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N. 22 • 17 giugno 2018 • 1,00 Anno LXXII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut. 014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Rosanna Borzillo Antonio Colasanto Doriano Vincenzo De Luca Virgilio Frascino Bianca Iengo Marta Marobbio Giovanni Mauriello Mariangela Tassielli Gianpiero Tavolaro Gianfranco Wurzburger Gli interventi A Procida una storia di solidarietà 2 Il premio del Cardinale Sepe a Carinaro 4 Napoli: giugno a misura di giovani 11 Cittadinanza onoraria al filosofo Aldo Masullo 12 La stagione del teatro Diana 13 La festa europea della musica 15 Convegno Mcl su “Immigrazione e integrazione” 11 PRIMO PIANO CITTÀ La Giornata di santificazione sacerdotale 5 VITA DIOCESANA Il Convegno diocesano di programmazione a Pacognano 8 e 9 SPECIALE Nunzio Sulprizio presto Santo 10 VITA ECCLESIALE Consacrate per incarnare Cristo nel mondo a pagina 3 Crescenzio Card. Sepe La bontà e la misericordia di Dio nei riguardi della nostra Diocesi sono vive ed efficaci, per- ché rinnovano la Chiesa, sua sposa, chiamando tante sue figlie a far parte della regalità del ministero messianico che si fa invito alla missione, a continuare, cioè, la sua opera affinché il mondo riconosca Dio, si rinnovi e ritrovi la sua dignità.

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N. 22 • 17 giugno 2018 • € 1,00

Anno LXXII • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Rosanna Borzillo • Antonio Colasanto

Doriano Vincenzo De Luca

Virgilio Frascino • Bianca Iengo

Marta Marobbio • Giovanni Mauriello

Mariangela Tassielli

Gianpiero Tavolaro • Gianfranco Wurzburger

Gli interventiA Procida una storia di solidarietà 2

Il premio del Cardinale Sepe a Carinaro 4

Napoli: giugno a misura di giovani 11

Cittadinanza onoraria al filosofo Aldo Masullo 12

La stagione del teatro Diana 13

La festa europea della musica 15

Convegno Mclsu

“Immigrazione e integrazione”

11

PRIMO PIANO CITTÀ

La Giornata di santificazione

sacerdotale

5

VITA DIOCESANA

Il Convegno diocesanodi programmazione

a Pacognano

8 e 9

SPECIALE

Nunzio Sulprizio presto Santo

10

VITA ECCLESIALE

Consacrate per incarnareCristo nel mondo

a pagina 3

✠ Crescenzio Card. Sepe

La bontà e la misericordia di Dio nei riguardi della nostra Diocesi sono vive ed efficaci, per-ché rinnovano la Chiesa, sua sposa, chiamando tante sue figlie a far parte della regalità delministero messianico che si fa invito alla missione, a continuare, cioè, la sua opera affinchéil mondo riconosca Dio, si rinnovi e ritrovi la sua dignità.

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Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 17 giugno 2018

Un appartamento del Pio Monte dei Marinai di Procida a una famiglia in difficoltà

La casa della solidarietàdi Gianfranco Wurzburger

È una storia di carità e di solidarietà quelladel “Pio Monte dei Marinai” di Procida. Unastoria che vede camminare insiemel’Arcidiocesi di Napoli, i parroci, la gente del-l’isola e che ha origini molto antiche.

Fondato nel 1617 da un gruppo di armato-ri di velieri e di altre imbarcazioni attrezzateper il cabotaggio di alto mare, per andare in-contro - come recita lo statuto - «alle neces-sità di marinai e alle famiglie dei caduti in ma-re per disgrazia, infermità, naufragi», il PioMonte negli anni ha avuto diverse e avversevicissitudini. Ma non ha mai abbandonato lasua vera natura: l’assistenza. E oggi vogliamoraccontare una delle tante storie che fa partedella sua missione. La storia di chi - grazie alPio Monte dei Marinai e alla CaritasProcidana – ha potuto trovare la forza di so-pravvivere e ha avuto, così, una seconda op-portunità. È la storia di Franco e Rosa: due

fratelli che si trovano in difficoltà e comespesso accade, non hanno a chi ricorrere.Arrivano da Casamicciola Terme durante lefestività natalizie del dicembre 2011.

Non avendo nessun familiare e senza pos-sibilità economiche chiedono aiuto. Passanoalcune notti per strada, a dormire sotto le bar-che.

Interviene subito la Caritas per ospitarli eaiutarli con l’erogazione di beni e servizi ma-teriali (viveri, vestiario), oltre a prestare lorol’assistenza di cui hanno bisogno.

I due fratelli vivono in condizione di estre-mo disagio e così il Pio Monte, dopo che laCaritas ha provveduto al pagamento del pi-gione della casa dove si erano appoggiati percirca 7 anni, proprio per non disattendere lasua vera natura di solidarietà ed assistenza,mette a disposizione una casa in via Roma,ad un affitto agevolato con un canone mera-

mente “simbolico”. La collaborazione dellaparrocchia di San Leonardo, guidata da donMarco Meglio e l’interessamento del vice-de-cano don Lello Ponticelli, è fondamentale:Franco e Rosa si sono sentiti accuditi comedue figli, hanno da subito percepito quell’af-fetto familiare che avevano perso da tempo.

Rosa e Franco sono persone realmente indifficoltà e bisognose di cure continue: perquesto si è deciso di presentare domanda diinvalidità civile per entrambi.

Ma ciò che conta è la collaborazione e larete di solidarietà che si è creata sull’isola: laCaritas si è fatta carico di accompagnarli adogni loro visita medica, da Ischia a Napoli, lagente del posto di sostenerli e assisterli; il PioMonte di provvedere ad ogni necessità buro-cratica finanche con l’intestarsi il contratto difornitura elettrica. Così la commissione me-dica ha riconosciuto entrambi invalidi civile

all’80%, dal 09/08/2016, concedendo a Francoe a Rosa una pensione minima (circa 260 €ciascuno) Attualmente Rosa è presso l’AlbanoFrancescano, curata e assistita in ogni neces-sità.

Per Franco, grazie all’aiuto della Caritasprocidana, c’è stato il diretto interessamentodel Pio Monte dei Marinai: in via Roma è sta-to ristrutturato un appartamento di pro-prietà dell’Arciconfraternita e dotato di tuttii comfort per una vita dignitosa, i volontaridella Caritas con il loro prezioso e qualificatolavoro hanno arredato la casetta ed hanno ef-fettuato il trasloco, ancora una volta, la retedella solidarietà ha funzionato.

È una storia a lieto fine quella che raccon-tiamo che va così soltanto grazie ad un pro-getto di mutua collaborazione: la vera sfidaresta sempre la rete. Insieme si va più lonta-no.

In concerto per Enrichetta

Nella splendida cornice del Museo Storico Archeologico di Nola sabato 26 Maggio si ètenuto un concerto musicale in onore della Serva di Dio Enrichetta Beltrame Quattrocchiche ha commosso tutti i presenti. Una performance brillante, di grande gusto e spessore ar-tistico. Un inno di amore e gratitudine che ha voluto replicare come metafora musicale ladedizione verso il Signore e verso gli altri che Enrichetta ha mostrato nella sulla vita.

Il concerto si è aperto con un ensemble strumentale e corale. Curato magistralmente dalMaestro Luigi D’ Arienzo, il coro si è fatto tutt’uno con gli strumenti (Maria Rosaria CiriacoViolino I, Marco Pescosolido Violoncello, Corrado Cirillo Contrabasso, AlessandroConsalvo Corno, Geminiano Mancusi Pianoforte), in una esecuzione raffinata di brani diKarl Jenkins e Bruno Coulais, creando un clima di forte coinvolgimento emotivo. Intensol’intervento del mezzo soprano e docente di canto Chiara Albano e della giovanissimaAntonella Tortosa con la sua delicatissima “voce bianca”. Una sana e antica pratica quelladelle giovani orchestre che ospitano illustri e più esperti Maestri nella loro compagine, pra-tica che nei Conservatori prestigiosi trova ancora spazio come metodologia di gran succes-so, in linea col pensiero del sommo Seneca: “Longum iter est per praecepta, breve et efficaxper exempla”. Infatti il piglio sicuro dei giovani studenti strumentisti è sicuramente fruttodi un vero “labor” musicale che, accanto al sapere teorico, costantemente affianca il “fare”musica. Doveroso citare i professori Geminiano Mancusi, Luigi d’Arienzo ed EgidioNapolitano che hanno curato gli arrangiamenti orchestrali e l’allieva Roberta Giordano im-pegnata in un breve ma articolato intervento al vibrafono.

Il concerto è proseguito con l’esecuzione di brani di Astor Piazzolla, opportunamentetrascritti dal Maestro Lorenzo De Lucia che cura la musica d’ insieme per fiati. L’ Ensemble“Paul Hindemith” è composto da giovanissimi allievi che studiano alcuni strumenti dellavastissima famiglia dei “fiati”. Il gruppo inoltre trova una sua completezza grazie all’ inse-rimento del pianoforte e delle percussioni.

L’ ultimo intervento del concerto è stato riservato all’ Ensemble di Percussioni “PeterSadlo”, un gruppo coeso di valenti percussionisti che si sono cimentati nell’ esecuzione dibrani di Jean Spears, Mili Balakirev e Aram Khaciaturian, trascritti sapientemente dalMaestro Egidio Napolitano.

La magnifica serata si chiude con l’esecuzione del concerto per Marimba ed ensemble dipercussioni di Ney Rosauro nell’ interpretazione di un solista d’eccezione: RolandoCostagliola, docente di percussioni al Liceo Musicale di Lauro e concertista in carriera.

Un plauso particolare va alla Professoressa la Preside Amelia La Rocca del Liceo“Albertini” e al Postulatore delle Cause dei Santi padre Massimiliano Noviello OFMCap.,che come guide illuminate, sensibili e sagge hanno voluto dedicare questo “monumento”artistico alla Serva di Dio Enrichetta Beltrame Quattrocchi, che, come i Suoi Beati genitori,Luigi e Maria era reattiva, attenta e appassionata conoscitrice ribadendo, con l’esempio diquesta commovente performance, i tre capisaldi dell’educazione propri di Enrichetta : lasobrietà, l’educazione degli affetti, la formazione al sacrificio.

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Primo Piano DiocesiNuova Stagione 17 giugno 2018 • 3

Il Cardinale Crescenzio Sepe domenica 10 giugno ha presieduto in Cattedrale la celebrazione eucaristica e la consacrazione, secondo il rito dell’Ordo Virginum, delle giovani Alessandra

Laudato, Romina Mazza, Fabiola Pisano e Marilena Siciliano, appartenenti a varie parrocchie del territorio diocesano, le quali vanno ad aggiungersi alle altre donne già consacrate in questi anni

Consacrate per incarnare Cristo nel mondo✠ Crescenzio Card. Sepe *

Questa celebrazione ci mostra come labontà e la misericordia di Dio nei riguardidella nostra Diocesi sono vive ed efficaci,perché rinnovano la Chiesa, sua sposa,chiamando tante sue figlie a far parte dellaregalità del ministero messianico che si fainvito alla missione, a continuare, cioè, lasua opera affinché il mondo riconosca Dio,si rinnovi e ritrovi la sua dignità.

Quanto abbiamo ascoltato nelle sacrescritture di questa domenica ci aiuta acomprendere il senso profondo della con-sacrazione che stiamo per svolgere. Gesùincontra la gente, incontra il popolo maspesso il suo atteggiamento di evangelizza-zione e di donazione non viene capito, anziviene interpretato male dagli scribi ma an-che dai suoi. Gesù sembra essere “uscitofuori di sé” a stare sempre con la gente. Egli scribi aumentano la dose dicendo che èindemoniato. Ma Gesù replica alla loro in-sensatezza ricordando che un regno nonpuò essere divisi in se stesso.

Il rifiuto del messaggio nasce dall’in-comprensione di associare il Signore allaverità e alla parola incarnata. Nonostante itanti miracoli, segni dell’avvento messiani-co, non si comprende l’unità profonda in-carnata da Cristo tra l’umano e il divino, ri-tenendolo addirittura indemoniato.Eppure egli è venuto per risollevarci dalnostro peccato e riaprirci ad un nuovocammino che ci porta ad incontrare Dio ea riconoscerlo come Padre.

Cristo si propone come colui che rinno-va e dona nuovo senso alla vita, così riuni-sce i discepoli che formano la sua comu-nità, la Chiesa, la vera famiglia destinata aportare il Vangelo nel mondo perché nei di-scepoli e in ogni uomo non c’è nessuna op-posizione tra la fede e le opere. È il cammi-no di redenzione che abbiamo ascoltatoanche nella prima lettura: l’uomo, creatu-ra di Dio, si ribella ma Dio non chiude leporte, prospetta la speranza di salvezzache sarà poi realizzata in Cristo Signore.

Ci troviamo di fronte al grande misterodi Cristo e della Chiesa, della chiamata di al-

cuni che il Signore predilige perché, ac-cogliendo la sua parola, possano manife-stare e proclamare il suo messaggio diamore. Sceglie con gratuità, senza alcu-na valutazione di merito, senza alcunconcorso, le anime consacrate. Dio hascelto voi, Alessandra, Romina, Fabiola eMarilena, perché Dio vi ha predilette, viha chiamate per sua totale iniziativa, gra-tuità e amore. Questa chiamata fa di voile spose di Cristo all’interno della Chiesache è sposa di Cristo, nell’unità della vo-stra umanità e professione per essere nelmondo testimoni della verginità.

Rimanete quello che siete, continua-te a svolgere la professione che fino adadesso avete esercitato, ora con la forzadella consacrazione, che non è “disin-carnazione” dal mondo, ma espressionedella logica di Dio: siete nel mondo manon siete più del mondo. È questa la bel-lezza della vostra realtà. Il mondo ha bi-sogno di voi, ha bisogno di persone chepongono la loro vita totalmente nellemani della Provvidenza, che accolgonoil disegno di Dio e che lo testimonianonella quotidianità dell’esistenza, nellefamiglie, nel lavoro, nella parrocchia,nella Diocesi. Coinvolti per essere ma-nifestazione dell’incarnazione di Cristo,

tenendo presente che la vostra missio-ne, il vostro andare è soprattutto peraiutare quelli che hanno maggiore ne-cessità, un contributo contro le tantepovertà, miserie, scandali. Nei vostrivolti di vergini consacrate si riflette ilvolto di Cristo, il consacrato dallo spiri-to, inviato a redimere l’umanità. Una vo-cazione sublime, esaltante, meraviglio-sa che richiede fedeltà. Non basta averfatto un buon cammino di preparazionefino a giungere alla consacrazione.

Da oggi comincia la verifica della vo-stra volontà di esser strumenti nelle ma-ni di Cristo Sposo, per vivere questa me-ravigliosa chiamata. La Chiesa, di cuisiete la parte bella, luminosa ed autenti-ca, vi aiuta in tanti modi, soprattutto at-traverso i mezzi spirituali della vita cri-stiana: l’unione con Cristo da rinnovareogni giorno, l’incontro personale conLui nell’Eucaristia e nella Confessione,la preghiera scandita dalla Liturgia delleore, questo metodo così bello e semplicedi unirsi a Dio nei vari momenti dellagiornata, seguendo le indicazioni dellaChiesa italiana espresse nella NotaPastorale offerta a noi e a voi per darci gliorientamenti fondamentali per viverequesta vocazione. Siate aperte a Cristo e

al mondo partecipando alle attività dellaparrocchia e della Diocesi.

