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25Mercoledì 9 Aprile 2014M A R K E T I N GL’operatore lancia un’applicazione che ospita nella sim carte di credito, fedeltà, biglietti

Vodafone, il portafoglio è virtualeCon CartaSi e Mastercard per pagare con il telefoninoDI IRENE GREGUOLI VENINI

Vodafone mette il por-tafoglio nello smar-tphone: l’operatore ha infatti lanciato in

Italia Wallet, un’applicazione che permette di ospitare sul proprio dispositivo, nella sim, carte di pagamento, titoli di trasporto pubblico, carte fe-deltà e coupon. La prima car-ta a entrare in questo borsel-lino virtuale è SmartPass Nfc, una ricaricabile realizzata in collaborazione con CartaSi e Mastercard, che consente di pagare avvicinando il telefono ai pos dotati di tecnologia Nfc (Near field communication, connessione di prossimità) e che si basa su una piattafor-ma a cui possono accedere tutti gli emittenti di carte di paga-mento che vogliono abilitare i propri prodotti agli acquisti via cellulare.

Una mossa, questa, che ca-valca quello che sembra essere un trend crescente: se oggi il transato attraverso i paga-menti in mobilità è pari a 1,1 miliardi di euro, in due anni

si prevede che aumenterà del 750% arrivando a totalizzare 8,3 miliardi di euro nel 2016.

Lo scenario in cui si colloca l’attenzione al tema dei paga-menti da parte di Vodafone è definito da «un’evoluzione delle abitudini dei consuma-tori e dalla connessa richiesta dei servizi relativi ai dati che sta diventando sempre più im-portante, sia con la rete mobi-le sia con quella fi ssa», spiega Ferruccio Borsani, direttore generale commerciale di Voda-fone Italia. «La rete permette di sviluppare device, come lo smartphone, per il quale sono stati ampliati sempre più i con-tenuti, le applicazioni e i ser-vizi. In particolare sappiamo che un cliente su 4 che lo usa ha acquistato prodotti o servi-zi, escluse le app, attraverso il dispositivo mobile, che sta di-ventando un elemento centrale anche nel negozio fi sico, dove quasi il 50% dei possessori di smartphone lo utilizza per con-frontare i prezzi e raccogliere informazioni».

Il percorso dell’operatore telefonico in questa direzione

è già stato avviato da tempo, nel 2007 per esempio era stato proposto il servizio M-Pesa che permetteva il trasferimento di denaro via sms, mentre nel 2011 è stata lanciata nella Penisola SmartPass, una carta prepagata Vodafone emessa da CartaSi che si ricarica come un cellulare.

«Ora s iamo pronti a partire in Italia con la tecno-logia Nfc, ovvero i pagamenti usan-do lo smartphone in prossimità, che abbiamo già lan-ciato in altri paesi europei», continua Borsani. «Abbiamo dovuto lavorare per costruire un ecosi-stema, con una piattaforma, sviluppata da Sia (gruppo spe-cializzato nella progettazione e realizzazione di soluzioni di pagamento, ndr.), che mette in comunicazione il sistema

bancario con il mondo degli operatori telefonici; poi è im-portante la diffusione dei pos,

oggi 150mila, che per-mettono di gestire questa tecnologia. Inoltre, secon-do il Politecnico di Milano, gli smartphone Nfc circolanti in Ita-lia sono circa 8 milioni, mentre le carte di pa-gamento con-tactless hanno raggiunto i 6 mi-lioni. Di queste, circa 500 mila sono SmartPass, mentre sono più di 200 mila le sim Nfc Vodafo-ne già attive in Italia».

Vodafone Wal-let, scaricabile

gratuitamente sulla piattafor-ma Android (tra qualche mese anche su Windows, mentre non è previsto per i sistemi di Ap-ple), «è un borsellino digitale che può contenere le varie

carte che le persone tengono solitamente nel portafoglio», racconta Vincenzo Scarla-to, responsabile innovation & consumer services di Vodafone. «Si tratta di un’app tramite cui possiamo accedere alle carte virtualizzate sulla sim. La pri-ma carta che entra in questo portafoglio è SmartPass nella versione Nfc. Questa carta si basa su una piattaforma che consentirà di erogare sui tele-foni anche carte pagamento di altre banche, da quest’estate, ma anche carte fedeltà, coupon e i titoli di viaggio per il tra-sporto pubblico».

Una delle sfi de rimane co-munque la resistenza della popolazione italiana a usare strumenti di pagamento elet-tronici. «L’83% delle transa-zioni nel nostro paese è ancora effettuato in contanti», osserva Gianluca de Cobelli, vice di-rettore generale di CartaSi. «Il nostro sforzo quindi è ampliare la rete degli esercenti con pos a tecnologia contactless, con l’obiettivo di aggiungerne 100 mila durante quest’anno».

