Programma del Corso

Economia e Marketing

http://www.farbiomot.unibo.it/it/corsi/insegnamenti/insegnamento/2018/385791

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Economia e MarketingModalità Esame

Presenza alle lezioni 12 lezioni: + 2 votiAlmeno 8 lezioni: +1 voto

Esame Scritto20 domande a risposta multiplaSi calcolano sia le risposte esatte che le risposte errate

Economia e MarketingModalità Esame

% Risposte Esatte: N° Risposte esatte/N° Risposte totali possibili * 10030:Voto=100: % Risposte EsatteVoto= 30* % Risposte Esatte/100

4/6*100=66%

30*66/100=20

Lezione

Economia e Marketing

Azienda & Impresa

Mission & Vision

1Introduzione al Marketing

Introduzione al Marketing

Azienda & Impresa

Introduzione al Marketing

Cos’è l’Azienda

Cos’è l’Azienda

L’Azienda è un

�Istituto

�Economico

�Dinamico

�Duraturo

Insieme strutturato di:persone (organizzazione),

beni (capitale o patrimonio), procedure e processi (gestione)

In continuo cambiamento, tendenzialmente orientata alla

evoluzione e crescita

Svolge un’attività economica: produrre beni o servizi

per creare utili

L’arco temporale teorico è molto lungo, superiore alla vita delle

persone che ci lavorano

L’azienda è un’organizzazione di persone e mezzifinalizzata alla soddisfacimento dei bisogni umani

attraverso la produzione, la distribuzione,il consumo di beni economici.

Cos’è l’Azienda

Cos’è l’Impresa

Azienda“L’Azienda è il complesso di beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa”. (dall’art. 2555 Codice Civile)

Impresa“E’ imprenditore chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi”. (dalla definizione di Imprenditore art. 2082 Codice Civile)

Azienda & Impresa

L‘Azienda è un complesso di beniper l'esercizio di un'attività economica, mentre l‘Impresa è un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi.

Requisiti dell’Impresa- Professionalità - Organizzazione- Produzione/Scambio di Beni/Servizi- Profitto

Attività stabile, non occasionale

Attività lavorativa e beni indirizzati all’impresa

Le attività devono portare allo scambio dare beni/servizi per avere utili

Azienda & Impresa

AziendaAziendaAziendaAzienda

ImpresaImpresaImpresaImpresa

DittaDittaDittaDitta

FabbricaFabbricaFabbricaFabbrica

L’Azienda è il mezzo, attraverso il quale l’Imprenditore raggiunge il suo fine: l’Impresa

L’Impresa è l’attività (dinamica) dell’Imprenditore, L’Azienda è lo strumento (statico) per svolgere tale attività

La Ditta è la denominazione dell’Impresa, è il suo nome cognome.La Ditta è il nome sotto il quale l’Imprenditore esercita la propria Impresa

La Fabbrica è un insieme di edifici destinati alla produzione industriale

Imprese Italiane

nella Comunità Europea

Introduzione al Marketing

Articolo 2Effettivi e soglie finanziarie che definiscono le categorie di imprese1. La categoria delle microimprese delle piccole imprese e delle medie imprese (PMI) è costituita da

imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di EUR oppure il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di EUR.

2. Nella categoria delle PMI si definisce piccola impresa un'impresa che occupa meno di 50 persone e realizza un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiori a 10 milioni di EUR.

3. Nella categoria delle PMI si definisce microimpresa un'impresa che occupa meno di 10 persone e realizza un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiori a 2 milioni di EUR.

Persone (n) Fatturato (milioni €)

Bilancio annuo(milioni €)

Media Impresa <250 ≤50 43

Piccola Impresa

<50 ≤10 ≤10

Microimpresa <10 ≤2 ≤2

Raccomandazione della Commissione Europea del 6 maggio 2003 - (2003/361/CE)

Definizione di PMI

Il grafico mette a confronto le performance delle società in base al livello di concentrazione delle proprietà.Quando questa è molto concentrata (tipicamente c’è solo un proprietario), o quando la proprietà è abbastanza concentrata, il tasso di crescita è più elevato rispetto a quando la proprietà è frammentata, come nelle public company.