Siete “diocesane”! Vivete questa co-munione con la Chiesa di Napoli perchéè attraverso le opere che facciamo chenoi ci confermiamo nella fede, fonda-mento della nostra vocazione.Relazionatevi con gli altri, non abbiatepaura, comunicate l’amore di Cristo cheavete ricevuto tramite lo Spirito anche inquesta consacrazione, e date una predi-lezione particolare soprattutto a chi èpiù povero, a chi ha più fame e sete di Dioe della Chiesa.

Mettiamoci nelle mani di Maria,Colei che consacrando se stessa al Figlioha donato tutta la sua vita a Dio. Con laprotezione di Maria, con l’aiuto dellafraternità dell’Ordo Virginum e dellaChiesa diocesana, voi vivete come in ungrembo materno nel quale trovate la so-stanza, la fiducia e la speranza di poterrispondere al Signore in tutte le situa-zioni della vostra esistenza.

Care sorelle, Dio vi benedica, benedi-ca tutta la Comunità diocesana e italia-na dell’Ordo Virginum e, tenendo sem-pre lo sguardo fisso su Maria, ‘aMadonna v’accumpagne!

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

Dono dello Spirito alla Chiesadi Bianca Iengo

Nella Chiesa Cattedrale di Napoli, il nostro Arcivescovo Crescenzio Sepe ha celebrato ilsolenne Rito di Consacrazione nell’Ordo Virginum, di quattro nuove figlie: Romina Mazza,Alessandra Laudato, Marilena Siciliano, Fabiola Pisano, presentate dal delegato sua Ecc.Mons. Salvatore Angerami. in presenza anche del vice delegato don Dario Ferrara. Hannopartecipato: i rispettivi padri spirituali e parroci insieme alle comunità parrocchiali, tantis-simi amici e sono intervenuti affettuosamente anche tanti altri sacerdoti, diaconi e semina-risti dei nostri decanati, rendendo così l’intera Celebrazione una autentica festa di tutta laChiesa.

“Lo Spirito Santo rende viva e santa la Chiesa di ogni tempo con l’abbondanza dei suoi donie con vocazioni di speciale consacrazione, per l’edificazione del popolo cristiano e per incorag-giare l’annuncio del Vangelo ad ogni creatura”. (dalla nota pastorale della CEI “L’OrdoVirginum nella Chiesa in Italia” del 25 marzo 2014)

Consacrate dal nostro Vescovo diocesano, acquisiamo un particolare vincolo con laChiesa, al cui servizio ci dedichiamo con sempre maggiore fervore; pur restando nel mondo,ci sentiamo chiamate a vivere nel quotidiano l’impegno della verginità, quale segno dellaChiesa Sposa, sempre pronta per il suo Sposo. Nella sequela e nell’amore di Cristo casto, po-vero e obbediente, ferventi nella carità, siamo aperte alle necessità e alle sofferenze dei fra-telli, senza preferenze, tese all’unico bene assoluto e insostituibile della nostra vita, che èDio.

Ci impegniamo a testimoniare la nostra consacrazione nel mondo, secondo i rispettivicarismi di ciascuna di noi, indossando i soli “abiti” tessuti sul modello di bellezza e di au-tenticità della Chiesa di Cristo: la gioia del sapersi sposa e figlia amata e chiamata ad amare;lo spirito di fratellanza, di comunione e di condivisione dell’essere sorella all’interno del con-testo ecclesiale e sociale; la tenerezza del sentirsi madre vergine e feconda che trova in Marial’icona splendida e illuminante da imitare.

La nostra regola di vita personale e i segni che nel solenne Rito con gioia e com-mozione riceviamo: il velo della verginità interamente consacrata al servizio diCristo e della Chiesa, l’anello della fedeltà allo Sposo e il libro della liturgia delleore, per ravvivare ogni giorno la lode perenne al Padre, sono gli strumenti di soste-gno e orientamento della nostra nuova vita da Vergini Consacrate a Cristo.

Restando docili allo Spirito di Dio e in piena sintonia con la missione che il no-stro Vescovo ci chiama a vivere, camminiamo nel mondo e cantiamo l’amore diCristo, comunicando con gioia contagiosa l’esperienza e il carisma delle verginiconsacrate.

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Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 17 giugno 2018

Famiglia Magnificat

TempidelloSpirito La Famiglia Magnificat ècomposta da: Comunità delMagnificat e con essa SorelleCooperatrici e Amiche ed Amicidella Vergine del Magnificat. La Comunità del Magnificat èuna comunione di vitaecclesiale, composta da personeche vivono in stato di specialeconsacrazione a Dio. Essaconduce la sua vitaessenzialmente contemplativa informa non claustrale ed è apertaall’accoglienza dei fratelli intempi programmati. L’Eucaristiaè per la Comunità del Magnificatil centro propulsore dispiritualità e di vita pasquale.La Vergine del Magnificat è ilmodello prescelto dallaComunità per rispondere allasua specifica chiamata. Le Sorelle della Comunità delMagnificat vogliono vivere ilVangelo integrale, sorrette dailoro quattro voti religiosi, nelprofondo anelito di divenire:libere per contemplare,obbedienti per amare, umili peresultare. Le Sorelle Cooperatrici: essepartecipano della Comunità delMagnificat, vivono lo stessoideale e gli stessi voti, ma non necondividono stabilmente la vita. Amiche ed Amici della Verginedel Magnificat: sono laiche elaici che in diverso stato di vitacondividono la spiritualità dellaComunità del Magnificat e viattingono in modi e tempi vari,offrendone testimonianza aifratelli. Castel dell’Alpi si trovasull’Appennino Tosco-Emiliano,a 750 metri di altitudine,�sullago omonimo�ed è facilmenteraggiungibile con autobus dilinea che partonodall’Autostazione di Bologna ocon mezzi propri, Autostrada A1, uscita Pian del Voglio.Questi i prossimi appuntamentidel 2018, per i tempi delloSpirito, su esperienze di vitacontemplativa per giovani eadulti. Dal pomeriggio di giovedì 5 allamattina di lunedì 9 luglio: “Inascolto�per rispondere all’Amoreche chiama”.Dal pomeriggio di giovedì 9 allamattina di martedì 14 agosto:“Maria, Vergine del Magnificat:contempliamo!”. Da giovedì 27 a domenica 30settembre: “Preghiera eContemplazione nelquotidiano”. Per la “Famiglia Magnificat”, dagiovedì 29 novembre a lunedì 3dicembre: “La FamigliaMagnificat�e il suo camminobattesimale”. Come quota di partecipazione èrichiesto un contributopersonale alla condivisione divita. Per ulteriori informazioni eprenotazioni: Comunità delMagnificat, via Provinciale 13 –40048 Castel Dell’Alpi, provinciadi Bologna. 328.27.33.925 –[email protected]

A Carinaro la XVII edizione della manifestazione “Premio Cardinale Sepe”

L’Arcivescovo: «Non arrendetevi al male»

La diciassettesima edizione della manifestazione “PremioCardinale Sepe”. L’evento ha avuto una notevole valenza didatti-ca e culturale ed ha rafforzato la concezione di una scuola inno-vativa, pronta a dialogare e confrontarsi con il mondo esterno.La tematica affrontata è stata la legalità espressa attraverso atti-vità di musica e di teatro. Sono intervenuti il dott. Lubrano inrappresentanza del Prefetto di Caserta, i dirigenti scolastici degliIstituti viciniori, il Sindaco e l’Amministrazione Comunale diCarinaro.

Gli ospiti hanno assistito a un susseguirsi vario e suggestivodi performances musicali e alla rappresentazione teatrale dal ti-tolo “Non arrendersi al male, mai!” scritta, coreografata e direttadalla giovanissima Stefania Leccia.

Nel corso della serata il Dirigente Scolastico prof. ErnestoNatale ha premiato i primi tre classificati al concorso “Premio

Cardinale Sepe”. Sua Eminenza Crescenzio Sepe nel suo ampioe prezioso intervento ha esortato i giovani a non piegarsi al male,a non arrendersi e al tempo stesso a sognare non per rincorrereillusioni bensì per non perdere la bellezza dell’innocenza, la ge-nialità dell’essere e dell’ottimismo della ragione.

Il sipario è calato sulle note musicali dei maestri Paolo eRoberto Fagnoni intervenuti in omaggio al Cardinale su richie-sta del Dirigente Natale. È stata standing ovation per i maestriche hanno trasmesso al pubblico in sala forti emozioni facendovibrare il cuore di chi ascoltava.

Il Dirigente ha espresso la sua soddisfazione ed il suo ricono-scimento affermando: «Ogni anno la manifestazione si arricchi-sce sempre più. Rivolgo i complimenti a tutti gli alunni e ai do-centi che con innegabile abnegazione hanno lavorato per far sìche potesse essere realizzato questo meraviglioso spettacolo”.

Ottavo convegno nazionale del progetto “Misterogrande”

Credo nel Sacramento delle nozzeSacrofano, da giovedì 28 giugno a domenica 1 luglio

Ottavo appuntamento alla “Fraterna Domus”, per il convegno nazio-nale del progetto “Misterogrande”. Tema di quest’anno: “Credo nelSacramento delle nozze. Segno efficace della presenza di Gesù cheama”. Questo il programma delle giornate.

Giovedì 28 giugno15.30 Edoardo Marcon e Maria Antonietta Grigolini Coppia presiden-

te dell’Associazione Servi Familiae15.45 Credo nel sacramento dell’Ordine,

segno efficace della Presenza di Gesù Pastore e SposoGilberto Gillini e Maria Teresa Zattoni(Una coppia di sposi contempla la bellezza dell’altro sacramento per la missione)

16.15 Sacramento come segno/simbolo che permette di accogliere emanifestare la relazione con Dio. Padre Ermes Ronchi osmDocente di Teologia presso la Pontificia Facoltà TeologicaMarianum in Roma e scrittore

17.45 Sposo-Sposa: linguaggio e segno del manifestarsi di Dio nellaStoria della Salvezza. don Aldo Martin Docente di SacraScrittura presso lo Studio Teologico di Vicenza

19.00 Santa Messa presieduta da S.E. mons. Giuseppe Zenti Vescovo diVerona, Membro della Commissione Epi sco pale della ChiesaCattolica Italiana per la famiglia, i giovani e la vita

Venerdì 29 giugno09.00 Preghiera delle Lodi09.15 Il dono della fede per accogliere e vivere l’identità e la missione

sacramentale di sposi. Don Fabio Magro, docente di Teologiapresso la Facoltà Teologica del Triveneto, Direttore UfficioPastorale Famiglia e Vita della diocesi di Con cordia – Pordenone

10.30 La presenza del Signore abita nella famiglia reale e concreta (AL,315). Padre José Granados, docente di Teologia presso ilPontificio Istituto Giovanni Paolo II in Roma

12.00 Santa Messa presieduta dal Cardinale Gualtiero BassettiArcivescovo di Pe rugia, Presidente della Conferenza EpiscopaleItaliana

15.30 50° anniversario di Humane Vitae: Sacramentalità del matrimo-nio e fecondità. Padre Josè Noriega Bastos, docente di Teologiapresso il Pontificio Istituto Giovanni Paolo II in Roma

17.00 La fecondità del sacramento delle nozze, oltre lafertilitàTestimonianza di alcune coppie di sposi. Annunciare,Camminare, Condividere la fede nel sacramento delle nozze: pre-sentazione di alcune esperienze vissute da vari soggetti in prepa-razione a questo convegno. Francesca e Donato Leopaldi, coppiacollaboratrice del Progetto “Mistero grande” Proposta della“Giornata di preghiera per le vocazioni al sacramento delleNozze”. Mons. Renzo Bonetti

18.30 Credo nel sacramento delle Nozze: Adorazione EucaristicaContemplare l’Eucaristia per scoprire e vivere come Gesù ama nel-la coppia e nella famiglia. Lucio e Maura Sasia coppia collabora-trice del Progetto “Misterogrande”

Sabato 30 giugno09.00 Preghiera delle Lodi09.15 Credere nel sacramento delle Nozze: quale dono per la vita con-

sacrata e per i carismi nella Chiesa, suor Alexandra Diriart.Docente di Teologia presso il Pontificio Istituto Giovanni PaoloII in Roma

10.30 La Presenza di Gesù che ama cambia la vita di coppia e famiglia.Testimonianza di alcune coppie di sposi

12.00 Santa Messa presieduta dal Cardinale Kevin Farrell Prefetto delDicastero della Santa Sede per i Laici, la Famiglia e la Vita

15.00 Confronto e condivisione nei gruppi di lavoro17.00 Proposte pastorali18.30 Adorazione Eucaristica. Contemplare l’Eucaristia per scoprire e

vivere come Gesù ama la sua Chiesa e ogni persona. Filippo eFrancesca De Carlo, coppia collaboratrice del Progetto “Mistero -grande”

Domenica 1 luglio9:00 Preghiera delle Lodi9.15 Credere nel sacramento del Matri monio: risorsa pastorale Mons.

Renzo Bonetti, Assistente spirituale del Progetto“Misterogrande”

10.30 Cosa significa per un Vescovo credere e insegnare a crederenel Matrimonio sacramento? Cardinale Marc Ouellet, Pre fettodella Congregazione della Santa Sede per i Vescovi

12.00 Santa Messa presieduta dal Cardinale Marc Ouellet Cuore ed anima dell’intero percorso sarà l’Adorazione Eucaristica per-manente che inizierà giovedì 28 giugno, alle ore 12 e terminerà dome-nica 1 luglio, alle ore 12.Per ulteriori informazioni ed iscrizioni è possibile scrivere all’indirizzo:[email protected] oppure rivolgersi ai seguenti recapiti te-lefonici: 342.55.85.622 – 347.60.80.866 – 333.310.25.60 – 392.098.71.55.

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Vita DiocesanaNuova Stagione 17 giugno 2018 • 5

Giornata di preghiera per la santificazione del Clero

Uomini delle altezze

per trasformare i “deserti”

in terra di DioLo scorso 7 giugno, nel Seminario di Capodimonte, il Cardinale Arcivescovoe numerosi Sacerdoti si sono uniti in preghiera per la Solennità del SacroCuore di Gesù, in occasione della Giornata di preghiera per la santificazionedel Clero.L’incontro è stato organizzato dal Vicariato per il Clero. Al termine della celebrazione del Vespro nell’emiciclo del Seminario, unmomento conviviale ha concluso l’incontro in gioiosa fraternità. A seguire pubblichiamo l’omelia del Cardinale Crescenzio Sepe.

* * *La Chiesa di Napoli, ha ripreso quest’an-

no, presso il Seminario Arcivescovile, la bel-la tradizione della preghiera per la santifica-zione dei sacerdoti nella solennità liturgicadel Sacro Cuore di Gesù.

È come un sostare davanti a Cristo perimmergerci nel ricordo, sempre vivo, delmomento in cui siamo stati consacrati e as-similati dal suo sacerdozio.

La bella lettera della Congregazione delClero per questa ricorrenza, ci richiama alrapporto di amicizia che si è stabilito conCristo per cui alla fine siamo diventati unacosa sola con lui.

Come si mostra a noi il Cuore di Cristo?La lettera della congregazione designa tremomenti: andare in alto sul monte Tabor,trasfigurarci con lui, che fa apparire la bel-lezza del nostro sacerdozio, di essere suoiministri e, infine, di portare agli altri tale lu-ce, essere strumenti di luce per il popolo.