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DI GIAN MARCO GIURA

Aprirà uffi cialmente i battenti domani la XIII edizione del Salone dello Studente - Campus Orienta che si tiene a Firen-ze, anche quest’anno presso la Stazione Leopolda.La due giorni (si chiude venerdì 11) pren-derà il via con una conferenza stampa sul tema «Nel cantiere del futuro: il valore di una scelta giusta», dove ci sarà una folta rappresentanza delle istituzioni, a conferma del peso specifi co che la mani-festazione ha ormai consolidato in Italia, essendo il più impor-tante momento dedi-cato all’orientamento post-scolastico e uni-versitario, con le sue nove tappe sul terri-torio nazionale.Tra gli invitati alla conferenza inaugu-rale (condotta da Manuela Donghi di Class TV), che pren-derà il via alle ore 10 nella sala viola, Stefania Giannini (ministro dell’istruzione dell’università e della ricerca), Giovanna Boda (direttore generale reggente uffi cio scolastico regio-nale per la Toscana), Emmanuele Bobbio (assessore scuola, formazione, ricerca, uni-versità Regione Toscana), Andrea Barducci (presidente Provincia di Firenze), Sara Biagiotti (assessore sviluppo econo-mico, turismo, politiche del lavoro, città metropolitana, Comune di Firenze). E inoltre, Nicoletta Maraschio (presidente Accademia della crusca), Sandra Furlanet-to (delegato all’orientamento Università degli Studi di Firenze), Luca Sebastiani (delegato all’orientamento Scuola Supe-riore Sant’Anna - Pisa), Lorenzo Zanni (prorettore alle relazioni con le imprese e

al trasferimento tecnologico Università di Siena), Domenico Ioppolo (chief marketing offi cer Class Editori).«Il salone dello studente è ormai diventato uno degli appuntamenti più importanti per la scuola italiana. L’orientamento rappre-senta infatti il miglior processo per otti-mizzare il percorso scolastico di centinaia di migliaia di studenti e delle loro famiglie, un modo per rendere la scuola italiana più effi ciente, ottimizzando lo sforzo dei ra-gazzi, i sacrifi ci delle famiglie, il lavoro di professori e istituzioni», ha dichiarato Ioppolo. «Il Salone di Firenze, dove sono

attesi circa 15 mila studenti, si inserisce in questo contesto creando un’occasio-ne unica di incon-tro tra istituzioni, studenti e opera-tori, con convegni e dibattiti sui temi dell ’orientamen-to, del futuro della scuola e sul rappor-to tra i giovani e i linguaggi dell’arte». A disposizione dei ra-

gazzi ci sono ben tre sale dedicate all’orien-tamento universitario e professionale, con l’offerta di circa 40 espositori, tra cui il ministero della difesa. Inoltre, due sale per le simulazioni dei test di ammissione alle facoltà a numero chiuso, una sala di servizio per l’orientamento psicologico per gli studenti. È questo un momento molto utile perché per la prima volta, almeno nel-la maggioranza dei casi è la prima volta, i ragazzi hanno la chance di confrontarsi con qualcuno che non fa parte della loro stretta cerchia di relazioni e, quindi in modo obiet-tivo e non coinvolto emotivamente, li può aiutare a individuare il percorso di crescita più affi ne alla loro natura.

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Apre il Salone dello Studente di Firenze

Pacchetti di sigarette senza marchi. Accadrà entro il 2015 in Gran Bretagna: il ministro della sanità, Jane Ellison, è infatti convinta che questa sia la strada per ridurre il fumo e soprattutto per evitare che le nuove generazioni siano attratte dal tabacco. La decisione a livello governativo è presa, anche se il provvedimento dovrà passare al vaglio del parlamento.

In realtà già lo scorso anno il governo aveva deciso di muoversi su questa strada, ma tutto fu poi rimandato non senza forti polemiche, soprattutto dopo che si sep-pe che la società di lobbing di proprietà del consigliere elettorale di David Cameron aveva aiutato l’industria del tabacco a contrastare l’introduzione di una misura simile in Australia.

Per corroborare le sue convinzioni, il ministro ha presentato una ricerca che mostra come togliere i marchi dai pacchetti potrà aiutare a ridurre il numero di fumatori, in misura modesta ma comunque impor-tante, ma ancora di più a rendere meno attrattive le sigarette fra i più piccoli. I pacchetti sono infatti un mezzo pubblicitario notevole, soprattutto nei paesi in cui è vietata la pubblicità diretta come in Uk o Italia, e sono studiati per colpire i diversi target di clienti. A dimostrazione di questo, basti pensare che la Japan Tobacco International ha cercato di fare causa al go-verno australiano (che ha introdotto pacchetti senza riferimenti a marche e produttori ma solo con le avver-tenze sulla salute, nella foto), per essersi impossessata dei suoi manifesti pubblicitari mobili.

