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NUMERO 5 | 2020 SiNDACATOnuovo fabbrica per fabbrica cantiere per cantiere # di ALESSANDRO GENOVESI Quando la rivista arriverà ai nostri lettori staremo con la testa e con il cuore alle prese con la seconda ondata Covid. Potranno prevalere l’ansia, la paura, il senso di impotenza oppure, senza sottovalutare questi sentimenti, potrà prevalere anche la voglia, individuale e collettiva, di cambiare, rimboccarsi le maniche e costruire un Paese, un’Europa e un Mondo un “po’ migliori” perché un “po’ più giusti”. Noi dobbiamo rispettare le paure, farci carico delle ansie ma dobbiamo al contempo costruire una ri- sposta a queste, scommettendo sulla capacità di imparare dai nostri errori, affrontare le fragilità SUPPLEMENTO AL N. 4/2020 DI MATERIALI DI RASSEGNA SINDACALE su questo numero di SN, a partire dal nostro Segretario generale Maurizio Landini, mi permettono di partire da una semplice constatazione. L editoriale a qualità degli interventi Cambiare si può e si deve Un progetto per l’Italia di MAURIZIO LANDINI, Segretario generale CGIL I l virus pandemico è tornato a diffondersi con preoccupante rapidità. La possibilità del tracciamento e la prevenzione sembrano essere sfuggiti di mano. Forse, nei mesi estivi, quando il virus aveva rallentato la sua corsa, si sarebbero dovuti rafforzare gli interventi per il monitoraggio e l’assistenza territoriale. Tutto ciò non si è fatto o si è fatto solo in parte. Roma, Portonaccio. La Fillea promotrice del progetto street art e periferie “One City” con murale di Alice Pasquini in questo numero internazionale n Green Deal europeo John Lindholm n Tra Recovery Fund e ripresa italiana Vincenzo Visco dal parlamento n La conquista del Durc Carla Cantone formazione n Studiate, Studiate, Studiate Rolando Feltrin sindacale n Code contrattuali edilizia Antonio Di Franco n Il contratto del legno-arredo Gianni Fiorucci n Lapidei, una ricchezza Giulia Bartoli ambiente&territorio n Verso un’architettura a energia Quasi Zero Michela Paglia n Fuori dall’insostenibile Michele Munafò legalità n Parola d’ordine legalità Graziano Gorla e A. Merlo n Come rilanciare le aziende confiscate alle mafie Camillo De Berardinis

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20

SiNDACATOnuovofabbrica per fabbrica cantiere per cantiere

#

diALESSANDRO GENOVESI

Quando la rivista arriverà ai nostri lettori staremocon la testa e con il cuore alle prese con la secondaondata Covid. Potranno prevalere l’ansia, la paura,il senso di impotenza oppure, senza sottovalutarequesti sentimenti, potrà prevalere anche la voglia,individuale e collettiva, di cambiare, rimboccarsi lemaniche e costruire un Paese, un’Europa e unMondo un “po’ migliori” perché un “po’ più giusti”. Noi dobbiamo rispettare le paure, farci carico delleansie ma dobbiamo al contempo costruire una ri-sposta a queste, scommettendo sulla capacità diimparare dai nostri errori, affrontare le fragilità

SUPPLEMENTO AL N. 4/2020 DI MATERIALI DI RASSEGNA SINDACALE

su questo numero di

SN, a partire dal nostro Segretario generale Maurizio Landini,

mi permettono di partire da una semplice constatazione. L edit

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le

a q u a l it à deg l i i nt e r ve nt i

Cambiare si può e si deve Un progetto per l’Italia

diMAURIZIO LANDINI, Segretario generale CGIL

I l virus pandemico è tornato a diffondersi con preoccupante rapidità. Lapossibilità del tracciamento e la prevenzione sembrano essere sfuggiti di

mano. Forse, nei mesi estivi, quando il virus aveva rallentato la sua corsa, sisarebbero dovuti rafforzare gli interventi per il monitoraggio e l’assistenzaterritoriale. Tutto ciò non si è fatto o si è fatto solo in parte.

Roma,Portonaccio.

La Filleapromotrice del progetto

street art e periferie“One City” con murale

di AlicePasquini

in questo numerointernazionalenGreen Deal europeoJohn Lindholm

nTra Recovery Fund e ripresa italianaVincenzo Visco

dal parlamentonLa conquista del Durc Carla Cantone

formazionenStudiate, Studiate, Studiate Rolando Feltrin

sindacalenCode contrattuali edilizia Antonio Di Franco

n Il contratto del legno-arredoGianni Fiorucci

nLapidei, una ricchezza Giulia Bartoli

ambiente&territorionVerso un’architetturaa energia Quasi Zero Michela Paglia

nFuori dall’insostenibile Michele Munafò

legalitànParola d’ordine legalità Graziano Gorla e A. Merlo

nCome rilanciare le aziende confiscate alle mafie Camillo De Berardinis

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NUMERO CINQUE | 20202 SiNDACATOnuovo#

economiche e sociali (in una pa-rola le ingiustizie che ci hanno portatosull’orlo del baratro) e cambiare il no-stro modello di sviluppo. In fondo ga-rantire tutele e protezioni oggi è laprecondizione per ricostruire domani,come ben spiega Maurizio Landini nelsuo intervento. Vale per l’Italia, in una crisi che sisomma ai limiti e alle difficoltà accu-mulate nel tempo (si veda l’articolo diVincenzo Visco), vale per l’Europa (loscrive bene il Presidente della FETBB):entrambe poste oggi, con differenze esimilitudini, di fronte alla necessità dicambiare politica economica per darsiun’anima sociale, unico vero antidotoall’autoritarismo e per edificare unnuovo compromesso capitale-lavoro,e un nuovo compromesso tra presenzaumana-sopravvivenza del Pianeta.Alla fine il Piano Nazionale per la Ri-presa e la Resilienza (cioè le risorse ex-tra concesse dall’Europa), le sceltecompiute a debito dal Governo, lostesso Green New Deal sono “la cam-panella dell’ultimo giro” e non pos-siamo sbagliare (come scrive MicheleMunafò a pag. 11). Servono interventi di “struttura” che,con un di più di programmazione edintervento pubblico, aggrediscano inodi di fondo della scarsa competitivitàdel sistema Italia e della scarsa capacitàdi redistribuire risorse, diritti e oppor-tunità in modo giusto. Partendo dai bi-sogni vecchi e nuovi (bisogni delle per-sone, bisogni del territorio, bisogni delnostro Mezzogiorno), partendo dallesfide fondamentali (quella climatica,quella tecnologica, quella demografica,quella migratoria) per creare lavoro diqualità, stabile, che valorizzi la persona. A questo appuntamento il sindacato,la Cgil, la Fillea (nel suo piccolo e nellasua parzialità) arrivano pronti? Perso-nalmente ritengo, pur con limiti e con-traddizioni, di si.Come sindacato confederale italiano,forti della nostra unità di azione chealla fine è anche di stimolo, utile, allastessa azione di Governo e che ci havisti in campo con coerenza sin dallaproposta di un nuovo Piano del Lavoro.Come Fillea, avendo mantenuto labarra dritta in questi mesi così com-plessi (si vedano i positivi accordi antiCovid) e rivendicando in ogni occa-sione (in parte ottenendo risultati, in-sieme a Filca Cisl e FenealUil): più oc-cupazione, più diritti, migliori relazioniindustriali.Più occupazione: perché è la prioritàdi oggi e ancor di più di domani. Daqui l’esigenza di una nuova politica in-

dustriale per le infrastrutture, l’intro-duzione e implementazione del “bo-nus 110%”per risparmio energetico emessa in sicurezza degli edifici (unadelle più importanti scelte fatte dalGoverno che tiene insieme sostenibi-lità, sicurezza, creazione di lavoro),l’accelerazione della spesa degli entilocali (Decreto Agosto) per le manu-tenzioni e la cura del territorio.Più diritti (si vedano i positivi risultatiportati a casa con il Decreto Semplifi-cazioni): dalla riconquista di norme in-debolite dallo “sblocca cantieri” al mo-dello commissariale con obblighi diconfronto con il sindacato, fino al Durcdi Congruità, vittoria storica della Filleasu cui scrive Carla Cantone a pag. 6.Relazioni industriali maggiormenteconsolidate: si vedano il Protocollo conFerrovie del 4 Novembre, per garantiresicurezza, diritti, rispetto del CCNL edilecontro il dumping, le intese con Mini-stero dell’Istruzione e Ministero dellaSalute, la gestione dei CCNL come stru-menti di politica industriale e salarialein grado di qualificare imprese, lavoro,mercato (vedi gli articoli sulle “codecontrattuali” in edilizia a pag. 7 e la ver-tenza del CCNL Legno-Arredo, pag. 8).Sapendo che niente ci è stato regalato.Sapendo soprattutto che molto rimaneda fare, per passare da una fase “difen-siva” ad una stagione di grandi riforme,per allargare le nostre alleanze, per sfi-dare le aziende, per far assumere atutti i nostri interlocutori istituzionali(nazionali e locali) l’obiettivo di fondodi una radicale trasformazione socialeed economica. È dentro queste coordinate che dob-biamo leggere la nostra quotidianaazione politica e sindacale (si tratti dipresentare il Rapporto 2020 sul sismacentro Italia o la battaglia toscana sulmarmo), il merito delle proposte (dicategoria e confederali), gli sforzi or-ganizzativi ancora da compiere. Daltesseramento e proselitismo (ancoratroppo poco rappresentiamo in tuttele fabbriche, uffici, cantieri) alla con-trattazione articolata, dal rafforzare ilruolo dei nostri delegati alla forma-zione dei dirigenti, su temi complessi(come quelli su cui scrivono Gorla eMerlo) e su quelli più ordinari (per cui4 anni fa si è aperta la Scuola Sinda-cale Residenziale, vedi Feltrin a pag.14). Senza mai smarrire il filo rosso checi fa essere “soggetti collettivi delcambiamento”. Senza mai dimenti-care che è sul lavoro che si fonda lanostra Repubblica.