Non dobbiamo farci seppellire da quellaspecie di orizzontalismo quasi fossimo de-stinati ogni giorno in una terra deserta, sen-za vita. Sempre vigilanti affinché l’entusia-smo del sacramento dell’Ordine ricevutonon si affievolisca perché incapaci di guar-dare in alto e separarci con Cristo per ascol-tare la Sua voce: «Duc in altum».

Attenti a non farci sorprendere da quellaquotidianità umana che fa parte della nostranatura dimenticando che il sacerdote è chia-

mato ad orizzonti più alti, ad accogliere lapresenza dello Spirito che ci solleva per nonfarci prendere da questo umanesimo a voltesenza prospettive, arido, deserto.

Salire con Cristo in alto per vedere, gode-re, sperimentare la bellezza della Sua divi-nità e umanità. Gesù si trasfigura affinchénoi, che saliamo in alto con lui, possiamo ri-specchiarci in tale luminosità. Sentirci coin-volti da lui perché assimilati a lui per goderedella bellezza della grazia e del ministero sa-cerdotale, della parola di Dio, di cui siamocustodi, nell’immergerci nella carità verso ipoveri e i deboli.

Tutto questo perché partecipiamo dellabellezza dell’amore di Dio, che sperimentia-mo ogni giorno. Il sacerdozio è un dono pernoi, un’elezione, eletti anche se deboli, fragi-li peccatori, a volte, ma sempre il nostro es-sere unito a lui per portare il Suo amore aifratelli. Il cuore di Cristo è il centro del mon-do e centro del cuore di ogni sacerdote. Ècommovente vedere l’apostolo Giovanniche, nell’ultima cena, nel momento supre-mo della manifestazione dell’amore di Gesùper noi, poggia la testa sul cuore del·Signore. Il suo vangelo richiama, infatti,continuamente l’amore.

Cari sacerdoti, dovete amare per esserecontenti del sacerdozio, la misura del nostroesercizio sacerdotale è dovuta a quantoamore è dovuto verso Dio quando celebria-

mo i divini misteri, a quanto amore doniamoai nostri fratelli e quanto viviamo conformialla volontà di Dio.

Papa Francesco ci dice che il pericolo delsacerdote è la stanchezza, la solitudine, ledelusioni, e quante ne abbiamo nella nostravita. Spesso siamo assorbiti da queste debo-lezze. Guai ad adagiarci sulla mediocrità.Sarebbe, come ci ricorda il Papa, “anestetiz-zare” il nostro ministero.

Il richiamo è la ferita del Cuore di Cristo,da dove uscì sangue e acqua, una ferita che,come vi ho scritto nella lettera pastorale,non si è chiusa mai, non si è mai rimargina-ta, continua ad offendere il Suo amore per-ché in questo momento che viviamo, e voi losapete bene perché siete in prima linea, egoi-smi, violenze, sopraffazioni, paura, nonmancano, ma c’è il Suo sangue che continuaad irrigare i deserti nei quali siamo posti, fa-cendoli diventare “terra di Dio”.

Il Suo sangue, che purifica e rinnova, loportiamo noi ai fratelli, soprattutto i più bi-

sognosi. Ognuno di noi è Giovanni che ap-poggia il suo capo sul cuore del maestro, per-ché è lì che scaturisce la forza di esercitare ilnostro ministero.

Preghiamo questa sera per il nostro sa-cerdozio, per i sacerdoti tutti, in particolaredella Chiesa di Napoli, affinché ciascunopossa sentire la gioia della fedeltà e della su-blime condizione della vita sacerdotale persuperare ogni pericolo e difficoltà.Preghiamo per i seminaristi, che qui si pre-parano per salire il monte. È lui che ha isti-tuito il sacerdozio, chiedendo ad alcuni diessere continuatori della Sua missione sa-cerdotale per una Chiesa pura e santa, capa-ce di aprire il cuore di Cristo, affinché ogniuomo possa attingere la bellezza.

Maria, madre dei sacerdoti, ci accompa-gni, ci dia speranza, ci rialzi sempre per po-ter essere testimoni dell’eterno amore di Dioper noi. Amen

✠ Crescenzio Card. SepeArcivescovo Metropolita di Napoli

Sant’Alfonso all’Arenaccia

Formazione al Sovvenire nelle parrocchieGià da qualche anno, nel periodo della dichiarazione dei reddi-

ti, siamo stati sollecitati a consigliare ed informare i fedeli circa lanecessità ed il “dovere morale” di destinare l’8 x 1000 alla ChiesaCattolica.

Data la natura dell’evento il parroco, sentito il ConsiglioPastorale, ha ritenuto opportuno effettuare la formazione soprat-tutto agli operatori pastorali che, a loro volta, avrebbero avuto ilcompito di “formare ed informare” i fedeli dei loro gruppi. Così fa-cendo si poteva anche soddisfare le esigenze e gli orari di tutti.Relatore per l’evento è stato il diacono Giovanni Dentice, con lacollaborazione della referente decanale e parrocchiale PinaSalerno. Sono state presenti all’incontro 68 persone. Il diaconoGiovanni Dentice ha spiegato esaurientemente la storiadell’8x1000, rispondendo anche alle molte domande dei presenti,chiarendo i valori su cui è basato il Sostegno Economico allaChiesa, illustrandone i riferimenti biblici, sia del Vecchio che delNuovo Testamento ed il Precetto Generale della Chiesa Cattolica,inserito nel Catechismo di S. Pio X, da cui si evince che ogni cri-stiano deve proporsi di realizzare la comunione, essere correspon-sabile, solidale, vivere in trasparenza e di provvedere al sostegnodel clero secondo i principi della perequazione; molto forte è statoil concetto che ognuno di noi è chiamato da Gesù, in prima perso-

na, ad esprimere e realizzare il proprio essere seguace di Cristo.Ha illustrato il Concordato Stato-Chiesa nei suoi due pilastri

:“offerte liberali” (deducibili) e “8xmille” , soffermandosi sul signi-ficato delle offerte liberali: è il popolo di Dio che è chiamato a so-stenere tutto il clero e non solo il proprio prete, specificando che,qualora le offerte non riescano a raggiungere lo scopo, esso si ot-tiene ricorrendo all’8x1000.

La referente Pina Salerno ha spiegato la gratuità personale diognuno nel firmare per la destinazione dei fondi, che non compor-ta un carico economico aggiuntivo, ma che permette di destinarei fondi derivanti dalle tasse già pagate da tutti.

Il diacono ha integrato con spiegazioni e filmati la documenta-zione portata al fine di chiarire ogni dubbio, specie sulla traspa-renza della Chiesa nella gestione economica. Il parroco donRaffaele Pescicolo, ha poi invitato i presenti a porre domande al fi-ne di chiarire bene ogni aspetto e non lasciare spazio ai dubbi. Ildibattito che è scaturito ha consentito ai partecipanti di acquisireinformazioni migliori, per poterle veicolare agli altri e fermare ilsolito “sentito dire” che è molto diffuso in questi casi.

L’incontro durato 1 ora e mezza si è concluso con ringrazia-menti spontanei e la richiesta di organizzare un altro incontro alquale allargare il numero di partecipanti.

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Attualità Ecclesiale Nuova Stagione6 • 17 giugno 2018

Chiesadel GesùNuovoTerzo mercoledì del mese,incontro mensile di preghiera deimalati con San GiuseppeMoscati. Il prossimoappuntamento è per mercoledì20 giugno, a partire dalle ore 16.Alle ore 17, celebrazione dellaSanta Messa. I padri sonodisponibili ad accogliere i fedeliche desiderano ricevere ilsacramento della Penitenza.

Cresime inCattedraleQueste le prossime date del2018 in cui viene conferito,nella chiesa cattedrale diNapoli, il Sacramento dellaConfermazione.24 giugno8 luglio22 luglio9 settembre30 settembre7 ottobre21 ottobre11 novembre25 novembre9 dicembre23 dicembre

PostulazioneCardinale Sisto RiarioSforzaSono disponibili, oltre lenuove immaginette giàdistribuite, anche deicartoncini pieghevolipreparati sul VenerabileCardinale Sisto RiarioSforza. Si possono ritirarepresso la Curia Arcivescoviledi Napoli, telefonando alSegretario della Postulazionedon Francesco Rivieccio(33.55.77.77.26) o nei giornidi lunedì, martedì, mercoledìe giovedì, dalle ore 9 alle ore12, presso l’Archivio StoricoDiocesano (081.557.42.95). Chiunque ricevesse grazie perintercessione del VenerabileCardinale Sisto RiarioSforza, Arcivescovo diNapoli, è vivamente pregatodi darne subitocomunicazione scritta a:Postulazione CardinaleRiario Sforza – CuriaArcivescovile – LargoDonnaregina, 22 – 80138Napoli Le comunicazioniscritte devono esserecorredate di indirizzocompleto e recapitotelefonico.

La Catechesi settimanale di Papa Francesco

La Chiesa siamo tutti noi di Antonio Colasanto

Proseguendo la riflessione sul sacramen-to della Confermazione, ha ricordato PapaFrancesco in apertura della catechesi nell’u-dienza generale, consideriamo gli effetti cheil dono dello Spirito Santo fa maturare neicresimati, portandoli a diventare, a loro vol-ta, un dono per gli altri. È un dono lo SpiritoSanto. Quel dono dello Spirito Santo entrain noi e fa fruttificare, perché noi poi possia-mo darlo agli altri. È proprio dello SpiritoSanto, dunque, decentrarci dal nostro io peraprirci al “noi” della comunità: ricevere perdare.

Completando nei battezzati la somiglian-za a Cristo, la Confermazione «li unisce piùfortemente come membra vive al corpo misti-co della Chiesa» (Rito della Confermazione,n. 25). La missione della Chiesa nel mondoprocede attraverso l’apporto di tutti coloroche ne sono parte.

La Chiesa siamo noi tutti. La Chiesa sia-mo noi che camminiamo, la Chiesa siamonoi che oggi stiamo in questa piazza. Noi:questa è la Chiesa. La Confermazione vinco-la alla Chiesa universale sparsa su tutta laterra, coinvolgendo però attivamente i cresi-mati nella vita della Chiesa particolare a cuiessi appartengono, con a capo il Vescovo,che è il successore degli Apostoli.

E per questo il Vescovo è il ministro origi-nario della Confermazione (Lumen gen-tium, 26), perché lui inserisce nella Chiesa ilconfermato. Il fatto che, nella Chiesa latina,questo sacramento sia ordinariamente con-ferito dal Vescovo evidenzia il suo «effetto diunire più strettamente alla Chiesa, alle sue ori-gini apostoliche e alla sua missione di testi-moniare Cristo, coloro che lo ricevono»(Catechismo della Chiesa Cattolica, 1313).

Il Vescovo dice, infatti, a ogni conferma-to: «La pace sia con te». Ricordando il salutodi Cristo ai discepoli la sera di Pasqua, colmadi Spirito Santo (Gv 20, 19-23), abbiamo sen-

tito, queste parole illuminano un gesto che«esprime la comunione ecclesiale con ilVescovo e con tutti i fedeli» (Catechismo dellaChiesa Cattolica, 1301).

Noi, nella Cresima, riceviamo lo SpiritoSanto e la pace: quella pace che dobbiamodare agli altri. Questo significa armonia, si-gnifica carità fra noi, significa pace. Ma poicosa succede? Usciamo e incominciamo asparlare degli altri, a “spellare” gli altri.Incominciano le chiacchiere. E le chiacchie-re sono guerre.

Questo non va! Se noi abbiamo ricevuto ilsegno della pace con la forza dello SpiritoSanto, dobbiamo essere uomini e donne dipace, e non distruggere, con la lingua, la paceche ha fatto lo Spirito.

Povero Spirito Santo il lavoro che ha connoi, con questa abitudine del chiacchieric-cio! Pensate bene: il chiacchiericcio non èun’opera dello Spirito Santo, non è un’operadell’unità della Chiesa. Il chiacchiericcio di-

strugge quello che fa Dio. Non finiremo maidi adempiere al mandato di effondere ovun-que il buon profumo di una vita santa, ispi-rata dall’affascinante semplicità del Vangelo.Il dono dello Spirito Santo dobbiamo darloalla comunità.

Esorto i cresimati a non “ingabbiare” loSpirito Santo, a non opporre resistenza alVento che soffia per spingerli a camminare inlibertà, a non soffocare il Fuoco ardente dellacarità che porta a consumare la vita per Dioe per i fratelli.

Che lo Spirito Santo conceda a tutti noi ilcoraggio apostolico di comunicare ilVangelo, con le opere e le parole, a quanti in-contriamo sulla nostra strada. Con le opere ele parole, ma le parole buone: quelle che edi-ficano. No le parole delle chiacchiere che di-struggono. Per favore, quando uscite dallachiesa pensate che la pace ricevuta è per dar-la agli altri: non per distruggerla col chiac-chiericcio. Non dimenticate questo.

Un ricordo della figura di Giuditta Alghisi, madre di Giovanni Battista Montini, a 75 anni dalla morte

Donna semplice e di profonda fedeGiuditta Alghisi era l’anima della famiglia Montini, dove si fon-

devano, in modo singolare, la fede e la cultura, che non eranoestranee tra loro e non erano neppure sradicate dalla vita quotidia-na. Donna semplice e di profonda sensibilità, influì sulla passionedel giovane Giovanni Battista per la cultura francese. Il cattolice-simo intellettuale della prima metà del Novecento in Francia ri-chiamò l’attenzione del futuro Papa non tanto perché offriva unelenco di sorprendenti conversioni, ma soprattutto perché sugge-riva vie interiori e personali della continua ricerca di Dio da partedell’uomo.

Quelle letture alimentarono la vita interiore di Giuditta chemorì improvvisamente il 17 maggio del 1943 mentre stava leggen-do un sermone di Bossuet. C’è chi sostiene che la cultura può ali-mentare l’orgoglio e l’autosufficienza, ma questo non avviene senon la separiamo dalla fede. Non lo fece Giuditta Alghisi, sempredisposta a conservare e a trasmettere tutte le ricchezze spiritualidel suo cuore.

La vita interiore non è una questione di sovrabbondanza di let-ture, poiché lo Spirito soffia dove vuole, anche se è altrettanto veroche un libro è come legna che ravviva il fuoco della preghiera. Losapeva bene quel grande ammiratore di Santa Teresa di Gesù chefu Paolo VI, il quale la proclamò Dottore della Chiesa. Giuditta,donna di preghiera e di silenzi, assomigliava alla luce sopra il can-delabro, che si consuma da sola ma serve a illuminare gli altri,un’immagine cara a Papa Montini e che si trova nelle note di un ri-tiro, poche settimane dopo la sua elezione al soglio pontificio.

A dire il vero Giuditta non sembrava prodigarsi in parole ed erapiù propensa a esprimersi con uno sguardo o un gesto di affetto,anche se poteva, al tempo stesso, mostrarsi decisa ed energica, ca-pace di infondere un ottimismo di fede profonda in un figlio che sitrovava lontano. Fu così per Giovanni Battista che nel 1923 fu de-stinato a Varsavia come diplomatico e si sentiva trascinato da pen-sieri sulle sue incapacità e inadeguatezze e si interrogava su un do-mani incerto.

La risposta della madre a un figlio angosciato, che doveva vive-re in un Paese del quale conosceva appena la lingua, fu la stessa delcelebrante dopo l’offertorio: sursum corda!. Si tratta di un appelloa sollevare l’animo, nonostante i momenti opachi della vita, quan-do non è semplice valutare le cause del proprio malessere. Quandoi passi diventano incerti e il lavoro appare più arduo del solito è ilmomento di sollevare il cuore al Signore che può permettere que-sti alti e bassi perché ci afferriamo con forza a lui.

