1. DOCUMENTI DI SINTESI 1.1 Sintesi del percorso progettuale · - sisma a g/g = accelerazione al...
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1. DOCUMENTI DI SINTESI
1.1 Sintesi del percorso progettuale
L’antica e pregevole chiesa si trova in avanzato stato di degrado, nelle strutture e nei decori; purtroppo tale precaria condizione manifesta un continuo aggravamento. E’ stato predisposto ed approvato dagli Enti preposti un progetto per l’esecuzione delle più urgenti opere di consolidamento (Arch.C.Severi); non sono disponibili però adeguate risorse finanziarie per procedere anche solo a questo limitato intervento. Nell’anno 2008 la Parrocchia dei SS.Quirino e Michele ha finanziato un intervento di puntellatura dell’arco murario sovrastante l’altare, contenendo in tal modo le spinte sulla parete in muratura sulla via Borgovecchio, già vistosamente fuoripiombo. Nell’anno 2009 l’Amministrazione Comunale ha provveduto a commissionare la pulizia e sanificazione degli ambienti, portando l’immobile ad una condizione igienica ora idonea a consentire l’ingresso di operatori. A seguito dell’ordinanza dell’Amm.Comunale, nello stesso anno 2009, la Parrocchia ha finanziato un intervento di consolidamento di un voltino e di una muratura gravante sul portico pubblico su via S.Maria ed a seguire ha sostenuto gli oneri economici per il nolo dei componenti impiegati dal 2008 per le opere provvisionali di puntellatura. Oggi è sempre più urgente la prevista revisione della porzione di copertura su via Borgovecchio, oggi inflessa al punto da consentire infiltrazioni sulla sottostante volta dell’aula con evidente pregiudizio statico, oltre all’esecuzione di quelle catene e tiranti che metterebbero in sicurezza l’arco sull’altare, con successiva possibilità di rimuovere la puntellatura presente ed eliminazione dei relativi costi di nolo. Ulteriori parti in condizioni molto critiche, queste non prospicienti la pubblica via, riconosciute nei giorni scorsi con danneggiamento in evidente evoluzione, sono le volte a crociera sovrastanti lo scalone di accesso al primo piano; il cedimento e la caduta delle volte sullo scalone, comporterebbe il probabile cedimento anche di quest’ultimo.
Vano Assembleare
Corte internaDeposito
Deposito
Negozio
Atrio ingresso
Porticato interno
Sca lone
Sagrestia
Pianta al pianoterreno della chiesa (rilievo Arch.G.Nicolini)
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Sezione sud-nord della chiesa
(rilievo Arch.G.Nicolini)
La struttura della chiesa prevede murature in laterizio pieno ed impalcati sostenuti da volte in
laterizio o da orditura lignea, parte della copertura prevede un impalcato in laterocemento sostenuto
da capriate in acciaio; sono riconoscibili tracce dell’esecuzione di vari interventi successivi alla
costruzione originaria; ovunque si rilevano lesioni e fessurazioni tali da far temere cedimenti locali
di varia estensione.
Sono disponibili buoni rilievi dell’immobile e verifiche statiche sommarie di alcune parti della
struttura; è disponibile una accurata analisi storica della costruzione; oggi è in corso di
predisposizione un progetto generale per il consolidamento dell’intero immobile, ad opera di un
gruppo di lavoro comprendente anche chi scrive.
Una prima conoscenza del terreno di fondazione deriva dalla disponibilità di indagini
penetrometriche fatte eseguire anni addietro in aree vicine, oltre che da operazioni di scavo eseguite
nelle vicinanze alla profondità del presunto piano di posa delle fondazioni; il terreno ha natura
coesiva e caratteristiche meccaniche medio/basse; le indicazioni raccolte dall’analisi di quanto
disponibile fanno presumere la presenza di fondazioni in muratura.
Non sono state effettuate indagini sulla muratura portante che vadano oltre l’esame visivo; la stessa
è riconducibile ad una tipologia con caratteristiche meccaniche derivabili dalla norma vigente con
accettabile approssimazione.
In anni recenti, su direzione dello scrivente ed in diverso ambito normativo, è stata eseguita la
puntellazione dell’arco murario sovrastante l’altare pericolosamente fessurato e sprovvisto della
catena di cui ora si progetta l’inserimento; una porzione di copertura sovrastante detto arco risulta
dissestata, tanto da consentire pregiudizievoli percolamenti di acqua piovana; anche su quest’ultima
si prevede di intervenire.
L’intervento in progetto prevede il rifacimento parziale di una superficie di copertura di circa mq
30, sostituendo l’orditura minuta e le travi principali che dovessero risultare compromesse;
sull’assito ligneo che verrà posizionato in luogo dei listelli, verrà stesa una guaina bituminosa
saldata a caldo; a finire verranno nuovamente disposti i coppi laterizi in doppio strato.
L’arco murario sull’altare verrà dotato di una catena in acciaio, oggi assente; le piastre di
ancoraggio della catena verranno contrastate sella muratura di imposta dell’arco.