Uk, presto via i marchidai pacchetti di sigarette

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L’applicazione Wallet

19Giovedì 10 Aprile 2014

IN CINAIN CINA AAL GALOPPO

IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ

IN EDICOOLA CON

MarketingOggi

Chef progettisti per Kartell, Diesel chiama Seletti. Marimekko si allarga con i caffè

Marchi, sfida all’ultima forchettaPiatti, posate, bar o vassoi: la tavola comunica i brand DI FRANCESCA SOTTILARO

Il desco e i suoi componenti si confermano una leva di comunicazione molto for-te per i marchi di scena

alla settimana del Mobile di Milano, si parli di posate di plastica o di trame di lusso, di legno scandinavo su un vassoio o di un bancone da bar. Diversi brand e non tutti del cosmo del mobile fra gli altri, Kartell, Diesel, Bottega Veneta, fino a Pocelanosa, Iit-tala o Marimekko hanno forgiato le nuove proposte anche in base al palato di un consu-matore che va matto per le trasmissioni culinarie, considera la tavola il vero momento social, o vuole concedersi piccoli sfizi. Molti-plicando così i punti di esposi-zione del marchio.

Per il gruppo presieduto da Claudio Luti, che l’anno scorso ha presentato i com-plementi da bagno Kartell by Laufen, Kartell a tavola è un ritorno nel segno in chia-ve contemporanea. Il marchio già esisteva negli anni 70 con Anna Castelli Ferriri e Franco Raggi di Centrokappa e oggi fa leva sugli chef famosi (Andrea Berton, Carlo Cracco), che per Kartell diventano designer di piatti, bicchieri e posate in policarbonato. Ma a tavola ar-rivano anche le fi rme storiche

dell’azienda come Jean-Marie Massaud, Philippe Starck e Patricia Urquiola.

Il progetto «consente di usci-re dai canali distributivi tradi-zionali a marchio per sondare nuove strade», spiega il presi-dente di Kartell. «Mentre l’ope-razione ha avuto una gestione di oltre due anni: per ogni piat-to come per tutti i progetti di Kartell c’è uno stampo ad hoc e un grande investimento in-dustriale».

Il marchio di moda Diesel, che per il design può contare su diverse partnership (Moro-so per i divani, Foscarini per

le luci, Sca-volini per le cucine) ha fatto un doppio passo: «In pri-mis abbiamo alleggerito il no-stro brand di interni in Diesel Living», spiega Renzo Rosso, fondatore della holding Only the brave. «Poi volevamo es-sere ancora più presenti sulla tavola. Di qui la linea di piatti e complementi con Seletti, un marchio che ci somiglia molto come storia imprenditoriale e che ci permette di allargare il perimetro di Diesel.

Benché la parte lifesty-le «rappresenti per noi una piccola parte del business

del gruppo», aggiunge, «è

una vetrina importantissi-ma». E il sogno dell’impren-ditore di Bassano del Grap-pa è «riunire presto in un megastore Diesel la cucina e gli abiti, i piatti e il lusso», sottolinea a ItaliaOggi.

Forchetta e coltello sono poi diventate una brand extension per il marchio di lusso Botte-ga Veneta (gruppo Kering) che ha presentato per il Salo-ne anche le nuove collezioni di bicchieri da tavola. Anche Ma-rimekko, insegna fi nlandese

di moda, tessuti e og-getti per la tavola ha di recente introdotto le po-sate nelle sue collezioni. Ora per festeggiare i 50 anni del motivo fl oreale Unikko che è icona del marchio si spinge oltre: «Ci saranno diversi pop up Marimekko nel mon-do a partire da questo allestito per il Salone allo spazio Rossana Or-landi», racconta Tiina Alahuhta-Kasko, chief

marketing offi cer di Marimekko, «l’idea è aprire in un se-

condo momento degli Unikko bar all’interno

nei nostri monomarca in location strategiche,

quindi Helsinki, New York, Sidney, Hong Kong e Tok-

yo, riservando così ai clienti una nuova esperien-

za del marchio». Pocelanosa group, un

tempo specializzato solo in piastrelle pensa all’Ora del tè, titolo della collezione in krion disegnata da Massimo Fac-chinetti e Laura Zeni. Infi ne Iittala (gruppo Fiskars) si distingue in senso inverso: da sempre protagonista in tavola con i suoi vetri, a Milano ha presentato nuovi progetti come il vassoio a due piani che serve anche da tavolino, e sta esplo-rando l’area bagno, le luci e i complementi d’arredo.