La lettera della madre al figlio mescola nelle giuste dosi auto-rità e amore, energia e compassione e al tempo stesso invita a nonlasciarsi condizionare da una sterile sensazione di tristezza. Chiconosce il concetto intellettuale della famiglia Montini percepiràa volte, negli scritti del padre e della madre, una confluenza tra latradizione cristiana e il mondo classico, poiché non per caso si po-teva leggere in casa la citazione di Sallustio: «Prius quam incipiasconsulto», invito a ponderare le azioni prima di intraprenderle.

Un altro aspetto dell’influenza di Giuditta Alghini si Paolo VI èrappresentato dalla particolare devozione all’Eucarestia. In unalettera del 1921 la madre raccontava al figlio la sua esperienza aBrescia durante una processione del Corpus Domini nella qualeuna folla cantava inni al sacro mistero, come se ciascuno avesse lospirito sulle labbra e la gioia del cuore nello sguardo.

Il futuro Papa imparò da sua madre che l’Eucarestia non si puòridurre a un simbolo o a un sentimento vuoto. Non è una devozio-ne che allontana il cristiano dalle realtà quotidiane o lo separa da-gli altri.

L’autentica pietà eucaristica, quella professata da Giuditta, sitraduce in amore per i fratelli. Suo figlio, Papa Montini, lo ribadirànell’enciclica “Mysterium fidei”; il culto eucaristico muove forte-mente l’animo a coltivare l’amore “sociale” con il quale si anteponeal bene privato il bene comune. Estendiamo la carità a tutto ilmondo perché dappertutto sappiamo che ci sono membra diCristo.

Virgilio Frascino

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San Gregorio Giovanni BarbarigoVescovo – 18 giugno

Tra il 1656 ed il 1657 scoppia a Roma la peste bubbonica, facendo migliaia divittime. Papa Alessandro VII si fa vedere in giro per incoraggiare i romani. A diri-gere i soccorsi in Trastevere, epicentro del contagio, sceglie il prete trentunenneGregorio Barbarigo, di famiglia veneziana. Lo conobbe in Germania, come segre-tario dell’ambasciatore di Venezia, seguendolo negli studi, fino al sacerdozio.Eletto Papa lo chiamò a Roma. Se ne fida come di sé stesso, e perciò lo manda tragli appestati di Trastevere.

Lui obbedisce, senza però nascondere la paura. Ma quando vede come vive emuore quella gente, sa farsi capo, guida, fratello; è prete, infermiere, seppellitore,è il padre dei trasteverini.

In seguito fu nominato vescovo di Bergamo e poi Cardinale. In diocesi prendea modello Carlo Borromeo, con un appassionato accento personale nell’istruzionereligiosa. Nominato vescovo di Padova, diede slancio al grande Seminario: stimolòla formazione teologica e biblica, arricchita di sapere classico, di scienza e di fami-liarità con le lingue.

Dona ai chierici una ricchissima biblioteca e crea una tipografia anche con ca-ratteri greci e orientali, gettando ponti culturali tra Europa e Asia. Due volte è sulpunto di diventare Papa. Per lui, vivere a Padova, è studio e carità, è suonare la cam-pana del catechismo ai bambini, preparando banchi e sedie da sé, per la gioia dieducarli personalmente alla fede; come un tempo accudiva con le sue mani gli ap-pestati di Trastevere.

Gregorio viene beatificato da Clemente XIII nel 1761. Poi tutto si ferma per 150anni. Nel 1911 giungono a Pio X appelli per la sua canonizzazione, e uno di essi hatra i firmatari anche il “prof. sac. Angelo Roncalli” di Bergamo. Infine sarà lui, co-me Papa Giovanni XXIII, a proclamare Santo Gregorio, il 26 maggio 1960, in SanGiovanni in Laterano.

San Nazario di CapodistriaVescovo – 19 giugno

Il culto antichissimo tributato a Capodistria per il vescovo Nazario, ha portatoa formulare un’antica tradizione, anche se non documentabile.

Essa racconta che Stefano patriarca di Aquileia, non riuscendo più a governarela troppo vasta diocesi e volendo venire incontro alle esigenze della popolazione,con l’appoggio dell’imperatore bizantino Giustino I, chiese nel 524 a PapaGiovanni I di dare un Vescovo proprio, alle principali città dell’Istria. Vennero sceltisei presuli fra cui San Nazario.

Nacque ad Elpidium tra il 470 e il 480, consacrato vescovo resse la diocesi perpiù di trenta anni, con vera abnegazione pastorale. San Nazario divenne il patronodella città, che nel frattempo, sotto il dominio bizantino, aveva preso il nome diGiustinopoli che, passata sotto il dominio di Venezia, prese anche il nome diCapodistria.

Nel 1380 durante la guerra di Chioggia i Genovesi saccheggiarono la città, tra-fugando le reliquie di San Nazario e di Sant’Alessandro. Dopo 42 anni nel 1422, ilvescovo di Capodistria Geremia Pola, ne riuscì ad ottenere la restituzione dall’ar-civescovo di Genova, Pileo de Marini. Morì prima del 557 e fu sepolto nella catte-drale di Santa Maria. Le reliquie furono portate nella cattedrale e sistemate entrouna cassa di marmo, che ancora oggi costituisce l’altare maggiore.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 17 giugno 2018 • 7

È invisibile,ma c’èChe cos’è il Regno di Dio?Ognuno personalmente provi apensarci e si chieda: “Cos’è perme? Quale immagine scegliereise dovessi raccontarlo ad altri?”.L’evangelista Marco ne scegliedue (Mc 4, 26-34): chi staascoltando Gesù lavora la terra,e per loro non ci sono immaginipiù evocative di un seminatoreche getta del seme in un terrenoe di un microscopico granello disenape. La prima ci dice che infondo Dio fa in modo che il suoRegno germogli pian piano,nella nostra storia, nelle tantesituazioni in cui ci troviamo. Laseconda immagine però cirassicura e, allo stesso tempo, cimette in guardia: il regno di Dioè microscopico, piccolo al puntoda essere quasi invisibile. Tuttociò che Dio in ogni istantesemina nella nostra vita èproprio così: piccolo! E ai nostriocchi, sempre così desiderosi divedere cose straordinarie, ciòche Dio semina appareinvisibile, a volte inconsistente,spesso addirittura inesistente.Eppure, Gesù sembraconfermare ai suoi che il Regnoc’è e ci riserva sorprese.Proviamo noi, ora, a raccontarciil Regno attraverso immaginipiù vicine alla nostra esperienza.Magari i fornai potrebberopensare al lievito (e accadevaanche ai tempi di Gesù)…perché in fondo il Regno è forte einvisibile.I bambini potrebbero pensareall’amore della mamma: non lotocchi, non lo puoi fotografare,ma lo senti vivo ogni volta chelei ti abbraccia, ti accarezza, tistringe a sé.I biologi potrebbero pensare aun virus, non tanto per gli effettinefasti che comporta, ma per lasua forza intrinseca, per lacreatività con cui si diffondeeludendo ogni forma diostacolo… perché il Regno ècosì: discreto e resistente, capacedi fiorire in ogni condizioneumana.Il regno di Dio, diceva Gesù ècome l’uomo che semina: è Diostesso che agisce nella storia delmondo, e nella nostra vita,seminando amore, giustizia,pace, fraternità, umanità.

La preghieraIl tuo Regno, Signore,come un piccolo seme,come scintille luminose,come rugiada fecondavive tra noi,invisibile e nascosto.Vive e fa vivere.Vive e trasforma.Il tuo Regno è la paceche germoglia nel cuore,è l’umanità che svegliala coscienza.Il tuo Regno, come seme,viva in noi. Amen.

Preghiere dei fedeli per i bam-bini, scritte ispirandosi alVangelo ogni domenica, verran-no messe a disposizione sul mioblog www.cantalavita.com.Potranno essere usate anche co-me preghiera di intercessionedurante l’incontro di catechesisettimanale.

Mariangela Tassielli

17 giugno. Undicesima Domenica del Tempo Ordinario

Un ponte tra il mondo dell’uomo e Dio

Ez 17, 22-24; Sal 91; 2 Cor 5, 6-10; Mc 4, 26-34

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

La vita e i giorniTerra sconosciuta in cui ci inoltriamo lentamen-

te, paese aspro da attraversare e da conquistare, lavecchiaia ha le sue grandi ombre, le sue insidie e lesue fragilità, ma non va separata dalla vita: fa partedel cammino dell’esistenza e ha le sue possibilità. Èil tempo di piantare alberi per chi verrà. Vecchiaia èarte del vivere, che possiamo in larga parte costruire,a partire dalla nostra consapevolezza, dalle nostrescelte, dalla qualità della convivenza che coltiviamoinsieme agli altri, mai senza gli altri, giorno dopogiorno.

È un prepararsi a lasciare la presa, ad accettarel’incompiuto, ad allentare il controllo sul mondo esulle cose. Nell’inesorabile faccia a faccia con il cor-po che progressivamente ci tradisce, Enzo Bianchiinvita tutti noi ad accogliere questo tempo della vitapieno, senza nulla concedere a una malinconica no-stalgia del futuro, ma anzi trovando qui l’occasionepreziosa di un generoso atto di fiducia verso le nuovegenerazioni.Enzo BianchiLa vita e i giorni. Sulla vecchiaiaEdizioni Il Mulino – 2018Pagine 138 – euro 13,00

La trappola della reteLa parola rete da sempre appartiene al linguaggio

simbolico dei Vangeli. Gesù Cristo la usa come me-tafora, per mettere in relazione comunicativa tutti gliuomini e tutti i popoli della terra, unificandoli ideal-mente nell’unico popolo di Dio.

Dal punto di vista culturale oggi la rete è la strut-tura che costituisce la piattaforma di Internet: unluogo dove potenzialmente tutti gli uomini del mon-do possono comunicare gli uni con gli altri, senza dif-ferenze.

Questo volume esplora una serie di temi suggesti-vi, a partire dalle conseguenze della rete del web sullavisione dell’uomo e della sua identità cristiana, e of-fre indicazioni pedagogiche e pastorali agli educato-ri e alle istituzioni educative.Giuseppe MoranteLa trappola della rete. Uso e abuso dei social. Riflessioni per educatoriEdizioni Elledici – 2018Pagine 288 – euro 15,00

Per parlare del Regno e introdurre i suoiascoltatori all’interno di quello che non è so-lo uno tra i tanti “misteri” della vita di fede,ma che è il mistero al quale l’uomo è total-mente orientato (se è vero che tutta la predi-cazione di Gesù, in linea con quella profeti-co-apocalittica, intende preparare l’uomoalla imminente venuta del Regno di Dio),Gesù non ricorre a un linguaggio concettua-le e tecnico, qual è quello di cui spesso le dot-trine religiose si servono per esprimere le lo-ro verità più essenziali, ma predilige quellaforma paradossale e interpellante che è pro-pria del linguaggio parabolico.

Nulla di “aulico” è presente nelle parabo-le, costruite, come sono, intorno a scene, im-magini, personaggi tratti dalla vita comune:eppure, ciò di cui esse parlano è la più elevatae nobile delle realtà che l’uomo possa conce-pire… il Regno di Dio, ossia l’essere piena-mente in tutti di Dio. Le parabole tentano,così, di costruire un ponte tra il mondo del-l’uomo e Dio: esse si propongono di condurrel’ascoltatore nell’altrove di Dio, tenendo in-sieme, per quanto sia possibile al linguaggioumano, la non-estraneità, ma anche la di-stanza che intercorre tra l’umano e il divino.

Gesù parla di ciò che non si vede ancoramediante ciò che già si vede e, mentre cerca

di rivelare l’invisibile, aiuta i suoi ascoltatoria capire che le “cose” del Regno di Dio nonfunzionano secondo i meccanismi solitidel mondo, né secondo i suoi tempi o lesue proporzioni. Sbaglia, dunque, chiunquevoglia applicare nelle “cose” di Dio i medesi-mi parametri che contraddistinguono le“cose” del mondo, misurate, allora come og-gi, secondo i criteri “quantitativi” del nume-ro, del successo, del marketing.

Non è un caso che la prima parabola cheGesù racconta nel vangelo sia quella del se-minatore, con la quale si dice che il Regno è“fuori” dalla potenza dell’uomo e dal suoprotagonismo: la costruzione del Regnopassa per la potenza di un seme che è da Dioe che all’uomo sta semplicemente accoglieree custodire, perché possa vederne i frutti, se-condo una “proporzione sproporzionata”,che è propria delle “cose” di Dio.

A questa parabola, Marco fa subito segui-re, a mo’ di completamento, mediante unaripresa tematica, due brevi parabole: quelladel seme che spunta da solo e quella del gra-nello di senape. Ancora dei semi per dire ilRegno, ancora immagini che dicono picco-lezza, forza vitale, sproporzione tra ciò cheè dato all’inizio e ciò che sarà alla fine. Postodi fronte all’inarrestabile venuta del Regno

di Dio, il discepolo di Gesù dovrebbe lasciar-ci istruire e toccare nel profondo da questeparole che invitano ad abbandonare ognipretesa di grandezza, di visibilità a tutti i co-sti; ogni pretesa di “contare” per il mondo;ogni pretesa di agire nella storia grazie allapotenza dei mezzi e delle strutture.

Questo è davvero un “vangelo”, una buo-na notizia: la venuta del Regno nella storiadegli uomini passa non per l’evidente, maper il nascosto; non per lo straordinario, maper l’ordinario; non per il grandioso, ma peril piccolo, quella del Regno è una piccolezzache genera grazia, che diviene, proprio co-me la pianta prodotta dal granello di senape,rifugio dei deboli («gli uccelli del cielo posso-no fare il nido alla sua ombra»), è una picco-lezza che accoglie, perché solo la piccolez-za sa accogliere davvero, capace com’è dinon alzare muri di indifferenza e di sospet-to.

Per il mondo tutto questo è insignifican-te stoltezza (cfr. 1 Cor 1, 22-25): eppuregli occhi di Dio guardano in modo diverso e,andando al di là di ciò che appare, sanno tro-vare grandezza dove c’è piccolezza, miseriadove c’è presunta grandezza!

Gianpiero TavolaroMonaco di Ruviano

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Speciale Nuova Stagione8 • 17 giugno 2018

Il Cardinale Crescenzio Sepe ha convocato a Pacognano, dall’11 al 13 giugno, i verta partire dalla quinta opera di misericordia “visitare gli infermi”. Nelle parole d

Visitare gli infermi con uno sguardAl termine del Convegno l’Arcivescovo ha annunciato la nascita del “Diparti

Nella tre giorni ampio spazio è stato dato al lavoro dei laboratori e dei gruppi di studio, la cui sintesi verrà

✠ Crescenzio C

«Io verrò e lo curerò»Ampia relazione di Don Alessandro Gargiulo che ha offerto spunti di riflessione sulla quinta opera di misericordia

Riuniti nel nome di Cristo, con l’assistenza dello Spirito,ancora una volta desideriamo dimostrare di essere unaChiesa viva, che si mette in ascolto della Parola e che, con laforza dello Spirito, vuole incarnare nel territorio della no-stra Diocesi, il mandato di essere testimoni di Cristo mortoe risorto per noi.

Rappresentiamo tutta la Chiesa di Napoli che si interro-ga, che vuole approfondire e che, soprattutto, vuole diffon-dere “semi di speranza” per il futuro. Siamo chiamati aduscire da noi stessi per avere davanti agli occhi solo ed uni-camente Cristo. Se anche questo stare insieme, a volte, puòcomportare non poche fatiche e difficoltà, lo facciamo innome di Colui che ci chiama e ci invita ad andare, ad uscireda noi stessi per essere annunziatori del Vangelo.

