09 | CAOS E BELLEZZA | MATTHIAS BRANDES | MARIO BRANCA | ARCANGELO CIAURRO

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Secondo la mitologia greca, il caos era un’entità primigenia, un enorme e indistinto nulla, una voragine. Un vuoto dal quale si sarebbero generate le prime divinità che avrebbero poi dato origine al tutto. Solo con Platone il caos comincerà ad acquisire il significato di miscuglio disordinato, diventando nell’immaginario il “ricettacolo della materia originaria informe” da cui – grazie a un principio ordinatore – si genera il mondo (il cosmo) come un tutto ordinato. Se ci riflettiamo, ci rendiamo conto che la dicotomia tra ordine e caos è parte inscindibile dell’uomo e del suo leggere la realtà, ora come allora..... http://www.puntosullarte.it/ita/mostre/caos_bellezza.php?obj=4

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MOSTRA A CURA DI: ALESSANDRA REDAELLI

CATALOGO A CURA DI: SOFIA MACCHI E GIULIA STABILINI

TESTI: ALESSANDRA REDAELLI - TRADUZIONI: BEATRICE BERGAMASCO

PROGETTO GRAFICO: MATTEO PIURI - STAMPA: ARTESTAMPA SRL

C A O S & B E L L E Z Z A 1 6 N O V E M B R E - 2 9 D I C E M B R E 2 O 1 3

VIALE SANT’ANTONIO 59/61, 211OO VARESE (VA) ITALY, +39 O332 32O99O, [email protected] SULL' ARTE

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Secondo la mitologia greca, il caos era un’entità

primigenia, un enorme e indistinto nulla, una

voragine. Un vuoto dal quale si sarebbero generate

le prime divinità che avrebbero poi dato origine al

tutto. Solo con Platone il caos comincerà ad acquisire

il significato di miscuglio disordinato, diventando

nell’immaginario il “ricettacolo della materia originaria

informe” da cui - grazie a un principio ordinatore - si

genera il mondo (il cosmo) come un tutto ordinato.

Se ci riflettiamo, ci rendiamo conto che la dicotomia

tra ordine e caos è parte inscindibile dell’uomo e del

suo leggere la realtà, ora come allora. La maggior

parte delle mitologie, del resto, la annovera come

spiegazione originaria.

La bellezza del caos, invece, è campo specifico

dell’arte. È lei la disciplina deputata a sbaragliare

le certezze e a farci cogliere il fascino di ciò che

dovrebbe sgomentarci.

Un lavoro sistematico e ricchissimo di ricerca della

bellezza nel caos è quello che sta alla base di tutta

l’opera pittorica di Arcangelo Ciaurro. I suoi alberi

sono un inno alla magnificenza del creato, alla

sua perfezione, ma anche a quella imprevedibile

e indomabile bellezza che è poi il fascino più

autentico della natura. Dipinti con gesti che si

intuiscono febbrili e appassionati, crescono sulla

tela quasi per germinazione. Perché se il punto

According to Greek mythology, Chaos was a

primordial entity, a huge and undefined nothing, an

abyss. A void from which all divinities were born to

give life to the world.

Only through Plato, Chaos began to be intended

as a messy mixture, the “refuge of original

unformed matter” from which - thanks to a ruling

principle - the world (cosmos) was created as an

ordered reality.

The conflict between order and chaos is a

fundamental part of human nature and it guides

his analysis of reality. As a matter of fact, most

mythologies consider this dichotomy as the original

reason.

Whereas, beauty within chaos belongs specifically

to art. It is the discipline chosen to destroy

certainties and underline the charm hidden into

what should scare us.

Arcangelo Ciaurro’s works are based upon

the research of this kind of beauty. His trees

acclaim both the magnificence and perfection of

creation and the unpredictable and wild beauty of

Nature. His painting is made through passionate

and feverish gestures, which fill the canvas

as a germination. Even if the starting point is a

real image, the painting procedure leads to a

crawling confusion, which seems to contain the

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di partenza è un’immagine reale, il procedimento

va allontanandosene sempre di più, verso una

confusione brulicante che sembra contenere in

sé tutta la potenza dell’universo. Un po’ come se

Ciaurro si ponesse in un ruolo opposto rispetto a

quello del demiurgo: il suo scopo non è, infatti, quello

di ordinare il caos in un tutto razionale e leggibile,

quanto piuttosto quello di lasciar liberamente scaturire

dall’ordine visibile della natura - dell’albero, in

questo caso - quanto di selvaggio, primitivo, folle,

inclassificabile e imprevedibile sta alla sua origine.

