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r.to 1-2 i zot+ ln collaborazione con['Annuario ltaliano dtll'Edilizia - Ed. Giuffrè Pubblìcazione bimesrrak - Aqno 20 - N. t/2 - )014 - Sped. in abb. posr. - 77oi"Filiol, d; Milooo

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r.to 1-2 i zot+ ln collaborazione con ['Annuario ltaliano dtll'Edilizia - Ed. GiuffrèPubblìcazione bimesrrak - Aqno 20 - N. t/2 - )014 - Sped. in abb. posr. - 77oi"Filiol, d; Milooo

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Linquinamento acusrico è rearo:. - - . I f .ma per te ammtntstraztom comunalt...

La mouida contro la Costituzione e la Leggenell'analisi del nostro esperto ing. Ezio Rendina

5 3 i"g. Ezio Rendina è titolare di

-À".*. Consulting & Management,special izzaca nel la osservazione.neila anaiisi e nella previsione delleemissioni acustiche e vibrazionaliambientali prodotte dai sistemi ditrasporto nonché nella acustica edi-lizia. Iscritto al Ruolo di Periti edEsperti della Camera di Commerciodi Miiano e all'elenco dei Consu-lent i Tècnic i d 'Uff ic io, con specia-lizzazione in ingegneria acustica deltribunale di Milano, l'ing. Rendinaè consulente di Assoedilizia. Chimeglio di lui può fare il punto sullacittà e sul rumore da essa prodotto?

A che punto è l'impegno antiru-more del Comune di Milano?I l Comune di Mi lano si muove conunalenrezza che farebbe invidia adun bradipol Scherzi a parre, pensareche la prima scadenza per redigereil Piano di Azzonamento Acustico(qualcuno lo chiama, impropria-mente, 'piano di zonizzazione") eraa mafzo 1992, I'ultimo rinvio è sca-duto nel 2005 e Milano lo ha ap-provato a sertembre del 2013! Poi,sempre nel 2005 (ultimo rinvio)avrebbe dovuto approvare ancheil Piano di Risanamento Acusti-co e, a parte le linee guida, ancoranon se ne parla. Ma non solo, dal1995 l'arnministrazione comuna-Ie dovrebbe redigere la RelazioneBiennaie sullo Stato Acustico delComune e ne ha fatta solo una neiprimi anni 2000 (su 8 necessarie);avrebbe dovuto, a partire dal 2001,eseguire il controllo periodico delleemissioni sonore dei veicoli per laverifica del rispetto del codice della

strada (si pensi ai motocicli con lemarmitte aperte che ci svegliano dinottel), avrebbe dovuto prorwede-re al miglioramento e alle verificheperiodiche dei mezzi che effettuanoservizi pubbiici per conro del Co-mune (si pensi al rumore emesso daimezzi di raccolta dell'immondizia edel vetro). Insomma a distanza di 9anni dall'ultima proroga di scaden-za è molto pirì quello che manca diquello che è stato fatto (anche per-ché il presenre elenco di incompiuteè solo parziale). Ma quel che è piùgrave è che dal 29.12.1995 il Co-mune avrebbe dovuto accantonareuna quota parte delle spese di ma-nutenzione del le strade per eseguiredelle opere di mitigazione sonora(barriere anrirumore, asfako fonoas-sorbente, dune antirumore, etc...) equesto accantonamento non è maipartito. E la Regione, che avrebbedovuto vigilare e, se del caso, nomi-nare un commissario ad acta, nonlo ha fatto. E, come vede, dal 1992(prima scadenza) ad oggi sono pas-sate a Milano Giunte di tutri i colori(politici). È ,'ero che ci sono delleoggettive difficoltà, ma è altrettantovero che esistono deile forze econo-miche che si oppongono a ciò.

Q""1. sarà il reale miglioramentodella qualità di vita dei cittadini?Le leggi ci sono, basterebbe farlerispettare e mi riferisco non solo atutta I'attività di pianificazione edi progettazione antirumore che,pur prevista dalla legge, non è sta-ta fatta, ma pure alle leggi (statali)vigenti che, se applicate, salvaguar-derebbero i nostri diritti. Si pensi,

ad esempio, ai pubblici esercizi: se-condo voi è possibile che ne esistanoalcuni, da anni, che rendono di fat-to impossibile il sonno ai residentidella zona? La legge è chiara ma nonsempre è applicara. Vorrei precisare:tutti hanno il diritto di divertirsi, ilcommercio ha il diritto di prospe-rare e tutti hanno diritto di dormi-re. È possibi le lar convivere quesretre esigenze? Certo che sì e ci sonoesempi virtuosi anche in Italia.Occorre certamente una precisa ar-tività di pianificazione delle licenzeche derivi da una attività di piani-ficazione acustica (che a Milanoè solo al primo passo) e un chiaromessaggio della Pubblica Ammini-strazione suila disciplina del com-mercio. Finché si senriranno frasicome "La musica è Arre e non valimitata', "La musica è un diritto echi non lo capisce non capisce nul-ld' che di recente sono srare pronun-ciate in convegni organizzati con lapresenza di membri della GiuntaComunale, non si può sperare chela situazione abbia reali possibilitàdi migl ioramento. Poi c 'è i l proble-ma traffico, ed è stato dimostratoche se tutti i mezzi in transito fos-sero a codice (si pensi alle moto congli scarichi aperti) avremmo un calofr,no a 2,5 dB(A) del rumore medio.Ma anche i mezzr pesanti potrebbe-ro essere limitati nella circolazionein certe aree ed in cert i orar i , comepure I'AIM se, in occasione delrinnovo del parco viaggiante, fossepiù attenta alle emissioni sonore deimezzi (attenzioni per altro già previ-ste dalla legge) tutta la cittadinanzane guadagnerebbe.