È lo spirito con il quale abbiamo vissuto questi giorni nel-la fiducia dell’assistenza dello Spirito, per il bene della no-stra Diocesi, guidati dall’esempio di Maria che nel Vangelo,pur parlando poco, interviene nei momenti più significativi,come nel Cenacolo, laddove nasceva la Chiesa, insieme agliApostoli. Ancora oggi continua ad essere la madre di quellaChiesa che è stata amata, voluta, sposata da Cristo per essereil grembo nel quale ognuno di noi nasce e cresce nella fede,

e sviluppa, rende bella e giovane, come diceva San GiovanniPaolo II, la nel mondo di oggi.

Ringraziamo, quindi, il Signore per averci saputo mette-re in ascolto dello Spirito che ha parlato ad ognuno in questocammino della nostra Chiesa di Napoli. Abbiamo vissutomomenti di comunione, fraternità, amicizia, ci siamo par-lati, scambiati le varie esperienze, qualche volta anche diver-sificate tra loro, ma sempre in uno spirito di autentica e veracomunione ecclesiale.

Vogliamo continuare nel cammino delle opere di caritàscegliendo per il prossimo anno la quinta opera di miseri-cordia “visitare gli infermi”, pur mantenendo una particola-re attenzione al percorso della Chiesa universale.

Questo diventa occasione per noi di prendere coscienzadi una realtà - l’infermità che è propria dell’uomo - che nonè solo napoletana ma appartiene a tutti e che, per noi cre-denti, acquista un senso, un valore e una dimensione del tut-to particolare. L’infermità è connessa alla nostra creatura-lità. Quando l’uomo on accetta il suo essere creaturale - vediil peccato di Adamo -, allora non accetta più se stesso, si ri-volta e cerca soluzioni drammatiche per superare le sue fra-gilità.

(dvdl) Invitati ad essere chiesa della misericordia, l’ambito della fragilità offre«quell’alfabeto della santità capace di fornirci gli strumenti per un nuovo dialogocon il mondo e per una nuova evangelizzazione sempre più incarnata». Così donAlessandro Gargiulo, parroco a Scampia e docente alla Facoltà Teologica, chiamataad illustrare la quinta opera di misericordia “visitare gli infermi” al Convegno dio-cesano di programmazione pastorale di Pacognano.

Si tratta di cercare una “misericordia operosa” che metta tutti nella condizionedi guardare e agire con responsabilità. E qui don Alessandro indica una triplicestrada: “amorevole coraggio” per guardare le sofferenze degli uomini; “amorosa in-traprendenza”, per lasciarsi coinvolgere dal dolore del prossimo; “misericordia perla propria terra”, per vincere con l’antibiotico della responsabilità «la malattia delcompiacimento e agire per il bene, senza limitarsi unicamente a desiderarlo».

Il relatore nel secondo punto si è poi soffermato a definire il compito della Chiesatra malattia, infermità e fragilità, ricordando come la Chiesa, fin dall’inizio, ha sem-pre «promosso la cura del prossimo toccato dalla debolezza e dalla precarietà nellasalute». Basti pensare ai numerosi santi della misericordia cristiana che, anche nel-la nostra Diocesi, ha trovato terreno fertile (Beata Maria della Passione, SanLudovico da Casoria, San Filippo Smaldone, San Giuseppe Moscati…), senza di-menticare i tanti “samaritani sconosciuti”, «che esprimono premura e amore versogli ammalati con forme di attenzione e di sostegno disinteressato».

Quest’opera di misericordia, ricorda don Alessandro, richiede uno slancio delcuore «che copre, con una prossimità cercata e non semplicemente imposta da unincontro fortuito, la distanza che c’è tra i nostri occhi e la vita dell’altro». Visitarerichiama la ricerca: «bisogna cercare il povero, il debole, colui che non può proporsinella visibilità».

Questo si rende possibile nella misura in cui si superano le malattie dell’indivi-dualismo e dell’efficientismo, che nel nostro tempo stanno «provocando una distor-sione dell’attenzione e la costruzione di un ideale perfezionistico della vita che pro-duce frustrazioni e insoddisfazione», generando indifferenza, spesso mascheratada vuoto attivismo. Ogni agire dell’uomo, pertanto, «deve essere una speranza inatto e questo può avvenire se non diventa un modo per sfuggire alla consapevolezzadell’umana fragilità».

Il pericolo può diventare risorsa. Afferma don Alessandro: «non siamo un poli-clinico attrezzato con i migliori macchinari: siamo un presidio di emergenza, in cuispesso, si strappano i pezzi delle divise per fare le garze; in cui si usa il cordiale comedisinfettante. Questo perché ogni credente vive al centro del conflitto dell’umanità:è un reduce dell’umanità. Così i preti, i laici, i seminaristi, i religiosi. Portiamo sudi noi le ferite dei conflitti cui partecipiamo. Abbiamo, però, la ricchezza della me-dicina della misericordia e un cuore capace di slanci generosi per correre accantoa chi soffre e per non abbandonare la società ammalata a se stessa».

Gargiulo nel terzo punto tocca il tema di “una pastorale della cura”, evidenzian-do come l’epoca in cui viviamo legge la dimensione della cura in chiave autorefe-renziale (palestre, centri benessere, coach spirituali…): «l’idea portante non è quel-la della vita come dono, bensì quella della vita come esistenza auto-progettante».

In questo clima culturale ogni cura rivolta all’altro è estenuante e preoccupante: to-glie tempo, energie, forze, evita il dolore, l’ascolto, e così la cura viene delegata uni-camente alle istituzioni, viene ospedalizzata e la sofferenza nascosta. La Chiesa, co-me Gesù, non deve fuggire dalla malattia, ma esprimere «il potere amorevole dellacura, non chiudendo nel prodigio o nel miracolo la proposta di vita che offe a coloroche incontra».

Visitare è la risposta all’infermità: «non è l’ammalato che si propone alla vista,ma è lo sguardo di carità che cerca di inquadrarlo e di metterlo a giusta luce: a por-tata di misericordia. Da questa impostazione nasce un’esperienza di carità che nonsi chiude e definisce negli ambiti delle istituzioni caritative».

Da qui, aggiunge ancora don Alessandro, «si può intuire come questo sia il tempodi una pastorale della cura e della cura integrale. Non una pastorale della guarigio-ne, che tenda a scegliere gli ambiti di azione secondo logiche produttive del marke-ting pastorale». L’invito è ad uscire da logiche di efficientismo e di individualismoperché «la Chiesa che si prenda cura dei deboli, cura anche se stessa da quelle ten-tazioni che incontra sulla strada della ricerca di un successo che non appartiene aLei ma a Dio».

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SpecialeNuova Stagione 17 giugno 2018 • 9

tici della Diocesi per l’annuale Convegno ecclesiale e pastorale di programmazione, dell’Arcivescovo l’invito a superare ogni forma di fragilità nel lavoro d’insieme

do aperto all’annuncio del Vangeloimento giuridico” nella Pontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale. à pubblicata sul prossimo numero unitamente alla relazione sul servizio farmaceutico solidale diocesano

Card. Sepe *

Per una pastorale di evangelizzazioneDon Armando Sannino ha presentato criteri e suggerimenti per l’elaborazione di una pastorale di primo annuncio

Dalle numerose suggestioni raccolte mi preme sottoli-neare anzitutto il lavoro d’insieme che è stato svolto, met-tendo a confronto la nostra realtà ecclesiale anche con ilmondo laico e dell’università, con la presenza di alcuni do-centi universitari invitati al Convegno, soprattutto per unconfronto nell’ambito dell’evangelizzazione della cultura edel significato della terza missione delle Università. Sonoemersi aspetti positivi, soprattutto sulla questione giovani,ma anche tante criticità e difficoltà, grazie al lavoro di “set-tore”, che ha trovato qui la sua naturale conclusione, dopoil cammino fatto nei Decanati e nei vari Organismi di comu-nione e di partecipazione.

Come negli ultimi anni - vedi l’interesse al Sinodo sullafamiglia e a quello sui giovani -, pensiamo di definire la nuo-va Lettera pastorale in due momenti: nella prima parte cisoffermeremo sulla quinta opera di misericordia; nella se-conda volgeremo lo sguardo alle nuove forme di evangeliz-zazione.

Insomma il “visitare” può tranquillamente e decisamen-te innestarsi sul grande tema dell’evangelizzazione.

Vogliamo ancora una volta mettere in pratica il nostrodovere di essere missionari in forza del battesimo, incar-

nando nelle specifiche realtà della Diocesi “forme di carità”in ascolto delle diverse condizioni sociali, morali, economi-che, religiose del territorio. Ci interrogheremo su come es-sere “Chiesa in uscita”, Chiesa che vuole andare incontroall’uomo del nostro tempo, che vuole relazionarsi, accoglie-re, visitare, non nella pretesa di guarire ma nella responsa-bilità di prenderci cura degli altri.

Ognuno si senta chiamato in prima persona a dare il pro-prio contributo: più stiamo, lavoriamo e cerchiamo soluzio-ni insieme, più ci confrontiamo e più diamo testimonianzadi una Chiesa che è veramente viva.

È una grande impresa: giovani che devono evangelizzarei giovani, malati che devono evangelizzare malati, la culturache deve evangelizzare la cultura. Si tratta di una vera e pro-pria “rivoluzione pastorale” ma, come ogni rivoluzione, di-pende dal nostro cambiamento, dalla nostra conversioneinteriore.

Andiamo dalla Madonna, strappiamole il mantello, po-niamoci sotto la sua custodia, facciamoci avvolgere da que-sto abbraccio potente e materno. Insieme per la crescita del-la nostra bella Chiesa di Napoli.

* Arcivescovo Metropolita di Napoli

(dvdl) Il tema dell’evangelizzazione rappresental’ambito fondamentale attraverso il quale è possibiledescrivere la natura e la missione della Chiesa. «La no-stra Chiesa di Napoli - esordisce don ArmandoSannino, parroco alla Ferrovia e direttore dell’UfficioCatechistico -, in sintonia con il magistero universalee con il cammino della Chiesa italiana, ha sempreMostrato attenzione al tema dell’evangelizzazione at-traverso gli insegnamenti dei suoi arcivescovi e l’impe-gno della comunità diocesana in tutte le sue articola-zioni». Infatti, nello spirito del XXX Sinodo dellaChiesa di Napoli, il Cardinale Sepe, sin dal suo arrivoa Napoli ha opportunamente sollecitato tutti a ripen-sare la pastorale in chiave missionaria, come ricordatonel Piano Pastorale Diocesano “Organizzare laSperanza” del 2008 e nelle Lettere pastorali “Per amo-re del mio popolo” (2011), “Per amore del mio popo-lo… non tacerò” (2012) e “Canta e cammina” (2013).

Per il nostro Arcivescovo, afferma don Armando,«lo stile missionario significa effettiva presenza nelterritorio attraverso la sollecitudine verso le più sva-riate forme della fragilità», esortandoci ad evangeliz-zare nella prospettiva della misericordia. Infatti le ul-time quattro Lettere pastorali - “Dar da mangiare agliaffamati” (2014), “Dar da bere agli assetati” (2015),“Vestire gli ignudi” (2016) e “Accogliere i pellegrini”(2017) - «si pongono come ulteriori criteri per com-prendere l’atteggiamento di fondo attraverso il qualel’Arcivescovo esorta la comunità diocesana ad essere“Chiesa in uscita”». Pertanto, il percorso di questi annie i suggerimenti che ne sono scaturiti, sono «stati uncostante invito ad essere misericordiosi, capaci cioè diannunciare il kerigma, ma con i medesimi sentimentidi compassione che animarono il Signore Gesù».

Alla luce di tutto questo nella scorsa primavera èstata avviata una indagine nei presbiteri e nei consiglipastorali decanali circa la dimensione dell’evangeliz-zazione nei nostri territori, per evidenziare quanto difatto si promuove soprattutto a livello parrocchiale.Cinque gli aspetti intorno ai quali si è svolta la consul-tazione: la missione deve raggiungere tutti; la missio-ne si esprime attraverso la condivisione di esperienze;la missione deve favorire il senso di comunione e di ap-partenenza alla chiesa; missionarietà come atteggia-mento di tutti, specialmente degli operatori della pa-

storale; la missione deve raggiungere la gente lì dovevive attraverso atteggiamenti di misericordia.

Circa il primo punto sono state evidenziate molte-plici esperienze: visita periodica alle famiglie, missio-ni popolari, evangelizzazione “porta a porta”, evange-lizzazione in piazza o attraverso la pietà popolare, lefeste patronali e la cura del bene comune, esperienzedi promozione della carità, Cammino Neoca -tecumanle e progetto “Nip”.

Relativamente alla necessità di condividere e rac-contare la fede da parte di coloro che sono più motivatie preparati, emergono esperienze diversificate: iCentri del vangelo, le piccole comunità di palazzo delprogetto “Nip”, la pastorale turistica, i gruppi di fami-glie, i cenacoli mariani, i l mese mariano e i rosari iti-neranti, e viene indicato anche il metodo de “l’espe-rienza” ossia di un ritiro improntato sul primo annun-cio della fede accompagnato dalla testimonianza di vi-ta di alcuni membri della comunità.

Sul senso di appartenenza «una certa prassi missio-naria non ha consentito nelle parrocchie un effettivoavvicendamento degli operatori, mal al massimo unaffiancamento», mentre sulla consapevolezza deglioperatori si registra ancora una insufficienza di pre-

parazione e di metodo. Più ampio infine la riletturadell’evangelizzazione a partire dalla misericordia (ba-sti citare i centri di ascolto, le caritas parrocchiali, laraccolta periodica di alimenti, vestiario, farmaci, l’at-tenzione ai senza fissa dimora…).

Alla luce di questa rilettura don Armando ha propo-sto alcuni criteri utili per meglio comprendere l’alveolungo il quale andrebbe elaborata una strategia pasto-rale di evangelizzazione: relazionalità; edificazionedella comunione; agire nella fede; agire nella plurifor-me variabile antropologica. Se questi criteri si pongo-no come base fondativa, i suggerimenti vogliono esse-re orientamenti per poter elaborare percorsi operativi:1) concepire meglio la pastorale; 2) dalla pastorale del-la sacramentalizzazione alla pastorale dell’evangeliz-zazione; 3) una nuova attenzione al territorio per unachiesa in uscita; 4) inculturazione, formazione e impe-gno del laicato.

«Si è ritenuto più opportuno consegnare un elabo-rato senza particolari proposte operative - ha conclusoSannino - lasciando la possibilità di ritornare su di essinei gruppi di studio, chiamati ad offre indicazioni daconsegnare all’Arcivescovo per il necessario discerni-mento».

