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25 novembre 201325 novembre 2013
Antonio Lanzoni – Umberto VitraniAntonio Lanzoni – Umberto Vitrani
PRIMO SEMINARIO25 novembre 2013
le dipendenze patologiche: definizione, trattamenti e
specifico educativo
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25 novembre 201325 novembre 2013
Antonio Lanzoni – Umberto VitraniAntonio Lanzoni – Umberto Vitrani
SOMMARIOChi siamo e cosa facciamoDefinizione di dipendenza
Diagnostica – disturbi – fenomenologiaTrattamenti
Specifico educativo
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Chi siamo Il Ceis - Re, è un’associazione senza scopo di lucro Opera a Reggio Emilia dal 1982 E’un ente accreditato presso la RER per il trattamento
delle tossicodipendenze Fa parte della Fict ( federazione italiana comunità
terapeutiche) Fa parte del Cea , Coordinamento regionale degli enti
ausiliari Ponendo le sue radici culturali nel “Progetto Uomo”, si
occupa oggi di: tossicodipendenza, minori, immigrati, donne sole con bambini, famiglie
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Cosa facciamo nel TRATTAMENTO delle DIPENDENZE► Centro osservazione e Diagnosi► Comunità Terapeutica► Percorsi territoriali per consumatori di
cocaina,giovani e alcolisti► Droga Online► Settore Famiglie► Accompagnamento e appartamenti per
reinserimento.► Casa alloggio per ammalati di AIDS
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DIPENDENZA: DEFINIZIONE L’organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS) descrive il concetto di dipendenza patologica o di sindrome della dipendenza come:
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“quella condizione psichica e talvolta anche fisica, derivante dall’interazione tra un organismo vivente e una sostanza tossica, e caratterizzata da risposte comportamentali e da altre reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in modo continuativo o periodico, allo scopo di provare i suoi effetti psichici e talvolta di evitare il malessere della sua privazione”
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Per il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV-TR, APA, 2000) e per il Manuale di Classificazione delle Sindromi e dei Disturbi Psichici e Comportamentali (ICD-X, OMS, 1994) la nozione di dipendenza presuppone esclusivamente l’uso di sostanze psicoattive.
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L’abuso e la dipendenza da sostanze psicotrope rappresenta, negli ultimi 50 anni, un problema di grande rilevanza epidemiologica oltre che di politiche sociali e sanitarie.
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Richiede un approccio multidisciplinare:oltre alla tossicodipendenza, con tutti i correlati comportamentali ad essa connessi, le persone tossicodipendenti sono, infatti, spesso portatori di una vasta gamma di patologie concomitanti che necessitano, per il loro trattamento, di competenze multi professionali, mediche, psicologiche, sociologiche ed educative.
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Il disturbo da uso di sostanze: la diagnostica del DSM IV-TR
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In letteratura sono state accuratamente descritte tre diverse modalità di consumo che, pur presentando tra loro differenze sostanziali, possono talvolta rappresentare tappe successive di un unico percorso tossicofilico.
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Un uso di tipo episodico (ricreativo o "funzionale") è molto diffuso nella popolazione, soprattutto nel caso di alcune sostanze (ad esempio alcool e cannabinoidi).
L’uso problematico (abuso) e quello compulsivo (dipendente), descritti più avanti, rappresentano invece modalità di consumo di carattere francamente patologico.
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Nel DSM IV-TR (American Psychiatric Association, 2001) con il termine Disturbi correlati a sostanze sono definiti tutti i "disturbi secondari all’assunzione di una sostanza di abuso (incluso l’alcool), agli effetti collaterali di un farmaco e all’esposizione a tossine"
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I Disturbi Correlati a Sostanze sono suddivisi in due gruppi:
1 Disturbi da Uso di Sostanze:
Abuso di SostanzeDipendenza da Sostanze
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2 Disturbi Indotti da Sostanze:Intossicazione da SostanzeAstinenza da SostanzeDisturbi Mentali Indotti da Sostanze (Delirium,
Demenza Persistente, Disturbo Amnestico Persistente, Disturbo Psicotico, Disturbo dell’Umore, Disturbo d’Ansia, Disfunzione Sessuale, Disturbo del Sonno e Disturbo Percettivo Persistente da Allucinogeni-Flashbacks)
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Il DSM-IV-TR descrive le seguenti 11 classi di sostanze d’abuso:
1. Alcool2. Amfetamine (e sostanze con struttura simile )3. Caffeina4. Cannabis5. Cocaina6. Allucinogeni7. Inalanti8. Nicotina9. Oppiacei10.Fenciclidina (PCP) e sostanze simili11.Sedativi, ipnotici o ansiolitici
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Criteri diagnostici per l’Abuso di
SostanzeModalità patologica d’uso di una
sostanza, che porta a menomazione o a disagio clinicamente significativi, come manifestato da una o più delle condizioni seguenti, ricorrenti entro un periodo di 12 mesi:
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1. uso ricorrente della sostanza risultante in una incapacità di
adempiere ai principali compiti connessi con il ruolo lavorativo, scolastico o domestico;
2. ricorrente uso della sostanza in situazioni fisicamente rischiose (ad esempio alla guida di un’automobile);
3. ricorrenti problemi legali correlati alle sostanze;
4. uso continuativo della sostanza nonostante persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti della sostanza;
