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LA SOCIOLOGIA COME PRODUTTRICE DI IMMAGINAZIONE SOCIOLOGICA
L’immaginazione sociologica come disposizione mentale che consente a chi la possiede di fare un certo ordine nell’ambiente sociale che lo circonda; di percepire l’ordito della società e la trama tessuta su questo da uomini e donne che spesso si fanno un’idea falsa della loro posizione; di riconoscere la propria posizione come simile a quella di altre categorie di persone, con le quali condivide problemi e prospettive; distinguere difficoltà personali, circoscritte all’ambiente immediato e in questo affrontabili, da problemi pubblici, che nascono nella più grande organizzazione della società e nel funzionamento delle sue istituzioni. Capacità di connettere questioni private o individuali a problemi pubblici premessa per vivere con consapevolezza e, per quanto possibile, con autodeterminazione.
Charles Wright Mills (1959)
Sequenza intenzionale di atti fornit i di senso che un soggetto individuale ocollett ivo ("attore sociale") compie scegliendo tra varie alternative possibi l i ,sulla base di un progetto concepito in precedenza che può evolversi nel corsodell ‘azione stessa, al f ine di conseguire uno scopo, ovvero di trasformare unostato di cose esistente, in presenza di una data situazione - composta da altr isoggetti capaci di azione e reazioni, da norme e valori , da mezzi e tecnicheoperative e eventualmente uti l izzabil i al lo scopo, da oggetti f isic i - del laquale i l soggetto tiene consciamente conto nella misura in cui dispone a suoriguardo di informazioni e conoscenze. A z i o n e ra z i o n a l - s t r u m e n t a l e ( r a z i o n a l e r i s p e t t o a d u n o s c o p o d e f i n i t o , o r g a n i z z a r e
ra z i o n a l m e n t e i p r o p r i m e z z i p e r c o n s e g u i r l o , i n ra p p o r t o a l l e p o s s i b i l i c o n s e g u e n z e , c a l c o l a n d o c o s t i / b e n e f i c i . È t i p i c a d e l l ' a g i r e e c o n o m i c o ) .
A z i o n e ra z i o n a l e t e l e o l o g i c a ( r a z i o n a l e r i s p e t to a l f i n e - v a l o r e . f o r m a d i a g i r e i n b a s e a i va l o r i c o n d i v i s i r e s t a n d o f e d e l i a l l e i d e e , s e n z a t e n e r e c o n t o d e l l e c o n s e g u e n z e ) .
A z i o n e a f f e t t i va ( a z i o n i d i g i o i a o a f f e t t o , n o n d e t t a t e d a l f i n e o d a i va l o r i , m a d a l l e e m o z i o n i , d a l l ' u m o r e , d a l l ' e s p r e s s i o n e d i u n b i s o g n o i n t e r n o ) .
A z i o n e t ra d i z i o n a l e ( a b i t u d i n i a c q u i s i t e . O b b e d i r e a d e i r i f l e s s i ra d i c a t i d a u n a l u n g a p ra t i c a s e n z a c h i e d e r s i s e e s i s t a n o a l t r e s t ra d e p e r ra g g i u n g e r e l o s t e s s o s c o p o ) .
L . G a l l i n o , vo c e « A z i o n e S o c i a l e » , D i z i o n a r i o d i S o c i o l o g i a , U T E T .
AZIONE SOCIALE(M. WEBER)
2 DEFINIZIONI DI ECONOMIA (K . POLANYI , (1944, LA GRANDE TRASFORMAZIONE)
A) insieme di attività legate all’incontro di scelte individuali per l’impiego di risorse scarse, volte alla massimizzazione dei propri interessi
B) insieme di attività stabilmente intraprese dai membri di una società per produrre, distribuire e scambiare beni e servizi
PRINCIPALI FORME DI TRANSAZIONE ECONOMICA
(ANALISI ISTITUZIONALE DELL’ECONOMIA) K . P O L A NY I ( 1 9 4 4 , LA GRAND E TRAS FO RM AZ IO NE)
Forme di organizzazione
dell’attività economica:
reciprocità: beni e servizi prodotti sulla base di obblighi di solidarietà condivisi con membri famiglia e tribù
redistribuzione : affermazione di un ‘centro’ che stabilisce diritti e doveri in riferimento all ’economia
mercati autoregolati : determinano i prezzi attraverso i l gioco della domanda e dell ’offerta
Forme di scambio:
di doni (comportamento economico dettato da regole condivise)
amministrato (c. e. definito da specifiche regole formali fatte valere dal potere politico)
di mercato (guadagno individuale come incentivo al comportamento economico)
L’AFFERMAZIONE DEI
MERCATI AUTOREGOLATI
Dal 1800 diventano lo strumento primario da cui dipende la
produzione e la distribuzione di beni e servizi nei paesi più
sviluppati. L’ordinamento politico: garantisce dall’esterno
i diritti di proprietà e la libera contrattazione.
l ’Economia come disciplina scientifica
nasce e si sviluppa con l ’emancipazione e autonomizzazione
delle attività economiche dai condizionamenti sociali e politici.
