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Atti del convegnodi Milano

17 marzo 1999

Aspetti legali e fiscali connessi

con l’introduzione dell’Euro

avv. Marco di Paco

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Le nuove banconote

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Argomenti

Introduzione -che cosa è e che cosa rappresenta l’Euro-le tappe per l’introduzione dell’Euro

Le fonti normative

I principi generali

Aspetti legali:- il principio della continuità degli strumenti giuridici ; conseguenze e aspetti pratici

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Argomenti

Aspetti contabili e di bilancio:-la scelta dell’unità di conto-la presentazione dei documenti contabili obbligatori-conversione del capitale in Euro-costi e spese sostenuti per l’adeguamento all’Euro-trattamento delle differenze cambio-stabili organizzazioni estere-contabilità plurimonetaria

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Argomenti

Aspetti fiscali:-fatture e ricevute fiscali-scontrini fiscali-libri obbligatori ai fini fiscali-Iva di gruppo-dichiarazioni-versamenti

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Che cosa è l’Euro

E’ un evento che segna una svolta epocale nel lunghissimo processo di costruzione dell’Europa

Per l’opinione pubblica e per i consumatori è un evento appena percepito ma ancora remoto di cui non si riescono a percepire interamente i vantaggi e gli svantaggi a livello individuale ed aziendale

Per gli operatori economici è la fonte di problemi tecnici e rischi/opportunità strategiche ed organizzative che necessitano di tempestive soluzioni

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Che cosa è l’Euro

Per i giuristi è lo stimolo a mettere a fuoco per tempo i vari problemi che insorgeranno soprattutto nel periodo transitorio

Per i contabili è la fonte di qualche grattacapo nella tenuta della contabilità e nella redazione dei bilanci

Per le banche centrali è un’occasione per avere una moneta stabile

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Che cosa è l’Euro

Per i governanti è una sfida per rendere convergenti in modo duraturo sistemi significativamente diversi, cercando anche nel contempo di non renderli troppo competitivi fra loro

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Paesi IN e OUT

Austria Belgio Finlandia Francia Germania Lussemburgo Irlanda Italia Paesi Bassi Portogallo Spagna

Danimarca Gran Bretagna Grecia Svezia

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The euro zone

IRLGB

P E

F

BNL

DK

D

I

GR

A

L

S SF

EU member in 1st Wave

EU member in later Wave

Non-EUCH

CZ

SLV

H

N

PR

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Date ed eventi - Calendario Euro

1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002

Politica monetaria unica (Banca Centrale

Europea)Controllo

criteridi

convergenza

Anno 2000

Maggio 1998

Decisione sui partecipanti e fissazione di cambi bilaterali

Fissazione cambi

Euro

Introduzione banconote e

monete

Annullamento banconote e

monete nazionali

Adozione dell’Euro

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Date ed eventi - Calendario Euro

Fase A: preparazione dell’Emu

Decisione sui paesi partecipanti

Insediamento della Banca Centrale Europea (BCE) e del sistema delle banche centrali europee

Approvazione della legislazione per l’introduzione dell’Euro

Intensificazione della preparazione all’Euro specialmente nel settore bancario e finanziario

2/3 maggio 1998

1 gennaio 1999

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Date ed eventi - Calendario Euro

Fase B: transizione all’Emu condotta dal mercato Fissazione irrevocabile dei tassi di

cambio nei confronti dell’Euro

Politica monetaria in carico a BCE

Introduzione dell’Euro come valuta di conto

Inizio della produzione delle banconote e monete Euro

SEBC lancia Target (Trans European Automated Real Time Gross- settlement Express Transfe

Nuove emissioni titoli di stato in Euro

Adeguamento del mercato alla transizione all’Euro

1 gennaio 1999

1 gennaio 2002 al più tardi

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Date ed eventi - Calendario Euro

Fase C: sostituzione di banconote e monete e completamento della transizione all’Euro Introduzione delle banconote e

monete Euro

Completamento del cambiamento per pubblica amministrazione e imprese

Entro l’1 luglio 2002 le banconote e monete nazionali cessano il loro corso legale (ma possono essere convertite presso il sistema bancario)

1 luglio 2002 al più tardi

1 gennaio 2002 al più tardi

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Tassi di conversione

Itl: 1936,27 Iep : 0,78756

Dem : 1,95583 Ats : 13,7603

FrF : 6,55957

Bef : 40,3399

Fim : 5,94573

Nfl : 2,20371

Esp : 166,386

Pte : 200,482

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Quadro normativo di riferimento Normativa comunitaria

Trattato di Maastricht, in particolare artt. da 105 a 109M, relativi alla politica monetaria, alla Banca Centrale Europea (BCE), al Sistema Europeo delle Banche Centrali (SEBC), all’Istituto Monetario Europeo (IME) ed alle fasi di introduzione dell’Euro

Risoluzione del Consiglio Europeo 97/C 236/03 sull’istituzione di un meccanismo di cambio nella terza fase dell’UEM

Risoluzione del Consiglio Europeo 97/C 236/01 relativa al ‘patto di stabilità‘

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Quadro normativo di riferimento Normativa comunitaria

Regolamento CE 1103/97 del 17 giugno 1997 relativo a talune disposizioni per l’introduzione dell'Euro valide per tutti i paesi membri UE (cd. Regolamento 1)

Regolamento CE 874/98 del 3 maggio 1998 (cd.Regolamento 2)

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Quadro normativo di riferimento Normativa comunitaria

Parere dell’IME 97/C 205/07 sulle proposte di normativa e talune disposizioni per l’introduzione dell'Euro

Risoluzione del Consiglio relativa al quadro giuridico per l’introduzione dell'Euro del 7 luglio 1997, con allegato progetto di regolamento relativo all’introduzione dell'Euro per i soli stati membri dell’UEM (cd. Regolamento 2)

Delibere del Consiglio Europeo del 2/3 maggio 1998

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Quadro normativo di riferimento Altre fonti interpretative comunitarie