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Da sinistra le posate Bottega Veneta, la vetrina Kartell a Tavola, e l’area relax

Marimekko a Milano. A destra i piatti Diesel Living by Seletti e un vassoio Iittala

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DI GIAN MARCO GIURA

Sono oltre 15 mila gli studenti attesi alla due giorni del Salone dello Stu-dente - Campus Orienta, che prende il via questa mattina con la confe-renza stampa delle ore 10, presso la sala viola della Stazione Leopolda.Folta la rappresentanza delle isti-tuzioni alla conferenza, il cui tema è «Nel cantiere del futuro: il valore di una scelta giusta», a conferma del peso specifi co che la manifestazione ha ormai consolidato in Italia, essen-do il più importante momento dedi-cato all’orientamento postscolastico e universitario.Tra gli invitati a intervenire, Anto-nio Cutolo (dirigente responsabile dell’Uffi cio orientamento della dire-zione generale per lo studente), Em-manuele Bobbio (assessore scuola,

formazione, ricerca, università Re-gione Toscana), Andrea Barducci (presidente Provincia di Firenze), Sara Biagiotti (assessore sviluppo economico, turismo, politiche del la-voro, città metropolitana, Comune di Firenze). E inoltre, Nicoletta Ma-raschio (presidente Accademia della crusca), Sandra Furlanetto (delega-to all’orientamento Università degli Studi di Firenze), Luca Sebastiani (delegato all’orientamento Scuola Superiore Sant’Anna - Pisa), Loren-zo Zanni (prorettore alle relazioni con le imprese e al trasferimento tecnologico Università di Siena), Domenico Ioppolo (chief marketing offi cer Class Editori, che organizza la manifestazione).A disposizione dei ragazzi ci sono ben tre sale dedicate all’orientamen-to universitario e professionale, con

un’offerta molto articolata di circa 40 espositori, tra cui lo Stato Mag-giore della Difesa. Inoltre, due sale per le simulazioni dei test di ammis-sione alle facoltà a numero chiuso, una sala di servizio per l’orienta-mento psicologico per gli studenti.Tutto quanto è necessario per orien-tarsi in modo consapevole, insomma, è a portata di mano dei ragazzi e del-le loro famiglie, in modo gratuito.«Il Salone dello Studente è ormai diventato uno degli appuntamenti più importanti per la scuola italia-na, con le sue nove tappe che co-prono l’intero territorio nazionale. L’orientamento rappresenta infatti il miglior processo per ottimizzare il percorso scolastico di centinaia di migliaia di studenti e delle loro fami-glie, un modo per rendere la scuola italiana più effi ciente, ottimizzando

lo sforzo dei ragazzi, i sacrifi ci delle famiglie, il lavoro di professori e isti-tuzioni», ha dichiarato Ioppolo. «Il Salone di Firenze, dove sono attesi circa 15 mila studenti, si inserisce in questo contesto creando un’occasio-ne unica di incontro tra istituzioni, studenti e operatori, con convegni e dibattiti sui temi dell’orienta-mento, del futuro della scuola e sul rapporto tra i giovani e i linguaggi dell’arte».La XIII edizione del Salone dello Studente a Firenze è organizzata con il patrocinio della Commissione Europea, di Regione Toscana, della Provincia di Firenze, del Comune di Firenze e con la partecipazione dello Stato Maggiore della Difesa. Sponsor della due giorni fi orentina è Playstation.

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Apre i battenti questa mattina a Firenze il Salone dello Studente

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41Martedì 15 Aprile 2014A Z I E N DA S C U O L AUn pubblico processo sugli studi classici. Berlinguer: cultura anche quella scientifi ca

Il classico rimandato a settembreIl liceo in sei anni ha perso il 50% degli studenti iscritti

DI GIOVANNI BARDI

Liceo classico in crisi di identità. Accusato di scarso senso dell’attua-lità e dell’innovazione,

in sei anni ha perso il 50% degli iscritti; solo il 6% del totale degli studenti di terza media l’ha scelto per anda-re alle superiori il prossimo anno. Ma ha ancora senso parlare di studi classici? Ac-cusa e difesa si sono alternati in un vero processo pubblico celebrato venerdì scorso, nell’ambito nell’aula magna del Liceo Visconti, a Roma: sul banco degli imputati il liceo classico. Tra i giudici della corte, presieduta Luigi Berlinguer, già ministro del-la pubblica istruzione, Gian-ni Maria Flick e Luciano Benadusi. Secondo l’accusa la presunta superiorità degli studi classici nello sfornare eccellenze nello studio è con-futata dal fatto che sono sem-pre gli studenti migliori che vengono orientati a monte al classico dai professori delle medie.

