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1.1 L’UNIVERSO DI RIFERIMENTO L’indagine svolta per la realizzazione di questo 10° Rapporto ha preso in considerazio- ne i dati forniti da 593 Amministrazioni, un numero non distante rispetto a quello dello scorso anno, quando erano 602; la variazione è da attribuirsi al più limitato numero di rispondenti tra i Comuni, le Province e le Università. L’universo di riferimento delle Amministrazioni centrali è lievemente cresciuto, 42 Am- ministrazioni censite rispetto alle 39 dello scorso anno: tutte le Amministrazioni centra- li censite hanno svolto attività formativa. Nel comparto PCM e Ministeri è stato inserito il Ministero del Commercio Internazio- nale, istituito dal nuovo Governo nel maggio scorso, mentre vengono per la prima vol- ta censite, nel comparto delle Autorità, la Commissione per la Vigilanza dei Fondi Pen- sione e l’ISVAP (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Col- lettivo). Come sempre, tutte le Regioni e le Province autonome hanno messo a disposizione i propri dati. Per le Province e i Comuni la base dei rispondenti è lievemente più ristretta: le Provin- ce diventano 82, rispetto alle 87 dell’anno precedente, i Comuni arrivano a 284, rispet- to ai 291 del 2005. Vengono riportati nel Rapporto i dati di 60 Università: ne erano state censite 63 lo scor- so anno, mentre i dati delle Camere di commercio si riferiscono ad un universo di 103 unità, esaminato a partire dai 68 questionari pervenuti, elaborati con opportune proce- dure di stima. Questo insieme conta complessivamente più di 800.000 dipendenti. Le partecipazioni ad attività formative censite nel corso del 2006 sono state più di 540.000. Tutte le Am- ministrazioni che hanno partecipato all’indagine realizzano attività di formazione. L’elaborazione del presente capitolo viene effettuata su dati numerici non interpolati sui rispondenti per l’anno di riferimento. IN BREVE: LE TENDENZE NEL 2006 Il quadro complessivo appare caratterizzato dalla riduzione delle risorse a disposizione per le attività formative rispetto agli anni precedenti. LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1 21 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

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  • 1.1 L’UNIVERSO DI RIFERIMENTO

    L’indagine svolta per la realizzazione di questo 10° Rapporto ha preso in considerazio-ne i dati forniti da 593 Amministrazioni, un numero non distante rispetto a quello delloscorso anno, quando erano 602; la variazione è da attribuirsi al più limitato numero dirispondenti tra i Comuni, le Province e le Università.

    L’universo di riferimento delle Amministrazioni centrali è lievemente cresciuto, 42 Am-ministrazioni censite rispetto alle 39 dello scorso anno: tutte le Amministrazioni centra-li censite hanno svolto attività formativa.

    Nel comparto PCM e Ministeri è stato inserito il Ministero del Commercio Internazio-nale, istituito dal nuovo Governo nel maggio scorso, mentre vengono per la prima vol-ta censite, nel comparto delle Autorità, la Commissione per la Vigilanza dei Fondi Pen-sione e l’ISVAP (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni Private e di Interesse Col-lettivo).

    Come sempre, tutte le Regioni e le Province autonome hanno messo a disposizione ipropri dati.

    Per le Province e i Comuni la base dei rispondenti è lievemente più ristretta: le Provin-ce diventano 82, rispetto alle 87 dell’anno precedente, i Comuni arrivano a 284, rispet-to ai 291 del 2005.

    Vengono riportati nel Rapporto i dati di 60 Università: ne erano state censite 63 lo scor-so anno, mentre i dati delle Camere di commercio si riferiscono ad un universo di 103unità, esaminato a partire dai 68 questionari pervenuti, elaborati con opportune proce-dure di stima.

    Questo insieme conta complessivamente più di 800.000 dipendenti. Le partecipazioniad attività formative censite nel corso del 2006 sono state più di 540.000. Tutte le Am-ministrazioni che hanno partecipato all’indagine realizzano attività di formazione.

    L’elaborazione del presente capitolo viene effettuata su dati numerici non interpolati suirispondenti per l’anno di riferimento.

    IN BREVE: LE TENDENZE NEL 2006Il quadro complessivo appare caratterizzato dalla riduzione delle risorse a disposizioneper le attività formative rispetto agli anni precedenti.

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  • A questa riduzione delle risorse le diverse Amministrazioni rispondono in modi diversi,ma sostanzialmente focalizzando gli interventi sulle fasce medio-alte dei dipendenti;sotto altri aspetti – numero e durata delle attività, numerosità dei partecipanti, e così via,emergono tendenze divergenti tra i diversi comparti, per cui il bilancio non può essereunivoco.

    In sintesi le tendenze principali sono le seguenti:❍ in tutti i comparti, con l’eccezione di Organi dello Stato e Comuni, la spesa per la

    formazione rispetto alla massa salariale diminuisce, senza però che questo corri-sponda necessariamente ad una diminuzione dei volumi di attività; il rapportodell’1% viene però raggiunto solo in una minoranza di comparti (Camere di com-mercio, Enti pubblici, Autorità ed Organi dello Stato); possiamo forse dire che afronte di un problema generalizzato – la diminuzione delle risorse disponibili – i di-versi comparti, e probabilmente le diverse Amministrazioni al loro interno, hannoreagito in modi diversi;

    ❍ si riduce il divario tra i comparti che investono maggiormente in attività formative, equelli invece che investono in minore misura, contrariamente a quanto era avvenu-to negli scorsi anni;

    ❍ nonostante questo, dopo la flessione degli ultimi due anni, le partecipazioni cresco-no in modo significativo nelle Regioni e nelle Università, più limitatamente in altricomparti, mentre scendono molto nettamente in PCM e Ministeri, che è il compartopiù numeroso tra quelli censiti; per quanto concerne gli Enti locali le partecipazionicrescono nelle Province, mentre calano nei Comuni;

    ❍ gli andamenti del numero dei corsi e delle edizioni sono molto diversificati: aumen-tano nelle Regioni, diminuiscono nei comparti PCM e Ministeri e Enti pubblici, in al-cuni casi la riduzione è più limitata rispetto a quella delle partecipazioni, in altri ilrapporto è inverso; diminuiscono i corsi nelle Province e nei Comuni;

    ❍ le ore fruite complessivamente sono invece aumentate;❍ in alcuni comparti importanti, le partecipazioni sembrano focalizzarsi maggiormen-

    te che in passato sulle figure dirigenziali;❍ in quasi tutti i comparti aumenta l’efficienza, misurata sulla base del costo medio per

    ora erogata ed ora fruita;❍ si consolida l’estensione delle attività formative a tutti i livelli istituzionali ed in tutte

    le aree del Paese, progressivamente manifestatasi negli anni scorsi;❍ le strutture dedicate alla formazione si “alleggeriscono”, per consentire una struttu-

    rale riduzione dei costi, e si ridimensiona lievemente il numero delle risorse dedica-te alla formazione – almeno laddove questa rilevazione viene effettuata;

    ❍ si diffondono, ma con lentezza ed in misura ancora insufficiente, gli strumenti di pia-nificazione delle attività formative e di successiva valutazione;

    ❍ si riduce leggermente nel suo insieme il ricorso a fornitori privati, con poche ecce-zioni, ed aumenta l’utilizzo delle risorse interne, sia per l’organizzazione delle atti-vità formative che per la docenza.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

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  • 1.2 L ’INVESTIMENTO IN FORMAZIONE

    Nel corso del 2006, per la prima volta da quando il Rapporto viene pubblicato, il livel-lo della spesa per la formazione nel sistema della Pubblica Amministrazione italiana, siain termini assoluti, che in proporzione al totale delle spese per il personale, si è ridottoin maniera sensibile.

    È però interessante notare che la corrispondente diminuzione delle attività formative in-dotta, risulta meno che proporzionale: vi è stato – vedremo come – un aumento del-l’efficienza, e lo stesso ammontare di risorse finanziarie ha comunque consentito volu-mi di attività significativi, anche nel confronto con gli anni precedenti.

    Per quanto riguarda l’analisi dell’investimento, già nel 2004, la crescita dell’investimen-to si era sostanzialmente fermata. L’anno successivo – 2005 – gli andamenti dei diversicomparti, per quanto concerne il livello della spesa, si erano differenziati: in alcuni ca-si la spesa era diminuita, in altri la variazione era stata di segno contrario. Nel 2006 la ri-duzione dell’investimento, rispetto all’anno precedente, riguarda tutti i comparti, conl’eccezione dei Comuni e degli Organi dello Stato, ed un’assoluta maggioranza delle sin-gole Amministrazioni censite.

    L’investimento in formazione è costituito dall’insieme dei costi reali sostenuti dalle Am-ministrazioni per la formazione: cioè le spese dirette per i corsi, i costi del personale de-dicato e delle strutture interne, i costi per i docenti (interni ed esterni), le spese di mis-

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    Grafico 1ANDAMENTO DELLAPERCENTUALEDELL’INVESTIMENTO SUMASSA SALARIALE2000-2006

    Nota: Università - 29 Atenei nel 2000, 41 nel 2001, 48 nel 2002, 59 nel 2003, 64 nel 2004, 63 nel 2005, 57 nel 2006 Comuni - 92 nel 2000, 118 nel 2001, 223 nel 2002, 160 nel 2003, 284 nel 2004, 244 nel 2005 e 240 nel 2006Province - 53 nel 2000, 57 nel 2001, 65 nel 2002, 59 nel 2003, 81 nel 2004, 76 nel 2005 e 62 nel 2006

  • sione per la partecipazione a corsi e seminari, e il funzionamento delle strutture forma-tive. Nel comparto PCM e Ministeri viene compresa, come per gli scorsi anni, la spesaper le funzioni didattiche della Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, laquale eroga corsi gratuiti a tutte le Amministrazioni centrali dello Stato.

    La Direttiva 14 del 24 aprile 1995 del Ministro per la funzione pubblica alle Ammini-strazioni pubbliche in materia di formazione del personale, aveva individuato l’obietti-vo dell’1% come rapporto minimo tra spese per la formazione e spese complessive peril personale. L’obiettivo era stato poi fatto proprio dai CCNL 1998-2001, e confermato daisuccessivi, rendendolo vincolante per tutte le Pubbliche Amministrazioni.

    L’aumento del costo del personale, complessivamente di poco superiore al 2%, non ètale da incidere sul rapporto tra costo del personale e investimento in formazione: la ta-bella mostra i dati relativi all’investimento in formazione, definito come sopra, realizza-to dalle Amministrazioni coinvolte nell’indagine.

    In particolare, il livello dell’1% è raggiunto e superato nel 2006 solo dalle Camere dicommercio e dagli Enti pubblici, dalle Autorità e dagli Organi dello Stato.

    Il comparto PCM e Ministeri e le Regioni (vedi capitolo 3) si collocano al di sotto dello0,9%, solo 4 Ministeri e 12 Regioni raggiungono e superano l’1%. Tutti gli altri compar-ti si collocano al disotto dello 0,8%, in molti casi prossimi allo 0,5%.

