00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano...

18
11 1 Italiano di oggi e italiano di ieri Compito d’un libro come il nostro è fare una sorta di fotografia dell’italiano attuale. Ciò richiede già una distinzione: l’italiano attuale non è quello, ovviamente, di qualche secolo fa, ma neppure quello di qualche decennio fa. Infatti le lingue si evolvono co- stantemente nel tempo. Le difficoltà che si hanno di fronte a testi antichi pur se della propria lingua sono una testimonianza delle trasformazioni profonde che le lingue subiscono nei tempi lun- ghi. Se sottoponessimo a un inglese o a un francese nostri contemporanei, anche colti, un testo nella loro lingua di 600 o 700 anni fa, essi non solo non sarebbero in grado di comprenderlo, ma neppure di leggerlo con la giusta pronuncia. Un’eccezione, pur parziale, è rappresentata proprio dalla lingua italiana, dato che i nostri connazionali di media cultura sono ancora oggi in grado di leggere e comprendere (salvo difficoltà di natura non linguistica) autori del Trecento come Dante, Petrarca e Boccaccio. Se leg- giamo per esempio i primi tre versi dell’Inferno dantesco, Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita. non vi troviamo né parole né costrutti che non siano tuttora in uso. E una cosa ana- loga può dirsi per la prima terzina del Paradiso, La gloria di colui che tutto move per l’universo penetra, e risplende in una parte più e meno altrove. dove la difficoltà può venire dalla concezione teologica che vi è espressa, ma non certo da problemi di lontananza linguistica. Ma questa maggiore resistenza conservativa della nostra lingua ha una spiegazione. L’italiano, infatti, è stato per secoli una lingua “artificiale”, una lingua letteraria, ri- servata agli scrittori per i loro poemi, le loro liriche, i loro trattati, ma non parlata da utenti comuni per le comuni necessità: una lingua “iniziatica”, da conservare gelosamente immutata nel tempo. Solo nel corso del XX secolo l’italiano è diventato in tutto una lin- gua “vera”, una lingua parlata, adoperata da milioni di persone per esprimere la loro vita quotidiana e dunque sottoposta alle sollecitazioni e trasformazioni determinate dalle esigenze comunicative “di massa”. Quindi, anche se in misura minore rispetto ad altre lingue, anche l’italiano di oggi si è modificato nel tempo e non è più quello di secoli fa. Ma nemmeno quello di dieci anni fa. Non ci sono grossi cambiamenti sul piano delle strutture, ma sul piano lessicale le parole nuove entrate nell’italiano solo dalla fine del secolo scorso si contano in qual- che migliaio. due Quale italiano? La nostra lingua e il suo uso Capitolo Una riflessione particolare nell’evoluzione della lingua nel tempo in Dal latino all’italiano On line

Transcript of 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano...

Page 1: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

11

1 Italiano di oggi e italiano di ieri

Compito d’un libro come il nostro è fare una sorta di fotografia dell’italiano attuale.Ciò richiede già una distinzione: l’italiano attuale non è quello, ovviamente, di qualchesecolo fa, ma neppure quello di qualche decennio fa. Infatti le lingue si evolvono co-stantemente nel tempo.

Le difficoltà che si hanno di fronte a testi antichi pur se della propria lingua sonouna testimonianza delle trasformazioni profonde che le lingue subiscono nei tempi lun-ghi. Se sottoponessimo a un inglese o a un francese nostri contemporanei, anche colti,un testo nella loro lingua di 600 o 700 anni fa, essi non solo non sarebbero in gradodi comprenderlo, ma neppure di leggerlo con la giusta pronuncia. Un’eccezione, purparziale, è rappresentata proprio dalla lingua italiana, dato che i nostri connazionali dimedia cultura sono ancora oggi in grado di leggere e comprendere (salvo difficoltà dinatura non linguistica) autori del Trecento come Dante, Petrarca e Boccaccio. Se leg-giamo per esempio i primi tre versi dell’Inferno dantesco,

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, che la diritta via era smarrita.

non vi troviamo né parole né costrutti che non siano tuttora in uso. E una cosa ana-loga può dirsi per la prima terzina del Paradiso,

La gloria di colui che tutto moveper l’universo penetra, e risplendein una parte più e meno altrove.

dove la difficoltà può venire dalla concezione teologica che vi è espressa, ma non certoda problemi di lontananza linguistica.

Ma questa maggiore resistenza conservativa della nostra lingua ha una spiegazione.L’italiano, infatti, è stato per secoli una lingua “artificiale”, una lingua letteraria, ri-servata agli scrittori per i loro poemi, le loro liriche, i loro trattati, ma non parlata dautenti comuni per le comuni necessità: una lingua “iniziatica”, da conservare gelosamenteimmutata nel tempo. Solo nel corso del XX secolo l’italiano è diventato in tutto una lin-gua “vera”, una lingua parlata, adoperata da milioni di persone per esprimere la lorovita quotidiana e dunque sottoposta alle sollecitazioni e trasformazioni determinate dalleesigenze comunicative “di massa”.

Quindi, anche se in misura minore rispetto ad altre lingue, anche l’italiano di oggisi è modificato nel tempo e non è più quello di secoli fa. Ma nemmeno quello di diecianni fa.

Non ci sono grossi cambiamenti sul piano delle strutture, ma sul piano lessicalele parole nuove entrate nell’italiano solo dalla fine del secolo scorso si contano in qual-che migliaio.

dueQuale italiano? La nostra lingua e il suo uso

Cap

itol

o

Una riflessioneparticolarenell’evoluzionedella lingua nel tempo in Dal latino all’italiano

On line

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 11

Page 2: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Part

e I Premesse teoriche per un uso consapevole della lingua

12

Non si tratta solo di parole ed espressioni relative a oggetti prima non esistenti (datermovalorizzatore a navigatore satellitare, da videofonino a webmail, da Adsl a bigliettoelettronico, ecc.): un buon numero di novità lessicali è imposto da innovazioni econo-miche (cartolarizzazione, Eurolandia, ecc.), da fenomeni politici, culturali e di costume(bioterrorismo, ecopass, no global, bipartisan, biodanza, battere il cinque, badante, ecc.),con un notevole apporto dal mondo dei media (reality show, YouTube, ecc.).

Test

1

Italiano di oggi e italiano di ieri Correzioni e osservazioni ai test, p. 23

I passi che seguono sono tratti da testi italiani di epoche molto diverse. Non è difficile verifi-care che più è antico il testo, più la lingua ci pare distante da quella attuale. Facciamo la prova“traducendoli” in italiano corrente contemporaneo e poi, in base alla portata del nostro in-tervento, indichiamo quale testo risale agli inizi del Trecento, quale al Seicento, quale ai primidecenni dell’Ottocento, quale al 1844.

a. L’amore della gloria è incompatibile colla natura de’ tempi presenti, è cosa obsoleta come leusanze e le voci antiquate, non sussiste più, o è così raro, e dove anche sussiste è così debolee inefficace che non può esser principio di grandi beni alla società e molto meno servirle di vin-colo, quale egli era in gran parte una volta.

.....................................................................................................................................................................................................................

b. Quando io incominciai propuosi di scrivere il vero delle cose certe che io vidi e udi’, però chefuron cose notevoli le quali ne’ loro principi nullo le vide certamente come io: e quelle che chia-ramente non vidi, proposi di scrivere secondo udienza; e perché molti secondo le loro volontàcorrotte trascorrono nel dire, e corrompono il vero, proposi di scrivere secondo la maggior fama.

....................................................................................................................................................................................................................

c. I primi uomini che si sparsero per questa terra transpadana, vi si avvennero in due ben dissìmiliregioni di pari ampiezza, l’una montuosa, l’altra campestre. Le Alpi sublimi, nevose, inaccesse, ab-bracciavano un labirinto d’altre catene di poco minore altitùdine ed asprezza, entro cui stavanoalte e recòndite valli, fra loro disparate, chiuse al piede da laghi o da passi angusti, che nei tempiprimitivi, opponèvano impenetrabile serraglio alle orde vaganti. – La regione campestre, arida esassosa nella parte superiore, più sotto era piena di scaturìgini e di ghiare aquidose, interrotta dadorsi di bosco, asciutta ed aprica lungo gli alti greti dei maggiori fiumi.

....................................................................................................................................................................................................................

d. Io non ho mai potuto intendere, Illustrissimo Signore, onde sia nato che tutto quello che de’ mieistudi, per aggradire o servire altrui, m’è convenuto metter in publico, abbia incontrato in molti unacerta animosità in detrarre, defraudare e vilipendere quel poco di pregio che, se non per l’opera,almeno per l’intenzion mia m’era creduto di meritare.

...................................................................................................................................................................................................................