Per il calcolo dell’arco è stato predisposto un modello a conci rigidi su piedritti alle imposte,
adottando la relativa teoria di Heyman, ritenendola coerente alla simulazione del comportamento
atteso per la costruzione; il calcolo prevede l’esecuzione di analisi di stabilità dell’arco, in
condizioni statiche e sismiche, prima e dopo l’inserimento della catena.
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1.2. Condizioni d’uso e livelli di sicurezza della costruzione L’edificio di culto in oggetto è previsto per una vita nominale di 50 anni ed è inseribile nella classe
d’uso II.
Azioni considerate:
- neve 120 daN/m²
- vento 39 “ - sisma ag/g = accelerazione al suolo rapportata all’accelerazione di gravità 0,152 (stato limite ultimo)
Carichi permanenti non strutturali:
- riempimenti delle volte 800 daN/m²
- fregi e decori 50 “
- manto di copertura 70 “
Carichi permanenti strutturali:
- muratura 900 daN/m²
- volte in laterizio 350 “
- impalcati di copertura 150 “
Carichi variabili
- sulle volte 50 daN/m²
2. RELAZIONE DI CALCOLO STRUTTURALE
2.1. Premessa La zona d’intervento nel sottotetto della chiesa, offre spazi minimi ampi per l’accantieramento e la
realizzazione delle opere; sarà necessario operare quanto più possibile dall’esterno.
L’intervento strutturale, pur locale e limitato, auspica l’ottenimento di una condizione finale
sufficiente ad arrestare il degrado e dissesto in questa parte del fabbricato.
2.2. Analisi storico critica ed esito del rilievo geometrico strutturale
La zona del fabbricato interessata dall’intervento è stata realizzata anticamente almeno in due fasi,
come indicherebbe la diversa geometria dei due archi; l’arco minore sembra sostenere parzialmente
l’arco di maggior altezza ed ampiezza, quest’ultimo privo di catena a differenza di tutti gli altri
archi dell’aula; l’arco minore sostiene una considerevole superficie di muratura, una parete del
campanile ed una porzione della copertura; il suo dissesto era tale da richiedere l’importante
puntellatura fatta eseguire dallo scrivente pochi anni addietro.
I materiali strutturali sono quelli della tradizione costruttiva locale: murature di mattoni cotti legati
con malte che oggi evidenziano una modesta capacità legante; l’andamento dei corsi murari ha una
parziale regolarità ed è in più parti interessato da riprese ed interventi di ripristino; il quadro
fessurativo evidenzia uno spostamento verso l‘esterno dell’imposta nord dell’arco maggiore,
raggiungendo un fuoripiombo pari a cm 15 circa; probabilmente la grande deformabilità delle
murature e delle volte, legata alle modeste caratteristiche meccaniche dei materiali costituenti, ha
permesso di recuperare parte dei significativi spostamenti che si sono manifestati nei secoli di vita
della costruzione.
Il rilievo geometrico geometrico e materico, realizzato con grande dedizione da giovani e motivati
progettisti, fornisce una base adeguata per le valutazioni progettuali.
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2.3. Descrizione generale dell’opera e dei criteri generali di analisi e verifica
Il criterio dell’intervento in progetto, ritenuto a carattere locale, è quello di riparare il
danneggiamento riconoscibile con metodi e materiali coerenti al già costruito; l’edificio
normativamente è considerato con vita nominale >= a 50 anni, soggetta a normale affollamento e
dunque inseribile nella classe II.
La realizzazione di questa porzione di fabbricato in tempi diversi, autorizza ad escludere la
continuità strutturale tra le volte a crociera e le murature o gli archi; i componenti strutturali
presenti: orditure lignee, setti murari, volte a crociera, archi, piedritti, offrono appoggio reciproco e
si accostano senza offrire una significativa continuità strutturale; il criterio di attribuzione delle
azioni per aree di influenza sembra sufficientemente calzante.
La scelta strutturale è di dotare della catena mancante l’arco sull’altare; la catena in tondo di acciaio
verrà ancorata a piastre metalliche contrastanti sulle murature laterizie di imposta, su nicchie
opportunamente sagomate; un getto di inghisaggio garantirà l’aderenza tra muratura e piastre; le
estremità delle catene saranno filettate per accogliere i dadi e consentirne il tensionamento; dadi,
estremità della catena e piastre, potranno essere mantenuti a vista, dunque saranno interessati da un
trattamento antiossidante e coprente.
Nella procedura utilizzata, coerente alla teoria di Hayman, viene eseguita l’analisi di stabilità
dell’arco, modellandolo con conci, all’interfaccia dei quali si trasmettono le azioni normali e
taglianti; l’arco può essere considerato come una trave ad asse curvilineo realizzata da un sistema di
conci posti a contatto, infinitamente rigidi alla compressione ed al taglio ma senza resistenza a
trazione.
La parte di fabbricato oggetto dell’intervento è destinata al culto; i carichi permanenti considerati
sono: peso proprio degli elementi strutturali e peso proprio non strutturale di riempimenti, fregi e
manto di copertura; oltre all’azione del sisma sono considerati i carichi variabilili: neve, vento;
carichi e sovraccarichi elementari vengono fattorizzati e composti impiegando i coefficienti parziali
e le combinazioni prescritte dalla norma; l’azione del sisma prevede l’individuazione dello spettro
di risposta elastico del sito, la considerazione dell’accelerazione al suolo con la maggiorazione
legata al tipo di terreno, all’importanza dell’immobile ed al livello voluto di protezione sismica.
