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I VALTELLINESI DELLA CONSOLAZIONE 165

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La Compagnia di S. Maria della Consolazione e ilsuo Ospedale

La provenienza, il tipo di attività svolta e la propensione devozionaleverso una determinata confraternita portarono i nostri emigrati ad usu-fruire dell’Ospedale dei Lombardi, di quello di S. Maria di Loreto deiFornari e di quello di S. Rocco a Ripetta. Ci furono però altri valtellinesiche, sempre nel Seicento, le circostanze della vita indirizzarono ad unaltro ospedale ancora: quello che i romani chiamavano familiarmente LaConsolazione.

Le origini di questo istituto sono connesse al suo pio sodalizio. Nel XVsecolo un condannato a morte, mentre veniva condotto sul posto delleesecuzioni a Monte Caprino, quando arrivò nelle vicinanze, alla vista diun’immagine della Madonna dipinta sul muro di un granaio dei patriziMattei ai piedi del Campidoglio, s’inginocchiò gridando la sua innocenzae pregando la Vergine delle Grazie di aiutarlo. Si salvò (78). Questo e altrimiracoli portarono nel 1455 ad innalzare sul luogo, con le numerose edabbondanti offerte dei fedeli, la chiesa di S. Maria della Consolazione. LaConfraternita che sorse con la stessa invocazione e di cui facevano partenobili, chirurghi, barbieri e altri rappresentanti di varie arti, nel 1470fondò appresso al tempio anche un piccolo ospedale. Questo, fin dagliinizi, venne destinato – come attesta il Pericoli storico del nosocomio –alla cura di traumi e pei casi di feriti e di quant’altro richiedeva soccorsidi chirurgia istantanea.

Modificò invece nome il sodalizio quando con la Confraternita di S.Maria delle Grazie, che gestiva a sua volta un piccolo ospedale poco di-stante dal Teatro di Marcello e con la Confraternita di S. Maria in Portico,che pure controllava un terzo ospedaletto situato presso la chiesa di S.Omobono, arrivò nel 1505 ad un’unione et confederatione per una comu-ne attività da svolgersi nel suo ospedale: cambiò in Confraternita di S.Maria de vita eterna. A titolo scaramantico, la maggior parte di coloro chestavano per ricoverarsi ed anche altra gente fecero sempre più insistente-mente notare che quel de vita eterna non era molto augurale per un’assi-stenza ospedaliera, specialmente per chi si doveva sottoporre a delicatiinterventi chirurgici. Così che, con sollievo generale, già nel 1507 quelladenominazione venne sostituita col titolo più rassicurante di S. Mariadella Consolazione (79).

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In seguito alla fusione con gli altri due nosocomi, l’Ospedale dellaConsolazione venne riconosciuto nel 1505 come Arcispedale pubblico.Da quel momento, come l’Arciospedale del S. Spirito e l’altro del SS.Salvatore a S. Giovanni in Laterano, divenne e restò per tutto il secolo unodegli istituti più qualificati e più popolari dell’Urbe.

Per i suoi meriti e la sua importanza fu onorato dalle visite dei ponte-fici e dei santi del tempo: S. Filippo Neri, S. Camillo de Lellis, S. Ignaziodi Loyola e S. Luigi Gonzaga, che morì di peste nel 1591 assistendo imalati proprio alla Consolazione (80).

Quale centro di specializzazione traumatica, dove svolsero la loro atti-vità i primi instauratori della nuova scienza chirurgica BartolomeoEustachio, Mariano Santo e Giovanni Guglielmo Riva, la maggior partedegli abitanti di Roma lo preferirono ad altri ospedali. E, questo, proba-bilmente perché ubicato fra il rione Monti e quello di Trastevere, i piùpopolosi della città, ed essendo gli stessi in prevalenza abitati da artigianie manovali costoro, nei loro infortuni, trovavano agevole di poter ricorre-re ad esso, che rappresentava una specie di Pronto Soccorso dei tempi,immediato e vicino al posto di lavoro (81).

La gente ricambiò con offerte generose e lasciti costanti. Il repartodelle donne, in particolare, ebbe benefattori illustri. I loro nomi furonotramandati nella sala del Camerlengato dell’ospedale degli uomini. Leprincipali e nell’insieme più importanti offerte provenivano comunque dalpopolo. Quanto alla sua amministrazione finanziaria (82) possiamo se-gnalare che, nel 1630, le entrate per l’Arcispedale furono di 8.036 scudicontro una spesa di 4.413 scudi.

