1-gioco di ruolo - Giovanna Garbuio19 Gioco di ruolo Ognuno di noi, senza saperlo (o meglio, senza...

91

Transcript of 1-gioco di ruolo - Giovanna Garbuio19 Gioco di ruolo Ognuno di noi, senza saperlo (o meglio, senza...

  • 2

  • 3

    Gioco di Ruolo

    chiamato “Vita”

    Giovanna Garbuio

  • 4

    Giovanna Garbuio

    Gioco di Ruolo

    Copyright © Nui Loa 2017

    Prima edizione Luglio 2012 ®Tutti i diritti riservati.

    Codice ISBN: 9781520689227

  • 5

  • 6

  • 7

    Non ha senso essere ottimisti.

    Tutto andrà bene comunque.

  • 8

  • 9

    Non è necessario che tu cambi niente di te stesso, non devi

    diventare qualcuno di diverso da quello che sei, soprattutto non

    è necessario che tu impari nulla di più di quello che sai già.

    Devi soltanto imparare ad Amarti a tal punto da essere

    finalmente Te Stesso con tutto Te Stesso! Farai venire a

    galla tutto ciò che già sai nella misura in cui ti sarà più utile.

    Per questo ti consiglio di conservare solo il meglio di ciò che

    leggerai qui, di buttare tutto ciò che non ti è affine e di non

    credere a me senza verificare personalmente ciò che ti dico.

    Solo così troverai la tua Verità ed essa ti renderà sempre più

    libero!

  • 10

  • 11

    La vita è un gioco è questa è l'unica verità.

    Ognuno di noi si sceglie il ruolo che vuole interpretare, in base

    all’esigenza della propria anima per la propria crescita

    spirituale, ma una volta incarnati, non ne siamo più

    consapevoli, altrimenti il gioco sarebbe troppo semplice, non

    sarebbe più divertente e non impareremmo più nulla. Per

    questo non dobbiamo giudicare chi sceglie di recitare la parte

    del “cattivo” perchè nessuno può conoscere quale esigenza ha

    spinto quell’ anima a rivestire quel ruolo o le sue motivazioni.

    Tutti da piccoli abbiamo giocato a guardia e ladri.

    Più o meno qui è la stessa cosa. Allora non ce la prendevamo

    con chi recitava il ruolo del ladro, perché eravamo consapevoli

    che era un gioco e tutti eravamo amici ed era divertente.

    Ammetto che non sapendo che la nostra vita è un gioco appare

    tutto molto tragico e triste, ma tutto questo ci servirà per

    comprendere il valore più bello, dell’unità dell’Amore. Come

    ogni gioco anche questo gioco finirà, solo che in questo gioco

    non si smette di giocare tutti assieme: ognuno ha i suoi tempi, i

    suoi modi, i suoi percorsi, ma la consapevolezza di come

  • 12

    funzionano le cose ci aiuta a comprendere come tutto in verità

    sia cosi semplice.

    Comunque vada avremo sempre vinto perché avremo ottenuto

    il nostro scopo.

    Se ci si pensa da questo punto di vista è bello sapere che tutto è

    stato un gioco e che ci abbiamo creduto cosi fortemente da

    esserci anche avvelenati la vita. Dobbiamo però continuare a

    ricordarci che è un gioco e che stiamo recitando un ruolo,

    perché se lo scordiamo cadiamo nuovamente nel vortice.

    Adesso stiamo fuori dal gioco, possiamo osservare noi stessi e

    gli altri recitare le nostre parti, ma possiamo farlo con distacco

    e così possiamo anche aiutarli con delicatezza e Amore a

    comprendere le istruzioni, ma soltanto se il loro percorso di

    gioco lo prevede e lo consente.

    Lilliana Formica

  • 13

  • 14

  • 15

    L’Angelo Custode

    di Rodolfo Carone1

    In fondo credo

    Che tu lo sappia

    Ci sono ci sarò

    Ci sono sempre stato

    Non scorre sabbia per me

    Nella clessidra del tempo

    Vago svagando

    Tra presente e passato

    Senza direzione

    Né alcuna indicazione

    Ero nel lampo inarticolato

    Del tuo primo grido

    Quando scopristi il pianto

    Riempirti il respiro

    E l’aria gravida

    Stringerti in un sorriso

    Ed ancor prima

    Quando sconfinato ti dileggiavi

    A scoprirti immerso

    1 http://www.gendaireiki.it/

  • 16

    Nell’immenso

    E del tutto eri ammirato

    Quando il tuo sguardo schiuso

    Specchiava l’ebrezza

    Degli occhi di Dio

    E nell’incontro confuso

    Sperimentavo l’oblio

    Della bellezza senz’argini

    Tu perenne innamorato

    Dei corpi e dei margini

    Scegliesti il limite come padre

    E la materia come madre

    Ora nè colore

    Non il suono o le parole

    Pur essendo spesso

    Dei ponti tra i mondi

    Possono unire i nostri contorni

    Posso solo aspettare

    Che ti abbandoni la mente

    Che il tuo fiatare ritorni

    Al suo regno insciente

    E allora sì

  • 17

    mi allungherai la mano

    che fremente potrò afferrare

    e sarò quella luce

    che ti saprà guidare

    la voce che finalmente

    potrà gridare:

    bentornato!

    Ma non lo ricordavi

    Che io con te

    Ci sono ci sarò

    Ci son sempre stato?

  • 18

  • 19

    Gioco di ruolo

    Ognuno di noi, senza saperlo (o meglio, senza volerlo

    sapere) vive un'esistenza parallela a quella che

    consuma giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno

    dopo anno, un'esistenza meravigliosa, senza inizio e

    senza fine, ben "più alta della realtà", di cui spesso ci si

    dimentica, o si preferisce non avere consapevolezza,

    per paura, diffidenza, ignoranza anche. Eppure lì, in

    quella vita segreta e gravida di risorse e sorprese, sono

    racchiuse straordinarie energie insospettate. Basta

    avere il coraggio - o la forza, o la capacità - di

    liberarle e metterle in gioco2.

    C’è un nucleo all’ “interno” di ognuno di noi che esiste oltre

    ogni spazio ed oltre ogni tempo, un nucleo che un’attenta

    osservazione può scorgere. Si tratta di quella parte eterna e

    onnisciente che è la vera essenza di ognuno di noi. C’è chi lo

    chiama Amore, chi lo chiama Ki, chi lo chiama Mana, chi lo

    chiama Dio, non ha grande importanza il nome che lo

    definisce, è l’energia vitale originaria.

    2 www.sperling.it/l-arca-dei-nuovi-maestri-igor-sibaldi/

  • 20

    La Terra vuole penetrare con l’Amore nel puro cielo: il

    desiderio d’Amore prende la terra; la pioggia del cielo

    la rende fertile: allora la terra dà vita alle piante e agli

    animali di cui si nutrono gli uomini.

    Aeschylus, frammento 44

    Questa energia vitale di cui il nucleo di cui stiamo parlando è

    la nostra parte più pura e reale, è ciò di cui “è fatto” l’Universo

    ed è ciò che mantiene ogni elemento della “creazione” in

    connessione e perciò sostiene e nutre tutto ciò che vive. E’

    tutto ciò che è. Tutto questo era risaputo anche nell’antica

    Grecia dove Ipermnestra attraverso i frammenti di Eschilo ci

    rammenta che questa immensa energia è ciò che determina e

    alimenta e stimola le azioni dell’essere umano e chi si connette

    consapevolmente a quest’energia fa proprie le caratteristiche

    stesse di tale energia.

    E’ in tutto ciò che vive e dà vita, ed è una, in ciascun

    individuo, in ciascuna specie e nell’intero Universo;

    non si sa né si può immaginare quando sia cominciata

    o quando potrà terminare: semplicemente è e diviene

    infinita – o, come la chiama Gesù nei Vangeli,

    “eterna”, e cioè: appartenente ad un’altra dimensione

  • 21

    temporale incommensurabile con il tempo a noi

    familiare. Eppure nulla è più semplice del percepirla,

    proprio perché è in tutto ciò che vive in ognuno; e nulla

    è più semplice dell’accorgersi che si può agire in base

    ad essa e che ciò porterebbe armonia, senso e libertà

    nella nostra esistenza. Gesù lo descrive così: “Siate

    figli del Padre vostro celeste che fa sorgere il suo sole

    sopra i malvagi e sopra i buoni e fa piovere sui giusti e

    sugli ingiusti 3 ” “Nessuno giunge al Padre se non

    attraverso l’Io4”.

    Questa Energia però viene percepita consapevolmente

    soltanto da chi sa essere pienamente se stesso.

    Igor Sibaldi

    Dove essere sé stessi significa riconoscere la nostra Reale

    Identità, riconoscere di essere quel nucleo di cui stiamo

    parlando.

    Questa è l’unica parte di noi stessi che è veramente Reale, tutto

    il resto esiste solo in conseguenza e in funzione dell’ esistenza

    di quel nucleo che è la nostra vera Essenza. E tutta quella, che

    noi siamo soliti definire la nostra Realtà, è un riflesso di tutto

    3 Matteo 5,45 4 Matteo 23,9

  • 22

    ciò che nella nostra interiorità ricopre questo nucleo e

    ricoprendolo non ci permette di percepirlo e di riconoscerlo.

    Non immediatamente per lo meno.

    La realtà esteriore di cui facciamo quotidianamente esperienza

    è lo strumento che l’Universo ha “escogitato” per permetterci

    di riscoprire la nostra vera essenza, ritrovandola sotto tutto ciò

    che la ricopre, di cui la realtà esteriore è il riflesso.

    Questa realtà/illusione esteriore tuttavia ha anch’essa un suo

    livello di realtà appunto e pur essendo il riflesso della nostra

    interiorità è vera ed è utile alla nostra evoluzione che agevola

    attraverso la sua evoluzione, che avviene secondo determinate

    regole, la cui principale in questa dimensione, o forse l’unica, è

    quella di causa ed effetto conosciuta fin dai tempi dei tempi.

    La traccia più genuina che ci suggerisce dove cercare e come

    cercare, cosa eliminare, cosa mantenere, per riscoprire quella

    parte di noi che siamo effettivamente noi e di cui ci siamo

    scordati, è determinata dalle nostre sensazioni, che non sono

    altro che il linguaggio con cui continuiamo a comunicare con

    noi stessi, con il nostro vero sé!

