonia»)...

Sto dirottando un

aereo in volo. Sono

nella cabina del pi-

lota. Il pilota non

crede alla efficacia

della mia arma; anzi

constata che la faccia che presento in realtà è

una maschera. La stessa cosa, gli faccio nota-

re, vale per lui. Siamo già atterrati, non su una

pista dell’aeroporto, ma all’interno di un gran-

dissimo giardino delimitato da alte mura di

cemento. Mentre la polizia circonda l’aereo,

con il pilota dell’aereo mi trovo già all’esterno

del recinto. Ora riconosco la persona che mi è

accanto: è un mio amico. Siamo in un grosso

piazzale. Ci allontaniamo in fretta da quel

luogo. Siamo a Londra. Sembra di essere in

uno di quei grandi parchi londinesi. Siamo

contenti. Anche se fuggiamo nessuno bada a

noi. Davanti a noi è la città...

SOGNARE...

Ho sognato che Renzo era partito per Roma per

andare a vedere le Spice Girls.

Maria faceva la barbona sotto i portici. Chie-

deva in continuazione: «Qualcosa... Qualco-

sa». Ed io l'ho smascherata davanti a tutti

perché invece faceva l'educatrice in comunità.

Le ho detto: «Smettila che sei piena di soldi!».

Betty (la mia amica) ed io

eravamo sul buster in tan-

genziale. Andavamo ve-

locissime, a 180 chilome-

tri orari. La macchina del-

la polizia ci aveva acco-

state e le diceva di fermar-

si, ma lei è scappata via.

Io, seduta dietro, con le

mani coprivo la targa.

(Così non ci scoprivano).

In mezzo alla strada però

c'era teso di traverso un

filo che ci ha fatto uscire di

strada. Siamo saltate dal

cavalcavia e cadute dentro

un furgone (però eravamo

sempre sul buster). Il furgone lo guidava Fau-

sto che ci ha detto: «Volete un passaggio?».

Sono per strada. Un vicolo. Per terra scorgo

due siringhe abbandonate da tossicodipenden-

ti. Compare un ragazzo e raccoglie con noncu-

ranza una terza siringa che non avevo visto

prima. Gli dico di fare attenzione, ma lui si

mette a giocare. Anzi, lancia la siringa come se

fosse una freccetta. La siringa rimbalza sul

terreno e mi colpisce alla gamba. Sotto la stoffa

dei pantaloni vedo i segni lasciati: sono due

piccole ferite arrossate. Mi viene da pensare

che potrei anche ammalarmi di Aids. E' una

Ancora una carellata di sogni (rigorosamente anonimi)...

10

La pulce

poco, invece, è la squallidamente triste figura

della Tripp.

Già è bruttina di suo: corpo grossolano e

sformato, faccia tendente all’equino, cam-

minata a metà tra il bovaro e

l’emorroidico, è stata chiamata “con-

fidente ed amica” della ragazza

che, pur non volendolo, è

già causa di grossi disa-

gi al Presidente.

“Confidente” è indub-

bio. Cassette e chilo-

metri di registrazioni lo

confermano.

Ma “Amica”? Bella ami-

ca, quella che ti accoglie

in un grande abbraccio e ti

fa sfogare, direzionando

abilmente la tua voce verso il

microfono che si tiene addos-

so. Bella amica, quella che tra-

disce per fini politici, per pote-

re personale le rivelazioni emotive di una

ragazza che si sente in difficoltà.

Non è Clinton solo da processare. E’ più

degno di accusa un maschietto libidinoso che

cerca di svicolare, o una "confidente ed ami-

ca" che spiattella al mondo gli sfoghi dolorosi

di una persona che credeva in lei e che

cercava conforto ed appoggio?

Quanto livore, quanta invidia morbosa si

nascondono in questo comportamento.

Clinton, forse, perderà il potere. Ma la Tripp,

secondo me, ha perso la faccia.

BILLBILLBILLBILLBILLY E LY E LY E LY E LY E LA TRIPPA TRIPPA TRIPPA TRIPPA TRIPP

di Anna Rossetti Grasso

La pulce: un piccolo insetto saltatore, privo di ali,di colore bruno rossastro e che rivela la sua presenza sul corpo

degli ospitanti elargendo morsi alquanto dolorosi. "Carmen Street" non ha certo le pretese delle grandi testate

giornalistiche... eppure con questa nuova rubrica vuole offrire ai suoi lettori motivi di riflessione anche su insoliti temi

della cronaca quotidiana.

Che Clinton sia un assatanato inseguito/inse-

guitore di fanciulle desiderose di far carriera

o di provare l’estasi di veloci scontri erotici

con l’Uomo Più Potente del Mondo, a me

non interessa niente.

Quel macho che si nasconde den-

tro il molle soma (leggi “cor-

po”) clintoniano, pancet-

ta e labbra da ragazzi-

no goloso incluse,

può essere compre-

so, psicologicamen-

te, come credibile ma-

nifestazione di sfogo

compensativo.

Povero Clinton, sempre

tra mille impegni, una riu-

nione qua, una convention

là... se non corre un po’ die-

tro le più che disponibili sot-

tane, negli intervalli, come

può credere di essere vivo? A

parte che - lo ha detto anche Mamma TV - se

mettessimo in fila tutte le fanciulle che pen-

sano di avere avuto una relazione con Lui,

potremmo creare un’altra Grande Muraglia.

Di sesso “al volo” ed Infinita.

Clinton può fare quello che vuole, se la

moglie è contenta. E lei, tracagnotta avvoca-

tessa definita “tra le cento migliori degli

USA” sta - per amore o per ruolo - dalla sua

parte. Quindi, sono affari di famiglia a cui noi

possiamo solo inchinarci.

Quella che mi fa specie, che mi piace proprio

Un'immagine offuscata che cerca

salvezza nel Pentagono?

11

Carissimi Scorpioni anonimi ma non troppo, leggo

e rileggo le Vostre rimostranze sull’ultimo numero

del "Carmen Street" e voglio sgomberare il campo

da ogni errata interpretazione.

Non avete commesso alcuna colpa e noi (Popi ed io)

non abbiamo motivo alcuno di risentimento.

Anzi, personalmente, pur se qualcuno di Voi abita

nei quartieri alti e siede spesso e volentieri all destra

del Padre snobbando noi paesani dei quartieri

bassi, Vi voglio molto

bene e penso di averlo

anche dimostrato nono-

stante qualche mia

rudezza di carattere.

La questione sta in altri

termini.

La festa degli Scorpioni

nacque da un’idea folgo-

rante del Padre Supremo

in una memorabile

ottobrata al Padre Eter-

no.

Noi poveri terreni fum-

mo presi da tanto entu-

siasmo. La festa fu orga-

nizzata ed ebbe un gran-

de successo.

Ci si ripromise di ripeterla negli anni successivi,

felici e convinti di avere creato una tradizione

nuova, una pausa serena in più nel lavoro di volon-

tariato.

Purtroppo non è stato così.

Ricordo che l’anno successivo ci furono delle

ritrosie, delle perplessità, dei dubbi sulla capacità

degli Scorpioni di riunirsi e di ricreare la stessa

atmosfera.

Non ci fu più l’entusiasmo iniziale né folgorazione

alcuna da parte del Padre.

Si optò per una normalissima cena, come tante che

ogni tanto organizziamo noi poveri comprimari in

Comunità.

E così per 2 o 3 anni.

Non ricordo bene.

Confesso però che non fui molto convinto di questa

situazione.

Sono una persona con forti entusiasmi, ma anche

con grossi complessi.

Molte volte mi lascio trascinare e trascino altri in

iniziative che poi mi creano grossi dubbi.

Il dubbio di aver forzato le volontà altrui, di aver

prevaricato, di non aver capito dove potevo arrivare

o dove mi dovevo fermare, in special modo quando,

come in questi casi, agivo in casa d’altri.

E allora di fronte a questi complessi e in mancanza

di messaggi precisi mi

blocco e rinuncio. La cat-

tiva figura poi è inevita-

bile.

Vi assicuro, però, cari

miei Scorpioni che inter-

pretare o capire il pensie-

ro Suo di questi tempi è

difficilissimo, tanto rare

sono le Sue folgorazioni

quanto molteplici sono i

suoi silenzi.

E appunto in uno di que-

sti Suoi silenzi stiamo

vivendo le feste natalizie

che, alcuni di noi ed io

per primo, avrebbe desi-

derato vivere diversamente.

Pazienza, il cielo è per pochi.

Comunque noi saremo anche ottusi, ma santo cielo,

anche il grande apostolo Paolo fu sbattuto brutal-

mente giù da cavallo con folgorazione Divina sulla

via di Damasco e poi illuminato.

Pure Pietro fu fermato e illuminato sulla via Appia

in fuga da Roma (pur recidivo da altre colpe).

E da me, povero pendolare sulla meno famosa via

di Prevalle, cosa si pretende che capisca?

Nessuno pensa ad illuminarmi?

Cari Scorpioni lancio comunque il messaggio:

il mio cellulare è noto, gli uccelli sono in freezer e

le mucche non sono tutte impazzite.

La Premiata Ditta Popi e C. è pronta.

Resto in attesa di folgorazioni.

Con tante e sincere scuse.

Ciao

Gianni Que

Pensieri e parole

A proposito di scorpioni. Bacco e tabacco:

ma venere, dov'è?!?

di Gianni Que

IL CIELO

E' PER POCHI

12

Pensieri e parole

Quanti guai, per i nostri ragazzi. Diventa

sempre più difficile l’applicarsi, il concen-

trarsi, lavere voglia di dimostrare il proprio

valore di essere umano.

