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TERRA DEI FUOCHI

Era il paradiso dell'agricoltura, tra Napoli e Caserta. Poi la camorra ha scoperto il business dei rifiuti. E ha dato tutto alle fiammeCome è potuto accadere? Come è stato possibile intombare tanti rifiuti tossici, fino a renderne difficile se non impossibile l'estrazione dal suolo? Ma come si è arrivati a tanto? Perché queste terre preziose per le coltivazioni sono diventate cimitero per rifiuti? Pomodori, broccoli, zucchine, mele, pere. Tutti questi prodotti, la grande distribuzione ha iniziato a pagarli ai coltivatori campani sempre meno. Il rischio, se non avessero accettato di abbassare i prezzi, era che li avrebbero acquistati all'estero, in Libano, in Grecia, in Spagna. E così cade la barriera: l'agricoltura smette di essere la fonte primaria di guadagno per i coltivatori diretti che spesso cedono o affittano una parte delle loro terre alle imprese, o più spesso a loro intermediari, per lo sversamento illecito di rifiuti. Con quei guadagni vanno avanti e mantengono in parte le coltivazioni, tratti in inganno dalle rassicurazioni che quei rifiuti non arrecano danno. Ben presto si scopre che non è così. Che spesso si tratta di sostanze tossiche che fanno marcire interi raccolti La puzza c'è sempre stata e per i nuovi nati è divenuta normalità, come le piazzole di sosta delle statali divenute discariche improvvisate. Terre a vocazione agricola, terre di pascolo, terre a vocazione turistica, terre di bellezza, avvelenate sistematicamente sotto il sole, sotto gli occhi di tutti. Sotto gli occhi di chi è rimasto impotente in un paese dove ormai si è convinti che riformare le cose sia impossibile. Ciò che resta è il vigliacco piacere di volerle abbattere pensando a un mondo meraviglioso e nuovo che non verrà mai. E in nome di questo mondo si sta rendendo il quotidiano un inferno invivibile. Questo meccanismo lo descrive benissimo Robert Musil: "Quell'inqualificabile piacere (che molti di noi hanno,) che consiste nel vedere il bene abbassarsi e lasciarsi distruggere con meravigliosa facilità".Il nostro contributo, quale potrà essere? Il rispetto dell'ambiente che ci circonda comincia da un efficace differenziazione dei rifiuti che produciamo, da pratiche di riutilizzo e di riuso degli oggetti.

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The differentiated collectionRecycling is the best way to preserve and maintain our natural resources, and also benefit our future generations: reuse, recycling waste from paper to plastic, helps to give something back and maintain a naturally richer environment. Everything we do produces pollution: even the most common thing such as reading a newspaper or drinking orange juice – it would seem nothing if we did not consider that every day around the world millions of pages are printed, millions of plastic bottles or aluminum cans are made. Recycling cannot stop the phenomenon of pollution but it can certainly help, everyone can help to make a difference! How do we do ‘differentiated waste collection’? To separate the different types of waste we need different types of containers, each dependent on the material that is being recycled. For example, green for glass , blue for paper & magazines, newspapers and cardboard, yellow for plastics and grey or black for organic waste In addition, other products are recycled less frequently such as clothing, aluminum, batteries and in the larger cities the cooking oil that are usually thrown down the drain. I think it's right to protect the world we live in so I'm in favour of recycling.Many believe it is just a waste of time because they confuse the containers and then do not believe that the system works, but you should always try as it requires no great effort. The problem is that most people only recycle at home but we should recycle all the time, such as at work, on the street, at school. : I think that schools should confront the issue of recycling seriously, but many do not. They should put several baskets in the corridors, even if only for paper and plastic! In addition we can protect the environment with small gestures such as using low-consumption appliances, using public transportation to get around, not littering our environment, not buying disposable products but the most important is surely the collection of differentiated waste that allows the recovery of many important materials.

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CARTA

La carta è un materiale sottile e flessibile,formato da milioni di fibre vegetali intrecciate saldamente tra loro. Le fibre della carta sono di due tipi principali: le fibre di cellulosa si usano per la carta migliore; le fibre di pastalegno si usano per la carta ordinaria.Le fibre di pastalegno sono formate sempre di cellulosa, ma essa è ancora cementata dalla lignina,il collante naturale che forma il legno. Queste fibre "incrostate" sono più rigide, con minore flessibilità.Le fibre di cellulosa sono: Lunghe e appiattite a forma di nastro; Costituite di cellulosa pura, cioè prive di sostanze incrostanti; Flessibili e resistenti.I tipi di carta sono molti e possono essere classificati in sei categorie in base all'impiego: Da stampa Da scrivere e per ufficio Da imballaggio Cartoni e cartoncini Per uso domestico Altri tipi di cartaLe proprietà principali della carta sono: La flessibilità, la piegabilità e la stampabilitàFlessibilità:È la capacità di curvarsi e poi assumere di nuovo la forma originaria. Il libro e il quaderno possono essere "sfogliati" molte volte per cambiare pagina conservando la superficie piana.Piegatura:È la capacità di ricevere e di mantenere la piega. Un libro è formato da tanti fascicoli di fogli piegati in due, una scatola da scarpe è un cartoncino piegato agli spigoli.Stampabilità:È la capacità di ricevere l'inchiostro in modo netto, senza lasciare aloni.

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IL TESTOIl testo, dal latino textus (con significato originario di tessuto o trama), è un insieme di parole, correlate tra loro per costituire un'unità logico-concettuale. Con il termine "testo" si può anche indicare un insieme di segni quali: gesti, espressioni facciali, modo di esprimersi; in un certo senso è possibile definire il testo come un qualsiasi mezzo di comunicazione. Il testo è dunque un sistema. Un sistema in cui sono messe in relazione unità di contenuto, a cui vengono attribuite forme differenti, a seconda dei codici e dei linguaggi adoperati, e di grandezza variabile. È un testo una semplice ed essenziale frase linguistica verbale o scritta, è testo una novella, un romanzo, un film, un quadro, un brano musicale, le istruzioni di un televisore, i gradi di una divisa militare. Sono testi tutte le unità isolabili che possiamo inferire come appartenenti ad un sistema codificato dell’espressione. Ovviamente il corpo è un testo, così come lo sono gli abiti e come lo è la gestualità. Ovunque vi sia una forma dell’espressione correlata ad una forma del contenuto, vi è un testo. Un testo si differenzia da un insieme di parole giustapposte casualmente in base alla presenza, in esso, di una finalità comunicativa, riconoscibile da un lettore di media cultura, cioè sostanzialmente dalla presenza di vincoli di semantica.

