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PERIODICO MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA - A.N.F.I Fiamme Gialle Fiamme Gialle Anno XXVI - N. 7 Luglio 2011 www.assofinanzieri.it - E Mail: [email protected] 237° ANNIVERSARIO di Fondazione della Guardia di Finanza di Fondazione della Guardia di Finanza

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PERIODICO MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA - A.N.F.IFiamme GialleFiamme Gialle

Anno XXVI - N. 7 Luglio 2011 www.assofinanzieri.it - E Mail: [email protected]

237°ANNIVERSARIOdi Fondazionedella Guardia di Finanzadi Fondazionedella Guardia di Finanza

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SommarioLuglio 2011

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“Fiamme Gialle” - Proprietario ed Editore:ASSOCIAZIONE NAZIONALE FINANZIERI D’ITALIA

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237° ANNIVERSARIO DI FONDAZIONE

DELLA GUARDIA DI FINANZAdi Giovanni Verdicchio

NELLA NOSTRA FAMIGLIA

38 TRISTIA

16 FRAMMENTI DI STORIA

Una Medaglia che ci riempie d’orgogliodi Gerardo Severino

28 VITA NELLE SEZIONI

20 L’ANGOLO DELLA SALUTE

Conoscere e prevenire le malattie renali oggi...di Gaspare Elios Russo

...pag. 5

18 RICORDI

Le gare invernali della Guardia di Finanzadi Salvatorico Cuccuru

22 SPEDIZIONI & TREKKING

A due passi dal Tibetdi Mario Fait

Stadio dei Marmi - Roma 23 Giugno 2011

SOCI ONORARI

Il Dott. Gian Carlo Caselli ed il Gen. Vincenzo Bassodi Giovanni Verdicchio

11 GRUPPI SPORTIVI FIAMME GIALLE

- Visita al Centro Sportivo e alla Sezione...di Paolo Grecucci- Per gli Atleti delle Fiamme Gialle un 2011 intenso...di Domenico Campione

27 MINI-RADUNI

25 L’ANGOLO DEL DIRITTO

Il TestamentoAvv. Alessandra Carra

Le celebrazioni legate al 237° Anniversario di fondazione della Guardia di Finanza, sono iniziate la mattina del 23 giugno 2011 con la deposizio-ne da parte dei Vertici del Corpo e del Presidente Nazionale dell'A.N.F.I. di tre corone d'alloro.....

IN COPERTINA

13 CERIMONIE

Intitolata alle “Fiamme Gialle” una Piazza...di Mauro Cappelli

35 RECENSIONI

34 ATTESTATI

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3FiammeGialle - Luglio 2011

lotta all'evasione fiscale e alle frodi in materia di spesa pubblica al contrasto della criminalità organizzata in Italia e oltre confine; dalla tutela dei mercati dei capitali e dei beni al contrasto del rici-claggio di denaro, dei traffici illeciti e dell'immigrazione clandestina.

La Guardia di Finanza è oggi uno stru-mento agile e moderno, dotato di capi-tale umano altamente qualificato e di mezzi tecnologicamente avanzati, in grado di concorrere efficacemente anche alla tutela dell'ordine e della sicu-rezza pubblica.Nel quadro delle missioni internazionali di gestione delle crisi e di stabilizzazio-

Roma, 21 giugno 2011

Nella ricorrenza del 237° anniversario della fondazione, rendo il mio omaggio ai finanzieri caduti nell'adempimento del dovere e alla bandiera del Corpo, simbolo di abnegazione e amor patrio.Istituzione di secolari e gloriose tradi-zioni, che ha garantito un proprio pecu-liare e significativo contributo anche militare all 'unità d'Italia di cui quest'anno celebriamo il 150° anniver-sario, la Guardia di Finanza costituisce per il paese presidio fondamentale a salvaguardia della libertà economica e della legalità.In un contesto interno ed internazionale in profonda trasformazione, caratteriz-zato dalla crescente integrazione di mercati e sistemi finanziari e dalla sem-pre maggiore interdipendenza delle politiche economiche dei governi, il Corpo assolve un'amplissima gamma di compiti specialistici con una diretta e rilevante incidenza sulla disponibilità di risorse da parte dello Stato e sullo stes-so benessere dei cittadini.A riprova delle capacità di eccellenza del Corpo stanno i brillantissimi risultati ottenuti in tutti i settori di attività: dalla

ne, il Corpo fornisce, in sinergia con le altre Forze Armate, un apporto di gran-de valenza qualitativa ai fini della rico-struzione delle istituzioni e delle struttu-re economiche e finanziarie locali.

Con l'apprezzamento per la preziosa opera compiuta, giungano a tutto il per-sonale della Guardia di Finanza, in ser-vizio ed in congedo, il mio caloroso salu-to e i più fervidi voti augurali.

Viva la Guardia di Finanza! Viva l'Italia!

Giorgio Napolitano

Messaggio del Presidente della Repubblica

237°ANNIVERSARIO

di Fondazionedella Guardia di Finanza

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ORDINE DEL GIORNO SPECIALEDEL COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA

Roma, 23 giugno 2011

Ufficiali, Ispettori, Sovrintendenti, Appuntati, Finanzieri e Allievi,sono ben 237 gli anni di storia che quest'anno abbiamo l'onore di celebrare nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia!Una storia che ha visto la Guardia di Finanza protagonista nella difesa del bene prezioso della legalità e dei valori portanti della nostra Costituzione.Nel tempo sono cambiati gli scenari di riferimento, le esigenze di sicurezza hanno assunto profili inediti, ma immutati sono rimasti i nobili valori che ispirano l'agire dei Finanzieri.Il Corpo ha, dunque, una ragione in più per rivolgere, oggi, il suo più deferente saluto al Presidente della Repubblica ed inchinarsi alla nostra gloriosa Bandiera di Guerra che quest'anno compie 100 anni.

Non è un semplice Vessillo, ma è l'espressione viva di tanti valorosi uomini che hanno sacrificato le loro vite per l'affermazione e la difesa degli ideali di libertà e giustizia.Testimoni più recenti, ma non meno importanti, di questa nobile tradizione sono i militari in congedo dell'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia, che ringrazio per la loro vicinanza.Un sincero apprezzamento rivolgo agli Organi di Rappresentanza Militare, i cui sforzi sono costantemente protesi a sostenere migliori condizioni per il personale.E' per tutte queste ragioni che vivo questo mio primo anniversario da vostro Comandante con un'emozione ancor più intensa e profonda.Ritengo un privilegio e un onore condividere questa intima soddisfazione con tutti voi, uomini e donne in uniforme, veri protagonisti di questa nostra storia, oggi arricchita da esempi di generosità in scenari operativi nel mare, che rendono onore a tutti gli italiani.Mi rivolgo a tutti Voi, magistrali interpreti di una missione non facile, che richiede passione, forti motivazioni, tanta buona volontà e, soprattutto, la consapevolezza della delicatezza del ruolo svolto in questo momento.Un crocevia importante nel quale la Guardia di Finanza è chiamata a contrastare fenomenologie criminali sempre più sofisticate e pericolose.La lotta all'evasione fiscale, agli “sperperi” di denaro pubblico ed alla criminalità organizzata sono fronti che vedono il Corpo impegnato in prima linea, per assicurare il proprio contributo alla “crescita” del Paese.Sono priorità che trovano nel nostro patrimonio genetico di polizia economica e finanziaria il necessario substrato professionale, ma che richiedono, per essere adeguatamente fronteggiate, una straordinaria sensibilità etica e culturale.Qualità già presenti in ciascuno di voi, che rappresentano i pilastri “immateriali” attraverso i quali rafforzare lo stretto legame di fiducia con i cittadini e le imprese, per essere veri e propri promotori di legalità e, attraverso essa, di un sano sviluppo.Si tratta di obiettivi ambiziosi per il cui raggiungimento sarà importante operare in stretto coordinamento con tutti gli altri attori istituzionali e la società civile.Un ringraziamento finale, ma non meno sentito, alle nostre famiglie, che ci supportano instancabilmente con pazienza e dedizione, infondendoci fiducia e speranza nei momenti difficili.Carissimi,a tutti voi il mio più caloroso grazie ed un affettuoso abbraccio!Viva la Guardia di Finanza!Viva l'Italia!

IL COMANDANTE GENERALE

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Stadio dei Marmi - Roma

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e celebrazioni legate al 237° Anni-versario di fondazione della Guar-Ldia di Finanza, sono iniziate la

mattina del 23 giugno 2011 con la depo-sizione da parte dei Vertici del Corpo e del Presidente Nazionale dell'A.N.F.I. di tre corone d'alloro: la prima al Monu-mento al Finanziere in Largo XXI Aprile; la seconda al Sacrario dei Caduti del Corpo nella Caserma “Sante Laria” di Piazza Armellini; la terza presso la Tomba del Milite Ignoto all'Altare della Patria di Piazza Venezia.

La cerimonia celebrativa si è svolta nel tardo pomeriggio allo Stadio dei Marmi in Roma, Foro Italico.Hanno presenziato all'evento il Presi-dente della Repubblica, Giorgio Napoli-tano, il Ministro dell'Economia e delle Finanze, On. Prof. Giulio Tremonti, il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Gen. C.A. Nino Di Paolo, rap-presentanti delle massime Autorità poli-tiche, civili, militari e religiose, nonché numerosi Ufficiali, Ispettori, Sovrinten-denti, Appuntati e Finanzieri in servizio

ed in congedo. Allo “Stadio dei Marmi”, preceduta dalla Banda Musicale della Guardia di Finanza, si è schierata la Bri-gata di Formazione, seguita dai Meda-glieri e dai Labari delle Associazioni Combattentistiche e d'Arma, dai Gonfa-loni della Regione Lazio, della Provin-cia e della città di Roma, dal Medagliere dell'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia, dalle Bandiere degli Istituti di Istruzione e dalla Bandiera di Guerra della Guardia di Finanza, insignita di 59 ricompense.

La Brigata di Formazione era articolata su 3 reggimenti: il primo formato da Allievi Ufficiali ed Ufficiali Allievi dell'Accademia di Bergamo e Roma-Castelporziano, da Allievi Marescialli della Scuola Ispettori e Sovrintendenti di L'Aquila nonché da Allievi Finanzieri del contingente ordinario della Scuola di Bari e del contingente di mare della Scuola Nautica di Gaeta; il secondo composto da una Compagnia formata da ispettori Comandanti di Reparto, dagli uomini dei Reparti territoriali e da finanzieri dell'anti-terrorismo e pronto impiego, da una Compagnia Pronto Impiego proveniente dal Centro Adde-stramento di Specializzazione di Orvie-to, da una Compagnia rappresentativa del personale della Guardia di Finanza impegnato nelle diverse missioni inter-nazionali in Albania, Kosovo e Afghani-stan, da una Compagnia di personale del Servizio Aeronavale e da una Com-pagnia costituita da atleti delle Fiamme Gialle. Infine, a comporre il terzo Reggi-mento, la Fanfara della Legione Allievi di Bari, i Finanzieri sciatori della Scuola

Stadio dei Marmi - Roma

Alpina di Predazzo e i Finanzieri roccia-tori e specialisti del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza.La resa degli onori al Capo dello Stato, che ha passato in rassegna i Reparti della Brigata di Formazione sulle note della “Marcia d'Ordinanza” eseguita dalla Banda del Corpo, ha scandito l'inizio della fase centrale della cerimo-nia.

Terminata la rassegna del Capo dello Stato, il primo a prendere la parola è stato il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale Di Paolo, che ha pronunciato il seguente discor-so:

di Giovanni Verdicchio

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““Signor Presidente della Repubblica, sono profondamente onorato di espri-merLe, a titolo personale e a nome della Guardia di Finanza, un deferente salu-to.La sua Autorevole presenza oggi al nostro fianco è motivo di orgoglio e di legittima soddisfazione. Un riconoscen-te saluto al Presidente della Corte

Costituzionale, al Vice Presidente della Camera ed al Vice Presidente del Sena-to.Nel salutarla, esprimo la mia profonda gratitudine a Lei, Signor Ministro dell'Economia e delle Finanze, per la sensibilità, l'attenzione e l'apprez-zamento che, da sempre, riserva a tutti noi finanzieri.Un sentito ringraziamento a tutte le altre Autorità politiche, civili, militari e religio-se, la cui presenza leggo come un segno tangibile di attenzione. Mi inchino alla nostra gloriosa “Bandie-ra di Guerra” nell'anno in cui celebriamo i cento anni della sua consegna al Cor-po.Un pensiero commosso alla memoria dei nostri Caduti, che accomuno a quel-la dei Soldati Italiani che in tempi a noi vicini hanno sacrificato le loro giovani vite in Afghanistan.Essi continuano a vivere nel ricordo, incoronati da un sentimento di eterna gratitudine.Mi sia consentito un pensiero rico-noscente all'Associazione Naziona-le Finanzieri ed agli Organismi di Rap-presentanza militare per la concreta e

preziosa attività che svolgono. Un calo-roso abbraccio a tutti Voi, Fiamme Gial-le di ogni ordine e grado ed alle Vostre famiglie che condividono con Voi que-sta impegnativa scelta di vita.Celebrare un anniversario significa dar conto alla collettività di ciò che si e' fatto e si fa per il bene del Paese.Significa riflettere sul cammino percor-so, sulla lunga e gloriosa storia delle Fiamme Gialle, che è parte “integrante” del processo che ha condotto all'Unità d'Italia, di un percorso di civiltà e di diritti in cui tutti ci riconosciamo.Un percorso segnato dal sacrificio di tante vite e da innumerevoli atti eroici, con la partecipazione ai moti insurrezio-nali ed alle campagne per l'indipen-denza. Ancora. Pagine memorabili, come quel-le scritte dai 18 battaglioni mobilitati durante la prima e la seconda guerra mondiale.Ma significa anche vivificare questa nobile storia, Interrogandosi sul signifi-cato e sulla attualità della propria mis-sione, perché ogni mutamento di ordine economico e sociale si riflette inevitabil-mente sulle nostre responsabilità.Lo scorso anno, Signor Ministro, in que-sto stesso luogo ebbe a dire: “Il mondo è cambiato e noi dobbiamo cambiare con il mondo”. Anche la criminalità economico-finanziaria è cambiata, ha assunto dimensioni complesse, mutevoli, sfug-genti, non paragonabili a quelle di alcu-ni anni fa.Non conosce bandiere e richiede cate-gorie mentali al passo con i tempi, risposte concrete e tempestive tanto sul piano nazionale che su quello interna-zionale.Ma a quest'appuntamento con la storia la Guardia di Finanza non è giunta impreparata!La scelta del parlamento - 10 anni fa - di farne una polizia economico-finanziaria a tutto tondo, oggi appare ancor più lun-gimirante e profetica.L'osservazione investigativa di fenome-ni complessi, come quelli odierni, sug-gerisce la necessità di un approccio tra-sversale, unitario e flessibile.Questo modus operandi, che è proprio della Guardia di Finanza, è il vero valo-re aggiunto per garantire quella sicu-rezza economica e finanziaria, che è alla base anche della “crescita” del nostro Paese.Gli strumenti forniti dal legislatore non mancano. A noi, “operatori in prima linea”, cercare di utilizzarli al meglio,

adottando le tecniche più appropriate, calibrandole rispetto alle peculiarità di ogni territorio ed alle caratteristiche dei soggetti interessati.Non è agevole riassumere in pochi fred-di numeri l'impegno del Corpo docu-mentato nei report che oggi vi sono stati distribuiti.I risultati ottenuti nell'ultimo anno e nei primi 6 mesi del 2011 testimoniano un impegno crescente nel la lot ta all'evasione fiscale nazionale ed inter-nazionale, nell'aggressione dei patri-moni della criminalità organizzata anche di tipo mafioso, nei sequestri di beni contraffatti, altro fenomeno la cui latitudine richiede un alta soglia di attenzione.Altrettanto rilevanti sono stati gli inter-venti sul versante della spesa pubblica, nonché della tutela del mercato dei capi-tali.Come dimenticare, inoltre, il prezioso contributo dei tanti finanzieri impegnati a far si che il nostro Mediterraneo possa continuare ad essere un ponte di civiltà, piuttosto che crocevia di traffici illeciti anche di esseri umani.Parlo di donne e uomini capaci di gesti-re i momenti più difficili sul mare, coniu-gando il rigore della legge con un pro-fondo senso di umanità.La natura dei problemi sul tappeto rende illusorio pensare di farcela da soli in scenari operativi così complessi ed in continua evoluzione.Fa ben sperare, al riguardo, il dialogo costruttivo, avviato da tempo tra una molteplicità di attori della società civile, affinché l'impegno contro la criminalità economica e finanziaria ed ogni altra forma di illegalità diventi un obiettivo sempre più socialmente condiviso.Ma oggi sento più che mai il dovere di rendere omaggio ai veri protagonisti di questa nostra storia.Lo farò richiamando il motto, Nec Reci-sa Recedit, che riempie di “senso” l'agire quotidiano di tutti i finanzieri, ne vivifica gli ideali, ne illumina i compiti.Il lungo cammino percorso dalla Guar-dia di Finanza in tutti questi anni ha cam-biato soltanto le forme, non i valori cui ispirarsi e la nostra Bandiera è il simbo-lo di tutto questo.Sig. Presidente, Sig. Ministro, Autorità,i 63 mila finanzieri cui oggi mi onoro di dar voce, ogni giorno portano avanti ques to impegno, consapevo l i dell'importanza del loro lavoro.Da uno sforzo così ispirato, assieme a quello di tanti altri servitori dello Stato, il Paese può trarre motivi di speranza.

