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Autostimaweb Il blog italiano sulla Crescita Personale e Coaching;

Tel. 389-5096796; Mail. [email protected]; Sito Web. http://autostimaweb.com

INDICE

1) Dieta: cosa intendiamo precisamente con questo

termine?

2) Motivazione e gestione del peso

3) Resistenza al dimagrimento

4) Come ritrovare la motivazione nella gestione del peso

5) L'alimentazione, una necessità vitale...

6) L’aspetto emozionale: eating emozionale

7) La comunicazione con gli altri e la sua relazione con la

fame emozionale

8) Le 10 regole per ritrovare il giusto peso

9) Dieta ed efficienza mentale

10) TEST di valutazione del tipo di alimentazione e dello

stile di vita

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Ciao,

ti ringrazio per aver scaricato questo report mirato

sull’alimentazione e benessere emotivo.

Ti spiego un po’ chi siamo e cosa troverai in questo manuale.

Siamo un gruppo di Coach professionisti che dopo anni di

esperienza e preparazione sul Coaching e sulla crescita personale,

abbiamo creato questo sito chiamato Autostima web, per tutti

coloro che sentono il bisogno e vogliono migliorarsi e ottenere

davvero dei risultati tangibili attraverso il Coaching.

Noi di Autostima web, abbiamo seguito approfonditi e specifici

percorsi formativi sulla Psicologia del Cambiamento e

sul Coaching, e siamo tutti certificati come Coach professionisti.

La maggior parte di noi ha frequentato percorsi specifici con Human

Performance Italia, società di Coaching e Formazione aziendale

consolidata da oltre 12 anni di esperienza, e garanzia di competenza,

serietà, onestà e competenza.

I nomi dei Coach:

Veronica Altosinno

Life Coach e Responsabile Progetto Autostimaweb

Sergio Amatulli

Executive e Team Coach, Fondatore di Human Performance Italia

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Cosa troverai in questo manuale:

Abbiamo pensato di regalarti questo manuale per indicarti un

metodo mirato sull’alimentazione e la gestione del peso, affrontando

non solo il punto di vista alimentare, ma aiutandoti a conoscere

meglio il processo emotivo che è una causa dell’aumento di peso.

Potrai valutare quindi, quale stile adottare per ritrovare il giusto

peso senza troppi sacrifici, che ostacolano la continuazione di

un’alimentazione corretta. Vedremo anche quali “sabotaggi” sono

creati dalle emozioni negative, ed in che modo influenzano la

gestione del peso.

Ti auguro una buona lettura e mi auguro che possano essere

ottimi consigli per partire, aiutandoti a prendere in mano la tua vita e

affrontare la gestione del tuo peso in modo più sereno e stimolante.

Appena avrai terminato di leggere il manuale, ti offrirò una

possibilità reale di affrontare la gestione del peso con me.

Grazie.

Veronica Altosinno

Bene ora partiamo..

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1) DIETA: COSA INTENDIAMO PRECISAMENTE

CON QUESTO TERMINE?

Spesso, viene spontaneo associare alla parola "dieta" il termine

"dimagrante", ma non è corretto dare per scontato che parlando di

dieta ci si riferisca per forza ad un programma di dimagrimento.

Il termine dieta deriva dal greco "diaita", ed in medicina è stato

utilizzato per indicare la ripartizione di cibi e pasti.

Con questa parola intendiamo, infatti, un regime alimentare

equilibrato e vario, che soddisfi i fabbisogni nutritivi e possibilmente

ci permetta di mangiare con piacere.

Per impostare un corretto regime alimentare, si possono tenere

presenti tre parole chiave: moderazione, varietà ed equilibrio.

Moderazione è necessaria, perché gli eccessi alimentari si pagano

con sovrappeso e obesità. Inoltre, mangiare smodatamente alcuni

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alimenti, e privarsi di altri, può essere causa di carenze di elementi

nutritivi importanti.

Varietà perché bisogna mangiare di tutto, sia nell'arco della

giornata che durante la settimana; se la dieta è varia, si è più sicuri

di assumere tutte le sostanze necessarie, evitando l'accumulo di

quelle nocive, e non incorrendo in carenze alimentari.

L'equilibrio serve perché la buona alimentazione deve essere

bilanciata: se si introducono troppe calorie, queste si accumuleranno

come grasso.

Mantenere la corretta proporzione tra le fonti alimentari, inoltre,

consente di evitare i rischi caratteristici delle diete squilibrate (ad

esempio, come quelle che propongono, allo scopo di dimagrire,

l'abolizione totale dei carboidrati).

Per verificare che la nostra dieta quotidiana corrisponda a regole di

salute e per scoprire eventuali abitudini errate, è molto utile tenere

un diario giornaliero nel quale annotare la composizione dei pasti

che assumiamo. E’ un consiglio che ti suggerisco vivamente di

seguire.

E’ solo con questo metodo che potremo constatare quanti errori

alimentari commettiamo inconsapevolmente (come ad esempio il non

consumare alimenti freschi e di stagione o l'introdurre troppe calorie).

Come si imposta una corretta dieta dimagrante?

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Con l’aiuto di un medico, è possibile stabilire il peso teorico, in

modo tale da calcolare il fabbisogno calorico giornaliero del paziente,

fabbisogno che verrà ridotto poiché l'obiettivo è quello di perdere

peso.

La restrizione calorica dovrà mantenersi intorno alle 1200 -

1400 kcal giornaliere per la donna adulta e intorno alle 1500 - 1800

kcal per l'uomo adulto; al di sotto di questi valori, la dieta dimagrante

non è corretta dal punto di vista biochimico, poiché non soddisfa i

fabbisogni di micronutrienti (nonostante sia a volte comunque

necessaria un'integrazione di vitamine e sali minerali).

La dieta dovrà essere il più possibile adeguata alle abitudini e ai

gusti della persona e non dovrà provocare una fame eccessiva negli

intervalli tra un pasto e l'altro. Per questo sarà opportuno

distribuire la razione alimentare in tre pasti principali e in tre

spuntini rompi- digiuno.

Il programma di dimagrimento dovrà prevedere abbondanti

frutta e verdura di stagione, cereali, legumi. Anche carni magre e

uova potranno essere consumati, sempre secondo le indicazioni

fornite dal medico. Nella dieta ipocalorica, la percentuale

raccomandata di proteine per evitare un bilancio azotato negativo

varia da 0,8 a 1,2 g/kg di peso corporeo ideale.

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Anche lo yogurt è un alimento molto indicato per chi segue una

dieta dimagrante, perché apporta fermenti lattici equilibratori della

flora batterica intestinale.

Per quanto riguarda i condimenti grassi, è senz'altro consigliato

l'olio extravergine d'oliva.

I metodi di cottura devono essere i più semplici possibili, per

mantenere inalterato il valore nutrizionale dei cibi.