    È possibile che per i tre comparti per i quali l’indagine non è di carattere censuario eche hanno variato in qualche misura la base dei rispondenti, Università, Province e Co-muni, parte della variazione sia spiegabile con la diversa base di riferimento.

    La riduzione è particolarmente evidente per PCM e Ministeri: 11 Amministrazioni regi-strano una diminuzione evidente, tre aumentano l’investimento, due sono pressochéstabili, la diminuzione complessiva è di circa 0,15%; la riduzione dell’investimento in ci-fra assoluta è da 102 a 90 milioni di Euro, e da 43 a 37 nel comparto Sicurezza.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

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    Tabella 1 - INVESTIMENTO IN FORMAZIONE (valori in Euro)

    COMPARTO TOTALE DIPENDENTI MASSA SALARIALE INVESTIMENTO % INVESTIMENTO INVESTIMENTO IN FORMAZIONE SU MASSA SALARIALE PRO CAPITE

    PCM e Ministeri 276.400 10.215.104.145 90.090.945 0,88 325,94Sicurezza 161.922 7.416.826.911 37.679.683 0,51 232,70Organi dello Stato 4.527 193.229.369 1.956.738 1,01 432,24Autorità 1.762 153.752.250 1.590.537 1,03 902,69Enti pubblici 70.407 3.604.246.502 43.972.311 1,22 624,54Università 55.700 2.219.270.596 11.969.968 0,54 214,90Camere di commercio 7.729 335.953.702 5.796.130 1,73 749,92Regioni 88.359 4.376.924.197 37.667.136 0,86 426,30Province 36.959 1.000.306.000 7.599.000 0,76 205,61Comuni 102.097 2.808.297.000 15.030.500 0,54 147,22

    Nota: Elaborazioni su 62 Province, 240 Comuni e 57 Atenei

  • Nelle Regioni, la spesa globale per la formazione si colloca allo 0,86% del costo del per-sonale, rispetto allo 0,90% dello scorso anno; il comparto delle Regioni aveva raggiun-to e superato l’obiettivo dell’1% nel 2003 e 2004. 13 Amministrazioni regionali si collo-cano comunque, nel 2006, al di sopra della soglia dell’1%, e tra esse due Regioni delMezzogiorno – Puglia e Basilicata – e tutte le Regioni del centro; si collocano al di so-pra della soglia del 2% Piemonte, Toscana e Umbria.

    L’investimento formativo degli Enti locali ha segnato un regresso per le Province, men-tre per i Comuni è sostanzialmente stazionario.

    La spesa per la formazione nelle Province ha rappresentato lo 0,76% delle retribuzionilorde, con una flessione rispetto allo 0,79% dello scorso anno: è la risultante di una di-minuzione forte al sud (da 0,93% a 0,59%) più limitata nel nord-ovest (da 0,82% a0,76%) ed un aumento significativo al centro-nord (da 0,87% a 0,96%).

    Per quanto concerne i Comuni appare più determinante la dimensione degli Enti, conun calo rispetto al 2005 nei Comuni di piccole e medie dimensioni – al di sotto dei100.000 abitanti – che restano tuttavia quelli che spendono proporzionalmente di più;sale in quelli sopra la soglia dei 100.000 abitanti, e diminuisce drasticamente (dal 43%al 34%) nelle Città metropolitane: la media complessiva della rilevazione 2005-2006 pas-sa da 0,50% a 0,54%. All’interno dell’universo di riferimento dei Comuni per il 2006, ilcampione, invece, diminuisce leggermente. L’esigenza di fare ricorso in maniera cre-scente (94,3%) a fondi propri è certamente uno dei motivi di questa diminuzione.

    Nelle Camere di commercio la percentuale di spesa scende all’1,73%, rispetto all’1,98%dello scorso anno: rimane il comparto con il dato più elevato, come avviene dal 2003.Le Università confermano la percentuale di investimento dello scorso anno (0,54%).

    Nel sistema delle Università, l’investimento in formazione è stabile rispetto a quello ri-levato per il 2005. Cresce invece negli Atenei che hanno risposto alla rilevazione (57 peril 2006), l’investimento pro capite che passa dai 178,1 Euro del 2005 a 214,9 Euro per il2006.

    Le ragioni di questa generalizzata diminuzione dell’investimento possono essere più diuna: la principale è senz’altro l’esigenza del contenimento della spesa, accompagnatasia dall’esaurirsi di cicli di formazione di riqualificazione, caratterizzati da alti volumi diattività, sia dal cambiamento di natura di alcuni Enti all’interno della Pubblica Ammini-strazione, come ad esempio la trasformazione in Agenzie di diverse direzioni/diparti-menti nell’ambito del Ministero dell’Economia e Finanze, che hanno aumentato i livellidi autonomia, e anche posto vincoli alla spesa più rigorosi alle strutture responsabilidella formazione.

    Come già detto, l’evoluzione della mole delle attività di formazione non è stata paralle-la alla contrazione dell’investimento, anche se, sotto questo profilo i comportamentidelle Amministrazioni, e dei diversi comparti, per quanto concerne questo livello di let-tura, si sono differenziati significativamente.

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

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  • Anzi, proprio questa appare una chiave di lettura molto forte dei risultati registrati dal-l’indagine che ha portato a questo Rapporto: come, cioè, le Amministrazioni hanno di-versamente fatto fronte ad una riduzione delle risorse, cercando di mantenere il livellodi servizio e di realizzazioni.

    Inoltre, la riduzione non è altrettanto generalizzata se si considera la spesa pro capiteper formazione. Utilizzando questo parametro la riduzione riguarda soltanto le Ammi-nistrazioni centrali ad eccezione degli Organi dello Stato: scende del 14% circa per PCMe Ministeri, e del 10% nel comparto Sicurezza; negli altri comparti si mantiene quasi in-variata o aumenta.

    Altre considerazioni possono essere formulate rilevando come nei diversi comparti si èottimizzato l’utilizzo di ciascuna istanza di progettazione formativa con modalità coe-renti con l’esigenza di contenimento dei costi: agendo sul numero di partecipanti perciascuna edizione o sul numero di edizioni svolte per ciascun corso; con l’utilizzo dimetodologie formative innovative, o comunque in grado di diffondere i contenuti for-mativi in modo più efficiente; con l’utilizzo di risorse interne per la docenza, o anchecon il ricorso a risorse esterne.

    Nei capitoli successivi queste diverse modalità di risposta verranno analizzate, cercan-do in conclusione di verificarne la capacità di generare efficienza, mantenendo tuttavia– e possibilmente migliorando – l’efficacia degli interventi.

    L’INVESTIMENTO DERIVANTE DALL’UTILIZZO DEL FSELa diminuzione della spesa e l’avviarsi a conclusione del periodo di programmazione2000/2006, suggeriscono di riportare qui alcuni elementi, anche in considerazione deiriferimenti che alcuni approfondimenti dedicano alle fonti di finanziamento utilizzatedalle Amministrazioni, dedicando qualche attenzione anche all’utilizzo del Fse.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

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    COMPARTO INVESTIMENTO INVESTIMENTO INVESTIMENTOPRO CAPITE PRO CAPITE PRO CAPITE

    2004 2005 2006

    PCM e Ministeri 352,46 370,88 325,94

    Sicurezza 221,91 255,78 232,70

    Organi dello Stato 415,27 267,07 432,24

    Autorità 1435,19 1058,89 902,69

    Enti pubblici 573,32 633,19 624,54

    Università (64 Atenei) 218,76 (63 Atenei) 178,09 (57 Atenei) 214,90

    Camere di commercio 741,39 752,92 749,92

    Regioni 424,59 408,88 426,30

    Province (81 Province) 205,73 (76 Province) 198,64 (62 Province) 205,61

    Comuni (284 Comuni) 127,43 (244 Comuni) 128,04 (240 Comuni)147,22

    Tabella 2 - INVESTIMENTO PRO CAPITE - ANDAMENTO NEL TRIENNIO (valori in Euro)

  • L’utilizzo del Fse da parte delle Amministrazioni per il finanziamento delle attività for-mative rivolte ai dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni è comunque oggetto delcontributo del Coordinamento delle Regioni, predisposto dalla Tecnostruttura, riporta-to nella seconda parte di questo Rapporto.

    Come è noto, tutte le Regioni italiane hanno inserito nei propri programmi operativi co-finanziati dal Fse una misura rivolta alla formazione dei pubblici dipendenti, diversa-mente denominata in relazione all’obiettivo di appartenenza, e con un dimensiona-mento delle risorse, determinato in sede di programmazione dalla Regione stessa, at-traverso il partenariato con le altre Amministrazioni interessate, anch’esso diversificatocome percentuale dei fondi complessivamente disponibili.

    Il contributo del Coordinamento delle Regioni segnala come le risorse siano state in-crementate durante il periodo di programmazione di circa il 10%, rispetto alla dotazio-ne iniziale, in specifici momenti di riprogrammazione: segno del positivo apprezza-mento delle attività finanziate.

    La dotazione complessiva di risorse prevista dai programmi, per la formazione dei di-pendenti delle Pubbliche Amministrazioni, per l’intero periodo, è di 309 milioni di Eu-ro: un valore che comprende tanto l’ammontare del Fse che il finanziamento naziona-le, a carico del Governo nazionale e delle Regioni.

    La spesa effettuata sino a fine 2006 è stata complessivamente di circa 180 milioni di Euro,con forti variazioni da un anno all’altro, ed un massimo raggiunto nel 2004, con circa 55milioni di Euro; la spesa effettuata nel 2006 supera di poco i 30 milioni di Euro. Destina-tari di questa spesa – in termini di partecipazioni alle iniziative formative – sono state leRegioni stesse per il 17%, le Province (19%), i Comuni (21%), e – per quote più limitate –altre Amministrazioni, alcune comprese nella rilevazione del Rapporto, ad esempio le Ca-mere di commercio, altre non comprese, il settore sanitario o le Parti Sociali.

    L’impatto di queste risorse è stato quindi significativo – in particolare per le Province –anche se non determinante. Nell’approfondimento curato dal Formez, le Province chedichiarano di aver utilizzato il Fse per il finanziamento di proprie iniziative sono me-diamente il 25%, mentre i Comuni sono il 23%. Il dato della spesa indicato dalle Regio-ni nel loro approfondimento comprende “le risorse di provenienza esterna” e quindi ilFse, e si può presumere che tutte le Regioni vi abbiano fatto ricorso.

    Il calo della spesa dei programmi finanziati dal Fse tra il 2004 e il 2006 contribuiscequindi in qualche misura, ma in modo non trascurabile, alla diminuzione della spesacomplessiva registrata nel 2006 dal Rapporto (ed anche la sua più limitata battuta d’ar-resto del 2005), almeno per quanto concerne le Regioni e gli Enti locali.

    È interessante notare che – a livello di grandi ripartizioni territoriali – l’utilizzo del Fsedichiarato da Province e Comuni è molto differenziato: le Province che ne usufruisco-no sono il 36% nel nord-ovest, il 20% nel sud, solo il 7% nel nord-est. Nel caso dei Co-muni il divario è tutto a svantaggio dei Comuni del sud (circa 9%), considerando cheper le altre circoscrizioni il valore varia tra il 27% e 32%.