2.4. Quadro normativo di riferimento adottato
• D.M. 14 gennaio 2008 “Nuove norme tecniche per le costruzioni”,
• Circolare Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2 febbraio 2009 n°617,
• D.P.C.M. 12 ottobre 2007,
• Decreto Giunta Regionale Emilia Romagna n°121 del 01/02/10.
2.5. Livelli di conoscenza e fattori di confidenza
Il componente strutturale prevalente sono le murature in laterizi pieni legati con malta di calce,
riconosciute uguali nella consistenza e tessitura per l’intera costruzione.
Nella creazione del modello di calcolo e nell’esecuzione delle successive verifiche, volendo
attribuire alle pareti collaboranti una rigidezza e caratteristiche meccaniche compatibili, sono stati
attribuiti attribuite alla muratura i seguenti valori:
• fk = 24 daN/cm²
• fvk0 = 0,6 daN/cm²
• E = 12.000 daN/cm²
• G = 4.000 daN/cm²
Nel calcolo il fattore di confidenza è assunto pari a 1,35
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2.6. Azioni di progetto sulla costruzione
Azione del sisma
· opera ordinaria: Vita Nominale >= 50 anni
· classe d ’uso II: coeff.d’uso Cu = 1
· periodo di riferimento: Vr = 50*1 = 50 anni
· sito di edificazione: CORREGGIO(RE) long.10,7835 latit.44,77080
· categoria del sottosuolo: C
· categoria topografica: T1
Tr tempo di ritorno dell’evento sismico di riferimento per la verifica
ag accelerazione massima orizzontale su sito di riferimento rigido è funzione di Tr e della
localizzazione geografica
Fo fattore massimo di amplificazione dello spettro in direzione orizzontale è funzione di Tr e della
localizzazione geografica
T*c periodo di inizio tratto a velocità costante è funzione di Tr e della localizzazione geografica
St coefficiente di amplificazione topografica è funzione della pendenza e posizione su un pendio
Ss coefficiente di amplificazione stratigrafica è funzione di ag e Fo
Cc coefficiente derivante da categoria sottosuolo e da T*c
S. LIMITE Tr (anni) ag (g) Fo T*c(sec) St Ss Cc
SLV 475 0,152 2,542 0,274 1 1,468 1,611
Viene considerato un fattore di importanza pari a 0,8
Carico Neve
Il carico della neve viene valutato con riferimento D.M. 14/01/2008 “Norme tecniche per le
costruzioni”.
La struttura in oggetto è situata nella regione Emilia Romagna e quindi, in base alle succitate
normative, ricade quindi in Zona I-mediterranea. L'altezza sul livello del mare del sito su cui sorge
la costruzione è di 40 m.
Il carico di neve al suolo per la Zona di riferimento è pari a qsk=1.5 kN/mq.
Per coperture a più falde con angolo β < o uguale 30° e coperture adiacenti a costruzioni più alte,
verrà considerata la più gravosa fra le condizioni di carico sottoriportate:
µ1 = 0,8 µ2 = 0,8+0,8*20/30 = 1,33 µs = 0,5*1,33 = 0,67 µw = 2*1/1,5 = 1,33 µ = 0,67+1,33 = 2
1° C.C. - carico uniforme su tutta la copertura qn = 0,8*1,5 1.20 kN/mq.
2° C.C. - carico uniforme sulla metà sinistra della copertura qn = 0.8*1,5 1.20 “
3° C.C. - carico uniforme sulla metà destra della copertura qn = 1,33*1,5 2,00 “
4° C.C. - carico nelle zone di accumulo qn = 2*1,5 3.00 “
Carico vento
La struttura in oggetto è situata nella regione Emilia Romagna ed ai fini della determinazione del
carico del vento, ricade in Zona 2 secondo il D.M. del 14 gennaio 2008. L'altezza sul livello del
mare del sito su cui sorge la costruzione è di 40 m, mentre la distanza dalla costa è pari a 150 Km.
La pressione del vento è data dalla seguente espressione:
p = qb ce cp cd
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dove:
qb è la pressione cinetica di riferimento
ce è il coefficiente di esposizione
cp è il coefficiente di forma funzione della tipologia e della geometria della costruzione e del suo
orientamento rispetto alla direzione del vento
cd è il coefficiente dinamico
Pressione cinetica di riferimento
La pressione cinetica di riferimento espressa in N/mq è funzione della velocità di riferimento del
vento in m/s riferita ad un tempo di ritorno di 50 anni. In particolare, per un valore della velocità di
riferimento pari a 25.00 m/s, la pressione cinetica di riferimento qb = 0,5*12,26*25² = 390,6 N/mq.