In quel vorticare di colori, di macchie vibranti, di luci

ipnotiche e mobilissime si racconta il senso della

vita, lo scorrere incessante della linfa, il susseguirsi

delle stagioni, il respiro lento delle foglie, ma anche

la furia del temporale che si abbatte sulle chiome

scuotendole, il fulmine, il sole che inaridisce e la

pioggia che rigenera. Sono così importanti, per

l’artista, le linee di forza che vanno generandosi

nel dipinto, da aver deciso di usare solo ed

esclusivamente tele di forma quadrata, perché

nessun elemento formale vada a distrarre lo sguardo

e a disequilibrare la visione. E se dal punto di vista

estetico il percorso di Ciaurro si potrebbe definire

come un procedere incessante dalla figura verso

l’astratto, dal punto di vista della lettura simbolica il

senso sembra essere l’esaltazione di una natura

primigenia, perfetta in sé, completamente autonoma

whole energy of the universe. As if Ciaurro had

chosen an opposite role in respect to the Creator:

instead of turning chaos into a rational and

understandable context, he aims at freeing the wild,

primitive, insane, unclassifiable and unpredictable

side of Nature. He narrates the meaning of life,

through a vortex of colours, vibrant spots, hypnotic

and moving lights and representing the infinite

sap’s flowing, the succession of seasons, the slow

breathing of leaves and the storm which shakes

the crowns through lightning and reinvigorating rain.

The importance given to the field lines within the

painting is so deep that the artist chooses only

squared canvas, thus avoiding any distraction

during the fruition.

Ciaurro’s works can be intended, upon an

aesthetic level, as a constant march towards

abstract, and according to a symbolic

interpretation as the glorification of a primordial

and perfect Nature, completely autonomous

from mankind. A chaotic harmony which can be

disturbed only by human presence.

On the opposite side, the tamed Nature by Mario

Branca. Human glance and his spasmodic need

for order rule his metallic vegetation, fixed into

geometries and symmetries.

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rispetto all’uomo. Una caotica armonia che l’uomo,

con la sua presenza, può soltanto turbare.

Tutto il contrario, insomma, della natura domata nelle

sculture di Mario Branca. Lo sguardo dell’uomo e

il suo spasmodico bisogno di ordine si avvertono

come una presenza costante di fronte a questa

metallica vegetazione scandita in geometrie,

declinata in composizioni simmetriche che, lungi

dall’impoverirla, ne esaltano la bellezza. I girasoli

guardando lo spettatore come una fila di soldati

sull’attenti, le grandi carote svettano ingabbiate

in quello che potrebbe sembrare un gioco di

specchi. Anche la zucca, a prima vista più libera nel

movimento sinuoso dei tralci, rivela a un secondo

sguardo una perfezione quasi coreografica, come

se alla base del dispiegarsi di quella linea curva

ci fosse un complesso calcolo matematico. Mario

Branca possiede la passione del naturalista, il suo

studio è disseminato di trattati di botanica e di volumi

dedicati alle piante; e del resto l’amore per la natura

ha dettato le sue scelte di vita, visto che, milanese

d’origine, ora vive in mezzo al verde.

“Amo la natura e il suo apparente disordine”, dichiara

infatti, “ma la scultura nasce come una preghiera nel

silenzio, una costruzione equilibrata e calibratissima”.

Un equilibrio tra ordine e caos, dunque. Ma anche

tra reale e artificiale, con la materia metallica che

The sunflowers face the audience as a platoon,

the huge carrots rise, even if almost caged into a

mirror game. The pumpkin itself, apparently more

free thanks to the sinuous movement of the shoots,

is represented through a choreographic perfection,

as if its curved lines were the result of a complex

calculation.

Mario Branca is a naturalist, his atelier is filled with

botanic essays and books upon plants; his love

for Nature also guided his life choices.

Born in Milan, he actually lives immersed in

Nature. ‘I love Nature and its illusory order,

however sculpture must originate from a praise

within silence, it is a balanced and calibrated

construction’.