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

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  • Per i prossimi due anni, fino al 2008, la programmazione vigente consente ancora la rea-lizzazione di attività, e la disponibilità delle risorse di Fse è complessivamente pari a ol-tre 80 milioni di Euro – se si considerano le risorse impegnate e non ancora spese a fi-ne 2006 – ovvero si avvicina ai 120 milioni, se si considera il totale delle risorse pro-grammate (impegnate e non impegnate) non ancora spese.

    Con l’avvio operativo della nuova programmazione 2007/2013, da collocare nel 2008,le norme per l’utilizzo delle risorse di Fse per la formazione dei pubblici dipendenticambiano, restringendone l’utilizzabilità del Fse alle Regioni dell’obiettivo 1 (Conver-genza), escludendo quindi le Regioni del centro-nord.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    28 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

  • 1.3 L ’EFFICIENZA DELLA SPESA

    In una situazione di risorse scarse, una maggiore attenzione al loro utilizzo dovrebbecondurre ad un miglioramento dell’efficienza. Nel caso della formazione, sulla base del-le informazioni di cui disponiamo, l’efficienza può essere misurata verificando la spesaper ora erogata, ovvero per ora fruita: quanto costa realizzare un’ora di formazione, in-dipendentemente dalle persone che vi prendono parte? Ovvero, quanto costa fornire aduna persona un’ora di formazione?

    È evidente che si tratta di misurazioni economiche, che non tengono conto della mi-sura dell’apprendimento che quell’ora di formazione consente, né dell’auspicabile mi-glioramento della performance lavorativa, misurabile in altri contesti e con altre rile-vazioni.

    Con queste premesse, possiamo affermare che, nel corso del 2006, l’efficienza dellaspesa è aumentata in molti comparti rispetto ad entrambi i parametri citati sopra, le orefruite e le ore erogate.

    Se si considera la spesa per ora fruita, che tiene conto di più elementi – vale a dire nonsolo della durata delle attività formative, ma anche dell’utilizzo dell’investimento a van-taggio di un determinato numero di utenti – l’aumento di efficienza è generalizzato(l’eccezione, costituita dalle Camere di commercio, è legata ad un valore eccezional-mente basso del costo dell’ora fruita nel 2005).

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    Grafico 2SPESA PER ORA FRUITA -ANDAMENTO NELQUADRIENNIO(valori in Euro)

    Nota: Università - 59 Atenei nel 2003, 64 nel 2004, 63 nel 2005, 57 nel 2006Comuni - 160 nel 2003, 284 nel 2004, 267 nel 2005 e 240 nel 2006Province - 59 nel 2003, 81 nel 2004, 72 nel 2005 e 61 nel 2006

  • La tendenza alla diminuzione non è così generalizzata, ma comunque diffusa ed evi-dente, se si considera il costo per ora erogata, che rappresenta il costo di produzionedell’unità minima di formazione.

    In assoluto i costi variano significativamente tra i diversi comparti: nel caso dell’ora ero-gata si va da poco più di 60 Euro per ora nei Comuni, a oltre 370 Euro per ora nel com-parto Sicurezza. Il costo medio supera i 200 Euro.

    Il costo dell’ora fruita nel 2006 si colloca tra gli 8 Euro circa (Comuni) e i quasi 30 Eurodelle Camere di commercio, Autorità, Enti pubblici; il comparto Sicurezza si colloca suun valore molto basso, di poco superiore ai 10 Euro, grazie alla capacità di utilizzare inmodo efficiente le costose ore di formazione prodotte. Il costo medio è di circa 20 Eu-ro.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    30 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

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    Grafico 3SPESA PER ORA EROGATA -

    ANDAMENTO NELQUADRIENNIO(valori in Euro)

    Nota: Università - 59 Atenei nel 2003, 64 nel 2004, 63 nel 2005, 57 nel 2006Comuni - 160 nel 2003, 284 nel 2004, 267 nel 2005 e 240 nel 2006Province - 59 nel 2003, 81 nel 2004, 72 nel 2005 e 61 nel 2006

    COMPARTO SPESA PER ORA FRUITA SPESA PER ORA EROGATA

    PCM e Ministeri 14,72 306,29

    Sicurezza 10,14 371,39

    Autorità 26,45 142,62

    Enti pubblici 25,68 274,76

    Università 11,60 100,10

    Camere di commercio 29,05 191,69

    Regioni 16,81 274,22

    Province 10,67 63,84

    Comuni 7,75 73,41

    Nota: Elaborazioni su 61 Province, 240 Comuni e 57 Atenei

    Tabella 3 - SPESA PER ORA FRUITA E PER ORA EROGATA (valori in Euro)

  • I confronti tra i diversi comparti possono essere influenzati anche dalle differenze strut-turali che esistono tra le Amministrazioni, in termini di dimensioni, di esigenze, di ca-ratteristiche. Ma il fenomeno è sufficientemente omogeneo da indurre a domandarsi co-sa ha determinato questo risultato, come hanno fatto le Amministrazioni per riuscire acontenere la spesa in un contesto di risorse in diminuzione, senza diminuire propor-zionalmente il servizio fornito?

    Si tratta probabilmente della risultante di numerosi fattori, alcuni dei quali rappresenta-no la prosecuzione di trend già evidenziati in passato, altri sono fenomeni nuovi.

    Se confrontiamo i costi del 2006 con la media dei costi dal 2002 al 2005, riducendo co-sì il peso di elementi occasionali, quali iniziative particolarmente costose, oppure par-ticolarmente economiche, in un dato anno, possiamo notare che a fronte di un aumen-to medio del 9% nel quadriennio dei costi per ora fruita e del 7% per ora erogata, alcu-ne Amministrazioni sono riuscite a migliorare l’efficienza in termini assoluti, diminuen-do la spesa per unità di tempo (Province, Comuni ed Università), altre hanno registra-to un aumento inferiore alla media (Regioni, Autorità) o hanno migliorato uno dei dueparametri.

    La numerosità dei partecipanti ad ogni singola attività formativa non ha costituito ele-mento di miglioramento dell’efficienza: in realtà il numero delle partecipazioni per corsoappare in diminuzione nel 2006 rispetto tanto all’anno precedente, quanto alla media deltriennio. La diminuzione è particolarmente evidente per i Ministeri e per il comparto Si-curezza, che sono tra l’altro quelli caratterizzati dal più elevato livello di partecipazioni.

    Il dato delle partecipazioni per corso non rappresenta naturalmente la numerosità me-dia delle persone in aula; molti corsi vengono replicati in più edizioni, e pertanto la di-minuzione segnalata dipende sia da un minor numero di repliche di molti corsi, sia dal-la presenza di meno partecipanti in ciascuna aula.

    Evidentemente la possibilità di una formazione maggiormente personalizzata è deriva-ta dal contenimento dei costi ottenibile attraverso l’utilizzo di aule più numerose.

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

    3110° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

    COMPARTO PARTECIPAZIONI MEDIE PARTECIPAZIONI MEDIE PARTECIPAZIONI MEDIE PARTECIPAZIONI MEDIE PER CORSO 2003 PER CORSO 2004 PER CORSO 2005 PER CORSO 2006

    PCM e Ministeri 72,6 86,5 82,9 66,5

    Sicurezza 319,7 223,7 176,4 132,5

    Organi dello Stato 23,1 34,6 34,7 24,7

    Autorità 12,4 16,4 12,1 10,5

    Enti pubblici 33,5 35,4 23,3 26,5

    Università (59 Atenei) 11,2 (64 Atenei) 12,8 (63 Atenei) 12,3 (60 Atenei) 14,9

    Camere di commercio 7,0 8,1 5,6 6,0

    Regioni 44,0 48,0 40,7 35,6

    Province (71 Province) 9,9 (81 Province) 8,3 (81 Province) 6,0 (74 Province) 7,7

    Comuni (185 Comuni) 9,3 (284 Comuni) 8,1 (274 Comuni) 7,9 (266 Comuni) 7,4

    Nota: Per Comuni e Province il dato è calcolato sul numero delle edizioni e non dei corsi

    Tabella 4 - PARTECIPAZIONI MEDIE PER CORSO - ANDAMENTO NEL QUADRIENNIO

  • La durata media della singola edizione di ciascun corso è aumentata nella maggior par-te dei comparti, ed in particolare in quelli più numerosi – PCM e Ministeri, comparto Si-curezza, ed Enti pubblici, invertendo una tendenza contraria registratasi negli ultimi an-ni; ciò può aver consentito un contenimento dei costi di progettazione e di tutte quellespese, di natura organizzativa e logistica, che sono legate all’avvio ed alla realizzazionedi un’attività formativa.

    Uno strumento per il contenimento dei costi, se ve ne sono le pre-condizioni di naturaorganizzativa, è costituito dall’utilizzo di tecnologie e di modalità di svolgimento dellaformazione che consentano risparmi rispetto alla tradizionale modalità dell’aula, chepone limiti non superabili al contenimento dei costi attraverso l’aumento della nume-rosità dei partecipanti.

    Lo schema mostra che esiste una limitata correlazione tra l’utilizzo di modalità alterna-tive all’aula e il livello di efficienza espresso in spesa per ora fruita. Si evidenzia chequanto più numerosi sono i corsi svolti con modalità diverse dall’aula tanto è maggio-re l’efficienza: parte di questa maggiore efficienza può essere stata ottenuta attraverso

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    32 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

    Tabella 5 - DURATA MEDIA DELLE EDIZIONI - ANDAMENTO NEL QUINQUENNIO

    COMPARTO DURATA MEDIA 2002 DURATA MEDIA 2003 DURATA MEDIA 2004 DURATA MEDIA 2005 DURATA MEDIA 2006 (NOTAZIONE DECIMALE) (NOTAZIONE DECIMALE) (NOTAZIONE DECIMALE) (NOTAZIONE DECIMALE) (NOTAZIONE DECIMALE)

    PCM e Ministeri 43,3 40,2 36,9 35,4 38,7Sicurezza 51,2 123,6 119,6 77,1 94,2Organi dello Stato 30,5 27,8 30,6 30,0 23,1Autorità 22,8 19,3 19,2 24,5 27,9Enti pubblici 40,9 41,0 24,9 19,0 21,5Università (48 Atenei) 28,4 (59 Atenei) 23,9 (64 Atenei) 20,9 (63 Atenei) 24,4 (60 Atenei) 27,1Camere di commercio nd nd nd nd ndRegioni 41,3 34,5 30,0 32,7 30,3Province (63 Province) 23,9 (59 Province) 30,1 (81 Province) 31,4 (81 Province) 25,0 (74 Province) 30,4Comuni (217 Comuni) 19,2 (160 Comuni) 23,1 (284 Comuni) 23,1 (274 Comuni) 21,0 (266 Comuni) 19,0

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    spesa per ora fruita % corsi non aula

    Grafico 4SPESA E MODALITÀ

    DI SVOLGIMENTO

    Nota: Elaborazioni su 70 Province, 234 Comuni e 60 Atenei

  • l’utilizzo delle tecnologie, in particolare dell’e-Learning, o dell’utilizzo comunque ditecnologie informatiche.