Aziende Padronali e Pubbliche

L'impresa padronale, di piccole, medie e grandi dimensioni, si identifica con l’imprenditore, il quale è l'unico individuo al comando. Solitamente ha alta stabilità, chi la possiede, la mantiene per un lungo periodo e non intende alienarla, né trovare dei soci, in tal caso l'impresa avrebbe un CDA (consiglio di amministrazione).L'impresa padronale ha come punti di forza innanzitutto l'attitudine al sacrificio, poiché l'imprenditore considera l'impresa come parte di sé stesso ed è disposto anche a perdere pur di mantenerla in vita, in secondo luogo la creatività, e infine la capacità di saper cogliere le occasioni in maniera molto rapida. Per contro tende a restare relativamente troppo piccola di dimensioni, poiché spesso l'imprenditore non vuole soci e ciò gli impedisce di attirare risorse non solo finanziarie (il che riguarda la dimensione del patrimonio di cui dispone l'impresa), ma anche umane e qualificate (cioè il possesso di idonee competenze e capacità atte a gestire lo sviluppo), portando così a delle difficoltà sia finanziarie che di crescita e sviluppo dell'impresa. Situazione totalmente opposta a quella delle grandi imprese, dove la proprietà non coincide più con chi ha la gestione dell’azienda (“giganti senza padrone”) (Wikipedia, modificato).

Industria – Addetti per ImpresaL’Italia si caratterizza da un numero di imprese per 1.000 abitanti superiore alla media europea . Dal punto di vista della distribuzione regionale si delinea una netta distinzione tra il Centro-Nord da un lato, caratterizzato da un rapporto molto elevato di imprese e con un numero di dipendenti superiore alla media nazionale, e il Mezzogiorno dall'altro, con imprese di minori dimensioni. La Sicilia e la Calabria sono le regioni che denunciano la dimensione media più contenuta in termini di addetti.

Per contro l'analisi territoriale mostra una propensione all'imprenditorialità piuttosto elevata nel Mezzogiorno , dove raggiunge i valori massimi, rispetto al minor slancio dimostrato nel nord del Paese.Nel Mezzogiorno la popolazione di imprese risulta essere più instabile , essendo caratterizzata dai valori più alti di natalità e mortalità e quindi de l turnover lordo .

Il tasso di sopravvivenza delle imprese a cinque ann i continua a diminuire su scala nazionale , anche per la polverizzazione del sistema produttivo italiano e la specializzazione nel segmento delle microimprese operanti nei servizi che rappresentano ovunque oltre il 50% dell'occupazione .

Le regioni del Nord-ovest mostrano i livelli di competitività più elevati, mentre il Mezzogiorno registra valori inferiori alla media nazionale. Il maggior differenziale fra le imprese del Centro-Nord e le imprese del Mezzogiorno in termini di competitività si registra nei servizi.

http://noi-italia.istat.it/ (2016)

Un'azienda di fronte alle grandi mutazioni

Costituita nel 1908 come "prima fabbrica nazionale di macchine per

scrivere", fin dagli inizi l'Olivetti si distingue per l'attenzione alla tecnologia

e all'innovazione, la cura del design, la presenza internazionale, la sensibilità

verso gli aspetti sociali del lavoro.

Questi caratteri sono impressi dal fondatore Camillo Olivetti e dal figlio

Adriano, che trasforma l'azienda familiare in un moderno gruppo

industriale.

Conquistate posizioni di leadership mondiale nei prodotti meccanici per

ufficio, già negli anni '50 l'Olivetti investe nella tecnologia elettronica con

importanti risultati. La scomparsa di Adriano Olivetti (1960) e il peso degli

investimenti rallentano la transizione verso l'elettronica; ma nel 1978 esce la

prima macchina per scrivere elettronica a livello mondiale e nel 1982 il

primo PC professionale europeo. Negli anni '80, sostenuto da una vasta rete

di accordi e alleanze, accelera lo sviluppo nell'informatica e nei sistemi.

La progressiva riduzione dei margini di redditività del business informatico

e i nuovi sviluppi delle telecomunicazioni, negli anni '90 spingono l'Olivetti a

spostare il baricentro verso questo settore, dapprima creando Omnitel (1990)

e Infostrada (1995) e poi acquisendo il controllo di Telecom Italia (1999),

con la quale si fonde nel 2003.

L’attuale Olivetti, controllata da TIM, mantiene viva la tradizione di qualità

e innovazione della Società, operando sul mercato come solution provider

che integra prodotti innovativi con servizi evoluti in grado di automatizzare

processi e attività aziendali. L’offerta spazia dai tablet grafometrici alle

lavagne interattive multimediali (LIM), alle piattaforme cloud per ambienti

didattici digitali, a soluzioni innovative di Asset Management, piattaforme di

Managed Print Services, registratori di cassa, POS e software integrati per

la gestione automatizzata dei punti vendita, stampanti 3D, soluzioni cloud

per il retail e le piccole e medie imprese, applicazioni per specifici settori di

attività, ecc.

