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ANNO IX Maggio 2013 WWW. aiiro.org Il direttivo AIIRO augura a tutti una buona estate , preparatevi per il congresso di Trento !

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ANNO IX Maggio 2013 WWW. aiiro.org

Il direttivo AIIRO augura a tutti una buona estate , preparatevi per il congresso di Trento !

Dopo un anno di silenzio dovuto ad un carico di lavoro eccessivo e problematiche non indifferenti riprendiamo la pubblicazione del nostro giornalino.

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Nel precedente numero si sono mischiati due articoli e per ovviare a questo disguido li pubblichiamo nuovamente qui di seguito , scusandoci con gli autori ed i lettori.

RADIOTERAPIA A COMO TRA PASSATO E PRESENTE

1989.Nasce a Como, all'Ospedale S. Anna, la Divisione di Radioterapia.

Il neoprimario, Dottor Dorian Cosentino, giovane medico carismatico e lungimirante, insieme a 2 medici, 2 tecnici, 1 infermiera e 1 segretaria, “armato” di una unità di Cobaltoterapia,intraprende il cammino che porterà alla crescita dell'Unità Operativa, arrivando oggi a contare oltre 27000 pazienti curati.

Nel corso degli anni, in medicina, ed in campo oncologico in particolare, molte cose sono cambiate:

• il concetto di prevenzione, sta in ritardo prendendo finalmente piede.

• la diagnosi precoce, per alcune patologie, è divenuta pratica diffusa.

• le tecniche chirurgiche, hanno acquisito minor invasività, divenendo sempre più conservative.

• i medici oncologi, possono contare su un'ampia scelta di farmaci, sempre più selettivi ed efficaci.

• la radioterapia, oggi si avvale di apparecchiature sofisticate ed avanzatissime, sempre più precise.

E' cambiato negli anni anche il nostro modo di esprimerci:

• il Primario oggi è Direttore di Struttura Complessa

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• il Dottore è divenuto Dirigente Medico

• il Tecnico è Tecnico Sanitario di Radiologia Medica

• la Capo Sala è Coordinatore Infermieristico

• l'Infermiera Professionale è solo Infermiera

• la Segretaria è Coordinatore Amministrativo

Nell'Ospedale, che ora è Azienda Ospedaliera, tutti noi siamo “risorse umane”, ed il paziente, che talvolta manca di pazienza, è divenuto Utente o Cliente.

Ma, tornando a parlare seriamente della nostra realtà, possiamo dire che,nel tempo, ci sono stati molti cambiamenti.

Attualmente l'organico della nostra Divisione è costituito dal Direttore, 8 Dirigenti Medici, 14 TSRM(di cui 1 Coordinatore),1 Coordinatore infermieristico, 6 Infermiere, 3 Coordinatori amministrativi. La strumentazione di cui si dispone è costituita da 4 Acceleratori Lineari per le terapie ed una TC utilizzata in centratura.

Per quanto riguarda il gruppo infermieristico, attualmente siamo 3 infermiere a tempo pieno e 3 part time.La nostra Capo Sala si occupa anche del personale infermieristico di Medicina Nucleare, di Radiologia, nonché di un gruppo di circa 40 ausiliari distribuiti in tutto l'ospedale.

Ogni giorno vengono sottoposti a radioterapia un centinaio di pazienti, di questi circa il 30% effettua un trattamento di tipo sintomatico-palliativo.

L'orario in cui si svolge la nostra attività va dalle 7e30 alle 16 circa, da lunedì a venerdì.A turno ci occupiamo dei pazienti in trattamento, di quelli in centratura, di quelli che effettuano prima visita o visita di controllo, distribuiti in 4 ambulatori.

L'attività infermieristica inizia con la presa in carico del nuovo paziente.

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A turno, un infermiera, insieme ai medici, partecipa alla riunione giornaliera, durante la quale, si discutono i casi dei pazienti che verranno sottoposti a centratura il giorno seguente.

Sentite le informazioni necessarie, valuta e pianifica il tipo di assistenza, diversificato tra un piano di cura semplice o complesso.

L'infermiera programma sul planning giornaliero eventuali manovre specifiche (es. cistografia) previste dai relativi protocolli.

Terminate le fasi di centratura e di studio del piano di cura, il paziente può iniziare il trattamento.

Il primo giorno di terapia l'infermiera:

• effettua un colloquio con paziente e familiari, per raccogliere i dati utili alla compilazione della scheda infermieristica.