La colpa? Secondo me, è della noia.

Della sensazione che tanti giovani hanno,

oggi, di non avere niente di meglio da fare”.

I nostri ragazzi paiono disperdere in

mille rivoli senza costrutto il loro

potenziale, quasi non avessero amo-

re per la vita.

Cercano, allora, le “sensazioni for-

ti”, l’esaltazione di sentirsi più fur-

bi e più intelligenti della norma,

perché si sentono capaci di uscire

dalle regole, di farla in barba alle

leggi, al di fuori del buon senso, e

della ormai deteriorata ed obsoleta

bontà.

Vogliono essere “bravi”, ma nell'acce-

zione manzoniana, quella che con questa

parola definiva i mercenari spacconi, rozzi,

asserviti al potere della brutalità più inutile

che esista: quella della violenza gratuita.

“Gratuita”: tanto per fare qualcosa che fac-

cia sentire vivi.

Ma diamolo noi, allora, ai nostri figli, quel

“qualcosa” da fare. Impegnamoli. Diamo

loro la sensazione di essere utili, di collabo-

rare all’andamento della casa, a quello della

famiglia. E iniziamo da quando sono picco-

li, anzi piccolissimi. Smettiamo di fare le

cose per loro. Facciamoli sentire indispen-

sabili anche a tre, quattro anni. Ringrazia-

moli con grandi sorrisi quando aiutano ad

apparecchiare, a mettere a posto i loro gio-

cattoli; e cerchiamo di essere fermi, granitici,

quando derogano dalle regole di un buon

vivere.

I “no” di noi adulti troppo spesso diventano

“sì” quando i bimbi fanno “boccuccia” pron-

ta al pianto. Perché i cuccioli sono furbi,

sanno benissimo in nostro imbarazzo ai loro

strilli tra gli scaffali del supermer-

cato, alle loro scenate degne di pal-

coscenico, ai loro apocalittici ca-

pricci.. e conquistano quello che vogliono.

Impariamo a dire no in modo tranquillo e

deciso, quando il “no” è educativo.

Diamo una svolta al lassismo imperante, al

cercare di stare in pace per non avere pub-

bliche rimostranze. In nome del “non vede-

re” per non avere noie, non “interferiamo”

nella vita altrui. E non ce ne interessiamo

Oggi, riusciamo a passare vicino a chi sta

male senza fare una piega. Si è persa l’abi-

tudine di dare una moneta al bambino,

perché possa porgerla al mendicante. Ora, i

questuanti ci aggrediscono, forse perché è

rara la carità spontanea.

Per ricevere

amore,

basta solo

darlo.

OLOLOLOLOLTRE LTRE LTRE LTRE LTRE LA NOIA...A NOIA...A NOIA...A NOIA...A NOIA...

EDUCAREEDUCAREEDUCAREEDUCAREEDUCAREdi Anna Grasso Rossetti

Educare: un compito dal quale nessun genitore può sottrarsi.

13

Pensieri e parole

La si ritrova, per fortuna, nelle sacche del

volontariato, nelle persone educate al bene,

in coloro che hanno compreso quanto sia

importante dare e “fare” per la serenità

dell’ “Altro”, per ricevere ed apprezzare,

a loro volta, la gratificazione che viene da

dentro, quando si è convinti di avere agito

c o n

piena co-

scienza.

Avanti, allora. Recuperiamo le buone pa-

role, i buoni sentimenti e, soprattutto, i

buoni esempi.

Diamo qualcosa da fare ai bambini che

crescono attorno a noi, qualcosa che sia

“utile” per loro e per l’ambiente in cui

vivono.

Abituiamoli alla bellezza ed alla pienezza

dell’azione positiva.

Diamo loro il senso del sociale, del grup-

po, dell’amicalità e guidiamoli a capire

che non esistono solo loro “individui”, ma

L’educazione

“al bene” viene

imparata dal-

l’esempio dato

dai genitori: un

processo

imitativo che

avviene fin dalle

prime fasi della

vita e che dura

per sempre.

che è giusto, insieme, vivere e collaborare.

Diamo loro la certezza del sapere che ogni

nostra azione, positiva o negativa, ha un

riscontro, prima o poi, anche sugli altri.

Facciamo un po’ di Pubblicità Progresso

dentro e fuori le mura di casa, se vogliamo

che vivano al meglio la vita che abbiamo

dato loro.

Li abbiamo messi al mondo: educhiamoli

ad abitarlo con rispetto.

Lily e Kezibane

(senza dimenticare Jackline)

“Educare”

significa dare le basi

per un vivere

appagante e sereno.

14

Pensieri e parole

Dopo vari tentativi da parte dei parroci per spingermi

a scrivere un articolo per il nostro giornalino

mensile sono riuscito a trovare, così per

caso, un po’ di tempo per decantarvi le mie

avventure musicali-lavorative.

A vent’anni, si sa, la voglia di lavorare è

poca, specialmente nel mio caso, quindi si

cerca un lavoro che non affatichi troppo il

fisico e lasci più spazio alle proprie fantasie

ed attitudini.

Circa un anno fa, dopo un periodo di

bighellonaggio, avevo trovato lavoro presso

un’officina di una grossa ditta di Capriano del

Colle, costruivo piantane per le lampade. In

poche parole e come lavoro non era male,

anzi... Solo che non ci azzeccavo per niente!

Diciamo pure che non ero tagliato per quel

mestiere e la mia mente volava sempre verso altre

mete, la più importante delle quali era la MUSICA!

Chi non ha mai sognato di diventare un grande

cantante, un grande musicista?

In cuor mio speravo che qualcuno potesse aiutarmi ad

entrare in qualche piccola casa discografica e poi da

lì incominciare un’escalation musicale toccando le

vette delle classifiche musicali di tutto il mondo...

E fu così che un giorno incontrai un piccolo produt-

tore discografico della nostra città con il quale mi

accordai per poter far parte della sala d’incisione che

gestiva in Via Bezzecca: LA FARM SING E SOUND

(divenuta poi NITE CIFE).

Iniziai lì le mie prime esperienze sulle macchine dei

soldi: CAMPIONATORI, COMPUTER, SE-

QUENCER MASTER KEYBOARD, ADAT, DAT...

Avevo a disposizione tutto uno studio (L’UNICO!)

per me dove passavo le mie giornate a suonare e

suonare... MELODIE, CACOFONIE... di tutto ven-

ne, ma il successo, la HIT... quella NO!

Comunque incisi due 33 giri di cui uno era una cover

di “THINKING ABOUT YOU” pezzo del ’94 che

sul mercato discografico italiano ebbe un discreto

successo, cosa che con la nostra versione mancò.

L’altro pezzo era invece una mia idea che il capo

Prima puntata per un'avventura nel mondo musicale...

dichiarò

buona e la mandò

in produzione senza mai entrare in promozione...

La mia avventura lì durò circa tre mesi e due stipendi

miseri che dichiararono il fallimento dei miei sogni

da Robert Miles!

Nel frattempo cominciai a fare il Dee Jay in un locale

del centro e non lasciai del tutto l’ambiente musica-

le...

Il tempo passò e mi permise di arrivare fino ad un

mese fa (lo impiegai in un negozio di computer come

commesso che lasciai quando un’altra grande oppor-

tunità mi si mise davanti)...

Un’altra casa discografica, molto più grande ed im-

portante di quella che fu il mio primo sogno...

(NELLA PROSSIMA PUNTATA VI PARLERO’

DEL MIO NUOVO MESTIERE PART-TIME, DI

COME CONOBBI FARGETTA, CORONA, LEE

MARROW, GRAZIANO FANELLI E TANTI BIG

DELLA MUSICA DANCE). VI PORTERO’ AL-

L’INTERNO DI UNO STUDIO DI INCISIONE E

DI COME NASCE UN DISCO).

PROLPROLPROLPROLPROLOGO DI...OGO DI...OGO DI...OGO DI...OGO DI...

(UNA PROFESSIONE PER ME) (UNA PROFESSIONE PER ME) (UNA PROFESSIONE PER ME) (UNA PROFESSIONE PER ME) (UNA PROFESSIONE PER ME)di Marco Bosco

I

Inserto

Continua il nostro viaggio all’interno delle realtà che a suo tempo hanno aderito al coordinamento del

quartiere centro nord cittadino, con la presentazione di due scuole:

1. la Scuola Bottega di V. Calatafimi n° 8b che, ormai, ha varcato non solo i confini del quartiere Carmine,

ma della nostra stessa città, per rilanciare, in un mondo sempre più culturalmente globalizzato, la sfida

dell’arte artigiana che per molti giovani può costituire, non solo uno spiraglio nel mondo del lavoro oggi,

certamente, non denso di rosee prospettive, ma può offrire una forte identità con le tradizioni della propria

terra e sviluppare doti e attitudini creative spesso sommerse;

2. la scuola materna comunale “Carboni” di Vicolo Tre Archi il cui progetto, in atto da almeno un decennio,

costituisce un significativo esempio di continuità pedagogico educativa con le suole elementari statali del 7°

circolo didattico (“M. Calini e “A. Manzoni).