L' IPERTESTO

Un ipertesto è un insieme di documenti messi in relazione tra loro per mezzo di parole chiave. Può essere visto come una rete; i documenti ne costituiscono i nodi. La caratteristica principale di un ipertesto è che la lettura può svolgersi in maniera non lineare: qualsiasi documento della rete può essere "il successivo", in base alla scelta del lettore di quale parola chiave usare come collegamento. È possibile, infatti, leggere all'interno di un ipertesto tutti i documenti collegati dalla medesima parola chiave. La scelta di una parola chiave diversa porta all'apertura di un documento diverso: all'interno dell'ipertesto sono possibili praticamente infiniti percorsi di lettura. L'ipertesto informatico è la versione di ipertesto più usata e più diffusa oggi. Il computer ha automatizzato il passaggio da un documento all'altro. I documenti sono leggibili a video grazie a un'interfaccia elettronica, le parole chiave in esso contenute appaiono marcate in maniera da renderle riconoscibili.

MEDIAI social media rappresentano fondamentalmente un cambiamento nel modo in cui la gente apprende, legge e condivide informazioni e contenuti. In essi si verifica una fusione tra sociologia e tecnologia che trasforma il monologo (da uno a molti) in dialogo (da molti a molti) e ha luogo una democratizzazione dell'informazione che trasforma le persone da fruitori di contenuti ad editori. Sono diventati molto popolari perché permettono alle persone di utilizzare il web per stabilire relazioni di tipo personale o lavorativo.

IL MASS MEDIA Mass media sono i mezzi di comunicazione di massa, ossia gli strumenti attraverso i quali è possibile indirizzare conoscenza verso una pluralità di persone. I mezzi di comunicazione di massa sono i seguenti:

Stampa Cinema Radio

Televisione Nuovi media

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Percezione visivaLa percezione visiva si tende a descrivere separatamente i processi relativi alla percezione della forma, del colore, del movimento, dello spazio anche se essa è un sistema di integrazione tra tutte queste informazioni distinte.L’identificazione di uno stimolo visivo implica due diversi stadi di elaborazione: uno stadio primario ed uno secondario. Nello stadio primario avviene la descrizione strutturale dello stimolo sensoriale (in generale l’analisi della forma) mentre nel secondo stadio avviene il riconoscimento dello stimolo stesso attraverso un confronto (“matching”) del risultato di tale descrizione con le tracce depositate in memoria dello stesso oggetto o di oggetti simili. Questi due processi (descrizione e confronto) sono i due principali stadi di elaborazione dell’informazione visiva. La prima elaborazione (stadio primario) coinvolge il sistema sensoriale (in questo caso quello visivo) e fornisce una descrizione dello stimolo indipendentemente dal significato dell’oggetto, viene cioè fornita una descrizione strutturale dell’oggetto. A tal fine vengono analizzate le proprietà fisiche dello stimolo (intensità, lunghezza d’onda, frequenza spaziale ecc.). Il risultato di questa prima elaborazione dell’informazione visiva è la distinzione della figura dallo sfondo retrostante.

OcchioL'occhio, o bulbo oculare, è l'organo di senso principale dell'apparato visivo, che ha il compito di ricavare informazioni sull'ambiente circostante attraverso la luce. L'occhio umano (e degli organismi superiori) raccoglie la luce che gli proviene dall'ambiente, ne regola l'intensità attraverso un diaframma (l'iride), la focalizza attraverso un sistema regolabile di lenti per formarne un'immagine e trasforma questa immagine in una serie di segnali elettrici che attraverso il nervo ottico vengono inviati al cervello per l'elaborazione e l'interpretazione.

ColoreIn biofisica il colore è la percezione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina inviano al cervello quando assorbono le radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d'onda e intensità nel cosiddetto spettro visibile o luce.Lo studio del colore riguarda più discipline:la fisica, in particolare l'ottica per tutto ciò che avviene all'esterno del sistema visivo;la chimica, per lo studio e la sintesi di sostanze colorate e coloranti;la matematica necessaria per lo sviluppo di modelli rappresentativi della visione del colore.

LuceIl termine luce si riferisce alla porzione dello spettro elettromagnetico visibile dall'occhio umano. Questo intervallo coincide con il centro della regione spettrale della luce emessa dal Sole che riesce ad arrivare al suolo attraverso l'atmosfera. I limiti dello spettro visibile all'occhio umano non sono uguali per tutte le persone, ma variano soggettivamente e possono raggiungere i 720 nanometri, avvicinandosi agli infrarossi, e i 380 nanometri avvicinandosi agli ultravioletti. La presenza contemporanea di tutte le lunghezze d'onda visibili, in quantità proporzionali a quelle della luce solare, forma la luce bianca.

PsicologiaLa psicologia è la scienza che studia i processi psichici e mentali, nelle loro componenti consce e inconsce, attraverso l'uso del metodo scientifico e/o appoggiandosi ad una prospettiva soggettiva intrapersonale. Tale studio riguarda quindi i processi intrapsichici dell'individuo, il comportamento umano individuale e gruppale, ed i rapporti tra il soggetto e l'ambiente.

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Sviluppo sostenibileLo sviluppo sostenibile è un processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale, economico, sociale ed istituzionale, sia a livello locale che globale. La sostenibilità dello sviluppo è incompatibile in primo luogo con il degrado del patrimonio e delle risorse naturali ma anche con la violazione della dignità e della libertà umana, con la povertà ed il declino economico, con il mancato riconoscimento dei diritti e delle pari opportunità

Le quattro componenti della sostenibilità

La sostenibilità ruota attorno a quattro componenti fondamentali:Sostenibilità economica: intesa come capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione.Sostenibilità sociale: intesa come capacità di garantire condizioni di benessere umano equamente distribuite per classi e genere.Sostenibilità ambientale: intesa come capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturaliSostenibilità istituzionale: intesa come capacità di assicurare condizioni di stabilità, democrazia, partecipazione, giustizia.

Le quattro componenti, coincide con lo sviluppo sostenibile.Lo sviluppo sostenibile impone di soddisfare i bisogni fondamentali di tutti e di estendere a tutti la possibilità di attuare le proprie aspirazioni ad una vita miglioreIl soddisfacimento di bisogni essenziali esige non solo una nuova era di crescita economica per nazioni in cui la maggioranza degli abitanti siano poveri ma anche la garanzia che tali poveri abbiano la loro giusta parte delle risorse necessarie a sostenere tale crescita.

ALCUNI CONSIGLI PER DARE UNA MANO ALLO SVILUPPO SOSTENIBILE : RISPARMIO ENERGETICO VEICOLI ECOLOGICI RACOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI FONTI DI RISCALDAMENTI NON INQUINABILI EVITO SPRECHI D’ACQUA USO PRODOTTI BIODEGRADABILI USO PRODOTTI RICICLABILI

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La tutela dell’ambiente è un dirittoPolitiche del territorio e sviluppo sostenibile

“Noi non siamo minacciati soltanto da forze distruttive per l’individuo e per la società, ma anche da forze distruttive per l’ambiente. Infatti, la società moderna sembra più minacciata dallo sviluppo insostenibile che dagli attacchi diretti alla libertà individuale. Evidentemente, i diritti umani e l’ambiente sono strettamente concatenati.” (Klaus Bosselmann)

Le parole di Klaus Bosselmann, tra i più noti studiosi al mondo nella salvaguardia della sostenibilità ambientale, affermano il principio secondo cui i diritti umani vengono minacciati anche attraverso le aggressioni all’ambiente.La Costituzione italiana protegge il paesaggio ed il patrimonio culturale ma è sempre più frequente ascoltare proposte di riforma volte a riconoscere i principi del rispetto e della salvaguardia dell’ambiente come elementi fondanti del vivere civile.Come ci ricorda Salvatore Settis in un articolo pubblicato su “La Repubblica” il 15 dicembre scorso, “il paesaggio, l’ambiente, il patrimonio culturale sono come il sole e le stelle: illuminano e condizionano la nostra vita, corpo e anima”.