5. I sintomi non hanno mai soddisfatto i criteri per Dipendenza da Sostanze della medesima classe.
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Criteri diagnostici per la Dipendenza da Sostanze
Modalità patologica d’uso della sostanza che conduce a menomazione o a disagio clinicamente significativi, come manifestato da tre o più delle condizioni seguenti, che ricorrono in un qualunque momento dello stesso periodo di 12 mesi:
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1. Tolleranza, così definita: o il bisogno di dosi notevolmente più elevate della
sostanza per raggiungere l’intossicazione o l’effetto desiderato;
o un effetto notevolmente diminuito con l’uso continuativo della stessa quantità della sostanza;
2. astinenza, come manifestata da ciascuno dei seguenti: o comparsa della caratteristica sindrome astinenziale
sostanza-specifica;o la stessa sostanza (o una strettamente correlata) è
assunta per attenuare o evitare i sintomi di astinenza;
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3. la sostanza è spesso assunta in quantità maggiori o per
periodi più prolungati rispetto a quanto previsto dal soggetto;
4. desiderio persistente o tentativi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso della sostanza;
5. una grande quantità di tempo viene spesa in attività necessarie a procurarsi la sostanza, ad assumerla, o a riprendersi dai suoi effetti;
6. interruzione o riduzione di importanti attività sociali, lavorative o ricreative a causa dell’uso della sostanza;
7. uso continuativo della sostanza nonostante la consapevolezza di avere un problema persistente o ricorrente, di natura fisica o psicologica, verosimilmente causato o esacerbato dalla sostanza.
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Nella letteratura scientifica e nella pratica clinica, la nozione di dipendenza viene sempre più frequentemente utilizzata per spiegare anche sintomatologie derivanti dalla ripetizione di altre attività per lo più socialmente accettate, che non implicano l’assunzione di alcuna sostanza.
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Si parla di nuove dipendenze o dipendenze comportamentali e si riferiscono a una vasta gamma di comportamenti, tra esse le più note e maggiormente indagate sono il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), la Dipendenza da Internet (Internet Addiction) , lo Shopping Compulsivo, la Dipendenza da Lavoro e da Studio, le Dipendenze da Tecnologia, le Dipendenze Relazionali e alcuni Disturbi Alimentari.
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Diversi studi evidenziano come sia le dipendenze comportamentali (Nuove Dipendenze) sia quelle determinate dall’uso di sostanze presentano delle somiglianze che possono essere così riassunte:
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- la sensazione di impossibilità di resistere all’impulso di mettere in atto il comportamento (compulsività);
- sensazione crescente di tensione che precede immediatamente l’inizio del comportamento (craving);
- piacere e sollievo durante la messa in atto del comportamento;
- percezione di perdita di controllo;- persistenza del comportamento
nonostante la sua associazione con conseguenze negative.
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I trattamenti nelle tossicdipendenze
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Situazione
In Italia i costi legati al consumo di droghe, sono pari al 2% del PIL nazionale, calcolati in 31 miliardi di Euro nel 2011. I costi sanitari specifici per la cura delle tossicodipendenze rappresentano poco più del 5% dei costi totali. Le strutture di assistenza sono 1.630, di cui 563 rappresentate dai SerT, e 1.067 da Comunità Terapeutiche di vario tipo. I soggetti con dipendenza da sostanze che hanno necessità di trattamento sono oltre mezzo milione. I soggetti effettivamente trattati sono circa un terzo, vale a dire circa 170mila. Un euro investito nella cura delle tossicodipendenze genera un beneficio di 6 euro.