ALESSANDRO GENOVESISegretario generale Fillea Cgil

editoriale

Oggi diventa quindi necessariotentare di mitigare la crescita della curvadi diffusione del virus. È possibile che neiprossimi giorni alle misure restrittive dialcune importanti attività economiche edi socialità, assunte di recente dalgoverno, se ne possano aggiungere altremirate ai territori dove è maggiore epreoccupante la diffusione del virus. Èevidente che queste misure avrannoripercussioni assai pesanti sul tessutoeconomico e sociale del paese. Per questaragione ci sembra importante il risultatoottenuto nel recente confronto con ilGoverno. Le nuove misure che sarannocomprese nella prossima legge di bilancioprevedono la proroga della cassaintegrazione Covid per ulteriori 12settimane (6 erano già contenute neldecreto “ristoro”) e il contestuale bloccodei licenziamenti fino al 21 marzo. Inoltreverrà avviato da subito il confronto sullariforma degli ammortizzatori socialiimprontata a principi di universalità esolidarietà, sulle politiche attive per illavoro, sulla riforma fiscale, sulla legge dibilancio, sulle risorse europee. È quantonoi, insieme a CISL e UIL, avevamoproposto nelle settimane scorse nonescludendo, se non ci fossero staterisposte positive, di ricorrere allamobilitazione anche di caratteregenerale. È quindi un buon risultato per lelavoratrici e i lavoratori e per il paese nelsuo complesso. C’era bisogno di unmessaggio che dicesse chiaramente chein una situazione difficile la tutela delreddito e del lavoro sono un elementodecisivo per la tenuta sociale edemocratica del paese. Bisogna essereconsapevoli, infatti, quanto la nuovaviolenta recrudescenza del virus colpisceun paese che da tempo è in fortesofferenza. Ci aspettano mesi ancoradifficili e c’è il rischio che possa crescere ildisagio sociale, la paura, la rabbia, larassegnazione. Anche per queste ragioniè positivo il risultato raggiunto. Abbiamoinfatti affermato il principio che oggi è ilmomento di un piano straordinario per illavoro e non di licenziare. Così come è ilmomento di sottoscrivere quei contrattiche ostinatamente Confindustria, conforti contraddizioni al proprio interno,tiene bloccati. Ed è anche il momento diprovare ad ottenere una legge sullamisurazione della rappresentanzadecisiva per contrastare la diffusione deicontratti pirata. Nelle prossime settimane dobbiamo darecontinuità alla nostra iniziativa. Lo stato diemergenza, infatti, prodotto dalla crisi ciconsegna una fotografia sociale di grandefragilità: dallo stato sociale alla strutturaproduttiva del paese. È una fotografia

Cambiare si può e si deve |

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dalla quale emerge la frantumazionesociale, la condizione di precarietàcome condizione di vita e di lavoro conla moltiplicazione di rapporti di lavoroprivi di qualsiasi tutela. Sono le ragioniche ci portano ad affermare che non sipuò tornare a ciò che c’era prima dellapandemia. La crescita, non solo in Italia,era già stentata prima dell’esplosionedella pandemia e le fragilità già latenti.La diffusione del virus ha aperto il vasodi Pandora facendo esplodere unacondizione di disagio già ampiamentepresente.Ci troviamo ad operare, quindi, in unasituazione di grave difficoltà e per certiversi inedita. Non è esagerato affermareche nei prossimi mesi si deciderà, in unsenso o nell’altro, il futuro del paese. Èsu questo che si articolerà il confronto esu cui saremo chiamati a sviluppare lanostra iniziativa. C’è infatti chi, comeConfindustria, rivendica, a partiredall’utilizzo delle risorse europee, lacentralità dell’impresa quale unicaespressione dell’interesse del paese.Proprio l’esperienza che abbiamo allespalle ci dice che non è più il tempo degliincentivi fiscali a pioggia, senza alcuncriterio di selettività e al di fuori diqualsiasi strategia di politica industrialee di sviluppo. Sono scelte che non hannodato nulla dal punto di vista dellacrescita e dell’occupazione. Noiindichiamo una strada diversa: il lavoro,la sua qualità, la sua dignità, i suoi dirittisono la condizione per uno sviluppodiverso del paese e dell’Europa. È suquesto che vanno orientate le sceltecontenute nella prossima legge dibilancio e le risorse del Recovery Fund.È il momento degli investimentipubblici nella sanità, nella scuola, nelleinfrastrutture. Ed è il momento di unavera riforma fiscale che recuperi ilprincipio della progressività e di una

lotta decisa all’evasione fiscale. Sonotemi che devono trovare spazio nellaprossima legge di bilancio. Così come èdecisivo il confronto sul Recovery Fund.Non ci sfuggono, in questo ultimoperiodo, i cambiamentinell’orientamento della Commissioneeuropea e della Banca CentraleEuropea. C’è ancora molto da fare ed èaperto uno scontro tra i diversiorientamenti presenti nei paesi europei.Dentro questo scontro, diversamentedal passato, è possibile costruire nuovealleanze e nuovi schieramenti. La sceltacompiuta, ad esempio, con la crescitadei deficit pubblici non solo permetteall’Italia e ad altri paesi di “respirare”,ma può rappresentare la premessa e lacondivisione per arrivare alla modificadei trattati dell’Unione Europea. Ancheper questo le risorse del Recovery Fundvanno utilizzate al meglio, soprattuttoquando la sfida che abbiamo di fronte èrelativa a quale paese vogliamocostruire. E allora è fondamentale ilconfronto sui contenuti delcambiamento necessario. A questoproposito non serve un insiemeindifferenziato di progetti. Serve unpiano fatto di priorità e orientato sullabase di scelte strategiche: sanitàpubblica, lavoro stabile e di qualità,sostenibilità ambientale e sociale,infrastrutture materiali e immateriali,ricerca, scuola, formazione.La crisi che stiamo vivendo è profonda eper certi versi inedita. Ma proprio la crisipuò rappresentare un’occasioneirripetibile per cambiare radicalmente ilnostro modello di sviluppo. Centralità equalità del lavoro, sostenibilitàambientale e sociale sono i requisiti difondo di un diverso modello di sviluppo.La pandemia in corso ha un legamestrettissimo con la distruzionedell’ambiente e della biodiversità, con il

consumo di suolo, con l’inquinamento.Cambiare quindi è necessario. Ecambiare significa porre l’impresa alservizio di uno sviluppo equilibrato e diqualità. Un piano straordinario per lasicurezza del territorio, per la messa anorma degli edifici, per l’efficienza e ilrisparmio energetico, per la mobilitàcollettiva e sostenibile costituisce unadomanda enorme in termini di ricerca,servizi innovativi, nuove tecnologie,lavoro stabile e di qualità. Mette in motodavvero una nuova politica industrialecapace di assumere non il consumoindividuale ma il benessere e ilconsumo collettivo come criterioprevalente. Così si dà qualità e funzionesociale alla stessa impresa, come haevidenziato una recente e importanteiniziativa della Fillea Cgil, svoltasi il 4ottobre scorso su “Lavoro e Sviluppo. Leproposte del sindacato per una politicaindustriale delle infrastrutture”.Un cambiamento di questa portata e diquesta profondità non può esserelasciato al mercato. La storia recente ciha insegnato che lasciare liberainiziativa al mercato e all’impresa nonproduce sviluppo né occupazionestabile e di qualità. C’è bisogno di unaefficace iniziativa pubblicanell’organizzazione di nuovi mercati,nella ricerca, nella produzione, neiservizi. È per questo che proponiamo lacostituzione di un’Agenzia pubblica perlo sviluppo: uno strumento capace diprogettare, indirizzare, coordinare ungrande piano di investimenti e diorientare le scelte delle stesse imprese.Se si vuole davvero uscire dalla crisi chestiamo vivendo sono queste le scelteche vanno compiute. Questo è ilconfronto di merito che intendiamoavviare con il governo. Dobbiamo farlo,come abbiamo fatto fino ad ora,mantenendo vivo il rapporto unitariocon CISL e UIL perché è propriol’iniziativa unitaria che ci ha consentitodi strappare risultati importanti in unadelle fasi più difficili della storia recentedel paese. Nello stesso tempo dobbiamosollecitare la partecipazione deilavoratori e delle lavoratrici.Cambiamento, infatti vuole dire darevita ad un progetto di trasformazionesociale che deve sostanziarsi delrapporto concreto con le persone, conun mondo del lavoro che ha avuto e ha,in tutte le sue articolazioni edespressioni, un ruolo fondamentale nelcontrastare la pandemia. Dobbiamo farsì che le lavoratrici e i lavoratori sianosoggetti attivi del cambiamento. È unpercorso difficile ma per noiirrinunciabile.

Maurizio Landini

| Un progetto per l’Italia

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NUMERO CINQUE | 20204 SiNDACATOnuovo#

internazionale

Quest’anno il mondo è cambiatocompletamente con lapandemia Covid-19. ora

dobbiamo lavorare sulla ripresa mentreaffrontiamo la seconda ondata dellapandemia. Dopo un certo sollievotrovato nelle misure di confinamento,tutti i Paesi EU stanno vivendo un forteaumento del numero di nuovi casi e di

decessi. I sistemisanitari pubblicistannoraggiungendo ipropri limiti disopportazione e igoverni con leautorità a livelloeuropeo,nazionale e locale

sono costretti a fare marcia indietro e adattuare misure più restrittive percontrollare la nuova diffusione del virus.Molti Stati membri hanno applicatonuove azioni come il coprifuoco, alcunisono già di nuovo in isolamento.L’attività economica sarà – ed è già –duramente colpita e così anchel’occupazione e i lavoratori. Decine dimigliaia di lavoratori, che beneficiano dimisure di protezione, possono esserecolpiti dalla disoccupazione. È difficileimmaginare uno scenario positivo per iprossimi anni.Il processo di ripresa sarà lungo. LaCommissione europea ha già compiutoalcuni passi ambiziosi e accogliamo confavore il Piano di ripresa, il Green Dealeuropeo e il meccanismo SURE.Tuttavia, la loro attuazione deve essereaccelerata e attentamente progettata.Esortiamo la Commissione europea egli Stati membri ad agire ora evelocemente verso la ripresa percercare di fermare questa spiralediscendente. Dobbiamo lottare per unrilancio che porti maggiori investimentinel settore delle costruzioni, che porti aposti di lavoro sostenibili e a più posti dilavoro nel settore del legno e dellasilvicoltura. Non possiamo tornare alpassato dopo questa crisi. Vogliamo uncambiamento di paradigma verso unarazionalità economica basata suinvestimenti sostenibili per la stabilità

economica e la coesione sociale. Imodelli di business esistenti basati sullavoro precario, gli abusi sociali e lefrodi devono essere abbandonati. Leorganizzazioni dei lavoratori devonoessere coinvolte nella progettazione enell’implementazione di nuovi modelliindustriali per tutti i nostri settori. Abreve termine e a livello europeo, SUREdeve essere esteso. La FETBB aderiscealla Confederazione Europea deiSindacati (CES) e sostiene che tutte lemisure di emergenza nazionali ecomunitarie – in particolare quellelegate alla protezione del lavoro, allacompensazione del reddito e allaSURE – devono continuare per lanecessaria durata e fino alla pienaripresa dell’economia e allastabilizzazione dei posti di lavoro. Comeabbiamo già avvertito, con le nostre 26richieste di ripresa economica, la CE egli Stati membri devono garantire che ifondi europei siano utilizzati per unambizioso piano di investimenti per lenuove infrastrutture europee e perl’aggiornamento e la manutenzionedelle infrastrutture esistenti. L’ondata dirinnovamento dovrebbe essereaccelerata con particolare attenzionealle abitazioni a prezzi accessibili e alleiniziative per combattere la povertàenergetica, garantendo al tempo stessoformazione e posti di lavoro stabili pertutti i lavoratori. D’altra parte, è

necessario un ambizioso e socialeGreen Deal europeo, che dovrebbeessere collegato a una strategia direcupero Covid-19 ben finanziata,concepita come un giusto strumento ditransizione a beneficio dei lavoratori ditutte le nostre industrie, e soprattuttodei settori ad alta intensità energetica,come quello del cemento. I 750 miliardidi euro del fondo di recuperopotrebbero e dovrebbero essereutilizzati per sostenere queste iniziative.Qualche parola anche per la salute e lasicurezza dei lavoratori, che deveandare di pari passo con i progetti direcupero. Per la lotta contro il virus èessenziale che i luoghi di lavoro e leattività legate al lavoro di tutti i tipi didipendenti abbiano strategie diprotezione efficaci. I lavoratori precarisono particolarmente vulnerabili inquesta era Covid-19. Chiediamo misuredi protezione per tutti gli aspetti dellecondizioni di lavoro e delle attivitàconnesse, con il coinvolgimentocompleto dei rappresentanti deilavoratori e dei sindacati. Infine, ma non meno importante, isindacati devono essere coinvolti intutte le fasi di progettazione,discussione e attuazione di tutte lemisure a livello europeo, nazionale,locale e aziendale. I sindacati devonoessere più forti insieme. oggi più chemai, dobbiamo essere uniti. n