Serve un Keynes per salvare il Belpaese Settis, Salvatorela Repubblica, 15 dicembre 2011

Tre temi sui quali misurare la volontà del governo Monti di abbandonare l’ideologia e la prassi dello “sviluppo” devastante. Ambiente, paesaggio e beni culturali in tempo di crisi: a governo tecnico, qualche appunto tecnico.

Primo: ancora più fragile dell´economia italiana è il suolo della Penisola. Non si tratta solo di morfologia naturale ma anche dalla cementificazione che sigillando i suoli accresce la probabilità di frane e alluvioni e ne rende più gravi gli effetti, dall´incuria per il regime delle acque, che riduce le risorse idriche e genera disastrose esondazioni.

Secondo: il paesaggio italiano è fra i più devastati d´Europa. A fronte di un incremento demografico nullo, abbiamo il più alto consumo di suolo d´Europa. Incentivi, sanatorie e condoni hanno seminato per il Paese migliaia di capannoni "industriali" dove non si produce nulla e nulla viene immagazzinato. Almeno due milioni sono gli appartamenti invenduti, eppure si continua a costruire. Città preziose come Bologna vedono svuotarsi il centro storico, mentre si favoleggia di grattacieli, imitando gli sceicchi del Golfo Persico in una provinciale corsa a una "modernità" già stantia.

Terzo: da quando il governo Berlusconi tagliò quasi un miliardo e mezzo al già languente bilancio del ministero dei Beni culturali, le strutture pubbliche della tutela hanno visto un vertiginoso ridursi di funzionalità e capacità d´intervento. Mentre cala ogni giorno il numero degli addetti, per pensionamenti e assenza di turnover, e la loro età media si avvicina ormai ai 60 anni, aumentano sulla carta i loro compiti. Soprintendenti-superman devono reggere due, tre, quattro uffici spostandosi da una città all´altra, e intanto mancano i soldi per telefono, benzina, luce elettrica. Per rimediare, qualcuno ha una soluzione pronta: chiudere le Soprintendenze, accorpando gli ultimi superstiti in uffici regionali senza competenze, senza bilancio, senza poteri.

Il paesaggio, l´ambiente, il patrimonio culturale sono come il sole e le stelle: illuminano e condizionano la nostra vita, corpo e anima. Perciò hanno un ruolo così alto nella Costituzione, dove incarnano l´idea che ne è il cuore: il bene comune e l´utilità sociale, sovraordinati al profitto privato. Paesaggio, ambiente, patrimonio richiedono sapienza tecnica per essere tutelati: ma richiedono anche un´idea d´Italia, un´idea declinata al futuroAMBIENTE La salvaguardia dell'ambiente “Art. 9 - La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione”. Per quanto riguarda l'aspetto giuridico, in realtà l'articolo 9 non contempla la difesa dell'ambiente in maniera diretta. Anche la legislazione ordinaria è stata tardiva e di difficile applicazione, tanto da consentire in maniera quasi indisturbata la speculazione privata, che ha provocato danni irreparabili agli elementi naturali. A partire dal 1985 è stato imposto alle Regioni l'obbligo di adottare piani urbanistici che tengono conto dei valori paesaggistici e ambientali e nel 1986, per meglio coordinare gli interventi mirati a contenere il danno ambientale, è stato istituito il Ministero dell'Ambiente. Solo con la legge istitutiva del Ministero, la salvaguardia dell'ambiente è stata finalmente riconosciuta come un diritto fondamentale dell'individuo. La legislazione e gli impegni

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nazionali e internazionali a difesa dell'ambiente. Il problema “ambiente” non è circoscritto a un Paese o a una zona limitata, perché più inquinata delle altre; in maniera più o meno diretta la protezione dei beni naturali riguarda l'intera umanità

I vertici e i provvedimenti internazionali.

Stoccolma, 1972A livello internazionale la presa di coscienza ufficiale dei problemi ambientali è avvenuta con la “Conferenza dell’Onu sull’ambiente umano”. In quell’occasione i delegati di 113 nazioni per la prima volta hanno messo a punto un piano d’azione per porre un freno al deterioramento delle condizioni di vita sul pianeta e hanno indicato una serie di princìpi guida relativi ai diritti e alle responsabilità nei confronti dell’ambiente di cui gli individui e i Governi devono tener conto nell’indirizzare i relativi comportamenti e le politiche di sviluppo.

Tokyo, 1987A distanza di dieci anni l’Onu ha varato la Carta mondiale della natura e nel 1983 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituisce una commissione, la Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (WCED), indipendente con il compito tracciare le linee fondamentali di un'agenda globale per il cambiamento del modello di sviluppo.La Commissione lavorerà fino al 1987 alla realizzazione del celebre Rapporto Brundtland. In questa data, a conclusione dei lavori, ha dichiarato il diritto dell’ambiente “un diritto umano fondamentale” e ha indicato regole da seguire per sostenere uno “sviluppo sostenibile”.

Rio de Janeiro, 1992Nel 1992, a Rio de Janeiro, i 183 Paesi che hanno partecipato alla “Conferenza dell’OnuSull’ambiente e lo sviluppo” si sono impegnati a raggiungere una serie di obbiettivi comuni (Dichiarazione di Rio) e hanno definito un piano di azione per il XXI secolo (Agenda XXI) al fine di perseguire uno sviluppo sostenibile a livello mondiale. Durante la Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo furono tracciate le principali linee programmatiche per avviare il risanamento ambientale della Terra.

Lanzarote, 1995La Carta per un turismo sostenibile è il documento finale prodotto dalla Conferenza Mondiale sul Turismo Sostenibile tenutasi a Lanzarote (Canarie, Spagna) nell'aprile del 1995. Essa rappresenta un riferimento nella definizione delle priorità, degli obiettivi e dei mezzi necessari a promuovere il turismo futuro. Il turismo è uno strumento di sviluppo economico per le regioni interessate e occasione di conoscenza e arricchimento personale per i turisti; ma, allo stesso tempo, esso è causa di degrado ambientale e d’appiattimento culturale delle località coinvolte. E' necessario quindi controllare il meccanismo per cui l’incremento turistico corrisponde a un aumento di effetti negativi sulle risorse naturali e culturali locali.