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I trattamenti sono orientati alla prevenzione primaria, secondaria e terziaria ed i percorsi di cura più efficaci sono sempre multidisciplinari ed integrati al fine di garantire la continuità di cura, l’accesso ai trattamenti e l’integrazione degli stessi.
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Trattamenti ambulatoriali
sanitari: diagnosi tossicologica; controllo dello stato di salute; trattamenti di disintossicazione; trattamenti farmacologici integrati; counselling; interventi di educazione sanitaria
psicologici: psicodiagnosi; diagnosi relazionale e delle risorse; psicoterapia individuale e/o familiare e/o di gruppo; sostegno psicologico
socio-educativi: interventi educativi e riabilitativi, interventi socio-riabilitativi (borse lavoro e inserimenti lavorativi); inserimenti in strutture riabilitative, interventi in area giuridica e carceraria per garantire la continuità terapeutiche
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Day care per terapie di supporto alla disintossicazione
Trattamenti residenziali e semi residenziali in strutture terapeutiche
Interventi a bassa soglia e di prevenzione
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Lo specifico educativo
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Considerando la multifattorialità del problema ( meglio: problemi)correlati alla dipendenza, risulta evidente come debbano necessariamente convivere e collaborare, integrandosi, diverse professionalità, numerosi saperi , differenti tecniche
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Lo specifico educativo può essere focalizzato con un’apprezzabile
precisione se conosciamo con una certa chiarezza in quale quadro diagnostico ( e prognostico) ci
muoviamo e ,conseguentemente in quale quadro di trattamento tra quelli indicati, ci muoveremo
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In alcune situazioni l’educatore è un “farmaco immateriale” che si affianca ad altri strumenti terapeutici la cui titolarità è dei responsabili del progetto sanitario
In altre ha una propria “autonomia diagnostica” e , a pari dignità con altri professionisti si impegna per definire e attuare progetti
( S. Tramma, l’Educatore imperfetto,Carocci)
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… nella consapevolezza che il centro di ogni approccio terapeutico e qualunque terapia non potrà aver luogo se non all’interno di una relazione umana …
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E’ necessario un piccolo, enorme, atto di fiducia:avere la certezza che in ciascuna persona esista,
pur residuale, pur quando relegata dalle vicende umane in un angolo recondito della propria esperienza , un’energia rinnovabile che potrà essere d’aiuto alla persona in difficoltà e anche, magari, successivamente essere messa a disposizione di altri
L’educatore può sostenere la persona nella ricerca e poi nell’attivazione di queste risorse inespresse, sopite, dimenticate.
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LO SPECIFICO EDUCATIVO : dove può esprimersi in generale
Coo - progettazione degli interventi quadro Progettazione di attività educative Attività animative con i “clienti” ( in senso
rogersiano) Attività culturali Attività di inclusione lavorativa Educazione all’uso del tempo libero Gruppi, qui e ora e di auto aiuto per i ragazzi e le
famiglie Colloqui di sostegno e nella relazione quotidiana
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macro obiettivi educativi di cambiamento
CONQUISTA DI AUTONOMIE
APPRENDIMENTO ( E IMPIEGO) DI COMPETENZE
CONQUISTA E GESTIONE DEL MUTAMENTO DI IDENTITA
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3 aree di attenzione per la progettazione e applicazione di processi educativi
CORPOREITA’
RELAZIONALITA’,AFFETTIVITA’
COGNITIVITA’
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QUALUNQUE SIA LA FORMA DEL TRATTAMENTO …
si tratta di una esperienza temporale più o meno lunga nella quale si esce con una diversa percezione di sé
l' individuo si scopre " capace di“. Per questo devono essere presenti dei contenuti
qualcosa da apprendere, capire, organizzare, costruire, amare
è importante che ci sia un desiderio che motivi all'appropriazione di questo qualcosa.
L’EDUCATORE , attraverso la RELAZIONE ( ovvero impiegando se stesso come strumento) e accompagnando nelle attività può essere il lievito perché questi fenomeni abbiano occasione di realizzarsi.
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Centro di Solidarietà di Reggio EmiliaCentro di Solidarietà di Reggio Emilia
CONTATTI
Dott . Antonio LANZONI/Dott. Umberto VitraniVia Urceo Codro 1/1, Reggio EmiliaTel ufficio: 0522 451800/293036
E-mail: [email protected]@solidarieta.re.it