Centro PantareiCreated Date: 1/26/2016 12:32:05 PM

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9 AC E non fai mai domande? Sai, se mia mamma mi avesse deno di fare qualcosa di strano o di insolito, avrei cercato di fami dire perché. Robin Beh io ho detto "perché" ma lei ha detto. "Devi venire" Entrambi i genitori a questo punto spesso si mettono a ridere ed esprimono 6nte esclamazioni di indignazione davanti al [esupposto che il bambino non li "assiìla" rnai, e la conversazione di solito conlinua finché ilbamòino mi spiega le ragioni del colloquio, spesso con ùn tono di indulgenza, come se fossi un po' riiardato p€r non averle capite. An€he se le forme di queste convercazioni sono a volte predicibili, o almeno ricadono entro un piccolo numero di scenari, considero questi episodi come un mio impegnarmi in un dibanito con la famiglia sulla cultum dominante: vale a dire il fatto che, gli adulti 'tanno" e "dicono", ma i bambini non hanno dawero bisogno di capire o di mostrare alcuna comprensione. Così, il mio "riiardo mentale" non è inteso come una specie di "trucco" strategico, ma mppresenla la mia convinzione che è neì presupposti fraintesi, relativi ai piccoli elementi e ai dettagli degli scambi comunicativi. come pure ai loro significati, che spesso j bambini vivono un senso "disconnessione". Se il bambioo dawero non riesce a padroneggiare i concetli contenuti nella discussione riferita in precedenza, il che potrebb€ acc.dere in un bambino di meno di 5 anni, allom gli domando se desìdera che io chieda ad un Fatello più grande di "aiutare". Comunque, mi preoccupo di domandare al bambino più piccolo se vuole dirmi se c'è qualcosa che non ha capito o se il fiatèllo pirì grande dìce qualcosa con cu; non è d'accordo. QLresto spesso porta il bambino piir piccolo ad interompere un fratello piir grande con delle correzioni o delle aggiunte pir) lardì nel colloquio (come nel caso di "John e Krisry" più avanti). Se, comunque, il bambino cerca semplicemente di dirottare Ie mie domande a un fratello maggiore o a un genitore. alloB io dico qualcosa come: 'Beh, Io sai, potrei domandare a Dave, e da come lui ha parlato 6noÉ, sono certo che sa[ebbe dirmelo. L'unico problema è che però io non saprò se tu sei vemmenle d'accordo oppure se sei il tipo che cerca sempre di essere d'accordo con i pìù gmndi anche se in rcalta pensi una cosa diversa...perché io credo che tu hai dei pensieri e a volte possono essere diversi da quelli di Dave ldi Mamma. di altri]. Dunque, vedi, è diJlicile per me se devo sapere cosa pensi. Cosa pensi che doweifare?" Se il bambino mi dice, "Chiedi a Dave", di solito Io faccio. Ma quena interazione solitamente spinge il bambino a decidere di esprimeEi. Genitori a rischio Neìle famiglie in cui i bambini hanno vissuto livelli elevati di ansia riguardo la sicurezza dei genitori, spesso unita a bassi lìvelli di sensibilita emoriva e di conlrollo da pane dei genitori. la discussione sugli argomenti emotivi può inizialmente essere vissuta come troppo sconosciuta. Nell'esempio seguente. una giovane rìadre sola è svantaggiata da problemi di immigrazione, classe sociale e malattia mentale. Questo esempio è preso da un brano trascritlo di un videolape di una famiglia che giunse al Progra ma di Trattamento Inrensivo deì Marlborough Family Service nella Family Day Unit (Cooklin, 1986). Sitralta di un programma multifamigliare, con appro€cio sistemico! in cui fino a 9 famiglie alla volta erano presenti per un modulo di due mesi intensivi,4 giomi ìa settimana, e circa 6 ore aì giomo. Erano presentì Sean (6), BiUy (4.5) e la madre Shona (35). insieme con due lemp€uti (AC, maschio e FZ, femmina. che è a capo del programma). Shona che era di or;gine irlandese, non sa dove si trovì il padre dei bambini ed è $ata recentemente ricoverah 3 vohe in un ospedale psichiatrico, e in questo periodo i bambini sono stali ospitali in un istitulo di aflidamento. AC [a Billy] Dunque, Billy, cosa ti è stato spiegalo sul p€rché tu Mamma e Sean s;ete venuti in questo poslo a trovare Frankie? Cosa ti è stato detlo? Billy Non lo so lcon voce piatta, leggermente "piagnucolosr']. AC Ti è stalo detto che era una scuola? Ti è shlo detto che andavi a prendere il te? Tiè stato detto che andavi solo a giocare? Billy A giocare. AC Chi te Io ha detto?