LA ‘SOCIETÀ COMMERCIALE’
DI ADAM SMITH (1723-1790)
a) Classe di lavoratori salariati
b) Classe di capitalisti
c) Classe di proprietari terrieri
Efficienza allocativa del mercato concorrenziale .
La ‘mano invisibile’:
visione ottimistica dell ’economia capitalistica
- a certe condizioni -
la più appropriata per assicurare
benessere ed equità .
GLI EFFETTI SOCIALI DELLA
«SOCIETA’ COMMERCIALE»
Industrializzazione crisi agraria urbanizzazione rottura dei legami di «solidarietà meccanica» estrema povertà e miseria ceti inferiori
Sorgere e consolidarsi nell’800 di organizzazioni della classe operaia (richiesta di diritti sindacali e politici); influenza del socialismo (e del cristiano -socialismo).
LIBERALISMO ideologia che riconosce all’individuo un valore autonomo e tende a limitare l’azione statale in base a una costante distinzione di pubblico e di privato.
LIBERISMO posizione che postula la libertà del mercato, in cui lo Stato si limita a garantire con norme giuridiche la libertà economica e a provvedere soltanto ai bisogni della collettività che non possono essere soddisfatti per iniziativa dei singoli, libertà del commercio internazionale o libero scambio (vs. protezionismo).
LIBERALISMO E LIBERISMO
ideologia che postula una riorganizzazione della società su basi collettivistiche e secondo principi di uguaglianza sostanziale, contrapponendosi alle concezioni individualistiche della vita umana
in senso più stretto: ideologia volta alla creazione di un nuovo ordine politico in grado di eliminare o almeno ridurre le disuguaglianze sociali attraverso una qualche forma di socializzazione dei mezzi di produzione e correttivi applicati al meccanismo di distribuzione delle risorse economiche.
SOCIALISMO
forma di organizzazione socio-economica caratterizzata da:
- proprietà privata dei mezzi di produzione (in senso lato,capitale);
- libertà d'iniziativa economica (libero mercato);
- prevalenza del lavoro dipendente (forza lavoro salariataformalmente libera) organizzato dai proprietari dei mezzi diproduzione (capitalisti) in imprese private che producono beniper il mercato sulla base di un calcolo di redditività del capitaleda investire (aspettative di profitto).
CAPITALISMO
OCCIDENTALE MODERNO
Karl MARX (1867) Il Capitale. Critica dell ’economia politica
Max WEBER (1904-05) L’etica protestante e lo
Spirito del Capitalismo
TEORICI DEL CAPITALISMO
CAPITALISMO & LIBERTA’
WHAT IS CAPITALISM? (USA, 1948):
https://www.youtube.com/watch?v=ah23Mm0XlNk
Stabilità e prosperità economica (espansione commerciale e coloniale);
influenza élite liberale nelle politiche governative;
sviluppo reti sistema fognario, acquedotto, gas (illuminazione stradale e riscaldamento); The Tube (1863);
I’esposizione universale (1851);
LE CONTRADDIZIONI DI LONDRA
NELL’ETA’ VITTORIANA (1837 -1901)
povertà e miseria nei bassifondi cittadini;
lavoro minorile (spazzacamini; fabbriche, miniere) (cfr. C. Dickens);
prostituzione («il grande male sociale»);
nascita cooperative; potere crescente Unioni dei lavoratori.
politiche di intervento statale per rispondere ai nuovi bisogni sociali delle società ad economia capitalista (formazione classe operaia soggetta a difficili condizioni di lavoro e di vita) e così depotenziare le crescenti proteste sindacali.
Ad es. : il II Reich tedesco (1871 -1918) da fine ‘800 adotta un sistema obbligatorio di sicurezza sociale
Si legittima l’idea che i governi possono intervenire nell’economia di mercato
LA NASCITA DELLE POLITICHE SOCIALI
NEI SISTEMI CAPITALISTICI
CARATTERISTICHE DEL
TAYLORISMO-FORDISMO
Modello di organizzazione produttiva prevalente nel sec. XX caratterizzato da:
Struttura verticalmente integrata (diverse fasi produttive integrate nella stessa azienda; gestione burocratica dell ’organizzazione produttiva , mediantegerarchia interna);
Produzione di massa (beni standardizzati prodotti in gran quantità con macchine special izzate; abbassamento costi grazie ai vantaggi offerti dalle economie di scala e le nuove tecnologie);
Organizzazione «scientifica» del lavoro (studio processo produttivo e lavorativo; suddivisione dei compiti nella catena di montaggio; bassa quali f icazione manodopera; separazione tra progettazione ed esecuzione, e tra management e proprietà dell ’ impresa);
Divisione sessuale del lavoro: centralità dell ’operaio massa dequali f icatocome capofamiglia (breadwinner) , ruolo della donna come “casalinga” deditaesclusivamente ai compiti famil iari (caregiver) .
