PREMIATA PASTICCERIA BELLAVISTACommedia in due atti di Vincenzo Salemme

Personaggi

Ermanno Bellavista titolare della pasticceriaRosa lavoranteSasà lavoranteGiuditta Bellavista sorella di ErmannoAldo fidanzato di GiudittaCarmine barboneMemoria barbone smemoratoGelsomina barbonaRomina fidanzata di ErmannoVoce della mamma

(ATTO I – SCENA I)

ATTO PRIMO

L’interno di una pasticceria napoletana. E’ soprattutto una fabbrica di dolci. Quindi c’è, si, il bancone delle paste, ma la vendita al dettaglio è limitata a qualche conoscente o a qualche goloso incapace di resistere al richiamo dello zucchero. Proprietario della Pasticceria Bellavista è il signor Ermanno Bellavista che conduce l’azienda con grande parsimonia e con l’aiuto della sorella Giuditta. Al piano superiore (vi si accede attraverso una scala a chiocciola) c’è la loro abitazione dove riposa, perennemente a letto, la loro madre, la cui voce, amplificata da un megafono, ogni tanto interviene a rompere l’atmosfera di silenzio che spesso si crea nel magazzino, silenzio che angoscia donna Assunta abituata in passato ad essere sempre al centro dell’attenzione, in quella pasticceria che serviva e tuttora, ma in misura minore, serve gran parte delle pasticcerie di Napoli. I due figli di Assunta non hanno la stessa grinta della madre anzi, se potessero, la brucerebbero quella pasticceria che sono malati di diabete, loro, e non possono nemmeno sentire l’odore dello zucchero, il diabete ha infatti rovinato la vista di Ermanno costretto addirittura ad un trapianto di cornea per ovviare in qualche modo a questo difetto. Ha da poco superato i postumi dell’operazione agli occhi. La commedia ha inizio di mattina presto, una mattina senza sole, di un giorno feriale nel mese di gennaio. Si apre il sipario, Ermanno sta sulla soglia del negozio aspettando l’arrivo dei lavoranti (è il classico omino grigio. Puntiglioso e triste. Sempre sospettoso nei riguardi del mondo). La scena rivela anche l’esterno della pasticceria: sulla sinistra una scalinata e sulla destra un vicolo.

SCENA IRosa, Ermanno e Sasà

Rosa (Arriva frettolosamente dal vicolo a destra. Ha uno spiccato accento ciociaro) Buongiorno signor Ermà. Scusate il ritardo ma ci stavano i lavori in corso.

Ermanno Da che parte i lavori in corso? (Rosa entra nel laboratorio in fretta senza rispondere) Manco ‘o tiempo e parlà. Non te fa dicere na parola. Fa tardi, ogni mattina è sempe ‘a stessa scusa! Chist’ato mò s’appresenta.

Sasà (Anche lui arriva frettolosamente dal vicolo a destra) Buongiorno signor Ermanno.

Ermanno Un momento, sto parlando io, devo finire prima il discorso! Avanti che devi dire?

Sasà E che stamme a teatro che dovete finire prima il discorso?

Ermanno Hai fatto la battuta? Stai in ritardo e fai pure le battute! Va a fa ‘o spiritoso a parte ‘e rinto, (Lo spinge all’interno della pasticceria) Gesù,

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(ATTO I – SCENA I)

Gesù, abbiamo l’attore pasticciere. Accendi subito le insegne e le luci ca stammo ‘o scuro. Rosa, porta i profitteroles, le vetrine languono. (Entra Rosa con due vassoi colmi di profitteroles sculettando in modo vistoso) A me dispiace quando ti sgrido però io non posso fare differenze, devo dare l’esempio ai dipendenti se no Sasà sai come dice? Come mai a Rosa ‘a tratta … (Rosa rientra in laboratorio) Non sò capace ‘e firnì nu discorso stammatina! Sasà, i cornetti! (Va dietro al bancone. Sasà entra con un vassoio di cornetti) Abbottonati ‘a giacca, si vede la camicia!

Sasà E’ nuova!

Ermanno Fa schifo! Ieri è fatto ‘a ciucculata con i grumi? S’addà sgrumà ‘a cioccolata! Muoviti! Scattare! (Sasà rientra in laboratorio mentre entra Rosa con un altro vassoio di dolci) Brava Rosa, subito recupera, perciò me piace. Vide ‘a scansia ‘e sotto, è sempre sguarnita. Senza fretta, nessuno ti dà ansia. (Appoggia incautamente la mano sulla lampada) Ahh, me so scottato, pe controllà mi sono ustionato ‘o polpastrello.

Rosa La consegna (fa per uscire).

Ermanno Brava Rosa. Aspetta nu mumento, la consegna si deve controllare insieme. Perche ti nascondi? Tiene ‘o vestito sporco?

Rosa No.

Ermanno Stai in disordine?

Rosa No.

Ermanno Guarda come stai bella in ordine. Vieni, vieni a controllare la consegna, ‘mparate ‘o mestiere. (Legge la nota di consegna gettando ogni tanto uno sguardo nella scollatura di Rosa) Sgambati … questa è la consegna di Sgambati? Dunque Sgambati deve avere numero settantadue babà. E basta? Solo babà, Sgambati? Ma po’ si sicuro settantadue? Che adda fa cu sti duie babà in più? Poteva fare ottanta, novanta, cifra tonda, nossignore! Buffet comunione … ah, che peccato, Persi. Come mai?

Rosa Che?

Ermanno Che che?

Rosa Persichetti.

Ermanno Persichetti, ah è il cognome? Sei andata a capo senza mettere ‘o trattino, vabbuò, che fa? Sbagliando s’impara. Sette bignè, sette babà, sette sciù, sette cassate, sette cornetti, sette cannoli, sette sfogliatelle, sette zuppette,

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(ATTO I – SCENA I-II)

ma che d’è, chiste ‘e tene proprio cuntate?

Rosa Saranno sette persone!

Ermanno E che significa? Se viene una persona in più, che se mangia, ‘e carte? No, non mi sono arrabbiato, è che questo ha fatto un’ordinazione ‘e quatto sorde! Fa na cosa, fai quindici di ogni pasta e dici che ti sei sbagliata.

Rosa Ma quelli poi se la prendono con me.

Ermanno E che se la devono prendere con me che sono il padrone? Il cliente deve capire che non possiamo perdere tempo appresso a una quarantina ‘e paste, la manodopera costa! (Rosa indispettita si avvia lentamente verso l’uscita) Vieni qua Rosa. Ti sei mortificata? Putimmo sempe fa cheste? Vuò fa pace? me vuò da nu bacetto? E mica ti posso dare nu bacetto ogni volta che ti strillo. E che facimmo, tutti bacetti in questa pasticceria!

SCENA IIGiuditta ed Ermanno

Giuditta (Entra cantando, si ferma sulle scale) Tu sì na sfogliatella di capriccio …

Ermanno (A Rosa) Muoviti, me pari na mummia, me pari. Le sette di mattina e stiamo ancora senza crema, ma dove si è visto mai? (Rosa se ne va in laboratorio) Giudì, stavo dando un’occhiatina all’inventario, allora riflettevo: ma come mai nelle feste di Natale le frolle sono andate così male?

Giuditta (Scendendo dalle scale) Perchè a Natale vanno meglio le cassatine. Sasà! (Va nel laboratorio).

Ermanno Ma che razza di risposta è questa? (Davanti alla porta del laboratorio alzando la voce) La cassatine non esclude la frolla, sono due dolci completamente diversi. Imparati! Possibile che dopo tanti anni ancora non conosci le differenze tra una pasta e l’altra?

Rosa (Entra dalla porta del laboratorio con un pacchettino in mano e travolge Ermanno) Oh scusate signor Ermà, mamma mia!

Ermanno M’e pigliato proprio in pieno, comunque non l’hai fatto apposta, no?

Rosa E no. (Fa per uscire)

Ermanno Aspetta, dove vai?

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(ATTO I – SCENA II-III)

Rosa Ma come, dite sempre che è tardi.

Ermanno Quando c’è mia sorella. Che devi fare con questo pacchetto? Dove vai?

Rosa Vado a fa la consegna al Bar Cristallo.

Ermanno ‘O Bar Cristallo un pacco così piccolo?

Rosa E so mignòn.

Ermanno Troppo mignòn, esageratamente mignon. Vai a fare la consegna, vai. (Rosa esce dal negozio. Ermanno la segue) E tieni alto ‘o pacchetto, fai vedere bene il nome della ditta. Alza ‘o pacchetto che tieni nu bello pacchetto … e che pacchetto. (Rosa esce andando a destra del palco).

SCENA IIIRomina e Ermanno

Romina (Entra in scena dalla sinistra del palco, si avvia verso Ermanno e si ferma alle sue spalle) Che stai facendo?

Ermanno (A Rosa) Hai capito? Fai presto … Rosa! (A Romina) Ti ho detto un sacco di volte che non voglio che vieni qua. Ci sta mia sorella!

Romina Buongiorno.

Ermanno Buongiorno.

Romina Hai parlato con tua madre?

Ermanno Di noi due?

Romina E di chi?

Ermanno No.

Romina Con tua sorella?

Ermanno Con mia sorella? … Me pare e no.

Romina Te pare?

Ermanno No, no.

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(ATTO I – SCENA III)

Romina No? Non ci sposiamo più?

Ermanno Ah no? Comme no, e non te lo facevo sapere? Oggi stesso faccio la riunione con tutte e due e ci parlo, nun te preoccupà!

Romina La settimana scorsa …

Ermanno Che abbiamo fatto, nun me ricordo?

Romina … hai detto la stessa cosa.

Ermanno E certo, un mese fa sono stato operato agli occhi.

Romina Tre mesi fa!

Ermanno Embè, un mese di convalescenza …

Romina E so due!

Ermanno Ne è rimasto uno, no? Che mi è servito per l’avviamento del negozio.

Romina E mò te si avviato, Ermà?

Ermanno Comme no! Ma mò c’è tutto l’inventario delle feste di Natale, poi tra un mese e mezzo è Carnevale …

Romina Ermà!

Ermanno Comunque ‘o commercio è diventato na tragedia. Ho deciso, mò levo tutte cose ‘a miezo.

Romina Ermanno!

Ermanno Romina, bisogna comunque aspettare prima che mammina …

Romina Muore!

Ermanno … muore. No, che muore? Che fa il testamento.

Romina Perché, ancora non l’ha fatto?

Ermanno Penso io. Aspettiamo che la natura faccia il suo decorso.

Romina E’ ‘a stessa cosa.

Ermanno Nun è ‘a stessa cosa!

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(ATTO I – SCENE III-IV)

Romina Perché?

Ermanno Perché quella, mammina, è gelosa. Se mi cancella dal testamento che facciamo poveri ma belli? Tu, tanto quanto, ma io? Dai, ci vediamo domani mattina con calma.

Romina Ermà, rispondimi sinceramente.

Ermanno L’ho fatto.

Romina Tu mi vuoi sposare si o no?

Ermanno (A testa bassa sfogliando un blocco notes) Comme, nun te voglio spusà?

Romina Guardami negli occhi! (Alzando la voce e parlando con forte accento puteolano) Guardame int’a l’uocchie!

Ermanno Nun te trasformà!

Romina Hai visto? Non mi fare arrabbiare che mi trasformo.

Ermanno Mamma mia quanto è brutto.

Romina E’ brutto?

Ermanno Brutto assai.

Romina Assai!

Ermanno Ci vediamo tra mezz’ora all’Excelsior.

Romina Mi raccomando non tardare, se nò …

Ermanno ‘A trasformazione.

Romina Bravo!

Ermanno Va, va, non ti preoccupare che so puntuale. (Romina esce dal negozio) Mi posso mettere gli occhiali scuri? (Romina esce a sinistra del palco).

SCENA IVErmanno e Giuditta

Ermanno (Sente squillare il telefono, rientra in negozio e alza la cornetta del

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(ATTO I – SCENA IV)

telefono) Pronto Pasticceria Bellavista con chi parlo? … Bar Cristallo? … si, si, adesso è uscita la ragazza con la consegna, nun ve preoccupate … sta arrivando, nun ve preoccupate … sò mignòn, nun ve preoccupate … sentite, chillo manco se vere ‘o pacchetto! (Riaggancia) ‘O Bar Cristallo, hì che purucchiuso! (Si ferma davanti alla porta del laboratorio).

Giuditta (Rientrando dal laboratorio travolge il fratello) Dici sempre che questo è divieto di sosta e poi stai sempre ccà annanze comme a nu cannolo!

Ermanno Ha telefonato il Bar Cristallo. Questo è un altro bel cliente che ci ha procurato il tuo caro Aldo.

Giuditta Tu sai solo criticare. Sei tale e quale a nostra madre, tieni sempre da dire. Tu sei stato comodamente sdraiato nel tuo letto mentre io ho dovuto sbrigare tutte le consegne delle feste di Natale.

Ermanno Oh Gesù, sdraiato nel letto? Come se mi fossi fatto una vacanza! Io mi sono operato agli occhi, appena tre mesi fa, e sto ancora in convalescenza.

Romina Io ho venduto quello che si poteva. Lo sai che abbiamo consegnato più quintali di roccocò di tutti i tempi?

Ermanno (Va dietro al bancone, prende un roccocò e lo batte sul bancone) Si, ma stu fatto dei roccocò resta per me un mistero. Ma comme fa ‘a gente a se magnà? Questo ti spacca tutti i denti!

Giuditta Il roccocò si mangia soprattutto per devozione.

Ermanno E allora uno se non ha i denti non può andare in paradiso? (Ride).

Mamma (Voce dal megafono) Giuditta! Ermanno! Che state facendo?

Guitta (Parlando al microfono sul bancone) Stiamo ballando, mammì! … ma c’amma fa, stiamo lavorando.

Ermanno (Al microfono) Mamma, mammina! (A Giuditta) L’hai fatta offendere! (Al microfono) Mamma … Giuditta sta scherzando. Mamma? Non fare così che poi ti senti male …

Voce Voi mi volete vedere morta, lo so, non aspettate altro che la mia morte.

Giuditta Quando una è ottimista è ottimista!

Voce Cosa sperate di ottenere dalla mia morte? Quei dolci si riempiranno di veleno! Il Signore vi ha già punito col diabete, nemmeno avete imparato, no?

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(ATTO I – SCENA IV)

Giuditta (Facendo gli scongiuri) Quando si dice l’amore di una mamma.

Ermanno (Al microfono) Mamma, fra cinque minuti salgo a farti la siringhino … così ti rilassi. Pronto? Mammina, nun fa i singulti … Mayday, mayday … Mamma!

Mamma (Voce dal megafono) Fine delle trasmissioni. Siete cattivi! Puzzate jettà ‘o sangue!

Ermanno Hai visto? L’hai fatta offendere!

Giuditta Quella è nata offesa! Tu sei troppo apprensivo con lei e lei se ne approfitta.