Adottando queste abitudini quotidiane con serenità, i primi

risultati si inizieranno ad intravvedere. Ma non finisce qui, anzi siamo

appena all’inizio, giusto per indicarti alcune informazioni di base per

una corretta alimentazione. Probabilmente le conoscerai già: infatti

fanno parte del concetto di “dieta mediterranea” per eccellenza.

Ma ora affrontiamo un altro tema, ovvero sai cosa mangiare ma

non sempre riesci a metterlo in pratica. Cosa succede? Come mai?

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2) MOTIVAZIONE E GESTIONE DEL PESO

La moderna scienza dell'alimentazione ha accertato come non

sempre l'aumento del grasso corporeo sia unicamente legato ad una

iper alimentazione.

Da un'analisi obiettiva, e per questo basta guardarsi attorno, è

facilmente verificabile come ci siano persone che mangiano

quantitativi al di sotto della media, eppure non solo non perdono

peso ma, al contrario, hanno la tendenza all'accumulo di grasso.

Questa evidenza è un ulteriore conferma dell'inutilità del semplice

calcolo matematico per cui basterebbe togliere 300-500 calorie al

giorno dal fabbisogno calorico giornaliero (calcolato con le formule

teoriche) per ottenere il sospirato dimagrimento.

Le motivazioni sono da ricondurre sia a fattori fisiologici

che psicologici.

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Le motivazioni che portano all'aumento di peso possono essere

individuate e riassunte in:

- Numero di cellule adipose ereditate o sviluppate dalla

gestazione all'età evolutiva, tenendo conto che l'ereditarietà

influisce con una percentuale del 30% sul soprappeso generale di un

soggetto.

- Aspetto ormonale della tiroide, degli androgeni (ormoni della

crescita) e del sistema simpatico (parte del sistema nervoso).

- Dalla sensibilità agli sbalzi glicemici e insulinici.

- Desensibilizzazione agli stimoli di sazietà a livello d'ipotalamo

(serotonina), Leptina (ormone delle riserve lipidiche), CCK

(colecistichinina, polipeptide responsabile dell'indice di sazietà).

- Situazione umorale, psicologica, caratteriale (insoddisfazione e

mancanza di autostima).

- Squilibri alimentari sia qualitativi che quantitativi e di

distribuzione oraria.

- Alti livelli di stress con ricerca di gratificazione e cortisolemia.

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- Ipocinesi (mancanza di attività fisica) e bassi livelli di tessuto

muscolare. La sedentarietà può infatti momentaneamente rallentare

una parte degli enzimi deputati alla lipolisi, inoltre il QR (Quoziente

Respiratorio, parametro che indica il tipo di carburante utilizzato) si

sposta verso l'utilizzo di carboidrati e non di grassi.

- Presenza di eventuali intolleranze e allergie.

- Scarsa presenza di grasso bruno, un tessuto adiposo ereditato

dall'infanzia e dotato di una grande attività metabolica.

Quindi in sintesi,

1 Ciò che conta è la qualità e non la quantità dei cibi.

2 Non tutte le calorie sono uguali. Cibi diversi hanno impatti

metabolici diversi.

3 Non tutti i momenti del giorno sono uguali per assumere

determinati alimenti (cronobiologia).

4 Il numero di pasti influenza i livelli glicemici e la tendenza ad

accumulare grasso.

5 In carenza calorica cronica il corpo tende a distruggere massa

magra.

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6 Ogni persona ha un suo peso forma determinato dalla struttura

scheletrica, dal muscolo e da equilibri dettati da un sistema

denominato ponderostato (peso a cui tendiamo).

7 Necessità di aumentare l'autostima e la gratificazione.

8 Attività fisica mirata a migliorare la massa magra ed il metabolismo

basale. Infatti la termogenesi è alla base del concetto di dissipazione

del calore.

9 Importante eseguire test ematici per verificare l'equilibrio generale

dell'organismo.

Non è importante mangiare meno, ma consumare di più!

Regole chiave per il successo e consigli pratici

Per raggiungere l'obiettivo totale è importante (anche se

difficile, ma con la giusta motivazione ed un aiuto è possibile) riuscire

a mettere perfettamente in atto queste 4 regole, tenendo presente

che bisogna evitare tutti quei metodi dimagranti che tendono a

colpevolizzare chi non riesce a stare a dieta:

1) Regime alimentare corretto rapportato ai gusti personali, alla

facilità di reperimento del cibo, alle abitudini, alla biotipologia

metabolica, alla cronobiologia ormonale, alle eventuali intolleranze.

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2) Attività fisica costante, sufficiente, mirata, personalizzata,

gradita e stimolante (secrezioni delle endorfine gratificanti).

3) Atteggiamento mentale positivo e motivato, aiutati da

ambienti e persone che possano sostenere le scelte, la nascita di

nuove abitudini, e limitando le fonti di stress, con il focus di rinforzare

l'autostima con giusto supporto che offra tecniche ed esercizi efficaci.

4) Giusto sostegno e bilanciamento dell'organismo con il

corretto apporto idrico e con l'introduzione di metodiche ed

integratori che possano aiutare a riequilibrare e stabilire l'osmosi

generale dei sistemi biologici.

Hai visto quanti fattori ci sono dietro all’alimentazione e alla

gestione del peso?

Ti consiglio di tenerne conto perché fanno parte di ogni essere

umano e ritengo corretto che tutti sappiano queste informazioni che

fanno accrescere dentro di te consapevolezza che, l’aumento di peso

è determinato da tante informazioni da prendere in considerazione

prima di scoraggiarsi o intraprendere un programma alimentare.

Ora andiamo avanti con il prossimo capitolo per capire i vari casi

sulla resistenza al dimagrimento.

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3) RESISTENZA AL DIMAGRIMENTO

Come dicevo prima, ci sono individui che ingrassano anche se

non mangiano eccessivamente!

A tutti almeno una volta nella vita è capitato di volersi mettere a

dieta, spesso siamo presi dal recupero del peso forma, ed anche se in

molti affrontano diete ipocaloriche, c'è chi dimagrisce facilmente e chi

non dimagrisce... perché?

Tanti studi lo hanno dimostrato togliendo le stesse calorie in soggetti

diversi, il dimagrimento varia da pochi chili a molti chili.

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Parliamo di quelle persone, che se mangiano un biscotto in più al

giorno nel giro di 1 anno prendono diversi kg in più, poiché sono

portatori del "gene risparmiatore" o "thrifty genotype".

Le molte ricerche hanno per certi versi chiarito le cause di tale

evento, ma hanno reso anche tutto più complesso, intrecciando

infiniti fattori: ambientali, genetici, ormonali e

comportamentali...

Tuttavia, il fattore che prenderemo in esame è quello contro cui non

si può fare molto, ma che ti può aiutare a capire, comprendere e non

scoraggiarsi: esiste un fattore genetico.