SPSPSPSPSPAZIO COORDINAMENTOAZIO COORDINAMENTOAZIO COORDINAMENTOAZIO COORDINAMENTOAZIO COORDINAMENTOa cura di Angela Battagliola

seguono la parte teorica-didattica; il terzo anno,

invece, aumentano le ore di frequenza in botte-

ga, essendo un anno di specializzazione, e si

concentrano le ore scolastiche in un pomerig-

gio settimanale ed il sabato mattina. Questa

partecipazione diretta alla vita della bottega,

prerogativa della scuola, dà al giovane la pos-

sibilità pratica di vivere ogni giorno il rapporto

artigianale con il mestiere e con l’elemento

umano che lo compone, il cliente, il fornitore,

gli artigiani.

Si tratta, quindi, per l’allievo, di un accostamento

graduale al mestiere artigianale che il giovane

sceglie al momento dell’iscrizione, sempre che

sussista la possibilità di reperire l’artigiano-

maestro, questo per i mestieri più desueti, op-

pure a causa della saturazione del mercato per

il mestiere richiesto.

Altro elemento caratterizzante si trova nella

parte didattica della Scuola; infatti, non essen-

do, questa scuola, soggetta ad alcun program-

ma specifico, la scelta del grado di preparazio-

ne è a piena discrezione del gruppo di docenti-

volontari, che a seconda del livello della classe,

predispone i programmi da svolgere.

I mestieri artigiani insegnati dai Maestri, an-

ch’essi volontari, sono i seguenti: Arte Sacra,

Autoriparazioni, Calzolaio, Ceramista, Com-

posizione floreale, Costruzione biciclette,

Corniciaio, Carrozziere, Elettricista, Elettrau-

to, Gastronomo, Falegname, Fabbro, Fotogra-

La Scuola Bottega ha iniziato la sua attività dal

1978. E’ sorta nel quartiere del Carmine con lo

scopo principale di avviare i giovani, dopo la

scuola dell’obbligo, ad un mestiere artigianale.

Ne fu iniziatore un gruppo di artigiani che,

presieduto dal Cav. Beppe Nava, operava nella

Parrocchia di San Giovanni; proprio nel bar

parrocchiale iniziò ad operare la Scuola.

Questo gruppo di artigiani vide nella Scuola

Bottega l’unica possibilità pratica di dare con-

tinuità ai propri mestieri.

Avviata con una decina di allievi, riscontrò

immediatamente risposta tra i giovani, confer-

mando la validità dell’iniziativa scuola-lavo-

ro.

Rimane tuttora un’esperienza pilota in Italia,

in ragione dell’idea dell’inserimento degli al-

lievi nella bottega artigianale per l’apprendi-

mento del mestiere scelto all’atto dell’iscrizio-

ne alla Scuola.

Infatti, i giovani alternano la frequenza nella

bottega alla partecipazione in aula per l’ap-

prendimento delle materie teoriche (italiano,

matematica, amministrazione bottega, infor-

matica, inglese, morale). Per il biennio i ragaz-

zi frequentano la bottega del Maestro-artigia-

no durante la mattinata, mentre nel pomeriggio

LLLLLA SCUOLA SCUOLA SCUOLA SCUOLA SCUOLA BOTTEGAA BOTTEGAA BOTTEGAA BOTTEGAA BOTTEGA

fo, Fornaio, Gommista, Idraulico, Orologiaio,

Orafo, Pasticcere, Pellicciaio, Restauro mobi-

li, Riparazione elettrodomestici, Riparazione

moto, Rilegatore, Sartoria, Tappezziere,

Tipolitografo, Tornitore, Vetraio.

Dopo questa introduzione viene proposta un’in-

tervista al Cav. Beppe Nava che vuol far com-

prendere lo spirito che anima la Scuola Botte-

ga.

* Qual è stata Cav. Nava l’idea ispiratrice

della Scuola?

Nel 1970 fui incaricato dal Consiglio Pasto-

rale Parrocchiale di San Giovanni ad occu-

parmi della Pastorale del Lavoro. Erano pre-

senti, come oggi, ben 132 botteghe artigiane

e quindi mi venne l’idea di riunire un gruppo

di artigiani. Anch’io ero e sono un artigiano

e di questo sono orgoglioso perché il mio

banco di lavoro ha portato a me e alla mia

famiglia benessere e tante soddisfazioni.

Quindi pensammo ed ideammo una Mostra

dell’Artigianato che fu realizzata grazie an-

che al supporto morale dell’allora Vescovo

Monsignor Mostabilini e del Parroco di San

Giovanni Don Giorgi.

Iniziarono anche ad essere celebrate le S.

Messe nelle botteghe degli artigiani, nel 1974

Monsignor Mostabilini Vescovo di Brescia

celebrò la S. Messa nella mia rilegatoria e da

lì nacque l’idea della Scuola Bottega. Ini-

ziammo con sette ragazzi facendo un po’ di

lezione dal Don della Parrocchia di San Gio-

vanni.

I ragazzi, rapidamente, aumentarono ed il

Vescovo diede i locali di via Calatafimi 8/b

attuale sede dell’E.G.I.F. “Ente Gestore” e

della struttura amministrativa da alcuni chia-

mata “Casa-Madre”.

I locali che attualmente si vedono hanno avuto

delle evoluzioni strutturali; infatti, all’inizio fu

grazie al Premio Bulloni che mi fu conferito

che potei rendere agibili quei locali.

* Qual è la situazione durante questi anni che

ricorda con più emozione?

E’ sicuramente l’abbraccio di Giovanni Paolo

II: fui invitato in Vaticano all’incontro di testi-

monianza ed amicizia dei lavoratori con il

Papa. Il cerimoniere mi sottopose un discorso

che io lessi ma non riuscii ad esprimere in

quanto troppo diverso dalla mia semplicità;

chiesi quindi se potevo esprimermi liberamen-

te senza dare peso al cerimoniale. Parlai quindi

con il mio entusiasmo e con la mia naturale

semplicità. Ecco che alla fine fui invitato ad

avvicinarmi a Sua Santità il Pontefice che volle

abbracciarmi.

Altro momento, di poco successivo, mi è stato

donato ancora una volta dal Pontefice Giovan-

ni Paolo II che ha personalmente benedetto la

statua della Madonna della Provvidenza duran-

te una visita di una nostra delegazione a Roma.

Da quel momento la Madonna è diventata

l’Amministratrice della scuola.

Infatti, grazie alla Madonna, riuscii a pagare in

pochi mesi: da giugno (mese in cui ebbi il

preventivo che ammontava a £. 280 milioni per

la ristrutturazione dell’Istituto Razzetti dove

dai cameroni dell’orfanatrofio sono state crea-

te le aule dell’attuale struttura didattica di via

Milano) a Natale mese del saldo.

* Qual è il rapporto che si instaura tra i suoi

collaboratori ed i ragazzi?

E’ un rapporto meraviglioso che si può riassu-

mere ricordando i motti della nostra scuola

1) Chi arde non accende

2) Tutti possono fare le cose bene ma “il bene”

lo si può fare solo con l’aiuto del Signore.

I Maestri Artigiani e gli insegnanti soprattutto

sono mossi dall’entusiasmo che anima chi vuol

fare del bene agendo con amore. Questo posso

dire dei miei insegnanti e degli Artigiani

* Ha un sogno nel cassetto?

Sì, riuscire a costruire una nostra anzi la sede

della Scuola. Quando ho iniziato mi dicevano:

ma tu sei matto, non sei né un Prete, né un

politico e vuoi fare una scuola (in dialetto

bresciano).

Oggi i numeri delle scuole nate in provincia, in

Italia, all’estero, il numero dei ragazzi diplomati,

i ragazzi che sono a loro volta diventati Mae-

stri-Artigiani mi danno il permesso di sognare.

(a cura di Donatella Agazzani)

II

Inserto

Inserto

III

La scuola materna Carboni assume la connotazione

di scuola aperta tra il dicembre del 1989 e il

gennaio del 1990 su volontà delle insegnanti

presenti. La scuola, fino ad allora, era strutturata

a sezioni chiuse che occupavano, su tutto lo spazio

a disposizione, solo tre locali.

Fu questo uno dei motivi del cambiamento oltre

quello di realizzare una scuola “diversa” in cui

tutte le insegnanti potessero collaborare alla cre-

azione di un ambiente sereno, educativo e stimo-

lante per la crescita del bambino.

Ci venne proposta dalla direzione l’esperienza

della scuola materna Mandolossa dove era in atto

una sperimentazione supportata dagli studi della

dott. Dabbeni e messa in atto dalla dott. Marchesani.

Furono proprio loro a preparare il nostro gruppo

docente per più di un anno con incontri settimana-

li prima di arrivare al cambiamento vero e pro-

prio.

Esso si realizzò in questo modo: due sezioni

vennero adibite a stanze della proiettività con

moquette e parallelepipedi di diverse misure e

colori, la terza sezione trasformata in settore

psicomotorio, la palestra in settore senso percettivo

e logico matematico, il dormitorio in settore della

drammatizzazione, il corridoio al piano superiore

ospitò il settore grafico pittorico e manipolativo e

nel refettorio fu ricavato il settore casa.

Sistemati gli spazi dovemmo stabilire e adottare

regole e comportamenti comuni sia in proiettività

che nei settori e nei primi anni essi subirono

continui cambiamenti fino ad arrivare alla situa-

zione attuale che comunque è in evoluzione al

fine di rendere il nostro intervento nei confronti

del bambino il più professionale possibile.

Il punto forte della nostra scuola è rappresentato

dalla presenza delle due stanze della proiettività

che racchiudono nella loro essenzialità di mate-

riale e regole una forte valenza educativa. Vengo-

no qui di seguito elencate le principali caratteristi-

che e finalità della proiettività tratte dalla tesi di

laurea della dott. Marchesani.