Il modello T della Ford e luminarie in città
Nel 1928 circa il 20% degli americani possedeva un automobile.
THE «ROARING TWENTIES»
Boom senza precedenti dell’economia USA: rapida diffusione dielettricità, radio, telefono, automobili .
Flussi migratori: spostamento della popolazione nelle città earrivo di stranieri alla ricerca di un posto nelle industrie(manifatturiere, chimico-farmaceutiche, automobilistiche).
Aumento di denaro da spendere delle famiglie americane:acquisto beni di consumo; deposito in banca; investimenti inBorsa).
LA CRISI DEL 1929
LA GRANDE DEPRESSIONE
Crisi finanziaria data dal crollo dei titoli azionari alla Borsa di NewYork (cresciuti smisuratamente ma del tutto sganciatidall'economia reale).
Porta alla rovina centinaia di migliaia di cittadini e dà inizio a unagrave crisi economica (aumento disoccupazione, confisca delleabitazioni, diffusione povertà, etc.), che dall'America si propaga intutto il mondo.
NY, 1932, disoccupati e senzatetto In fila per un pasto gratis
Famiglie americane durante la Grande depressione
JOHN MAYNARD KEYNES (1883-1946)
(1926) La fine del laissez faire (effetti negatividell’incertezza sul futuro nella vita economica e sociale maggiore ruolo dello stato nella regolazione delleattività economiche) per consentire l’investimento deirisparmi
(1936) Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse edella moneta (indagine economica si sposta dal microal macro)
KEYNES:
STATO E MERCATO
Per evitare crisi cicliche di sovrapproduzione o sottoconsumo lo STATO deveagire da regolatore complessivo della domanda aggregata nel mercato
Nei periodi di recessione: si serve (temporaneamente) della spesa pubblica peraumentare la domanda di beni anche oltre quanto concesso dalle sue entrate(deficit spending o spesa pubblica in disavanzo)
Circolo virtuoso di sviluppo: spesa pubblica crescita dei profitt i e dei salari espansione della base fiscale produzione di domanda i l bi lancio stataletorna in pareggio .
Nei periodi di crescita : può contenere la spesa pubblica in modo da controllarel ’ inflazione (diversi uti l izzi possibi l i del la spesa pubblica : dall ’acquisto di beniprivati a politiche a favore dell ’occupazione) .
Interventi redistributivi dello stato giusti f icati dal punto di vistasia dell ’equità che dell ’ efficienza.
IL «NEW DEAL» DI F.D. ROOSEVELT
1935: il Social Security Act introduce per la prima volta negli USAl'assistenza sociale e le indennità di disoccupazione, malattia evecchiaia.
Creazione della SEC (Agenzia per il controllo del mercatoazionario).
Salario minimo (minimum wage bill) .
Metà ‘900, nelle democrazie* ad economia di mercato: Stato del «benessere»; Stato sociale, Etat providence
Principali finalità sociali :1. Lotta alla povertà2. Protezione contro i rischi sociali3. Promozione pari opportunità e benessere.
*Democrazia: forma di governo che si basa sulla sovranità popolare e garantisce a ogni cittadino la partecipazione
in piena uguaglianza all’esercizio del potere pubblico.
WELFARE STATE
1. Stato
2. Mercato
3. Società civile (famiglia, associazioni, etc.)
Il concetto di SISTEMA di WELFARE
PRINCIPALI CIRCUITI DI AZIONE
DEL W.S. :
FINALITA’ PREVALENTI AZIONI DI WELFARE
DIRETTE INDIRETTE
Assistenza dei più deboli Sussidi monetari, assistenza sociale, produzione di alloggi a canone sociale
Agevolazioni fiscali per gliindividui e/o le famiglie a basso reddito; Sostegno e regolazione dei servizi di assistenza sociale forniti da enti privati
Protezione contro i rischi sociali Sistemi pensionistici, servizi sanitari e sociali fondamentali, indennità di disoccupazione, invalidità, maternità
Agevolazioni a sistemi pensionistici privatiFinanziamento e regolazione di attori privati che erogano servizi di welfare (ad es., servizi sanitari privati)Agevolazioni fiscali per gli individui e le famiglie
Promozione dell’uguaglianza e delle pari opportunità
Servizi sociali ed educativi Regolazione del mercato del lavoroAgevolazioni fiscali alle imprese per sostenere l’occupazione
PRINCIPALI FINALITA’ & FORME DI INTERVENTO W.S.