    …mi hai messo in una famiglia e hai detto affari tuoi,

    adesso in questo casino prova a capire chi sei (…)

    mi hai messo in tasca tre carte e hai detto adesso tira,

  • 23

    quello che viene viene e come gira gira,

    mi hai dato tempo una vita per ritrovare l'uscita, mi son

    distratto e ad un certo punto non l'ho più cercata,

    e mi hai mollato nel traffico senza indicazioni,

    e proprio a me vengono a chiedere le informazioni…

    Lorenzo Cherubini (Jovanotti)

    Ecco perché davvero quando stiamo bene, significa molto

    profondamente che va tutto bene.

    Noi non siamo ciò che sembriamo e spesso non siamo

    nemmeno quello che crediamo di essere e le nostre sensazioni,

    le nostre emozioni, gli stati d’animo ce lo comunicano

    continuamente. Noi siamo molto di più e siamo molto “oltre”.

    Siamo quel Nucleo che in tempi e luoghi non sospetti, ha

    deciso di cimentarsi in questo Gioco di Ruolo che siamo soliti

    definire Vita.

    La meta da raggiungere è una nuova dimensione di

    esistenza alla quale ognuno sogna di approdare per

    essere finalmente se stesso, non più prigioniero dei

    rigidi, pericolosi schemi del quotidiano, non più in

    balia di assurdi pregiudizi e aridi schemi di pensiero

  • 24

    che impediscono di essere felici.

    Igor Sibaldi

    Il ritorno alla nostra Vera Essenza, il riconoscere chi siamo

    davvero è la parte più entusiasmante del gioco. Riscoprire che

    siamo invulnerabili e immortali e che quindi non abbiamo

    assolutamente niente da temere mai, che non siamo mai nati e

    mai moriremo, che ci siamo calati in questa realtà

    volontariamente, è la parte del gioco che ci permette di tornare

    a casa rendendoci conto del divertimento del gioco.

    Noi non stiamo vivendo un “esistenza terrena”, noi siamo la

    Vita e stiamo giocando al gioco dell’ “esistenza terrena”.

    Un gioco che abbiamo inventato e creato noi e di cui abbiamo

    via via stabilito le regole e continuiamo a cambiarle e a

    ristabilirle essendo (molto spesso inconsapevolmente)

    completamente responsabili di quello che accade e di come

    accade e anche di perché accade.

    Il problema è che ci siamo dimenticati di poter cambiare queste

    regole.

    Lo stesso tempo/spazio è determinato da come lo consideriamo

    noi e dal valore che attribuiamo a questo sistema.

    La nostra vera natura è determinata dalla consapevolezza e

  • 25

    quindi anche dalla comprensione di come funziona questo

    sistema in cui ci siamo volontariamente calati.

    Una cosa è certa, quando abbiamo deciso di partecipare a

    questo gioco non l’abbiamo fatto con l’intenzione di

    sopravvivere ed annaspare in mezzo ad un mare di difficoltà,

    ma con la ferma volontà di vivere alla grande, con gioia ed

    entusiasmo. Perché la consapevolezza illimitata che noi siamo

    potesse fare esperienza della limitatezza che ci è propria in

    questo sistema spazio temporale. E per farlo abbiamo deciso di

    partecipare a questo gioco di ruolo. Vogliamo fare questa

    esperienza di rendere completa la nostra consapevolezza

    attraverso la limitazione.

    Per renderci esseri limitati che possano effettivamente

    partecipare a questo gioco è stato evidentemente necessario

    diventare chi siamo (perché noi siamo anche la nostra

    limitatezza, il punto è renderci conto di non essere solo quella),

    in modo che strada facendo potessimo un po’ alla volta

    ricordarlo nuovamente e potessimo trasformarci percependolo

    in quella consapevolezza totale che effettivamente noi siamo.

    Ognuno di noi ha potere totale di gestione della realtà in cui

    viviamo. Recuperare la consapevolezza di chi siamo realmente

    ci permetterà anche di gestire consapevolmente il potere che

    abbiamo.

  • 26

    Non esistono limiti reali in assoluto e non esistono limiti alla

    nostra immaginazione (i bambini lo sanno bene) che è lo

    strumento con il quale principalmente manifestiamo la nostra

    realtà. Il fatto di comprendere che il nostro mondo è

    determinato dalle nostre convinzioni ci permette di modificarlo

    consapevolmente.

    Per questo ogni volta che scarichiamo la responsabilità di ciò

    che ci accade su qualcuno o su qualcosa che non siamo noi, in

    realtà ci allontaniamo dal riconoscimento della nostra reale

    essenza e quindi abdichiamo al nostro potere lasciandolo

    semplicemente agire inconsapevolmente. Il meccanismo del

    gioco evolve e funziona sempre, indipendentemente dalla

    nostra partecipazione consapevole o inconsapevole. Noi

    creiamo la nostra realtà comunque.

    E’ come lasciare una sega elettrica accesa senza tenerla in

    mano saldamente: lasciata senza guida può fare davvero dei

    grossi danni! Danni che però anch’essi fanno sempre parte

    dello stesso gioco di ruolo a cui stiamo partecipando. Non sono

    mai danni reali quindi, ma sono certamente danni che possono

    notevolmente complicarci il libero fluire del ‘gioco dell’oca’ e

    rovinarci tutto il divertimento.

    Quando invece manteniamo saldamente in mano la motosega e

    la dirigiamo consapevolmente possiamo realizzare delle

  • 27

    grandiose costruzioni. Se ci riappropriamo consapevolmente

    del nostro potere, il gioco diventa davvero entusiasmante e ci

    permetterà di fare esperienza soltanto di ciò che ci gratifica, ci

    soddisfa e ci rende gioiosi, se lo vogliamo.

    Noi siamo gli unici artefici della nostra gioia e della nostra

    disperazione. La consapevolezza di questo ci permette di

    scegliere volontariamente tra sperimentare gioia e sperimentare

    disperazione.

    Assumiamoci quindi la responsabilità al 100% della nostra

    realtà e andiamo alla grande, diretti gioiosamente verso casa,

    con la consapevolezza che conoscere ciò che è, è la via che ci

    permette di gestire quello che sarà.

    Nel momento in cui ci assumiamo la responsabilità di tutto ciò

    che ci ha fatto soffrire nella nostra vita trascorsa, saremo in

    grado di manifestare gli eventi gioiosi che caratterizzeranno la

    nostra storia da qui in avanti. Ogni volta che abbiamo dato ad

    altro o ad altri la colpa della nostra sofferenza abbiamo

    ottenuto il risultato di allontanare da noi la consapevolezza del

    nostro potere.

    Attenzione però perché anche l’operazione di assumersi la

    responsabilità della nostra vita passata nasconde una trappola:

    il rischio di sentirsi colpevoli per tutta la sofferenza subita, o

    peggio per la sofferenza subita da altri.

  • 28

    Anche questo è un meccanismo che ci allontana dalla gestione

    consapevole del nostro potere. Noi siamo responsabili, ma non

    siamo colpevoli.

    In effetti anche la considerazione del non essere stati

    consapevoli della nostra potenzialità di manifestare la realtà è

    già un concetto sufficiente per liberarci da ogni senso di colpa.

    Eventualmente sarebbe colpevole chi agisce deliberatamente;

    chi è cieco non è colpevole se va a sbattere contro un palo…

    non l’aveva visto! Quindi già l’inconsapevolezza ci libera da

    qualunque colpa, anche se mantiene intatta la nostra

    responsabilità totale nell’operazione di manifestazione della

    nostra realtà.

    Altra considerazione che ci libera definitivamente da

    qualunque colpa è la certezza che l’Amore è l’energia prima da

    cui scaturisce ogni successiva manifestazione. La prova di ciò

    la possiamo trovare semplicemente osservando gli avvenimenti

    dal punto di vista dell’Amore. Se partiamo dal presupposto che

    tutto è Amore (Tutto è Uno) e che tutto evolve regolato

    dall’Amore e in funzione dell’Amore, vedremo che ogni

    avvenimento terreno (e non) troverà la sua evidente

    motivazione.

    Non è ovviamente una questione dimostrabile con metodo

    scientifico (non ancora per lo meno, anche se ci siamo ormai

  • 29

    abbastanza vicini 5 ), ma ciò non toglie che sia altrettanto

    indubitabilmente dimostrabile. Ognuno lo può molto

    facilmente provare a sé stesso, soltanto avendo la costanza di

    osservare come accadono le cose.

    E allora come si può riuscire a far entrare nella nostra vita tutto

    l’Amore che desideriamo? Come possiamo comprendere

    davvero che Noi siamo Amore, siamo già a posto e completi in

    modo perfetto, che tutta l’Energia che che stiamo usando può

    in un attimo creare il più meraviglioso dei mondi e la più

    meravigliosa delle vite?

    C’è in effetti nella nostra società una tale assuefazione alla

    sofferenza, un tale retaggio culturale che sembra confermare

    quello del dolore come il percorso inevitabile, che spesso

    sembra più facile, quasi più “naturale”, lasciarsi sommergere

    dalle preoccupazioni e accettare i disagi quotidiani perché

    inevitabili (“Così è la vita”, “Ciò che vuoi te lo devi

    guadagnare lavorando duramente”, “Nessuno ti regala mai

    niente”, ecc..) piuttosto che riuscire a ringraziare, Amare e

    lasciar andare i pensieri più pesanti e in questo modo

    “sgonfiare” istantaneamente situazioni non desiderabili di

    qualunque entità e grado. 5 Vedi le ricerche di Masaru Emoto, di Konstatin Korotkov, di Rollin McCraty

  • 30

    Il punto è che abbiamo paura di affidarci alla nostra Divinità

    (al nostro Nucleo), non riusciamo davvero a metabolizzare il

    fatto che tutto quello che è, è sempre il meglio! Tutto evolve

    in direzione dell’Amore (se Tutto è Amore e l’Amore è l’Uno

    da cui tutto deriva, non può che essere logicamente così). Non

    siamo capaci di accettare che le leggi che regolano l’universo

    abbiano dato origine ad un meccanismo anche troppo semplice,

    perché per noi è l’ignoto, un campo che non pensiamo di aver

    personalmente sperimentato. Ci sembra assurdo e pericoloso…

    Vogliamo avere la situazione sotto controllo; non farlo è

    inaccettabile perché estremamente pericoloso, dal punto di

    vista da cui siamo abituati (educati) ad osservare l’evolvere

    delle situazioni.

    Ci nascondiamo dietro espedienti tipo “non abbiamo tempo”,

    “non abbiamo la concentrazione necessaria”, “non abbiamo il

    coraggio”, o magari ci sentiamo in colpa se stiamo bene,

    oppure se abbiamo più degli altri. Riconoscere di essere potenti

    ci toglierebbe da quel ruolo di vittima che è diventato comodo;

    affidarci al flusso ci responsabilizzerebbe troppo, ci

    costringerebbe in qualche modo a prendere in mano la nostra

    vita davvero.

