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Lo prevede la boz- za del dlgs sul- la certezza del diritto Cavallaro a pag. 7 La riforma della giustizia - Cuori e portafoglio divisi prima. La legge sul divorzio breve antici- pa effetti personali e patrimoniali Ciccia a pag. 8 Fisco - Iva sull’e-commerce, as- similate le imprese Ue e quelle ex- traUe. Operativo il dlgs sul luogo di prestazione dei servizi Ricca da pag. 9 Verso Unico 2015 - Il credito per i nuovi investimenti debutta nel quadro Ru, ma non va oltre. L’uti- lizzo effettivo slitta al 2016 Villa a pag. 12 Impresa/1 - Il rilancio dell’edili- zia riparte da 5 mila cantieri. Ini- ziativa di Ance, Cna costruzioni, Anaepa, Confartigianato, Aci Ventura a pag. 13 Impresa/2 - Garanzia sul micro- credito senza la preliminare valu- tazione economica-finanziaria. I chiarimenti in vista del via Lenzi a pag. 15 Ambiente - Sistri,la cancellazio- ne è online. Interessate aziende e mezzi di trasporto non obbligati. Le istruzioni del Minambiente Dragani a pag. 19 Spendere meglio- Mutuo-pre- stito: la partita è aperta per i lavori di ristrutturazione in casa. Pro e contro dei due strumenti Di Santo a pag. 35 Affari in Piazza- Bond sulla cresta dell’onda. Cresce l’attenzione sugli high yield, nono- stante i rischi dell’Olio a pag. 36 Documenti - I testi delle sentenze tri- butarie commentate nella Selezione www.italiaoggi.it/docio7 d D d b ne it I N E VIDENZA * * * NELL’INSERTO/2 L a tassazione delle società stranie- re che operano in Italia cambia pelle e si adegua ai principi Ocse. Le stabili organizzazioni dovran- no determinare gli utili e le perdite se- condo le disposizioni domestiche previste per i soggetti Ires, come se fossero entità autonome. Il ruolo determinante sarà gio- cato dalla disciplina del transfer pricing: l’allocazione del reddito dovrà derivare da un’attenta analisi delle funzioni, dei rischi assunti e dei beni impiegati dal soggetto italiano. A tale scopo sarà necessario per la casa madre redigere un apposito rendiconto sulla gestione economica attribuibile alla stabile organizzazione, seguendo i princi- pi contabili vigenti per le imprese italiane aventi le stesse caratteristiche (eccezion fatta per le società estere quotate nell’Ue, che potranno evitare l’applicazione degli Ias/Ifrs se nel proprio paese non sono ob- bligate a farlo). È questa una delle principali novità contenute nello schema di decreto legi- slativo sull’internazionalizzazione delle imprese, approvato in prima lettura dal governo in attuazione della legge delega n. 23/2014. Stroppa a pag. 6 NELL’INSERTO/1 27 Aprile 2015 Selezione di Sentenze tributarie a CURA DELLOSTUDIOFUOCO 1. IMPOSTA SOTTO SOGLIA PENALE, NO RADDOPPIO 2. Dichiarazioni mendaci, prima casa salva 3. Fabbricati rurali senza esenzione 4. Al comune la prova del valore venale 5. Imposta soft sul marchio sui silos 6. Trust con beneficiari, l’imposta è fissa 7. Scudo fiscale, sì somme non corrispondenti I testi integrali delle sentenze sul sito www.italiaoggi.it/docio7 Finanziamenti PMI SCADENZARIO RAGIONATO DELLE OPPORTUNITÀ CONTENUTE NEI BANDI COMUNITARI E REGIONALI Maggio 2015 a cura di CINZIA BOSCHIERO LEGENDA - Grado di anticipazione della notiziarispetto all’uscita in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea espres- so in numero di stelle (5 stelle = massima anticipazione) - Grado di difficoltà nella partecipazione: livello espresso da 1 a 5 (L. 1 ecc.). La valutazione del livello fa riferimento alla tipologia della modulistica (complicata ecc.), ai tempi di attesa (tra l’inoltro e la comunicazio- ne di avvenuto vaglio e approvazione), ai tempi per l’arrivo dei fondi ecc. Per domande o segnalazioni: [email protected] Fondi per progetti di cooperazione, nel settore salute e formazione Ok del consiglio dei ministri al dlgs sull’internazionalizzazione. Stabile organizzazione con reddito a sé Transfer pricing adeguato all’Ocse DI MARINO LONGONI [email protected] M eglio un uovo oggi o una gallina doma- ni? Uno dei modi di dire più ancorati nella tradizione contadina rappresen- ta bene la scelta alla quale si trova- no di fronte milioni di lavoratori dipendenti proprio in questi giorni: chi presenterà do- manda entro il 30 aprile potrebbe (ma non è detto) ricevere il suo tfr già nella busta paga di maggio. La monetizzazione del trattamento di fine rapporto richiede- rà invece tempi più lunghi se l’azienda ha chiesto di compensare l’esborso con un finanziamento assistito da garanzia Inps. In questo caso la domanda presen- tata ad aprile produrrà effetto con tre mesi di ritardo, quindi nella busta paga del mese di agosto. Ma una busta paga più pesante (più o meno il 4% netto in più) ha anche un suo costo, dato da una imposizione fiscale più gravosa e dalla rinuncia a un meccanismo di rivalutazione conveniente applicato ai fondi mantenuti in azienda. Infine va valutato un possibile svantaggio indiretto legato all’au- mento della busta paga, che potrebbe avere ri- percussioni negative in termini di Isee, l’indi- catore della situazione economica equivalente, utilizzato per l’attribuzione di numerosi benefit, dalla mensa scolastica dei figli, all’abbonamen- to ai mezzi di trasporto, dalla retta dell’asilo nido alle tasse universitarie ecc. Ci sono casi nei quali l’aumento dello stipendio dovuto alla quota di tfr verrebbe eroso, tutto o in parte, dalla perdita di alcuni di questi benefit. Se que- ste situazioni vanno valu- tate caso per caso, si posso- no però traccia- re anche regole generali di con- venienza valide per tutti. Dalle simulazioni effettuate, riporta- te a pag. 4 di questo numero di ItaliaOggi Set- te, emerge infatti che fino a uno stipendio lordo di 15 mila euro, corrispondenti a uno stipendio netto mensile di poco superiore a mille euro, lo svantaggio fiscale è praticamente nullo. La pe- nalizzazione sarà invece di 50 euro all’anno per un reddito di 20 mila euro, di 300 euro per un reddito di 35 mila euro e di oltre 550 euro per redditi di 95 mila euro. Questo perché la tassa- zione separata, applicata a chi mantiene il tfr in azienda, applica l’aliquota media degli ulti- mi cinque anni, invece dell’aliquota margina- le applicata sul tfr in busta paga. In molti casi quest’ultimo avrà una penalizzazione ulterio- re, data dalla mancata rivalutazione delle som- me rimaste in azienda. In periodi di inflazione scarsa o nulla, come l’attuale, il meccanismo di calcolo della rivalutazione è infatti particolar- mente vantaggioso (1,5% delle somme più il 75% dell’indice Istat relativo all’inflazione). Tirando le somme, il tfr in busta paga conviene soprattutto all’erario, che in- cassa subito la sua parte e in misura spesso maggiorata. Penalizza invece i lavoratori, ed è quindi probabile che sarà utilizzato solo da chi ha grossi problemi di liquidità. Sempre meglio che andare a chiedere un prestito in banca o da una finanziaria. Per gli al- tri, meglio lasciare i soldi in azienda o impegnarli nella costruzione della previdenza complementare. L’uovo oggi costa troppo caro. © Riproduzione riservata Tfr in busta paga. Conviene ? I redditi fino a 15 mila euro sono penalizzati solo dall’Isee e dalla mancata rivalutazione. Sui redditi più alti ci guadagna soltanto il fisco. Ecco perché • LAVORO: OLTRE 150 OFFERTE QUALIFICATE • con guida «Jobs act» a € 6,00 in più; con «Guida al processo tributario » a € 7,90 in più; con guida «Voluntary disclosure» a € 6,00 in più 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it

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Garanzia giovani, è l op: vale solo 80 mila opportunità

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La rivoluzione dell’energy passa dagli studi legali

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Affari

rivoluzioneLegali

La riforma fi-scale - Volun-tary disclosure senza raddop-pio termini. Lo prevede la boz-za del dlgs sul-la certezza del

diritto Cavallaro a pag. 7

La riforma della giustizia - Cuori e portafoglio divisi prima. La legge sul divorzio breve antici-pa effetti personali e patrimoniali

Ciccia a pag. 8

Fisco - Iva sull’e-commerce, as-similate le imprese Ue e quelle ex-traUe. Operativo il dlgs sul luogo di prestazione dei servizi

Ricca da pag. 9

Verso Unico 2015 - Il credito per i nuovi investimenti debutta nel quadro Ru, ma non va oltre. L’uti-lizzo effettivo slitta al 2016

Villa a pag. 12

Impresa/1 - Il rilancio dell’edili-zia riparte da 5 mila cantieri. Ini-ziativa di Ance, Cna costruzioni, Anaepa, Confartigianato, Aci

Ventura a pag. 13

Impresa/2 - Garanzia sul micro-credito senza la preliminare valu-tazione economica-finanziaria. I chiarimenti in vista del via

Lenzi a pag. 15

Ambiente - Sistri, la cancellazio-ne è online. Interessate aziende e mezzi di trasporto non obbligati. Le istruzioni del Minambiente

Dragani a pag. 19

Spendere meglio- Mutuo-pre-stito: la partita è aperta per i lavori di ristrutturazione in casa. Pro e contro dei due strumenti

Di Santo a pag. 35

Affari in Piazza- Bond sulla cresta dell’onda. Cresce l’attenzione sugli high yield, nono-stante i rischi

dell’Olio a pag. 36

Documenti - I testi delle sentenze tri-butarie commentate nella Selezione

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* * *

NELL’INSERTO/2 La tassazione delle società stranie-re che operano in Italia cambia pelle e si adegua ai principi Ocse. Le stabili organizzazioni dovran-

no determinare gli utili e le perdite se-condo le disposizioni domestiche previste per i soggetti Ires, come se fossero entità autonome. Il ruolo determinante sarà gio-cato dalla disciplina del transfer pricing: l’allocazione del reddito dovrà derivare da un’attenta analisi delle funzioni, dei rischi assunti e dei beni impiegati dal soggetto italiano.

A tale scopo sarà necessario per la casa madre redigere un apposito rendiconto sulla gestione economica attribuibile alla stabile organizzazione, seguendo i princi-pi contabili vigenti per le imprese italiane aventi le stesse caratteristiche (eccezion fatta per le società estere quotate nell’Ue, che potranno evitare l’applicazione degli Ias/Ifrs se nel proprio paese non sono ob-bligate a farlo).

È questa una delle principali novità contenute nello schema di decreto legi-slativo sull’internazionalizzazione delle imprese, approvato in prima lettura dal governo in attuazione della legge delega n. 23/2014.

Stroppa a pag. 6

NELL’INSERTO/1

27 Aprile 2015

Selezione di Sentenze tributarie

a CURA DELLO STUDIO FUOCO

1. IMPOSTA SOTTO SOGLIA PENALE, NO RADDOPPIO

2. Dichiarazioni mendaci, prima casa salva

3. Fabbricati rurali senza esenzione

4. Al comune la prova del valore venale

5. Imposta soft sul marchio sui silos

6. Trust con beneficiari, l’imposta è fissa

7. Scudo fiscale, sì somme non corrispondenti

I testi integrali delle sentenze sul sito www.italiaoggi.it/docio7

Finanziamenti

PMISCADENZARIO RAGIONATO DELLE

OPPORTUNITÀ CONTENUTE NEI BANDI COMUNITARI E REGIONALI

Maggio 2015a cura di CINZIA BOSCHIERO

LEGENDA

- Grado di anticipazione della notizia rispetto all’uscita in Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea espres-

so in numero di stelle (5 stelle = massima anticipazione)

- Grado di difficoltà nella partecipazione: livello espresso da 1 a 5 (L. 1 ecc.). La valutazione del livello

fa riferimento alla tipologia della modulistica (complicata ecc.), ai tempi di attesa (tra l’inoltro e la comunicazio-

ne di avvenuto vaglio e approvazione), ai tempi per l’arrivo dei fondi ecc.

Per domande o segnalazioni: [email protected]

Fondi per progetti di cooperazione, nel settore salute e formazione

Ok del consiglio dei ministri al dlgs sull’internazionalizzazione. Stabile organizzazione con reddito a sé

Transfer pricing adeguato all’Ocse

DI MARINO LONGONI [email protected]

Meglio un uovo oggi o una gallina doma-ni? Uno dei modi di dire più ancorati nella tradizione contadina rappresen-ta bene la scelta alla quale si trova-

no di fronte milioni di lavoratori dipendenti proprio in questi giorni: chi presenterà do-manda entro il 30 aprile potrebbe (ma non è detto) ricevere il suo tfr già nella busta paga di maggio. La monetizzazione del trattamento di fine rapporto richiede-rà invece tempi più lunghi se l’azienda ha chiesto di compensare l’esborso con un finanziamento assistito da garanzia Inps. In questo caso la domanda presen-tata ad aprile produrrà effetto con tre mesi di ritardo, quindi nella busta paga del mese di agosto.

Ma una busta paga più pesante (più o meno il 4% netto in più) ha anche un suo costo, dato da una imposizione fiscale più gravosa e dalla rinuncia a un meccanismo di rivalutazione conveniente applicato ai fondi mantenuti in azienda. Infine va valutato un possibile svantaggio indiretto legato all’au-mento della busta paga, che potrebbe avere ri-percussioni negative in termini di Isee, l’indi-catore della situazione economica equivalente, utilizzato per l’attribuzione di numerosi benefit, dalla mensa scolastica dei figli, all’abbonamen-to ai mezzi di trasporto, dalla retta dell’asilo nido alle tasse universitarie ecc. Ci sono casi nei quali l’aumento dello stipendio

dovuto alla quota di tfr verrebbe eroso, tutto o in parte, dalla perdita di alcuni di questi

benefit. Se que-ste situazioni

vanno valu-tate caso per caso, si posso-no però traccia-re anche r e g o l e generali

di con-venienza

v a l i d e

per tutti. Dalle simulazioni effettuate, riporta-te a pag. 4 di questo numero di ItaliaOggi Set-te, emerge infatti che fino a uno stipendio lordo di 15 mila euro, corrispondenti a uno stipendio netto mensile di poco superiore a mille euro, lo svantaggio fiscale è praticamente nullo. La pe-nalizzazione sarà invece di 50 euro all’anno per un reddito di 20 mila euro, di 300 euro per un reddito di 35 mila euro e di oltre 550 euro per redditi di 95 mila euro. Questo perché la tassa-zione separata, applicata a chi mantiene il tfr in azienda, applica l’aliquota media degli ulti-mi cinque anni, invece dell’aliquota margina-le applicata sul tfr in busta paga. In molti casi quest’ultimo avrà una penalizzazione ulterio-re, data dalla mancata rivalutazione delle som-me rimaste in azienda. In periodi di inflazione scarsa o nulla, come l’attuale, il meccanismo di calcolo della rivalutazione è infatti particolar-mente vantaggioso (1,5% delle somme più il 75%

dell’indice Istat relativo all’inflazione). Tirando le somme, il tfr in busta paga conviene soprattutto all’erario, che in-

cassa subito la sua parte e in misura spesso maggiorata. Penalizza invece i lavoratori, ed è quindi probabile che sarà utilizzato solo da chi ha grossi problemi di liquidità. Sempre meglio che andare a chiedere un prestito in banca o da una finanziaria. Per gli al-

tri, meglio lasciare i soldi in azienda o impegnarli nella costruzione della

previdenza complementare. L’uovo oggi costa troppo caro.

© Riproduzione riservata

Tfr in busta paga. Conviene?I redditi fino a 15 mila euro sono penalizzati solo dall’Isee e dalla mancata rivalutazione. Sui redditi più alti ci guadagna soltanto il fisco. Ecco perché

• LAVORO: OLTRE 150 OFFERTE QUALIFICATE • con guida «Jobs act» a € 6,00 in più; con «Guida al processo tributario » a € 7,90 in più; con guida «Voluntary disclosure» a € 6,00 in più

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2 Lunedì 27 Aprile 2015 ITALIAOGGI SETTE PREVIEW

Massimiliano Rossi nominato head of commercial banking di Ing bank Italia

Ing Bank Italia ha nominato Massi-miliano Rossi nuovo head of commer-cial banking e membro del comitato esecutivo della banca. Rossi, in Ing Bank Italia ormai da dieci anni, dal

2 febbraio è a capo delle attività stra-tegiche e ope-rative della d i v i s i o n e commercial b a n k i n g . Dopo aver l a v o r a t o per diver-s i a n n i all’interno della Bers-Banca Eu-ropea per la ricostru-zione e lo

sviluppo, nel 2005 Rossi entra in Ing Bank Italia con il compito di aprire la divisione Real Estate Finance. In questi anni ha costruito e implemen-tato con successo il business del Real Estate Finance della Banca assumen-do nell’ultimo periodo anche la cari-ca di amministratore delegato di Ing Lease Italia.

Andrea Mascolini è il nuovo direttore generale dell’Oice

Il consiglio direttivo dell’Oice ha nominato Andrea Mascolini, già di-rettore dell’ufficio legale e legislativo, direttore generale dell’associazione. Mascolini, nato a Roma il 22 settem-bre 1961, si è laureato con il massi-mo dei voti in diritto amministrativo presso l’università La Sapienza di

Roma ed è abilitato all’esercizio della professione di avvocato. Dopo la laurea ha svolto attività di studio e ricerca col-laborando con centri di ricerca come il Censis, il Cles, l’Isfol e il Cer. Nel 1989 entra in Oice come addetto dell’ufficio legislativo e ne diventa responsabile nel 1990 e poi direttore nel 1996.

Maria Laura Cantarelli a capo della comunicazione di Nexive

Nexive, primo operatore privato del mercato postale in Italia, nomina di Maria Laura Cantarelli quale nuova

public affairs & corporate communica-tion director. Prima di assumere questo nuovo ruolo si occupava già di public affairs in qualità di head of public af-fairs di Nexive. In precedenza ha lavo-rato presso la presidenza del consiglio, gabinetto del ministro per i rapporti con il parlamento, dove è stata anche delegato del ministro nell’Osservatorio per l’analisi dell’impatto della regola-mentazione e nel Ciclope, Comitato per la lotta contro la pedofilia. Inoltre ha lavorato presso il ministero per le politiche europee e commercio interna-zionale.

PROFESSIONI IN MOVIMENTOIOLAVORO

* * *La Garanzia giovani ■ si rivela un flop

A un anno dall’avvio, solo a 80 mila Neet su 530 mila re-gistrati, è stata proposta una delle misure del programma

alle pagg. 44 e 45

L’economia va ■ sulle punte

L’Accademia Teatro alla Scala lancia, in partnership con il Mip una nuova edizione del master in Performing arts management

a pag. 46

Al successo si arriva ■ con l’allenamento

Sempre più diffusa nelle aree professionali aziendali e istituzio-nali la metodologia del coaching per sviluppare le competenze

a pag. 47

Pmi digitalizzate ■ grazie ai giovani

Google e Unioncamere, assie-me a 64 camere di commer-cio, rilanciano le borse di stu-dio per assistere le imprese

a pag. 47

Oltre duecento ■ opportunità di lavoro

Vitaldent cerca 200 figure pro-fessionali. V3 Elettro Impianti seleziona venditori. Turkish ai-rlines fa rotta su Genova

a pag. 48

AFFARI LEGALI

* * *

L’energy si reinventa ■ contro la crisi

Con il venire meno progressivo degli incentivi per il fotovoltai-co, tutto il settore, anche lega-le, si è dovuto reinventare. E ci è riuscito

Dell’Olio alle pagg. II e III

I super consulenti ■ di via XX Settembre

Il ministero dell’economia ha ne-cessità di rivolgersi all’avvocatura d’affari perché si occupi dei com-plessi aspetti legati a privatizza-zioni e bond. Ecco chi sono

Furlò a pag. IV

Per la mediazione ■ un solo requisito

La natura della controversia è sufficiente per l’applicazione del procedimento

Costa a pag. VI

Giudici di pace ■ a tassazione separata

Per gli arretrati si deve ap-plicare l’aliquota media, non quella ordinaria. Lo afferma la Ctr Lombardia

Stroppa a pag. VII

PROFESSIONI IN MOVIMENTOPROFESSIONI IN MOVIMENTO

Il Focus team crisi aziendali di Bep impegnato nella procedura Parma FcLo studio legale Bonelli Erede Pappalardo è stato nominato dai curatori fallimentari Angelo Anedda e Alberto Guiotto consu-lente legale nella procedura fal-limentare del Parma FC. Nell’am-bito della procedura in corso,

Bonelli Erede Pappalardo ha attivato il proprio Focus team Cris i aziendali e in particolare un gruppo di professionisti coordinati dal socio Marco Arato, con la collaborazio-ne dei senior associate Fi-

lippo Chiodini e Livia Cocca, per gli aspetti di diritto fallimentare e civilistici e un team guidato dal socio Marcello Giustiniani con il senior associate Luca De Menech e l’associate Martino Ranieri per gli aspetti di diritto del lavoro sportivo.

Jones Day e White & Case per l’ottava emissionedel Btp ItaliaJones Day e White & Case hanno

assistito i dealers Banca IMI spa e UniCredit spa e i Co-dealers Ic-crea Banca e Method Investment in relazione all’emissione del nuovo Btp Italia a otto anni in-dicizzato all’inflazione italiana (ex Tobacco). Il nuovo titolo è sta-to collocato sul mercato (pari a € 10.762.635.000), attraverso la piat-taforma elettronica MoT di Bor-sa Italiana, in due fasi: la prima fase, dal 13 al 15 aprile, riservata ai risparmiatori individuali, men-tre la se-conda fase, successiva, r i s e r v a t a agli inve-stitori isti-tuzionali. Jones Day ha curato gli aspetti a m m i n i -strativi e la conformità del decreto di emissio-ne al do-cumento di offerta con un team guidato dal partner Piergiorgio Leofreddi e che ha compreso l’of counsel Luca Ferrari e l’associate Carla Calcagnile per gli aspetti fiscali e l’associate Marco Fratti-ni. Il team di White & Case che ha compreso il partner Paola Le-ocani e l’associate Baldassarre Battista, ha prestato assistenza in merito alla divisione del pe-riodo di distribuzione in due fasi

e nella predisposizione della do-cumentazione.

In Italia Allen & Overy nomina un nuovo socio

Allen & Overy ha annunciato la nomina di 22 nuovi soci nel mondo. Le professioniste neo-promosse a partner rappresentano il 40%, por-tando al 17% la quota di partner femminili nello studio a livello glo-bale. Le nomine, effettive a partire dal 1° maggio 2015, riguardano 12 sedi dislocate in 11 paesi e coin-volgono sei aree di practice, con la concentrazione maggiore nel banking e nel corporate. In Italia è stato nominato nuovo socio Pietro Scarfone, già senior associate del dipartimento banking dello Stu-dio, presso l’ufficio di Milano.

Due nuovi soci a Londra per Grimaldi studio legale

Grimaldi studio legale continua la sua crescita, in particolare nell’area Banking & Finance e nella sua sede di Londra. Michael Bray, ex capo del dipertimento di Fi-nance di Clifford Chance e Riccar-do Sallustio socio di Bonelli Erede Pappalardo, entrano in Grimaldi. I nuovi ingressi hanno l’obiettivo di contribuire all’ulteriore conso-lidamento dell’attività di m&a e private equity dello studio.