Documento di orientamento della Commissione europea, Direzione Generale XV, Mercato Interno e Servizi Finanziari, sugli aspetti contabili dell’introduzione dell'Euro

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Quadro normativo di riferimento Normativa italiana

Legge delega n. 433/97 per l’introduzione dell'Euro

Decreto legislativo 24 giugno 1998 n213

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Altre disposizioni rilevanti contenute nella legge delega

art. 4 Parametri di indicizzazione

art. 5 Calcoli intermedi

art. 6 Conversione in Euro degli importi contenuti in norme vigenti

art. 8 Adozione dell’Euro quale moneta di conto (rinvio)

art. 9 Bilanci delle imprese e adozione dell’Euro (rinvio)

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Quadro normativo di riferimento Normativa italiana

Documento della Commissione Dottori Commercialisti e Ragionieri

Disposizioni Consob per società quotate

Disposizioni Banca d’Italia per banche e finanzarie

Disposizioni Isvap per assicurazioni

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Quadro normativo di riferimento Altre fonti interpretative italiane

Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 giugno 1997

Atti parlamentari della legge delega n. 3855 costituiti da:-pareri espressi dalla Ia, IIa, IIIa, VIa, Xa e XIVa commissione permanente della Camera relazione della Va Commissione permanente della Camera

Circolare Ministero delle Finanze 291/E l 23 dicembre 1998

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Principi generali

I principi giuridici guida emergenti dalla normativa comunitaria e dalla normativa italiana sono i seguenti:-piena informativa delle regole del passaggio all'Euro-nessuna proibizione ,nessun obbligo di adozione dell’Euro nel periodo transitorio-neutralità del passaggio all'Euro-continuità legale degli strumenti giuridici

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Principio della piena informativa delle regole del passaggio all’Euro

Fonti: 4° considerando del Regolamento 1 ed art. 2, comma 1, lett. c) del disegno di legge delega

Il principio è espressione della necessità di assicurare ai cittadini e alle imprese di tutti gli Stati UE la certezza giuridica delle disposizioni relative alla transizione verso l'Euro in congruo anticipo rispetto all’avvio della terza fase

Soggetti all’osservanza del principio sono in primo luogo gli organi statali e della pubblica amministrazione e, in secondo luogo, le imprese nei rapporti con la propria clientela

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Principio del ‘nessun obbligo,nessun divieto’

Tutto il processo di adozione dell'Euro deve rispondere al principio generale ‘nessun obbligo, nessun divieto’

Con riguardo alle fonti italiane tale principio è contenuto nella Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 3 giugno 1997

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Principio del ‘nessun obbligo,nessun divieto’

I cittadini e le imprese devono essere liberi nel periodo transitorio di adottare l’Euro o meno senza dover subire le scelte della pubblica amministrazione

A tal fine le pubbliche amministrazioni devono garantire una posizione unitaria e il coordinamento tra tutti i soggetti che partecipano ai processi amministrativi (amministrazioni sia centrali che periferiche)

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Principio del ‘nessun obbligo,nessun divieto’

In armonia a tale principio, le pubbliche amministrazioni, fin dall’avvio della fase transitoria (1 gennaio 1999 - 31 dicembre 2001), devono assicurare ai cittadini e alle imprese la possibilità:

di utilizzare l'Euro nei pagamenti alla pubblica amministrazione che non avvengano in contanti-di richiedere versamenti in Euro dalla pubblica amministrazione -di comunicare con la pubblica amministrazione in Euro

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Principio della ‘neutralità‘ del passaggio all’Euro

E’ espressione del principio di continuità e chiarisce che il passaggio all’Euro deve incidere esclusivamente sull’unità monetaria utilizzata

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Continuità legale degli strumenti giuridici

Fonte comunitaria Art. 3 Regolamento 1

Fonte interna Art. 2, comma 1, lett. a) Legge Delega

L’introduzione dell'Euro non comporta alcuna modifica delle ‘fonti delle obbligazioni giuridiche’ nè sui rapporti giuridici in corso (‘legal instruments’)

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Continuità legale degli strumenti giuridici

Il termine ‘strumenti giuridici’ (‘Legal instruments’) comprende, oltre ai contratti, anche disposizioni normative, atti amministrativi, decisioni giudiziarie, atti unilaterali, strumenti di pagamento diversi dalle banconote ed altri strumenti aventi efficacia giuridica

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Continuità legale degli strumenti giuridici

Si tratta di un principio generalmente accettato negli ordinamenti giuridici europei (e in molti extraeuropei) secondo cui il mutamento della moneta non incide sulle obbligazioni e sui rapporti giuridici in corso

In ambito comunitario il principio contenuto nel Regolamento 1 ha, dunque, mera funzione ricognitiva

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Continuità legale degli strumenti giuridici

Tale principio ha una duplice valenza nell’ordinamento italiano:- applicazione dell’art. 1277 C.C. secondo cui ‘i

debiti pecuniari si estinguono con moneta avente corso legale nello Stato al momento del pagamento’.

- Il pagamento in Euro varrà dunque ad estinguere obbligazioni sorte in lire

- Inapplicabilità dell’art. 1467 C.C. riguardante la risoluzione del contratto per sopravvenuta eccessiva onerositàL’introduzione dell'Euro non costituisce ‘evento straordinario ed imprevedibile’ e non dà titolo alla risoluzione anticipata del contratto

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Aspetti legali

applicazione pratica dei principi generali

principio della continuità

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Conseguenze della continuità nell’area dei pagamenti

Nei rapporti basati su contratti retti da legislazioni di paesi UE l’obbligazione di pagare importi espressi in una delle valute sostituite sarà assolta in Euro (fase C)

Per il resto le condizioni contrattuali restano identiche

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Aree critiche della continuità

Difficoltà possono sorgere nell’area pagamenti nel caso di rapporti basati su contratti retti da legislazioni extra UE per i quali il principio di continuità previsto dal Regolamento 1 non è automaticamente applicabile