• educa sui comportamenti igienico-sanitari corretti durante la radioterapia

• consegna un opuscolo informativo, ove sono riassunti tali consigli.

• programma e registra sulla scheda di nursing intensivo i controlli cui il paziente verrà sottoposto, le eventuali medicazioni, o altre manovre che potrebbero rendersi necessarie.

L' infermiera, durante tutto il periodo della terapia, esegue controlli periodici programmati, (secondo protocollo) e tuttavia suscettibili di variazioni in base alla tolleranza del paziente al trattamento stesso. Questi controlli, che si alternano alle visite mediche, hanno lo scopo di valutare la comparsa degli effetti collaterali da radioterapia e di intervenire tempestivamente con consigli ed eventuali prescrizioni, (secondo protocollo).E' intuibile che, pazienti sottoposti a chemio-radioterapia concomitanti, necessitino di controlli più assidui, in alcuni casi, anche quotidiani.

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Talvolta, si rende necessario attivare consulenze specialistiche, ad esempio con lo psicologo, la dietista o il terapista del dolore.

Al termine del programma di radioterapia, l'infermiera può decidere, se necessario, di rivedere il paziente in follow up per medicazioni o monitoraggio di altri parametri.

Accanto all'attività legata ai pazienti in trattamento, vi è quella di tipo ambulatoriale. Nella nostra Divisione, le visite vengono effettuate dai soli Radioterapisti o collegialmente con gli specialisti di Otorinolaringoiatria, di Chirurgia Maxillo-facciale, Oncologia o Ginecologia.

Nel corso degli anni, abbiamo acquisito esperienza nella gestione del paziente oncologico, con tutte le sue problematiche; abbiamo imparato a lavorare all'interno di un gruppo multiprofessionale, con iniziali difficoltà, ora superate; abbiamo conosciuto tanti pazienti, tante storie, tutte uniche.

Per ovvie ragioni, non possiamo ricordarli tutti, molti di loro ci sono rimasti nella mente, altri nel cuore.

A tutti, indistintamente, la nostra gratitudine per averci aiutato a crescere professionalmente.

Marina Rimoldi

infermiera c/o Radioterapia Oncologica

Ospedale S. Anna Como

Il NURSING RADIOTERAPICO IN SPAGNA

a cura di Elvira Garcia Trivino

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Per capire il momento attuale dell’ Infermiere professionale in radioterapia in Spagna é importante conoscere il contesto storico della professione.

In Spagna, a partire dal 1915, il ruolo dell´infermiere comincia a professionalizzarsi e viene diviso in tre figure professionali: generico, ostetrica e professionale. In precedenza questo lavoro era svolto dalle badanti, signore che non avevano nessuna formazione specifica.

Durante gli anni ´70 gli infermieri erano conosciuti come ATS (Aiuto Tecnico Sanitario) e con il tempo iniziano a spostarsi in altri paesi Europei a lavorare. Da questo momento comincia a delinearsi il ruolo professionale dell´infermiere in Spagna e la sua formazione diventa una carriera professionale su basi scientifiche. La ricerca scientifica avrà un peso importante.

In tutto questo contesto di formazione teorica, la specializzazione ospedaliera di queste professionisti si acquistava con la pratica giornaliera.

Accadeva nello stesso modo in radioterapia. Le infermiere lavoravano sugli acceleratori lineari o cobalto applicando le terapie.

L’ unica formazione sulla quale si ci basava era quella data dal proprio staff medico e fisico.. Pianificavano e somministravano le terapie.

L´unico titolo di cui necessitava era quello di “operatore in installazione radioattive”. Titolo che ci abilitava per lavorare in radioterapia o brachiterapia.

Durante gli anni ´90 le ATS diventano DUE (Diploma Universitario Infermieristico) con un titolo uguale a quello dei professionisti della UE.

Parallelamente nasce il titolo di tecnico in radioterapia. Una laurea inferiore ai DUE con una formazione superiore specifica di radioterapia fisica ed inferiore nel campo medico e nelle cure dei pazienti. Un tecnico di radioterapia in Spagna può lavorare solo sulle macchine o come dosimetrista.

AMBULATORIO INFERMIERISTICO IN RADIOTERAPIA

La medicheria (o consulta d´infermieria) è destinata ai lavori propri della specialità infermieristica: è uno spazio dove curare, educare, investigare e organizzare gli eventi di gestione.