RECOVERY FUND

GREEN DEAL EUROPEOLe sfide per il settore delle costruzioni in Europan di JOHAN LINDHOLM | PRESIDENTE FETBB - FEDERAzIoNE EURoPEA DEI LAVoRAToRI DELL’EDILIzIA E DEL LEGNo

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5SiNDACATOnuovo#NUMERO CINQUE | 2020

Prima della seconda ondatadell’epidemia il FMI stimavache nel 2020 il Pil globale si

sarebbe ridotto fra il 3 e il 5%: è benericordare che la contrazionesuccessiva alla crisi finanziaria del2007-08 fu invece solo dello 0,1%. Peril 2021 si prevedeva un rimbalzoconsistente, senza che l’economiamondiale tornasse però ai livelli pre-Covid. La perdita in termini di Pil tra il2020 e il 2021 avrebbe potutoraggiungere i 9.000 miliardi di dollari,un ammontare superiore al Pil delleeconomie di Giappone e Germaniamesse insieme. L’attuale ripresa deicontagi aggraverà la recessione perl’anno in corso, e allungherà i tempi direcupero delle economie negli anni avenire. Un disastro vero e proprio.Per la zona euro era prevista unacontrazione dell’8-9% nel 2020, e unrimbalzo del 6,1 nel 2021. Ma anchequesta previsione è diventatainattendibile a causa dellarecrudescenza dell’epidemia. Fra iPaesi sviluppati solo la Corea del Sud,Taiwan e pochi altri (e la Cina che peròè una storia a parte) hanno limitato idanni in quanto sono stati in grado diaffrontare l’emergenza forti diprecedenti esperienze e con sistemi ditracciamento e controllo efficaci, nonconfrontabili con quelli introdotti inoccidente, volontari e condizionatidall’individualismo prevalente e dalleassurde ossessioni delle autorità atutela della privacy. In buona sostanza,in occidente la tutela delle libertàindividuali è stata considerata piùrilevante della difesa dell’interessecollettivo (salute ed economia). Puòapparire una valutazione estrema, maè esattamente quello che è avvenuto.Ciò dovrà essere motivo di riflessionesoprattutto nel contesto della rivalitàUsa/Cina: la superiorità del modelloasiatico in questo frangente è risultataevidente.In Italia la caduta del Pil nel 2020 vieneprevista nel 9% circa, inferiore a quelloche si temeva, e la ripresa viene ancoravalutata, per il momento, intorno al 6%nel 2021, ma sarà presumibilmente dimolto inferiore. Poiché l’Italia è l’unicoPaese tra quelli sviluppati che non haancora recuperato i livelli di redditoprecedenti alla crisi del 2007,l’impoverimento ulteriore dovuto allacrisi del coronavirus determina unasituazione sociale particolarmentegrave.Gli interventi operati dai Governi edalle banche centrali sono statitempestivi e consistenti ed hannoevitato il collasso definitivo delleeconomie. In particolare gli interventi

finora varati sono stati moltoconsistenti, in particolare negli StatiUniti, ma anche in Europa. L’Italia,nonostante la precarietà dei suoi contipubblici, è stata uno dei Paesi che haspeso di più per contrastare gli effettidell’epidemia: 6 punti di Pil, destinatiora a crescere per la recrudescenzadell’epidemia, e ciò ha probabilmentecontribuito ad evitare un più elevatocrollo dell’economia. Tuttavia lapandemia ha prodotto in Europa deicambiamenti rilevanti, che all’iniziodell’anno in corso sembravanoimpossibili, sia per quanto riguardal’azione della BCE che per quantoriguarda le politiche fiscali nazionali(sospensione del patto di stabilità,delle norme sugli aiuti di Stato, ecc.). Inparticolare la BCE ha finanziato l’extradebito determinato dalle spese indisavanzo dei Paesi della zona euro,acquistando sul mercato secondario ititoli emessi dagli Stati e sterilizzandoe monetizzando il debito relativo, percui, per esempio, oggi il sistemaeuropeo delle banche centrali detienecirca il 30% del debito pubblicoitaliano. A livello di politica fiscale perla prima volta l’Unione ha accettato diemettere debito comune perfinanziare il rilancio economicosecondo una strategia unitariaeuropea.Per l’Italia il Recovery Fund, o piùprecisamente il Next Generation Fund,prevede la disponibilità di 209 miliardiconcessi in parte come dazioni a fondoperduto (oltre 60 miliardi), e in partecome prestiti trentennali a tassi diinteresse trascurabili. Ciò ha dato lasensazione della disponibilità di risorseillimitate da utilizzare per qualsiasiesigenza e per colmare ritardi ormaicronici nella dotazione del Paese diinvestimenti strategici in molteplicisettori. Le cose però stanno diversamente.Innanzitutto le erogazioni ai singoliPaesi potranno avvenire in concretonon prima della metà del 2021, salvoanticipi di ammontare limitato. Iprestiti saranno condizionati e soggettia monitoraggio. Inoltre sarà necessarioindividuare le nuove risorse (imposte?)che dovranno essere trasferite al

bilancioeuropeo perfinanziare ilservizio deldebito comune. Infine il ricorso allerisorse finanziarie diverse dai grantimplica un aumento di debito pubblicoper il Paese richiedente, il che per unPaese come l’Italia che ha raggiuntoquasi il 160% nel rapporto debito/Pilappare comunque problematico. Einfatti nella recente NADEF il Governoaveva previsto di aumentare gliinvestimenti utilizzando soprattutto leerogazioni a fondo perduto che nonaumentano il debito, e rinviando ilricorso ai prestiti, ponendosi invecel’obiettivo di ridurre il debito pubblicodal 158% del 2020 al 151,5% nel 2023,anno in cui il disavanzo pubblicodovrebbe ritornare al fatidico 3%. oratutto diventa ancora più complicato.Ciò evidenzia limiti e contraddizionidell’intera operazione Next GenerationFund. Se l’obiettivo è quello diaumentare in alcuni anni gliinvestimenti europei di 750 miliardi dieuro per rilanciare l’economia el’occupazione, bisognerebbe creare lecondizioni perché tutti i Paesi possanoprocedere senza condizionamenti, esoprattutto senza la preoccupazionedei vincoli che deriverebbero dallariattivazione del patto di stabilità edalla crescita del debito pubblico. Ciòvale per tutti i Paesi, ma soprattuttoper quelli della zona euro, e inparticolar modo per l’Italia. Altrimentivi è il rischio che i nuovi prestitivengano utilizzati prevalentementeper sostituire investimenti che sisarebbero fatti comunque o nonvengano utilizzati affatto. In altreparole sarebbero necessarieinnovazioni istituzionali rilevanti, qualil’adozione della golden rule per gliinvestimenti al posto del patto distabilità, e la garanzia che l’aumentodel debito non crei difficoltà ai Paesisui mercati finanziari. Se non si creanoqueste condizioni l’intera operazionerischia di non produrre i risultatisperati.Da questo punto di vista sarebbeopportuno che il debito attualmentecollocato presso il sistema delle

LA SITUAZIONE ECONOMICA INTERNAZIONALE ED EUROPEA

TRA RECOVERY FUND e ripresa italianan di VINCENZO VISCO | ECoNoMISTA

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NUMERO CINQUE | 20206 SiNDACATOnuovo#

Per chi come me ha speso la pro-pria vita nel sindacato dedi-cando 18 anni alla difesa dei diritti

e della dignità dei lavoratori edili, non po-teva che venire naturale impegnarsi affin-ché le richieste di Fillea Cgil, Filca Cisl eFenealUil fossero assunte dal Governocome proposte utili a imprese e lavoratori.Così è stato nella conversione del c.d. “De-creto Semplificazioni”, con il nuovo arti-colo 8, comma 10 bis. Il DURC di Congruitàè stato conquistato con la combattivitàche distingue gli edili da altre categorie.Il Durc-Dol oggi, la congruità da domaninon saranno solo un articolo contrattualedella parte normativa del Contratto na-zionale di lavoro, sono e saranno semprepiù legalità, dignità, trasparenza, rispettodelle persone, valorizzazione delle im-prese serie e rispettose dei diritti.Il DURC, documento unico di regolaritàcontributiva, ha il destino politico nel nome,e i valori che rappresenta sono determi-nanti sia per la sicurezza legale dei lavora-tori che delle imprese. Rendere esplicitenelle leggi le regole utili a combattere il la-voro nero è segno di civiltà in un mondodel lavoro ove evasione e lavoro irregolareabbondano in modo inqualificabile e ver-gognoso.D’altra parte la legalità nell’edilizia pubblicae privata è sempre stata all’attenzione delsindacato, con la Fillea, sempre in primafila insieme a Filca e Feneal. Profonda-mente giuste le parole di Alessandro Ge-novesi, segretario generale della Fillea na-zionale, quando si è battuto in difesa delDURC, chiedendo a tutte le forze politichein Parlamento di dare attuazione piena al-l’art. 105 del codice degli Appalti, rendendoobbligatoria la verifica della congruità del

lavoro con il valore dell’opera realizzata.I deputati del Pd hanno condiviso le richie-ste del sindacato degli edili e si sono im-pegnati per accoglierle.Se il risultato è positivo è anche meritoloro, ed io ne sono felice avendo contri-buito a sostenere le ragioni del sindacato.Sarebbe stato grave il contrario. Confessoche non è stato tutto liscio, però non ab-biamo mai mollato la presa, anche perchéGenovesi non ci ha lasciato “respirare”neppure un secondo.Questa sua caparbietà ha convinto anchei più pigri, quelli che alle prime difficoltàsi fermano. Quindi la vittoria è arrivata so-prattutto per la determinazione del sin-dacato che ci ha incalzato e dei deputatidel Pd che sono stati “spintonati” dalla sot-toscritta.ora occorre procedere per realizzare ciòche ancora manca e per sostenere le giusterichieste di Fillea, Filca e Feneal: dobbiamointervenire sul Ministro del Lavoro affinchéemani al più presto il decreto attuativo.Prima si fa e prima il settore avrà a disposi-zione uno strumento che aiuterà sindacatoe imprese a diminuire fortemente il lavoronero e la concorrenza sleale.Concordo con il segretario della Fillea, in-fine, quando richiama tutti, tutti i giorni,sulla necessità di rafforzare i servizi ispet-tivi e vigilare affinché applichino con tem-pestività i compiti a loro assegnati: del re-sto l’Europa chiede più impegno sulla lottaalla illegalità e per noi è una priorità nondi oggi, ma da sempre. Io sarò sempredalla vostra parte, per due motivi: perchésiete nel giusto, avete ragione e perché èun po’ come ritornare indietro nel tempoe occuparmi dei diritti dei lavoratori cheamavo tanto. n