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È vero, la storia vive di cicli, di momenti impegnativi come quelli che stiamo vivendo in quest'ultimi anni, che richie-dono sforzi non comuni per essere superati.Non solo moderni approcci professio-nali ma, soprattutto, motivazioni forti come quelle che ho appena enunciato.Quelle motivazioni che tutti i finanzieri coltivano ogni giorno per fare fino in fondo la loro parte, con un unico obietti-vo: consegnare alle future generazioni una società più equa e più giusta.Questo è il mandato che mi è stato affi-dato un anno fa, questa è la solenne pro-messa di cui mi faccio interprete nell'anno del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia.È con questo stato d'animo che posso ancora una volta dire: Viva la Guardia di FinanzaViva l'Italia””.Dopo il Comandante Generale, ha preso la parola il Ministro dell'Economia e delle Finanze, On. Prof. Giulio Tre-monti, che ha pronunciato il seguente discorso:““Signor Presidente della Repubblica.Signor Presidente della Corte Costitu-zionale.Autorità.Signore e Signori.E, naturalmente, ma certo non ultimi: Finanzieri!La storia della Guardia di Finanza è una storia lunga 237 anni.Vi farò un discorso breve, che però ini-zia da una storia ancora più lunga:“Allora Mosè stese la mano sul mare e il Signore durante la notte risospinse il

mare con un forte vento d'oriente e le acque si aprirono”.Se non si è capito, sto usando la Bibbia per parlare di immigrazione. Immigra-zione, la versione moderna di una tra-gedia biblica. Migliaia di morti, migliaia di mostri, quali sono i trafficanti di esseri umani.Gli incubi di un passato che pensavamo trascorso per sempre sono di nuovo tra di noi.Perché? Perché la storia, che prima sembrava essersi fermata, ha di colpo ripreso la sua corsa, e lo ha fatto pren-dendo un nome leggero: “Yasmine”.La “rivoluzione dei gelsomini”. Di solito le rivoluzioni arrivano di colpo, senza dare preavviso e non sono mai senza violenza. Il nome è leggero – Yasmine – ma niente affatto leggera è la storia che si è rimessa in moto.Innescata dalla speculazione finanzia-ria sul prezzo del cibo, prezzo che per i poveri non ha effetto, come diciamo noi di “carovita”, ma tout court effetto di vita, ciò che in Tunisia ha spinto un giovane ambulante a bruciarsi vivo per la dispe-razione, innescata dalla speculazione finanziaria, una catena vasta e rivolu-zionaria di moti si sta stendendo dall'Atlantico verso l'Asia, percorrendo via via tutta la sponda meridionale del Mediterraneo.Alla base, con effetto di motore, c'è stata – c'è – una straordinaria combina-zione di fattori eterogenei: masse di gio-vani istruiti, masse di giovani donne, non più disposte a restare nel passato, uso tecnopolitico dei media moderni, reazione contro regimi dispoticoclepto-

cratici, soprattutto eccessi di disugua-glianze sociali ed economiche (questo il fattore di potenziale maggiore rischio politico diretto verso l'Asia).Fra pochi mesi si voterà in quasi tutti i Paesi del Mediterraneo.Speriamo di no. Ma in caso di successi-va e non improbabile “delusione demo-cratica” (perché la democrazia non è una piazza piena di rabbia o di speran-za, non è una merce, non è una com-modity che si esporta come McDo-nald's), si può produrre in molti Paesi del Mediterraneo un effetto di crescente instabilità geopolitica.Siamo passati, stiamo passando, dall'età della certezza e della stabilità ad una fase di incertezza e di instabilità. Anche in Europa.A parte l'incognita della Grecia, fonte di rischio non solo finanziario ma anche p o l i t i c o , c o r r e n d o s u i b i n a r i dell'incertezza sul futuro e della paura dell'esterno, può arrivare in Europa, dal lato estremo della estrema destra, può arrivare una crisi della democrazia e, di riflesso, una crisi dell'architettura politi-ca europea.Ma veniamo a noi.Nei Trattati di Unione il linguaggio è ampio ed aggiornato ed adeguato, anche rispetto alla rivoluzione geopoliti-ca in atto.Non si parla infatti solo di migrazione di singole persone, ma del moto del collet-tivo, tipico delle masse.Ma è l'azione dell'Europa che, sul cam-po, è stata finora quasi del tutto assen-te: nel Mediterraneo l'Europa è finora “missing in non action”.Sembra che il Mar Baltico sia importan-te quasi o più del Mare Mediterraneo.Eppure, come un tempo ha detto uno statista italiano, Aldo Moro: “Nessuno è chiamato a scegliere tra essere in Euro-pa ed essere nel Mediterraneo, poiché l'Europa è nel Mediterraneo”.Come pure è stato scritto: “Il Mediterra-neo, acqua in mezzo a due terre, ha cento frontiere”.E voi siete una parte essenziale della nostra frontiera.L'anno scorso, per prova, mi sono imbarcato, tra Calabria e Sicilia, su di un pattugliatore della Guardia di Finan-za, l'equipaggio comandato da un uffi-ciale giovanissimo: un ragazzo di 28 anni. Questo inverno, guardando i tele-giornali, ho spesso pensato a quegli uomini, alla loro capacità, al loro senso del dovere, alla loro sobria umanità.La Guardia di Finanza ha una storia plu-risecolare di servizio all'Italia.

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Ha servito la nostra Nazione nelle tra-sformazioni che l'hanno attraversata per più di due secoli e lo ha fatto con dedizione e con orgoglio, con capacità e con lealtà.L'ha servita nei momenti lieti e nei momenti difficili della nostra storia.L'ha servita superando tante difficoltà, mirando nel suo insieme sempre e sol-tanto alla tutela del bene comune. Viva l'Italia, viva la Repubblica, viva la Guardia di Finanza!””Terminato il discorso del Ministro dell’Economia e delle Finanze, il Presi-dente della Repubblica ha apposto la 59ª ricompensa - una medaglia d'oro al valore della Guardia di Finanza - sulla Bandiera di Guerra del Corpo (di cui quest'anno si celebra, tra l'altro, il cen-tesimo anniversario), con la seguente motivazione:

“Nell'arco di un secolo, le Fiamme Gialle davano prova di abnegazione e di altissimo senso del dovere al ser-vizio del Paese e del popolo italiano, rinnovando le proprie fulgide tradi-zioni, retaggio di valori umani e mili-tari, fedeli ai principi etici incarnati dalla propria gloriosa Bandiera di Guerra, i finanzieri e i Reparti del Corpo si prodigavano nella tutela dei diritti costituzionali inviolabili e dei principi di legalità e giustizia.

In contesti ambientali caratterizzati da rilevanti fenomeni delinquenziali, la Guardia di Finanza, anche con il sacrificio di vite umane, concorreva in modo determinante a contrastare le gravi minacce alla sicurezza pub-blica recate dalla criminalità comune e da organizzazioni terroristiche di stampo mafioso. Per tale considerevole contributo, la Guardia di Finanza merita la ricono-s c e n z a d e l l a P a t r i a i n t e r a , dell'Unione Europea e della Comuni-tà Internazionale.”Territorio nazionale, 2 giugno 1911 – 2 giugno 2011.

Il Capo dello Stato ha poi consegnato ricompense a quei finanzieri che, nell'ultimo anno, si sono resi protagoni-sti di un particolare atto di coraggio (quello della notte dell'8 maggio, a Lam-pedusa, quando le Fiamme Gialle si get-tarono in acqua per salvare i 575 migranti in difficoltà, a bordo di una barca ormai priva di controllo) o di signi-ficativi risultati professionali in diversi settori operativi (la lotta alle mafie, ai traffici illeciti, alla contraffazione, il con-trasto al riciclaggio e alle frodi fiscali).Successivamente, per rendere omag-gio al 150° Anniversario dell'Unità d'Italia, hanno sfilato, davanti agli spalti gremiti da circa 7mila persone, finan-

zieri con le uniformi adottate nel corso del tempo, da quelle del 1774 fino a quelle in uso ai giorni nostri. Emozionante il momento dell'ese-cuzione in musica, da parte del soprano Cecilia Gasdia, della “Preghiera del Finanziere”.

La cerimonia si è conclusa con la resa degli Onori finali al Capo dello Stato da parte della Brigata di Formazione.

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di Giovanni Verdicchio

Il 30 maggio 2011, a Torino, nel Salone di rappresentanza del Comando Regionale Piemonte della Guardia di Finanza, nel corso di una sobria ceri-monia, il Presidente dell'Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia ha conse-gnato al Dott. Gian Carlo Caselli, Pro-curatore Capo della Repubblica pres-so il Tribunale di Torino, ed al Gen. D. Vincenzo Basso, Comandante Regio-nale Piemonte della Guardia di Finan-za, il diploma di nomina a Socio Ono-rario dell'A.N.F.I., deliberata dal Consi-glio Nazionale del Sodalizio.Erano presenti: il Dott. Sandro Ausiel-lo, Procuratore Aggiunto Vicario – Coordinatore Gruppo specializzato Criminalità Organizzata, DDA; il Dott. Alberto Perduca, Procuratore Aggiun-to – Coordinatore Gruppo specializza-to Riciclaggio e materie affini; il Dott. Vittorio Nessi, Procuratore Aggiunto – Coordinatore Gruppo specializzato Penale dell'Economia; il Gen. C.A.

Daniele Caprino, Comandante Inter-regionale dell'Italia Nord Occidentale; il Gen. B. Giuseppe Gerli, Comandan-te Provinciale Torino, il Col. Pier Anto-nio Calza, Capo di Stato Maggiore del Comando Regionale Piemonte; il Col. t. ST Danilo Petruccelli, Comandante del Nucleo Polizia Tributaria di Torino; il Col. Gian Raffaele Guariniello, Comandante Re.T.L.A. Piemonte; il Col. Salvatore Favara, Comandante Centro Addestramento Torino ed il Ten. Col. Carmelo Cesario, Coman-dante Gruppo Torino.Per l'A.N.F.I. era presente il Gen. B. Gennaro Pisanti, Presidente della Sezione di Torino.Le motivazioni che hanno determinato le suddette nomine sono tante! Alcune emergono anche dal brillante curricu-lum degli interessati.Nel dicembre 1967, il Dott. Caselli, vinto il concorso in magistratura, è stato destinato al Tribunale di Torino, dove nei primi anni settanta è stato giu-dice istruttore penale. Dalla metà degli anni settanta a quella degli anni ottan-ta, ha trattato reati di terrorismo riguar-danti le Brigate Rosse e Prima Linea.

Nel 1984 ha fatto parte della Commis-sione per l'analisi del testo di delega del nuovo codice di procedura penale e nel 1991 è stato consulente della Commissione Stragi.Dal 1986 al 1990 è stato componente del Consiglio Superiore della Magi-stratura. Nel 1991 è stato nominato magistrato di Cassazione ed è divenu-to Presidente della Prima Sezione della Corte di Assise di Torino.Dal 15 gennaio 1993 fino al 1999 è stato Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Palermo ottenen-do importantissimi risultati nella lotta alla mafia come l'arresto di boss del calibro di: Leoluca Bagarella, Gaspare Spatuzza, Giovanni Brusca e tanti altri.Dal 30 luglio 1999 è Direttore Genera-le del D.A.P.. Dal marzo 2001 è il rap-presentante italiano a Bruxelles nell'organizzazione comunitaria Euro-just contro la criminalità organizzata. Dopo aver ricoperto il ruolo di Procura-tore Generale presso la Corte d'Appello di Torino, il 30 aprile 2008, viene nominato Procuratore Capo della Repubblica di Torino con voto

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SOCI ONORARIIL DOTT. GIAN CARLO CASELLI ED IL GEN. VINCENZO BASSO

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unanime del Consiglio Superiore della Magistratura.Come ho fatto già presente, i motivi che hanno determinato la nomina del Dott. Caselli a Socio Onorario dell'A.N.F.I. sono tanti, ma il prevalen-te è stato ed è il suo ruolo di straordina-rio servitore dello Stato nell'arco di una intensa carriera, svolta nelle sedi e negli incarichi più esposti, e soprattut-to nella lotta al terrorismo ed alla crimi-nalità organizzata, che talvolta lo ha indotto a mettere a rischio la sua stes-sa vita, per difendere la giustizia, la libertà e la democrazia nel nostro Pae-se. Ugualmente, preme sottolineare le manifestazioni di altissima sensibilità del Magistrato nei confronti di tutti gli appartenenti alle Forze di Polizia. Va inoltre considerato l'insieme delle opere pubblicate nel lungo corso della Sua carriera che costituiscono una ricca e brillante Bibliografia.Vi sono dunque fondatissimi presup-posti per considerare in tale altissima figura di Uomo e di Magistrato una par-ticolare consonanza ed una condivi-sione di valori istituzionali ed umani con la Guardia di Finanza ed i suoi appartenenti in servizio ed in congedo.In relazione a quanto già esposto è evi-dente che il Dottor Caselli è ampia-mente meritevole della nomina a Socio Onorario dell'Associazione

Nazionale Finanzieri d'Italia per gli eccezionali meriti di servizio consegui-ti e per le eccellenti forme di collabora-zione con la Guardia di Finanza nel suo complesso ed in particolare con i Reparti del Comando Regionale Pie-monte. Infatti, l'attuale prestigiosissi-mo incarico di Procuratore Capo della

Repubblica di Torino ha consentito l'affermarsi in maniera istituzional-mente gratificante di un rapporto sinergico tra l'Organismo magistratua-le e la Guardia di Finanza piemontese e torinese.Tale rapporto, che attinge poi inevita-bilmente anche ad un senso di fiducia e stima interpersonale tra i rispettivi vertici, ha consentito a livello investi-gativo ed operazionale una lunga e prestigiosa serie di risultati nelle attivi-tà di contrasto all'evasione fiscale penale ed alla criminalità organizzata, in taluni casi già ampiamente apprez-zati dalle superiori gerarchie ed a livel-lo mediatico ed in altri tuttora proficua-mente in corso. Ed è proprio in questo periodo che emerge ulteriormente la figura del Generale D. Vincenzo Basso, già ampiamente affermatosi presso tutti i reparti del Corpo nei quali ha prestato servizio ed in particolare presso il Nucleo Regionale di Polizia Tributaria di Milano ed il Nucleo Centrale di Poli-zia Tributaria di Roma.Appare, quindi, evidente che anche la nomina a Socio Onorario dell'A.N.F.I. dell'Ufficiale generale è ampiamente motivata anche per la sua costante e generosa vicinanza all'Associazione.Auguri e congratulazioni da parte dei Soci dell'A.N.F.I..

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Il Gen. D. Vincenzo Basso riceve il Diploma di Socio Onorario dal Presidente Nazionale dell’ANFI

Il Procuratore Capo della Repubblica di Torino, Dott. Gian Carlo Caselli, riceve il Diploma di Socio Onorario dell’ANFI dal Presidente Nazionale, Gen. C.A. Giovanni Verdicchio

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di Paolo Grecucci

ietro invito del Comandante del Centro Sportivo e del Presiden-Dte della Sezione A.N.F.I. Atleti

“Fiamme Gialle”, il 28 giugno 2011, il Presidente Nazionale dell'A.N.F.I., Gen. C.A. Giovanni Verdicchio, insieme al Ten. Col. Giuseppe Ruggieri, Segre-tario generale dell' A.N.F.I ed al Gen. B. Angelo Maenza, Ufficiale addetto alla Redazione del Periodico “ Fiamme Gialle”, sono stati ricevuti presso il Cen-tro Sportivo della Guardia di Finanza di Castel Porziano.Accolti dal Gen. B. Domenico Campio-ne, Comandante del Centro Sportivo, dal Ten. Col. Edoardo Viti, Capo Ufficio Personale, dal Ten. Col. Luigi Lombar-di, Comandante del Reparto Comando, dal Presidente della Sezione A.N.F.I. Atleti” Fiamme Gialle”, M. A. (M.O.V.A.) Paolo Grecucci e dal Consigliere, M.M. Domenico Carpentieri, hanno visitato lo splendido Centro con i vari impianti sportivi dove normalmente, atleti ed alle-natori di varie discipline, si preparano in

vista degli innumerevoli impegni nazio-nali ed internazionali. Sul tatami gialloverde era presente, con altri atleti, Giulia Quintavalle, campio-nessa olimpica di judo, il tecnico Gero-lamo Giovinazzo ed altri atleti del Karate seguiti dal tecnico Claudio Culasso, ove si ha avuto la possibilità di assistere agli allenamenti e successivamente ad un saggio dimostrativo con i ragazzi delle scuole civili anche loro in visita accompagnati dai rispettivi Insegnanti.Dopo la visita alla piscina ove erano in corso attività natatorie, l'Autorità è stata accompagnata nell'adiacente circolo Ufficiali dell'Accademia alla sede per ricevere il saluto del Comandante, Col. Edmondo Frumento, che tra l'altro, ha fatto da guida nello splendido Audito-rium.Rientrati nell'ambito delle strutture del Centro, molto apprezzata è stata l'illustrazione e la visita al nuovo Museo Storico dello Sport Fiamme Gialle, al Medagliere e ai fantastici due grandi mosaici raffiguranti i “ loghi Fiamme Gialle” composti da 14.000 tessere cia-scuno in vetro di Murano, realizzati dalla Scuola di Mosaico di Ravenna e situati all'entrata del Centro.Il percorso si è concluso nei locali della Sezione ANFI Atleti” Fiamme Gialle”

ove erano presenti il Segretario M. M. m Sabato Potenza,il Sindaco M. A. Gerar-do Spiller e il Consigliere Fin. Claudio Moscatelli, che hanno calorosamente condiviso e commentato i momenti salienti dei ricordi connessi ai cimeli delle conquiste sportive presenti nel locale.È seguito un pranzo conviviale presso la sala del caminetto e, al momento del “cin”, dopo le affettuose espressioni dei saluti, degli auspici e dei ringraziamen-ti, è avvenuto lo scambio dei reciproci crest.Un grazie particolare va al Generale Verdicchio per la Sua disponibilità e per il Suo Augurio di un prosperoso futuro per la nostra Sezione A.N.F.I. Atleti “Fiamme Gialle”, in dirittura d'arrivo del 10° Anniversario dalla Fondazione.

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VISITA AL CENTRO SPORTIVO

E ALLA SEZIONE ATLETI “FIAMME GIALLE”

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Per gli ATLETI delle Fiamme Gialleun 2011 intenso...Per gli ATLETI delle Fiamme Gialleun 2011 intenso...

e gare, le iniziative e gli av-venimenti sportivi si susseguono La ritmi incalzanti, senza un attimo

di tregua. E' l'anno delle qualificazioni alle Olimpiadi di Londra nel 2012 ma anche della ricorrenza dei cento anni di sport nella Guardia di Finanza con numerosi eventi celebrativi già previsti ed in parte organizzati. Un anno pregno e nel contempo entusiasmante: nella consapevolezza della irripetibilità delle situazioni che si offrono al Centro Spor-tivo per confermare il suo tradizionale impegno a servizio dello sport naziona-le. Il richiamo alla tradizione ed ai valori con essa maturati nella lunga e storica militanza agonistica, ha introdotto l'evento, altamente significativo, della premiazione degli atleti distintisi nella stagione sportiva del 2010 e, per gli sport invernali, nella stagione sportiva 2010/2011.Sono state conquistate, complessiva-mente, 30 medaglie mondiali, 27 euro-pee, 107 titoli italiani individuali e 10 tito-li a squadre. La cerimonia si è tenuta l'8 aprile presso il Centro Logistico di Villa Spada alla

presenza del Sottosegretario alla Pre-sidenza del Consiglio dei Ministri Rocco Crimi, del Presidente del Coni Gianni Petrucci e del Comandante in Seconda della Guardia di Finanza Gen. C. A. Vir-gilio Cicciò e di numerose altre autorità. Il risalto mediatico dato all'evento dagli organi di stampa e dalla televisione ci ha lusingato e ci spinge a non deludere le aspettative dei nostri numerosi esti-matori. Le attese sono state onorate già all'inizio della s.s. 2011.Per merito di Antonietta Di Martino, Simona La Mantia e Fabrizio Donato che ai Campionati indoor di Parigi hanno conquistato, nell'ordine, due medaglie d'oro ed una d'argento, nel salto in alto e nel triplo. Vittorie impor-tanti se consideriamo che sono le sole ottenute dall'Italia. Non ha voluto esse-re da meno il finanziere Arianna Fonta-na nei mondiali di short track a Sheffield in Gran Bretagna con le due medaglie d'argento nei 500 e 1000 metri e una di bronzo nella classifica overall. Già olim-pionica a Vancouver, la nostra bionda atleta è scesa silenziosamente in ritiro, in questi primi giorni di maggio, a Castelporziano, dove insieme con la squadra nazionale potenzia la sua pre-

di Domenico Campione parazione fisi-ca. Anche le stoccate in questo inizio stagione si sono fatte sentire con le vittorie a squadre delle giallo-verdi Calissi e Monaco e dell'allievo finanziere Garozzo. Il quale si è ripetuto a Brindisi diventan-do campione italiano under 23. Sem-pre nella scherma prima vittoria per la squadra Fiamme Gialle, alla Coppa Europa per club disputatasi a Pisa, con Aspromonte, Archivio, Garozzo e Minuto.E che dire della prima medaglia d'argento nella gara di sci nordico, salto femminile, di Elena Runggal-dier?Risultato dedicato teneramente all'atleta Simona Senoner prematura-mente scomparsa per un improvviso malore durante la preparazione della squadra nazionale. A suggello di que-sta breve carrellata di vittorie pongo le medaglie di Tania Cagnotto a Torino, due ori e un bronzo . Ogni commento può apparire, come si dice, superfluo per sottolineare la bravura dell'atleta. Bravura che Tania sa di dover ammini-strare con molto autocontrollo e con i piedi ben saldi sul trampolino, senza sbilanciarsi. Merito anche alla nostra, e momenta-neamente sfortunata, Maria Marconi per i suoi due quarti posti nel trampoli-no di uno e tre metri. Tra una gara e l'altra il Centro non ha trascurato due appuntamenti di interesse per lo sport in divisa: il Trofeo delle sei Nazioni (Ita-lia, Svizzera, Austria, Francia, Germa-nia e Slovenia) disputatosi in Svizzera tra i Corpi di polizia doganale ed il Tor-neo delle Accademie Militari organiz-zato quest'anno negli impianti di Castelporziano. Eventi questi che al di là del profilo tecnico-agonistico delle gare disputate contrassegnano e riba-discono emblematicamente, nei rap-porti tra organismi similari, la col-laborazione, la solidarietà, il rispetto delle regole.