Cfr. www.olivetti.it

Olivetti Story

http://www.storiaolivetti.it/sottotemi.asp?idTema=21

Macchina per scrivere standard M1, progettata da Camillo

Olivetti: è il primo modello (da cui la denominazione "M1") di

macchina per scrivere italiana, prodotta dalla Olivetti.

Fu presentata all'Esposizione Universale di Torino del 1911.

I titolari della rivista Nuova Elettronica appartengono a quella razza di imprenditori italiani che hanno sempre fatto da soli senza mai chiedere aiuto a nessuno e con l’orgoglio di avere fatto una azienda che ha cambiato la vita di molti italiani dando lo spunto per progetti originali e ha creato un mare di piccoli imprenditori che con il loro lavoro hanno contribuito e rendere grande il nome di questa rivista.L’avvento della rete e la globalizzazione hanno messo in crisi il modello “all service” che Nuova Elettronica forniva. NE importava i componenti dall’estero quando c’erano ancora le frontiere e forniva la rivista cartacea e tutti i componenti necessari alla realizzazione del progetto.Ma Giuseppe Montuschi genio nel portare l’elettronica a livello globale non aveva previsto gli effetti della globalizzazione. Con l’entrata nell’euro Montuschi mantenne basso il prezzo della rivista, forse peccando di troppa onestà abbiamo convertito i prezzi in euro rispettando in modo preciso la regola suggerita dallo stato mentre gli altri guadagnavano cogliendo l'occasione per battere cassa aumentando il prezzo dei loro prodotti.Intanto il mondo di internet viaggiava velocemente. La presenza di tante persone che in modo parassitario collaboravano e si davano da fare nel realizzare ottimi falsi d’autore riproponendo progetti nostri facevano diminuire le vendite.La risposta di Nuova Elettronica è stata giusta infatti abbiamo cominciato ad investire sul Digitale (iPad) abbiamo cercato di capire con delle inchieste l'evoluzione degli interessi dei nostri lettori che man mano erano cambiati andando verso temi che noi avevamo già affrontato e su cui intendevamo focalizzare la nostra produzione, come strumenti di misura ambientali, strumenti di misura, strumenti per la salute e piccole nicchie come la didattica, l'audio e la radiofrequenza.

Ma il mondo cambiava velocemente e si doveva pianificare il futuro, ci voleva un metodo ma non si poteva programmare nulla perche il genio (Montuschi) era capace di svegliarsi con una idea e tutto quello fatto fino a quel momento veniva buttato via con dispendio di energie e di soldi.Ma i tempi erano cambiati, le vendite del cartaceo diminuivano e gli abbonati storici “morivano” nel vero senso fisico. I ragazzi inseguendo i miti dell’open source sostituivano con quello che si chiamava pirateria, le vendite delle nostre riviste scannerizzando e scambiando liberamente quello che a noi costava lavoro e danaro in ricerca.Nel contempo è altresi vero che Nuova Elettronica era rimasta in ritardo rispetto ad alcune scelte nei confronti di nuovi microprocessori e sistemi integrati disponibili sul mercato (interfacce Micro). I sistemi per realizzare i disegni rimanevano obsoleti e molto costosi in termini di tempo e danaro.Un parco di impiegati assolutamente esorbitante il 50% non in grado di convertirsi (segretaria bolle, segretaria fatture etc.. nessun progettista cad-gerber). In verità più volte i commercialisti ci dissero di sacrificare alcuni dipendenti ma siccome le cose andavano benino la direzione non se la sentì di fare questo passo (aumentando nell’approssimarsi della crisi il carico di spese improduttive – 100.000 preziosi euro all’anno che volavano via).

http://www.audiovalvole.it/nuova_elettronica_la_fine_di_una_epoca.html#Top

Nuova Elettronica – la fine di un’epoca

Mivar da leader di mercato in Italia a “Regalo la mia Fabbrica”

…[stralcio dal sito http://blog.digitalbuildingblocks.it] Le cause sono da ricercare nella gestione di Mivar da parte del Sig. Vichi che, anche se possiamo definirlo un esponente del miracolo Italiano, è stato sempre identificato come un “imprenditore contro”. Contro in che senso?