Ermanno Queste sono parole di Aldo, non appartengono certo a te.

Giuditta E se puer fosse? Che c’è di male se una persona ti fa vedere cose che prima non capivi? Nostra madre è egoista!

Ermanno Ma è nostra madre e quando ci ha messi al mondo non è stata affatto egoista. E poi, adesso che è inferma in un letto non ti fa pena, no? Ma già, quello poi parla Aldo che tratta i genitori come se fossero i suoi servi.

Giuditta Ma quando mai!

Ermanno Tiene quasi quarant’anni e ancora campa a casa con loro.

Giuditta E che deve fare? Quello è disoccupato!

Ermanno No, quello è sfaticato!

Giuditta E’ sfaticato? Ma se ha fatto pure tre mesi l’emigrante a Dusseldorf …

Ermanno Ma quello che non capisco è perché non si piglia il posto fisso qua da noi?

Giuditta Perché lui è un artista della pasta frolla, vuole essere libero. Non è come noi che facciamo i pasticcieri solo perché ce l’hanno ordinato i nostri genitori. Oltretutto tenimmo nu diabete che i dolci non li dov remmo vedere nemmeno col binocolo!

Ermanno Pasticcieri diabetici! Hi che ciorta che avimmo avuto!

Giuditta E poi no è vero che Aldo è sfaticato. Quello è capace di sfornare due quintali di paste al giorno! Senza cuntà ‘e torte! E comm’è bravo!

Ermanno Comunque lui rimane un dipendente nell’anima, questo è il massimo che

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(ATTO I – SCENE IV-V)

gli posso concedere. E poi come mai l’artista non è ancora arrivato?

Giuditta Mi ha chiesto di cominciare alla sette e mezzo, (va fuori a vedere se arriva Aldo, poi rientra subito) non ce la fa alle sei e mezzo.

Ermanno Gli viene l’affanno!

Giuditta Non è nel suo carattere svegliarsi troppo presto, e quando una cosa non è nel nostro carattere, non la dobbiamo fare se no ci viene male.

Ermanno Oh Signore mio, dammi la forza di non spaccarle la terza a questa povera incosciente di mia sorella!

Giuditta Ah, (strillando) e questo è il ringraziamento perché ti ha fatto trovare le cornee eeh… per il trapianto degli occhi?

Ermanno Statte zitta! Facimmo sentì ‘e fatte nuoste a tutte quante! Io queste cornee … eeh le ho pagate! Nessuno mi ha regalato niente a me! Non ci mettiamo in testa strane idee.

Giuditta Intanto, se non c’era lui qua a Natale mentre tu ti operavi, vorrei vedere come avrei fatto.

Ermanno Io lo sapevo che non avrei dovuto operarmi a Novembre. Aldo aveva calcolato tutto, lui conosceva bene i tempi della convalescenza. Si è messo nel negozio nel periodo di maggiore affluenza per farsi conoscere dai clienti e per apparire come il titolare dell’azienda … eh, ma si illude, perché da queste tasche lui non otterrà mai niente!

Giuditta Sei cattivo, non c’è niente da fare.

Ermanno No, non sono cattivo, sono solo prudente, perché riesco a vedere quello che una povera ingenua come te non vede perché accecata da una insana passione.

SCENA VErmanno, Aldo, Giuditta e Rosa

Dalle scale esterne di sinistra arriva Aldo che, calmo e indolente, attraversa più volte l’ingresso della pasticceria facendo suonare continuamente la fotocellula.

Ermanno Me stai scassanno ‘a fotocellula!

Aldo Eh no! La sto collaudando.

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(ATTO I – SCENA V)

Ermanno Chisto è proprio scemo!

Aldo Buongiorno, buongiorno, buongiorno! Mi sentivo giù, appena sono entrato qua dentro, sentite questa … e già mi stanno salendo gli zuccheri (ride da solo osservando gli altri due che restano impassibili). Non vi è piaciuta la battuta? Questa è una pasticceria? Nella pasticceria ci sono i pasticcini, nei pasticcini c’è lo zucchero …

Ermanno Ma che ce la spieghi a fa?

Aldo E non l’ha capita.

Giuditta Che cosa?

Aldo La battuta.

Giuditta Ah, Ermanno ha fatto una battuta?

Aldo No, io ho fatto una battuta.

Ermanno E’ meglio che salgo a vedere come sta mammina se no mi viene un’altra crisi. (Ad Aldo) E lavati le mani!

Aldo So pulite.

Ermanno E cambiati il dopobarba che fa schifo! (Esce dalla scena dalla scala che porta al piano di sopra)

Aldo Giudì, non è che hai parlato a tuo fratello di noi?

Giuditta Noi due che cosa? Ma che sei pazzo? Direbbe tutto a mammina.

Aldo Eppure io ho la sensazione che tuo fratello ce l’abbia con me.

Giuditta Ma quando mai, quello è timido. Ermanno è stato sempre così. Poi il diabete lo ha fatto diventare intrattabile.

Aldo Ma pure tu hai il diabete e non sei intrattabile.

Giuditta Che c’entra, io ti amo. (Stanno per darsi un bacio ma entra Rosa dalla strada)

Rosa Buongiorno.

Giuditta Che vuò?

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(ATTO I – SCENA V)

Aldo (Si toglie la giacca, la porge a Rosa) La giacca … (Rosa prende la giacca, entra in laboratorio ed esce con la giacca da lavoro ed aiuta Aldo ad indossarla).

Giuditta ‘E fatto cu sta giacca? Và ‘a ‘mpastà? (Rosa esce sculettando) Quant’è brutta, eh?

Aldo Ma chi?

Giuditta Tene ‘e cosce secche secche!

Aldo Secche secche! Longhe longhe!

Giuditta Che buon profumo, che cos’è?

Aldo Mi sono messo il dopobarba che mi hai regalato tu …

Giuditta Sandalò?

Aldo Sandalo!

Giuditta E te ne sei messo un po’ troppo! Aldo, dimmi una cosa, ma tu veramente mi ami?

Aldo No! (Ride. Poi, vedendola rabbuiarsi) Sto scherzando.

Giuditta E nun pazzià accussì! M’e fatto mettere na paura.

Aldo Pure io me so nu poco ‘mpressionato.

Giuditta Certe volte penso: ma è mai possibile che un uomo così bello vuole bene proprio a me?

Aldo Ma l’amore è cieco

Giuditta Che vuoi dire? Che so brutta? Che sono antipatica? Che sono intrattabile? Che so tale e quale a mammina? Dillo, tanto lo so che lo pensi!

Aldo Giudittina … e si nun me fai parlà. Tu non puoi vivere sempre nella paura, ti devi rassegnare (le bacia la schiena) la vita è un rischio, in tutte le cose. Tu ti preoccupi che io possa essere interessato al tuo denaro?

Giuditta Ma quando mai. Non ci ho mai pensato.

Aldo Tu no … (Giuditta si gira di scatto) … ma tuo fratello si!

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(ATTO I – SCENA V)

Giuditta Ma quello è sospettoso per natura. Piuttosto, tu sei stato troppo gentile a procurargli le cornee per il trapianto.

Aldo Non ho fatto niente di speciale, due cornee. Conoscenze, tutto qui. (Chiama verso l’interno del laboratorio) Rosa!

Giuditta Chi sa chi è il poverino che ha donato gli occhi ad Ermanno.

Aldo Lasciamo stare.

Giuditta Dimmelo, so curiosa.

Aldo Io non ti ho mai voluta impressionare.

Giuditta E che sarà mai.

Aldo Giudì, io te lo dico ma mi raccomando … un barbone!

Giuditta Un barbone … vagabondo?

Aldo Un barbone.

Giuditta Clochard?

Aldo Cu ‘o scialle, senza scialle … non lo so.

Giuditta Quindi Ermanno tene l’uocchie ‘e nu barbone?

Aldo Si ma nun alluccà! Ermanno non lo sa, non glie l’ho detto. Non vorrei che tuop fratello si impressionasse.

Rosa (Entra dal laboratorio facendo gli occhi dolci ad Aldo) Dite?

Giuditta N’ata vota mò?

Aldo Rosa, è a temperatura il forno?

Rosa E che so er termostato io?

Giuditta Ma vedete che razza di risposta sta subalterna!

Aldo No, voglio dire: è pronto l’impasto?

Rosa Tutto pronto, s’aspetta solo l’arte sua.

Aldo E vai dentro che adesso arrivo. (Rosa entra in laboratorio sculettando.

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(ATTO I – SCENA V)

Rivolto a Giuditta) Tene ‘e cosce secche secche!

Giuditta Sta guagliona sta saggeranno nu poco cu te.

Aldo E’ vero, la devo rimproverare, vado ora? (Giuditta lo blocca con lo sguardo) Tornando al barbone donatore: è stato operato in condizione di coma profondo. L’occhio era praticamente ancora vivo.

Giuditta Che impressione.

Aldo Ma che impressione, l’occhio era vivo, il paziente era clinicamente morto. Noi abbiamo anticipato solo un po’ i tempi

Giuditta Aldo, e già te ne vai?

Aldo Devo andare a lavorare. Prima il piacere … prima il dovere e poi il piacere.

Giuditta E io?

Aldo E tu devi stare alla cassa, no?

Giuditta Alla cassa io?

Aldo E certo, tu sì ‘a cassatela mia. Se non ci stai tu alla cassa … quando ci stai tu chi la tocca ‘a cassa!

Giuditta Aldo, ti devo domandare una cosa. Come si chiamava?

Aldo Ma chi ‘o barbone? E chi ‘o sape? Io conosco solo il professore che ha operato tuo fratello: Repelli. Anzi, a proposito, lo devo chiamare. Giorni fa ho trovato un messaggio in segreteria, che mi voleva parlare con una certa urgenza. Chissà che ha combinato, si sarà messo nei pasticci per quel suo vizio …

Giuditta (Muovendo il dito dietro all’orecchio) Ah, è …

Aldo No, no! È una brava persona col vizio del gioco. Mi doveva qualche resta.

Giuditta (Cantando) Resta cu’ mme … nun me lassà …

Aldo No, non la canzone. La resta, la dote per giocare a carte.

Giuditta E come è morto?

Aldo Non posso parlare!

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(ATTO I – SCENE V-VI)

Giuditta Se parli ti do un bacio.

Aldo E nun pozzo parlà!

Giuditta Comme me piaceno l’uommene che nun parlano (Gli afferra la faccia e lo bacia con passione dietro il bancone)

SCENA VICarmine, Memoria, Gelsomina, Aldo e Giuditta

Dal fondo della sala avanzano tre strani personaggi: un cieco, Carmine, a capo di questa piccola combriccola, un tipo allampanato, Memoria, ed una donna abbastanza grassa, Gelsomina, dallo sguardo infantile. I tre si tengono per mano.

Carmine Siamo arrivati alla pasticceria? Bellavista?

Memoria (Guardandosi intorno) Non c’è male, bella vista!

Carmine Nun fa ‘o spiritoso. (Entrando nella pasticceria urta uno scalino e se la prende con Gelsomina) No perché io sento una puzza di dopobarba, di quei dopobarba scadenti all’aroma di sandalo.

Memoria Ma non è creolina?

Carmine Bravo!

Aldo e Giuditta escono da dietro il bancone gridando, seguiti da tutti gli altri. Aldo indica la cassa pensando ad una rapina.

Memoria Ora ci penso io, appoggiati qua Gennà.

Carmine Ma che Gennaro, mi chiamo Carmine.

Memoria (Dirigendosi verso Giuditta che scappa) Uè Alfò, damme nu vaso!

Carmine Che c’è qua dentro?

Memoria (Dirigendosi verso Aldo e parlando con accento romanesco) A Cesare, damme na birra, c’ho ‘a lingua secca!

Aldo No questa è una pasticceria!

Memoria Sto a venì da Ariccia. Tutti i giorni Ariccia-Roma, Roma-Ariccia, Ariccia-Roma …

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(ATTO I – SCENA VI)

Carmine Statte zitto!

Aldo Ma che dice, non lo capisco?

Memoria Nun gli’a faccio più, sai che faccio: me ne vado in India.

Giuditta (A Gelsomina che mangia le paste) Stai ferma, non toccare!

Carmine Non si spaventi, signorina … o devo dire signora?

Aldo Signorina, signorina.

Carmine Ammazza che voce ‘e trombone m’ha risposto.

Memoria (Con accento toscano) Oh bimba! Oh che tu fai costì? È tanto tempo che non ti si vede.

Carmine Oh, non fate caso a questo falso toscano. Vieni qua, Memoria, dammi la mano. Questo qua si chiama Memoria.

Aldo Memoria? Ma non ha un nome un poco più normale?

Carmine Un nome tipo Annamaria? E certo che ce l’ha, ma non se lo ricorda.

Aldo E si chiama Memoria?

Carmine Per contrappunto. Il poverino faceva l’attore ma poi ha perso la bussola, la memoria e oramai vive tra realtà e finzione. Per vivere pesca nel repertorio dei suoi personaggi e ogni volta che ne pesca uno, si identifica con esso … per esempio pesca di essere un tedesco … faceva il tedesco …

Memoria (Con accento tedesco) Raimund Schunn.

Aldo Ho capito, faceva il tedesco.

Memoria Guida alpina di Sankt Intaufer. Adesso vi mostro come si scala una parete liscia. (Si arrampica sulla ringhiera delle scale).

Aldo (A Carmine) Dite al vostro amico di scendere.

Carmine E non è più amico mio, adesso è Raimund Schunn.

Aldo E dite a Raimund Schunn di scendere.

Carmine Na parola, chillo è tedesco. Raimund! Che sta facendo?

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(ATTO I – SCENA VI)

Aldo Si sta arrampicando vicino al muro.

Carmine (Imitando l’accento tedesco) Scazzicaten da faccen al murichen che si inguacchiesse! Toglietemi una curiosità, si è distaccato?

Aldo E’sceso.

Carmine Parlo tedesco e non lo sapevo.

Aldo E questo sarebbe tedesco?

Carmine Evidentemente.

Aldo Lasciate stare.

Carmine E meno male che non ha fatto il bambino terribile. (Memoria inizia a fare il bambino).

Aldo Ma perché le dite queste cose?

Carmine Mi scappano, che devo fare.

Aldo Scendi, vai fuori, forza!

Memoria So pronte ‘e patapim?

Aldo Che?

Memoria Le patapim, le patapim.

Carmine Vuole fare merenda con le patatine.

Memoria ‘A merentina, ‘a merentina, ‘o panino cu o’ tummo, ‘o panino cu o’ tummo.

Aldo Panino?

Memoria Cu ‘o tummo, cu ‘o tummo.

Aldo Tummo? Ma che è?

Carmine Tonno.

Aldo Vai fuori, non c’è il tonno.

Memoria Cento lire, dammi cento lire.

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(ATTO I – SCENA VI)

Aldo Non ce l’ho cento lire.

Carmine Gli dia qualcosa.