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Il Gen. Verdicchio visita il nuovo Museo Storico dello Sport

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INTITOLATA ALLE “FIAMME GIALLE” UNA PIAZZA DI LEVIGLIANI

di Mauro Cappelli

Il 3 luglio, le Sezioni ANFI della Toscana si sono date appuntamento a Levigliani per dare vita alla cerimonia di intitola-zione di una piazza cittadina alle “Fiam-

o me Gialle” e per celebrare il 20 anniver-sario della costituzione della Sezione di Seravezza.Levigliani è una frazione del Comune di Stazzema, nella lucchesia, che fa parte della cosiddetta Versilia Storica, uno dei luoghi rari ed eccezionali dove, nel breve volgere di pochi chilometri, si può salire dal livello del mare sino alle aspe-rità delle Alpi Apuane. In questa terra toscana, la Storia ha fatto sentire il suo doloroso morso: il Comune di Stazzema è decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare per il massacro di innocenti subito a Sant'Anna e per il sangue versato dalla sua gente nella guerra di liberazione. Il Comune di Seravezza è stato, di recen-te, insignito di Medaglia d'Argento al Valor Civile, per lo spirito di sacrificio e l'amor patrio con cui i suoi abitanti sep-pero affrontare gli eventi bellici e gli spie-tati eccidi, tra il 1943 ed il 1945.Alla cerimonia erano rappresentati tutti e quattro i Comuni della Versilia Storica: erano presenti, infatti, Michele Silicani, Sindaco di Stazzema, con il Gonfalone della città, decorato di Medaglia d'Oro al Valor Militare; Ettore Neri, Sindaco di Seravezza; Umberto Buratti, Sindaco di Forte dei Marmi; Luca Mori, Vice Sinda-co del Comune di Pietrasanta.Il Prefetto della Provincia di Lucca, dott. Alessio Giuffrida, ha inviato un caloro-so, graditissimo saluto ed un suo perso-nale augurio per l'ottima riuscita degli eventi in programma, sottolineando, tra l'altro, che la Guardia di Finanza, come le altre Forze dell'Ordine, è espressione e a u t o r e v o l e t e s t i m o n e dell'abnegazione con cui il Corpo si pone al servizio dell'istituzione e dell'intera collettività.Per il Corpo ha presenziato il Coman-dante Provinciale di Lucca, Col. t.ST.

Antonio Leone, accompagnato dal Comandante della Compagnia di Via-reggio, Magg. Pasquale Arena. Per l'ANFI ha partecipato il V. Presidente Nazionale per l'Italia Settentrionale, Gen. D. Mauro Cappelli. Presenti molti dei Presidenti e soci, con rispettive con-sorti, delle Sezioni toscane.Hanno fatto gli onori di casa: il Consi-gliere per la Toscana, Comm. Marco Mugnaini e il Presidente della Sezione di Seravezza “Versilia Storica”, Cav. Uff. Renzo Maggi, ideatori e impeccabili organizzatori della cerimonia.Molte le Associazioni Combattentisti-che e d'Arma presenti con i propri labari e bandiere.Intorno ai radunisti si sono stretti molti abitanti di Levigliani, in un abbraccio di simpatia e di stima.La giornata ha avuto inizio con la depo-sizione, da parte delle autorità, di una corona d'alloro presso il monumento che ricorda i caduti di tutte le guerre. Una breve sfilata per le vie cittadine ha consentito ai radunisti, accompagnati dalla Banda Musicale “Santa Cecilia” di

Levigliani, di raggiungere la piazza ove si è svolta la cerimonia di intitolazione della stessa alle Fiamme Gialle. Qui, allo scoprimento della targa, ha provve-duto una graziosissima mascotte, la pic-cola Martina, nipote di un socio della Sezione A. N. F. I. della Versilia Storica, accompagnata dal Gen. Cappelli, dal Sindaco di Stazzema e dal Col. Leone ed orgogliosa di indossare i colori giallo – verdi dell'Associazione.Nel suo intervento, il Sindaco di Stazze-ma, ing. Silicani, dopo aver rivolto il suo cordiale e grato saluto a tutti gli interve-nuti, ha ricordato che, con l'intitolazione di questa piazza di Levigliani alle “Fiamme Gialle”, si vuole, prima di tut-to, rimarcare il rapporto straordinario di amicizia, ormai storica, che lega la citta-dinanza alla Sezione ANFI di Seravez-za, i cui soci, infatti, ormai da lungo tem-po, hanno scelto questa ridente frazio-ne come meta preferita per i loro incon-tri annuali.Ed è proprio per ribadire questo legame particolare che Levigliani ha dedicato ai finanzieri forse la piazza più importante

Un momento dello scoprimento della targa d'intitolazione della Piazza di Levigliani alle “Fiamme Gialle”. Sono presenti il Sindaco di Stazzema Silicani, il Gen. Cappelli, il Col. Leone, il Magg. Arena e la mascotte Martina (foto Massimo Cancogni).

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CERIMONIE

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della cittadina, il luogo da cui si diparto-no le maestranze per andare a lavorare nelle cave, il punto di partenza delle comitive per le loro escursioni verso le bellezze naturali dei dintorni, come il complesso carsico del Monte Corchia. Infine, ha concluso il Sindaco di Stazze-ma, intitolare una piazza cittadina alle “Fiamme Gialle” significa anche dare pubblica attestazione dell'importanza che oggi riveste Levigliani nel contesto socio economico della zona, grazie all'operosità dei suoi cittadini. Nel pren-dere la parola, il Col. Leone ha ringra-ziato la comunità di Levigliani e l'Anfi per l'organizzazione della manifesta-zione, rilevando che la presenza dei finanzieri in servizio stia a rimarcare una sorta di continuità tra i soci dell'ANFI, che ancora oggi vivono delle tradizioni e dei valori del Corpo, il pre-sente della Guardia di Finanza e le nuove generazioni. La cerimonia d'intitolazione di una piazza cittadina alle “Fiamme Gialle”, ha continuato il Comandante Provinciale, rappresenta un'occasione per suggellare l'affezione che il Corpo ha per questa zona, in cui i finanzieri sono prontamente intervenuti in momenti tragici, di calamità naturali e di crisi e che ha visto i nostri militari sem-pre vicini alle popolazioni in difficoltà, come, del resto, i nostri finanzieri sono stati vicini ad altre collettività in pericolo: la strage di Viareggio ne è la prova più evidente. Il Gen. Cappelli, da parte sua, ha voluto ricordare l'importanza della cerimonia e i valori che rappresenta. Dedicare uno spiazzo cittadino ai finan-zieri esprime, prima di tutto, la profonda e sincera gratitudine dell' amministra-zione comunale e dei suoi cittadini per l'essenziale, preziosa attività, quotidia-namente, svolta, a beneficio della col-lettività, dalla Guardia di Finanza, oggi chiamata a rivestire un ruolo sempre più importante e impegnativo per la dife-sa della sicurezza economica e finan-ziaria del Paese e dell'Unione Europea. L' intitolazione di una piazza alle Fiam-me Gialle fa onore, inoltre, a tutti i Finanzieri in congedo, non solo per quanto in passato, in attività di servizio, hanno operato con spirito di sacrificio, dedizione, impegno e amor di Patria, ma anche per quello che oggi stanno facendo per il perseguimento dei fini isti-tuzionali dell'ANFI. Intitolare una piazza alle Fiamme Gialle di ogni tempo, vuol

dire anche onorare i nostri Caduti che, con generosità, hanno voluto e saputo sacrificare la vita per affermare l'unità della nostra Patria, la libertà dei suoi cit-tadini, la democrazia e la giustizia; che con l'esempio hanno arricchito la storia del Corpo e del Paese e ci hanno indi-cato quei valori ai quali dobbiamo fare riferimento, giorno dopo giorno, nell'assolvimento dei compiti che ci

o sono affidati. Nel ricordare, poi, il 20Anniversario dell'istituzione della Sezione di Seravezza, “Versilia Stori-ca”, il Gen. Cappelli ha colto l'occasione per esprimere la riconoscenza e la gratitudine propria e dell'Associazione nei confronti dei fondatori della Sezione e di tutti gli altri soci che nel corso di que-sti lunghi anni ne hanno fatto parte e l'hanno tenuta in vita, con impegno e, spesso, con sacrificio, per adempiere, in pieno, il proprio dovere istituzionale.La solennità di questa ricorrenza, ha concluso il V. Presidente Nazionale, sarà, senz'altro, di sprone ai soci di oggi, ed al loro Presidente, Renzo Mag-gi, per continuare, nel solco del passa-to, nella loro dedizione e nel loro fervo-re, allo scopo di meritare in pieno la fidu-cia sino a oggi accordataci e per tenere sempre alto il prestigio di cui gode la nostra Associazione.Al termine del suo intervento, il Gen. Cappelli, in ringraziamento della dispo-nibi l i tà, della collaborazione e dell'ospitalità fornite, ha donato al Sin-daco di Stazzema, ing. Silicani, il crest della Presidenza dell'ANFI.La cer imonia è stata, anche, l'occasione per la consegna, da parte de l V. Pres idente Naz iona le , dell'attestato e della tessera di Socio Benemerito dell'Associazione al Consi-gliere Marco Mugnaini, per la passione e l'impegno da lui profusi nell'arco dei 47 anni di attività associativa e per la sua costante dedizione all'istituzione. La cerimonia si è conclusa con la messa al campo, celebrata da Monsi-gnor Hermes Luppi, Socio Benemerito dell'ANFI, che per l'occasione ha indos-sato il cappello alpino, dono della Sezione di Seravezza, in riconoscimen-to dell'attenzione, della disponibilità e dell'affetto, manifestati dal sacerdote, in ogni occasione, nei confronti dei nostri soci.A coronamento della giornata, non pote-va mancare il pranzo sociale presso un

noto ristorante di Levigliani, nel corso del quale gli intervenuti hanno potuto degustare i sapori classici della cucina versiliese e tributare un caloroso appla-uso a Renzo Maggi, Presidente della Sezione di Seravezza, per l'impec-cabile organizzazione e l'ottima riuscita della manifestazione.

il V. Presidente Nazionale per l'Italia Settentrionale, Gen. Cappelli, consegna al Comm. Mugnaini, Consigliere Nazionale per la Toscana, la tessera e l'attestato di Socio Benemerito dell'ANFI (foto M. Cancogni).

il Gen. Cappelli consegna al Sindaco Silicani il crest della Presidenza Nazionale

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Nuove Forme di Aggressione all’Ambiente

di Antonio Fiore

FiammeGialle - Luglio 2011

CONVEGNO

Il 15 aprile 2011, presso l'Aula Magna del Rettorato L.U.M. "Jean Monnet" (Li-bera Università Mediterranea) di Casa-massima (BA), si è tenuto un convegno di largo interesse dal tema "NUOVE F O R M E D I A G G R E S S I O N E ALL'AMBIENTE" - TECNICHE DI ACCERTAMENTO E MODALITA' OPERATIVE NEL CONTRASTO AI REATI AMBIENTALI.Un evento organizzato dall'A.N.F.I. in collaborazione con l'Associazione Cul-turale "GENS NOVA"di Bari e la L.U.M. "Jean Monnet" (Libera Università Medi-terranea) di Casamassima (BA) che lo ha patrocinato.Il seminario in questione promosso da "Gens Nova", già nota nel promuovere questa specifica tipologia di eventi in materia di tutela ambientale, su iniziati-va del suo Presidente, Avvocato Anto-nio Maria La Scala, è stato realizzato con la fattiva collaborazione di Luca Lombardi e Antonio Genchi, Consiglieri Nazionali dell'Associzione.Hanno introdotto i lavori e portato i salu-ti:- Dott. Emanuele De Gennaro, Rettore L.U.M. (Libera Università Mediterranea "Jeari Monnet" di Casamassima (BA);- Dott. Lorenzo Nicastro, Assessore Regionale Puglia all'Ambiente;- Comm. Antonio Fiore, Consigliere Nazionale e Presidente Sezione A.N.F.I. di Bari.Hanno relazionato:- Avv. Antonio Maria La Scala - Penali-sta del Foro di Bari nonché Docente di Diritto Penale presso la L.U.M. (Libera Università Mediterranea "Jeari Monnet" di Casamassima) e Presidente Nazio-nale dell'Associazione Culturale "Gens Nova" Bari nonché Consigliere della Sezione A.N.F.I. Bari quale Ufficiale del Corpo in congedo "Profili di responsabi-lità alla luce dell'entrata in vigore del SISTRI";- Col. Amedeo Antonucci - Comandante ROAN- Guardia di Finanza di Bari "Atti-

vità di contrasto ai reati ambientali della Guardia di Finanza";- Capitano di Corvetta Angelo Maggio - Responsabile Nucleo di Polizia Giudi-ziaria Capitaneria di Porto Bari "Guar-dia Costiera a tutela dell'ambiente mari-no e costiero: profili di competenza ed attività;- Giuseppe Marcotriggiano - Coman-dante Stazione Corpo Forestale dello Stato Bari "Tecniche operative per il rilievo della presenza dei rifiuti nel suolo e nelle acque con particolare riguardo ai rifiuti oleari".Ha moderato, l'On. Vito Leccese - Diret-tore Generale presso il Comune di Bari.Il SISTRI (Sistema di controllo della trac-ciabilità dei rifiuti) nasce nel 2009 su ini-ziativa del Ministero dell'Ambiente e

Tecniche di accertamento e modalità operative nel contrasto ai reati ambientali

della Tutela del Territorio e del Mare nel più ampio quadro di innovazione e modernizzazione della Pubblica Ammi-n i s t r a z i o n e p e r p e r m e t t e r e l'informatizzazione dell'intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania.Il sistema di tracciabilità in questione, la cui gestione è stata affidata al Coman-do Carab in ie r i pe r la Tu te la dell'Ambiente, ha lo scopo di controllare in modo più puntuale la movimentazio-ne dei rifiuti speciali lungo tutta la filiera. Dopo una serie di leggi e decreti dal 2008 ad oggi, dopo ben due anni il nuovo D.M. Sistri non reca alcuna pro-roga in ordine alla data di effettivo avvio del sistema che, pertanto, ad oggi, resta fissata al 1° giugno 2011.

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Frammenti di STORIAFrammenti di STORIA

UNA MEDAGLIA CHE CI RIEMPIE D’ORGOGLIO

di Gerardo Severino

ONORATA LA MEMORIA DEL FINANZIERE GIOVANNI GAVINO TOLIS INSIGNITO DI MEDAGLIA D’ORO AL MERITO CIVILE

La celebrazione del “Giorno della Memoria”, 27 gennaio, ci consente ogni anno di ripercorrere la storia per-sonale di alcuni di quegli eroi con le Fiamme Gialle, i quali si opposero alla Shoah ed alle deportazioni, proteg-gendo i perseguitati e salvando col pro-prio sacrificio altre vite umane.Nel corso del 2010, con D.P.R. datato 17 giugno, il Presidente della Repub-blica ha inteso riconoscere proprio il coraggio di uno di essi, concedendo al finanziere Giovanni Gavino Tolis la Medaglia d'Oro al Merito Civile “alla memoria”. Egli era un uomo che aveva fatto propri i principi simboleggiati dalle Fiamme Gialle che indossava, cadendo nel campo di sterminio di Mauthausen nel dicembre del 1944, seguendo la sorte di altre centinaia di Fiamme Gialle, immolatesi in Italia ed all'estero per aver scelto l'unica strada percorribile: quella della libertà e della democrazia.Giovanni Gavino Tolis era nato a Chia-ramonti, in provincia di Sassari, il 4 feb-braio 1919, membro di una sana e bella famiglia patriarcale, che peraltro aveva dato alla Guardia di Finanza ed all'Arma dei Carabinieri non pochi esponenti. Attratto dall'esempio di questi suoi con-giunti, Giovanni Gavino si era arruola-to nella Guardia di Finanza il 5 dicem-bre 1938, frequentando il corso di for-mazione presso la gloriosa Scuola Alpi-na di Predazzo, al termine del quale venne infine destinato al Circolo di Como, impiegato in servizio presso la Brigata di frontiera di Ponte Chiasso, ove di lì a qualche anno diverrà “Con-trabbandiere di Uomini”, come defini-vano i tedeschi coloro che favorivano l'espatrio clandestino in Svizzera sia di ebrei che di perseguitati dal nazifasci-

smo. Quel fascismo, nel quale egli aveva riposto le sue speranze e le sue aspirazioni giovanili, tanto da voler for-temente indossare una divisa, aveva varato nel 1938 le leggi razziali contro gli ebrei italiani: decisione assurda con-tro la quale nessuno in Italia, tantome-no Gavino Tolis, aveva saputo, voluto o comunque potuto reagire. Gavino, una volta divenuto adulto, cambiò radicalmente idea. Quel movi-mento politico, quella dittatura, il sen-tirsi italiani come voleva Mussolini lo avevano deluso, disgustandolo forte-mente.La definitiva metamorfosi del nostro finanziere avvenne in quel fatidico set-tembre del 1943, quando, dopo lo sfa-celo causato dall'armistizio, che aveva fatto gioire tutto il Paese ma anche sbandare migliaia di soldati nei vari tea-tri di guerra, i fascisti ritornarono al potere, dopo il colpo di stato del 25 luglio che li aveva finalmente deposti, alleandosi di conseguenza con gli occupanti tedeschi. Gavino Tolis, così come tanti altri gio-vani del meridione e delle isole rimasti ad operare nel Centro-Nord Italia, diventò, suo malgrado, cittadino e sol-dato della Repubblica Sociale Italiana. Era, questo, uno Stato fantoccio com-pletamente asservito ai tedeschi, assieme ai quali le sue forze armate e di polizia s'abbandonarono ad efferate nefandezze, prima fra tutte dare la cac-cia a uomini, donne, vecchi e bambini i quali, per il solo fatto di appartenere ad un'altra religione, avrebbero dovuto scomparire per sempre nei terribili campi di sterminio del Terzo Reich.Gavino avrebbe voluto combattere; avrebbe voluto imbracciare il fucile, così come avevano fatto molti suoi col-leghi ed amici: la sorte, però, lo aveva destinato alla lotta incruenta, altrettan-to efficace nell'alleviare le sofferenze altrui e proprio per questo non meno rischiosa per la propria vita.Schieratosi con il movimento resisten-ziale che faceva capo al Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, il nostro Gavino non poteva che rendersi utile alla nobile causa della libertà

sfruttando il suo umile, ma strategico, mestiere di guardia di finanza al confi-ne svizzero, prestandosi anche quale postino per inoltrare clandestinamente la corrispondenza tra le persone che aveva fatto transitare oltre la rete di confine ed i loro familiari, oltre che tra l'organizzazione resistenziale e i fuo-rusciti.Proprio il confine svizzero di Ponte Chiasso lo trasformerà in un Eroe: un Eroe del bene. Da quel confine, dal set-tembre '43 all'aprile del '44 (periodo della sua cattura), passeranno, anche grazie a lui e a uomini e donne altret-tanto generose, molti fuggiaschi, centi-naia e centinaia di vite umane che altri-menti avrebbero conosciuto gli orrori dei lager nazisti, prima di subire un'orribile fine. Giovanni Gavino Tolis, uomo mite e generoso, aveva dunque poco più di venticinque anni allorquando fu cattu-rato dalla Gestapo, assieme alla signora Giuseppina Panzica, moglie del finanziere in congedo Salvatore Luca e madre di quattro figli, coinvolta anche lei negli espatri degli ebrei, i quali avvenivano proprio attraverso il

Fin. Giovanni Gavino Tolis

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giardino di casa sua, lungo il quale cor-reva la linea di frontiera con la Svizze-ra. Il destino del nostro finanziere fu inevitabile. Il giovane sardo venne, infatti, imprigionato, seviziato, trasferi-to dapprima nel campo di concentra-mento di Fossoli, poi in quello di Bolza-no, lasciato morire di stenti ed infine cremato in un forno del campo di ster-minio di Mauthausen-Gusen.Purtroppo, dopo la fine della guerra, nessuno fra i salvati ritenne opportuno, oltre che doveroso, testimoniare a suo favore (così come a favore della Signora Panzica, rientrata per sua for-tuna dal campo di sterminio di Ravensbrück nell'ottobre 1945); nes-sun partigiano o comunque persegui-tato politico che varcò il confine grazie a lui ritenne di doverlo ricordare, come sarebbe invece stato giusto.Pur essendo trascorsi oltre ses-sant'anni da quegli eventi, alcune pre-ziose carte d'archivio ci hanno consen-tito di restituire alla famiglia d'origine, al suo paese natale, alla Guardia di Finanza ed alla Storia dell'umanità la sua vita, il suo esempio di italianità, il suo estremo sacrificio.La figura di Gavino Tolis, come la abbiamo appresa dalle carte e dalle testimonianze di chi lo conobbe, è quel-la di un uomo normale, con comuni pregi e debolezze, di un uomo che non ambiva certo al compimento di impre-se straordinarie. Ma egli è pur sempre un Eroe, poiché

seppe schierarsi con la Resistenza al nazi-fascismo e seppe rinunziare al prezioso bene della vita, la propria, pur di salvare quella di centinaia e centina-ia di persone.Ebbene, Giovanni Gavino Tolis viene, oggi, consacrato come un uomo giu-sto, come un uomo dal cuore grande sul cui petto brilla simbolicamente una Medaglia d'Oro, quella al Merito Civile che il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gli ha voluto recentemente conferire con la seguen-te motivazione:«Nel corso dell'ultimo conflitto mondia-le contribuì alla lotta di liberazione con l'attività di postino delle organizzazioni partigiane e, con eccezionale corag-gio, si prodigò in favore dei profughi

Chiaramonti, 3 febbraio 2011 Finanza, Gen. Baduini, il Presidente Nel corso di una solenne cerimo- del Museo Storico, Gen. C.A. Luciano nia, presso la sala consiliare del Luciani.Comune, il Col. Corrado Pillitteri, Comandante Provinciale della Presente alla cerimonia il Sig. Guardia di Finanza di Sassari, ha Giovanni Tolis, nipote dell’insignito.consegnato al Sindaco, Giancarlo Cossu, la Medaglia d’Oro al Merito “Un onore e motivo di lustro per Civile conferita dal Presidente Chiaramonti” ha detto il Sindaco della Repubblica al Fin. Giovanni Cossu, che ha definito “l’estremo Gavino Tolis. Numerose le Autorità sacrificio di questo Sardo, figlio della presenti tra cui il Comandante terra d’Angiona e di Chiaramonti, un Regionale della Guardia di esempio”.