1.1 Leggi dell’evoluzione linguisticaAbbiamo detto che per quanto riguarda la lingua italiana il lessico (ovvero l’insieme deivocaboli che costituiscono una lingua: Parte V) è quello che ha subìto i più grossi cam-biamenti. In generale, quello del lessico è il terreno dove l’esigenza di adeguamentodella lingua ai mutamenti sociali e culturali è più forte, per cui le novità sono piùsensibili e costanti. La resistenza ai cambiamenti, invece, è maggiore sul piano morfo-sintattico, ovvero sul piano delle norme che regolano la forma delle parole (la morfo-logia: Parte III) e la struttura delle frasi (la sintassi: Parte IV). Tuttavia anche a que-sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre.

Per quanto riguarda la nostra lingua, le più deboli, come vedremo meglio nei ca-pitoli sulla morfologia, sono quelle che hanno conservato nell’italiano una comples-sità maggiore che nelle altre lingue: per esempio, i pronomi personali e il sistema deitempi e dei modi verbali. Proprio per tale complessità queste strutture sono più espo-ste alla regola della semplificazione, che è una delle leggi fondamentali dell’evo-luzione linguistica.

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 12

Page 3: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

L’evoluzione di tutte le lingue vive, infatti, non deriva solo da un’esigenza di “ag-giornamento”, per cui si mettono al passo con i tempi, ma risponde anche a un’altraesigenza di fondo: quella della massima economia.

Siccome le lingue sono sistemi complessi, il cui uso impegna una notevole energiamentale dei parlanti (e scriventi), questi ultimi cercano di risparmiare almeno quellaenergia che non è indispensabile. Per questo nel loro evolversi le lingue sono sottopostea una continua opera di riduzione della loro complessità: si tende cioè a semplifi-care tutto ciò che è semplificabile, a eliminare tutto ciò che è “in più”, ripeti-tivo, non necessario.

Ciò ha conseguenze, come si è accennato, sul piano morfologico: il fatto che il par-ticipio presente in italiano sia praticamente scomparso, che il pronome personale glitenda a sostituire il pronome loro, e così via. Ma le conseguenze si possono trovare an-che ad altri livelli: per esempio nella forma delle parole, che tendono ad “abbreviarsi”.Il fatto, per esempio, che le parole etade, cittade, libertate, un tempo vitali in italiano,siano scomparse dall’uso a vantaggio di età, città e libertà, è un tipico caso di “sceltaeconomica”. Ma ancora una volta gli esempi più decisi si hanno in altre lingue: in in-glese il lessico si è ridotto nel corso dei secoli a parole quasi esclusivamente monosil-labiche o bisillabiche, e anche in francese un processo del genere è assai avanzato. Ciòanche quando la forma scritta conserva una maggiore lunghezza.

Questa differenza tra scritto e orale va sottolineata, perché ci permette di se-gnalare un dato molto importante: i processi di semplificazione sono più accen-tuati nell’orale, che è meno strutturato, più spontaneo e dunque meno regolabiledello scritto. Di solito, infatti, le innovazioni linguistiche vengono registrate nell’uso

scritto solo dopo che si sono affermate nella co-municazione orale (e talvolta lo scritto rimane deltutto resistente alle innovazioni). Da ciò dipendeil fatto che oggi ci siano nell’italiano scritto regoleche non hanno la stessa forza nell’orale. Su que-sto torneremo più volte nel corso della nostratrattazione.

Nell’italiano contemporaneo operano sia spinte visibili verso l’evoluzione e la tra-sformazione, sia tendenze altrettanto forti alla conservazione. Come indicazione dicomportamento linguistico, ne deriva che perde il passo con l’evoluzione della lingua,sia chi si attesta nella difesa a oltranza della lingua tradizionale e considera errore tuttociò che è novità (un atteggiamento che si definisce “purismo” linguistico), sia chi siscapicolla nell’inseguire ogni novità orecchiata qua e là, magari nell’ultimo spot tele-visivo.

2 Italiani regionali e italiano comune

L’italiano di oggi, dunque – quello che il nostro manuale vuole insegnare a parlaremeglio, scrivere meglio, leggere meglio – è il frutto di questi processi evolutivi.

Ma siamo poi sicuri che si possa parlare di un italiano di oggi?In realtà non tutti gli italiani, “oggi”, parlano una identica lingua. Se ascoltiamo

un napoletano, un piemontese, un veneziano che si esprimono in italiano (non in dia-letto, si badi: in italiano) ci colpisce come una stessa lingua suoni diversa, in bocca aciascuno, per pronuncia, per lessico, per sintassi.

Il fatto è che le lingue non mutano solo in rapporto al tempo, ma anche in rapportoalla geografia. Le varietà contemporanee dell’italiano si chiamano appunto “italianiregionali” e si differenziano tra di loro soprattutto per l’influenza ravvicinata dei dia-letti locali (si badi al fatto che gli italiani regionali sono varietà regionali dell’italiano,mentre i dialetti sono lingue alternative all’italiano).

!

Quale italiano? La nostra lingua e il suo uso

13

Capitolo

2

emoLe regole dell’evoluzione/trasformazione di una lingua:

➔ adeguamento ai mutamenti sociali e culturali;

➔ legge della massima economia e della semplificazione.

m

I cambiamenti avvengono prima nellacomunicazione orale.

Attenzione ➔

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 13

Page 4: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Part

e I Premesse teoriche per un uso consapevole della lingua

14

2.1 Alcuni tratti distintivi degli italiani regionaliPer ogni regione italiana è possibile individuare tratti linguistici distintivi sia sul pianodei suoni (fonetica: Parte II) che su quello lessicale e morfosintattico. In certe regionisi segnalano varietà differenti anche da città a città. Noi, per praticità, faremo una di-stinzione a grandi linee, segnalando pochi elementi caratterizzanti per ciascuna grandearea linguistica (settentrionale, toscana, centrale, meridionale). Nel corso del volume ap-profondiremo il discorso sui tratti regionali segnalando in particolare nei box “Abitu-dini da correggere” gli usi locali da tenere sotto controllo.

Fonetica• Varietà settentrionali: uso esclusivo delle forme chiuse [ Lo sai già?] delle

vocali e e o (béne, stória); riduzione delle consonanti doppie a consonantiscempie (cioè semplici), specie in Veneto (bèlo al posto di bello, mama alposto di mamma); pronuncia sonora della -s- intervocalica (caza, tezo).

• Varietà toscana: aspirazione della c velare [ Lo sai già?] in posizione in-tervocalica (buhato inceve di bucato, hasa per casa); assimilazione conso-nantica nei gruppi -cn-, -tm- che diventano -nn-, -mm- (tennico, ammosfera).

• Varietà centro-meridionali: pronuncia aperta delle vocali e, o toniche(quèsto, disègno); -s- intervocalica pronunciata sorda (rosa, esito); rad-doppiamento di consonanti a inizio di parola (fa bbene, la rrosa) e di al-cune anche in posizione intervocalica (cuggino, subbito); assimilazione di-nd- in -nn- (quanno).

• Varietà sarde: l’italiano regionale della Sardegna è un caso a sé, la cui ca-ratteristica più rilevante, a livello di pronuncia, è la mancata distinzione diconsonanti doppie e scempie, tutte scandite in modo forte (non è perce-pita, per esempio, la differenza tra fato e fatto).

Morfologia e sintassi• Varietà settentrionali: uso esclusivo del passato prossimo a danno del passato re-

moto (Prima ch’io nascessi, qui c’è stata un’alluvione); l’uso dell’articolo determina-tivo davanti a nomi di persona (la Maria, il Paolo).

• Varietà toscana: distinzione tra passato remoto e passato prossimo; uso di codesto,accanto a questo e quello (Non è questo che voglio ma codesto).

• Varietà centro-meridionali: caduta della sillaba finale in parole come ma’ permamma, anda’ per andare, ecc.); uso dell’infinito preceduto da a invece del gerundio(Che stai a fare?); uso della preposizione a davanti al complemento oggetto (Ho in-contrato a mio fratello); al Sud prevalenza del passato remoto sul passato prossimo(Ieri arrivò mio nonno); in Sicilia, collocazione della copula dopo il nome del pre-dicato: vero è; soddisfatto sono.

LessicoI tratti lessicali sono molto rilevanti nelle diverse realtà locali e hanno una caratteriz-zazione talora più “cittadina” che regionale. Non è facile raggrupparli per aree. Per faresolo pochissimi esempi, al Nord si trovano usi tipici del piemontese (pelare per sbuc-ciare), del lombardo (balera), del veneto (baita, ombra per indicare il bicchiere di vino,ciacolare, per chiacchierare). Nel toscano si dice desinare invece di pranzare, gota perguancia, garbare al posto di piacere, aver furia invece di aver fretta. Al Sud, tenere peravere (tengo fame), uscire pazzo per impazzire; il napoletano dice cacciare per tirarfuori (Caccia i soldi!) creatura per bambino piccolo, mo’ per adesso, ecc.