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In sintesi, i miglioramenti delcomfort acustico sarebbero notevo-li se solo si rispettassero le leggi chegià. ci sono.

Ora ci riferiamo in particolare achi vive nelle zone della movida:intendiamoci, non è che abitareaccarito alle stazioni ferroviariesia più comodo, ma nel rappor-to tra cittadini e fracassoni c'èqualcosa di più malevolo. Sembraquasi che il Comune - non soloMilano ma pure Monza e altre cit-tà - decida, sotto la pressione del-la potente lobby dei commercian-ti, di concentrare in determinatezone densamente abitate le atti-vità ludiche più rumorose, senzapoi tutelare i residenti indifesi.Partiamo dal presupposto che vivereaccanto ad una stazione è più ac-cettabile, poiché chi ci vive subisceIe immissioni sonore, ma probabil-mente usufruisce anche della infra-struttura e questa, nelle ore centralidella notte, solitamente è inattiva.Di pir) difficile accettazione è il ru-more provocato daila maleducazio-ne delle persone, maleducazione che"prospera" anche perché i gestori deilocal i seral i e norrurni non sono ip-centivati a "merrere a regime" chischiamazza. Inoltre, credo che sia ilmercato della vita serale e notturnaa decidere in quali zone espandersied il Comune non vigila come do-vrebbe. Da addetto ai lavori dicoche è scandaloso pensare alla quan-tità di verifiche e dati richiesri perottenere l'apertura di un quaisiasibar (in termini tecnici si chiama la"Previsione di Impatto Acustico")e poi ci siano poche decine di 1o-cali notturni a Milano (e oualcunoanche a Monza e al t rove) che pro-ducono una energia sonora decinedi volte oltre al consenrito e, chissàcome, nessuno se ne accorge. Nonpuò essere casuaie una si tuazionedel genere; da addetto ai lavori ose-rei dire che i limiti di legge sono fin

quasi troppo restrittivi e, a fronte diquesto, alcuni locali proliferano in-disturbati colpendo i residenti in unraggio di un centinaio di metri. Leleggi ci sono, ripeto, ma in alcunicasi restano inapplicate, causandocosti sociali notevolissimi e a volteanche problemi di ordine pubblico.l l problema è ralmente macroscopi-co che in ogni zona della "movidd'

è sorta una associazione spontaneadi residenti per difendere ii dirittodi dormire. Quesre associazioni ,supportate dagl i awocat i , non sonoriuscite ad ottenere molto e si sonoorganizzate in un comitato di coor-dinamento: i risultati sono ancoramolto scarsi. Certo, non è facile farcoesistere in una archi tet tura ur-banistica nata un secolo o pir) fa,magari le vie strette con le residenzelì affacciate e locali notturni ma, ri-peto, se mandiamo gli uomini sullaluna credere che non esisrano i mez-zi per contenere le emissioni sonore?È un fatto di costi, non ne dubito,ma finché costerà. meno non farenul la piut tosto che insonor izzare ilocali state tranquilli che nessunoinsonorizzerà nulla.

Sono parecchi anni, e con ammi-nistrazioni di destra e di sinistra,che i residenti non riescono adottenere il diritto al riposo. Se lasalute viene prima del posto di la,voro (insegnano i casi Ilva e Tir-rena) perché non è possibile farrispettare la legge?La Costituzione definisce la Salutecome un bene primario che va sal-vaguardato senza possibile deroga; sipensi che l ' inquinamenro acusr ico,essendo classi f icato come un inoui-nanre f is ico del l 'ar ia, è rearo pena-le. Eppure qualche decina di localipubblici a Milano (e non solo) fan-no quel che vogliono da diversi annisenza che nessuno abbia mai ritiratoloro la licenza: non so pir) cosa pen-sare. È vero che questi locali cam-biano frequentemenre proprietà (o,

per meglio dire, cambia la societàche li controlla, non necessariamen-te il proprietario) ma non credo chequesto banale espediente, da solo,possa far ripartire da zero le attivitàdi conrrol lo e sanzionam.nro. È r . rnfatto di cultura nell'amministrazio-ne della res publica e di volontà.

Ezìo Rendina mentre registra emissioní acustiche

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