    E così diamo troppo ascolto a chi non crede, a chi demolisce, a

  • 31

    chi ci prende in giro, a chi ha paura di illudersi, a chi ci dice di

    stare con i piedi per terra… a chi non ha mai sperimentato

    qualcosa di efficace perchè fondamentalmente non ci ha mai

    davvero creduto…

    Dicono che è vero

    che ogni grande amore naufraga la sera davanti alla tv

    Dicono che è vero

    che c'è solo un modo per risolvere un problema

    Dicono che è vero

    che ad ogni entusiasmo corrisponde stessa quantità di

    frustrazione

    Dicono che è vero

    che per ogni slancio tornerà una mortificazione

    Dicono che è vero sì,

    ma anche fosse vero non sarebbe giustificazione per non

    farlo più.

    Ora!

    Non c'è montagna più alta di quella che non scalerò,

    non c'è scommessa più persa di quella che non giocherò.

    Ora!

    Lorenzo Cherubini (Jovanotti)

  • 32

    Non sono esattamente fonti affidabili questi confronti, ma

    decidere con la propria testa non è sempre così facile, non

    siamo abituati, raramente lo facciamo davvero malgrado ci

    sembri di farlo sempre. E se lo facciamo ci ritroviamo faccia a

    faccia col peggior provocatore esistente: noi stessi o il nostro

    ego razionale.

    Abbiamo paura del nostro Potere, questo ci destabilizza ancora

    più della nostra sofferenza. Abbiamo paura di noi stessi.

    Abbiamo paura di illuderci e fallire. Perché ci siamo

    dimenticati che stiamo giocando. Ci siamo completamente

    scordati che stiamo sostenendo una parte in un maestoso gioco

    di ruolo. E invece le cose sono estremamente semplici oltre

    ogni immaginazione.

    L’Energia fluisce dove dirigiamo la nostra attenzione6 e lì crea.

    L’Amore è l’Energia primordiale, la causa prima da cui tutto

    deriva e in funzione e verso cui tutto evolve. Ciò significa

    inconfutabilmente che l’errore non esiste. L’Amore non

    6 Makia: principio Huna

  • 33

    sbaglia, non prevede l’esistenza dell’errore. Perciò tutto è

    perfettamente perfetto e tutto quello che è, è sempre il

    meglio!

    Fin dai tempi più antichi, le culture ataviche (e quelle più

    integre lo fanno ancora adesso) hanno sempre considerato tutti

    gli elementi della natura come esseri senzienti, dotati di

    memoria e di coscienza e teso per il più possibile a vivere in

    perfetta armonia con essi, tenendo conto delle esigenze della

    natura almeno tanto quanto delle esigenze degli esseri umani.

    Dal che ne deriva la loro evidente consapevolezza della

    perfezione del creato, la perfezione di tutto quello che è e

    quindi la completa inesistenza di qualcosa che si possa

    considerare un problema o un errore. Ecco che in questa

    prospettiva non ha alcun senso la presenza di un processo per

    risolvere il problemi… dato che i problemi non esistono. Tutto

    era ed è sempre facile, fluido perché perfetto. Tutto quello che

    è, è sempre il meglio. I problemi nascono quando si sposta

    l’attenzione sul potere e soprattutto sul potere dell’uomo

    sull’uomo, questo spostamento dell’equilibrio è ciò che ha

    fatto implodere tutta la questione.

    Il normale modo di vivere, quello davvero secondo natura,

    perciò dovrebbe essere per ogni essere umano quello di farlo

    seguendo il proprio cuore che per sua caratteristica intrinseca

  • 34

    segue l’Amore quale energia originaria. Vivere secondo la via

    dell’Amore però, non significa fare il cosiddetto bene a tutti i

    costi, non significa sacrificarsi per gli altri. No no… anzi!

    Sacrificarsi per gli altri è un comportamento molto lontano

    dall’essenza dell’ uomo e dell’universo e da quello che

    dovrebbe diventare il buon senso comune del nuovo modello di

    riferimento (paradigma).

    Amarsi è il primo passo fondamentale, Amare se stessi! Da

    qui, dall’Amore puro e sincero per se stessi deriva un

    incommensurabile Amore per gli altri e per il resto del creato,

    non viceversa. In quest’ottica il “sacrificio” cattolicamente

    inteso non trova alcuno spazio, né alcuna ragione di essere. In

    origine la parola “sacrificio” indicava l’azione di rendere sacro

    ciò su cui si stava agendo, non di autoinfliggerci privazioni o

    sofferenze in virtù di un non meglio identificato bene per

    qualcun altro. Non meglio identificato nel senso che comunque

    noi dalla limitata prospettiva in cui ci troviamo non siamo in

    grado di stabilire quale sia effettivamente il bene di qualcun

    altro, il più delle volte non siamo in grado di riconoscere

    nemmeno il nostro. Rendere qualcosa sacro invece è un altro

    discorso, perché rendiamo sacro qualcosa quando lo rivestiamo

    della nostra gioia, e quindi ha senso perseguire il “bene altrui”

  • 35

    quando farlo ci rende felici, quando compiere una buona

    azione è qualcosa che facciamo perché ci rende felici

    compierla, che poi questo possa essere un beneficio per

    qualcun altro diventa un piacevole effetto secondario. Senza la

    nostra gioia non possiamo rendere sacro nulla.

    Spalanchiamo quindi le porte ad ogni forma di auto-

    autorizzazione a riconoscere la nostra grandezza e la nostra

    perfezione. Si tratta di vivere la vita attimo per attimo mettendo

    da parte la mentalità di paura basata sul potere, sul controllo,

    sul peccato e sulla colpa. Questo è l’originario sapere che io

    sono il migliore io che io possa essere. Non ci sono duplicati,

    io sono l’io originale, parte dell’Amore che non commette

    errori. Sapere che qualunque cosa accada ha un lato di

    bellezza, qualunque cosa accada è comunque l’emanazione

    dell’Amore e contiene in sé il riflesso dell’Amore, la

    perfezione dell’Amore, quella scintilla divina di cui tanto si

    parla, è ciò che ci farà arrivare a vederla a percepirla.

    Questo significa che qualunque azione noi abbiamo compiuto,

    anche offuscati dalla più profonda inconsapevolezza, non

    abbiamo sbagliato, non abbiamo commesso nessun errore, mai!

    Tutto quello che è… è sempre il meglio! Se è, è il maglio!

    Quindi non abbiamo sbagliato. Qualunque azione abbiamo

    compiuto era la miglior cosa che potessimo fare in quel

  • 36

    momento, in quello spazio, date le premesse e tale azione,

    anche la più aberrante, ci ha permesso di essere la persona

    meravigliosa che siamo oggi e ha permesso di ottenere lo

    stesso risultato a chi è stato coinvolto dal nostro percorso.

    Semplicemente perché è così che funzionano le cose. Perciò

    cosa abbiamo da rimproverarci?

    Quindi in base a questo ragionamento chi può essere

    colpevole? E di cosa? Ognuno meriterebbe invece un premio

    per aver agito sempre nel migliore dei modi.

    Ovviamente qualunque scelta noi abbiamo fatto nel passato ne

    siamo completamente responsabili e anche se non siamo

    colpevoli, ciò che viviamo adesso è la diretta conseguenza di

    quello che abbiamo fatto, detto, pensato, provato sperimentato

    in passato. Per cui essere consapevoli che le cose funzionano

    così e che non possiamo sbagliare e che tutto quello che è, è

    sempre il meglio, non ci toglie dalle spalle la responsabilità di

    pagare le conseguenze energetiche delle scelte che facciamo.

    Per cui non è che, dato che tutto quello che è, è sempre il

    meglio, posso fare qualunque mostruosità e va tutto bene lo

    stesso, chi se ne frega. Sì certo, va tutto bene lo stesso, ma la

    mia vita rispecchierà e mi restituirà sempre il livello energetico

    che ho immesso nel cosmo. Per cui se io faccio qualcosa che

    energeticamente percepisco come male, come sbagliato, anche

  • 37

    se in valore assoluto non è né male, né sbagliato, nella mia vita

    accadrà qualcosa che rispecchia lo stesso livello energetico che

    le mie azioni hanno prodotto. Quindi attenzione, sì, tutto quello

    che è, è sempre il meglio, ma finché ancora non è… è più

    produttivo per la fluidità del mio gioco, scegliere attentamente,

    perché gli effetti seguono le cause.

    In ogni caso, una volta che la scelta è fatta e l’azione è

    compiuta, è perfettamente inutile e senza senso piangere sul

    latte versato; dato che non abbiamo assolutamente alcuna

    colpa, chi ci impedisce di gioire e di essere pienamente

    soddisfatti di noi stessi? Tanto più che ora siamo consapevoli

    di questo meccanismo e quindi possiamo agire di conseguenza

    per manifestare il migliore dei futuri per noi stessi e per tutte le

    creature coinvolte.

    Ogni scelta basata sulla consapevolezza non può che condurre

    alla Pace dell’Io.

    Siamo liberi! Liberi di decidere quale direzione vogliamo

    prendere a prescindere da ogni influenza esterna. Perché

    ricordiamo che le influenze esterne determinano la

    realizzazione della scelta che viviamo, quindi il trucco è

    accettare o respingere le influenze in maniera consapevole.

    Il potere creativo è sempre stato una nostra caratteristica. La

    differenza sta nell’uso consapevole o inconsapevole che se ne

  • 38

    fa. Ora possiamo sfruttare questa conoscenza per raggiungere

    il nostro benessere e la nostra felicità.

    Ognuno di noi è una delle innumerevoli realizzazioni del

    Divino (Tutto è Uno e l’Uno è Amore) e quindi ognuno di noi

    possiede in sé stesso il potere divino della manifestazione

    consapevole. Questo è innegabile.

    Ognuno di noi deriva dalla causa prima che è l’Amore, perciò

    ognuno di noi è in essenza energia d’Amore, è evidente,

    quindi attraverso di noi l’Amore evolve.

    Pertanto in questa dimensione spazio/temporale in cui siamo

    calati, abbiamo l’opportunità di forgiarci le premesse per

    vivere le esperienze che desideriamo qui ed ora.

    Noi possiamo essere esattamente chi vogliamo essere in questo

    gioco di ruolo che è la vita incarnata.

    Non ci sono limiti recita il principio “Kala” della filosofia

    Huna. E Tutto il potere viene da dentro ci ricorda “Mana”

    altro archetipo Huna.