Memoria Cinquecento lire, mille lire, diecimila lire, centomila lire …

Aldo Si, nu milione!

Memoria Nu milione.

Aldo Vai fuori. Sentite, come si fa smettere sta bestia?

Carmine Dite: Giacomino, smettila!

Aldo Giacomì, smettila!

Memoria No, no.

Aldo E no, no. Mò ci penso io. Senti coso …

Carmine No, no!

Aldo No, no, ci penso io. Uè, tu te ne devi andare da vicino a me, (strillando) oooohhh!!

Carmine E mo so problemi vostri, mò si!

Aldo Mò si, mò piange. (Memoria gli sputa in faccia e scappa)

Carmine Ecco, ‘o sapevo, ve lo siete beccato. Vi ha sputato?

Aldo Si.

Carmine E meno male che è finzione.

Aldo Ma che finzione, quello mi ha sputato in faccia veramente.

Carmine E tene pure ‘a broncopolmonite.

Aldo Chi tene ‘a broncopolmonite?

Carmine L’attore, Giacomino.

Aldo Non mi dite niente più per favore. (A Giuditta) Giudì, acchiappa a quella bestia che è andata là dentro. (Giuditta insegue Memoria per le scale. Escono).

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(ATTO I – SCENA VII)

SCENA VIICarmine, Memoria, Gelsomina e Aldo

Carmine Mi ascolti.

Aldo Sentite, mi dite che volete?

Carmine E vi devo spiegare chi siamo, fatemi fare le presentazioni se no ci vedete così ridotti e vi potreste impressionare.

Aldo Invece dopo la presentazione uno si tranquillizza.

Carmine Dove sta la mia punzella?

Aldo La punzella sta dietro di voi.

Carmine Quant’è bellella, dite ‘a verità.

Aldo E’ bellella.

Carmine La vedete questa qua?

Aldo Più che altro la sento.

Carmine Sapete come si chiama? (A Gelsomina) Fai sentire il tuo nome.

Gelsomina (Con voce di bimba) Gel …(tossisce) la raspa, la raspa. Gelsomina.

Aldo Gelsomina, un nome di fiore indicatissimo.

Carmine Questa è emiliana. Lei è la classica emilianotta.

Aldo Oddio, classica. Io ne ho vista qualcheduna di meglio.

Carmine Era una ballerina … parecchio tempo fa.

Aldo Molto tempo fa.

Carmine Gelsomina, fai vedere il passo doppio, tesoro.

Aldo Fai vedere questo passo.

Carmine (Gelsomina muove dei passi in maniera confusa) Nun te fa male … fa piano.

Aldo Ma che è sto passo?

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(ATTO I – SCENA VII)

Carmine Lei e Memoria facevano una coppia teatrale eccezionale.

Aldo Questa e quell’altra bestia là (indicando memoria che scende dalla scale).

Carmine Io facevo l’autore. Insieme ne abbiamo fatto chiudere di teatri … e non c’erano le uscite di emergenza.

Memoria Non sapevamo da che parte scappare.

Carmine Il pubblico ci inseguiva.

Aldo E me lo immagino.

Carmine L’ultima volta ci hanno acchiappati e ci hanno scippato tutti i vestiti da dosso.

Aldo E non ve li siete cambiati più da allora, no?

Carmine I fans so terribili. Ma facciamo due passi.

Memoria (A Gelsomina) Andiamo Gelsomì. (A Carmine) Ti porto io.

Aldo Dove andate?

Carmine Questi sono praticamente i miei angeli custode, senza di loro non potrei muovere un passo … (sbatte sulla porta del laboratorio e se la prende quindi con Gelsomina, sbattendole la testa sulla cassa).

Aldo Piano … ma che state facendo? (A Memoria) Ma che cos’è un ballo? Giocano? … piano, si rompe la cassa. (Rivolgendosi verso le scale) Giuditta, corri, qua si stanno dando mazzate ‘a cecato!

Carmine E non offendete, non vedete che sono cieco?

Aldo Non pensavo, chiedo scusa.

Carmine Non dalla nascita.

Aldo Un incidente?

Carmine Eh già, tre mesi fa. Mi credevano morto.

Aldo Clinicamente morto?

Carmine Clinicamente, già.

- 20 -

(ATTO I – SCENE VII-VIII)

Aldo Invece hanno anticipato …

Carmine I tempi … e mi hanno fatto il trapianto degli occhi.

SCENA VIIICarmine, Memoria, Gelsomina, Aldo, Giuditta ed Ermanno

Giuditta scende dalle scale.

Memoria (Emette un fischio) Un attimo d’attenzione, per piacere, accostare a destra, deve passare un Tir, trasporti eccezionali.

Giuditta (Ad Aldo) Ma come mi ha chiamato, Tir?

Aldo No, trasporti eccezionali, è diverso.

Memoria Scusate, sapete chi sono?

Aldo (A Carmine) Abbiate pazienza, signor …

Carmine Carmine.

Aldo Carmine. Ho capito, ma cosa volete da noi?

Gelsomina (In dialetto emiliano) Al t’ha dit ca vò i soi occ.

Aldo HA detto che vuole un socio?

Carmine Quale socio … voglio i miei occhi!

Memoria He wants his eyes, you understand?

Aldo Giudì, hai capito? Ha pescato l’americano.

Giuditta (Portandolo in disparte) Aldo, senti, ti devo dire una cosa. Ma non è che è questo il barbone donatore?

Carmine Ma che è un cane di razza il barbone donatore? (Ridono)

Aldo Scusate, sta scherzando. (In disparte a Giuditta) Ma che stai dicendo, non può essere lo stesso barbone, perché quello là è morto mentre questo qua è vivo. (A Gelsomina alle prese con una torta in vetrina) Uè Ciclamino!

Carmine Gelsomina.

- 21 -

(ATTO I – SCENA VIII)

Aldo Vabbè, ho sbagliato fiore. Senta, io capisco il suo problema, lei rivuole indietro i suoi occhi, ma noi qua mica possiamo fare i miracoli.

Carmine Ma la smetta, signor Bellavista.

Aldo no, no, un momento … non sono io Bellavista.

Memoria (Con accento siciliano) E nemmeno io, ah!

Aldo E lo so, ci mancherebbe pure.

Memoria Che cosa vorresti dire, che non sarei degno di essere Bellavista? Guarda che qui non si muove una foglia se non lo decido io. Quella partita di cocaina deve essere consegnata alle mie condizioni, capisti, ah? (gli alita in faccia).

Gelsomina Aha? (Anche lei alita in faccia ad Aldo).

Aldo (Tossisce) Giudì, i siciliani so terribili.

Memoria (Rivolto alla vetrina dei dolci) E stai attento che t’incapretto e ti metto nella calce viva a te e a tutta la tua famiglia!

Aldo Hai capito? E’ siciliano e parla coi cannoli siciliani.

Giuditta (Parlando al microfono) Ermanno! Ermanno! Puoi scendere un momento.

Ermanno (Voce dal megafono) In questo momento non posso scendere, sto co’ mammina.

Mamma (Voce dal megafono) Che vuole sta scucciante di tua sorella? Stai con me adesso. Non li sa fare i conti da sola sta ciucciona? Sempe ciuccia è stata.

Giuditta (Al microfono) Si sente tutto scostumata!

Mamma (Voce dal megafono) Sono contenta che hai sentito, così impari qualcosa.

Memoria (Al microfono) A tutte le auto, a tutte le auto, sono Barile …

Mamma (Voce dal megafono) Ma barile di che?

Ermanno (Voce dal megafono) Ma che è sta voce?

Mamma (Voce dal megafono) Fosse chillu scemo ‘e Aldo che si piglia sta confidenza? Io sento na puzza ‘e dopobarba fino a qua sopra.

- 22 -

(ATTO I – SCENE VIII-IX)

Memoria (Cantando al microfono) Brillanti sparsi sulla pelle bionda …

Mamma (Voce dal megafono) Chiarite ‘a radio ca me fa male ‘a capa. Puzzate jettà ‘o beleno!

Ermanno (Voce dal megafono) Mò scendo io.

Carmine Scusate, ma che cos’ è questo mostro parlante che si sente?

Giuditta E’ mia madre.

Carmine Vostra madre? Non lo potevo immaginare, chiedo scusa. Ma è morta e l’avete registrata per ricordo, forse? (Gelsomina lo trascina in laboratorio)

Giuditta Mia madre è vita e vegeta. Comunichiamo così, via megafono … lei con il megafono e noi con il microfono.

SCENA IXErmanno, Memoria, Aldo e Giuditta

Ermanno (Scendendo dalle scale) Ma che è tutta sta confusione che sentivo dal megafono? Ma chi ha detto barile? (Giuditta ed Aldo gesticolano) ma che è sta puzza? Hai cambiato dopobarba? (Aldo indica che Memoria si trova alle sue spalle) Chi è Sasà? (Voltandosi) Ahh!!

Memoria (Con accento albanese) Amico, mio nome Amel, io viene di Albània, per favore io cerca lavora …

Aldo Ci penso io. Qui non c’è lavoro.

Memoria Io padre, figliuolo …

Aldo … e Spirito Santo!

Memoria Amel, Signore.

Aldo Ma che stiamo facendo la messa?

Memoria Io non capiscia italiano.

Ermanno (Ad Aldo) Ma chi è questo?

Aldo E’ un attore.

- 23 -

(ATTO I – SCENA IX)

Ermanno E deve fare lo spettacolo qua dentro? (A Memoria) Scusate, ma chi siete?

Memoria No, tu chi sei?

Ermanno Io sono il proprietario della pasticceria.

Memoria Il proprietario? (Ride) A parte gli scherzi, chi sei?

Ermanno E che dico bugie?

Memoria Allora sei tu?

Ermanno Certamente.

Memoria Veramente sei tu?

Ermanno Non ci credi?

Memoria Accussì curto? (Variante: accussì chiatto?) Ma statte zitto pe piacere!

Ermanno Ma che sta ‘mbriaco questo?

Memoria Ma questo non sa niente.

Ermanno Io adesso sono arrivato.

Memoria (Con accento milanese) Te non sai niente?

Ermanno No.

Memoria Allura t’el dì mì. Sono venuto qui con i miei amici per una testimonianza ed è successo che io e tua sorella … (con le mani indica un pancione come per far capire di aver messo incinta a Giuditta).

Ermanno Giudì, ma tu l’hai sentito a questo?

Giuditta Ermà, io non l’ho mai frequentato, te lo giuro!

Ermanno E che c’è bisogno che me lo giuri. Ma chi lo conosce a questo?

Memoria Ma che cosa hai capito? Non dico Alfonso (indicando Giuditta) …

Ermanno Alfonso?

Memoria … io dico lei, Annamaria (indicando Aldo), quella con il pizzetto.

- 24 -

(ATTO I – SCENA IX)

Aldo Ma che so io Annamaria?

Memoria (Toccando il sedere ad Aldo) Bella gioia!

Aldo Uè, mi ha messo le mani addosso.

Ermanno E ti ha chiamato Annamaria, no? (A Memoria) Fuori ragazzino! Fuori!

Aldo No, non lo chiamare ragazzino.

Memoria So pronte la patapim?

Ermanno Che?

Memoria Le patapim, le patapim.

Ermanno Che dice? Io non lo capisco.

Memoria ‘A merentina, ‘a merentina, ‘o panino cu o’ tummo, ‘o panino cu o’ tummo.

Ermanno Panino?

Memoria Cu o’ tummo, ‘o panino cu o’ tummo.

Ermanno Tummo, ma che è?

Aldo Tonno.

Ermanno Vai fuori, non c’è il tonno. (Memoria lo tocca ripetutamente) Uè, toglimi le mani di dosso, hai capito? Nun me fa perdere tempo. Uè. Guarda che ti strillo. Statte fermo! (Strillando) Oohhh!!

Aldo No, pe’ carità … c’ha pure la broncopolmonite.

Ermanno Tu non mi conosci a me. Io sono il proprietario della pasticceria. Avanti! (Memoria gli sputa in faccia) Uè, m’ha sputato ‘n faccia!

Aldo E’ teatrale, nun te preoccupà.

Ermanno Ma che teatrale! Uè, esci fuori! Fuori!

Memoria (Immedesimandosi nel proprietario) Fuori! Fuori! cammina! (Lo caccia fuori a calci, poi rivolto ad Aldo) Annamarì, tu aspettami qua.

Aldo Ma chi è sta Annamaria?

- 25 -

(ATTO I – SCENE IX-X)

Memoria (Inseguendo Giuditta) Ti ho visto che hai preso i soldi da qua sopra … scugnizza!

Aldo Mò ci penso io.

Memoria Uè, iatevenne! Iatevenne! (Aldo e Giuditta escono di corsa dal negozio inseguiti da Memoria) Andate a cercare l’elemosina! Oh, sti barboni stanno sempre in mezzo. Barboni schifosi! (Sputa in terra, poi rientra in negozio)

SCENA XGelsomina, Carmine, Ermanno, Aldo e Giuditta

Gelsomina (Uscendo dal laboratorio incrociandosi con Memoria che vi entra) Baciami, baciami, kiss me, kiss me.

Carmine Basta, basta con le effusioni, ne hai avuto pure troppo, non essere lasciva, sporcacciona! E allora, il signor Bellavista, dove l’avete messo?

Gelsomina Madame e monsieur, le jeux sont fait, et rien ne va plus … e un, deux, trois ... la bella vista, la bella vista dov’è ... straccà (si stende sul bancone).

Ermanno (Guardando all’interno del negozio) Ce ne stanno pure altri due qua dentro. Ci sta un sommozzatore e na specie ‘e cozza ‘ncoppa ‘o bancone. Ma comme so tramute sti bestie? Come sono entrate?

Aldo Dalla porta.

Ermanno Con tutta la fotocellula?

Aldo Quella è una fotocellula, mica è una saracinesca.

Ermanno Ma io l’ho pagata un sacco di soldi.

Aldo E vabbè … quando l’hai pagata, l’hai pagata … quella comunque fa din don … non è che spara.

Ermanno Non so com’è, ma noi siamo qua fuori e quelli stanno dentro il negozio mio.

Giuditta Nostro!

Aldo Nostro.

- 26 -

(ATTO I – SCENA X)

Ermanno Nostro! Mio e di Giuditta!

Aldo Vostro. Mio e di Giuditta.

Ermanno Insomma, prima che ci appestano la pasticceria, chiammammo ‘a polizia.

Giuditta No, no, no, non ti conviene.

Aldo Senti a tua sorella, senti …

Giuditta Il signore … (indica a Carmine)

Ermanno ‘O sub?

Giuditta Dice che vuole gli occhi.

Ermanno Quali occhi?

Giuditta I suoi.

Ermanno Ma perché li ha persi?

Giuditta No, no … persi no.

Aldo Pare che glieli hanno rubati.

Ermanno Oh puvariello, mò s’arrobbano pure l’uocchie? Ma non ho capito, che li vuole da me?