In generale abitudini tipicamente locali trovano solitamente più spazio nell’uso par-lato dell’italiano: su alcune di esse torneremo nel corso della nostra trattazione so-prattutto nei box “Abitudini da correggere”.

Bisogna comunque osservare che negli ultimi tempi anche nel parlato si registra un

? Lo sai già?In italiano le vocali e e o quandosono toniche (cioè quando vi cadel’accento) possono avere unapronuncia chiusa (segnalatadall’accento acuto ´) o una pronuncia aperta(segnalata dall’accento grave `)[ Parte II, 1.2, p. 30].

La consonante c può avere unsuono detto “velare”corrispondente a quello di caldo, eun suono “palatale”corrispondente a quello di cena

[ Parte II, Appendice 1, p. 38].

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 14

Page 5: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Capitolo

2Quale italiano? La nostra lingua e il suo uso

15

certo affievolimento di tratti regionali, specialmente nelle generazioni più giovani.Si tratta d’un fenomeno ben comprensibile in una società profondamente unificata, sulpiano delle abitudini, del modo di pensare, dei modelli di vita, dai mezzi di comuni-cazione di massa. I processi di omogeneizzazione culturale travalicano i confini regio-nali e innescano processi sempre più forti di omogeneizzazione linguistica, che met-tono in circolo un italiano comune – un italiano standard – non più solo negli usiscritti, ma anche in quelli parlati.

Test

2

Italiani regionali Correzioni e osservazioni ai test, p. 23

L’italiano regionale caratterizza soprattutto la comunicazione orale. Ci sono tuttavia scrittoriche si aprono agli usi linguistici locali, come mezzo per arricchire la credibilità e il realismodella loro narrazione. È quanto avviene nei quattro testi seguenti, nei quali troviamo l’ecomolto ravvicinata del siciliano, del toscano, del romanesco, del napoletano. Assegna ciascuntesto alla sua area linguistica, cercando di riconoscervi quanti più caratteri regionali possibile.

a. Allora Pinocchio, preso dalla disperazione e dalla fame, si attaccò al campanello d’una casa, e co-minciò a sonare a distesa, dicendo dentro di sé: «Qualcuno si affaccerà».Difatti si affacciò un vecchino, col berretto da notte in capo, il quale gridò tutto stizzito: «Che cosavolete a quest’ora?».«Che mi fareste il piacere di darmi un po’ di pane?» «Aspettami costì, che torno subito […].»Dopo mezzo minuto la finestra si riaprì, e la voce del solito vecchino gridò a Pinocchio: «Fatti sottoe para il cappello».Pinocchio si levò subito il suo cappellaccio; ma mentre faceva l’atto di pararlo sentì pioversi ad-dosso un’enorme catinellata d’acqua che lo innaffiò tutto dalla testa ai piedi. Tornò a casa bagnatocome un pulcino e rifinito dalla stanchezza e dalla fame, e perché non aveva più forza da reg-gersi ritto, si pose a sedere appoggiando i piedi fradici e impillaccherati sopra un caldano pienodi brace accesa.

.....................................................................................................................................................................................................................

b. Tu sei un uomo, e si ce mettimmo d’accordo, per l’avvenire, te faccio guadagna’ belli sorde. Nellavita ho tentato tutto, i mestieri più umili: aggio fatto pure l’impresario teatrale... Tutto: non mi èriuscito niente. Sono ammogliato e aggi’ ’a da’ a mangia’ a moglièrema e pure a me. A’ vita ètosta e nisciuno t’aiuta. Perciò è meglio contare sulle proprie forze.

.....................................................................................................................................................................................................................

c. Il Cagone rintorcinandosi per terra s’attaccava alle cianche dei poliziotti, e se questi ce la sfanga-vano a strascinarlo di qualche passo, li addentava, morsicandoli come un cane arrabbiato. Allorai poliziotti dovettero proprio cercare di farla finita: uno alzò un pugno e diede una mazzata al Ca-gone che si sturbò, e quando riaprì l’occhi, era senza più forza e si lamentava come stesse permorire: «Mamma! Aiuto! Mamma mia! Salvateme!».

.....................................................................................................................................................................................................................

d. Il patre si era messo in machina e aviva battuto a lento a lento la strata che Susanna abitualmentefaciva per tornare a casa. A quell’ora d’invernu non si vidiva anima criata, le machine erano rare.A un certo momento gli si affiancò un motorino. Era lo zito di Susanna […]. Il picciotto disse alpatre che aviva ’ntinzione di percorrere tutte le strate di Vigata alla ricerca almeno del motorinoche accanosceva bene.

.....................................................................................................................................................................................................................

2.2 L’italiano (o gli italiani?) standardQuando si parla di italiano standard ci si riferisce a una lingua sovraregionale, abilitataa essere l’italiano di tutti gli italiani. Una lingua che anche se non parlata è intesa su tuttoil territorio nazionale: la lingua scritta nei giornali e nella maggior parte dei romanzi, par-lata nei telegiornali e alla radio, insegnata nelle scuole come modello di “buona lingua”.Si tratta dell’italiano che tutti aspirano a usare nelle situazioni formali, sia par-late sia, soprattutto, scritte (e che è oggetto prevalente di studio in questo manuale).

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 15

Page 6: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Part

e I Premesse teoriche per un uso consapevole della lingua

16

Ma accanto a questo standard, ben definito sul piano normativo, si sta affermandoanche un altro italiano “nazionale”, praticato da parlanti di regioni diverse, che si pre-sta a essere usato anche in situazioni meno formali, anche nel parlato meno sorvegliato.È quello che i linguisti definiscono neostandard, nel quale sono ammessi costrutti eforme che nello scritto standard sono ancora sentiti come errore. Si tratta di una pro-blematica su cui torneremo più volte nel manuale, segnando gli usi e le forme di voltain volta ammesse o scorrette a seconda dei contesti (scritto, orale, formale, informale).Qui, per fare solo pochi esempi tra i più evidenti, citiamo:

• l’uso del pronome personale gli al posto di le;• l’uso pleonastico di particelle, sul tipo chiacchiere non ne voglio più;• l’indicativo al posto del congiuntivo in certe subordinate (Pensavo che era matto);• certe concordanze a senso (Il 50% degli italiani pensano così);• l’interrogativo cosa? al posto di che cosa?;• l’espressione non esiste per significare è assurdo, è impossibile;• troppo bello, troppo forte, con valore superlativo (bellissimo, fortissimo).

Test

3

Neostandard Correzioni e osservazioni ai test, p. 24

Ecco due possibili testi “telefonici”, in cui abbiamo sottolineato certi caratteri che si vanno af-fermando nell’italiano neostandard (tipici soprattutto dell’orale, non raccomandabili nelloscritto). Prova a riformularli in un italiano più accettabile anche nello scritto.

a. Cosa? Carolina si è rimessa con Alberto? Ma dai! Pensavo che era finita del tutto, per cui qualchegiorno fa che l’ho incontrata con delle amiche non gli ho chiesto nulla di lui. Ci siamo prese uncaffè insieme e su Alberto nemmeno una parola.

b. Tornare a lavorare per lui? No, non esiste proprio. Non è che fare tutti quei chilometri ogni giornoera un problema insolubile, ma non ci avevo più tempo per la famiglia e anche di soddisfazioninon ce n’erano.

3 L’italiano varia con il contesto della comunicazione

Abbiamo dunque visto le leggi che regolano l’evoluzione dell’italiano nel tempo (ade-guamento ai mutamenti sociali e culturali, semplificazione e massima economia: Memo,p. 13), e le variabili determinate dai contesti regionali e locali. Abbiamo precisato chela “fotografia” dell’italiano da scattare in questo volume ha come oggetto specifico l’ita-liano di oggi e, in particolare, l’italiano standard. A questo punto si dovrebbe poter pro-cedere. E invece no. Rischiamo ancora di avere una foto mossa. Perché?

Perché una lingua cambia anche nello stesso momento e nella stessa personain base ad altre variabili.

Ognuno di noi usa una lingua diversa a casa o in ufficio, al telefono o faccia a fac-cia, per rimproverare il figlio o per farlo ridere, quando si rivolge a un bambino o a unadulto, ecc. Queste diverse “condizioni” possono essere raggruppate insieme, inun’unica categoria, che è quella delle variabili funzionali-contestuali; in sostanza, lalingua varia in relazione al variare dei diversi fattori della comunicazione [ Parte I, 1.4,pp. 6-7].