Gabriele Ventura

Pietro Scarfone

Marco Arato

Massimiliano Rossi

DAGLI STUDI LEGALI

«Come l’universo, la sfortuna è infi nita», recita uno dei dettami della pa-radossale Legge di Murphy, «e tende ad aumentare esponenzialmente con il tempo che passa». Guardarsi (con circospezione) alle spalle presumibilmente non va di moda nel governo di Matteo Renzi, cui luccicano gli occhi dinanzi a una fresca, imprevista (e pregiata) scoperta: dai nostri conti pubblici, è stato annunciato durante i lavori sul Def, il Documento di economia e fi nan-za, è affi orato, infatti, un «tesoretto» da 1,6 miliardi di euro. Graditissima sorpresa per un esecutivo avvezzo al «coup de théâtre» con cui incantare il pubblico (il cittadino), a partire dall’ormai celeberrimo bonus da 80 euro. E subito sommerso dalle richieste e dai suggerimenti, di maggioranza, oppo-sizione, sindacati e associazioni su come spendere il «gruzzolo», frutto dello scostamento di 0,1 punti percentuali tra l’indebitamento programmatico (concordato con l’Europa) e quello tendenziale: c’è chi propone di dare il denaro alle fasce più povere, chi punta nello specifi co sugli esodati, altri preferirebbero investirlo nell’edilizia scolastica o usarlo per ridurre le tasse. Palazzo Chigi non si pronuncia, né commenta le critiche, giunte da più parti, secondo cui quelle risorse, in realtà, sarebbero un bluff o, addirittura, una mossa pre-elettorale. E, allora, torna alla memoria quel che accadde nella XV Legislatura: a coniare il termine «tesoretto» fu il ministro dell’Economia di Romano Prodi, lo scomparso Tommaso Padoa Schioppa, ma le maggiori entrate scovate nel 2007, quando la crisi stava iniziando, non portarono bene all’esecutivo di centrosinistra, caduto pochi mesi dopo. Ma il premier «rot-tamatore» di certo non crede al destino, invenzione, scriveva Ignazio Silone, «della gente fi acca e rassegnata».

MOUSTIQUE

Il tesoretto non porta fortuna

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3Lunedì 27 Aprile 2015LuOPERAZIONE ANTICIPOLe indicazioni dell’Inps e le relative valutazioni sulla quota integrativa di retribuzione

Tfr in busta paga, richieste al via dopo i test di convenienza

Pagine a cura DI DANIELE CIRIOLI

Conto alla rovescia per le prime richieste del Tfr in busta paga. A chi fa domanda entro

la fi ne di aprile, infatti, l’ero-gazione della Quir («quota in-tegrativa di retribuzione», che è appunto la quota maturanda mensile di Tfr che può essere richiesta in busta paga dai lavoratori) scatterà dal mese di maggio. L’erogazione, però, non sarà contestuale a tutti i lavoratori; ai dipendenti delle aziende che decidano di avva-lersi del fi nanziamento assisti-to da garanzia Inps (aziende con meno di 50 dipendenti), infatti, la prima liquidazione è differita di tre mesi. Insomma, in linea di principio, i lavorato-ri che fanno domanda entro il 30 aprile avranno diritto alla Quir per i mesi da maggio 2015 a giugno 2018 con erogazione sui cedolini relativi agli stessi mesi; se dipendenti da aziende che accedono al fi nanziamento garantito avranno comunque diritto alla Quir per i mesi da maggio 2015 a giugno 2018, ma con erogazione posticipata di tre mesi, cioè sui cedolini re-lativi ai mesi da agosto 2015 (Quir maggio 2015) a settem-bre 2018 (Quir giugno 2018).

Sei mesi... La regola del «si-lenzio assenso» (si veda altro pezzo in pagina) produce ef-fetto sei mesi dopo l’assunzio-ne; perciò, i lavoratori hanno esattamente questo tempo (sei mesi) per decidere le sorti del loro Tfr. «Sei mesi», però, è an-che la condizione di anzianità minima di lavoro richiesta ai lavoratori per poter avvalersi della facoltà di ricevere il Tfr in busta paga.

I due adempimenti, per-tanto, almeno in relazione ai lavoratori nuovi assunti sono destinati ad accavallarsi (nel novero di «nuovi assunti» pos-sono essere considerati tutti i lavoratori assunti dal mese di

novembre 2014 in avanti, per i quali il semestre scadrà da aprile 2015 in poi).

Infatti, il lavoratore che vie-ne assunto a tempo indetermi-nato (oppure a termine, per la durata superiore a sei mesi):

a) entro sei mesi, potrà espri-

mere la scelta sul futuro del Tfr: se destinarlo a un fondo pensione o se conservarlo come buonuscita (se non esprime scelta, come detto, fi nisce nel fondo pensione o a FondInps);

b) il giorno dopo la scadenza del primo semestre di occupa-

zione, potrà decidere di riceve-re il Tfr in busta paga.

La seconda scelta (Tfr in bu-sta paga) potrà essere fatta con i seguenti termini estremi:

• dal 3 aprile al 30 aprile 2015, per ricevere 38 mesi di Quir (cioè da maggio 2015 a

giugno 2018); • (ultima possibilità) dal 1°

al 31 maggio 2018, per riceve-re un solo mese di Quir (cioè il mese di giugno 2018).

Va da sé che la scelta fatta nei mesi intermedi (da maggio 2015 ad aprile 2018) ridurrà i mesi di Quir (tra 37 e 2 mesi). Attenzione; la scelta per il Tfr in busta paga è irrevocabile. Una volta fatta, non ammette ripensamenti.

Pochi, maledetti e subito. La monetizzazione del Tfr in busta paga rappresenta, dun-que, la terza opzione sul Tfr che già oggi, come detto, i lavorato-ri dipendenti possono/devono fare entro sei mesi dall’assun-zione. Insomma, oltre a poterlo destinare a un Fondo pensione (per una pensione di scorta) oppure a mantenerlo presso la propria azienda come buo-nuscita, possono decidere di «monetizzarlo» subito, cioè di riceverlo mensilmente in busta paga. L’operazione, introdotta dalla legge Stabilità 2015, do-veva operare per 40 mesi, cioè da marzo 2015 a giugno 2018. Il ritardo della pubblicazione del dpcm n. 29/2015 di attua-zione (si veda ItaliaOggi del 20 marzo), però, ha fatto slittare il tutto di due mesi. Insomma, i mesi di Quir (così si chiama la quota mensile maturanda di Tfr che fi nisce in busta paga) che si possono avere sono mas-simo 38: da maggio 2015 (non prima) a giugno 2018.

La domanda. I lavoratori interessati al Tfr in busta paga devono farne richiesta diret-tamente ai rispettivi datori di lavoro. A tal fi ne è suffi ciente presentare la domanda (com-pilata e fi rmata), redatta sul-la base del modello allegato al dpcm n. 29/2015 e riprodotto in pagina. Il modello è molto sem-plice: vanno indicati i propri dati anagrafi ci, completati del codice fi scale, oltre una serie di dichiarazioni già precompilate da sottoscrivere.

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La normativa sul Tfr è stata aggior-nata il 1° gennaio 2007 (riforma previdenza integrativa, ex dlgs n. 252/2005) con l’introduzione di una novità di stampo teorico concernente la fi nalità: fi no al 31 dicembre 2006 il Tfr era squisitamente una retribu-zione differita; dal 1° gennaio 2007 è stato elevato a «strumento con fi -nalità previdenziale». La previdenza integrativa ha da sempre riconosciu-to un ruolo importante al Tfr quale fonte di fi nanziamento delle pensio-ni integrative, consentendo ai fondi pensione di prevederne a sé la desti-nazione (di una quota o di tutto) in base alla libera scelta del lavoratore.

Ma dal 1° gennaio 2007, ciò che era una possibilità è diventata la regola: il Tfr, di principio (cioè di regola), è conferito alla previdenza integrativa e i lavoratori, volendo, possono solo escludere questo automatismo al fi ne di conservare il Tfr come retribuzio-ne differita (cioè buonuscita). Questa nuova regola della riforma del 2007 è espressa da una formula: il «silenzio assenso». Che è una re-gola che si applica ai lavoratori di-pendenti (settore privato) e prevede che, se il lavoratore non esprime al suo datore di lavoro una preferenza riguardo al Tfr, questo va a fi nire nel Fondo pensione dell’azienda o del

settore ovvero, se mancano questi fondi, a FondInps (che è uno specifi -co Fondo pensione costituito presso l’Inps proprio per raccattare il Tfr dei lavoratori dipendenti di aziende/set-tori privi di propri fondi pensione). I lavoratori hanno a disposizione due modalità per scegliere la destinazio-ne del Tfr: modalità tacita (è il «non scegliere»: tacere); modalità esplicita (è lo scegliere esplicitamente).La modalità tacita realizza appieno la regola del silenzio assenso: il la-voratore se ne sta zitto, senza cioè manifestare alcuna preferenza per iscritto, e il destino del suo Tfr è se-gnato: fi nisce nella previdenza inte-

grativa. Se invece il lavoratore mette per iscritto una sua scelta si realizza la seconda modalità: quella esplicita per cui va utilizzata un’apposita mo-dulistica, il modulo «Tfr2», attraverso cui il lavoratore può esprimere di: a) conservare il Tfr presso il datore di lavoro e incassarlo a fi ne rappor-to (la decisione può essere cambiata successivamente);b) destinare il Tfr alla previdenza complementare, a un Fondo pen-sione (questa scelta è irrevocabile e non c’è possibilità di cambiarla successivamente, se non per desti-nare il Tfr in busta paga con la nuova opportunità).

Il fi ne previdenziale e il silenzio-assenso

novembre 2014 in avanti per mere la scelta sul futuro del zione potrà decidere di riceve

Così la domanda

MODULO PER LA RICHIESTA DI PAGAMENTO MENSILE DELLA QUOTAMATURANDA DEL TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO COME PARTE

INTEGRATIVA DELLA RETRIBUZIONE (Qu.I.R.)(Art. 1, comma 26, legge 23 dicembre 2014, n. 190)

Il/La sottoscritto/a __________________________________________Nato/a a ______________________________________ il __/__/____Codice Fiscale ________________ CHIEDEla liquidazione mensile della quota di TFR maturanda, ivi inclusa la quota eventualmente destinata ad una forma pensionistica complementare, a partire dal mese successivo alla data della presente istanza. A tal i ne:

dichiara di non aver vincolato o ceduto il TFR a garanzia di contratti di • prestito;chiede il pagamento della quota integrativa unitamente alla retribuzione • mensile;dichiara di essere a conoscenza che il pagamento, nel caso in cui il datore • di lavoro acceda al Finanziamento di cui all’art. 1, comma 30, della legge 23 dicembre 2014, n. 190 (Legge di Stabilità 2015), verrà effettuato a partire dal terzo mese successivo a quello di competenza; (da compilare solo se il datore di lavoro ha meno di cinquanta dipendenti e non è tenuto al versamento del contributo che alimenta il fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di i ne rapporto di cui all’articolo 2120 del codice civile costituito ai sensi dell’articolo 1, comma 755, della legge 27 dicembre 2006, n. 296)prende atto che l’informazione relativa alla richiesta di pagamento mensi-• le della quota maturanda del TFR, raccolta attraverso la compilazione del presente modulo, sarà comunicata all’INPS per gli adempimenti di com-petenza di cui all’art. 1, commi da 26 a 33, della legge n. 190/2014.

Data ______________ Firma ________________ Una copia del presente modulo controi rmata dal datore di lavoro ovvero un’attestazione di ricevimento in formato elettronico è rilasciata al lavoratore per ricevuta.

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4 Lunedì 27 Aprile 2015 OPERAZIONE ANTICIPO

Luca, 30 anni, retribuzio-ne lorda di 15 mila euro: il Tfr in busta paga gli costerà circa 20 euro

l’anno, la mancata rivaluta-zione annuale. Paolo, 40 anni, retribuzione lorda di 20 mila euro: il Tfr in busta paga gli costerà circa 70 euro l’anno, la mancata rivalutazione annua-le (circa 20 euro) e la maggio-re Irpef dovuta in busta paga (circa 50 euro). Pietro, 50 anni, retribuzione lorda di 35 mila euro: il Tfr in busta paga gli co-sterà circa 360 euro l’anno, la mancata rivalutazione annua-le (circa 50 euro) e la maggiore Irpef dovuta in busta paga (cir-ca 310 euro). Chi rifl ette se op-tare per la Quir, non deve tra-scurare due aspetti negativi: la rinuncia alla rivalutazione annuale del Tfr e l’eventuale maggior importo di tasse.

Attenti alla doppia pena-lizzazione. Cominciamo dalla rivalutazione annuale del Tfr. La regola prevede che, esclusa la quota che è stata maturata nell’anno, il totale del Tfr che il lavoratore matura e accantona anno dopo anno presso l’azien-da, sia rivalutata annualmente con applicazione di un tasso costituito dall’1,5% (misura fi ssa) più il 75% dell’infl azio-ne. Per fare un esempio, se l’infl azione è del 2% il tasso di rivalutazione è 3%, ossia 1,5% (misura fi ssa) più 1,5% (75% di 2%). Con questa ri-valutazione è garantito (al lavoratore) un rendimento in genere superiore alla perdita del potere d’acquisto fino a quando l’infl azione non supe-ri il 6%. Oggi che l’infl azione gira attorno allo zero, il Tfr ci guadagna «almeno» l’1,5% an-nuo. Oggetto di rivalutazione, poi, sono le singole rivaluta-

zioni annuali; per cui, sul lungo periodo, la perdita economica tende a lievitare. Il secondo aspetto negativo concerne la tassazione. A differenza del Tfr ottenuto come liquidazione sul quale si applica la cosiddetta «tassazione separata», cioè l’ali-quota Irpef media degli ultimi cinque anni di lavoro, la Quir è soggetta alla tassazione ordi-naria, che signifi ca a un’aliquo-ta Irpef progressiva in base al reddito complessivo. Secondo le simulazioni fatte dalla Fon-dazione Studi dei consulenti del lavoro (si veda tabella in pagina), l’operazione è neutra solo per i lavoratori che hanno una retribuzione non superiore a 15 mila euro l’anno. In questo caso, cioè, sia il Tfr che la Quir vengono tassati al 23% che è l’aliquota cosiddetta «margina-le» in base al criterio della tas-sazione ordinaria ed è anche l’aliquota media (ultimi cinque anni) in base al criterio della tassazione separata. In base all’analisi della Fondazione, inoltre, per un lavoratore con una retribuzione lorda di 25 mila euro, il Tfr annuo è pari a 1.727 euro. Incassandolo si è soggetti all’aliquota Irpef del 27%, cui corrisponde un netto di 1.261 euro l’anno, 105 euro in più ogni mese che è la quo-ta Quir, mentre la «perdita» fi scale, rispetto al Tfr soggetto a tassazione separata, è di 50 euro. Salendo negli scaglioni di reddito, le differenze diven-tano sempre più rilevanti. Per esempio, per una retribuzio-ne di 50 mila euro, il Tfr lordo ammonta a 3.454 euro che, a fronte di un’aliquota del 38%, diventano 2.141 al netto delle tasse, 178 di Quir al mese. Le tasse pagate in più sono 307 euro all’anno.

Occhio alla doppia penalizzazione

Anche i sindacati contro. Della scarsa convenienza del Tfr in busta ne sono convinti anche i sindacati. Per esem-pio, la Uil sostiene che fa pa-gare più tasse e può far per-dere diritto a servizi sociali agevolati, detrazioni fi scali e assegni familiari. Dunque chi sceglierà l’opzione avrà effetti penalizzanti. Perché il Tfr in busta paga farà alzare il reddito ai fi ni Isee, con un effetto domino sul sistema agevolato di tasse e tariffe locali (asili nido, mense sco-lastiche, tasse universitarie ecc.). Per esempio con un Isee di 12.500 euro, a Milano, si paga una tariffa degli asili nido di 103 euro mensili, mentre con un Isee di 12.501 euro la tariffa sale a 232 euro mensi-li (con più 129 euro a mese). Sempre per la mensa scolastica, a Roma, il costo con un Isee di 12.500 euro è di 50 euro mensili; e se si supera anche di 1 euro tale soglia, il costo sale a 54 euro mensili (quattro euro in più a mese). Altri esempi. Per l’iscri-zione all’università «La Sapienza», la quota annuale con un Isee di 12 mila euro è di 549 euro l’anno, ma con un Isee di 12.001 la quota sale a 600 euro l’anno. A Bari chi ha un Isee di 10 mila euro non paga la Tasi,

ma se si supera tale soglia d’Isee la Tasi si paga con l’aliquota al 3,3 per mille. A Torino una famiglia che ha un Isee di 12.999 euro paga la tassa rifi uti di 156 euro in media l’anno; con il Tfr in busta paga, superando il reddito di 13 mila euro la tassa sui rifi uti diventa di 202 euro: l’aggravio è di 46 euro. L’opzione per il Tfr in busta paga, mette ancora in luce la Uil, comporterà anche un aggravio di tasse. Per effetto della tassazione ordinaria di tali quote, al posto di quella separata per tutto il Tfr, si avranno delle penalizzazioni di 330 euro in media all’anno, tra maggiore tassazione (50 euro l’anno) e minori sgravi fi scali (280 euro l’anno). Lo

studio della Uil spiega che per un reddito di 23 mila euro (imponibi-le medio lavoratori dipendenti), in busta paga potrebbero scattare 97 euro medi mensili, che salgono a 105 euro per i redditi di 25 mila euro e a 125 euro per i redditi di 35 mila euro, mentre scendono a 76 euro mensili per un reddito da 18 mila euro. Fin qui i benefi ci. Tuttavia, considerando che la Quir comporta l’applicazione dell’aliquota margina-le Irpef (cioè quella corrispondente all’ultimo scaglione in cui si colloca il maggior reddito erogato), si avrà un generalizzato aumento di Irpef da pagare allo Stato. Ciò signifi ca che con un reddito di 18 mila euro

lordi, sul Tfr annuo pari a 957 euro, al posto del 23% si pagherà il 27%; con un reddito di 23 mila euro, su un Tfr annuo di 1.209 euro, si pagherà sempre il 27% anziché il 23,9%; con un reddito di 35 mila euro, su un Tfr annuo pari a 1.806 euro si pagherà il 38% anziché il 25,3%. Infi ne, la Uil evidenzia che la Quir si andrà a cumulare con il reddito dell’anno del lavoratore e, quindi, fi nirà per incidere anche sulla deter-minazione delle detrazioni d’imposta (per familiari a carico, per esempio) oppure per gli assegni familiari. Solo di detrazioni fi scali, un reddito di 23 mila euro ci rimetterà mediamente 280 euro l’anno.

Anche i sindacati sostengono la scarsa convenienza

Il peso fi scale

Tassazione ordinaria(Quir in busta paga)

Tassazione separata(Tfr fi ne lavoro)

Differenza

Retribuzione

annua

Tfr

lordo

Aliquota Tfr

netto

annuo

Tfr

netto

men-

sile

Aliquota Tfr

netto

annuo

All’anno

15.000 1.036 23% 798 66 23,0% 798 020.000 1.381 27% 1.008 84 23,4% 1.058 – 5025.000 1.727 27% 1.261 105 24,1% 1.311 – 5035.000 2.418 38% 1.499 125 25,3% 1.806 – 30750.000 3.454 38% 2.141 178 29,1% 2.448 – 30775.000 5.181 41% 3.057 255 32,4% 3.501 – 44495.000 6.562 43% 3.740 312 34,3% 4.310 – 570

Fonte: elaborazione su dati Fondazione Studi Consulenti del lavoro

Le simulazioni dei sindacati

Reddito lordo

Tfr lordo Tfr con tassazione separata Tfr con tassazione ordinaria

Aliq. Irpef

Irpef Tfr annuo

Quir Aliq. Irpef

Irpef Tfr annuo

Quir

18 mila 1.243 23% 286 957 80 27% 336 907 7623 mila 1.589 2,9% 380 1.209 101 27% 429 1.160 9725 mila 1.727 24,1% 416 1.311 109 27% 466 1.261 10535 mila 2.418 25,3% 612 1.806 151 38% 919 1.499 125

Fonte: elaborazione su dati Uil

Il Tfr è una prestazione cui ha diritto il lavoratore dipendente alla risoluzione del rapporto di lavoro, per qualunque motivo (dimissioni o licenziamento). La disciplina è contenuta nell’art. 2120 del codice civile, che tra l’altro ne fi ssa la misura: per ogni anno di servizio, il Tfr è pari alla retribuzione del-lo stesso anno divisa 13,5 (divisore fi sso da ridurre in proporzione nei casi di rapporti di lavoro inferiori all’anno). Sulla quota annua di Tfr i lavoratori pagano un contributo all’In-ps dello 0,5% della retribuzione (quella su cui è calcolato il Tfr). Semplifi cando, ne deriva

che il Tfr è pari al 6,91% della retribuzione. Infatti (100/13,5 – 0,50) = 6,91%.

La rivalutazione. Esclusa la quota ma-turata nell’anno, il Tfr maturato anno dopo anno è soggetto a rivalutazione annuale al 31/12 di ogni anno. In pratica è incrementa-to con applicazione di un tasso pari all’1,5% (misura fi ssa) più il 75% dell’infl azione. Ciò garantisce ai lavoratori un rendimento supe-riore alla perdita del potere d’acquisto, fi nché l’infl azione non supera il 6%. Con l’infl azione al 2% il tasso di rivalutazione sarà del 3%: 1,5% (misura fi ssa) più 1,5% (il 75% di 2%).

Identikit del Tfr

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5Lunedì 27 Aprile 2015LuOPERAZIONE ANTICIPO

L’impresa alla prima assunzione è esclusa dal fi nanziamento ga-rantito. Secondo l’In-

ps, infatti, l’azienda che avvii l’attività nel 2105, 2016 o 2017 (per ‘avvio attività’ non s’inten-de l’apertura della Partita Iva, ma la prima assunzione), po-trà accedere al fi nanziamento a partire dall’anno successivo (rispettivamente quindi nel 2016, 2017 o 2018) cioè dopo il 31 dicembre dell’anno di av-vio di attività, termine utile a verifi care il superamento o meno della soglia dei 50 ad-detti. In questi casi, pertanto, le aziende dovranno erogare il Tfr in busta paga con risorse proprie.

Lo scippo del Tfr. L’onere della monetizzazione del Tfr, dunque, ricadrà in parte sulle imprese, specie quelle di picco-le dimensioni, cioè con meno di 50 addetti che solo le uniche imprese che possono oggi ri-trovarsi con il Tfr in azienda da usare come fonte di autofi -nanziamento. Infatti, la rifor-ma del 2007 di cui si è detto (si veda altro articolo in altra pagina), oltre a fi ssare l’auto-matismo del trasloco del Tfr verso la previdenza integra-tiva, ha operato uno «scippo» forzoso del Tfr dalle casse delle aziende con più di 49 addetti. Ha stabilito che, ove la scelta del dipendente fosse stata di-versa dal trasferire il Tfr alla previdenza integrativa, quel Tfr non sarebbe dovuto più restare nelle casse aziendali, ma versato a un «Fondo di Te-soreria» presso l’Inps. Pertan-to, oggi, le aziende con più di 49 addetti, a prescindere dalla scelta dei lavoratori, sono sem-pre costrette a liberarsi del Tfr: verso il fondo pensione o verso il Fondo Tesoreria.

Le misure per le imprese. La riforma del 2007, tuttavia, introdusse anche delle contro-misure a favore delle aziende che perdevano, così, l’impor-tante fonte di fi nanziamento. Tali misure, ancora oggi ope-rative, sono chiamate «misure compensative» (compensative, appunto, del benefi cio perso di auto-fi nanziamento del Tfr) e sono tre (si veda tabella).

La legge Stabilità 2015 ha stabilito che tali misure com-pensative vengano riconosciu-te anche alle imprese che, in virtù delle decisioni dei dipen-denti, siano costrette a eroga-re la Quir sulla busta paga. In alternativa (quindi le opzioni non possono «cumularsi»), è possibile ottenere un finan-ziamento agevolato, garantiti dall’Inps, all’interesse pari al tasso di rivalutazione del Tfr, secondo procedure e modalità stabilite nell’Accordo Quadro del 20 marzo 2015 sottoscritto tra ministero dell’economia, ministero del lavoro e Asso-ciazione bancari d’Italia (Abi).