�Contro l’esportazione e l’importazione . Fautore di un mercato quasi autarchico: i televisori Mivar erano progettati internamente, sempre internamente venivano costruite le componenti e poi il tutto veniva assemblato… internamente.

�Ha sempre rifiutato la tecnologia di nuova generazio ne, non ha mai usato il cellulare e tanto meno il computer; tutto ciò che per Vichi era importante era contenuto in una cartellina gialla riposta nel cassetto della sua scrivania.

�Non era d’accordo con i 55 milioni di euro stanziati nel dal Ministero delle Comunicazioni per l’adozione del Digitale Terrestre (ed era palese come questo provvedimento avrebbe cambiato il suo settore).

�Ma soprattutto ha considerato il marketing sempre come un costo buono solo ad aum entare il prezzo finale per il consumatore .

�In un settore in cui l’update tecnologico dal 2000 in poi si ha ogni 12 mesi e non più in linea con i passati update di 3 anni, Mivar ha annunciato il primo LCD nel 2006 ben 6 anni dopo che gli LCD eran o arrivati sul mercato .

�La gestione della rete di vendita: dove comanda la GDO con nuovi metodi di vendita, come marketing e spinta sulle percentualidi vendita, Mivar funzionava ancora con il passa parola e sfrutt ava i piccoli rivenditori che stavano comunque scomparendo sotto la scure della GDO.

http://blog.digitalbuildingblocks.it/blog/eppure-lo-diceva-anche-rocky.-mivar-da-leader-di-mercato-in-italia-a-regalo-la-mia-fabbrica.-meglio-cambiare-o-fallire

Industria – Addetti per ImpresaTra le maggiori economie, Germania e Regno Unito hanno imprese mediamente più grandi e al tempo stesso quote più basse di lavoratori indipendenti, segnale di una prevalenza di forme organizzative di tipo societario. L'Italia si riconferma il paese a più alta vocazione imprenditoriale, secondo solo alla Grecia, con valori più che doppi rispetto alla media europea. In termini di nati/mortalità delle imprese i divari sono ampi, con valori elevati per i paesi dell'est Europa e Portogallo.

%

Anno 2013

http://noi-italia.istat.it/ (2016)

Tra le maggiori economie, Germania e Regno Unito hanno imprese mediamente più grandi e al tempo stesso quote più basse di lavoratori indipendenti, segnale di una prevalenza di forme organizzative di tipo societario .

L'Italia si riconferma il paese a più alta vocazione imprenditoriale , secondo solo alla Grecia, con valori più che doppi rispetto alla media europea.

Industria – Lavoratori Indipendenti

%

Anno 2013

Industria – Numero di Imprese

Anno 2013

Numero di imprese per 1.000 abitanti http://noi-italia.istat.it/ (2016)

Imprese in Italia – Registro delle Imprese:Iscrizioni e Cessazioni 2005 - 2012

Imprese artigiane

Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese

Totale imprese

Tassazione delle Imprese

Tasse sulle imprese (Corporate Tax Rate), Irlanda e Bretagna, con corporate tax rate più basso dell’Unione Europea (19%).Il tax rate complessivo, include altre imposte e contributi. La Cina svetta tra le maggiori economie mondiali con il 68%. In Europa Francia e Italia guidano la classifica con il 62,2% e il 62%.

28/09/2017

Simulatore KPMGhttps://home.kpmg.com/xx/en/home/services/tax/tax-tools-and-resources/tax-rates-online.html

Caratteristiche delle Imprese a capitale italiano

Indice totale industria = 100, Elaborazione dati Istat tratto da Evoluzione del settore farmaceutico, sito Farmindustria, 2011

2005 2011 2015 previsioni

Classifica dei primi 10 mercati farmaceutici mondiali

Fonte: IMS (mercato retail + non retail, in dollari USA, a prezzi ex factory)

Azienda ieri ed oggi

Introduzione al Marketing

L’Azienda Ieri

OutputMaterie

Prime Input Prodotto

L’Azienda Oggi

Output

ConsumatoreCliente

NecessitàEsigenzeRichieste

Acquisti Input ProdottoProdottoServizio

L’Azienda oggi

L’Azienda oggi

(Il marketing secondo Kotler)

L’Azienda oggi

L’Azienda oggi

Imprese in transizione - tra Ieri e Oggi

(Il marketing secondo Kotler, modificato)