“In proiettività oltre al materiale sovracitato non

ve n’è altro e le pareti sono spoglie di qualsiasi

disegno perché il bambino venga attirato solo da

tale materiale e non disturbato da altre stimolazioni.

La stanza della proiettività è stata così definita in

quanto è proprio in questo locale che il bambino

instaura relazioni sempre più fitte tra sé e lo

spazio, tra sé e il proprio corpo, tra sé e gli altri,

sperimentando, modificando, costruendo.

E’ tramite questa attività che sperimenta e crea

circostanze sempre più fitte al fine di comunicare,

esprimere, verificare se stesso nella continua pro-

iezione del proprio io soggetto con l’unico

interlocutore a lui tanto indispensabile: lo spazio.

Lo spazio come risposta alle sue paure, ai suoi

timori, come specchio delle sue capacità e risorse,

come stimolo verso la ricerca di situazioni sempre

più ardue e complesse con le quali confrontarsi.

E’ qui che il materiale proposto è il più vicino alle

sue esigenze e risponde alle sue capacità mentali,

come detto poc’anzi alla fase preoperativa del

bambino, fase nella quale il bisogno di un mate-

riale non vincolato da strutture specifiche possa

offrire lo stimolo ad un suo utilizzo il più creativo

possibile tramite il quale esprimere il proprio

“linguaggio” fatto di gesti, ingegnose costruzio-

ni, di libere espressioni.

Giochi strutturati o di altro genere non sono

contemplati in questo spazio al fine di evitare che

venga meno la finalità specifica della stanza,

viceversa il materiale qui predisposto non può

essere, per ovvi motivi, portato né ritrovato in altri

settori. Il bambino entrerà in questa stanza a piedi

scalzi, inoltre la tuta sarà tenuta adottata dalla

scuola per ogni attività in sostituzione del grem-

biule.”

RUOLO DELLE INSEGNANTI NELLA PROIETTIVITA’

Nella proiettività il bambino è protagonista e

libero costruttore di esperienze, pertanto ne deri-

va come logica conseguenza, che l’insegnante

LLLLL’IO DEL BAMBINO’IO DEL BAMBINO’IO DEL BAMBINO’IO DEL BAMBINO’IO DEL BAMBINO

PROTPROTPROTPROTPROTAAAAAGONISTGONISTGONISTGONISTGONISTAAAAASCUOLA MATERNA “CARBONI”

IV

Inserto

sarà una presenza non presente, una regista che ha

predisposto nei suoi minimi particolari un am-

biente nel quale il bambino, vero ed unico prota-

gonista, interpreterà il proprio ruolo. Sedute ai

margini della stanza osservano i bambini e il loro

comportamento senza cercare di intervenire nelle

varie fasi delle loro costruzioni, in quanto l’inter-

vento priverebbe loro di esperienze in più, che

inevitabilmente avrebbero contribuito

all’acquisizione di passaggi indispensabili per

l’attuazione del loro progetto.

REGOLE NELLA STANZA DELLA PROIETTIVITA’

La stanza della proiettività è un luogo speciale

dove molte cose che il bambino desidera fare sono

possibili: il tono della voce può essere alto, si può

saltare da una torre di cuscini, si può anche lottare

con gli altri compagni, si può correre e saltare,

rotolarsi, anche se bisogna adottare alcuni accor-

gimenti per la sicurezza, come: evitare che costru-

iscano una torre più alta di tre cuscini rossi, che

saltino senza un tappeto di cuscini verdi sottostante,

che la loro lotta degeneri in un litigio con pugni e

calci.

Le costruzioni degli altri che vengano distrutte

devono essere ricostruite.

Dopo il gioco è essenziale il momento del rilassa-

mento per fare in modo che il bambino si calmi e

si prepari fisicamente al lavoro in settore.

I SETTORI: CARATTERISTICHE E LORO FINALITA’

Dalla stanza della proiettività il bambino passa

poi al settore specifico che offre e soddisfa la

ricerca di un’attività particolare precisa, dove la

norma comincia ad emergere da un materiale che

ha una sua caratteristica specifica non mutabile,

ma entro il quale e con il quale trovare occasioni

per creare, comunicare ed esprimere se stessi.

Espressività, norma, comunicazione, tappe es-

senziali tramite le quali io soggetto, io immagine,

giungo all’oggettività, all’io come parte integran-

te di una comunità nella quale l’espressività,

filone costante, continua ad essere uno strumento

indispensabile per la ricerca della personalità.

Sarà l’espressività punto di partenza, ma anche di

arrivo, una espressività che se inizialmente trova

libero sfogo di manifestarsi in un ambiente infor-

male e non strutturato libera da condizionamenti

oggettuali e strutturali, si orienterà man mano

verso forme di manifestazione più precise,

funzionali, logiche e permetterà al bambino di

esprimersi con uguale appagamento e intensità

pur con materiale strutturato e codificato.

Ne consegue la seconda finalità: io soggetto sono

nel mondo, mi distinguo da esso, lo modifico.

Sarà proprio la capacità di adattarsi al mondo che

darà all’individuo motivo di costruire frammenti

sempre più numerosi della propria identità, nella

piena consapevolezza di assumere un ruolo preci-

so nella società nello scambio reciproco delle

proprie potenzialità volte alla comune crescita,

per una continua ricerca e costruzione della pro-

pria identità.

Questa la finalità che vogliamo raggiungere of-

frendo al bambino gli strumenti ideali per inserirsi

in una società nella quale potersi sentire a suo

agio, ma contemporaneamente vivo ed autentico,

al fine di vivere appieno la propria vita, non certo

da emarginato o incontentabile contestatore, ma

da persona creativa che come tale, insieme agli

altri possa vivere più autenticamente possibile il

proprio ruolo.

RUOLO DELL’INSEGNANTE NEI SETTORI

Nel settore la nostra presenza assume una caratte-

ristica diversa da quella nella proiettività perché

vengono proposte attività tramite le quali il bam-

bino possa esprimere le propria creatività all’in-

terno di norme e materiali specifici il cui utilizzo

sarebbe stato vincolato dalla loro particolare fun-

zione.

Inoltre, da qualche anno, il nostro affiatamento

e la nostra collaborazione ci hanno portato da

una programmazione per settori ad una in cui il

tema scelto per l’anno viene sviluppato ordina-

tamente da tutti i settori con attività atte allo

sviluppo più completo del suddetto tema.

Infine la nostra scuola è speciale anche per

l’armonia esistente con tutte le figure presenti,

la collaborazione con il personale ausiliario è

unica e la loro presenza attenta e interessata

rende il nostro lavoro ancora più completo.

15

Se si vuole conoscere un problema, bisogna cominciare a cambiarlo, a lavorarci sopra [Levin].

PERCHE’

QUESTE PAGINE

Chi può chiamarsi fuori

nelle vicende della vita?

Conoscere, accostarsi a

certe esperienze significa

anche sentire la responsa-

bilità nell’affrontare i pro-

blemi.

Ragazzi, adolescenti, gio-

vani, adulti, genitori, in-

segnanti, sacerdoti, edu-

catori, allenatori sportivi,

gestori di discoteche, di

palestre:

dialogare, comunicare,

criticare, progettare in-

sieme vuol dire un’uma-

nità che vive più felice

Intervenire

con tempestività

con intelligenza

con sguardo al futuro

può significare:

* prevenire disagi e

devianze

* creare spazi per una

maturità autentica

* essere sollecitati alla

creatività di una pre-

senza che testimonia e

orienta alla felicità.

MESSAGGI DELLA MENTE

Per l’adolescente la salute ha tanti volti

Educare alla salute gli adolescenti è complicato. Non è chiaro

cosa intendono per salute: forse una integrazione fra bellezza,

agilità, forza, un “essere informa” in grado di affrontare lo sforzo

senza fatica. Conservare lo stato di salute fisica e psichica

dipende dalla confusione che, alla loro età, caratterizza la

relazione mente-corpo. L’adolescente possiede mentalmente molti

“corpi”.

* E’ padrone di un corpo sociale: gli serve per comunicare coi

coetanei; lo veste e traveste, lo colora, lo addobba, lo abbruttisce o lo

maltratta in funzione del tipo di messaggio che deve inviare al gruppo

per essere identificato.

* Possiede un corpo sessuato luogo del desiderio e del piacere; molte

volte è in contrasto con questo corpo proprio per la perentorietà con

la quale chiede di essere soddisfatto.

* E’ alle prese con un corpo alimentare grasso o magro, muscoloso

o filiforme, perché sia presentabile o da nascondere; soprattutto le

femmine sono coinvolte durante l’adolescenza in rocamboleschi

conflitti con questa dimensione del corpo. Ne deriva che la condotta

alimentare può essere fonte di complessi.

* C’è poi il corpo dell’adolescente divenuto finalmente maschile o

femminile: è l’emblema della sua identità. Può essere festeggiato, ma

anche rifiutato nel caso in cui la mente non sia ancora pronta ad

assumere la responsabilità che comporta l’ingresso nei valori della

femminilità o della virilità.

Ogni adolescente privilegia una di queste rappresentazioni:

* Se privilegia il corpo sociale, può badare di più alla forma che

alla salute.

* Se non accetta la dimensione sessuata può succedere che la mente

decida di attaccare il corpo perché è fonte di vergogna o di colpa.

* Se è in conflitto con la dimensione del grasso e del magro, il corpo

diviene la sede di conflitti molto gravi.