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Possiamo dire che il medico prescrive le terapie, il tecnico s´incarica della sua applicazione e l´infermiera si occupa della sua cura ed educazione.

La visione patriarcale della medicina ha sempre fatto sì che i pazienti abbiano fede nello staff medico ma i suoi dubbi verranno risolti dall´infermerie, grazie a una relazione più vicina.

L´ambulatorio infermieristico di radioterapia si classifica in base alle visite dei pazienti:

1. Prima visita :

I pazienti vengono alla prima visita medica dove si raccoglie tutta l´informazione che ci vuole per pianificare la terapia. Si sollecitano le prove per calcolare ogni tecnica in particolare: la PET-TAC, la TAC, la simulazione, la RMN, …

Alla fine della pianificazione i pazienti eseguono una visita con l’infermiere : una consulenza infermieristica.

Prima di tutto si indica il nome dell’ infermiere di riferimento e la sua localizzazione ed in n questa prima visita:

• Si raccolgono tutte le informazioni necessarie per capire l’attività quotidiana del paziente in trattamento, registrando tutto il contorno bio- psico-sociale e spirituale, con lo scopo di conoscere come il paziente e la famiglia affrontano tutta la malattia e le terapie.

Questo primo contatto si realizza con il paziente e la sua famiglia o con una persona di riferimento.

• Si spiega cosa è la radioterapia, cure speciali, le misure specifiche di protezione e di prevenzione.

• Si esegue una foto identificativa del paziente per non commettere errori nella somministrazione della terapia.

2. Visita d´inizio della Radioterapia. Dove:

• Si rafforzano le sue conoscenze.

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Quando tutto è pronto, il paziente viene per iniziare la terapia ed esegue nuovamente una visita con il suo infermiere professionale di riferimento in ambulatorio per rafforzare le sue conoscenze.

• Si calca molto sulla prevenzione in questo momento, tanto più perché abbiamo sia la certezza dell’ accettazione del trattamento, la sua durata ed il tipo di terapia. Si prendono cosi in considerazione le cure specifiche da applicare. Alla fine il paziente conosce gli effetti tossici, la loro durata nel tempo e le visite mediche ed infermieristiche previste.

• Si coordina al meglio gli orari della terapia per interferire il meno possibile con la sua vita lavorativa e famigliare.

3. Visite successive:

Durante le terapie si controlla ogni settimana la tossicità e si procede nel registrarla sulla cartella infermieristica . Queste visite saranno a settimane alterne con quelle del medico.

Alla fine della radioterapia se tutto è andato bene si procede alla dimissione infermieristica, ma se esiste qualche complicazione che necessita di una medicazione periodica il paziente ritorna nel reparto per il tempo necessario.

RUOLO DELL’ INFERMIERA IN RADIOTERAPIA

Possiamo dire che il ruolo dell’ infermiere professionale in radioterapia deve basarsi su:

- Attività d´educazione: al paziente, alla famiglia, al nuovo staff, agli studenti tecnici, infermieri e medici. É importante che si capisca bene come funziona l’irradiazione nel corpo al fine di prevenire le future complicazioni.

Se una persona capisce quello che fa può collaborare meglio nella propria cura giornaliera.

- Attività di curare: La funzione principale infermieristica. Avere cura dei pazienti oncologici che fanno radioterapia. É importante registrare tutte le modificazioni sulla cute . Una riduzione delle radiodermiti può essere un effetto

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diretto di una buona prevenzione. Il controllo frequente del peso e dei segni vitali è importante per capire quando subentra qualche complicazione.

- Attività di gestire: deve controllare il magazzino e il suo materiale.

Deve controllare quando è previsto l´inizio delle terapie per coordinare con gli altri reparti la concomitanza di altre terapie (chirurgia-chemio- terapia). Sarà l´infermiera che chiamerà il paziente per l´inizio del trattamento e controllerà se ha bisogno di trasporto comunitario per il suo trasloco in ospedale oppure lo gestirà nel caso che abbia bisogno di qualche controllo speciale da parte di un altro professionista (psico- oncologo, nutrizionista, logopedista, assistente sociale, ricovero ospedaliero ...)

- Attività d´Investigare: giornalmente, l’ infermiere trova il tempo per collaborare in quei progetti che si seguono nel reparto. Soprattutto in questo momento in cui si cerca una migliore qualità di vita dei pazienti nella somministrazione delle varie terapie . L’ infermiere ha una posizione privilegiata per controllare tutti questi percorsi . Si portano avanti sempre più progetti infermieristici con importante carica scientifica.

