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GEMELLAGGIO PROGETTO “ARTE SENZA FRONTIERE” Anno Scolastico 2014/15 ___________________ Colegio Público "Gloria Fuertes" Montequinto-Dos Hermanas (Sevilla) - SPAGNA Scuola primaria “San Francesco d’Assisi” Altamura (Bari) – ITALIA NATALIA Y EL GRAN VIAJE NATALIA E IL GRANDE VIAGGIO PRIMO CAPITOLO AUTORA: NATALIA CUEVAS ALFONSECA 4º A Erase una vez una niña que se llamaba Natalia, tenía nueve años, siempre llevaba su vestido favorito : un vestido color cereza con una cinta color marfil en la cintura. C'era una volta una ragazza che si chiamava Natalia, aveva nove anni, indossava sempre il suo vestito preferito: un vestito color ciliegia con un fiocco color avorio alla cintura. Su mejor amiga se llamaba Lucía, a las dos les gustaba cantar, bailar... pero mucho más pintar. Su madre y su padre no se llevaban bien, entonces cada noche, les decía que se iba a dar una vuelta por el parque ; pero no era así. La sua migliore amica si chiamava Lucia, a entrambe piaceva cantare, ballare... ma molto di più dipingere. La madre e il padre di Natalia non andavano d'accordo, allora ogni notte Natalia diceva loro che andava a fare una passeggiata nel parco; ma non era così. Ellas quedaban cada noche en la puerta del Museo de Bellas Artes de

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GEMELLAGGIOPROGETTO “ARTE SENZA FRONTIERE”

Anno Scolastico 2014/15___________________

Colegio Público "Gloria Fuertes"Montequinto-Dos Hermanas (Sevilla) - SPAGNA

Scuola primaria “San Francesco d’Assisi”Altamura (Bari) – ITALIA

NATALIA Y EL GRAN VIAJE

NATALIA E IL GRANDE VIAGGIO

PRIMO CAPITOLO

AUTORA: NATALIA CUEVAS ALFONSECA 4º A

Erase una vez una niña que se llamaba Natalia, tenía nueve años, siempre llevaba su vestido favorito : un vestido color cereza con una cinta color marfil en la cintura.C'era una volta una ragazza che si chiamava Natalia, aveva nove anni, indossava sempre il suo vestito preferito: un vestito color ciliegia con un fiocco color avorio alla cintura.

Su mejor amiga se llamaba Lucía, a las dos les gustaba cantar, bailar... pero mucho más pintar. Su madre y su padre no se llevaban bien, entonces cada noche, les decía que se iba a dar una vuelta por el parque ; pero no era así.La sua migliore amica si chiamava Lucia, a entrambe piaceva cantare, ballare... ma molto di più dipingere. La madre e il padre di Natalia non andavano d'accordo, allora ogni notte Natalia diceva loro che andava a fare una passeggiata nel parco; ma non era così.

Ellas quedaban cada noche en la puerta del Museo de Bellas Artes de Sevilla y, aunque ya estaba cerrado,el guardia era un poco olvidadizo y siempre se dejaba la puerta abierta.Loro (Natalia e Lucia) si incontravano ogni notte di fronte al Museo di Belle Arti di Siviglia, anche se a quell’ora era già chiuso, ma il guardiano era un po’ smemorato e lasciava sempre la porta aperta.

Entraban cada noche a ver los cuadros, pero el día 30 de enero fue diferente, se escuchaban ruidos raros, ellas no echaron mucha cuenta que digamos.Entravano ogni notte per ammirare i quadri, ma il 30 gennaio fu diverso, si sentivano strani rumori, ma loro non ci fecero caso.

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Su sala favorita era la Murillo. Cuando llegaron a la sala, no había cuadros, sólo quedaba el de la Inmaculada la Grande.La sala preferita di Natalia era quella di Murillo. Quando arrivarono nella sala, non c’era nessun quadro, solo il quadro dell'Immacolata la Grande.

Se sentaron en el suelo para contemplar aquel cuadro, cuando vieron a un hombre llorando en una esquina de la sala. Se levantaron y le dijeron : -¿ Qué te pasa ? -Hola , me llamo Bartolomé Estaban Murillo y se han llevado mis cuadros. -¿A dónde se los llevan ? -No lo sé- dijo el hombre llorando. -Pero hombre, no llore usted, seguro que encontramos sus cuadros. -Bueno, vale, hay… un camión fuera! -¡ Seguro que encontramos alguna señal que nos diga dónde van sus cuadros!. -¡ Claro que si, qué buena idea !Si sedettero sul pavimento per ammirare il quadro, quando videro in un angolo della stanza un uomo che piangeva. Si alzarono e gli chiesero:

- Cosa succede?- Ciao! Mi chiamo Bartolomé Esteban Murillo e hanno rubato i miei quadri.- Dove li hanno portati?- Non lo so – disse l’uomo piangendo.- Ma signore, non pianga, sicuramente trovaremo i suoi quadri.- Va bene, ma …c'è un camion fuori!- Sicuramente troveremo qualche indizio che ci dirà dove portano i suoi quadri!- Certo! Che buona idea!