A balance between order and chaos. Between

real and artificial too, as metal turns into a smug,

shining, rigid and sharp vegetation. Moreover, each

sculpture arises several and different suggestions.

Like the pumpkin, real yet perfect, even if a little

enchanted, balancing between Cinderella’s story

and Halloween’s tales.

Wizardry seems to be used also when Branca

enlarges or reduces the objects, or when the

sculpture is represented as a vertical panel, from

which the foliage irrupts as a benign invasion, as

to say that even if created by a superior order, the

lack of discipline within Nature is unbeatable.

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a tratti sembra scomparire in una perfetta mimesi

vegetale e a tratti si rivela in tutto il suo essere,

spavalda, luccicante, rigida e quasi minacciosa

nei suoi bordi affilati. E che dire del senso di magia,

della serie di suggestioni diverse che riescono a

scaturire da un’unica scultura? Come la zucca, vera

e al tempo stesso perfetta, ma anche un po’ fatata,

in bilico tra la favola di Cenerentola e le leggende

terrificanti di Halloween. Ed è magia anche quando

Branca, abbandonando le dimensioni reali, decide

di ingigantire l’oggetto fuor di misura, o di rimpicciolirlo

molto al di sotto delle dimensioni reali. O quando la

scultura si fa pannello verticale, e allora il fogliame

scaturisce dalla parete come una piccola benigna

invasione, irrompe con la sua morbida danza verde,

quasi a dire che, sì, un ordine superiore c’è, ma

alla fine la selvaggia indisciplina della natura vince

sempre.

E mentre Ciaurro inneggia a una natura primigenia

e intatta, mentre Branca si limita a suggerire la

presenza umana attraverso le sue composte

geometrie, Matthias Brandes nei suoi lavori l’uomo

lo lascia decisamente entrare. Perché qui la

sua presenza è palese, apertamente dichiarata

dall’elemento antropico dell’architettura. Il caos, in

questi paesaggi dalla consistenza pietrosa, dove

tutto, dalle nuvole alle piante, sembra sostanziarsi

While Ciaurro focuses upon a primordial and

uncontaminated Nature, and Branca suggests

human presence within his geometries, Matthias

Brandes lets man enter his works.

Man’s presence is clear, strongly declared by the

human architecture. Within his stony landscapes,

where everything seems to be built through mineral

and solid matter, chaos originates from the choice

of narrating reality as a fable, filling it with magic

realism and poetry. Nature lies in the background.

The trees, the leaves, the fresh vibration of the

wood are denied, transformed into simulacrums

of a tree, whose trunk is represented as a perfect

cylinder and the foliage seems an impenetrable

sphere, or into stiff cypresses, as sharp as

scalpels. However, this world which seems carved

rather than painted, thanks to the tempera mixed

with oil which adds extraordinary tactile effects, isn’t

at all cold and hostile.

Even if crossed by narrow roads, those timeless

villages, whose buildings are so close one to the

other to resemble scared sheeps during a storm,

invite to discovery, to visit them through imagination

and fantasy.

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di una materia minerale e compatta, è un caos

di ritorno, figlio di una straordinaria capacità di

affabulazione, intriso di realismo magico e di poesia.

Passa in secondo piano, qui, la natura. Le piante,

le foglie, la fresca vibrazione del bosco sono negati,

convertiti in simulacri di albero dove il tronco appare

come un cilindro perfetto e la chioma è una sfera

impenetrabile, oppure in cipressi rigidi, appuntiti

come bisturi. Eppure questo mondo dipinto come

se lo si volesse scolpire, dove la tempera all’uovo

grassa, usata senza acqua e mescolata all’olio,

regala straordinari effetti tattili, è quanto di più lontano

si possa immaginare da un ambiente freddo e

inospitale. Sebbene percorsi da vie anguste, quei

borghi senza tempo in cui gli edifici sono così stretti

l’uno all’altro da sembrare pecore spaurite durante

un temporale invitano alla scoperta, a percorrerne

i segreti con l’immaginazione e con la fantasia.