    Peraltro l’utilizzo di metodologie alternative è aumentato nelle Amministrazioni centra-li di maggiori dimensioni, nel corso del 2006, ma ciò non ha trovato corrispondenza inaltri comparti.

    Ancora, per le Amministrazioni centrali, un contributo significativo all’aumento dell’ef-ficienza è dato dall’ulteriore riduzione delle spese di missione, che incidono significati-vamente sui costi della formazione (fino a circa il 25% della spesa complessiva nel com-parto degli Enti pubblici nel 2004): è probabile che tale riduzione abbia costituito sia unrisparmio diretto, che un risparmio indiretto, diminuendo lo svolgimento di corsi fuorisede, realizzati da strutture private, che tendono ad avere costi unitari più elevati per leAmministrazioni.

    Infine, proprio per approfondire questo aspetto, è stata verificata quale influenza pos-sa avere il ricorso a strutture e docenti interni sul livello di efficienza conseguito.

    Poiché i costi delle singole iniziative formative non sono attualmente dichiarati dallesingole Amministrazioni nell’ambito dell’indagine, non è possibile analizzare i costi del-le attività distinguendo tra le iniziative realizzate internamente e quelle acquistate ester-namente. La riflessione deve essere condotta, pertanto, utilizzando i dati aggregati a li-vello di Amministrazione o di comparto. Il grafico che segue mostra la relazione tra spe-sa per ora fruita – dato che costituisce una media di comparto, per tutte le attività for-mative – e l’incidenza percentuale delle ore fruite prodotte internamente sul totale del-le ore fruite.

    Il grafico mostra una certa correlazione, con l’eccezione di comparti importanti – le Pro-vince ed i Comuni, ed in parte le Regioni.

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

    3310° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

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    120%

    spesa per ora fruita % ore fruite Amministrazione di appartenenza + scuola interna

    Grafico 5EFFICIENZA E UTILIZZODELLE STRUTTUREPUBBLICHE

    Nota: Elaborazioni su 70 Province, 234 Comuni e 60 Atenei

  • Mentre risulta confermato che per la generalità delle Amministrazioni quanto maggioreè la quota di formazione interna, tanto è più basso il costo dell’ora fruita; questo non èvero per Province e Comuni, i due comparti che hanno i costi più bassi e che al con-tempo acquistano la maggior parte della formazione all’esterno. In minor misura lo stes-so si può affermare per le Regioni.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    34 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

  • 1.4 LE ATTIVITÀ SVOLTE

    Il Rapporto censisce quest’anno circa 43.102 eventi formativi, indicati nella tabella co-me totale edizioni, per una durata complessiva di oltre 1 milione e 200mila ore di cor-so: volumi che si mantengono molto elevati, pur in presenza di una lieve contrazione,rispetto agli anni scorsi.

    Per quasi tutti i comparti la durata media si colloca tra le 20 e le 40 ore, con eccezioni –corsi più lunghi – solo per il comparto Sicurezza, e risulta in aumento rispetto allo scor-so anno.

    Molto diversificata si presenta la situazione tra i diversi comparti, con riferimento al nu-mero di ore di formazione comparate con la numerosità dei dipendenti (ore erogate procapite). Si registrano infatti valori che vanno dallo 0,6 del comparto Sicurezza, al 6,3 del-le Autorità.

    La differenza tra le diverse Amministrazioni rispetto a questo parametro si è mantenutasostanzialmente immutata, ma sono aumentate molto le ore erogate pro capite nelleProvince, nei Comuni e nelle Università, dove la base di rilevazione non è però identi-ca a quella delle scorso anno; l’aumento che si registra nel caso delle Province (da 2,4a 3,9) è tale da non poter essere esclusivamente dipendente dalla diversità dei rispon-denti, peraltro anche quest’anno molto numerosi (oltre il 70% del comparto).

    Il dato assoluto delle ore erogate non è in ogni caso immediatamente confrontabile conquello dell’anno precedente, in quanto, come segnalato in premessa, in alcuni comparti

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

    3510° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

    Tabella 6 - CORSI E ORE DI FORMAZIONE EROGATE

    COMPARTO TOTALE CORSI TOTALE EDIZIONI TOTALE ORE EROGATE ORE EROGATE MEDIA EDIZIONI DURATA MEDIAPRO CAPITE PER CORSO DELLE EDIZIONI

    (NOTAZIONE DECIMALE) (NOTAZIONE DECIMALE)

    PCM e Ministeri 2.070 7.605 294.136 1,1 3,7 38,7Sicurezza 184 1.077 101.455 0,6 5,9 94,2Organi dello Stato 92 143 3.305 0,7 1,6 23,1Autorità 247 399 11.152 6,3 1,6 27,9Enti pubblici 3.469 7.442 160.041 2,3 2,2 21,5Università 3.565 4.546 123.013 2,1 1,3 27,1Camere di commercio 2.363 nd 30.236 3,9 nd ndRegioni 2.438 4.534 137.363 1,6 1,9 30,3Province nd 4.233 128.490 3,9 nd 30,4Comuni nd 13.123 249.750 2,6 nd 19,0Nota: Elaborazioni su 74 Province, 266 Comuni e 60 Atenei.Per i Comuni e le Province non si dispone del dato dei corsi e del dato delle ore. Le ore erogate sono state calcolate considerando un giornata media di 6 ore

  • – Università, Comuni, Province – cambia, seppur non in termini rilevanti, la numerositàe composizione degli Enti che hanno fornito dati. Il confronto può essere quindi effet-tuato più correttamente, in maniera più dettagliata, sui comparti a rilevazione censua-ria, quelli per i quali la rilevazione ha riguardato l’intero universo di riferimento.

    Il grafico mostra l’andamento nel quadriennio della variabile ore erogate per comparto,con riferimento unicamente ai comparti a rilevazione censuaria.

    Esso mostra come, con riferimento a questi comparti, il totale delle ore erogate abbiasubito una lieve riduzione – nell’ordine di circa il 2% sul totale – che si aggiunge a quel-la, di maggiore entità, registratasi l’anno scorso ritornando sui livelli del 2003. Fanno ec-cezione le Regioni, in lieve ripresa, e il comparto delle Autorità.

    Tra le Amministrazioni centrali di più grandi dimensioni (quelle che superano le 10.000partecipazioni) fanno eccezione – evidenziando una crescita del volume della forma-zione erogata, il Ministero dell’Interno, il Ministero della Giustizia, il Ministero dei BeniCulturali, il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale; sono invece in calo il Mini-stero dell’Economia e delle Finanze ed il Ministero degli Affari Esteri; tra gli Enti pub-blici l’ISTAT, l’INAIL e l’ICE, mentre è in calo l’INPS.

    Tra le Regioni se ne segnalano alcune per le quali invece la dinamica è di una crescita,talvolta anche rilevante, del volume di attività erogate: la Calabria, tutte le Regioni delcentro, l’Emilia-Romagna, il Friuli-Venezia Giulia, la Valle d’Aosta, la Provincia autono-ma di Bolzano.

    Molti comparti quindi, pur registrando un calo di ore erogate, hanno contenuto questariduzione, rispetto alla riduzione di risorse disponibili.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    36 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

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    Grafico 6LE ORE EROGATEPER I COMPARTI

    A RILEVAZIONE CENSUARIA- ANDAMENTO

    NEL QUADRIENNIO

  • Il numero dei corsi censiti aumenta in diversi comparti, in particolare nelle Regioni, nelcomparto Sicurezza, nei comparti più piccoli delle Amministrazioni centrali; diminuiscenegli Enti pubblici e nei Ministeri: alcune Amministrazioni, quindi, hanno razionalizza-to l’utilizzo delle risorse disponibili concentrandole su un numero di iniziative più ri-dotto, altre hanno seguito altre strade.

    Maggiore cautela è necessaria a proposito di Enti locali, considerando la differente ba-se di rilevazione delle indagini su 2005 e 2006. Tuttavia va sottolineato che nel corso del2006 tutte le Province e tutti i Comuni che hanno fornito i propri dati per l’indagine delRapporto hanno realizzato attività formative.

    Il numero dei corsi organizzati dalle diverse Amministrazioni dipende naturalmente dal-le dimensioni in termini di personale di ciascuna e dalla maggiore o minore omogeneitàdei fabbisogni formativi; nella rilevazione riferita agli Enti locali non viene distinto tracorsi ed edizioni e pertanto gli eventi formativi vengono confrontati con il dato delle edi-zioni riferito agli altri comparti. Tra le Amministrazioni centrali, si registrano più di 120corsi per ciascuna Amministrazione nel caso dei Ministeri, addirittura oltre 340 per gli En-ti pubblici; Province e Comuni censiti organizzano mediamente circa tra i 50 e i 60 corsiciascuna, così come le Università; le Camere di commercio qualcosa più di 20.

    In altri termini, i Ministeri hanno organizzato poco meno di un corso ogni 100 dipenden-ti, mentre i Comuni e le Province meno di 10 (anche se il dato di Comuni e Province è ri-ferito alle edizioni). Le Università organizzano poco meno di 5 corsi per ogni dipenden-te, mentre le Camere di commercio registrano un numero elevatissimo di corsi per 100 di-pendenti (oltre 30), coerentemente con la forte specializzazione che le caratterizza.

    Va ricordato che anche in questo 10° Rapporto gli stage, le conferenze ed i convegni,per ottenere un maggior dettaglio delle caratteristiche, in alcuni comparti, sono stati in-clusi nelle schede di rilevazione delle attività formative in senso stretto. Il numero di ini-ziative e di partecipazioni indicato è pertanto il totale delle partecipazioni a tutte le ti-pologie di iniziative censite.

    Dove il dato del numero di edizioni per corso è disponibile, esse risultano mediamen-te 2,1. In virtù dell’elevata numerosità del personale operativo, che partecipa a corsi acontenuto tecnico, che vengono replicati più volte, si attestano su valori più elevati ilcomparto Sicurezza (5,9), i Ministeri (3,7); gli Enti pubblici sono sulla media, gli altricomparti al di sotto: naturalmente le Amministrazioni che hanno dimensioni maggiori epiù elevata omogeneità interna possono realizzare un numero più elevato di edizioniper ciascun corso.

    La media di edizioni per corso è diminuita in misura diversa in tutti i comparti: la ten-denza a personalizzare la proposta formativa si rivela più forte dell’esigenza di utilizza-re al massimo ciascuna progettazione, riproducendo più volte l’iniziativa formativa.Coerentemente con questa tendenza, il numero medio di partecipanti per edizione delcorso diminuisce in PCM e Ministeri, Regioni e Comuni.

    Mentre le ore erogate – di cui si è detto più sopra – misurano la formazione “prodotta”,le ore fruite costituiscono una misura del “livello di utilizzazione” dell’attività formativa,

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

    3710° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

  • dipendendo dal numero delle partecipazioni ai corsi; in alcuni contributi vengono de-finite “ore di formazione/uomo”.