Può esservi infatti il rischio che in un contratto regolato da una legislazione extra UE la controparte: -rifiuti di adempiere in Euro un’obbligazione sorta in una valuta sostituita (oppure denominata in ECU paniere)-pretenda il pagamento nella valuta sostituita rifiutando di accettare un pagamento in Euro

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Aree critiche della continuità

Secondo certa dottrina internazionalistica i Paesi extraeuropei non possono disconoscere gli effetti del passaggio all’Euro secondo il principio di ordine pubblico internazionale che prevede che ogni Stato è sovrano in ordine alla propria moneta

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Tale principio potrebbe non essere recepito nell’ordinamento che regge il contratto o potrebbe essere disapplicato dai tribunali locali

Opportunità di cautelarsi introducendo specifiche clausole di salvaguardia nei contratti

Aree critiche della continuità

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“Discontinuità” pattizia degli strumenti giuridici

E’ fatto salvo il diritto di prevedere clausole contrattuali che deroghino al principio della continuità

Le parti possono quindi concordare che il passaggio all’Euro determini per esempio la risoluzione del contratto ovvero l’adempimento in altra valuta

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Contrattualistica

Nei contratti retti dalla legge italiana o da quella di altro stato membro UE non è necessario apporre alcuna clausola che disciplini i pagamenti da effettuarsi dopo l’1 gennaio 2002

Il principio di continuità è infatti assicurato dal Regolamento 1

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Contrattualistica

Nei contratti retti dalla legge di un paese extra UE è opportuno inserire clausole di salvaguardia che inseriscano, in via pattizia, il principio di continuità per i pagamenti da effettuarsi dopo l’1 gennaio 2002

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Contrattualistica

Tali clausole possono avere il seguente tenore ‘le parti prendono atto e, per quanto occorra, convengono che qualora l’Italia (o altro paese UE) partecipi alla moneta unica, le obbligazioni pecuniarie derivanti dal presente contratto denominate in lire (o altra valuta UE), il cui adempimento è previsto a far data dall’1 gennaio 2002, saranno pagabili esclusivamente in Euro’

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Contrattualistica

Clausole similari possono essere inserite anche in contratti già in essere attraverso ‘amendments’ concordati con la controparte

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Aspetti contabili

Scelta della moneta di conto

Costi connessi all’introduzione dell’Euro

Conversione poste in valuta e consolidamento gestioni estere

Rivalutazione monetaria immobilizzazioni

Regole di arrotondamento

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Scelta della moneta di conto

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Scelta della moneta di conto

Il decreto legislativo 213/98 prevede la possibilità di presentare bilanci in Euro sin dall’1 gennaio 1999

Obbligo dal 1 gennaio 2002

Omogeneità fra moneta di conto e moneta di bilancio

Il requisito dell’omogeneità non è previsto per banche, assicurazioni, società quotate e le rispettive imprese controllate

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Scelta della moneta di conto

L’adozione dell’Euro quale moneta di conto per la presentazione dei bilanci d’esercizio risponde ai seguenti principi:-irreversibilità, salvo casi eccezionali-omogeneità di presentazione di tutti i documenti contabili obbligatori a rilevanza esterna

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Documenti contabili obbligatori - bilancio di esercizio e nota integrativa - bilancio consolidato - relazione semestrale (quotate)- rendiconti periodici e straordinari

destinati al pubblico Non riguarda prospetti o documenti richiesti da

organi di vigilanza

Le fatture emesse non sono documenti contabili obbligatori a rilevanza esterna

Scelta della moneta di conto

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Scelta della moneta di conto

I dati comparativi sono convertiti in Euro adottando il tasso di conversione con la lira

Il saldo delle differenze di traduzione può essere imputato direttamente in una riserva

Il bilancio è redatto in Euro, senza decimali. La nota integrativa può essere redatta in migliaia di Euro, così come il bilancio consolidato

Per le società quotate la Consob ha chiarito che la nota integrativa del bilancio ed il bilancio consolidato sono redatti in migliaia di Euro; possono essere redatti in milioni di Euro

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Scelta della moneta di conto

La libertà di scelta della valuta nella quale rilevare analiticamente i fatti gestionali comporta delle scelte fondamentali, così riassumibili:

continuare ad operare in moneta nazionale, quindi rilevazione in lire, con conversione dei flussi originati in Euro

operare solo in Euro, quindi rilevazione in Euro dei flussi e dei movimenti originati in Euro, con conversione in Euro delle attività aziendali in altra valuta

rilevazione duplice, sia in lire che in Euro, di tutti i movimenti

contabilità plurimonetaria

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Scelta della moneta di conto

Rilevazione in lire con conversione dei flussi originati in Euro:-per queste imprese l’Euro non avrà effetti sulle procedure contabili fino al termine del periodo transitorio, in quanto la fatturazione attiva, la contabilità e il bilancio continueranno ad essere in lire-non sono prevedibili interventi sul piano dei conti e sulla base dei dati contabili, salvo inserimento di tabelle di conversione

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Scelta della moneta di conto

-sarà comunque opportuno mantenere traccia delle operazioni di conversione (specularmente a quanto evidenziato nell’estratto conto della banca)-inoltre, l’azienda che sceglierà questa strada arriverà impreparata alla fase finale di introduzione dell’Euro e dovrà comunque gestire le transazioni con le controparti che utilizzeranno l’Euro (es. fatturazione indicante ‘lire pari a Euro’)

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Scelta della moneta di conto

Rilevazione in Euro:-ciò comporta la completa conversione delle attività aziendali. In particolare:

– la fatturazione attiva nazionale in Euro per agevolare l'acquirente potrà essere espressa in ‘Euro pari a lire’

– la fatturazione passiva richiederà un’opportuna sensibilizzazione dei fornitori affinchè venga espressa in Euro o ‘lire pari a Euro’

– il pagamento di salari e stipendi sarebbe opportuno fosse espresso in ‘lire pari a Euro’

-i rapporti con il settore bancario non rappresentano alcun vincolo

Rilevazione duplice di tutti i movimenti (doppio binario):-è l’ipotesi più complessa ed onerosa, quindi da sconsigliare