Così come quelle case dalle finestre cieche, quegli

ingressi angusti, attraggono invece che respingere,

sono una sfida al coraggio e alla voglia di scoprire,

invitanti come lo specchio di Alice e probabilmente

altrettanto deliziosamente pericolosi. E così anche gli

alberi, in cui verrebbe voglia di affondare la mano

per farsi strada nel muro compatto delle foglie e

saggiarne la consistenza, lasciandosi anche ferire un

po’ le dita, se necessario, per scoprire se gli uccellini

e gli scoiattoli che li abitano sono anch’essi così

As those blind houses and those poky entrances

draw the audience towards them, instead of

rejecting it; they challenge bravery and need for

research, as inviting as Alice’s mirror and probably

as deliciously dangerous as it was.

Also the trees invite to plunge our hands within

their crown, to open a way through their compact

leaves, in order to discover whether also the birds

and squirrels are made of solid geometries, as if

they were escaped from a 15th century fresco.

This chaos, as pacified as the calm after the storm,

is filled with houses overturned by a earthquake

which left no traces (it turned and clumped the

houses, yet leaving them intact) and should be

defined as a calm chaos, as reassuring as a

redemption or the healing after a illness.

It is like opening a window within a Morandi’s

painting, letting the storm crash his bottles, jugs

and teapots, knocking them over the white

tablecloth, without replacing them.

Nonetheless they preserve their iconic regality and

their perfect and absolute calm.

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perfettamente costruiti in geometrie turgide, come se

fossero fuggiti da un affresco del Quattrocento. E quel

caos oramai pacificato in un momento successivo,

in una quiete dopo la tempesta, con le case messe

a testa in giù da un terremoto di cui non è rimasta

traccia (che le ha spostate, sì, le ha ammassate,

ma le ha lasciate intatte) si potrebbe definire un caos

calmo, per certi versi quasi rassicurante, come una

redenzione o la guarigione da una malattia che ci

ha spossati. E la sensazione è come se qualcuno,

per una burla, avesse spalancato una finestra alle

spalle di una natura morta di Morandi, durante un

temporale, e le sue bottiglie, le sue brocche, le sue

teiere fossero state travolte da una folata di vento,

rovesciate sulla tovaglia candida e lasciate lì. Ma non

per questo avessero perso la loro iconica regalità, la

loro perfetta, assoluta serenità.

ALESSANDRA REDAELLI

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VILLAGGIOOlio e tempera su tela, 18O x 18O cm - 2O12

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MATTHIAS BRANDES

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“I miei dipinti sono ambigui: il primo sguardo

scopre armonia, il secondo la mette in dubbio”.

Così Matthias Brandes definisce la propria pittura.

Questa teoria di paesaggi pietrosi, ruvidi, dove

case, alberi, mare e cielo sembrano costruiti a

colpi di scalpello, scavati nella medesima materia

granitica. L’effetto è esattamente quello: un

senso immediato di pace, davanti alle geometrie

precise e rassicuranti, e poi l’inquietudine delle

ombre impenetrabili, delle finestre cieche, degli

usci troppo stretti perché chiunque possa mai

entrarvi, di quelle fronde di alberi così compatte

da apparire insensibili al vento e di quei cieli

uniformi, quasi coperchi a sigillare l’atmosfera.

E’ proprio il secondo sguardo quello che

perfeziona l’incanto e comincia a introdurci in

questo mondo altro di sapore metafisico, intriso

di reminiscenze giottesche nei volumi turgidi, di

echi sironiani nelle prospettive buie, di suggestioni

morandiane nella statica regalità degli oggetti.

Tedesco di nascita, italiano - anzi veneziano - per

elezione, Brandes si è impadronito della grande

pittura del nostro Novecento e l’ha rielaborata in

strumento per una personalissima lettura della

“My paintings are ambiguous: the first glance

discovers harmony, the second one questions it”.

This is how Matthias Brandes describes his work.

This theory of stony and rough landscapes, whose

houses, trees, sea and sky seem to be carved in

the same granite.

Brandes perfectly describes the reaction produced

by his paintings: an immediate sense of peace,

caused by the precise and reassuring structures,

followed by the fear hidden in the dense shadows,

the blind windows, the narrow doors which cannot

be entered, the compact foliage never shaken by

the wind and the solid sky, almost a cover sealing

the atmosphere.

The second glance is the one which refines

the enchantment and guides the audience

through a metaphysical world, filled with Giotto’s

reminiscences, for the turgid volumes, Sironi’s

echoes within the dark perspectives and Morandi’s

suggestions for the static regality of the objects.

German by birth, Italian - venetian indeed- by

choice, Brandes reworked the Italian painting of the

2Oth century, turning it into an instrument to interpret

reality in a new way.