DECRETO SEMPLIFICAZIONI

DURC PER CONGRUITÀUna conquista per lavoratori pubblici e privatin di CARLA CANTONE | PARLAMENTARE PD

banche centrali europee venissesterilizzato definitivamente. Lasoluzione migliore sarebbe quellodi trasformarlo in debito europeoa lunghissimo termine o,eventualmente, renderloirredimibile. Le possibilità che ciò avvengasono al momento scarse, quindi laprobabilità che i fondi europeipossano determinare una svoltaradicale nella situazionedell’economia italiana va per ilmomento ridimensionata.Va comunque rilevato che almomento attuale le possibilità difinanziamento del nostro Paesesul mercato sono particolarmentefavorevoli. Il tasso di interesseall’emissione per i nostri titolidecennali è oggi inferiore all’1%(0,8%), il che può fornire marginidi manovra importanti, e anchesdrammatizzare il dilemma Messì/Mes no che è ancora al centrodel dibattito politico attuale.In ogni caso, le difficoltà principaliriguardano la possibilità dell’Italiadi utilizzare proficuamente lerisorse disponibili, data la nostrastrutturale incapacità diprogettare, programmare espendere. Sarebbe quindiparticolarmente utile ragionaresull’ipotesi di creare un’appositaAgenzia per selezionare i progettie programmare la spesa effettivadei fondi provenienti dalRecovery Fund, come proponeGiorgio La Malfa, introducendomodifiche legislative diemergenza che aiutino asuperare i nostri attuali limitioperativi. È quindi moltoprobabile che il Governopreferisca utilizzare i fondi pertrasferirli alle imprese private chesono in grado di operare conmaggiore rapidità ed efficacia. Inquesta situazione, tuttavia,appare alquanto stravaganteipotizzare la destinazione dirisorse ingenti ad interventi diriduzione delle imposte o diaumento delle spese correnti,come pure si intende fare.In sostanza la strada appare tuttain salita, tenendo conto del fattoche, salvo rilevanti modifichenegli assetti della governanceeuropea, solo un effettivo eduraturo aumento della crescitaitaliana può portarci fuori dalrischio di una crisi finanziarianegli anni prossimi. n

dal Parlamentosegue

internazionale

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NUMERO QUATTRO | 2020 7SiNDACATOnuovo#

L’accordo siglato lo scorso 10settembre tra Fillea Cgil, Filcae Feneal e le Controparti dato-

riali del settore edilizia, segna la conclu-sione del percorso contrattuale iniziatoil 18 luglio 2018. Un percorso complicatosoprattutto dalle contraddizioni, sorteall’interno della compagine datoriale,che hanno rallentato molto l’attuazionedelle disposizioni concordate nel rin-novo contrattuale. In ogni caso, graziealla determinazione del sindacato e algrande lavoro svolto nelle Commissionicontrattuali, si è giunti ad una positivaconclusione del percorso, che ci conse-gna un punto di avanzamento oggettivoanche in vista del prossimo rinnovo.

RateizzazioniSi stabiliscono delle norme valide su tut-to il territorio nazionale al fine di unifor-mare le modalità di rateizzazione delleaziende morose che vogliono regolariz-zarsi sul versamento alla Cassa Edili. Alfianco delle fideiussioni bancarie e/o as-sicurative, c’è ora la possibilità di accet-tare cambiali come unici strumenti dipagamento. I tempi della rateizzazionesono differenziati rispetto all’importorateizzato: 6 mesi (fino a 5.000 euro); 12mesi (da 5.001 euro a 15.000 euro); 18mesi (da 15.001 euro a 30.000 euro); 24mesi (oltre 30.000 euro). Le prime rateversate dalle aziende andranno a coper-tura del GNF dei lavoratori fino a concor-renza del debito. Le imprese inattive osospese, qualsiasi sia il debito, devonoestinguerlo entro 18 mesi.

CongruitàSi è finalmente dato seguito all’avvisocomune sulla Congruità contenuto nelCCNL del 2010. Da ottobre 2020 è inizia-ta, a livello nazionale, una fase speri-mentale di applicazione del Durc perCongruità che terminerà il 30 giugno2021. Dal luglio 2021 il Durc per congrui-tà entrerà a regime. In un’apposita tabel-la sono definiti gli indici di congruità pertipologia di lavorazione al di sotto deiquali l’azienda è invitata a regolarizzarsi.In caso contrario risulterà irregolare. Il

calcolo della congruità si effettuerà, peri lavori pubblici, al SAL finale, per i lavoriprivati, al completamento dell’opera.

Lavoratori autonomiL’allegato 6 al CCNL Edilizia industria –Coop prevede l’adesione facoltativa dialcune tipologie di lavoratori autonomiagli Enti Bilaterali del settore. In una pri-ma fase ci si limiterà a figure di alta pro-fessionalità quali gli archeologi e i re-stauratori con partita Iva o co.co.co. L’in-gresso prevede un contributo forfettariodi 150 euro annuo e dà diritto all’eroga-zione dei DPI, qualora previsti dalla Cas-sa edile di riferimento, alla formazioneerogata dalle scuole edili e all’iscrizionea Sanedil, oltre naturalmente all’iscrizio-ne facoltativa a Prevedi.

Fondo prepensionamentiSoltanto per i lavoratori inquadrati co-me operai, attraverso il Fondo, le Casseedili offrono la possibilità di uscire dalcantiere e di agganciarsi al diritto allapensione fino a 4 anni prima, compresoil periodo di Naspi fruito dal lavoratore.Il Fondo mette a disposizione del lavora-tore che abbia finito la Naspi, una inden-nità retributiva e una indennità contri-butiva per coprire il periodo che restascoperto fino al raggiungimento dellapensione. Tale periodo varia da un mini-mo di 12 mesi ad un massimo di 24 mesi.

Fondo incentivo occupazioneAlle Aziende che assumono giovani fi-no ai 30 anni con contratto di lavoro atempo indeterminato o che trasformi-no, sempre per i lavoratori fino a 30 an-ni, il contratto da tempo determinato aindeterminato, è prevista una decontri-buzione Cassa edile di 600 euro a lavo-ratore e un bonus formativo di 150 euro(sempre a lavoratore) per un percorsoprofessionalizzante prioritariamenteda svolgere presso le Scuole edili del Si-stema bilaterale.

Non sfugge a nessuno l’importanza ditali disposizioni contrattuali. oltre a raf-forzare il ruolo delle Casse edili sul te-ma del controllo della regolarità e dellalegalità all’interno del settore delle co-struzioni attraverso i meccanismi dellacongruità, prima di tutto, e delle rateiz-zazioni, in secondo luogo, il Sistema bi-laterale agisce anche da propulsore discelte sociali virtuose, come la possibi-lità per gli operai più anziani di abban-donare il settore alcuni anni prima deldiritto alla pensione o quella di incenti-vare le aziende ad un ricambio genera-zionale attraverso specifici incentivi. Èstata data una risposta positiva ancheall’esigenza, posta già da alcuni annidalla CGIL e ribadita nel Piano del Lavo-ro, dell’inclusione dei lavoratori atipici,offrendo la possibilità ai lavoratori au-tonomi di aderire al sistema bilaterale.Insomma, la definitiva conclusione delpercorso contrattuale delinea il conso-lidamento delle conquiste effettuatecon il CCNL del 18 luglio 2018, a partiredalla Sanità integrativa attraverso ilFondo Sanedil, operativo a partire daottobre scorso. Infine un’ultima nota-zione di carattere contrattuale: il finan-ziamento del fondo Sanedil, del FondoPrepensionamento e del Fondo incen-tivo occupazione sono integralmente acarico delle aziende con aliquote (ri-spettivamente 0,60%, 0,20% e 0,10%)riferite al monte salari di lavoratori de-nunciati in Cassa edile. Un “salario” dif-ferito strettamente connesso al veroWelfare sociale e senza nessuna con-cessione a tipologie di “Welfare azien-dale” in molti casi ambigue e di scarsovalore. Conquiste importanti da conso-lidare con i contratti integrativi territo-riali, in questi giorni in fase di rinnovosu tutto il territorio nazionale. Per ac-compagnare poi, con la leva della con-trattazione collettiva, quella qualifica-zione di impresa, quella valorizzazionedel lavoro che ci deve vedere impegna-ti per rendere realmente concreto unnuovo modello di sviluppo e quindi unnuovo modo di costruzione, un green esocial bulding che premi qualità e pro-fessionalità. n

EDILIZIA

L’ACCORDO SULLE CODECONTRATTUALI all’insegnadi più tutele e più legalitàn di ANTONIO DI FRANCO | SEGRETARIo NAzIoNALE FILLEA

sindacale

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8 SiNDACATOnuovo# NUMERO CINQUE | 2020

Il rinnovo del ContrattoNazionale del settore LegnoArredo industria è avvenuto la sera

del 19 ottobre, dopo una trattativa durata18 mesi, caratterizzata da due rotture,uno sciopero generale, il blocco delleflessibilità e straordinari, la minaccia diulteriori 16 ore di sciopero. Essorappresenta senza dubbio un granderisultato ottenuto dalle lavoratrici e dailavoratori rispetto al difficile contesto nelquale è stato sottoscritto.Un contesto che possiamo dividere indue fasi: quella prima della pandemia equella successiva, entrambe con criticitàenormi che siamo comunque riusciti adaffrontare e risolvere. Nella prima faseFederlegno ha voluto subito gettare sultavolo grandi macigni di carattereideologico, che non hanno permesso ildipanarsi di un confronto sereno, mahanno costretto la trattativa su unambito privo di merito e lontano dallevere esigenze di imprese e lavoratori.Fin dal primo incontro infatti, che dinorma si svolge con la solapresentazione della piattaforma da partedelle organizzazioni sindacali, lacontroparte ha agito subito in modoaggressivo, non ascoltando le nostreproposte e ponendo immediatamente ilproblema di non voler confermare ilmodello a “doppia pista salariale”,sottoscritto nel rinnovo precedente.Ci aspettavamo questo attacco, ma noncerto nel primo incontro. Questo è statoun fatto indicativo di quanto sarebbesuccesso nei mesi a seguire, uno scontrosenza precedenti, teso principalmente adividere il fronte sindacale unitario,utilizzando queste posizioni perattaccare il soggetto più scomodo.La Fillea Cgil ha sempre posto comepriorità, in tutti i tavoli contrattuali,l’esigenza di ottenere aumenti retributivicerti e senza verifiche. I risultati raggiuntinegli altri contratti nazionali da noirinnovati (cemento, lapidei, laterizi emanufatti) lo dimostrano.Abbiamo affermato il ruolo del contrattoquale principale autorità salariale, oltreche per dare giusti riconoscimenti ailavoratori, anche per contribuire alrilancio dei consumi interni e questorappresenta un contributo necessarioche la contrattazione deve offrire allo

sviluppo e alla crescita del paese in unsistema che soffre sul fronte delladomanda ancor prima che sull’offerta.Con la contrattazione di secondo livelloinesigibile per la quasi totalità delleaziende, dove anche nel nostro settore lacopertura non va oltre il 20 % degliaddetti, solo il contratto nazionale puòagire ridistribuendo risorse aggiuntivelegate alla redditività e produttività,spingendo così le imprese stesse adinvestire di più in innovazioni diprocesso e di prodotto. Tale posizionel’abbiamo sempre portata avanti comeFillea, anche contribuendoall’affermazione del principio contenutonel Patto per la Fabbrica al punto H, percui il “Trattamento Economico Minimo”può essere incrementato oltrel’inflazione con quote aggiuntiveerogate a fronte di processi diinnovazione nel settore.Non è un caso che Federlegno abbiaattaccato subito su questo fronte, cosìcome non è un caso che, sulla flessibilitàdegli orari di lavoro prevista all’art. 19 delCcnl, la controparte pretendesse dirimettere in discussionel’interpretazione autentica del 2018. Èstato solo grazie alla determinazione dilavoratori e lavoratrici, delegate edelegati che abbiamo ottenuto l’obbligoper le aziende di accordo sindacale suirecuperi dei picchi produttivi.Non è un caso, inoltre, che questiattacchi siano avvenuti proprio duranteil cambio ai vertici di Confindustria, conFederlegno Arredo determinantenell’elezione del nuovo Presidente,svelando così come la linea portataavanti sul tavolo del legno avesse unlegame con la nuova politica che stavaemergendo ai vertici dell’associazionedatoriale confederale.La mancanza di risposte alla nostra