Nel 1627 il nosocomio disponeva di 80 letti, di cui 20 per le donne inun reparto apposito. Numero che all’occorrenza poteva essera aumentato,raddoppiando le file nelle corsie e ricorrendo alle ben note cariole.

Per le accresciute esigenze del servizio medico e del personale ospe-daliero, nel 1650, furono aggiunti altri locali: la spezieria e il teatro ana-tomico (83).

Ed è proprio in questo Anno Santo che, nel registro degli Uomini eDonne che entrano nell’Ospedale della Consolazione. Anno 1650, trovia-mo il primo Valtellinese:

ANTONIO CIUCCHE 1 ottobre 1650dalla Voltolina si ricovera;

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letto 14,ha consegnato doi chiave.Muore il 22 novembre (75d).

Nel 1653, Roma per la prima volta potè vedere alla Consolazione lepubbliche dimostrazioni notomiche, cioè un’autopsia, su un cadavere ese-guite dall’insigne notomico Gianguglielmo Riva da Asti. Il famoso chi-rurgo istituì poi, nel 1655, presso l’apposito locale ricavato dall’adatta-mento del portico dell’istituto, un’ Accademia di Notomia (84).

La peste del 1656

Nella contigenza della peste bubbonica che colpì la città durante glianni 1656-1657 l’ospedale, sospendendo la propria destinanzione, fu con-vertito ad accogliere i sospetti di contagio e per la quarantena dei conva-lescenti. Questa sua trasformazione in lazzaretto ne richiese l’isolamentoda tre lati mediante cancelli guardati da gente armata. Avvennero diversidecessi tanto di infermi quanto di chi li accudiva. Dalle memoriedell’Ospedale risulta che pagarono con la vita 69 inservienti e 2 medici(85). Fra i ricoverati di quel tragico biennio, come attesta il libro degliUomini e Donne che entrano nell’Ospedale della Consolazione per glianni 1656-1658, ci sono anche nostri convalligiani (76d). Alcuni riusci-rono a sopravvivere, altri invece vennero stroncati da quel morbo terribi-le:

REMEDIO del q. Domenico 23 luglio 1656dalla Voltolina si ricovera;

letto 26,dimesso il 16 dicembre.

DOMENICO TARABINI 3 gennaio 1657del q. Pietro Antonio si ricovera;dalla Voltolina letto 17.fachino Muore il 27 gennaio.

ANTONIO di Giacomo 3 aprile 1657dalla Voltolina si ricovera;

letto 9,dimesso il 30 maggio.

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CARLO del q. Giovan Antonio, 1 giugno 1657dalla Voltolina si ricovera;

letto 30.Muore nello stesso giorno.

BATTISTINA GUERINI 8 giugno 1657del q. Antonio si ricovera;dalla Voltolina letto 29

con giulii 15.Muore il 7 luglio.

Il ricovero dei sospetti di contagio presso l’ospedale adibito a lazzaret-to, oppure nel lazzaretto brutto per i contagiati, avveniva secondo unaprassi prestabilita perfettamente descritta in Quelli che servono gli infer-mi, testo presentato dal Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e dallaBiblioteca Vallicelliana per la Mostra bibliografica del 1987 su ASSI-STENZA E MEDICINA A ROMA NEI SECOLI XVI E XVII che riportia-mo:

“Per il malato esistevano una serie di disposizioni che lo accompagna-vano sin dal suo ingresso al lazzaretto: qui il sovrintendente di dentroaveva il compito di dividere i malati per censo, accertarsi che con il mala-to non entrassero nel lazzaretto cani o gatti ed armi di qualsiasi genere.Liberato dai vestiti, il malato veniva sottoposto ad un bagno alla presenzadel sovrintendente e soltanto la nobiltà poteva essere esentata da questapubblica pulizia. Ricevuti nuovi vestiti, il malato era accompagnato al suoalloggio e informato delle severe norme che regolavano la vita del lazza-retto. Innanzitutto era bandita la promiscuità e nessun uomo per nessunaragione poteva entrare nel reparto donne e qualsiasi tragressione era seve-ramente punita sino ad arrivare alla pena di morte in caso di stupro, adul-terio, fornicazione, anche se ci fosse stato consenso. I pasti si consuma-vano in camera, ma non doveva esserci alcuna possibilità di contatto conquanti distribuivano il vitto e con coloro che ritiravano le stoviglie. Almalato si garantiva un cibo decoroso, del vino fresco di non più di unagiornata. Naturalmente chi aveva delle possibilità poteva usufruire deiservizi dell’oste che passava a prendere le ordinazioni.”