Insomma, l’impresa può de-cidere:

a) di avvalersi del fi nanzia-mento agevolato

oppureb) di usufruire delle misure

compensative, che sono tre:

una deduzione fi scale dal red-dito d’impresa del 6% (4% alle imprese con più di 49 addetti)

del Tfr monetizzato in busta paga; uno sgravio contributivo Inps dello 0,20% (0,40% per i

dirigenti); un secondo sgravio contributivo Inps dello 0,28%.

È escluso, invece, la possibi-

lità di cumulare il benefi cio del fi nanziamento garantito con le misure compensative.

Il fi nanziamento garanti-to. Lo speciale fi nanziamento si rivolge esclusivamente alle piccole aziende, cioè quelle con meno di 50 addetti; il fi ne, ov-viamente, è fornire al datore di lavoro le risorse fi nanziare a erogare la Quir ai propri dipen-denti che ne facciano richiesta. È il datore di lavoro a scegliere la banca e, una volta scelta, si potrà rivolgersi soltanto a essa, anche in caso di successivi in-crementi di fi nanziamento a ragione di nuove richieste di Quir da parte dei dipendenti.

L’Inps, nel dettare le istru-zioni operative, ha precisato che possono accedere al fi nan-ziamento i datori di lavoro che soddisfi no ambedue i seguenti requisiti:

• numero di addetti in-feriore a 50 unità (condi-zione riferita al datore di lavoro nel suo complesso);

• insussistenza dell’obbligo di versamento del Tfr al Fondo Tesoreria.

Con riguardo al primo re-quisito, ai fi ni del calcolo del numero degli addetti, l’Inps ha precisato che si applicano i principi e i criteri adottati ai fi ni dell’individuazione dei sog-getti obbligati al versamento del Tfr al Fondo Tesoreria (cir-colare n. 70/2007). Nel calcolo, si ricorda, rientrano tutte le tipologie di lavoratori subor-dinati e i lavoratori a tempo parziale sono considerati in base al rapporto fra l’orario di lavoro ridotto rispetto a quello contrattuale.

Ciò che è importante, ai fi ni pratici, è il fatto che il requisi-to occupazionale vada calcola-to assumendo a riferimento la media annuale dei lavoratori in forza nell’anno precedente (anno 2014 per l’anno 2015), perché ciò può determinare lo slittamento in avanti, fi no a un anno, della possibilità di acce-dere al finanziamento. Dice l’Inps, infatti, che per i datori che iniziano l’attività nel cor-so del 2015 ovvero degli anni successivi, il calcolo della me-dia dei lavoratori va effettuato con riferimento all’anno civile di inizio attività (per inizio dell’attività è da intendersi il momento in cui l’azienda co-mincia a operare con dipenden-ti che, di norma, individua il mese dal quale decorre l’insor-genza dei relativi obblighi con-tributivi). Conseguentemente, allora, per tali datori di lavoro, l’eventuale ricorso al fi nanzia-mento garantito sarà possibile, a partire dall’anno successivo a quello di avvio dell’attivi-tà (per esempio nel 2016 per chi inizia l’attività, cioè fa le prime assunzioni, nel 2015).Pertanto, qualora durante l’an-no di avvio dell’attività, matu-rando l’anzianità minima di sei mesi richiesta dalla legge, i dipendenti facessero richie-sta di Quir, i datori di lavoro avranno l’obbligo della relativa erogazione in busta paga con risorse proprie.

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Finanziamento non per tutti

una deduzione fiscale dal red- del Tfr monetizzato in busta dirigenti); un secondo sgravio

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Nella sostanza il fi nanziamento consiste di una disponibilità creditizia, offerta dalla banca al datore di lavoro, destina-ta a essere utilizzata mensilmente per la copertura delle erogazioni del Tfr in busta paga (Quir). Praticamente, però, il modo in cui questa disponibilità credi-tizia è resa utilizzabile dalle aziende, lo stabilisce la banca (per esempio con una linea di credito, un fi do, scoperto, ecc.). La condizione «fi nanziaria-patrimoniale» dell’azienda non infl uisce sulla decisio-ne de fi nanziamento; anzi alla banca non compete di verifi care il «merito di credi-to» del datore di lavoro né al momento della stipula del fi nanziamento, né nelle successive fasi di suo utilizzo. L’importo complessivo del fi nanziamento dipende dalle Quir che il datore di lavoro deve erogare ai propri dipendenti. Pertanto l’importo resta stabile per tutta l’intera durata del periodo di fi nanziamento, fi n-tantoché non si verifi chino nuove istanze di liquidazioni di Quir da parte dei dipen-denti oppure un aumento del valore delle Quir liquidate.- L’erogazione. Il fi nanziamento è reso disponibile al datore di lavoro in singole erogazioni mensili, nella misura certifi -cata dall’Inps, a partire dal mese succes-sivo alla data del contratto con la banca e, in ogni caso, non prima del 1° giugno 2015 per avere durata fi no al 30 ottobre 2018 (quattro mesi dopo l’ultimo mese di competenza delle Quir, cioè giugno 2018). Ogni mese, dunque, l’Inps provvederà a inviare alle banche (prescelte dai datori di lavoro) singole certifi cazioni attestanti l’importo totale delle Quir che i datori di lavoro devono erogare ai dipendenti.

- L’estinzione del fi nanziamento. L’ultimo giorno del fi nanziamento è anche quel-lo di scadenza per il rimborso. Infatti, il datore di lavoro è tenuto a rimborsare

in un’unica soluzione alla data del 30 ottobre 2018 l’importo totale del fi nan-ziamento. A tal fi ne, la banca notifi cherà una comunicazione al datore di lavoro in cui sarà specifi cato l’importo complessi-vamente dovuto, comprensivo di capitali e interessi e la data di rimborso. In ta-bella sono indicate i casi di risoluzione del fi nanziamento, previste nell’ipotesi in cui il datore di lavoro sia sottoposto a procedura concorsuale.

- Vietato distrarre i fondi. Il fi nanziamen-to può essere utilizzato esclusivamente per il pagamento delle Quir ai propri di-pendenti. Ed è previsto l’immediata in-terruzione nel caso venga accertato che, invece, sia stato utilizzato anche parzial-mente per fi nalità diverse. In quest’ipote-si, il datore di lavoro è tenuto al rimborso immediato delle somme già fruite e dei relativi interessi, sulla base di una richie-sta della banca.

- Quanto costa il fi nanziamento? Il «prez-zo» del fi nanziamento è commisurato alla rivalutazione del Tfr. In particolare, la banca può applicare un tasso d’interesse «mobile» o «fi sso», comunque vincolato alla misura del tasso di rivalutazione del Tfr. Il tasso d’interesse «mobile», com-prensivo di ogni onere, non può mai ri-sultare superiore al tasso di rivalutazione Tfr a tal fi ne individuato periodicamente dall’Inps. Il tasso d’interesse «fi sso» non può superare l’1,5%, che è parte fi ssa del tasso di rivalutazione del Tfr (stabilita dall’art. 2120 del codice civile). Nella de-terminazione del limiti dei tassi d’interes-se non si tiene conto di: spese notarili e gli oneri fi scali riferiti all’intero rappor-to di fi nanziamento; spese sostenute dal datore di lavoro per acquisire le visure camerali necessarie a ottenere il fi nan-ziamento.

Condizioni stabilite dalle banche

Le misure per le aziende

Aziende con meno di 50 addetti che accedono al Finanziamento garantito

Costo i nanziamento

Tasso d’interesse non superiore al tasso di rivalutazione Tfr

Fondo credito garantito

Contributo 0,2% della retribuzione dei lavoratori optanti per Pir

Sgravio/1 Sconto contributivo Inps dello 0,20% (0,40% per i dirigenti)

Aziende con meno di 50 addetti che NON accedono al Finanziamento garantito

Deduzione i scale

Riduzione dal reddito d’impresa del 6% del Tfr liquidato come Pir

Sgravio/1 Sconto contributivo Inps dello 0,20% (0,40% per i dirigenti)

Sgravio/2 Sconto contributivo Inps dello 0,28%

Aziende con almeno 50 addetti (non hanno accesso al Finanziamento garantito)

Deduzione i scale

Riduzione dal reddito d’impresa del 4% del Tfr liquidato come Pir

Sgravio/1 Sconto contributivo Inps dello 0,20% (0,40% per i dirigenti)

Sgravio/2 Sconto contributivo Inps dello 0,28%

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6 Lunedì 27 Aprile 2015 LA RIFORMA FISCALEIl dlgs sull’internazionalizzazione applica gli orientamenti Ocse sul transfer pricing

Stabile organizzazione a séAnalisi d’obbligo di funzioni, rischi e dotazioni in Italia

Pagina a cura DI VALERIO STROPPA

La tassazione delle so-cietà straniere che operano in Italia cam-bia pelle e si adegua

ai principi Ocse. Le stabili organizzazioni dovranno de-terminare gli utili e le perdite secondo le disposizioni dome-stiche previste per i soggetti Ires, come se fossero entità autonome. Il ruolo determi-nante sarà giocato dalla di-sciplina del transfer pricing: l’allocazione del reddito dovrà derivare da un’attenta analisi delle funzioni, dei rischi as-sunti e dei beni impiegati dal soggetto italiano. A tale sco-po sarà necessario per la casa madre redigere un apposito rendiconto sulla gestione eco-nomica attribuibile alla stabi-le organizzazione, seguendo i principi contabili vigenti per le imprese italiane aventi le stesse caratteristiche (ecce-zion fatta per le società estere quotate nell’Ue, che potranno evitare l’applicazione degli Ias/Ifrs se nel proprio paese non sono obbligate a farlo). È questa una delle princi-pali novità contenute nello schema di decreto legislativo sull’internazionalizzazione delle imprese, approvato in prima lettura dal governo in attuazione della legge delega n. 23/2014 (si veda ItaliaOggi del 22 aprile scorso).

Il provvedimento riscrive interamente gli articoli 151, 152 e 153 del Tuir, abrogando inoltre l’articolo 154. Ciò equi-vale in primis a una riforma delle regole per la determina-zione del reddito derivante da attività esercitate in Italia tramite stabile organizzazio-ne, in linea con le indicazioni e gli orientamenti espressi a livello Ocse. Una disciplina che di fatto è già utilizzata da diversi anni dai verifi catori nella contestazione di stabili organizzazioni occulte a cari-co di gruppi multinazionali, ma che ora trova legittima-zione anche in una normativa che non era più al passo con i tempi. Allo stesso tempo, vengono rivisti i meccanismi per il calcolo del reddito delle società ed enti non residen-ti i cui insediamenti o fl ussi fi nanziari non costituiscono una stabile organizzazione (tipicamente immobili dete-nuto in Italia).

Per queste ultime tipologie di contribuenti, i nuovi ar-ticoli 151 e 153 dispongono la tassazione su base isola-ta, senza compensazioni e secondo le disposizioni del Titolo I del Tuir dei redditi che si considerano prodotti in Italia. Spariscono i riferi-menti ai dividendi incassati e alle plusvalenze realizzate, in quanto inclusi nella categoria dei redditi di capitale e reddi-

ti diversi contemplati dall’ar-ticolo 23 del Testo unico.

Come spiega la relazione illustrativa al dlgs, «si tratta di modifi che che semplifi cano gli adempimenti delle società e degli enti non residenti, che a regime dovranno presenta-re un’unica dichiarazione dei redditi, nella quale indicare, per ciascuna categoria, tutti i redditi prodotti nel territorio dello stato».

Più articolato il discorso relativo alla stabile organiz-zazione. L’esecutivo ha scelto di eliminare le norme che re-alizzano il cosiddetto «princi-pio della forza di attrazione», fi nora contenuto negli articoli 151 e 152 del Tuir, in quanto contrario agli orientamenti Ocse e vietato dalle Conven-zioni contro le doppie imposi-zioni. Le stabili organizzazio-ni in Italia di soggetti esteri dovranno quindi calcolare il reddito applicando le norme ordinariamente previste ai fi ni Ires per le società.

Viene data forza di legge, pertanto, al criterio elabo-rato dall’Ocse secondo cui la stabile organizzazione è una «functionally separate entity», cioè un’impresa indi-pendente, distinta e separata dalla casa madre da cui pro-mana. Una fi nzione giuridica grazie alla quale, sottolinea il Mef, «il reddito attribuibile alla stabile organizzazione, così come l’entità del relativo fondo di dotazione, è quello che scaturisce dall’analisi funzionale e fattuale volta a individuare le funzioni svolte, i rischi assunti e i beni impie-gati secondo un approccio di assoluta centralità in ambito Ocse». Un principio espresso pure nell’articolo 7 del mo-dello di convenzione e nei re-port sull’attribuzione di utili e perdite diffusi nel 2008 e nel 2010 dall’organizzazione parigina. La nuova discipli-na chiarisce che le operazioni infragruppo tra la casa madre e la stabile organizzazione italiana dovranno seguire le regole sul transfer pricing re-cate dall’articolo 110, comma 7 del Tuir. E che il principio di «indipendenza» avrà effet-to anche ai fi ni Irap.

Le modifi che impatteranno sensibilmente nella gestione amministrativa delle impre-se, che nei rapporti con il fi sco italiano dovranno guardare più alla sostanza che non alla forma giuridica. Proprio nell’ottica di fornire maggio-re certezza al contribuente, in linea con la ratio ispiratri-ce dell’intera delega fi scale, l’Agenzia delle entrate dovrà stabilire con provvedimen-to i metodi per quantifi care convenzionalmente il fondo di dotazione (che non sarà quindi determinato su base contabile).

© Riproduzione riservata

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Nessuna rilevanza fiscale per gli uti-li e le perdite conseguite dalle stabi-li organizzazioni all’estero di società italiane. La «branch exemption», già presente in altri paesi Ue quali Olanda e Regno Unito, consentirà alle multi-nazionali residenti di scegliere se far valere o meno i risultati fiscali realiz-zati all’estero.In caso di opzione per l’esenzione, però, non sarà più possibile procedere al calcolo del corrispondente credito d’imposta eventualmente vantato e al suo utilizzo in detrazione dall’Ires dovuta. È un’altra delle novità introdotte dal dlgs sull’internazionalizzazione vara-to in prima lettura dal consiglio dei ministri.Il provvedimento inserisce nel Tuir il nuovo articolo 168-ter. L’opzione per la branch exemption dovrà essere eserci-tata con riferimento a tutte le stabili organizzazioni dell’impresa. Se però queste sono localizzate in paesi fi scal-mente non collaborativi, secondo i nuo-vi elenchi che saranno messi a punto dal Mef, vi saranno due diversi scena-ri: se l’impresa residente sarà in grado di mostrare il possesso delle esimenti richieste dall’articolo 167 del Tuir la branch situata nel paradiso fi scale ri-entrerà nel regime di esenzione; senza esimenti, invece, scatterà la discipli-na sulle Controller foreign companies (Cfc), con tassazione per trasparenza in capo al contribuente italiano. Il legislatore delegato si preoccupa an-che di regolare il periodo transitorio, ossia il passaggio dall’attuale regime di rilevanza fiscale (con riconoscimento del tax credit per le imposte assolte all’estero dalla stabile organizzazione) al regime di esenzione. In particolare, vengono posti dei palet-ti per evitare abusi sull’utilizzo delle perdite acquisite dalla succursale este-ra. Grazie al cosiddetto «recapture» la società italiana dovrà ricalcolare il

reddito della stabile organizzazione nei cinque periodi d’imposta preceden-ti a quello di effetto dell’opzione: se la sommatoria risulta negativa, gli utili futuri realizzati dalla stabile saranno tassati in Italia fino al riassorbimen-to della perdita fiscale (nonostante il regime di esenzione).In tali ipotesi sarà comunque possi-bile per il soggetto residente far va-lere l’eventuale eccedenza di imposta estera in relazione al reddito prodotto dalla branch. I limiti antielusivi riguardano però anche la gestione a regime e non solo il periodo transitorio. Nello specifico, come spiega la relazione governativa al decreto, la norma è tesa a limitare due diverse modalità di aggiramento del «recapture». In un caso l’impresa, che ha scelto di non adottare la branch exemption e ha importato perdite fiscali dalle suc-cursali estere, potrebbe trasferire le medesime stabili organizzazioni ad altre imprese del gruppo (le quali, in previsioni di utili futuri conseguiti dal-le stabili, eserciterà poi l’opzione per l’esenzione). Nel secondo caso si verifica l’inverso: l’impresa cedente ha effettuato l’op-zione e, per evitare il recapture delle perdite, trasferisce la stabile ad altra impresa del gruppo che in seguito de-ciderà per l’esenzione.Onde evitare tali manovre abusive, la norma stabilisce che in simili fattispe-cie l’impresa cedente dovrà indicare nell’atto di trasferimento le perdite acquisite dalle succursali. Le perdite passeranno così alla società acquirente e assumeranno rilevanza in caso di opzione per l’esenzione. Il dlgs specifica che in ogni caso resta applica-bile la disciplina sugli oneri documen-tali del transfer pricing recata dal dl n. 78/2010, che consente la disapplica-zione delle sanzioni in caso di rettifica dei prezzi infragruppo praticati.

Esentabile il reddito della succursale estera

Branch exemption: cos’è e come funzionerà

Le società italiane potranno av-• valersi dell’esenzione degli utili e delle perdite attribuibili a tutte le proprie stabili organizzazioni situate all’estero (rinunciando allo stesso tempo a utilizzare l’eventuale credito d’imposta per i tributi pagati oltre coni ne)

L’opzione è irrevocabile e va • esercitata al momento di costi-tuzione della stabile estera, con effetto dal medesimo periodo d’imposta

Per le stabili organizzazioni già • esistenti, l’opzione va esercitata entro il secondo periodo d’im-posta successivo all’entrata in vigore della disposizione (quindi presumibilmente entro il 2017)

Se le stabili organizzazioni sono • situate in un paese black list, si applicheranno le regole Cfc (ossia la tassazione per traspa-renza in via separata in capo al soggetto italiano), a meno che la controllante non dimostri le esimenti richieste dall’articolo 167 del Tuir (nel qual caso si ap-plicherà la branch exemption)

In caso di esercizio dell’opzione, • il reddito della stabile organizza-zione, seppur esente, va ugual-mente indicato separatamente in dichiarazione dei redditi

La disciplina della branch exem-• ption entrerà in vigore dal 2016

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7Lunedì 27 Aprile 2015

Il principio introdotto dalla bozza del decreto legislativo sulla certezza del diritto

Voluntary, non c’è raddoppioTermini di accertamento ordinari per la collaborazione

Pagina a cura DI VINCENZO JOSÈ

CAVALLARO

Il raddoppio dei termini di accertamento non opererà nell’ambito della procedu-ra di collaborazione volon-

taria. E questo anche se nelle annualità anteriori al 2010 sono state superate le soglie di punibilità per uno dei re-ati tributari previsti dal dlgs 74/2000. Dalla bozza del de-creto legislativo sulla certezza del diritto, arrivano certezze anche per la voluntary disclo-sure relativamente alla non operatività del raddoppio dei termini in caso di reati tribu-tari. Si trattava dell’ultimo tassello mancante nel puzzle normativo in cui la procedura di collaborazione volontaria trova la propria cornice di di-ritto. La bozza approvata dal governo il 21 aprile conferma la linea dell’esecutivo rispetto alla precedente bozza del 24 dicembre. Viene previsto in modo molto chiaro che il rad-doppio dei termini in caso di fatti per i quali scatta l’obbligo di denuncia per uno dei reati tributari non operi qualora la denuncia sia presentata o trasmessa oltre la scadenza ordinaria dei termini ordinari di accertamento.

I termini di accertamento a legislazione vigente sono raddoppiati nei seguenti casi: a) per le violazioni che com-portano l’obbligo di denuncia ai sensi dell’art. 331 cpp per uno dei reati tributari previsti dal dlgs 10 marzo 2000, n. 74; b) nel caso di accertamento basato sulla «presunzione» di cui all’art. 12 del dl n. 78/2009, secondo cui le attività fi nan-ziarie e patrimoniali estere detenute negli Stati o territo-ri a regime fi scale privilegiato in violazione degli obblighi di monitoraggio fi scale, si presu-mono costituite, salva la pro-va contraria, mediante redditi sottratti a tassazione. Quanto a tale secondo raddoppio dei termini, il comma 4 dell’art. 1) della legge 186/2014 sulla col-laborazione volontaria rende non operativo il raddoppio dei termini di decadenza dell’azio-ne accertatrice per gli attivi detenuti in Paesi che, seppur menzionati in una delle black list italiane, sono divenuti collaborativi. È necessario, in merito, che il Paese di ri-ferimento abbia firmato un accordo sullo scambio di infor-mazioni a domanda conforme agli standard Ocse entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della legge. Come è noto dopo l’entrata in vigore della legge 186/2014, sono sta-ti fi rmati accordi che rendono non operativo tale raddoppio da paesi come la Svizzera, Mo-naco, Liechtenstein, e prima da Lussemburgo, Singapore, San Marino. Non scatta il rad-

doppio dei termini, dunque, se gli attivi sono depositati in un Paese che, pur essendo inclu-so in una black list italiana, è divenuto collaborativo per-ché ha fi rmato un protocollo modificativo della relativa convenzione contro le doppie imposizioni che rende effetti-vo lo scambio di informazioni a domanda, anche in deroga al segreto bancario e profes-sionale.

Le condizioni previste dalla legge per rendere non operati-vo tale raddoppio dei termini sono: a) la sottoscrizione entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge sulla collaborazio-ne volontaria di una conven-zione che preveda un effettivo scambio di informazioni tra il Paese menzionato nel dm 4 maggio 1999 o nel Dm 21 novembre 2001 e l’Italia; b) il rilascio all’intermediario finanziario estero dell’auto-rizzazione a trasmettere alle autorità fi scali italiane richie-denti tutti i dati concernenti le attività oggetto di collabora-zione volontaria (qualora gli attivi non siano rimpatriati fi sicamente o giuridicamente in Italia on in uno dei Paesi Ue collaborativi); c) in caso di trasferimento delle attività oggetto di emersione ad altro intermediario, il rilascio di tale autorizzazione entro 30 giorni dal trasferimento e la trasmissione di tale autoriz-zazione alle autorità fiscali italiane entro 60 giorni dal trasferimento.

Per attivi depositati in Paesi originariamente black list poi divenuti collaborativi, restava incertezza in merito all’opera-tività raddoppio dei termini in caso di violazioni che compor-tano l’obbligo di denuncia ai sensi dell’art. 331 cpp per uno

dei reati tributari previsti dal dlgs n. 74/2000.

La tematica del raddoppio dei termini per fatti rilevanti dal punto di vista del diritto penale tributario deve fare i conti però con una causa di esclusione della punibilità la cui portata è veramente ampia. La tesi dell’Agenzia delle entrate è che, nonostan-te l’ampiezza della causa di esclusione della punibilità le-gata alla procedura di colla-borazione volontaria, l’obbligo di denuncia ai sensi dell’art. 331 cpp permane, e con esso il raddoppio dei termini. Tale impostazione appare in verità contraria alla ratio del raddop-pio dei termini in parola, che è di dare maggior tempo all’Am-ministrazione fi nanziaria per accertare fatti particolarmen-te complessi utilizzando l’esito delle indagini giudiziarie che scaturiscono dalla notitia cri-minis. Indagini che, a seguito dell’esimente penale, neanche partirebbero.