Chiaramonti (SS)Il piccolo Giovanni Gavino Tolis con la sua famiglia.

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ebrei e dei perseguitati politici, aiutan-doli ad espatriare clandestinamente nella vicina Svizzera. Arrestato dalle autorità tedesche fu infine trasferito in un campo di concentramento austria-co, dove perse la giovane vita. Mirabile esempio di umana solidarietà e di altis-sima dignità morale, spinte fino all'estremo sacrificio».1943/1944 Mauthausen-Gusen (Au-stria).

Concludiamo con una speranza, quel-la cioè che l'esempio di Gavino possa illuminare il cammino di noi Fiamme Gialle d'Italia, consentendoci di per-correre sempre - e senza tentenna-menti - le strade del bene, della giusti-zia e della libertà.

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LE GARE INVERNALI DELLA GUARDIA DI FINANZA

di Salvatorico Cuccuru

RICORDI

Le Gare di sci della Guardia di Finan-za, note come Gare del Corpo, si svol-gono nei mesi di febbraio o marzo di ogni anno a Passo Rolle e vengono organizzate dalla Scuola Alpina di Pre-dazzo, Distaccamento di Passo Rolle. E' tradizione che dura dal 1938, quan-do la Scuola organizzò i primi campio-nati di sci fra le Legioni.Anche le Truppe Alpine svolgono com-petizioni sciistiche simili, al termine dei periodi di addestramento invernale.I Campionati italiani di sci della Guar-dia di Finanza, per lo spirito competiti-vo che l'anima, costituiscono una bel-lissima tradizione che rinsalda lo spiri-to di Corpo e favorisce i rapporti di stima fra i partecipanti, avversari in gara ma sempre amici dopo!Vi partecipano con entusiasmo gli scia-tori discesisti e fondisti delle tre cate-gorie: ufficiali, sottufficiali e finanzieri.Nelle edizioni passate le protagoniste erano le Legioni di frontiera: Torino, Como, Trento, Udine e la Scuola Alpi-na fuori gara. Le legioni non di frontiera partecipavano con classifica a parte, poiché difficilmente disponevano di ele-menti in grado di competere con quelli delle Legioni di frontiera.Queste, già nel periodo estivo, inizia-vano la composizione dei rispettivi gruppi sciatori con atleti che venivano principalmente dalle regioni dell'Arco Alpino. Molti erano stati allievi della Scuola Alpina di Predazzo che si erano messi in evidenza durante i corsi o ave-vano fatto parte del suo gruppo sciato-ri; spesso erano ex campioni. La sele-zione avveniva anche durante le gare di corsa in montagna organizzate dalle compagnie di frontiera per migliorare l'efficienza fisica del personale.Le Legioni di frontiera avevano una sede designata per la preparazione dei gruppi sportivi sciatori.Per la Legione di Como era Bormio, per Trento era Folgaria, per Udine era Tarvisio.Gli atleti si preparavano, compatibil-mente con gli impegni del servizio d'istituto, presso le rispettive brigate e

distaccamenti durante l'estate e l'autunno; di norma venivano trasferiti presso la sede del gruppo sciatori legionale nei mesi di novembre, dicembre, gennaio, febbraio ed in marzo si raggiungeva Passo Rolle per le gare. Queste nel passato duravano circa una settimana e iniziavano di lunedì con la gara di apertura, sempre quella di fondo individuale di 12 km., su anello da 6 km intorno a Malghe Rolle, pre-sente il Comandante in Seconda, i Comandanti delle Legioni di Frontiera e quello della Scuola Alpina che era anche Direttore di Gara. Seguivano le gare di discesa libera e poi di slalom gigante sulle piste della “Cavallazza” e della “Paradiso”, quindi, la più attesa: la gara di fondo e tiro delle pattuglie su due giorni e con armi ed equipaggia-mento al seguito, composte da un uffi-ciale, un sottufficiale, quattro finanzie-ri. A questa assisteva il Comandante Generale.In molte edizioni le pattuglie erano due per Legione di frontiera, la A e la B.La lunghezza del percorso, la durezza dei dislivelli, il peso delle armi e dei zai-ni, controllati, pesati e punzonati insie-me agli sci prima della partenza, richie-devano tecnica, affidabilità e seria pre-parazione.Nel primo giorno si svolgeva la gara di orientamento con carta topografica e bussola, salvataggio di un ferito, su circa 12 km. di percorso, pernotta-mento nella truna, ricovero nella neve costruito dai sei partecipanti col mate-riale al seguito (sci, bastoncini, teli ten-da). Si dormiva nei sacchi da bivacco.Il secondo giorno: la gara di fondo e tiro, una vera gara di biathlon a squa-dre, percorso 18 o 24 km, secondo l'edizione e il tipo di sci usato. Se erano gli sci da campo il percorso era generalmente di 18 km., se erano i sot-tili e veloci sci da fondo il percorso era di 24 km.Il tiro era importante perché i bersagli non colpiti venivano penalizzati aumentando il tempo di gara. La sosta al poligono era computata come tempo di gara, premiando l'efficienza e la velo-

cità di esecuzione delle operazioni fina-lizzate al tiro. I tecnici della Scuola Alpi-na che avevano redatto il regolamento erano stati atleti e conoscevano bene le situazioni e la materia.La gara si svolgeva sul percorso dal Passo o dalle Malghe Rolle, salita alla caserma Ferrari, discesa lungo la linea dei pali ai piedi del Castellazzo, Malga Juribello, Sentiero dei Cacciatori, dura salita ai Laghi del Colbricon, discesa alla Buca Ferrari, salita secca alle Mal-ghe Rolle, Poligono di Tiro, secondo giro uguale ed arrivo concitato al tra-guardo di Malghe Rolle. La competizione acuiva l'ingegno e la ricerca di notizie su tecniche ed accor-gimenti delle squadre favorite: accad-de un anno che una Legione di frontie-ra tentò di usare sci da campo piallati ed alleggeriti ma le squadre avversarie scoprirono l'espediente. Generalmente elemento debole erano gli ufficiali, perché raramente avevano praticato lo sci prima dell'Accademia. Perciò la Legione che disponeva di quelli più forti e preparati, sia per le gare individuali che per quelle di pattu-glia, aveva la vittoria in pugno.

Le gare invernali costituivano una misu-ra del livello di addestramento nell'attività sciistica raggiunto nelle Legioni e dal 1965 delle rispettive squa-dre di Soccorso Alpino dalle quali, anche se non esclusivamente, prove-nivano i partecipanti. Fra gli ufficiali, sottufficiali, appuntati e finanzieri che vi gareggiano da com-pagni o avversari c'è un vincolo di appartenenza, una complicità ed un rapporto di stima che durano per la vita.Coloro che hanno vissuto queste emo-zioni si augurano che i futuri Coman-danti della Guardia di Finanza riesca-no a conservare la tradizione di queste competizioni ed i loro impliciti valori. Dedico questo articolo:ai compagni dei gruppi sciatori della Legione di Udine, vittoriosi con me nelle edizioni 1965 e 1966 e della Legione di Trento con i quali ho vinto

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quelle del 1974. Al Mar. Pomarè e agli allievi della Scuola Alpina con i quali ho corso fuori gara l'edizione 1978.

Ai compagni sciatori deceduti ed in par-ticolare a due forti fondisti, amici e com-pagni di squadra nella Legione di Udi-ne, da poco scomparsi: il Col. Ennio De Marchi, mio collega del 60° Corso in Accademia e il M.M. Bruno Mosele, grande campione di fondo e allenatore intelligente; insieme abbiamo vinto la gara di pattuglia 1966, conducendo la volata, dopo 24 km, contro la fortissima squadra della Scuola Alpina.

La foto in basso ritrae: Il Comando Legione di Udine, marzo 1966: il gruppo sciatori posa con i trofei aggiudicatisi nelle vittoriose Gare Invernali appena concluse; in piedi, da sx: 1) Brig. Bruno Mosele olimpionico di sci di fondo, 2) Brig. Giacomo Gaio campione regionale di fondo, 3) Ten. Salvatorico Cuccuru fondista e discesista, 4) App. Elio Buzzi campione regionale di discesa libera, 5) Cap. Ferdinando Croce fondista e discesista, 6) Fin Bruno Togni fondista, 7) Fin. Giancarlo Benedetti discesista, 8) Col. Ferdinando Natale, Comandante della Legione, 9) Fin. Armando Zambotti, fondista, 10) Fin. Ennio Pettinari fondista, 11) Cap. Tommaso Santamaria, Comandante della Compagnia di Tarvisio, 12) Fin Ivo Andrich discesista, 13) Ten. Ennio Demarchi fondista e discesista, 14) Fin. Giovanni Fadda fondista, 15) Fin. Eliseo Sartor campione regionale di fondo, 16) Brig. Giuliano Cesco Casanova fondista, 17) Brig. Francesco Zaramella fondista, 18) Fin. Virgilio Divan fondista;in ginocchio: 1) Fin Alfredo Festa campione regionale di fondo, 2) Brig. Giuliano De Stefani campione regionale di slalom gigante e speciale, 3) Fin. Bruno Ambrosi fondista, 4) Fin. Giovanni De Candia fondista, 5) Fin. Italo Vuerich fondista e biathleta, 6) Fin. Giuseppe Loranti fondista, 7) Fin. Franz Brunner fondista, 8) Fin. Bruno Ceol discesista.

Nella foto a lato: Passo Rolle, cerimonia conclusiva dell’edizione 2011 delle Gare Invernali della Guardia

di Finanza.

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L’Angolo della SALUTE“L’angolo della salute” in questo numero è a cura di Gaspare Elios Russo

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CONOSCERE E PREVENIRE LE MALATTIE RENALI OGGI: UN DOVERE ED UNA POSSIBILITÀ CONCRETA!

CONOSCERE E PREVENIRE LE MALATTIE RENALI OGGI: UN DOVERE ED UNA POSSIBILITÀ CONCRETA!

a Malattia Renale Cronica (MRC) risulta essere un problema di grande rilevanza Ldella sanità pubblica. Nella popolazione

adulta circa 1 individuo ogni 10 risulta essere affetto da insufficienza renale moderata, cioè con una funzione renale (espressa come Filtrato Glomerulare) dimezzata o più che dimezzata rispetto alla norma (VFG 90-110 ml/min.). In Ita-lia il problema è virtualmente sconosciuto dalla popolazione generale per la scarsezza o assen-za di sintomatologia in corso di nefropatie croni-che e, spesso, largamente sottovalutato dai medici di medicina generale ed ignorato dagli organi di governo della sanità pubblica regionali e/o nazionali. Nel rapporto Censis del 2009 sono riportati i dati epidemilogici al 2005 relativi ai soggetti in dialisi e trapiantati. Abbiamo 41.478 pz.in dialisi (SIN-RIDT ) e 17.226 pz. trapiantati. Dal 1999 al 2004 per quanto concerne i pazienti prevalenti in Italia si è avuto un aumento consistente del numero dei dializzati per milione di abitanti (da 628 PMP a 760 PMP). Per i pazienti incidenti si va da 131 per milione di abitanti a 159 con un progressivo invecchiamento della popolazione, anche se si evidenzia una migliore sopravvivenza di pazienti con comorbidità (soprattutto malattie cardiova-scolari). I fattori di rischio per la compar-sa/progressione della MRC sono in gran parte comuni a quelli per le malattie cardiovascolari; i pazienti con diabete, ipertensione, malattie car-

diache, obesità, età elevata, fumatori e basso livello d'istruzione hanno maggior probabilità d'essere affetti da MRC. Gran parte delle malat-tie renali si comportano come dei “killer silenzio-si” ed operano indisturbate, senza sintomi per anni e, quando i loro effetti si rivelano, può esse-re tardi per correre ai ripari. L'attenzione nei loro confronti è dettata dall'esigenza di prevenire l'insufficienza renale cronica e di ridurre il rischio cardiovascolare, che aumenta sensibilmente già in presenza di un'insufficienza renale lieve. La connessione tra cuore e reni è molto com-plessa e nello stesso tempo integrata. Il coinvol-gimento di questi due importanti organi ha fatto coniare il termine di “Sindrome Cardiorenale”. Nell'antica medicina cinese era già noto che ci fosse una stretta relazione tra cuore e rene: il cuore era l'organo Yang, deputato al governo del fuoco, mentre il rene era l'organo Yin, deputato al governo dell'acqua, ed entrambi si influenza-vano vicendevolmente. La sindrome cardio-renale è pertanto quella condizione patologica nella quale una disfunzione acuta o cronica a livello cardiaco o renale provoca rispettivamente un insulto acuto o cronico a carico dell'altro orga-no. Questo termine, coniato recentemente nel 2010, è stato scelto appositamente per sottoli-neare la bi-direzionalità del processo patologico. Esiste una complessa e reciproca interazione tra i due sistemi, cardiaco e renale, tesa a man-tenere un'adeguatezza del circolo necessaria a un buon funzionamento di tutto il corpo. Il siste-ma cardio-renale è implicato nella risposta e nel mantenimento dell'omeostasi circolatoria: il cuo-re, attraverso la regolazione della gittata cardia-ca, del tono vascolare, dell'ossigenazione e delle perfusione tissutale periferica; il rene attra-verso la regolazione di diuresi e natriuresi e del mantenimento dell'omeostasi intravascolare. Il tutto intercalato all'interno di un complesso sistema di signalling tra i due organi e tra essi e il resto del corpo, fatto di aggiustamenti in risposta a segnali, ormonali o meno, che hanno come scopo principe il mantenimento dell'omeostasi circolatoria. Se da una parte è vero che il siste-ma tende a mantenere l'adeguatezza del circo-lo, dall'altra è intuitivo che condizioni patologi-che che interessino uno dei due organi in modo acuto o cronico, inevitabilmente vanno a ripercu-otersi negativamente sull'altro provocandone, qualora non si intervenga prontamente, una disfunzione secondaria rispettivamente acuta o cronica. Nell'eziopatogenesi di questa comples-sa e articolata sindrome vediamo come sia pro-prio il sinergismo ed il reciproco influenzarsi dei

due sistemi a spiegarne le basi fisiopatologiche. Nelle sindromi cardiorenale due sono gli aspetti fondamentali da tenere in considerazione: la sequenza con cui gli organi vengono coinvolti, e la bi-direzionalità dei segnali che conduce all'instaurarsi di un circolo vizioso. Un altro aspetto importante è il contesto temporale in cui si verifica lo squilibrio (acuto o cronico). In tutti i casi, ci sono momenti in cui la prevenzione è pos-sibile, altri in cui la mitigazione dell'insulto è potenzialmente possibile, altri momenti ancora in cui debbono essere attuate delle strategie tera-peutiche. Per quanto concerne le MRC, le due principali cause della nefropatia cronica sono il diabete e l'ipertensione. Si è affetti da diabete quando si hanno concentrazioni troppo elevate di glucosio nel sangue che tendono a danneg-giare vari organi quali cuore, cervello, occhi e reni (nefropatia diabetica). Un controllo costante ed adeguato della glicemia rappresenta la miglior forma di prevenzione di danno renale nel paziente diabetico. L'ipertensione se non viene adeguatamente tenuta sotto controllo, può pro-vocare infarto, ictus e nefropatia cronica. La nefropatia cronica può essere a sua volta causa d'ipertensione. Altre condizioni possono essere causa di nefropatia cronica, come le glomerulo-nefriti (patologie che provocano infiammazione e lesioni delle unità filtranti dei reni (i glomeruli), le malattie ereditarie come il rene policistico che provoca la formazione di grandi cisti nel contesto del parenchima renale; malattie sistemiche auto-immuni come il LES o l'amiloidosi, neoplasie, patologie che provano un aumento di pressione nel sistema urinario come la calcolosi renale, l'ipetrofia prostatica, malformazioni congenite, come una restrizione degli ureteri o un anomalo sbocco degli stessi nella vescica, che provocano reflusso vescico-ureterale ed idroureteronefrosi, (stasi dell'urina), ristagno di urina in vescica che predispone e favorisce frequenti episodi di infe-zioni urinarie che possono evolvere in pieliti o pielonefriti croniche. La salute dell'organismo, dunque, dipende in larga parte da un perfetto equilibrio delle funzioni renali così da considera-re “il RENE” come un grande, invisibile direttore d'orchestra. I reni eliminano scorie e liquidi in eccesso, equilibrano i liquidi intracorporei ed alcuni elementi chimici. Rimuovono farmaci e tossine in circolo e rilasciano importanti ormoni per la regolazione della pressione arteriosa (re-nina), per la produzione di globuli rossi (eritro-pietina) e la mineralizzazione delle ossa (vit D). In corso di nefropatia cronica i reni perdono gra-dualmente le loro funzionalità. Per i soggetti più

Gaspare Elios Russo, Professore Aggregato di Nefrologia Prima Facoltà di Medicina - Sapienza Uni-versità di Roma Resp. U.O.S. Dialisi Peritoneale -D.A.I. Nefrologia Urologia Az. Policlinico Umberto I - Roma - Consulente nefrologo del Poliambulatorio FAF di Roma, diretto dal Dott. Riccardo Piccinni.