L’ARCHITETTURA DEL SOGNODream architecture

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realtà. La sua è una realtà solo apparentemente

pacificata, dove la staticità si rivela percorsa da

potentissimi movimenti tellurici profondi, dove gli

equilibri improvvisamente precipitano generando

paesaggi dalle prospettive incongruenti e

scivolanti, dove le case si rivelano esseri pensanti,

dotati di volontà, materia viva che si agglomera

in grappoli, in ammassi soffocanti dei quali non

è possibile trovare la chiave, dove gli edifici, poi,

magicamente affrancati dalla loro pesante fisicità,

si librano in voli ampi per atterrare a testa in giù.

Dove nella serenità di un Eden ritrovato irrompe il

caos. Perché caos, emozione, ripensamenti, dubbi

e incertezze sono alla base di ognuno dei lavori

dell’artista, per quanto impossibile possa sembrare

quando ci si trova davanti al dipinto finito. Perché

la legge che governa ogni colpo di pennello, ogni

guizzo creativo, ogni licenza poetica che rovescia

le certezze e manda a gambe all’aria le aspettative

è quella del sentimento e del desiderio. E segue la

folle e indiscutibile logica del sogno.

His reality seems to be pacified, whereas it is

crossed by deep telluric movements, its balances

suddenly fall creating landscapes characterized

by slipping and inconsistent perspectives, its

houses seem to be thinking objects, gifted with

will, alive matter which conglomerates into clusters,

asphyxiating groupings which cannot be opened,

its buildings, magically freed from their heavy

corporeality, fly high landing overturned.

It is like Chaos bursting into Eden. Chaos, emotions,

doubts and afterthoughts are the roots of his works

and the final result on the canvas is unbelievable,

since each paintbrush, intuition and poetic licence is

ruled by desire and feelings, which follow the mad

and unquestionable dream’s logic.

ALESSANDRA REDAELLI

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VITA SILENTE DI TRE CASEOlio e tempera su tela, 5O x 1OO cm - 2O12

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VILLAOlio e tempera su tela, 6O x 8O cm - 2O1O

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BORGOOlio e tempera su tela, 8O x 9O cm - 2O13

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ACQUA ALTAOlio e tempera su tela, 14O x 14O cm - 2O13

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CAMPANILE STANCOOlio e tempera su tela, 9O x 1OO cm - 2O11

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CAPRICCIO LAGUNAREOlio e tempera su tela, 6O x 9O cm - 2O13

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NATURA ZUCCARame saldato ed ossidato, 11O x 6O x 4O cm - 2O13

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MAR IO B RANCA

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La forma tondeggiante, oblunga, spavaldamente

sollevata dal terreno, non lascia dubbi. Così

come le lunghe zampe su cui si tiene in equilibrio.

Quella creatura è di certo un ragno. Gigantesco.

Spaventoso e terribilmente affascinante. Come

le minacciose Maman di Louise Bourgeois. E la

posizione appena piegata delle zampe fa proprio

pensare che stia per compiere un passo verso di

noi. Poi, però, avvicinandosi ancora, la sensazione

si fa più vaga. E allora si comprende che in verità

quello è un seme. Un seme esotico, gigantesco,

dalle lunghe e potenti radici.

Ecco, il senso profondo della scultura di Mario

Branca risiede lì. Nel gioco preciso e calibrato

dei cortocircuiti percettivi. Nell’equilibrio perfetto

tra sogno e realtà, verità e artificio. Sceglie il rame

perché suo padre - fabbro - gli ha insegnato

a coglierne il fascino, la bellezza dei colori

cangianti, la delicatezza. Perché gli permette di

creare sculture leggere o, come le chiama lui,

“anti monumenti”. Ma anche perché il metallo,

nelle sue mani, diventa capace di preziosi trucchi

mimetici, di incantesimi cromatici dove il verde

delle ossidazioni si fa vegetale, boscoso, ma solo

The curved, oblong, smugly raised from the

ground shape and the long

paws undoubtedly belong to a spider. Huge,

dreadful and fascinating at the same time. Like

the threatening Maman by Louise Bourgeois.