    Quindi cominciamo con il lasciare andare il passato, non siamo

    costretti a farci limitare da quello che ci è già accaduto durante

    la nostra esperienza terrena. Quello che è stato è stato, ha avuto

    la sua utilità, ma ora noi siamo qui, non più lì!

    “Taglia il cordone e libera te stesso dalla cipolla”

  • 39

    Maka’Ala Yates

    Scegliamo ciò che ci fa sperimentare benessere e

    automaticamente ci avvicineremo al riconoscimento della

    nostra reale identità. L’efficacia è la misura della verità7 ci

    ricordano sempre i saggi Kahuna.

    Non c’è niente che non possiamo ottenere. Soltanto il fatto di

    esserne consapevoli sarà il primo ampio passo nella direzione

    di ottenerlo. Quindi impariamo, cominciamo a sapere che non

    dobbiamo fare o essere niente e allo stesso tempo possiamo

    fare o essere tutto.

    Partendo da questo presupposto cominceremo sempre più

    spesso e sempre più facilmente a porci dalla prospettiva di ciò

    che vogliamo, lasciando da parte quello che crediamo di

    “dovere”!

    Così facendo ci accorgeremo anche quanto spesso ci

    ritroveremo a compiere azioni che l’opinione pubblica o il

    nostro vecchio modo di pensare considererebbero “dovere”,

    semplicemente perché ci sentiamo di volerle portare a termine

    con la soddisfazione e l’entusiasmo che associamo al

    compimento di ciò che vogliamo, eliminando per sempre dal

    nostro modo di essere la frustrazione e il rancore che spesso 7 Pono

  • 40

    accompagnano il compimento dei cosiddetti “doveri”.

    Facciamo le cose che vogliamo fare semplicemente perché le

    vogliamo fare e godiamo a piene mani dell’ energia positiva

    che ne scaturisce e che ci avvicina sempre più al

    riconoscimento della nostra essenza. Per i “doveri” lasciamo

    agire l’Universo con fiducia, gioia e riconoscenza… ne

    vedremo davvero delle belle solo a saperle osservare.

    Saremo sempre più avvolti da pensieri e di conseguenza da

    situazioni di gioia, di benessere e di soddisfazione.

    Provare per credere, anzi sapere per sperimentare.

    Impariamo a soffermarci solo sui pensieri che ci procurano

    gioia e soddisfazione e lasciamo agire l’Universo.

    Il segreto per stare bene è cominciare a sentirsi bene

    abbandonando le preoccupazioni, con la consapevolezza che

    c’è qualcuno/qualcosa di molto più efficace di noi che senza

    dubbio se ne occuperà produttivamente, anzi se ne sta già

    occupando e risolverà tutto per il meglio oltre ogni nostra più

    rosea previsione.

    Pensiamo a ciò che vogliamo con passione e trasporto e

    lasciamo agire chi sa come procurarcelo. E ovviamente

    cominciamo già a goderne i frutti.

    Raggiungere la consapevolezza di questo meccanismo, capire

  • 41

    come funzionano veramente le cose, è tutto ciò che ci serve,

    perché solo il fatto di averlo compreso ci porterà un po’ alla

    volta a cambiare completamente atteggiamento nei confronti di

    questo “gioco di ruolo” e tutto verrà di conseguenza, si

    evolverà senza nessuno sforzo. Senza nemmeno che ce ne

    rendiamo conto arriveremo ad essere veramente diversi,

    sempre più diversi, in direzione di noi stessi e proprio su questa

    strada vedremo accadere quelli che gli umani inconsapevoli,

    chiamano miracoli e che noi un po’ alla volta (perché ancora

    un po’ inconsapevoli lo siamo, altrimenti non avremmo

    bisogno nemmeno di farli questi ragionamenti) percepiremo

    come le cose più ovvie e normali del mondo.

    Noi siamo al centro dell’universo, come ci illustra

    egregiamente l’occhio di Kanaloa, proprio perché l’universo

    inteso come la nostra personale realtà, ruota attorno a noi stessi

    e si forgia e si modifica in funzione esclusiva di noi stessi.

    Questo significa essere creatori o se vogliamo co-creatori.

    Ognuno ha e percepisce la sua personale realtà sulla quale ha

    totale potere.

    Il mondo è uno specchio e riflette la nostra interiorità. Se

    determinate caratteristiche non sono presenti in noi stessi, non

    faremo esperienza dei loro riflessi o quantomeno non ne

    saremo coinvolti emozionalmente.

  • 42

    Se invece ci troviamo a vivere determinate questioni, possiamo

    tranquillamente essere sicuri che quell’esperienza si è

    manifestata con l’obiettivo di mostrarci qualcosa di noi stessi; è

    fuori di ogni dubbio.

    Ecco che per capire a che punto è la nostra evoluzione

    dobbiamo osservare l’ambiente che ci circonda come in uno

    specchio, perché l’ambiente che ci circonda in realtà riflette

    precisamente quello e chi noi siamo ora. Esso sarà la misura

    precisa della nostra evoluzione. Se stiamo bene, va bene, avanti

    tutta… se stiamo male… significa che c’è da lavorare!

    Per cambiare davvero la situazione devo imparare a guardarmi

    dentro e per guardare dentro è sufficiente guardare fuori, ma

    con una modalità diversa.

    Per capire come sono davvero io, posso osservare la mia vita.

    Ma consapevole che osservarla vuol dire osservarla e basta,

    senza farmi coinvolgere dalla solita cascata di pensieri, giudizi,

    progetti e soluzioni. Osservare vuol dire osservare. Fare gli

    spettatori. Che non vuol dire non farsi coinvolgere, ma se

    stiamo davvero osservando e basta saremo in grado di

    osservare anche le emozioni che la situazione che stiamo

    guardando ci suscita. Osservare è l’azione che permetterà di

    trasmutare la sofferenza che la situazione ci procura

  • 43

    (rendendoci conto che non è affatto la situazione oggettiva a

    procurarcela, ma le nostre reazioni ad essa). Sarà la via che

    potrà liberarci dai fantasmi delle illusioni che

    continuamente ci succhiano l’energia vitale la cui dipartita è

    ciò che ci fa appunto soffrire.

    E’ necessario osservare la realtà così com’è. Guardarla senza

    commentarla, oltre il pensiero, oltre il giudizio, oltre il

    ragionamento e soprattutto senza cercare soluzioni. Questo

    sarà il momento in cui le soluzioni si presenteranno da sole

    davanti ai nostri occhi, con fluidità senza sforzo e soprattutto

    senza sofferenza.

    I disagi, i problemi non si verificano nella nostra vita con lo

    scopo di essere capiti, studiati, analizzati e risolti, ma solo per

    essere accettati. Per accettarli devo poter osservarli.

    Ogni malessere cesserà solo quando avremo sciolto le

    motivazioni profonde che ce lo provocano, non quando avremo

    debellato i sintomi… che non vuol dire aver risolto i nostri

    “problemi”, ma averli accettati e vederli come le opportunità

    che sono. Possiamo continuare a lavorare sul malessere come

    “obiettivo”… ma il vero obiettivo non è quello! Se eliminiamo

    il malessere avremo eliminato un sintomo, ma se non

    debelliamo le cause, il sintomo in un modo o in un altro si

    ripresenterà e probabilmente sempre più doloroso.

  • 44

    Tutti i pensieri e i ragionamenti che continuamente facciamo

    per mantenere il controllo della situazione offuscano la nostra

    coscienza rendendoci meno consapevoli e così molto

    difficilmente riusciremo ad individuare qual è la nostra strada.

    Una coscienza intasata dai pensieri e dai ragionamenti non è

    certamente un buon condottiero. Quando la nostra

    consapevolezza è annebbiata noi non possiamo trovare

    l’orientamento.

    I pensieri, i ragionamenti, il bisogno di controllo sulle

    situazioni e sulle soluzioni, ci tengono incatenati agli stati

    d’animo negativi. Non è certo ragionandoci che ci liberiamo

    dai disagi, anzi questo è il modo giusto per farli prosperare, per

    mantenerli saldi nella nostra vita, perché continuiamo a

    sostentarli fornendogli la nostra energia. Osservandoli invece,

    con l’unico obiettivo di osservarli, avremo compiuto tutto ciò

    che di più efficace possiamo fare per liberarcene. Più ci

    ostiniamo ad occuparcene, ad analizzarli e a sviscerarli più li

    ancoriamo alla nostra realtà. Più ci ragioniamo sopra più li

    tratteniamo al nostro interno, perché li sovraccarichiamo della

    zavorra più ostacolante che il cervello conosca: la razionalità.

    Osservare senza ragionarci è la via d’uscita.

    Non c’è qualcosa lì fuori che ci fa soffrire, fosse anche la

  • 45

    situazione più tragica. Stiamo soffrendo perché la nostra

    Anima vuole dirci qualcosa, la situazione esterna è solo un

    espediente, un’illusione appunto. Se soffro significa che in

    quell’ambito sono precipitato in una stasi energetica dalla

    quale il mio Io superiore vuole tirarmi fuori. Perché nel

    momento in cui avrò superato quella sofferenza, avrò dato alla

    luce un nuovo me stesso, una persona nuova, più sensibile, più

    aperta, più matura, con maggiori risorse interiori disponibili,

    capace di affidarsi e lasciare che sia ciò che è meglio che sia…

    ma bisogna che la sofferenza sia stata superata… non che si

    trascini, magari sopita, ma sempre lì latente senza che sia mai

    trascesa.

    Normalmente quando smettiamo focalizzarci su ciò che noi

    riteniamo il responsabile del nostro dolore e accettiamo la

    situazione per quella che è con la consapevolezza che

    lasciandola evolvere nella sua direzione non potremo che

    raccoglierne i succulenti frutti, ci svuotiamo di tutto il dolore

    che evapora lasciandoci una profonda serenità.

    Continuare a pensare e a rimuginare su ciò che di esterno ha

    provocato la nostra sofferenza sarebbe come continuare a

    rimuovere la crostina che si forma sulla ferita nella speranza di

    farla guarire.

    Invece nel momento in cui cambieremo quella caratteristica

  • 46

    che ci appartiene e che la situazione esterna ci vuole indicare,

    non ne sperimenteremo più il riflesso. E’ esattamente in questo

    senso che siamo responsabili della nostra realtà e ognuno al

    100% per ciò che lo riguarda.

    E nello stesso modo abbiamo il 100% del potere di modificare

    noi stessi e quindi di conseguenza modificare la nostra realtà.