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a rischio di contrarre una nefropatia, soggetti che presentano uno o più dei fattori di rischio sopraelencati, è consigliabile consultare il pro-prio medico per un controllo ed o eventuali indi-cazioni precauzionali. Dopo la prevenzione infatti, un intervento tempestivo ed adeguato è la miglior arma di difesa contro la MRC; purtroppo invece molti pazienti giungono all'osservazione dello specialista nefrologo quando oramai il grado di danno renale è già in fase molto avan-zata, vicino al tanto temuto “punto di non ritorno”, superato il quale il passo verso la dialisi è breve. Che cosa fare per scoprire in tempo le lesioni renali? Innanzitutto stare attenti ai segni che ne possono indicare la comparsa: emissione di urine di colore scuro, “coca cola” o rosso san-gue, o con cattivo odore; anche la formazione di molta schiuma può avere un significato di anor-malità (proteinuria); così l'aumento notevole del volume urinario, specialmente nelle ore nottur-ne, e la presenza persistente di sete. Ancora edemi al volto o diffusi, aumento dei valori della pressione arteriosa oltre i limiti massimi di nor-malità (130/70), dolori in sede lombare (sino a vere e proprie coliche), senso di peso in sede renale non riferibile a lombosciatalgia; anemia, stanchezza, malessere importante senza appa-rente motivo; bruciore ad urinare, febbre (specie se con brividi), necessità di minzioni frequenti. Spesso è sufficiente eseguire alcuni semplici esami: misurazione della pressione arteriosa, esami del sangue, includendo l'assetto lipidico come indicatore di eventuale rischio ateroscle-rotico, l'analisi delle urine, un esame relativa-mente semplice e poco costoso che può dirci molto. La creatininemia permette di valutare il tasso di filtrazione glomerulare (GFR), indicato-re della funzionalità renale. Il GFR permette al medico di definire lo stadio di evoluzione della nefropatia e dovrebbe essere calcolato in base al valore della creatininemia, all'età, razza, sesso e ad altri fattori. (Tab. 1 in basso)

base proprio al valore di filtrato glomerulare pos-siamo dividere in 5 stadi la malattia renale. Il 1° e 2° stadio è caratterizzato da un VFG sostan-zialmente nella norma ma è presente iperten-sione o segni urinari di nefropatia ( proteinuria, ematuria). Nel 3°, 4° e 5° stadio il filtrato si ridu-ce drasticamente fino alla necessità di ricorrere alla dialisi e/ al trapianto. L'esame delle urine sta al rene come l'elettrocardiogramma sta al cuore, ma spesso tale esame non viene richiesto o se richiesto non viene adeguatamente eseguito, letto ed interpretato. Attraverso l'esame delle urine si possono raccogliere una serie di prezio-se indicazioni e/o informazioni su vari aspetti clinici del paziente (Diabete mellito, infezioni urinarie, stato di idratazione, nefropatia incipien-te, danno acuto o cronico renale, calcolosi rena-le). L'esame va effettuato sulla prima minzione del mattino, le cui urine risultano più concentra-te. Nella valutazione dell'esame si distingue una indagine fisica, una chimica e una microscopica. Nell'esame chimico viene valutato l'aspetto delle urine che, normalmente, deve essere limpido, il colore abitualmente giallastro e le cui variazioni possono essere dovute a vari fattori tra i quali la quantità di acqua ingerita o la presenza di ema-turia. Vi è poi l'odore che è definito “sui generis” legato alla presenza di ammoniaca. Di fonda-mentale importanza è il peso specifico, che varia da 1002 a 1030 è risulta indice di una buona effi-cienza dei reni nel diluire e a concentrare i liquidi introdotti. L'indagine chimica valuta altresì il pH delle urine, usualmente acido al mattino con valo-ri compresi tra 4,5-6. Una alcalinità persistente ( sopra 6) può essere indice di infezione delle vie urinarie. Lo studio del pH è importante ancora nella valutazione della calcolosi renale; un pH acido favorisce la precipitazione di cistina e acido urico, un ph superiore a 7 favorisce la cri-stallizazione del fosfato di calcio dell'urato di sodio e della struvite. La proteinuria deve essere assente in condizioni normali, i limiti fisiologici

sono di circa 150 mg nelle 24 h e l'aumento di essa è uno dei primi segni di pato-logia renale (glomerulare o tubulare). Infine al micro-scopio viene osservato il sedimento urinario dopo centrifugazione; nei sog-getti sani possono essere presenti un numero limita-to di cilindri, emazie e leu-c o c i t i ( 2 - 6 p c m ) .

L'ematuria microscopica (presenza di eritrociti > di 8-10) può avere un origine sia urologica ed in questo caso le emazie risulteranno ben conser-vate o provenire dai reni e quindi risultare dismorfiche (indice di nefropatia). La presenza di leucociti in numero elevato (15-20 e più) è indi-ce di infezione urinaria che si accompagna, come già detto, alla presenza di un Ph alcalino

Cittadini & PrevenzioneIL VILLAGGIO DELLA SALUTE

Il prossimo 8 ottobre la Sapienza Uni-versità di Roma ospiterà il Villaggio della Salute, un vero e proprio campus medico all'aperto che consentirà a tutti i cittadini di effettuare nell'arco della stes-sa giornata check-up diagnostici gra-tuiti (nefro-urologici e cardiovascolari) con medici specialisti pronti ad offrire la propria consulenza in caso di eventuali patologie.Organizzata dal Policlinico Umberto I Roma, sotto l'egida dello stesso Ateneo capitolino, l'iniziativa si svolgerà anche in collaborazione con il Poliambulatorio della Guardia di Finanza di Roma che, avvalendosi di personale qualificato for-n i rà un ospeda le da campo , un'ambulanza e un laboratorio analisi.

La funzione renale, nel suo complesso, viene determinata attraverso il calcolo del filtrato glo-merulare (VFG) attraverso diverse formule che esprimono la capacità del rene di purificare il sangue da scorie e tossine. Questo valore che normalmente è di circa 90/110 ml/min varia in modo fisiologico durante il corso della vita ten-dendo a diminuire con l'avanzare dell'età. In

( > 6). I cilindri cerei sono da considerare il mar-ker indicativo di grave danno renale in quanto rappresentano la trasformazione finale di ogni cilindro che è rimasto a lungo nel parenchima renale. Possiamo ancora riscontrare nell'esame microscopico la presenza di cristalli in relazione alla formazione di calcoli (di acido urico a fogli di ulivo, ossalato di calcio a busta di lettera, di fosfato a coperchio di bara). Eventuali alterazio-ni dei parametri valutati possono indirizzare il medico verso un certo iter diagnostico di appro-fondimento. Ad esempio una presenza persi-stente di proteine ( due esami risultati positiva a distanza di molte settimane) è un sintomo preco-ce di nefropatia, ed in questo caso il medico richiederà un approfondimento per capirne la causa attraverso l'esecuzione di altri esami come l'ecografia, la scintigrafia, la TAC ed in alcu-ni casi la biopsia renale. Risulta evidente quindi come il paziente stesso giochi un ruolo fonda-mentale nella prevenzione, diagnosi precoce ed eventuale gestione della MRC, soprattutto in termini di aderenza alla terapia ed alle norme di stile di vita che il medico gli consiglierà, in rap-porto al grado di evoluzione del danno ed even-tuali coomorbilità, e che sono indubbiamente le migliori armi per un buon esito.È fondamentale eseguire periodicamente questi semplici esami e controllarne l'andamento per evidenziare quanto prima eventuali anomalie che il medico valuterà se meritevoli di attenzio-ne. In molti casi una diagnosi precoce della malattia unita alla giusta cura possono rallentare o interrompere l'aggravarsi della nefropatia cro-nica, ma se dovesse rendersi necessario un trat-tamento sostitutivo ci sono comunque più opzio-ni tra le quali poter scegliere quella che meglio si adatta alle necessità del paziente (peritoneale o emodialisi) ed eventualmente eseguire un tra-pianto.

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A DUE PASSI DAL TIBET

di Mario Fait

SPEDIZIONI & TREKKING

uando l'amico Italo Zandonella Callegher, un giorno qualun-Qque del gennaio 2010, mi pro-

pose di partecipare ad un trekking in Nepal assieme a lui, non ebbi dubbi. Un viaggio al passo con Italo, Accade-mico del C.A.I. - e scrittore "di monta-gna"- con sulle spalle qualche cosa come ventiquattro esperienze tra spe-dizioni, trekking e simili sulle monta-gne del Mondo, era una occasione uni-ca, ghiotta, irrinunciabile. Poi si sa, gli inverni in Comélico sono impegnativi e favoriscono sogni e desideri di evasio-ni in luoghi soleggiati e arie nuove. Accettai senza indugi. Ci avrebbero accompagnato Giancarlo Zonta già fido compagno di cordata e di sci in molte salite alpine e in un primo viag-gio in Baltoro-K2 e tra l'altro anche lui come me "ex" sottufficiale della Guar-dia di Finanza Maurizio Dalla Gassa, un informatico alla sua prima espe-rienza del genere, gran sportivo, alle-natore di basket ed esperto ciclista e "arrampicatore" di passi dolomitici con una dichiarata e documentata capaci-tà di sofferenza ed adattamento, requisiti indispensabili al nostro caso.Quattro amici ben disposti a condivi-dere tutto il condivisibile come capita muovendosi nell'ambiente himalaya-no di quota. Quasi un breve ritorno (no-stalgico ?) ad una sorta di vita militare tra zaini affardellati e cameratismo obbligato.Mèta, pensata progettata e program-mata da Italo stesso, che per questo e per bagaglio (o dovremmo dire zaino) sarà il nostro "Leader" naturale: Un ampio giro ad anello partendo da Kat-hmandu e risalendo in parte la Valle del Trisuli', percorrendo per intero la Valle del Langtang fino ai piedi del Lan-gtang Lirung, sua elevazione massima di ben 7240 metri che segna il confine con il Tibet, non molto discosto dallo Shisa Pangma il quattordicesimo tra i giganti himalayani con i suoi 8031 metri; l'attraversamento del Gosain-kund Lekh, montagna sacra con una serie di suggestivi laghi e il punto mas-

simo di passaggio, il Lauribìna La (Pas-so) a quota 4610 metri. Discesa per la collaterale valle dell'Helambu. Il tutto ricompreso nel Langtang National Parck, una delle sette aree protette nepalesi che ospita tra le varietà geo-logiche, vegetali ed animali di eccel-lenza, due rarità, il Panda Rosso e il Leopardo delle Nevi.Ventiquattro giorni di viaggio di cui quindici di cammino, due di sobbal-zante jeep tra andata e ritorno, quattro di sosta e visita in città e tre di viaggio aereo tra coincidenze e attese.Così, il 9 novembre siamo a Dunche, quota 1960, villaggio capolinea dei vei-coli. Finalmente si comincia il cammi-no. Rumori motori e odori. I primi due sempre più lontani dietro le spalle e dietro alle... orecchie. Gli odori invece in una miriade di varianti di intensità e potenza, buoni delicati, floreali o più o meno indescri-vibili, quelli no!, resteranno fedeli com-pagni di viaggio fino all'ultimo giorno poiché sono parte integrante e identifi-cante dell'ambiente e del paesaggio. Ci accompagna una guida locale Sher-pa, Padam e due portatori Tamang,

giovani, mingherlini e nerboruti con ben 35 kilogrammi di peso ciascuno sulla schiena. Prima meta Kyanjin Gompa a quota 3950, ultimo agglo-merato di case di una breve serie quasi giornaliera di villaggi, dalle architetture essenziali e suggestive: basamento in pietre non sempre squa-drate a sostenere una struttura lignea talvolta lavorata con modanature, inta-gli e bassorilievi decorativi, spesso arti-stici. Per arrivarci ci impiegheremo quattro giorni, camminando per 6/8 ore a tappa, fermandoci per rifocillarci e pernottare in spartani e talvolta com-mentabili lodge adattati allo scopo. Dieta: riso, patate, minestre di verdure locali dalla durezza e dai sapori già per se caratteristici e comunque aggiustati da ampio uso di spezie, il classico Ciapati che è un pane tipo pia-dine emiliane ma fritto il più delle volte in olii dal colore scuro indecifrabile e dalla incerta provenienza, pollo bollito l'unica carne accessibile ai nostri pala-ti e stomaci occidentali. Il tutto accom-pagnato dall'immancabile black tee. Dislivelli giornalieri. Dal confronto tra le cartine topografiche tratte da inter-

Poco prima di arrivare a Kyanjin Gompa a m. 3.940 - sullo sfondo il Langtang Lirung m. 7.240. Da sinistra: Mario Fait, Maurizio Dalla Gassa, Giancarlo Zonta e Italo Zandonella

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net e acquistate a Kathmandu, som-marie e contraddittorie, l'idea fattaci e la realtà sul terreno, in progress... una sorpresa ad ogni svolta del sentiero. I saliscendi non si finiva più di contarli, né di percorrerli, poiché la morfologia di quella parte della media montagna himalayana è data da tutto un susse-guirsi confuso e complesso di rilievi morenici lasciati dal passaggio e ritiro dei grandiosi ghiacciai delle origini. Attorno a noi un susseguirsi ininterrot-to di terrazzamenti coltivati a riso. I sentieri raramente li percorrono di traverso o succede solo nelle parti sommitali negli attraversamenti di ver-sante; la norma è prenderli di petto, sia in salita che in discesa. In media mille metri alla volta, un giorno anche 1400, complessivamente ben più dei circa 15 mila calcolati a tavolino. E poi ci sono i ponti, ormai e fortunatamente in gran parte su funi di metallo ben saldi agli ancoraggi ma sempre trabal-lanti e adrenalinici verso il centro pro-prio sopra corsi d'acqua ripidi e vorti-cosi.Terminate le coltivazioni e fino ai tre-miladuecento metri di quota la vegeta-zione è rigogliosissima. E' la cosiddet-ta "foresta montana sempreverde" mista a foglia (betulle, querce, magno-lie) e conifere (cedri deadora e pini di rossburg) con alcune presenze più particolari come piante di bambù (ali-mento base del Panda Rosso) e i rodo-dendri che lì sono veri e propri alberi robusti e contorti, la cui fioritura a mag-gio e giugno da un tono ed una atmo-sfera assai ricercate.Noi siamo molto affascinati e incurio-siti da un simile ambiente però, non vediamo l 'ora di oltrepassare quell'orizzonte vegetazionale ed entrare nel successivo che ci è più con-geniale. La brughiera e la prateria (al-pina) con gli yak al pascolo, possenti e pelosissimi e le pareti rocciose arci-gne e soleggiate, preludio alle grandi montagne, che si innalzano subito ver-ticalissime ai due lati della valle anco-ra stretta ma che va pian piano allar-gandosi con il nostro procedere cadenzato.A Kyanjin Compa ci aspetta il giorno di r iposo per i l completamento dell'acclimatazione. Già da tempo con Giancarlo accarezzavamo l'idea di uti-lizzare quella occasione per salire ulte-riormente al Kyanjin Ri, un monte roc-cioso e di rade erbe alto 4700 metri,

posto proprio di fronte all'ampio catino del ghiacciaio superiore del Langtang Lirung, allo scopo di fare delle foto e rivelare ai nostri occhi tutta la maesto-sità della montagna che dal villaggio di fondovalle, troppo addossato al pen-dio, non è visibile nel suo grandioso ed articolato insieme che si eleva fino alla vetta appuntita per 3.430 vertiginosi metri. Non solo. Da lassù, di infilata tra alte creste innevate e pareti che acca-rezzano i seimila metri, in direzione nord est, dovremmo vedere il Re della zona, lo Shisa Pangma, appena poco più in là del confine tibetano.Detto fatto quel mattino alle otto in punto ci incamminiamo per la ripida traccia che monta il versante alle spal-le del villaggio, cielo sereno e aria friz-zantina, il sole è ancora nascosto da un picco appuntito che domina il ver-sante opposto.Davanti a noi due la Guida Padam, passo cadenzato e sicuro, il fiato così rimane sotto controllo. Attorno ai 4.200 metri di quota, ci supera veloce e ine-sorabile, portata da un vento incalzan-te una nebbiolina sfrangiata e radente il pendio, dapprima a banchi intermit-tenti, poi sempre più compatta e coprente. Non ci lascerà più. Arriviamo lenti e concentrati ad una anticima, lo Tserkori, 4.550 metri per l'altimetro dell'amico e lì, un poco sfiduciati e per-cossi da un vento teso e freddo prove-niente dal Tibet, decidiamo di fermarci. Panorama zero. Foto, solo alcune di

rito da soli e con la Guida, tra i tipici fila-ti delle bandierine di preghiera buddhi-ste che qui hanno la funzione delle croci sulle nostre montagne di casa. Sono lì a "sbandierare" ai venti le invo-cazioni che portano stampate per aggraziarsi o sedare, a seconda delle esigenze, le numerose e capricciose divinità dell'olimpo tibetano. In quel momento certo assai arrabbiate. Scen-diamo veloci, contenti almeno del nostro stato fisico ottimale. Personal-mente provo una sensazione strana, indefinita: fin da ragazzo ho in mente il Tibet ed ora sono qui, non è ancora ciò che desidero, ma sono qui a due pas-si... Saremmo potuti salire ancora, non mancava più molto, ma c'è tanto cam-mino da fare nei prossimi giorni ed è preferibile essere dosati e parchi. Rag-giunti gli altri due amici al villaggio tro-viamo il modo, come avevamo spera-to, di entrare nel piccolo Compa, il Tem-pietto buddhista poco a monte del vil-laggio, per ricordare con alcune sem-plici parole un alpinista italiano, Bruno Crepaz, caduto sul Lirung di ritorno dalla conquista della cima per l'inviolato Spigolo sud, era l'anno 1983. Triestino, Accademico del Club Alpino Italiano e amico di Italo, ci siamo detti che, trovandoci da quelle parti, non potevamo non dedicargli un pensiero. Il luogo, con gli affreschi alle pareti raffiguranti vari Buddha e altre figure terrifiche e gli addobbi liturgici assai suggestivi, ci parve particolare e

Risalendo il Gosainhund Lekh un punto panoramico verso nord.

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addentrammo nella discesa della valle dell' Helambu. dell'avventura. Il rientro nel caos metropolitano della capitale, dopo tanti giorni di vita in una dimensione lontanissima dalle nostre consuetudi-ni occidentali, è quasi desiderato.Anche se camminando affiancati di giorno o alla sera contemplando la volta stellata, abbiamo esercitato a lungo l'arte della conversazione, disquisendo sulle impressioni, le diffe-renze o le similitudini. Indescrivibili le sere sotto le stelle, ti rimangono negli occhi e nella mente e piano piano pas-sano a stabilirsi nel cuore.Appagata e rassegnata la voglia di montagne non ci rimane che il tour cit-tadino d'obbligo nei cinque luoghi sim-bolo di quella civiltà, Shwayambunath tra le offerte agli dèi, Durbar Square inglese e vagamente nostalgica, Patan cuore della storia nepalese, Bodhanath centro di fede ed arte bud-dhista, Pashupathynath sconvolgente per i falò della cremazione dei defunti a cielo aperto.Una esperienza profonda fascinosa ed emozionante e anche faticosa, che però ci ha ritemprato lo spirito, ma che può portare il contagio di una certa malattia, una sorta di "mal di Himala-ya", non più curabile una volta preso, ma alleviabile almeno un poco se di tanto in tanto si riesce a ritornare sotto quei cieli.