“I nuovi arrivati al mattino venivano visitati dal medico che dava lacura controllata giornalmente dal cerusico, il quale aveva anche l’incari-co di far lavare il malato ogni mattino, antecedentemente alla visita, con

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acqua semplice prima poi con acqua composta, una miscela fatta di acqua,aceto e foglie odorose. Il cerusico doveva essere in possesso di tutto l’ar-mamentario medico ed avere un aiutante, preferibilmente un barbiere tral’altro aveva il compito di tosare il malato”.

“Il personale sanitario del lazzaretto era completato dallo speziale, cheaveva il compito di provvedere ai rifornimenti dei medicamenti, prepara-re le varie terapie, tener conto degli eventuali successi e darne comunica-zione ai Signori della Congregazione, ai quali andavano riferiti anche icosti sia delle varie terapie sia della gestione del lazzaretto”.

“Oltre a queste persone, che possiamo definire il personale medico,esisteva nel lazzaretto un personale paramedico costituito dagli espurga-tori brutti e netti, dai barelanti, corrispondenti ai più famosi pizzicamortiveneziani, che avevano il compito di andare a prendere e seppellire i mortie portare i malati al lazzaretto. Accanto a questi, carrettieri e barcarolicoadiuvavano i barelanti nel loro ingrato dovere e provvedevano al tra-sporto della calce per la sepoltura.”

“La cura della peste, a quanto abbiamo potuto appurare, si basava suun trattamento generale fatto di salassi, clisteri e purghe ed un trattamen-to locale delle manifestazioni cutanee consistente in applicazione diimpiastri, ventose e sanguisughe; oppure si praticava la cauterizzazionedei bubboni con un ferro infuocato o con sostanze caustiche come il subli-mato od un composto fatto di verderame, miele ed aceto forte conosciutocome unguento egiziano. Del resto tra le terapie consigliate nel ‘600 nonmancavano trattamenti che dovevano lasciare perlomeno perplessi quantiricorrevano ad essi. Uno di questi consigliava di mangiare ogni mattina,appena alzati, una noce ed un fico uniti insieme. Un altro rimedio, per soliricchi, era una polvere composta di ambra, muschio, giacinto, smeraldi,topazio, perle orientali, alicorno e venti foglie d’oro: ogni mattina di que-sta polvere se ne dovevano prendere sei grani di formento con un puocodi vino aromatico. Altri consigli preventivi per evitare l’insorgere dellapestilenza consistevano nel bere al mattino qualche goccia delle proprieurine oppure in quello, certamente più dispendioso, di prendere, durantel’inverno, due scrupoli (uno scrupolo = 1,046 gr.) di triaca per ogni faselunare. La triaca era uno dei medicamenti più antichi e più conosciuti, eforse tra i più cari, e veniva usata anche a Roma benchè fosse per lo piùimportata da Venezia, che ne aveva fatto una grossa fonte di commercio.Gli ingredienti della triaca erano quanto mai vari e numerosi, risultando

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spesso oltre settanta le sostanze impiegate. Le farmacie dovevano essereautorizzate a preparare e a vendere la triaca. Questa preparazione aVenezia era occasione di festa cittadina: dinnanzi alla farmacia, tutti gliingredienti venivano esposti e reclamizzati uno per uno dallo speziale.Una volta preparata, perché venisse messa in commercio, dovevano tra-scorrere perlomeno sei mesi. Naturalmente ogni farmacia triacante sivantava di aver scoperto la miscela ideale contro ogni tipo di pestilenza e,se pensiamo che la triaca è stata usata sino alla prima metà dell’Ottocento,dobbiamo credere che per secoli sia stata ben pubblicizzata” (86).

Feriti e colpiti dalla malariaPassato quel tragico evento, l’Arcispedale riprese la sua attività di spe-

cializzazione traumatica. Questo però senza attenersi a rigorose esclusio-ni di infermi che si presentavano con altri mali. Soprattutto quelli vittimedi febbri malariche o miasmatiche. Fra le malattie che colpivano la città ela campagna romana, le cui paludi si estendevano fino ad arrivare intornoall’Urbe, la più diffusa era infatti la malaria. Tanto che, propagandosisoprattutto con la canicola estiva, ma anche colpendo durante le altre sta-gioni, diventava sempre più preoccupante (87). Fra i ricoverati per questomotivo oppure per ferite, nel registro degli Uomini e Donne che entranonel Ven. Ospedale della Madonna Santissima della Consolazione. Anno1668-1669 non mancano i Valtellinesi (77d):

MICHELE POLETTI 21 gennaio 1668del q. Mafeo si ricovera;dalla Valtolina letto 5ferito fardello, con doppie cinque di Spagna e giulij

17;dimesso l’1 febbraio.