    Allo stesso modo attraverso le nostre emozioni diamo forma

    tangibile a ciò che diventa la nostra esperienza. Da qui il

    consiglio di vivere pienamente le nostre gioie e le nostre

    passioni per fare in modo di materializzare ciò che potrà

    enfatizzare tali emozioni e tali sentimenti.

    “Pensa per te” è il miglior consiglio che si possa dare a

    chiunque!

    Questo ragionamento ovviamente vale in qualunque campo ci

    riguardi. Se essere contro a qualcosa, catalizza la nostra energia

    su quel qualcosa potenziandolo, è un meccanismo che vale

    sempre. Non è che funziona per quanto riguarda i miei rapporti

    con il vicino di casa, ma non funziona più quando parliamo di

    governi, di multinazionali, di problemi sociali ecc…

    Questo è uno scoglio da superare, perché continuamente ci si

    imbatte in persone che si dichiarano anche “risvegliate”, che si

    pongono come il fior fiore degli spirituali e che continuano a

    denunciare lo sfacelo del nostro governo, la necessità di

  • 47

    cambiamento globale, che si affannano per raggruppare le 100

    scimmie8 ecc… Tutti i discorsi sulla massa critica hanno un

    qualche senso solo se partiamo dal presupposto che la

    centesima scimmia siamo noi, perché in definitiva è soltanto

    l’incapacità di sentirsi liberi che ci rende schiavi.

    C’è questa convinzione che è porzione portante dell’attuale

    paradigma che vede tutti gli esseri umani e gli altri occupanti

    del pianeta terra (animati e inanimati) come unità separate tra

    loro e separati ognuno dalla terra stessa. E allo stesso tempo

    vede la Natura, da cui noi tutti deriviamo, evolvere attraverso il

    conflitto e la competizione dove il più forte è quello destinato a

    sopravvivere e a svilupparsi influenzando tutta l’evoluzione

    della specie. Questa visione fortemente legata al concetto

    meccanicistico della realtà è quella che ha determinato e

    alimentato gli scontri e le guerre dei secoli passati ed anche

    l’attuale “crisi” planetaria che stiamo vivendo.

    Nonostante le recenti scoperte scientifiche abbiano ormai

    decretato la falsità di questi concetti, l’essere umano

    non riesce e liberarsene veramente e continuiamo la nostra

    permanenza sul pianeta, condizionati da convinzioni che ormai,

    anche da un punto di vista scientifico, sono false e obsolete. I

    8 http://it.wikipedia.org/wiki/Fenomeno_della_centesima_scimmia

  • 48

    nostri giornali, i nostri mass-media e, quello che è più grave, i

    nostri programmi didattici e i libri di testo, sono

    ancora completamente impregnati e saldamente ancorati ad un

    paradigma evidentemente fasullo, basato sulla necessità del

    conflitto, della competizione e dello scontro (a partire dalla

    teoria evoluzionistica del caro buon vecchio Darwin), più o

    meno aperto e più o meno alla luce del sole.

    La convinzione invece di tutti coloro che hanno abbracciato il

    nuovo paradigma o che cercano di farlo, è che la crisi di

    proporzioni titaniche che tutto il pianeta sta affrontando,

    dipenda proprio dal perdurare della visione meccanicistica

    competitiva del “mors tua vita mea 9 ”. Visione che ha

    determinato per altro situazioni che vanno dalle crociate, alla

    crisi atomica, passando per tutte le guerre e i conflitti del

    pianeta.

    La crisi nella quale siamo attualmente immersi e a cui sto

    facendo riferimento, ovviamente non è solo quella economica,

    sull’altare della quale tanti posti di lavoro per non parlare di

    vite umane, sono stati sacrificati, ma è una questione

    decisamente più ampia, cha abbraccia l’ecologia con i

    cambiamenti climatici, la scarsità di acqua e di cibo, il campo

    9 morte tua vita mia

  • 49

    energetico con la domanda sempre meno sostenibile di fonti

    energetiche, il campo della salute con l’insorgere di nuove

    malattie e una medicina tradizionale sempre più settoriale e

    parcellizzata, fino alla sovrappopolazione e al divario sempre

    più insostenibile tra ricchi e poveri.

    Però ancora una volta… se tutto quello che è, è sempre il

    meglio, la prima cosa da fare è liberarci dalla convinzione che

    tutto questo sia sbagliato. In un Universo dove Tutto è Amore

    in evoluzione, che si muove esclusivamente verso se stesso (e

    dove altro potrebbe andare se Tutto quello che è, è Amore?),

    non c’è posto per qualcosa che non sia Amore e quindi sia

    “male” o sia “sbagliato”.

    Il sistema e perfetto così com’è. L’unico che deve

    cambiare sei tu! Esci dal tumultuoso torrente degli

    eventi e prendine il controllo. Sii domatore di fiumi.

    Nell’ accusare il sistema del tuo fallimento lo stai

    idolatrando, gli stai assegnando i poteri di un Dio, ti

    inginocchi ai suoi piedi, ti pieghi al suo volere, ne

    diventi schiavo. In altre parole stai facendo il suo

    gioco, ne sei complice. Dare la colpa per quanto ti

    accade a qualcuno che non sei tu, significa trasferire la

    Forza da te a lui. (…) Il Sistema è perfetto, così come

  • 50

    l’universo è perfetto. La responsabilità di uscire dal

    Sistema è solo tua, si trova interamente nelle tue mani,

    non in quelle del Sistema. Ma se vuoi essere libero devi

    esserlo rispetto ai tuoi stessi meccanismi interiori, non

    rispetto a qualcuno che si trova là fuori. Là fuori ci

    sono solo le tue proiezioni, i tuoi sogni, i tuoi incubi. Se

    sei infelice a causa del Sistema, allora il Sistema è più

    forte di te e se è più forte di te non puoi vincerlo.

    Abbandona la descrizione rovesciata del mondo che

    viene inculcata sin da tenere età nei cuccioli

    appartenenti alle masse del pianeta. La causa è

    all’interno e l’effetto è all’esterno, non viceversa. Non

    stai male perchè il mondo è brutto, ma il mondo sembra

    brutto perchè tu stai male. Il Sistema di cui sei schiavo

    vuole fortemente che tu continui a lamentarti di lui e se

    tu iniziassi a combatterlo sarebbe ancora più contento.

    Nel lamentarti gli riconosci potere. La lamentela è la

    preghiera che gli rivolgi tutti i giorni. Nel lamentarti

    lo stai pregando come si prega un idolo. ”Divieni re e

    un regno ti sarà dato.”

    Salvatore Brizzi

  • 51

    Non ne usciremo se non attraverso un immediato e drastico

    cambio di paradigma, attraverso il quale dovremo cominciare a

    cambiare il modo di vedere noi stessi e di conseguenza la

    nostra realtà. E questo è un cambiamento interiore che ognuno

    deve e ha la possibilità di fare individualmente. Inutile chiedere

    aiuto a destra e a sinistra… devo attivarmi io, nessuno lo può

    fare per me! Nessuno! Non possiamo più nasconderci dietro la

    scusa che io cittadino medio del XXI secolo non ho

    l’opportunità di determinare un’economia sostenibile, piuttosto

    che di diffondere tecnologie salvavita, piuttosto che operare

    interventi biosostenibili per la salvaguardia del pianeta,

    piuttosto che fare pulizia di imbroglioni e farabutti al governo,

    o piuttosto che intervenire su un sistema equo di tassazione e di

    distribuzione della ricchezza.

    Ma semplicemente non è questo di cui mi devo occupare, non è

    preoccupandomene che me ne occuperò efficacemente.

    L’altro giorno chiacchierando dicevamo che non siamo

    costretti ad arrabattarci e trovare mille scappatoie per

    sopravvivere perché viviamo in un paese troglodita e surreale,

    ma viviamo in un paese troglodita e surreale perché

    continuiamo ad arrabattarci e trovare mille scappatoie per

    sopravvivere…

  • 52

    e quindi…

    Io non sono incazzata perché sono governata da

    incompetenti e ladri, ma sono governata da incompetenti e ladri perché sono incazzata!

    Questa è la verità! Quindi io devo occuparmi di me stessa e per

    prima cosa smettere di essere incazzata con il sistema! Io devo

    e posso intervenire su me stessa e sulla mia visione del mondo,

    non sul mondo! Quando avrò profondamente modificato la mia

    visione e la mia prospettiva, allora vedrò che l’economia

    sostenibile e la rinascita del pianeta avverranno di

    conseguenza, o mi si proporranno fluidamente occasioni anche

    per agire direttamente, ma senza esserne ossessionata e quindi

    senza grandi sforzi da parte di nessuno (nemmeno quello di

    occuparmi con tutte le mie forze di raggiungere la massa critica

    perchè ancora una volta la “massa critica” sarà raggiunta

    quando io sarò sveglia, non un attimo prima, ma nemmeno un

    attimo dopo, se quella è la strada migliore) senza bisogno di

    dichiarare “illegali” stati, governi, banche ecc… dichiarazioni e

    operazioni che hanno come primo effetto quello di alimentare

    la conflittualità tra il cittadino (me) e le strutture che

  • 53

    “dovrebbero” essere al mio servizio . Ma se non lo sono,

    ribadisco, non è dichiarando la loro illegalità (conflitto), che

    risolverò il problema, non è passando il pettine sullo specchio

    che potrò sistemarmi la frangia!

    “La realtà che vivi è una delle tante possibili: se non ti

    piace quel che ti circonda è perché è giunto il momento

    di spostarti in una realtà, che ti piaccia di più. Una

    realtà che a te non piace, magari è utile e funzionale

    per altri. Volerla cambiare è presunzione; è come

    cambiare una trasmissione tv dipingendo sullo

    schermo. Cambia canale e fai prima.”

    Cinabro Zady

    Finchè continuiamo a ripetere che Tutto quello che è, è sempre

    il meglio, ma non ci arrendiamo a viverlo, ad essere

    effettivamente quel meglio che diciamo di essere, a sentirci

    davvero parte della perfezione cosmica… continueremo ad

    avere una moltitudine di cose che non vanno e una valanga di

    situazioni da cambiare!

    La cosa davvero più produttiva, quella veramente efficace è

    fare ogni “sforzo” per entrare con il cuore nel nuovo paradigma

    dove non siamo rassegnati e cerchiamo di sopravvivere come

  • 54

    possiamo perché viviamo in un paese surreale, ma viviamo in

    un paese surreale perché siamo rassegnati e cerchiamo ogni

    scappatoia per sopravvivere.

    Certo mettersi veramente col cuore e non solo con il

    ragionamento in quest’ottica non è né facile né immediato dato

    anche che (tra le altre cose) viviamo in un paese il cui livello di

    surrealismo è senza limiti!