Per la difesa, si tratta in-vece di preservare il valore della gratuità della cultura umanistica. Visioni a confron-to, come quella tra cultura

umanistica e scientifi ca. PerlBerlinguer è tem-po di comprendere che cultura è anche quella scientifica e musicale. La sentenza, alla fi ne del processo, non è stata di condanna. Senza cultura classica e radici classi-che, d’altronde, l’Europa stessa rischia di restare solo una brutta copia de-gli Stati Uniti d’Ameri-ca. Ma nel frattempo le iscrizioni al liceo classico franano come le reliquie di Pompei. Siamo infat-ti una società in crisi di classicità, con uno 0,1% di scritti in meno anche alle scienze umane, l’in-dirizzo con il latino per intenderci, mentre il li-ceo che vola di più è lo scientifi co scienze appli-cate, quello con informa-tica al posto di latino. Ne ha parlato sabato scorso al Giulio Cesare anche Maria Maddalena No-velli, direttore generale dell’usr Lazio, e titolare dell’idea del “processo” come provocazione intellettuale per suscitare la partecipazione del mondo della scuola. Due giornate di intensi lavori sul senso da attribuire al calo di

vocazioni al classico che han-no concluso gli incontri di Classici Dentro (www.clas-sicidentro.it). Al di là di chi forse si aspettava una rispo-sta defi nitiva, Classici Den-

tro ha avuto il merito di dimostrare come il liceo classico sia ancora il liceo dell’eredità più intima dell’occidente e di quanto abbia senso dedicare tempo alla sua ricreazione.

Senza liceo classico avremo sempre meno da ereditare. Anche perché adesso c’è da affrontare il piano del futuro, con il dibatti-to sempre più acceso sull’abbreviazione di un anno degli studi delle superiori e l’al-lungamento dell’obbli-go a 18 anni, sulla vo-cazionalità degli studi anche liceali. Come si collocherà il clas-sico rispetto a tutto questo? Resta il nodo dell’orientamento e de-gli snodi tra i cicli, ma soprattutto la questio-ne del biennio, dopo la riforma dell’obbligo del 2007, che doveva includere tutti sul pia-

no delle competenze scandite dagli assi culturali, per poi specializzare ciascuno se-condo le proprie vocazioni, abilità e conoscenze.

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Federalismo fiscale, boom di studenti al SudIl federalismo fi scale spopola nelle scuole del Sud. Tanto da far prorogare al 30 aprile il termine del concorso “Incontro al Federalismo Fiscale” promosso dal Miur e dal ministero dell’economica e delle fi nanza nelle scuole del primo ciclo delle regioni dell’obiettivo convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). I due dicasteri intendono così «sensibilizza-re le giovani generazioni rispetto ai temi del federalismo fi scale e contribuire a sviluppare il senso di responsabilità civile e sociale connessa all’esercizio della citta-dinanza». In particolare, il concorso «è fi nalizzato – spiega Giovanna Boda della direzione dello studente del Miur - a far maturare la consapevolezza del ruolo e dell’importanza delle imposte come strumento princi-pale di fi nanziamento dei servizi pubblici, con particolare riferimento alle imposte locali e alle modalità di utilizzo delle stesse per il funzionamento dei sevizi forniti dagli enti locali», come scuola, trasporto pubblico, sanità, impianti sportivi, manutenzione stradale e del verde pubblico, centri di assistenza per anziani. Ogni studente raffi gurerà la correlazione tra pagamento delle tasse e loro uso per il funzionamento dei servizi pubblici, ciascuno con il proprio stile: dal collage al fumetto, dal mosaico al disegno, fi no alla fotografi a a colori o in bianco e nero e ai fotomontaggi, passando per il cortometraggio, lo spot, il clip musicale. In palio, un tablet per gli studeni e un’aula informatica per la scuola. Info: www.portalefederlaismofi scale.gov.it

Emanuela Micucci© Riproduzione riservata

SCUOLE&AUTONOMIA

DI EMANUELA MICUCCI

«La passione è il driver che i ragazzi dovrebbero seguire per orientare al meglio i propri sforzi verso un avvenire costruttivo». Così Dome-

nico Ioppolo, chief marketing officer di Class Editori, sintetizza la tendenza emersa al XIII Salone dello Studente-Campus Orienta, che la scorsa settimana ha fatto tappa a Firenze. Due giorni in cui 15mila studenti hanno visitato la manifestazione nazionale dedicata all’orienta-mento post-secondario e universi-tario organizzata da Class Editori con il patrocinio della Commissione Europea, di regione Toscana, della provincia e comune di Firenze e con la partecipazione dello Stato Maggiore della Difesa.