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Scelta della moneta di conto

Alcune considerazioni circa la scelta della data di passaggio all’Euro:

complessità (coordinamento del progetto Euro globale)

vincoli interni (risorse IT, esigenze commerciali, obiettivi della Direzione, etc.)

vincoli esterni (scelte di clienti, fornitori e concorrenti, risorse IT, etc.)

opportunità

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Costi connessi all’introduzione dell’Euro

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Costi connessi all’introduzione dell’Euro

L'introduzione dell’Euro avrà per le imprese implicazioni operative, a cui corrisponderà il sostenimento di costi per il cambiamento, principalmente nelle seguenti aree:

rapporti con clienti e fornitori:-utilizzo di Euro per la fatturazione ed il regolamento di incassi e pagamenti

-rapporti con il pubblico e i dipendenti:-listini prezzi e cedolini paga espressi in Euro e in divisa locale

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Costi connessi all’introduzione dell’Euro

-sistemi amministrativi e informativi:-contabilità e bilanci espressi in Euro e in divisa locale; conversione di dati storici (statistiche, banche dati); -adeguamento delle tecnologie informative alla gestione parallela di più valute-fatturazione ed altri documenti societari in Euro e in divisa locale

-informativa:-adeguamento alle necessità di informazione al pubblico e alle nuove regole amministrative-formazione del personale

-rapporti con gli azionisti:-conversione dei certificati azionari-distribuzione dividendi

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Costi connessi all’introduzione dell’Euro

Tali costi consisteranno principalmente in:-software-sostituzione di cespiti (hardware, registratori di cassa, distributori, ecc.)-implementazione di sistemi di gestione della doppia valuta-costi di formazione del personale-costi di informazione/comunicazione alla clientela-costi di adeguamento della modulistica-altri costi di consulenza

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroDocumento della Commissione congiunta

Dottori Commercialisti e Rag.

Il D. Lgs. 213/98 non contiene disposizioni specifiche sul trattamento contabile e fiscale di tali costi

L’introduzione dell’Euro non è un caso eccezionale che consenta di derogare ai principi generali della IV direttiva

Il trattamento contabile dei costi connessi alla transizione va quindi affrontato nell'attuale quadro normativo

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroTrattamento contabile - Intangibles

I costi più frequentemente connessi all’introduzione dell’Euro hanno natura immateriale

I principi contabili italiani non disciplinano (ancora) il trattamento contabile delle immobilizzazioni immateriali, che rappresenta l’aspetto più problematico

Pertanto ci si può riferire ai principi enunciati dallo IAS (IAS 38 Intangible assets)

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroTrattamento contabile IAS - Intangibles

Caratteristiche delle immobilizzazioni immateriali:-identificabili (separabili; distinguibili dal goodwill)-controllati dall'azienda (che ha il potere di ottenere benefici economici da tale risorsa e di restringere l'accesso di altri a tali benefici)-generatori di futuri benefici economici probabili e quantificabili in modo attendibile

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroTrattamento contabile IAS - Intangibles

Relativamente ai benefici economici futuri occorre dimostrare:-potenzialità della risorsa di incrementare i benefici economici futuri per l'azienda-possibilità e intenzione di utilizzo della risorsa da parte dell'azienda-disponibilità di adeguate risorse (tecniche, finanziarie) che consentano il perseguimento di tali benefici

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroTrattamento contabile

Il documento della Commissione Dottori Commercialisti e Ragionieri sottolinea i seguenti concetti:-i costi della transizione sono generalmente paragonabili a costi ordinari (ordinario adattamento delle imprese all'evoluzione del quadro economico e del progresso tecnologico)-non sono destinati a produrre benefici economici incrementali, ma semplicemente consentono il mantenimento delle condizioni di funzionamento-di norma debbono essere imputati alle spese dell'esercizio di sostenimento-ove significativi occorre segnalarne l'impatto sul conto profitti e perdite

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroTrattamento contabile

-quando i costi della transizione generano benefici futuri individuabili (es. fase transitoria) è consentito capitalizzarli o includerli nel valore contabile della relativa attività fissa (rinvio); conseguentemente vanno ammortizzati nell'arco del periodo in cui sono economicamente utili

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroTrattamento contabile - Risorse umane

I principi di generale accettazione tendono a distinguere tra risorse immateriali (di carattere durevole) ‘identificabili’ e ‘non identificabili’, includendo implicitamente il valore del capitale umano fra i secondi

Ciò ne consente una misurazione economica solo in fase di acquisizione di aziende (goodwill) e non una loro separata capitalizzazione (FASB - Intangible Assets - Section I60 §101)

Pertanto i costi legati alla formazione delle risorse umane non sono normalmente capitalizzabili

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroTrattamento contabile - Software (applicativo)

Qualora venga acquistato a titolo di proprietà o di licenza d'uso a tempo indeterminato è correttamente classificabile fra i diritti di utilizzazione delle opere dell'ingegno

Quando l'acquisto avviene a titolo di licenza d'uso a tempo determinato, con pagamento di un corrispettivo ‘una tantum’, i relativi costi vanno classificati tra le licenze

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroTrattamento contabile - Software (applicativo)

Nel caso fosse autoprodotto, raramente è tale da assumere una propria individualità economica e poter essere alienato autonomamente. Pertanto il costo sostenuto generalmente deve essere classificato tra le spese di ricerca e sviluppo

Costi di adeguamento o integrazione del software per la sola gestione dell’Euro non sono capitalizzabili (nessun beneficio incrementale)

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroTrattamento contabile

In termini esemplificativi possiamo riepilogare:-costi capitalizzabili:

-software (con limitazioni)-sostituzione di cespiti (hardware, registratori di cassa, distributori, ecc.)

