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Per non dimenticare I bambini di Terezin Ti presentiamo alcune poesie e al- cuni dipinti di questi bambini. La poesia ha il sapore di una filastrocca, ma il finale è atroce. Nella prima strofa osserva il collegamento profumo-bambino. Nella seconda una SIMILITUDINE: quale? Nella terza strofa il verbo “si apre” diventa “si aprirà”. Il giardino È piccolo il giardino profumato di rose, è stretto il sentiero dove corre il bambino: un bambino grazioso come un bocciolo che si apre: quando il bocciolo si aprirà il bambino non ci sarà. Franta Bass, 1930-1944 Terezin è una città-fortezza vicino a Praga (Repubblica Ceca). Fu costruita nel 1780 per difen- dere i territori dell’imperatore Giuseppe II d’Asburgo dagli attacchi della Prussia. Alla vigilia della Seconda guerra mondiale i Tedeschi nazisti trasformarono questo luogo in un centro di raccolta (ghetto) degli Ebrei, in attesa di trasferirli nei campi di sterminio. Nel frattempo, i de- tenuti dovevano lavorare come operai (dai 14 anni in su erano considerati adulti!), in condizio- ni spaventose, per costruire strade, ferrovie ecc. Dal 1941 fino al 1945 passarono per Terezin 140000 Ebrei. Alla fine della guerra i sopravvissu- ti erano 17000. Ma Terezin viene ricordata come il ghetto dei bambini: dei detenuti, infatti, 15000 furono i bambini tra i 7 e i 13 anni, strappati alle loro case, spesso anche ai loro genitori. Ne sopravvissero 100. Gli altri finirono nei vari campi di sterminio, in particolare ad Auschwitz. Eppure, in questo luogo di paura, di disperazione, questi bambini furono aiutati dagli adulti (fra i quali c’erano artisti, scrittori, studiosi) a sopravvivere dignitosamente: studiavano, dipin- gevano, facevano teatro, musica e scrivevano poesie. Le loro opere sono state salvate dalla di- struzione e ora sono conservate al Museo ebraico di Praga: perché nessuno di- mentichi quello che è stato fatto, spe- cialmente ai bambini.

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Per non dimenticare

I bambini di Terezin

Ti presentiamo alcune poesie e al-cuni dipinti di questi bambini.

La poesia ha il sapore di una filastrocca, ma il finale è atroce.

Nella prima strofa osserva il collegamento profumo-bambino.Nella seconda una SIMILITUDINE: quale? Nella terza strofa il verbo “si apre” diventa “si aprirà”.

Il giardino È piccolo il giardino profumato di rose, è stretto il sentiero dove corre il bambino:

un bambino grazioso come un bocciolo che si apre:

quando il bocciolo si aprirà il bambino non ci sarà.

Franta Bass, 1930-1944

Terezin è una città-fortezza vicino a Praga (Repubblica Ceca). Fu costruita nel 1780 per difen-dere i territori dell’imperatore Giuseppe II d’Asburgo dagli attacchi della Prussia. Alla vigilia della Seconda guerra mondiale i Tedeschi nazisti trasformarono questo luogo in un centro di raccolta (ghetto) degli Ebrei, in attesa di trasferirli nei campi di sterminio. Nel frattempo, i de-tenuti dovevano lavorare come operai (dai 14 anni in su erano considerati adulti!), in condizio-ni spaventose, per costruire strade, ferrovie ecc.

Dal 1941 fino al 1945 passarono per Terezin 140000 Ebrei. Alla fine della guerra i sopravvissu-ti erano 17000. Ma Terezin viene ricordata come il ghetto dei bambini: dei detenuti, infatti, 15000 furono i bambini tra i 7 e i 13 anni, strappati alle loro case, spesso anche ai loro genitori. Ne sopravvissero 100. Gli altri finirono nei vari campi di sterminio, in particolare ad Auschwitz.

Eppure, in questo luogo di paura, di disperazione, questi bambini furono aiutati dagli adulti (fra i quali c’erano artisti, scrittori, studiosi) a sopravvivere dignitosamente: studiavano, dipin-gevano, facevano teatro, musica e scrivevano poesie. Le loro opere sono state salvate dalla di-struzione e ora sono conservate al Museoebraico di Praga: perché nessuno di-mentichi quello che è stato fatto, spe-cialmente ai bambini.

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Appena qualcuno arriva quiogni cosa gli sembra strana.Come, devo coricarmi per terra?No, io non mangerò quella sudicia patata nera. E questa sarà la mia casa? Dio com’è lurida! Il pavimento è solo fango e sporciziae qui io dovrei distendermi.Come farò senza sporcarmi?C’è sempre un gran movimento quaggiùe tante, tante mosche:le mosche non portano le malattie?Ecco, qualcosa mi ha punto: una cimice forse. Com’è orribile Terezin!Chissà quando ritorneremo a casa.

Teddy, morto nel 1943

Vorrei andare sola Vorrei andare sola dove c’è un’altra gente migliorein qualche posto sconosciuto dove nessuno più uccide.

Ma forse ci andremo in tanti.Verso questo sogno,in mille forsee perché non subito?

Alena Synkova, 1926-Liberata

La poesia esprime la disperazionee il rifiuto del nuovo arrivato.

Alena esprime il desiderio di essere sola, in un postomigliore; poi spera che ci si possa andare in tanti.Ma la poesia si conclude con un verso che sembraun urlo: perché non possiamo andare via subito?

Teddy descrive Terezin:

– si dorme per…– è tutto…– ci sono tante…– pungono le…– Terezin è…Si domanda poi: quando…?

Quale di queste poesie ti ha colpito di più?Perché?

Se pensi che questibambini o ragazzi han-no più o meno la tuaetà, ti rendi conto di co-me il dolore, la trage-dia, invece di distrug-gerli, li ha maturati. Sipuò dire che continua-no a vivere per noi, nel-le loro poesie, nei loroquadri: per farci riflette-re, per insegnarci amantenere sempre ladignità di uomini.

Per non dimenticare

A Terezin

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