- Attività Tecnica: un buon infermiere in radioterapia deve capire tutto quello che si fa al reparto.

Per trasmettere tranquillità ai pazienti deve conoscere, sapere .

Deve seguire tutte quelle terapie nuove, le nuove tecniche che si applicano. Tecniche di cui tante volte registrerà la tossicità. Deve anche assistere il medico nelle tecniche che necessitano di contrasto ed in brachiterapia .

CONCLUSIONI

In questo contesto storico della consulenza infermieristica siamo passati dal paziente dipendente dallo staff medico al paziente autonomo e collaboratore. Lui è la parte attiva della sua terapia.

Lui sceglie e l’ infermiera spesso è il suo contatto con l´equipe sanitaria. La sua rappresentatrice.

Questo ci pone in una posizione privilegiata dentro al reparto/ servizio.

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Negli ultimi anni la radioterapia e cambiata costantemente ed è per questo che l’ infermiera professionale è parte attiva di un’ equipe in crescita, dalla quale tutti abbiamo da imparare, dare ed avere .

Elvira Garcia Triviño

DUE radioterapia. ICO Hospitalet. Barcelona. España

REAZIONI CUTANEE RADIOINDOTTE

Marie Paule Gardes

Tra gli effetti secondari alla radioterapia che affliggono l’80- 90% delle donne affette da tumore della mammella , le epidermiolisi sono senz’altro al primo posto.

Per valutare la lesione cutanea il Radiation therapy Oncology Group i( RTOG) in collaborazione con la European Organisation for research and treatment of cancer ( EORCT) ha elaborato una prima classificazione delle reazioni cutanee sviluppata ulteriormente nella CTCAE ( Common Terminology Criteria for Adverse Events ) dal National Cancer Institute ( NCI) con le sue successive modifiche ; Entrambe le scale ( RTOG e CTCAE ) utilizzano criteri di valutazione descrittivi , classificati secondo una scala di valori crescente , dove il valore più basso corrisponde all’ assenza di reazioni cutanee mentre il valore più alto indica il massimo del danno .

Altre scale come per esempio la RISRAS ( Radiation Induced Skin Reaction Assesment Scale ) e la Karnosky sono prese in considerazione da alcuni radioterapisti ; La prima guarda alle caratteristiche della lesione , la valutazione della stessa da parte dell’ operatore sanitario ed anche la valutazione dei sintomi da parte del paziente ; la seconda ( Karnosky Performance Status Scale ) tiene conto della qualità di vita del paziente .

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Per contemplare più da vicino le differenze tra le varie scale riteniamo utile riportarle qui di seguito .

Scala RTOG

• Grado 0 : nessuna reazione cutanea visibile

• Grado 1: lieve eritema , calore percepito, a volte dolore, prurito ed edema della parte

• Grado 2a : eritema doloroso e rosso vivo , desquamazione secca

• Grado 2b : desquamazione umida , moderato edema.

• Grado 3 : desquamazione umida profusa , forte edema .

Scala CTCAE

• Grado 0 : nessuna reazione cutanea visibile

• Grado 1 : lieve eritema o desquamazione secca

• Grado 2 : eritema da modesto a vivace; desquamazione umida irregolare, per lo più confinata a pieghe cutanee ; edema moderato

• Grado 3: desquamazione umida in zone diverse dalle pieghe cutanee; emorragia indotta da trauma minore o abrasione.

Scala Karnosky

• 80- 100: paziente in grado di svolgere le normali attività quotidiane e lavorative.

• 50- 70 : paziente incapace di lavorare ; può badare a se stesso ; può necessitare di assistenza.

• 10- 40 Paziente inabile; richiede cure continue; le sue condizioni possono peggiorare rapidamente .

Scala RISRAS

Valutazione della lesione .

• Grado 0 : nessuna reazione visibile

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• Grado 1- 2,5: reazione visibile che interessa fino al 25% dell’ area da trattare.

• 2- 5: reazione visibile che interessa dal 25 al 50% dell’ area da trattare.

• 3- 7,5: reazione visibile che interessa dal 50 al 75% dell’ area da trattare

• 4-10 : reazione visibile che interessa dal 75 al 100% dell’ area da trattare

Valutazione dei sintomi

• 1: nessun sintomo

• 2: sintomi leggeri

• 2: sintomi moderati

• 3: sintomi persistenti

L’infermiere ha un ruolo molto importante nella gestione delle ustioni da radioterapia : mantenere il trofismo cutaneo e ha due strumenti in appoggio : la prevenzione e l’ educazione sanitaria degli utenti ; infatti dovrebbe iniziare attraverso un colloquio volto a “ conoscerli “ non solo rilevando i dati anagrafici e clinici o gestendo una cartella infermieristica ma attraverso la valutazione basale della zona da irradiare .