(PAVOLINI-RANCI: 21)
W.S. come sistema di solidarietà funzionale alla riduzione delle disuguaglianze sociali e alla protezione contro i rischi sociali . Condivisione dei rischi non più entro cerchie l imitate, ma gradualmente estesa fino a coprire l ’ intera popolazione.
Qual è la convenienza dei diversi gruppi sociali a sostenere un sistema nazionale di protezione contro i rischi?Varia a seconda: a) della esposizione ai rischi ; b) del grado di autosuffic ienza nel fronteggiarl i .
I l W.S. , ( inteso come «gioco redistributivo» con vincitori e vinti) , sposta i costi della protezione dai rischi verso le classi più abbienti (dove è minore l ’ incidenza) . Ruolo cruciale del ceto medio, favorevole al W.S. al f ine di ridurre i l proprio grado di incertezza. Redistribuzione dei costi dell ’ insicurezza avvenuta primariamente in senso orizzontale (e non verticale , tra classi) .
Equil ibrio nel gioco variabile nel corso del tempo.Ad es.: i nuovi rischi sociali (precarietà; conciliazione) .
1. L’APPROCCIO DEI RISCHI SOCIALI
Concetto di Welfare capitalism o Welfare keynesiano
Evidenzia un legame biunivoco tra
sviluppo del W.S. sviluppo del capitalismo industriale
Adozione di modelli ispirati alle teorie di J.M. Keynes:
definizione di un nuovo equilibrio tra Stato e Mercato.
Legittimazione di un’azione regolativa dello Stato (attraverso il W.S.) per stabilizzare e regolare l’economia di mercato, sopperendo ai suoi fallimenti (protezione contro i rischi della perdita del lavoro; assicurazione in caso di malattia).
2. L’APPROCCIO STRUTTURALE
Le teorie neomarxiste: lo Stato espleta 2 funzioni fondamentali nei confronti del capitalismo:1) l ’accumulazione (favorita attraverso investimenti pubblici che
riducono il costo della forza lavoro);2) la legittimazione (attraverso la spesa sociale che garantisce un
minimo vitale ai gruppi sociali marginali).Paradosso: benchè il W.S. nasca per mercificare la forza lavoro, finisce per demercificarla . Aumento incontrollato spesa sociale: crisi capitalismo.
Le teorie neoliberiste: il W.S. in quanto sostiene un intervento dello Stato nel Mercato limita fortemente lo sviluppo del capitalismo. L’aumento dei salari industriali per incentivare consumo abbatte la competitività del sistema economico (es. cultura dei diritti acquisiti; delocalizzazione attività produttive); spesa sociale in continuo aumento, indipendentemente dal ciclo economico (ma piuttosto legata al ciclo politico -elettorale).
OBIEZIONI
ALL’ APPROCCIO STRUTTUALE
Evidenzia la relazione tra sviluppo del W.S. ed evoluzione dei regimi democratici.
Conflitto di interessi: tra classi; tra democrazia e mercato.
Evoluzione dei DIRITTI come processo linerare e cumulativo (T.H. Marshall): civili (libertà individuali); politici (partecipazione democratica); sociali (lavoro, istruzione, protezione contro i rischi sociali).
Ruolo della classe operaia organizzata nell’espansione del W.S.
OBIEZIONI: W.S. promosso anche da regimi autoritari o col sostegno di partiti moderati; ottimismo sulle capacità di crescita del sistema economico; non linearità dell’evoluzione storica.
3. L’APPROCCIO DELLE
COALIZIONI DI CLASSE
Prospettiva più ampia sui processi che portano all’affermarsi del W.S. (trasformazione dello stato, della sua struttura, delle sue funzioni, della sua legittimità, del concetto di cittadinanza: élite al potere/burocrazia dei servizi/clientele sociali).
Percorsi differenziati e variabili «nello spazio e nel tempo».
La dipendenza dei percorsi istituzionali ( path dependency) inerzia istituzionale (tendenza all’autoriproduzione degli equilibri esistenti).
Cambiare percorso non è impossibile, ma i costi aumentano col passare del tempo (rinforzo); è inoltre più probabile realizzare il cambiamento per via incrementale e adattiva che radicale.
4. L’APPROCCIO ISTITUZIONALE