    Le ore fruite complessive sono aumentate rispetto al 2005 in quasi tutti i comparti percui possono essere instaurati confronti su un insieme omogeneo di Amministrazioni,con l’eccezione – importante – dei Ministeri: in particolare sono aumentate nelle Re-gioni, invertendo una tendenza alla diminuzione registratasi negli ultimi due anni, nelcomparto Sicurezza, negli Enti pubblici, ed anche nelle Province.

    In molti comparti quindi, pur diminuendo l’investimento complessivo e la “produzione”di formazione, è aumentata per i dipendenti che hanno potuto fruirne.

    Nel quinquennio l’andamento delle ore fruite per partecipante mostra una tendenzanon omogenea nel tempo, con una crescita che giunge ad un massimo che si colloca

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    38 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

    Tabella 7 - NUMEROSITÀ DEI CORSI E DELLE EDIZIONI

    COMPARTO TOTALE CORSI TOTALE EDIZIONI TOTALE DIPENDENTI CORSI PER EDIZIONI EDIZIONI 100 DIPENDENTI PER 100 DIPENDENTI PER CORSO

    PCM e Ministeri 2.070 7.605 276.400 0,7 2,8 3,7Sicurezza 184 1.077 161.922 0,1 0,7 5,9Organi dello Stato 92 143 4.527 2,0 3,2 1,6Autorità 247 399 1.762 14,0 22,6 1,6Enti pubblici 3.469 7.442 70.407 4,9 10,6 2,1Università 3.565 4.546 58.348 6,1 7,8 1,3Camere di commercio 2.363 nd 7.729 30,6 nd ndRegioni 2.438 4.534 88.359 2,8 5,1 1,9Province nd 4.233 45.669 nd 9,3 ndComuni nd 13.123 157.391 nd 8,3 ndNota: Elaborazioni su 74 Province, 266 Comuni e 60 Atenei

    Tabella 8 - PARTECIPAZIONI PER EDIZIONE

    2 0 0 5 2 0 0 6COMPARTO TOTALE EDIZIONI TOTALE PARTECIPAZIONI TOTALE EDIZIONI TOTALE PARTECIPAZIONI

    PARTECIPAZIONI PER EDIZIONE PARTECIPAZIONI PER EDIZIONE

    PCM e Ministeri 8.541 180.893 21,2 7.605 137.702 18,1Sicurezza 1.395 26.463 19,0 1.077 24.371 22,6Organi dello Stato 139 2.045 14,7 143 2.274 15,9Autorità 313 2.056 6,6 399 2.583 6,5Enti pubblici 9.034 86.626 9,6 7.442 92.045 12,4Università 4.764 42.888 9,0 4.546 53.095 11,7

    (63 Atenei) (63 Atenei) (63 Atenei) (60 Atenei) (60 Atenei) (60 Atenei)Camere di commercio nd 14.683 nd nd 14.184 nd Regioni 3.695 77.490 21,0 4.534 86.773 19,1Province 4.872 31.156 6,4 4.233 32.923 7,8

    (81 Province) (81 Province) (81 Province) (74 Province) (74 Province) (74 Province)Comuni 14.320 112.702 7,9 13.123 97.118 7,4

    (274 Comuni) (274 Comuni) (274 Comuni) (266 Comuni) (266 Comuni) (266 Comuni)

  • nel 2003, una successiva diminuzione ed un nuovo aumento nell’ultimo anno. L’anda-mento è invece alquanto omogeneo nei diversi comparti.

    Elemento degno di nota – in particolare nel quadro tratteggiato in queste prime paginedel Rapporto, di una diminuzione di spesa, e di una analoga, anche se non altrettantosignificativa e generalizzata, diminuzione delle attività complessive – è l’aumento delleore fruite da ciascun partecipante in alcuni comparti importanti: PCM e Ministeri, Entipubblici, Autorità, Regioni e Province. In altri termini, anche dove la formazione si èconcentrata su un numero minore di destinatari, questi hanno potuto usufruire di unnumero di ore più elevato. La formazione quindi si è focalizzata: su chi in particolare,si propone di illustrarlo il capitolo successivo.

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

    3910° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

    COMPARTO TOTALE TOTALE ORE FRUITE PARTECIPAZIONI ORE FRUITE PER PARTECIPAZIONE

    (NOTAZIONE DECIMALE)

    PCM e Ministeri 137.702 6.120.212 44,5

    Sicurezza 24.371 3.716.136 152,5

    Organi dello Stato 2.274 36.087 15,9

    Autorità 2.583 60.134 23,3

    Enti pubblici 92.045 1.712.446 18,6

    Università 53.095 1.092.286 20,6

    Camere di commercio 14.184 199.511 14,1

    Regioni 86.773 2.241.169 25,8

    Province 32.923 999.357 30,4

    Comuni 97.118 1.848.298 19,0

    Nota: Elaborazioni su 74 Province, 266 Comuni e 60 Atenei

    Tabella 9 - ORE DI FORMAZIONE FRUITE

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    Grafico 7ORE FRUITE PERPARTECIPAZIONE(notazione decimale) -ANDAMENTO NELQUINQUENNIO (esclusocomparto Sicurezza)

    Nota: Università - 48 Atenei nel 2002, 59 Atenei nel 2003, 64 nel 2004, 63 nel 2005, 60 nel 2006Comuni - 217 Comuni nel 2002, 185 Comuni nel 2003, 284 nel 2004, 276 nel 2005, 266 nel 2006Province - 63 Province nel 2002, 71 Province nel 2003, 81 nel 2004, 81 nel 2005, 74 nel 2006

  • 1.5 I PARTECIPANTI

    La tabella che segue mostra i dati sulle partecipazioni ad attività formative, relativi ai di-versi comparti della Pubblica Amministrazione. Il dato si riferisce al numero complessi-vo di partecipazioni a tutte le attività formative – ivi compresi seminari e convegni – deidipendenti pubblici. Per la composizione dei comparti della Amministrazione centrale,si veda il successivo capitolo 2, dove i dati sono riportati con il dettaglio delle singoleAmministrazioni che formano i diversi comparti.

    Su di un totale di poco più di 870.000 dipendenti pubblici – tanti sono i dipendenti ap-partenenti alle Amministrazioni cui si riferisce l’indagine – si registra un tasso di parte-cipazione complessivo pari a circa il 62%, con una differenziazione abbastanza ampiatra i comparti.

    Si collocano su valori di partecipazione prossimi o un poco più elevati al dato medio iComuni, le Province, le Università; più in alto, in termini di partecipazioni, le Regioni,ed al di sopra della soglia delle 100 partecipazioni su 100 dipendenti – mediamente cia-scun dipendente ha partecipato nel corso del 2006 a più di una iniziativa formativa – leCamere di commercio, gli Enti pubblici e le Autorità.

    Nel 2006 si sono collocati nettamente al disotto della media, il comparto PCM e Ministe-ri, e i comparti Sicurezza e Organi dello Stato. Naturalmente il dato di comparto dei Mi-nisteri non deve far trascurare che al suo interno vi sono Amministrazioni che superano,anche nettamente, la media generale: oltre a PCM, i Ministeri degli Affari Esteri, delle Po-litiche Agricole Alimentari e Forestali, dell’Istruzione e Ricerca, dell’Economia e Finanze.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    40 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

    COMPARTO TOTALE DIPENDENTI TOTALE PARTECIPAZIONI PARTECIPAZIONI OGNI 100 DIPENDENTI

    PCM e Ministeri 276.400 137.702 49,8

    Sicurezza 161.922 24.371 15,1

    Organi dello Stato 4.527 2.274 50,2

    Autorità 1.762 2.583 146,6

    Enti pubblici 70.407 92.045 130,7

    Università 58.348 53.095 91,0

    Camere di commercio 7.729 14.184 183,5

    Regioni 88.359 86.773 98,2

    Province 45.669 32.923 72,1

    Comuni 157.391 97.118 61,7

    Nota: Elaborazioni su 74 Province, 266 Comuni e 60 Atenei

    Tabella 10 - PARTECIPAZIONI ALLE ATTIVITÀ DI FORMAZIONE

  • Gli andamenti dell’ultimo quinquennio, sono riportati nel grafico 8.

    Il grafico mostra come, a fronte di andamenti differenziati, ma con una netta prevalen-za di segni “meno” nei tassi di partecipazione nel 2005 rispetto al 2004, nel 2006 si re-gistri invece un aumento del tasso di partecipazione nella maggior parte dei comparti,con un’ulteriore riduzione però nei comparti Sicurezza, PCM e Ministeri ed Autorità –queste ultime peraltro collocate su livelli ben superiori alla media.

    I livelli di partecipazione variano ampiamente, nel caso dei Comuni e delle Province, inrelazione alla ripartizione geografica di appartenenza: per le Province del nord-est il tas-so è molto prossimo al 130%, mentre al sud si riduce al 45%; la media generale (72%) èinfluenzata in positivo dalla scelta di alcune grandi Amministrazioni del comparto di ga-rantire a tutto il personale almeno una opportunità formativa ogni anno.

    Per quanto concerne i Comuni, il divario in termini di partecipazione, tra nord – ed inparticolare nord-est – e sud cresce nel 2006 rispetto al 2005, ed è influenzato dalla di-mensione del Comune: al di sopra dei 100.000 abitanti supera il 100%.

    L’indagine Isfol INDACO Lavoratori – riferita al 2005 – da cui sono tratti i dati presentati nelcontributo incluso nella seconda parte del Rapporto, segnala come i dipendenti della PApartecipino alla formazione con una frequenza che è circa doppia rispetto a quella dei la-voratori del settore privato: in media il 53,1% dei lavoratori pubblici partecipa ogni annoad un evento formativo, mentre per i lavoratori privati il tasso di partecipazione è del26,7%; i lavoratori autonomi (27,6%) non si distanziano dai lavoratori privati.

    I dati dell’indagine segnalano anche come tra i dipendenti pubblici l’età (dato che nonviene rilevato nell’indagine per questo Rapporto) non rappresenti un fattore di discri-minazione rispetto alle possibilità di formazione; i lavoratori over 45 dipendenti della PA

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

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    Grafico 8TASSO DI PARTECIPAZIONEANDAMENTO NELQUINQUENNIO (%)

    Nota: Università - 48 Atenei nel 2002, 59 nel 2003, 64 nel 2004, 63 nel 2005, 60 nel 2006.Comuni - 217 nel 2002, 185 nel 2003, 284 nel 2004, 276 nel 2005, 266 nel 2006.Province - 63 nel 2002, 71 nel 2003, 81 nel 2004, 81 nel 2005, 74 nel 2006.

  • non appaiono svantaggiati nella partecipazione alla formazione, ma anzi mostrano unaelevata percentuale di partecipazione (54,1% rispetto a 53,1%).