Educazione terapeutica

La prevenzione è lo strumento che si mette in atto per ridurre sia i tempi d’ insorgenza che il grado dell’ ustione. Conosciamo anche i fattori diretti ed indiretti che influenzano il rischio di reazioni cutanee:

L’età

Le patologie concomitanti

La chemioterapia

La presenza di irritanti chimici

L’energia delle radiazioni (x o elettroni)

Il colore della pelle

Il frazionamento del trattamento

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La radiosensibilità ereditaria ( telangectasia)

La presenza di irritanti meccanici ( frizione del reggiseno)

L’obesità

La scarsa igiene

Lo stato di malnutrizione

La scarsa adesione alle regole

Per cui si possono prodigare i seguenti consigli :

Mettere al primo posto l’igiene, eseguita con acqua e sapone neutro .

La pelle elimina sia il sudore che il sebo depositato sulla sua superficie, dove sono presenti batteri e polvere. La pulizia rimuove tutti i depositi ed evita l’insediamento dei germi, quindi diminuisce sia il rischio di insorgenza di un’ ustione sia il sovrapporsi di infezioni.

Il sudore è un liquido secreto dalle ghiandole sudoripare e si differenzia in base al tipo di ghiandola da cui è prodotto: Le ghiandole ecrine secretano un liquido chiaro ricco di cloruro di sodio, azoto e tracce di albumina, la cui quantità dipende dalla temperatura esterna, dalla quantità di liquidi assunti e dall’ attività ormonale. Il secreto delle ghiandole apocrine contiene anche materiale organico, responsabile del suo cattivo odore. Il sudore unito al trattamento radiante aumenta la possibilità di riportare un’ epidermiolisi di vari gradi.

La pelle è un organo di termoregolazione: mantenere una buona circolazione è importante per proteggere questo meccanismo ed aiuta, nel caso di una persona sottoposta a radioterapia, a disperdere calore e a ridurre il rischio di ustioni.

La pulizia va curata ad ogni età ed in ogni condizione

L’igiene del vestiario ed in particolare quella della biancheria intima, sono importanti per la pulizia della persona. L’accumulo di sebo e di sudore sulle maglie e sulla biancheria intima produce cattivi odori e favorisce lo sviluppo di germi.

La pulizia della pelle (e degli organi genitali esterni) è molto importante per ridurre la diffusione di infezioni.

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No a:

deodoranti e profumi sulla zona interessata dal trattamento

depilazione traumatica ed uso di rasoio a mano

ferite

infezioni

cloro in piscina

doccia con getti di acqua fredda o calda mal controllati

ghiaccio ( come l’acqua bollente, il ghiaccio provoca ustioni)

frizioni e massaggi

indumenti stretti ed in fibre sintetiche che riducono la possibilità di disperdere calore.

Cerotti

Esposizione diretta al sole.

L’infermiere, quindi, deve fornire alle/ai pazienti tutte quelle norme comportamentali ed igieniche nonché i consigli sull’utilizzo dei prodotti protettivi.

Utilizzare quindi :

• indumenti di seta, lino o cotone

• rasoio elettrico per la depilazione

• guanti protettivi e ditale per cucire per evitare la possibilità di contrarre infezioni che aggraverebbero il quadro infiammatorio

• Applicare impacchi tiepidi o freddi ma non ghiacciati sulla parte irradiata ed una crema idratante. Esistono a tal proposito una vasta gamma di prodotti sul mercato ma nessuna ha dimostrato una consistente riduzione degli effetti avversi ( escluso quelle a base di calendula ) . E comunque sconsigliato di utilizzare prodotti che contengono alcool , eteri o metalli anche se la sulfadiazina argentica ha dimostrato di essere in grado di far regredire rapidamente un’ iniziale epidermiolisi .

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Occorre in tutti i casi segnalare al paziente di rimuovere attentamente il prodotto prima di ogni seduta .