La bozza di decreto legisla-tivo approvata dal governo in data 21 aprile restituisce dun-que certezza alla procedura di collaborazione volontaria. La direzione sulla non operativi-tà del raddoppio dei termini anche per fatti che comporta-no l’obbligo di denuncia è trac-ciata. Tale direzione è assolu-tamente conforme alla delega che il governo ha ricevuto dal Parlamento, che prevede: «Il governo è delegato altresì a defi nire, con i decreti legislati-vi di cui all’articolo 1, la porta-ta applicativa della disciplina del raddoppio dei termini, pre-vedendo che tale raddoppio si verifi chi soltanto in presenza di effettivo invio della denun-cia, ai sensi dell’articolo 331 del codice di procedura pena-

le, effettuato entro un termine correlato allo scadere del ter-mine ordinario di decadenza, fatti comunque salvi gli effetti degli atti di controllo già noti-fi cati alla data di entrata in vigore dei decreti legislativi». La prima bozza di decreto legi-slativo sulla certezza del dirit-to che era stata approvata dal governo in data 24 dicembre 2014 prevedeva che il raddop-pio termini per le violazioni che comportano l’obbligo di denuncia ai sensi dell’art. 331 cpp per uno dei reati tributa-ri previsti dal dlgs 10 marzo 2000, n. 74 fosse operativo a condizione che la notizia di reato fosse inoltrata entro gli ordinari termini di decaden-za dell’azione accertatrice. Il testo proposto dal governo in data 21 aprile conferma quan-to era stato proposto in data 24 dicembre e valorizza con gran-de forza la ratio che è sottesa al raddoppio dei termini in caso di fatti penalmente rilevanti, che è quella di dare maggior tempo all’Amministrazione fi nanzia-ria per accertare fatti partico-larmente complessi, mediante l’esito delle investigazioni di polizia giudiziaria attivate a seguito della notizia di reato. In sostanza, se la notizia di re-ato è inviata entro gli ordinari termini di decadenza dell’azio-ne accertatrice è assolutamen-te ragionevole dare maggior tempo all’amministrazione per utilizzare gli esiti delle indagini di polizia giudiziaria. In passato l’Amministrazione fi nanziaria ha ritenuto opera-tiva la norma sul raddoppio dei termini anche quando la noti-zia di reato era inviata oltre i termini di decadenza dell’or-dinaria azione accertatrice. La bozza di decreto legislativo sposa un orientamento già fat-

to proprio da diverse sentenze della giurisprudenza di merito e va nella direzione di ridare serenità al rapporto tra Fisco e contribuente. L’ordinanza della Corte costituzionale n. 247 del 2011, nel confermare la legittimità, in presenza di reato, del raddoppio dei termi-ni di decadenza, ha sancito il dovere dei giudici di merito, a richiesta del contribuente, di svolgere un controllo sul ri-scontro dei presupposti dell’ob-bligo di denuncia per evitare un utilizzo strumentale della segnalazione da parte dell’am-ministrazione. In tal senso la Commissione tributaria re-gionale dell’Umbria (Sent. n. 237/1/11 e n. 41/02/2012) ha ritenuto che se il reato tribu-tario è prescritto, l’Uffi cio non può usufruire del raddoppio. Ad analoghe conclusioni è poi giunta sia la Commissione tri-butaria provinciale di Vicenza (Sent. n. 824/1/12) e la Com-missione tributaria provinciale di Ancona (Sent. n. 102/2/13). A ciò va poi aggiunto che l’Am-ministrazione, proprio per con-sentire alle Commissioni tribu-tarie di operare la valutazione richiesta dalla Consulta, deve produrre la comunicazione di reato, circostanza che, di nor-ma, non avviene. Per queste ragioni alcune Commissioni (Comm. trib. prov. di Milano, sentenze n. 231/40/2011 e n. 327/5/2011; Comm. trib. prov. di Reggio Emilia, n. 135/1/2012; Comm. trib. prov. di Treviso, n. 73/5/2012; Comm. trib. prov. di Lecco, n. 74/1/12) hanno chiari-to che, non potendo verifi care la sussistenza dei presuppo-sti dell’obbligo di denuncia, il raddoppio in questione non è legittimo. La norma approva-ta dal Consiglio dei ministri fa salvi solo gli effetti degli atti notifi cati alla data di entrata in vigore del decreto legislati-vo. In sostanza la tematica del raddoppio dei termini in caso di violazioni che comportano l’obbligo di denuncia per uno dei reati tributari previsti dal dlgs n. 74/2000 nell’ambito della procedura di collabora-zione volontaria, rischiava di creare problematiche operati-ve molto rilevanti in assenza di conferme autorevoli quale quella arrivata dal governo in data 21 aprile. Alla luce del tenore letterale della delega rilasciata dal Parlamento al governo e del testo proposto dal Consiglio dei ministri nel-la procedura di collaborazione volontaria non potrà essere applicato tale raddoppio dei termini. L’Agenzia delle en-trate non può non prendere in considerazione l’indica-zione arrivata dal governo nell’ambito della gestione di dossier di voluntary disclosu-re, e questo anche prima che il dlgs sulla certezza del diritto entri in vigore.

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Le annualità accertabili

Infedele dichiarazione

Omessa dichiarazione/sanzioni quadro RW

AnnoTermine ordinario

Termine raddoppiato

AnnoTermine ordinario

Termine raddoppiato

2002 Prescritto Prescritto 2002 Prescritto Prescritto

2003 Prescritto Prescritto 2003 Prescritto Prescritto

2004 Prescritto Prescritto 2004 Prescritto 31.12.2015

2005 Prescritto Prescritto 2005 Prescritto 31.12.2016

2006 Prescritto 31.12.2015 2006 Prescritto 31.12.2017

2007 Prescritto 31.12.2016 2007 Prescritto 31.12.2018

2008 Prescritto 31.12.2017 2008 Prescritto 31.12.2019

2009 Prescritto 31.12.2018 2009 31.12.2015 31.12.2020

2010 31.12.2015 31.12.2019 2010 31.12.2016 31.12.2021

2011 31.12.2016 31.12.2020 2011 31.12.2017 31.12.2022

2012 31.12.2017 31.12.2021 2012 31.12.2018 31.12.2023

2013 31.12.2018 31.12.2022 2013 31.12.2019 31.12.2023

Lune

dalla bozza del decreto legislativo sulla certezza

LA RIFORMA FISCALE

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8 Lunedì 27 Aprile 2015 LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIAGli effetti della legge sul divorzio breve: la comunione legale cessa con la separazione

Cuore e portafogli divisi primaAnticipati gli effetti personali e anche i patrimoniali

Pagina a cura DI ANTONIO CICCIA

Divisi prima, sia nel cuore sia nel porta-foglio.

La legge sul divor-zio breve anticipa gli effetti personali e anche quelli pa-trimoniali della decisione dei coniugi di andare ognuno per la propria strada.

Bastano sei mesi (se si è sta-ti d’accordo nel separarsi) per riacquistare la propria liber-tà di fronte allo stato civile e, quindi, per potersi risposare. Il termine di un anno quando, invece, la separazione non è stata consensuale.

Quanto al portafoglio, si interviene sul regime patri-moniale della comunione le-gale per decretarne la fi ne a partire da quando inizia uffi -cialmente la vita separata (su autorizzazione del tribunale) o dalla sottoscrizione del ver-bale di separazione consen-suale.

Le novità vanno ad ag-giungersi alla modifi ca della procedura di separazione e di divorzio e cioè alla possibilità di farlo senza andare in tribu-nale o con l’assistenza degli avvocati o andando diretta-mente in comune.

Tornando alla riforma, ap-provata dalla camera il 22 aprile 2015, il contenuto del-la legge si divide in tre par-ti. La prima disposizione ha per obiettivo l’anticipazione del momento della possibile proposizione della domanda di divorzio; la seconda norma anticipa il momento dell’effet-tivo scioglimento della comu-nione dei beni tra i coniugi; la terza disposizione stabilisce la disciplina transitoria.

Divorzio. La situazione attuale è regolata dalla legge sul divorzio, che all’articolo 3, n. 2, lett. b) che prescrive un termine di attesa triennale. In particolare lo scioglimen-to o la cessazione degli effetti civili del matrimonio possono essere domandati da uno dei coniugi nel caso in cui sia sta-ta pronunciata con sentenza passata in giudicato la sepa-razione giudiziale fra i coniugi ovvero sia stata omologata la separazione consensuale; tut-tavia le separazioni devono essersi protratte ininterrotta-mente da almeno tre anni, a decorrere dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale nella procedu-ra di separazione personale, anche quando il giudizio con-tenzioso si sia trasformato in consensuale.

Il primo articolo della legge in esame modifi ca la lettera b) citata e riduce da tre anni a dodici mesi la durata mini-ma del periodo di separazio-ne ininterrotta dei coniugi che legittima la domanda di

divorzio.Il termine annuale decorre

dalla comparsa dei coniu-gi davanti al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale.

Il termine si riduce ulterior-mente a sei mesi nelle sepa-razioni consensuali: trascorso il semestre si può chiedere il divorzio. Il più breve termine semestrale si applica anche

alle separazioni che, inizial-mente contenziose, si trasfor-mano in consensuali. Anche in questo caso il termine si calcola dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale.

I termini rimangono uguali anche in caso di separazione disposta con accordo dei co-niugi davanti agli avvocati

(procedura di negoziazione assistita) o davanti all’uf-ficiale dello stato civile (dl 132/29014).

Comunione legale. L’arti-colo 2 della riforma modifi ca l’articolo 191 del codice civile e anticipa il momento dello scioglimento della comunione dei beni tra i coniugi.

L’articolo 191 codice civile attualmente prevede la sepa-

razione personale come uno dei motivi di scioglimento del regime patrimoniale della comunione legale, il cui mo-mento effettivo si verifi ca solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazio-ne. Nella pratica la previsione di legge si scontra con la real-tà quotidiana e questo perché gli effetti patrimoniali della comunione legale continuano a prodursi per i coniugi sepa-rati anche dopo l’interruzione della convivenza.

Le regole della comunione legale, infatti, continuano ad applicarsi tra la cessazione della convivenza, ancorché autorizzata con i provvedi-menti provvisori adottati a norma dell’articolo 708, ter-zo comma, del codice di pro-cedura civile, e il passaggio in giudicato della sentenza.

Quindi i beni successiva-mente acquistati dai coniu-gi ricadono nella comunione legale, ai sensi dell’articolo 177, primo comma, lett. a), codice civile. E lo scioglimen-to effettivo della comunione decorre dalla pronuncia in via defi nitiva della separazione, o dalla pronuncia che omologa l’accordo di separazione.

Per evitare la conseguenza di tenere in piedi le comunio-ni legali, nonostante la cessa-zione della convivenza, l’arti-colo 2 della riforma aggiunge un nuovo comma all’articolo 191 codice civile che anticipa lo scioglimento della comu-nione legale.

In dettaglio nella separazio-ne giudiziale, lo scioglimento ha effetto dal momento in cui il presidente del tribunale, in sede di udienza di comparizio-ne, autorizza i coniugi a vive-re separati; nella separazione consensuale, lo scioglimento della comunione è anticipato alla data di sottoscrizione del verbale di separazione, pur-ché omologato.

Altra disposizione, poi, stabilisce che, in caso di co-munione dei beni, l’ordinan-za che autorizza i coniugi a vivere separati deve essere comunicata all’uffi cio di stato civile per l’annotazione dello scioglimento della comunione (sull’atto di matrimonio).

Norma transitoria. L’ar-ticolo 3 della riforma contie-ne, infi ne, una disposizione transitoria.

La nuova disciplina sulla riduzione dei tempi di propo-sizione della domanda di di-vorzio e quella che anticipa lo scioglimento della comunione legale si applicano anche ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore del-la legge in esame; ciò anche quando sia pendente a tale data il procedimento di se-parazione personale che ne costituisce il presupposto.

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divorzio alle separazioni che inizial- (procedura di negoziazione

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Il decreto-legge n. 132 del 2014 ha regolato nuove forme di composizione extragiudi-ziale dei rapporti tra coniugi. Si tratta di misure che affi ancano separazioni e divorzi consensuali, fornendo un’alternativa al ri-corso al giudice. Anzitutto è stata introdot-ta una particolare forma di negoziazione assistita, fi nalizzata specifi camente alla soluzione consensuale stragiudiziale del-le controversie in materia di separazione personale, di cessazione degli effetti civili e scioglimento del matrimonio o di modifi ca delle condizioni di separazione o di divor-zio. Il nuovo istituto consiste in un accor-do scritto mediante il quale i due coniugi convengono di risolvere in via amichevole la controversia tramite l’assistenza dei propri avvocati. Tale accordo costituisce così titolo esecutivo e va sempre trasmesso entro dieci giorni al Procuratore della re-pubblica competente. La procedura è con-sentita anche in presenza di fi gli minori o di fi gli maggiorenni incapaci, portatori di handicap grave o economicamente non au-tosuffi cienti. In assenza di fi gli minori, fi gli maggiorenni incapaci o portatori di handi-cap grave o economicamente non autosuf-fi cienti, si esercita un controllo formale di regolarità dell’atto al termine del quale, se del caso, comunica agli avvocati il nullao-sta per gli adempimenti successivi. Se ci sono, invece, fi gli minori, fi gli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ov-vero economicamente non autosuffi cienti, il pubblico ministero controlla la rispon-denza dell’accordo all’interesse dei fi gli e, in tal caso, lo autorizza. Se, al contrario, non riscontra tale interesse, il procura-tore della Repubblica lo trasmette, entro cinque giorni, al presidente del tribunale che fi ssa, entro i successivi trenta giorni, la comparizione delle parti e provvede senza

ritardo. Nell’accordo si dà atto che gli av-vocati hanno tentato di conciliare le parti e le hanno informate della possibilità di espe-rire la mediazione familiare e che hanno informato le parti dell’importanza per il minore di trascorrere tempi adeguati con ciascuno dei genitori. La convenzione pro-duce gli effetti dei provvedimenti giudiziali che defi niscono gli analoghi procedimenti. Spetta agli avvocati delle parti trasmettere copia autentica dell’accordo all’uffi ciale di stato civile del comune in cui il matrimonio fu iscritto o trascritto.C’è, poi, un’altra semplifi cazione. Gli inte-ressati possono andare direttamente in co-mune e concludere dinanzi al sindaco quale uffi ciale di stato civile, con l’assistenza fa-coltativa di un avvocato, un accordo di se-parazione o di scioglimento del matrimonio o di cessazione degli effetti civili o, infi ne, di modifi ca delle condizioni di separazione o di divorzio. L’accordo non può contene-re patti di trasferimento patrimoniale. La procedura non è tuttavia possibile in pre-senza di fi gli minori, di fi gli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave ov-vero economicamente non autosuffi cienti. A parte il caso di accordo riguardante la modifi ca delle condizioni di separazione e divorzio, è prevista un iter a doppia fase: il sindaco, infatti, deve invitare in tali casi i coniugi a comparire davanti a sé non pri-ma dei successivi 30 giorni. La mancata comparizione vuol dire mancata conferma dell’accordo. Il termine di un anno o di sei mesi previsto per il divorzio breve si calcola dalla data certifi cata nell’accordo di sepa-razione raggiunto a seguito di convenzione di negoziazione assistita da un avvocato o dalla data dell’atto contenente l’accordo di separazione concluso innanzi all’uffi ciale dello stato civile.

Ecco l’alternativa al ricorso al giudice

Le novità

Termine di attesa per divorziare

Dodici mesi dall’avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale nella procedura di separazione personale Sei mesi nel caso di separazione consensuale, anche quando il giudizio contenzioso si sia trasformato in consensuale

Scioglimento comunione legale

Nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati, oppureAlla data di sottoscrizione del processo verbale di sepa-razione consensuale dei coniugi dinanzi al presidente, purché omologato

Norma transitoria

Le novità si applicano ai procedimenti in corso alla data di entrata in vigore della legge di riforma, anche nei casi in cui il procedimento di separazione che ne costituisce il presupposto risulti ancora pendente alla medesima data

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9Lunedì 27 Aprile 2015 9Lunedì 27 Aprile 2015F I S C OOperativo il dlgs sul luogo di prestazione di servizi elettronici e di telecomunicazione

Iva sull’e-commerce, parificate le imprese Ue e quelle extraUe

Pagine a cura DI FRANCO RICCA

La riforma dell’Iva sull’e-commerce, scattata il 1° gennaio scorso per effetto della normati-

va comunitaria, trova fi nal-mente la copertura normati-va nazionale. È stato infatti pubblicato nella G.U. del 18 aprile 2015 il dlgs. n. 42 del 31 marzo 2015, che recepisce le novità in materia di luogo della tassazione delle presta-zioni di servizi elettronici, di telecomunicazione e di tele-radiodiffusione resi a privati consumatori Ue, nonché di regime semplifi cato per i ser-vizi stessi. Il provvedimento entra in vigore il 3 maggio, ma è applicabile retroattiva-mente dal 1° gennaio 2015, trattandosi del recepimento di disposizioni comunitarie precise e incondizionate.

Il luogo delle prestazioni «B2C». Fino al 31 dicembre 2014, le prestazioni di servizi rese con mezzi elettronici, le prestazioni di servizi di tele-comunicazione e di teleradio-diffusione, effettuate nei con-fronti di privati consumatori in ambito Ue, erano soggette a Iva nel paese del fornitore, in base alla regola generale di localizzazione dei servizi

«business to consumer». Dal 1° gennaio 2015, per effetto delle modifiche apportate dalla direttiva 2008/8/Ce del 12 febbraio 2008, dette pre-stazioni sono soggette all’Iva nel paese Ue del consumo, ossia quello in cui è stabilito il committente.

Questo capovolgimento del criterio di localizzazione ha uniformato il trattamen-to delle imprese Ue a quelle delle imprese extraUe, le cui prestazioni erano già sotto-poste al criterio di tassazio-ne nel paese del consumo, eli-minando le distorsioni della concorrenza anche interna. I consumatori, infatti, pagano ora in ogni caso l’Iva nella mi-sura prevista nel paese in cui sono domiciliati: per esempio, i consumatori lussemburghe-si pagano l’aliquota del 17%, quelli ungheresi l’aliquota del 27% quelli italiani l’aliquota del 22%, ovunque si trovi la sede dei fornitori.

Si ricorda che, secondo la normativa comunitaria, i servizi elettronici non posso-no essere assoggettati ad ali-quota Iva ridotta, ma devono essere tassati con l’aliquota ordinaria prevista nel paese del consumo (si veda la ta-bella delle aliquote ordinarie nell’Ue). Per questo motivo,

la Corte di giustizia Ue, con due recenti sentenze, ha con-dannato il Lussemburgo e la Francia per avere previsto un’aliquota ridotta per gli e-books; analoga sorte subirà l’Italia, qualora non dovesse abrogare la disposizione del-la legge n. 190/2014 che ha accordato l’aliquota del 4% ai libri ceduti per via elettro-nica.

Nella normativa nazionale, i nuovi criteri di territoriali-tà sono stati introdotti attra-verso la riformulazione delle disposizioni delle lettere f) e g) dell’art. 7-sexies, che detta criteri speciali per la localiz-zazione di talune prestazioni di servizi «B2C». Più precisa-mente, nella versione modifi -cata dal dlgs n. 42/2015, tali disposizioni prevedono che si considerano effettuate in Italia:

- le prestazioni di servizi rese tramite mezzi elettroni-ci, quando il committente è domiciliato nel territorio dello stato o ivi residente senza do-micilio all’estero (lettera f);

- le prestazioni di telecomu-nicazione e di teleradiodiffu-sione, quando il committente è domiciliato nel territorio dello stato o ivi residente senza domicilio all’estero e sempre che siano utilizzate

nel territorio dell’Ue (lettera g); per localizzare in Italia le prestazioni di tlc e quelle di trd, dunque, non basta che il committente sia ivi stabilito, ma occorre altresì che l’utiliz-zazione del servizio avvenga

in ambito Ue, essendosi il legislatore italiano parzial-mente avvalso della facoltà, prevista dall’art. 59-bis della direttiva, di adottare anche il criterio ausiliario del luogo di utilizzo della prestazione.

In relazione al nuovo criterio, il re-golamento n. 1042/2013 ha aggiunto alcune disposizioni al regolamento n. 282/2011, al fi ne di fornire indi-cazioni utili per l’individuazione del luogo delle prestazioni di e-commerce, di telecomunicazione e di teleradiodiffusione «B2C». Tali disposizioni, riassunte qui di segui-to, sono direttamente applicabili e giuridicamente vincolanti, dal 1° gennaio 2015, sia per le autorità che per i cittadini di tutti gli stati membri. L’art. 13-bis chiarisce che il luogo di stabilimento di una persona giuridi-ca che non è soggetto passivo è: a) il luogo in cui sono svolte le fun-zioni della sua amministrazione centrale o b) il luogo di qualunque altra sede di attività caratterizzata da un gra-do suffi ciente di permanenza e da una struttura idonea, in termini di risorse umane e tecniche, a con-sentirle di ricevere e di utilizzare i servizi che le sono forniti per le proprie esigenze.L’art. 18, par. 2, secondo comma, in relazione alla disposizione del comma 1, secondo cui il prestatore, salvo che disponga di informazioni contrarie, può considerare come non soggetto passivo il destinata-rio che non gli abbia comunicato il numero identifi cativo Iva, aggiunge che tuttavia, disponga o no di infor-mazioni contrarie, il prestatore di

servizi di telecomunicazione, di te-leradiodiffusione o prestati tramite mezzi elettronici può considerare che il destinatario stabilito nell’Ue sia una persona che non è soggetto passivo se non gli ha comunicato il proprio numero di identifi cazione Iva.L’art. 24 stabilisce che se i servizi in questione sono prestati a una persona che non è soggetto passivo ed è stabilita in più paesi o ha l’in-dirizzo permanente in un paese e la residenza abituale in un altro, si dà la priorità: a) nel caso di una persona giuridica, al luogo di cui alla lettera a) dell’art. 13 bis, riportato sopra, salvo che sia provato che l’utilizzazione del ser-vizio avviene nel luogo della sede di attività di cui alla lettera b); b) nel caso di una persona fi sica, al luogo in cui tale persona ha la sua residenza abituale, a meno che sia provato che l’utilizzazione del ser-vizio avviene al suo indirizzo per-manente.

Presunzioni di stabilimento. Sono state inoltre aggiunte le seguenti disposizioni atte a fissare in via presuntiva il luogo di stabilimento del destinatario. - Articolo 24-bis. 1. Se un prestato-re di servizi di telecomunicazione, di teleradiodiffusione o elettronici presta detti servizi in un luogo qua-le una cabina telefonica, un punto

telefonico, una postazione Wi-Fi, un Internet café, un ristorante o una hall d’albergo e la fruizione del ser-vizio fornito dal prestatore richiede la presenza fi sica del destinatario in tale luogo, si presume che il destina-tario sia stabilito, abbia il suo indi-rizzo permanente o la sua residen-za abituale nel luogo in questione e che il servizio sia effettivamente utilizzato e fruito in tale luogo. 2. Se il luogo di cui al paragrafo 1 è a bordo di una nave, un aereo o un treno che effettua un trasporto pas-seggeri all’interno dell’Ue, il paese in cui il servizio è prestato è quello del luogo di partenza del trasporto di passeggeri. - Articolo 24-ter. Nel caso di servizi di telecomunicazione, di teleradio-diffusione o prestati tramite mezzi elettronici a una persona che non è soggetto passivo: a) attraverso la sua linea terrestre fi ssa, si presume che il destinatario sia stabilito, abbia il suo indirizzo permanente o la sua residenza abi-tuale nel luogo in cui è installata detta linea terrestre fi ssa; b) attraverso reti mobili, si presume che il luogo in cui il destinatario è stabilito, ha il suo indirizzo perma-nente o la sua residenza abituale sia il paese identifi cato dal prefi sso nazionale della carta Sim utilizzata per la ricezione di tali servizi; c) per i quali è necessario utilizza-re un decodifi catore o un analogo

dispositivo o una scheda di ricezio-ne e senza che sia usata una linea terrestre fissa, si presume che il destinatario sia stabilito, abbia il suo indirizzo permanente o la sua residenza abituale nel luogo in cui il decodifi catore o l’analogo dispo-sitivo è installato o, se questo non è noto, nel luogo in cui la scheda di ricezione è inviata al fi ne di essere ivi utilizzata; d) in circostanze diverse da quelle di cui all’articolo 24-bis e alle pre-dette lettere a), b) e c), si presu-me che il destinatario sia stabilito, abbia il suo indirizzo permanente o la sua residenza abituale nel luogo identifi cato come tale dal prestato-re sulla base di due degli elementi di prova non contraddittori elencati nell’articolo 24-septies. - Articolo 24-quinquies. 1. Il presta-tore può confutare la presunzione di cui all’articolo 24 bis o all’arti-colo 24 ter, lettere a), b) e c), sulla base di tre degli elementi di prova non contraddittori da cui risulti che il destinatario è stabilito, ha il suo indirizzo permanente o la sua resi-denza abituale altrove. 2. L’erario può confutare le presun-zioni fatte valere ai sensi degli arti-coli 24-bis, 24-ter o 24-quater se vi sono indizi di usi impropri da parte del prestatore.«Con l’art. 24-septies, infi ne, sono state introdotte disposizioni speci-fi che sui mezzi di prova».