piattaforma, ritenuta troppo onerosa, ele richieste di aumento della precarietàsul mercato del lavoro hanno favorito larottura di gennaio 2020, con lo strappodella piattaforma davanti ai nostri occhida parte del capo delegazione diFederlegno e l’abbandono del tavolo.Lo sciopero generale è stato inevitabile,nonostante sul fronte unitarioiniziassero ad emergere disponibilitàdiverse alle richieste della controparte. Questo nostro atteggiamento ha pagatoe noi riteniamo abbia pagato a favore ditutti. Ha pagato soprattutto nel rapportocon i lavoratori, perché lo scioperogenerale del settore proclamato il 21febbraio è andato oltre le nostreaspettative. Le piazze di Pesaro, Milano,Padova e Bari hanno dimostrato che ilavoratori sostenevano la nostrafermezza. La chiusura della prima fase siè conclusa con questo grande risultatodi partecipazione.La seconda fase si è aperta purtroppocon l’avvento della pandemiacambiando di colpo le priorità egettando il tavolo di rinnovo in uncontesto ancora più difficile. Federlegnoha bloccato il confronto, nonostante inostri inviti a chiudere il contratto e adaprire responsabilmente un confrontosulle prospettive del settore e sullagestione delle condizioni di sicurezzanei luoghi di lavoro rispettoall’emergenza sanitaria.Invito caduto nel vuoto. La successivaproclamazione dello sciopero di 16 ore ela nostra capacità di coinvolgere ilavoratori, evitando le fughe in avanti daparte di altre organizzazioni sindacali,hanno determinato la riconquista deltavolo, come dimostrano le prese diposizione a nostro favore da parte didiverse aziende, messe in difficoltà dalblocco degli straordinari e flessibilità,obbligando la controparte a proporremediazioni accettabili ed evidenziandola netta distinzione tra interessi delleimprese e posizioni della loroassociazione.Per questo riteniamo che, oltre al meritoin sé, il risultato ottenuto, conquistatodall’impegno dei lavoratori, impiegati edoperai, sia importante. Anche perchésolo il protagonismo dei lavoratori puòfar superare tatticismi o rotture delfronte unitario. I risultati del rinnovo sono moltopositivi, a partire dagli aumentiretributivi, dove registriamo unaumento garantito sui minimicontrattuali di 50 euro (25 euro asettembre 2020 e 25 a gennaio 2021) aparametro 100, pari al 3,4% di aumentoa fronte di un’inflazione 2019 dello 0,6%.Un “valore punto” che a gennaio 2019 èdi 14,79 €, valevole sia per l’inflazione

LEGNO - ARREDO

LA LUNGA MARCIA dei lavoratori per il contratton di GIANNI FIORUCCI | SEGRETARIo NAzIoNALE FILLEA CGIL

sindacale

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NUMERO CINQUE | 2020 9SiNDACATOnuovo#

Il materiale lapideo eil suo rappresentan-te più onorevole, il

marmo, possono essereuna vera ricchezza per unterritorio. Una ricchezzache genera ricchezza, occu-pazione, investimenti, ri-qualificazione ambientale,sviluppo territoriale. Non è un'utopia ma una ve-ra e propria sfida che la Fil-lea CGIL ha raccolto e lan-ciato anni fa alla RegioneToscana, realizzabile solo ri-formando un luogo senzaregole.Le regole sì, in un contestoin cui per storia o abitudine,le facevano altri e non ilpubblico, dove in una sortadi autoregolamentazione cistavano bene tutti, sonol’unica soluzione affinchéquell'utopia diventi realtà,affinché quella ricchezza dasempre in mano a pochi, di-venti patrimonio di tuttiesattamente come le mon-tagne che la producono. Parte tutto nel 2014 conl'approvazione della Leggeregionale 64/14 “norme sulGoverno del Territorio” el'avvio della discussione sulPiano del Paesaggio quan-do l'allora Governatore Ros-si dichiarò “Siamo interve-nuti su una materia anar-chica come quella delle ca-ve ... il piano del paesaggio èuna grande opera di chiari-mento, sottrazione a inter-pretazioni e arbitrio...”. Dentro questa discussioneè stata la proposta della Fil-lea CGIL Toscana che ha vi-sto uniti i territori di Luccae Massa Carrara nel chie-dere una regolamentazioneche avesse alla base nonobiettivi strumentali e lob-bistici ma una chiara neces-sità di raggiungere l'auspi-cato equilibrio tra ambientee lavoro. La filiera non sicrea per decreto e di questo

ne siamo convinti, ma puòessere promossa e incenti-vata uscendo dalla logicaimprenditoriale dell'autosalvaguardia a scapito dellealtre imprese del territorio.occorre arginare quella po-litica industriale che sifonda esclusivamente sul-l'esportazione di blocchi al-l'estero con maggiori pro-fitti per chi estrae ma che,oltre a strozzare le piccolee medie imprese di trasfor-mazione con forti difficoltàdi approvvigionamento senon a prezzi elevatissimi,determina che la ricchezzadella lavorazione (che creaoccupazione) sia prodottaaltrove. Proprio quella poli-tica che è stata terreno fer-tile per il radicamento di unsentimento negativo neiconfronti delle cave avendolasciato a parte della popo-lazione solo “la marmettolanei fiumi e sulle strade”. Siamo convinti che possia-mo ricongiungere questidue sentimenti, chi lotta peril lavoro in un territorio chevive soprattutto di quello(anche grazie alle tasse mar-mi) che è la sua storia, la suacultura, il suo essere e chiproprio da quella storia sisente espropriato.Lavorare in loco il 50% delmateriale estratto, Conces-sioni e autorizzazioni con-cesse e mantenute a frontedi interventi e progetti cheavessero alla base il ripristi-no ambientale, la filiera pro-duttiva e la crescita occupa-zionale dentro una gover-nance regionale di indiriz-zo, sostenibilità insomma,del lavoro in termini di sicu-rezza, delle quantità estrat-te in termini ambientali, econtinuità della produzio-ne. Questo, dopo anni di di-scussione, il risultato del ta-volo che ha portato alla mo-difica del Piano Cave.

ora molto dovranno fare iComuni con la predisposi-zione dei PABE (Piani Attua-tivi dei Bacini Estrattivi) e lenecessarie verifiche del ri-spetto degli impegni presi.Certo non è stato facile enon sarà facile, serve unamacchina pubblica che fun-zioni, autorizzazioni, Via ecertificazioni ambientali ne-cessarie devono essere veri-ficate e concesse in tempicerti per evitare sospensionidell'attività; gli stessi control-li per il rispetto delle regoleche possono portare alla so-spensione dell'escavazionedevono essere correlati dal-le necessarie tutele occupa-zionali e di sicurezza sul la-voro. Il settore del lapideo èuno dei settori a più alta inci-denza di infortuni gravi emortali, l'ultimo si è verifica-to poco più di 2 settimane fain provincia di Lucca, l'atten-zione deve sempre rimane-re alta e assume particolarerilevanza la formazione del-le maestranze ma anche gliinvestimenti in sicurezza e icontrolli sul rispetto dellenorme. Proprio sul rispettodelle regole normative econtrattuali la Fillea CGIL haproposto l'introduzione delDURC per le imprese del la-pideo sia per l'ottenimentodella concessione/autoriz-zazione che per il suo man-tenimento, oltre al ritiro del-l'atto autorizzatorio in casodi gravi violazioni in terminidi sicurezza sul lavoro.Su tutto questo la Fillea To-scana continuerà a lavorareconvinta che molto è statofatto ma molto è ancora dafare a iniziare dall'importan-za della gestione territorialedelle regole e da come simettono in pratica anche apartire dal Comitato del Di-stretto Apuo Versiliese sen-za mai farsi tirare per la giac-chetta da una parte o stru-mentalizzare dall'altra ade-rendo a questa o a quellainiziativa. Siamo dalla partedei lavoratori e rimarremoprotagonisti e promotori diuna politica del settore chepunti a più lavoro, buona oc-cupazione, con più diritti epiù tutele a partire dalla sa-lute e sicurezza. n

del 2019 che per il riconoscimentodegli incrementi di produttività e diflessibilità derivanti dalle innovazioninormative sviluppate nell’accordo.In aggiunta, due ulteriori aumenti suiminimi a seguito di verifichesull’inflazione Ipca generale nondepurata da eseguire a gennaio 2021e gennaio 2020.Si conferma quindi l’impiantodefinito nel precedente Ccnl, cheviene “integralmente confermato”.Abbiamo aumentato il contributo acarico delle aziende sulla previdenzacomplementare di 0,20 % edintrodotto un contributo una tantumdi 100 € come elemento dipromozione del Fondo Arco.Abbiamo confermatol’interpretazione autentica in materiadi flessibilità del 2018, rigettando larichiesta delle aziende di gestireunilateralmente gli orari di lavoro. Sisono ottenuti positivi risultati suidiritti dei lavoratori come, peresempio, l’integrazione da partedelle aziende del congedo dipaternità e maternità fino al 60%,nonché la contribuzione piena alfondo di previdenza complementareArco per i primi 3 mesi.È stato riconosciuto un aumentodella maggiorazione per i lavoratoriturnisti che non possono usufruiredella pausa aggiuntiva di mezz’ora aquella per legge (10 minuti),rispondendo ad una richiesta che inmolte fabbriche era stata avanzata.Abbiamo inoltre migliorato l’articolocontrattuale su Salute e Sicurezza,prevedendo un maggiorcoinvolgimento del RLS nellagestione della sicurezza per ilavoratori delle aziende in appalto.Per incentivare la contrattazione disecondo livello, abbiamo aumentatol’Elemento di Garanzia Retributiva a25 € al mese per le aziende senzacontratto. Con questi risultati nonpossiamo che essere soddisfatti.ora la parola passa ai lavoratori chedovranno votare ed approvarel’ipotesi di accordo entro il 10dicembre.Siamo convinti che i lavoratoriapprezzeranno questo rinnovo,approvando a larga maggioranzaquesta ipotesi, consapevoli che iprincipi difesi e gli avanzamentiottenuti nel contrattodel legno arredo contribuiscano adarchiviare le finte “rivoluzioni” rivolteal passato di Bonomi, per favorire lariconquista di un positivo modello direlazioni industriali nel paese dovefinalmente venga riconosciuto allavoro il giusto valore. n

LAPIDEI

UNA RICCHEZZA POTENZIALEndi GIULIA BARTOLI | SEGRETARIA GEN. FILLEA CGIL ToSCANA

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NUMERO CINQUE | 202010 SiNDACATOnuovo#