Girando per gli stand di oltre 40 espositori, gli studenti si sono informati sulle opportunità for-mative in Italia e all’estero grazie alla presenza di università, accademie, istituti professionali. L’obiettivo è migliorare la relazione tra la do-manda di sapere dei ragazzi e l’offerta degli atenei e di tutti gli altri soggetti coinvolti nella formazione post secondaria. A tutto vantaggio del mercato del lavoro dove potranno arrivare professionisti formati in modo consono. Nume-rosi i servizi gratuiti per gli studenti, come le simulazioni dei test di ammissione alle facoltà a numero chiuso e gli incontri di counseling per l’orientamento psicologico. La scuola, ricorda Giovanna Boda, a capo della direzione per

lo studente del Miur, ha un ruolo centrale nei processi di orientamento da 3 a 19 anni per prevenire e contrastare il disagio giovanile e favorire la piena occupabilità, l’inclusione so-ciale e il dialogo interculturale. É la strada tracciata dalle Linee guide sull’orientamento varate a febbraio dal Miur. E dal dl Istruzio-ne che, come contributo per le spese di orga-nizzazione e programmazione delle attività

di orientamento alle superiori, stanzia 1,6 milioni di euro per il 2013 e 5 milioni per il 2014, che si aggiungono alle risorse previste dai programmi regionali, naziona-li, europei e internazionali utiliz-zate dalle medie. La questione è l’attesa dei fondi a disposizione

delle scuole per programmarne l’offerta for-mativa. «Occorre prevedere», sottolinea il ministro dell’istruzione Stefania Giannini, «stanziamenti certi già all’inizio dell’anno sco-lastico, budget unico e senza vincoli di spesa e fi nalizzati al miglioramento dell’offerta for-mativa. Ho chiesto al governo di reintegrare progressivamente il fondo Mof riportandolo alla capienza del 2011 di 1,5 miliardi». Pros-sima tappa del Salone dello Studente Lamezia Terme a maggio (www.salonedellostudente.it). Per proseguire a ottobre a Torino, novità assoluta nel Nord Ovest, e Bari. A novembre, a Roma il focus sarà sul rapporto giovani e istituzioni. Gran fi nale a dicembre a Pescara e poi Catania, dove si trasformerà in salone del Mediterraneo coinvolgendo scuole e studenti di tutta l’area mediterranea.

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15 MILA RAGAZZI AL SALONE DELLO STUDENTE DI FIRENZE

Orientamento, cresce la richiestaE ora fondi stabili da inizio anno

I progetti possono essere segnalati all’indirizzo: [email protected]

PROGETTO AIRC

Una lezione al cancroCancro, il futuro della ri-cerca comincia in classe con “Airc nelle scuole”, il progetto dell’associazio-ne italiana per la ricerca sul cancro (Airc) rivolto a docenti e studenti di ogni ordine e grado per avvicinare i giovani ala cultura della salute e del benessere, alla scienza e al mondo della ricerca sul cancro. L’obiettivo è costruire una rete di istituti, insegnati e stu-denti che diffondano la conoscenza della malat-tia e rendano così il can-cro sempre più curabile. Per loro l’associazione promuove materiali di-dattici, il concorso «Una metafora per la ricerca» e attività di educational interattive, workshop per i docenti.Info: www.scuola.airc.it

Emanuela Micucci© Riproduzione riservata

19Martedì 15 Aprile 2014M E D I ALa crisi d’ascolti coinvolge i programmi pubblici e quelli privati: colpa di internet

I tg tedeschi perdono audienceHeute (ZDF) corre ai ripari e punta sulle interviste esclusive

da BerlinoROBERTO GIARDINA

Lotta testa a testa fra i te-legiornali: il Tagesschau dell’ARD, il primo pro-gramma pubblico, Heu-

te dello ZDF, il secondo e RTL Aktuell, il più seguito tra i ca-nali privati, sono tutti intorno al 16% del mercato. Ma tutti e tre, negli anni, hanno perduto progressivamente audience. Una crisi dovuta, come per i quotidiani, ai nuovi mezzi di in-formazione. Ci si può informare in ogni momento della giorna-ta, in ogni luogo, via internet, seguendo le notizie sul tablet o sul cellulare. Quando si tor-na a casa e si accende la tv, si sa già tutto o quasi. «Serve un nuovo stile per l’informazione», dichiara Elmar Theveßen, vi-cedirettore dello ZDF.