Le nuove disposizioni applicabili e vincolanti dal 1° gennaio 2015

nel territorio dell’Ue (lettera in ambito Ue essendosi il

Aliquote Iva ordinarie nell’Ue *

Belgio 21

Bulgaria 20

Repubblica Ceca 21

Danimarca 25

Germania 19

Estonia 20

Grecia 23

Spagna 21

Francia 20

Croazia 25

Irlanda 23

Italia 22

Cipro 19

Lettonia 21

Lituania 21

Lussemburgo 17

Ungheria 27

Malta 18

Olanda 21

Austria 20

Polonia 23

Portogallo 23

Romania 24

Slovenia 22

Slovacchia 20

Finlandia 24

Svezia 25

Regno Unito 20

(*) Fonte: Commissione europea, dati aggiornati al 1° gennaio 2015

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10 Lunedì 27 Aprile 2015 F I S C O

Moss accorpa gli adempimentiL

o spostamento della tassazione dei servizi di e-commerce, di te-lecomunicazione e di

teleradiodiffusione dal paese del fornitore a quello del con-sumatore comporta una com-plicazione degli adempimenti Iva dei prestatori. Mentre fi no al 31 dicembre 2014 il fornito-re stabilito in Italia addebitava l’Iva nazionale del 22% a tutte le prestazioni effettuate a con-sumatori Ue, ovunque stabiliti, da quest’anno deve addebitare l’Iva francese ai consumatori stabiliti in Francia, quella tede-sca ai consumatori stabiliti in Germania, e così via, per cui po-trà trovarsi a dover gestire fi no a 28 contabilità Iva, con relativi versamenti, dichiarazioni, ecc., tanti quanti sono i paesi Ue, ov-viamente previa identifi cazione con un numero di partita Iva in ciascuno di essi.

Al fine di evitare queste complicazioni, è stato appron-tato un regime semplificato, denominato «moss», acronimo di «mini one stop shop» (ossia mini sportello unico), che con-sente all’impresa che decide di avvalersene di accentrare gli adempimenti Iva presso un’unica autorità fi scale, quella del paese in cui essa è identifi -cata. Pertanto, pur addebitan-do ai clienti di altri paesi Ue l’Iva prevista nel paese in cui essi sono domiciliati, l’impre-sa verserà cumulativamente l’imposta e presenterà un’uni-ca dichiarazione riepilogativa all’autorità fi scale del proprio paese, il quale provvederà poi a riversare a ciascun paese del consumo la rispettiva quota, secondo le indicazioni della di-chiarazione.

Vediamo più da vicino le regole del regime semplifi cato, che si articola in «regime Ue» e «regime non Ue» ed è disci-plinato:

- a livello Ue, dalle disposizio-ni degli artt. da 358 a 369-un-decies della direttiva Iva, da 57-bis a 63-quater del regola-mento n. 282/2011, da 44 a 45 del regolamento n. 904/2010, nonché dal regolamento n. 815/2012;

- in Italia, dalle disposizioni degli articoli 74-quinquies) a 74-octies) del dpr 633/72, non-ché, per quanto riguarda i con-trolli e gli accertamenti, dagli articoli da 54-ter) a 54-quin-quies) dello stesso dpr.

Va ribadito che si tratta di un regime facoltativo, attiva-bile su opzione del soggetto passivo, da esercitare mediante registrazione sul sito Internet dell’agenzia delle entrate, con le modalità defi nite dal provve-dimento del 30 settembre 2014 e dal successivo del 23 aprile 2015. Pertanto, le imprese che non intendono avvalersi del regime semplificato saranno tenute a istituire una gestione Iva in ciascuno dei paesi Ue in cui prestano i loro servizi, se-condo le regole ordinarie.

Ovviamente il regime «moss» è utilizzabile solo per adempie-re gli obblighi Iva relativi alle prestazioni di servizi elettro-

nici, di telecomunicazione e di teleradiodiffusione «B2C».

Regime non Ue (art. 74-quin-quies). Il «regime non Ue» ri-guarda le imprese che non hanno nel territorio dell’Ue la sede dell’attività economica né una stabile organizzazione, né sono identifi cate o tenute a identifi carsi ai fi ni Iva nel ter-ritorio stesso.

Le imprese che, rientrando nella predetta condizione, op-tano per il regime semplifi cato, scelgono il paese Ue presso il quale identifi carsi e accentra-re gli adempimenti relativi ai servizi in esame; se decidono di identifi carsi in Italia, faranno riferimento alle disposizioni introdotte dal dlgs n. 42/2015.

Rientrano nel regime «non Ue» tutti i servizi in esame resi a privati consumatori dell’Ue, compresi quelli resi a destina-tari stabiliti nel paese in cui il soggetto passivo è identifi -cato.

Il soggetto passivo che ha optato per il regime «non Ue» in Italia presenta all’agenzia delle entrate, per via telema-tica, una dichiarazione dei servizi in esame resi in ciascun trimestre civile. La dichiara-zione trimestrale, da compilare secondo lo schema allegato C al provvedimento del 23 aprile 2015, deve riportare i seguenti dati:

- il numero identifi cativo del soggetto;

- distintamente per ciascun paese di consumo, l’ammonta-re imponibile dei servizi resi dal soggetto passivo, con la specifi cazione delle aliquote,

e l’ammontare della relativa imposta spettante a ciascun paese.

La dichiarazione va presen-tata, per via elettronica, entro il giorno 20 del mese successi-vo alla scadenza del trimestre, anche in assenza di operazio-ni. Nello stesso termine deve essere versata l’imposta com-plessivamente risultante dalla dichiarazione.

Le modalità di versamen-to, secondo l’art. 74-octies, dovranno essere stabilite con decreto ministeriale; con un co-municato del 30 marzo 2015, però, l’agenzia delle entrate ha chiarito che i soggetti in regi-me «non Ue» devono versare l’imposta mediante bonifico su un conto presso la banca d’Italia, il cui codice Iban è di-sponibile sul portale «moss». Il versamento deve riportare il numero di riferimento della dichiarazione trimestrale alla quale si riferisce. Eventuali ec-cedenze di versamento, rispetto all’imposta risultante dovuta in base alla dichiarazione, sa-ranno rimborsate dall’agenzia delle entrate secondo le dispo-sizioni dell’art. 38-bis3.

Non è ammessa la detrazio-ne dell’Iva pagata sugli acqui-sti di beni e servizi effettuati vari paesi, Italia compresa; tale imposta potrà essere recupera-ta, in ciascun paese, attraverso istanza di rimborso. In Italia, il rimborso è disciplinato dall’art. 38-ter del dpr 633/72 e può es-sere richiesto, dai soggetti in regime «moss», anche in difetto della condizione di reciprocità ordinariamente richiesta per il rimborso dell’Iva a soggetti

extraUe.

Regime Ue (artt. 74-quin-quies e 74-sexies). Il regime Ue è destinato ai soggetti passivi che hanno la sede dell’attività in un paese dell’Ue e a quelle che, pur avendo sede al di fuo-ri dell’Ue, dispongono di una stabile organizzazione in uno o più paesi dell’Ue. Questi sog-getti, se intendono avvalersi del regime semplifi cato, devo-no attivarlo presso lo stato nel quale hanno la sede o la stabile organizzazione (le imprese ex-traUe che dispongono di stabili organizzazioni in più paesi Ue potranno scegliere); essi ope-reranno con lo stesso numero di partita Iva con il quale sono identifi cati.

È importante sottolineare che rientrano nel regime spe-ciale soltanto i servizi localizza-ti in un paese diverso da quello nel quale si trova la sede o la stabile organizzazione dell’im-presa, indipendentemente da dove si trova la sede o l’unità lo-cale che ha reso la prestazione: il «regime Ue», in sostanza, si applica soltanto ai servizi resi a privati consumatori stabiliti in paesi Ue nei quali l’impre-sa non ha né la sede né una stabile organizzazione (non è invece rilevante l’eventuale esistenza di una posizione Iva accesa attraverso il rappresen-tante fi scale o l’identifi cazione diretta).

Sono quindi escluse dal re-gime speciale, oltre alle opera-zioni diverse, i servizi in esa-me resi a privati consumatori stabiliti in paesi Ue nei quali l’impresa ha la sede o una sta-

bile organizzazione. Per le operazioni escluse

dal regime speciale, dovran-no essere osservate le ordina-rie procedure di applicazione dell’imposta.

Per esempio, l’impresa che ha sede in Italia e una stabile organizzazione in Francia:

a) applicherà il regime semplificato (attivato neces-sariamente in Italia) per le prestazioni di servizi di e-com-merce, di telecomunicazione e di teleradiodiffusione resi, da essa stessa o dalla stabile or-ganizzazione francese, a privati consumatori stabiliti in tutti i paesi Ue, eccettuata l’Italia e la Francia;

b) applicherà il regime ordi-nario, in Italia, per le suddette prestazioni rese a consumatori stabiliti in Italia, nonché per le operazioni diverse dalle sud-dette prestazioni;

c) applicherà il regime ordi-nario, in Francia, attraverso la propria stabile organizzazione, per le suddette prestazioni rese a consumatori ivi stabiliti, non-ché per le altre eventuali ope-razioni della stabile.

Di conseguenza: - l’impresa presenterà in

Italia la dichiarazione del re-gime speciale, da compilare secondo lo schema allegato D al provvedimento del 23 aprile 2015, comprendendovi anche le eventuali prestazioni di servizi di e-commerce, di telecomuni-cazione e di teleradiodiffusione rese per il tramite della stabile organizzazione francese, eccet-tuate quelle rese a consumatori italiani e francesi;

- l’impresa presenterà in Italia la dichiarazione Iva or-dinaria, in relazione alle opera-zioni diverse dalle prestazioni di servizi di e-commerce, di telecomunicazione e di tele-radiodiffusione, nonché a tali prestazioni rese a consumatori italiani;

- la stabile organizzazione presenterà in Francia la di-chiarazione ordinaria delle proprie operazioni, compresi i servizi di e-commerce, di tele-comunicazione e di teleradio-diffusione resi, da essa stessa o dalla casa madre italiana, a consumatori stabiliti in Fran-cia, in relazione ai quali essa assume comunque la veste di debitore dell’imposta.

Anche nel regime Ue occor-re presentare la dichiarazione trimestrale ed effettuare il relativo versamento, entro il giorno 20 del mese successivo al trimestre civile. Il versa-mento va eseguito accedendo all’area riservata del portale moss e seguendo le istruzioni, con addebito sul conto corren-te bancario o postale. I soggetti privi di conto in Italia seguono invece le modalità previste per il «regime non Ue».

Dall’imposta dovuta in re-gime semplifi cato non è scom-putabile l’imposta assolta sugli acquisti, che potrà però essere recuperata attraverso la detra-zione dall’imposta applicata in relazione alle operazioni esclu-se dal regime speciale.

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I soggetti identifi cati in Italia, che si av-valgono del regime moss, non sono tenuti ad altri adempimenti oltre alla presenta-zione della dichiarazione trimestrale e al versamento della relativa imposta; hanno però l’obbligo di conservare idonea docu-mentazione delle operazioni effettuate fi no al termine del decimo anno succes-sivo e di esibirla a richiesta dell’ammi-nistrazione italiana o delle autorità dei paesi del consumo. In particolare, l’art. 74-quinquies, comma 2, prevede che i soggetti che si avvalgono del regime semplifi cato sono dispensati dagli obblighi di cui al titolo II, per cui non devono emettere fatture, effettuare registrazioni ecc. Naturalmente la normativa italiana non può che disporre per le operazioni effet-tuate sul territorio nazionale, per cui bisogna tenere conto, per le prestazioni rese a consumatori di altri paesi Ue, de-gli eventuali obblighi di fatturazione ivi previsti. Accogliendo la raccomandazio-ne della Commissione europea, il comma 4 dell’art. 74-septies estende l’esonero da tutti gli obblighi, relativamente alle operazioni effettuate in Italia, ai sogget-ti operanti in regime semplifi cato che si sono identifi cati in un altro paese Ue. - Anche in regime normale stop alla fattu-razione. I benefi ci sul fronte degli adem-pimenti non sono però circoscritti ai sog-getti che operano nel regime semplifi cato. Una novità di rilievo contenuta nel dlgs n. 42/2015 riguarda l’esonero dall’obbligo di emissione della fattura per i servizi elet-

tronici, di telecomunicazione e di telera-diodiffusione resi a privati consumatori. È stato infatti aggiunto, nell’art. 22 del dpr n. 633/72, che elenca le operazioni dispensate dall’obbligo di fatturazione, il punto 6-ter), che prevede la non ob-bligatorietà dell’emissione della fattura, salvo che sia richiesta dal cliente, «per le prestazioni di servizi di telecomunicazio-ne, di servizi di teleradiodiffusione e di servizi elettronici resi a committenti che agiscono al di fuori dell’esercizio d’im-presa, arte o professione». Anche que-sta disposizione, che supera la posizio-ne dell’amministrazione fi nanziaria, che aveva affermato l’obbligo di fatturazione delle prestazioni di e-commerce diretto, ha effetto dal 1° gennaio 2015. Inoltre, a opportuno completamento del-la semplifi cazione (e al fi ne di evitare che dall’esonero della fattura derivasse l’obbligo della certifi cazione fi scale al-ternativa mediante scontrini e ricevute fi scali), l’art. 7, comma 2, dello stesso dlgs n. 42/2015 prevede che il ministro dell’economia, con proprio decreto, eso-neri dall’obbligo di certifi cazione dei cor-rispettivi le prestazioni di servizi di tele-comunicazione, di teleradiodiffusione e di servizi elettronici rese a committenti che agiscono al di fuori dell’esercizio dell’impresa; la specifi cazione soggetti-va, invero, è forse incongruente, perché le prestazioni «B2B» rimangono sogget-te all’obbligo di fatturazione e, dunque, sono estranee alla certifi cazione alter-nativa.

Addio all’obbligo di emettere fatture

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11Lunedì 27 Aprile 2015 11Lunedì 27 Aprile 2015F I S C OLo ha ribadito l’Agenzia delle entrate nella risoluzione n. 40 sull’imposta sostitutiva

Scomputo senza duplicazioniAgisce solo lo stesso soggetto della prima rivalutazione

Pagina a cura DI SANDRO CERATO

L’imposta sostitutiva pagata dal donante non è scomputabile da parte del dona-

tario delle quote che inten-da procedere a una nuova rivalutazione. È quanto af-fermato dall’Agenzia delle entrate con la risoluzione del 20 aprile 2015, n. 40/E, in cui confermando quan-to già sostenuto nella pre-cedente ris. n. 91/E/2014, ritiene che lo scomputo dell’imposta già pagata in occasione di una preceden-te rivalutazione della quo-ta possa avvenire solo da parte dello stesso soggetto che ha proceduto alla prima rivalutazione. Il documento di prassi dell’Agenzia of-fre lo spunto per ricordare alcuni aspetti relativi alla possibilità di procedere con la rivalutazione delle par-tecipazioni detenute dalle persone fisiche, tenendo conto che tale possibilità è stata riproposta anche per l’anno 2015 a opera della legge di Stabilità 2015 (che ha riaperto i termini di cui all’art. 2 del dl 282/2002) in relazione alle partecipazioni detenute al 1° gennaio 2015, con pagamento dell’imposta sostitutiva entro il prossimo 30 giugno 2015 (o della pri-ma rata). Si ricorda, tutta-via, che a differenza delle precedenti rivalutazioni eseguite, quella riproposta dalla legge di stabilità 2015 ha raddoppiato l’imposta sostitutiva dovuta, e più in particolare richiedendo l’imposta del 4% per le par-tecipazioni non qualifi cate e l’8% per quelle qualifi cate.

Con l’art. 7, comma 2, lett. ee), del dl n. 70/2011, è sta-ta introdotta la possibilità, per coloro che seguono una seconda rivalutazione sulla medesima partecipazione, di scomputare dall’imposta do-vuta per la nuova rivaluta-zione, l’imposta pagata sulla precedente, fermo restando che l’eventuale ecceden-za non è rimborsabile. Sul punto, è bene osservare che l’opportunità di una secon-da rivalutazione deve essere valutata con attenzione, e in particolare:

- la rivalutazione a un maggior valore richiede co-munque il calcolo dell’im-posta sostitutiva (oggi del 4 o dell’8%) sull’intero va-lore che risulta dalla nuova perizia di stima al 20 giu-gno 2015, con possibilità di scomputo dell’imposta pagata sulla precedente ri-valutazione. Tenendo conto dell’incremento dell’aliquo-ta d’imposta, è evidente che sulla nuova rivalutazione sarà dovuta una maggior

differenza d’imposta, che può essere rilevante se il differenziale di valore ri-spetto alla prima rivaluta-zione è rilevante;

- la rivalutazione a un minor valore, invece, deve tener conto di due ri-fl essioni: la prima attinente all’imposta sostitutiva che, tenendo conto del raddop-pio di aliquota, potrebbe rendersi comunque dovuta; la seconda, invece, riguarda l’opportunità di tale opera-zione, tenendo conto che la vendita della quota a un prezzo inferiore rispetto a quello risultante dalla rivalutazione non compor-ta alcun problema, fermo restando che la minusva-lenza realizzata, in deroga a quanto previsto dall’art. 68 del Tuir, non può essere utilizzata in compensazione con eventuali plusvalenze realizzate nello stesso anno, né essere riportata a nuovo nei quattro anni successivi a scomputo di plusvalenze realizzate in tali periodi.

Gli effetti della rivaluta-

zione sono quelli di «aggior-nare» il costo fiscalmente riconosciuto della parteci-pazione a un valore pari a quello indicato nella peri-zia, ricordando sin da su-bito che si rende necessario il versamento almeno della prima rata di imposta sosti-tutiva affi nché l’operazione sia perfezionata. In linea generale, tuttavia, si deve

rammentare che per la de-terminazione il costo fi scale della partecipazione, pari al costo inizialmente sostenuto per l’acquisto della parteci-pazione (ovvero del costo so-stenuto in sede di sottoscri-zione del capitale sociale), si deve tener conto anche di quanto previsto nell’art. 68, comma 6, del Tuir, secondo cui:

- il costo è incrementato dell’importo versato dal so-cio per la sottoscrizione di aumenti di capitale sociale (comprensivi di quanto ver-sato a titolo di eventuale sovrapprezzo), nonché dei versamenti eseguiti dallo stesso a titolo di patrimonio netto (versamenti in conto capitale, in conto futuro aumento, a fondo perduto ecc.);

- il costo è diminuito dalle distribuzioni di riserve che si sono formate con versa-menti eseguiti in preceden-za dai soci;

- per le società «traspa-renti» (società di persone e società di capitali che hanno optato per la trasparenza fi -scale), il costo è rispettiva-mente aumento o diminuito dei redditi e delle perdite imputate per trasparenza ai soci, e ulteriormente ridotto degli utili distribuiti fi no a concorrenza dei redditi im-putati per trasparenza.

Particolari regole sono poi previste per le partecipazio-ni ricevute per successione e donazione, per le quali lo stesso comma 6 dell’art. 68 del Tuir stabilisce che:

- per quelle acquisite mor-tis causa, si assume come co-sto il valore defi nito o quello dichiarato ai fi ni dell’impo-sta di successione (in tale senso, l’art. 16 del dlgs n. 346/97 prevede che la base imponibile ai fi ni dell’impo-sta di successione sia pari alla frazione di patrimonio netto contabile risultante dal bilancio pubblicato);

- per quelle acquisite per donazione, invece, si assu-me il costo sostenuto dal donante, applicando quindi una piena «trasparenza» del costo fi scale della par-tecipazione dal donante al donatario.

In merito a tali fattispecie, si realizzano effetti differen-ti in capo all’avente causa in relazione a eventuali riva-lutazioni operate dal dante causa, in quanto quest’ulti-ma si trasferisce solamen-te in caso di donazione per effetto dell’applicazione del principio di «trasparenza» di cui all’art. 68, comma 6, del Tuir. Al contrario, nel caso di successione mortis cau-sa, come confermato dalla ris. 158/E/2008, il costo fi -scale «ereditato» dall’erede (o dagli eredi) non è quel-lo rivalutato dal de cuius, bensì quello rilevante ai fi ni dell’imposta di successione. È quindi probabile che a se-guito del trasferimento mor-tis causa, l’erede «riparta» da un costo fi scale che può essere inferiore rispetto a quello risultante dalla ri-valutazione effettuata dal de cuius.

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differenza d’imposta che

Il donatario che ha rivalutato la parteci-pazione ricevuta scomputando l’imposta versata sulla rivalutazione eseguita in precedenza dal donante deve regola-rizzare il carente versamento entro 60 giorni dal 20 aprile scorso (quindi entro il 19 giugno 2015). È quanto emerge dal contenuto della risoluzione 40/E/2015 del 20 aprile, con cui l’Agenzia conferma quanto già sostenuto nella precedente ris, n. 91/E/2014, vale a dire il principio secondo cui lo scomputo dell’imposta già versata in occasione di una prece-dente rivalutazione può avvenire solo se la successiva rivalutazione sia ese-guita dal medesimo soggetto. In altre parole, vi deve essere una coincidenza soggettiva tra soggetto che esegue le due rivalutazioni, poiché la procedura di scomputo «è volta, infatti, al recu-pero dell’imposta pagata dal medesimo soggetto che si è avvalso di ripetute procedure di rideterminazione al fi ne

di evitare duplicazioni d’imposta». Tut-tavia, tenendo conto che la ris. n. 91/E è stata pubblicata in data 17 ottobre 2014, e che nelle more delle istruzioni da parte dell’Agenzia alcuni donatari potrebbero aver eseguito lo scomputo dell’imposta versata dal donante sulla precedente rivalutazione, la ris. n. 40/E concede la possibilità di sanare tale vio-lazione senza applicazione di sanzioni, a condizione che entro il 19 giugno p.v. (60 giorni dall’emanazione del documen-to di prassi) il contribuente proceda al versamento dell’imposta maggiorato de-gli interessi nella misura del 4% annuo (come determinata dall’art. 2 del dm 21 maggio 2009). In assenza di specifi che indicazioni, si ritiene che il versamento del tributo carente debba avvenire con il modello F24, utilizzando il codice tri-buto «8055» e indicando l’anno di pos-sesso della partecipazione per la quale è stata scomputata l’imposta.