All’interno di questa categoria generale prendiamo in considerazione soprattutto trefattori di variazione linguistica, che si impongono per la loro rilevanza: il canale di co-municazione (e quindi le differenze tra parlato e scritto), la situazione comunicativa,la funzione del messaggio.

3.1 L’orale e lo scrittoIn uno scambio comunicativo, i messaggi linguistici passano da un interlocutore all’al-tro soprattutto attraverso due canali: l’udito (in cui i suoni arrivano attraverso l’aria) e

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 16

Page 7: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

la vista. A questi due canali corrispondono i due usi fondamentali – e fondamentalmentediversi – della lingua: il parlato e lo scritto.

Insistiamo sulla diversità, perché un errore che si fa spesso è quello di considerarelo scritto la trascrizione grafica del parlato. Non è così: non si parla come si scrive nési scrive come si parla. Basta prendere qualunque comunicazione orale, anche una dellemeno improvvisate, e provare a trascriverla in forma scritta; si vedrà che è impossibileottenerne un testo scritto accettabile se non attraverso modifiche e integrazioni: elimi-nando ripetizioni, completando frasi interrotte, togliendo intercalari, esplicitando nomisottintesi di oggetti o di persone, ristabilendo la regolarità sintattica, ecc.

Quali sono dunque i caratteri distintivi della lingua parlata rispetto allo scritto?

Il parlato è più irregolare dello scritto. Le norme linguistiche sono nel parlatomeno “stringenti”, poiché si tratta d’un uso più immediato, che ha meno possibilità dipreparazione e pianificazione e che non può essere corretto, ritoccato, reimpostato.Troviamo conferma di ciò a tutti i livelli:

• sul piano del lessico, la scelta delle parole è nell’orale meno accurata; sono privile-giate quelle più semplici e correnti, oltre ad alcune parole “generalissime” del tipo unacosa, un tizio, un affare, una roba, ecc. Per esempio: Ho trovato nel baule un affareche doveva essere appartenuto a mio nonno;

• un ulteriore tratto lessicale dell’orale sono gli intercalari, cioè parole ed espressioniche ogni tanto si inseriscono nel discorso non per una necessità semantica, ma per“prendere tempo”, mentre si cerca come proseguire il discorso (beh, capisci?, eh, in-somma, in pratica, ecc.);

• sul piano morfologico, il modo indicativo prende il sopravvento sul congiuntivo; certitempi (presente, imperfetto) prevalgono su altri;

• un altro elemento morfologico dell’orale è l’abbondanza di quelle parole (deittici)che hanno un significato diverso a seconda del contesto, per cui possono essere ca-pite solo da chi abbia chiaro quel contesto (tu, lui, questo, quello, lì, ieri, oggi, ecc.).Per esempio: Vieni qui; Poco fa ha telefonato Pietro; Voi verrete con me;

• sul piano della sintassi, il parlato di solito non si attiene rigorosamente alle regolesintattiche della proposizione e del periodo. Vi abbondano, per esempio, le “false par-tenze” (situazioni in cui non si riesce a concludere la frase iniziata e si torna indietroricominciando con un’altra): La professoressa, lo sai è... insomma, non riesco a capirbene cosa vuole;

• le frasi orali sono in genere brevi e prevalgono i rapporti di coordinazione rispetto aquelli di subordinazione.

Integrazione del codice verbale con altri codici. Nei casi di un parlato “facciaa faccia”, i messaggi non sono veicolati solo da parole, ma anche da altri segni, come:

• l’intonazione (esclamativa, interrogativa, ironica, enfatica, ecc.);• il tono e il volume della voce;• il ritmo (incalzante, lento e pacato, crescente, ecc.);• gesti e atteggiamenti (sguardi, espressioni del volto, gesticolazione delle braccia o delle

mani, ecc.).

Abbiamo insistito sulla distinzione tra parlato e scritto. Bisogna adesso precisare che sial’uso scritto della lingua sia l’uso parlato presentano in realtà una vasta gamma di gra-dazioni: dalle soluzioni più studiate e formali a quelle più basse e improvvisate. Dipendedalle situazioni concrete in cui si parla o si scrive. Tuttavia è vero che, in genere, la lin-gua orale si presta meglio a una comunicazione informale, di tono familiare. Peruna comunicazione molto formale, ufficiale, è più adeguata la lingua scritta, ben-ché anche tra i testi scritti, di per sé più controllati, se ne trovino di più o meno infor-mali (lettere amichevoli, pagine di diario, sms, e-mail, ecc.), disposti ad accogliere an-che modalità espressive tipiche del parlato.

b

a

Nota bene➔

Capitolo

2Quale italiano? La nostra lingua e il suo uso

17

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 17

Page 8: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Nota bene➔

Part

e I Premesse teoriche per un uso consapevole della lingua

18

3.2 La situazione comunicativa Per situazione si intendono le circostanze in cui avviene la comunicazione. Un elementodi particolare rilievo nel caratterizzare la situazione comunicativa è il rapporto tra gliinterlocutori: rapporto di parità oppure no, conoscenza più o meno intima, ecc.

Le situazioni comunicative si distinguono sostanzialmente per il diverso grado diformalità: si può passare, attraverso una serie di gradazioni, da situazioni molto for-mali (occasioni ufficiali, ambienti non familiari, rapporti tra gli interlocutori assai sbi-lanciati) a situazioni assolutamente informali (in famiglia, al bar, tra amici intimi). A de-terminare il grado di formalità contribuisce molto l’ambiente, ma non è decisivo: in unaclasse scolastica si possono avere sia situazioni comunicative informali (battute tra com-pagni) sia situazioni piuttosto formali (interrogazioni).

Più la situazione è formale, più si richiede una lingua ricca, sorvegliata, puntuale; piùla situazione è informale, più la lingua è spontanea, sciolta, poco precisa. Le varietà lin-guistiche che dipendono dalla situazione si dicono registri.

3.2.1 I registriDei registri si danno, nelle grammatiche, diversi criteri di classificazione: ora per “altezza”(registro alto, medio, basso), ora in base all’intimità tra gli interlocutori (formale, fami-liare, confidenziale, ecc.), ora in base alla qualità della lingua (aulico, colto, volgare).Ecco un esempio di come lo stesso concetto può essere espresso in registri diversi, dalpiù informale al più formale:

Ehi, ma sei scemo? [Confidenziale-volgare]

Dici un sacco di stupidaggini. [Familiare]

Non cercare di convincermi: stai dicendo cose che non stanno in piedi. [Medio]

A essere sincero, mi pare che i suoi argomenti non centrino la questione e siano poco per-suasivi. [Colto]

Devo esprimere con rincrescimento il mio dissenso rispetto ad alcune delle argomentazio-ni da Lei addotte durante l’ultima seduta di consiglio. [Alto-deferente]

Come abbiamo già detto, registri alti e bassi possono aversi sia nello scritto che nell’orale;tuttavia la lingua orale si confà più facilmente a registri medio-bassi, mentre èpiù facile che a situazioni molto formali corrispondano comunicazioni scritte.

Nella tabella a pagina seguente sono sintetizzati i caratteri distintivi dei registri.

Test

4

L’orale e lo scritto Correzioni e osservazioni ai test, p. 24

Questa che segue è la registrazione fedele d’un brano d’intervista televisiva. Un’intervista nondel tutto improvvisata: pertanto il testo è già in parte “pianificato” dall’intervistato. Ciò mal-grado, è evidente che una sua trascrizione fedele non sarebbe accettabile come testo scritto.Prova a fare quegli interventi di integrazione, taglio, riorganizzazione sintattica che possanotradurlo in un testo scritto ammissibile.

La vita in altri pianeti... Io vedi sono convinto che probab... Tu sai che attualmente si stanno scoprendomolti pianeti anche con altri sistemi... tra poco verrà lanciato... messo in orbita un nuovo telescopioper vedere pianeti lontani... sono difficili da vedere perché sono come lampadine spente... adesso sicominciano a vedere i pianeti un po’ più piccoli finora si vedevano solo i grandi e allora... sai che lanostra galassia è fatta da duecento forse miliardi di stelle... duecento miliardi... nel cielo ci sono mi-liardi di galassie... Tu pensa il numero sterminato... pensa quanti mondi, giusto?... Il modello che ab-biamo sulla Terra dove la vita è apparsa abbastanza rapidamente ci dà l’idea che siccome la biochimicaè abbastanza simile in tutto il mondo... l’Universo... beh, le cose che si sono viste negli spazi inter-stellari hanno una biochimica analoga a quella terrestre: quindi c’è una probabilità che questo sia av-venuto non solo in un posto... in molti altri posti... la vita...

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 18

Page 9: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Capitolo

2Quale italiano? La nostra lingua e il suo uso

19

Registri linguistici

registri formali registri informali

Pronuncia: accurata, con un impegno di attenuazionedei tratti fonetici più chiaramente regionali.