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Vita Ecclesiale Nuova Stagione10 • 17 giugno 2018

La pasta antimafia di “LiberaTerra” che aiutagli anzianiAssistiti oltre trecentomila persone

Da giugno e fino all’autunno, ivolontari Auser saranno presenticon confezioni di pasta moltospeciale in centinaia dibanchetti in numerose piazzeitaliane. Una pasta buona duevolte perché unisce il saporedella legalità con quello dellasolidarietà. Penne rigate,caserecce e rigatoni sono i tretipi di pasta corta di LiberaTerra, prodotta con il lavorodelle cooperative nei terreniconfiscati alle mafie, cheverranno distribuiti daivolontari Auser. I fondi raccoltiserviranno per sostenere progettie servizi in aiuto di anziani solie le attività del Filo d’argentoAuser il telefono amico deglianziani. “Fatti di un’altrapasta”, il titolo della campagnaAuser 2018, evento itineranteche attraverserà tutta l’Italia peri sei mesi, con banchetti inpiazza, eventi, feste, presenza infiere e iniziative locali. Ivolontari Auser incontreranno icittadini offrendo loro la “pastaantimafia che aiuta gli anziani”. Da quasi 30 anni Auser èimpegnata a restituire speranzaa migliaia di anziani soli. Il Filod’argento è dotato di un numeroverde nazionale gratuito (800-995988), attivo tutto l’anno(festivi compresi 8 – 20) e dipunti d’ascolto presenti in tuttele regioni. I volontari siimpegnano in attività dicompagnia telefonica edomiciliare, trasporto per visitee controlli medici,accompagnamento per servizivari, aiuto per piccoli interventia casa, consegna della spesa edei farmaci, informazioni, aiutonel disbrigo di praticheburocratiche. Nel 2016 sonostate assistite più di 302milapersone in tutta Italia. Ivolontari impegnati nell’aiutoalla persona sono quasi 17mila,sono più di 23milioni ichilometri percorsi per sostegnoalla mobilità eaccompagnamento ai servizi. Iltotale degli interventi svoltisupera 1 milione e 555mila (datitratti dall’ultimo BilancioSociale Auser).

L’app “Padre Pio Tv”

si rinnovae diventa gratuita

Padre Pio Tv, l’emittente televisiva dei confratelli del santo cappuc-cino, lancia un aggiornamento dell’applicazione “Padre Pio Tv”, presen-te sin dal 2009 sull’App Store di Apple e in seguito sul Play Store diGoogle. L’aggiornamento prevede la fruibilità dei contenuti in direttadell’emittente televisiva in modo totalmente gratuito e tramite l’appli-cazione è possibile assistere: alle celebrazioni nelle chiese conventualidi San Giovanni Rotondo; alle catechesi, agli Angelus e alle celebrazionidi Papa Francesco, e ai programmi culturali, informativi e di serviziodiffusi dall’emittente.

Elementi caratterizzanti del palinsesto del canale televisivo sono letrasmissioni incentrate sui messaggi e gli insegnamenti che scaturisco-no dalle lettere di Padre Pio, dal Vangelo e dal magistero della Chiesa.Sviluppata dagli specialisti della società francese “Summview”, l’appli-cazione fornisce una visione live di alta qualità tramite le reti cellulari eWi-Fi ed è disponibile a livello mondiale sull’App Store per i terminaliApple e sul Google Play Store per i terminali Android. “Siamo orgogliosi– dichiara fr. Francesco Scaramuzzi, presidente della Fondazione “Vocedi Padre Pio”, che gestisce il polo editoriale dei Frati Minori Cappuccinidella Provincia religiosa di Sant’Angelo e Padre Pio – di essere stati i pio-nieri in Italia nell’utilizzo di questo moderno canale di diffusione, anti-cipando tutte le altre emittenti nazionali”.

Oggi, prosegue il frate, “siamo ancora più lieti dello sforzo fatto perdonare gratuitamente a tutti, specialmente ai giovani e a quanti sonosempre in movimento per lavoro, in ogni parte del mondo, l’opportunitàdi restare ancorati agli insegnamenti di san Pio, di pregare con i fratiche svolgono il loro ministero nel nostro Santuario e, più in generale, dinon perdere nulla della nostra programmazione quotidiana”. DenisPagnac, Ceo di Summviews Sas aggiunge: “Siamo felici di poter offrirea Padre Pio Tv la possibilità di trasmettere il proprio canale televisivo intutto il mondo tramite una nuova applicazione disponibile su AppleiTunes e Google Play Store”.

C’è un dato che spicca tra i nuovi testimoni della fedeche grazie al via libera del Papa la Chiesa propone co-me modelli di vita spesa per il Vangelo. Si tratta della

santità laica. Era infatti un giovane operaio Nunzio Sulprizio(1817-1836) che presto sarà proclamato santo. Così come erauna madre di famiglia Maria della Concezione Cabrera Ariasvedova Armida (1862-1937) prossima beata messicana. Edera infine laica anche la spagnola Maria Guadalupe Ortiz deLandazuri y Fernandez de Heredia (1916-1975) membro del-la prelatura dell’ Opus Dei.

Dall’incudine all’altare, è stato giustamente detto di lui. Fupapa Giovanni XXIII, il 7 marzo 1963, a promulgare il decre-to che approvava i miracoli proposti per la beatificazione diNunzio Sulprizio, ma non fece in tempo a presiedere la ceri-monia perché morì il 3 giugno. Fu Paolo VI, il 1° dicembre, aproclamarlo beato, «tra vivissime acclamazioni dei PadriConciliari e del popolo», come scrisse L’Osservatore Romano.In quella occasione, il Pontefice disse: «Il giovane Sulprizio èil beato della nostra età», e invitò tutti a «fare amicizia conquesto caro Beato e pensare umilmente come dobbiamo av-vicinare la sua celeste conversazione e come possiamo segui-re anche noi il suo terrestre itinerario». Nunzio nacque il 13aprile 1817 a Pescosansonesco, in provincia di Pescara. Dopola morte dei genitori, lo prese con sé la nonna materna ma, ve-nuta a mancare anche lei, ad appena nove anni entrò comegarzone nell’officina dello zio Domenico Luciani, fabbro fer-raio, sottoponendosi ad un lavoro superiore alle sue forze. Aun certo punto si ammalò alla tibia del piede sinistro e fu ri-coverato per tre mesi in ospedale all’Aquila. Tornato per altrisei anni in officina, nel 1832 si trasferì a Napoli su richiestadi un altro zio, Francesco Sulprizio e lì, per interessamentodi un colonnello, Felice Wochinger, che prese a volergli benecome ad un figlio, fu assistito prima nell’ospedale degliIncurabili, poi nel Maschio Angioino trasformato in caserma,mentre il male avanzava inesorabilmente, tanto che i medicipensavano di amputargli la gamba; vi rinunciarono però datal’estrema debolezza del giovane, che si spense il 5 maggio1836, a soli 19 anni. Preciso in tutto, Nunzio si era prefisso unregolamento di vita che osservò fedelmente, cercando di evi-tare anche i minimi difetti, impegnandosi nel lavoro nono-stante la sofferenza che gli costava. Leone XIII, nell’emettereil decreto sulla eroicità delle virtù lo propose a modello dellagioventù operaia.

Beato dal 1963, il 9 giugno scorso ha visto riconosciuto dapapa Francesco il miracolo ottenuto per sua intercessione.Così si apre la via per la canonizzazione.

Sarà presto canonizzato NunzioSulprizio, morto a 19 anni nel 1836

L’operaio che diventerà

Santo

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CittàNuova Stagione 17 giugno 2018 • 11

Alla Camera di Commercio il convegno promosso da Mcl su“Immigrazione: dall’accoglienza all’integrazione”

Sepe: «Ciascuno è forestiero» di Rosanna Borzillo

«Siamo parte della stessa famiglia, quella degliuomini e non possiamo dirci cristiani se nonci comportiamo di conseguenza. Dobbiamo

agire di conseguenza, ricordiamo che siamo stati anchenoi forestieri. E qui si agisce molto dopo le due case di ac-coglienza, che dicono siano le migliori, aspettiamo che sirealizzi anche la terza», le parole del CardinaleCrescenzio Sepe concludono il pomeriggio di riflessionepromosso dal Movimento cristiano lavoratori (Mcl) gio-vedì 7 giugno presso la Camera di Commercio dal tema,“Immigrazione: dall’accoglienza all’integrazione”.

«Il tema è delicato e scivoloso. La Chiesa non può nonassumersi le sue responsabilità: siamo tutti uniti in un’u-nica famiglia, con culture e religioni diverse, ma con la ne-cessità di essere solidali gli uni con gli altri. Il Signore –prosegue Sepe – raccomanda a Mosè di aver cura del fo-restiero. Trattare male il fratello che viene da lontano - di-ce Sepe – significa trattare male Dio stesso». Insomma di-ce Sepe: «ciascuno è stato forestiero: ecco la chiave dellanostra esistenza».

L’arcivescovo accenna anche alla realtà dei corridoiumanitari sottolineando che «l’umanità passa attraversol’accoglienza». Condivide e rilancia il direttore dellaFondazione Migrantes don Gianni De Robertis, da ex par-roco 0che il direttore chiarisce che «la storia delle immi-grazioni italiane riguarda il presente. Il numero di resi-dente sul suolo italiano è diminuito. Primo compito dellaFondazione è accompagnare immigranti all’estero dovesi soffrono le stesse discriminazioni: infatti come mafiosi,sfruttati, in condizioni abitative pessime. Per un cristianol’accoglienza non è un optional, né una fissazione delPapa, né un colore politico. Attacca De Robertis - ma èpriorità. Essere cristiani non è una sigla, ma è accoglienzadel forestiero. È il tratto distintivo di Abramo e Mosè».

Come lo è restituire dignità alle persone. «Posso sgom-brare mobili ma non le persone», conclude il direttore diMigrantes - devo restituire un volto, una storia. Il proble-ma è la cattiva accoglienza che ha scatenato tutto ciò».

«No al buonismo cattolico che alimenta il buonismonel Paese, ma la soluzione sull’immigrazione è equilibrio

e moderazione che punti al bene comune». Ribatte il presi-dente nazionale del Movimento cristiano lavoratori CarloCostalli che da Napoli invita a «non farsi prendere dall’emotività sulla questione immigrati». Costalli ribadisceche «sta emergendo l’idea che chi espatria semplicementeper aver una vita migliore abbia diritto all’accoglienza e al-l’assistenza umanitaria come i profughi e i richiedenti asi-lo». Ma attenzione - avverte Costalli - «così si divide soltantoil Paese che già vive un momento difficile per la situazionepolitica dovuta ad una campagna elettorale drammatica suquesto tema».

Costalli non nega che esistono «immigrati che delinquo-no, ma ce ne sono tanti che lavorano onestamente, che sonosfruttati, che sono regolari».

Comune di Napoli

Giugno Giovani 2018 Sesta edizione di “Giugno Giovani”, la rassegna ideata nel 2013 dall’Assessorato aiGiovani del comune di Napoli, che porta in tutti i quartieri della città colore, spetta-coli, musica, mostre, incontri, laboratori. Tantissimi gli eventi realizzati dai giovani

per i giovani. Quest’anno testimonial d’eccezione saranno i cantautori Andrea Sannino eMaldestro e gli scrittori Serena Venditto e Alessandro Gallo.

Mercoledì 20Dalle 10 - Glo – Giovani Legalità Opportunità. L’Orsa Maggiore Cooperativa Sociale –Centro sociale Polivalente “Gloriette”, via Petrarca, 50Dalle 21 – Ca/1000 di Enrico Manzo liberamente ispirato alla vita di Camille ClaudelAssociazione Estudio – Teatro “Il Pozzo e il Pendolo” piazza San Domenico Maggiore, 3

Giovedì 21Dalle 11.30 – Santi di Periferia. Centro Giustizia Minorile – viale Colli Aminei, 44Dalle 18.30 – Napoli metro per metro. Far Art srls – via Toledo, via Diaz e QuartieriSpagnoli

Sabato 23Dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 18.30. Pianura ai Giovani – Seconda edizioneIrace Group – Parco Attianese, via Provinciale Napoli, 125 e via Salvador DalìDalle 11 – Sviluppa il tuo potere. Meti Academy – Villa Comunale, Cassa ArmonicaDalle 17.30 – Visita guidata: apertura straordinaria alla città. Associazioni culturaliMannallart, Respiriamo Arte e sii Turista della tua città. Chiesa di Santa MariaDonnaromita, via Giovanni Palladino

Domenica 24Dalle 10 – Visita esperienziale. Sii turista della tua città – Convento dell’Eremo dei CamaldoliDalle 10 – Il percorso dei libri a Capodimonte. Associazione Visionaria – Ingresso MuseoCapodimonte, via Miano, 2Dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 18.30. Pianura ai Giovani – Seconda edizioneIrace Group – Parco Attianese, via Provinciale Napoli, 125Dalle 11 – Lego tour 2018. In collaborazione con l’Associazione no profit Ragnarock –piazza MunicipioDalle 18.30 – That’s Napoli Live Show. Coro della città di Napoli - Chiesa di San Potito.Dalle 21 – Opera Music. Opera Taste Factory – Calata Trinità Maggiore, 3

Lunedì 25Dalle 18 – Workshop di Training Autogeno. Fundación San Giuseppe – Spazio comunale“Piazza Forcella”, via Vicaria Vecchia

Martedì 26Dalle 17.30 – Presentazione del libro “Aria di neve” di Serena Venditto. CooperativaSe.Po.Fa e Associazione Gioco, Immagine e Parole – San Giovanni a Teduccio

Da giovedì 28 a sabato 30 Dalle 17 – Chiaiano’s got talent. Parrocchia San Nicola di Bari – piazza Nicola Romano(Chiaiano)Dalle 18 alle 20 – Workshop di Training Autogeno. Fundación San Giuseppe - SpazioComunale “Piazza Forcella”, Via Vicaria Vecchia

Venerdì 29Dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 18.30 – Pianura ai Giovani – seconda edizioneIrace Group – Parco Attianese, via Provinciale Napoli, 125 e via Salvador DalìDalle 15 – Il futuro è già qui...non lasciarti investire. Acli sede provinciale di Napoli –Chiesa di Santa Maria a Caravaggio, piazza DanteDalle 20.30 – That’s Napoli Live Show. Coro della città di Napoli – Chiesa di San Potito.

Sabato 30Dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 16.30 alle 18.30 – Pianura ai Giovani – seconda edizioneIrace Group – Parco Attianese, via Provinciale Napoli, 125 e via Salvador DalìDalle 11 – Sviluppa il tuo potere. Meti Academy – Villa Comunale, Cassa ArmonicaDalle 16 – Il Karma e il “Cerchio di Firenze 77”Associazione L’Agorà Partenopea – Spazio Comunale “Piazza Forcella”, via Vicaria VecchiaDalle 18 – Suggestioni all’imbrunire. Gaiola Onlus – Parco Archeologico ambientale delPausilypon, Discesa Coroglio, 36Dalle 20.30 – That’s Napoli Live Show. Coro della città di Napoli – Chiesa di San Potito, viaSalvatore Tommasi, 1

Domenica 1 luglioDalle 20 – ‘O bit a Furcella. Comitato Cittadino – via Vicaria Vecchia (Forcella)

Spetta a Tatiana Esposito delle politiche dell’integrazio-ne del Ministero del Lavoro tracciare un quadro delle pre-senze. «lavoriamo su tre linee: conoscenza dei fenomeni,guardandoci dati che vengono raccolti e metti a disposizio-ne. I migranti non sono uguali e quindi è necessario scan-dagliare le diverse comunità per conoscerle e sostenere lerealtà». Insomma l’integrazione passa per la conoscenza e«la sfida – dice il presidente provinciale Michele Cutolo – èuna maggiore attenzione ai bambini che soffrono maggior-mente la tragedia degli sbarchi e rischiano la vita a bordodi imbarcazioni di fortuna». Cutolo ricorda anche i duecentri di accoglienza presenti a Napoli e curati da Mcl.

All’incontro, sono intervenuti, fra gli altri, oltre alPresidente Mcl, Carlo Costalli, il questore Antonio De Iesu,la presidente nazionale dell’Als-Mcl, Maria Rosaria Pilla eil direttore del Patronato Sias-Mcl, Alfonso Luzzi.