Giuditta Da me, no.

Aldo Da me, no.

Ermanno Da me …

Giuditta (all’unisono con Aldo) Si!

Ermanno Come si? Io faccio ‘o pasticciere, mica faccio ‘o poliziotto. (Guardando Carmine all’interno del negozio) Che sta a chiammà ‘a Guardia Costiera ‘o sub? (Ride insieme a Giuditta)

Aldo (A Giuditta) Questa l’hai capita? Brava!

Ermanno Aldo, ma tu perché non ridi?

Aldo E non l’ho capita?

- 27 -

(ATTO I – SCENE X-XI)

Ermanno No perché me staje facendo suggentionà. Ma che per caso c’entra qualcosa ‘o fatto dell’operazione mia, no?

Aldo No, ma quando mai.

Ermanno (Guardando dentro il negozio) Ma ci sta uno solo qua dentro. E gli altri due che fine hanno fatto? L’avvimma acchiappà a chiste!

Aldo Si saranno rintanati.

Ermanno E che so zoccole? Uè, quelli mettono le mani dentro alle paste …

Giuditta Che schifo!

Ermanno (Entrando in negozio con Aldo e Giuditta) Aspettate qua, non vi muovete, mò ci penso io.

SCENA XICarmine, Ermanno, Aldo e Giuditta

Ermanno (A Carmine) Senta, con tutto il rispetto per la sua tragedia, ma lei deve capire pure la nostra situazione …

Carmine Questa voce non mi è nuova, l’ho sentita prima nel grammofono.

Ermanno (Alterando la voce) Come?

Carmine No, non questa … quella di prima. È il signor Bellavista?

Ermanno (Con voce alterata) No!

Aldo Si!

Carmine Scusate, si o no?

Ermanno Si sono io.

Carmine Il signor Bellavista? E l’altro chi era?

Ermanno Un cliente che sta andando via. (Cambiando voce) Tante cose, arrivederla.

Aldo Arrivederci signor Esposito … ah, vi siete dimenticato le paste.

- 28 -

(ATTO I – SCENA XI)

Ermanno (Con voce alterata) E vabbuò, nun fa niente.

Aldo Come, quella, vostra moglie, s’arrabbia.

Ermanno (Con voce alterata) ‘A prossima vota.

Aldo Comme ‘a prossima vota? Quella poi vostra moglie telefona …

Ermanno (Con voce alterata) ‘Non tengo i soldi.

Aldo Ma non vi dovete preoccupare per i soldi.

Ermanno (Con voce alterata) Ho detto non fa niente.

Aldo E invece fa …

Ermanno (Alterandosi) Me n’aggia ji! Basta!

Carmine Bellissimo questo duetto, lo devo mettere in una mia commedia. Io sono un autore teatrale.

Ermanno Veramente? Ah, perciò siete vestito così?

Carmine Dunque lei è il signor Bellavista?

Ermanno Si.

Carmine Allora lei è in possesso dei miei occhi.

Ermanno Non ho capito!

Carmine No, dico, lei è in possesso dei miei occhi.

Ermanno Questo è teatro? (Allarmato) Aldo, ma tu ‘o cunusci ‘a stu scrittore, no, perché mi sta suggestionando.

Aldo Ermà, è tardissimo, me ne devo andare.

Ermanno Fermo! Nun ce sparpagliammo! Restiamo uniti! (A Carmine) Senta, ci deve essere un equivoco …

Carmine E no, cominciamo male, signor Bellavista. O vorrebbe negare di aver subito un trapianto di cornee?

Ermanno Aldo … quello ha detto proprio cornee.

- 29 -

(ATTO I – SCENA XI)

Aldo Ermà, e quello così di scrive, con due “e”.

Ermanno Aldo, mi sta venendo lo stesso dubbio di prima. Ma il professore che mi ha operato … coso …

Aldo Rupelli.

Ermanno Rupelli, bravo. Ma è onesto?

Aldo Si, come no!

Ermanno E mi ha operato alla luce del sole?

Aldo In mezzo alla strada?

Ermanno No, dico, tutto apposto … con i ferri … ufficiale?

Aldo Ufficialissimo!

Ermanno E la fattura me l’ha fatta?

Aldo No.

Ermanno T’aggio sempe ditto pavammo l’Iva, mettimmece a posto pe tre o quattro lire d’Iva … passammo ‘e guaie!

Aldo Ma che c’entra … mica è ‘a Finanza.

Ermanno (A Carmine) Tutto a posto! Se passate fra qualche giorno vi faccio trovare la fattura.

Carmine ‘A fattura?

Ermanno Si, sapete, io sono stato operato di cornee qualche mese fa …

Carmine Tre mesi fa! Per la precisione.

Ermanno (Guardando Aldo) Come ha indovinato?

Carmine Lo sa di chi sono le cornee con le quali, probabilmente, mi sta guardando?

Ermanno No! Di chi?

Aldo Di chi?

Giuditta Di chi?

- 30 -

(ATTO I – SCENA XI)

Carmine Proprio non riesce a indovinare?

Ermanno Io ‘a tengo na mezza idea ma nun so sicuro.

Carmine Sono le mie! Lei si è appropriato dei miei occhi!

Ermanno (Ad Aldo e Giuditta) Ma lo sentite quello che si sta inventando, questo impostore? E dite qualcosa pure voi, difendetemi!

Aldo E che devo dire?

Ermanno E dici … ma lei come può affermare che i miei occhi siano i suoi?

Aldo Scusi, lei come può affermare che i miei occhi siano i suoi?

Carmine No, quelli del signor Bellavista sono i miei.

Aldo Volevo dire che i suoi occhi siano i suoi.

Ermanno Indica a me, indica a me.

Aldo Ma che indico a te che quello è cecato! (A Carmine) Voglio dire che i suoi occhi, cioè … quello suoi e suoi è uguale, io non è che non lo voglio dire …

Carmine Lo posso affermare con assoluta certezza. Ho ricostruito tutto con pazienza, tutto quello che è successo dopo l’incidente in cui sono rimasto coinvolto.

Ermanno Quale incidente, scusi?

Carmine Un pirata della strada, mi ha investito e mi ha lasciato per terra in coma, ‘na persona onesta … poi è arrivata un’altra persona onesta che mi ha portato in una clinica privata dove mi hanno dato per clinicamente morto, ma non mi hanno aspettato. Mi hanno operato e mi hanno tolto gli occhi. Un certo professor … Repelli. Vi dice niente questo nome? È un uomo molto conosciuti nell’ambiente del gioco d’azzardo, già coinvolto in altri casi di traffico clandestino di organi umani …

Ermanno (Dirigendosi verso Aldo con fare minaccioso) Io t’acciro!

Giuditta (Stringendo le mani attorno al collo di Ermanno) Nun ‘o ‘ccidere! Nun ‘o ‘ccidere!

Aldo Non litigate.

- 31 -

(ATTO I – SCENA XI)

Mamma (Voce dal megafono) Ermanno! Ermanno!! Ermà, ma che sta succedendo là sotto? Io sento degli strani rumori. Tu mi fai spaventare a mammina.

Giuditta (Al microfono) Mammina. Niente, nessun rumore, non ti preoccupare, non è successo niente. Ti serve qualcosa, mammari?

Mamma (Voce dal megafono) Ma chi t’ha chiamato? Sta scucciante sta sempre ‘mmiezo! Passami a tuo fratello!

Ermanno (Al microfono con voce singhiozzante) Mammuccia, dimmi.

Mamma (Voce dal megafono) Ma chi è?

Ermanno So Ermanno.

Mamma (Voce dal megafono) E che è fatto cu sta voce?

Ermanno (Al microfono) Niente, stavo parlando animatamente co’ Giuditta.

Mamma (Voce dal megafono) Chella te fa piglià sempe collera, nun ‘a da retta. Senti Ermannù a mammina, mi devi venire a fare la siringhina, misurare la pressione e un massaggino ai piedi … mi fa male l’alluce. Fai presto, ti aspetto.

Ermanno (Al microfono) Appena tengo ‘na settimana ‘e tempo te faccio tutte cose, mammì! (Ad Aldo) Quest’uomo sa tutto.

Aldo E allora? Non ha nessuna possibilità di provarlo.

Ermanno (Con un gesto lo manda a quel paese, poi si ferma ripensandoci) Che … che hai detto?

Aldo Non ha nessuna possibilità di provarlo.

Ermanno (A Carmine) Senta, lei non ha …

Carmine … nessuna possibilità di provarlo.

Ermanno (Ad Aldo) Nu poco cchiù zitto ‘a prossima vota.

Aldo Me lo hai fatto ripetere due volte.

Carmine Io sono cieco, non sordo, e le prove ce le ho.

Ermanno E dove stanno?

- 32 -

(ATTO I – SCENE XI-XII)

Carmine Qua con me.

Ermanno Dove?

Carmine Ma dove stai guardando? Qua con me. I miei amici.

SCENA XIICarmine, Gelsomina, Memoria, Ermanno, Aldo e Giuditta

Dagli oblò delle porte del laboratorio spuntano le facce dei due barboni. Ermanno corre sulle scale.

Carmine Loro hanno visto e possono raccontare tutto anche alla polizia, se necessario. Gelsomì fai sentire ai signori cosa hai visto la notte dell’incidente.

Gelsomina (In maniera estremamente concitata ed in un dialetto emiliano strettissimo ed assolutamente incomprensibile) Allura …

Carmine Allora.

Gelsomina Nuje stavam’ pe’ stra camminann’ a magnà la murtadell’. Ah, so murtadell’, te piaze la murtadell’, te piaze? A te te piaze la murtadell’?

Carmine non perdere tempo.

Gelsomina Piaze anche a me … can d’an bott’ … e uff e uff …

Aldo Era ‘na tempesta?

Gelsomina No, era nu mutor, nu mutor abbaluscia, abbaluscia, abbaluscia …

Aldo Un uomo peloso?

Gelsomina … el la mis sott’ che lì, el la mis sott’ che lì …

Aldo Ha messo sotto ‘na gallina?

Gelsomina … el arrivà l’ambulanscia, ah, el arrivà l’ambulanscia, el la cavà l’occ, el la cavà l’occ!

Aldo E’ arrivata a cavalluccio l’ambulanza?

Gelsomina Ah, ah, … ma cercà fermà, ma cercà fermà …

- 33 -

(ATTO I – SCENE XII-XIII)

Aldo Ha ciaccato un infermiere?

Gelsomina Si, ma cercà fermà … ma lor … la ciappà, la strssà, la scarmisà, la strammisà … ahh!

Ermanno Scusate, mi so distratto nu mumento. Ma c’ha detto?

Giuditta Io sono stata attenta, ma niente ho capito.

Carmine E fate uno sforzo.

Aldo Ma scusate, questa è una testimonianza in versi.

Carmine Fate pure ‘o spiritoso? È una testimonianza, perché?

Ermanno E ma non è valido in straniero, scusate.

Carmine Ma quale straniera? È emiliana! Voi state discriminando una testimone solo perché è settentrionale. E non è giusto! Anche il Nord fa parte dell’Italia! Se no chiamate la polizia, se non avete la coscienza sporca.

Memoria (Imita un poliziotto gesticolando, facendo finta di sparare e facendo mosse di karate. Si ferma davanti ad Aldo) Annamarì, per te farei la guerra! (Entra con Gelsomina in laboratorio)

SCENA XIIICarmine, Ermanno, Aldo e Giuditta

Aldo No, sentite, mò la chiamo io la polizia.

Ermanno Aspetta, ma sì pazzo? E se quello dice la verità?

Aldo A questo punto diventa molto probabile che stia dicendo la verità.

Ermanno Che cosa?

Aldo Forse abbiamo anticipato un po’ troppo i tempi dell’intervento agli occhi.

Ermanno Aldo, ma tu stai dicendo che io potrei avere gli occhi di quell’uomo? Cioè di un uomo ancora vivo?

Giuditta Per giunta sporco.

Ermanno Che ci azzecca sporco? Gli occhi mica assorbono lo sporco.

- 34 -

(ATTO I – SCENA XIII)

Giuditta Sempre la scazzima si forma.

Ermanno Che schifo!

Carmine Ma non sarebbe meglio se ci mettessimo d’accordo?

Ermanno Signore, su che cosa?

Carmine Eh signore! Ermà, io nun te voglio scuccià, ma mettiti nei miei panni, come faccio senza occhi? Sono costretto ad aggrapparmi alle persone, alle cose ed è una condizione che non auguro a nessuno, non mi piace. Io, si può dire che sono diventato barbone appunto per potermi gustare la vita in piena libertà, senza vincoli, senza responsabilità … arrivi tu e mi porti via gli occhi?

Ermanno Ma io …

Carmine E io, adesso, come faccio a gustarmela la vita se non la posso più guardare? Ermà, tu lo sai che cosa vuol dire veramente guardare? Facciamo un esempio pratico, guardare un quadro, un paesaggio naturale, una casarella vicino ad un fiumiciattolo. Come fai a capire che quello che l’ha dipinto è un grande artista? Tu cosa guardi in quel quadro? Che cosa guardi?

Ermanno E che guardo … la casarella.

Carmine E basta?

Ermanno E po’ c’ha ditto? ‘O fiumiciattolo?

Carmine E basta?

Ermanno E se ci sta la staccionata guardo pure la staccionata.

Carmine Ermà, il quadro si guarda in profondità, se no gli occhi a che servono? Gli occhi immaginano, ricordano, sognano. Un bravo artista ti fa pensare: chi ci starà in quella casarella? Che starà facendo in questo momento? È solo o è in compagnia? È felice o triste? Che sta facendo? Magari starà facendo l’amore. Che sta facendo Ermà? Che sta facendo?

Ermanno Starà in grazia di Dio come vorrei stare io adesso!

Carmine Ma almeno sai che cosa vuol dire guardare una donna? Carpirne i segreti dal modo di sorridere, di parlare, di fumare una sigaretta. Eh già, quella si fuma una sigaretta. Non basta! Per esempio dove lo butta il fumo, verso l’alto? È un’ottimista! Lo sapevi?

- 35 -

(ATTO I – SCENE XIII-XIV)

Ermanno No, questo non lo sapevo.

Carmine Non lo sapevi … e se lo butta verso il basso?

Aldo E’ pessimista!

Carmine Che fesseria. Sarebbe troppo ovvio.

Ermanno Io perciò non ho detto niente.

Carmine E’ timida, fuma con i sensi di colpa, ha bisogno di un uomo coraggioso, leale, sincero, ma non parlo dei presenti, ovviamente. E se il fumo lo butta di lato?

Ermanno Ci sta la finestra aperta e fa corrente.

Carmine Bravo Ermanno, ha fatto la battuta. Ma vieni vicino a me, Ermà, dammi la mano, (prende con forza la mano di Ermanno) non ti mettere paura, non ti faccio niente. Voglio solo essere sicuro di una cosa: che non vai a guardare … vediamo se li usi i miei occhi o se è stato un sacrificio completamente inutile. Una domanda semplice semplice: che cosa ci sta di fronte al tuo negozio?