    Tuttavia resta certamente vero il concetto che

    “Se non sei parte della soluzione,

    allora sei parte del problema!”

    ed è proprio sulle soluzioni che dobbiamo concentrarci, non

    perché non vediamo i problemi o i problemi ci lasciano

    indifferenti, ma perché abbiamo capito che i problemi nascono

    e si sviluppano dentro di noi. Questa è una delle principali

    regole di questo gioco, e finché non l’avremo davvero

    assimilata e compresa, continueremo a giocare a mosca cieca

    anziché “vivere”!

    Questa ORA è la nostra grande opportunità! Toglierci la benda

    e leggere il foglietto delle istruzioni.

    Se siamo nella situazione in cui siamo, se tutto il mondo è

  • 55

    coinvolto in questa crisi Universale, la motivazione principale

    è dentro di me ed è lì che devo lavorare.

    “Qui sta il punto: o pensiamo in modo magico,

    esoterico, spirituale… oppure pensiamo in modo

    ordinario. O vibriamo in un modo, oppure nell’altro. O

    crediamo in certi assunti, oppure in altri. O compiamo

    delle scelte e delle azioni coerenti con un paradigma e

    stiamo alla realtà di quel paradigma, oppure siamo

    nell’altro, alimentiamo la realtà tipica e coerente con

    quell’altro paradigma”

    Carlo Dorofatti

    Che senso ha lottare per gli ideali, prendersela con le banche,

    scendere in piazza contro la corruzione del sistema, decidere di

    battere moneta propria o di non batterla proprio dichiarando

    illegale il denaro, ribellarsi agli stati e alle nazioni, prendersela

    con i parlamentari ladri, e poi essere noi i primi a non pagare

    le tasse, a raccontarci che non sia giusto farlo o a non fermarci

    davanti alle strisce pedonali o a non restituire il resto eccessivo

    che il negoziante ci dà o a utilizzare quel po’ di potere che

    abbiamo nel nostro campo per prevaricare gli altri

    ecc… immettendo ovunque energia di rabbia, rancore, colpa e

  • 56

    poi il giorno dopo, siamo nuovamente incazzati neri a sbraitare

    contro gli altri automobilisti tutti bloccati nel solito traffico

    incancrenito, o a urlare in faccia al nostro vicino tutta la nostra

    rabbia perché le sue foglie ci hanno insozzato indicibilmente il

    vialetto, o a impedire a nostro figlio di frequentare il suo

    compagno di classe perché non ci piace la sua famiglia,

    eccetera, eccetera, eccetera.

    L’atto più forte e dirompente verso il nemico

    è abbandonare il fronte, voltargli le spalle, andare

    altrove. Un nemico ignorato, che perde la sua carica di

    dramma e la sua essenza di minaccia, scompare.

    Simone Perotti

    Un uomo libero è colui che ha un atteggiamento mentale libero

    ed è l’uomo più potente. Solo così possiamo “vincere” a questo

    gioco. Un uomo libero è colui che non si fa dire cosa deve fare

    e come deve comportarsi da nessuno, nemmeno dalle regole e

    dalle convenzioni, l’uomo libero è quello che fa esattamente

    ciò che ritiene giusto in ogni situazione senza mai mancare di

    rispetto a nessuno, l’uomo libero è quello che non ha bisogno

    di raccontarsi favole per giustificare il suo agire. L’uomo libero

  • 57

    è libero anche all’interno delle regole del vivere civile, l’uomo

    libero è quello che non lotta, ma trascina le folle con la

    semplice ed inarrestabile forza del suo esempio. L’uomo libero

    è colui che Ama profondamente se stesso e riflette questo

    Amore in ogni sua relazione.

    Ci ascoltano al telefono. Ci guardano i satelliti. Ci

    intasano nel traffico. Controllano gli acquisti. Ci

    rubano le password. Ci frugano nel bancomat. Ci

    irradiano. Ci scannerizzano. Ci perquisiscono. Eppure

    non mi sono mai sentito così libero. Perché io danzo

    sulla frontiera. (…) Noi siamo delle lucciole che stanno

    nelle tenebre

    Jovanotti

    Solo assumendo questo atteggiamento mentale saremo

    finalmente una moltitudine di uomini liberi e pacifici, che non

    hanno bisogno di lottare contro nulla, perché hanno capito che

    lottare significa manifestare la propria rabbia, ma la rabbia e la

    sua manifestazione rende solo deboli. Lottare significa

    sottomettersi ai propri limiti.

    Chi ha smesso di lottare contro, sa che quello che non va,

    quello contro cui si vorrebbe appunto lottare, dipende

  • 58

    unicamente dalla propria percezione della realtà. Espandendo

    la nostra visione avremo il quadro completo e comprenderemo

    come percependo le cose per il verso corretto che hanno,

    renderemo la manifestazione della realtà sempre più facilmente

    percepibile come migliore.

    Solo persone migliori rendono migliore la società e per essere

    persone migliori dobbiamo cominciare a percepirci come esseri

    migliori, come uomini giusti, come persone corrette,

    cominciamo a percepirci come la manifestazione di quel

    “pono” così importante per gli Hawaiani10!

    Quindi smettiamo di pensare a cosa fanno gli altri, cosa

    dovrebbero fare gli altri, come si comportano o come

    dovrebbero comportarsi gli altri anche nei nostri diretti

    confronti e modifichiamo noi stessi, l’unico essere sul quale

    abbiamo totale potere… potere che da lì, da noi stessi, si

    espande però a tutto l’universo!

    Dobbiamo essere felici noi…. indipendentemente da quello che

    dicono, fanno, pensano gli altri, indipendentemente anche da

    tutto ciò che gli altri, potrebbero, dovrebbero, fare, dire,

    pensare per renderci falici (quest’ultima è una delle catene più

    pesanti che ci siamo forgiati, uno degli ostacoli più difficili da 10 cfr “Ho-oponopono occidentale” di Giovanna Garbuio; Il Punto d’Incontro; 2014

  • 59

    individuare in questo gioco di ruolo).

    Cambiamo noi stessi, dove cambiare noi stessi significa

    semplicemente comprendere che non c’è niente da cambiare e

    quindi lasciarci essere, lasciare che la nostra Reale Identità

    venga a galla nella maniera più fluida e automatica e lasciamo

    che gli altri facciano il loro percorso anche se il loro percorso li

    porta lontani anni luce da noi, la cosa non ci riguarda! Questo

    gioco a cui stiamo tutti giocando ha plance molto grandi ed

    espandibili ulteriormente all’occorrenza.

    Se poi la soluzione migliore per tutti sarà che gli altri cambino

    allora cambieranno, ma può essere anche di no. Ci sono due

    possibilità per gli altri della nostra vita durante il nostro

    cambiamento: se noi cambiamo e non siamo più affini

    energeticamente a loro, o loro cambiano a loro volta (perché

    questa è la cosa migliore anche per il loro percorso) oppure

    escono definitivamente dalla nostra vita, in maniera tanto più

    indolore quanto più noi siamo centrati con noi stessi, tanto più

    noi siamo vicini ad identificarci anche razionalmente con la

    nostra Reale Identità. Il conflitto, l’antagonismo non saranno

    più questioni che ci riguardano.

    Nessuno è più libero e sano di chi è più di se stesso e

    riesce a vedere il proprio “io” come se fosse un altro.

  • 60

    Anche Mosè e Gesù allusero a questa salute quando

    esortarono ad amare gli altri come se stessi.

    Igor Sibaldi

    Noi dobbiamo solo accettare nel nostro cuore e quindi viverlo

    come ovvio e normale il fatto che la competizione e quindi il

    conflitto non fanno parte dello stato naturale dell’essere.

    L’uomo è nato per collaborare non per competere,

    semplicemente perché io e te siamo la stessa cosa! Tutto è Uno e l’Uno è Amore. E siamo la stessa cosa con gli altri e con

    tutto il pianeta che abitiamo (compresi i nostri governanti e le

    multinazionali), tanto per limitarci ai confini terreni, per cui il

    conflitto, la competizione non hanno semplicemente ragione di

    essere, perché analizzati da questo punto di vista, sono sempre

    contrasti interiori tra una parte di me e un’altra parte di me!

    Anche la scienza sta facendo venire a galla queste profonde

    verità, l’ignoranza delle quali ci ha condotto sull’orlo del

    baratro.

    La chiave per affrontare le crisi che minacciano la

    nostra sopravvivenza si trova nel costruire rapporti

    basati sull’aiuto reciproco e la cooperazione

  • 61

    nell’adattarci ai cambiamenti invece di puntare il dito

    assegnando colpe e rendendo difficili queste alleanze

    vitali.

    Gregg Braden

    e con questo si intende ovviamente non prendersela nemmeno

    con le banche, con le assicurazioni, con i parlamentari ecc…

    La competizione violenta e la guerra (ma anche la rivoluzione,

    pacifica o cruenta che sia) sono la manifestazione contraria

    rispetto all’istinto naturale dell’essere umano. E anche questa è

    una verità confermata da un’enorme quantità di studi

    scientifici. L’essere umano è naturalmente portato alla

    cooperazione e alla collaborazione, non alla competizione. La

    competizione e il conflitto sono comportamenti inadatti, che ci

    costano molto maggiore sforzo rispetto al comportamento

    inverso di serena collaborazione. E l’essere umano ha a

    disposizione tutti gli strumenti utili e necessari per tornare

    all’origine e quindi per andare incontro alla propria Reale

    Identità, verso la salvezza dell’umanità e il “debellamento”

    definitivo di ogni crisi presente e futura.

    Le crisi sono portatrici di evoluzione

  • 62

    Bruce Lipton

    Non a caso nella cultura orientale il concetto di crisi e il

    concetto di opportunità sono equiparabili e questo momento

    storico di profonda ‘crisi mondiale’ porta con sé la possibilità

    inedita di affrontare finalmente un’evoluzione consapevole.

    Nella fisica quantistica possiamo leggere una nuova versione

    delle antiche filosofie spirituali consapevoli dell’esistenza di un

    Universo in cui Tutto è energia interconnessa. Le nostre menti

    consapevoli hanno potenzialmente la capacità di cambiare gli

    abitanti del pianeta terra partendo da noi stessi e con essi il

    pianeta stesso e guarirlo e in questo modo cambiare

    diametralmente le regole di questo gioco, che comunque sia,

    per quanto tragicamente lo interpretiamo, rimane un gioco.

    Oggi abbiamo la possibilità di recuperare le antiche saggezze

    con una consapevolezza nuova e attraverso quelle ataviche

    conoscenze in alleanza, con le prove scientifiche di

    oggi, possiamo direzionare la nostra attenzione alla cura

    collaborativa di noi stessi e della nostra terra.