La sfida della sosteni-bilità informa final-mente anche il settore

dell’edilizia, imponendo un ra-dicale cambio di paradigmanel modo di concepire il pro-getto di architettura e di svi-luppo della città, per troppotempo rimasto inerte al cam-biamento ma al contempo vo-race di nuovi suoli. Complici iproblemi indotti dal cambia-mento climatico, l’innova-

zione degli strumenti di tra-sformazione del patrimoniocostruito non poteva più es-sere rimandata per porrefreno anche al consumo disuolo. Le regole e i requisitiambientali, sociali ed econo-mici da rispettare per raggiun-gere gli obiettivi di sostenibi-lità fissati a livello Comunitariosono definiti dai CAM, CriteriAmbientali Minimi.L’applicazione dei CAM vieneresa obbligatoria prima conl’art. 18 della L. 221/2015, e suc-cessivamente con il D.lgs.50/2016 “Codice degli appalti”,modificato dal D.lgs 56/2017.L’obiettivo del legislatore èquello di ridurre considerevol-mente gli impatti ambientali diuno dei settori più impattantisull’ambiente e di affidare allaPubblica Amministrazione, inprimo luogo, il compito di pro-muovere la sostenibilità deiprocessi e dei consumi.Alla base di questo cambio diparadigma vi è l’adozione diun modello di economia circo-lare, che applicato al settore sitraduce nella considerazioneprogettuale dell’intero ciclo divita (LCA, Life cycle asses-sment) di un’architettura. Ilnuovo Codice degli Appalti del2016 infatti lega la valutazionedelle offerte al LCA, ovvero an-

che all’analisi delle fasi di co-struzione, manutenzione, di-smissione e smaltimento, for-nendo criteri oggettivi e bendefiniti per misurare le perfor-mance ambientali, energeti-che, economiche e sociali nelmedio e lungo periodo. Il pro-getto finalmente rivendica lasua natura intrinsecamenteprocessuale e sistemica, unanatura che la specializzazionetecnica funzionale e la logica

del profitto hanno indotto atrascurare fino ad appiattirlacompletamente. Le stazioni appaltanti sono te-nute ad adottare i Criteri Am-bientali Minimi in fase di defi-nizione della procedura digara, attraverso la selezione dicandidati che possano ese-guire l’appalto riducendo alminimo l’impatto ambientale.Ciò comporta la definizionedelle specifiche tecniche rela-tive a lavori, servizi e forniture,dei criteri premianti, ovverodei requisiti utili a selezionareprodotti e servizi con le presta-zioni ambientali migliori, aiquali viene attribuito un pun-teggio tecnico, necessario perla valutazione nell’ambito del-l’offerta economicamente piùvantaggiosa. La convenienzaviene individuata attraverso ilmiglior rapporto qualità/prezzo

riferito al costo dell’intero ciclodi vita dell’edificio, conside-rando dunque i costi relativiall’acquisizione delle risorsenecessarie, la realizzazione el’utilizzo del bene, i costi con-nessi alla manutenzione e allachiusura del ciclo di vita.Rispondere positivamente aiCAM significa senza dubbioprevedere l’utilizzo di fontienergetiche e materie rinno-vabili ma ancor prima mettere

a sistema i saperi e i contributidisciplinari. Il progettista devegarantire una progettazionesostenibile a 360°, realizzandoun organismo adattivo e il piùpossibile autosufficiente, chesappia innanzitutto sfruttareal massimo quello che la na-tura ci offre, come l’illumina-zione e la ventilazione natu-rale, le acque meteoriche, ilconcorso della vegetazione, letecnologie tradizionali biocli-matiche, i materiali ecocom-patibili, etc... Per ogni progetto,infine, è previsto un piano dimanutenzione, che prevede laverifica delle prestazioni neltempo, e quello di fine vita,prefigurando il disassemblag-gio e la demolizione dell’opera,e definendo il riutilizzo o il ri-ciclo di materiali e componentidove possibile. In quest’ottica,un tale approccio sistemico

parla di un più complessivoapproccio paesaggistico, cheinforma finalmente la proget-tazione sin dal suo principio edismette l’atteggiamento sba-gliatissimo di concepire l’inte-grazione paesaggistica comemitigazione ex-post.Le alte prestazioni energeti-che, unite a un fabbisognomolto basso coperto da ener-gia proveniente da fonti rinno-vabili delle nuove costruzioni,ci porta agli nzEB, ovvero gli“Edifici a Energia quasi zero”.L’Italia recepisce le direttive eu-ropee con la legge 90/2013,nella quale è fissato il limite peradeguarsi a tali standard, entroil 2018 per gli edifici pubblici eentro il 2021 per quelli privati.Il DM 26 giugno 2015 stabilisceche un edificio nzEB per otte-nere la maggior efficienzaenergetica possibile, rispetti lanorma nonché la metodologiadi calcolo delle prestazionienergetiche, nella prospettivadi una totale decarbonizza-zione degli edifici entro il 2050.Per raggiungere gli obiettivi diefficientamento energetico edi sostenibilità prefissati, sirende quindi necessaria unatrasformazione profonda delpatrimonio edilizio e del mododi costruire, che deve diven-tare una sfida comune nonsolo per i progettisti ma pertutti gli attori del processo: im-prese, amministrazioni, acca-demia, enti e artigiani. Forte diquesta consapevolezza agisceil think tank TES, contribuendoa mettere a sistema personee conoscenze per informarel’azione politica. Le tecnologie esistono, laspinta fiscale e normativa èsempre più incisiva, le tecni-che di progettazione sosteni-bili migliorano costantemente,i materiali da costruzionestanno subendo una delle evo-luzioni più radicali di sempre.La riqualificazione dello stra-ordinario patrimonio immobi-liare italiano può rappresen-tare un’enorme spinta intermini economici, ambientali,di miglioramento della qualitàdella vita, riduzione dei feno-meni di povertà energetica.Tutti questi elementi ci diconoche la via è tracciata, non restache seguirla in modo convintoe deciso. n

ambiente&territorio

SOSTENIBILITÀ

Verso un’architetturaa ENERGIA QUASI ZEROCAM-bia la normativa nel settore delle costruzioni

n di MICHELA PAGLIA | ARCHITETTo

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NUMERO CINQUE | 2020 11SiNDACATOnuovo#

Necessità di adattamen-to ai cambiamenti cli-matici, dissesto idrogeo-

logico ed elevata pericolositàidraulica, sismica, vulcanica e dafrana, diffuso degrado fisico, so-ciale e ambientale, inquinamentodell’aria, dell’acqua e del suolo,perdita di biodiversità, frammen-tazione degli habitat, paesaggiosfigurato, consumo eccessivo dirisorse, stravolgimento dei ciclinaturali: il territorio italiano ha bi-sogno di urgenti misure per af-frontare queste e molte altre sfideche presuppongono un urgentecambio di paradigma.La pandemia degli ultimi mesi haulteriormente rafforzato l’impor-tanza della qualità dell’ambientein cui viviamo, dei nostri edifici edello spazio urbano, rendendoevidenti la criticità e la fragilità diinsediamenti non in grado diadattarsi e di recuperare gli erroridel passato. La situazione attualeè sicuramente l’esito di un gover-no e di una gestione del territorioche hanno avuto scarsa conside-razione per l’irreversibilità di un eccessivoimpatto dell’uomo sull’ambiente e per iprocessi ecologici alla base dell’equilibriodel pianeta e del nostro benessere. Ancheperché, come riportato di recente da unrapporto del Programma delle NazioniUnite per l’Ambiente (UNEP), tra le causedell’attuale pandemia c’è “l’utilizzo inso-stenibile delle risorse naturali acceleratodall’urbanizzazione, dai cambiamenti diuso del suolo e dalle attività estrattive”. Lecittà sono al centro anche dell’Agendaglobale per lo sviluppo sostenibile, doveuno dei diciassette obiettivi è dedicato in-teramente alle città e agli insediamenti,con l’intento di renderli inclusivi, sicuri, du-raturi e sostenibili.A livello europeo, il Green Deal prevedeuna serie di azioni volte ad accelerare l’ef-ficienza nell’uso delle risorse versoun’economia pulita e circolare, ripristi-nando la biodiversità e riducendo l’inqui-namento, così come la nuova Strategiadell’UE sulla biodiversità appena adottatae la previsione di una nuova strategia te-matica per il suolo entro il 2021 fornisco-no delle indicazioni chiare sulle prioritàda seguire anche per la gestione dell’am-biente costruito. Il nuovo strumento Next Generation EUprevede 750 miliardi finalizzati a supera-re l’attuale crisi delle economie nazionali,di cui circa 200 saranno assegnati all’Ita-lia a seguito dell’approvazione di un PianoNazionale per la Ripresa e la Resilienza.Vale qui la pena ricordare che, con resi-lienza, in ecologia, si intende la capacità diun sistema ecologico di tornare allo stato

iniziale precedente alla perturbazione(generalmente antropica). Inoltre, comeha indicato la Presidente della Commis-sione europea Ursula von der Leyen, la ri-presa dovrà essere basata sui “due pilastridel Green Deal e della digitalizzazione,che stimoleranno l’occupazione e la cre-scita, la resilienza delle nostre società e lasalubrità dell’ambiente che ci circonda”.Così, tra i “fondamenti politici della ripre-sa” riportati dalla Commissione con laproposta del Next Generation EU, vienecitata (al primo posto) la necessità di av-viare “un’imponente ondata di ristruttu-razioni del parco immobiliare e delle in-frastrutture e più economia circolare, conconseguente creazione di occupazione alivello locale”, ponendo l’attenzione esclu-sivamente sull’esistente. Questa nuova situazione ci impone, quin-di, di trovare modelli alternativi per usciredalla crisi attuale ed evitare di continuare,come nel passato, a basare il sistema eco-nomico e produttivo sullo sfruttamentodelle risorse naturali, soprattutto se nonrinnovabili e limitate, come il suolo. L’au-spicata ripresa, invece, dovrebbe partiredalla necessità di rigenerare l’ambiente eil territorio dove abitiamo, dalle grandi cit-tà ai piccoli borghi, riutilizzando e riquali-ficando l’esistente e il patrimonio costrui-to, puntando sull’elevata qualità ecologicae paesaggistica, sulla tutela della biodiver-sità, sulla conservazione e sul ripristinodegli spazi naturali interni ed esterni allecittà, affinché assicurino servizi ecosiste-mici indispensabili anche al benessere so-ciale ed economico. Una strategia che, allo

stesso tempo, permette di stimo-lare e rilanciare l’edilizia di qualità,più orientata alla manutenzione,al recupero, alla rigenerazione eal miglioramento del nostro am-biente di vita.Non si può, in altri termini, pensa-re di fondare la ripresa su nuovecostruzioni e altro consumo disuolo, stimolando ulteriormenteun pericoloso processo, guidatoprevalentemente dalla rendita ur-bana, di progressiva densificazio-ne e saturazione dei preziosi spaziagricoli e naturali residui all’inter-no delle aree urbane (spesso chia-mati “vuoti urbani” per negarnel’importanza ecologica e sociale),che sono essenziali per la qualitàdella vita dei cittadini, dell’am-biente e del paesaggio, oltre a es-sere fondamentali per il correttodeflusso delle acque meteoriche,per la mitigazione del rischio idro-geologico, per l’adattamento aicambiamenti climatici, per il man-tenimento della biodiversità.La misura del cosiddetto “Super-bonus 110%” va sicuramente in

una giusta direzione, ma è ancora pienodi ostacoli il percorso che dovrebbe por-tare a una nuova legge nazionale cheblocchi il consumo di suolo e che incentivila rigenerazione urbana, in modo da faci-litare il recupero degli edifici esistenti escoraggiare la realizzazione di nuove co-struzioni. Gli incentivi fiscali non possono,da soli, sostituirsi a una buona pianifica-zione del territorio che dovrebbe interve-nire sui tessuti urbanizzati esistenti, suipiccoli e sui grandi centri, sanandone lenumerose e profonde ferite, dovute a tra-sformazioni (abusive o legittime) chehanno segnato radicalmente il territorio.Le amministrazioni locali dovrebbero es-sere incentivate a favorire le buone prati-che di rigenerazione, partendo, ad esem-pio, dagli spazi pubblici più degradati, an-che per dare un segnale importante ai cit-tadini e agli operatori privati e perstimolare un maggiore orientamento del-le politiche territoriali verso la sostenibili-tà ambientale e la tutela del paesaggio.Cogliamo l’opportunità del nuovo PianoNazionale per la Ripresa e la Resilienzaper seguire la strada ben indicata dallaCommissione europea e rivediamo le“missioni” proposte dal Governo, raffor-zando e riorientando in chiave ecologicaquella finalizzata alla “rigenerazione e ri-qualificazione di contesti urbani, borghied aree interne e montane, piccole isole”ed evitando di indicare nello “sviluppodella rete stradale e autostradale, ponti,viadotti e portualità” ancora la chiave peruna ripresa e una resilienza lontana daquella necessaria al nostro Paese. n

