Struttura a salienti con il tetto a due spioventi. La larghezza è uguale alla sua massima altezza. ...

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Struttura a salienti con il tetto a due spioventi. La larghezza è uguale alla sua massima altezza. Esterno che riflette la scansione modulare dell’interno con arcate cieche in corrispondenza del matroneo e contrafforti costruiti da pietre (materiale di spoglio) squadrate regolarmente. Presenza di un elegante protiro. Elementi classicheggianti del linguaggio architettonico sono i pausati intervalli ritmici che impostano la struttura modulare. ttedrale di Modena:facciata

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Struttura a salienti con il tetto a due spioventi. La larghezza è uguale alla sua massima altezza.

Esterno che riflette la scansione modulare dell’interno con arcate cieche in corrispondenza del matroneo e contrafforti costruiti da pietre (materiale di spoglio) squadrate regolarmente.

Presenza di un elegante protiro.

Elementi classicheggianti del linguaggio architettonico sono i pausati intervalli ritmici che impostano la struttura modulare.

Cattedrale di Modena:facciata

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ARTISTI Lanfranco architetto commemorato nell’iscrizione absidale “famoso

per ingegno, sapiente, esperto”. Dirige piccoli gruppi di magisteri (operarii e artifices con capacità tecniche distinte), il lavoro è organizzato in settori diversi dalla cui aggregazione nasce l’edificio (ad es. campate coordinate tra loro)

Wiligelmo scultore commemorato dall’iscrizione in facciata con un distico elegiaco “di quanto onore tu sia degno, o Wiligelmo, tra gli scultori, è ora reso manifesto dalla tua scultura”. Enoc ed Elia, profeti che non conobbero la morte, sostengono l’iscrizione quali credibili testimoni della validità dell’elogio quale simbolo di immortalità

Particolari artifices sono gli scultori che solo in un secondo momento diventano artisti autonomi costituiti in dinastie familiari che lavorano per altari, pulpiti,plutei, transenne (Anselmo da Campione, pontile, 1165)

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“Quanto tra gli scultori / tu sia degno di onore / e' chiaro ora, o

Wiligelmo, per le tue opere scolpite”

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I LINGUAGGI DELL’ARTE

SCULTURA

ARTE ROMANIC

A

Originariamente subordinata all’architettura era usata per decorare gli edifici religiosi (Facciate, Portali, Capitelli, Arredi sacri, Rilegature di testi sacri) Svolgeva una funzione didattica infatti viene utilizzata per comunicare concetti, raccontare storie sacre, per commuovere e incutere timore (al fedele che molto spesso è analfabeta) Utilizzava una rappresentazione realistica della figura umana (anche se teste e arti risultano molto spesso sproporzionati) Le tecniche usate erano il basso e l’alto rilievo rifiniti a volte con colori vivaci e ori. Raramente si trovano sculture a tutto tondo, che si possono ammirare soprattutto nelle deposizioni in legno che ebbero grande diffusione tra il XII e XIII sec. per il basso costo del materiale e la facile lavorazione. I soggetti erano vari e fantasiosi:

Religiosi (Antico e Nuovo Testamento) Profani (Vita quotidiana, alternarsi delle stagioni, segni zodiacali) Floreali o geometrici (matrice classica o bizantina) Bestiario (Mostri, Diavoli, Animali esotici)

Maggiori scultori sono Wiligelmo (Duomo di Modena) e Antelami (Duomo di Parma)

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Le lastre sono collocate sulla facciata del Duomo in una posizione che non si ritiene sia quella originale.

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STILE Arcatelle superiori

(scandiscono la narrazione con un ritmo derivato dai sarcofagi romani)

Gesti (esprimono gli atteggiamenti, non sono narrativi, sono lenti quasi a simboleggiare il lento destarsi alla vita della materia inerme; sono ripetitivi quasi che l’azione fosse sopportata più che agita; vengono enfatizzati per renderli più espliciti)

“La creazione della donna”

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STILE Figure (immagini isolate,

emblematiche, emergono dal fondo con plasticità così da creare un’atmosfera di veneranda antichità, l’espressione è data dalla fisicità dei corpi e dalla lenta gestualità improntata a modelli archetipi)

Narrazione (Biblia Pauperum, il testo è narrato in modo sintetico, paratattico, il tema è trasposto in forma metaforica e simbolica)

“Il peccato originale”

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TECNICA Pieghe cordonate (tipiche

del sud-ovest della Francia) Uso del trapano per

aumentare l’effetto del chiaroscuro (dalla tarda antichità e dall’arte delle provincie)

Raffinati particolari (fregio a palmette=motivo classico, segno grafico della doppia ascia=acqua, forma non naturalistica ma di notevole effetto rappresentativo)

“Lamech che uccide Caino”

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Significato simbolico di tutte le sculture: peccato e redenzione secondo la narrazione del dramma semiliturgico

“Ordo rapresentationis Ade”

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PORTALE Intreccio vegetale

(selva abitata dai demoni) Vendemmia (Paradiso

verso cui è incamminata l’umanità)

12 profeti entro edicole (Gerusalemme celeste

figure incurvate sotto le modanature (umanità insediata dal peccato)

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I Maestri campionesi erano stati chiamati per completare la cattedrale e, soprattutto, per costruire la torre campanaria. A loro si devono buona parte delle decorazioni interne, ma anche diversi interventi strutturali quali l'apertura delle due porte della facciata ai lati del portale maggiore e la costruzione del grande rosone gotico al centro della facciata, che comportò un intervento al secondo piano del protiro del portale maggiore. Fu inoltre modificato il presbiterio, con la costruzione del mirabile pontile riccamente da loro decorato, e venne aperta la grandiosa Porta Regia sulla Piazza Grande, anch'essa non prevista da Lanfranco (il nome di Regia, non significa del re, ma deriva dal termine del latino medioevale rege che significa porta principale di un edificio), vicina alla Porta dei principi, anch'essa sulla piazza e già presente nel progetto iniziale, che trae il proprio nome dalla presenza di due principi nella decorazione dell'architrave. La monumentalità della Porta Regia conferì al fianco meridionale l'aspetto di una seconda facciata.

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IL PONTILE

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La Porta Regia

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Porta della pescheria, unico accesso sul lato settentrionale del Duomo.Il suo nome deriva probabilmente dalla vicinanza dell’antico banco per il commercio del pesce in una Modena di epoca medievale. La porta della pescheria è opera della scuola di Wiligelmo ed è stata scolpita indicativamente tra il 1110 e il 1120 circa. Come per tutto il Duomo, vero e proprio libro di pietra per il popolo analfabeta, anche questa particolare opera è ricca di significati ed allegorie. Caratteristica comune di tutti i portali del Duomo si notano gli stipiti squadrati, l’architrave che sorregge una lunetta semicircolare e i leoni stilofori simbolici guardiani  all’accesso in chiesa

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WILIGELMO (DUOMO DI MODENA)

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