«La polizia è molto impegnata su questo tema molto cal-do anche per la delicata situazione politica e lo facciamocon grande rispetto della vita umana. Sappiamo che ci sonoanche fenomeni criminosi cui noi prestiamo grande atten-zione per i problemi internazionali legati al terrorismo mavoglio sottolineare la necessità di avere sempre grande ri-spetto per la dignità umana», ha sottolineato il questore DeIesu.

Politiche europee condivise ecco la sfida e l’unica, pos-sibile, concordano i relatori. L’accoglienza e l’integrazione– secondo Mcl – non avviene se non con «dei criteri ed è do-vere dei governanti attuare politiche nel rispetto del benecomune che significa lavoro, economia, tenuta del welfa-re». La proposta parte da Napoli.

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Vita Diocesana Nuova Stagione12 • 17 giugno 2018

A Palazzo Reale una rappresentazione tra favole e sogni con testo di Francesca Muoio

Il paesedi chi se ne vaIl Cortile delle Carrozze, nelPalazzo Reale di Napoli, inpiazza del Plebiscito, ospitalunedì 18 giugno, alle ore21.30, “Il paese di chi se neva”, un testo di FrancescaMuoio che ne cura anche laregia. Si tratta di unaproduzione “Prime LuneTeatro”, distribuita da“Theatron 2.0”In un sabato d’agosto del 1960la protagonista si aggira per lestrade del quartiere con inmano una torta con unacandelina. Inizia così unviaggio senza tempo nel paeseche è sempre esistito, cheesisteva sin da prima di mai.Ad accoglierla una piccolacomunità che attende conansia l’inizio di una festa. Nelle ore che scandisconol’attesa, un turbinio di urlafestanti, di giochi infantili, diidee sussurrate, di riti gridati epreghiere dovute, di sogniraccontati e desideri mancati,di balli, confessioni, catastrofie canti. Alice affrontaspaventata e divertita laquotidianità delirante di quelpaese lontano lontano. E isuoi ricordi riaffiorano, lestorie si mescolano e ritornanole favole narratele dal padre. È nella fede costante cheriponiamo in un sogno o inuna favola la dimostrazioneconcreta della loro esistenza. EAlice si ritrova a scontrarsicon la veridicità di questoassunto. Col corto circuito di una realtàdominata proprio dalledinamiche di quei sogni e diquelle favole che, mischiandosia quelle della vita reale, nestravolgono il senso, losintetizzano, lo enfatizzano.Dal cielo piovono saluti, uncane è il messaggero di Dio, laguerra dura quanto unacanzone e tanto altro èpossibile nella danza nelsogno, tra prosa e poesiaconsumata nel paese di chi sene va. Tutta questa tempesta disuoni, parole ed immaginiinonda la piccola Alice che,solo dopo aver affrontatol’intero viaggio, solo dopo averattraversato paure e memorie,fantasie e silenzi potràpartecipare alla festa tantoattesa dagli abitanti del luogo. Una ballata di voci e di corpi.Una ricostruzione di fattiirrealmente avvenuti. Quelgirotondo tribale ed eterno incui la vita e la morte,tenendosi per mano, ostinategirano disperatamente egioiosamente assieme.

Al Maschio Angioino la cerimonia del conferimento della cittadinanza onoraria al filosofo Aldo Masullo

Sogno che Napoli costruiscail rispetto di se stessa

«Napoli, nel mio sogno, sia pure saltel-lando e sbeffeggiando come Pulcinella,riuscirà a costruire il rispetto di se stessa».Aldo Masullo, classe 1923, è cittadinoonorario di Napoli.

La cerimonia, nel Maschio Angioino,ha visto proprio il professore filosofo egiurista, nato ad Avellino, quale principa-le protagonista con le sue parole.

«Ho spesso rimproverato Napoli per lesue mancanze, per questa borghesia cheho deprecato per la sua mancanza diunità. A Napoli ci sono molti bravi bor-ghesi, ma non una classe che sappia eleva-re la vita collettiva di tutti attraverso losforzo del dialogo comune, di un proget-to».

«Dove va Napoli? È questa la domandache ci dobbiamo porre - sottolinea - che nevogliamo fare? come la immaginiamo?Mi è stato chiesto se ci fosse un cittadinonapoletano che ‘mi piace’ - dice -ÈPulcinella, espressione di un popolo che,nonostante le bastonate è riuscito semprea cavarsela, qualche volta rischiando umi-liazioni, ma mai la vita».

Masullo si è detto emozionato del rico-noscimento che rinsalda un legame maivenuto a mancare con Napoli. «Si rico-struisce un legame, ma non perché si siamai interrotto, ma perché ogni legamenon sta, immobile, ma va coltivato. Esigela cura, che è il vivere del legame stesso. Enon è tanto un sentimento privato, ma la

base della condivisione comune. La Napoli del 1944 era stata da poco li-

berata, c’era ancora il sangue nelle strade,non c’erano case sul Rettifilo - ha conclu-so - ma io e tutti i ragazzi eravamo allegriperché la tragedia era alle spalle e davantiun futuro da costruire, un mondo nuovo.Ed è questa l’emozione da trasmettere aigiovani».

«Un punto alto, un faro anche nei mo-menti di smarrimento di questa città – hadetto Nino Daniele, assessore alla Culturadel Comune di Napoli, parlando di AldoMasullo – è segno di un sentimento di ri-

conoscenza e gratitudine verso un grandemaestro, che ha formato generazioni dinapoletani ai grandi valori dell’umanità,delle tradizioni della cultura universale diquesta città che è fatta di dialogo, incon-tro, rispetto delle diversità, intese comeaccoglienza. Penso che questa di oggi siaveramente una bellissima e memorabilefesta - ha aggiunto - credo che la decisionedi conferire a Masullo la cittadinanza ono-raria abbia davvero rappresentato un sen-timento diffuso di tutta la nostra comu-nità con la quale scriviamo una bella pagi-na della storia di Napoli».

Da Napoli task-force contro la violenza sulle donne coordinata dalla Regione su iniziativa dell’Accademia Italiana di Polizia

Investigativa e Scientifica

Come uscire dall’isolamento«Dobbiamo spiegare ai ragazzi che l’essere uomini non si-

gnifica sopraffazione e violenza contro le donna. Dobbiamoeducarli sin dai banchi di scuola a non diventare “uomini discarto” come dice Erri De Luca. Nel rispetto della donna, cheda parte sua deve ribellarsi alla violenza e uscire dall’isolamen-to. Ma accanto al lavoro di prevenzione e tutela delle vittime,serve anche la repressione».

Così il presidente della Regione Vincenzo De Luca, a margi-ne della conferenza stampa di presentazione del progetto«Donne e Giustizia», promosso dall’Accademia Italiana delleScienze di Polizia Investigativa e Scientifica (Aispis), per con-trastare con azioni concrete il fenomeno della violenza di ge-nere. Il progetto nasce dalla necessità di fornire un’efficienterisposta integrata che - partendo dal territorio locale - possaconnettersi sia a livello regionale che nazionale per garantiregiustizia e sicurezza.

L’Aispis che ha come scopo la formazione didattica nell’am-bito delle Scienze Investigative nonché in discipline correlate,si è resa disponibile alla formazione gratuita del personale del-le forze dell’ordine di ogni ordine e grado, nell’ambito della pri-ma edizione dell’iniziativa proponendo la costituzione di unatask-force territoriale che possa, coerentemente con gli obiet-tivi dell’Accademia, rispondere alla richiesta urgente di giusti-zia e sicurezza da parte delle vittime di violenze ossia nello spe-cifico: donne e figli minori, anche immigrate ridotte in schia-vitù o vittime di tratta ai fini di sfruttamento sessuale, o di mu-tilazioni genitali femminili.

La formazione è fondamentale per le buone prassi a partiredalla modalità di accoglienza ed ascolto in luoghi adeguati e ri-spondenti alle indicazioni di legge, alle modalità di ricezionedella denuncia-querela, alla conoscenza di misure di tutela etecniche investigative.

«Finalmente si cerca di concretizzare un aiuto verso le vit-time di - dichiara la Ippolito -. Il mio ruolo esterno a quellodell’Accademia, appartenendo alla Polizia Locale in provinciadi Napoli ed avendo esperienza quotidiana sul territorio, èquello di creare una rete che dia una risposta integrata, che -partendo dal territorio locale - possa connettersi sia a livello re-gionale che nazionale per garantire giustizia e sicurezza allevittime. In qualità di criminologa investigativa mi rapporto astorie legate a tante violenze, ma la difficoltà che incontro spes-so è di far intervenire in maniera sinergica tutte le istituzionipreposte, nonché trovarmi di fronte ad operatori non informa-ti e formati sulla tematica ed una forte lentezza procedurale».

«Nel 2017 più di 2300 donne si sono recate nei nostri centriantiviolenza – ha detto Chiara Marciani, assessore regionalealle pari opportunità - solo nel Comune di Napoli sono state503 le donne preso in carico». «Di queste donne il 70% ha figliminori - ha aggiunto - e il 30% non ha un lavoro stabile. LaRegione sostiene, non solo psicologicamente e legalmente, maanche economicamente le donne, anche con un progetto comequello che oggi vogliamo portare avanti.

Si tratta di percorsi formativi per persone che si trovano acontatto con le vittime di violenza e servirà anche a prepararele persone per riconoscere i segni della violenza». «Molto spes-so, infatti, queste donne - ha concluso la Marciani - si recanonei pronto soccorso con lividi che nascondono la violenza, sen-za denunciare la violenza stessa di cui sono vittime». Alla pre-sentazione sono intervenuti oltre alla Marciani e alla Ippolito,la presidente del Consiglio reginale Rosa D’Amelio; in rappre-sentanza dell’Accademia Italiana delle Scienze di PoliziaInvestigativa e Scientifica Alvaro Mossi, Marilena Bonifacio,Bianca Dama e Antonella Cortese; e l’attrice AntonellaStefanucci, testimonial dell’iniziativa.

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CittàNuova Stagione 17 giugno 2018 • 13

Ricco e interessante il cartellone proposto dal Diana per la prossima stagione

Il grande amore dei napoletani per il teatrodi Maria Marobbio

«Il teatro esiste da sempre ed è una creatu-ra da salvaguardare. Chi sceglie di salire su unpalcoscenico, che metta in scena opere dram-matiche o comiche, dovrebbe avere le stessepossibilità di sopravvivenza, perché chi fateatro ha nell’animo una nobiltà che è moltospesso assente in altri settori dello spettacolo;ciò che fa la differenza è la familiarità con cuigli artisti si incontrano, al di là di ipocrisie einvidie». Sono le parole, sincere e genuineche Vincenzo Salemme, tra i grandi prota-gonisti del teatro italiano , ha speso in occa-sione della presentazione della prossimastagione di prosa del teatro vomerese, latrentanovesima, che verrà inaugurata il 12ottobre con lo spettacolo musicale di Sal DaVinci “Sinfonie in Sal Maggiore…reloa-ded”. Ed è proprio un clima di familiaritàquello che si respira tra i tanti artisti presen-ti, da Massimo Lopez a Serena Autieri, daGeppy Gleijeses a Isa Danieli, accorsi allacorte della famiglia Mirra, per presentare leopere che animeranno la stagione2018/2019. Dieci spettacoli in abbonamentoe interessanti proposte fuori abbonamento,tra cui il sicuramente discusso one manshow di Beppe Grillo “Insomnia”. «Prima diguardare al futuro prossimo è doveroso-ed èla stessa Claudia Mirra ad affermarlo-trac-ciare un breve bilancio della stagione appenaconclusasi: circa 180000 spettatori in 259aperture di sipario, con un record di 10700abbonati, dati che fanno volare il TeatroDiana direttamente al primo posto dei teatriprivati in Italia».

Un successo che trova le sue motivazioninella scelta della programmazione, con unocchio attento alle più allettanti novità, nel-la continuità dell’assetto imprenditoriale e

Comencini, vede protagonisti EnnioFantastichini e Iaia Forte. Una satira suimeccanismi dello show business è la nuovacommedia scritta da Maurizio Casagrande-anche per lui un ritorno al Diana-eFrancesco Velonà, che debutterà il 30 gen-naio. Giancarlo Sepe cura la regia de “IlGabbiano”, opera di �Cechov, che vedrà pro-tagonista Massimo Ranieri, a partire dal 13febbraio. Sarà poi la volta di “Con tutto ilcuore”, ironica e graffiante commedia fir-mata da Vincenzo Salemme: divertimentoma anche interessanti spunti di riflessionesulla natura umana, come l’autore tiene asottolineare. L’appuntamento è per il 6 mar-zo. Chiusura affidata a Serena Autieri ePaolo Calabresi, impegnati sul palco a par-tire dal 1° maggio, nella commedia contem-poranea di Florian Zeller “La Menzogna”,con la regia di Piero Maccarinelli.

Anche nella prossima stagione il TeatroDiana produrrà spettacoli destinati agli stu-denti, a confermare il valore educativo e so-ciale del teatro per le nuove generazioni. Peri più piccoli andrà in scena “Alice e il suomondo fantastico”, riadattamento della ce-lebre favola di Carroll, curato da GabriellaCerino e Peppe Celentano.

Quest’ultimo, con il contributo diGianpiero Mirra, è anche regista e autoredel nuovo spettacolo destinato agli adole-scenti, “Vite sballate”, sul tema dell’abuso dialcool. In programma altre attività cultura-li: appuntamenti con la lirica, rassegne dimusica classica, incontri con i protagonistidella letteratura contemporanea negli ape-ritivi culturali del sabato mattina, corsi direcitazione, musica, canto e scrittura tea-trale.

nella credibilità sempre più solida di produ-zioni italiane di grande prestigio, senza di-menticare l’imprescindibile cura nel rappor-to con il pubblico.

La nuova stagione partirà con la nave dacrociera di Sal Da Vinci, un viaggio emozio-nante attraverso brani della musica italianacon un’orchestra di 50 elementi diretti dalMaestro Adriano Pennino. Sarà poi la volta,dal 30 ottobre, del trasformista, ArturoBrachetti, con il suo nuovissimo “Solo”, conil quale porterà in scena, nuovamente comeunico protagonista, oltre 60 nuovi personag-gi. Largo spazio alla comicità con la coppiaformata da Massimo Lopez e TullioSolenghi che dal 14 novembre porteranno inscena uno show che si preannuncia scop-piettante, per la regia di Gabriele Comeglio:imitazioni, sketch, performance musicali,

improvvisazioni, per un ritorno di sicurosuccesso. Isa Danieli, insieme a Giuliana DeSio, sarà protagonista, dal 4 dicembre, diuna vivace commedia scritta da GianniClementi con la regia di Pierpaolo Sepe, “Lesignorine”, raccontando tra gioie e doloriuno spaccato di vita familiare. Dal 18 dicem-bre e per tutte le festività natalizie saremo incompagnia di “Uomini d’amore e uomini dilibertà”, nell’adattamento teatrale del cele-bre film di Luciano De Crescenzo “CosìParlò Bellavista”, spettacolo voluto daBenedetto Casillo, prodotto da AlessandroSiani e diretto e interpretato da GeppyGleijeses, in scena insieme a Marisa Laurito.Le musiche originali sono di ClaudioMattone. Ancora una commedia sulla fami-glia, “Tempi Nuovi”, andrà in scena dal 16gennaio; scritta e diretta da Cristina

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Provincia Nuova Stagione14 • 17 giugno 2018

50 anni dedicati alla ChiesaDomenica 1 luglio solenne celebrazione eucaristica nell’Abbazia di San Michele Arcangelo

a Procida presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe

Il 2018 rappresenta un anno molto si-gnificativo per Monsignor Michele DelPrete. Ricorre infatti, il prossimo 6 luglio,il cinquantesimo anniversario della suaOrdinazione Sacerdotale.