Morfosintassi e strutturazione del testo: sintassiben organizzata, con ricorso frequente alla subordina-zione. Utilizzo attento di connettivi (dunque, infatti, in-vece, al contrario, ecc.), in particolare di quelli che aiu-tano l’orientamento del lettore nel testo (in primoluogo... in secondo luogo...; riprendendo il discorso;apriamo una parentesi). I contenuti sono esplicitati enon ci si attende che l’interlocutore li integri grazie allaconoscenza del contesto extralinguistico.

Lessico: preferenza per termini precisi o comunquesentiti come più accurati (rivelare i nomi invece chefare i nomi, partorire un figlio invece che fare un fi-glio, recarsi invece di andare, ecc.), con ricorso anchea espressioni appartenenti a linguaggi tecnici (sotto-codici).

Pronuncia: scarsa attenzione a evitare modi tipica-mente regionali.

Morfosintassi e strutturazione del testo: largoricorso alla coordinazione, con frasi brevi, talora inter-rotte, e periodi che non finiscono come sono comin-ciati (Il film dell’altra sera... io non volevo andarci maPaolo decide sempre lui). Scarsa pianificazione dei te-sti e frequenti deviazioni dal percorso progettato. Ri-corso al non detto, all’implicito, la cui integrazione è la-sciata all’interlocutore (Il bambino si è comportatocome fa di solito).

Lessico: scarsa varietà lessicale, con ripetizione dellestesse parole; uso frequente di nomi generali (unaroba, un coso, un tale, una faccenda, ecc.); frequenzadi parole con sfumature affettive e più o meno sguaiate(sbraitare per gridare, fregarsene per non curarsi, farcasino per far confusione, ecc.).

I registri possono caratterizzarsi per lessico, morfologia, sintassi, ma anche per pronuncia e intonazione. Vediamoalcuni di questi caratteri, limitandoci ai due estremi della scala: registri molto formali e registri informali.

Ovviamente non tutti i registri presentano la medesima difficoltà. La lingua che gli in-dividui imparano naturalmente, fin dalla nascita, è la lingua “familiare”: è a questo li-vello, dunque, che sanno destreggiarsi meglio, senza bisogno di particolari insegnamentilinguistici.

Invece i registri formali – meno frequentati, più complessi, più rigidamente regolatisul piano normativo – non si acquisiscono per apprendimento naturale, ma si impa-rano solo se qualcuno li insegna.

La scuola dunque ha un ruolo insostituibile per far crescere le competenzelinguistiche ed è importante che lo studente non sprechi l’occasione.

Test

5

Registri linguistici Correzioni e osservazioni ai test, p. 24

1. Nel passaggio dal livello (orale) più informale a quello (scritto) più formale c’è una gra-dualità. Ne abbiamo un esempio nelle due liste di espressioni dello stesso significato mausate a livelli diversi. Per ciascuna lista ricostruisci la gradazione partendo dall’espressionepiù “bassa” fino alla più “alta”.

a. desistere • cessare • farla finita • smettere • mollare • recedere • piantarlab. morire • crepare • perire • mancare • spegnersi • trapassare • decedere • schiantare • andar-

sene

2. Metti in ordine, dalla meno formale alla più formale, le seguenti frasi.

a. Quelli che ci hanno i soldi li invidiano tutti. È logico, no?b. I ceti più abbienti in date circostanze sono oggetto di risentimento e dispetto da parte di quelli

più diseredati. c. I ricchi possono provocare sentimenti di invidia nel resto della popolazione.b. Se tu ci hai la grana, te ne puoi fregare se gli altri ti invidiano, caro mio.

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 19

Page 10: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Part

e I Premesse teoriche per un uso consapevole della lingua

20

3.3 Funzioni della linguaOgni volta che usiamo la lingua lo facciamo per uno scopo. Anche a seconda di que-sto scopo (o funzione) la lingua richiesta ha certi caratteri o altri.

Le funzioni d’una lingua sono, in realtà, quasi illimitate. Ciò nasce da quella chenel capitolo precedente [ Parte I, 1.3.4, p. 6] abbiamo chiamato “onnipotenza” dellelingue verbali, cioè la loro capacità di dire tutto: per loro mezzo possiamo esporreun’idea, condurre un ragionamento, esplorare il mondo esterno, esprimere il nostromondo interiore (affetti, emozioni, sensazioni), inventare realtà che non esistono o coseche non sono mai accadute, persuadere o dissuadere qualcuno, esprimere giudizi, ma-nifestare o nascondere intenzioni, informare o chiedere informazioni, commuovere, farridere, stabilire rapporti, ecc.

L’elenco potrebbe continuare a lungo ed è proprio questo che rende molto difficileridurre tutte le possibili funzioni linguistiche entro uno schema concluso di classifica-zione: tutte le soluzioni che vari linguisti hanno proposto a questo scopo, fondate sucriteri assai diversi, sono passibili di qualche critica. La più funzionale e adottata è quelladel linguista di origine russa Roman Jakobson, il quale distingue le funzioni della lin-gua sulla base dei fattori costitutivi d’ogni comunicazione. Abbiamo già visto al capi-tolo precedente [ Parte I, 1.4, p. 6-7] che alla comunicazione concorrono sempre seifattori: un emittente, cioè colui che parla o scrive, un messaggio (ciò che viene dettoo scritto), un destinatario, che lo riceve, un codice (la lingua comune sia all’emittenteche al destinatario), un canale, attraverso cui passa la comunicazione, un referente (l’in-sieme di conoscenze e esperienze – comuni al mittente e al destinatario – necessarieper la comprensione del messaggio). Roman Jakobson distingue le funzioni della lin-gua a seconda che la comunicazione metta a fuoco prevalentemente questo o quel fat-tore; egli indica pertanto sei funzioni. Le riassumiamo nella tabella che segue.

Emittente ➔ Funzione espressiva o emotiva: quando l’emittente esprime direttamente il suo stato d’animorispetto a ciò di cui parla. Valore puramente emotivo hanno le interiezioni, le imprecazioni, i la-menti, ma sono prevalentemente “espressivi” tutti quei testi intimi che scriviamo solo per noi eche nessuno deve leggere, come le pagine di diario.

Destinatario ➔ Funzione persuasiva o conativa: quando l’emittente cerca di persuadere il destinatario ad agirein un certo modo. Messaggi linguistici puramente conativi sono quelli espressi con verbi al modoimperativo: ordini, consigli, proposte. Ma hanno una fondamentale funzione persuasiva anche leleggi, le argomentazioni, le arringhe giudiziarie, i discorsi politici, i regolamenti, ecc. Spesso l’in-tenzione persuasiva è mascherata dietro un apparente taglio informativo (nella pubblicità ciò av-viene molto spesso).

Referente ➔ Funzione informativa o referenziale: nei testi con cui vengono trasmesse conoscenze su ele-menti sia del mondo concreto che del mondo delle idee. Appartiene a questa funzione la grandemaggioranza dei messaggi: dalle insegne agli avvisi, dagli orari dei treni alle cronache dei giornali,dai verbali alla prosa scientifica, dai libri di testo alle relazioni, ecc.

Codice ➔ Funzione metalinguistica: si realizza con i messaggi che parlano della lingua stessa in cui sonoespressi. Sono testi prevalentemente metalinguistici le grammatiche, i dizionari, le note ai testi, lerisposte a domande del tipo “Come posso dire? ”, ecc.

Canale ➔ Funzione fàtica o di contatto: vi ricorriamo quando si vuole semplicemente stabilire o mante-nere la comunicazione, verificando se il contatto è stato stabilito. Ne sono esempi il “Pronto” concui rispondiamo al telefono o quei messaggi con cui ci assicuriamo che l’interlocutore non si di-stragga e ci segua (“State attenti! ”, detto dall’insegnante alla classe). Ma svolge una funzione es-senzialmente fàtica anche la maggior parte dei saluti e auguri, che hanno il compito di “metterciin relazione con”.

Funzioni della lingua secondo Jakobson

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 20

Page 11: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Capitolo

2Quale italiano? La nostra lingua e il suo uso

21

Comunque si distinguano le funzioni della lingua, va detto che di solito, specie nei te-sti più complessi, non si ha un’unica funzione, ma più di una. Tuttavia anche in que-sti casi è possibile individuare una funzione prevalente, che concorre in modo de-cisivo a determinare la forma stessa del testo. Per fare un esempio: un messaggiopubblicitario può avere anche uno scopo informativo, ma è la sua prevalente funzionepersuasiva che lo definisce. Così in un romanzo possiamo trovare anche analisi psico-logiche e ricostruzioni storiche, ma a farci parlare di “romanzo” è la sua intenzione diraccontare e di coinvolgere il lettore nel racconto.