Coefficiente di esposizione
Il coefficiente di esposizione dipende dall'altezza della costruzione sul suolo, dalla rugosità e dalla
topografia del terreno, dall'esposizione del sito ove sorge la costruzione. Con riferimento alla
zonizzazione di cui al D.M. 14 gennaio 2008 ed alla classe di rugosità B il coefficiente di
esposizione ce vale:
0,22²*ln(6,5/0,3)*(7+ln(6,5/0,3)) = 1,5
Coefficiente di forma
Il coefficiente di forma per la valutazione della pressione esterna ed interna dipende dalla tipologia
strutturale.
In questo caso è funzione dell'angolo di inclinazione della falda ed assume i seguenti valori:
per elementi sopravento con a > 60° cpe = 0.8.
per elementi sopravento con 20°< a < 60° cpe = 0.03a - 1
per elementi sopravento con a < 20° e per elementi sottovento cpe = -0.4
Coefficiente dinamico
Il coefficiente dinamico è una funzione della forma della costruzione, della sua capacità a penetrare
l'aria e del materiale. Con l'ausilio degli abachi riportati nel punto C.7.8 delle norme, il coefficiente
dinamico risulta pari a cd = 1.
In definitiva, la pressione del vento in direzione ortogonale, sulle strutture in oggetto, assume i
seguenti valori:
Su elementi verticali sopravento 390*1,5*0,8 468 N/mq
Su elementi verticali sottovento 234 N/mq
Su elementi di falda sopra e sottovento -234 N/mq
Sovraccarichi unitari adottati nel calcolo Carichi lineari in sommità all’arco oggetto di verifica Considerando la combinazione sismica ed adattandola alla situazione da analizzare Carichi Permanenti Strutturali + Carichi Permanenti Non Strutturali + 0,8 * Carichi Variabili
Parete sorretta dall’arco (area di influenza copertura m 2,50) CPS = 2,50*150 +4,00*900 = 4275 daN/m CPNS = 2,50*70 = 175 “ CV = 0 = 0 “ 4275+175+0,8*0 4450 daN/m
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2.7. Modello numerico
Informazione sul codice di calcolo
Il codice di calcolo impiegato è SAV solutore in grado di eseguire analisi statiche e dinamiche di
strutture ad arco, secondo la teoria di Hayman.
Il codice è prodotto da Aedes Software S.n.c., via Ferrante Aporti 32, 56028 S.Miniato Basso (PI).
Lo scrivente Ing.Corrado Prandi dispone di licenza d’uso ed assistenza.
Al software è allegato il manuale d’uso.
Dati in ingresso Dati PROGETTO
I dati del Progetto consentono l’impostazione della tipologia della struttura voltata. In particolare:
Tipologia = qualifica la struttura come Volta cilindrica (a botte), suddivisa idealmente in più archi (detti: Archi Ideali),
o come Singolo Arco.
Geometria della curva: arco = identifica la curva descrittiva dell’arco (sezione trasversale della Volta).
Tipologia: Singolo arco
Geometria della curva: arco Circolare a tutto sesto (s=cost.)
Modellazione della geometria e delle proprietà meccaniche
Dati STRUTTURA
Volta Profondità: Ly = indica la profondità della Volta (dimensione in pianta in direzione Y). Nel caso di Arco Singolo,
ovviamente, la profondità della Volta coincide con la profondità del Singolo Arco.
Catena = se attivata, indica il contributo statico di una catena (tirante metallico);
d, Z, fyd = dati della catena: diametro, quota assoluta (rispetto allo zero del riferimento XZ) e tensione di snervamento.
Il procedimento numerico scarterà i casi di catene compresse (ritenute in sbandamento per carico di punta, e quindi
inefficaci) ed eseguirà la verifica a trazione confrontando l’eventuale tensione di trazione (=sforzo normale diviso l’area
del tondino) con la resistenza allo snervamento specificata in input.
Arco Contiene i parametri che, in base alla tipologia, descrivono la configurazione geometrica dell’arco.
Di seguito riportiamo, per ogni tipologia, l’elenco dei parametri in input (cioè dei parametri modificabili dall’Utente;
altri parametri, per ogni tipologia di arco, vengono derivati dai dati in input, ad esempio: gli angoli di imposta per l’arco
circolare a sesto ribassato).
- Arco Circolare a tutto sesto (spessore costante o variabile) Freccia (coincide con il raggio di intradosso); spessore all’imposta; spessore in chiave. L’origine del sistema di
riferimento assoluto XZ è posta nel centro della circonferenza di intradosso. Se l’arco ha spessore variabile (spessore
d’imposta maggiore dello spessore in chiave), il centro della circonferenza d’estradosso ha Z negativa (sull’asse Z, è
localizzato in un punto sottostante l’origine). Se l’arco ha spessore costante, il centro della circonferenza d’estradosso
coincide con l’origine, cioè con il centro della circonferenza d’intradosso.
Muratura (1), (2) I gruppi di dati Muratura contengono i parametri che descrivono il materiale murario: (1) della Volta; (2) dei Piedritti.