Regolarizzazioni entro il 19 giugno 2015

zione sono quelli di «aggior- rammentare che per la de-

Caso per caso

Partecipazioni rivalutate

Costo i scale della par-tecipazione pari al valore rivalutato

Partecipazioni oggetto di donazione

Costo i scale del donante trasferito al donatario

Partecipazioni trasferite mortis causa

Costo i scale pari al valo-re dichiarato ai i ni dell’im-posta di successione

Scomputo imposta sostitutiva

Necessaria coincidenza del soggetto che ha ese-guito le due rivalutazioni

Agevolazioni fiscali

PIANI URBANISTICI

Applicabilità del regime fiscale agevolato in assenza di conversione di lottizzazione alla data di stipula dell’atto (risoluzione dell’Agenzia delle entrate numero 41 del 23 aprile 2015)

IvaMINI ONE STOP SHOP

Approvati gli schemi di dati da trasmettere per

via telematica ai fini dell’applicazione del regime speciale (provvedimento dell’Agen-zia delle entrate numero 41 del 23 aprile 2015)

Imposte sostitutive

RIVALUTAZIONE

Il donante può versare senza sanzioni la differenza dovuta in seguito allo scomputo dell’imposta sostitutiva versata dal dona-tario (risoluzione dell’Agen-zia delle entrate numero 40/e del 20 aprile 2015)

FISCO FLASH A cura dello Studio F. Ghiglione e A. Ghio

La versione integra-le è disponibile su www.italiaoggi.it/docio7

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12 Lunedì 27 Aprile 2015 V E R S O U N I C O 2 0 1 5Come compilare il quadro RU delle dichiarazioni per avere però effetti dal 2016

Investimenti, bonus in arrivoDebutta il credito d’imposta, ma l’utilizzo effettivo slitta

Pagina a cura DI NORBERTO VILLA

Il credito per i nuovi investi-menti debutta nel quadro RU, ma non va oltre. L’ef-fettivo utilizzo del credito,

infatti, è rimandato al prossi-mo anno. Il credito d’imposta è stato introdotto dall’articolo 18 del decreto legge 91 del 24 giugno 2014, in vigore dal 25 giugno 2014 ed è riconosciuto ai titolari di reddito d’impresa che pongono in essere inve-stimenti (in beni strumentali ben identifi cati) in misura su-periore a quelli effettuati nel quinquennio precedente. Le istruzioni sono giunte con la circolare 5/E del 19 febbraio 2015.

Il meccanismo applicativo prevede la concessione del cre-dito d’imposta nella misura del 15% parametrato alle spese per investimenti in beni stru-mentali nuovi appartenenti alla tabella Ateco 28 sostenute in eccedenza rispetto alla me-dia dei medesimi investimenti realizzati nei cinque periodi di imposta precedenti, con facol-tà di escludere dal calcolo della media il periodo in cui l’investi-mento è stato maggiore.

Una criticità della norma è data dalla previsione secondo cui gli investimenti rilevanti sono solo quelli di importo uni-tario inferiore a 10 mila euro. Una interpretazione letterale della norma avrebbe portato a risultati diffi cilmente giustifi -cabili: si pensi solo al caso che si sarebbe agevolato l’impren-ditore che poneva in essere un in vestimento unitario di 11 mila euro e non invece quello poneva in essere un investi-mento complessivo di 100 mila euro, ma acquistando beni di valore unitario inferiore a 10 mila euro.

La relazione illustrativa al decreto competitività precisa che «dagli investimenti agevo-labili sono esclusi quelli d’im-porto inferiore a 10 mila euro». Da ciò la circolare 5/E cerca un’interpretazione estensiva affermando: «Il tenore letterale della norma che fa riferimen-to agli «investimenti», confer-mato anche dalla relazione illustrativa, porta a ritenere che l’ammontare minimo pari a 10 mila euro debba essere verificato in relazione a cia-scun progetto di investimento effettuato dall’imprenditore in beni strumentali compresi nella divisione 28 della tabella Ateco e non ai singoli beni che lo compongono. Al riguardo, si precisa che, qualora l’impresa realizzi più progetti di investi-mento nel medesimo periodo agevolabile, tale verifi ca dovrà essere effettuata in relazione a ciascun progetto di investi-mento unitariamente consi-derato».

Di certo tale affermazione (positiva) lascia aperti non po-

chi problemi. Non pare facile infatti individuare nel caso concreto cosa debba intendersi per progetto. Sul punto almeno un consiglio è possibile. Perse-guendo tale interpretazione estensiva è necessario che la qualifi ca unitaria dell’investi-mento risulti in modo formale. L’acquisto di più beni unitaria-mente di importo inferiore alla soglia ma complessivamente superiore, al fi ne di poter esse-re conteggiate deve trovare ap-piglio, ad esempio, in un piano di investimento formalmente approvato dal cda, documen-ti che potrebbero essere utile in qualora si fosse chiamati a giustifi care il comportamento. Non si dimentichi poi che, con-siderando l’uniformità dei cal-coli da effettuare con riguardo all’anno agevolato e agli anni che individuano la media, che la rilevanza dei progetti di im-porti superiore a 10 mila dovrà considerarsi rilevanti anche per gli anni passati.

Sempre in tema di importi la prassi ha sottolineato anche:

• oltre al prezzo del bene ovvero dei beni facenti par-te del medesimo progetto di investimento nei termini ora specifi cati, anche gli oneri ac-cessori di diretta imputazione (ad esempio trasporto e mon-taggio), nonché l’eventuale Iva indetraibile;

• in caso di beni complessi il costo del bene deve essere assunto al lordo delle parti ac-cessorie e dei componenti in-dispensabili al funzionamento del bene, ancorché non inclusi nella divisione 28;

• nel caso di investimento attuato mediante contratto di appalto o di costruzione in eco-nomia dovrà farsi riferimento al costo complessivo del bene realizzato.

La circolare con riguardo ai beni offre alcuni chiarimenti:

• i componenti o le parti indispensabili per il funziona-mento di un bene agevolabile anche se non inclusi nella divi-sione 28 sono da considerarsi compresi nell’investimento complessivo;

• tale estensione è limita-ta a quei beni assolutamente necessari al funzionamento del bene della divisione 28 ma non può estendersi anche agli investimenti in quei beni (non compresi nella divisione 28) che seppure acquistati per essere destinati al servi-zio (anche esclusivo) del bene agevolabile non costituisco-no, tuttavia, né componente essenziale né dotazione del bene agevolabile;

• nel caso di investimento in nuovo bene complesso com-posto anche da nuovi macchi-nari e nuove apparecchiature compresi nella divisione 28, è agevolabile unicamente il co-sto riferito a questi ultimi beni oggettivamente individuabili.

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Credito d’imposta a effetto ritardato. Le modalità indicate dalla norma con riguar-do all’utilizzo del credito d’imposta tolgo-no appeal all’agevolazione. Il credito d’im-posta è infatti riconosciuto in misura del 15%, ma deve essere ripartito in tre quote annuali di pari importo e indicato nella di-chiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di riconoscimento del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi nei quali il credito è utilizzato. Queste sono le ipotesi che si possono in-contrare:Ipotesi 1• investimento effettuato nel settembre 2014• è riconosciuto un credito d’imposta pari a 90;• lo stesso può essere utilizzato in compen-sazione a partire dal 1° gennaio 2016;• in ognuno dei periodi d’imposta 2016, 2017 e 2018 può essere utilizzato un mas-simo di 30.Ipotesi 2 • investimento effettuato nel gennaio 2015• è riconosciuto un credito d’imposta pari a 90;• lo stesso può essere utilizzato in compen-sazione a partire dal 1° gennaio 2017;• in ognuno dei periodi d’imposta 2017, 2018 e 2019 può essere utilizzato un mas-simo di 30.Il credito di imposta deve essere indicato nel quadro RU del modello di dichiarazione relativo al periodo di imposta nel corso del quale il credito stesso è maturato (i.e., il periodo di imposta in cui sono stati realiz-

zati gli investimenti agevolati) nonché nel quadro RU dei modelli di dichiarazione re-lativi ai periodi di imposta successivi, fi no a quello nel corso del quale se ne conclude l’utilizzo. Per quanto riguarda il modello Unico di quest’anno pertanto il credito d’imposta una volta indicato nel quadro RU fi nirà la sua e rimarrà in stand by.Con riguardo al limite di utilizzo:• il credito di imposta in esame può esse-re fruito annualmente senza alcun limite quantitativo e, pertanto, per importi anche superiori al limite di 250 mila euro appli-cabile ai crediti di imposta agevolativi;• non si applica neanche il limite generale di compensabilità di crediti di imposta e contributi di cui all’articolo della legge 23 dicembre 2000, n. 388, pari a 700 mila euro a decorrere dal 1° gennaio 2014, atteso che tale limite non trova applicazione nei confronti dei crediti di imposta agevolativi per i quali sono previsti appositi stanzia-menti di bilancio Tutto ciò risulta chiaramente dalle istru-zioni al modello unico che prevedono: «il credito d’imposta va ripartito e utilizza-to in tre quote annuali di pari importo, esclusivamente in compensazione (….). La prima quota annuale è utilizzabile a decor-rere dal 1° gennaio del secondo periodo di imposta successivo a quello in cui è stato effettuato l’investimento. Il credito d’im-posta non rileva ai fi ni delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle atti-vità produttive nonché ai fi ni del rapporto di cui agli articoli 61 e 109, comma 5, del Tuir. Il credito non è assoggettato al limi-te annuale di utilizzo di cui al comma 53 dell’articolo 1 della legge 24 dicembre».

Agevolazione poco appetibile

L’esempio di calcolo e la compilazione di Unico

Investimenti 2014 100.000

Investimenti 2014 inf. 10.000 10.000

Investimenti rilevanti 90.000

Investimenti 5 anni precedenti 2013 2012 2011 2010 2009

32.000 30.000 15.000 45.000 30.000

Inv. precedenti rilevanti = 30.000 15.000 45.000 30.000Media 30.000

Calcolo base credito d’imposta

90.000

- 30.000

--------------

60.000

Credito d’imposta 9.000

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13Lunedì 27 Aprile 2015Lunedì 27 Aprile 2015I M P R E S AEntra nel vivo la manifestazione La carica dei 5 mila cantieri per ridare i ato all’edilizia

Il rilancio passa dalle periferieRaccolti progetti da 9 mld per riqualifi care città e scuole

Pagina a cura DI GABRIELE VENTURA

Cinquemila progetti cantierabili da 9 mi-liardi di euro. Con la riqualifi cazione delle

città e delle periferie, la mes-sa in sicurezza degli edifici scolastici, la realizzazione di un piano pluriennale di ridu-zione del rischio idrogeologi-co. Per rilanciare il settore delle costruzioni, che ormai da anni una crisi senza fi ne: 64 miliardi di euro in fumo, 60 mila aziende fuori dal mercato e 800 mila lavoratori lasciati a casa. È il progetto realizzato da Cna Costruzioni, Ance, Anaepa Confartigianato e Alleanza per le Cooperative italiane che verrà presentato mercoledì 29 aprile, a Roma, in occasione della manifesta-zione intitolata «La carica dei cinque mila cantieri per far ripartire l’Italia». L’elenco è stato già consegnato al gover-no, all’allora sottosegretario alla presidenza del consiglio e attuale ministro delle infra-strutture, Graziano Delrio, a gennaio scorso. Ma vediamo nel dettaglio l’attuale situa-zione del settore delle costru-zioni e le proposte delle asso-ciazioni di categoria per il suo rilancio.

La crisi del settore. Dall’inizio della crisi, il setto-

re delle costruzioni ha perso il 32% degli investimenti, pari a circa 64 miliardi di euro; i posti di lavoro persi nelle costruzioni sono 522 mila, che raggiungono le 790 mila unità considerando anche i settori collegati. Nel 2015, in assenza di incisivi interventi di politica economica e di al-lentamento della stretta cre-ditizia per il settore, secondo le associazioni di categoria proseguirà, per l’ottavo anno consecutivo, la crisi delle co-struzioni con un’ulteriore ri-duzione del 2,4% (in partico-lare per le opere pubbliche la previsione è del -4,3%).

I cinquemila cantieri. Per invertire la tendenza, secon-do le associazioni, è necessa-rio partire proprio dai quasi sei mila progetti cantierabili raccolti e presentati al gover-no, che ridarebbero ossigeno a numerose aziende su tutto il territorio. Si va dalla riqua-lifi cazione delle città e delle periferie; alla messa in sicu-rezza degli edifi ci scolastici, che rappresenta un elemen-to centrale della strategia di ripresa dell’economia e del settore; alla realizzazione di un piano pluriennale di ridu-zione del rischio idrogeologico. Da considerare inoltre che ci sono 6 milioni di edifi ci da ri-qualifi care, per ridurre i con-sumi energetici e le emissioni

di gas. Entrando nel dettaglio, i progetti presentati al gover-no vanno da un valore di 100 mila euro fi no a un milione di euro e sono distribuiti su tut-to il territorio nazionale, dal paesino della Sicilia fino al grande centro urbano.

Misure fiscali. Sotto il

profi lo fi scale, invece, le asso-ciazioni defi niscono come prio-rità di intervento anzitutto la modifi ca della disciplina sullo split payment, il nuovo mec-canismo che dal 1° gennaio 2015 pone a carico delle p.a. il versamento dell’Iva relativa alle cessioni di beni e presta-

zioni di servizi effettuate nei confronti delle stesse. L’ap-plicazione dello strumento si traduce, per le imprese, in un incremento del credito Iva, a fronte del quale, però, mancano garanzie in merito ai tempi di rimborso. In par-ticolare, per le associazioni, è necessario prevedere un con-gruo posticipo dell’entrata in vigore della disposizione, sia per consentire alle imprese in-teressate di adeguare i siste-mi di gestione amministrativa delle fatture emesse, sia per ottenere garanzia assoluta sul tempestivo rimborso dei crediti Iva. Altro intervento necessario, dal punto di vista fi scale, riguarda la local tax, che dal 2016 sostituirà tutte le forme di tassazione locale sugli immobili. A parere delle associazioni, risulta necessa-rio semplifi care il macchinoso quadro normativo, introdu-cendo un’imposta unica, sta-bile quantomeno per tre anni e integralmente destinata ai comuni per il fi nanziamento dei servizi, con l’esclusione dell’invenduto delle imprese edili. Infi ne, secondo le asso-ciazioni è opportuno intro-durre una defiscalizzazione dell’acquisto della prima casa a favore di particolari fasce della popolazione, come per esempio giovani coppie.

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Dalle scuole agli interventi per il risparmio energetico, ai problemi idrogeologici. Con progetti di riqualifi cazione del patrimonio pubblico a macchia di leopardo, che vanno da 100 mila euro fi no a un milione, e che potrebbero ridare gas alle piccole aziende del set-tore delle costruzioni. Que-sto l’obiettivo dell’iniziativa messa in moto da Cna Costru-zioni, Ance, Anaepa Confarti-gianato e Alleanza per le Coo-perative italiane. A spiegare i dettagli dell’operazione è Ri-naldo Incerpi, presidente di Cna Costruzioni.

Domanda. Qual è l’obiet-tivo della manifestazione del 29 aprile?

Risposta. Tutto è nato da un incontro, il 15 genna-io scorso, con l’allora sotto-segretario alla presidenza del consiglio, Graziano Delrio, al quale hanno partecipato le quat-tro organizzazioni del settore delle costruzioni. Delrio ci ha fatto pre-sente che il governo avrebbe potuto individuare delle risorse per il ri-lancio del settore. In particolare, ci chiese di presentargli dei progetti cantierabili in tempi stretti, potendo contare su alcune risorse messe a di-sposizione dalla Comunità europea, vale a dire circa un miliardo di euro.

Da parte nostra, attraverso le no-stre strutture territoriali, abbiamo quindi sollecitato in modo capillare le amministrazioni pubbliche locali affi nché ci fornissero l’elenco dei la-vori cantierabili. Così, in poco più di due mesi, siamo arrivati a un nume-ro vicino ai 6 mila progetti, per circa 9 miliardi di euro. A questo punto, a nostro avviso, è arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, sia perché il settore sta attraversando

ormai da anni una crisi profon-da sia perché ci sono interventi che non possono più attendere, come per esempio la messa in sicurezza delle scuole, la preven-zione del rischio idrogeologico, la riqualifi cazione energetica degli edifi ci e la rigenerazione urbana in generale.

D. Come si caratterizzano que-sti progetti?

R. Singolarmente non sono grandi progetti, vanno da un va-lore di 100 mila euro fino a un milione di euro. Non si tratta, in-somma, di grandi infrastrutture ma di tanti lavori che potrebbero rimettere in moto una miriade di piccole aziende.

D. A livello territoriale, invece, qual è la distribuzione di questi progetti?

R. Direi a macchia di leopardo. Dal paesino sperduto della Sicilia fi no a città più importanti. Come

detto, si tratta di piccoli interven-ti che sommati arrivano a un im-porto signifi cativo, riqualifi cando il patrimonio pubblico e ridando ossigeno alle nostre aziende. I nu-meri della crisi del settore, infatti, ormai fanno spavento: più di 800 mila persone hanno perso il lavoro negli ultimi anni e oltre 60 mila aziende sono uscite dal mercato. Stiamo parlando di piccole aziende che lasciano a casa quattro o dieci

persone al massimo.D. Quali sono i prossimi passi di

questa iniziativa?R. Anzitutto, la manifestazione di

mercoledì 29 aprile, dove ci auguria-mo una partecipazione signifi cativa da parte del governo, a partire dal neo ministro delle infrastrutture Delrio ,con il quale abbiamo inizia-to questo importante percorso. Il nostro obiettivo è infatti quello di sensibilizzare l’esecutivo affi nché continui a dialogare, trovando allo stesso tempo nuove risorse da de-stinare al settore dell’edilizia.

D. Dal punto di vista normati-vo, invece, cosa vi aspettate dal governo?

R. In questo momento l’atten-zione è puntata sugli appalti pubblici. Da parte nostra, chie-diamo innanzitutto trasparenza e semplifi cazione delle procedure. Inoltre vorremmo che il mercato degli appalti pubblici diventi più accessibile per le pmi, cosi come invita a fare la direttiva europea. Oltre a questo, teniamo molto alla tematica della sicurezza dei can-tieri. Siamo i primi a credere che sia fondamentale lo sviluppo, at-traverso la sensibilizzazione delle aziende sulla normativa e i corsi di formazione. Chiediamo però che ci sia un unico soggetto addetto al con-trollo e al dialogo.

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GLI OBIETTIVI DELL’INIZIATIVA REALIZZATA CON ANCE, ANAEPA CONFARTIGIANATO, ACI

Cna costruzioni: è ora di passare dalle parole ai fatti

Rinaldo Incerpi

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I numeri della crisi

895 mila

Le imprese operanti nel settore delle costruzioni

1,82 milioni

Gli addetti nel settore delle costruzioni

84% Le imprese di costruzioni individuali

98%Le imprese di costruzioni con meno di 20 addetti

64 miliardi di euro

Quanto ha perso il settore delle costruzioni dall’inizio

della crisi (2007)

-2,5% Il calo previsto per il 2015

522 mila

I posti di lavoro in meno in edilizia dal 2008

68 mila

Le imprese uscite dal mercato dal 2008

-32%La contrazione degli investimenti

in costruzioni dal 20086

milioniGli edii ci da riqualii care per ridurre

i consumi energetici e le emissioni di gas

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14 Lunedì 27 Aprile 2015 I M P R E S APer il Cndcec si può ricorrere al maggior termine, ma deve essere previsto dallo statuto

Più tempo per i bilanci 2014Il nuovo set di Oic tra le cause di rinvio di 60 giorni

Pagina a cura DI ERMANDO BOZZA

Si avvicina la scadenza del termine ordinario per l’approvazione dei bilanci 2014 (30 apri-

le 2015) e inevitabilmente in molte società ci si interroga sulle possibilità di rinvia-re tale termine avvalendosi della deroga di cui all’art. 2364 c.c., per le spa e all’art. 2478-bis per le srl, che con-sente di utilizzare il maggior termine di 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio anzi-ché 120 giorni. Al riguardo il Cndcec, con una propria nota, ha ritenuto di indivi-duare tra le possibili cause di proroga l’adozione dei nuovi principi contabili nazionali, ovviamente nel caso in cui lo statuto sociale ne ammetta la possibilità.

Ad avviso del Cndcec, la ri-visitazione dei principi conta-bili nazionali Oic, da applica-re a partire dai bilanci 2014, incide sia sulla predisposizio-ne dei bilanci stessi sia sulla tenuta della contabilità. Trat-tandosi, infatti, di prima ado-zione del nuovo set di principi contabili e in considerazione dell’ulteriore circostanza che buona parte dei principi sono stati pubblicati nel secondo semestre 2014 (l’Oic 24, prin-cipio sulle immobilizzazioni immateriali, è stato pubbli-cato addirittura a gennaio 2015), ne deriverebbe che in molti casi la struttura della società ne risulti infl uenzata e ciò legittimerebbe il ricorso al maggior termine dei 180 giorni per l’approvazione dei conti 2014.

In prima battuta potrebbe non risultare agevole colle-gare i requisiti richiesti dal codice civile per avvalersi del maggior termine, ossia, le «particolari esigenze» relative alla «struttura» e all’«ogget-to» della società e l’adozione di nuovi principi contabili. In realtà la chiave di lettura va individuata in modo indi-retto visto che in molti casi i nuovi principi Oic richiedono, rispetto al passato, una mi-gliore organizzazione delle funzioni aziendali addette al bilancio sia per quanto riguarda la documentazio-ne di supporto alle scelte di bilancio, sia con riferimen-to ai procedimenti di stima necessari, in molti casi più articolati e puntuali.

Si pensi, al riguardo, all’applicazione del princi-pio Oic 9 che disciplina in modo puntuale le «svaluta-zioni per perdite durevoli di valore delle immobiliz-zazioni materiali e imma-teriali». Tale principio in-dica da un lato i fattori di allarme che devono portare gli amministratori a porsi il problema del test di impai-

rment e dall’altro le modalità operative con cui procedere. Modalità che richiedono la predisposizione di piani previsionali e di tecniche di

redazione degli stessi più o meno complesse a seconda delle dimensioni aziendali. Altri principi contabili che possono determinare impat-ti organizzativi signifi cativi sono anche, per esempio, l’Oic 16 con riferimento alle proce-dure di scorporo dei terreni sottostanti edifi ci e riclassifi -ca del relativo fondo ammor-tamento in un fondo oneri di ripristino e bonifi ca; attività di stima che richiede tempi e organizzazione non indiffe-renti laddove si è in presen-za di numerose casistiche da affrontare; o ancora si pensi al caso della capitalizzazione degli interessi passivi nel co-sto delle immobilizzazioni o nel valore delle rimanenze di immobili; attività di stima che richiede l’elaborazione di schemi extracontabili parti-colarmente complessi. Altre casistiche sono, per esempio, quelle dell’iscrizione di impo-ste differite attive su perdite fiscalmente riportabili che presuppone, per il principio Oic 25, l’elaborazione di pia-ni previsionali dimostranti la capienza dei redditi imponibi-li futuri per il riassorbimento delle perdite, oppure la valu-tazione dei lavori in corso su ordinazione per la quale l’Oic 23 richiede un raccordo molto complesso tra dati previsiona-li e dati consuntivi oltre che a dati di contabilità analitica di cantiere molto attendibili.

È necessaria la previ-sione statutaria. Un primo step necessario per verifi care la possibilità di accedere al maggior termine di 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio sociale per l’approvazione del bilancio è la verifi ca dell’esi-stenza della previsione statu-taria specifi ca.

In assenza della stessa, in-fatti, non è possibile, anche se ricorrono gli altri presupposti citati dagli artt. 2364 e 2478-bis del c.c., derogare dal ter-mine ordinario di 120 giorni. Bisogna fare attenzione che la clausola statutaria non sia estremamente generica, ossia preveda direttamente la con-vocazione dell’assemblea a 180 giorni per l’approvazione del bilancio senza dare alcu-na indicazione circa le «parti-colari esigenze» legittimanti la deroga.

Molteplici sentenze giuri-sprudenziali hanno, infatti, sancito l’illegittimità di tali clausole statutarie. Come ben sottolineato dal Consi-glio notarile di Milano nella massima n. 15/2003, ciò non sta a signifi care che lo statuto debba necessariamente ope-rare una elencazione analiti-ca delle particolari esigenze soprattutto laddove non siano determinabili aprioristica-mente.