    La nostra evoluzione dipende dalla nostra capacità immediata

    di cambiare paradigma e con esso quindi modificare tutte

    quelle convinzioni che ci mantengono in questo impasse.

    Accettare la nostra responsabilità circa la situazione in cui ci

  • 63

    troviamo significa permetterci di utilizzare il nostro potere per

    modificarla anche radicalmente e questo può avvenire in tempi

    rapidissimi se ci mettiamo nella giusta prospettiva e ci

    permettiamo di agire, indipendentemente da quello che faranno

    gli altri e indipendentemente da quanti altri faranno ciò che

    faccio io!

    Tutto il potere viene da dentro (ma da dentro di me, non da dentro gli altri!)Quando cominciamo ad essere davvero consapevoli di questo meccanismo il cambiamento sarà a brevissima portata di mano: cominciamo a comprendere che quello che accade nel mondo è un riflesso di quello che siamo dentro e cominciamo a comprenderlo, perché ci accorgiamo delle corrispondenze, ci accorgiamo di come partendo da questo presupposto tutto si spieghi, di come ogni pezzetto del puzzle vada magicamente al suo posto, in una logica e in una linearità lapalissiane. Non ci crederemo per fede, cominceremo a saperlo per esperienza.

    Lascia stare lo specchio e cambia la tua faccia. Lascia

    stare il mondo e cambia la tua concezione di te stesso.

    Neville

  • 64

    Ecco che i desideri appassionati sono quelli che ci spingono

    oltre lo spazio/tempo e modificano le scenografie del nostro

    gioco di ruolo.

    Ognuno ha questo potere totale su sé stesso mentre non

    abbiamo alcun potere sulla realtà altrui, come nessuno ha la

    minima possibilità di intervenire sulla nostra realtà.

    Nessuno può farci del male se non noi stessi, con le nostre

    azioni, con le nostre reazioni, con i nostri pensieri, con le

    nostre emozioni. La nostra pedina sulla plancia la possiamo

    muovere soltanto noi e i dadi idem… siamo sempre e solo noi

    a lanciarli.

    Noi stessi siamo la causa dei nostri mali e dei nostri beni, non

    altri e non altro. Gli altri come tutte le situazioni esteriori sono

    solo il tramite con cui l'equilibrio universale, anche definito

    "Giustizia Divina", agisce.

    Noi paghiamo tutti i nostri debiti e riscuotiamo tutti i nostri

    crediti e la moneta di scambio è l’energia che si manifesta nella

    nostra realtà. Quindi capiamo bene che sapere come

    funzionano le cose (essere consapevoli) o non saperlo può fare

    davvero la differenza.

    Comprendiamo quindi che se non abbiamo sospesi energetici

  • 65

    da saldare siamo inattaccabili. E un modo per saldare i nostri

    “sospesi” e renderci comunque inattaccabili è anche quello di

    emanare energia d'Amore verso tutte le persone e tutte le cose.

    Sarà energia che comunque compenserà quello che in molti

    definiscono debito Karmico. E Ho’oponopono, per esempio, fa

    precisamente questo, trasforma i nostri “debiti Karmici” o

    blocchi energetici o ostacoli interiori (sono tutti la stessa cosa:

    energia ostruita dalla percezione) in AMORE puro!

    Ecco perché quando sentiamo parlare di sofferenza associata

    all’amore dobbiamo sapere che si sta discutendo di una grande

    assurdità. “Io amo mio figlio, mio marito, mio padre ed è per

    questo che soffro” è una frase che non ha senso. L’Amore non

    conosce sofferenza: o si Ama o si soffre, e di conseguenza se si

    soffre significa che non si sta davvero Amando. Non si può

    Amare e contemporaneamente soffrire, le due cose non sono

    compatibili. L’Amore non è sofferenza. La verità è che si

    soffre perché non si Ama, perché continuiamo a farci guidare

    dal bisogno di possesso, dal bisogno di approvazione, dal

    bisogno di controllo, dall’attaccamento che non sono

    caratteristiche dell’Amore, ma piuttosto del non amore. Ci

    sono tante persone che sono convinte di "soffrire perchè

    amano!" E ovviamente non c'è niente di male in questo... se è

    così è perchè un determinato percorso passa di là... Però in

  • 66

    quanto al "soffro perchè lo amo" è una delle affermazioni più

    assurde che si possano fare! Si pensa di soffrire quando

    l’amorre non è corrisposto, ma l’Amore non “deve”

    necessariamente essere corrisposto. L’Amore è libero da ogni

    aspettativa… Le aspettative sono caratteristiche del non-amore.

    Che noi esseri umani siamo piuttosto bravi a raccontarcela e

    molto asini nell'Amare... è anche questa una grande verità! Se

    l’energia originaria è Amore, se Tutto è Uno e l’Uno è Amore

    allora anche il corpo e la mente sono Amore e tutto sta ad

    accettarli nella loro funzione, ad usarli anzichè farci usare e a

    non demonizzarli. Se esistono, se sono e se sono come sono

    significa che va bene così… e questo non ci impedisce certo di

    sintonizzarci sulla frequenza dell’Amore incondizionato… non

    sono il corpo e la mente che ce lo impediscono, sono i blocchi

    energetici che ci siamo costruiti… che però se esistono…

    guarda caso… significa che va bene così! Scusate per il

    ragionamento astruso… ma non è facile portare in parole un

    sentire che è molto più facile realizzare e vivere che spiegare.

    Ma come per tutto il resto cominciare a comprendere come

    funzionano le cose può essere davvero di grande aiuto per

    imboccare la strada più giusta per evolvere e per goderci

  • 67

    appieno la nostra partecipazione a questo gioco di ruolo.11

    E’ tutto molto semplice, basta comprenderlo e per farlo è

    sufficiente manifestare l’intenzione di rendersene consapevoli.

    Tutto quello che non ci va, tutto quello che ci infastidisce e ci

    fa soffrire sono tutte caratteristiche da pulire (potremo anche

    rappresentarle con i cartoncini degli “imprevisti” come a

    Monopoli).

    Le malattie dei nostri amici e conoscenti, la gente che si

    arrabbia, che ci aggredisce, che è maleducata con noi, che ci

    ferisce, il vento violento, la pioggia battente, il gelo persistente,

    é tutto dentro di noi, noi siamo la malattia, noi siamo la rabbia,

    noi siamo la maleducazione, noi siamo il gelo e sono tutte

    caratteristiche da pulire trasformando questi “imprevisti” in

    “accettazione” e quindi riconoscere in essi l’essenza d’ Amore

    puro!

    Come dentro così fuori, come sopra così sotto,

    come in cielo così in terra.

    Che bello è svegliarsi, comprendere che il Divino ci ripropone

    all’infinito le cose affinchè noi le comprendiamo, proprio come 11 Grazie a Gabriella Botti, per lo stimolo e per essere un Gigante!

  • 68

    in un gioco di ruolo, se non cambi strategia, inciamperai

    sempre negli stessi ostacoli. Non serve a niente cercare di

    capire perchè gli altri sono arrabbiati, perché il gelo persiste o

    da dove deriva la malattia del mio vicino, è sufficiente

    guardare dentro e chiedersi “cosa c’è dentro di me che ha

    manifestato tutto questo?” E la cosa meravigliosa è che non è

    necessario individuarlo per trasmutarlo, è sufficiente avere

    l’intenzione di farlo e farlo!

    Ecco il senso di Amare quelle sensazioni spiacevoli e fastidiose

    che però ci stanno dando l’opportunità di crescere dentro.

    Io sono un vulcano pronto ad esplodere e quell’implosione non

    sfogata si manifesta nelle malattie dei miei amici, io sono

    arrabbiata e la rabbia si percepisce negli amici che litigano tra

    loro o negli sconosciuti che mi aggrediscono o nell’impiegato

    maleducato, io sono violenta, sono arida e l’universo mi

    risponde con il gelo del clima. Le regole del gioco sono

    queste.

    Tutto è qui ora! Tutto è dentro e fuori e si realizza per farmi

    prendere coscienza che tutto è mia responsabilità al 100%. Tutto ciò che accade, accade esclusivamente con lo scopo di

    farci svegliare, di darci la possibilità di tornare a casa, anche

    restando qui e si manifesta attraverso le nostre memorie che

  • 69

    continuano a ripetersi, per scrollarci e farci accorgere. E tutto è

    così semplice, basta osservare e tutto si spiga facilmente: è

    tutto dentro. Dunque non solo quando mi trovo in una

    situazione bella o brutta anche io ne faccio parte, ma ne sono la

    causa.

    Renderci consapevoli di essere responsabili al 100% di tutto

    quello che sappiamo che accade nel Mondo e nella nostra Vita,

    ci permette di osservarci senza giudicarci, evitando così di

    alimentare tutte quelle memorie che continuano a procurarci

    tanti fastidi, rallentando la crescita dell’Amore originario in noi

    stessi, quindi rallentando la nostra realizzazione del nostro vero

    Io: l’identità del sé. In questo consiste il ritorno a casa, nel

    riconoscerci.

    Entriamo in quest’ottica, mettiamoci da parte e osserviamo

    dove l’universo vuole andare a parare, avremo senza dubbio

    delle belle sorprese se riusciremo ad evitare di giudicare quello

    che accade e a lasciarlo accadere fino in fondo.

    Assumersi la responsabilità al 100% in sintesi significa

    semplicemente accettare che noi siamo la causa dell’effetto,

    noi siamo i creatori della creazione, e quindi Amare ogni

    situazione come parte di noi e come emanazione del divino che

    è in noi, quel nucleo di cui parlavamo all’inizio.

    Ogni Essere o situazione ha bisogno soltanto di Amore;

  • 70

    dell’Amore che trasmuta tutto in Amore e ci permette di

    giocare fluidamente.

    Noi possiamo cambiare gli altri solo in funzione di come

    cambiamo noi. Cambiando noi, gli altri che non saranno più in

    sintonia con il nostro nuovo sé, cambieranno, se il loro

    percorso lo prevede, oppure usciranno dalla nostra realtà,

    sostituendo noi (che non siamo più in sintonia con loro) con

    qualcun altro che li rispecchi e a cui possano fare da specchio.

    Quindi attraverso il potere completo che abbiamo su noi stessi

    e sulla nostra realtà agiamo in modo da condividere o meno la

    nostra esperienza con determinati altri, che quando agiscono

    nella nostra vita lo fanno alle nostre condizioni che

    evidentemente sono compatibili con le loro12. Ovviamente

    anche loro mantengono la totale potenzialità su se stessi e su

    tutto ciò che li riguarda.