Moreover, the bent paws seem to be moving

towards us. In the end, while approaching it, this

sensation weakens, until it is recognized as a

seed. An exotic, giant seed with long and strong

roots. This is the true meaning of Mario Branca’s

sculpture. His ability of creating perceptual short

circuits. Perfectly balancing among dream, reality,

truth and artificiality. He chooses copper since his

father - a blacksmith - taught him its charm, the

beauty of its shimmering colours, its delicacy.

Moreover, it allows him to create light sculptures or,

as he calls them, “anti-monuments”. He is able to

gift metal with precious mimetic tricks, chromatic

wizardries, which render almost woody and

vegetable oxidized green, until one moment before

complete illusion.

Glance is frozen, seduced, puzzled. It wonders

how those realistic and beating leaves, whose

grains can be followed as a path, whose contour

NATURA DOMATATamed nature

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fino a un certo punto, fino all’attimo perfetto prima

dell’illusione. E allora l’occhio resta lì, sedotto, in

bilico. A domandarsi perché quelle foglie così vere,

palpitanti, sulle quali è possibile seguire il percorso

delle venature, cogliere la frastagliata consistenza

del contorno, siano al tempo stesso affilate come

lame. Perché quella pianta dal fogliame dorato

e dal bulbo carnoso issi sui propri steli fiori irti

di aculei feroci, quasi un’arma medievale. E la

sensazione si fa ancora più straniante quando

ci si rende conto che il gioco selvaggio dei viticci

intrecciati, il germinare casuale delle foglie, sono

contraddetti da una sorta di ordine superiore. Una

forza capace di dominare il caos intrinseco nella

natura e di pacificarlo in una studiata simmetria.

Ecco allora che i girasoli si rivelano schierati come

un piccolo drappello di soldati in formazione, i

porri - dalla superficie carnosa e incredibilmente

viva - si fanno sentinelle di un portale immaginario,

mentre le leggere piante lacustri svettano verso

l’alto, perfettamente equidistanti, immerse in

un’acqua invisibile.

is almost tactile, can be at the same time as sharp

as blades.

Why a plant with golden foliage and a pulpy bulb

has fierce quills upon its flowers, as a medieval

weapon.

The confusion augments when it becomes clear

that the wild game of the woven tendrils and

the random leaves’ germination are ruled by a

superior order.

An energy which controls the innate chaos of

Nature, appeasing it through a perfect symmetry.

For this reason, the sunflowers are lined up as

a small squad of soldiers, the leeks - whose

surface is pulpy and lively - become sentinels of

an imaginary gate, whereas the lacustrine plants

stand out against the sky, perfectly equidistant and

plunged into invisible water.

ALESSANDRA REDAELLI

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ANTHURIUMRame saldato e dipinto, 1OO x 6O x 15 cm - 2O11

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NATURA PORRIRame saldato ed ossidato, 85 x 6O x 15 cm - 2OO9

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NATURA CAROTERame saldato ed ossidato, 12O x 8O x 2O cm - 2OO9

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RICORDIRame e ferro saldato ed ossidato, 175 x 1OO x 3O cm - 2O11

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NATURA CUCURBITARame saldato ed ossidato, 115 x 9O x 3O cm - 2O13

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SEMILLA 1 e SEMILLA 2Rame saldato ed ossidato, 11O x 85 x 2O cm - 2O13

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UNA CAREZZA DI VITAAcrilico su tavola, 14O x 14O cm - 2O13

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ARCANGELO CIAURRO

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Arcangelo Ciaurro è uno di quegli artisti che

hanno saputo fare di un tema - un solo e unico

tema - il senso stesso della loro arte e della loro

vita. É uno dei pochissimi che sono riusciti a farlo

dando a quel tema ogni giorno - in ogni quadro,

in ogni singolo segno di colore - un significato più

profondo, sempre più forte, più intenso. Senza

ripetersi mai. I suoi alberi non si devono leggere

come una raccolta di esempi botanici, ma

piuttosto come una galleria di ritratti. In cui ogni

soggetto è tratteggiato con il suo carattere e i suoi

capricci, la sua personalità e i suoi segreti, i suoi

sogni e le sue emozioni. Perché è proprio tutta

emotiva la chiave di lettura dei dipinti di Ciaurro.