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AC E non fai mai domande? Sai, se mia mamma mi avesse deno di fare qualcosa di strano o di insolito, avreicercato di fami dire perché.

Robin Beh io ho detto "perché" ma lei ha detto. "Devi venire"

Entrambi i genitori a questo punto spesso si mettono a ridere ed esprimono 6nte esclamazioni di indignazionedavanti al [esupposto che il bambino non li "assiìla" rnai, e la conversazione di solito conlinua finché ilbamòino mispiega le ragioni del colloquio, spesso con ùn tono di indulgenza, come se fossi un po' riiardato p€r non averle capite.

An€he se le forme di queste convercazioni sono a volte predicibili, o almeno ricadono entro un piccolo numero discenari, considero questi episodi come un mio impegnarmi in un dibanito con la famiglia sulla cultum dominante:vale a dire il fatto che, gli adulti 'tanno" e "dicono", ma i bambini non hanno dawero bisogno di capire o di mostrarealcuna comprensione. Così, il mio "riiardo mentale" non è inteso come una specie di "trucco" strategico, mamppresenla la mia convinzione che è neì presupposti fraintesi, relativi ai piccoli elementi e ai dettagli degli scambicomunicativi. come pure ai loro significati, che spesso j bambini vivono un senso dì "disconnessione".

Se il bambioo dawero non riesce a padroneggiare i concetli contenuti nella discussione riferita in precedenza, ilche potrebb€ acc.dere in un bambino di meno di 5 anni, allom gli domando se desìdera che io chieda ad un Fatellopiù grande di "aiutare". Comunque, mi preoccupo di domandare al bambino più piccolo se vuole dirmi se c'è qualcosa

che non ha capito o se il fiatèllo pirì grande dìce qualcosa con cu; non è d'accordo. QLresto spesso porta il bambino piirpiccolo ad interompere un fratello piir grande con delle correzioni o delle aggiunte pir) lardì nel colloquio (come nelcaso di "John e Krisry" più avanti). Se, comunque, il bambino cerca semplicemente di dirottare Ie mie domande a unfratello maggiore o a un genitore. alloB io dico qualcosa come:

'Beh, Io sai, potrei domandare a Dave, e da come lui ha parlato 6noÉ, sono certo chesa[ebbe dirmelo. L'unico problema è che però io non saprò se tu sei vemmenle d'accordooppure se sei il tipo che cerca sempre di essere d'accordo con i pìù gmndi anche se in rcaltapensi una cosa diversa...perché io credo che tu hai dei pensieri e a volte possono essere

diversi da quelli di Dave ldi Mamma. di altri]. Dunque, vedi, è diJlicile per me se devosapere cosa pensi. Cosa pensi che doweifare?"

Se il bambino mi dice, "Chiedi a Dave", di solito Io faccio. Ma quena interazione solitamente spinge il bambino adecidere di esprimeEi.

Genitori a rischio

Neìle famiglie in cui i bambini hanno vissuto livelli elevati di ansia riguardo la sicurezza dei genitori, spesso unita abassi lìvelli di sensibilita emoriva e di conlrollo da pane dei genitori. la discussione sugli argomenti emotivi può

inizialmente essere vissuta come troppo sconosciuta.Nell'esempio seguente. una giovane rìadre sola è svantaggiata da problemi di immigrazione, classe sociale e

malattia mentale. Questo esempio è preso da un brano trascritlo di un videolape di una famiglia che giunse alProgra ma di Trattamento Inrensivo deì Marlborough Family Service nella Family Day Unit (Cooklin, 1986). Sitraltadi un programma multifamigliare, con appro€cio sistemico! in cui fino a 9 famiglie alla volta erano presenti per un

modulo di due mesi intensivi,4 giomi ìa settimana, e circa 6 ore aì giomo. Erano presentì Sean (6), BiUy (4.5) e lamadre Shona (35). insieme con due lemp€uti (AC, maschio e FZ, femmina. che è a capo del programma). Shona che era

di or;gine irlandese, non sa dove si trovì il padre dei bambini ed è $ata recentemente ricoverah 3 vohe in un ospedalepsichiatrico, e in questo periodo i bambini sono stali ospitali in un istitulo di aflidamento.