GIOVAN ANTONIO CURTINI 17 marzo 1668del q. Giovanni si ricovera;dalla Valtolina letto 18ferito fardello, senza mantello e denaro;

dimesso il 21 marzo.

ANTONIO del q. Lorenzo 27 maggio 1668dalla Valtolina fachinocon febre si ricovera;

letto 44

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fardellone, senza danaro;dimesso l’1 giugno

GIOVANNI CAPRARO 11 giugno 1668D’Antonio si ricovera;dalla Valtolina letto 11ferito con fardello, senza mantello e danaro;

dimesso il 17 giugno.

GIOVAN BATTISTA del FRANCO 13 giugno 1668di Calpo doncino (sic !) si ricovera;Valle di S. Giacomo letto 22diocesi di Como con fardello, senza mantello e danaro.ferito senza loquella Muore il 15 giugno con tutti i sacramenti

eccettuato la Comunione.Sepolto nel cimitero.

Non ha ricevuto la Comunione in quanto, prima, avrebbe dovuto con-fessarsi. Questo però non gli era stato possibile, essendo rimasto senzaparola.

GIOVANNI RE’ 18 giugno 1668del q. Giacomo si ricovera;dalla Valtollina letto 18ferito con fardello, senza mantello

e danari dico giulii due e mezzo;dimesso il 23 luglio.

ANTONIO BUONO HUOMO 30 giugno 1668di Giovanni si ricovera;dalla Valtollina letto 14ferito con fardello, senza mantello,

giulii 36 e mezzo;dimesso il 7 luglio.

FRANCESCO FONTANA 14 luglio 1668di Pagano si ricovera;dalla Valtollina letto 3ferito con fardello, senza mantello,

giulii 3;dimesso il 7 agosto.

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GIOVAN PIETRO CONTRA 7 settembre 1668di Giovan Antonio si ricovera;dalla Valtollina letto 14ferito fardello, senza mantello e denaro ;

dimesso il 23 settembre.

DOMENICO BERTOCIANO 18 novembre 1668del q. Jacomo si ricovera;dalla Valtollina letto 59con febre fardello senza mantello,

giulii 3;dimesso il 4 dicembre.

LORENZO SALVETI 1 gennaio 1669del q. Pietro si ricovera;dalla Valtollina letto 54ferito fardello, senza denaro;

dimesso il 13 gennaio.

GIOVANNI BONGETTI 10 gennaio 1669di Giovanni si ricovera;dalla Valtollina letto 49con febre fardello, senza mantello e denaro;

dimesso il 24 febbraio.

VINCENZO ZINO 12 gennaio 1669del q. Battista si ricovera;dalla Valtollina letto 37ferito con fardello e senza mantello,

baiocchi 6 e quattrini 1;dimesso il 22 gennaio.

BATTISTA PANIGO 26 marzo 1669del q. Pietro si ricovera;dalla Valtollina letto 59con febre fardello senza denaro et mantello;

dimesso l’1 aprile.

GIOVANNI BONGINO 30 marzo 1669di Pietro si ricovera;dalla Valtollina letto 22ferito fardello senza denaro et mantello;

dimesso il 4 aprile.

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con febre 15 luglio 1669torna a ricoverarsi;letto 46fardello senza mantello,baiocchi 14;dimesso il 14 agosto.

GIORGIO MORANDO 18 aprile 1669di Pietro si ricovera;dalla Valtollina letto 21ferito fardello, senza mantello, senza cappello,

con baiocchi 46 e quattrini 3;doppo portò cappello et mantello;dimesso il 3 maggio

AMBROGIO BOGIOLO 12 giugno 1669di Bernardo si ricovera;dalla Valtollina letto 56con febre fardello senza mantello e denaro;

partì il 17 giugno sine testamento.

ALESSANDRO BONETTI 29 luglio 1669del q. Bartolomeo si ricovera;da Valtollina letto 21ferito con fardello senza mantello

et giulii 10.Muore il 25 agosto con tutti i sacramenti.

PIETRO BOIARDO 23 settembre 1669di Martino si ricovera;dalla Valtollina letto 45con febre fardello senza mantello e denaro;

doppo consegnò giuli 9 e mezzo;dimesso l’1 ottobre.

Questo doppo ci fa capire come il nostro convalligiano ci abbia pensa-to un po’, “prima” di consegnare quei pochi spiccioli, che tuttavia costi-tuivano per lui con ogni probabilità tutto quello che aveva.

