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© 2011 RCS Libri S.p.A. Milano - R. Zordan, Datti una regola La comunicazione animale è una particolare tipologia di comunicazione non ver- bale. Gli animali comunicano tra loro per segnalare la presenza di pericoli (ad esempio, altri animali predatori), per allevare i cuccioli, per tracciare e difendere il proprio territorio, per conquista un compagno per la riproduzione. Per comunicare tutte le razze animali si servono di un linguaggio (gesti, movimenti, cambio del colore della pelle), acustico o sonoro (suoni e versi) olfattivo (odori), che l’uomo può studiare, decodificare, imparare a riconoscere. Ciò vale in partico- lar modo per gli animali domestici, cani e gatti, con cui gli uomini si trovano più spesso a condividere la vita quotidiana e quindi a comunicare. Linguaggio visivo o iconico La comunicazione visiva tra uomini e animali non è sempre immediata e intuitiva, anche se chiunque abbia esperienza di convivenza con un animale domestico impa- ra a riconoscerne i segnali. All’origine di qualche incomprensione possono esserci gesti comuni a uomini e animali, che assumono, però, significati differenti. Lo sbadiglio, ad esempio, segno di stanchezza e noia per noi umani, indica in un cane disagio, tensione, indecisione sul come comportarsi; per manifestare il pro- prio nervosismo, però, un cane può anche far schioccare la lingua. Negli animali alcune parti del corpo sono particolarmente sensibili e per questa ragione molto utilizzate nei processi comunicativi. Cani e gatti, ad esempio, hanno in comune l’utilizzo della coda e delle orecchie per comunicare, tra simili o con l’essere umano. Il linguaggio degli animali 1 LA COMUNICAZIONE LA COMUNICAZIONE 1

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La comunicazione animale è una particolare tipologia di comunicazione non ver-bale. Gli animali comunicano tra loro per segnalare la presenza di pericoli (ad esempio, altri animali predatori), per allevare i cuccioli, per tracciare e difendere il proprio territorio, per conquista un compagno per la riproduzione.Per comunicare tutte le razze animali si servono di un linguaggio (gesti, movimenti, cambio del colore della pelle), acustico o sonoro (suoni e versi) olfattivo (odori), che l’uomo può studiare, decodificare, imparare a riconoscere. Ciò vale in partico-lar modo per gli animali domestici, cani e gatti, con cui gli uomini si trovano più spesso a condividere la vita quotidiana e quindi a comunicare.

Linguaggio visivo o iconico

La comunicazione visiva tra uomini e animali non è sempre immediata e intuitiva, anche se chiunque abbia esperienza di convivenza con un animale domestico impa-ra a riconoscerne i segnali.All’origine di qualche incomprensione possono esserci gesti comuni a uomini e animali, che assumono, però, significati differenti. Lo sbadiglio, ad esempio, segno di stanchezza e noia per noi umani, indica in un cane disagio, tensione, indecisione sul come comportarsi; per manifestare il pro-prio nervosismo, però, un cane può anche far schioccare la lingua.

Negli animali alcune parti del corpo sono particolarmente sensibili e per questa ragione molto utilizzate nei processi comunicativi. Cani e gatti, ad esempio, hanno in comune l’utilizzo della coda e delle orecchie per comunicare, tra simili o con l’essere umano.

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Con la coda...

Il cane scodinzola per far le feste al padrone o per esprimere la voglia di giocare: spesso l’intensità dello scodinzolio corrisponde all’intensità della manifestazione d’affetto. Grazie all’uso della coda un cane può voler dire anche altro: può abbassare la coda per comunicare vergogna e remissione, oppure inferiorità e sottomissione se è stato rimproverato dal padrone o sconfitto in una lite (è noto, del resto, il significato del proverbio “andarsene con la coda tra le gambe”). Attenzione, però, se un cane gioca da solo girando su se stesso e tentando di afferrare la propria coda, è spesso sintomo di noia: forse avrebbe tanta voglia di giocare, di muoversi, ma non ne ha la possibilità.

Lo scodinzolio del gatto è invece spesso sintomo di indecisione, tra il lanciarsi in un’avventura o desistere.Se un gatto lancia una “frustata” con la coda manifesta agitazione e invita chi lo cir-conda a stare alla larga; allo stesso modo, se si avvolge nella coda raggomitolandosi su se stesso, vuole trovare un po’ di pace e tranquillità, stare da solo e magari riposare.

La coda eretta in posizione verticale è invece segnale di apertura verso l’altro, così come tra gatti giocare con la coda e intrecciarla è una manifestazione d’amicizia e d’affetto.

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...o con le orecchie

I cani rizzano le orecchie quando sono attenti e vigili, curiosi e ben-disposti; spesso il movimento delle orecchie è indirizzato ad ascol-tare e individuare meglio un suono, anche lontano, poiché nei cani l’udito è per natura molto sviluppato per compensare una limitata capacità del senso della vista.I cani abbassano le orecchie quando sono impauriti o stanchi.