Johannesburg, 2002A settembre 2002 si è tenuto a Johannesburg il vertice internazionale come proseguimento del “Vertice della Terra” di Rio de Janeiro. L’obiettivo dell’incontro era quello di favorire uno sviluppo sostenibile tale da consentire a tutti gli abitanti del pianeta di soddisfare i propri bisogni senza provocare danni all’ambiente.Per perseguire lo sviluppo sostenibile, l’approccio allo sviluppo dovrebbe essere diverso e dovrebbe crescere la consapevolezza che le decisioni e i comportamenti assunti in una qualunque parte del mondo si ripercuotono su tutti e, proprio per questo, dovrebbero essere tali da favorire benefici generalizzati.A Johannesburg si è parlato di acqua, di energia, di agricoltura, di salute, ma il traguardo più importante è stata l’entrata in vigore del protocollo di Kyoto. Infatti, anche la Russia, la Cina e il Canada hanno aderito agli accordi presi, facendo così raggiungere un numero di Paesi che rappresentavano il 55% delle emissioni dei gas serra.

Kyoto, 2003Per discutere e arginare i danni provocati dalla carenza d’acqua, nel marzo 2003 si è tenuto a Kyoto il Vertice mondiale dell’acqua (World Water Council).Attualmente il 30% della popolazione mondiale vive in condizioni di scarsità d’acqua e, mantenendo questo ritmo di consumi, a breve la carenza di questo prezioso elemento interesserà almeno la metà della popolazione mondiale.

Cuba, 2003Un’altra emergenza ambientale è il deserto che avanza a ritmi sostenuti. Nella Conferenza dell’ONU per la lotta alla desertificazione, che si è tenuta a Cuba a settembre 2003, si è concluso che grzie alla

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cooperazione internazionale il deserto si può bloccare e con esso si possono fermare anche i cosiddetti “profughi dell’ambiente”, le popolazioni costrette ad abbandonare le terre aride che hanno raggiunto un quarto dei terreni coltivabili.L’emergenza deserto interessa particolarmente l’Africa, alcuni Paesi dell’Asia, i Caraibi, ma anche l’Europa (Spagna, Portogallo, Grecia e Italia).Nel nostro Paese esiste il Comitato nazionale per la lotta alla desertificazione, istituito nel 1997, che è impegnato in particolare nella protezione del suolo, nella gestione sostenibile delle risorse idriche, nella riduzione dell’impatto per le attività produttive e nel riequilibrio del territorio.

I provvedimenti a livello comunitario

Strasburgo, 1972CARTA EUROPEA DEL SUOLOLa concezione del suolo come risorsa ha suscitato da tempo la necessità di regolamentare la sua gestione attraverso interventi nazionali ed internazionali. La Carta Europea del suolo, varata dal Consiglio d’Europa a Strasburgo nel 1972, rappresenta un esempio concreto di tali azioni internazionali di tutela. Molti paesi europei, come la Francia, la Germania e l’Inghilterra hanno realizzato da tempo interessanti progetti finalizzati alla salvaguardia del suolo, mentre in Italia si è cominciato ad affrontare queste problematiche solo da alcuni anni. Si evidenzia come il suolo, inteso come risorsa alla stregua dell’acqua, dell’aria, della fauna e della flora, possa essere sottoposto ad una serie di azioni negative responsabili dei fenomeni di degradazione più o meno rapida, causate da vari fattori come lo sviluppo urbanistico, l’erosione, l’inquinamento e l’eccessivo sfruttamento in agricoltura. Il suolo per le sue caratteristiche intrinseche costituisce il sistema di autodepurazione più completo a disposizione della natura, ma una volta contaminato rimane tale per tempi assai più lunghi rispetto all’acqua e all’atmosfera.

La legislazione interna

24 gennaio 2006AMBIENTE, ITALIA DAVANTI AGLI USA MA IN EUROPA SIAMO TRA I PEGGIORIIn Italia l'ambiente è tutelato meglio che in Germania, Olanda e Stati Uniti. Secondo i risultati di una ricerca che prende in esame il raggiungimento degli obiettivi che gli Stati si sono dati in materia di sostenibilità e salvaguardia ambientale, l'Italia nella classifica mondiale del rispetto delle politiche di sostenibilità ambientale è al 21esimo posto, dietro paesi che avremmo immaginato meno attenti alla sostenibilità ambientale (la Colombia è 17esima, la Malaysia è nona) e davanti a nazioni che solitamente vengono additate ad esempio (la Germania è 22esima, l'Olanda 27esima). Prima in assoluto è la Nuova Zelanda che precede Svezia, Finlandia, Repubblica Ceca e Regno Unito. Solo 28esimi gli Stati Uniti, superati in graduatoria da quasi tutti i paesi dell'Unione Europea, oltre che da Giappone, Taiwan, Cile e Argentina.

20 ottobre 2004DECRETO SULL’AMIANTOIl 20 ottobre 2004 entra in vigore il decreto del Ministero dell'ambiente e del territorio "Regolamento relativo alla determinazione e disciplina delle attività di recupero dei prodotti e beni di amianto e contenenti amianto."Con tale decreto vengono adottati i disciplinari tecnici sulle modalità per il trasporto ed il deposito dei rifiuti di amianto nonché sul trattamento, sull'imballaggio e sulla ricopertura dei rifiuti medesimi nelle discariche, approvati dalla Commissione per la valutazione dei problemi ambientali e dei rischi sanitari connessi all'impiego dell'amianto.

26 aprile 2005RIDUZIONE DELLE EMISSIONI DEI GAS AD EFFETTO SERRA Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio ha emanato due decreti riguardanti l'attuazione dei programmi pilota, a livello nazionale e internazionale, per la riduzione delle emissione dei gas ad effetto serra. I programmi pilota, previsti dalla legge di ratifica del Protocollo di Kyoto, hanno l'obiettivo di definire i modelli di intervento più efficaci dal punto di vista dei costi per la riduzione delle emissioni e l'impiego di piantagioni forestali per l'assorbimento del carbonio.Con il decreto ministeriale 11 novembre 2004 è disposta l'assegnazione di Euro 30.000.000 per la promozione della realizzazione di progetti pilota a rapida cantierabilità.Il decreto 11 febbraio 2005 dispone, invece, l'erogazione di Euro 25.000.000

15 febbraio 2001INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICOLa Camera dei deputati ha definitivamente approvato il disegno di legge sull'inquinamento elettromagnetico

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Il decreto ha lo scopo di dettare i principi fondamentali per la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ai sensi e nel rispetto dell’articolo 32 della Costituzione.Il decreto intende anche promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela da adottare in applicazione del principio di precauzione.Inoltre, vuole assicurare la tutela dell’ambiente e del paesaggio e promuovere l’innovazione tecnologica e le azioni di risanamento volte a minimizzare l’intensità e gli effetti dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici secondo le migliori tecnologie disponibili.Le disposizioni contenute nel testo si applicano agli impianti, ai sistemi e alle apparecchiature per usi civili, militari e delle forze di polizia, che possano comportare l’esposizione dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici. In particolare, le disposizioni si applicano agli elettrodotti ed agli impianti radioelettrici, compresi gli impianti per telefonia mobile, i radar e gli impianti per radiodiffusione.Maggiore attenzione anche per quanto riguarda gli apparecchi e i dispositivi di uso domestico.