Nato nel 1940, don Michele viene ordi-nato Sacerdote dall’Arcivescovo diNapoli, il Cardinale Corrado Ursi,nell’Abbazia di San Michele Arcangelo,chiesa madre di Procida che, suggestivacoincidenza, oggi lo vede suo parroco.

In mezzo secolo Monsignor Del Preteha incontrato diverse realta� : in terrafer-ma a Portici Bellavista insieme al suo in-dimenticabile mentore monsignor Lo -preiato, a Napoli, nel quartiere Sanita� ,San Severo e Borgo dei Vergini con il com-pianto amico don Giuseppe Rassello ed ildiacono Filippo Di Giovanni, infine, nel-l’anno 2000 ritorna a Procida, la sua isola,parroco nelle “Grancie” Madonna dellaLibera e Terra Murata, rispettivamente,Santissima Annunziata e San MicheleArcangelo.

Con grinta e tenacia, senza temere didire tutto a tutti, don Michele porta avantila sua pastorale: ancorare la propria vitaal Vangelo per ben discernere la vera fededa una religiosita� superficiale.

La ricorrenza verra� celebrata aProcida, domenica 1 luglio alle 18.30nell’Abbazia di San Michele Arcangelo,con una Solenne Concelebrazione

Parrocchia San Ludovico a Marano

In ricordo di don Mimì Galluccio

Iniziative di solidarietà e una gara podistica per il 15° anniversario della scomparsa

di Giovanni Mauriello

A quindici anni dalla scomparsa, la Comunità della par-rocchia San Ludovico d’Angiò di Marano, ha ancora vivo il ri-cordo del suo primo parroco, don Mimì Galluccio. Morì a 67anni, il 16 giugno del 2003, dopo trenta anni di intensa vita re-ligiosa, al servizio del quartiere e dei cittadini. Da allora i suoifedeli non lo hanno mai dimenticato. Una Santa Messa solen-ne ed una serie di iniziative di solidarietà, coordinate dal par-roco don Ciro Russo, decano della decima zona curiale, an-che quest’anno si ripetono per ricordare la figura dell’amatosacerdote.

Inoltre da sei anni una gara podistica di dieci chilometri,disputata per le strade di Marano, con la partecipazione diatleti provenienti da tutta la regione, è dedicata a don Mimì.E così sarà domenica 24 giugno, per un’edizione che si an-nuncia ancora molto affollata e ricca di premi. Il ricavato del-le iscrizioni verrà devoluto per le opere di carità.

La manifestazione sportiva, organizzata con la collabora-zione tecnica del Centro Sportivo Italiano di Napoli, richia-ma l’intero quartiere e numerosi commercianti, che donanoin segno di solidarietà. Ormai è un appuntamento fisso neltaccuino dei podisti. La manifestazione è attesa soprattuttodalle decine di bambini dell’oratorio, che correranno su unpercorso ridotto. Per loro giocattoli e dolciumi, preparati concura dagli organizzatori.

L’intera Comunità religiosa, dunque, per amore del com-pianto parroco si appresta a vivere giornate di preghiera e difesta, con una partecipazione collettiva dei gruppi e degli ani-matori della San Ludovico d’Angiò.

In attesa della corsa su strada, i fedeli hanno condiviso ilnutrito programma, organizzato per sabato 16 e domenica 17giugno nella sala teatrale e sul palco allestito nel piazzale del-la parrocchia, per le serate di spettacolo, degustazioni e gio-

Prossimi appuntamentialla chiesa di San PotitoVia SalvatoreTommasi

18 giugno il famoso fotografocanadese RobertPolidori ritorna a San Potito(https://en.wikipedia.org/wiki/Robert_Polidori)

19 giugno ore 20,30 Festanazionale dell’Arma deiCarabinieri concerto That’sNapoli

30 giugno inizio percorso dilegalità a san Potito per unragazzo provenientedalla comunità di recupero deiColli Aminei

Dal 1° al 15 luglio, altri eventi inprogramma sono “Masterclass”e un concerto su “La servaPadrona” di Giovanni Paisiello.Docenti: Mariagrazia Schiavo eFilippo Morace. Il progetto ha ilpatrocinio del Consolato diFrancia e dell’istituto Grenobledi Napoli. Previsto, inoltre, un “Seminariosull’Opera Buffa”, a cura diCarlo Morelli. Interventiseminariali di Rosanna DiGiuseppe, docente di Poesia perMusica e DrammaturgiaMusicale al Conservatorio diSalerno.

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Eucaristica presieduta dal CardinaleCrescenzio Sepe.

In preparazione all’evento è in pro-gramma un triduo di preparazione, nelcorso del quale sono previsti momenti dispiritualita� e cultura: giovedì 28, GiornataEucaristica nelle parrocchie dellaSantissima Annunziata e San MicheleArcangelo, con esposizione eucaristicadalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, cui se-

guirà l’Adorazione comunitaria e la bene-dizione eucaristica. Venerdì 29, alle ore18, nella parrocchia della SantissimaAnnunziata, “Maria, la donna oggi”, ri-flessioni del mariologo Alfonso Langella.Sabato 30, alle ore 20, nell’abbazia di SanMiche Arcangelo, “La caduta degliAngeli”, Oratorio in parte unica di donFrancesco Nicolò De Rossi, proposto da“La Cappella musicale di Santa MariaCampitelli” e l’ensemble strumentale “LaCantoria”.

Concerto diretto da Vincenzo Di Bettaper inaugurare l’organo settecentesco re-staurato a cura della famiglia Pignatelli,in ricordo del loro avo Papa InnocenzoXII.

Dopo la celebrazione seguirà un mo-mento di convivialita� con tutti i presenti.Al termine dei festeggiamenti, un traghet-to privato con partenza alle ore 22, ricon-durra� il Cardinale Arcivescovo e gli amicidi Napoli e Portici in terraferma al portodi Pozzuoli.

Non si puo� essere indifferenti di frontea tale circostanza, per questo le comunita�parrocchiali da lui guidate sia ieri che og-gi si stringono intorno al loro parroco incorale ringraziamento insieme ad amici efamiliari per festeggiare questo gioiosoevento, e pregare affinche� il Signore glidia ancora energia, desiderio e serenita�per raggiungere altri importanti traguar-di.

chi con i gonfiabili per i più piccoli. Le varie esibizioni sonopresentate da Alfonso Esposito e Cesare Cacace.

Tra i protagonisti del sabato sera il gruppo di danzadell’Oratorio San Ludovico ed i balli di gruppo. Vicini allaComunità religiosa i giovani studenti dell’Istituto Superiore“Carlo Levi”, presenti con il loro gruppo musicale. Le degu-stazioni di prodotti dall’inconfondibile gusto casarecciocompletano la prima serata.

Domenica 17, gli appuntamenti consueti con le celebra-zioni religiose delle ore 8, 10 e 18.30. In serata è in program-ma il concerto spettacolo “Je te vurria…cantà” di PinaGiarmana. A partire dalle 20.30, un viaggio musicale nellacanzone napoletana, dalla villanella a Pino Daniele. La vocenarrante è di Antonio Ferraro, mentre al violoncello c’èPasquale Termini. Le musiche al violino e mandolino sono diSergio Masucci, alla chitarra Sossio Arciprete.

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CulturaNuova Stagione 17 giugno 2018 • 15

Festa Europea della Musica

Un inno alla gioiaIniziativa promossa dall’Assessorato alla Cultura

e al Turismo di Napoli

Anche quest’anno Napoli partecipaalla Festa della Musica, con laquale in tutta l’Europa si saluta il

solstizio d’estate con spettacoli musicaligratuiti. Una grande manifestazionepopolare, condivisa da molti Paesieuropei, con iniziative, concentrate inparticolare nella giornata del 21 giugno.A Napoli, grazie ad una estesa adesionedi artisti ed operatori dello spettacolo, iconcerti si svolgeranno per tutta lasettimana, con un prologo domenica 17giugno e un calendario che arriverà finoa domenica 24.

Il programma della “Festa” è statopresentato dall’Assessore alla Cultura e alTurismo, Nino Daniele, alla presenzadegli organizzatori delle varie iniziative edi numerosi artisti. La Festa europeadella Musica è una manifestazione apertaa tutti coloro che desiderano esibirsi,amatori o professionisti, esprimendo, inquello che quest’anno è stato intitolato“Un inno alla gioia”, creatività, gioia,spontaneità, disponibilità, curiosità.Numerosi enti ed associazioni, luoghipubblici e privati, hanno aderito alprogramma delle iniziative che, comesempre, saranno gratuite per il pubblico.Ancora una volta i più bei luoghi dellacittà diventeranno palcoscenici per glieventi, dal Maschio Angioino al Conventodi San Domenico Maggiore, alConservatorio di San Pietro a Majella,alla Casina Pompeiana in Villa Comunalee ancora al Pan, alla Villa Pignatelli, all’exBirrificio di Miano, alle piazze di SanGiovanni a Teduccio.

Il prologo alla Festa, domenica 17giugno, è stato affidato all’OrchestraScarlatti Junior nella Sala del Baroni delMaschio Angioino, mentre il grandeevento centrale della Festa della musicasi svolgerà giovedì 21 giugno nel Cortiledel Castello con il “Concerto di CentoChitarre”, evento eccezionale, realizzatoa cura dell’Accademia Europea dellaMusica. Ad introdurre la serata saràeccezionalmente la Fanfara del DecimoReggimento Carabinieri Campania, cheaccoglierà gli spettatori all’ingresso delCastello e li accompagnerà all’interno,dove troveranno ad attenderli la grandeorchestra di chitarre.

Lo spettacolo coinvolgerà chitarristi diogni età provenienti da tutta Italia, riuniti

in una maxi orchestra di chitarre, direttaper l’occasione dal Vito Nicola Paradiso.L’evento si svolgerà significativamente aNapoli, città che di buon diritto puòessere considerata la patria della chitarramoderna. La manifestazione fa dapreludio ad un Concorso Internazionaledi Musica da Camera per formazionicameristiche comprendenti la chitarra eper orchestre di chitarre, dedicato allafigura di Ferdinando Carulli.

Ancora giovedì 21, e poi nei giornisuccessivi, musica al Conservatorio, conun concerto dedicato a SaverioMercadante, a San Domenico Maggiore,al Pan ed alla Casina Pompeiana. Ma ilprogramma si sviluppa quest’anno anchein periferia, per tutto il fine settimana, daSan Giovanni a Teduccio, nell’ambitodella Festa di San Giovanni Battista, aMiano, con il Concerto del Coro Città diNapoli, diretto da Carlo Morelli.

Segnaliamo anche, sabato 23 giugno,“E sono mo”, il Concerto No Stop Live acura del Collettivo Insorgenza Musica, edinfine, domenica 24, “Histoire du Soldat”

di Igor Stravinsky, con un “Carro di Tespi”che partirà da Montecalvario perraggiungere il Maschio Angioino, dove sisvolgerà lo spettacolo vero e proprio.

Eseguita dall’Orchestra Sinfonica deiQuartieri Spagnoli, l’Histoire du Soldat diIgor Stravinsky, è un’opera di teatro dacamera il cui soggetto è tratto dalle“antiche fiabe russe” raccolte daAfanasief. La storia ripercorre il mitofaustiano dell’”anima barattata”, lamusica di Stravinsky costituisce unmomento straordinario e di assolutorilievo nel percorso del grandecompositore russo.

Il programma della Festa Europeadella Musica 2018 è promosso dal MiBactcon il sostegno della Siae e dal ComitatoFesta europea della Musica, incollaborazione con l’Associazione ItalianaPromozione Festa della Musica. A Napolila Festa è realizzata dall’Assessorato allaCultura e al Turismo del Comune con lacollaborazione del Comitato Festa dellaMusica di Napoli.

A Palazzo Realeun prestigioso riconoscimentoper l’arte orafaL’arte orafa, legata allafamiglia calabra Spadafora,ha trovato un prestigiosoriconoscimento a Napolipresso la sala pompeiana delPalazzo Reale di Napoli. Lasoprintendenza partenopeadei Beni Archeologici, infatti,dopo un percorso di studio edi ricerca attivato, haselezionato oltre 400 oggettimeritevoli, per il ministerodei Beni Culturali, didiventare patrimonio dell’arteItaliana. Gli oggetti, dopo lapresentazione tuttanapoletana a Palazzo Reale,andranno a comporre unacollezione che verrà messa inmostra a partire da questoluglio a Pizzo Calabro. Unatre mesi a cui seguirannoaltri appuntamenti per farconoscere come in unpaesino della Calabriaincastonato nel cuore dellaSila, San Giovanni in Fiore,si tramandi da secoli lalavorazione dell’oro, tantoelevata da farne diventareun’arte che oggi viene portataa conoscenza del mondo.Parallelamente alla mostraverrà attivato un percorsovolto a creare un’accademiache possa formare artigiani eartisti orafi tanto abili dapoter restaurare le tantecollezioni secolari che lanostra Italia porta in dote.Questo progetto sarà anchesostenuto attraverso lapiattaforma Meridonare, checon il suo supporto alcrowdfunding e allacomunicazione sociale, avràun ruolo decisivo sia per latutela, gli spostamenti e ilrecupero di un immobile peruna mostra permanente, siaper la formazione dei giovaniinteressati alle arti orafe esacre. Un modo pervalorizzare le eccellenzeterritoriali e tramandarle siaculturalmente cheprofessionalmente.

Attività estiveper bambini

Sono partite le attività per bambini e ragaz-zi previste per la stagione estiva 2018. A darnenotizia è l’Assessore al Welfare Roberta Gaeta,«Anche quest’anno, bambini e ragazzi della fa-scia di età che va dai 3 ai 18 anni potranno usu-fruire delle attività estive presso i 35 centridiurni e le 26 educative che frequentano giàdurante l’anno. Svolgeranno attività prevalen-temente esterne, con gite al mare, in piscina,nei parchi e in agriturismo, con un solo giornodedicato alle attività in sede. Via libera, inoltre,a sport, giochi all’aperto, passeggiate nei par-chi. Per i laboratori di educativa territorialesono previsti anche soggiorni estivi residen-ziali. Non solo: a partire da inizio luglio – pre-cisa l’assessore - il centro polifunzionale S.Francesco a Marechiaro apre le porte ai ragaz-zi della città. Ogni settimana, circa 50 ragazzidai 6 ai 16 anni potranno usufruire dei soggior-ni estivi gratuiti nella struttura, accolti su ri-chiesta diretta delle famiglie ai Servizi SocialiMunicipali con un calendario di attività ludi-che, sportive e ricreative suddivise in base al-l’età. Saranno favorite le fasce più fragili dellacittadinanza. Completano il quadro le attivitàsociali nelle scuole che saranno garantite per iragazzi disabili e non, con gli operatori dellaNapoli Servizi che garantiranno il trasportoanche per i campi estivi e i centri di riabilita-zione. Altri operatori, inoltre, supporterannole attività estive dell’Istituto Martuscelli dedi-cate a persone con diversi gradi di disabilità.

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Nuova Stagione16 • 17 giugno 2018

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tagioneAnno LXXII • Numero 22 • 17 giugno 2018

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