GIOVANNI MEDDEI 14 novembre 1669di Domenico si ricovera;

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dalla Valtollina letto 35con febre fardello senza mantello e denaro;

dimesso il 19 novembre.

GIOVANNI ARDEN 19 novembre 1669del q. Cesare si ricovera;dalla Valtollina letto 9ferito fardello senza mantello e denaro.

Muore il 4 dicembre con tutti i Sacramenti.

GIOVAN PIETRO CAPANELLA 20 novembre 1669del q. Antonio si ricovera;dalla Valtollina letto 8ferito con fardello senza mantello

et testoni 5 et un grosso anello;dimesso il 27 novembre.

Per quanto riguarda i feriti c’è da osservare che, per tutti, non si trattasoltanto di infortuni sul lavoro, ma, come avremo modo di constatare piùavanti, a volte del risultato di liti furibonde tra i nostri facchini ed altragente. Alterchi e botte da orbi che avvenivano per lo più in bettole igno-bili e con in corpo qualche litro di vino di troppo.

Altri Valtellinesi feriti e vittime della malaria

Il Registro degli Infermi dell’Ospedale di S. Maria della Consolazione.Anni 1675 a 1677, tra romani e gente proveniente dall’intera penisola, cirivela la presenza di altri Valtellinesi a Roma. Dallo stato dei loro indu-menti ed il fatto che la maggior parte si ritrovino senza mantello in pienogennaio, nonché senza denaro, possiamo dedurre come si venissero a tro-vare (78d):

SALVATORE DEL DANNO 13 gennaio 1675dalla Voltolina si ricovera;ferito fardello senza mantello, senza denaro;

dimesso il 16 gennaio.

GIOVANNI STECCHINO 21 maggio 1675del q. Paolo si ricovera;dalla Voltolina fardello di stracci senza mantello e denaro; ferito dimesso il 30 maggio.

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BARTOLOMEO ZANNETTO 25 maggio 1675del q. Jacomo si ricovera;dalla Voltolina fardello senza mantello e denaro;ferito dimesso il 3 giugno.

GIOVANNI VIOLA 29 maggio 1675del q. Giovanni si ricovera;dalla Voltolina fardello di livrea senza mantello e denaro;ferito dimesso il 13 giugno.

GIUSEPPE VISCONTE 23 luglio 1675dalla Voltolina si ricovera;con febre fardello senza mantello,

con baiocchi 15;dimesso il 27 luglio.

GIOVANNI RAINA 22 novembre 1675dalla Voltolina si ricovera;con febre fardello senza denaro;

dimesso il 26 novembre.

JACOMO DELLA FRANCESCA 28 dicembre 1675del q. Giovanni si ricovera;dalla Voltolina fardello senza mantello e denaro;con febre dimesso il 20 gennaio 1676.

GIOVANNI PILATO 2 gennaio 1676di Giovan Battista si ricovera;dalla Valle di S. Giacomo fardello senza mantello e denaro;ferito dimesso il 6 gennaio.

GIOVANNI POLO 7 maggio 1676dalla Voltolina si ricovera;con febre fardello senza mantello e denaro;

dimesso il 12 maggio.

MICHELE RAGNI 20 maggio 1676di Giovan Andrea si ricovera;dalla Voltolina fardello di stracci senza mantello e denaro;ferito dimesso il 27 maggio.

GIUSEPPE BALZARINI 13 giugno 1676d’Andrea si ricovera;

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dalla Voltolina fardello senza mantello,con febre con baiocchi 25;

dimesso il 28 giugno.

GIOVANNI BONIOLI 20 settembre 1676di Giovanni si ricovera;dalla Voltolina fardello di pochissimi stracci;ferito dimesso il 28 settembre.

GIOVAN BATTISTA MICHAZZI 22 settembre 1676del q. Giovan Pietro si ricovera;dalla Voltolina fardello senza denaro;con febre dimesso l’8 ottobre.

GIOVANNI MAFFEO 30 settembre 1676di Pietro si ricovera;dalla Voltolina fardello senza mantello e denaro;con febre dimesso il 26 ottobre.

DOMENICO SALEUTTI 17 novembre 1676del q. Antonio si ricovera;dalla Voltolina fardello senza mantello e denaro;con febre dimesso il 19 novembre.

GIOVAN ANTONIO MANSINI 9 gennaio 1677del q. Lorenzo si ricovera;dalla Voltolina fardello senza mantello,ferito baiocchi 47;

dimesso il 24 gennaio.