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TITOLO: La distillazione frazionata

BIETTIVO: Separare le sostanze

ASPETTI TEORICI: La distillazione frazionata è una distillazione in cui due sostanze vengono separate

STRUMENTI: Distillatore frazionato che è composto da un tubo refrigerante, pallone, piastra, becher e pinze

SOSTANZE USATE: Permangamato di potassio e acqua

PROCEDIMENTO: Abbiamo messo la soluzione nel pallone e poi lo abbiamo appoggiato sulla piastra. Aspettando un po' vediamo che la soluzione inizia a bollire e poi ad evaporare, la sostanza evaporata entra nel tubo refrigerante che si condensa ed infine cade nel becher

CONCLUSIONI: La soluzione che ha il punto di ebollizione più basso è evaporata, condensata ed infine uscita, mentre la sostanza che ha il punto di ebollizione più alta è rimasta nel pallone. Così abbiamo separato le due sostanze

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TITOLO: Osserviamo le reazioni chimiche

OBIETTIVO: Stabilire quali sono gli indizi di una reazione chimica

ASPETTI TEORICI: Una reazione chimica è una trasformazione della materia ch avviene senza variazioni di massa, in cui uno o più reagenti modificano la struttura e la composizione e genera altre specie chimiche, chiamate prodotti, ciò avviene attraverso la formazione o la rottura dei legami chimici intramolecolari

MATERIALI: Provette, becher e bacchetta di vetro

REAGENTI: BaSO4, NaCl, HCl, CuSO4, Pb(NO3)2, Zn, KI, AgNO3, H2O

RIDIZIONE RISCHI: Usare i guanti perchè in questo esperimento usiamo l'HCl che è corrosivo

PROCEDIMENTO: Mettiamo l'acqua in un becher e aggiungiamo BaSO4 e notiamo che non si scioglie del tutto. Poi ripetiamo il procedimento ma aggiungiamo l'NaCl e vediamo che si scioglie. Unendo le due sostanze non si ha nessun cabiamento. Poi abbiamo asservato la reazione tra CaCO3 e una soluzione concentrata di HCl e notiamo che il CaCO3 si è sciolto. Poi osserviamo la reazione tra CuSO4 e una lamina di Zn e vediamo che la lamina pian piano si scurisce e si sgretola facendo del precipitato rosso, otteniamo così il rame. Abbiamo osservato un'altra reazione tra i Pb(NO3)2 e i KI, unendo i reagenti si ha un precipitato giallo. Infine abbiamo unito il AgNO3 e l'HCl e otteniamo una sostanza di colore bianco

DATI SPERIMENTALI:BaSO₄+ NaCl-> Non avviene nessuna reazioneCaCO3+HCl-> CO2+H2O+CaCl2 EffervescenzaCuSO4+Zn->ZnSO4+Cu Cambio di colore e precipitatoPb(NO3)2+KI->PbI2+KNO3 PrecipitatoAgNO3+HCl-> AgCl+HNO3 Precipitato

CONCLUSIONI: Non tutti i reagenti reagiscono fra di loro

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TITOLO DELL’ESPERIENZA: Reazione formazione di Ossidi

OBIETTIVO: Osservare le reazioni di ossidazione tra metalli

ASPETTI TEORICI: Una reazione chimica è una trasformazione della materia ch avviene senza variazioni di massa, in cui uno o più reagenti modificano la struttura e la composizione e genera atre specie chimiche, chiamate prodotti, ci avviene attraverso la formazione o la rottura dei legami chimici intramolecolari.Un elemento chimico subisce ossidazione quando subisce una sottrazione di elettroni, che si traduce nell'aumento del suo numero di ossidazione. La maggior parte delle reazioni di ossidazione comportano lo svilupparsi di energia sotto forma di calore, luce o elettricità

MATERIALI: Provetta, capsula di porcellana, pinza di legno, pinzette, cucchiaino.

STRUMENTI: Becco Bunsen.

REAGENTI USATI: Rame, acido solforico.

PROCEDIMENTO: Abbiamo portato il rame in una capsula di porcellana alla fiamma. Il rame ha cambiato colore diventando nero; si è ossidato. Una volta ossidato, l’abbiamo fatto reagire con l’acido solforico che lo ha portato in soluzione come ione Cu++ che ha conferito a questa il caratteristico colore blu del rame ossidato. Abbiamo ripetuto poi l’esperimento con il magnesio, che una volta portato alla fiamma ha emesso un forte bagliore e al termine del bagliore è divenuto polvere bianca.

CONCLUSIONI: Abbiamo visto come dei metalli come rame e magnesio a contatto con l'ossigeno che troviamo nell'aria e del calore può cambiare aspetto. I due metalli hanno reagito entrambi con l’ossigeno ma con una reattività diversa. Il magnesio metallo alcalino terroso appartenente al II gruppo è risultato molto più reattivo all’ossidazione di quanto abbia mostrato il rame che è invece un metallo di transizione.

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TITOLO DELL’ESPERIENZA: Effetto della superficie di contatto e della concentrazione della velocità di reazione.

OBIETTIVO: Calcolare la velocità di reazione.

ASPETTI TEORICI: In chimica, con velocità di reazione si intende la variazione di concentrazione dei reagenti o dei prodotti, o della massa o di una delle proprietà della reazione nel tempo. Possono essere velocissime ma possono durare anche centinaia di anni.

MATERIALI: Becher

STRUMENTI: Bilancia digitale

REAGENTI USATI: CaCO3 in polvere e in pezzi e HCl 1M e 0,1M

PROCEDIMENTO: Abbiamo messo l’HCl 1M nel becher e annotiamo la sua massa, poi aggiungiamo il CaCO3 e vediamo che la massa diminuisce, poi ripetiamo il procedimento con CaCO3 in polvere e vediamo che qui la reazione è più veloce. Ripetiamo l’esperimento con CaCO3 in pezzi e con l’HCl 0,1M, e visto che la concentrazione del HCl e diminuita la velocità diminuisce.

DATI SPERIMENTALI:CaCO3 in pezzi/HCl 1MMassa (g) Tempo (min) ∆m (g) ∆T (min) Velocità (g/min)170.32 0170.27 1 0.05 1 0.05170.21 2 0.06 1 0.06

CaCO3 in polvere/HCl 1MMassa (g) Tempo (min) ∆m (g) ∆T (min) Velocità (g/min)155.44 0155.20 1 0.24 1 0.24154.96 2 0.24 1 0.24

CaCO3 in pezzi/HCl 1MMassa (g) Tempo (min) ∆m (g) ∆T (min) Velocità (g/min)158.10 0158.08 3 0.02 3 0.0066

Prova Velocità (g/min)1° 0.055

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2° 0.243° 0.0066

CONCLUSIONI: Con l’aumentare della superficie la velocità è aumentata. Con la diminuzione della concentrazione è diminuita.