Non dimenticherò mai il racconto di un reduce della seconda guerra

mondiale, periodo in cui serviva molto avere quella caratteristica, per

cui pur mangiando poco non si dimagriva troppo, un suo superiore si

meravigliava e gli diceva sempre scherzando "Caporale lei in che

ristorante va a cena la sera?".

Figuriamoci nei campi di prigionia, cosa poteva significare,

sicuramente faceva la differenza fra chi moriva di stenti e chi

sopravviveva ad essi.

Si è iniziata a formulare, questa teoria dei geni risparmiatori a partire

dagli anni '70, essa, affermava semplicemente l'esistenza di geni con

una funzione particolare, cioè, far accumulare più adipe, energia di

riserva, negli individui che ne erano portatori.

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Chiaramente, tale energia veniva utilizzata durante le carestie.

Le dure condizioni ambientali, in cui l'uomo ha vissuto ha

sicuramente premiato gli individui che possedevano il "genotipo

risparmiatore", una caratteristica che permetteva ad alcuni individui

di mettere via, rispetto ad altri una quantità d'energia di riserva

maggiore.

Peraltro, tale caratteristica genetica permettendo di aumentare la vita

media veniva trasmessa con più facilità da una generazione all'altra.

Comunque, vorrei chiarire che non esiste un metodo semplice per

stabilire se un individuo mangia troppo, oppure, ingrassa per cause

genetiche e in ogni caso, anche chi ha una componente genetica,

deve fare di tutto per mangiare meno e muoversi di più.

Oggi con tutto il cibo che abbiamo a disposizione non è una

caratteristica apprezzata, ma in diversi periodi storici fece la

differenza tra la vita e la morte avere il "gene del risparmio".

Perdite di peso eccessive e veloci vanno comunque sempre evitate,

perché in tutti noi la componente genetica attiva meccanismi di

difesa, quali l'adattamento metabolico.

Infatti, l'adattamento metabolico, ossia, la riduzione del

dispendio energetico che avviene in riposta ad un regime restrittivo,

sembra essere infatti una condizione di ostacolo al dimagrimento.

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Sicuramente il fattore genetico è importante e da tenere in

considerazione ma ora, come possiamo ritrovare la motivazione a

perdere peso senza costrizione ma attraverso un processo mentale?

Vediamolo nel prossimo capitolo.

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4) COME RITROVARE LA MOTIVAZIONE NELLA GESTIONE DEL PESO

Quasi tutti vorrebbero dimagrire, in pochi iniziano spinti da una

forte motivazione, mentre tantissimi rimandano continuamente,

perché?

Il termine "motivazione" si usa per indicare l'inizio, la direzione,

l'intensità e la persistenza del comportamento (in questo caso il

mangiar meno) diretto verso un obiettivo (per noi è il dimagrimento o

gestione del peso).

In parole più semplici la motivazione è il motivo che

spinge all’azione. Quando il motivo (ovvero il perché) è forte,

le azioni (ovvero il come) non sono mai un problema.

Ricordalo!

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E tu sei consapevole del tuo motivo per cui vuoi gestire il tuo

peso?

Ricordalo a te stesso ora: Scrivilo qui

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.................................................................................................

.................................................................................................

La motivazione rimanda e ricorda un’emozione, una

sensazione. E spesso è un emozione che muove, e dà origine

alla motivazione.

Che emozione colleghi alla tua voglia di gestire il peso (o

dimagrire)? Scrivilo ora

.................................................................................................

.................................................................................................

.................................................................................................

L'innamoramento, ad esempio, è uno dei più forti stimoli al

dimagrimento ed è una leva motivazionale importante. In questo

caso la leva emozionale è positiva. Ma anche le emozioni negative,

come il non accettarsi, l'essere insoddisfatti del proprio corpo può

essere una leva emozionale che può spingere ad essere motivati.

Tuttavia, capita spesso l'emozione e la motivazione non ci sono,

oppure, non sono costanti per cui si inizia una dieta per poi lasciare

dopo poco tempo.

Come sconfiggere l'abitudine a rimandare e trovare la

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motivazione?

La prima cosa da fare è capire il rapporto tra motivazione e

azione.

Tutti pensiamo che la motivazione debba precedere l'azione, in realtà

è vero il contrario: per alcuni l'azione può precedere la motivazione

(infatti in questo caso l’azione può essere l’elemento di conferma

delle nostre possibilità di “farcela”). Una volta iniziato la motivazione

tende ad acquistare slancio e diventa più facile continuare...

Fondamentali inoltre sono i pensieri giusti. Il modo in cui

pensiamo stimola e facilita, oppure ostacola.

Pensieri che ostacolano sono:

"inizio lunedì"

"ma va bene così, tanto le vacanze sono lontane"

"aspetto la condizione mentale giusta, adesso non riesco"

Pensieri che aiutano:

"meglio iniziare subito così per agosto mi sentirò a posto"

"prima comincio, prima avrò risolto il mio disagio"

“se so, come e cosa fare, sarà facile”

Questo è un esempio di quello che noi Coach chiamiamo “Dialogo

Interiore”. Il D.I. è tra gli aspetti più importanti tra il successo

ed il fallimento di un obiettivo.

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Renditi consapevole: se stai seguendo una dieta (od un altro

obiettivo), quando pensi alle possibilità che hai di riuscirci, che cosa ti

dici?

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.................................................................................................

Se ciò che hai scritto, rivela un dialogo interiore poco motivante,

o che non è in grado di sostenere la tua voglia di raggiungere

l’obiettivo, allora è il caso che pone rimedio, per gestirlo al meglio

(alla fine di questo e-book, ti segnalo un opportunità proprio per

aiutarti su questo aspetto).

Dopo aver visto quanto incide la mente nel decidere di fare le

scelte giuste, ora vediamo come ci viene in soccorso l’alimentazione.

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5) L'ALIMENTAZIONE, UNA NECESSITÀ VITALE...

Imparare a mangiar bene, in modo equilibrato, valorizzando tutti

i componenti nutritivi a disposizione nei cibi (carboidrati, grassi,

proteine, vitamine e sali minerali) è importante per mantenere uno

stile alimentare salutare.

Infatti, un'alimentazione ben impostata rappresenta un fattore di

prevenzione nei confronti di quelle malattie definite del "benessere

e della civilizzazione".

Troppo spesso negli ultimi anni, gli alimenti vengono classificati,

erroneamente, in quelli "che fanno bene" e quelli "che fanno male".

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Non è sicuramente questo il modo per acquisire delle corrette

abitudini alimentari.

Inoltre, quando si parla di corrette abitudini alimentari è

utile ricordare che non vuol dire eliminare dalla propria dieta

certi cibi.

Al contrario, è indispensabile utilizzare tutti i cibi in modo che il

nostro organismo possa avere a disposizione, per soddisfare i suoi

fabbisogni, tutti diversi principi nutritivi presenti in modo giusto ed

equilibrato.