Salieron fuera. Había un camión muy grande y azul. Todavía quedaban algunas cajas por meter y Lucía, que tenía muy buena vista, leyó lo que tenía escrita una de las cajas en uno de sus lados :

DIRECCIÓN: MUSEO DE MATERA, ITALIA

- ¡ Oh ! Hay que ir a Altamura.- Pues vamos.Entonces cogieron un avión y emprendieron :

EL GRAN VIAJE A ALTAMURA

Le bambine uscirono. Fuori c'era un grande camion blu. C'erano ancora alcune scatole che dovevano essere sistemate nel camion e Lucia, che aveva un'ottima vista, riuscì a leggere ciò che era scritto sul lato di una delle scatole:

INDIRIZZO: MUSEO DI MATERA, ITALIA

- Oh ! Dobbiamo andare ad Altamura.⁃ Allora andiamo!Presero un aereo e così cominciò:

IL GRANDE VIAGGIO AD ALTAMURA

NATALIA Y EL GRAN VIAJE

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NATALIA E IL GRANDE VIAGGIO

SECONDO CAPITOLO

AUTORI: MONICA, MARIA, ADAM, GIUSEPPE, CRISTIAN e ANGELO 4^ D

Natalia, Lucia e Esteban Murillo prendono il primo volo per Bari.

Bari è la città più vicina sia ad Altamura che a Matera.

In aereo Murillo è triste e non riesce a nascondere la sua preoccupazione.

- Sigh … Sigh … Ahimé … Tutte le mie magnifiche opere d’arte sono nelle mani di

misteriosi sconosciuti, cosa succederà adesso?

Murillo pensa che senza le sue opere il Museo di Belle Arti di Siviglia non sarà più lo

stesso.

Le due ragazzine prendono il tablet e vedono un documentario sulla vita e le opere di

Murillo. Lui è uno dei pittori più importanti della pittura barocca spagnola; mentre

guardano le fotografie e leggono il tempo passa in fretta e così si ritrovano a Bari senza

neanche accorgersene.

Nessuno di loro conosce la città e così salgono sul primo treno diretto ad Altamura, il

paese in cui vivono i loro amici italiani.

Durante il tragitto ammirano la campagna, il verde dei prati e soprattutto gli alberi che si

rincorrono e ogni tanto sobbalzano al rumore delle rotaie.

Giunti in stazione trovano la più grande delle sorprese che avrebbero mai potuto

immaginare. I compagni della quarta D sono tutti in stazione ad attenderli e con loro le

maestre, i genitori e anche una specie di banda.

Quanto trambusto e che fracasso! Suonano strumenti costruiti da loro con lattine,

scatole, bastoni: - Bongh… tum … bum … swing … bing …

Nonostante tutto sono molto felici di riabbracciarli ma … come hanno saputo che

sarebbero arrivati lì?

A prendere la parola è il Sindaco in persona che inizia il suo discorso di benvenuto:

- Estimatissimo Esteban Bartolomeo Murillo siamo felici di accoglierla nella nostra città …

bla-bla-bla…

- Carissime Natalia e Lucia è un onore per noi … bla-bla-bla…

- … ed è per questo che siamo qui per dirvi che vi accompagneremo a Palazzo

Lanfranchi a Matera dove le opere di Murillo saranno esposte insieme a quelle del nostro

carissimo Carlo Levi!

I tre spagnoli ora non capiscono più nulla.

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Gli si fa incontro Monica per spiegargli che hanno organizzato loro la sorpresa

mettendosi d’accordo con il sovraintendente del museo di Siviglia.

- MA DAVVERO! - urla Murillo – COME AVETE FATTO? CHI VI HA AIUTATI?

Non ricevendo risposta salgono tutti sul treno che li condurrà a Matera.

Appena arrivati all’ingresso del museo Lanfranchi trovano la signora Anna Riefolo ad

accoglierli. Lei sorride felice di rivederli e li saluta uno a uno.

Il camion blu è dietro di lei; vicino ci sono anche le scatole e Lucia, con la sua vista

infallibile, legge la scritta “MUSEO DI MATERA, ITALIA”.

Ora non hanno più dubbi, si tratta delle opere del maestro Murillo.

Si abbracciano e la felicità per averle ritrovate è tantissima, ma qualcuno dovrà ancora

spiegargli cosa è veramente successo.

Non hanno il tempo di dirsi niente perchè la folla li trascina dentro e la signora Riefolo

chiede dove intendono posizionare i loro quadri spagnoli.

- La sala più bella è la SALA CARLO LEVI e subito accanto ce n’è un’altra con tante

sedie – suggeriscono Maria e Cristian.

- Sì, ma bisogna toglierle tutte e far spazio il più possibile, i quadri di Murillo sono

molto grandi – aggiunge Adam.

- Potremmo chiamare questa sala “SALA DELL’ARTE SACRA di BARTOLOMEO

ESTEBAN MURILLO” – conclude Angelo.

Tutti sorridono e approvano, ma ecco che nella sala piomba proprio Carlo Levi in

persona, è arrivato lì con la macchina del tempo costruita dal fratello elettricista di

Giuseppe.

- Non vorrete far tutta questa festa senza di me? – urla ai presenti.

Levi e Murillo fanno subito amicizia stringendosi la mano e, per non dimenticare quel

momento memorabile, i ragazzi della quarta D decidono di fargli il ritratto prendono

spunto dal quadro di Carlo Levi “I due amici”.

Levi mette il braccio intorno alla spalla di Murillo e sorridono come due fratelli.

Tutti scattano fotografie che dopo pochi giorni vengono pubblicate sul giornale Popotus.

La curiosità di ammirare le opere di Murillo e Levi fa aumentare i visitatori del museo e la

signora Riefolo parla con il direttore del museo che decide di premiare i bambini della

scuola “Gloria Fuertes” e quelli della “San Francesco” per la magnifica iniziativa.