-costi capitalizzabili in relazione al periodo di transizione:-implementazione di sistemi di gestione della doppia valuta

-costi non capitalizzabili:-costi di formazione del personale-costi di informazione alla clientela-costi di adeguamento della modulistica

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroAccantonamento dei costi

La IV direttiva (art. 20) e il Codice Civile (art. 2424-bis, comma 3) ammettono accantonamenti per rischi e oneri solo se:-sono nettamente individuati nella loro natura-servono a coprire perdite o debiti certi o probabili ma indeterminati quanto al loro importo o alla data della loro manifestazione

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroAccantonamento dei costi

Il principio contabile n. 19 distingue tra:-accantonamenti per oneri, ossia per passività certe il cui ammontare o la data in cui si manifestano sono indeterminate-accantonamenti per rischi, ossia per passività la cui esistenza è solo probabile

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroAccantonamento dei costi

I futuri costi diretti connessi all’introduzione dell’Euro non sono assimilabili a rischi e non costituiscono oneri inerenti a ristrutturazioni

Non sono quindi accantonabili

Vengono contabilizzati nell’esercizio di sostenimento

I futuri costi indiretti dovuti all’introduzione dell’Euro (costi di ristrutturazione e simili) seguiranno ognuno il trattamento contabile tipico loro applicabile

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroImmobilizzazioni materiali e immateriali

Il costo delle immobilizzazioni la cui utilizzazione è limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in relazione alla loro residua possibilità di utilizzazione (art. 2426, comma 2)

L'introduzione dell'Euro potrà modificare la durata economica di alcune attività immobilizzate (distributori automatici, registratori di cassa, ecc.)

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroImmobilizzazioni materiali e immateriali

Il costo delle immobilizzazioni la cui utilizzazione è limitata nel tempo deve essere sistematicamente ammortizzato in relazione alla loro residua possibilità di utilizzazione (art. 2426, comma 2)

L'introduzione dell'Euro potrà modificare la durata economica di alcune attività immobilizzate (distributori automatici, registratori di cassa, ecc.)

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Costi connessi all’introduzione dell’EuroImmobilizzazioni materiali e immateriali

In tali casi sarà necessario, fin dal prossimo bilancio:-ridefinire la vita residua del bene, con conseguente adattamento del periodo di ammortamento-procedere ad una nuova determinazione del valore economico (residuo) del bene (art. 2426, comma 3)

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Conversione in Euro

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Conversione in Euro

I criteri di rilevazione delle operazioni ed i criteri di trattamento delle relative differenze di cambio: l’impatto sulle imprese

La traduzione in Euro delle partecipazioni e delle altre immobilizzazioni: rapporti con le disposizioni in vigore

Il bilancio consolidato e le differenze derivanti dalla conversione del patrimonio netto delle controllate estere

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Conversione in EuroPrincipi fondamentali

L’Euro sostituisce ai tassi di conversione applicabili a partire dall’1 gennaio 1999 le monete degli Stati IN

1 ECU = 1 Euro

Le monete nazionali divengono unità divisionali dell’Euro

Qualunque importo in unità Euro o in unità monetaria nazionale pagabile mediante accredito sul conto del creditore può essere versato dal debitore indifferentemente in unità Euro o nell’unità monetaria nazionale

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Conversione delle poste di bilancio in Euro

Nella redazione dei bilanci al 31 dicembre 1998 occorre tenere conto dei tassi fissi di conversione stabiliti a tale data

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Conversione delle poste di bilancio in Euro

Alla luce dei principi generali le differenze di cambio tra le monete dei paesi partecipanti debbono essere considerate realizzate (indipendentemente alla moneta di conto utilizzata per redigere il bilancio)

La realizzazione di differenze di cambio comporta il riconoscimento dei risultati di cambio nel conto economico

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Conversione delle operazioni in moneta estera

(P.C. n. 9)

Le operazioni in valuta estera sono convertite nella moneta nazionale al tasso di cambio vigente alla data in cui si è verificata l’operazione. A volte è accettabile utilizzare un tasso di cambio medio

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Conversione delle attività/passività correnti denominate in moneta estera

(P.C. n. 9) 1° metodo:-adeguamento delle attività/passività correnti al cambio di fine periodo e riconoscimento delle differenze cambio positive e negative nel conto economico-2° metodo:-in caso di differenze di cambio nette negative, riconoscimento delle differenze nel conto economico con addebito in apposito fondo del passivo-in caso di differenze di cambio nette positive, le differenze non vengono rilevate

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Conversione delle attività/passività non correnti denominate in moneta estera

(P.C. n. 9)

Conversione delle singole attività/passività non correnti al cambio di fine periodo e riconoscimento delle sole differenze cambio negative nel conto economico. Le differenze cambio positive sono differite e riconosciute quando le attività/passività che le hanno generate diventano correnti

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Conversione delle attività/passività non correnti denominate in moneta estera

(P.C. n. 9)

Se dalla conversione delle singole attività/passività non correnti derivano sia utili che perdite, tali utili e perdite vanno considerati congiuntamente per classi di scadenza. Se dalla conversione delle attività/passività di una classe emergono utili netti, tali utili vanno differiti; nel caso di perdita netta, tale perdita va riconosciuta nel conto economico

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Conversione delle poste in valutaMetodi consentiti dal D.lgs. 213/98

Applicabile ai bilanci chiusi a partire dal 31/12/98

1° metodo:-le differenze cambio sono incluse nel conto economico (1998)

2° metodo:-la differenza cambio positiva o negativa di ciascun elemento monetario è ripartita nell’esercizio e in quelli successivi in funzione della durata residua e della prevista evoluzione del capitale dell’elemento considerato-3° metodo:-le differenze cambio sono ripartite in quote costanti nell’esercizio e nei tre successivi

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Conversione delle poste in valuta(Bozza di P.C.)

L’imputazione a c/e della sola quota di competenza, in applicazione dei metodi alternativi II e III, si può ottenere alternativamente tramite

rilevazione di risconti per gli utili e le perdite da differire (iscritti separatamente dagli altri);-iscrizione a patrimonio netto degli utili/perdite da differire, al netto delle imposte differite (se utili), e successiva imputazione nei c/e futuri delle quote di competenza

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Conversione delle poste in valuta(Bozza di P.C)

Il metodo analitico pro-rata e quello forfettario non possono essere utilizzati per differire differenze negative su cambi di competenza di precedenti esercizi (sorte ma non rilevate ante 1998)

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Conversione delle poste in valuta(Bozza di P.C.)