Può anche capitare che un testo si presenti a prima vista con una funzione e in re-altà ne abbia un’altra. Si parla in tal caso di funzione reale e funzione apparente.Se telefona un mio amico e mi dice: “Ti ho chiamato tre volte, da mezzogiorno in qua,e non ti ho mai trovato”, non vuole, come parrebbe, darmi un’informazione, ma piut-tosto ne aspetta una da me (che cosa ho fatto tutto il pomeriggio?); analogamente, unaragazzina che si rivolge alla madre chiedendo: “Sai che quelle scarpe così carine che ab-biamo visto l’altro giorno alla Rinascente adesso le vendono con il 50% di sconto?”, nonintende fare, in realtà, una domanda, ma sta cercando di convincere la madre a com-prarle quelle scarpe “così carine”. Questo è lo scopo vero del suo messaggio.

Saper riconoscere lo scopo effettivo d’un testo è molto importante. Lo è in modo par-ticolare quando dietro a una funzione apparentemente informativa si nasconde una in-tenzione reale di persuasione: la cosiddetta “persuasione occulta”.

Molti sono nella nostra società i messaggi di questo tipo, veicolati specialmente daimass media. Pensiamo naturalmente a tanti messaggi pubblicitari, ma anche a certi ser-vizi giornalistici e televisivi, la cui informazione è selezionata, organizzata, espressa informe che, più che soddisfare il bisogno di conoscenza del destinatario, mirano a con-dizionarne il modo di pensare (e anche di agire).

Per questo motivo, accostarsi alla comunicazione di massa con pregiudiziale “so-spetto” è una buona attitudine, anche linguistica.

Messaggio ➔ Funzione poetica: si realizza ogni volta che un messaggio mira ad attrarre l’attenzione, non tanto sulsuo argomento, quanto sulla propria forma, sui materiali verbali di cui è fatto. Lo stesso Jakobson fadue esempi illuminanti di situazioni in cui si realizza questa funzione: a. “Perché dici sempre Giannae Margherita e mai Margherita e Gianna? Preferisci Gianna alla sua sorella gemella?” “Niente af-fatto, ma così suona più gradevolmente”. b. Una ragazza parlava sempre dell’“orribile Oreste”. “Per-ché orribile?” “Perché lo detesto.” “Ma perché non terribile, insopportabile, disgustoso?” “Non so per-ché, ma orribile gli sta meglio.” Alla ragazza piaceva accostare due parole con suoni identici: Or diOreste e or di orribile. Naturalmente l’ambito principale della funzione poetica è la letteratura.

Test

6

Funzioni esplicite e funzioni nascoste Correzioni e osservazioni ai test, p. 25

Quelli che seguono sono dei titoli di giornale. La funzione “istituzionale” del titolo di giornale è essenzial-mente informativa: sintetizzare la notizia dell’articolo. Talvolta, però, sembra piuttosto che gli si attribuiscail compito di suscitare reazioni nel lettore, di spingerlo a una scelta. Insomma, una funzione persuasiva,come se invece di titoli si trattasse di slogan. Quali, tra i titoli proposti, ti sembrano caratterizzati in tal senso?

Il tema dellapersuasionepubblicitaria èapprofondito inCome leggere i messaggipubblicitari

On line

L’invasione dei clandestini non si arrestaLe condizioni meteo favoriscono la traversata dei barconi

Nuovo sbarco di clandestini a Lampedusa

Oggi la nomina dei sottosegretari. Una valanga

Torna “Paperissima”. Ma a chi mancava? Camorra, ucciso consigliere comunale

Una legge vieterà i seni rifatti alle minorenni

Urne aperte per l’elezione del nuovo parlamentoFinalmente la resa dei conti

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 21

Page 12: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

4 Qual è l’italiano migliore? Sapere usare la lingua nel modo giusto al momento giusto

Dalle considerazioni qui fatte sull’italiano d’oggi è uscito dunque un quadro moltomosso e variegato: italiani regionali, scritti e parlati, formali e informali, solenni e fa-miliari, ecc. E tuttavia tutti “italiano”, nel senso che ciò che unifica tutte quelle varietàè più tenace e significativo di ciò che le distingue.

Di fronte a questa “dispersione” la domanda che viene spontanea è: ma qual è l’ita-liano migliore?

A questa domanda non c’è risposta, perché in realtà non esiste un italiano in asso-luto migliore. La “qualità linguistica” di ciascuno di noi consiste nella sua capacità divalorizzare tutte le corde del repertorio linguistico che ha a disposizione: l’ita-liano migliore, allora, è quello che, di volta in volta, sa tener conto del contesto dellacomunicazione, trovando le parole, le strutture, il tono più efficace in quel contesto.

Il punto è, insomma, saper usare la lingua nel modo giusto al momento giu-sto. Vanno in questa direzione le principali indicazioni sviluppate nel corso del ca-pitolo.

Per riepilogarle possiamo affermare che l’approccio giusto alla comunicazione lin-guistica è quello che tiene conto:

• del mezzo con cui si trasmette il messaggio, soprattutto distinguendo messaggiscritti e messaggi orali, in base al presupposto che “non si parla come si scrive enon si scrive come si parla”;

• dell’interlocutore e del rapporto che l’emittente ha con lui, dal momento che pro-prio da questo rapporto dipende, in buona parte, il grado di formalità della situazionee dunque il livello di registro richiesto;

• delle circostanze contingenti in cui si comunica (se si ha fretta oppure si ha deltempo a disposizione; se si intende usare riguardo e delicatezza, oppure no; se si ècoinvolti più o meno emotivamente; se si è in pubblico o in privato, ecc.);

• del fine che il messaggio si propone.

Part

e I Premesse teoriche per un uso consapevole della lingua

22

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 22

Page 13: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Capitolo

2

23

Test

1

p.12

p.15

Test

2Correzioni e osservazioni ai test

Italiano di oggi e italiano di ieriIl testo più lontano nel tempo è il passo b, tratto dalla Cronica (1313) di Dino Compagni. Richiede, per es-sere reso in italiano contemporaneo, interventi numerosi sia sul piano grafico (udi’, furon, ne’) sia su quellolessicale (nullo = nessuno; trascorrono = superano i limiti) e morfosintattico (le quali... le vide = che vide;come io = come me). Riducendo al minimo indispensabile il nostro intervento, possiamo scrivere:

Quando io incominciai mi proposi di scrivere il vero delle cose certe che avevo visto e udito, poiché erano cosenotevoli che, quando iniziarono, nessuno vide certamente come me: e quelle che non avevo visto in modo sicuromi proposi di scriverle come le avevo udite; e poiché molti, avendo oscure intenzioni, vanno oltre i limiti del giu-sto nel riferire, e falsificano il vero, mi proposi di scrivere secondo le versioni più diffuse.

Segue il passo d, tratto dal Saggiatore (1623) di Galileo Galilei. Anche qui gli interventi indispensabilisono numerosi, con una prevalenza netta di quelli di carattere lessicale.

Io non ho mai potuto capire, Illustrissimo Signore, da dove derivi che tutto quello che dei miei studi ho ritenutoopportuno pubblicare per far cosa grata o utile a qualcuno, abbia incontrato in molti una certa animosità nello smi-nuire, sottrarmi e disprezzare quel poco di considerazione che, se non per l’opera, almeno per l’intenzione miaavevo creduto di meritare.

Il testo a appartiene al Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’Italiani (1824) di GiacomoLeopardi. Vi si riscontra una lingua piuttosto “conservatrice”, ancora legata alla tradizione letteraria. An-ch’essa dunque richiede, per una sua attualizzazione, diversi interventi, specie di carattere lessicale.

L’amore della gloria è incompatibile con la natura dei tempi presenti, è cosa obsoleta come le usanze e le paroleantiquate, non vive più, o è così raro, e dove anche vive è così debole e inefficace che non può produrre grandibeni per la società e molto meno contribuire a tenerla unita, come avveniva in gran parte una volta.

Il passo più recente è il c, appartenente a Notizie naturali e civili su la Lombardia, scritto da Carlo Cat-taneo nel 1844. Anch’esso, per essere reso in italiano contemporaneo, richiede qualche intervento di tipolessicale; c’è però da notare che alcune delle parole sostituite con altre più correnti sono ancora presentinell’italiano “letterario” (dissimili, altitudini, recondite, scaturigini, aprica, ecc.).

I primi uomini che si sparsero per questa terra transpadana, vi si stanziarono in due regioni molto diverse di pariampiezza, l’una montuosa, l’altra pianeggiante. Le Alpi sublimi, nevose, inaccessibili, abbracciavano un labirinto d’al-tre catene di poco minore altezza e asprezza, al cui interno stavano alte e nascoste valli, fra loro diverse, chiuse infondo da laghi o da passi angusti, che nei tempi primitivi opponevano impenetrabile riparo alle orde vaganti. Laregione pianeggiante, arida e sassosa nella parte superiore, più sotto era piena di sorgenti e di ghiaie intrise d’ac-qua, interrotta da dorsi di bosco, asciutta e soleggiata lungo gli alti greti dei maggiori fiumi.