AC [a Billy] Dunque, Billy, cosa ti è stato spiegalo sul p€rché tu Mamma e Sean s;ete venuti in questo poslo a

trovare Frankie? Cosa ti è stato detlo?

Billy Non lo so lcon voce piatta, leggermente "piagnucolosr'].

AC Ti è stalo detto che era una scuola? Ti è shlo detto che andavi a prendere il te? Tiè stato detto che andavi

solo a giocare?

Billy A giocare.

AC Chi te Io ha detto?

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ln questo caso la convers^zione rapidamente si deteriora quando Billy infine dichiam che quando ha chiesto allamadre perché stessero venendo al centro, lei gli ha sposto, "Smettila di rompere!" Segue poi un momenro diconfusione mentre entrambi i ragazzini ridacchiano, bisticciano € urlano finché AC dice infine alla madre:

AC Va bene. Come vuoìe aflrontare questa cosa?

Shona [tranquiua ma decisa] Seanl

AC Assuma ìl controilo perché..-

Shona Sean! Billy! Sear! vnoi sedeni per favore. U due bambini immediatamente si siedono e si calmano, di buonumore e senza alcun cenno di Paural.

AC Oh, se avessi awto questa auiorita, non ci sarebbe stato nessun problenìa.

FZ No.

AC [a Sean] Seìd'accordo con tuo fratello che è questo ciò che ha detto Ia mamma?

Sean No.

AC Cosapensiche ha detto la mamma?

sean Perché c'è bisogno che la gente vènga qui. [ridacchia nervosamente]

AC Venire qui per che cosa, comunque?

Sean [improwisamente si awicina a AC e lo guarda intensamente] Perché qui giocheremo ed è per contollabìle ibambini.

AC lmodificando, in qualche modo coll una cerla prcsunzionq la lÌase del bambino] Per controllare i bambiiìi!Capisco. E' necessario?

Sean Sì!

AC Perché è necessario?

Sean Perché. Perché c'è bisogno che ì bambini siano bravi in quel...nelle nostre cose.

AC "C'è bisogno", significache tuttihanno bisogno di questo o che lamamma ha bisogno diquesto?

Sean Ne ha bisogno mamma.

AC Capisco. Pensi che ne hanno bisogno anche i bambini?

Sean Sl.

AC Perché i bambini ne hanno bisogno?

Sean Perché pensano che lo vogliono.

AC [riflettendo] Vogliono un po' di controllo?

Sean Sl è così.

AC Allorapensiche lamammapossa averbisogno di un po'diaiuto per tenere i bambinipiir controtlati?

Sean Sì.

AC Cosac'è bisogno di controllare?

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Sean

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Sean

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lcon un forte gridolinol I bambini!

Certo. Ma cosa nei bambini: il baccano che fanno, il loro disordine, quello che fanno, come si vestono, comevanno a letto? Che tipo di cose si dowebbero controllarc?

ll bagno.

Oh, quando si fa il bagno?

Così, jnfine Sean si è differenziato alal comportamento più caotico e oppositivo dei ftat€llo minore, schierandosi conil "bisogno di controllo". Billy nel frattempo è dìventato molto €almo, succhiandosi il pollice, e allo stesso tempofissando intensamente Sean. Shona pure ha osservato e ascoltato attentamente Sean, apparentemente sorÈesa da quelloche sente. Come risultato, Sean viene percepito dalla madre non più'tolo come un problema', ma come un bambinoche sa rifletiere. Paradossalmente, questo sembra aiutarla ad assumere il controllo delle scene caotiche che avvengonodurante il bagno. che nel passato ha portato a ìamentele da parte deivìcinia causa dell'acqrìa che fiìtrava dal somtto-

Genitori "Cotrfl itto-Evitanti"

In un altro esempio, la combinazìone di: classe sociale e cultura della famigl;a, dà origine ad un €onteslo in cui ilcontrollo del comportamento aìmeno in questa seduta non è una faccenda importante. Infatti, è la bambina piccolache affionta la responsabilità di dare un nome al comporrame o distruttivo e pericoloso della sorella maggiore, cosa

che finora è stata evitata dai genìtod, probabilmente a causa della loro preoccupazione di evitare altri tipi di argomenticarichi di conflifto: l'alcolismo del padre, ì'ambìzìone della madre e le sue assenze da casa" unite alla sua paua dì