Informativa in Nota Integrativa (art.2427,n.1, comma 1,c.c)

-criterio di conversione prescelto e vantaggi fiscali conseguenti-ammontare delle differenze cambio risultanti e quanto imputato a c/e-ammontare delle differenze cambio iscritte nelle voci dell’attivo e del passivo-eventuali imposte differite iscritte-effetti sul patrimonio netto e sul risultato dell’esercizio

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Conversione delle poste di bilancio in Euro

(Documento di orientamento della CE)

Le differenze di cambio realizzate sui contratti a termine di cambio speculativi vanno riconosciute immediatamente nel conto economico in quanto realizzate e non collegate a proventi od oneri futuri

Nel caso di contratto a termine di copertura di attività/passività, la somma delle differenze cambio relative al contratto a termine e all’attività/passività coperta devono essere riconosciute nel conto economico

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Conversione delle poste di bilancio in Euro

(Documento di orientamento della CE)

Nel caso di un contratto a termine in cambi utilizzato per coprire il rischio di cambio su impegni o operazioni future, le differenze di cambio relative dovranno essere riconosciute nel conto economico

Il riconoscimento delle differenze di cambio derivanti da tali contratti deve essere differito qualora ciò consenta una migliore correlazione tra costi e ricavi

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Conversione delle poste in valuta Conclusioni

Le differenze cambio tra le monete dei paesi partecipanti sono considerate come realizzate

Pertanto il trattamento più corretto è di norma l’iscrizione a conto economico di tali differenze (metodo 1)

Dal punto di vista fiscale le differenze cambio sono rilevanti nell’esercizio di iscrizione a conto economico

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Traduzione in Euro di partecipazioni e altre immobilizzazioni

Bilancio di esercizio

Per le imprese industriali e mercantili, la conversione di queste poste si attua applicando i criteri previsti dall’art. 18 del D.lgs. 213/98:

si applica il tasso di cambio tra valuta nazionale ed Euro al 31 dicembre 1998

-si converte il costo iscritto (in lire) derivante dalla traduzione dell’importo originario in divisa al cambio vigente alla data del loro acquisto

-Non è prevista la possibilità concessa alle imprese finanziarie di convertire il costo iscritto in base al valore della valuta originaria adeguato a fine esercizio

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Bilancio di esercizio - EsempioAcquisto di una immobilizzazione a Fr. 1.000

Impreseindustriali

Lit.

Impresefinanziarie

(facoltà)Lit.

Importo pagato nel 1997 (1)

Costo iscritto in bilancioal 31/12/98

Conversione in Euro(Euro 1 = L1.936,27)

280.000

280.000

144,61

280.000

(2) 295.182

152,45

(1) Ottenuto applicando il tasso di cambio vigente alla data di acquisto (Fr1 = L280).

(2) Ottenuto dall’adeguamento del tasso di cambio Fr/Euro/L al 31 dicembre 1998.

Traduzione in Euro di partecipazioni e altre immobilizzazioni

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Il bilancio consolidato e le differenze derivanti dalla conversione del

patrimonio netto delle controllate estere

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Conversione dei bilanci di gestioni estere

Metodi di consolidamento Come previsto dal principio contabile n. 17

(CNDC):

-metodo del cambio di corrente/investimento netto (utilizzato per entità separate indipendenti non integrate con la società controllante)

-metodo temporale (utilizzato per entità che costituiscono parte integrante della società controllante)

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Metodo del cambio corrente/investimento netto

(Bozza di P.C del CNDC)

Attività e passività convertite al cambio di chiusura.

Conto economico convertito al cambio medio o al cambio di chiusura.

Le differenze di conversione risultanti incluse direttamente nel patrimonio netto consolidato (nonostante tali differenze siano da considerarsi realizzate a seguito della fissazione dei tassi di cambio).

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Metodo del cambio di chiusura/investimento netto

(Bozza di P.C del CNDC)

E’ necessario riconoscere l’importo cumulativo di tali differenze di conversione nel conto economico dell’esercizio in cui avviene la cessione o la liquidazione della gestione estera interessata

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Metodo del cambio di chiusuraEsempio

Tasso di 12/9731/12/1997 Fr cambio (1) Lire

Attività correnti 1.200 300 360.000Immobilizzazioni 2.800 300 840.000Totale attività 4.000 1.200.000Passività correnti 800 300 240.000Passività m/l termine 1.800 300 540.000Capitale sociale 1.000 220 220.000Riserve 300 290 87.000Riserva di conversione - 83.600Utile 100 294 29.400

4.000 1.200.000

(1) Tasso di cambio Lire/Fr.

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Metodo del cambio di chiusuraEsempio

31/12/1998

Attività correnti

Immobilizzazioni

Totale attività

Passività correnti

Passività m/l termine

Capitale sociale

Riserve

Riserva di conversione

Utile

Fr.

1.450

2.700

4.150

800

1.800

1.000

400

150

4.150

Tasso di cambio

(1)

(1)

(1)

(1)

220

291

298

12/98Lit.

428.015

796.993

1.225.008

236.146

531.328

220.000

116.400

76.434

44.700

1.225.008(1) 1Ffr/6,55957*L1936,27

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Metodo di cambio di chiusuraRiserva di conversione

31/12/1997

Capitale sociale

Riserve

Utile

Fr.

1.000

300

100

cambio

80

10

6

Lit.

80.000

3.000

600

83.600

31/12/1998

Capitale sociale

Riserve

Utile

Fr.

1.000

400

150

cambio

75,182

4,182

(2,817)

Lit.