Ermanno E che ci sta … niente.

Carmine Niente? Che tristezza Ermà, hai preso gli occhi miei e non hai guardato nemmeno che cosa ci sat di fronte al tuo negozio? Perché ti sei preso gli occhi, Ermà? A che ti servono? A me servivano a guardare le cose che mi piacevano. Ma quelle che ho visto almeno me le posso ricordare … ma come faccio con le cose che non ho mai visto? Io non potrò più guardare la donna di cui m’innamorerò, il figlio che potrebbe nascere. Ermà, tu mi hai rubato la possibilità di guardare il futuro. Hai rubato gli occhi di un uomo che la vita la viveva solo guardando.

SCENA XIVGelsomina, Memoria, Carmine, Ermanno, Aldo e Giuditta

Gelsomina e Memoria rientrano dal laboratorio sporchi di farina.

Gelsomina Chiste l’è for de test’, s’è addormentà nella farina.

Carmine S’è addormentato nella farina.

Memoria (Ad Aldo) Forza, stiamo aspettando a te. Chi è di scena?

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(ATTO I – SCENA XIV)

Aldo Ma che faceva pure il direttore di scena in questa compagnia?

Carmine Allora Ermà? Portami da lui Gelsomì.

Ermanno Mò devo andare a vedere come sta mammina … quando scendo …

Carmine Falla aspettare a mammina, adesso ci dobbiamo mettere d’accordo. (Mette le mani su viso di Ermanno) Ermà, gli occhi miei.

Ermanno Stanno qua, stanno qua, nessuno ve li tocca.

Carmine Allora, me li vuoi restituire gli occhi, si o no?

Ermanno Sentite, io tengo che fa stammatina! Fernimmela cu sta farsa! (Alza gli occhiali di Carmine, vede le orbite vuote, la voce gli si strozza in gola. Corre da Aldo) E’ isso!

Carmine Che è? Ti sei impressionato? Hai visto i buchi neri?

Ermanno (Fortemente impressionato) Per cortesia … troviamo una soluzione … subito!

Aldo Posso parlare?

Carmine E chi è? ‘O buccione ‘e dopobarba? Mamma mà!

Aldo Giudì, ma che m’è regalato a Natale?

Giuditta Aldo, ma tu che vuoi da me? Io ti ho regalato il meglio che ci sta sul mercato: l’”Ultimo Sandalo”!

Aldo Si, ma era proprio l’ultimo! (A Carmine) Dunque … e se io, per risolvere, vi offrissi un altro paio d’occhi?

Carmine Ma che state pazzianno? Io voglio gli occhi miei!

Aldo Aspettate, sentite prima la proposta e poi eventualmente dite no. Io ho tre possibilità. Prima possibilità: coppia d’occhi autentici, leggermente miopi …

Carmine Di chi sono questi occhi?

Aldo Non lo so.

Carmine La persona che li ha donati, è un volontario?

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(ATTO I – SCENA XIV)

Aldo Come volontario?

Carmine Cioà gli occhi li ha donati volontariamente o ha fatto la stessa fine mia?

Aldo Passiamo alla seconda possibilità: coppia di occhi similari …

Carmine Similari

Aldo Sono di due persone diverse.

Carmine Occhi sfusi.

Aldo In un certo senso si, si può dire sfusi, ma hanno la stessa conformazione, lo stesso colore, l’unico problemino …

Ermanno Ma che ce lo dici a fare?

Aldo Eh no, Ermà, questo lo devo dire:sono due occhi sinistri.

Ermanno So un po’ cattivi.

Aldo Ma che cattivi, voglio dire che sono del lato sinistro.

Carmine E che me li metto uno sopra all’altro?

Aldo Ma no … voi uno lo girate … vabbè, passiamo alla terza possibilità …

Ermanno Aldo, scusa, ma non lo tieni un catalogo?

Aldo Ma che tengo ‘o catalogo ‘e l’uocchie? E poi come lo vede ca chillo è cecato? (A Carmine) Terza possibilità: monocolo, occhio solo, di persona sanissima. L’unico problemino; surgelato, tre mesi fa. Di un azzurro spettacolare.

Carmine Surgelato?

Ermanno Sentite, voi cominciate con questo, poi se vi trovate bene …

Carmine Ne ordino una cassetta, li metto nel freezer, ogni tanto ne scongelo uno e me lo metto.

Giuditta Eh no. Una volta che lo avete scongelato, non lo potete congelare più.

Aldo Ma che se li deve mangiare, ma che staie dicenno?

Carmine Occhi surgelati? Chissà da dove vengono.

- 38 -

(ATTO I – SCENA XIV)

Aldo Sono azzurri, verranno dal Nord.

Carmine Ma che so, occhi di platessa? (Ride).

Aldo Seh, occhi ‘e merluzzo.

Carmine Volevo dire, bisogna conoscere la persona che aveva quegli occhi. Non si possono prendere occhi a caso, gli occhi hanno un’anima. Dietro ogni sguardo c’è sempre un cuore, un’intelligenza, una nobiltà.

Memoria Eh capito, amico bello! Non per niente, quello poi si mette gli occhi tuoi che puzzano di dopobarba al sandalo, o pover’ommo che se mette doje scarpe ‘o posto ‘e l’uocchie?

Aldo Uè finiscila con me!

Memoria Finiscila tu!

Ermanno Calma, calma. Jamme, vedimmo d’accuntentà nu poco ‘a chiste.

Aldo Altrimenti, ci sarebbe l’ultima possibilità.

Carmine Ma non erano tre?

Aldo Questa è quella di riserva, la più pratica ed economica …

Carmine Figurati.

Aldo ‘O cane!

Carmine Gli occhi di un cane?

Ermanno Che schifo!

Aldo No, un momento, si tratta di un cane accompagnatore.

Carmine Sarà anche un cane accompagnatore ma a me gli occhi di un cane mi fanno senso.

Aldo No, che avete capito? Non dovete pigliarvi solo gli occhi. V’ata piglià tutto ‘o cane.

Carmine E che me ne faccio? Dopo che gli ho tolto gli occhi m’o magno?

Aldo Ma perché gli vuole togliere gli occhi?

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(ATTO I – SCENE XIV-XV)

Ermanno Guardate, questo ve lo pulisce bene bene, ce leva tutte l’osse …

Aldo Ma che faccio ‘o macellaro? Ma statte zitto!

Carmine Oppure sapete che faccio? Dopo che gli ho tolto glòi occhi, gli metto le lenti scure, io me metto ‘na croce in petto e faccio l’accompagnatore del cane cieco (ride).

SCENA XVGelsomina, Memoria, Carmine, Ermanno, Aldo, Giuditta e Romina

Romina (Entrando in pasticceria in modo nervoso) Ermanno, non è venuto, perché?

Ermanno (Imbarazzato) Le avevo detto che sarei venuto io da lei quando tutto era pronto, non si ricorda?

Romina (Guardando gli altri) Salve!

Tutti Salve!

Romina Siccome uno dei tre alberghi ha avuto una prenotazione imprevista, deve anticipare il buffet.

Ermanno E va bene, mi lasci una mezza giornata di tempo, poi vengo all’Excelsior e ne parliamo.

Romina Eh no, Ermanno, io ne vorrei parlare prima se è possibile.

Ermanno (Confidenzialmente) Non è possibile, te ne devi andare.

Carmine Ah! Hai detto: “te ne devi andare”, le hai dato del tu, prima le davi il lei.

Ermanno Mi sarò confuso.

Carmine Quando ti sei confuso, adesso che le hai dato del tu o prima che le davi il lei?

Ermanno No, adesso che le ho dato il tu.

Carmine Ma perchè, non la conosci?

Ermanno No, non la conosco …

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(ATTO I– SCENA XV)

Carmine Peccato!

Ermanno (Occhiataccia di Romina) No, cioè … si … certo che la conosco … la signora Mirabella è una cliente. È l’organizzatrice dei ricevimenti degli alberghi più importanti di tutta Napoli.

Carmine La sua voce è molto suadente, calda, bella. Complimenti signora. Dev’essere anche una bella donna.

Aldo Uh bellissima (Giuditta gli dà un calcio) Ah!

Carmine Peccato che non la possa vedere, ma mi accontenterò di farlo attraverso gli occhi di Ermanno, i miei occhi.

Romina lancia ad Ermanno uno sguardo interrogativo. Ermanno le fa cenno di lasciar perdere. Romina allontana Ermanno con la mano e si avvicina a Carmine ma Memoria le si pone davanti.

Memoria (Con accento romanesco) A belli capelli! Ahò, a Mario. Questa, ‘a vedi a questa, questa fa ‘a vita sull’Appia Antica!

Romina (Con fare minaccioso) Non ho capito, che hai detto?

Carmine Non faccia caso a questo smemorato.

Romina Che hai detto?

Memoria (Mostrando i muscoli) So io nun te ricordi?

Romina (Alzando la voce e parlando con forte accento puteolano) Uè battilò! Che ce fa chisto ccà dinto? Luongo luongo comme sì, te piglio, t’avoto sotto e ‘ngoppa comme ‘a nu bottiglione! Te smerzo ‘a rinto e ‘a fora comme nu cazettino!

Ermanno Signora, ci vediamo più tardi?

Romina Silenzio!

Carmine Ma è arrivato pure l’autista della signora Mirabella?

Romina Quaccosa ‘a dicere? E vì sti quatte pile? Io te faccio a permanente, vibrione du colera!

Ermanno Signora Mirabella …

Romina Statte zitto mammina!

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(ATTO I– SCENE XV-XVI)

Ermanno (Imitandola) Silenzio!

Romina Bravo! (Riprendendo un tono normale) Problemi?

Ermanno Noo!

Romina Ermanno, te l’avevo detto. E questo non è niente. Ti aspetto all’Excelsior fra dieci minuti. Per l’ultima volta, non mancare! A tout leur (esce dal negozio continuando a parlare in puteolano) Io ce l’avevo ditto ca si me faceva ‘ncazzà, me trasformavo …

Aldo Ermà, ma questa è proprio la signora Mirabella?

Giuditta Ermà, io ti consiglio di non mancare.

Ermanno E chi manca.

Mamma (Voce dal megafono) Ermanno, avete deciso di farmi morire? A siringhino, sento le vene che mi scoppiano in testa.

Ermanno Giudì, vai tu a fa ‘a siringhino a mammina, io devo uscire, nun tengo tiempo (esce dal negozio).

Carmine Ermà, dove vai? Gelsomina, inseguilo. Ermà, io mi attaccherò a te come una zecca, finchè campo.

Giuditta Io vado a fare la siringhina a mammina (esce dalle scale).

Aldo Vai cara, vai.

Carmine Ermà, tu mi hai rubato gli occhi e adesso guarderai la vita per me. (Carmine, Gelsomina e Memoria escono dal negozio).

SCENA XVIAldo, Memoria e Rosa

Aldo Finalmente solo.

Memoria Finalmente … soli.

Aldo Ma tu non te ne sei andato?

Memoria Annamarì.

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(ATTO I– SCENA XVI)

Aldo Ma che Annamaria.

Memoria Piccerè.

Aldo Io sono un uomo.

Memoria Finalmente stiamo soli io e te.

Aldo Ma perché dici così?

Memoria Cicchete cicche.

Aldo Ma che cicchete e cicche.

Memoria Cicchete e cicche, facimmo cicche e ciacca, viani accà! Fatte abbraccià, piccerè! Fatte tuccà!

Aldo (Cercando di svincolarsi dall’abbraccio di Memoria) Uè! Come ti chiami?

Memoria (Con accento emiliano) Ermes, Ermes Goffrini di San Lazzaro, provinzia di Bologna, sorbole! Mo vieni a trovarmi a San Lazzaro; zè una piazza con un palazzo, al secondo piano zi abito io, al terzo piano zi sta Giovanni, Giovanni detto Napoli, lo conosci? Aspetto che ora lo chiamo. Giovanni! Vieni giù che c’è uno che ti vuole conoscere.

Aldo Nun dà retta a Giovanni, vattenne a casa.

Memoria (In napoletano volgare) Chi è? Che bbuò?

Aldo Che cosa è successo?

Memoria So Giuann’, m’è chiammato?

Aldo Marò, mò è sceso Giovanni.

Memoria M’è scetato a dint’o suonno, ma che bbuò? Ma chi sì?

Aldo Chi sì tu?

Memoria (In un improbabile cinese) Chang Chow Ping! Cinese. Joco poco ma joco, hoko hono, ping pong. Involtini plimavela? Uno? (Esce di scena)

Aldo Ma che specie ‘e personaggi che fa questo, e quanto so brutte! Giuditta! Giuditta? … Rosa! Vieni ad assaggiare la panna … tene e cosce secche secche. Quella Giuditta non può, ha il diabete, io sono sofferente di denti.

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(ATTO I– SCENA XIV)

Rosa entra dal laboratorio. Aldo raccoglie con il dito indice una striscia di panna e la fa leccare a Rosa, la quale esegue questa operazione con una malcelata lussuria.

Mamma (Voce dal megafono) Ermanno! Guai a te si ti fai impelagare da quella donnaccia. Ho saputo, sai che te la fai con la Mirabella. Non ti illudere, è troppo bella per te. Ma è possibile che voi uomini non vi rendiate conto che le donne sono tutte furbe. Non dovete guardarle solo con gli occhi, ma anche con la testa, altrimenti finirete male!

Lentamente le luci si abbassano ed, in controluce, le figure di Aldo e Rosa in procinto di baciarsi rimangono immobili. Cala il sipario.

FINE DEL PRIMO ATTO

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(ATTO II – SCENE I-II)

ATTO SECONDO

Stessa scena del primo atto. L’interno del negozio porta i segni di una attività cessata. Sui banconi e sulle vetrine ci sono delle lenzuola che coprono tutto.

SCENA IRosa ed Ermanno

Rosa (Spruzzando negli angoli l’insetticida) Signor Ermanno!

Ermanno (Voce da dentro) Che c’è?

Rosa Io lu veleno pe li topi ce l’ho messo, state attento a nun toccallo che è pericoloso, sa! Signor Ermanno!

Ermanno (Voce da dentro) Che vuoi?

Rosa La robba de li fornitori nun la porto in laboratorio, la lascio qua, tanto il negozio rimane chiuso, dico bene? Signor Ermanno!

Ermanno (Voce da dentro) Dici bene, dici bene.

Rosa La porta l’ho chiusa, l’insegna l’ho spenta. Allora torno dopo. Signor Ermanno!

Ermanno (Voce da dentro) Ma quando te ne vai?

Rosa Vado in farmacia a prendere l’insulina per la signora Assunta. Allora io esco pe la porta de dietro. (Fra sé) Mamma mia, me fa proprio ‘mpressione a vedè sta paccicceria senza manco un dorce. Me pare diventata nu camposanto. (Esce dal laboratorio).