E poi non dimentichiamo il gusto, visto come elemento altamente

strategico.

Scegliere una dieta basandosi sul gusto per tutti, vuol dire analizzare

le proprie preferenze alimentari.

Si tratta di un percorso fondamentale soprattutto nelle diete che

possono durare tutta la vita.

Molte persone scelgono gli alimenti più in funzione dei gusti

personali che sulla base di valutazioni obiettive delle proprie

necessità fisiologiche.

L'alimentazione è uno dei fattori che incidono più fortemente

sull'accrescimento, sullo sviluppo fisico e mentale, sul

rendimento e sulla produttività degli individui. L'alimentazione è

dunque per l'individuo una necessità vitale: gli alimenti apportano da

una parte il combustibile necessario alla produzione di energia e

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dall'altra, i principi nutritivi o "nutrienti", indispensabili al

mantenimento di un equilibrio biologico armonioso che si identifica

con la buona salute.

Esistono moltissime prove a dimostrazione del fatto che un corretto

modo di alimentarsi ha rappresentato nel corso degli ultimi anni, un

fattore di primaria importanza nel miglioramento dello stato di

salute e di benessere.

D'altra parte, molte malattie che risultano aumentate nella

società attuale, sono da collegare in gran parte ad errate

abitudini alimentari.

Bisogna puntare a riscoprire il proprio rapporto con il cibo nel suo

significato più vero, che non è quello legato ai sacrifici e alle

privazioni, connesse ad uno stato di malattia, ma l'arte di

alimentarsi bene e consapevolmente, al fine di mantenere un

soddisfacente stato di salute.

Bisogna capire e realizzare come un'alimentazione sana ed equilibrata

possa garantire più benessere e salute senza dover mortificare il

gusto ed il piacere della buona tavola. Questo è sicuramente più

semplice per chi conserva le abitudini alimentari tradizionali e fa uso

di cibi meno ricchi di energia e più ricchi di sostanze utili.

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Per anni ci siamo mortificati, sentiti falliti ed in colpa per non

essere stati in grado di adattarci alla classica dieta; solo oggi iniziamo

a cogliere che, in realtà, è la dieta che non ha saputo adattarsi a noi.

Chi non sa che mangiare frutta e verdura fa bene?

Chi non sa che bisogna bere almeno un litro e mezzo di acqua

al giorno?

E' dunque giunto il momento di chiederci: perché pur sapendo

la teoria dell'alimentazione non riusciamo a passare alla

pratica?

La risposta è semplice e allo stesso tempo, complessa.

Anzitutto, crediamo di sapere cosa è corretto mangiare, ma in

realtà, molte nostre informazioni sono superficiali, parziali, e spesso

del tutto errate e male interpretate. Dovrebbero essere i piccoli

gesti quotidiani a renderci abili nella gestione del peso corporeo.

Siamo in grado di apprendere tutto: a guidare, a leggere, a

suonare uno strumento. Lo stesso concetto bisogna applicarlo alla

sana e giusta alimentazione finalizzata al proprio controllo del peso

corporeo.

Dobbiamo acquisire delle abilità pratiche che ci permettono di

controllare l'ago della bilancia, e per abilità si intende a imparare a

svolgere un compito ed ad installare nuove abitudini.

La prima delle abilità da acquisire è quella delle quantità:

pesate ad occhio?

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Ossia, se ci pensi, è la quantità di calorie che ingerisci, meno

quella che consumi, ad influire sul peso.

Ad esempio oggi, capita spesso di mangiare fuori casa e trovarsi

ad essere serviti con porzioni non idonee al nostro organismo e stile

di vita, ma piuttosto adatte a chi svolge un'attività fisica pesante. Ti è

mai capitato?

A casa esercitati pesando gli alimenti, e utilizzando una guida

alle porzioni, in modo da poter imparare in seguito a pesare ad occhio

le quantità di alimenti adatta a te.

Con l'aiuto di un Coach puoi imparare a diventare più

consapevole di quando è opportuno terminare di mangiare, quando

non hai più fame, piuttosto che continuare fino a quando rimane

qualcosa nel piatto. Davanti ad una porzione di un piatto prelibato

mangiamone pure, ma solo la quantità che poi andremo ad utilizzare,

puntando a bruciarne le calorie nelle ore successive, ma senza mai

dimenticare di goderne in pieno.

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6) L’ASPETTO EMOZIONALE: EATING EMOZIONALE

La "fame nervosa" è il termine comune per indicare ciò che gli

studiosi del comportamento alimentare definiscono eating

emozionale, cioè "la situazione vissuta da quei soggetti che

mescolano le emozioni con l'assunzione di cibo e usano il cibo per far

fronte alle emozioni che ogni giorno incontrano".

Anche chi non è oppresso da problemi di peso raramente mangia

solo per soddisfare la fame biologica e per nutrirsi. Alcuni studiosi

hanno ipotizzato la causa dei comportamenti alimentari anomali: essi

ritengono che la fame nervosa si sviluppi nella prima infanzia.

Secondo questa teoria, è essenziale che la mamma capisca quando il

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bambino avverte un reale bisogno di mangiare e quindi soddisfi la

fame porgendogli il seno o il biberon, evitando di offrirgli il cibo

quando il pianto infantile non è effettivamente una conseguenza della

fame. Se questa giusta interpretazione della mamma non si verifica,

è probabile che il figlio crescerà senza essere capace di elaborare una

giusta identificazione della fame e non saprà distinguere tra questa

ed altre sensazioni.

Così, nell'età adulta diversi stati d'animo come l'ansia, la

tensione, la collera verranno interpretati nel modo sbagliato con

conseguente assunzione eccessiva di cibo.

L'eating emozionale, in definitiva, è caratterizzato da vari stili

alimentari e diverse sono le motivazioni ed emozioni che portano alla

necessità di usare il cibo, spesso in grande quantità, per far fronte a

situazioni di noia, di ansia, di rabbia o di depressione.

Il legame tra alimentazione ed emozioni è ormai dimostrato,

anche se questo non significa che l'eating emozionale dipenda

necessariamente da severi problemi psicologici o da conflitti interiori;

infatti anche le emozioni legate alle normali attività di vita quotidiana

possono essere uno stimolo per l'assunzione smodata di cibo, talvolta

anche in modo compulsivo.

Fa seguito una lista dei modelli tipici dei soggetti con

eating emozionale e dei rimedi suggeriti:

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Mangiatori tristi: l'individuo è triste e tenta di sconfiggere la propria

tristezza mangiando. La tristezza in genere ha origine da un'analisi di

un fatto spiacevole, di una perdita o di una delusione e può essere

considerata come la risposta fisiologica dell'organismo ad uno di

questi eventi. Non bisogna però confondere la tristezza con la

depressione, in quanto quest'ultima deriva invece da una distorsione

di un pensiero o un episodio (esagerandone l’impatto o le

conseguenze). In un quadro di depressione si tende a valutare la

situazione negativa in maniera irrazionale e catastrofica.