75.182

1.673

(421)

76.434

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Metodo temporale(Principi generali)

Le attività e passività non monetarie sono convertite al cambio storico

Le attività e passività monetarie sono valutate coerentemente con i principi contabili utilizzati dalla controllante

Le voci di conto economico sono convertite al cambio medio o storico in base alla loro natura

Le differenze di cambio risultanti sono addebitate/accreditate al conto economico

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Societàcontrollata

Tassostorico

Attività in moneta nazionale

Tassi fissi di conversione

Attività in Euro

1.200

5,00

240

3,00

-

-

400

2,00

200

Tassocontrollant

e

Fr.

Euro

DM

Euro

La differenza di Euro40 rispecchia le oscillazioni valutarie del periodo intercorrente tra l’acquisto dell’attività e l’introduzione dell’Euro. Questa differenza scompare con l’ammortamento progressivo o la vendita dell’attività sottostante.

Conversione dei bilanci di gestione estere

(Documento di orientamento della CE)Nel caso di utilizzo del metodo temporale

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Metodo temporale(Esempio)

Tasso di cambio

(*)

300

230

300

300

220

290

(**)

293

360.000

644.000

1.004.000

240.000

540.000

220.000

87.000

(83.000)

1.004.000

29.300

(112.300)

(83.000)

(*) Tasso di cambio Lit/Fr.

(**) Utile dell’esercizio

Effetto economico della conversione

31/12/1997

Attività correnti

Immobilizzazioni

Totale attività

Passività correnti

Passività m/l termine

Capitale sociale

Riserve

Utile

Fr.

1.200

2.800

4.000

800

1.800

1.000

300

100

100

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[[[[ Studio Associato105

31/12/1998

Attività correnti

Immobilizzazioni

Attività

Passività correnti

Passività m/l termine

Capitale sociale

Riserve

Utile

Metodo temporale(Esempio)

Fr.

1.450

2.700

4.150

800

1.800

1.000

400

150

150

Tasso di cambio

(1)

230

(1)

(1)

220

(**)

296

Lire

428.015

621.000

1.049.015

236.146

531.328

220.000

4.000

57.541

1.049.015

44.400

13.141

57.541

(1) 1Ffr/6,55957*L1936,27

(**) Utile dell’esercizio

Effetto economico della conversione

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Immobilizzazioni

Capitale sociale

Riserve

Utile

Metodo temporaleEffetto a conto economico della conversione

Fr.

2.800

1.000

300

100

cambio

(70)

80

10

7

Lit.

(196.000)

80.000

3.000

700

(112.300)

31/12/1997 Fr.

2.700

1.000

400

150

cambio

(65,182)

75,182

285,182

(0,817)

Lit.

(175.992)

75.182

114.073

(122)

13.141

31/12/1998

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Rivalutazione monetaria delle immobilizzazioni

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Rivalutazione monetaria delle immobilizzazioni

L’esistenza di tassi di inflazione sensibilmente diversi tra i vari paesi per periodi di tempo prolungati comporta alcune distorsioni nel confronto tra i valori storici delle immobilizzazioni. Tali distorsioni sono più evidenti con l’utilizzo di un’unica moneta di conto per la predisposizione dei bilanci

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Rivalutazione monetaria delle immobilizzazioni

Possibili effetti per i paesi che hanno registrato alti tassi d’inflazione nel passato:-minori costi per ammortamento-maggiore carico fiscale -minore capacità di autofinanziamento

Alcuni ravvisano quindi la necessità di una rivalutazione monetaria (in esenzione fiscale).Questa ipotesi non è al momento condivisa dal Comitato Euro

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Rivalutazione monetaria delle immobilizzazioni

A questo proposito bisogna tuttavia osservare che:-l’introduzione rende più evidente un fenomeno che ha cause diverse (differenziale tassi di inflazione) dall’introduzione dell’Euro-negli ultimi anni si è registrata una progressiva convergenza dei tassi di inflazione-in passato sono già state permesse rivalutazioni monetarie che hanno, almeno parzialmente, corretto le distorsioni illustrate-l’eventuale rivalutazione delle immobilizzazioni presuppone un intervento normativo specifico, attualmente allo studio del Ministero delle Finanze

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Regole riguardanti i tassi di conversione e l’arrotondamento

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Regole riguardanti i tassi di conversione e l’arrotondamento

Regole riguardanti l’utilizzo dei tassi di conversione e l’arrotondamento:-vengono fissati irrevocabilmente solo i tassi di conversione tra l’Euro e le unità monetarie nazionali-i tassi di conversione adottati comportano sei cifre significative e non possono essere arrotondati all’atto della conversione-le sei cifre di cui è composto il tasso vanno calcolate da sinistra a partire dalla prima cifra diversa da zero. Comporteranno quindi da due a sei decimali

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Regole riguardanti i tassi di conversione e l’arrotondamento

-tali tassi saranno utilizzati per la conversione dell’Euro alle monete nazionali e viceversa. Al fine di evitare che l’arrotondamento possa causare risultati differenti, non è consentito l’uso del reciproco del tasso di conversione utilizzato-la conversione da una moneta nazionale all’altra dovrà effettuarsi convertendo preliminarmente l’ammontare in Euro, utilizzando non meno di quattro decimali arrotondando al terzo e quindi procedendo alla conversione nell’altra moneta nazionale

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Regole riguardanti i tassi di conversione e l’arrotondamento

-gli importi da contabilizzare all’atto della conversione tra Euro e valute nazionali vengono arrotondati al centesimo (superiore o inferiore) più vicino (0,5 va ad 1,0)-nella conversione tra valute gli importi sono arrotondati all’unità divisionale più vicina o all’unità più vicina all’unità monetaria nazionale ovvero, in conformità a leggi nazionali o alle pratiche di mercato, al multiplo o alla frazione della suddivisione o unità monetaria nazionale (flessibilità nell’applicare le pratiche nazionali)

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Regole riguardanti i tassi di conversione e l’arrotondamento

-La conversione degli importi diversi da quelli contenuti in norme oppure che sono da pagare/contabilizzare autonomamente (cd calcoli intermedi) devono essere convertiti in Euro utilizzando:-5 decimali per importi originari in lire