SCENA IIErmanno e Romina

Ermanno (Entra con Romina dal retrobottega) Vieni Romì, vieni a vedè. Dopo anni di sacrifici, milioni e milioni in fumo. La pasticceria è diventata un ricovero, irriconoscibile, hai visto? Non facciamo più niente, nessuna torta, nessun dolce. I fornitori chiedono, domandano “Ma come mai state chiusi? Ci stanno le feste di Carnevale!”” ””E che posso fa – dico io – tengo a mammina che sta poco bene!”” Che dici, ho risposte bene, Romì? Io mi ero deciso a parlare di me e di te a mammina, poi è successo il fatto

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(ATTO II – SCENA II)

dei barboni e dobbiamo rimandare, che posso fare scusami tanto.

Romina Ma guarda che combinazione. Tu ti farai distruggere da quella donna. Non vedi che fine ha fatto tua sorella? Tua madre è una egoista!

Ermanno Ma è mia madre e non posso dimenticarlo.

Romina E io che cosa devo fare, secondo te?

Ermanno Secondo me dovresti aspettare …

Romina Dovrei aspettare?

Ermanno Dovresti avere pazienza.

Romina Devo avere pazienza?

Ermanno Un poco di calma …

Romina Un poco di calma?

Ermanno E come si dice? Prima bisogna risolvere questa storia dei barboni

Romina Allora chiama l’avvocato.

Ermanno Ma quale avvocato? Le cornee sono sue, a quanto pare. Cose mobili ed asportabili! Si va in galera!

Romina Allora non hai speranze perché tu quel pezzente non te lo levi più di torno.

Ermanno Ma chi te l’ha detto?

Romina E già, ha trovato il pollo. + un mese che il negozio è chiuso. Quento pensi di resistere, eh? Quanto pensi di tenere ancora nascosta questa situazione a mammina? (Attende una risposta da Ermanno che però non arriva) Allora non capisci? Pure io non posso aspettare!

Ermanno Addirittura non puoi aspettare? (Indicando le scale) Quanto tempo pensi che potrà vivere quella povera donna?

Romina Ma io non posso aspettare la morte di una persona …

Ermanno Eehh!

Romina … per stare con l’uomo … che amo. (Ermanno le va incontro) Baciami!

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(ATTO II – SCENA II)

Ermanno (Romina tenta di baciarlo) Non ce la faccio, ci sta mammina sopra!

Romina Non c’è più tempo!

Ermanno Che esagerazione, non c’è più tempo! Neanche fossi incinta. (Romina si accende una sigaretta) Hai capito che ho detto? Neanche fossi incinta … Romì, ma perché non mi rispondi? … M non sarai mica … veramente …

Romina E perché no?

Ermanno Aspetta, che è capito?

Tutti Incinta!

Ermanno Oh Dio mio! Ma com’è possibile? Tutte ‘e cose assieme! E mo come la risolviamo sta situazione? Aiutami, come facciamo, Romì?

Romina Sei un uomo come gli altri …

Ermanno Ah si?

Romina … anche se tua madre non te lo ha mai lasciato capire.

Ermanno E che pozzo fa? (Si schiaffeggia, batte un pugno sulla ringhiera delle scale, giunge le mani in preghiera, poi prende coraggio) E quando sarebbe successa questa cosa? Rispondimi! Guardame … int’all’uocchie … nun te … mettere … a … paura.

Romina (Con accento puteolano, spegnendo la sigaretta) Che rè? Che rè? Comme quanno sarebbe succiso? Nun t’arricuorde?

Ermanno No … io me lo ricordo benissimo. Ho fatto un po’ la voce a trappola per vedere se tu te lo ricordavi …

Romina Statte zitto! (Batte con violenza le punta delle dita sulla spalla di Ermanno che accusa il dolore) Jeje m’o ricordo benissimo! Tune none, jeje sine, tune none, jeje sine, tene ...

Ermanno None ... nono ... nun ‘o saccio fà, Romì!

Romina E succieso in cloanica.

Ermanno Non ho capito, dove è successo?

Romina In clinica.

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(ATTO II – SCENE II-III)

Ermanno In clinica? La notte di Natale? P’ammore ‘e Dio … se mammina viene a sapere una cosa del genere, lascia tutto a mia sorella.

Romina Tu dici?

Ermanno E comme! Dobbiamo tenere nascosta questa cosa.

Romina E comme se fa? ‘A panza, a faccio scomparè?

Ermanno Oddio, è vero, (imitando l’accento di Romina) ‘a panza, nun se po fa scumparè!

SCENA IIIErmanno, Romina, Giuditta, Aldo, Carmine, Memoria e Gelsomina

Si sente gridare da dentro. Ermanno si nasconde dietro le scale.

Giuditta (Entra dal laboratorio) Ermanno! Ermanno! Senti Ermà, vedi quello che devi fare (Batte con violenza le punta delle dita sullo stesso punto della spalla di Ermanno) …

Ermanno Ah, ‘o stesso posto!

Giuditta … perché io non posso campare con questi tre vagabondi in mezzo ai piedi. Volevo fare un poco di shopping, ero priva di entrare nei negozi che mi seguivano. (Dal laboratorio entrano Aldo, Carmine, Memoria e Gelsomina) Non potevo certo raccontare ai commercianti che lui c’ha gli occhi di mio fratello.

Carmine Per la verità è tuo fratello che ha i miei occhi.

Giuditta Si vabbè, io mò non voglio sottilizzà …

Carmine So duie uocchie … sottilizzare.

Giuditta Io so soltanto che bisogna provvedere in qualche modo.

Carmine Senti Giudì, a me questo tono polemico non mi piace proprio, lo sai? Tu ti devi convincere: io ormai faccio parte della famiglia.

Aldo Io capisco che volete entrare a far parte della famiglia …

Ermanno Ma che capisci? Capisci …

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(ATTO II – SCENA III)

Aldo Nun capisco?

Ermanno Ci mancavano sulo ‘e tre caballeros!

Giuditta Ermà, qua la situazione si è fatta insostenibile. Lo sai che la gente si girava a guardare per strada per capire se ero io che puzzavo?

Ermanno E per forza, tra l’odore di Gelsomina e la puzza di dopobarba.

Aldo Uè, non offendere.

Giuditta Aldo mi ama e me lo voglio sposare! Quindi, vedi che devi fare cu’ sti tre barboni perché io non posso andare a un matrimonio con il negozio chiuso da un mese e cu’ stu fieto appriesso!

Carmine Posso parlare? Avete finito di litigare? Io un’idea l’ho maturata …

Aldo E sentiamo di che si tratta.

Mamma (Voce dal megafono) Ermanno! Ho un calo di zuccheri.

Ermanno (Al microfono) Pure io mammina.

Mamma (Voce dal megafono) E mangiamoci ‘na torta.

Ermanno (Al microfono) Non li puoi avere i dolci, mammina. Passo e chiudo!

Mamma (Voce dal megafono) Sei cattivo.

Memoria Capo, a me nu cappuccino e due brioches.

Carmine Allora. Ermanno, tu sei destinato a portare per qualche tempo i miei occhi …

Ermanno Per qualche tempo? Per sempre! Abbiamo anche chiesto a un medico, pur volendo non potrei affrontare un’altra operazione.

Carmine Si, ma puoi morire da un momento all’altro e restituirmi ciò che mi spetta.

Ermanno Ma perché dovrei morire?

Carmine Perché non puoi certo vivere in eterno. Oltretutto fai una vita stressante, l’infarto è dietro l’angolo e quindi non ti mollo, ti sto attaccato e veglio sulla salute dei miei occhi così, se tu eventualmente decidessi di lasciare il mondo prematuramente, io sono pronto a riprendermi ciò che mi spetta.

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(ATTO II – SCENA III)

Ermanno (A Giuditta) Insomma ‘na specie ‘e morte ‘ncoppa ‘a noce d’o cuollo!

Aldo (Ridendo) Ermà, come si dice: t’ha miso l’uocchie ‘n’cuollo!

Ermanno Aldo, per favore.

Carmine Finchè questo non avviene, tu devi mantenere me e i miei due amici. Però ci sono delle condizioni da rispettare. Prima condizione: Ermà, tu e Romina non vi dovete lasciare.

Romina Scusi, ma a lei cosa gliene frega?

Carmine Perché Ermanno ha gli occhi miei. Già fa una vita molto triste, monotona, piatta, scialba, pesante …

Ermanno Scusate, qualche altra cosa?

Carmine Ermà, sei un uomo pesante.

Ermanno Ma chi ve lo ha detto che sono pesante?

Carmine Si sa, sei famoso, tu esci pure sulle parole crociate: uno pesante? Ermanno Bellavista! (Ridono tutti tranne Ermanno e Romina) Scusate, è il talento comico che prorompe.

Romina Ma a lei che gliene importa della vita che fa Ermanno?

Carmine Come a me che me importa? Ermanno ha i miei occhi? Se fa una vita squallida me li rovina.

Ermanno Ve li sciupo.

Carmine Si, li devi tenere in allenamento guardando le cose belle, le persone che mi piacciono … e a me Romina … mi piace.

Ermanno Questa è una presa di posizione, però!

Carmine E perché?

Ermanno Perché se voi non ci vedete, come fate a dire che Romina è una bella donna?

Aldo Pecchè ‘a bellezza ‘e ‘na femmina fa turnà ‘a vista ‘e cecate! (Ride)

Carmine Che battuta squallida!

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(ATTO II – SCENE III-IV)

Gelsomina (Colta da una crisi di gelosia, piange strillando in dialetto emiliano) Ha ditt che le piaze chel là, si, el ha ditt che le piaze chel là. Disgrazià! (Si lancia verso Romina) Te, te sei ‘na strega, te! Serpe schifosa!

Carmine Mo basta, jà!

Gelsomina (A Carmine) Te, te sei un vigliacco, te, si te. Perché me, a te, t’ha sempre volù bene, me t’ha sempre volù bene. Ma io m’ammasso, mi m’ammasso … io mi ammazzo, si! (Esce dal laboratorio).

SCENA IVErmanno, Romina, Giuditta, Aldo, Carmine, Memoria e Rosa

Carmine E’ ‘na femmena!

Memoria (Con accento romanesco) Stop! Bona ‘a prima, famo ‘a seconda!

Giuditta Ma che famo ‘a seconda? Quella ha detto che si ammazza! Fermiamola!

Confusione generale dove ognuno invita gli altri a correre per fermare Gelsomina.

Romina Io non posso correre, sono incinta!

Ermanno Statte zitta!

Romina Sono incinta!

Giuditta Pure tu?

Romina Ma perché, pure tu?

Rosa (Entrando in scena) E pure io!

Aldo Pure tu?

Memoria E pure io!

Ermanno Pure voi?

Aldo No, io no!

Memoria Sì sicuro, Annamarì?

Giuditta Io invece veramente sono incinta e mi voglio sposare con Aldo.

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(ATTO II – SCENA IV)

Ermanno Fatti sentire da nostra madre … (A Rosa) va a parte ‘e dinto tu, muoviti! (Rosa entra in laboratorio. A Giuditta) e vedrai se non cancellerà il tuo nome dal testamento.

Giuditta A me non me ne importa niente dei soldi!

Aldo No, no, oh, oh, oh!

Carmine LA rivolta del dopobarba.

Aldo Ermà, non è giusto che tua sorella non possa avere una vita felice.

Ermanno Hai paura di perdere i soldi, eh? Sposati a mia sorella senza soldi!

Giuditta E che si credi che si mette paura? Aldo diglielo che mi sposi.

Carmine (Attendendo una risposta di Aldo che non arriva) Possibilmente la risposta in giornata.

Aldo Ho fatto si con la testa. Certo, certo che me la sposo, ma qualunque sia il problema, si può risolvere.

Memoria Obiezione accolta!

Carmine Zitto, famme sentì che è ‘na bella puntata.

Ermanno Il problema sei tu, nostra madre non si fida di te.

Aldo Ma se nemmeno mi conosce.

Ermanno E nemmeno io mi fido.

Memoria Obiezione respinta!

Giuditta Ma io lo amo.

Carmine Certo ce vò ‘o stomaco Giudì.

Giuditta Pure tu sei innamorato di Romina e nostra madre ti contrasta.

Ermanno Ma quando mai.

Romina (Con violenza ad Ermanno) N’ata vota mò?

Ermanno Aspetta, voglio prima cercà di convincere a mammina.

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(ATTO II – SCENA IV)

Romina E quanto tempo credi ci vorrà per convincere mammina?

Ermanno Il tempo giusto.

Romina E intanto io che faccio mentre tu aspetti le decisioni di mammina?

Carmine Starai con me, Romina.

Romina Ah, bene, si arricchisce la prospettiva. Io, tu, mammina …

Giuditta … Carmine. Io vi vengo a trovare la domenica.

Romina Fammi capire Carmine, e tu che pretenderesti?

Carmine Io? Di partecipare.

Ermanno A che cosa?

Carmine Al nostro rapporto, staremo insieme Ermà, a turno. Staremo con Romina una volta con gli occhi e una volta col cuore. Tu sarai gli occhi, io il cuore … Ermà, credimi, ti faccio fa ‘nu figurone.

Ermanno Ma voi che volete da me? Basta! Io non ce la faccio più con questi occhi!

Romina Ma lascialo perdere, non vedi che è pazzo.

Carmine Sono pazzo? Cara Romina, io sono l’unica speranza che hai tu per sposare Ermanno. Grazie a me lui rinuncerà a mammina. Anzi, riflettevo, ma tu, il figlio, lo vuoi?

Romina E certo che lo voglio.

Carmine Ermà, e tu che dici?

Ermanno A me chi me lo dice che il figlio è mio?

Carmine Oh, mio Dio, no, che squallore, che tristezza. Una bella donna ti sta facendo credere che il figlio che porta in grembo è tuo … e tu rifiuti di riconoscerlo?

Romina (Battendo con forza sulla spalla di Carmine) Uè Titò!

Carmine Quando arriva l’autista so sempe mazzate!

Romina Non glielo sto facendo credere, è la verità!

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(ATTO II – SCENA IV)

Carmine Per quanto ti apprezzi, per quanto ti voglia bene, per quanto ti stimi, non posso credere che Ermanno sia stato capace di fare una cosa del genere.

Giuditta Pure a me mi pare impossibile.

Romina E invece è possibilissimo! È successo la notte di Natale.

Aldo Ah, allora è un miracolo!

Carmine Mi hai rubato la battuta.

Romina Questo almeno te lo ricordi, Ermà?

Ermanno Io stavo male, avevo le bende agli occhi.

Carmine Ermanno aveva già i miei occhi? Allora, Ermà, si tratta certamente di nostro figlio, puoi stare tranquillo.

Ermanno Ma smettetela! Voi vi siete messi tutti d’accordo per prendervi i soldi miei!