Voglio ricordarti, che i principali fattori di rischio in

questo caso, sono: tristezza, basso livello di autostima,

pessimismo riguardo al futuro, diminuzione dell'interesse

sessuale e dell'energia, modificazione dell'appetito e del peso.

Per chi è un mangiatore triste, la prima cosa che si può fare è

identificare è:

1)modificare il pensiero irrazionale, tenendo presente che i

sentimenti non sono determinati dall'evento, ma piuttosto dai

pensieri nei confronti dell'evento stesso.

2)fare esercizio fisico continuativo. Infatti esso genera un

miglioramento del tono dell'umore, anche quando il soggetto si

nasconde dietro pensieri del tipo "non sono uno sportivo" o "è troppo

faticoso". E' bene ricordare che gli effetti benefici si hanno anche

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soltanto camminando con frequenza e conducendo una vita più

attiva, non è necessario praticare un'attività fisica estenuante.

Mangiatori ansiosi: in questi soggetti è tipico il legame

intercorrente tra ansia e cibo, specialmente se l'ansia deriva

dall'apprensione o dalla preoccupazione per un evento futuro che

sarà spiacevole o pericoloso.

L'ansia è una sensazione diffusa vissuta come una

minaccia indefinita per il proprio benessere generale. Essa non

deve essere confusa con la paura, che è il risultato di una sensazione

specifica riferita a qualcosa di specifico e conosciuto.

Il soggetto ansioso tenta di alleviare con il cibo i sintomi di

sudorazione, agitazione, tensione, irrequietezza.

L’aiuto che può essere utile per queste persone, è innanzitutto

identificare le emozioni e la loro sequenza, i pensieri, e le circostanze

che creano l'ansia, e quindi discutere e modificare in modo razionale

l'atteggiamento mentale.

Mangiatori annoiati: la noia è probabilmente la più diffusa

forma di compensazione emozionale nell'alimentazione, ed è spesso

associata all'eating emozionale.

Per i mangiatori annoiati, infatti, il cibo è l'unico motivo legittimo

per poter interrompere un'attività noiosa. Come esempio di questo si

può prendere la pausa durante le ore lavorative, quando si beve il

caffè e si mangia la brioche: questo è ritenuto accettabile, mentre

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non lo sarebbe interrompere il lavoro per leggere il giornale o per

fare due passi. Anche la casalinga che si ritrova con del tempo libero

e non sa che fare, spesso inizia a cucinare e a mangiare.

La noia non è associata a dei sintomi evidenti, è quindi difficile

identificare il vero problema. L'analisi, la registrazione del cibo

assunto, e il controllo dei momenti in cui ci si lascia andare durante la

giornata, possono essere dei validi strumenti per contrastare

l'associazione del cibo, a situazioni nelle quali il soggetto non ha

niente da fare.

E' quindi utile:

a) programmare attività piacevoli, non impegnative

e, quando questo non fosse possibile,

b) cercare di svolgere le attività noiose in un luogo dove

non vi sia del cibo disponibile.

Mangiatori soli: questi soggetti usano il cibo come il sostituto

di qualcosa che manca: un compagno, un amico o qualcuno con cui

condividere la vita. Purtroppo la situazione generalmente peggiora

(con il conseguente aumento di peso), poiché aumentano le difficoltà

a relazionarsi adeguatamente con gli altri.

Si possono distinguere due tipi di solitudine:

1) la prima è causata dalla mancanza di contatti con gli altri,

perciò nei soggetti che ne soffrono bisogna cercare di stimolare il

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rapporto sociale, lavorando in particolare sui pensieri (convinzioni)

negativi riguardo la loro capacità di relazionarsi agli altri.

2) Il secondo tipo di solitudine è caratterizzato da relazioni

interpersonali presenti ma estremamente superficiali, tanto

che i soggetti in questione hanno paura di condividere i sentimenti

con qualcuno, temendo di essere giudicati negativamente e rifiutati.

Per risolvere questa situazione bisogna imparare ad identificare

uno o due amici reali, a conoscerli meglio, senza pretendere la

perfezione nelle persone prescelte.

Ovviamente questo processo richiede molto tempo, perciò

bisogna sempre ricordarsi che i grandi rapporti (amicizie, relazioni,

etc) sono caratterizzate dall'impegno, e dal susseguirsi di numerosi

alti e bassi. Ed in quest’ultimo elemento la chiave risiede nella

capacità e coraggio di comunicare e ascoltare. Solo così sarà

possibile superare le possibili incomprensioni, costruendo una

relazione stabile e duratura.

Mangiatori arrabbiati: la rabbia, espressa sotto forma di

risentimento, gelosia, indignazione o frustrazione può essere

associata all'eating emozionale. Generalmente questi sentimenti

derivano dal fatto che il soggetto non riesce ad ottenere ciò che

desidera, oppure resta ferito da qualcuno, quindi, mangia per

scaricarsi e per sfogarsi. Il mangiatore arrabbiato, talvolta soffre di

dolori allo stomaco o ai muscoli.

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Per risolvere questo problema bisogna imparare a gestire la

rabbia e per ottenere questo risultato esistono varie tecniche:

1)la prima consiste nel condividere la rabbia, perché è

importante che la persona impari a non reprimere il sentimento,

evitando di finire a trovarsi a mangiare senza controllo nei momenti

in cui è arrabbiato; NOTA BENE: esprimere la rabbia, intendo

esprimere scegliendo il come ed il quando farlo, condividendo

il fatto o l’elemento che ha creato il sentimento di rabbia.

2) un altro sistema consiste nel lavorare sui pensieri irrazionali

che producono questo stato emotivo.

Bisogna far loro capire che devono mangiare in modo corretto,

per se stesse e non soddisfare una compensazione, o per sfidare o

per fare piacere agli altri, e che devono parlare apertamente con chi

sta loro attorno del proprio peso e del proprio comportamento

alimentare, particolarmente con coloro i quali le criticano.

Mangiatori celebrativi: fanno parte di questa categoria i

soggetti che trovano impossibile gioire di qualcosa senza abusare con

il cibo, e hanno molta difficoltà nel prendere parte ad un evento

senza mangiare o bere in eccesso.

Se un soggetto soffre di questo problema, deve capire che le

occasioni sociali sono fatte per incontrare gente e non per mangiare

del cibo superfluo, e che è sempre possibile servirsi di alimenti

ipocalorici, a basso contenuto di grassi, anche in queste situazioni.

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Per fare questo può essere utile individuare se si può associare il

proprio comportamento alimentare con gli stili di eating emozionale

sopra indicati, registrando, accanto agli alimenti introdotti

quotidianamente, gli stati emotivi e le sensazioni fisiche associate

in quel momento all'ingestione.