    Nel settore privato – caratterizzato in Italia da una prevalenza assai pronunciata delleimprese di piccole e piccolissime dimensioni, la partecipazione alla formazione è de-terminata in modo molto evidente dalle dimensioni aziendali: le imprese “formatrici”sono il 73% tra le grandi imprese, e solo il 16% tra le micro-imprese (fino a 9 dipendenti)e il 27% tra le piccole imprese (fino a 49). Nelle Pubbliche Amministrazioni questa re-lazione sembra meno forte: è evidente – ma non così accentuata – nei Comuni e nelleProvince; non sembra evidenziarsi nelle Regioni e nelle Amministrazioni dello Stato.Curiosamente il tasso di partecipazione è relativamente più basso nei Comuni più gran-di (al di sopra dei 250.000 abitanti), ed in alcune Amministrazioni statali di grandi di-mensioni (ad esempio quelle appartenenti al comparto Sicurezza).

    CHI PARTECIPA ALLA FORMAZIONE:DIRIGENTI, FUNZIONARI, ALTRI DIPENDENTIIl tasso di partecipazione si differenzia abbastanza nettamente tra le diverse categorie didipendenti pubblici: i grafici che seguono mostrano l’andamento della partecipazionenei diversi comparti nel quinquennio, con riferimento alla articolazione dei dipenden-ti in dirigenti, funzionari e altre categorie.

    Il 2006 ha visto un aumento pressoché generalizzato della presenza di dirigenti e fun-zionari nella formazione: cresce il tasso di partecipazione dei dirigenti in particolare nel-le Regioni ed in alcune Amministrazioni centrali; dei funzionari in tutti gli Enti locali, ne-gli Enti pubblici, nelle Autorità, nelle Amministrazioni del comparto Sicurezza. Tutto ciòin un contesto di lieve flessione delle partecipazioni complessive.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

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    Grafico 9TASSO DI PARTECIPAZIONE

    DEI DIRIGENTI - ANDAMENTO NEL

    QUINQUENNIO (%)

    Nota: Comuni - 217 nel 2002, 185 nel 2003, 284 nel 2004, 276 nel 2005, 266 nel 2006Province - 63 nel 2002, 71 nel 2003, 81 nel 2004, 81 nel 2005, 74 nel 2006

  • La partecipazione dei dirigenti alla formazione è più elevata rispetto a quella degli altridipendenti tanto nel settore pubblico che nel settore privato (indagine Isfol INDACO La-voratori); ma anche per questa categoria di lavoratori la partecipazione è più elevata peri dirigenti pubblici (65,2% rispetto a 54,7%).

    Il tasso di partecipazione delle altre categorie diminuisce in tutti i comparti, ad ecce-zione degli Organi dello Stato e delle Province. In nessun comparto raggiunge la sogliadelle 100 partecipazioni rispetto al numero dei dipendenti appartenenti a queste cate-gorie.

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

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    Grafico 10TASSO DI PARTECIPAZIONEDEI FUNZIONARI -ANDAMENTONEL QUINQUENNIO (%)

    Nota: Comuni - 217 nel 2002, 185 nel 2003, 284 nel 2004, 276 nel 2005, 266 nel 2006Province - 63 nel 2002, 71 nel 2003, 81 nel 2004, 81 nel 2005, 74 nel 2006

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    Grafico 11TASSO DI PARTECIPAZIONEDELLE ALTRE CATEGORIE -ANDAMENTO NELQUINQUENNIO (%)

    Nota: Comuni - 217 nel 2002, 185 nel 2003, 284 nel 2004, 276 nel 2005, 266 nel 2006Province - 63 nel 2002, 71 nel 2003, 81 nel 2004, 81 nel 2005, 74 nel 2006

  • Di fronte ad una riduzione delle risorse disponibili, o destinabili, alla formazione, leAmministrazioni focalizzano la formazione sulle figure di direzione e di coordinamen-to, e riducono la formazione rivolta agli altri dipendenti.

    In tutti i comparti i tassi di partecipazione sono più alti per i dirigenti che per le altre ca-tegorie, ad eccezione che nel caso dei funzionari della Sicurezza, delle Autorità e degliEnti pubblici, tenendo conto di quei comparti per i quali questo dato è disponibile.

    Nelle Province ed in particolare nei Comuni, nel 2006, si registra una crescita delle par-tecipazioni delle categorie più basse rispetto all’anno precedente. Il tasso di partecipa-zione è più elevato nei Comuni grandi, mentre nei Comuni di piccole dimensioni pre-valgono le partecipazioni dei funzionari.

    In alcuni settori viene approfondita la presenza nelle attività di formazione dei neoas-sunti, che possono anche rappresentare un gruppo numeroso, in relazione alle esigen-ze di sostituzione del turn-over: è il caso della Amministrazioni che fanno parte delcomparto Sicurezza, in cui una quota importante dei partecipanti è costituita dal perso-nale in ingresso nell’Amministrazione.

    Nelle Università i neoassunti rappresentano il 5,2% dei dipendenti, e la loro incidenzasul totale dei partecipanti è pari al 3,8%: il tasso di partecipazione dei neoassunti sale al64,7%, rispetto al 42,2% dello scorso anno.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    44 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

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    Dirigenti Funzionari Altri

    Grafico 12TASSO DI PARTECIPAZIONE

    PER QUALIFICA (%)

    Nota: Elaborazioni su 74 Province e 266 Comuni

  • UOMINI E DONNE NELLA FORMAZIONEI dati relativi alla partecipazione per genere confermano la situazione che è venuta adevidenziarsi nel corso degli ultimi anni, con differenze abbastanza nette tra i diversicomparti.

    Il grafico che segue mette a confronto la composizione percentuale dei dipendenti conla composizione percentuale dei partecipanti alla formazione, evidenziando la compo-nente femminile: quando la percentuale di donne che hanno partecipato alla formazio-ne supera la percentuale di donne presenti nel comparto, questo significa che la parte-cipazione femminile alla formazione è proporzionalmente più elevata rispetto alla par-tecipazione maschile.

    Il grafico deve quindi essere letto confrontando le coppie di valori riferiti ad ogni com-parto.

    La partecipazione femminile è proporzionalmente più elevata di quella maschile in tut-ti i comparti, ad eccezione di PCM e Ministeri, Organi dello Stato, Sicurezza, Province edAutorità. I comparti Sicurezza ed Enti pubblici si differenziano dalle altre Amministra-zioni centrali, perché anche in esso il tasso di partecipazione femminile è più elevato diquello maschile.

    La differenza è particolarmente netta per le Regioni, i Comuni, le Province e gli Entipubblici: in questi comparti il tasso di partecipazione femminile supera la presenza del-le donne tra i dipendenti di oltre 5 punti percentuali, mentre nel caso di PCM e Ministe-ri la differenza in negativo supera i 14 punti.

    Se si confrontano questi dati con quelli degli anni precedenti, si evidenziano tendenzeben distinte: in alcuni comparti (PCM e Ministeri, Organi dello Stato) il tasso di parteci-

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

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    Grafico 13DISTRIBUZIONE EPARTECIPAZIONEFEMMINILE (%)

    Nota: Elaborazioni su 69 Province, 257 Comuni e 60 AteneiUniversità - il dato è stato rilevato solo sui corsi e non su convegni e conferenze

  • pazione femminile è, costantemente o quasi, più basso della quota di donne sul totaledel personale di quel comparto; in altri il tasso di partecipazione alla formazione è sta-to negli ultimi tempi più elevato, ma è diminuito quest’anno – più o meno drastica-mente, scendendo anche sotto la parità (Università, Autorità, Camere di commercio); inaltri comparti (Enti pubblici) infine, la partecipazione femminile è cresciuta più o menocostantemente, anche a partire da situazione di netta disparità (Comuni, Regioni, Pro-vince).

    Va notato che la presenza delle donne tra i dipendenti delle Pubbliche Amministrazio-ni è maggioritaria negli Enti pubblici e negli Organi dello Stato, nelle Università, nelleCamere di commercio e nei Comuni, al di sotto del 50% negli altri comparti. Solo nelcomparto Sicurezza le donne sono meno del 20% del totale dei dipendenti; in nessunaltro comparto scendono al di sotto del 40%. Pertanto la numerosità relativa della com-ponente femminile non ha relazione con il tasso di partecipazione.

    Nelle Province e nei Comuni le partecipazioni femminili nel 2006, crescono rispetto al2005, anche in quelle categorie dimensionali delle Amministrazioni e nelle aree geo-grafiche in cui il tasso di partecipazione è stabile o in diminuzione.

    L’indagine Isfol INDACO Lavoratori, da cui sono tratti i dati presentati nel contributo in-cluso nella seconda parte del Rapporto, conferma che la partecipazione femminile allaformazione nella PA supera di circa 3 punti percentuali la partecipazione media (il56,2% delle donne partecipano ad attività formative ogni anno, rispetto ad una mediadel 53,1%); si tratta di una situazione capovolta rispetto a quanto avviene tra i dipen-denti privati, dove il divario negativo di 5 punti tra uomini e donne segnala un eviden-te fattore di discriminazione.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    46 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

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    Grafico 14DIFFERENZIALE TRA

    PARTECIPAZIONEE PRESENZA FEMMINILE -

    ANDAMENTO NELQUINQUENNIO (%)

    Nota: Università - 48 Atenei nel 2002, 59 nel 2003, 64 nel 2004, 63 nel 2005, 60 nel 2006Comuni - 217 nel 2002, 185 nel 2003, 284 nel 2004, 276 nel 2005, 266 nel 2006Province - 63 nel 2002, 71 nel 2003, 81 nel 2004, 81 nel 2005, 74 nel 2006

  • 1.6 I TEMI E L ’IMPATTO ORGANIZZATIVO

    I TEMI E I CONTENUTI DELLE ATTIVITÀ FORMATIVE La riflessione sul contributo che, nel corso del 2006, la formazione ha dato al processodi cambiamento delle Amministrazioni si incentra, come di consueto, sull’analisi dellerisposte fornite dalle Amministrazioni a due distinti quesiti: il primo riguarda i contenu-ti professionali e le tematiche a cui le attività formative realizzate fanno riferimento; ilsecondo riguarda le tematiche che ciascuna Amministrazione ritiene più significative aifini del cambiamento, ed include una previsione sulla rilevanza che ciascuna tematicapotrà avere in futuro, vale a dire nell’anno in corso.

    La rilevanza dell’analisi in oggetto ha indotto, in questi anni, ad assicurare la massimacontinuità nei dati, con modifiche molto limitate al questionario da un anno all’altro, alfine di offrire la possibilità di confronti puntuali e dettagliati. Ciò ha condotto anche al-l’affermarsi delle categorie utilizzate nel Rapporto come standard presso le Ammini-strazioni, numerose delle quali utilizzano il questionario come riferimento per i proprisistemi di monitoraggio interno della formazione. Naturalmente, ciò rende ancora piùopportuno non modificare la formulazione scelta. L’unica modifica rilevante intervenu-ta negli anni scorsi è stata quella di articolare le aree tematiche principali in sotto-aree,per consentire una più analitica lettura delle informazioni.

    È possibile utilizzare diverse unità di misura per dar conto delle attività svolte con rife-rimento alle diverse aree tematiche: partecipazioni, ore erogate o ore fruite.