Giuditta I soldi non sono tuoi, sono di nostra madre.

Ermanno Ma tu non li avrai perché sei incinta e nostra madre cancellerà il tuo nome dal testamento.

Aldo No, no, no, no e no! (Batte il pugno sulla ringhiera delle scale)

Carmine Doppio sandalo la vendetta! Vai così!

Memoria La parola alla difesa.

Aldo Giuditta si può liberare di una gravidanza scomoda.

Giuditta Che hai detto?

Aldo Dico che se il problema è il bambino … siamo sempre in tempo per porre rimedio.

Giuditta Buttare via il frutto del nostro amore per i soldi?

Aldo Ma si può sempre rifare.

Giuditta (Dandogli uno schiaffo) E che d’è, ‘na sfogliatella?

Ermanno Avete visto, signori? Non la ama!

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(ATTO II – SCENE IV-V)

Giuditta Pure a te nostra madre ti toglierà dal testamento. Te lo ha sempre detto che non la può vedere nemmeno pittata a Romina, figurati adesso che è incinta.

Romina Un momento! È questo il problema? Sono disposta a rinunciare al bambino!

Carmine No, questo non lo puoi fare, cara Romina. Io vi denuncio. Il bambino o la bambina che nascerà potrebbe avere i miei occhi.

Memoria La corte si ritira per deliberare. Scusate dov’è il bagno?

Ermanno In fondo a destra. (Memoria esce)

SCENA VErmanno, Romina, Giuditta, Aldo, Carmine e Memoria

Mamma (Voce dal megafono) Ermanno! Sto male. Mi avete abbandonato. Chiamate il notaio, vi cancello dal testamento, non meritate i miei soldi, voi, tu e quella sconsiderata di tua sorella. Non amate vostra madre, voi.

Carmine Ma è possibile che siate tutti così ciechi? Affrontate vostra madre, vi si allargheranno gli orizzonti. Volevate ammazzare il futuro? … Ammazzate lei piuttosto!

Silenzio generale. Tutti si guardano negli occhi. Ermanno rimane fermo mentre gli altri si allontanano da lui. Entra Memoria.

Ermanno Ma … non stare mica pensando … veramente …

Carmine State finalmente cominciando a vedere. Il piano è questo …

Memoria Questa è la chitarra …

Carmine … e chisto è ‘o mandolino! Abbiamo fatto ‘o concertino, Memò. Ma te staie zitto pè favore? Non è il momento di giocare. Io faccio tanto per creare la tensione, arriva lui e mi distrugge tutto. M’avesse sentito fare le battute, dice “Quello fa le battute”, ma insomma, non è possibile …

Aldo Carmine! Basta! Si è mortificato.

Memoria E fallo senza ‘a chitarra! Tu che bbuò!

Carmine Dicevo: il piano è questo. Dunque, bisogna fare le cose in modo che …

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(ATTO II – SCENA V)

ovviamente se deciderete di farlo, nell’ipotesi che decidiate di farlo … bisogna farle in modo che la polizia non possa scoprire il delitto.

Ermanno Ma voi avete sentito?

Aldo E che avrà detto mai?

Ermanno Ma come? Quello ha detto proprio “delitto”!

Aldo Si, ma prima di dire “delitto”, ha detto “ipotesi”.

Carmine E’ solo un’ipotesi. Poi sarete liberi di agire o non agire. Io vi sto solo prospettando la maniera migliore per liberarvi della vecchia senza essere scoperti.

Ermanno No, non la dovete chiamare vecchia!

Carmine E come la devo chiamare, Pupatella, secondo te? Come la devo chiamare, Gianburrasca, Pollicino, comme l’aggia chiammà? Teenagers, Heidi, la Piccola Fiammiferaia …

Aldo Carmine, chiamiamola anziana.

Carmine Non esiste proprio, non è giusto nei confronti degli anziani.

Aldo Vabbè, non fa niente, mi assumo io la responsabilità.

Carmine Vabbè. Dunque noi sappiamo che … l’anziana (muove la mano) ….

Ermanno No, no, vi dovete stare fermo con la mano.

Carmine Ma è un piccolo gesto, una sottolineatura.

Aldo E non lo fate!

Carmine Non sappiamo che … l’anziana (muove l’altra mano) …

Ermanno No, no, vi dovete stare fermo anche con l’altra mano!

Carmine Mamma mia come siete fiscali.

Aldo E statevi fermo.

Carmine Noi sappiamo che … l’anziana (muove la testa) …

Ermanno No, no, vi dovete stare fermo pure con la testa!

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(ATTO II – SCENA V)

Aldo E statevi fermo!

Carmine Noi sappiamo che … l’anziana (muove la gamba dietro il bancone) …

Aldo Bene così.

Carmine Ho mosso la gamba e non ve ne siete accorti.

Aldo E non s’è visto.

Carmine E’ più forte di me, che devo fa? Dunque, noi sappiamo che … chella … là è gravemente ammalata, signori, qua si parla di diabete e pressione altissima. Le piacciono i dolci ma le sono vietati. Questa volta facciamo un’eccezione, mandiamole non un dolce ma una torta intera, in maniera che, quando se la mangia, l’afflusso immediato ed improvviso degli zuccheri nelle sue arterie deteriorate dalla malattia farà il suo effetto deflagrante.

Aldo ‘A vecchia fa ‘a botta!

Memoria (Imita i botti di fine anno) Buon anno! Buon anno! (Sale sulle scale e mima il lancio di oggetti)

Carmine Silenzio!

Ermanno Uè, ma che staie menanno ‘a coppa ‘a bascio?

Memoria Nun fa niente, è Capodanno!

Aldo Ermà. Scusaci, ci siamo lasciati trasportare dall’ipotesi.

Ermanno Scusate, ma state sempre vagliando?

Carmine Per il momento si.

Romina Posso vagliare anch’io?

Carmine Oddio, basta che non vaglia l’autista.

Romina E se la signora Assuntina non mangia la torta?

Giuditta Chi mammina? Chella se magna ‘na torta ‘e tre piani.

Ermanno Giuditta!

Giuditta Nell’ipotesi che …

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(ATTO II – SCENA V)

Carmine Allora il problema non sussiste.

Romina Sussiste, scusatemi. A me non sembra un metodo sicuro. Si può sempre salvare.

Ermanno Si po’ nun tene appetito?

Carmine Giusto, giusto, ha ragione Romina, si può sempre salvare. Ma io ho pensato anche a questo, la torta da sola non basta. Signori, bisogna aggiungere alla torta, ovviamente nell’impasto … lo so, è una parola forte …

Aldo Impasto? E che sarà mai?

Carmine Ti pare mai possibile che “impasto” è la parola forte? Io capisco che il dopobarba ti è andato in testa, ma dove sta la forza nella parola “impasto”? se tu mi dai il tempo di dirla la parola forte, saprete qual è la parola forte, ma se uno in questa pasticceria è privo di prendersi una pausa che arriva uno che s’appizza a dinto continuamente allora ditelo, mettete il divieto di pausa così quando uno parla, parla come una macchinetta e non si ferma più …

Aldo Ma quando la fa una pausa questo che parla sempre?

Carmine Chiedo scusa, dicevo, bisogna aggiungere nell’impasto … il veleno!

Aldo Questa è la parola forte?

Carmine Si te pare debole?

Giuditta Forte è forte!

Romina (Con accento puteolano) ‘O bbeleno?

Memoria ‘O bbeleno?

Giuditta ‘O bbeleno?

Ermanno ‘O bbeleno?

Romina Pur volendo, addò ‘o pigliammo ‘o bbeleno?

Memoria ‘O bbeleno?

Giuditta Addò ‘o pigliammo

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(ATTO II – SCENA V)

Ermanno Pur volendo?

Carmine Ma vi pare questo il momento di mettervi a cantare?

Aldo No, non stiamo cantando, ci stiamo ponendo una domanda … pur volendo …

Carmine Questo l’ho capito.

Aldo … dove lo prendiamo …

Carmine Anche questo l’ho capito.

Aldo … ‘o bbeleno.

Carmine Questo non ho capito. Che cos’è questo bbeleno?

Aldo Non ne ho idea.

Romina Il veleno!

Carmine Sarebbe il veleno nella lingua dell’autista. Signori, ho la risposta anche per questo. Direte: ma tu tutte queste risposte quando le hai pensate? Dal primo istente che ho sentito quella voce nel grammofono è stato per me come una coltellata! Perché quella non è una voce normale, non è un grammofono, quella è peggio della cervicale nei mesi autunnali quando ti senti uno spillone dietro alla nuca che ti entra nella vertebra e ti arriva una scossa elettrica … è peggio del gessetto sulla lavagna quando il maestro sbagliava a scrivere e sgarrava … quella è peggio del vostro vicino di casa quando, alla domenica mattina, ci vogliamo fare un’oretta di sonno in più ma non è possibile perché il vicino di casa ha deciso che quella è l’ora del bricolage e se mette co’ seghetto, ‘o martelletto e ‘o blackandecker e tic-tic-tic e gniau, tic-tic-tic e gniau, tic-tic-tic e gniau …

Aldo Carmine!

Carmine Non so se ho reso l’idea.

Aldo Perfettamente.

Carmine Dove pigliamo il veleno? Voi siete pasticcieri? Che cosa ci mettete negli impasti per fare i dolci oltre le solite cose? Che saccio … le uova … che saccio … ‘o zucchero … che saccio … ‘a farina … cha saccio … ‘a noce e burro …

Aldo Che saccio, che saccio, ‘e ssape tutte quante!

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(ATTO II – SCENA V)

Carmine C’è una sostanza che presa in dose eccessiva risulterebbe mortale …

Ermanno L’ammoniaca!

Carmine L’ha detto!

Ermanno Ma perché, si è sentito?

Carmine Ha detto “ammoniaca” e ha centrato il problema. Signori, prima domanda: normalmente nell’impasto, quanta ammoniaca si mette?

Ermanno Trenta grammi ogni venti chili d’impasto è il dosaggio massimo.

Carmine Benissimo. Prima risposta: trenta grammi per venti chili. Quanto peserà la torta che va a mammina?

Giuditta Due chili, due chili e mezzo.

Carmine Facciamo due chili. Se in venti chili ci vanno trenta grammi , in due chili quanti ce ne vanno?

Aldo Eh … ma è difficile.

Ermanno Aspè, piglia carta e penna.

Carmine Ma che stamm’ ‘a scola? È così semplice: tre grammi! Noi facciamo tre etti e mezzo e ci leviamo il pensiero.

Ermanno No, no, che cosa.

Aldo Ha ragione, facciamo mezzo chilo e non ci pensiamo più!

Ermanno Ma voi siete pazzi!

Carmine Ha ragione Ermanno, mezzo chilo è troppo, costa cara l’ammoniaca.

Aldo E qual è il problema? Offro io, non ti preoccupare.

Carmine E abbondiamo, abbondandis. Signori, in questo modo noi avremo creato la torta più potente ed efficace per il nostro scopo: eliminare …

Aldo L’anziana …

Carmine … l’anziana … senza essere scoperti.

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(ATTO II – SCENA VI)

SCENA VIErmanno, Romina, Giuditta, Aldo, Carmine e Memoria

Ermanno Aspettate un momento, aspettate … dopo non ci possiamo pensare più a sta cosa.

Carmine In che senso?

Ermanno Stamme facenno buono?

Carmine Stiamo vagliano.

Ermanno No, no … aspettate nu mumento … dateme nu bacetto (riceve un bacio sulla guancia da Giuditta, da Romina, da Aldo e da Carmine) … no, Carmine no …io nun ‘a vulesse fa suffrì a mammina.

Giuditta Che sensibilità.

Carmine Che commozione. Io quando sento queste cose mi si spacca il cuore … ah, l’amore di un figlio … ho pensato anche a questo, mammina non deve soffrire. Come si fa a non far soffrire mammina? Lo so io, lo! Voi direte: ma tu come sai tutte ste cose?

Aldo Per carità, non cominciate un’altra volta.

Carmine Perché mammina non soffra, occorre un potente (a denti stretti) licenogeno.

Aldo Che cosa?

Ermanno Che ha detto?

Carmine Ma non avete capito? E voi sareste da complotto? Un potente (a denti stretti) licenogeno.

Ermanno Ma scusate, aprite la bocca.

Carmine E allora ‘o complotto comme ‘o facimmo? Un allucinogeno, una droga, così che sotto l’effetto della droga la nostra cara donna Assunta non acvvertiràò la paura, insomma la sensazione della morte e se ne andrà in cielo trotterellando, trainata da bighe di cavalli …

Aldo Ma che state dicendo? Abbiamo capito, se ne andrà.

Carmine Non se ne accorgerà neanche. La vostra domanda è: dove la prendiamo la droga?

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(ATTO II – SCENA VI)

Aldo Mò si fa le domande da solo.

Carmine La droga? Ce l’ho io! E uno, e due, e voilà (estrae un pacchetto di cellophane con polvere bianca dai pantaloni. Tutti strillano)

Ermanno Chiurimmo ‘a porta, chiurimm’e porte!

Giuditta Che paura!

Carmine Che è successo, che è stato? Che avete visto?

Ermanno Quel coso.

Carmine Ermà, lo vedi che cosa ho in mano? Che cos’è?

Ermanno Un pacchetto.

Carmine Grazie che p un pacchetto, ma di che cosa è fatto, Romì?

Romina Di cellophane.

Carmine Giudì, di che colore è?

Giuditta E’ bianco.

Carmine E quindi? Aldo, che ci sta qua dentro?

Aldo E perché a me la domanda più difficile, scusate?

Carmine Sentite, mò mi metto d’accordo con mammina e faccio fuori a voi, ma a me che me importa, è fatica sprecata, questa, signori … e v’aggio fatto stu regalo … questa è Concaina!

Aldo Concaina?

Ermanno E che è sta roba?

Carmine Ma andate a scuola! Questa è la droga dei ricchi, si piglia una centomila lire, si arrotola, si ficca nel naso, è la neve bianca …

Aldo Ah, ho capito! Ma che concaina, cocaina!

Ermanno Zitto! Allocca ccà fora “Cocaina fresca!”

Carmine Sshh, non urlare! Questa ce l’aveva addosso Memoria: è concaina. Memò, addò l’è pigliata?

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(ATTO II – SCENA VI)

Memoria E’ concaina, questa è siciliana, viene dalla Conca d’oro.

Carmine Ma a proposito, una torta ce l’abbiamo o dobbiamo andare dal pasticciere qua vicino e dire: “Scusate, ci date una torta che dobbiamo ammazzare a mammina?”

Ermanno Ci sarebbe la torta caprese della signora Piromallo.

Carmine Benissimo! E sulla caprese ci va lo zucchero a velo?

Ermanno Uh, a murì! (Si mette le mani davanti alla bocca)

Aldo Questa è bellissima.