GIUSEPPE ZALDARINO 1 settembre 1677del q. Giuseppe si ricovera;dalla Voltolina fardello senza mantello e denaro;oste dimesso il 9 settembre.anni 19con febre

ANDREA APPIANO 5 ottobre 1677di Bernardo si ricovera;dalla Voltolina fardello senza mantello e denaro;anni 25 dimesso il 25 ottobre.facchinoferito

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FRANCESCO CINCIENO 28 dicembre 1677del q. Giovanni si ricovera;dalla Voltolina fardello senza mantello e denaro;anni 50 con febre dimesso il 3 gennaio 1688.facchino

Anche nel Registro successivo, che riguarda gli Anni 1678 – 1679, tranumerosi facchini di Montereale e molti muratori da Como, troviamo unapresenza rilevante di Valtellinesi con arti e mestieri diversi (79d):

GIACOMO SALINA 24 febbraio 1678del q. Andrea si ricovera;dalla Voltolina letto 44anni 50 circa fardello, senza moneta.facchino Muore il 4 marzo con tutti i Sacramenti.

BARTOLO GALPACINO 14 marzo 1678di Giovanni si ricovera;dalla Vultulina letto 34anni 20 ferraiolo, fardello, senza altro; huomo di campagna dimesso il 15 marzo.

CARLO NATALINI 21 aprile 1678del q. Battista si ricovera;dalla Vultolina letto 29anni 18 circa fardello;facchino partì sanato il 4 maggio.

DOMENICO BONOLI 30 maggio 1678del q. Jacomo si ricovera,dalla Vultolina letto 16anni 65 ferraiolo, fardello, senza moneta; facchino dimesso il 3 giugno

10 settembre 1678torna a ricoverarsi;letto 33,dimesso il 22 settembre.

DOMENICO PAGANONI 6 giugno 1678del q. Salvatore si ricovera;dalla Vultolina letto 49anni 33 incirca fardello;carrettiero dimesso il 13 giugno.

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PIETRO MINGACCI 10 giugno 1678del q. Vincenzo si ricovera;dalla Vultolina letto 49anni 35 ferraiolo, fardello, senza null’altro;carrettiero dimesso il 16 giugno.

LORENZO DI SALVATORE 1 luglio 1678del q. Matteo si ricovera;dalla Vultolina letto 52anni 32 incirca fardello, senza denaro;facchino dimesso il 12 luglio.

MARTINO BONETTI 8 luglio 1678del q. Bartolomeo si ricovera;dalla Vultolina letto 28anni 35 ferraiolo, fardello, senza moneta;facchino dimesso il 21 luglio.

CARLO MUSTULENI 16 settembre 1678del q. Battista si ricovera;dalla Vultolina letto 13anni 33 ferraiolo, fardello, senza null’altro;facchino dimesso il 22 novembre.

GIOVAN PIETRO del q. Domenico 19 settembre 1678dalla Vultolina si ricovera;27 anni letto 40facchino ferraiolo, fardello, senza moneta;

dimesso il 14 ottobre.

ANTONIO BERTINI 26 settembre 1678di Domenico si ricovera;dalla Voltulina letto 24anni 30 ferraiolo, fardello;facchino dimesso il 6 novembre.

ANTONIO di Martino 20 novembre 1678dalla Vultulina si ricovera;anni 35 letto 32facchino ferraiolo, fardello;

dimesso il 26 dicembre.

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GIOVAN PIETRO del q. Vincenzo 27 aprile 1679dalla Vultolina si ricovera;anni 40 circa letto 10coco fardello, senza denaro;

dimesso il 3 maggio.

Dalla numerazioni dei letti, occupati anche dagli altri degenti, ci ren-diamo conto che per gli uomini a disposizione ci sono 59 posti.

Ancora Valtellinesi feritiNel Registro dell’Anno 1685, una annotazione iniziale del Priore

Francesco Maria Fabbri dichiara che in quel periodo nel VenerabileArchiospedale della SS.ma Consolazione si sono posti a letto:

INFERMI 906uomini 752donne 154

uomini feriti 613 donne ferite 88uomini con febbre 69 donne con febbre 50

uomini morti 70 donne morte 16dei quali si seppelliscono de’ quali sepoltein Chiesa 2 in Chiesa 2

Fra i ricoverati deceduti c’è anche un convalligiano. Gli altriValtellinesi, tra cui un sacerdote della zona di Morbegno, hanno migliorsorte:

GIOVANNI FORNONCINI 3 gennaio 1685di Andrea si ricovera;dalla Voltolina letto 47anni 18 fardello, senza mantello e senza facchinoferito denaro;

dimesso il 7 gennaio.