Siamo ormai al termine

indicato allo scopo. Sapevamo di por-tare pensieri cristiani in un mondo bud-dhista ma eravamo certi che il Padre Eterno o Shiva o Visnù, comunque venga chiamato è uno solo ed essen-do infinitamente buono e comprensi-vo, avrebbe sicuramente capito le nostre buone intenzioni. L'idea origi-naria sarebbe stata la salita al Campo Base della spedizione di allora, a quota 4.300, non lontanissimo dal vil-laggio, poi però il tempo aveva preso quella brutta piega.Purtroppo quel fenomeno meteorolo-gico ci tormentò puntuale tutti i giorni seguenti impedendoci così di godere appieno i panorami e le visioni cui ave-vamo aspirato fin da casa. Peccato, anche se era una evenienza da mette-re in conto. Ma quel mondo non finiva lì, ne eravamo consci.Guardandoci meglio attorno, riscopria-mo la gente del luogo. Immigrati da tempo immemore dal vicino Tibet, un formicolio di donne ed uomini intenti nelle loro semplici e vitali occupazioni: pascolare animali, trasportare carichi, tagliare legna, coltivare orticelli più che essenziali, accogliere noi sempre con il sorriso sulle labbra, raccogliere i "de-positi" degli yak e disporli poi ordinata-mente a seccare al sole, integreranno in inverno lo scarso legname per il fuo-co. Le donne vestono costumi colorati, tipici delle loro varie etnie tibetane Sherpa o Tamang o Gurung. Pochi gli uomini in costume, sopratutto gli anziani. Molti giovani invece sono abbi-gliati all'occidentale, jeans, maglie in pile e giacche anche tecniche, anche griffate.18 novembre. Stiamo attraversando il Passo Lauribina, 4610 metri culmine del trek, tempo bello cielo azzurrissi-mo, vento teso e abbastanza freddo e insistente da farci indossare giacca imbottita berretto e guanti.Dopo tre giorni di permanenza sopra i quattromila ci lasciamo alle spalle le grandi montagne. In lontananza verso nord al di là della vallata riconosciamo rivestiti da nubi tormentate, il Lan-gtang Lirtmg, il Ganesh di oltre sette-mila metri, poco più a sinistra l'Annapurna e il Manaslu da ottomila e più, e ad est lo Schisa Pangma quasi completamente nascosti dalla fascia nuvolosa. Ai nostri piedi cinque dei diciannove laghi sacri di Gosainkund, distribuiti a livelli diversi in una articola-ta e scalinata morfologia di piani e val-

lecole che trattengono le acque, tra ghiaie e rocce placconate della regio-ne montuosa che stiamo attraversan-do. Da quei laghi collegati fra loro e da una altissima cascata finale nasce il fiume Trisuli che dopo molta strada verso sud si immette nel grande fiume sacro, il Gange.Qui tutto è sacro. In questi luoghi, nel bel mezzo di un mondo completamen-te buddhista lamaista, ad agosto di ogni anno giungono migliaia di pelle-grini Indù fin dalla lontana India, gran-de e inascoltato esempio di conviven-za tra religioni che sarebbe bene emu-lare anche altrove...La religiosità qui non si vede solo, si respira si sente nell'aria. Ad ogni incro-cio o tratto del sentiero si trovano numerosissimi Ciortem e Stupa, sacelli corrispondenti alle edicole sacre delle quali è altrettanto ricca la geografia di casa nostra, contenenti l'immagine dipinta di una delle nume-rosissime raffigurazioni del Buddha o del dio Ganesh dalla testa di elefante, e i muri Mani, cumuli regolari di pietre piatte su cui sono incise preghiere ed invocazioni in caratteri sànscriti carat-teristici del lamaismo.Di nuovo scendiamo e risaliamo innu-merevoli e sfibranti volte, attratti sem-pre di più da quelle testimonianze della religiosità popolare e dai Compa presenti in ogni villaggio, più belli e ric-camente addobbati a mano a mano ci

A due Passi dal Tibet, da sinistra: Mario Fait, Italo Zandonella, Maurizio Dalla Gassa, inginocchiato Giancarlo Zonta al Passo Laurisina m. 4.610

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A. LA SUCCESSIONE TESTAMENTA-RIA

1.Principi generali

Il testamento è l'atto con il quale una persona dispone di tutte le proprie sostanze o di una parte di esse per il tempo in cui avrà cessato di vivere (art. 587 c.c.) ed ha, normalmente, un con-tenuto patrimoniale; al suo interno pos-sono essere manifestate anche dispo-sizioni non patrimoniali, quali il ricono-scimento dei figli naturali (art. 254 c.c.) che, per legge, è irrevocabile (art. 256 c.c.).Ad eccezione di quest'ultima ipotesi, vige l'inderogabile principio della revo-cabilità del testamento, secondo il quale il testatore potrà sempre togliere valore al testamento già fatto o modifi-carlo. Ogni clausola contraria è infatti priva di effetto (art. 679 c.c.).

2. Capacità di testare

Il testamento è un atto strettamente per-sonale e non è ammessa la rappresen-tanza né volontaria, nè legale. La capa-cità di testare è, pertanto, conferita dalla legge soltanto a chi è pienamente capace di agire. Sono, quindi, esclusi gli “incapaci” e cioè :

a. i minorenni;

b. gli interdetti per infermità di mente;

c. gli incapaci naturali (coloro che, ben-ché non interdetti, risultino incapaci di intendere e di volere al momento in cui hanno fatto testamento).

Il testamento di una persona incapace è, quindi, annullabile; l'impugnativa può essere proposta, da chiunque vi abbia interesse, entro 5 anni dall'esecuzione del testamento (art.

591, comma 3, c.c.). Nel caso in cui la volontà manifestata sia frutto di violen-za, dolo o errore, il testamento può essere impugnato da chiunque vi abbia interesse ed i 5 anni decorrono dal gior-no in cui si è avuta notizia di tali vizi della volontà (art. 624 c.c.). L a v i o l e n z a c h e d e t e r m i n a l'annullabilità del testamento è quella morale; se essa assume il carattere della violenza fisica, considerato che esclude totalmente la volontà del sog-getto costretto in tal modo a fare testa-mento, l'azione è proponibile senza limi-ti di tempo (nullità).Premesso che in materia testamentaria si è soliti parlare di “captazione”, è il caso di precisare che si è in presenza di un'attività dolosa quando vengono uti-lizzati, coscientemente, mezzi fraudo-lenti (non sono sufficienti semplici con-sigli, sollecitazioni, blandizie, promes-se; cfr. Cass. Civ. II sez. 27 febbraio 1991, n. 2122), idonei a trarre in ingan-no il testatore e ad indurlo a disporre in modo difforme da come avrebbe deci-so.L'errore sul motivo, sia esso di fatto o di diritto, è causa di annullamento della disposizione testamentaria, allorché il motivo risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre (ad es. è impugnabile la dispo-sizione testamentaria a favore di un soggetto e così motivata:“nomino erede Tizio perché mi ha sal-vato la vita”, qualora la vita sia stata sal-vata da un soggetto diverso da Tizio).

3. Capacità di ricevere per testamen-to

In tema di successione testamentaria vigono i principi generali in materia di capacità di succedere, applicabili anche in assenza di testamento. Sono, pertanto, capaci di succedere le perso-ne fisiche che al momento dell'apertura della successione siano già nate ed ancora in vita ed, inoltre, tutti coloro che, in quel momento, siano concepiti (il codice presume concepito al tempo dell'apertura della successione chi è nato entro i 300 giorni dalla morte della

persona della cui successione si tratta). Soltanto nel caso in cui la successione avvenga per testamento, possono essere nominati eredi anche soggetti ancora non concepiti, purché figli di una persona v iven te a l momento dell'apertura della successione (art. 462 c.c.).Sono, infine, capaci di succedere, ma solo per testamento, le persone giuridi-che, le associazioni, le fondazioni e gli enti non riconosciuti, i quali possono conseguire eredità e legati senza la necessità di ottenere alcuna autorizza-zione governativa.

4.Forme di testamento

Esistono diverse forme di testamento:

a. il testamento olografo (art. 602 c.c.);

b. il testamento per atto di notaio, che si distingue in:- testamento pubblico (art. 603 c.c.);- testamento segreto (art. 604 c.c.).

Il testamento olografo deve essere scritto per intero, datato e sottoscritto a mano dal testatore. Il testamento scritto a macchina oppure per mano di un'altra persona e sottoscritto dal testatore non ha alcun valore, in quanto viene meno la possibilità di accertare la provenien-za del documento. La data comprende l'indicazione del giorno, del mese e dell'anno in cui il testamento è stato scritto; tuttavia può essere indicata anche per equivalenti (per esempio Pasqua 2009, Natale 2010), purché, con l'aiuto del calenda-rio, si possa ricostruire il giorno esatto della sua redazione.La sottoscrizione deve essere posta alla fine delle disposizioni, pena l'invalidità dell'atto. Essa, di solito, è composta dal nome e dal cognome, ma può essere costituita da qualsiasi indi-cazione (ad es. lo pseudonimo), purché designi con certezza la persona del testatore.Il testamento olografo può essere con-servato in un luogo segreto, facendo in

L’Angolo del DirittoL’Angolo del Diritto

Avv. Alessandra Carra

Il Testamento

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modo che venga rinvenuto al momento opportuno; va tenuto presente, però, che si corre il rischio di smarrimento, furto o incendio del documento. Il modo migliore è quello di depositarlo presso un notaio, il quale redige un verbale alla presenza di testimoni, da cui risulta l'avvenuto deposito.In alternativa al deposito presso un notaio, è utile redigerne più copie (tutte aventi lo stesso contenuto, datate e sot-toscritte a mano dal testatore), da con-servare in luoghi diversi e possibilmen-te affidarle a persone diverse. E' oppor-tuno fare menzione nel testamento della redazione in più copie e del loro numero.

Il testamento pubblico è redatto da un notaio al quale il testatore, in presenza di due testimoni, dichiara la sua volon-tà. Successivamente alla sua redazio-ne, ne viene data lettura in presenza dei due testimoni.L'atto deve indicare il luogo, la data del ricevimento e l'ora della sottoscrizione e deve essere sottoscritto dal testatore, dai testimoni e dal notaio. Il testamento pubblico presenta meno semplicità for-male rispetto a quello olografo, ma garantisce che sia accertata la prove-nienza dell'atto dal testatore.In quanto atto pubblico, poi, è dotato di una particolare forza probatoria, in quanto fa piena prova, fino a querela di falso, delle dichiarazioni del testatore. Infine, si evitano i rischi di dispersione del documento o di distruzione dello stesso da parte di persone interessate.

Il testamento segreto è un testamen-to, sigillato, che viene depositato pres-so un notaio alla presenza di due testi-moni. Il testamento segreto non richie-de l'autografia (come quello olografo) e, pertanto, può essere scritto dal testa-tore (e poi da questo sottoscritto alla fine delle disposizioni), da un terzo oppure ricorrendo a mezzi meccanici (in questi due casi il testatore deve apporre la sottoscrizione in ciascun mezzo foglio, unito o separato).Il notaio, al momento della consegna, redige un “atto di ricevimento” che viene sottoscritto dal testatore, dai due testimoni e da egli stesso. Il testamento segreto ha, rispetto al testamento pub-blico, il vantaggio dell' assoluta riserva-tezza delle disposizioni in esso conte-nute e, rispetto al testamento olografo, presenta il vantaggio di una maggiore garanzia di conservazione.

B. LA SUCCESSIONE NECESSARIA

Il nostro ordinamento prevede che cia-scuno possa disporre liberamente dei propri beni mediante testamento, pur-ché non siano lesi i diritti che la legge assicura ai congiunti più stretti (legitti-mari), che hanno diritto ad una quota dei beni ereditari anche contro la volon-tà del testatore.I legittimari non comprendono tutte le categorie di successibili legittimi (ossia tutti coloro che succedono per legge in mancanza di testamento), ma solo colo-ro che sono legati al de cuius dai più stretti vincoli familiari: il coniuge, i figli

(naturali, legittimi, legittimati e adottivi) e, in assenza dei figli, gli ascendenti legittimi.

Se all'apertura della successione vi sono dei legittimari, il patrimonio eredi-tario si distingue in due parti:a. disponibile: quota parte del patri-monio della quale il testatore era libero di disporre per testamento, attribuen-dola a chiunque avesse voluto.

b. legittima: quota del patrimonio della quale il testatore non poteva disporre perché spettante per legge ai legittima-ri.

SE IL CONIUGE È VIVENTE

SENZA IL CONIUGE

La sottoriportata tabella esprime la situazione delle successioni ereditarie nelle

quali è presente un testamento.

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27FiammeGialle - 2011Luglio

Mini-RADUNI

3° Giorno - 2 Dicembre 2011.Il 1° Dicembre 2011, nel 40° Anniversario Prima colazione in hotel e partenza per una escursione dell'arruolamento AA.FF. di Roma sarà orga-a Sorrento (intera giornata). La costiera Amalfitana - nizzato un Raduno Nazionale a Roma presso Pompei - Napoli. Pranzo di saluti a Sorrento e conse-

l'Hotel Ergife, Via Aurelia 619 gna ai partecipanti una medaglia ricordo. In serata par-tenza per Roma per il rientro. Pernottamento.

4° Giorno - 3 Dicembre 2011.Prima colazione in hotel - mattinata libera - fine del 1° Giorno - 30 Novembre 2011.raduno.Arrivo dei partecipanti nel pomeriggio presso l'Hotel

Ergife, sistemazione in Hotel, cena e pernottamento.

2° Giorno - 1° Dicembre 2011.Dopo la prima colazione in hotel, con pullman G.T. tra-sferimento in viale XXI Aprile e visita alla caserma (la stessa dove 40 anni fa inizio la nostra avventura come AA.FF). Ci sarà una messa celebrata da un cappellano militare. Pranzo. Pomeriggio visita alla Città Cattolica con guida. In serata Cena in un ristorante tipico con musica, sull'Appia Antica. Rientro in hotel - pernotta-mento.

PROGRAMMA

o Nel 51 anniversario dall'arruolamento, gli ex allievi finanzieri del Corso “Latemar II” ( arruolamento aprile-ottobre 1960 ), nei giorni 3, 4 e 5 giugno scorsi, sono ritornati, a Predazzo, presso la Scuola Alpina per il loro Raduno.Numerosi sono stati i partecipanti, che, accompagnati dai propri familiari e amici, hanno potuto incontrarsi, riconoscer-si, abbracciarsi e passare qualche ora insieme, come un tem-po, tra ricordi ed emozioni.La Scuola Alpina ed il suo Comandante, Col. Secondo Alcia-ti, hanno accolto i radunisti in un premuroso e caldo abbrac-cio, offrendo loro ospitalità, totale disponibilità e concreto apporto organizzativo.E' stato per tutti gli intervenuti, senz'altro, un incontro nel segno della continuità tra il passato, da loro rappresentato, ed il presente ed il futuro della Scuola, di cui i giovani allievi, frequentatori dell'attuale corso, sono espressione.Oltre alla cerimonia del raduno vera e propria, hanno carat-terizzato l'evento l'omaggio ai caduti, con la deposizione delle corone; la Santa Messa celebrata nella Chiesa SS. Apostoli Filippo e Giacomo di Predazzo; la visita al Museo Geologico delle Dolomiti. Molto apprezzata dai radunisti è stata la proiezione di un documentario sulla Scuola Alpina, vincitore del Festival Internazionale della montagna di Trento, nel 1965, presentato dal Gen. Carlo Valentino.Una gita nelle stupende località trentine ha chiuso la manifestazione.Per il successo ottenuto dal raduno, i ringraziamenti dei partecipanti sono andati al Comitato organizzatore, composto da Felice Bat-tistini, Mauro Cappelli, Antonio Puliatti, Alessandrantonio Rodilossi e Bruno Scanu, che hanno lavorato con impegno e pazienza per rendere possibile l'evento.Per l'ospitalità e l'organizzazione fornite, l'applauso più sentito è stato, comunque, tributato alla Scuola Alpina, che è, senz'altro istitu-to di formazione professionale, di carattere e di specializzazione, ma, con il tempo, è assurta a simbolo di umanità, di amalgama, di appartenenza.

(Mauro Cappelli)

RADUNO DEL 25° CORSO AA. FF. - “LATEMAR II”

RADUNO NAZIONALE CORSO 1970/1971 AA.FF.Viale XXI Aprile, 51 - 00162 ROMA 1° RADUNO NAZIONALE 1970/1971

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Sezioni del Friuli Venezia Giulia

Sezione di Dongo

Una nutrita rappresentanza delle Sezioni A.N.F.I. del Friuli Venezia Giulia, con i rispettivi Presidenti e con il Consigliere Nazionale Ten. Col. Vincenzo d'Amato, giovedì 7 luglio 2011 hanno partecipato a Trieste alla solenne cerimonia per il “passaggio di consegne” del Comando Regionale Friuli Venezia Giulia della Guardia di Finanza di Trieste, tra il Gen. B. Gianluigi Miglioli (cedente) ed il Gen. B. Walter Manzon (subentrante).La cerimonia di avvicendamento si è tenuta nella caserma “Campo Marzio” sede del Comando regionale, alla presenza del Gen. C.A. Pasquale Debidda Comandante Interregionale dell'Italia Nord-Orientale e delle più alte cariche civili, militari e religiose della Regione. Il Gen. B. Walter Manzon, proveniente dal Comando provinciale di Venezia, dove ha ricoperto l'incarico di Comandante, è nato a Roma nel 1958, è sposato ed ha tre figli. Entrato in Accademia nel 1977, nel corso della carriera ha ricoperto incarichi di vertice, sia in reparti di istruzione sia in ambiti operativi e di polizia tributaria. E' laureato in Giurisprudenza, in Economia e Commercio e scienze della sicurezza economico-finanziaria. Il Gen. B. Gianluigi Miglioli è il nuovo Capo di Stato Maggiore del Comando Interregionale di Venezia.

Nelle foto: in alto, Lo schieramento delle Sezioni A.N.F.I. del Friuli Venezia Giulia. A lato, l'incontro di una delegazione delle Sezioni A.N.F.I. del Friuli Venezia Giulia con il Gen. C.A. Pasquale Debidda Comandante Interregionale dell'Italia Nord-Orientale della Guardia di Finanza

Vita nelle Sezioni

In occasione del 13° Anniversario del gemellaggio di Dongo (CO) - Arrromanches "F", la Sezione A.N.F.I. è stata invitata nella sala d'oro del Comune di Dongo per l'evento.Arromanches e Dongo hanno in comune la fine della seconda guerra mondiale e la conquista della libertà; Dongo, perché qui è avvenuta la cattura di Mussolini e dei suoi gerarchi, Arromanches per lo sbarco in Normandia " D-day" del 6 Giugno 1944.

Nella foto il Sindaco di Dongo geom. Mauro Robba, il Sindaco di Arromanches Sig. Patrick Jardin nominato Baronetto dell' Impero Britannico dalla Regina d'Inghilterra, il presidente della Sezione di Dongo Brig. C. Cav. Saverio Mandriota e il portabandiera Brig. C. Michele Puccio.

28 FiammeGialle - 2011Luglio

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Sezione del Pescara

Sezione di Mestre

Dal 30 aprile al 1° maggio 2011, finan-zieri in congedo ed in servizio iscritti al sodalizio ANFI della Sezione di Pescara, con i propri familiari, hanno trascorso il fine settimana nelle località di Gaeta e Ventotene per fini socio - culturali. Nel corso delle predette giornate, la disponi-bilità e ospitalità del Comandante della Scuola Nautica di Gaeta Col. t.SFP Mar-cello Marzocca e dei suoi collaboratori, per far visita alle Caserme “Bausan” - “Ca-vour” - “Mazzini”, ha posto in evidenza i sentimenti di fratellanza, solidarietà e unione fra i militari in servizio e in conge-do della Guardia di Finanza così come auspicato nelle finalità espresse nel nostro Statuto. Nella mattinata del 30 aprile il gruppo ANFI, accolto in piazza Traianiello da colleghi in servizio, è stato condotto, a bordo dei mezzi in dotazione alla Guar-dia di Finanza, dapprima alla caserma “Bausan” per poter effettuare la visita alle navi scuola agli ormeggi “Giorgio Cini”, “Mazzei” e “Vaccaro“; successivamente alla caserma “Cavour” sede del Comando Scuola ed infine al Castello Angioino-Aragonese sede della caserma “Mazzini” visitando, la Cappella Reale, il museo storico navale con all'interno armi, reperti storici, equipaggiamenti, attrez-zature di bordo, divise dell'epoca, modelli di unità navali di epoche diverse ed infine le vecchie celle di rigore riservate ai militari in ser-vizio per motivi disciplinari “spiacevole ricordo di alcuni soci ramo mare in servizio in anni precedenti”. Il Lgt. Pignatiello - delegato dal Col. Marzocca - ha fatto visitare le predette unità navali con una dettagliata e professionale illustrazione storico-operativa. Il Presi-dente della Sezione ANFI, S.Ten. Totaro, ha donato il crest della Sezione A.N.F.I. di Pescara, al Lgt. Pignatiello che ha ricambiato con il crest della Scuola Nautica di Gaeta (nella foto).Nel pomeriggio sono state effettuate visite: alla Montagna Spaccata sovrastata dal Santuario della SS. Trinità, percorrendo le visce-re della montagna, ove lungo la stretta fenditura della roccia si nota la forma di una mano, con le cinque dita nella roccia, che secon-do leggenda si sarebbe formata nel momento in cui un marinaio turco miscredente si era appoggiato alla roccia che miracolosamen-te divenne morbida sotto la sua pressione; alla Grotta del Turco che sorge ai piedi della montagna con sbocco sul mare, facente parte sempre della fenditura della roccia, raggiungibile percorrendo 265 scalini; alla Chiesa della SS. Annunziata con all'interno la Cappella d'oro rinascimentale rivestita da un boiserie d'oro zecchino, con 19 tavole del Criscuolo raffiguranti l'infanzia di Gesù. Il 1° maggio la comitiva si è trasferita sull'Isola di Ventotene, che è la più piccola isola abitata delle Pontine poco più lunga di due chilo-metri. L'escursione guidata ha consentito di visitare: l'antico Porto Romano interamente intagliato nel tufo, gli imponenti resti arche-ologici di Villa Giulia, l'antico borgo marino ed il museo archeologico. La gita ben organizzata ha riscosso il plauso di tutti i parteci-panti.