I telegiornali, dopo le edi-zioni del mattino, vanno in onda alle 13, e poi alle 17, ma ovviamente i più seguiti sono quelli della sera. E Heute è il più svantaggiato perché l’ap-puntamento con il pubblico è alle 19, mentre il concorrente Tagesschau arriva solo alle 20. Per le trasmissioni di approfon-dimento sui temi della giornata

bisogna attendere le 21,45. Ma le abitudini dei tedeschi sono cambiate negli ultimi anni: una volta le famiglie si ritrovavano a cena verso le 18, prima del telegiornale. E i fi lm o le tra-smissioni di intrattenimento sono in programma alle 20,15.

«I tedeschi tornano a casa sempre più tardi», si lamenta

Theveßen, «e ci vengono a man-care i lettori più giovani». Non intende i ragazzini, ma i tele-spettatori tra i 20 e i 40 anni, i più aggiornati, e i più diffi cili da raggiungere.

Al contrario che da noi, i telegiornali tedeschi durano sempre un quarto d’ora. Solo in casi eccezionali, dopo Heu-te o il Tageschau va in onda uno speciale sulla notizia più importante. Lo stile è secco, ci si limita all’informazione es-

senziale, comunicata in modo chiaro, con pochi aggettivi. Ma le notizie del giorno alla sera sono già note alla maggioranza dei telespettatori. Una bella sfi -da per i 90 redattori di Heute.

«Dobbiamo dare più inter-viste in esclusiva», dichiara Theveßen, quelle che gli altri canali d’informazione non han-

no. «Ma non devono essere interviste in ginocchio» aggiun-ge. I politici già adesso appaiono su Heute solo se hanno qualcosa di nuovo da annunciare. E la par condicio non esiste. Servono do-mande scomode, quelle che farebbe

il normale cittadino mentre sta cenando. E dopo le interviste verranno favoriti i commenti, sempre brevi e essenziali. Dal telegiornale non si apprenderà quel che è avvenuto durante la giornata, ma si viene a sapere quel che potrebbe succedere do-mani: in Ucraina, o a casa tua, dalla guerra alle tasse. Una riforma, forse, possibile solo in Germania, dove il giornalista non rischia la carriera per una domanda di troppo.

DI MASSIMO TOSTI

È un’epidemia. Dopo Avanti un altro, anche l’Eredità (Rai Uno, tutti i giorni, ore 18,45) ha cambiato conduttore: Fa-brizio Frizzi è subentrato (per il finale di stagione) a Car-lo Conti, esattamente come qualche giorno prima Gerry Scotti ha preso il posto di Paolo Bonolis. Ma mentre l’av-vicendamento a Canale 5 ha comportato un netto cambio di stile (dal sadico Paolo al pacioccone Gerry), quello sulla rete ammiraglia della Rai è scivolato senza traumi. Per due ra-gioni: la prima risiede nell’impronta tradizionalista del quiz della Rai, contrapposta al caravanserraglio costruito dagli autori di Mediaset; la seconda è nelle caratteristiche del tutto affini di Frizzi e Conti, figli le-gittimi di Pippo Baudo che ha det-tato il manuale del bravo conduttore (politicamente corretto, sorridente, versatile, ma sempre consapevole del proprio ruolo). Il format prese-rale di Rai Uno è tradizionale, con un lotto di concorrenti sottoposti a domande più o meno bizzarre, più o meno culturalmente apatiche, fino a che il vincitore non si sottopone alla ghigliot-tina finale, nella quale un tot di padronanza della lingua aiuta, ma non è determinante riguardo alla somma che è possibile incassare. Avanti un altro è una corrida nella quale la prontezza di riflessi (la battuta pronta) del conduttore è fondamentale per la riuscita dello spettacolo. Fabrizio Frizzi fatica a ottenere dalla Rai il ruolo che meriterebbe. Esodato da Miss Italia (emigrata a La7), negli ultimi anni Fabrizio si è cimentato con i Soliti ignoti, ha duellato con Max Giusti (Attenti a quei due), si è esibito nei panni di Piero Pelù (Tale e quale show), ma non è riuscito a ottenere un pro-gramma tutto suo. È doveroso augurargli che, dopo questa supplenza, ai piani alti della Rai decidano di affidargli un contratto fisso, evitando di ridurlo al ruolo di precario a vita. Il ragazzo è giovane (da moltissimo tempo) e merita fiducia. Promette bene. Si farà.