Italiani regionalia. Il primo testo appartiene alle Avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, la cui lingua è un italiano che

attinge largamente al fiorentino parlato. Nel passo riportato si può notare:

• qualche variante fonetica tipica del toscano: sonare per ‘suonare’, giranio per ‘geranio’; • la frase «Che mi fareste il piacere di darmi un po’ di pane?», nella quale è tipicamente toscano l’uso pleona-

stico di “che”; • l’avverbio costì, ancora in uso in Toscana per indicare vicinanza all’interlocutore (corrispondente al dimostra-

tivo codesto); • sul piano lessicale gli aggettivi rifinito (‘sfinito’), impillaccherati (‘imbrattati di fango’), nonché la congiunzione

difatti (per ‘infatti’) e il verbo parare nel senso di ‘porgere per ricevere qualcosa’ («para il cappello»).

b. Il secondo testo è opera del napoletano Eduardo de Filippo (dal dramma Questi fantasmi!). Qui nonabbiamo solo espressioni calcate sul dialetto, come avviene di solito negli italiani regionali, ma l’intru-sione di espressioni dialettali vere e proprie. Per esempio, nella morfologia dei verbi (mettimmo, aggio,le forme tronche dell’infinito guadagna’, da’, mangia’), nel lessico (belli sorde, moglièrema, nisciuno).Particolarmente delicate le parole monosillabiche, molto influenzate dal parlato: si (‘se’), ce (‘ci’), te(‘ti’), ’a (‘da’), ’a (‘la’).

Quale italiano? La nostra lingua e il suo uso

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 23

Page 14: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Part

e I

24

c. Il terzo brano è una citazione da Una vita violenta, di Pier Paolo Pasolini. In questo romanzo la rap-presentazione delle borgate romane corrisponde a una lingua aperta agli usi di quel mondo. Il coloritolocale è dato soprattutto dagli usi lessicali: rintorcinandosi (‘divincolandosi’), cianche (‘gambe’), ce lasfangavano (‘ci riuscivano’), strascinarlo (‘trascinarlo’), mazzata (‘colpo’), si sturbò (‘svenne’). Sul pianomorfologico si osservi l’articolo l’occhi e il pronome personale Salvateme.

d. L’ultimo testo è il più recente e anche quello dove l’apertura all’influenza dialettale è più forte. È trattodalla Pazienza del ragno di Andrea Camilleri, autore che ha costruito un suo stile proprio sulla me-scolanza di lingua e dialetto siciliano. Nel passo proposto l’eco del dialetto si impone nel lessico: alento a lento (‘lentamente’), anima criata (‘anima viva’), zito (‘fidanzato’), picciotto (‘ragazzo’), accano-sceva (‘conosceva’). Ma ancora più spesso si sente nelle varianti fonetiche (patre, machina, aviva, strata,faciva, invernu, ’ntinzione).

NeostandardBisogna dire anzitutto che, più che questione di scritto o orale, è questione di testi più o meno formali. Al-cune delle espressioni che abbiamo sottolineato nei due testi, in realtà, sarebbero accettabili anche in unoscritto poco formale. A questa problematica è dedicato il paragrafo 3.2 di questo capitolo. Pertanto la so-luzione dell’esercizio potrà essere ancor meglio compresa dopo aver studiato quel paragrafo.Detto questo, ecco una soluzione in una lingua piuttosto formale:

a. Che cosa? Carolina si è rimessa con Alberto? Davvero? Pensavo che fosse finita del tutto, perciò qualchegiorno fa, quando l’ho incontrata con alcune amiche, non le ho chiesto nulla di lui. Abbiamo preso un caffèinsieme e su Alberto nemmeno una parola.

b. Tornare a lavorare per lui? No, non è assolutamente possibile. Non che fare tutti quei chilometri ogni giornofosse un problema insolubile, ma non avevo più tempo per la famiglia e non c’erano neanche soddisfazioni.

L’orale e lo scrittoEcco un’ipotesi di trascrizione del testo orale.

Io sono convinto che ci sia la vita in altri pianeti. Attualmente si stanno scoprendo molti pianeti anche con altrisistemi: tra poco verrà lanciato in orbita un nuovo telescopio per vedere pianeti lontani. Sono difficili da vedereperché sono come lampadine spente, ma adesso si cominciano a vedere i pianeti un po’ più piccoli, mentre fi-nora si sono visti i grandi. Allora, se si considera che la nostra galassia è fatta forse da duecento miliardi di stellee che nel cielo ci sono miliardi di galassie, pensiamo il numero sterminato di mondi. Dunque, poiché i processibiochimici che hanno fatto apparire abbastanza rapidamente la vita sulla Terra sono abbastanza simili a quelliscoperti negli spazi interstellari, è probabile che si trovi la vita non solo in un posto, ma in molti altri posti.

Gli interventi più semplici sono stati l’eliminazione di intercalari (vedi, tu sai, giusto?) e di ripetizioni (duecentomiliardi). Ma l’intervento più significativo è sul piano sintattico: su tutti i periodi è stato necessario intervenire per in-tegrare i concetti (per esempio: «La vita in altri pianeti... Io vedi sono convinto che probab...» diventa «Io sono con-vinto che ci sia la vita in altri pianeti») o per riorganizzare la struttura della frase, soprattutto evidenziando i rap-porti di subordinazione (per esempio: «si cominciano a vedere i pianeti un po’ più piccoli finora si vedevano solo igrandi» diventa «si cominciano a vedere i pianeti un po’ più piccoli, mentre finora si sono visti i grandi»; «tu sai chela nostra galassia è fatta da duecento forse miliardi di stelle... duecento miliardi... nel cielo ci sono miliardi di ga-lassie... Tu pensa il numero sterminato... pensa quanti mondi....» diventa «se si considera che la nostra galassia èfatta forse da duecento miliardi di stelle e che nel cielo ci sono miliardi di galassie, pensiamo il numero sterminatodi mondi...»). Talvolta, come nell’ultimo periodo, piuttosto ripetitivo, si è dovuta operare anche una certa sintesi.

Registri linguistici1. Nella lista a la “voce media” (poco connotata verso il basso o verso l’alto) è smettere. Si passa progres-

sivamente a registri più formali con cessare, desistere, recedere (le ultime due registrate dai dizionari come“voci dotte”). Verso il basso la serie prevede farla finita, mollare, piantarla (tutte espressioni colloquiali).Nella lista b la voce centrale è morire. Sono più formali, in ordine crescente, spegnersi, mancare, tra-passare, decedere, perire. Si passa invece a livelli gradatamente più informali e volgari con andarsene,crepare, schiantare.

2. L’ordine delle quattro frasi del secondo esercizio è d, a, c, b. Nelle prime due si segnalano le costruzionici hai, ci hanno, proprie del parlato; nella prima si dà anche del tu (caro mio) e si scelgono parole di tonovolgare: la grana, fregare. La frase c è di tono medio, sia nella costruzione sia nel lessico, mentre la b sicaratterizza per la scelta d’un lessico più raro: ceti più abbienti, risentimento e dispetto, diseredati.

p.16

Test

3

p.18

Test

4

p.19

Test

5

Premesse teoriche per un uso consapevole della lingua

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 24

Page 15: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Capitolo

2

25

Funzioni esplicite e funzioni nascosteAlcuni dei titoli scelti, più che dare una notizia, propongono al lettore un giudizio e, di conseguenza, unpossibile comportamento. Può trattarsi d’un giudizio politico: per esempio sull’incapacità del governo diporre un limite al numero dei sottosegretari e dunque ai “costi” della politica («Oggi la nomina d’una va-langa di sottosegretari»). Si può così arrivare a una vera indicazione di voto contro l’attuale maggioranzaparlamentare («Finalmente la resa dei conti»).

In un caso l’invito al lettore è semplicemente a “cambiare canale” («Torna “Paperissima”. Ma a chi man-cava?»).

Interessante il confronto tra due modi di titolare la stessa notizia (lo sbarco di clandestini). In un caso(«Nuovo sbarco di clandestini a Lampedusa») ci si limita all’informazione essenziale, nel secondo («L’in-vasione dei clandestini non si arresta») si vuole evidentemente alimentare nel lettore un allarme.