    Il dato delle partecipazioni indica quanto una determinata tematica è diffusa, o perva-siva, all’interno dell’Amministrazione o del comparto, mentre utilizzando il parametrodelle ore erogate si misura la quota di investimento destinata a ciascuna tematica dal-l’Amministrazione, oppure l’interesse che l’Amministrazione attribuisce alla tematica: vaconsiderato anche che tuttavia, nel caso dell’utilizzo di nuove tecnologie, il dato relati-vo alle ore erogate può descrivere impatti diversificati, e il concetto stesso di erogazio-ne della formazione diviene meno quantificabile.

    Il parametro delle ore fruite per tematica permette di tenere conto anche del numero dipartecipazioni alle iniziative e sottolinea l’impegno organizzativo rivolto a ciascun tema,che comprende non solo i costi ma anche il tempo della partecipazione all’attività for-mativa.

    Le tematiche proposte dal questionario articolano i contenuti che formano il comples-so dei corsi fruiti nelle Amministrazioni; alcuni insegnamenti sono più facilmente desti-nati a dirigenti o funzionari (tutti i temi legati alla gestione di progetti o del personaleecc.); altri sono rivolti ai dipendenti in maniera trasversale, dovendo trasmettere cono-scenze che devono diventare patrimonio condiviso di tutta la struttura; altri sono, inve-ce, tipicamente tecnici o tecnologici.

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

    4710° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

  • La tabella può essere di non facile lettura: per un confronto immediato circa il “peso” diogni singola area si può fare riferimento alla colonna di destra, che riporta il totale deipartecipanti ad attività formative appartenenti ad una determinata area tematica nell’in-sieme dei comparti analizzati dal Rapporto.Al contrario, per confrontare sotto questo punto di vista i diversi comparti, si può fareriferimento alla quota percentuale di partecipanti che ciascuna area tematica raccoglienei singoli comparti.

    Le aree con il più elevato numero complessivo di partecipanti nei diversi comparti, sono:❍ l’area tecnico-specialistica;❍ l’area giuridico-normativa;❍ l’area informatica e telematica.

    In termini assoluti è l’area tecnico-specialistica che ha il maggior numero di partecipantinell’ambito della rilevazione effettuata per il Rapporto – ma va naturalmente osservatoche i settori dove non è effettuata una rilevazione censuaria risultano ovviamente sot-torappresentate – per cui questo parametro, che indica i contenuti professionali tipicidell’Amministrazione, va pertanto considerato del tutto indicativo.

    In nessun comparto l’area giuridico-normativa raccoglie una percentuale di partecipa-zioni inferiori al 15% (il caso del comparto Sicurezza non è confrontabile, per l’assolu-ta prevalenza che hanno in quel comparto i corsi multidisciplinari di ingresso).

    In alcuni settori ha particolare rilevanza l’area economico-finanziaria: 28% dei parteci-panti nel comparto Camere di commercio, e 18% nel caso delle Autorità.

    L’area dell’organizzazione e del personale conferma la sua rilevanza nelle Regioni e nel-le Province (intorno al 11%).

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    48 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

    AREA TEMATICA PCM SICUREZZA ORGANI AUTORITÀ ENTI UNIVERSITÀ CAMERE REGIONI PROVINCE COMUNI TOTALE E MINISTERI DELLO STATO PUBBLICI DI PARTECIPAZIONI

    COMMERCIO PER AREATEMATICA

    Giuridico-normativa generale 20,7 3,2 35,7 16,8 18,0 22,4 22,9 20,6 28,4 25,7 114.447

    Organizzazione e personale 5,1 3,7 1,0 4,6 6,8 9,6 6,5 11,4 11,2 7,5 41.201

    Manageriale 2,4 0,3 5,6 5,4 1,0 1,3 2,9 6,5 2,7 3,1 15.233

    Comunicazione 1,7 2,8 1,3 1,6 2,3 7,2 3,7 8,3 5,2 5,0 23.315

    Economico-finanziaria 16,8 0,3 9,2 18,0 3,4 6,4 28,0 5,5 6,4 6,0 47.049

    Controllo di gestione 1,1 0,0 2,2 0,3 0,9 1,0 0,9 1,2 0,5 1,2 5.454

    Informatica e telematica 24,7 9,1 42,9 8,1 18,5 18,7 13,9 19,4 16,0 15,3 103.351

    Linguistica 2,0 0,2 2,1 12,4 7,5 4,1 1,9 7,4 2,9 2,9 22.692

    Multidisciplinare 6,4 60,9 0,0 1,6 5,0 13,4 0,9 2,5 3,5 2,3 41.105

    Internazionale 0,6 0,1 0,0 2,2 0,1 0,5 0,8 4,2 1,4 0,3 5.827

    Tecnico-specialistica 18,5 19,4 0,0 29,0 36,5 15,4 17,5 13,0 21,8 30,7 123.394

    Nota: Elaborazioni su 74 Province, 266 Comuni e 60 Atenei. Percentuale in colonna

    Tabella 11 - PARTECIPAZIONI PER AREE TEMATICHE (valori %)

  • In termini di ore fruite l’area assolutamente più rilevante è quella multidisciplinare, cheha tuttavia rilevanza prevalente solo nel comparto Sicurezza, e uno spazio significativonei Ministeri e nelle Università, ma è limitata o assente negli altri comparti.Rispetto agli anni precedenti l’area multidisciplinare diminuisce in tutti i comparti ad ec-cezione della Sicurezza e – ad un livello molto più basso, arrivando al 6% - Enti pub-blici. Si esaurisce nelle Camere di commercio, diminuisce drasticamente nelle Regioni enegli Enti locali, si ridimensiona lievemente nel comparto PCM e Ministeri (dal 37% al33%), mentre cresce, in termini di ore fruite nel comparto Sicurezza.

    Il confronto con l’anno precedente segnala variazioni importanti, ed al tempo stessoconferma alcune tendenze che si sviluppano su una scala pluriennale.

    L’aumento in termini di ore fruite è diffuso in molti comparti per l’area giuridico-nor-mativa: fanno eccezione Regioni, Province e Comuni; gli aumenti sono anche molto ri-levanti (dal 10% al 24% negli Enti pubblici, ad esempio); altrettanto si può dire per l’a-rea informatica, in crescita soprattutto nel comparto Regioni. Più variegata la tendenzaper l’area tecnico-specialistica, dove all’aumento in PCM e Ministeri, Autorità e Regionisi contrappone la diminuzione relativa nel comparto Sicurezza, nelle Università.

    Diminuisce in modo pressoché generalizzato il dato delle ore fruite per le tematichemanageriali, considerando congiuntamente le aree organizzazione e personale, mana-geriale in senso stretto, e l’area del controllo di gestione – che si riduce ad un livellomolto basso (in nessun comparto si arriva all’1,5% delle ore fruite).

    La conferma della rilevanza delle attività nelle aree tecnico-specialistica e giuridico-nor-mativa in numerosi comparti conferma il trend già evidenziato negli anni scorsi, rove-sciando una precedente prevalenza delle tematiche di gestione delle risorse.

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

    4910° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

    AREA TEMATICA PCM SICUREZZA ORGANI AUTORITÀ ENTI UNIVERSITÀ CAMERE REGIONI PROVINCE COMUNI TOTALE E MINISTERI DELLO STATO PUBBLICI DI ORE FRUITE

    COMMERCIO PER AREATEMATICA

    Giuridico-normativa generale 8,2 0,5 34,2 12,3 23,7 24,7 14,1 20,6 15,0 16,1 2.152.686

    Organizzazione e personale 3,1 0,8 0,6 0,9 8,6 4,1 4,2 11,4 10,8 8,5 940.883

    Manageriale 2,1 0,1 2,5 5,9 0,8 2,2 13,1 6,5 1,6 2,0 397.124

    Comunicazione 1,0 0,8 4,3 1,8 2,8 6,7 4,0 8,3 3,5 3,9 513.034

    Economico-finanziaria 11,4 0,1 5,1 11,3 3,2 3,8 24,5 5,5 8,7 12,6 1.298.374

    Controllo di gestione 0,7 0,0 1,1 0,4 1,0 0,7 0,3 1,2 1,0 1,3 127.856

    Informatica e telematica 16,0 3,3 48,0 10,8 10,2 14,8 13,1 19,4 14,5 14,1 2.326.139

    Linguistica 2,8 0,1 4,3 37,6 7,5 11,5 6,5 7,4 3,2 1,6 697.914

    Multidisciplinare 33,4 88,4 0,0 2,7 6,1 19,4 1,0 2,5 1,9 1,8 5.761.021

    Internazionale 0,9 0,2 0,0 0,8 0,2 0,4 0,7 4,2 1,7 0,6 192.885

    Tecnico-specialistica 20,4 5,7 0,0 15,5 36,1 11,6 18,5 13,0 38,1 37,6 3.617.719

    Nota: Elaborazioni su 74 Province, 266 Comuni e 60 Atenei. Nel comparto Regioni l’elaborazione è effettuata sul numero di partecipazioniPer i Comuni e le Province il dato è calcolato sulle edizioni dei corsi. Percentuale in colonna

    Tabella 12 - ORE FRUITE PER AREE TEMATICHE (valori %)

  • Le aree tecnico-specialistica e giuridico-normativa nelle Amministrazioni centrali ap-paiono prevalenti in termini tanto di ore fruite che di partecipazioni, ed in crescita ri-spetto agli anni scorsi. Torna a crescere l’area informatica e telematica, e l’area econo-mico-finanziaria, nei Ministeri, ma non negli Enti pubblici. L’area linguistica ed interna-zionale è sensibilmente in calo.

    Regioni, Province e Comuni segnalano una discreta omogeneità nella scelta delle prio-rità in termini di tematiche. Le principali aree risultano essere la giuridico-normativa, latecnico-specialistica e l’informatica e telematica.

    Appaiono particolarmente significative per le Province le specificità legate all’area ter-ritoriale di appartenenza delle Amministrazioni, con un particolare interesse delle Am-ministrazioni del sud per le tematiche economiche ed organizzative; questo secondo in-teresse è condiviso dai Comuni meridionali.

    Nelle Regioni cresce, rispetto allo scorso anno, l’area tecnico-specialistica; ma, diffe-renziandosi in questo dagli andamenti di altri comparti, crescono anche le attività nellearee organizzazione e personale, e manageriale.

    Nelle Università la rilevanza delle diverse aree tematiche non si discosta significativa-mente dagli scorsi anni, né dai dati medi del complesso delle Pubbliche Amministra-zioni; nell’approfondimento si sottolinea la scarsa incidenza delle attività sui temi delcontrollo di gestione, che ci si attenderebbero maggiormente presi in considerazione,in relazione alle nuove competenze strategiche collegate all’istituzione dell’ANVUR(Agenzia Nazionale Valutazione Università e Ricerca).

    Nelle Camere di commercio, fermo restando il primato delle attività a contenuto tecni-co-specialistico, hanno dato particolare priorità alle attività dell’area economico-finan-ziaria e controllo di gestione, in relazione all’entrata in vigore del nuovo Regolamentodi contabilità delle Camere di commercio, che ha avuto un forte impatto innovativo nonsolo sulle procedure contabili e finanziarie, ma anche sulla programmazione e la piani-ficazione.