"perdere completamente" la figlia maggiore. La bambi.a pi€cola è Mary (7 anni); sono presenti anche i fratelììmaggiori John (10) e Alex (13), ìa sorelìa Kìm (17) e i genitori Sarah (39) e Robert (42). Sarah è una dirigente disuccesso in ùna multiruEionale e Robert è un ingegnere cìvìle freeJance. I problemi definiti - ma in mohi aspettì evitati

presentati dalla famiglia, sono il bere di Robert, che lui insiste a definire come un evento ormai sotto controllo daquando Iiequenta gU Alcolisti Anonimi, e il comportamento v;oìento e tossicodipendente di Kim, (di nuovo negato daigenitori come una cosa percepita come problematica, anche se il loro comportamento sugge sce diversamente) che si èunila ino,lre ad una banda di lesbiche ma.coline.

Dopo che il terapeuta ha chiesÌo a Mary cosa le è stato spiegato deìcolìoquio, ìeirisponde:

Mary Beh, oggi aìÌ'inizio non lo sapevo voglio dire ieri sono tomala a casa da scuoìa e Alex ha detto, "Oh,domani andiamo a Londm", dopo che avevo delto che ardavo a casa di una mia amica. E allora ho €ercato

di chìed€re a Papa" ma poi ho dovuto aspetiare clìe finisse al computer.

AC E quando ha finito discrivere, si è voliaio e li ha deato. "Sì, Mary", cosa ti ha detto?

Ha detto €he andavamo a Londra.

A fare cosa? Lo sapevi?

No-..a lrovare un signore.

Oh, a trovare un signore, giusto.

A trovarc un signore che sicbiama counselor fam igliare.

Giusto, € tu hai detlo... Cosa hai detto riguardo questo?

Ho detto, "ohl'

E tu hai detto, "Oh bene", giusto? Oppure hai detto "Perché ci andiamo, dato che vogìio andare a rovarc ìa

mia amica?" ll-'uso di ma domanda a scelta binaria nella sua forma più semplice, invita iì bambino a

scegliere. Comunque, molti bambini rhpondono in modo piir sofisticato oflrendo ìrn'altemativa o

elabomndo ulaerionnente j.

Non sapevo cosa...perché pensavo che stessimo piuttosto bene come famiglia.

ciusto. Altora cosagli haidetto riguardo questa cosa?

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Mary Non lo so. Ho solo detto [risatina] "Oh!" e me ne sono andata di sopra.

AC Ma non gli hai detto, "Ma perché andiamo a trovare uno stmno counselor famigliare se stiamo beneinsieme?

L'uso di questo modo molto dettagliato di pone domande su un evento specifico, che può mppresentare una

caricatura di qualche aspetto di certe specifiche reìazioni famigliari, ha l'obiettivo di l) impegnare Ia bambina nelladiscussione, incomiciando Ie domande in un modo a cui sia piÙr semplice rispondere; e 2) condune la discùssione in un

modo che inviti Ia bambina a fare delle con€zionie a sviluppate un dibattito.

Mary Non mi ricordo se l'ho fatto o nq ma penso che non I'avrei fatto.

AC E nod hai detto, "Voglio andare invece dalla mia amica"?

Mary No. Ho detto solo, "Perché dobbiamo andare a Ìrovare un counselor àmigliarc?"

AC [intenomp€ndo]. Giusto. E lui cosa ha detlo?

Mary Ha delto "Perché non p€nso che la nostra famiglia stia andando troppo bene. Così penso che dowemmoandare a sentire un counselor famigliare"

AC Oh, caphco, e allom tu cosa h.i detlo?

Mary Ho detto "Oh" e me ne sono andata.

AC Non gli hai detto che non eri d'accordo?

Mary No.

AC Capisco. Te ne sei andata e basla?

Mary Mhmmmmm lsorride e annuisce].

AC Beh, s€ gli avessi deno quello che pensavi, che cosa gli avresti detlo?

AC Avrei...a!rci detto, "Perché abbiamo bisogno di un counseìor famigliare quando la nostra famiglia va b€ne"

AC Ciusto. Ma pensi che lui sarebbe stato d'accordo con te, o credi che avrebbe dìscusso con te?

Mary [con una risatina o un tremore semi esasperalo nella voce] Penso che avrebbe discusso,

AC Dawero? Cosa credì che avrebbe detto?

N4ary Ummm..non ne sono molto sicura.