- Resistenza media a compressione f,m = può essere nota da prove sperimentali, oppure ricavata da formulazioni
proposte in Normativa. La Normativa Italiana ha aggiornato i dati riguardanti la muratura esistente in All.11.D a
OPCM3431/2005; tuttavia si deve tener presente che tali parametri fanno riferimento a ‘pareti murarie portanti’ e quindi
per le murature degli archi la situazione può essere anche molto diversa. Si pensi ad esempio agli archi con giunti a
secco, dove la resistenza a compressione diventa quella tipica della pietra, con valori certamente più elevati rispetto a
quelli proposti dalla Norma citata;
- Resistenza a Compressione di progetto f,d = si ottiene dividendo f,m per il Fattore di Confidenza. Viene utilizzata
nelle verifiche a compressione delle sezioni murarie;
- Peso Specifico;
- Giunti: Angolo d’attrito = rappresenta il valore dell’angolo d’attrito interno fra due blocchi (conci) consecutivi,
utilizzato per le verifiche a scorrimento. Nel caso di presenza di malta, il valore normalmente utilizzato è 35°; nel caso
di muratura a secco occorre inserire l’angolo d’attrito fra blocchi di pietra.
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- VOLTA
Profondità.............(cm) = 50
N° Archi Ideali di calcolo = 1
- DATI ARCHI IDEALI
| N. | Ly |Catena| d | Z | f,yd |
| | (cm) | | (mm) | (cm) |( N/mm^2 )|
|--------------------------------------------|
| 1| 50 | X | 25 | 105 | 262.0 |
----------------------------------------------
- ARCO
> Dati in input:
Freccia................(cm) = 245
Spessore...............(cm) = 65
>>> Altri parametri:
Raggio Intradosso R,i..(cm) = 245
Raggio Estradosso R,e..(cm) = 310
- MURATURA VOLTA
Tipologia: 6-LC 1) Muratura in mattoni pieni e malta di calce
Resistenza media a Compressione f,m ( N/mm^2 ) =1.8
Resistenza a Compressione di progetto: f,d = (1/1.35) f,m
Peso Specifico................................( kN/m^3) =18.00
GIUNTI: Angolo d'attrito interno....................(°) =35.0 [f = 0.70]
Metodologia di modellazione ed analisi
L’algoritmo esegue la stabilità di archi in muratura, modellandoli con un sistema di conci collegati
da un sistema meccanico di interfaccia costituito da 3 bielle, due ortogonali all’interfaccia ed una
tangente; la composizione degli sforzi delle bielle darà lo sforzo nell’interfaccia, la componente
assiale costituirà lo sforzo normale, quella tangenziale lo sforzo tagliante, mentre la distanza del
punto di applicazione dello sforzo normale dal baricentro della sezione permetterà la
determinazione dell’azione flettente.
Modellazione dei vincoli esterni ed interni
L’algoritmo ricerca la presenza di almeno un poligono funicolare delle azioni contenuto nella
sagoma dell’arco od al più ad essa tangente, ritenendo in tal modo soddisfatta la verifica di stabilità
(poligono funicolare disposto secondo l’asse dell’arco = coeff.di sicurezza infinito, poligono
funicolare tangente in 3 punti alla sagoma dell’arco = coeff.di sicurezza = 1); tre punti di tangenza
alla sagoma dell’arco corrispondono alla presenza 3 cerniere (condizione limite di stabilità), in
considerazione del fatto che un arco incastrato dispone di ulteriori 3 gradi di vincolo, a tener conto
di tali coazioni, la procedura provvede a riportare in sagoma fino a 3 eventuali punti esterni della
funicolare; la presenza di un quarto punto esterno alla sagoma indica la possibile formazione di un
meccanismo e dunque l’inadeguatezza della configurazione dell’arco in rapporto ai carichi presenti.
Modellazione delle azioni
Dati CARICHI
I dati sui Carichi vengono suddivisi in: Condizioni di Carico Elementari (CCE), e Combinazioni di Condizioni di
Carico elementari (CCC). Nelle CCE vengono definiti i vari carichi in input.
CCE (Condizioni di Carico Elementari) I carichi agenti sulla struttura voltata sono articolati in: carichi di superficie, lineari e concentrati. Sono tutti carichi
verticali che insistono sull'estradosso della struttura voltata, e più esattamente alla quota Z dell'estradosso della
pavimentazione. Per ognuno di tali carichi, è possibile specificare se eseguire la diffusione a 45° nello spessore
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sovrastante la linea di chiave (spessore determinato da sottofondo e/o pavimentazione). In tal caso, se tale spessore è >0,
il carico da diffondere, di qualunque tipo sia, genera un'area di carico (diventando di fatto un carico di superficie),
poiché la diffusione a 45° opera in tutte le direzioni.
Per ognuno dei carichi è possibile inoltre specificare se è affetto da moltiplicatore verticale e/o da moltiplicatore
orizzontale (tutti i carichi corrispondenti a masse dovrebbero essere affetti da moltiplicatore orizzontale, per
rappresentare la forza d'inerzia corrispondente all'azione sismica).
Carichi lineari: Lungo X, Dim, X, Y, q, Diff. a 45°, Molt. vert., Molt. orizz.