CRISTOFARO CONCINI 6 febbraio 1685di Stefano si ricovera;dalla Voltolina letto 12

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anni 30 fardello, senza mantello e denaro;cocchiere dimesso il 14 febbraio.ferito

DOMENICO BETTI 28 febbraio 1685del q. Agostino si ricovera;dalla Voltolina letto 19anni 34 senza mantello, senza cappa efacchino senza denaro;ferito dimesso il 10 marzo.

PIETRO PECORARI 22 marzo 1685del q. Giovan Pietro si ricovera;dalla Voltolina letto 58anni 35 fardello, senza mantello e denaro;carrettiere dimesso il 5 aprile.ferito

PIETRO GRATIONI 29 marzo 1685del q. Andrea si ricovera;dalla Voltolina letto 57anni 25 fardello, senza mantello e denaro;facchino dimesso il 24 aprile.ferito

GIOVANNI PIETRICIOLA 24 luglio 1685del q. Antonio si ricovera;dalla Voltolina letto 31anni 32 fardello, senza mantello e denaro;facchino dimesso il 28 luglio.ferito

DOMENICO ROSATI 13 agosto 1685del q. Giovanni si ricovera;dalla Voltolina letto 27anni 25 senza mantello, con doi giulij.facchino Muore il 13 settembre con tutti i sacramenti. ferito

BERNARDO AMBROGINO 30 agosto 1685del q. Ambrogio si ricovera;dalla Voltolina letto 6

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anni 75 di pochi panni e senza denaro;facchino dimesso il 20 settembre.ferito

DOMENICO MAZZUCHI 4 dicembre 1685del q. Antonio si ricovera;dalla Voltolina letto 38anni 36 fardello, senza mantello e denaro;facchino dimesso il 22 dicembre.ferito

Don VINCENZO PASSAMONTI 10 dicembre 1685di Bartolomeo si ricovera;da Valte vino letto 15anni 35 ferraiolo, fardello, senza denaro;sacerdote dimesso il 27 dicembre.ferito

La scritta Valte vino, esattamente così coi due termini un poco distan-ziati, invece della solita Voltolina, ci fa credere che non si tratti di un erro-re del Priore che ha redatto il registro… bensì che questi abbia intesoceliare col sacerdote valtellinese, un altro religioso come lui, sul fatto chei suoi convalligiani non fossero proprio astemi.

Su una striscia di carta, usata evidentemente come una nota per appun-ti messa all’interno del registro, sotto la data di Sabbato 8 dicembre 1685c’è una lista di ricoverati da sottoporre a un trattamento specifico. Traquesti:

IGNATIO RAMPONIdeve avere il primo vitto della giornataaddirittura alle ore 6 e mezza di mattina.

STEFANO PASINIgli si deve somministrare lo sciroppoalle ore 11 e mezza di mattina.

In fondo alla già citata annotazione iniziale, il Priore ha altresì aggiun-to che:

Dalli 23 dicembre 1685sino li 24 dicembre 1686posti in letto n. 988.

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Un migliaio di ricoverati è indubbiamente un numero di tutto rispettoper l’ospedale. In confronto all’anno precedente riscontriamo un aumen-to di quasi quasi 100 presenze.

Nel 1686 gli Statuti della Compagnia, inizialmente redatti nel 1505 edin seguito rivisti nel 1644, vennero aggiornati in funzione delle nuove esi-genze dai Guardiani Fabio Celsi e dai marchesi Ottavio Maria Lancellotti,Cesare Baldinetti e Costanzo Patrizi (88). Come giustamente osserva ilMonachino bisogna riconoscere che la presenza congiunta nel sodalizio diartigiani, negozianti e nobili romani offrì l’edificante spettacolo di unaesemplare fratellanza di tutte le classi sociali.

L’ultimo decennio del secolo

Il Registro per l’Anno 1690 dell’Arciospedale della Consolazione rive-la la presenza di alcuni altri Valtellinesi (80d):

PIETRO BERTI 8 febbraio 1690del q. Giovanni si ricovera;dalla Voltulina letto 28anni 40 fardello, senza denaro;cocchiere dimesso l’8 agosto.ferito-GIOVANNI RUSSI 7 giugno 1690del q. Giovan Antoniodalla Voltulina si ricovera;anni 50 letto 20carrattiero fardello, senza mantello e denaro;ferito dimesso il 15 giugno.

ANDREA POLA 12 giugno 1690del q. Domenico si ricovera;dalla Voltulina letto 9anni 32 fardello, senza mantello,vaccaro con giulii 48 ;ferito dimesso il 24 giugno.