AC Ciusto.'Perchétu e papa discutete molto, o perché disolito lui è d'accordo con te?

lulary Di solito. . . paÉ mi chiede di smettere di guardare Ia TV. ..

AC Gìusto.

Mary lcontinuando] . . . e di andare ad apparecchiare la tavola o qualcosa.

AC Giusto. Alloratu dici, "Oh ce(o, papa. sì. Lo faccio subito'.

Mary Dico di nol Gli urlo dietro e gli dico di no perché sono arabbiata.

AC Vedo! Allora pensi che ti ha fatto venire dal counselor famigliare cosl che tu spenga la tele e prepari lalavola? Credi?

Mary No, Perso-..

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No non pensi che sia questo il motivo?

No. Penso...che forse è perché come famìgìianon sliamo moho bene.

[Pausa; poi AC par]a con tono assortol Capisco. Ora qui mi hai messo in una gmnde confusione...perchépensavo che solo un minuto fa avessi detto che p€nsavi che la vostra famigìia stesse bene.

Beh... [risatina] ho cambiato idea.

Oh capisco...è così. Cambi spesso idea?

lrisatinal Sì.

Oh capisco. Beh è molto bello se puoi cambiare idea...Ord, dunque, quando haì cambiato id€a, in che modol'hai cambiata?

Hmmm? [come se non compr€ndesse la domanda].

Hai detto che hai appena cambiato idea. . .

cià.

In che cosa l'hai cambiala? Pensavi che ci fosse qualcosa che ti preoccupava a casa, per esempio?

Ecco, ero preoccupata se i miei ftatelli e mia sorella mi awebbero, come dato fastidio e... o se sarebberostati moho terribili con me...e cose del genere. 0l linguaggio di Mary finora è stato caratterizzato da moìtachiar€zza ed e€onomia espressiva. MenÌre si aÌtiva emotivamente, diventa piir vaga e prolissal

Eri preoccupata che potessero... soìo perché sono più grandi di te o perché lo hanno fatto dawero?

Umm, beh Kim I'ha fatto. . . a me e a tutti.

Ecco, quando dìci che Kim è stata terrìbìÌe, che tipo di cose vuoi dire che fa?

AC

Mary

AC

Mary, a cui si uniscono idue frateììi, poi desc.ive le prepotenze di Kim in un modo €he sembra tirannizzare lafamigìia, e che nessuno, compreso i genitori, è sembralo aver scelto di sfidare, o sia stato in grado dì farlo. In qùestomodo la conversazione dì Mary ha costituito una "differenza". Ha portato il comportamento viol€nto e autodistruaivo diKim ad essere aflrontato dai genitori, che hanno poi abbandonalo il modo eufemistico con cui precedenremenreI'avevano descritta. Anche se sembra probabile che il "dialogo" tra tutti i bambini sia una pane regolare deua cultura diquesta famigìia, il colloquio suggerìsce che ìrn ingaggio persistente e dialettico delle opinionì dj Mary, porta infine aconferire ad esse un significato moìto diverso aìì'inlemo delìa famiglia. Anche se Mary può precedentemente essere

stata considerata "dolce" o "ìnitante" dai ftatelìi e probabilmente anche dai gen,tori - il fatto che infine cambi idea efaccia un'affermazione seria, costringe infine i genitori a prendere sul serio la violenza dì Kim. Qùesto rappresentaallora l'inizio di un cambiamento nella cultura della famiglia in merilo all'affiontare "dkettamente" i probìemi seri. Inprecedenza i genitori hanno assunto un atteggiamento "a distanza" in relazione ai vari aspeiti del comportamento diKim per paura di "allontanarla" il che a sua voìta potrebbe essere visto come un evitare le discussioni sull'aìcoììsmo deìpadre o le esigenze di tempo rich;este dal lavorc della moglie.

Voce di un bambino piccolo

Un esemp;o frnale ìlluslra l'impatlo poienzìalmenie potente che può derivare dalìa voce di un bambino piccolo cheviene stimolato sù un argomento emotivo e spaventoso relativo a episodi dì violenza. La famiglia lu inviata dalla clinicaPediatrica a cui John (7 anni) era stato invialo a causa di preoccupazioni relative al suo sviluppo fisico. Duante laclinica, Ia madre Yohito (36 anni, giapponese) aveva alluso ad "aìcune litì" a casa. Il bambino giunse al colloquio con iìpadre George (39 ann;, di famiglia bianca medio borghese di Londra), ìa madre e Ia sorella minore Kirsty, di 2,5 anni.C'emno due terapeuti: AC e SR una esperta psicoterapeuta delì'infanzia, che fomisce consulenze alla ciinica. Anche se

il padre aveva conosciulo di aver picchìato la madre "occasionaìmente", era chiaro che non considerava questi fatti unelemento significativo che necessìtasse di essere preso in considemzione, in relazione agli interessi del bambino. Kirs§/aveva inizialmenle ignorato entmmbi i terapeutì, e non aveva risposlo quando Ie avevano chiesto il nome. John si era