Anche i gatti drizzano le orecchie e le puntano verso l’ori-gine del suono quando sono attenti e curiosi, anche loro ruotano le orecchie per meglio riconoscere la fonte e la natura di un suono. In una situazione di stress o di agitazione, le orecchie sono colpite da spasmi musco-

lari e si contraggono a ritmo frequente. Se però i gatti si trova-no in una situazione di pericolo e temono di essere aggrediti, appiattisco-no le orecchie contro la testa prima di fug-

gire, proprio per difendere da possibili traumi o ferite l’organo dell’udito, estremamente sensibile.

A pancia in su

Un gatto sdraiato si gira sul dorso e si mette a pan-cia in su per ricevere le coccole, ma lo fa soltanto in presenza di qualcuno di cui si fida molto: la pancia è infatti una parte del suo corpo molto delicata e non può essere offerta a chiunque.Anche il cane si gira sul dorso e si mette a pancia in su per ricevere il solletico: con questa posizione rivela la sua vulnerabilità, ma spesso non si tratta solo di fiducia incondizionata, quanto di dimostrare la propria sottomissione per evitare l’attacco di un altro cane o una punizione da parte del padrone.

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Su (e giù) la zampa

I gatti imparano fin da piccoli a stare in equilibrio sulle zampe posteriori: è un segno di benvenuto e di saluto per la mamma, quando sono cuccioli, o per i padro-ni. Se per istinto naturale i gatti salutano strofinando il naso, l’alzarsi sulle zampe posteriori è un tentativo di avvicinare il pro-prio naso a quello del padrone.I cani si appoggiano sulle zampe posteriori e alzano una delle zampe anteriori, quasi porgendola a un altro cane o a un padrone, in senso di sottomissione.

Per gioco o per sfida

Per manifestare la loro voglia di giocare, spesso i cani abbassano corpo e zampe anteriori quasi in un inchino, ma, in alternativa, possono roteare su se stessi, sal-tare, oppure offrire un oggetto o un bastone al proprio padrone perché lo lanci lontano.

Per mostrare aggressività o prima di lanciar-si in una sfida, i gatti irrigidiscono le zampe, inarcano il dorso cercando di apparire più alti e grossi delle loro reali dimensioni, rizzano il pelo, sollevano la coda e guardano dritto negli occhi.

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Linguaggio acustico o sonoro

I segnali sonori sono parte importante della comunicazione animale, non sempre di immediata decodifica per noi esseri umani. Vediamo quali sono i principali segnali sonori dei nostri più vicini animali domestici…

Versi canini...

Ululare: segnale di solitudine o di separazione, spesso utilizzato da un cane che si sente solo e ulula per ricomporre il branco.Abbaiare: i motivi all’origine dell’abbaiare possono essere svariati: segnalare un pericolo o attirare l’attenzione (si dice che quando un cane abbaia non attacca, infatti… “can che abbaia non morde”).Ringhiare: dopo aver abbaiato, se il cane continua ad avvertire una minaccia o un pericolo inizia a ringhiare, per allontanare l’avversario. I cani possono ringhiare anche per comunicare una sensazione di fastidio o di dolore fisico.

Versi di gatti...

Fare le fusa: può avere significati diversi e comunicare sensazioni tra loro contra-stanti come benessere, quando un gatto accoglie coccole gradite, oppure malessere, quando è ferito o sofferente.Lamentarsi: il lamento di un gatto può variare di intensità, essere sommesso oppu-re intenso, talvolta assomigliare al sibilo di un serpente: sempre, però, indica una sensazione di disagio o paura.Miagolare: il miagolio è caratteristico della comunicazione gatto-uomo, ma molto più raro, al contrario di quanto si creda, della comunicazione tra felini. Il miagolio può manifestare una richiesta di cibo, di aiuto o, più semplicemente, voler attirare l’attenzione.

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Linguaggio olfattivo

Nei cani, la dimensione del naso e la capacità olfattiva possono dipendere dalla razza, ma tutti sono molto sensibili nell’individuare e distinguere gli odori: un cane riconosce dall’odore il suo padrone e lo annusa per salutarlo (ma apprezza poco, di solito, profumi o saponi che ne coprono il vero odore); anche tra loro, i cani si riconoscono e si salutano annusandosi. Attraverso l’olfatto, la madre individua i suoi cuccioli appena nati: da quel momento il loro riconoscimento partirà sempre dall’odore.

I gatti, come i cani, si riconoscono dall’odore e si salutano annusando l’un l’altro prima il naso e poi in prossimità della coda, ma lo fanno in modo più riservato e schivo: del resto, i gatti dedicano buona parte del tempo alla pulizia del loro corpo.Anche i gatti amano annusare il loro padrone, strofinando naso a naso: la conoscenza olfattiva è prioritaria in tutto il mondo animale.