Prende sempre lo spunto da fotografie, immagini

che ha scattato lui, precisa, perché è necessario

che lui abbia vissuto l’istante. Ma poi quelle foto,

per quanto vissute, si rivelano solo un’ispirazione,

un punto di partenza per un percorso che

si potrebbe paragonare a un gioco di libere

associazioni. Il tronco è solo un fantasma, uno

scheletro, un sostegno, e poi, intorno, parte come

una danza selvaggia il crescere istintivo e ritmato

del colore dove la materia pittorica si somma alla

Arcangelo Ciaurro was able to turn one and only

subject into the true meaning of his art and life. He

is one of the few artists who, through each painting

and coloured brush, could add to that subject a

deeper, stronger and more intense meaning. Without

even once repeating himself.

His trees must not be seen as a botanic collection,

but as a portraits’ gallery, into which each subject’s

nature, whims, personality, secrets, dreams and

feelings are sketched too. Since the interpretation

of Ciaurro’s paintings is based upon an emotional

level.

He always takes the cue from photos shot by

himself, because he must live the moment he wants

to reproduce on the canvas. However, the photos

are the inspiration, the starting point of a path which

resembles to a free association game.

The trunk is a ghost, a skeleton, a support

surrounded by the wild dance of colours, through

which the artist adds coats of pictorial matter. He

selects colours according to his intuition, even

if mainly focusing upon burning, hot, vivid and

beating hues, which fill his works with a constant

vibration, as perceivable as a quiet buzz.

ARBOREAArborea

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materia pittorica. I colori vengono scelti solo ed

esclusivamente seguendo l’istinto ma poi l’artista

capita, quasi sempre, su tinte infuocate, calde,

accese, rutilanti, palpitanti, che infondono al lavoro

una vibrazione costante, sottotraccia, che si riesce

quasi ad avvertire come un ronzio sommesso.

È un percorso sofferto, vissuto dall’artista, ogni

volta, come un’epifania. Un percorso che dalla

rassicurante figura dell’albero giunge a stravolgere

il reale fino a percepire il caos della creazione;

che dal senso terreno e materiale delle radici

sale - proprio in senso verticale - alla spiritualità

dell’essere. Perché secondo Ciaurro nell’umile

albero, nella più piccola gemma, scorre la stessa

energia che scorre in tutto l’universo. E lui ne ritrova

i percorsi tortuosi, che dalle venature di una foglia

portano alla circolazione sanguigna dell’uomo, al

suo battito cardiaco, e da lì alla forma sinuosa del

fulmine fino al lento ma inesorabile fluire di un fiume

verso la sua foce.

A tormented path, the one lived by the artist. Starting

from the comforting tree’s silhouette, it alters reality

getting to perceive the chaos of creation; it climbs

from earthly and material contest to reach spirituality.

As a matter of fact, according to Ciaurro, the

humblest tree or the tiniest gem are filled with the

same energy which flows within the universe. He

aims at finding its winding paths which, starting from

leaves’ grains, lead to human blood flow, his hearth

beating, to the sinuous shape of the lighting and the

slow running of a river towards its estuary.

ALESSANDRA REDAELLI

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LA MIA ANIMA SI ESPANDEAcrilico su tavola, 12O x 12O cm - 2O13

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LA MIA ANIMA SI ESPANDE (part icolare)Acrilico su tavola, 12O x 12O cm - 2O13,

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AMMASSO COLORATOAcrilico su tavola, 14O x 14O cm - 2O13

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AMMASSO COLORATO (part icolare)Acrilico su tavola, 14O x 14O cm - 2O13

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4O

ARMONIAAcrilico su tavola, 12O x 12O cm - 2O13

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ARMONIA (part icolare)Acrilico su tavola, 12O x 12O cm - 2O13

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LUCE, COLORE, VITAAcrilico su tavola, 12O x 12O cm - 2O13

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LUCE, COLORE, VITA (part icolare) Acrilico su tavola, 12O x 12O cm - 2O13

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Nasce a Bochum nel 195O. Ha studiato all’Accademia

di Belle Arti e all’università di Amburgo. Dal 1985 espone

regolarmente in mostre personali e collettive, ed è

presente alle più importanti fiere. Le sue opere fanno

parte di collezioni pubbliche e private. Nel 2O12, in

occasione dei Giochi Olimpici la OFA (Olympic Fine Arts,

Pechino) ha acquistato una sua opera, esponendola

nella Creative Cities Collection Fine Arts Exhibition a

Londra. Vive e lavora Meolo (VE).