Carmine Noi la mettiamo a mò di zucchero a velo e mammina non se ne accorge. Però bisognerebbe sentire se è ancora efficace. Allora bisogna assaggiare questa cocaina, per vedere se ha conservato le sue proprietà allucinogene. Allora, chi l’assaggia?

Aldo Ermanno, assaggiala tu.

Ermanno No, io tengo il diabete, mi fa male.

Aldo Ma quella è droga, mica è zucchero.

Ermanno Sempre roba bianca è!

Carmine Allora, chi l’assaggia?

Aldo Giudì, assaggia un po’ questa droga.

Giuditta Ma come, io sono incinta e mi fai assaggiare la droga?

Carmine Ma tu sei incinta di Aldo? Quello ti ha messa incinta sotto l’effetto di quel dopobarba e ti metti paura della droga? Pensate a quella povera creatura quando nascerà direttamente con i sandali ai piedi. Allora, chi assaggia? Romina non può perché ci sta l’autista che si innervosisce … (imitando l’accento puteolano) la concaina! Aldo, non rimani che tu.

Aldo Se non ci fossi io qua vorrei vedere …

Ermanno Aldo, aspetta, mettiti qua sotto la luce. Giudì tu mettiti alla sua sinistra, Romì tu alla sua destra ed io un po’ più indietro.

Aldo Che dobbiamo fare il presepe?

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(ATTO II – SCENA VI)

Ermanno Fai presto, presto.

Aldo Presto presto no, che mi metti ansia.

Carmine Con calma, non ansiatevi, disansiatevi.

Aldo Senti? Distanziatevi.

Carmine No, non distanziatevi, disansiatevi.

Aldo Disansiamoci?

Carmine Cioè senz’ansia, senz’anzè, senz’anziè!

Aldo taglia il pacchetto con la forbice. Tutti strillano.

Ermanno Maronna, Maronna, c’ha combinato, l’ha tagliata! Mannaggia.

Carmine Hai rovinato tutto, non la dovevi tagliare, è già tagliata! Mò è diventata acqua fresca.

Aldo Ma che cosa? Ho tagliato la bustam se no come la provo? La provavo chiusa? Quello è mio cognato che non capisce più niente. Mò che facevo, mi mettevo tutta la busta dentro il naso?

Carmine Io capisco che c’ha il naso deforme.

Aldo Chi c’ha il naso deforme?

Carmine A cassonetto. Ce mette tutta la busta dentro e lo chiude.

Ermanno (Aldo prende un po’ di cocaina col dito mignolo) Uh! Se l’è messa sul polpastrello!

Aldo Mò m’ha metto ‘ncapa, che dici?

Carmine E su quale dito l’ha messa?

Aldo Sul mignolo.

Carmine ‘O sapevo, ha ‘nguaiato tutta ‘a cocaina.

Aldo Ma perché?

Carmine Tu c’avrai uno di quei diti mignoli con l’unghia lunga.

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(ATTO II – SCENA VI)

Aldo Non ce l’ho l’unghia lunga.

Carmine E perché?

Aldo S’è spezzata.

Ermanno Fai presto.

Aldo No, non mi mettere fretta che io già non ne capisco di queste cose.

Carmine Disaffrettatevi, defrettatevi, non affrettatevi. Inala, inala, inala …

Aldo No, inalala, inalala semmai.

Carmine Inala, inala, cocaìnala, concaìnala la concaina …

Aldo No, si dice inalala …

Carmine … io la concaino, tu la concaini, voce del verbo concainalare …

Ermanno Scusate, scusate nu mumento. Ma quando uno si droga è accussì complicato?

Carmine E’ la droga dei ricchi …

Ermanno (A Giuditta) Ora ho capito perché la polizia li prende sempre con la roba in mano. (Aldo preleva una quantità spropositata di cocaina col dito, poi sniffa violentemente.) Aldo, com’è? Insipida?

Aldo Si, hai ragione, ce vò ‘nu pizzico ‘e sale!

Carmine Fai parlare a me che ne capisco. Aldo, descrivimi i sintomi. Come ti senti?

Aldo Niente, è sfiatata.

Carmine Ma che sfiatata, la concaina, per fare effetto, deve arrivare al cervello.

Aldo Ah, dite che ci vuole tempo?

Carmine Ci vuole il cervello! Basta, non ti agitare. Muovi un po’ la testa di qua e di là, prima in senso orario e poi antiorario …

Aldo Fa più effetto?

Carmine Vedrai che la concaina, volando nel cranio vuoto, trova attaccato alle

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(ATTO II – SCENE VI-VII)

pareti del cranio qualche pezzettino ‘e cervelluzzo e fa qualche effetto …

Aldo E’ inutile che facite ‘o spiritoso, non è buona sta cosa.

Carmine Vai al cuore del pacchetto. Prendine un po’ di più, vai! (Aldo ne preleva una quantità enorme).

Giuditta Ehh, ma quanta ne pigli?

Ermanno Se si deve provare, si deve provare abbondante. (Si copre la faccia con un fazzoletto).

Aldo Chist’ato s’è miso ‘a maschera antigas. (Respira in maniera possente).

Carmine Ma che s’adda vuttà sott’acqua?

Aldo Eh no, un po’ d’iperventilazione aiuta. (Sniffa violentemente più volte) No, non è buona!

Ermanno Sentite, sta cosa è scaduta.

Carmine mammina adda suffrì! Ammoniaca, caprese Piromallo, fate portare immediatamente! Chiamare Rosa! Chiamare Rosa!

Ermanno No, Rosa no! Ce manna ‘n galera!

Carmine Ma che fa ‘o poliziotto? Ma non se ne accorge. Quando arriva siate naturali.

SCENA VIIErmanno, Romina, Giuditta, Aldo, Carmine, Memoria e Rosa

Aldo (Urlando esageratamente) Roosa!

Carmine Ma che è succieso?

Aldo (Con un tremore che diventa una specie di convulsione) Jaa! È essa! Purissima!

Memoria Purissima! Altissima! Lievissima!

Rosa (Entrando dal laboratorio) Dite. Che è successo? M’avete chiamata?

Aldo Roosa!

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(ATTO II – SCENE VII-VIII)

Ermanno (Ad Aldo) Fatte purtà ‘a torta!

Aldo Fatte purtà ‘a porta!

Ermanno Fatte purtà ‘a torta!

Aldo S’adda purtà ‘a corta!

Ermanno ‘A torta caprese!

Aldo ‘A torta caprese!

Ermanno ‘A torta caprese!

Aldo ‘A torta caprette!

Ermanno Piromallo!

Aldo Piromallo!

Ermanno Piromallo! Piromallo!

Aldo (Cantando) Piromallo quant’è bello, spira tanto sentimento …

Giuditta Rosa, porta ‘a torta caprese d’a Piromallo e ‘a buccetta d’ammoniaca.

Rosa Ma l’ammoniaca già ci sta nella torta.

Giuditta Ce ne vuole di più, se no se ne scende.

Rosa So incinta pure io! Alla faccia vostra. (Entra in laboratorio).

Ermanno Memo male ca chesta è scema.

Memoria (Canta ballando abbracciato ad Aldo) Tu, torta, torta tu, torta caprese …

SCENA VIIIErmanno, Romina, Giuditta, Aldo, Carmine, Memoria, Gelsomina e Rosa

Gelsomina (Entra dal laboratorio) Iaia so vaiva, iaia so vaiva.

Carmine Sei viva? E mò t’acciro io!

Mamma (Voce dal megafono) Ermanno! Ma cos’è una congiura?

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(ATTO II – SCENA VIII)

Ermanno S’è accorta ‘e tutte cose!

Mamma (Voce dal megafono) Ho telefonato al notaio, verrà domani. Vergogna, figli snaturati!

Rosa (Entra dal laboratorio con una torta in mano) Ecco qua. (Rientra in laboratorio).

Mamma (Voce dal megafono) Vi pentirete di tutto quello che mi fate passare, non smetterò di pregare il Signore che vi mandi una bella malattia che vi costringa a stare infermi nel letto, come ci sto io. (Aldo rovescia tutto il contenuto della boccetta di ammoniaca sulla torta)

Giuditta Rosa, porta sta torta a mammina!

Ermanno Aspettate cu sta torta!

Mamma (Voce dal megafono) Chiamatemi il notaio, ora! Ho deciso, toglierò i vostri nomi dal testamento. (Aldo rovescia tutto il contenuto della busta di cocaina sulla torta)

Ermanno Facite ambresso cu sta torta!

Carmine Signori, è giunto il momento di decidere se passare o meno dalle ipotesi ai fatti. Ermà, l’ultima parola spetta a te. Allora? (Passa la torta a Gelsomina).

Gelsomina Allora? (Passa la torta ad Aldo).

Aldo Allora? (Passa la torta a Giuditta).

Giuditta Allora? (Passa la torta a Romina).

Romina Allora? (Passa la torta ad Ermanno).

Memoria (Con accento emiliano) Saranno le zinque, le zinque e mezzo.

Rosa (Entra dal laboratorio) Che c’è ancora?

Memoria (Con accento milanese) Guè terùn, rispetta la fila ti, mettiti sì!

Ermanno Rosa, porta questa torta a mammina che la vogliamo festeggiare.

Rosa Ma la signora nun li po’ magnà li dolci.

Ermanno Statte zitta, ciociara! Sopra! (Rosa prende la torta e va su per le scale)

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(ATTO II – SCENA VIII)

Rosa, fa na cosa, facce sentire la romanza preferita a mammuccia mia.

Rosa ‘A Casta Diva?

Ermanno ‘A cassatine? … Si, ‘a Casta Diva, ‘a Casta Diva. (Rosa esce dalle scale)

Carmine Se n’è andata la cafona?

Aldo Si.

Carmine Bene! Aprite il contatto fonico con la camera di mammina, dobbiamo sentire cosa accade sopra.

Mamma (Dal megafono si sente in sottofondo l’aria della “Casta Diva”) Brava, comè bella sta musica.

Rosa (Dal megafono) ‘A signò, v’ò portato pure er dolce.

Mamma (Voce dal megafono) Tu sei l’unica che mi vuole bene davvero. I figli invece vogliono solo i miei soldi, ma non avranno una lira. Domani viene il notaio e cambio tutto il testamento. Buona questa torta. Mmhhh! (Partendo da Ermanno, inizia una processione dalle scale che passa dietro al bancone) Tutto questo zucchero a velo mi è andato a finire nel naso … mmhhh … però mi sento … mmhhh … mi sento … proprio bene. Fai una cosa, dammi qualcosa da bere … mmhhh … ci vorrebbe mio marito, adesso. Mi morì tra le braccia, pover’uomo, in questo letto. Gli uomini non hanno forza, fanno solo chiacchiere e poi se ne vanno nei momenti migliori.

La processione esce di scena e la musica va a sfumare. Cala il sipario. Passa un cartello con la scritta “QUATTRO MESI DOPO”.

FINE DEL SECONDO ATTO

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(ATTO II – EPILOGO)

EPILOGO

Il negozio appare nuovamente pieno di dolci. Entra Romina, poi Rosa con un vassoio di profiteroles in mano e poi Giuditta dalla scala a chiocciola. Tutte e tre le donne sono visibilmente incinte.

Giuditta Stanno rientrando.

Romina Carmine si porta sempre dietro quei due?

Giuditta ‘A scema e ‘o smemorato? Sempre! Non si sono mossi da vicino al letto per tutto il tempo della convalescenza. Voglio proprio vedere se adesso che ci vede, Carmine se li tiene ancora appresso.

Romina Ermanno stamattina era un’altra persona. Il pensiero di liberarsi di quell’uomo gli ha ridato le forze.

Rosa Scusate, ma gli occhi della signora Assunta non erano troppo vecchi per un trapianto?

Giuditta Dice che c’aveva gli occhi di una ragazzina. Carmine potrà vedere per altri cento anni con gli occhi di mia madre.

Romina Così, almeno, ci lascerà in pace. Due piccioni con una fava.

Rosa Scusate, ma nun ve dispiace de quello che è successo? A me me fa na strana ‘mpressione a non sentì più la voce d’a signora Assunta.

Giuditta E che è colpa nostra? Quella si è strafogata una torta intera.

Romina Teneva la pressione alta, il diabete …

Giuditta E poi, se non sbaglio, la torta ce l’hai portata tu. Anzi, noi dobbiamo parlare un poco, piccerè …

Rosa E de che?

Giuditta Del futuro.

Romina Sai, Rosa, adesso che la povera signora Bellavista non c’è più, anche io sono entrata in società e non abbiamo più bisogno di tanto personale.

Rosa E me volete mandà via proprio a me? Io sto pure ‘ncinta …

Romina Appunto!

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(ATTO II – EPILOGO)

Rosa E allora adesso vi dico di chi è sta creatura!

Giuditta Di Aldo, vero?

Rosa Ve l’ha già detto?

Giuditta Guardate come fa bene la finta ingenua. Il povero Aldo me lo aveva detto: “Stiamo attenti a Rosa, in fondo è figlia di un carcerato e senza mamma. Vedrai che cercherà di metterci nei guai. È capace che s’inventa che il figlio è mio.”

Rosa Me ‘nvento? Me ‘nvento? Il figlio è suo, è suo. Diceva che vedeva solo a me come femmina. Co’ te ce stava solo pe li sordi.

Romina Uè, cafuncè! (Le dà uno schiaffo) Statte zitta! Dicci quanto devi avere e lasciaci in pace!

Aldo (Entrando in negozio) Stanno arrivando. Ermanno ha parcheggiato la macchina. Carmine con gli occhi è migliorato. Non ha detto una parola. Ha acquistato la vista e ha perso la parola (ridendo). Ho fatto una battuta (nessuno ride). È successo qualcosa?

Giuditta Avevi ragione tu sul conto di questa zoccolella. Chissà dove è andata a sfogare i calori e adesso ci vuole mettere a noi nei pasticci.

Rosa (Ad Aldo) Embè, e tu non dici niente? (Aldo abbassa la testa)

Giuditta E che deve dire? Tu te ne devi andare. Io e Aldo vogliamo essere felici.

Ermanno (Entrando in negozio) Ma che è sto mortorio? Stanno arrivando,. Preparatevi!

Memoria (Entrando in negozio) Salve!

Gelsomina (Entrando in negozio) Salve!

Nel negozio entra per ultimo Carmine che porta degli occhiali scuri, si avvicina a Rosa e le fa una carezza, poi indica dapprima Aldo, poi Giuditta, Romina ed Ermanno, facendo gesti di dissenso. Si dirige poi verso la scala e comincia a salire.

Aldo Signor Carmine!

Ermanno Dove andate?

Carmine (Arrivato in cima alla scala, si gira, si toglie gli occhiali scuri e parla con la voce della signora Bellavista) Ermanno! Giuditta!

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(ATTO II – EPILOGO)

Ermanno Ma chi è? Mammina?

Carmine Eh, so io! Mammina! Credevate di esservi liberati di me, è vero? Ciechi, siete poveri ciechi.

Cala il sipario.

FINE

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