Nessuna particolare intenzione persuasiva negli altri due titoli.

p.21

Test

6

Quale italiano? La nostra lingua e il suo uso

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 25

Page 16: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

In questo elenco di parole ce ne sono alcune che sono scomparse dall’uso comune. Riconoscile e indicane il si-gnificato. Se hai difficoltà consulta il vocabolario (che indica solitamente quando un termine è arcaico, di uso raroo letterario). Fai però attenzione, perché non è detto che tutte le parole che tu non padroneggi siano scomparsedall’uso di oggi!

affisare • alma • alternare • apparecchiatura • cagione • carezza • colendo • concubina • divezzare • guatare • imbonitore •indarno • inopportuno • mambo • mercé • nicotina • nomare • palagio • pattume • rappresentante • sgarbo • suso • torre-fazione

Abbiamo tratto da autori italiani del passato alcune frasi che presentano parole non più in uso (le abbiamo messein corsivo). Sostituiscile con parole attuali dello stesso significato. In caso di dubbio consulta il vocabolario.

a. Erano adunque in Messina tre giovani fratelli e mercatanti, e assai ricchi uomini rimasi dopo la morte del padre loro [Boc-caccio].

b. Del palafren discende anco Isabella [Ariosto]. c. Due donne impiegate un mese per lei. È una cosa insoffribile [Goldoni]. d. Posso aver fallato [Manzoni].

Sono qui elencate alcune parole che, pur adoperate anche fuori dalla loro regione, conservano una connotazioneregionale. Scrivi per ciascuna un termine corrispondente nella lingua standard.

area settentrionale: paltò, balera, calle, malgaarea toscana: brindellone, cencio, grulloarea centrale-romana: borgata, menare, bullo, caciara, burino, bruscoliniarea meridionale: ciofeca, faticare, inciucioarea siciliana: coppola, schifìo

In diversi luoghi la stessa cosa può essere indicata in modi diversi. Individua, negli esempi seguenti, la parola pre-feribilmente usata nella tua zona.

a. pedalino • calzino • calzerottob. lavandino • lavello • acquaioc. tapparella • avvolgibile • serranda • saracinescad. frappe • cenci • chiacchiere • galani

Gli usi locali dell’italiano non si distinguono solo per il lessico: le frasi seguenti propongono usi regionali sul pianomorfosintattico. Indica a quale area geografica (settentrionale, toscana, meridionale, siciliana) appartiene ciascunafrase.

a. Abbiamo lasciato a tuo padre appena fuori dal paese. ................................................................................................................................................

b. Tutta la registrazione rovinata fu. ...........................................................................................................................................................................

c. Non sappiamo dov’è che è andato a nascondersi. .......................................................................................................................................

d. Anche questa l’è passata senza danno. .............................................................................................................................................................

e. Voglio finito questo lavoro entro domani. ..........................................................................................................................................................

Ritieni che sia corretto proporre a degli studenti la lettura di un libro o di diversi libri come “modelli” da seguire siaper “bene scrivere” che per “ben parlare”? Perché?

Trascrivi la seguente informazione orale in un messaggio e-mail in cui una ragazza scrive alla madre.

Sono cose che, insomma... si dovrebbe avere il tempo... almeno uno si prepara, no? Invece un paio d’ore fa mi telefona edice che viene qui con la macchina e io devo essere già pronta e a disposizione, e la valigia alla mano. Ha detto che ci hala cosa... come si chiama?... la cosa... la Porsche, in due ore si arriva. È proprio da lui! Se eri tu, che gli dicevi?

Italiano di ieri e di oggi

1

2

3

4

5

Esercizi

Lingua parlata, lingua scritta6

7

Part

e I

26

Italiani regionali

Premesse teoriche per un uso consapevole della lingua

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 26

Page 17: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

Capitolo

2

27

Ti sono proposte alcune coppie di situazioni comunicative. Per ciascuna coppia sottolinea la situazione che con-sideri più formale.

a. Sto parlando con mia sorella. / Sto parlando con il parroco. b. Scrivo una lettera di scuse. / Mi scuso a voce. c. Chiedoa mia madre un altro piatto di pasta. / Chiedo al cameriere un altro piatto di pasta. d. Insegno a mio figlio a sostituire unfusibile nell’automobile. / Insegno a mio figlio a non appoggiare i gomiti sulla tavola quando mangia. e. Telefono a uncliente sollecitandolo per l’ennesima volta a pagare un debito. / Telefono a un cliente per avvertirlo che da domani co-minciano i saldi. f. Mi giustifico con mio padre per non essere andato a scuola stamattina. / Mi giustifico con il profes-sore per non essere andato a scuola ieri mattina.

Rendi in un registro più colloquiale i seguenti testi.

a. L’alunno Andrea Giulietti, benché evidenzi mezzi intellettuali adeguati alla disciplina e non incontri problemi partico-lari sul piano dell’espressione, sia scritta che orale, non sfrutta adeguatamente queste sue potenzialità a causa di unallentamento dell’impegno domestico verificatosi soprattutto nella seconda metà dell’anno scolastico.

b. Signora, le telefono a nome del notaio per pregarla di volersi presentare allo studio, insieme a suo marito, entro do-mani, dal momento che il vostro contratto deve essere assolutamente sottoscritto in sua presenza.

c. Si sono presentati a me come testimoni del fatto i signori Giulio e Marco Loria, i quali si dichiarano pienamente al cor-rente delle loro responsabilità.

d. Gentilissimo Dottore, la nostra Galleria ha il privilegio di ospitare, nelle prossime settimane, alcuni disegni del maestroFausto Togni, nostro illustre concittadino. In considerazione del Suo noto interesse per tutte le manifestazioni artisti-che che onorano la nostra Terra, e in particolar modo per le arti figurative, mi pregio di invitarLa alla inaugurazione dellamostra, che si terrà il giorno 2 marzo p.v. alle ore 17,30. In attesa di salutarLa di persona

Il direttore

Rendi in un registro più formale i brevi testi proposti.

a. Davanti allo stadio c’erano un migliaio di scalmanati che facevano casino e agitavano le bandiere e sembrava ch’erauna manifestazione politica.

b. I tuoi consigli puoi tenerteli per te, tanto io ho deciso che faccio come mi pare.c. Una lunga serie di incidenti mi hanno proprio convinto che la iella esiste davvero.d. A lui gli piaceva stare con la gente, fargli piaceri, che lo ringraziavano; non gliene fregava niente che a casa sua si si

strappavano i capelli al pensiero.

Immagina per ognuna delle frasi seguenti due diverse situazioni e due diverse funzioni.

a. Il colore di questo vestito le dona davvero molto. b. Hai già letto il giornale di oggi? c. Un numero sempre più alto d’italianiha scelto Rimini per le sue vacanze. d. Papà, ti ricordi quando dicevi che questa scuola non faceva per me? e. Attenzione! f. Ho la macchina dal meccanico, e con il treno sarà difficile che anche domattina possa arrivare prima delle nove e mezza.

Scrivi un breve testo con una prevalente funzione espressiva.

Utilizzando lo schema delle funzioni di Jakobson assegna a ciascuna frase la funzione corrispondente.

a. La tua radio mi assordisce. b. La parola italiana “fiume” può rendersi in francese con fleuve o con rivière. c. Mi avete ca-pito? d. Entri pure! e. Che tristezza, questa festa! f. Può trovare mio marito in ufficio dalle nove alle tredici. g. Questa mu-sica moderna mi ha proprio stufato! h. Ciao! Come ti va la vita? i. Sono nato a Siena il 15 marzo del 1967. j. Accidenti!

Leggi i testi che seguono e rispondi alle domande segnando la risposta che ti pare giusta.

a. «Tutti i miei amici il sabato sera non tornano a casa fino a mezzanotte», dice Alessandra a suo padre mentre stannopranzando.

Esprimere una critica ai suoi amici.Criticare i genitori dei suoi amici, troppo poco rigorosi.Strappare il permesso di tornare più tardi il sabato sera.Informare il padre sui costumi dei ragazzi della sua età.

b. «Sei diventato sordo?», dice la mamma a Luciano, che sta ascoltando, sdraiato sul divano del salotto, l’ultimo cd di VascoRossi.

Che Luciano abbassi il volume dello stereo. Che Luciano smetta di ascoltare la musica e se ne vada a studiare.Vuole informarsi sullo stato di salute del figlio.Vuole condividere col figlio l’ascolto del loro cantante preferito.

8

9

Funzioni della lingua

Registri linguistici

10

11

12

13

14

Cosa vuole Alessandra?

Cosa chiede la mamma?

Quale italiano? La nostra lingua e il suo uso

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 27

Page 18: 00 Gramm romane IIIb:Layout 1 - laterza.it · sto livello certe norme e certe strutture si mostrano più deboli di altre. ... Italiani regionali e italiano comune L’italiano di

02_Gramm_ParteI-Cap.2_IIIb:Layout 1 03/11/09 16:19 Pagina 28