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imp€gnato §ia in discussioni doloros€, che in rmo scherzoso motteggio con AC. Ne era seguita una discussione dialetticagiocosa, ancha sa ancom dolorosa:

AC Cosa è successo?

John Ecco, vede, non riesco a togliermi l'immagine dalla testa.

AC Okay. Riesci a disegnare l'immagine nell6 tua testa? Pùoi fare per me l,immagina così che ora sia nella miatesta?

John Sl.

AC Come puoi farlo?

John lvoce esaspemta o enfstica] E' già nell6 mis testa!

AC Okay. Ma devi metterla nella tua bocc4 menerla in parolq così che allora io possa averla della mia mente,vedi...

John [spavaldo ma sorridente] Ma non voglio ce nessuno l'ascoki - no? [euesto è più tardi seguito da una dolorosadescrizione di ciò che John ha vistoì Riguarda mamma che era sdmiala a letto e poi papa Ia picchiava.

AC Hmmm. Allomcosa fai al riguardo?

Johrl Non posso farc NIENTE!

AC No, è vero, perché s€i troppo piccolo, non è vero?...Non così piccolo come Kirsty...

John Ah Ah...[risatina leggermente forzra]

AC M! sei più piccolo di paÈ molto più piccolo. Hmmm.

John Sì.

AC Allon cosa fai?

John Niente!

AC Resti lì a guardarc? Tinascondi? Te ne vai via con Kirsty? Vai in camera tua?

John No. A volte vado via con Kirsty e poi luna mezza risata] e poi a volte Kinty ide.

Ac Kirsty dde?

John Sì. Dice che mamma ha paura.

[Kirsty (Kirs) ora sta osservando altentamedte SR e interompe Ie riflessioni del reftpeuta con qualcoss che all,inizio èquasi impercettibiìel

Kirs Blum...Telefono...

SR [si china verso Kirsty] Hrùnm?

Kils Telcfona.

SR Telefona?

Kirs Si.

SR Cos4 telefona?

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Kirs ...e Iei...timpercettibilel...e lei telefona.-.e Iimpercettibile]...mamma lo fal

SR Mamma telefona.

Kirs Sì.

lEntrarnbi i genitori si agitano e sorridono in modo induìgente a Kirsty...finché John dice, pure in tono indu]gentel:

John No. Lei dice...vuol dire che...dalo che stiamo discutendo...voleva dire che lei [mamma] chiama lapoìizia e che...

[Segue un momento di confusione. George è vìsibììmente stupìto da quello che ha detto Kirsty, che chiaramente hacambiato il modo in cui precedentemente si parlava delìa violenza. Si rivolge ad AC mentre Kirsty continua a parlarecon sRl

ceorge lvisibilmenae scosso] Ecco non è una cosa che awiene tutte Ie settimane.

AC No, ma è unacosache vorrebbe aversrnesso?

George Sì, owiamente sì...ma...

Kinty aveva osservato attentamente il ftatello ed era diventata pir) attiva nella stanza mentre lo osservavaapparentemente divertksi ad opporsi al terapeuta. Ciò infine l'ha portata a fare il suo piccolo ma significativo annuncio,iì cui jmpafto è stato considerevole. Non solo ha spinto il padre a riconoscere la prop.ia violenza piir apertamente, mainoltre è sembmlo giocare un ruolo nell'incoraggiare la madre ad assumere delle misure efficaci per proteggersi.

ln conclusione ìo scopo di quesio articolo è stato quello di fare da complemento a recentì pubblicazioni che hannostimolato una maggiore attenzione alle convenazioni dei bambini piccoli nelle terapìe famigliari, e quello di oflrir€ unasiruttura altemativa, definìta qui come approccìo dialeftico. L'approccio è basato principaìmente sul dialogo con ibambini, che deliberatamente comprende un slemento, sebbene giocoso, di compelizione.

BIBLIOGRAFIA