Lungo X = orientamento del carico, secondo X se affermativo, secondo Y altrimenti;
Dim = lunghezza della linea di carico;
X,Y = coordinate in pianta del vertice sinistro del carico (t.c. il baricentro è posto a: (X+Dim/2),Y per carichi secondo
X; X,(Y+DimY/2) per carichi secondo Y);
q (kgf/m - kN/m) = carico verticale lineare uniformemente distribuito.
Il Moltiplicatore verticale (Molt. vert.) interessa tutti i carichi che si ritiene possano crescere proporzionalmente; il
Moltiplicatore orizzontale (Molt. orizz.) interessa i carichi verticali da tradurre in forze sismiche (dettagli nel
paragrafo dedicato alle CCC).
La tabella delle CCE è così composta:
N°, Commento, Psi,2 (S.L.U.), P.p. volta, P.p. rinf.sx, P.p. rinf.dx, P.p. sottof., P.p. pavim., Carichi di superficie, Carichi lineari, Carichi concentrati, Car.aggiuntivi sui piedritti
dove:
Psi,2 (S.L.U.) = con riferimento alla Normativa Italiana (Ord. 3274 del 20.3.2003), è un coefficiente che tiene conto
della probabilità di presenza del carico in fase sismica. Verrà posto pari a 0 per le CCE che non si vuole influiscano
sull'analisi sismica; altrimenti, assumerà i valori Psi,2 = 1, per carichi permanenti, e Psi,2<1 per carichi variabili. Per
condurre una corretta analisi sismica, le CCE dovranno quindi essere suddivise almeno in tante condizioni di carico
quanti sono i gruppi di carico corrispondenti a valori di Psi,2 distinti (in genere: una CCE per i carichi permanenti, una
per ogni tipo di carico variabile indipendente);
P.p. volta, P.p. rinf.sx, P.p. rinf.dx, P.p. sottof., P.p. pav. = opzioni che definiscono l'influenza dei pesi propri nella
CCE. Ai pesi propri non viene mai associato il moltiplicatore dei carichi verticali (che per suo stesso significato fisico
sarà applicato a carichi di natura variabile, non a permanenti), ma viene invece sempre associato il moltiplicatore dei
carichi orizzontali (trattandosi di masse permanenti);
Carichi di superficie, Carichi lineari, Carichi concentrati, Car.aggiuntivi sui piedritti = carichi specificati in input
in dettaglio, secondo le indicazioni di cui sopra.
CCC (Combinazioni delle Condizioni di Carico elementari) L'Analisi Statica viene eseguita per tutte le CCC (Combinazioni delle Condizioni di Carico elementari) specificate. Le
CCC possono essere definite utilizzando i coefficienti amplificativi previsti dal metodo agli Stati Limite per le verifiche
statiche. E’ possibile studiare anche più tipi di combinazioni (p.es. con mezzi rinfianchi, o con alcuni carichi piuttosto
che altri).
Per ogni CCC si può calcolare, se richiesto nei Parametri di Calcolo, il moltiplicatore di carico verticale facendo
crescere tutti i carichi affetti da Molt. vert. contenuti nelle CCE che costituiscono la CCC.
L'Analisi Sismica viene eseguita per 1 sola combinazione, considerando agenti:
a) i carichi verticali corrispondenti a tutte le CCE affetti dai valori Psi,2 corrispondenti, e che abbiano specificato il
Molt. orizz. (essi corrispondono a masse);
b) i carichi orizzontali corrispondenti al moltiplicatore orizzontale in input, applicato a tutti i carichi di cui al punto a).
In pratica, con i carichi di cui al punto a) si calcolano tutte le azioni verticali nei conci; ognuna di queste azioni viene
poi moltiplicata per il moltiplicatore orizzontale in input, per ottenere la corrispondente azione sismica (agente in
direzione orizzontale X). Il valore del moltiplicatore orizzontale in input viene specificato nei Parametri di Calcolo.
Se l’Analisi Sismica richiede anche la determinazione del moltiplicatore di collasso, il moltiplicatore viene fatto
crescere progressivamente sino a raggiungere la configurazione di collasso.
Il moltiplicatore di collasso della struttura voltata, sia per carichi verticali, sia per carichi orizzontali, viene sempre
determinato con riferimento alla Volta, come minimo valore fra tutti i moltiplicatori determinati per gli archi ideali
costituenti la Volta, distintamente fra le tre analisi possibili (Statica, Sismica +X, Sismica -X).
CARICHI: Condizioni di Carico Elementari
Condizione di Carico n° 1
PARAMETRI GENERALI
"Per Analisi Sismica: (psi),2 (SLU; valore quasi-permanente dell’azione)",1
PESI PROPRI
Volta,
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ALTRI CARICHI
Lineari: X(=-1)/Y(=0),Dim,X,Y(cm),q(kgf/m -
kN/m),diff.45°,molt.vert.,molt.orizz.
1,-1,150,-300,0,45,0,0,0
2,-1,150,-150,0,45,0,0,0
3,-1,150,0,0,45,0,0,0
4,-1,150,150,0,45,0,0,0
Modalità di applicazione dei sovraccarichi nella formazione delle condizioni di carico elementari Peso proprio
Il peso dei manufatti sovrastanti viene applicato automaticamente dalla procedura ai setti di pertinenza
inseriti nel modello.