Born in Bochum in 195O. He studied at the Academy of

Fine Arts and at the University of Hamburg. Since 1985

he regularly participates into solo and group exhibitions

and is invited to the most important art fairs. His works

belong to public and private collections. In 2O12, during

the Olympic Games, the OFA (Olympic Fine Arts, Beijing)

bought one of his works to exhibit it at the Creative Cities

Collection Fine Arts Exhibition in London. He lives and

works in Meolo (Venice).

BIOGRAFIA BIOGRAPHY

Nasce a Milano nel 1977. Si laurea in scultura

all’Accademia di Belle Arti di Brera nel 2OO1. Numerosi

sono i premi e le segnalazioni ricevute tra i quali il

concorso Zurich club top 3O e la menzione speciale per

la scultura all’ultima edizione del Wannabee prize 2O11.

Ha realizzato numerose mostre personali e collettive. Sue

opere pubbliche si trovano a Settimo Milnese, Vighignolo (MI),

Casalmaiocco (LO), S. Donato Milanese, Santa Margherita

Ligure, Piacenza, Rho (MI). Vive e lavora a Piacenza.

Born in Milan in 1977. He graduated in sculpture at the

Academy of Fine Arts of Brera in 2OO1. He won several

awards, such as the Zurich club top 3O and the special

mention at the last edition of the Wannabee prize in

2O11. He took part in various solo and group exhibitions.

His public works can be visited in Settimo Milanese,

Vighignolo (Milan), Casalmaiocco (Sondrio), San Donato

Milanese, Santa Margherita Ligure, Piacenza, Rho

(Milan). He lives and works in Piacenza.

Nasce a Castellaneta (TA) nel 1953. Inizia a dipingere a

soli 16 anni e 1969 ha la sua prima mostra personale. La

sua ricerca pittorica prosegue con costanza verso uno

stile autonomo ed indipendente, tanto negli aspetti tecnici che

nei contenuti. I suoi lavori sono presenti in collezioni pubbliche

e private in Italia e all’estero. Vive e lavora a Varese dove

svolge l’attività di pittore professionista sin dal 1977.

He was born in Castellaneta (Ta) in 1953. He began

painting when he was very young and years by

years his pictorials research began stronger and self -

contained. His arts work are included in a lot of public

collection in Italy and in foreign countries.

He lives and works in Varese.

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Bochum 195OMATTHIAS BRANDES

Milano 1977MARIO BRANCA

Castellaneta 1953ARCANGELO CIAURRO

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PUNTO SULL’ARTE è una Galleria d’Arte che offre

una programmazione ambiziosa sulla produzione

artistica variegata che si muove tra il moderno e il

contemporaneo alla ricerca di artisti sia emergenti

che maggiormente affermati.

Nata su iniziativa di Sofia Macchi, al piano terra

di un Palazzo Liberty e a pochi passi dal centro

storico di Varese, PUNTO SULL’ARTE ha lo scopo

di promuovere e supportare attivamente - a livello

nazionale e internazionale - gli artisti rappresentati.

Le mostre ospitate nel grande spazio espositivo

di 17O mq, composto da diversi locali con ampie

pareti e alti soffitti che consentono di allestire

progetti specifici, vedono sempre dialogare un tris

di artisti: locale, nazionale e internazionale; tra loro

c’è sempre uno scultore. Pochi lavori selezionati

e di buona qualità, in un dialogo serrato di stili e

materiali usati. La Galleria si avvale del supporto di

curatori, critici e professionisti e partecipa a Fiere di

settore selezionate

PUNTO SULL’ARTE is an Art Gallery putting forward

an ambitious coverage of the varied modern and

contemporary artistic production, on the look-out for

both emerging and well-known artists.

Born from Sofia Macchi’s initiative, placed at the

ground floor of a Liberty palace in Varese centre,

PUNTO SULL’ARTE aims at promoting and

supporting - nationally and internationally - its

artists.

The exhibitions organized inside the huge show

floor (17O square metres), made up of various

high-ceilinged rooms and vast sidewalls, which

allow to mount specific projects, are always

characterized by the dialogue among three artists:

a local, a national and an international one;

among them a sculptor is always included.

Few chosen works, whose styles and material

tightly communicate.

The Gallery avails itself of curators, art critics and

professionals, attending selected Art shows.

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