E’ in atto nell’adolescenza, un compito difficile e duro di

integrazione delle varie dimensioni del corpo; si forma

così nella mente una “immagine corporea”.

Ciò rende più accessibile l’idea di salute e la conseguente

ricerca di salvaguardare il benessere fisico e psichico.

In-formazione

CONOSCERE, CAPIRE,CONOSCERE, CAPIRE,CONOSCERE, CAPIRE,CONOSCERE, CAPIRE,CONOSCERE, CAPIRE,

INTERVENIREINTERVENIREINTERVENIREINTERVENIREINTERVENIRE

16

RISERVATO AI GENITORI

Con i figli adolescenti l’istinto paterno-materno non basta. Essere genitori di adolescenti è un

mestiere nuovo e difficile, si ha a che fare con problemi diversi. La paura di sbagliare è inevitabile;

i momenti critici si susseguono. Il figlio/a non aiuta più a capire: tace e critica. Da più parti si

sostiene l’opportunità, anzi necessità, di organizzare e frequentare corsi per genitori di adolescenti.

Voi che ne pensate?

Il figlio adolescente non è più il bambino. Il “nuovo” padre è al servizio della crescita del figlio

adolescente; proprio perché sente di avere questo nuovo compito, può riuscire a non annoiarsi dei

“trofei” o degli “idoli” che il figlio/a esibisce; non li disprezza perché non li teme, ma li guarda come

“vagiti” sociali e precursori della futura maturità del figlio/a.

IN-FORMAZIONE

L’esperienza stupefacente!

Le ricerche scientifiche fino ad oggi compiute concordano nel dire che, tra i tanti fattori, l’essere

adolescenti è da considerarsi il principale fattore di rischio nei confronti della dipendenza da sostanze

stupefacenti. Molte crisi adolescenziali si esprimono attraverso l’uso più o meno saltuario di droghe.

Fra adolescenza ed esperienze stupefacenti esiste una correlazione profonda.

“Stupefare”: dare stupore, meraviglia, stordimento. Ma che cosa è che stupisce e stordisce? Non

la droga o qualche esperienza da brivido del sabato notte, quanto piuttosto la visione di se stessi e

di quanto sta attorno che quella esperienza rende possibile: meravigliato e stupito il protagonista

dell’esperienza stupefacente si scopre come personaggio più libero, più capace di sfidare, di godere,

non imbarazzato, etc. Di fatto questo personaggio di solito se ne sta “nascosto”. Ha bisogno di una

sostanza chimica o di una esperienza da brivido che svolga la funzione liberatoria.

Il dramma è che non è la persona che si esalta e gode, ma è la sua maschera, per cui finito l’effetto

della sostanza o dell’esperienza si può chiedere “ma io chi sono!”

Tutto questo detto per introdurre una “legittima-doverosa” conoscenza del

problema. Buona riflessione a chi legge e passa parola!

DICONO... DELLO SBALLO

Ricerca di avventura e di emozioni forti Ricerca di esperienze disibinitrici Superare la noia

Uscire fuori di sé Mondo tutto tuo ESTRANIARSI DALLA GENTE NORMALE Essere felici

Viaggiare con me stessa PIACERE VOGLIA DI DIVENIRE UN ALTRO

L’AMBIENTE DELLO SBALLO La musica Il Ballo L’ESALTAZIONE DEL SABATO SERA

LA CONFUSIONE bolgia esagerata ballare fino a crepare di fatica

BALLARE DENTRO BALLARE DENTRO BALLARE DENTRO BALLARE DENTRO BALLARE DENTRO far girare tutto attorno a te

E LE RELAZIONI? Pallone che esplode STIMOLANTE PARALISI io e l’altro affascinanti

UNO SI DOMANDA Chi sono io realmente? Chi sono io quando ho assunto droghe o alcoolici?

Chi fosse interessato a conoscere di più - Chi desiderasse confrontarsi o avere consiglio sono

disponibili operatori presso il Centro d’ascolto della Coop. Il Calabrone in Via S.Rocchino 110

Brescia aperto dal Lunedì al Venerdì dalle ore 14.30 alle 18 Tel. e Fax 030/3702501

A cura della Coop Il Calabrone, Via Quinta n. 6 Vill. Prealpino- BS- Tel. 030/2000035

In-formazione

17

Fare e disfare è sempre lavorare....

ci siamo detti alcuni anni fa e... detto fatto abbia-

mo costituito la compagnia del fare e disfare,

una associazione di volontariato che opera senza

fini di lucro nell’ampio universo del sociale.

Essa si prefigge di favorire la conoscenza e lo

sviluppo del playback theatre nei suoi aspetti di

ricerca, di applicazione pratica e di finalizzazione

socio-culturale.

Il playback theatre si ispira alle prime esperien-

ze e sperimentazioni teatrali di J. L. Moreno. Nel

1922 cominciò la sua attività lo Stegreifiheater, il

teatro della spontaneità. L’attività del teatro con-

sisteva nella messa in scena di storie improvvisate

su temi suggeriti dal pubblico. La scenografia era

improvvisata e allestita la momento, così come i

costumi e le maschere.

"Il teatro del pubblico è un teatro comunitario.

Dalla scena escono i drammi e gli attori che li

mettono in scena... e i drammi in cui ci troviamo

coinvolti non sono quelli degli artisti, bensì quelli

che nascono nella vita di ogni giorno nell’animo

della gente semplice, molto prima che raggiunga-

no la sensibilità degli artisti". (Moreno, 1973).

Il playback theatre è un valido strumento per

effettuare interventi culturali, psicosociali ed

animativo-culturali volti a promuovere lo svilup-

Esperienze

po della comunità.

La compagnia del fare e disfare servendosi del

playback theatre promuove spettacolo di aggre-

gazione, di didattica, di prevenzione che sono

parte integrante del suo impegno sociale.

Per realizzare un Playback theatre sono necessari

un direttore, uno staff di attori e un musicista

specificatamente addestrati al PBT, un pubblico

(una comunità) e dei narratori. Gli attori ed il

musicista hanno il compito di rappresentare le

storie narrate dal pubblico integrandosi tra di loro

in modo armonico; il loro compito è quello di dare

dignità alla storia. I narratori sono membri del

pubblico che desiderano raccontare un frammen-

to della loro esperienza che avrà risonanze su tutti

i partecipanti. Il direttore ha una funzione di

raccordo tra lo staff degli attori ed il pubblico: suo

compito è di utilizzare la spontaneità degli attori

per riscaldare il pubblico e tradurre in azione

scenica le storie narrate dal pubblico.

COMPCOMPCOMPCOMPCOMPAAAAAGNIAGNIAGNIAGNIAGNIA

DEL FDEL FDEL FDEL FDEL FARE E DISFARE E DISFARE E DISFARE E DISFARE E DISFAREAREAREAREAREGruppo di Playback Theatre

Martedì 24 febbraio troviamoci in

tanti a raccontare storie, sogni, de-

sideri, ed aspirazioni; nel Playback

Theatre la realtà culturale ed emo-

tiva di una comunità prende forma

attraverso le vicende dei suoi porta-

voce.

La compagnia del fare e disfare ha

quindi pensato di continuare a racco-

gliere storie e propone per la sera di

martedì grasso uno spettacolo dal ti-

tolo “GIU’ LA MASCHERA” presso

la sede dei Padri Maristi di vicolo

Manzone 7. Questo spettacolo è il pun-

to di partenza per una serie di inizia-

tive da proporre al quartiere con la

finalità di ridare voce e dignità alle

storie di ogni realtà cercando, pur

nella differenza, un momento di ascol-

to e di incontro.

Se ci volete contattare per saperne di più

rivolgetevi alla nostra sede di via F.lli

Porcellaga 14 a Brescia - tel. 294173.

18

Carmen Street

Quando avevo tre anni mi sono vestito da Arlecchi-

no e mi piaceva molto perché davo le mazzate in

testa con il manganello per scherzo. L'anno scorso

mi sono vestito da pagliaccio con il vestito metà

verde e metà giallo e mi è piaciuto giocare con gli

altri bambini. Mi piace la festa di carnevale perché

si scherza, ci si trucca e ci si veste. E' bello perché

mangio tante lattughe.

Andrews

Il carnevale è una festa che si festeggia il 21

febbraio. A carnevale, per divertirsi di più, si

lanciano le stelle filanti e si spruzzano le bombolette.

Il vestito che mi piace di più è il pagliaccio perché

è molto simpatico, divertente e scherzoso. A carne-

vale vorrei che ci fosse una sfilata di tutte le

maschere e che fosse premiato il vestito più bello e

più scherzoso. Poi, a carnevale ogni scherzo vale.

Roberta

A me a carnevale è piaciuta la maschera di Zorro.

Mi piacerebbe vestirmi di Zorro per carnevale

perché ha dei colori che mi piacciono tanto. Mi

piacerebbe mangiare tantissime FRITTELLE mol-

to grandi con tanto zucchero. Mi piace spruzzare

alla gente la schiuma.

Marco A.

A Carnevale mi piacerebbe vestirmi da Esmeralda.

Il vestito è tutto colorato e mi piacerebbe spruzzare

le bombolette e lanciare i coriandoli a tutti i bam-

bini. Mi piace carnevale perché si mangiano le

frittelle.

Valentina C.

Si destò, e non era rimasto nessuno intorno a lui. Si alzò e

scrutò l’orizzonte ed ecco, soltanto il silenzio di un deserto.