Risulterà così possibile distinguere la reale sensazione di fame

dalla voglia di cibo stimolata da sensazioni diverse, ma non da un

appetito Inoltre è utile associare alla dieta dell'esercizio fisico

continuativo, che, oltre a migliorare il tono dell'umore, e quindi a

ridurre l'eating emozionale, contribuisce anche a ridurre la fame

biologica.

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7) LA COMUNICAZIONE CON GLI ALTRI E LA SUA

RELAZIONE CON LA FAME EMOZIONALE

Il ruolo della comunicazione nella gestione del peso, è di

fondamentale importanza. Per una persona che si trova ad

affrontare una delle precedenti modalità di fame emozionale, è

necessario che riconosca quale tipo di comunicazione sta usando nel

relazionarsi con gli altri, e quale, invece, sarebbe opportuno

scegliere.

Vediamo insieme le tre modalità comunicative principali

attraverso cui nasce il confronto con gli altri (partner, amici,

parenti, etc.):

Il passivo parla sottovoce, con gli occhi abbassati, usa parole

del tipo "forse", "piuttosto", "se tu potessi" ed è incapace di rifiutare

le richieste per paura di offendere gli altri. La rabbia non viene quindi

esternata, il soggetto la rivolge verso se stesso per la propria

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incapacità di farsi valere e il risultato che ne deriva è il mangiare in

eccesso.

L'aggressivo basa la propria comunicazione sulle sue necessità e su

ciò che vuole: parla a voce alta e spesso discutendo arrossisce; usa

termini del tipo "mai", "sempre" o "impossibile", a volte minaccia ed è

sempre in lotta con gli altri, che sono ai suoi occhi i nemici o le

vittime. La sua incapacità di modificare l'ambiente che lo circonda si

trasforma in frustrazione e rabbia e quindi si scaglia sul cibo per

sfogarsi.

L'assertivo comunica esprimendo direttamente le sue necessità, la

sua volontà e i suoi desideri, tenendo conto dei sentimenti e delle

emozioni della persona con cui sta parlando.

Normalmente ottiene i cambiamenti desiderati nelle attitudini e

nei comportamenti del suo interlocutore, ma sempre rispettandone i

diritti. Nelle sue azioni è sempre consapevole che esiste anche il

prossimo, non si aspetta che gli altri facciano tutto per lui e non

pensa di dover fare tutto per gli altri.

L'assertivo quindi non tende a diventare arrabbiato né

frustrato, è per questo che ha un maggior controllo sul proprio

comportamento alimentare. Sarebbe quindi una buona cosa imparare

a essere assertivi proprio per poter esprimere le opinioni personali,

far valere i propri diritti e far fronte ad eventuali violazioni dei diritti

considerati "di tutti", come la libertà di espressione e di pensiero.

Poche regole possono aiutare ad ottenere questo risultato:

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- bisogna ricordare che ognuno ha il diritto di esprimere ciò

che pensa,

- essere chiari nelle nostre richieste,

- non criticare la persona con cui si discute, ma solo i

concetti che esprime, superare la paura di dire no,

- accettare con calme le critiche, riflettendo sul fatto che

potrebbe esserci del vero in ciò che ci viene detto.

Dopo aver esplorato la parte emotiva molto preponderante

nell’alimentazione, ora passiamo alle regole alimentari per ritrovare il

giusto peso con serenità.

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8) LE 10 REGOLE PER RITROVARE IL GIUSTO PESO

Ecco le 10 regole per ritrovare il giusto peso: ricorda sempre

queste regole semplici che potranno aiutarti a stare meglio. 1) Colazione leggera: mangia tanta frutta e bevi spremute. E’ consigliabile evitare caffè e the almeno fino alle tre del pomeriggio, ma se fosse un sacrificio troppo grande, cerca di limitarne l’assunzione. 2) E’ meglio consumare un piatto unico: pasta, riso, carne, pesce, uova o formaggio, accompagnato da un contorno di verdure. 3) E’ preferibile iniziare il pasto con verdura, cruda o cotta. Va bene anche la frutta, che risulta così più digeribile. 4) Mangiate in un ambiente tranquillo, stando seduti.

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Evitate i locali rumorosi: il cibo deve essere masticato a lungo e

soprattutto con calma. 5) Limitate il sale. Per insaporire i cibi si possono utilizzare le erbe aromatiche, in questo modo potrete evitare il sale. 6) Moderate, ma non eliminate, i grassi (anch’essi indispensabili per una corretta alimentazione e la salute). Bisogna sceglierli con cura, dando preferenza a quelli vegetali, usandoli comunque con parsimonia (è ottimo l’olio extravergine d’oliva).

7) Consumate più spesso le leguminose (fagioli, piselli, soja, ecc.). 8) Tenete in casa solo gli alimenti e le bevande che avete deciso di inserire nella vostra dieta. Quando fate la spesa, impegnatevi ad evitare di acquistare alimenti che riconoscete come dannosi, o che sapete che possono indurvi in tentazione. 9) Fate la spesa seguendo una lista scritta, evitate gli acquisti di

impulso, portandovi una lista scritta (per i motivi descritti al punto 8). 10) Se avete poco tempo da dedicare alla cucina fate scorte di surgelati di verdure, zuppe e minestroni (non già salati o conditi): sono veloci da preparare e sono leggeri. Anche al ristorante è bene seguire qualche semplice regola: - Ordinate verdure come antipasto. - Chiedete sempre di essere voi a condire, al tavolo. - Ordinate un piatto unico (primo o secondo).

- Evitate i piatti con panna, creme, salse o fritti.

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9) DIETA ED EFFICIENZA MENTALE

Sia che stiate andando a scuola o al lavoro sia che,

semplicemente, vogliate la vostra mente nella forma migliore, fare

colazione è un dovere.

Le evidenze raccolte fino ad oggi mostrano che la colazione può

influenzare i processi mentali coinvolti nella creazione e nel recupero

dei ricordi, e nella capacità di gestire informazioni complesse e

impegnative.

Una ricerca effettuata sui bambini, ha messo in evidenza come

saltare il primo pasto della giornata, porti i bambini ad effettuare più

errori nei test a cui sono sottoposti rispetto ai bambini che invece

fanno colazione. Anche in giovani adulti che non fanno colazione, è

stata osservata una prestazione più scarsa in test scolastici, rispetto

a coloro che consumano del cibo prima di venire sottoposti al

medesimo esperimento.

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Sembra che la colazione eserciti questi effetti grazie

all’innalzamento dei livelli di glucosio nel sangue, che provoca a

sua volta nel cervello l’aumento della concentrazione di un

neurotrasmettitore definito acetilcolina.