Neve
Il sovraccarico attribuito alle falde è distribuito in base alle aree di influenza ai setti murari corrispondenti.
Sovraccarichi permanenti ed accidentali
I sovraccarichi unitari vengono attribuiti agli impalcati e da questi distribuiti in base alle aree di influenza ai
setti murari corrispondenti.
Tamponamenti
Il peso proprio delle murature è attribuito direttamente ai setti murari con un corrispondente carico lineare.
Combinazioni delle condizioni di carico elementari:
Viene considerata la sola combinazione sismica, in quanto la più significativa ai fini delle verifiche
Carichi Permanenti Strutturali (peso proprio setti, peso proprio impalcati) +
Carichi Permanenti Non Strutturali (caldane pavimenti, controsoffitti, tegole) +
0,8 * Carichi Variabili (neve, carichi di piano)
2.8. Principali risultati
Vengono riportati unicamente gli schemi grafici dai quali, per lo stato prima e dopo l’intervento, si può
riconoscere l’andamento della curva delle pressioni rispetto alla sagoma dell’arco; all’interno della sagoma è
rappresentato il fuso del terzo medio.
La collaborazione con le murature che perimetralmente confinano l’arco, non può che migliorare i risultati.
Schemi prima dell’intervento
condizione statica
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Condizione sisma +X
Condizione sisma –X
13
Schemi dopo l’intervento
condizione statica
Condizione sisma +X
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Condizione sisma -X
2.9. Giudizio motivato di accettabilità dei risultati
L’inserimento della catena cambia vantaggiosamente in modo sostanziale il comportamento dell’arco:
in condizioni statiche la curva delle pressioni che prima dell’intervento si mostrava sempre fuori fuso ed in
un punto anche fuori sagoma, dopo l’intervento viene portata entro il fuso e comunque entro la sagoma
dell’arco;
in condizioni sismiche la formazione delle cerniere si riduce da 3 a 2.
2.10. Verifiche agli stati limite ultimi
Dimensionamento delle piastre di ancoraggio
Assumendo la max azione di trazione nella catena pari a: mmq 450 * 262 N/mmq = 117900 N
La piastra dovrà avere una superficie di impronta pari a: 117900 N / 0,8 N/mmq = 147400 mmq
147400^-2 = 384 mm = lato della piastra
Piastra idonea mm 385x385
Verifica sommaria dei componenti dell’orditura lignea in eventuale sostituzione
Travicello cm10x10, i=cm50, l=cm225
Q = 1,3*8 + 1,5*(16+70)*0,5 + 1,5*120*0,5 = 165 DaN/m
Md = 165*2,25²/8 = 104,4 DaN*m < Mu = 68*10³/6/100 = 113 DaN*m
2.11. Verifiche agli stati limite di esercizio
Non vengono valutati
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3. RELAZIONE SUI MATERIALI
3.1. Elenco dei materiali impiegati e loro modalità di posa in opera
Il materiale di previsto impiego per la realizzazione delle cerchiature è
l’acciaio per laminati a caldo S275
fyk = tensione caratteristica di snervamento = 275 N/mmq
ftk = tensione caratteristica di rottura = 430 N/mmq
Le giunzioni saldate tra i piatti costituenti le piastre verranno eseguite secondo la norma UNI EN ISO
4063:2001 da operatori normativamente qualificati.
Le piastre metalliche di connessione con la muratura, verranno inghisate con malta, così da conseguire una
buona aderenza indispensabile per la trasmissione delle tensioni.
3.2. Valori di calcolo
Il valore della tensione di snervamento da adottare nelle verifiche dei componenti metallici, deriverà
dall’applicazione di un coefficiente parziale γM0 = 1,05 alla tensione caratteristica di snervamento:
275/1,05 = 262 N/mmq
Il valore della tensione di compressione trasferibile dalla piastra di ancoraggio alla murature, deriverà
dall’applicazione di un coefficiente parziale pari a γM = 3:
2,4/3 = 0,8 N/mmq
Il valore della resistenza a flessione da adottare per l’orditura lignea, considerata in abete di categoria S3,
si assume pari a:
fmk = 17 N/mmq
fmd = 17 * 0,6 / 1,5 = 6,8 N/mmq
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4. ELABORATI GRAFICI ESECUTIVI E PARTICOLARI COSTRUTTIVI
4.1. Rilievo geometrico strutturale Si veda l’allegato grafico 1
4.2. Documentazione fotografica
Vengono riportate a seguire le quattro istantanee che documentano la gravità delle condizioni statiche nella
zona oggetto dell’intervento:
- l’avvallamento presente nella porzione di copertura da riparare,
- lo stato fessurativo della parete a sostegno di questa porzione di copertura e sovrastante l’arco
murario sull’altare, secondo due viste, da est e da ovest,
- la puntellatura provvisionale dell’arco.
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18
19
20
4.3. Quadro fessurativo e/o di degrado
Il quadro fessurativo ed il degrado della porzione dell’immobile che comprende l’arco sull’altare, la
muratura sovrastante e la porzione di copertura sostenuta da quest’ultima è estremamente grave.