    Detto in altre parole, se le potenzialità di qualcuno non sono

    compatibili con la nostra interiorità che manifesta la nostra

    esteriorità, se cioè qualcuno non riflette niente di noi, non c’è

    assolutamente nessuna possibilità che questo qualcuno entri a

    far parte del nostro gioco di ruolo e meno che mai sarà

    possibile che ci coinvolga emotivamente.

    12 Memorie condivise di ho’oponopono

  • 71

    Nello stesso tempo, se noi non siamo compatibili con

    l’interiorità di qualcuno che magari potrebbe riflettere invece

    qualcosa di noi, non sarà quell’individuo determinato ad

    entrare nella nostra vita, ma sarà qualcun altro con

    caratteristiche analoghe. Gli altri, tutti gli altri, entrano nella

    nostra vita per mostrarci qualcosa e questo è assolutamente

    reciproco.

    Incontriamo soltanto persone meravigliose (anche le più

    insopportabili lo sono) che hanno qualcosa da farci

    comprendere, anche se paradossalmente non lo sanno e a

    queste stesse persone, noi mostriamo qualcosa di determinato,

    utile per la loro evoluzione. E’ così che funziona, fa parte delle

    regole di base del gioco.

    Perciò cambiando noi stessi o i nostri compagni giocatori

    cambiano anch’essi, stimolati magari dalla risonanza della

    nostra vibrazione o usciranno dalla nostra vita,

    abbandoneranno il nostro tavolo da gioco per lasciare posto ad

    altri concorrenti più in sintonia con il nostro nuovo livello

    vibrazionale.

    Stessa cosa dicasi per le situazioni: le situazioni che non sono o

    non sono più in sintonia con la persona nuova che siamo

    diventati o evolveranno per rimettersi in armonia con noi o si

    scioglieranno fino ad andare ad esaurimento, e questo è ciò che

  • 72

    noi interpretiamo come “problemi che si risolvono”.

    Quindi accettiamo con serenità le separazioni e l’evolvere delle

    cose con la consapevolezza che quello che è… è sempre il

    meglio. Questa è la principale delle regole del gioco.

    Lasciamo fare alle cose il proprio corso, ci accorgeremo di

    come sempre più spesso saremo nel posto giusto al momento

    giusto, senza sforzo e soprattutto senza stressante continuo

    bisogno di controllo su tutto. Meno avremo le situazioni sotto

    controllo, più esse evolveranno in maniera “miracolosa”!

    Essere in pace con gli altri e con l’Universo è una condizione

    dell’essere che deriva direttamente e unicamente dallo stare in

    pace con sé. Non c’è bisogno di pensarla come gli altri, di

    essere d’accordo con i loro modi con le loro azioni, la cosa

    importante è essere consapevoli che sono i loro modi e le loro

    azioni e vanno rispettati per questo, ma non per forza condivisi.

    Se noi saremo in accordo con noi stessi non si presenteranno le

    occasioni di essere in disaccordo con gli altri. E’ tutto molto

    più semplice di quello che sembra.

    Ascoltiamo quindi i consigli del nostro cuore che ci sta

    continuamente trasmettendo le indicazioni del nostro Io

    superiore. Scegliamo sempre in base al nostro sentire fluido e

    non potremo sbagliare (non sbaglieremo comunque).

    E se non sappiamo interpretare le nostre sensazioni, poniamo

  • 73

    delle domande chiare all’Universo. Le risposte arriveranno

    sempre, attraverso segnali chiari e inequivocabili. Mettiamoci

    in ascolto con cuore aperto e mente libera e le risposte

    giungeranno. È tutto molto più semplice di quello che sembra,

    ma davvero molto, molto più facile! Sperimentiamo e non

    avremo più dubbi.

    Questo gioco di ruolo ha regole semplici, è il volerle

    interpretare a tutti i costi invece che limitarci a seguirle che le

    rende complicate.

    In verità le complicazioni sono anch’esse segnali, sono

    semplicemente il richiamo che ci invita a cambiare direzione.

    Se una cosa si presenta complessa, irta di ostacoli, significa

    soltanto che il nostro percorso non dovrebbe passare di là.

    Scegliamo il nostro percorso di gioco consapevolmente e

    lanciamo i dadi!

    Buon viaggio!

    Giò

  • 74

  • 75

  • 76

    Tutto quello che hai letto in questo libro, se è affine alla tua

    sensibilità lo è perché sono cose che conosci già. A me forse il

    merito di avertele fatte ricordare in maniera semplice e lineare.

    E se così è andata, tieni comunque presente, che è accaduto

    solo perché tu hai deciso in qualche modo che accadesse. Se ti

    è rimasta ancora qualche domanda priva di risposta, prova a

    guardare più in profondità dentro te stesso e se la risposta

    ancora non compare, forse devi attirare qualche altro strumento

    utile a proseguire la tua crescita e la tua ricerca, utile a riportare

    alla tua mente ciò che già sai… ma comunque sia… le risposte

    sono tutte addormentate dentro di te!

  • 77

  • 78

    www.giovannagarbuio.com

    www.hooponoponooccidentale.it

    [email protected]

    Iscriviti alla newsletter:

    http://giovannagarbuio.com/giocodiruolo/

    Appuntamenti dal vivo

    http://www.giovannagarbuio.com/seminari-hooponopono-

    occidentale-riassuntivo/

  • 79

  • 80

    Dello stesso Autore

    Pubblicati di carta, disponibili in libreria o on line:

    “Gioco di Ruolo”; Giovanna Garbuio; Nui Loa; 2011

    “Ho’oponopono occidentale”; Giovanna Garbuio; Il punto d’Incontro; Settembre 2014

    “Il viaggio di Maui”; Rodolfo Carone, Giovanna Garbuio,

    Francesca Tuzzi; Il punto d’Incontro; Aprile 2017

    “Ho’oponopono; tutte le strade portano all’Amore” Josaya;

    Bis Edizioni; Giugno 2012

    “Ricomincio da me” Giovanna Garbuio; Uno Editori; Settembre 2013

    “Soffrire non è necessario”; Giovanna Garbuio; Il punto d’Incontro; Maggio 2016

    “Ho’oponopono e EFT” Josaya con Bruno Zanaboni; Uno

    Editori; Aprile 2012

    “Ho’oponopono: manuale essenziale”; Giovanna Garbuio;

    Nui Loa; 2015

    “Connessione alla Vita”; Giovanna Garbuio; Nui Loa; 2014

    “Le storie di Maui”; Rodolfo Carone, Giovanna Garbuio,

    Francesca Tuzzi; L’età dell’Acquario; settembre 2017

  • 81

    “Ho’omana”; Rodolfo Carone, Giovanna Garbuio, Francesca

    Tuzzi; Il punto d’Incontro; Febbraio 2018

    “Gli specchi esseni”; Giovanna Garbuio; Il punto d’Incontro;

    2018

    “Ho’oponopono; La pace comincia da te” Josaya; Uno

    Editori; Settembre 2010

    “Il Cerchio della Vita” a cura di Giovanna Garbuio; Nui Loa; Gennaio 2018

    “Mamma in divenire”; Giovanna Garbuio; Nui Loa; 2012

    “La morte della Morte”; Giovanna Garbuio; Nui Loa; 2017

    solo versione e-book

    “Vita: Istruzioni per l’uso”; Giovanna Garbuio; Nui Loa;

    2009

    “E-book delle risposte”; Giovanna Garbuio; Nui Loa; 2013

    http://www.giovannagarbuio.com/strumenti/libri/

  • 82

  • 83

  • 84

    Nota sull’autrice

    Giovanna Garbuio è nata Trieste nel 1967. Oggi vive in

    Veneto.

    Da sempre alla ricerca di risposte ha cominciato a scrivere per

    capire.

    Scrive regolarmente su www.giovannagarbuio.com.

    Conduce seminari sul tema dell’Ho’oponopono occidentale ad

    ampio raggio in tutta Italia e in Svizzera.

    Ha realizzato interviste radiofoniche e televisive sempre con

    l’intento di diffondere in Italia la filosofia di Ho’oponopono

    occidentale che considera un patrimonio dell’umanità e che

    pensa sia uno strumento grandioso che ci è stato consegnato

    per realizzare il nostro progetto di vita.

    Ha pubblicato libri e infoprodotti (e-book, video e audio) sul

    tema dell’Ho’oponopono occidentale in particolare e sul tema

    della crescita spirituale più in generale.

    Di sé dice: “Ho capito qual è la nostra vera essenza, ma

    continuo a pensare che il senso dell’umorismo e l’ ironia siano

    le più grandi doti che un uomo possa avere! Io sono Felice! Ho

    tutto quello che si può desiderare, ma non metto limiti alla

  • 85

    divina provvidenza! Tutto si può migliorare. “Grazie è

    perfetto! Ne voglio ancora!”

    Del suo percorso spirituale e letterario dice: "Sono convinta

    che la strada si tracci camminando. Perciò con Ho’oponopono

    occidentale mi sono trovata ad andare fuori dal contesto

    storico ed etnico-culturale dell'originale semplicemente perché

    ogni sperimentazione diretta è mediata dal proprio sentire,

    ovviamente influenzato dal proprio modo di essere. La storia

    della spiritualità è piena di questo tipo di percorsi risultati

    estremamente efficaci: da Carlos Castaneda, a Alejandro

    Jodorowsky per citarne solo alcuni. Trovo poco condivisibile

    che persone della nostra cultura e tradizione indossino i panni

    della spiritualità Zen senza averne mai assorbito le

    caratteristiche culturali a monte, solo per rendere più credibile

    la propria ricerca interiore e spirituale. Penso che lo sviluppo

    di un linguaggio attuale e occidentale che non inciampi nelle

    trappole delle autosuggestioni orientali possa essere molto

    efficace e risultare di buon supporto anche per chi è poco

    propenso a "credere", a sperare o a sposare ideologie altrui e

    preferisce invece “sapere” sperimentando la propria via."

  • 86

  • 87

  • 88

    Quando ti trovi di fronte ad una scelta... guardati dentro e chiediti:

    "cosa farebbe l'Amore?"

    Se segui il consiglio che ne deriverà

    farai sempre la scelta giusta

    che ti porterà dritta dritta

    a realizzare tutti i tuoi obiettivi!

  • 89

  • 90

    There is a Kumu’ike (Wisdom Source) from which all things

    are made from. It is a force that is omnipresent and fills the

    interspaces of all things within the universe. It is where all life

    comes from.

    Maka'Ala Yates

  • 91