Non sapeva dirsi se le penombre si diradassero per lasciare

spazio alla luce del giorno o se fosse la sera a pervadere il

mondo. Una stanchezza indescrivibile s’impossessò dei

muscoli del suo corpo e l’inquietudine cominciò a devastar-

lo. Tuttavia ebbe un pensiero: “Anche se fossi rimasto solo,

cosa importa? Continuerò lo stesso”.

E vagamente riaffiorarono brandelli di ricordo - o forse era

soltanto sogno - di tanti e tanti che erano stati suoi compagni

di viaggio. Ma non sapeva spiegarsi perché attorno a lui non

fosse rimasto alcuno. Defezioni? O ci si era dimenticati di

lui? E da quanto tempo era rimasto solo?

Sul terreno non scorgeva tracce. Non sapeva più donde

fosse giunto. Solo i resti di un fuoco spento da tempo e di un

pasto consumato in fretta. Si frugò nelle tasche alla ricerca

della bussola ed ecco, era rotta, irrimediabilmente

inutilizzabile. Scrutò di nuovo il cielo, ma non c’era una

stella che gli potesse indicare la via.

Avrebbe voluto mettersi a piangere, ma gli era stato

insegnato che non era da uomini. E piangere era un

sentimento con il quale non si era misurato da troppi anni.

Ma ciò che lo sconcertava maggiormente era il silenzio. Un

silenzio assoluto, senza alcun rumore. Tese ancora una

volta l’orecchio ed ecco, soltanto il suo respiro ed il battito

del suo cuore.

Si chinò, raccolse lo zaino, se lo infilò sulle spalle. Legò le

cinghie e s’incamminò.

Racconti

DESERTODESERTODESERTODESERTODESERTOdi C&C

Alcune riflessioni dei più piccoli sulla festa del carnevale. Un breve racconto.

CARNEVALE

Io travestito da Zorro che mangio tante, anzi una montagna di frittelle. (Marco A.)

19

LE STELLE

PREVEDONO

ARIETE 21/3-22/4 Saturno in aspetto polemico con Venere potrebbe influenzare negativamente la vostra vita. Potrete evitarlo

dedicandovi ai vostri interessi personali. Tenetevi alla larga dalle discussioni su argomenti scottanti.

TORO 22/4-21/ 5 Giove e Mercurio in aspetto propizio vi ridaranno la carica, per cui abbatterete ogni ostacolo.

GEMELLI 22/5-21/6 In amore siete più fortunati del solito. Se cercate novità, sono dietro l'angolo, con piacevoli sorprese in

vista. Prima di impegnarvi, consigliatevi con i tarocchi.

CANCRO 22/6-21/7 Venere in aspetto eccitante vi invita alla festa. L'orizzonte potrebbe farsi roseo, se non fosse per quel grave

handicap che vi perseguita fin dalla nascita.

LEONE 22/7-21/8 Non tutto va come vorreste (per fortuna de gli altri). Ma anche per voi la prundenza non è mai troppa: occhio alle spalle.

VERGINE 22/8-21/9 Con la dolcezza otterrete di più che con un atteggiamento critico. Nel lavoro e nel denaro avete le carte

vincenti: fate la partita e usate il jolly.

BILANCIA 22/9-21/10 Siete sempre portati a controbilanciare l'influenza di Venere con quella di Marte, di Saturno con quella

di Urano. Difficile non essere prudenti con voi. Non impuntatevi sempre sulle tare degli altri: badate anche alle vostre.

SCORPIONE 22/10-21/11 Il destino non vi fa mancare il suo favore.Ma quello che per voi è positivo, per tutti gli altri è negativo.

SAGITTARIO 22/11-21/12 Mercurio vi sollecita ad idee geniali: potrete così centrare i vostri obiettivi. Date via libera alla

fantasia, escogitando qualcosa di eccitante.

CAPRICORNO 22/12-21/01 Potrete permettervi tutto quello a cui finora avete rinunciato: una vincita al superenalotto,

l'acquisto di una megavilla, un'avventura ai Caraibi. Ma sia beninteso: soltanto a tarda ora, quando dormite...

ACQUARIO 22/01-21/02 Poiché Nettuno è entrato stabilmente nella vostra vita, siete sicuramente sulla strada giusta. Un po' di difficoltà

vi saranno date dalla persistente siccità stagionale. Imparate a fare economia.

PESCI 22/02-21/03 L'atmosfera è cambiata e vi si aprono nuove possibilità, tra le quali avrete l'imbarazzo della scelta (ma fate

attenzione a non abboccare al primo invito). Come ogni anno, giorno per voi funesto il primo di aprile.

Carissima Maga Magari,

ho un diavolo per capello. Non ce la faccio più. Credo che

prima o poi finirò con l'impazzire. Oppure farò uno

sproposito. D'altra parte, cosa mi resta da fare? Non

riesco più a dormire. Lavoro, lavoro, lavoro. Ma dentro

il petto ho un affanno. Anzi, una persistente, insopprimibile

rabbia. Rabbia. E tutto per quel maledetto gatto! E' una

storia che dura da parecchi anni, oramai. Era un

batuffolo che faceva tenerezza solo a guardarlo. Chi

avrebbe immaginato quello che poi sarebbe accaduto?

Avrei dovuto capirlo fin da subito. Avrei dovuto prestare

maggiore attenzione. Non avrei dovuto sorvolare sulle

prime... Eccolo là! Il bastardino. Ora è diventato il

padrone di casa. E' grasso come un barile: dieci anni

quotidianamente nutrito con bocconcini prelibati. Filetti

di manzo e fegatini d'oca; tenero muscolo di carne rossa

e bianchi petti di pollo. Anche il cibo in scatola dev'essere

di qualità. A me, invece, quando la sera rientro a casa,

spesso mi tocca prepararmi da mangiare... Dai, dai, non

continuiamo a parlarne... Eccolo là! accucciato sul sofà.

Comodamente insidiatosi nella mia vita, nel mio spazio.

Eh, già. Perché infatti in questa casa ormai non ho più un

angolo per me. Mi tocca perfino lasciargli il mio posto nel

letto! Se solo mi azzardassi a dire una parola sarai

immediatamente assalito da mia moglie e dai miei figli.

Sarebbero capaci di scorticarmi vivo, per il loro gatto. Se

io stessi male, nessuno che mi chiede come va o che si

prenda cura dei miei malanni. Ma lui, basta che starnu-

tisca una sola volta ed già in sala d'attesa del veterinario.

Per cui faccio silenzio. Dai, dai, non continuiamo a

parlarne...

Ecco, le scrivo per questo. Non è che qualcuno mi ha fatto

la fattura o il malocchio? E poi, trattandosi di un gatto,

le cose saranno sicuramente più gravi. Non mi potrebbe

aiutare con un consiglio, un filtro o qualcosa del genere.

Un disperato pover'uomo

Carissimo lettore,

la tua lettera mi ha lasciato perplessa. Non so

spiegarmi il perché. Comunque, più nessuna paura. Per la

soluzione del tuo problema ti consiglio quanto segue:

cambia casa!

Con affetto Maga Magari

Quando non bastano più le parole. Quando siete sessualmente frustrati e relazionalmente indisponenti. Quando il fegato vi fa

le bizze o non riuscite a controllare la vostra ansia... Maga Magari, naturalmente!

Maga Magari

20

UNA PUNA PUNA PUNA PUNA PAAAAAGINA DIGINA DIGINA DIGINA DIGINA DI

AUGURI AUGURI AUGURI AUGURI AUGURI (O QUASI...)(O QUASI...)(O QUASI...)(O QUASI...)(O QUASI...)

Di tutto un po'

Una pagina di auguri, di date e di notizie...

BUON COMPLEANNO A...Un mondo di auguri

agli amici di Carmen Street:

Mauro Orru 2-3

Melania Rizza 3-3

Franca Inselvini 7-3

Monia Medani 14-3

Francis Owusu Afriyie 14-3

Enrico Piccigallo 16-3

Christian Piccini 21-3

Daniele Moreni 22-3

Fausto Ferrari 26-3

Bruno Boldini 28-3

Angelo La Piana 29-3

Massimiliano Pasquariello 4-4

Elisa Arici 6-4

Caterina Tavelli 7-4

Veronica Cenacchi 7-4

Michela Midolo 9-4

Giuseppe Bugatti 12-4

Iteb Abboud 15-4

Kezibane Hamiti 21-4

Cristian Civettini 22-4

Andrea Bonora 23-4

Luna Di Bisceglie 24-4

Marco Gorni 25-4

... e a tutti gli altri

dei quali non

conosciamo

la data: auguri!!!

NOTIZIE FLASH

Carnevale sulla neve. Dal 20 al 24 febbraio,

approfittando della breve pausa in

concomitanza delle vacanze scolastiche di car-

nevale, Carmen Street ritorna sulle nevi del Cereda per

le ultime sciate di stagione.

Festa di Carnevale. Per quanti rimasti a Bre-

scia, ecco il programma di Carnevale:

* sabato 21 febbraio ore 20,30: festa presso

l'oratorio di S. Faustino (Musica&Ballo; Premiazione

della maschera più bella ed altro);

* Domenica 22 ore 20,30: presso il salone di S. Giovan-

ni (Contrada S. Giovanni) festa con il concorso "Lo

zecchino di latta";

* Martedì 22 febbraio ore 15: festa presso il Centro

Carmen Street (Musica, giochi e Sfilata di moda

carnevalizia).