Vita nelle Sezioni

“Crociera dell'Adriatico/Mediterraneo” per i soci della Sezione, presieduta dal Comm. Gaetano Fasu-lo, dal 7 al 14 maggio 2011. La prima meta del viag-gio è stata la sosta nella bellissima città di Bari, perla della Puglia con la visita alla suggestiva Cattedrale di San Nicola, patrono della città, e la passeggiata al bellissimo “Lungomare”. La navigazione è poi prose-guita verso la Grecia; impossibile non ripercorrere e gioire dei luoghi suggestivi di Efeso e di Olimpia ove si svolsero le prime “Olimpiadi”. La rotta successiva ci porta nella vivace Turchia, con i suoi minareti e le infinite Moschee. La tappa successiva, ci porta a Costantinopoli (oggi Istanbul); con i suoi 13 milioni di abitanti; confine tra Occidente ed Oriente. Per finire la visita alla città fortificata di Ragusa (oggi Dubrov-nik-Croazia). Nella foto i partecipanti alla crociera durante la “Serata di Gala” offerta dal Comandante a tutto il Gruppo A.N.F.I. con: il Commissario di Bordo, il Presidente della Sezione di Mestre, e delle Sezioni di Modena e Tirano oltre ad alcuni soci delle Sezioni di Mestre, Modena, Olbia, Tirano e Trento.

29FiammeGialle - 2011Luglio

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Sezioni di Parma e Reggio Emilia

Sezione di Luino

Spesso ci si incontra in manifestazioni ufficiali o semplicemente per caso e ci si ripromette di creare una apposita occasione per trascorrere qualche ora assieme, ma, normalmente, poi, non suc-cede nulla.Questa volta, tra “vecchi” colleghi di Parma e Reggio Emilia l'evento si è realizzato e, dopo pochi contatti, gli accordi sono stati presi: ci vediamo a Parma per una serata conviviale, per il primo di una lunga serie d'incontri! I Reggiani ed i Parmigiani guidati dai rispettivi presidenti, Mario Mazzuoli e Donato Carlucci, si sono, così, riuniti in un ristorante sulla, naturalmente, via Emilia e pri-ma, durante e dopo la cena, hanno rivissuto momenti operativi e di avventura trascorsi assieme nei vari posti e città ove hanno svolto servizio.Scambi di idee, aneddoti e particolarità di questo o quel collega o quel superiore, furbizie e preparazione dei soliti noti hanno riem-pito la serata. Il tempo e le ore sono trascorsi piacevolmente, quasi volando, senza noia e senza stanchezza, neppure per il novantaduenne Gaetano Breglia, vanto della Sezione di Parma, che ha prestato servizio, anche, a Reggio Emilia.Prima dei saluti finali, il presidente della Sezione di Parma ha disteso il Tricolore che un socio della Sezione di Reggio Emilia, Vito Zaccaria, gli ha, a suo tempo, donato, per ringraziarlo ancora e per ricordare anche in una occasione “leggera” il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia.

Vita nelle Sezioni

Dal 20 al 22 maggio, la Sezione ANFI di Luino (VA) si è recata a Trieste per l'annuale gita socio-culturale ove è stata accolta dai soci del Direttivo della Sezione di Muggia (TS).I partecipanti, accompagnati dal Presidente M.M.A. France-sco Leugio e da alcuni componenti del Consiglio Direttivo, sono giunti a Trieste ove, ricevuti dal Presidente della Sezio-ne di Muggia, Brig. C. Giuseppe Riontino e da alcuni consi-glieri, hanno visitato la magnifica città soffermandosi nei luo-ghi più suggestivi (Piazza Unità d'Italia, il Castello di Mirama-re, la Cattedrale di San Giusto ecc.).Il giorno 21 si sono recati nelle vicine Slovenia e Croazia visi-tando le cittadine di Portorose, Parenzo e Cittanova.Il giorno 22 sono ripartiti per recarsi al Sacrario di Redipuglia (vedi foto) per un doveroso saluto ai caduti e nella vicina Aqui-lea, famosa per le rovine paleontologiche romane del III e IV secolo.Tutti i partecipanti sono rimasti entusiasti per l'accoglienza e la disponibilità loro riservata, per la bellezza dei luoghi visitati non-ché per l'entusiasmo e lo spirito di aggregazione e di amicizia dimostrato in questi giorni.

30 FiammeGialle - 2011Luglio

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Il Consigliere Nazionale per la Liguria, Ten. Col. Antonio Marino, accompagnato da Mons. Giovanni Denegri, Cappellano Militare Capo, ha fatto visita al Sig. Rosario Monteleone, Presidente dell'Assemblea Legislativa della Regione Liguria al quale ha donato il crest dell'ANFI Liguria.

Sezioni Liguria

Consegnato dal Consigliere Nazionale, Lgt. Nicola De Marco, il diploma di socio onorario ANFI al Comandante Provinciale, Col. Giacomo d'Apollonio. Presente alla cerimonia il Comandante Regionale, Gen. B. Fernando Verdolotti, con il Presidente della Sezione Lgt. Giovanni Petrangelo ed il direttivo della Sezione.

Sezione di Trani Sezione di Tricase

Sezione di Isernia

Soci e familiari della Sezione hanno partecipato ud una gita socio culturale nella provincia di Salerno. Nella foto i soci nella Sala Consiliare del Comune di Buccino accolti dal Sindaco Prof. Pasquale Via.

Il Presidente della Sezione, Col. Giovanni Vecchio, con una delegazione di soci, ha partecipato alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia svoltesi a Battipaglia il 19 aprile 2011.

Il 9.4.2011, unitamente al Sindaco di Andria, Dott. Nicola Giorgino, una delegazione di soci, con il Lgt. Michele Costabile, ha partecipato ai festeggiamenti per i 100 anni della Sig.ra Nunzia Strippoli, madre del socio Brig. C. Francesco Fasanella.

Una delegazione della Sezione, presieduta dal Brig. C. Cav. Gaetano Calabrese, ha partecipato ai festeggiamenti per i 150 Anni dell'Unità d'Italia a Santa Maria di Leuca (Punta Ristola), estremo lembo del Paese.

Sezione di Nocera Inferiore Sezione di Eboli

Vita nelle Sezioni

31FiammeGialle - 2011Luglio

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Il 17 marzo 2011, l'Assoarma Provinciale, presieduta dal Comm. Filippo Di Lelio, ha organizzato la cerimonia dell'Alzabandiera in Piazza Cermenati di Lecco. Il Presidente della Sezione A.N.F.I., Comm. Di Lelio, ha deposto un omaggio floreale davanti alla Bandiera.

Sezione Lecco

Il 25 Giugno 2011, a Ischia, si sono uniti in matrimonio il Fin. Giuseppe Pesce, Socio della Sezione, con la signorina Anna Piro. Gli sposi con il papà Brig. C. mare Carmine Pesce, consorte e una rappresentanza della Sezione con il Presidente, Brig. C. Rocco Di Costanzo.

Sezione di Diamante Sezione di Modugno

Sezione di Ischia

Il 17 marzo 2011, una nutrita rappresentanza di soci della Sezione, presieduta dal Gen. B. dott. Carlo De Pace, ha partecipato alle celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia.

I soci e familiari della Sezione, con il loro presidente, Ten. Col. dott. Vincenzo d'Amato, unitamente alle rappresentanze delle Sezioni di Cormons, Udine e Cervignano, si sono ritrovati per festeggiare il carnevale. Con loro alcuni rappresentati dell'IPA e dell'Associazione dei Pensionati di Cividale.

Incontro conviviale dei soci, organizzato dal V.Presidente, M.M.A. cs Antonio Bacchi. Presenti il Prof. Ugo Calafiori e la socia benemerita Prof.ssa Elfrida De Luna, sorella del Cap. Giulio De Luna a cui è intitolata la Sezione di Diamante.

L'8 marzo 2011, il Presidente della Sezione, V.Brig. Antonio Bollino, ha donato il crest dell'Associazione alla Sig.ra Angela Pasquale Posa, socia benemerita dell'A.N.F.I. per la sua particolare vicinanza alla Sezione A.N.F.I. di Modugno.

Sezione di Nardò Sezione di Cividale del Friuli

Vita nelle Sezioni

32 FiammeGialle - 2011Luglio

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Vita nelle Sezioni

Dal 21 al 23 giugno, i soci delle Sezioni di Grosseto, Follonica e Orbetello – Monte Argentario hanno effettuato una gita sociale a Spoleto, Norcia e Cascia. A Norcia sono stati ricevuti nella sala del Consiglio Comunale dall'Assessore alla cultura, Carmelo Coccia.

Il Presidente della Sezione, M.M.A. Enzo Malmerenda, ha consegnato Alessandro Barbera, Comandante del II Gruppo di Ostia il diploma di Socio Onorario dell’A.N.F.I..

al Col.

Sezione di San Donà di Piave

Il 2 giugno 2011, il Prefetto della Provincia di Bologna, Dott. Angelo Tranfaglia, ha organizzato un ricevimento in occasione della ricorrenza del 65° anniversario della fondazione della Repubblica Italiana. Nella foto, il Prefetto e la sua gentile consorte si intrattengono cordialmente con il Consigliere Nazionale e Presidente della Sezione di Bologna, M.M.A cs Comm. Ermanno Gelsi. Cinquanta, tra soci e familiari, della Sezione, presieduta dal Comm. Gelsi, hanno partecipato ad una gita culturale in Slovenia. La foto ritrae la comitiva in sosta sulla sponda del meraviglioso Lago di Bled.

Una delegazione della Repubblica Ceka, accompagnata dalle rappresentative delle Associazioni d'Arma, tra cui l'A.N.F.I. con il Presidente della Sezione, Sergio Folador, si è recata al Monumento di Caposile di Musile di Piave per onorare i Caduti Cecoslovacchi che hanno combattuto sul Piave nella Grande Guerra 1915-18. Il Presidente della Sezione, Sergio Folador, ha partecipato al Forum in occasione dell'VIII Settimana Internazionale I.P.A., svoltosi a Jesolo dal 23 al 28 maggio 2011.

Sezioni di Grosseto Follonica e Orbetello Sezione di Roma-Lido di Ostia

Sezione di Bologna

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Sezione di Cremona

Consegnato l'attestato di Presidente Onorario al M.M.A. Giuseppe Merenda e il diploma di benemerenza al M.M.A. Giovanni Marchisio. Presenti: il Com.te Provinciale, Col. Roberto Visintin; Mons. Giovanni Denegri, il Consigliere, Ten. Col. Antonio Marino e il Presidente della Sezione Cap. Primo Biffoni.

Il Presidente della Sezione, M.C. Mario Pruneddu, ha consegnato al socio Costantino Russo l'attestato di benemerenza concesso dal Presidente Nazionale, Gen. C.A. Giovanni Verdicchio.

Durante i festeggiamenti, per i suoi 80 anni, in onore del M.M.A. Francesco De Fazio, Presidente Onorario della Sezione, il Presidente della Sezione, M.M. Fabio Papei, ha consegnato al festeggiato l'attestato di benemerenza concessogli dal Presidente Nazionale dell'A.N.F.I..

Consegnato, a cura del Presidente della Sezione, M.M.A. cs Rinaldo Salvatelli, l'attestato di benemerenza al Cap. Nicola De Vitis.

Durante una riunione conviviale dei soci della Sezione è stato consegnato, a cura del Presidente, Brig. C. Francesco Verrico, l'attestato di benemerenza al M.M. Federico Troysi.

Consegnati al M.M.A. Luciano Parentini e all'App. Luigi Servi, a cura del Comandante Provinciale, Col. t. ISSMI Alfonso Ghiraldini, gli attestati di benemerenza concessi dal Presidente Nazionale. Presente alla cerimonia il Presidente della Sezione, M.O. Cav. Ignazio Giacomina.

Sezione di Savona

Sezione di Matera Sezione di Olgiate Comasco

Sezione di Chiavenna Sezione di Codroipo

ATTESTATI DI BENEMERENZA

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LE MARINE MILITARI PREUNITARIE E LA PICCOLA MARINERIA DOGANALELa pubblicazione è stata realizzata dal nostro socio e proboviro Gen. C.A. Enzo Climinti in occasione del 150° Anniversario dell'Unità d'Italia.Come scrive l'autore la costituzione del Regno d'Italia comportò l'unificazione delle disparate leggi e istituzioni esi-stenti negli Stati preunitari italiani, che entrarono a far parte del nuovo Stato. Questo avvenne anche per le marine militari; pertanto nella prima parte della pubblicazione viene descritta la storia della Marina Dittatoriale Siciliana di Garibaldi, della Marina Militare Sarda e di quelle Toscana, Napoletana, Pontifi-cia che hanno formato il 17 marzo 1861 la R. Marina Militare del Regno d'Italia.La seconda parte tratta delle origini della marineria doganale della Guardia di Finanza del Regno d'Italia. Il Gen. C.A. Luciano Luciani, Presidente del Museo Storico, che ha edito e distribui-sce il libro, nella sua incisiva presenta-zione scrive tra l'altro: “… questa prege-vole raccolta ha il merito di riportare alla

SCUOLA DI VITA DI UN EROE SENZA NOME Giannunzio Visconti, Edizioni Il Castello www.ilcastelloedizioni.it, tel. 0881022150 - €. 10,00.Giannunzio Visconti, socio simpatiz-zante della Sezione di Vasto, figlio del defunto App. Antonio, ha prestato servi-zio nell'Arma dei Carabinieri per 25 anni ed ora vive a Vasto dove ha dato vita alla sua prima opera letteraria.L'ex ladro, il disoccupato, l'uomo senza donna, il furbo fesso, il cinico parassita, e ancora il difensore dei poveri, l'ultimo dei primi: sono solo alcuni dei perso-naggi coi quali Giannunzio Visconti ha riempito le pagine di questo saggio-guida rivolto soprattutto all'universo dei giovani. Il libro, di semplice lettura, ma avvincente, si rivolge alla stagione in cui i ragazzi avvertono una profonda sensazione di smarrimento di fronte a quello che si prospetta come un futuro impervio ed incerto. Attraverso le espe-rienze di questi personaggi Visconti mostra il cammino da seguire per far fruttare al meglio i “talenti della vita”; è moralista ed educatore di buone inten-zioni e di sincera vocazione, che fa sor-gere spontanea la morale nel giovane lettore per la simpatia e il tono ironico con cui vengono trattati gli argomenti.

RECENSIONI

MEMORIE DELLA VECCHIA ALGHERO– Tra Ottocento e Novecento di Carlo Catardi, edizione del Sole €. 15,00.L'opera va a completare la trilogia di sto-rie e racconti - il cui filo conduttore è il mare – iniziata dall'Autore con “Nassa-ioli – Pescatori di aragoste” (2002) e “Pescatori algheresi del Novecento” (2005). La narrazione di Carlo Catardi, viva e pacata allo stesso tempo, esami-na ed illustra, con minuzia di dettagli, ulteriori particolari dell'intera realtà sociale che gravitava intorno alle fami-glie che traevano sostentamento dal mare.Le storie narrate dall'Autore, seppur impreziosite da un'esposizione quasi romanzesca, riportano fatti realmente accaduti nel corso del Novecento algherese.L'intero lotto di libri verrà devoluto dall'Autore alla Misericordia di Alghero perché col ricavato si proceda all'acquisto di strumentazioni finalizza-te al soccorso per salvare la vita.

L'opera è uno stimolo alla riflessione, all'osservazione matura della realtà e non alla fuga da essa.

memoria una Guardia di Finanza di altri tempi dotata di imbarcazioni non sem-pre adeguate, ma che sopperiva alle manchevolezze tecniche, con opera silenziosa, intrisa di sacrificio, tenacia e spesso di eroismo dei suoi uomini”.

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SOCI CHE SI FANNO ONORE

PROMOZIONI

I seguenti militari in congedo sono stati promossi al grado superiore nel ruolo d'onore:

A Maresciallo AiutanteM.C. Nunzio Cavuoto, socio della Sezione di Roma 2/Ovest;

A Maresciallo MaggioreM.C. Romolo Cariddi, socio della Sezione di Livorno;

A Maresciallo CapoBrig. Angelo Bicciato, Consigliere della Sezione di San Donà di Piave;

A Vice BrigadiereFin. Tiziano Gobbo, Vice Presidente della Sezione di San Donà di Piave.

Brig Gabriele Amboldi - La pittura di Gabriele Amboldi (Socio della Sezione di Gorizia) muove dal suo interesse per la natura, nel senso di riflessione su tutto ciò che la sta distruggendo e di quanto labile è il confine tra ciò che è bene e ciò che non lo è per preservarla. Un monito, un'esortazione quindi a prestare la dovuta atten-zione senza banalizzare il problema. Amboldi mette in scena la natura attraverso l'astrattismo, una pittura fatta di stratificazioni di colore, lavo-rato a più riprese, che si traduce in riuscite com-posizioni a prima vista monocromatiche, in alcu-ni frangenti abbinate a colori in contrasto, come per la serie verde e gialla, sporcata da un rosso intenso che sembra sangue. Il colore è steso a spatola su tavola, con movimenti ritmici e insisti-ti, quasi fosse un rito, successivamente graffia-to, inciso, segnato in modo da arricchire ulterior-mente la composizione di una grafia minuta, vibrante, frutto di concentrazione espressiva più che di esplosione. Blu, rosso, verde le tinte domi-nanti sovrapposte in una continua ricerca dell'effetto migliore, dell'amalgama più idonea e soddisfacente per questi lavori che si affidano all'istinto, ad un'idea primordiale che si modifica nel tempo. Gesto che, almeno nelle intenzioni, non si attiene a uno schema precostituito. Le composizioni si caricano di valenze emotive complesse che si esprimono con la sola forza del colore varia-mente giocato. - Cristina Feresin, critico d'arte

Nella nostra famiglia

Fin. Mare Gioacchino RUBINI - Il Socio Finanziere Mare Gioacchino Rubini della Sez. A.N.F.I. di Ischia, oltre ad essere un assiduo partecipante alle attività di Codesta Sezione, svolge anche servizio di volonta-riato all'A.V.I., Associazione Volontari Ischia, dove si è distinto, in modo particolare nel sisma che ha colpito l'Abruzzo del 03 Aprile 2009, per la sua grande umanità e disponibilità nei confronti dei terremotati ospitati nel campo di Poggio Picenze (AQ) e nell'evento franoso di Casamicciola Terme (NA) - (Isola di Ischia) - del 10 novembre 2009.Egli svolge instancabilmente, nonostante la sua non più giovane età, interventi di Protezione Civile sull'Isola di Ischia.