© Riproduzione riservata

rment e dall’altro le modalità

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Oltre alla fattispecie particolare dei nuo-vi principi contabili Oic e al caso dell’ob-bligo alla redazione del bilancio conso-lidato, altre fattispecie che potrebbero costituire particolari esigenze connesse alla struttura e all’oggetto della società potrebbero essere, per esempio:• la presenza di partecipazioni in socie-tà controllate e collegate che pur non facendo scattare l’obbligo di redazione del bilancio consolidato (superamento di due dei seguenti tre parametri: Ricavi di euro 35 milioni, totale attivo di euro 17, 5 milioni e 250 dipendenti occupati in media), costituendo parte signifi cativa del bilancio della controllante, deter-mina, per quest’ultima, la necessità di acquisire informazioni e situazioni con-tabili delle partecipate al fi ne di poter correttamente procedere alla correlata valutazione;• l’adozione dei principi contabili inter-nazionali Ias/Ifrs che, in sede di fi rst time adoption, richiede impegni organizzativi rilevantissimi;• cambiamenti nell’organizzazione con-tabile e amministrativa intervenuti a ridosso della redazione del progetto di bilancio quali, per esempio, implementa-zione di un nuovo sistema informatico, cambiamento dell’amministratore dele-gato, del Cfo ecc.;• esistenza di articolazioni produttive e

contabili decentrate in più sedi;• partecipazione della società a opera-zioni straordinarie;• operazioni di rivalutazione dei beni di impresa che comportano laboriose e complesse operazioni quali perizie di stima, elaborazioni di dati contabili spe-cifi ci ecc.- La delibera del cda. La decisione di av-valersi del maggior termine statutario di 180 giorni per la convocazione dell’as-semblea di approvazione del bilancio è materia di competenza dell’organo am-ministrativo. Ne consegue che in dot-trina (ma sul punto si è espressa anche l’amministrazione fi nanziaria con la r.m. 10/503 del 13/3/1976) si è ritenuto op-portuno che gli amministratori facciano constatare la decisione di avvalersi del maggior termine per l’approvazione del bilancio da un verbale nel quale venga-no illustrate quali siano le «particolari esigenze» che consentono la deroga. Riu-nione del cda che dovrebbe essere tenuta entro il termine massimo previsto per la consegna del progetto di bilancio al col-legio sindacale qualora si fosse adottato il termine ordinario di 120 giorni, ossia, 15 giorni prima dell’assemblea. Per il bi-lancio 2014 il termine massimo sarebbe, quindi, spirato il 15 aprile 2015.- L’informativa di bilancio. Gli ammi-nistratori devono illustrare le cause

dello slittamento dei ter-mini ordinari di approva-zione del bilancio nella Relazione sulla gestione redatta ai sensi dell’art. 2428 c.c.Ovviamente nel caso in cui la società dovesse redige-re il bilancio in forma ab-breviata ex art. 2435-bis c.c., causa di esonero dalla redazione della relazione sulla gestione, le infor-mazioni andranno fornite nella Nota integrativa.

Gli altri casi di slittamento

L’approvazione del bilancio 2014

Ordinaria In deroga

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15Lunedì 27 Aprile 2015Lunedì 27 Aprile 2015I M P R E S AI chiarimenti sullo strumento della Fondazione Studi dei consulenti del lavoro

Garanzia senza business planPer il microcredito non ci sarà la valutazione economica

Pagina a cura DI ROBERTO LENZI

La garanzia sul micro-credito sarà concessa senza la preliminare valutazione economi-

co-finanziaria. La Fondazio-ne Studi dei consulenti del lavoro, attraverso la propria circolare numero 8 del 17 aprile scorso, ha fornito alcu-ni chiarimenti sulla prossima attuazione dello strumento della garanzia per il micro-credito.

Garanzia concessa sen-za valutazione economi-co finanziaria da parte del gestore del fondo. La circolare conferma che per l’accesso alla garanzia non ci sarà una valutazione eco-nomico fi nanziaria da parte del gestore del fondo e che quindi all’atto dell’istanza di prenotazione della garanzia e all’atto della presentazione della domanda non sarà ne-cessaria la predisposizione di un progetto imprenditoriale o business plan.

Domande presentabili a maggio. La Fondazione ricor-da che, a oggi, siamo ancora in attesa di pubblicazione in Gazzetta Uffi ciale del decreto

ministeriale. Successivamen-te, verrà pubblicata una cir-colare operativa che darà il via alla presentazione delle domande. Presumibilmente, quindi, l’inizio della proce-dura non avverrà prima del mese di maggio.

Le srl tradizionali non potranno presentare do-manda. La circolare precisa che, in base a quanto previsto dal decreto Mef n. 176/2014, potranno presentare istanza di accesso al microcredito solo le srl semplifi cate. Sono quin-di escluse le srl tradizionali e

le società per azioni.

Tasso effettivo globa-le. Il tasso effettivo globale applicato ai finanziamenti concessi, comprensivo di in-teressi, commissioni e spese di ogni genere, ivi comprese quelle per i servizi ausiliari, non potrà superare il tasso ef-fettivo globale medio rilevato per la categoria di operazioni risultante dall’ultima rileva-zione trimestrale effettuata ai sensi della legge 7 marzo 1996, n. 108, moltiplicato per un coeffi ciente pari a 0,8.

I soci delle srl sempli-fi cate sono esclusi dal fi -nanziamento dei corsi di formazione. La lettera c) dell’articolo 2 del decreto n. 176/2014 prevede che, tra le misure fi nanziabili, ci siano i corsi di formazione volti a elevare la qualità professio-nale e le conoscenze dei la-voratori dipendenti, dell’im-prenditore e del lavoratore autonomo. Tale possibilità è estesa anche ai soci di società di persone e cooperative. La circolare sostiene quindi che risultano esclusi i soci delle srl semplifi cate; queste socie-

tà potranno fi nanziarie sola-mente la formazione rivolta ai dipendenti.

L’impresa/società na-scente dovrà essere iscrit-ta in Cciaa. Come riportato dal sito del gestore del fondo, almeno per la fase di prima attivazione, solo le aziende già esistenti e attive potranno presentare istanza di preno-tazione della garanzia per il microcredito per lo sviluppo dell’attività. Non sarà possi-bile, per contro, presentare istanze per avvio di attività.

Opportuno rivolgersi alla banca prima di pre-notare la garanzia. L’ente gestore ha pubblicato sul proprio sito l’elenco degli operatori accreditati a ero-gare fi nanziamenti garantiti dal fondo. La Fondazione spe-cifi ca che la presenza dell’in-termediario nell’elenco non garantisce che lo stesso sia organizzato per fare opera-zioni di microcredito né che sia interessato a tali attività e per questo motivo nella cir-colare si consiglia di contat-tare l’operatore prima ancora della presentazione della do-manda di prenotazione della garanzia.

© Riproduzione riservata

Professionisti e microimprese sono ai blocchi di partenza per accedere alla sezione microcredito del Fon-do di Garanzia. Sarà presto opera-tivo, grazie al provvedimento che darà il via alla presentazione delle domande, il Fondo sulle operazioni di microcredito. Con i decreti del 24 dicembre 2014 e del 18 marzo 2015, il Ministero dello sviluppo economico aveva introdotto, per la garanzia del microcredito, cri-teri di accesso molto semplifi cati e la possibilità per l’impresa di effettuare la prenotazione online. La nuova misura può contare, per l’anno in corso, su 30 milioni di euro, a cui si aggiungono i versa-menti volontari effettuati da enti, associazioni, società o singoli cit-tadini, per un totale complessivo destinato alla misura pari a 40 mi-lioni di euro. Tali risorse saranno utilizzate per favorire la conces-sione di fi nanziamenti attraverso la garanzia pubblica.

Garanzia per professionisti e im-prese. I soggetti beneficiari che possono ottenere la garanzia sono le imprese costituite e i professio-nisti titolari di partita Iva da non più di cinque anni. Sono esclusi i professionisti e le imprese che hanno più di 5 dipendenti, o 10 nel caso di Società di persone, srl semplifi cate, cooperative. Oltre a questo, l’attivo patrimoniale non può risultare superiore a 300 mila euro, i ricavi lordi l’importo di 200 mila euro e il livello di indebita-

mento non deve essere superiore a 100 mila euro. I professionisti, inoltre, devono essere iscritti agli ordini professionali o aderire alle associazioni professionali iscritte nell’elenco tenuto dal Ministero dello sviluppo economico ai sensi della legge 4/2013.

Sostegno a investimenti, assun-zioni e formazione. Sono ammissi-bili alla garanzia del Fondo i fi nan-ziamenti fi nalizzati all’acquisto di beni e servizi direttamente connes-si all’attività svolta, al pagamento di retribuzioni di nuovi dipendenti o soci lavoratori e al sostenimento dei costi per corsi di formazione. Sono compresi anche il pagamento dei canoni del leasing, il microle-asing fi nanziario e il pagamento delle spese connesse alla sottoscri-zione di polizze assicurative.

Previsti anche servizi di tutorag-gio. Le imprese e i professionisti che accedono alla garanzia do-vranno anche usufruire, in fase di istruttoria e durante il periodo di rimborso, di almeno due dei servizi ausiliari di assistenza e monitorag-gio direttamente da parte del sog-getto che eroga il fi nanziamento. Tali servizi potranno riguardare il supporto alla defi nizione della strategia di sviluppo, la formazione sulle tecniche di amministrazione o sull’uso di tecnologie avanzate, la defi nizione di strategie di mar-keting, il supporto per la soluzione di problemi legali, fi scali e ammi-

nistrativi o per l’individuazione di criticità del progetto fi nanziato.

Finanziamento fino a 35 mila euro. L’impresa o il professionista potrà ottenere un fi nanziamento in forma di microcredito fino a 25 mila euro. Tale importo potrà essere elevato fi no a 35 mila euro qualora il fi nanziamento preveda l’erogazione frazionata e subordi-nando i versamenti successivi ai primi al pagamento puntuale delle ultime sei rate pregresse e al rag-giungimento dei risultati intermedi stabiliti dal contratto. La durata massima del fi nanziamento non po-trà superare i sette anni. In caso però di fi nanziamenti per corsi di formazione, anche di natura univer-sitaria o post-universitaria, volti ad agevolare l’inserimento nel merca-to del lavoro delle persone fi siche benefi ciarie del fi nanziamento, per i quali la durata è coerente con il piano di formazione fi nanziato, la durata potrà arrivare a dieci anni.

Garanzia gratuita dell’80%. La co-pertura della garanzia per tutte le operazioni di microcredito è quella massima prevista in base alla nor-mativa in vigore; il Fondo intervie-ne infatti fi no all’80% dell’ammon-tare del fi nanziamento concesso, sia in forma di garanzia diretta sia sull’importo garantito da Confi di o da Altro Fondo di garanzia, a con-dizione che le garanzie da questi rilasciate non superino l’80% del fi nanziamento (Controgaranzia).

La concessione della garanzia è completamente gratuita, non com-portando il pagamento di alcuna commissione al Fondo.

La garanzia sarà prenotabile. Così come per la sezione del Fondo dedi-cata alle imprese femminili, anche la garanzia sul microcredito potrà essere prenotata attraverso un’ap-posita sezione dedicata sul sito internet del Fondo di garanzia. La garanzia dovrà essere richiesta pri-ma della domanda di fi nanziamento a un soggetto abilitato quali ban-ca o intermediario fi nanziario. La procedura telematica emetterà una ricevuta, con relativo codice identi-fi cativo, che attesta la prenotazione e che il benefi ciario potrà stampare e portare al soggetto fi nanziatore. La prenotazione resterà valida per cinque giorni, entro i quali dovrà essere confermata telematicamente da un soggetto disponibile a conce-dere il fi nanziamento: una banca, un intermediario fi nanziario vigila-to o a un operatore di microcredito (ex art. 111), abilitati alla presen-tazione delle richieste di garanzia al Fondo. Dopo questa conferma, la prenotazione resterà valida per 60 giorni, entro i quali il soggetto fi nanziatore dovrà inviare al Fon-do la richiesta di ammissione alla garanzia. Fanno eccezione a que-sta procedura le regioni Toscana, Marche e Abruzzo nelle quali la ri-chiesta di ammissione potrà essere presentata solo per il tramite di un confi di.

Fondo, professionisti e imprese ai blocchi di partenza

ministeriale Successivamen- le società per azioni I soci delle srl sempli-

La garanzia in sintesi

Benefi ciari Importo fi nanziamento

Spese fi nanziabili

Garanzia concessa

Presentazione istanze

Imprese costituite e professionisti titolari di partita Iva da non più di 5 anni. Sono escluse le impre-se con oltre 10 dipendenti e oltre 200 mila euro di ricavi lordi

Massimo 25 mila, elevabi-le a 35 mila euro in caso di erogazione frazionata

Acquisto di beni e ser-vizi, retribu-zioni nuovi dipendenti, formazione, canoni lea-sing, polizze assicurati -ve

Gratuita a coper tu ra d e l l ’ 8 0 % del i nanzia-mento

Prevista per maggio (in atte-sa di circolare operativa)

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16 Lunedì 27 Aprile 2015 I M P R E S ALo ha precisato il Mise: occorre una dichiarazione sostitutiva di atto notorio

Sabatini, il cambio è possibileAmmessa la sostituzione del bene deteriorato o difettoso

Pagina a cura DI CINZIA DE STEFANIS

La Sabatini si apre alla sostituzione del bene strumentale deterio-rato o difettoso agevo-

lato. Il bene deteriorato o con difetto di fabbrica, entro i tre anni dall’ultimazione dell’in-vestimento, può essere sosti-tuito con uno nuovo. Purché l’impresa ne dia comunicazio-ne al ministero dello svilup-po economico attraverso una dichiarazione sostitutiva di atto notorio fi rmata digital-mente dal legale rappresen-tante. Quest’ultima va invia-ta via Pec e nella stessa deve essere riportata la descrizio-ne nonché i dati identifi cativi del bene sostitutivo. Queste le nuove risposte formulate dal ministero dello sviluppo economico, contenute in una serie di faq aggiornate al 10 aprile 2015 in materia di ac-quisto beni strumentali (la cosiddetta Sabatini-bis).

Erogazione contributo. L’impresa può richiedere l’erogazione del contributo Mise legato alla nuova Sa-batini (acquisto macchinari o beni strumentali) entro 60 giorni dalla data di conclu-sione dell’investimento. Le richieste di erogazione sono evase dal Mise entro un ter-mine di 30 giorni dalla data di ricezione della domanda completa, fatti salvi i tempi necessari per l’acquisizione delle certifi cazioni rilascia-te da altri soggetti pubblici. L’impresa che presenta la ri-chiesta di erogazione del con-tributo Mise dopo il 31 otto-bre non perde l’annualità del contributo, che sarà erogata l’anno successivo. L’investi-mento deve essere concluso entro il periodo massimo di 12 mesi dalla data di stipu-la del contratto di fi nanzia-mento, indipendentemente dalla durata del preammor-tamento. Queste alcune delle risposte fornite dal ministe-ro dello sviluppo economico (aggiornate al 4 marzo 2015) in merito alle agevolazioni legate ai beni strumentali o aziendali (cosiddetta Sabati-ni-bis). Il contributo conce-dibile è pari all’ammontare complessivo degli interessi calcolati al tasso del 2,75% su un piano convenzionale di ammortamento, con rate semestrali costanti e della durata di cinque anni, di importo corrispondente al fi nanziamento. Ciascuna ri-chiesta di erogazione del con-tributo Mise successiva alla prima potrà essere inoltrata, annualmente, solo se decor-si 12 mesi dalla richiesta di erogazione precedente, nel rispetto del piano temporale riportato nel decreto di con-cessione.

Ultimazione investi-mento. La dichiarazione so-stitutiva di atto di notorietà attestante l’avvenuta ultima-zione dell’investimento legato alla nuova Sabatini deve esse-re resa dall’impresa, entro 60 giorni dall’ultima tra la data di conclusione dell’investimento e quella del decreto di conces-sione del contributo da parte del ministero dello sviluppo economico. Nell’elenco dei beni oggetto dell’agevolazione per i beni in leasing è necessario indicare, nella dichiarazione di ultimazione dell’investimento, gli estremi del verbale di con-segna dei beni stessi rilasciato dalla società di leasing. La di-chiarazione di ultimazione può essere trasmessa solo dopo l’emissione di tutte le fatture,

ma non è necessario il paga-mento delle stesse che, invece, rileva ai fi ni della presentazio-ne della richiesta di erogazio-ne in cui l’impresa dichiara di aver effettuato il pagamento a saldo, allegando le liberatorie dei fornitori.

In sede di dichiarazione sostitutiva d’atto notorio di ultimazione dell’investimen-to legato alla Sabatini-bis,

l’impresa fornisce l’elenco dei beni oggetto di agevolazione e i relativi riferimenti. Il Mise si riserva di effettuare appositi controlli sugli investimenti realizzati, fi nalizzati alla ve-rifi ca della corretta fruizione delle agevolazioni. A tal fi ne il ministero può acquisire dall’impresa benefi ciaria, an-che prima dell’erogazione delle agevolazioni, un campione dei

titoli di spesa nonché dispor-re apposite ispezioni in loco. I beni usati non sono agevolabili da parte della nuova Sabatini. L’acquisizione da parte di un investitore indipendente degli attivi direttamente connessi a un’unità produttiva chiusa o a rischio di chiusura è una delle tipologie di investimen-to previste dal regolamento 800/2008, ma nel caso di spe-cie può rientrare nelle spese ammissibili esclusivamente l’acquisto di beni strumentali nuovi di fabbrica funzionali a completare la riattivazione in questione. In caso di investi-mento in leasing la dicitura sulle fatture dovrà essere ap-posta da parte della società di leasing, che resta in possesso delle fatture stesse. In caso di investimento in ordinario la dicitura dovrà essere apposta da parte dell’impresa benefi -ciaria. Nel rispetto di quanto previsto all’articolo 10 comma 4 del dm 27 novembre 2013, la fattura che nel corso di con-trolli e verifi che venga trovata sprovvista di tale dicitura, non è considerata valida e deter-mina la revoca della quota corrispondente di agevolazio-ne. Non è agevolabile con la nuova Sabatini l’acquisto di un componente nuovo di fab-brica necessario per realizza-re un impianto attraverso una commessa interna di lavora-zione. In quanto il decreto beni strumentali fi nanzia l’acquisto o l’acquisizione in leasing di beni che presentano autono-mia funzionale e sono esclusi i costi relativi a commesse in-terne. Gli investimenti devono essere conclusi entro il periodo di preammortamento o prelo-cazione e comunque entro 12 mesi dalla data di stipula del

contratto di fi nanziamento. Il fi nanziamento deve avere durata massima di cinque anni dalla data di stipula del contratto di fi nanziamento o di leasing, comprensiva del periodo di preammortamen-to o di prelocazione.

Altre agevolazioni. La procedura automatica della «nuova Sabatini» che pre-vede una tempistica spe-cificamente definita dalla normativa, non consente la gestione di ulteriori proce-dure di concessione di altre agevolazioni con iter non ancora concluso. La proce-dura, infatti, non prevede la presentazione di docu-

mentazione integrativa oltre al modulo di domanda e ai re-lativi allegati e nel modulo di domanda stesso ogni impresa dovrà esercitare necessaria-mente una delle due opzioni previste: «dichiarazione di non aver richiesto e/o ottenuto altre agevolazioni oppure «di-chiarazione di essere stata as-segnataria di agevolazioni».

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Imprese estere all’incasso della prima quota dei contributi Mise legati alla Saba-tini-bis (acquisto macchinari o beni stru-mentali). L’impresa estera che alla data di presentazione della domanda della prima quota di contributo Mise - Sabatini-bis non avesse sede operativa in Italia, nel-la richiesta dovrà inserire i dati relativi alla sede operativa attivata sul territorio nazionale alla data di trasmissione della dichiarazione di ultimazione. Ai fi ni della trasmissione della richiesta di erogazione della prima quota di contributo, l’impresa benefi ciaria estera, dopo la ricezione del decreto di concessione, deve inoltrare la richiesta al Mise esclusivamente attra-verso l’accesso alla piattaforma https://benistrumentali.incentivialleimprese.gov.it/Imprese, inserendo le credenziali che le vengono trasmesse dallo sviluppo econo-mico. Questo è quanto si legge nella guida alla trasmissione della richiesta di eroga-zione della prima quota di contributo ru-bricata (aggiornata alla fi ne di febbraio) del ministero dello sviluppo economico. Le credenziali di accesso sono inviate via Pec all’indirizzo di posta elettronica cer-tifi cata dell’impresa estera e italiana. Contestualmen-te viene trasmessa all’indi-rizzo e-mail del «referente da contattare per eventua-li comunicazioni» indicato nel modulo di domanda, una comunicazione infor-

mativa circa l’avvenuto invio delle sud-dette credenziali alla Pec dell’impresa. Una volta effettuato l’accesso alla piatta-forma compare una schermata contenente l’elenco di tutte le domande caricate per il soggetto benefi ciario (Pmi), per il qua-le è stato adottato e trasmesso, dal Mise alla Pmi, il relativo provvedimento di con-cessione relativo all’impegno dell’anno in corso. In corrispondenza di ciascuna domanda caricata o decretata, l’impresa potrà visualizzare il pulsante denominato «1° fase - compila moduli» relativo alla dichiarazione ultimazione investimento, cliccando il quale si apre un form che deve essere compilato dalla Pmi in ogni sua parte. Alcuni campi di tale form risul-tano precompilati in automatico in base alle informazioni disponibili all’interno della piattaforma informatica, a seguito della presentazione dell’istanza (da Pmi a banca/intermediario fi nanziario) e del successivo invio della delibera bancaria (da banca/intermediario fi nanziario al Mise). Dette informazioni possono es-sere modifi cate dalla Pmi.

Imprese estere all’incasso

Gli step per sostituire beni difettosi

Bene difettoso o deteriorato

Il bene deteriorato o con difetto di fabbrica entro i tre anni dall’ultimazione dell’investimento può essere sostituito con uno nuovo

Comunicazione

L’impresa ne dia comunicazione al ministero dello sviluppo economico attraverso una dichiarazione sostitutiva di atto notorio i rmata digitalmente dal legale rappresentante, da trasmettere via Pec, in cui deve essere riportata la descri-zione nonché i dati identii cativi del bene sostitutivo

Conclusione investimento

Gli investimenti devono essere conclusi entro il periodo di preammortamento o prelocazione e comunque entro 12 mesi dalla data di stipula del contratto di i nanziamento

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17Lunedì 27 Aprile 2015Lunedì 27 Aprile 2015I M P R E S AL’Inps sul tetto annuo dei compensi per il lavoro accessorio: 6 euro in più sul 2014

Voucher con perimetro strettoI limiti passano a 6.746 € e 2.693 per i professionisti

Pagina a cura DI DANIELE CIRIOLI

Nemmeno un voucher in più, nel 2015, per i lavoratori occasiona-li. I limiti annui dei

compensi che legittimano il lavoro accessorio, infatti, passano, nella generalità dei casi, da 6.740 euro a 6.746 euro lordi (6.666 nel 2013) e, nel caso di imprese e pro-fessionisti, da 2.690 euro a 2.693 euro (2.666 euro nel 2013). Dunque soltanto «6 euro» in più rispetto al 2014 (il taglio di un voucher è di 10 euro!), per un esercito di prestatori di lavoro che ha raggiunto nel 2013 oltre 614 mila addetti e un volume di buoni-lavoro venduti di circa 41 milioni, tendenzialmente in crescita (nel I semestre del 2014 i buoni venduti sono sta-ti 28.568.834).