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TITOLO DELL’ESPERIENZA: Influenza della temperatura sulla velocità di reazione

OBIETTIVO: Vedere come la temperatura influenza la velocità di reazione

ASPETTI TEORICI: La velocità di una reazione aumenta all'aumentare della temperatura del sistema, infatti all'aumentare dell'energia termica la barriera dell'energia di attivazione viene superata più facilmente e inoltre aumenta la velocità di agitazione delle entità molecolari, permettendo di avere un numero maggiore di collisioni tra le entità molecolari reagenti e quindi una maggiore probabilità che queste reagiscano.

MATERIALI: Becher, provette

STRUMENTI: Becco bunsen

REAGENTI USATI: KMnO3 , NaC2O4, H2SO4

PROCEDIMENTO: Abbiamo messo nella stessa provetta il permanganato di potassio, l’ossalato di calcio e l’acido solforico, agitiamo e vediamo che reagisce in un certo periodo di tempo che abbiamo misurato Ripetiamo il procedimento ma questa volta portiamo queste sostanze alla fiamma e vediamo che reagisce più velocemente. Lo ripetiamo solo che questa volta, lo facciamo ad una temperatura più alta.

DATI SPERIMENTALI:ml KMnO3 ml NaC2O4 mlH2SO4 T (C°) Tempo di decolorazione3 3.5 0.5 17 2’55’’3 3.5 0.5 40 25’’3 3.5 0.5 70 2’’

CONCLUSIONI: 2MnO₄⁻+ 5C₂0₄⁻⁻+16 H 2Mn +10CO⁺ ⁺⁺ ₂+8H₂O (equazione in forma ionica). Possiamo dire che con l’aumento della temperatura, aumenta il numero di collisioni e di conseguenza aumenta il numero di urti efficaci. abbiamo notato che la reazione in assenza di acido non avviene.

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TITOLO DELL’ESPERIENZA: Riciclo della carta

OBIETTIVO: Riciclare fogli di carta

ASPETTI TEORICI: La carta è un materiale sottile ed è formata da tante fibre vegetali. Per farla è necessaria la cellulosa. E' meglio ricavarla dal legno, perché costa di meno. La Carta può essere anche riciclata fino a 7 volte, per migliorare l'ambiente e abbassare i costi di produzione.

MATERIALI: Setaccio, frullatore ad immersione, bicchiere graduato bacchetta di vetro e provetta

SOSTANZE USATE: NaClO, H2O, carta e farina.

PROCEDIMENTO: Ridurre in piccoli pezzi la carta. Abbiamo messo 250ml di acqua e di candeggina in un contenitore e con una bacchetta di vetro iniziamo a mescolare. Dopo aver girato buttiamo via il liquido nel contenitore e lo sciaquiamo un paio di volte. Con l'aiuto della bacchetta di vetro versiamo i pezzi di carta nel bicchiere graduato e versiamo altri 250ml di acqua e con il frullatore iniziamo a frullare fino a che diventa una poltiglia. Dopo aver frullato aggiungiamo la farina e iniziamo di nuovo a frullare. Prendiamo il setaccio e lo appoggiamo su un contenitore e versiamo la poltiglia e la stendiamo con la bacchetta di vetro e una provetta

CONCLUSIONI: Con questo procedimento abbiamo riciclato della carta. Riciclando possiamo ridurre energia per produrla.

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TITOLO: La pila di Daniell OBBIETTIVO: Preparare la pila di Daniell

ASPETTI TEORICI: Molte reazioni Redox sono esotermiche,cioè cedono calore. Questa energia può essere trasformata in energia elettrica. Questo è alla base delle pile elettriche. Un esempio ci è fornito dalla pila Daniel. Il numero di ossidazione è la carica reale o formale presente su un atomo. Per assegnare il numero di ossidazione occorre seguire alcune regole;Le sostanze allo stato non combinato hanno No pari a zero;La somma dei numeri di ossidazione in un composto è pari a zero;La somma dei numeri di ossidazione degli elementi in uno ione è pari alla carica dello ione stesso. Il numero di ossidazione del ossigeno nei suoi composti è pari a -2,tranne nei perossidi dove invece è uguale a -1. Il numero di ossidazione del idrogeno nei suoi composti è pari a +1,tranne negli idruri dove è pari a -1. Il numero di ossidazione degli ioni metallici del primo gruppo è pari a +1,del secondo gruppo è pari a +2, del terzo gruppo è pari a +3. Il numero di ossidazione del fluoro è pari a -1 essendo l'elemento più elettronegativo esistente.Assegnando i numeri di ossidazione prima e dopo la reazione è possibile capire se questa è di ossidoriduzione oppure no.

MATERIALI: 2 becher, bacchetta di vetro, tubo ad U, ovatta, cucchiaino, capsula di porcellana

STRUMENTI: Bilancia elettrica, voltmetro

REAGENTI: NaCl ( cloruro di sodio ) ZnSO4 ( solfato di zinco ) CuSO4 ( solfato di rame ) lamina di rame e di zinco

PROCEDIMENTO: Abbiamo preparato una soluzione satura di cloruro di sodio nel tubo ad U che abbiamo chiuso con due pezzettini di ovatta. Dopo abbiamo preso le lamine e le abbiamo mantenute con delle pinze a coccodrillo e poi le abbiamo messe nei 2 becher uno che conteneva il solfato di rame e l'altro il solfato di zinco. Dopo abbiamo messo il tubo ad U nei becher e abbiamo collegato gli elettrodi con le pinze a coccodrillo al voltmetro che misurava circa 0,986 V

CONCLUSIONE: Da una reazione di ossido riduzione si può ottenere energia elettrica.

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Una scuola sostenibile per un futuro possibile

Lo sviluppo sostenibile è lo “sviluppo che soddisfa i bisogni attualisenza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare ipropri” .Questo rappresenta oggi una delle principali sfide del millennio e perpoterla vincere l’uomo deve trovare soluzioni razionali e durature a tantepratiche e a tanti problemi ormai pienamente radicati nella realtà quotidiana.È importante comprendere che si deve iniziare un lungo cammino per ilquale è necessaria la costanza e la determinazione a partire dai principaligesti della vita di tutti i giorni, ad esempio nell’uso razionale d’acqua, luce,carta,riscaldamento, utilizzo d’autovetture non inquinanti e riciclo dei rifiuti. La nostra epoca ha relegato l’ambiente a svolgere frequentemente il ruolodi semplice scenario rendendolo una cornice rispetto ai fattori principalidello sviluppo. Lo sviluppo dell’umanità e quello dell’ambiente sonointerdipendenti ed è quindi necessario pensare non soltanto al nostro benessere ma anche a quello dell’ambiente e delle generazioni future.Noi studenti possiamo svolgere un ruolo fondamentale per radicare negli usie costumi delle famiglie la coscienza ambientale e la comprensione dellanecessità di pochi ma fondamentali gesti quotidiani. Gesti che oggipossono essere considerati come una scelta volontaria, ma chenecessariamente diverranno atti obbligati nel futuro prossimo.