FUORIdall’insostenibileRipresa, resilienza e rigenerazione

ambientale delle città e del territorio

n di MICHELE MUNAFÒ | ISPRA

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E ra da tempo che avvertiva-mo la necessità di dotare lanostra “cassetta degli attrez-

zi” (collana di libri di approfondimento,informazione e formazione sindacaledella Fillea Cgil Nazionale) di uno stru-mento capace di fornire ai dirigenti e aidelegati sindacali indicazioni utili allapredisposizione di efficaci politiche sin-dacali della legalità. Un manuale opera-tivo di indirizzo, ma allo stesso tempo didivulgazione e formazione per i nostridirigenti e funzionari. L’obiettivo che cieravamo prefissi di raggiungere eraquello di mettere a disposizione un pro-dotto agile, che rendesse accessibili efacilmente comprensibili i termini diuna legislazione, quella relativa alle im-prese sequestrate e confiscate, spessoimpenetrabile e oscura. A tali indicazio-ni si aggiungono inoltre alcune direttivesulla disciplina riguardante gli interven-ti di sostegno alla costituzione di coo-perative di lavoratori.Una pubblicazione che collochiamo al-l’interno di una strategia più ampia dipromozione della cultura della legalitàe, in generale, di prevenzione delle di-verse forme di irregolarità presenti nelrapporto di lavoro (dumping contrat-tuale, lavoro nero e grigio, falsi distac-chi, riduzione della sicurezza sul lavoro,intermediazione illecita e sfruttamentodel lavoro ecc…). Si tratta di questioni damonitorare con particolare attenzioneperché fra le pieghe di queste forzaturedelle regole del lavoro possono celarsifenomeni ben più gravi, spesso connes-si alla presenza della criminalità mafio-sa nella filiera delle costruzioni, nei can-tieri e nei luoghi di lavoro.La filiera delle costruzioni ha da semprerappresentato un settore a grande ap-petibilità per le organizzazioni criminalifavorita dalla circolazione di quantitàenormi di denaro e di interessi di diver-sa natura, dagli appalti e subappalti, datutto l’indotto delle costruzioni.In questi ultimi decenni, gli importantirisultati dell’azione investigativa e il la-voro della magistratura ci hanno per-messo di infliggere importanti sconfittea clan criminali e mafiosi, permettendo

di svelare i molti volti della corruzione edel malaffare, di profitti illeciti legati almondo delle costruzioni (ma non solo!),di rapporti tra malaffare, corruzione e lapolitica.Malgrado gli straordinari risultati otte-nuti dalloStatonel

contrasto alle mafie, la bat-taglia per affermare la legalità non èvinta. Gli affari illeciti delle organizza-zioni criminali non hanno smesso diprosperare, come dimostrano i tanti se-questri e le confische di beni mobili eimmobili compiuti dai Tribunali in ogniparte del paese. Il dato statistico dei se-questri e delle confische nel settore edi-le ci dice che oltre il 94% delle impresedella filiera delle costruzioni cessa lasua attività (dati ANBSC di fine luglio2020). Le cause sono diverse, ma quelloche abbiamo voluto approfondire con ilnostro manuale è il “cosa accade” dopoil sequestro o la confisca di una impresae “cosa possiamo fare” per il futuro deilavoratori e per promuovere una eco-nomia legale anche a difesa delle molteimprese sane del paese. Purtroppo, su questi dati negativi si in-frangono molte delle nostre aspettativema da questa nostra debolezza si devo-no creare le condizioni, la forza, per pro-vare a costruire una via di uscita nella

legalità con l’uso dello strumento dellacooperazione, della nascita di coopera-tive dei lavoratori per la gestione azien-dale di imprese prima sequestrate e poiconfiscate. Questa è l’opzione che noiintendiamo percorrere, prioritariamen-te rispetto alle altre (vendita, affitto),quando le condizioni lo consentono.Diventa essenziale il nostro ruolo, la co-noscenza delle leggi che regolano il se-questro di un’impresa e la confisca defi-nitiva, la conduzione manageriale del-l’impresa, fondamentale per ogni attivi-tà industriale e commerciale mastrategica per l’edilizia che ha visto fino-ra perdere migliaia di posti di lavoro.Il sindacato nel promuovere la sceltadella cooperazione deve mettere incondizione i lavoratori di agire insiemeper decidere, liberamente, la strada dif-ficile ma possibile della costituzionedelle cooperative di produzione e lavo-ro. La costituzione di cooperative di so-ci e lavoratori è un potente messaggioche mandiamo a tutti gli altri lavoratoried alla società: lo Stato sa creare lavorosano e legale, di qualità ed i lavoratoricon l’appoggio e l’azione del Sindacatosanno mettersi in gioco, sanno faresquadra, sanno essere protagonisti e at-tori del loro destino e di un’economiasana e legale.Il manuale è diviso in tre sezioni: la pri-ma di ricostruzione della copiosa legi-slazione in materia, partendo dal codiceantimafia con i riferimenti al codice pe-nale e le leggi connesse, redatto dal-l’Avv. Merlo; la seconda dedicata allenorme sul lavoro, ammortizzatori socia-li e codice penale; la terza parte è dedi-cata alle scelte strategiche delle coope-rative per la funzione sociale a caratteremutuale e senza fini di speculazione pri-vata che fonda le sue radici nella nostracostituzione (art. 45) che la promuove ele leggi che consentono benefici per i la-voratori che scelgono questa esperien-za collettiva. La cooperativa come pro-getto economico e sociale, fondata suiprincipi di auto responsabilità, ugua-glianza, equità in cui la proprietà è con-trollata democraticamente ed in formadiretta dai soci. La cooperativa comeprogetto di impresa di qualità che portabenefici economici e sociali alla comu-nità e soprattutto legalità. Principi e va-lori che non tramontano mai, hanno ra-dici profonde, sono la storia del movi-mento dei lavoratori e della sana coope-razione, del movimento cooperativo ese opportunamente alimentati, diven-tano il carburante per il motore dellacultura della legalità.Molto c’è da fare, tanta è la cultura dasviluppare. Ma è una via da provare aseguire con tutta la nostra intelligenzae determinazione. n

NUMERO CINQUE | 202012 SiNDACATOnuovo#

legalità

CASSETTA DEGLI ATTREZZI

Parola d’ordine LEGALITÀImprese sequestrate e confiscate,il manuale aggiornato della Filleandi GRAZIANO GORLA | SEGRETARIo NAzIoNALE FILLEA E ANDREA MERLO, AVVoCATo

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NUMERO CINQUE | 2020 13SiNDACATOnuovo#

Il sequestro dei beniillegalmente detenuti,che ha raggiunto negli

ultimi anni una dimensioneeconomica e finanziariasempre più rilevante eincisiva, è un forte ed efficacestrumento di contrasto allacriminalità organizzata, ma,nello stesso tempo, è il primopasso di un percorsodelineato dal codice antimafiacon le norme relative allagestione e alla destinazionedei beni, che ha la finalità di“risanare” e restituire il benealla collettività.Per realizzare questoobiettivo, molto complessoda perseguire, è importanteche, fin dalla fasedell’amministrazionegiudiziaria, si creino lemigliori condizioni perarrivare con la confiscadefinitiva alla destinazionedei beni e che tutti gli attoricoinvolti nelle varie fasi della“filiera” operino in modointegrato. I protocolli d’intesasottoscritti tra i Tribunali diRoma e di Milano, l’AgenziaNazionale per la destinazionedei Beni Sequestrati eConfiscati (ANBSC) allacriminalità organizzata, leorganizzazioniimprenditoriali, sindacali eCFI si prefiggono proprioquesto scopo.Rafforzare la collaborazionetra istituzioni e forzeeconomiche e sociali èessenziale, ma questa politicava sostenuta con strumenti diintervento e risorse in gradodi rispondere a due esigenzeprioritarie, l’accesso al creditoe l’inserimento di competenzemanageriali/imprenditoriali.Per rispondere a questeesigenze, con Decreto delMinistro dello Sviluppoeconomico del 4 novembre2016 è stato creato un fondoagevolato gestito da Invitalia

destinato alle aziendesequestrate e confiscate, conla finalità di sostenere ilfabbisogno finanziariocircolante; gli interventi per latutela dei livelli occupazionali,l’emersione del lavoroirregolare, la tutela dellasalute e della sicurezza sullavoro; gli investimentiproduttivi e i processi diristrutturazione eriorganizzazione aziendale. I beneficiari della misura sonole amministrazioni giudiziarie,le imprese che hannoacquistato o affittato aziendeconfiscate o loro rami, lecooperative di ex lavoratoridell’impresa confiscata e lecooperative socialiassegnatarie di beni immobili.Per la prima volta una misuraagevolativa che interviene findalla fase del sequestro,mettendo a disposizionerisorse per sanare leirregolarità e avviare ilprocesso di risanamentodell’azienda e il suoreinserimento nel mercato. Un ruolo rilevante, nelrecupero e nellavalorizzazione dei beni, vieneassegnato dall’art. 48 dellalegge 159/2011 allecooperative promosse da exlavoratori di aziendeconfiscate e alle cooperativesociali, che possonoaccedere, oltre che allemisure agevolative previstedal DM 4.11.2016, anche aifondi preesistenti della leggeMarcora (L. 49/1985) e dellaNuova Marcora (DecretoMiSE 4.12.2014), gestiti da CFICooperazione finanzaImpresa. CFI, investitore istituzionalepartecipato e vigilato dalMinistero dello sviluppoeconomico, nato persostenere i lavoratori diaziende in crisi che decidonodi acquisirle e rilanciarle