Bancarella di S. Faustino. In concomitanza

della sagra Carmen Street allestisce anche

quest'anno l'ormai tradizionale bancarella sul

sagrato della Chiesa del Carmine. Quanto rac-

colto sarà utilizzato per finanziare un progetto di soli-

darietà per le zone colpite dal terremoto in Umbria

Ed inoltre. Martedì 22 ore 20,30 (la sera di

Carnevale) presso il Centro la compagnia tea-

trale Play Back presenta un apposito spettaco-

lo dal titolo: "Giù la maschera". (Per saperne di

più, vedere a pagina 17).

PREZZI STRACCIATI

MAAMICI di MANDACARU'

ASSOCIAZIONE SENZA SCOPO DI LUCRO

... un vestito nuovo per te, ma vissuto da altri!

MERCATINO DELL'ABBIGLIAMENTO

USATO SELEZIONATO

vendita riservata agli associati

VIA VILLA GLORI 10/B

APERTO IL SABATO, ORARIO 9-12; 15-18

PER UN RISPARMIO INTELLIGENTE

CHE SALVA L'AMBIENTE

parte del ricavato viene devoluto per progetti

di solidarietà con il Brasile

tel. 030/3732523

Quizzone

DIALOGO su un militare mancato in lingua napoletana

(a due voci):

- “I ffigl so’ nu piezz’è core”

- “Eh... ogni scarafone è biello a mamma soia”

Chi è?

Vi aiuto io: di solito è mentalmente assente.

Mickye bel sorriso parrocchiale.

Indovina... indovina...

Volto di giovane = anzi bivolto.

I VOLTO = sorridente, perbenino, carino,

bravino, buonino

II VOLTO = ‘cci tua, num me freghi ma

ti frego, beh...ci provo, ma va’...

Chi sarà?

Avventura camelocanarica.

"Come sci biella a cavallo a stù cammello, cò o binocolo

a tracolla cò o turbante e o narghilé".

Chi è?

E’ un new le cui caratteristiche sono:

- Sì Padre!

- Sì Cicy!

- Sì Welly!

- Non fare la spia, Ersy!

CHI E’?

“Dolcetti e lane” che vengono lavorate con la lingua a

mo’ di ferri da calza.

Non è un negozio, ma... una coppia.

Sai mica chi sono?

Questi sono in tre:

chiusura con sorriso cordiale

scheletro con sorriso mesto

dentino con sorriso perenne

Puoi indovinarli?

Brufoli, cellulite e meches rosse... ma una sola persona.

E’.....

Ha riportato una pagella-totocalcio:

Chi è stato? (Sono valide più di una risposta!).

Curiosità teatrali.

Dopo gli evidenti effetti di irradiazioni atomiche, avete

notato?... beh, la matrigna di Cenerentola non soltanto è

ingrassata, ma deve depilarsi.

E questa è forte, perché l’avete notato tutti:

Eh... sì! Il principe azzurro ci crede sul serio... di esserlo!!!

Uno schianto!

Analisi di alcune personalità.

I Ho paura!!

Chissà gli altri cosa pensano di me?

Cosa diranno di me?

Perché io lo so di avere le protesi, per questo recito

ed... ho paura!!

Sigh! Tanta paura!

Nessuno lo sa, ma io lo so, certo che lo so, io porto

un busto ortopedico perché...eh...sì...

Perché non ho la spina dorsale

E’ per questo che ogni tanto faccio: “hic!” “hic” e

se non basta assumo anche un’ac

Quindi non badateci se sorrido perché... ho paura!!

II Quando Hannabat (sintesi dall’arabo e da una

parola abbreviata), dicevo, ehm, quando “si fa” cammina

tutto rigido, teso-teso, proprio come se avesse inghiottito

un manico di scopa; gli si immobilizza anche il volto

mentre gli occhi gli diventano sanbernardici.

Chi lo guarda, pensa: casca non casca; casca non casca,

però non casca mai.

Poi Hannabat si guarda intorno come se dicesse: “Sono

furbo io! Non lavoro mai io! Protesto sempre io! Sì è vero

sono un po’ mongolino!! Però poi sono buono... ’nghè!!”

III Hanna dei Lumi ha le seguenti caratteristiche... per

quanto riguarda le tentazioni:

1. lavorare, lavorare, lavorare...

2. assente da casa, assente da casa, assente da casa, assente

da casa...

3. altre tentazioni di lavorare, beh! Sì! Vada per lavorare...

avanti le seguenti caratteristiche:

a) buca (= a vuoto)

b) aribuca (= a vuoto)

c) Ma che vvoi?

d) Ma vattene, a vecchio!

e) Aho! Quanto me dai?

IV Ancora altre tentazioni, queste riguardano il vo-

lontariato, visto secondo una errata interpretazione del

brano evangelico:

“Ancora un poco e mi vedrete. Poi ancora per un poco e

non mi vedrete (quasi mai molto raramente). Ancora un

poco e poi mi rivedrete”

Ecco... insomma le prestazioni di stile volontariato: “toc-

cata e fuga”.

SE LSE LSE LSE LSE LO SAI, RISPONDIO SAI, RISPONDIO SAI, RISPONDIO SAI, RISPONDIO SAI, RISPONDIdi P. Franco

Fantasie puro stile romanico. Rintraccia le persone di Carmen Street o indovina chi è.

21

22

Carmen2000 + Express

1. Si dice, si mormora, anzi si chioccia (come in un

pollaio) che un gruppo di giovani (ma chi l'ha

detto!!!) gallinelle abbia intrapreso il difficile lavo-

ro di maglia. Tra di esse l'immancabile zia rossa (ma

le braghe rosse non le mette più) che costruisce

sciarpe intorno ad un buco; la salumiera affettadita

che costruisce solo buchi, senza sciarpe (altro che

colpa della lana...); le nostre varie cuoche che

sfornano sciarpe a più non posso (forse per dimo-

strare che se la cavano anche lontano dalle padelle);

via, una sola cosa mi lascia turbata: le avremo alfine

le sciarpe per la bancarella di San Faustino o se le

compreranno tutte loro?

2. Si dice e si mormoricchia, perché tutti sanno, ma

in realtà non molto si sa che un'altra attività ferva a

Carmen Street: il teatro. In gran segreto (???) alcuni

impavidi guidati dal nostro disperso (e qui vi vo-

glio: non c'è puntata che non mi sia ricordata di lui...

insomma, quello dei nuraghi e dei cinghiali) sem-

bra proprio che facciano sul serio. Una cosa che

alcuni però si chiedono: che cosa vi abbiamo fatto

di male!

3. Si dice, si mormora e si narra che in comunità si

aggiri un altro disperso (è quel tale maniaco armato

di cellulare - che è sempre spento). Si dice che vada

a scuola tutte le sere, ma sarà poi vero? Credo che

sotto sotto gatta ci cova... (*) Si mormora infatti che

abbia la morosa. Sarà vero? Beppa promette nuove

indagini per tenervi aggiornati su possibili aggior-

namenti... (**)

4. Si maligna che per amore si fa di tutto, si va

persino a vedere a giocare a calcio. La notizia non

è fresca, ma merita un punto. Si dice che il collare

sia di solito da portare a causa di colpi di frusta. Ma

se il "delicato" compare nella foga del gioco sbaglia

la mira e invece della porta ti procura una storta (del

collo) che gran daffare! Poco male, per ogni amore

c'è anche il suo dolore! E' così - fortunata la

malcapitata - hai trovato la scusa buona per non

chinarti sui libri (ma alla cassa ci riesci ancora a

lavorare?).

5. Si dice che qualcuno abbia ripreso a stazionare

sui gradini del Grande e abbia preso una strana

malattia. Infatti a volte non riconosce (o fa finta?) e

non saluta amici e conoscenti. Prima circolava

presso un circolo e faceva grandi discorsi di politica

e manifestazioni. Ora non si sa se non ti riconosce

perché miope (vero) o per il troppo fumo o per che

cos'altro. E di lavoro, no! per carità, non ne parlare!,

Si dice infatti che il lavoro giusto per lui s'abbia

ancora da... inventare.

6. Lui dice di venire dalla Romània, ma non è vero.

Si dice infatti nei corridoi del Vaticano che sia stato

catapultato qui dalla Patagonia! L'avete mai visto?

Sempre intabarrato, incappucciato e con la berretta...

e sopra i maglioni, il giubbotto ed il cappotto! E se

non bastasse, è anche pericoloso sia con la lingua

che con le mani (anche quando hanno una penna in

mano: Carmen Street ne sa già qualcosa). Per non

finire diciamo che ha anche la mania delle riunioni:

poveri malcapitati, ma che male ti hanno fatto.

7. Sapete la differenza tra un giubbotto ed un

walkman? No!?! Nessun problema! Si dice infatti

che in caso di furto la premiata ditta G&B con

l'ausilio della guardia del corpo (***) si sia messo

velocemente alla caccia del ladro. L'azione fulminea

ha portato al blocco immediato dell'autore della

rapina: «Bröt tosèc de mèrdô, tira förô 'l gibôtt se no

te ruìnè» (****). Il giubbotto non c'era più, ma il

walkman è stato felicemente ricuperato. Comun-

que, si dice che chi ha acquistato un giubbotto di

dubbia provenienza debba stare all'occhio. La mi-

naccia infatti resta valida anche per i prossimi

decenni. Occhio al giubbotto!

8. Ed infine, pensavate di esservi liberati di me!

Poveri sciocchi, al sole delle Canarie o nella nebbia

di Londra, ogni posto va bene per spettegolare

(*****). Beppa non dorme e anche se si prende

qualche vacanza con un occhio dorme e con l'altro

anche, ma con le orecchie sente. Oh, se sente!!! ...

in GAMBA!!!