Secondo i ricercatori che lavorano in questo campo, come il

Professor David Benton dell’Università del Galles (Wales University),

l’acetilcolina è coinvolta nei processi della memoria poiché è stato

dimostrato che le sostanze che ne bloccano la produzione distruggono

la memoria, riducendo in particolare la capacità di memorizzare

informazioni nuove.

Poiché la vitamina B1 è necessaria per la produzione di acetilcolina,

garantire un corretto apporto di questa sostanza può avere un ruolo

importante nell’ottimizzare le prestazioni mentali nel corso

della mattinata. Gli alimenti a base di cereali che contengono la

vitamina B1 comprendono pane integrale e cereali arricchiti per la

prima colazione.

La nostra capacità di ragionare in modo corretto, non è collegata

solamente agli effetti a breve termine dell’alimentazione; infatti le

prestazioni mentali possono essere influenzate anche dalla qualità

nutritiva della dieta e dai suoi effetti complessivi a lungo termine. Ad

esempio l’assunzione inadeguata a lungo termine di ferro, può avere

effetti sulla capacità di concentrazione e addirittura ridurre il

quoziente intellettivo (QI).

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E’ noto che la carenza di ferro causa un danneggiamento della

memoria negli adulti e nei bambini, e che nei bambini piccoli e nei

neonati può causare problemi all’attenzione e alla capacità di

apprendimento (per ulteriori dettagli consultare il numero 16 di Food

Today).

Se le donne sono particolarmente sensibili ad una insufficiente

assunzione di ferro con la dieta, quantità troppo basse di un altro

micronutriente, lo iodio, possono invece avere effetti su entrambi i

sessi. Lo scarso apporto di iodio sembra avere effetti negativi sulla

capacità di prendere decisioni ed iniziative. Tale problema interessa

soprattutto alcune aree dell’Europa e i paesi in via di sviluppo, ma

può essere risolto con una corretta alimentazione; infatti il consumo

di sale addizionato iodato, di pesce, di molluschi, di carne, latte e

uova può aiutare a garantire il mantenimento di una corretta

assunzione di questo micronutriente.

Se la mancanza di alcuni elementi nella dieta può portare alla

riduzione delle prestazioni mentali, l’aggiunta di altri elementi

può aiutare a dare al nostro cervello uno stimolo in più.

La caffeina ad esempio esercita un effetto stimolante

moderato, agendo sul sistema nervoso centrale e migliorando il livello

di attenzione. Alcuni test hanno mostrato che la caffeina è in grado di

accelerare la capacità di elaborare velocemente le informazioni nel

cervello del 10 % e che un caffè dopo pranzo aiuta a contrastare la

normale sonnolenza del “dopo pranzo” e a mantenere la capacità di

concentrazione.

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Non è importante solo ciò che si beve, ma in generale bere una

quantità sufficiente di acqua.

Infatti anche una lieve riduzione dello stato di idratazione può

avere effetto sulle prestazioni mentali; è bene ricordarsi che nel

momento in cui si avverte la sete si è già disidratati, quindi

continuare ad assumere liquidi nel corso della giornata contribuisce a

mantenere il cervello nelle condizioni ottimali.

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10) TEST DI VALUTAZIONE DEL TIPO DI ALIMENTAZIONE E DELLO STILE DI VITA

Controlla di quanto le tue abitudini alimentari si discostano da

questo schema.

Usa il seguente questionario come aiuto per trovare in quale area

devi apportare dei cambiamenti. Quando fai un cambiamento, stai

attento ad includere nella tua dieta dei cibi che ti piacciono.

E soprattutto ricorda: quando si tratta di nutrizione e di stile di vita i

piccoli cambiamenti sono quelli che durano più a lungo.

Rispondi "SI" oppure "NO"

1) CEREALI

- In genere usi pasta, pane e fette biscottate fatti con farina bianca

piuttosto che con prodotti integrali?

SI NO

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2) VERDURA E FRUTTA

Mangi meno di cinque varietà di frutta o di verdura al giorno?

SI NO

3) LATTE E YOGURT

Preferisci questi prodotti preparati con latte intero piuttosto che

parzialmente scremato?

SI NO

4) GRASSI

Aggiungi parecchio olio, burro, margarina o altri grassi al cibo che

consumi?

SI NO

5) CARNI

Consumi più carni grasse (come ad esempio prosciutto cotto e crudo,

salumi, insaccati in genere, carni grasse di qualsiasi animale,

hamburgers, salsiccia che carni magre?

SI NO

6) ZUCCHERI

Consumi più di tre o quattro alimenti ad alto contenuto di zucchero

per settimana? (es. gelati, dolci, bibite zuccherate, succhi di frutta,

ecc.)

SI NO

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7) CONTROLLO DEL PESO

Il controllo del peso è importante per te?

SI NO

8) FORMA FISICA

Di solito ti senti troppo stanco o indolenzito per fare sport?

SI NO

9) STILE DI VITA

La vita che fai ti impedisce di alimentarti correttamente perché mangi

da solo, viaggi molto o mangi sovente fuori casa?

SI NO

ANALISI DELLE RISPOSTE

Se hai risposto "SI" individua un'area dei nostri consigli in cui

dovresti migliorare le tue abitudini alimentari.

1) Prediligi alimenti integrali che sono più ricchi di fibre e

soprattutto per il loro basso valore di indice glicemico tendono a farti

ingrassare meno. Ricorda che patate e legumi si possono consumare

in sostituzione di pane o pasta.

2) Consuma abbondante frutta e verdura. La verdura,

preferibilmente cruda, fresca e di stagione, perché più ricca di fibre,

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vitamine e sali minerali. Se la consumi cotta prediligi la cottura al

vapore o saltata in padella, ma senza soffriggere. Tutta la frutta

dovrebbe essere assunta fuori pasto. Consumata tutti i giorni,

garantisce un sano ed equilibrato apporto di vitamine fibre e sali

minerali.

3) Prediligi i latticini contenti latte parzialmente o totalmente

scremato, con meno grassi e più ricco oltre che di proteine, anche di

calcio e vitamina B2. Il calcio rinforza lo scheletro e la dentatura e

vitamina B2 converte in energia il cibo che introduci quali. Per i

formaggi in genere, prediligi la crescenza, la caciotta di mucca, la

ricotta di mucca, lo stracchino, il taleggio ecc…. Gli altri utilizzali non

più di una volta a settimana.

4) Limita il più possibile l'uso di sostanze grasse (maionese,

salsa tonnata, cacao ecc..) ed alimenti conservati sottolio o

conservati in genere, ad eccezione dei surgelati.

Fai particolare attenzione al consumo di frutta zuccherina (cachi,

fichi, uva e banane). Per condire preferisci l'olio di oliva, limita il più

possibile l'uso di burro.. Condisci i primi piatti asciutti con sughi poco

elaborati; evita i ragù, panna, olio in eccesso, ecc.. Se sono in brodo

prediligi quello vegetale o di carne sgrassata.