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DIGITALE EXTRATERRESTRE

L’eredità di Conti e Frizzi

DI GIAN MARCO GIURA

Aumenta a dismisura l’utilizzo degli strumenti che consentono di comuni-care in qualsiasi posto e a qualsiasi ora, «ma la capacità di padroneggiare

la lingua italiana non sta evolvendo di pari passo», dice Nicoletta Maraschio, presidente dell’Accademia della Crusca, a margine del suo intervento all’edizione fiorentina del Sa-lone dello Studente - Campus Orienta.Ciò accade sia a livello generale sia a livello specifico, in contesti determinati come, per esempio, il mondo della comunicazione o quello della politica, in cui il linguaggio do-vrebbe essere lo strumento chiave da padro-neggiare per arrivare al pubblico sortendo gli effetti desiderati.

«A livello generale la causa primaria risie-de nell’educazione scolastica, che non riesce a far comprendere agli studenti quanto il linguaggio sia fondamentale, perché costitu-isce il biglietto da visita di una persona. Se non si capisce che padroneggiare la propria lingua madre nelle diverse sfumature é un plus, che permette di imporre e fare apprez-zare sè stessi nella vita privata e in quella-lavorativa, si rischia di entrare nel mondo universitario e poi di affacciarsi al mercato del lavoro gravati da un forte handicap».

Eppure sarebbe suffi ciente esaminare i requisiti richiesti per la prima assunzione nei campi più svariati per rendersi conto di come l’ottima conoscenza della lingua ita-liana, unita a quella dell’inglese e di almeno un’altra lingua, sia un must.

«Se non si agisce in fretta i ragazzi italiani partiranno svantaggiati dal non saper comu-nicare sé stessi né a parole né per iscritto». Con le diffi coltà che presenta il mercato del lavoro non é accettabile oggi l’indulgenza con cui si creano e compilano c.v. che risultano spesso impresentabili per il modo in cui sono scritti, con un linguaggio più da blog che da documento di presentazione, a scapito di quelli che sono magari dei contenuti validi.

«A questo proposito in Italia siamo ancora indietro, anche a livello professionale, in set-tori quali la comunicazione in cui l’utilizzo consapevole del linguaggio dovrebbe essere un requisito imprescindibile».

Quello che manca, secondo il presidente della Crusca, è la capacità di comunicare i contenuti con un linguaggio che sortisca l’ef-fetto desiderato nel pubblico cui ci si rivolge. Cosa fare per modifi care la situazione?

«L’Accademia svolge il suo ruolo creando occasioni formative per diverse categorie di professionisti. Organizziamo convegni per i magistrati in attività e, da questa settima-na, seminari sulla lingua per i neomagistrati. Svolgiamo l’attività anche con gli insegnati - ma sono solo 150 quelli che frequentano i nostri corsi - e con gli scienziati. Ora ci piacerebbe lavorare di più con i manager e con le fi gure professionali che, in generale, svolgono una funzione dirigenziale».

Affi nché si sviluppi un linguaggio che con-senta una comunicazione effi ciente e faciliti l’attività lavorativa mettendola al riparo da tensioni ed altri elementi di discordia.

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Dopo magistrati, insegnanti e scienziati, l’obiettivo sono i manager

La Crusca guarda con più interesse alle professioni

Fabrizio Frizzi

DI FEDERICO UNNIA

Il ministero per i diritti umani e dell’infanzia brasiliano (Conanda) ha adottato un provvedimento con il quale non sarà più possibile diffondere messaggi pubblicitari per prodotti o servizi destinati ai minori di 12 anni. La decisione qualifi ca come abusiva una comunicazione che violi questo principio, fatta eccezione per le sole campagne educative e di sensibilizzazione su problemi e pericoli. La scelta ha colto di sorpresa molti addetti ai lavori, in quanto il Brasile è uno dei mercati più importanti dal punto di vista commerciale, e arriva alla vigilia dei Campionati del mondo di calcio.«La decisione del Conanda avrà un pericoloso impatto sull’attività delle imprese e degli stessi media e gruppi editoriali brasiliani», spiega a ItaliaOggi Jeffry A. Gre-ebaum, presidente del Global advertising lawyers allian-ce, associazione che raggruppa avvocati internazionali specializzati nel diritto della pubblicità e comunicazione commerciale. «In Europa c’è l’Eu Pledge che ha il favore della Commissione e limita notevolmente l’esposizione dei minori alla pubblicità tv e internet, senza per questo sacrifi care la libertà di fare marketing responsabile, privi-legiando i prodotti che rispettano requisiti ritenuti validi dalla comunità scientifi ca», commenta Giovanna Maggioni, direttore generale Upa (Utenti pubblicità associati). Se-condo Vincenzo Guggino, segretario generale Iap (Istituto di autodisciplina pubblicitaria), «il divieto assoluto non è la strada da seguire nel disciplinare la comunicazione commerciale».

Il Brasile vieta la pubblicità rivolta ai minori di 12 anni