GIOVAN BATTISTA BONGINI 8 luglio 1690del q. Pietro si ricovera;

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dalla Voltulina letto 36anni 40 fardello, senza mantello e denaro;facchino dimesso il 10 settembre.con febbre

PIETRO PEDRINA 22 agosto 1690del q. Giovanni si ricovera;dalla Voltulina letto 53anni 40 fardello, senza mantello,carrettiere con Pauoli 4 ;ferito dimesso il 28 agosto.

Proprio sul finire del secolo, il religioso che dirigeva l’istituto ha scrit-to in un foglio allegato al registro degli Uomini e Donne che entrano nelVenerabile Archiospedale della SS.ma Consolazione. Anno 1699, quello

che si potrebbe definire il biglietto da visita del nosocomio (82d):

Io sottoscritto Prioredel Venerabile Archiosp. della SS.ma Consolazionefo piena et indubitata fede…

come nel detto Arch. non solo si ricevonoferiti di qualsivoglia sorte,ma ancora febricitanti,col ordine e bolettini presso degli Ill.mi Sig.ri Deputatiper mera carità e pietà…e per maggior attestato di ciòio ho fatto lo spoglio di quest’anno in dietrodove sono essere entrati:

nell’Anno 1696 febricitanti n. 290nell’Anno 1697 febricitanti n. 230nell’Anno 1698 febricitanti n. 190nell’Anno 1699 febricitanti n. 260

conforme appariscente nelli libri pubblici di detto Archiospedale.

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Anche nell’ultimo anno del secolo i Valtellinesi non mancano:

MARTINO PETACCINI 5 giugno 1699del q. Domenico si ricovera;dalla Voltolina letto 21anni 40 ferraiolo, fardellone, senza denari;cocchiere dimesso il 19 giugno.

BARTOLOMEO SANDRINI 9 giugno 1699del q. Giuseppe si ricovera;dalla Voltolina letto 24anni 47 ferraiolo, fardellone e senza mantello e denari;contadino dimesso il 20 giugno.

GIOVANNI BERTOLI 12 giugno 1699di Pietro si ricovera;dalla Voltolina letto 44anni 23 ferraiolo, fardellone, senza mantello e denari;facchino dimesso il 21 giugno.

PIETRO BONASATTI 25 giugno 1699del q. Biaggio si ricovera;dalla Voltolina letto 23anni 31 ferraiolo, fardellone, senza mantello, con giulii facchino 20;

dimesso il 4 luglio.

MATTEO PARUZZI 29 giugno 1699di Pietro si ricovera;dalla Voltolina letto 26anni 20 ferraiolo, fardellone, senza mantello, con giulii facchino 15;

dimesso l8 luglio.

PIETRO DI MICHELE 22 luglio 1699del q. Giacomo si ricovera;dalla Voltolina letto 53anni 32 fardellone,senza mantello e denari.facchino Morì il 24 luglio con tutti i sacramenti.

GIOVANNI NEGAGLIA 25 luglio 1699

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del q. Giovanni si ricovera;dalla Voltolina letto 11anni 46 ferraiolo, fardellone, senza mantello e denari;facchino dimesso il 7 agosto.

DOMENICO ROMIGETTI 26 agosto 1699del q. Giacomo si ricovera;dalla Voltolina letto 11anni 25 ferraiolo, fardellone, senza mantello e denari,servitore con un anello;

dimesso il 30 agosto.

PIETRO NEGRI 8 settembre 1699del q. Domenico si ricovera;dalla Voltolina letto 9anni 30 ferraiolo, fardellone, senza mantello e denari;primo misuratore di grano dimesso l’1 novembre.

GIOVANNI BUFFONI 27 ottobre 1699del q. Pietrodalla Voltolina si ricovera;anni 17 letto 40oste fardellone,senza mantello e denari;con febbre dimesso l’1 novembre.

ANTONIO TUCCHAI 29 novembre 1699del q. Carlo si ricovera;dalla Voltolina letto 2anni 40 fardellone,senza mantello e denari;facchino dimesso l’8 gennaio 1800.

Arti e mestieri dei nostri

Dall’insieme dei Valtellinesi della Consolazione nel Seicento abbiamo,di nuovo, potuto constatare lo spirito di adattamento e la versatilità deinostri emigranti. Ce lo dimostrano le varie qualifiche con cui ci sono statitramandati:

FACCHINIPRIMO MISURATORE DI GRANOCARRETTIERICOCCHIERI

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CONTADINIVACCARIOSTICUOCHISERVITORE

E, a parte, c’è anche un sacerdote.