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ENERGIA

Qualunque organismo ha bisogno di energia per vivere. L’energia è legata a tutte le attività umane: quando pensiamo o ci muoviamo utilizziamo l'energia immagazzinata nel nostro corpo.Tutto ciò che produce energia è una "fonte di energia". Il Sole è la principale fonte di energia della Terra. In generale tutta l'energia disponibile sul nostro pianeta deriva direttamente o indirettamente dal Sole: l'energia idrica, l'energia eolica, l'energia chimica dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale) e delle biomasse (per esempio la legna), persino il moto ondoso genera energia..Risparmiare è un dovere per tutti noi!

COSA FARE PER RISPARMIARE ENERGIA IN CLASSE Spegnere le luci quando la luce del sole illumina adeguatamente la classe Spegnere le luci quando usciamo Spegnere il computer quando non ci serve

COME PUÒ FAVORIRE IL RISPARMIO ENERGETICO LA SCUOLA Installando i pannelli solari

Utilizzando lampadine a LED

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LA CARTA

La carta è un materiale sottile e flessibile,formato da milioni di fibre vegetali intrecciate saldamente tra loro. I tipi di carta sono molti e possono essere classificati in sei categorie in base all'impiego: Da stampa Da scrivere e per ufficio Da imballaggio Cartoni e cartoncini Per uso domestico Altri tipi di carta

L’Italia è il quarto Paese in Europa per produzione di carta e cartone. La produzione italiana di carta ammonta un totale di 8.988 tonnellate all’anno. In Italia il tasso di riciclo annuale degli imballaggi di carta e cartone è più che raddoppiato negli ultimi 13 anni, ma oltre il 50% della carta da macero mondiale viene indirizzata verso i mercati asiatici, in primis verso la Cina. Una tonnellata di carta riciclata consente di risparmiare il taglio di 24 alberi, il consumo di 4.100 kWh di energia e di 26 metri cubi di acqua e le emissioni di 27 chili di CO2.

COME RISPARMIARE LA CARTA A SCUOLA

Spesso utilizziamo la nostra stampante con troppa superficialità, stampando anche

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quando non serve.

• Stampate solo quando serve; se potete, leggete i documenti sempre a video e salvate con regolarità i vostri documenti invece di stamparli.

• Controllate sempre l’anteprima di stampa per verificare il risultato finale.

• Stampate fronte/retro; dimezzerete il consumo di fogli.

• Stampate più pagine nello stesso foglio: per molti documenti è possibile.

• Se potete, utilizzate carta riciclata

ACQUA

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L'acqua è la sostanza più comune e diffusa sulla Terra ed il costituente principale di tutta la materia vivente. Essa rappresenta non un prodotto commerciale, ma un valore primario per la vita. Spesso però l'utilizzo umano di questo bene si traduce in spreco o inquinamento con conseguente tendenza a comprometterne gli usi futuri sia antropici che naturali. Di qui la necessità organizzare una serie di iniziative per coinvolgere gli studenti e farli partecipi del messaggio che la vita sulla Terra dipende dall'acqua e che una cattiva gestione delle risorse idriche compromette sia gli equilibri ecologici che la qualità della vita umana. Alcuni consigli per la scuola per risparmiare l'acqua:

COME RISPARMIARE L’ACQUA A SCUOLA

1) Comunicare perdite all’impiantoun rubinetto che gocciola, oltre ad infastidire, è causa di un notevole spreco (90 gocce al minuto sono 4.000 litri di acqua sprecata all’anno); con una corretta manutenzione si risparmia acqua e denaro

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2) Corretto uso dello sciacquoneoltre il 30% dei consumi idrici domestici sono imputabili allo sciacquone, poiché premendo il pulsante se ne vanno circa 10 litri d’acqua, non sempre necessari.Sarebbe utile dotare lo scarico del WC con moderni sistemi a quantità differenziata, da regolare a seconda delle esigenze.Anche nel caso dello sciacquone è importantissima la manutenzione, considerato che un WC che perde può arrivare a consumare 100 litri al giorno.

3) Installare il frangigettoun sistema semplice ed economico per risparmiare migliaia di litri d’acqua all’anno è dato dall’installazione del frangigetto: una retina che arricchisce il getto con l’aria riducendo la fuoriuscita dell’acqua.

4) non lasciamo il rubinetto aperto mentre ci si insapona le mani e dopo l’uso chiudiamo accuratamente il rubinetto.

RACCOLTA DIFFERENZIATA

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.La raccolta differenziata si ottiene dalla separazione dei rifiuti effettuata da chi li produce e di depositarli negli appositi contenitori perchè possano venire recuperati e riciclati. Fare la raccolta differenziata significa ridurre notevolmente la massa dei rifiuti da smaltire e frenare lo sfruttamento di preziose risorse naturali. Riusare e riutilizzare i rifiuti contribuisce a restituirci e conservare un ambiente naturale più ricco.La raccolta differenziata è un grande risparmio di energia. Gettare via qualcosa significa, infatti, gettar via anche l’energia consumata per produrla. Inoltre, produrre oggetti con materiali di recupero richiede meno energia che produrli utilizzando materie prime.

Come fare la raccolta differenziata a scuola

Quanti di noi davanti ad un qualcosa da gettare si sono fermati col dubbio su dove e come differenziare? Noi in classe abbiamo 2 contenitori, uno con la busta nera per :le bustine delle merendine,fazzoletti, carta del panino,etc. Un altro con la busta bianca per:fogli dei quaderni, cartoncini,etc. Nei corridoi abbiamo dei contenitori per la plastica e per l’alluminio.

Carta

Page 34: Web viewQualunque organismo ha bisogno di energia per vivere. L’energia è legata a tutte le attività umane:

SIbicchieri di carta non usati

cartacartonegiornaliscatole e scatoloni

libriquaderni

NObicchieri di carta usati

carta oleata

carta plastificata

fazzoletti usati

Plastica

SIbicchieri di plastica

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bottiglie per bevande

imballaggi (delle merendine)

Alluminio

SIlattine per bevande

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TRASPORTO

Cosa possiamo fare noi per andare a scuola?Utilizziamo i mezzi pubblici o le gambe, prendendo l’abitudine di camminare o andare in bicicletta quotidianamente ci si mantiene in forma. Utilizziamo l’auto solo in casi eccezionali e preferiamo auto a Gpl o a Metano che riducono notevolmente i costi di gestione e i “costi ambientali”. Infatti, se tutti usassimo auto a Gpl e Metano, si avrebbe un generale miglioramento della qualità dell'aria.