La mancanza nell’arco della catena, ha consentito che le relative spinte determinassero un fuoripiombo della
parete esterna pari a cm 15 circa.
4.4. Elaborati grafici generali
Si veda l’allegato grafico 1
4.5. Particolari costruttivi
Si veda l’allegato grafico 1
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5. PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL’OPERA
L’orditura lignea di copertura dovrà essere annualmente ispezionata da sotto per riconoscere la presenza di infiltrazioni di acqua piovana che possano pregiudicarne l’integrità; in particolare andranno testate a percussione le travi principali, con particolare cura in prossimità dell’appoggio sulle murature laterizie; dovranno essere rilevate eventuali anomale inflessioni dei travicelli. Con frequenza quadriennale si dovrà stendere sull’orditura lignea un prodotto impregnante e fungicida. Su una parete sottostante la porzione di copertura in oggetto, sarà posizionata una targhetta riportante le date dell’ultima ispezione e trattamento. Le lattonerie verranno ispezionate visivamente dall’esterno per riconoscere eventuali percolature lungo le pareti; con frequenza biennale dovrà essere verificato che i canali risultino sgombri di detriti e materiale organico, che gli stessi mantengano l’efficace connessione con il cornicione e che la guaina bituminosa abbia mantenuto l’adesione con le parti in rame. Ogni quindici/venti anni circa sarà necessario provvedere a risvoltare i coppi laterizi, curandone la pulizia, il corretto sormonto e la sostituzione di quelli degradati dal gelo. Le murature interne ed esterne a sostegno della coperture saranno annualmente visivamente controllate nell’integrità superficiale e quanto all’assenza di colature o tracce di umidità persistenti. Annualmente andrà verificato che la catena dell’arco, alla percussione, restituisca un suono acuto, oltre all’assenza sulla superficie di tracce di ossidazione; ogni dieci/quindici anni circa andrà ripristinato il trattamento antiossidante e coprente; in presenza di un suono sordo alla percussione, si dovrà verificare l’integrità degli ancoraggi della catena e delle murature di imposta, oltre ad una attenta riconsiderazione delle condizione statiche di quella porzione di fabbricato, con particolare attenzione all’eventuale evoluzione dei dissesti presenti.
6. RELAZIONE SUI RISULTATI SPERIMENTALI – INDAGINI SPECIALISTICHE
6.1. Relazione geologica: indagini, caratterizzazione e modellazione geologica del
Sito In considerazione dell’entità dell’intervento si è ritenuto di non predisporre tale documento.
6.2. Relazione geotecnica: indagini, caratterizzazione e modellazione del volume significativo del terreno L’informazione circa la classe C del terreno di fondazione, utilizzata per la definizione degli spettri elastici di risposta, deriva da prove geotecniche prossime alla zona dell’attuale intervento. L’intervento in progetto non comporta modifiche alle fondazioni o aumento dei carichi.
6.3. Relazione sulla caratterizzazione meccanica dei materiali
Con riferimento alla muratura, si è proceduto alla caratterizzazione del materiale assumendo i valori associati
alla tipologia più affine (mattoni laterizi pieni legati con malta di calce), derivata dalla classificazione inserita nella
norma vigente; considerando poi un livello di conoscenza 1 ed un fattore di confidenza pari a 1,35 .
• fk = 24 daN/cm²
• fvk0 = 0,6 daN/cm²
• E = 12.000 daN/cm²
• G = 4.000 daN/cm²
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0.
INDICE 1.
DOCUMENTI DI SINTESI 1.1. Sintesi del percorso progettuale 1.2. Condizioni d’uso e livelli di sicurezza della costruzione
2. RELAZIONE DI CALCOLO STRUTTURALE
2.1. Premessa 2.2. Analisi storico critica ed esito del rilievo geometrico strutturale
2.3. Descrizione generale dell’opera e dei criteri generali di analisi e verifica
2.4. Quadro normativo di riferimento adottato
2.5. Livelli di conoscenza e fattori di confidenza
2.6. Azioni di progetto sulla costruzione
2.7. Modello numerico
2.8. Principali risultati
2.9. Giudizio motivato di accettabilità dei risultati
2.10. Verifiche agli stati limite ultimi
2.11. Verifiche agli stati limite di esercizio
3. RELAZIONE SUI MATERIALI
3.1. Elenco dei materiali impiegati e loro modalità di posa in opera
3.2. Valori di calcolo
4. ELABORATI GRAFICI ESECUTIVI E PARTICOLARI COSTRUTTIVI
4.1. Rilievo geometrico strutturale
4.2. Documentazione fotografica
4.3. Quadro fessurativo e/o di degrado
4.4. Elaborati grafici generali
4.5. Particolari costruttivi
5.
PIANO DI MANUTENZIONE DELLA PARTE STRUTTURALE DELL’OPERA
6. RELAZIONE SUI RISULTATI SPERIMENTALI – INDAGINI SPECIALISTICHE
6.1. Relazione geologica: indagini, caratterizzazione e modellazione geologica del
Sito 6.2. Relazione geotecnica: indagini, caratterizzazione e modellazione del volume significativo del terreno 6.3. Relazione sulla caratterizzazione meccanica dei materiali
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