5) La carne non va consumata più di quattro volte a settimana

e non più di una volta al giorno. Prediligi quella bianca e scegli le

parti più magre. Elimina, ad esempio la pelle del pollo prima della

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cottura, cucina come preferisci, ma non aggiungere grassi e olio

durante la cottura. Puoi farlo solo a cottura ultimata e soprattutto

rispettando le piccole quantità. Per cuocere più facilmente utilizza

vino bianco, brodo, latte scremato, sugo di pomodoro, aromi ecc.

6) Evita di consumare zucchero in eccesso o alimenti che lo

contengono (es. brioches, biscotti, gelati, caramelle, ecc..) e non

consumarli durante i pasti o durante la digestione. Per dolcificare le

bevande (caffe', te', ecc.) utilizza il fruttosio, lo zucchero grezzo di

canna oppure i diversi tipi di dolcificante presenti in commercio.

7) Un buon rapporto con il cibo è il modo migliore per

mantenere e ritrovare uno stato di salute fisico e mentale

ottimale. Il dimagrimento deve essere armonico, non è infatti

consigliato che tu perda peso troppo in fretta e che sopravvaluti le

eventuali pause di dimagrimento che l'organismo esige per potersi

fisiologicamente abituare. Considera inoltre, che il calo potrebbe non

essere immediato e soprattutto non corrispondere alle tue

aspettative; non devi porti obiettivi impossibili da raggiungere, ma

senza abbatterti , continuare con costanza a seguire le indicazioni che

ti vengono fornite cercando di migliorare il tuo stile di vita.

8) Grande importanza riveste l'attività fisica ed il movimento

in genere, che dovresti svolgere quotidianamente, in forma

leggera, continuativa e progressiva. Inoltre cerca di vincere la

pigrizia adottando dei piccoli accorgimenti che portano a bruciare più

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calorie e nello stesso tempo a migliorare l'attività cardio circolatoria.

Ad esempio preferire le scale all'ascensore, utilizzare la propria auto

solo per le grandi distanze e preferire i mezzi pubblici, magari

prenotando una o due fermate precedenti a quella prevista!

CONCLUSIONI ED UN REGALO PER TE

Siamo arrivati alla conclusione del manuale…

Spero che ti sia piaciuto e che sia stato utile per te,

comprendere alcune linee guida per intraprendere un percorso solido

mirato ad una corretta alimentazione e benessere generale, con tutte

le informazioni per ripartire.

Abbi la consapevolezza che i risultati arrivano una volta che

hai iniziato a crederci, e mettendoti in gioco con fiducia, creando

abitudini utili per ottenere uno stile di vita sano e con vitalità, senza

rinunce ma solo piccole accortezze per non ritrovarsi a metà strada e

poi mollare.

Ti ringrazio nuovamente per aver scaricato questo manuale

perché come promesso all’inizio ho una proposta da farti.

Per te che hai scaricato questo manuale voglio offrirti la

possibilità di iniziare il tuo percorso con il nostro aiuto, per avere

più strumenti a disposizione, e sentirti guidata verso il

raggiungimento del tuo obiettivo.

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Ecco l’opportunità: noi di Autostimaweb vogliamo offrirti tre

sessioni con un nostro Coach ad un prezzo davvero vantaggioso,

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- Avrai modo di essere seguita per l’inizio di un nuovo

percorso di coaching, nelle tre sessioni per strutturare e

passare subito all’azione, con dei compiti da fare già alla prima

sessione.

- Potremo sviluppare insieme quali sono le tue

resistenze/convinzioni limitanti e come combatterle per

mantenere il tuo obiettivo nel lungo tempo.

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pianificare la prima sessione.

Anche se non ti conosco, ti auguro una buona vita di serenità e

successo, perché tutte le persone hanno il diritto di essere felici. Se

avrai voglia sappi che il nostro gruppo di Coach esperti, ha gli

strumenti per trasferire motivazione e maggior autostima,

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attraverso lo strumento del coaching, e offriamo tutto il

sostegno possibile, come unico scopo: per una vita felice e

appagante per chi desidera il nostro contributo.

Le persone più sono felici maggiore è il contributo che possono

offrire agli altri e per se stessi.

Un caloroso saluto da Veronica Altosinno e Sergio Amatulli.

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Veronica Altosinno

Life Coach e Responsabile Progetto Autostimaweb

Sono una Coach e mi occupo di Crescita Personale da quando ho

conosciuto Human Performance Italia più di cinque anni fa. Nel

2012 ho ottenuto la certificazione di PNL Practitioner sempre con

HP Group e nel 2013 ho conseguito il diploma di certificazione

presso la Scuola di Coaching della stessa società. In questi cinque anni di collaborazione con Human Performance in

qualità di Training Assistant ho avuto modo di essere a stretto

contatto con i Coach di Human Performance, tra cui il fondatore

Sergio Amatulli che è stato il mio mentore, coach e docente per questi anni e a cui devo davvero

molto e per cui nutro profonda stima nei sui riguardi.

Tutti questi anni di esperienza e apprendimento mi hanno reso capace di utilizzare e trasferire gli

strumenti del Coaching attraverso le sessioni individuali, come mi hanno reso anche capace di

instaurare facilmente rapporti di empatia e fiducia con i miei Clienti. Una delle mie più grandi soddisfazioni è osservare come i nostri clienti riescano ogni volta

a sviluppare una Psicologia Robusta che li accompagna nel tempo e che è fonte per loro di

grandi e piccoli risultati.

Seguo clienti e sono specializzata in particolare su due aree: 1) COACHING PER ADOLESCENTI: per aiutarli a trovare la giusta strada, motivazione nello

studio e alla ricerca del proprio talento 2) COACHING PER GESTIRE IL PESO: creare motivazione, autostima, gestione emotiva e

determinazione nel raggiungimento degli obiettivi di quest’area di attività

Sergio Amatulli

Executive e Team Coach, Fondatore di

Human Performance Italia

Dopo una lunga e significativa esperienza

aziendale in ruoli di responsabilità, fonda Human

Performance Italia nel lontano 2002. Oggi è un

affermato Executive e Team Coach e Trainer

nella formazione per manager.

Esperto in Psicologia del cambiamento, Coaching e Sviluppo Risorse Umane, ha sviluppato

progetti di respiro nazionale ed internazionale per noti marchi e aziende medie e grandi

dimensioni e di diversi settori. Dal 2002 ad oggi è stato Coach o docente di oltre 9000 tra

imprenditori, manager, e dirigenti aiutandoli a gestire i cambiamenti e a sviluppare la propria

efficacia e Talento. E’ curatore del blog di riferimento sul Coaching aziendale in Italia e

redattore di testi e articoli sul Coaching e sullo sviluppo dell’Intelligenza Emotiva. E’ un Coach

certificato a livello nazionale ed internazionale, e per noi di Autostima web sarà supervisore,

mentore, e fonte di ispirazione.