(workers buyout), da alcunianni ha inserito tra i suoiobiettivi prioritari il sostegnoalle cooperative impegnatenel recupero di aziende e beniconfiscati, mettendo a lorodisposizione competenze erisorse finanziarie. Non silimita, infatti, a finanziare ilprogetto, ma per 10 annientra nel capitale dellacooperativa, è al fianco deilavoratori e li accompagnaper tutta la fase disviluppo/consolidamentodella nuova impresa,favorendo il trasferimento diknow how/best practices eintervenendo, se necessario,con programmi formativi permigliorare le competenzegestionali.In coerenza con questoobiettivo CFI ha siglato dueimportanti accordi. Il primo, con l’ANBSC, perdefinire interventi ed azionifinalizzate a salvaguardare ilvalore patrimoniale dei beniaziendali confiscati ed i livellioccupazionali e favorire ilpassaggio alla gestioneimprenditoriale.Il secondo, con Invitalia, perpromuovere e divulgare lemisure agevolative disostegno alle aziendeconfiscate, coordinando idiversi strumenti finanziari, inparticolare il DM 4.11.2016 e lemisure gestite da CFI ai sensidella Legge Marcora 49/1985e del DM 4.12.2014,accompagnare e assistere ipotenziali beneficiari nellaprogettazione e realizzazionedei programmi di sviluppo.oggi le risorse pubblichemesse a disposizioneattraverso le misure varatedal Governo sono rilevanti,ma questo non è sufficiente. Per il successo dei processi diristrutturazioneimprenditoriale e di recuperodei beni confiscati sono

determinanti due fattori. I tempi in cui questi sirealizzano, che possonoessere ridotti utilizzando, adesempio, strumenti previstidal codice antimafia, come ilrecente bando dell’ANBSCper l’assegnazione diretta dibeni confiscati alle imprese ealle cooperative sociali. La capacità di mobilitare alfianco delle istituzioni, leorganizzazioni sindacali,cooperative e imprenditoriali,le associazioni professionalidegli amministratorigiudiziari, le Camere diCommercio, per creare nelterritorio, a partire delle areepiù interessate dal fenomenodella criminalità organizzata,una rete in grado di informare,assistere e orientare leimprese e di affiancarle nellapredisposizione dei piani dirilancio. L’iniziativa della Fillea Cgil direalizzare un manuale per farconoscere il quadronormativo e fornireindicazioni operative per latutela e il recupero delleimprese sottratte alle mafierappresenta, in questocontesto, un apprezzabilecontributo che rilancial’attenzione su un settore,quello della filiera dellecostruzioni, in cui non solo leattività di prevenzione econtrasto all’infiltrazione dellacriminalità organizzata, ma lasalvaguardia dell’occupazionee il rilancio delle aziendesequestrate e confiscateassumono particolarerilevanza. Recuperare leimprese, restituirle allacomunità e all’economialegale non ha solo unavalenza economica e di tuteladel lavoro, ma rappresentanello stesso tempo un segnaleforte e un messaggio difiducia per il territorio e per ilsuo sviluppo. n

AZIONI E STRUMENTI

Come rilanciare le aziende CONFISCATE ALLE MAFIEn di CAMILLO DE BERARDINIS | AMM. DELEGATo DI CFI CooPERAzIoNE FINANzA IMPRESA S.C.P.A

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NUMERO CINQUE | 202014 SiNDACATOnuovo#

formazione

La formazione in ge-nerale è fondamen-tale ed in particolare

nel nostro lavoro quotidianocaratterizzato dalla contratta-zione sia essa acquisitiva o di-fensiva.Formare compagne e com-pagni rappresenta uno deipassaggi qualificanti cheun’organizzazione sindacaledeve attivare per essere ingrado di rispondere ai conti-nui cambiamenti in atto nelmondo del lavoro e nellasocietà.Competenze e conoscenze

avanzate devono essere pro-mosse con gli strumenti ingrado di colmare eventualilacune.In questi anni il nostro lavoroci ha visto rinnovare i contrattinazionali, mentre la contratta-zione aziendale o territorialenon ha avuto quello sviluppoche ci eravamo prefissi. Sulversante legislativo molte leg-gi sono cambiate. Sono cam-biati tanti compagni e compa-gne nei territori. Funzionaricon poca esperienza o prove-nienti da altre categorie che,all’impatto con il settore del-

l’edilizia, sono messi a duraprova poiché è un modo total-mente diverso di fare sindaca-to da quanto già hanno cono-sciuto nelle fabbriche, i cosid-detti impianti fissi.L’edilizia è un settore comples-so, ricco di diversità, caratte-rizzato da cantieri di piccole epiccolissime dimensioni checostringono i compagni/e a gi-rare dalla mattina alla sera perpoter incontrare i lavoratori.Diverso è l’approccio con i la-voratori degli impianti fissi,ma sempre impegnativo, checomprendono i settori dei la-

terizi, manufatti, dei lapidei,del cemento e del legno-arre-do, settore quest’ultimo chevede l’Italia essere leader a li-vello mondiale nel design e in-novazione. Non dimentichia-moci che il settore dell’arredoè una delle quattro “A” cheidentificano il Made in Italy nelmondo.Pertanto negli ultimi quattroanni la Fillea nazionale ha in-vestito nella formazione deidelegati e dirigenti, ha finan-ziato e attuato corsi formatividi base ed avanzati “residen-ziali”. Moduli che si sono af-

scuola di formazione

Fillea

PROGETTO FILLEA CGIL PER LA FORMAZIONE DI: FUNZIONARI SEGRETARI TERRITORIALIRSU

PROGETTO FILLEA

STUDIATE, STUDIATE, STUDIATEUn primo bilancio sulle attività della Scuola Sindacale Residenziale n di ROLANDO FELTRIN | DIPARTIMENTo FoRMAzIoNE FILLEA

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NUMERO CINQUE | 2020 15SiNDACATOnuovo#

Direttore responsabileGabriele Polo

EditoreEdit. Coop.società cooperativa di giornalisti,Via delle Quattro Fontane,109 - 00184 RomaIscritta al reg. naz. Stampa n.76/2015

Inserto d’informazione della Fillea CgilVia G. B. Morgagni, 27 - 00161 Roma e-mail: [email protected] - www.filleacgil.it

Redazione Barbara Cannata,Graziano Gorla, Marco Benati

Comitato scientifico

Matteo Goldstein Bolocan, Silvia Borelli,Antonio Di Muro, Michele Fina, Alessio Gramolati, Andrea Merlo, StefaniaPellegrini, Cristian Perniciano, FabioPerocco, Serena Rugiero, Diego Sarno, Antonio Valori, Edoardo zanchini

Chiuso in tipografia il 24 novembre 2020

SiNDACATOnuovo#Proprietà della testataEdiesse srl

Ufficio abbonamenti [email protected] 06/44888201

Grafica e impaginazioneIlaria Longo

Stampa SpadamediaViale del Lavoro, 3100043 Ciampino (Roma)

fiancati alla formazione regio-nale/territoriale. I corsi di baseper i delegati sono impegnati-vi e hanno una durata di tregiorni mentre quelli per fun-zionari/segretari durano unasettimana, affinché i compa-gni e le compagne con pocaesperienza in categoria, a pre-scindere dall’età, possano ave-re “la cassetta degli attrezzi”con l’indispensabile cono-scenza per operare al meglio. ovvero che possano com-prendere che la contrattazio-ne è fatta di tante cose: dallaconoscenza della gerarchiadelle fonti, dal Ccnl (come si in-terpreta), dal senso delle paro-le, dalle leggi che accompa-gnano i contratti, dall’organiz-zazione del lavoro, dal welfareintegrativo, fino ad arrivare almodo di porsi e condurre unatrattativa (la negoziazione). Corsi impegnativi che inizianoalle 9.00 e terminano alle ore19.00/19.30. Per una buona riuscita dei cor-si si è contingentato il numerodei partecipanti ad ogni mo-dulo formativo nel numeromassimo di 20-22 persone. Abbiamo chiesto a tutti i parte-cipanti ai corsi il rispetto rigoro-so dei tempi delle lezioni e dellavoro di gruppo. Vietatissimol’uso del cellulare. Anche la lo-

cation influisce per la buonariuscita delle lezioni. La struttu-ra che ci ospita a Nocera Um-bra è stata scelta perché im-mersa nel verde, in una zonatranquilla che si presta allo stu-dio, alla riflessione e all’atten-zione dei partecipanti. Dopoquattro anni, nonostante il2020 sia stato caratterizzatodal Covid-19, possiamo dareuna valutazione positiva sul la-voro svolto. Lo si evince anchedalle valutazioni espresse, informa anonima, dai parteci-panti. Non sono mancati i sug-gerimenti quali l’aumento deltempo dedicato al lavoro digruppo, pratica che “aiuta a fis-sare gli argomenti”, e l’appro-fondimento di altre tematiche.I corsi di Alta Formazione Poli-tica ne sono un esempio. Ab-biamo promosso un appunta-mento di studio e riflessionesui temi del “Populismo e

dell’uomo forte”, rivolto ai Se-gretari generali regionali/ter-ritoriali, consapevoli del fattoche ci vogliono momenti diapprofondimento politico ri-spetto ai cambiamenti dellanostra società, con gli stru-menti formativi necessari. Icorsi sono stati progettati incollaborazione con l’associa-zione Primo Levi. oggi che la scuola “compie isuoi primi quattro anni” è do-veroso riconoscere che l’intui-zione della Fillea Nazionale èstata giusta e che essenziale èstata la passione e competen-za delle compagne e compa-gni che vi hanno creduto e cheè doveroso ringraziare (Mari-nella Meschieri, ex segretariadella Fillea Nazionale che conme ha collaborato all’avviodella scuola, e il compagnoEzio Giorgi, sempre presenteper la formazione delle com-

pagne/i che si occupano del-l’edilizia) insieme a tutti i do-centi, interni ed esterni alla ca-tegoria. La formazione, linfavitale per un sindacalista e perun delegato, continuerà an-che nei prossimi anni con del-le novità naturalmente inte-ressanti. Nuovi moduli, nuovematerie da studiare, oltre adapprofondimenti di materiegià trattate. La Fillea Naziona-le continuerà a mettere a di-sposizione tutti gli strumentipossibili per continuare a sti-molare la voglia di sapere, diapprendere, presente nei no-stri quadri sindacali a tutti i li-velli, per preparare una nuovagenerazione di sindacalistiche sappia avere padronanzacon i temi della contrattazio-ne, dell’innovazione nell’orga-nizzazione del lavoro, dellatrasformazione tecnologicaindustriale. Infine, come perogni rapporto si deve fare, horicostruito il numero dei par-tecipanti ai nostri moduli for-mativi, ricordandoci che il2020 è stato un terribile annoa causa del Covid-19 che haimpedito un corretto svolgi-mento del programma previ-sto. I numeri riportati nel grafi-co parlano da soli e devono es-sere di stimolo per fare ancorameglio, ancora di più. n

Funzionari e rappresentanti sindacali unitari formati negli anni 2017-2020

EDILIZIA IMPIANTI FISSI

FUNZIONARI RSU FUNZIONARI RSU

Uomini Donne Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne Totale Uomini Donne Totale

2017 39 10 49 16 9 25

2018 19 4 23 13 2 15 41 2 43

2019 34 6 40 11 11 18 4 22 24 24

2020 13 8 21 9 4 13

Totale 105 28 133 11 11 56 19 75 65 2 67

Alta formazione politica FUNZIONARI/SEGRETARI REGIONALI Uomini Donne Totale

2019 14 2 16

2020 13 3 16

Totale 27 5 32

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