NOZZE D’ORO

I seguenti soci hanno festeggiato il loro 50° anni-versario di matrimonio:

S.Ten. Alfredo Brullo, socio della Sezione di Catania, e consorte Sig.ra Franca Iagnaccolo;

Brig. Bruno Bulfoni, socio della Sezione di Padova, e consorte Sig.ra Wanda Commessati;

NOZZE DI DIAMANTE

Il seguente socio ha festeggiato il 60° anniversa-rio di matrimonio:

S.Ten. Antonio Santucci, socio della Sezione di Cagliari, e consorte Sig.ra Antonia Piras.

App. Vincenzo Cantoro, socio e Alfiere della Sezione di Grosseto, e consorte Sig.ra Maria Teresa Salvatici;

Fin. Silvano Demi, socio della Sezione di Luino, e con-sorte Sig.ra Anita Alberti;

Fin. Vittorio De Stefani, Consigliere della Sezione di Campobasso, e consorte Sig.ra Pia La Palomenta;

Sig. Gabriele Forni, socio simpatizzante della Sezione di Trani, e consorte Sig.ra Teresa Boccasile;

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LAUREE

“Fiamme Gialle” formula ai neo promossi, ai coniugi che hanno festeggiato le nozze di diamante, d'oro, le nozze, ai neonati ed ai neo laureati, infiniti e fervidi auguri di tanta fortuna e serenità.

NOZZE

Magg. Sergio Giraudo, socio della sezione di Genova, e consorte Sig.ra Bruna Rezzonico;

Brig. Salvatore Cav. La Rocca, Segretario della Sezione di Como, e consorte Sig.ra Aurora Melis.

I seguenti soci o loro familiari hanno contratto matrimonio:

Rag. Luigi Bacchi, figlio del M.M.A.c.s. Antonio, Vice Presidente della Sezione di Diamante, con la Sig.na Maria Grazia Cirimele;

Dott. Massimo Camponeschi, figlio del M.M.A.c.s. Angelo, Segretario della Sezione di Varese, con la Dott.ssa Claudia Carletti;

Sig. Gorizio Croce, figlio del M.C. Luciano, Presidente della Sezione di Aversa, con la Sig.na Rosalba Mormile;

Sig.na Barbara De Pietro, figlia del Brig. Michele, Consigliere della Sezione di Policoro, con il Sig. Arcangelo Cellammare;

Dott.ssa Sabrina Di Raimondo, figlia del Brig.C. Remo, socio della Sezione di Rimini, con l'Avv. Massimiliano Foschi;

Sig.na Valeria Fanelli, figlia dell'App. Michele, socio della Sezione di Milano, con l'Ing. Alessandro Castellitti;

M.C. Francesco Leotta, in servizio nel Corpo, figlio del M.O. Orazio, socio della Sezione di Bari, con l'Avv. Roberta Sacco;

Sig. Luca Pettenello, socio della Sezione di Padova, con la Sig.na Laura Biasio;

Sig. Aldo Pili, figlio del M.M.A. Lino, socio della Sezione di Genova, con la Sig.na Manuela Testa;

Ing. Francesco Romanello, figlio del Brig.C. Cosimo, socio della Sezione di Nardò, con la Prof.ssa Paola D'Amico;

Sig. Andrea Sorichetti, figlio del Brig.C. Giovanni, socio della Sezione di Rimini, e fratello del M.C. Massimo in servizio nel Corpo, con la Sig.na Debora Marcancini;

Dott.ssa Katia Verardo, figlia del Lgt. Donato, Presidente della Sezione di Lecce, con l'Avv. Luca Cenerario;

Sig. Massimo Vicari, figlio del Brig.C. Nunzio, socio della Sezione di Lecco, con la Sig.na Donata;

Sig.na Giuseppina Ziruolo, figlia dell'App. Upg. Pasquale, socio della Sezione di Como, con il Sig. Luca Sangiorgio.

Sono nati:

Agata, nipote del Brig.C. Marco Graziano Pigheddu, socio della Sezione di Catania, e della consorte Sig.ra Rosa Bucisca;

Andrea, nipote del M.M.A.c.s. Angelo Guarino, Sindaco della Sezione di Cagliari, e della consorte Sig.ra Paola Parodo;

Antonio, nipote del Lgt. Antonio Leonetti, socio della Sezione di Cosenza;

Chiara, figlia del M.C. Gregori in servizio nel Corpo, e nipote del Lgt. Giovanni Boe, socio della Sezione di Siniscola;

Chiara, nipote del M.M.A. Giovanni Polidoro, Consigliere della Sezione di Vasto, e della consorte Sig.ra Giuseppa Fanara;

Costanza e Sofia, nipoti del M.O, Orazio Leotta, socio della Sezione di Bari;

Christian, figlio dei Capitani Giuseppe Antonaci e Olga Bianchi, in servizio nel Corpo, nipote del M.M.A.c.s. Guido Bianchi, socio della Sezione di Udine;

Cristian, nipote del M.llo Giuseppe Cartolina, Segretario della Sezione di Mazara del Vallo, e della consorte Sig.ra Caterina Marino;

Daniele, nipote dell'App. Antonio Pili, socio della Sezione di Cagliari, e della consorte Sig.ra Anna Ida Re;

Edoardo, nipote del Brig.C. Giancarlo Betti, Segretario della Sezione di Cagliari, e della consorte Sig.ra Dilva Argiolas;

Elisa, primogenita dei coniugi Ten. Dott. Giuliano Carboni, socio della Sezione di Fano, e della Sig.ra Barbara Cimarelli;

Emanuele, nipote del S.Ten. Serafino Fot, socio della Sezione di Messina, e della consorte Sig.ra Anna Lisi;

Federico, figlio del M.C. Paolo Palombo in servizio nel Corpo, e nipote del M.O. Matteo Palombo, Presidente della Sezione di Vasto;

Gabriele, nipote del Fin. Cav. Uff. Quinto Bolognini, Presidente della Sezione di Falconara Marittima, e della consorte Sig.ra Rita Coacci;

Giulia, nipote del Brig.C. Osvaldo Fontana, Vice Presidente della Sezione di L'Aquila, e della consorte Sig.ra Franca Bindini;

Isabella, nipote del Brig.C. Danilo Micheloni, Segretario della Sezione di Ivrea, e della consorte Sig.ra Paola Agostina Barmasse;

Lorenzo, figlio dei coniugi M.C. Davide De Liso in ser-vizio nel Corpo e socio della Sezione di Torino, e della consorte Sig.ra Letizia Giuliani;

Marco, nipote del Brig. Osvaldo Giannella. Alfiere

Si sono laureati i seguenti soci o loro familiari:

Sig. Danny Di Diomede, figlio del Brig.C. Bruno, socio della Sezione di Ascoli Piceno, in “Scienze e Tecnologie della Produzione Artistica”;

Sig.na Benedetta Anna Di Muccio, figlia del M.O. Doriano, Sindaco effettivo della Sezione di Aprilia, in “Scienza e Metodologia della Ricerca Storico Archeologica”;

Sig, Salvatore Moretti, nipote della Sig.ra Emanuela Bonato, socia della Sezione di San Donà di Piave, in “Medicina e Chirurgia”;

Sig. Massimo Zaccareo, figlio del M.M.A Sebastiano, socio della Sezione di Catania, in “Scienze dell'Amministrazione”.

CULLE

della Sezione di Agropoli, e della Consorte Sig.ra Anna Maria Russo;

Martina, nipote del M.M. Italo Visonà, socio della Sezione di Udine, e della consorte Sig.ra Maria;

Matteo, nipote del M.M. Giuseppe Lauretti, socio della Sezione di Ceprano, e della consorte Sig.ra Teresa Iacovacci;

Matteo, figlio dei coniugi Fin. Alessandro Nasole, socio della Sezione di Verona e Sig.ra Alessandra Bonfacenti, nipote del M.O. Cosimo Nasole, socio della stessa Sezione;

Riccardo, nipote del S.Ten. Comm. Giorgio Miccoli, Presidente della Sezione di Monfalcone;

Samuele, nipote del M.llo Mario Tulipano, socio della Sezione di Trani;

Sofia, nipote del Brig.C. Rosario Crisci, socio della Sezione di Catania;

Thomas, nipote del M.C. Federico Marchioro, Presidente della Sezione di Tarvisio;

Vanessa, nipote del M.C. Vittorio Tizzani, Sindaco della Sezione di Manfredonia, e della consorte Sig.ra Mattia;

Vincenzo, nipote del Brig. Vincenzo Quartana, Consigliere della Sezione di Trapani, e della consorte Sig.ra Rosaria Gallo;

Vito, nipote del Brig.C. Rocco Galloro, socio della Sezione di Trapani, e della consorte Sig.ra Maria Chirico;

Vittoria, nipote del Fin. Antonio Giandomenico, socio della Sezione di Bologna, e della consorte Sig.ra Giuditta D'Onghia.

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38 FiammeGialle - 011Luglio 2

Sig.ra Maria Carmela AUGELLO, suocera del Sig. Leonardo Amoruso, socio simpatizzante della Sezione di Lesina, il 30.6.2011;

App. Lorenzo BACCHI, socio della Sezione di Cividale del Friuli, il 21.5.2011;

Sig.ra Margherita BAY, consorte del Brig.C. Cav. Amedeo Ruzzi, socio della Sezione di Padova, l'1.7.2011;

S.Ten. Giuseppe BARTOLO, già Presidente della Sezione di Reggio Calabria, il 25.5.2011:

Brig. Carlo BELLINI, socio della Sezione di Bologna, il 30.5.2011;

Ten.Col. Enzo BERGENTI, socio della Sezione di Parma, il 28.6.2011;

Rag. Nunzio BRISCHETTO, socio della Sezione di Acireale, il 2.4.2011;

Sig. Serafino CANNEA, di anni 98, suocero dell'App. UPG Mario Vargiu, socio della Sezione di Thiesi, l'11.3.2011;

App. Mario CARENTE, socio della Sezione di Luino, il 13.6.2011;

Sig.ra Pasqua Maria CAROLI, consor te de l Br ig . Sa lvatore Cassarino, socio della Sezione di Ostuni, il 25.6.2011;

Sig.ra Anna CASTELLINO, consorte del Fin. Michele Picillo, socio della Sezione di Genova, l'11.6.2011;

Fin. Domenico CERMINARA, di anni 74, socio della Sezione di Ragusa, il 27.6.2011;

Sig.ra Antonel la CIARMOLI , consorte del Sig. Antonio Di Iorio, socio simpatizzante della Sezione di Campobasso, il 13.6.2011;

M.M.A. Nicola CINELLI, socio della Sezione di Luino, il 6.6.2011;

Sig.ra Nadia COLPI, consorte del Gen.B. Roberto Romani, socio della Sezione di Predazzo, il 27.6.2011;

App. Giuseppe CONTERNO, di anni 78, socio della Sezione di Vigevano, l'8.6.2011;

Sig.ra Palma CROSTA, suocera del T.Col. Valentino Solinas, socio della Sezione di Menaggio, l'8.5..2011;

Sig. Leonardo D'ANTUONO, fratello dell'App. Upg. Francesco, socio della Sezione di Dongo, il 6.6.2011;

V.Brig. Primo DAVOLI, socio della

Sezione di Verona, il 5.5.2011;

Sig.ra Maria DE GENNARO, madre del Brig.C.m. Salvatore Marinaro, socio della Sezione di Nettuno-Anzio, il 20.7.2011;

M.C. Severino DE SANTIS, di anni 84, socio fondatore della Sezione di Cassino, il 24.5.2011;

Sig. Pasquale DIBENEDETTO, padre del Lgt. Savino, socio della Sezione di Barletta, il 14.6.2011;

Sig.ra Annunziata DI COSTANZO, madre del Brig. Antonio Di Muro, Consigliere della Sezione di Monza, il 3.6.2011;

Sig.ra Laura DREOSSI, socia della Sezione di Trieste, recentemente;

Sig.ra Pasqualina FILIPPI, suocera del M.A. Angelo D'Annunzio, Consigliere della Sezione di Mondovì, il 2.3.2011;

Sig. Benvenuto FRATEPIETRO, di anni 98, suocero del Fin. Orazio Braschi, socio della Sezione di Cerignola, il 22.3.2011;

Sig.ra Edda Maria GALL, consorte del Brig. Guglielmo Bertolini, socio della sezione di Parma, il 20.6.2011;

Brig. Antonio GERVASI, socio della

TRISTIA...

IN RICORDO DEL MIO COMANDANTE DI PLOTONE EX TEN. GUGLIELMO FARNE'

Il 25 ottobre 1954 eravamo in tanti, veramente tanti, infreddoliti ammassati vicino alla stazione Termini in attesa che arrivasse il camion per portarci alla caserma “Piave” in Viale XXI Aprile per l'inizio delle selezioni per gli aspiranti Allievi Finanzieri.Eravamo tutti giovanissimi. Durante la selezione conobbi il Ten. Farnè. Appena entrai nella stanza per il colloquio subito rimasi impressionato dalla sua “stazza” corporea; io con i miei diciotto anni un fisico mingherlino, tutto impaurito mi sedetti di fronte e il mio esaminatore mi fece un sorriso, mi diede la mano (gesto raro durante una selezione) incoraggiandomi a rispondere tranquillo alle sue domande.Venni arruolato e incorporato nella prima compagnia 1° plotone comandato dal mio esaminatore.Cosa ricordo del mio comandante di plotone? Il suo umorismo durante le lunghe ore di studio in aula in quelle giornate piovose e fredde dell'autunno romano; le lunghe marce al campo di Oriolo Romano facendoci intonare qualche motivetto musicale, i suoi consigli come tirare su la tenda, come sopravvivere in un ambiente completamente diverso alle nostre abitudini di vita, qualche barzelletta per tirarci su nei momenti di scoramento.Lo rividi alla Legione di Cagliari, venne per una ispezione. Quando entrò in ufficio e ci venne vicino per salutarci mi avvicinai e gli dissi: “Sig. Generale, desidererei salutarla come la prima volta che l'ho conosciuta alla legione Allievi di Roma: “Allievo Finanziere….1^ Compagnia, 1° plotone comandi..””. Il Generale Farnè mi sorrise, mi strinse la mano e mi rispose: in che anno.. 1954 risposi. Bei tempi come sta? Benissimo . “Auguri Brigadiere”.

Brig. Antonio Agus

Sono deceduti i seguenti soci o loro familiari:

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39FiammeGialle - Luglio 2011

Sezione di Grosseto, il 31.5.2011;

Sig.ra Ortensia GHIN, socia della Sezione di Ferrara, il 14.5.2011;

Brig. Romolo GHIONE, socio della Sezione di Asti, il 20.6.2011;

M.M.A. Carmine IACOVELLA, socio onorario della Sezione di Reggio Calabria, il 18.6.2011;

App. Domenico ILARI, socio della Sezione di Trapani, il 23.5.2011;

Sig. Arturo IOSI, di anni 82, suocero del Brig. Domenico Di Bacco, socio della Sezione di Chiavenna, il 2.6.2011;

App. Giuseppe LETO, socio della Sezione di Predazzo, il 20.6.2011;

Sig.ra Erica LOCHER SCHAFFNER, suocera dell'App. Renzo Branca, socio della Sezione di Luino, il 21.3.2011;

App. Efisio MADEDDU, socio della Sezione di Civitavecchia, l'1.6.2011;

Sig. Angelo MARSEGLIA, padre del V.Brig. Francesco, socio della Sezione di Ostuni, il 9.6.2011;

Sig.ra Giuseppina MAVRIC, socia della Sezione di Schio, il 2.7.2011;

Sig.ra Adele MICALI, consorte dell'App. Giuseppe CANNIZZO, socio della Sezione di Novara, il 7.9.2011;

Brig. C. Aldo MIGLIETTA, socio della Sezione di Livorno, il 23.6.2011;

App. Giuseppe MILEO, socio della Sezione di Genova, giugno 2011;

Sig. Ignazio MIRABELLA, socio simpatizzante della Sezione di Catania, il 18.6.2011;

Sig. Giovanni MONACO, suocero del Sig. Ferdinando Madia, socio simpatizzante della Sezione di Catania, il 26.3.2011;

Sig. Giovanni MURTINU, padre del Brig.C. Bruno, socio della Sezione di Carbonia, il 6.6.2011;

M.A. Giuseppe NICOLINI, socio della Sezione di Firenze, il 18.6.2011;

M.C. Nicola NITTI, socio della Sezione di Bari, il 15.6.2011;

V.Brig. mare Giuseppe OLANDA, socio della Sezione di Grado, il 27.5.2011;

Sig.ra Edvige PANDOLFI, madre del Brig.C. Angelo Fracasso, socio della Sezione di Pescara, l'1.6.2011;

V.Brig. Avando PAOLETTI, socio della Sezione di Como, il 13.6.2011;

M.A. Cav. Islao PATRIARCA, socio della Sezione di Terracina, il 6.7.2011;

Sig.ra Angelina PAVAN, consorte dell'App. Augusto Cenzon, socio della Sezione di Vicenza, il 25.6.2011;

Gen. C.A. Pasquale PENNACCHINI, socio della Sezione di Bologna, il 9.6.2011;

V.Brig. Vladimiro PERON, socio della Sezione di Verona, il 22.4.2011;

FIN. Franco PERRONE, socio della Sezione di Cairo Montenotte, il 3.5.2011;

Sig.ra Maria Piera PILOSI, consorte del M.A Franco Orrù, socio della Sezione di Genova, il 7.7.2011;

Sig.ra Michelina PONTRELLI, suocera del M.M.A. Giovanni di Dio Iurlaro, socio della Sezione di Bitetto, il 9.2.2011;

Sig.ra Maddalena POMPEA, madre del Lgt. Luigi Montanaro, socio della Sezione di Gaeta, il 6.6.2011;

Sig.ra Marcella PUCCI, consorte d e l l ' A p p . U P G P i e t r o D o r e , Consigliere della Sezione di Sestri Levante, il 12.4.2011;

App. Romeo PUNTEL, socio della Sezione di Predazzo, l'11.6.2011;

Sig. Massimo RICCI, socio della Sezione di La Spezia, il 29.6.2011;

Col. Salvatore RODILOSSO, socio

della Sezione di Como, l'1.6.2011;

App. Quirino ROFI, socio della Sezione di San Miniato, il 13.6.2011;

Sig. Michele ROSAFIO, suocero del S.Ten. Cav. Marcello Giudice, Segretario della Sezione di Tricase, il 28.2.2011;

Sig . ra Gu ina ROSSI , soc ia simpatizzante della Sezione di Fano, il 28.6.2011;

Fin. Angelo ROVIARO, socio della Sezione di Verona, il 26.6.2011;

Sig.ra Virginia SECCI, madre del M.C. Giovanni Cireddu, Consigliere della Sezione di Lecco, il 21.5.2011;

Fin. Franco SIMEONE, di anni 65, socio della Sezione di Cassino, il 23.5.2011;

M.A. Luca SIMEONE, di anni 77, socio della Sezione di Messina, l'1.7.2011;

Sig.ra Adelina SIMONESCHI, suocera dell'App. Pantaleo Paolo Meloni, socio della Sezione di Bosa, il 15.5.2011;

Sig. Luigi SORICHETTI, fratello del Brig. C. Giovanni, socio della Sezione di Rimini, l'11.6.2011;

Sig.ra Giuseppina SPAZIANI, madre del M.A. Sabatino Galgani, Sindaco effettivo della Sezione di L'Aquila, il 6.6.2011;

V.Brig. Francesco TENORE, socio della Sezione di Verona, il 18.6.2011;

App. Gaetano TIRONESE, socio della Sezione di Pescara, il 25.6.2011;

M.M.A. Antonio VALENTE, socio della Sezione di Borgo Valsugana, il 9.6.2011;

S.Ten. Giuseppe ZIZZARI, Presidente Onorario della Sezione di Caserta, il 5.6.2011.

Ai familiari degli Estinti il nostrosentito cordoglio

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PROVINCIA DI BAT

BARLETTABARLETTA

ANDRIAANDRIA

TRANITRANI

Barletta - Castello Svevo

Andria - Castel del Monte

Trani - Castello Svevo

NAZIONALENAZIONALE

A.N.F.I.A.N.F.I.Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia

DAL 29/09 AL 02/10/2011DAL 29/09 AL 02/10/2011