Realizzazione processoproduttivo

Processi di miglioramenti

Modalità

Mercato di riferimento

Orientamento

Prodotto

Interno

Autonomi

Da sola

NazionaleDomestico

al Prodotto

Standardizzato

Esterno (Outsourcing)

Confronto con altre Imprese(Benchmarking)

Collaborazione con altre Aziende(Networking)

Locale e Globale

al Mercatoal Cliente

Personalizzato

Imprese in transizione - tra Ieri e Oggi

Focalizzazione sul Prodotto sulla Catena del Valore

Marketing di Massa Target distinti

Sviluppo nuovi prodotti Graduale Rapido

Fornitori Molti Pochi

Processo di managemet dall’altoal basso

dall’alto al bassodal basso all’altotrasversale

Tipo di mercato Reale Reale e Virtuale

(Il marketing secondo Kotler, modificato)

Azienda - Organigramma

AmministratoreDelegato

ComunicazioneImmagine

DirettoreGenerale

RegulatoryAffairs

SistemiInformativi

ProduzioneStabilimento

RisorseUmane

Marketing CommercialeRicercaSviluppo

AmministrazioneFinanzaControllo

Supply ChainAcquisti

Sistema QualitàQualify Person

Presidente

Chief Executive Officer (CEO)

Mission & Vision

Introduzione al Marketing

Mission & Vision

Introduzione al Marketing

� L’essenza della Azienda, evidenza sintetica dei bisogni che l’Aziende intende soddisfare.

� La ragione d’essere, il ruolo, l’identità dell’Azienda.

� I valori su cui si fonda l’Azienda.

Mission

� La Mission indirizza a definire gli obiettivi strategici dell’Azienda.

� La Mission enuncia le modalità con cui l’Azienda intende perseguire le proprie finalità.

� La Mission è il biglietto da visita dell’Azienda.

Mission

Mission

La Mission aziendale è una espressione, per quanto possibile sintetica, che riassume alcune scelte di fondo che l’Azienda si propone di perseguire.

Il campo di attività prescelto

Il ruolo che si intende avere

Con quali vantaggi competitivi

� Identifica il ruolo dell’Organizzazione� Il motivo per cui esiste � Specifica l’ambito competitivo in cui l’Azienda intende operare

e i macro obiettivi da perseguire

Mission

La Mission definisce le

Finalità dell’Impresa

che si traducono

nelle Linee Guida dell’Impresa.

Mission

La Mission dell’Azienda esprime l’identità, l’immagine e la stessa ragione di essere dell’Azienda sul mercato, identifica i bisogni e lo specifico profilo dei consumatori ai quale essa rivolge la propria offerta e nei confronti dei quali caratterizza i propri prodotti/servizi.

Verso l’Interno -> Cultura d’Impresa

Verso l’Esterno -> Immagine d’Impresa

Mission

Mission Statement

dare fascino, emozione e innovazionedare fascino, emozione e innovazionedare fascino, emozione e innovazionedare fascino, emozione e innovazionedare fascino, emozione e innovazionedare fascino, emozione e innovazionedare fascino, emozione e innovazionedare fascino, emozione e innovazione

Vendere sogniVendere sogniVendere sogniVendere sogniVendere sogniVendere sogniVendere sogniVendere sogni

Mission & Vision

Introduzione al Marketing

Vision & Mission

VisionÈ l’idea dell’imprenditore e rappresenta ciò che l’azienda intende diventare.È la proiezioni di uno scenario futuro che rispecchia i valori e lo spirito dell’impresa.

MissionÈ la guida per realizzare l’idea, si focalizza sul presente e descrive in modo chiaro cosa fare e quali strumenti utilizzare per realizzare gli obiettivi.

Dalla Vision deriva la MissionLa Mission determina la VisionQuesti due aspetti in realtà non sono contrappostima complementari

Vision

La rappresentazione, la “visione”, il “sogno” che abbiamo in mente riferita ad una situazione che

vogliamo realizzare in futuro

- Indica una direzione strategica- Esprime una meta da raggiungere- Sufficientemente articolata per essere credibile- Sufficientemente realistica da essere raggiungibile- Ha una valenza emotiva- E’ motivo di orgoglio

La Visione Strategica

Vision

� Rappresenta l’obiettivo di fondo a medio, lungo termine dell’organizzazione.

� E’ la proiezione di una volontà legata a precisi valori e rispecchia i fondamentali principi guida dell’organizzazione.