-4 decimali per importi originari in decine di lire-3 decimali per importi originari in centinaia di lire-2 decimali per importi originari in migliaia di lire

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Regole riguardanti i tassi di conversione e l’arrotondamento

Casi di applicabilità delle regole suddette (non esaustivi):-valutazione di poste in valuta nel bilancio redatto in moneta nazionale-consolidamento di partecipate estere-transazioni (pagamenti/incassi) tra valute nazionali-conversione delle emissioni pubbliche-sistemi (gestionali e contabili) di riconciliazione o quadratura (es.: stanza di compensazione per i movimenti interbancari)

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Euro1 = L1.936,27

L17.240.232/(cambio) L1.936,27 = 8.903,836

Principio dell’arrotondamento all’Eurocent:-il 2° decimale va arrotondato per eccesso se il terzo decimale è superiore a 4 = Euro8.903,84

Regole riguardanti i tassi di conversione e l’arrotondamento

Esempio di conversione da lire a Euro (principio comunitario)

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Euro1 = L1.936,27

Euro8.903,84 * (cambio) L1.936,27 = 17.240.238,27

Principio dell’arrotondamento:-arrotondamento all’unità della moneta = 17.240.238

Regole riguardanti i tassi di conversione e l’arrotondamento

Esempio di conversione da Euro a lire (principio comunitario)

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Euro1 = L1.936,27

Euro1 = DM1,95583

DM482,20/ (cambio) 1,95583 = 246,5449

Arrotondamento = 246,545

Conversione in lire = 246,545 * L1.936,27 = 477.377,6871 = L477.378

Regole riguardanti i tassi di conversione e l’arrotondamento

Esempio di conversione da marco a lire (principio comunitario)

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Euro1 = L1.936,27

Prezzo unitario contrattuale L15

L15/1936,27= Euro0,00774

Arrotondamento = Euro 0,0077

Regole riguardanti i tassi di conversione e l’arrotondamento

Esempio di calcolo intermedio

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Conversione del capitale in Euro

Conversione del capitale moltiplicando il numero delle azioni per il loro valore nominale convertito in Euro

Conseguenze- arrotondamento per eccesso - arrotondamento per difetto

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Conversione del capitale in Euro

Arrotondamento per eccesso

aumento del valore nominale

mediante utilizzo di riserve

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Conversione del capitale in Euro

Arrotondamento per difetto o in mancanza di riserve

Riduzione del valore nominaledelle azioni con accredito a riserva

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Conversione del capitale in Euro Esempio n. 1

1 Euro = Lit 1936,27

Capitale Lit 10.000.000.000

Valore nominale azioni Lit 800

Numero azioni 12.500.000

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Conversione del capitale in Euro Esempio n. 1

Valore nominale in Euro di ogni azione - Lit 800 : 1936,27 = 0,4131 = Euro 0,41

Conversione del capitale - Euro 0,41x 12.500.000 = Euro 5.125.000

Effetti degli arrotondamenti per difetto- Lit 10.000.000.000 : 1936,27 =

5.164.568,990=Euro 5.164.568,99Riduzione del capitale mediante accredito alla riserva legale di Euro 39.568,99

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Conversione del capitale in Euro Esempio n. 2

1 Euro = Lit 1936,27

Capitale Lit 25.325.000.000

Valore nominale azioni Lit 9500

Numero azioni 2.665.789

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Conversione del capitale in Euro Esempio n. 2

Valore nominale in Euro di ogni azione - Lit 9500 : 1936,27 = 4,906 = Euro 4,91

Conversione del capitale - Euro 4,91 x 2.665.789 =Euro 13.089.023,99

Effetti degli arrotondamenti per eccesso e troncamento - Lit 25.325.000.000 : 1936,27 =

13.079.270,969=Euro 13.079.270,97Aumento del capitale con riserve = Euro 9752,03Riduzione per troncamento = Euro 0.99

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Conversione del capitale in Euro

Speciali regole di raggruppamento per: - azioni con privilegi commisurati al

valore nominale onde evitare che tale valore subisca variazioni a motivo della conversione in Euro

- azioni di valore unitario inferiore a Lit 500

- portare il valore nominale ad 1 Euro o suoi multipli

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Conversione del capitale in Euro

Agevolazioni - movimentazione delle riserve come nei

casi generali- acquisto di azioni proprie in deroga

all’art. 2357- procedura semplificata (C.d.a senza

notaio )- indicazione nella corrispondenza del

capitale in Euro (art. 2250) entro un biennio

- esenzione da imposte indirette ?- altre agevolazioni ?

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Conversione del capitale in Euro

Nuovi minimi legali - per Spa = Euro 100.000- per Srl = Euro 10.000

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Aspetti fiscali

Libertà nella emissione delle fatture in Euro o in lire indipendentemente dalla unità di conto utilizzata ai fini della contabilità

Si devono seguire le regole comuni di conversione

Libertà di emissione degli scontrini fiscali con indicazione separata dei totali delle due valute nello scontrino di chiusura giornaliera

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Aspetti fiscali

speciali regole per i misuratori fiscali

Iva di gruppo : si utilizza a tutti i fini l’unità scelta dalla controllante , anche se diversa da quella adottata dai soggetti controllati

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Aspetti fiscali

possibilità di presentare dichiarazioni in Euro per i periodi d’impostadecorrenti dal 1 gennaio 1999 ovvero chiusi nel corso di tale anno

obbligo di dichiarazione in Euro dal primo esercizio in cui si presenta il bilancio in Euro

obbligo di continuità per i soggetti in contabilità semplificata dal momento in cui presentano la prima dichiarazione in Euro

obbligo di continuità per le dichiarazioni periodiche Iva

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Aspetti fiscali

dichiarazioni Invim in lire anche nel 2002

possibilità di utilizzare l’Euro per l’imposta sostitutiva Invim

versamenti dell’imposta in lire o in Euro indipendentemente dalla valuta utilizzata per la presentazione delle relative dichiarazioni