Note(*) E qui arriva lo spettegülèss!

(**) E qui arriva il secondo spettegülèss: la storia non

è durata così tanto da dover aspettare la prossima

puntata!

(***) Si legga: «la mano di Dio».

(****) Traduzione simultanea per i non-bresciani: «Brut-

to tossico di ##### tira fuori il mio giubbotto o ti rovino!».

(*****) Per il prossimo numero Beppa promette rivela-

zioni sconvolgenti!

Nota alla nota

##### (Censura).

di Beppa Lanappa

SI DICE, SI MORMORA, SISI DICE, SI MORMORA, SISI DICE, SI MORMORA, SISI DICE, SI MORMORA, SISI DICE, SI MORMORA, SI

MORMORICCHIA, SI NARRA CHE....... MORMORICCHIA, SI NARRA CHE....... MORMORICCHIA, SI NARRA CHE....... MORMORICCHIA, SI NARRA CHE....... MORMORICCHIA, SI NARRA CHE.......

IL PAROLIERE

E’ un gioco che i lettori di Carmen Street conoscono ormai bene.

Bisogna, nei due schemi proposti, individuare un certo numero di

parole di senso compiuto, osservando le seguenti regole:

- per ciascuna parola che si trova le lettere dello schema si

utilizzano una sola volta;

- queste lettere utilizzate devono essere sempre in caselle contigue.

Per esempio, nel primo schema, la parola COMA è corretta (le

lettere sono in caselle contigue ed usate una sola volta), mentre la

parola CANE non è valida (la N non è contigua alla A). Riuscite ad

individuare, tra le tante parole, in ciascun schema anche la parola

che utilizza tutte le lettere?

CHI L'HA DETTO?

«Sì, tutti vorrebbero essere immortali, ma hanno mai

pensato al conto del macellaio?».

a) Woody Allen; b) Umberto Eco; c) Gianni Agnelli;

d) Popi; e) Fabio Fazio; f) Giordano Bruno.

I GEMELLI

Antonio e Franco si divertono a porre questo indovi-

nello: «Siamo Gemelli: abbiamo gli stessi genitori,

festeggiamo insieme il compleanno, ma non siamo

coetanei...». Com'è possibile, tenendo conto che i

due non sono nati sotto il segno dei Gemelli e non

hanno altri fratelli o sorelle?

LA PORTA DA APRIRE

Ivano non riesce ad aprire la porta di casa sua,

nonostante abbia con sé la chiave giusta, la porta non

sia bloccata internamente da catene o chiavistelli e la

serratura non sia rotta. Perché?

23

Una pagina per giocare

LE SOLUZIONI

DEL NUMERO PRECEDENTE

IL PAROLIERE

La parola misteriosa che compone lo schema è:

1 schema: Internazionalità.

2 schema: Infaticabilmente.

UN QUESITO INSOLITO

Gianni è bloccato nella cabina dell'ascensore, che si è fermata al

piano del suo appartamento!

LAVORO... INTERCONTINENTALE

Antonio ha trovato lavoro ad Instanbul (l'unica città al

mondo che si trova a cavallo di due continenti: l'Europa e

l'Asia).

SAPER SPENDERE (1)

Sia Mariagrazia che Mariarosa hanno l'abitudine di

prendere una bustina di plastica nella quale mettere il

latte ed il pane. Mariagrazia passa prima dal lattaio

(che regala la bustina di plastica) mentre Mariarosa

passa prima dal fornaio, che la bustina fa pagare.

SAPER SPENDERE (2)

Mariarosa è andata ad un supermercato ove si può

prendere il carrello solo se si inserisce una moneta da

500 lire. Al momento di pagare, ha disponibile 49.500

lire...

UNA SOLA PAROLA

Anagrammando le tre parole si ottiene: una sola parola!

IL QUADRATO MAGICO

La soluzione del gioco è:

A M E T

I C N E

T O P I

A M L D

O M P T

E C R U

R E O R

O S S B

2 9 4

7 5 3

6 1 8

CHI L'HA DETTO? (2)

1. «La banca ha fiducia in te, dicono gli slogan. Ma poi ti

chiedono i documenti per accettare i tuoi soldi e ti prestano

una biro legata a una catenella».

a) Adam Smith; b) Bill Clinton; c) Silvio Berlusconi; d)

Gianni Sabadini; e) Beppe Grillo; f) Eros Ramazzotti.

2. «Io sono stato invitato in tutti i migliori salotti. Una volta sola».

a) Groucho Marx; b) Romano Prodi; c) Antonio Di Pietro; d)

Ivan Bini Chiesa; e) Stalin; f) Gigi Marzullo.

IL MESSAGGIO CIFRATO

Marco si trova nella necessità di comunicare ad un

amico il posto nel quale si trova, ma deve usare un

messaggio cifrato per evitare che altri possano rin-

tracciarlo. Decide dunque di mandare questo mes-

saggio: «Sono a Cicogna». Dove si trova Marco?

EMERGENZE

Brescia soccorso 118Polizia 113Soccorso ACI 116Carabinieri 112Vigili del fuoco 115Croce verde 222242Croce bianca 44244Polizia municipale 45001Croce Rossa Italiana 3532932Radio taxi 35111

S.O.S.

Telebimbo: "Pronto ti ascolto"

Servizio pubblico a tutela dei minori; via Galilei, 20

dalle ore 9 alle 23 tutti i giorni. Tel. 399022.

Telefono amico: Tel. 3755555 in funzione ogni giorno

dalle 18 alle 24.

Telefono azzurro-rosa: contro ogni tipo di violenza su

minori e donne Tel.236363-2420845 dalle 18 alle 24.

Croce Blu: Servizio gratuito farmaci a domicilio per

persone inabili, via Raffaello 167 Tel. 2310094

Nucleo operativo tossicodipendenze USSL 18:

via Foro Boario, Tel. 2421661

Associazione alcolisti anonimi: Tel. 318846 -

801101 - 220450

SERVIZI

Ufficio passaporti: martedì, giovedì, sabato ore 9,30-13

Ferrovie: informazioni: ore 8-12 e 15-19; Tel. 3752449

Anagrafe: Tel. 29831: lunedì - venerdì ore 8,30-13,30

sabato 8,30-12,15

Ufficio pensioni, libretto di lavoro: da lunedì a sabato

ore 8.30-13.30; Tel. 2983275

IX Circoscrizione Via F. Borgondio, 29 - Tel. 56354 -

Fax 3772565; da lunedì a giovedì dalle 8 alle 17; venerdì

ore 8-14- Servizio autentica firme, fotocopie e atti notori; da lunedì a venerdì

ore 10-12

- Raccolta domande soggiorni climatici per anziani nei periodi

stabiliti dal settore Servizi Sociali: da lunedì a venerdì ore 9-12

Documenti rilasciati dal comune:

- Atti notori e dichiarazioni sostitutive di atti notori- Autentica copie documenti- Autentica firme e foto- Carta d’identità- Cittadinanza- Esistenza in vita- Godimento dei diritti politici e iscrizione liste elettorali- Iscrizione liste di leva- Libretto di lavoro- Matrimonio- Morte- Nascita

CARMENINFORMA

NUMERI UTILI

24

Notizie utili

- Residenza- Stato di famiglia- Stato libero

OSPEDALI

Ospedale Civile: Piazzale Ospedali Civili, 1 Tel. 39951

Feriale: 13,15-14,15 e 18,45-20,00

Festivo: 10-11 e 19-20

Divisione infettivi: (c/o Ospedale Civile)

Festivo: 10-11 e 19-20,15

Feriale: 13,15-14,15 e 19,00-20,00

Ospedale dei bambini:V. Vitt. Emanuele II, 50. Tel. 293261

Feriale: 13,15-14,15 e 19,00-20,00

Festivo: 10-11 e 19-20,00

Ronchettino: Tel. 399066

Feriale: 13,15-14,15 e 19,15-20,15

Festivo: 10-11 e 19-20

Ospedale S. Orsola :V. Vittorio Emanuele II, 27. Tel. 29711

Feriale: 13,00-15,00 e 19,15-20,15

Festivo: 10-11; 13-15 e 19-20

Centro psichiatrico residenziale:

V.le Duca d. Abruzzi, 15 Tel. 58172.

Orario 10-11,30 e 15-17

SOLIDARIETÀ

Centro Affidi Familiari: Brescia, via Ferri 91, Tel.

2306869

AIDO (associazione italiana donatori organi):Brescia, via Monte Grappa 7, Tel. 383703.

Da Lunedì a Venerdì ore 14,00-16,00

AVIS comunale centro prelievi:Brescia, via Balestieri 7.

Apertura: Lunedì-Venerdì dalle ore 8,00 alle ore 10,00.

Operatori di strada:

Brescia, vic. dell’Angelo, Tel. 3750101.

Centro aperto per anziani (mensa):Brescia, via Odorici 4, Tel. 3757908

Gruppo Narcotici Anonimi:Brescia, vic. Manzone 7, martedì e giovedì ore 21-22,30.

LA RETE cooperativa di solidarietà sociale, centrodiurno l’Angolo:

Accoglienza per i senza fissa dimora, Brescia, vic. Anguil-

la 6, Tel 46309.

Orari S. Messe

Presso la Chiesa del Carmine

ingresso da Via Carmine o da Vic. Manzone 7

Da lunedì a sabato ore 8.00

Domenica e festivi ore 9.00