”Rendere felici le persone“Walt Disney

Microsoft (Bill Gates)“Un personal computer su ogni scrivania, e ogni computer con un software Microsoft installato“

Vision il sogno dell’Imprenditore

Ford”I cavalli dovranno sparire dalle nostre strade“

Caritas ”Un pasto caldo per ogni senzatetto”

Apple (Steve Jobs) “Mettere un computer nelle mani di ogni persona.”

Walmart Stores è una multinazionale statunitense fondata nel 1962. È la più grande catena di negozi al dettaglio e della grande distribuzione nel mondo.

WalMart “Dare alla gente comune la possibilità di acquistare le stesse cose dei ricchi“

Valori Visionin cosa crediamo

Identitàchi siamo

Missione

cosa facciamo

dove vogliamo arrivare

Vision – Obiettivo dell’Organizzazione

Vision

Se, quindi, la Vision è il “sogno” che definisce lo scopo per cui l’azienda esiste, la Mission definisce il ruolo dell’azienda per attuare la Vision.

La Mission è la strada che si vuole percorrere per realizzare la Vision e serve per definire le risorse che devono essere utilizzate per arrivare alla Vision.

la Mission diventa la fase successiva e strettamente conseguente alla vision. Grazie ad essa, l’imprenditore stabilisce il modo più opportuno per realizzare la vision.

La Mission è la guida per realizzare l’idea, si focalizza sul presente e descrive in modo chiaro cosa fare e quali strumenti utilizzare per realizzare gli obiettivi. Questi due aspetti in realtà non sono distanti ma complementari. Per poter realizzare la Vision è necessario procedere per progetti, che di volta in volta si strutturano attraverso una mission mediante obiettivi: chiari, possibili, identificabili, misurabili, raggiungibili e controllabili.

Mission -> Vision Vision-> Mission

https://www.masteruniversity.org

Mission & Vision

Mission & Vision

Mission & Vision

Mission & Vision

Many organizations confuse mission and vision.

A mission is about who you are. Missions rarely change.

Visions should be dynamic and drive constant learning and innovation.

Make People Happy

Disney

Mission: Essere l’aziende produttrice di divertimento più grande del mondo, mantenere la quota di mercato attraverso l’innovazione e la creazione di esperienze di divertimento.

Vision: Rendere felici le persone.

Mission & Vision

MissionE’ riconducibile alla identità della persona/azienda, definisce che cosa fa, qual è il suo scopo.Rappresenta che cosa si offre alle persone ed al mondo, il motivo e la giustificazione della sua esistenza.E’ il contributo che le persone o le aziende vogliono dare al mondo, esprimendolo con emotività identificando uno scopo che va oltre ai benefici per le quali le persone o l’azienda operano.

Vision:La Vision è la rappresentazione di uno scenario futuro, che coinvolge l’individuo/azienda ed il mondo circostante.E’ un’immagine ideale proiettata nel futuro che da all’organizzazione la spinta e l’entusiasmo ad andare avanti, oltre agli obiettivi dell’oggi.E’ la meta ideale che guida alla realizzazione della Mission.La Mission è lo scopo, la Vision è il mezzo che consente di raggiungere lo scopo.

Mission & Vision

La Mission rappresenta che cosa

è l’Azienda

Oggi

La Vision rappresenta che cosa l’Azienda

Vuole diventare

Domani

Cultura Aziendale

Mission

La Strategia Aziendale deve avere una prospettiva e una visione del futuro,

la strategia competitiva richiede tempi lunghi per realizzarsi, l’assenza di una chiara guida e visione di lungo periodo

può causare disorientamento.

Ho votato la mia passione alla realizzazione di un’azienda capace di durare nel tempo, dove la gente fosse motivata a fabbricare prodotti d’eccellenza. Tutto il resto era secondario. Certo, il profitto era importante, perché era quello a metterci in condizione di creare prodotti eccellenti.Ma la motivazione stava nei prodotti, non nei profitti. Alcuni dicono: “Date al cliente quello che vuole”. Non è la mia impostazione. Il nostro lavoro consiste nell’immaginare ciò che il cliente vorrà, prima ancora che lo faccia lui stesso. Se non sbaglio, una volta Henry Ford ha detto: “Se avessi chiesto ai clienti che cosa volevano, mi avrebbero risposto: ‘Un cavallo più veloce!’”. La gente non sa ciò che vuole, finché non glielo fai capire tu. Ecco perché non mi sono mai affidato alle ricerche di mercato. Il nostro compito è leggere le cose prima che vadano in pagina. Steve Jobs

Mission & Vision

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Costruiamola nostra Mission

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