    Può essere interessante notare che le Amministrazioni che partecipano al Premio Basi-le indicano come attività di eccellenza progetti che si rivolgono in prevalenza all’areacomunicazione, e poi, in misura quasi uguale alle aree tecnico-specialistica, organizza-zione e personale, manageriale, giuridico-normativa, tutte tra il 10% e il 12%; analoga lapercentuale di progetti multidisciplinari.

    LA FORMAZIONE PER L’ISTITUZIONE, L’INNOVAZIONETECNOLOGICA, L’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA GESTIONEAggregando le tematiche in quattro macro-aree: formazione istituzionale, formazioneper l’innovazione tecnologica, per l’internazionalizzazione e per il miglioramento dellagestione, si ottengono alcune interessanti indicazioni.

    La formazione istituzionale raccoglie formazione multidisciplinare, formazione tecnico-specialistica e giuridico-normativa; la formazione per l’innovazione tecnologica corri-

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    50 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

  • sponde all’area informatica e telematica del nostro questionario, mentre la formazioneper l’internazionalizzazione comprende la formazione linguistica e la formazione inter-nazionale.

    Il miglioramento della gestione raccoglie la formazione economico-finanziaria, la for-mazione manageriale, così come la formazione relativa ad organizzazione, controllo digestione e comunicazione, strumentazioni tipiche per la gestione aziendale, frequente-mente mutuata dalle esperienze e dai modelli sviluppati in ambito di impresa.

    Un’analisi basata su questa modalità di aggregazione delle partecipazioni alle tematichediverse mostra che la formazione istituzionale rappresenta in media oltre il 50% delleattività e appare di gran lunga la più rilevante in tutti i comparti, anche se ha registratoin quasi tutti i comparti una limitata flessione tra il 2005 e il 2006, legata alla diminuzio-ne, talora drastica, della formazione multidisciplinare: la formazione istituzionale appa-re particolarmente rilevante nei comparti della Sicurezza, Enti pubblici e Comuni.

    L’area del miglioramento della gestione, risulta in crescita, tornando ad avvicinarsi al25%, che aveva raggiunto nel 2003. L’aumento dell’incidenza dell’area economico-fi-nanzaria in alcuni comparti, e delle tematiche manageriali nelle Regioni e negli Enti lo-cali, motiva questo aumento.

    In lieve calo rispetto allo scorso anno anche l’area innovazione, che si attesta al di sot-to del 20%, mentre l’area della formazione per l’internazionalizzazione, identificabilecon le aree internazionale e linguistica, cala significativamente in tutti i comparti, sia pereffetto del taglio della formazione linguistica, sia per la riduzione della formazione suitemi dell’internazionalizzazione in senso stretto, scendendo al di sotto del 5% in molticomparti.

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

    5110° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

    COMPARTO 2 0 0 5 2 0 0 6ISTITUZIONE INNOVAZIONE INTERNAZIO- GESTIONE ISTITUZIONE INNOVAZIONE INTERNAZIO- GESTIONE

    NALIZZAZIONE NALIZZAZIONE

    PCM e Ministeri 52,3 13,7 2,6 31,4 45,6 24,7 2,6 27,1

    Sicurezza 86,9 4,6 0,6 7,9 83,5 9,1 0,3 7,1

    Organi dello Stato 18,3 46,1 2,2 33,4 35,7 42,9 2,1 19,4

    Autorità 55,7 23,1 14,2 7,0 47,5 8,1 14,6 29,9

    Enti pubblici 52,0 17,8 8,3 21,9 59,5 18,5 7,7 14,4

    Università 47,5 22,8 6,4 23,3 51,2 18,7 4,6 25,5(63 Atenei) (63 Atenei) (63 Atenei) (63 Atenei) (60 Atenei) (60 Atenei) (60 Atenei) (60 Atenei)

    Camere di commercio 50,9 17,1 3,9 28,1 41,3 13,9 2,7 42,1

    Regioni 42,5 15,7 12,2 29,7 36,0 19,4 11,7 32,9

    Province 49,3 18,5 4,2 28,0 53,6 16,0 4,3 26,1(81 Province) (81 Province) (81 Province) (81 Province) (74 Province) (74 Province) (74 Province) (74 Province)

    Comuni 57,0 15,4 3,2 24,4 58,7 15,3 3,1 22,8(274 Comuni) (274 Comuni) (274 Comuni) (274 Comuni) (266 Comuni) (266 Comuni) (266 Comuni) (266 Comuni)

    Nota: Per i Comuni e le Province il dato è calcolato sulle edizioni dei corsi

    Tabella 13 - FORMAZIONE PER L’ISTITUZIONE, PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA, PERL’INTERNAZIONALIZZAZIONE E LA GESTIONE - PARTECIPAZIONI (valori %)

  • Se si esclude la riduzione dei temi legati all’internazionalizzazione, forse motivata dalledifficoltà di sviluppo, o addirittura dai passi indietro, del processo di integrazione eu-ropea, le variazioni sono limitate e si conferma una sostanziale stabilità nel tempo, chesegnala come la distribuzione della formazione nell’ambito di questi macro comparti ri-fletta una caratteristica strutturale del sistema.

    I progetti formativi finanziati dal Fse – che hanno coinvolto in pressoché ugual misurail personale delle Regioni, delle Province e dei Comuni e, per il restante 40% altri Entisul territorio – si sono caratterizzati in qualche misura anche sotto il profilo dei conte-nuti. Ha avuto importanza, non solo nel 2006 ma nel triennio in cui si è realizzata la par-te più cospicua dei programmi, l’accompagnamento del decentramento e il supporto alcoordinamento delle attività delegate dalle Regioni alle Province; grande rilievo ha avu-to anche il rapporto con il pubblico. Nelle Regioni dell’obiettivo 1 speciale attenzione èstata data alle tematiche dello sviluppo locale, allo sviluppo sostenibile, all’immigrazio-ne.

    LA FORMAZIONE COME INDICATORE DI CAMBIAMENTONel questionario sono state inoltre esplicitamente proposte alcune tematiche correlatecon l’innovazione e il cambiamento; per ciascuna di esse, senza l’indicazione di un nu-mero massimo di opzioni, doveva essere segnalata la scelta dell’Amministrazione rela-tiva alle attività svolte nel 2006 e – accanto a questa – espressa una previsione relativa-mente al 2007.

    La tabella che segue sintetizza, per i diversi comparti, quali tematiche sono segnalatecome particolarmente rilevanti per l’innovazione e il cambiamento. Viene evidenziatoil peso che hanno avuto nel 2006, e qual è la prospettiva di evoluzione per il prossimoanno.

    PARTE I - CAPITOLO 1 LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006

    52 10° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

    Tabella 14 - ATTIVITÀ DI MAGGIORE IMPATTO SULL’INNOVAZIONE

    TEMATICA MINISTERI ENTI PUBBLICI ALTRE CAMERE REGIONI PROVINCE COMUNIAMMINISTRAZIONI DI

    CENTRALI COMMERCIOPESO TREND PESO TREND PESO TREND PESO TREND PESO TREND PESO TREND PESO TREND

    Accesso e gestione dei fondi comunitari • • • • • • • •

    Reingegnerizzazionedei processi • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • •

    Qualità e customersatisfaction • • • • • • • •

    Servizi ai cittadinie alle imprese • • • • • • • •

    Controllodi gestione • • • • • • • • • • • • • • • • • •

    Comunicazione • • • • • • • • • • • • • • • •

    Valutazione,analisi costi-benefici • • • • • •

    Valutazione delleprestazioni • • •

  • La reingegnerizzazione dei processi si conferma come tema più presente con riguardotanto all’anno in corso quanto alle prospettive future.

    Ha una presenza altrettanto generalizzata la tematica del controllo di gestione, seppurecon minor rilevanza in termini di priorità ad essa assegnata dalle Amministrazioni; questapresenza generalizzata non trova in realtà piena conferma in termini di volumi della for-mazione, anche se ciò non contraddice il valore strategico della tematica in questione.

    Diminuisce la rilevanza della comunicazione tanto per l’anno di riferimento quanto ri-spetto alle prospettive future, pure restando al massimo livello di priorità per gli Enti lo-cali. Camere di commercio ed Enti locali attribuiscono rilievo alla tematica del miglio-ramento dei servizi ai cittadini e del customer care, in relazione al crescente rilievo delrapporto diretto con il cittadino.

    I temi della qualità e della valutazione – nelle sue diverse accezioni – appaiono scarsa-mente citati e di limitata priorità.

    Il tema dell’accesso e della gestione dei fondi comunitari, in relazione ai tempi di avviodel nuovo periodo di programmazione, viene citato come di rilievo e prioritario dalleRegioni, e previsto come rilevante per il 2007 dalle Amministrazioni provinciali.

    L’indagine condotta dal Formez con riferimento agli Enti locali evidenzia lo stretto le-game tra attività formativa, sui contenuti e processi di innovazione; un primo elementoche emerge è, pur nelle difficoltà finanziarie condivise con gli altri livelli di Governo, ildinamismo delle Province, da mettersi in relazione con la forte sollecitazione al cam-biamento che queste Amministrazioni ricevono dalle innovazioni normative, dal cam-biamento e dall’aumento delle responsabilità operative.

    In più, legate all’innovazione, si sono evidenziate tematiche quali la comunicazione in-terna – citata dal 34% dei rispondenti come attività di particolare impatto innovativo –,la semplificazione amministrativa (32%), la riorganizzazione dei processi tramite l’ICT,la pianificazione finanziaria e il controllo di gestione, e la comunicazione esterna.

    La gerarchia dei temi è solo poco diversa nel caso dei Comuni: giustamente colpisce lapriorità data alla tematica dei servizi su web, che raccoglie il maggior numero di cita-zioni (34%); le altre citazioni, in un ordine appena diverso, corrispondono alle Provin-ce: comunicazione esterna, a cui si affianca il tema dello sportello unico e dei servizi al-l’utenza, pianificazione finanziaria e controllo di gestione, comunicazione interna, sem-plificazione amministrativa.

    LA FORMAZIONE PER LA PA NEL 2006 PARTE I - CAPITOLO 1

    5310° RAPPORTO SULLA FORMAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE • 2006

  • 1.7 L’UTILIZZO DELLE TECNOLOGIEE LE METODOLOGIE FORMATIVE

    Il Rapporto segue con particolare attenzione le modalità di svolgimento della formazione,tenendo conto dell’evoluzione delle metodologie e dell’introduzione di nuove tecnologie.Per ogni corso viene rilevata la modalità di erogazione prevalente, e dal Rapporto del2003 il quadro delle modalità previste si è ampliato e precisato; anche quest’anno sonostate incluse tra le modalità di svolgimento gli stage, i convegni e le conferenze.

    Nel caso delle modalità di svolgimento appare rilevante verificare l’incidenza dell’uti-lizzo delle diverse modalità rispetto al totale dei corsi e la percentuale di partecipantiche hanno avuto occasione di frequentare un corso che adotta una determinata meto-dologia.

    In questo secondo caso, i dati non sono direttamente confrontabili con altre analisi ri-portate nel Rapporto, poiché la singola inizi