I concetti chiave che deve acquisire il / la paziente sono l’aiuto di due “ amici” al suo fianco per tutto il trattamento radiante : l’acqua e l’aria ; infatti nessuna crema sarà più utile del far respirare la cute , di far disperdere il calore che non sente soprattutto inizialmente ma che fa danni sulle cellule sane in profondità . A tale scopo può anche utilizzare un phon per capelli purché a temperatura ambiente .

Quando insorgono le lesioni il compito dell’ infermiere è di limitare il rischio di sovrinfezioni batteriche e quindi le medicazioni devono essere eseguite con cura rispettando i criteri di sterilità ed avvalendosi di medicazioni avanzate . Ne esiste , oggi, una vasta gamma sul mercato con indicazioni varie e tra queste citiamo:

• la linea della Johnson et Johnson

• L’Alginato di calcio ed il Curasorb della Kendall

• Il Sureskin Border della Hollister

• Il Condress Tavolette : in merito all’ uso di questo prodotto si deve sottolineare che le tavolette devono essere sostituite non appena assorbite e non cambiate ad orari fissi ; solo in questo modo si nota una netta riduzione dell’ epidermiolisi da un giorno all’ altro ; l’unico problema risiede nel loro costo che può essere pesante per chi ha solo una piccola pensione a meno di fare un piano di cura che specifichi la durata del trattamento per una possibile guarigione non inferiore ad un mese .

Tuttavia in una recente indagine dove sono stati intervistati più di 2000 pazienti , il dolore al cambio di medicazione è stato considerato la parte più traumatica del convivere con una ferita in più del 40% dei casi. E’ riconosciuto che il dolore e l’anticipazione di questo sono eventi molto stressanti per il paziente e lo stress può ritardare il processo di guarigione. Infatti elevati livelli di stress possono portare al rilascio di una notevole quantità di cortisolo e sviluppare una risposta limitata alle infiammazioni con conseguente ritardo di cicatrizzazione.

Ecco perché è importante valutare il dolore all’ inizio e durante il trattamento : ritardare un processo di guarigione ha un costo per il paziente in termini di sofferenze fisiche e psichiche perché ricorre ad analgesici ed ansiolitici ma ha anche un costo economico sulla società in quanto aumentano quelli di gestione e

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cura delle lesioni calcolabili in tempo , risorse e farmaci . L’apporto tecnico e professionale dell’ infermiere nel considerare quest’ aspetto deve cercare di scegliere medicazioni che offrono facile rimozione al cambio , efficacia e comfort .

Recentemente ho potuto valutare le medicazioni della ditta Mὂlnlycke Health Care che offrono prodotti come per esempio la gamma Mepilex che incontrano i criteri citati oltre a venire incontro alle seguenti raccomandazioni della WUWHS ( World Union of Wound Healing Societies ) :

• Considerare dolorose tutte le ferite

• Valutare sempre il dolore

• Scegliere medicazioni atraumatiche per la lesione per la cute perilesionate

La caratteristica principale di queste medicazioni è lo strato di contatto in Tecnologia Safetac , una tecnologia brevettata che minimizza il dolore al paziente ed i traumi alla lesione, rendendo atraumatica la rimozione.

Alcune di queste medicazioni ( Mepilex film ) sono trasparenti e possono essere utilizzate negli stadi più bassi delle scale di valutazione anche come prevenzione e sollievo del rossore e prurito conseguente all’irradiazione, quindi durante le sedute di radioterapia non è necessario rimuoverle venendo anche in aiuto al tecnico di radioterapia , non aderiscono alle superficie umidi quali le ferite aperte , si adattano a quella irregolare per creare un’ area di contatto maggiore che permette di distribuire la forza necessaria ala rimozione prevenendo lo skin stripping ed infine sigillano i margini della lesione e vengono sostituite solo quando vengono assorbite , evitando che l’essudato si diffonda sulla cute perilesionale , minimizzando i rischi di macerazione.

In conclusione possiamo affermare che l’infermiere ha in mano degli atouts essenziali per ridurre al minimo sia il rischio d’insorgenza delle epidermiolisi, sia di ritardarne l’insorgenza stessa , sia di ridurre i tempi del trattamento, il dolore ed i rischi di infezioni per il paziente ; il tutto si traduce in un buon esito del trattamento stesso nella scomparsa del tumore a costi economici e di sofferenza fisica e psichica minimi .

Bibliografia

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M.P. Gardes “ Nursing in radioterapia : l’infermiere e la tecnologia”, Piccin Nuova Libraria

Reazioni cutanee da radioterapia e lesioni neoplastiche Mὂnlycke Health Care