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Le risorse energetiche della terraL’energia è la capacità di compiere un lavoro , delle azioni e tutti gli organismi hanno bisogno di energia.La principale fonte primaria dell’energia è il Sole che da solo fornisce più del 90% di tutta l’energia che è disponibile sulla terra.Le altre fonti primarie di energia sono il calore interno della Terra.Dopo la Seconda guerra mondiale è aumentata la richiesta di energia: è iniziata la produzione di energia nucleare e al petrolio e al carbone è stata affiancata un’altra fonte energetica il gas naturale.Negli ultimi decenni i problemi ambientali hanno dato modo di cercare energie alternative come: l’energia solare, eolica, geotermica e delle biomasse.Tutto ciò che produce energia viene chiamato risorsa o fonte energetica.Le risorse energetiche della terra vengono classificate in due gruppi:Risorse non rinnovabiliRisorse rinnovabili LE RISORSE NON RINNOVABILI Le risorse non rinnovabili destinate a esaurirsi sono: il carbone, il petrolio, il gas naturale (che sono detti combustibili fossi) e gli elementi radioattivi da cui si ricava l’energia nucleare.LE RISORSE ENERGETICHE RINNOVABILILe risorse energetiche rinnovabili sono quelle che vengono continuamente rinnovate , esse vengono indicate anche come fonti alternative cioè utilizzate in alternativa alle fonti tradizionali.Le risorse rinnovabili derivano quasi tutte dal Sole:questo produce l’energia solare, che azione il ciclo dell’acqua che produce l’energia idroelettrica;genera il vento, che produce l’energia eolica;consente, grazie alla fotosintesi, la formazione delle molecole organiche, che vanno a costituire le biomasse.L’unica risorsa rinnovabile che non deriva dall’energia solare è il calore interno della Terra, che produce l’energia geotermica.

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Le lampadine

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LAMPADE A INCANDESCENZA

Costituite da un bulbo in vetro dal quale viene tolta l’aria e sostituita con un gas inerte (generalmente argon con piccole quantità di azoto), sono ancora le più comuni nelle nostre case. All'interno, un filamento di tungsteno attraversato dalla corrente elettrica diventa incandescente ed emette luce. Hanno un'efficienza luminosa piuttosto modesta (circa 10-15 lumen/watt) ed una durata

di vita di circa 1.000 ore Forniscono istantaneamente luce e, se spente, si riaccendono immediatamente. Con l’invecchiamento emettono sempre meno luce, pur consumando sempre la stessa

quantità di energia, in quanto il tungsteno evapora dal filamento e si deposita in forma di strato scuro sulla parete interna del bulbo

Il- flusso luminoso può essere graduato con appositi variatori Sono direttamente collegabili alla rete di alimentazione senza l’impiego di reattori o di

starter Emettono luce di tonalità calda e l’indice di resa cromatica (capacità di distinguere

agevolmente i colori) ha il valore massimo: 100. Da ciò il comfort visivo tipico di queste lampade

Sono le più economiche al momento dell’acquisto, ma le più costose quanto a consumi Possono essere smaltite tra i rifiuti indifferenziati.

LAMPADE FLUORESCENTI COMPATTE

Conosciute come “lampade a risparmio di energia” hanno dimensioni e tonalità di luce simili a quelle delle lampade a incandescenza, ma un’efficienza luminosa e una durata di vita notevolmente superiori. Esistono nella versione con reattore integrato e non integrato all’interno della lampada. Il reattore può essere di tipo convenzionale o elettronico che è più efficiente. Hanno un'elevata efficienza luminosa, da 50 a 75lm/W (da 4 a 7 volte più delle

lampade ad incandescenza) Hanno una vita di circa 10.000 ore (10 volte più delle lampade ad incandescenza) ma

accensioni e spegnimenti molto frequenti, con intervalli inferiori ai 15 minuti, ne riducono sensibilmente la vita

Sono disponibili in diverse tonalità di luce, e la qualità della luce prodotta è molto buona, con una resa cromatica superiore a 80

Si accendono immediatamente o quasi Sono particolarmente indicate per illuminare ambienti interni ed esterni in caso di un

uso prolungato e senza accensioni e spegnimenti troppo frequenti Il -flusso luminoso non è regolabile

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Vanno smaltite consegnandole agli impianti di raccolta differenziata o ad aziende autorizzate, in quanto contengono piccole quantità di mercurio.

LAMPADE A INCANDESCENZA ALOGENE

Introdotte intorno al 1950 per superare i limiti delle tradizionali lampade a incandescenza (bassa efficienza e breve durata) i limiti iniziali di queste lampade, cioè l’emissione di raggi ultravioletti e l’eccessivo riscaldamento della lampada, sono stati superati: il primo ponendo davanti alla lampada una lastra di vetro e il secondo con la costruzione di speciali lampade, alogene dicroiche, dotate di uno schermo posteriore che riflette solamente la luce visibile lasciando disperdere i raggi infrarossi. Il decadimento del flusso luminoso in funzione delle ore di vita è praticamente

trascurabile e non si ha annerimento del bulbo Emettono luce bianca con un'eccellente resa dei colori E' possibile regolare il -flusso luminoso con un semplice variatore Quelle a bassa tensione hanno bisogno di un trasformatore per funzionare Hanno dimensioni molto ridotte e una notevole varietà di forme e di potenze Sono consigliate dove serve illuminazione localizzata e decorativa, immediata

disponibilità di luce, utilizzo discontinuo e accensioni e spegnimenti frequenti Possono essere smaltite tra i ri-fiuti indifferenziati.

LED (Light Emitting Diodes, ovvero “diodi che emettono luce”)

Impiegati da anni nell’elettronica (nei telecomandi, nei segnalatori di stand-by..), si stanno diffondendo anche nei semafori e nelle luci di posizione e stop delle automobili, nei display di informazione e nell'illuminazione decorativa di piazze, palazzi e monumenti, e in commercio iniziano a trovarsi anche lampade a LED per uso domestico. A parità di luce emessa consentono di risparmiare -fino all’80% di energia elettrica

rispetto a una normale lampada a incandescenza Hanno una durata di vita estremamente lunga, da 50.000 a oltre 100.000 ore Hanno bassi costi di manutenzione, in quanto continuano a funzionare anche nel caso

in cui uno o più elementi si danneggino I più comuni emettono luce rossa, arancio, verde e blu con colori saturi. Dalla loro

combinazione è possibile creare le sfumature di colore volute. La luce bianca si ottiene rivestendo di giallo un LED blu

Ne esistono modelli che possono sostituire direttamente le lampade a incandescenza sugli impianti esistenti, e modelli che funzionano a bassissima tensione, da 12VDC a 48VDC.

Hanno dimensioni drasticamente ridotte che aprono nuovi orizzonti al design

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Non riscaldano e si accendono immediatamente Si possono smaltire tra i ri-fiuti indifferenziati.