Voucher liberi. Quelle di lavoro accessorio sono pre-stazioni che non danno luogo, con riferimento alla totalità dei committenti, a compen-si superiori a «5 mila» euro nel corso di un anno solare: ciò basta a rendere legittima l’attività di tipo occasionale, da retribuire con il sistema dei buoni-lavoro. La nozio-ne è radicalmente cambiata rispetto al passato, quando invece occorreva riferirsi a causali soggettive e oggettive, cioè a categorie di prestatori di lavoro e ai settori di attivi-tà; oggi, per la loro legittimi-tà, è necessario e suffi ciente che le prestazioni di lavoro vengano retribuite nel limi-te di «5 mila» euro nell’anno solare, limite valido con rife-rimento al singolo lavoratore a prescindere dal numero di committenti. Solo se il com-mittente è un’impresa o un professionista, accanto al li-mite di «5 mila euro» occorre soddisfare un ulteriore limi-te: sempre con riferimento all’anno solare non si può andare oltre i «2 mila euro» di voucher a favore del singo-lo committente, cioè del pro-fessionista o dell’azienda. In-somma i limiti quantitativi dei voucher sono oggi gli uni-ci elementi di qualifi cazione del lavoro accessorio: quando rispettati, bastano da soli a garantire la legittimità delle prestazioni. Viceversa quan-do vengono superati si de-termina una violazione della disciplina normativa cui non può che conseguire, secondo il ministero del lavoro, «una trasformazione» del rapporto in quella che costituisce «la forma comune di rapporto di lavoro», ossia in rapporto di lavoro dipendente a tempo in-determinato, con applicazione delle relative sanzioni civili e amministrative. Ciò almeno con riferimento ai casi in cui

le prestazioni siano rese nei confronti di impresa o profes-sionista e risultino funzionali all’attività di impresa o pro-fessionale» (Ministero del la-voro, circolare n. 4/2013).

La comunicazione all’In-ps. Attenzione. Quale unico, ma obbligatorio adempimen-to, è previsto che i commit-tenti, prima di dare inizio alla prestazione, effettuino una comunicazione «d’inizio attività» all’Inps, indicando i

dati anagrafi ci e il codice fi -scale propri e del prestatore di lavoro; il luogo dove si svol-gerà l’attività lavorativa e il periodo di durata presunto. Tale comunicazione, nonché le eventuali successive co-municazioni di variazione del lavoro occasionale vanno ef-fettuate all’Inps, come detto, esclusivamente in modalità telematica, tramite i seguen-ti canali:

• procedura informatica disponibile sul portale del

sito www.inps.it accessibile tramite i seguenti percorsi alternativi:

o per i committenti muniti di Pin: Servizi OnLine – La-voro Occasionale Accessorio – Committenti/Datori di La-voro (accesso con Pin);

o per i possessori di voucher (accesso con codice fi scale e codice di controllo): Servizi OnLine – Lavoro Occasiona-le Accessorio – Attivazione voucher Inps;

o per i delegati: Servizi On-

Line – Lavoro Occasionale Accessorio – Consulenti as-sociazioni e delegati (accesso con Pin).

• contact center Inps-Inail al numero 803164 gratuito da telefono fi sso, oppure da cellulare al n. 06164164, con tariffazione a carico dell’uten-za chiamante;

• sede Inps.I tetti per il 2015. I li-

miti di legittimità (5 mila e 2 mila euro) – che da soli, si ripete, garantiscono la le-gittimità delle prestazioni – sono soggetti a rivalutazione annuale sulla base del tasso Istat. L’Inps con circolare n. 77/2015 ha fi ssato i valori dei limiti validi per l’anno solare 2015 a seguito della rivalu-tazione al tasso dello 0,2%. I limiti valgono per anno sola-re, come detto, e vanno intesi come ricavo effettivo del lavo-ratore, cioè al netto del 25% di oneri che sono destinati a Inps (13%), Inail (7%) e con-cessionario voucher (5%). Gli importi da prendere a riferi-mento per l’anno 2015 (anno solare) sono:

• totalità dei commit-tenti = euro 6.746 lordi;

• imprese o professio-nisti = euro 2.693 lordi;

• totalità dei commit-tenti = euro 5.060 netti;

• imprese o professio-nisti = euro 2.020 netti.

Il sistema dei «buoni» (voucher). Il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio avviene attraver-so il meccanismo dei «buo-ni», ossia voucher, il cui va-lore nominale è di 10 euro per 1 ora di lavoro. Esistono buoni multiplo di 50 euro equivalente a cinque buoni non separabili e da 20 euro equivalente a due buoni non separabili. Il valore nominale (10, 20 o 50 euro) è compren-sivo della contribuzione (pari al 13%) a favore della gestio-ne separata Inps; di quella in favore dell’Inail per l’assicu-razione infortuni (7%) e di un compenso al concessionario (sempre l’Inps), per la ge-stione del servizio, pari al 5%. Il valore netto del voucher da 10 euro nominali, cioè il corrispettivo netto intascato dal lavoratore, è quindi pari a 7,50 euro; 1,3 euro vanno alla gestione separata Inps, 0,7

all’Inail e 0,5 euro all’Inps per il servizio di riscossione. Il va-lore netto del buono multiplo da 50 euro è pari a 37,50 euro; 6,5 euro vanno alla gestione separata Inps, 3,5 all’Inail e 2,5 euro all’Inps per il servizio riscossione. Il netto del buono multiplo da 20 euro intascato dal lavoratore è di 15 euro; 2,6 euro vanno alla gestione sepa-rata Inps, 1,4 all’Inail e 1 euro ancora all’Inps per il servizio riscossione.

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I vincoli per il lavoro occasionale accessorio

Settore Attività Prestatori di lavoro Committenti

Tutti, ad eccezione di quello agricolo

Tutti: disoccupati, occupati (autonomi e/o dipendenti), pensionati, studenti ecc.

Tutti

Agricolo (escluse attività stagionali)

Tutti purché non iscritti l’anno prima in elenchi anagrai ci di lavoratori agricoli: disoccupati, occupati, pensionati ecc.

Datori di lavo-ro agricoli con volume d’affari annuo fino a 7.000 euro

Agricolo, attività stagionali (ven-demmia, raccolta olive ecc.)

Pensionati; • giovani con meno di 25 anni stu-• denti di istituto scolastico di ogni ordine e grado solo nei periodi di «vacanza» (1);giovani con meno di 25 anni, stu-• denti universitari

Datori di lavo-ro agricoli con volume d’affari annuo oltre i 7.000 euro

I VINCOLI PER I COMMITTENTI

Tipologia com-mittente

Vincoli

Tutti e settore agricolo

Limite economico (voucher) per il prestatore nell’anno solare di 5.060 euro netti (6.746 lordi) con la totalità dei committenti

Solo imprese e professionisti

Limite economico (voucher) per il prestatore nell’anno solare:

di 5.060 euro netti per anno solare (6.746 lordi) con • la totalità dei committenti;di 2.020 euro netti per anno solare (2.693 lordi) con • singola azienda/professionista

(1) Per «vacanze estive» si intende il periodo dal 1° giugno al 30 settembre; per «vacanze natalizie» il periodo dal 1° dicembre al 10 gennaio; per «vacanze pasquali» il periodo dalla domenica delle Palme al martedì dopo il lunedì dell’Angelo.

le prestazioni siano rese nei dati anagrafici e il codice fi- sito www inps it accessibile

Il contributo versato alla gestione separa-ta (oggi al 13%, ma è possibile aumentarlo con decreto del ministero del lavoro) può in-cidere soltanto sulla misura di un’eventuale pensione cui il lavoratore abbia diritto (per altro lavoro), perché il periodo lavorato con i voucher è praticamente impossibile che possa essere considerato ai fi ni del requi-sito dell’anzianità contributiva. In tal caso, infatti, entra in gioco il «minimale» di accre-dito contributivo vigente per la gestione se-parata Inps. Tale «minimale» richiede che, affi nché un lavoratore possa avere accre-ditato 1 anno di contributi utili per la pen-sione (cioè 1 anno da contare, per esempio, per raggiungere i 20 anni di contributi che servono per la pensione di vecchiaia), occor-re che egli guadagni un compenso annuo nel

2014 non inferiore a 15.540 euro. Va da sé che ciò è matematicamente impossibile, poi-ché un lavoratore occasionale non può in un anno solare guadagnare più di 6.746 euro di voucher; pertanto, il diritto a 1 anno di contribuzione, in teoria, può essere raggiun-to soltanto dopo aver lavorato per 3 anni a pieno ritmo. Ma, in tal modo, per arrivare a maturare i 20 anni (minimo) necessari per la pensione di vecchiaia servirà lavorare per 60 anni! Cosa, dunque, impossibile. Va ricordato inoltre che i contributi versati alla gestione separata mediante i voucher non sono utili (stavolta per defi nizione di legge) per nessuna prestazione di maternità, di malattia, di assegni al nucleo familiare ecc., e nemmeno per perfezionare i requisiti per Aspi, mini-Aspi e nuove Naspi.

Tassa contributiva senza prestazioni

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18 Lunedì 27 Aprile 2015 P R E V I D E N Z AMessaggio Inps sull’indennità speciale: trattamento applicabile i no al 31/12/2016

Solidarietà parificata alla cigsCon licenziamento collettivo sì alla disoccupazione edile

Pagina a cura DI DANIELE CIRIOLI

Il licenziamento collettivo dà diritto all’indennità di disoccupazione edile se l’impresa non è in grado

di assicurare l’impiego dei lavoratori dichiarati in esu-bero in un contratto di soli-darietà. Lo spiega il messag-gio n. 2526/2015, in cui l’Inps equipara il contratto di soli-darietà difensivo alla cassa integrazione straordinaria sulla base di indicazioni del ministero del lavoro.

La disoccupazione edi-le. La «disoccupazione spe-ciale edile» è la prestazione riservata ai dipendenti occu-pati nel settore dell’edilizia (appunto), compresi i soci lavoratori dipendenti di coo-perative edili licenziati per:

• cessazione dell’attività aziendale;

• ultimazione del cantiere o delle singole fasi lavorati-ve;

• riduzione di personale:• fallimento di aziende edi-

li e affi ni anche del settore artigiano

Non spetta, invece, ai la-voratori che si dimettono volontariamente (eccezion fatta soltanto per le lavora-trici in maternità); ai lavora-tori licenziati per motivi non contingenti all’azienda; agli extracomunitari con permes-so di soggiorno stagionale; ai lavoratori parasubordinati (lavoro a progetto, co.co.co., ecc.); agli apprendisti; ai diri-genti; ai lavoratori titolari di pensione diretta; ai lavorato-ri licenziati per fi ne contratto a termine; ai lavoratori che vengono avviati al lavoro tra-mite somministrazione. Per il diritto alla disoccupazione speciale edile, i lavoratori devono far valere i seguenti requisiti:

• almeno 10 contributi mensili o 43 contributi set-

timanali per lavoro prestato nel settore dell’edilizia nei due anni precedenti la data del licenziamento; sono utili anche i contributi relativi a periodi assicurativi maturati in Paesi convenzionati pur-ché si riferiscano a lavoro effettuato nel settore edile;

• dare la propria disponi-bilità a svolgere attività la-vorativa presso i centri per l’impiego (tale ‘disponibilità’ ora non deve essere più resa, in quanto contenuta nelle dichiarazioni obbligatorie, le Co, che hanno i datori di lavoro).

Da notare che, invece, non è richiesto il requisito del biennio di anzianità nell’as-sicurazione contro la disoc-cupazione che è presente sia per l’ex trattamento di disoc-cupazione ordinaria che per la nuova Aspi. La «disoccu-pazione speciale edile» non è una prestazione alternativa assoluta al trattamento or-dinario di disoccupazione (l’ex o l’Aspi): è il lavoratore a scegliere tra l’una o l’altra.

Infatti, all’atto di presentare la domanda di pagamento del sostegno al reddito il lavora-tore è tenuto a precisare se:

• intende percepire il trattamento speciale per l’edilizia ai sensi dell’ex lege 427/1975;

• scegliere di percepire l’indennità ordinaria di di-soccupazione, oggi Aspi.

In sostanza, come spiegato dall’Inps, la scelta è soltan-to relativa al trattamento dei primi 90 giorni quanto cioè dura la disoccupazione speciale.

In scadenza al 30 dicem-bre 2016. Con un interpello formulato al ministero del lavoro, l’Associazione nazio-nale costruttori edili (Ance) ha chiesto chiarimenti sulla corretta applicazione della disciplina del trattamen-to di disoccupazione edile dopo l’entrata in vigore del-la riforma Fornero (legge n. 92/2012). Tale legge, nell’in-trodurre un sistema unico di protezione dalla disoccu-

pazione involontaria (Aspi e mini-Aspi), ha abrogato molti trattamenti previgen-ti tra cui quello per l’edilizia. L’abrogazione tuttavia ha effetto dal 1° gennaio 2017; pertanto, la disciplina rimar-rà pienamente operativa per i licenziamenti intervenu-ti fi no al 30 dicembre 2016 (così l’Inps nella circolare n. 2/2013).

L’Ance ha chiesto di sapere se risulta applicabile il punto 3 della delibera Cipi del 19 ottobre 1993, che fi ssa in 40 unità il numero dei lavora-tori licenziati cui applicare il trattamento di disoccu-pazione «nelle circoscrizioni che presentino un rapporto superiore alla media nazio-nale fra iscritti alla prima classe di collocamento e la popolazione residente in età da lavoro».

Il ministero ha risposto af-fermativamente, precisando di ritenere tuttora valida-mente operante la disoccu-pazione speciale per l’edili-zia come disciplinata prima

dell’entrata in vigore della legge n. 92/2012. Quindi in base alle regole individuate dalla citata Delibera Cipi del 1993 e dal dm 14 gen-naio 2003, che individua gli ambiti circoscrizionali che presentano un rapporto su-periore alla media nazionale tra iscritti alla prima classe delle liste di collocamento e la popolazione residente, os-sia gli ambiti interessati dal trattamento di disoccupazio-ne edile. Il dm, in particolare, fi ssa la predetta percentuale (rapporto) al 18,4% e contie-ne in allegato un elenco delle

circoscrizioni territoriali che hanno un rapporto percen-tuale superiore.

Pertanto, in assenza dell’emanazione di nuovi decreti, il ministero stabili-sce che si possa continuare a ritenere ancora utili, ai fi ni della fruizione del trattamen-to speciale di disoccupazione edile, le predette condizioni, ossia l’appartenenza terri-toriale dell’azienda che ef-fettua i licenziamenti a una circoscrizione con rappor-to superiore al 18,4% e un numero di licenziamenti di almeno 40 unità a causa di gravi crisi dell’occupazione. A queste condizioni, i lavo-ratori licenziati fi no al 30 di-cembre 2016 continuano ad avere diritto al trattamento speciale di disoccupazione per l’edilizia.

Nel messaggio n. 2526/2015 l’In-ps spiega di aver ricevuto diversi quesiti sulla legittimità dell’even-tuale riconoscimento del tratta-mento di disoccupazione speciale per l’edilizia, ex art. 3, della legge n. 451/94 e dell’indennità di mobi-lità, ex art. 4, comma 1, legge n. 223/1991 a seguito della cessazio-ne del rapporto di lavoro, seguita al termine del trattamento di so-stegno del reddito derivante da un contratto di solidarietà difensivo ex lege n. 863/1984; ciò sul presup-posto che detto ultimo trattamen-to sia da considerare alla stregua di un trattamento di integrazione salariale straordinario.

Il ministero del lavoro, solleci-tato dall’Inps, con nota del 2 mar-

zo 2015 protocollo n. 40/5226, ha chiarito che vi è un’equiparazio-ne del trattamento d’integrazione salariale, corrisposto nell’ambito del contratto di solidarietà difen-sivo, a quello corrisposto nell’am-bito della cigs in base a quanto disposto dall’art. 1, comma 9, del-la legge n. 223/1991 e dall’art. 1, comma 2 terzo periodo, del dl n. 726/1984, convertito dalla legge n. 863/1984, ai sensi del quale il trattamento di integrazione sala-riale concesso nell’ambito di un contratto di solidarietà difensivo grava sulla contabilità separata dei trattamenti straordinari del-la cassa integrazione guadagni. Il ministero, inoltre, ha precisato che l’interpretazione analogica

si fonda anche sul principio del favor lavoratoris che impone di non adottare criteri discrimina-tori nei confronti dei lavoratori, garantendo agli stessi parità di trattamento nelle ipotesi in cui il licenziamento sia avvenuto in momenti diversi, sia pure nell’am-bito di un unico processo di ridi-mensionamento aziendale, legato a interventi concomitanti o senza soluzione di continuità di cigs e di mobilità. Pertanto, alla luce di tale equiparazione, il ministero ha ulteriormente chiarito che:

1. il dato dimensionale utile alla verifi ca per l’accesso ai benefi ci della mobilità può essere ricercato anche al momento della concessio-ne del trattamento straordinario

di integrazione salariale corri-sposto nell’ambito del contratto di solidarietà difensivo (cioè in analogia a quanto ribadito dallo stesso ministero nell’interpello n. 29/2012);

2. è possibile riconoscere il trat-tamento speciale di disoccupazio-ne edile di cui all’art. 3, comma 3, della legge n. 451/1994 anche ai lavoratori licenziati a seguito di procedura di licenziamento col-lettivo di cui all’art. 4 della legge n. 223/1991 avviata dall’impresa che non sia in grado di assicurare l’impiego dei lavoratori dichiarati in esubero e gestiti in medio tem-pore con il ricorso al contratto di solidarietà.

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Le indicazioni guida del ministero del lavoro

La disoccupazione speciale edile

A chispetta

Ai lavoratori licenziati entro il 30 dicembre 2016 da aziende edili di circoscrizioni territoriali con rapporto tra iscritti alla prima classe delle liste di collocamento e popolazione residente superiore al 18,4% (media nazionale)

Quando spetta

Il trattamento speciale spetta se i licenziamenti sono stati almeno 40 e a causa di grave crisi dell’occupazione

Quanto dura

Il trattamento speciale è corrisposto per un massimo di 90 giorni. Qualora ricorrano i requisiti anche per il trattamento ordinario di disoccupazione, (perfezionamento del requisito delle 52 settima-ne anche in settori diversi dall’edilizia e del biennio di anzianità assicurativa), terminato il godimento del trattamento speciale si ha diritto all’indennità ordinaria di disoccupazione per altri:

9 mesi, qualora il lavoratore, alla data di licenziamento superi • i 50 anni di età; 5 mesi, qualora non superi alla data del licenziamento i 50 • anni di età.

Il licenziamento collettivo dà dirit-to all’indennità di

disoccupazione edile se l’impresa non è in grado di assicurare l’impiego dei lavora-tori dichiarati in esu-bero in un contratto

di solidarietà

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19Lunedì 27 Aprile 2015Lunedì 27 Aprile 20A M B I E N T EDal MinAmbiente le istruzioni per la cancellazione dal tracciamento telematico di rii uti

Sistri, la via d’uscita è onlineInteressate aziende e mezzi di trasporto non obbligati

Pagina a cura DI VINCENZO DRAGANI

Diramate dal Mi-nAmbiente lo scor-so 23 aprile 2015, tramite il relativo

portale istituzionale Sistri.it, le istruzioni per la can-cellazione dal nuovo sistema di tracciamento telematico dei rifi uti di aziende e mez-zi di trasporto non obbligati a mantenere l’adesione. La procedura è sostanzialmente articolata in due fasi: una te-lematica, di interazione con il server gestito dallo Stato, e una fi sica, fi nalizzata alla restituzione dei dispositivi in dotazione. L’ordine delle fasi varia in funzione della tipologia dei dispositivi in possesso dell’azienda, lad-dove l’esistenza di mezzi di trasporto rifiuti dotati di «black box» impone un iter più complesso.

Cancellazione aziende senza mezzi di trasporto. La richiesta di cancellazio-ne dell’intera azienda o di una o più unità locali della stessa deve essere attivata attraverso l’area riservata agli utenti registrati del portale Sistri (c.d. «area autenticata») e utilizzan-do l’applicativo «Gestione azienda». Per l’azionabilità della procedura è necessario l’utilizzo del dispositivo Usb del delegato aziendale e la preliminare verifi ca dell’as-senza di movimentazioni in corso e/o giacenze di rifi uti. In caso di indisponibilità del suddetto dispositivo Usb (per danneggiamento, furto o smarrimento) è necessario rivolgersi al Contact center Sistri per attivare una di-

versa procedura di risolu-zione. Dell’evasione della richiesta di cancellazione si avrà avviso tramite l’indiriz-zo email indicato dall’uten-te. Entro dieci giorni dalla ricevuta di tale conferma sarà onere dell’utente con-segnare i dispositivi Usb al Sistri tramite spedizione a mezzo raccomandata posta-le a/r utilizzando indirizzo e modulo di restituzione mes-si a disposizione dal citato portale.

Aziende con veicoli do-tati di black box. In tal caso la descritta procedura dovrà essere preceduta da quella di cancellazione dei veicoli dotati di dispositivi di tracciamento satellitare. A tal fine occorrerà rivol-gersi alle competenti Se-zioni locali dell’Albo gestori

ambientali. Queste provve-deranno, infatti, a ritirare i dispositivi Usb dei veicoli e a rilasciare i voucher da presentare presso le offi cine autorizzate per effettuare disinstallazione e recupero delle black box presenti sui mezzi. Una volta effettua-ta la disinstallazione sarà possibile procedere alla cancellazione dell’azienda con le modalità più sopra descritte.

Soggetti non obbligati al Sistri. La cancellazione dal Sistri costituisce facoltà dei soggetti non obbligati per legge a utilizzare il nuo-vo sistema di tracciamento satellitare. Alla luce dell’at-tuale assetto normativo pos-sono dunque farne richiesta i seguenti soggetti: enti/imprese produttori iniziali

di rifi uti speciali pericolosi che soddisfano le condizioni di esenzione dal Sistr i ex dm Am-biente 24 aprile 2014 e produtto-ri inizial i d i r i f i u t i diversi da-gli speciali pericolosi ; enti/impre-se di raccol-ta/trasporto a titolo pro-fessionale, di trattamento, recupero, smaltimento, com-mercio, intermediazione di rifi uti diversi dagli speciali pericolosi; operatori del tra-sporto intermodale affida-tari di rifi uti diversi dagli speciali pericolosi; comuni e imprese di trasporto rifi uti

urbani localizzate in regio-ni diverse dalla Campania. In base a quanto riportato dallo stesso portale Sistri lo scorso 9 marzo 2015, l’ade-sione al Sistri sarebbe altre-sì facoltativa per i produtto-ri iniziali di rifi uti speciali pericolosi che provvedono al trasporto in proprio degli stessi residui non obbligati a essere iscritti nella cate-goria 5 dell’Albo gestori am-bientali.

Le sanzioni Sistri. Nei casi in cui l’iscrizione al Si-stri è invece obbligatoria, è bene ricordare che dallo scorso 1° aprile 2015 la sua omissione è sanzionata con importi fi no a 93 mila euro. Parimenti sanzionato è dal-la stessa data l’omesso pa-gamento entro i termini del relativo contributo annuale Sistri da parte sia dei sogget-ti iscritti in quanto obbligati sia da parte di quelli che ne

mantengano l’iscrizione su base volonta-ria. E le nuo-ve istruzioni per la cancel-lazione prece-dono solo di qualche gior-no la rituale scadenza del prossimo 30 apr i le, ter-mine entro il quale i citati

soggetti aderenti al Sistri devono effettuare il paga-mento del contributo 2015 previsto dal dm 52/2011 (cd. «Testo unico Sistri» adotta-to in attuazione del dlgs 152/2006, noma madre in materia).

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trattamento,

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soggetti adere

La procedura è articolata in due

fasi: una telematica di interazione con il server gestito dallo Stato e una fi sica fi -nalizzata alla restitu-zione dei dispositivi

in dotazione

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IN AFFARI CON IL TOP DELLE CROCIERE

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In questo numero

Gli step per la cancellarsi dal sistema

A) Aziende senza mezzi di traspor-to dotati di black box

Accesso al portale istituzionale Sistri, area auten-1. ticataRichiesta di cancellazione tramite applicativo «Ge-2. stione azienda» e utilizzo del dispositivo Usb - dele-gato aziendaleSpedizione dei dispositivi Usb tramite posta al Sistri 3. entro dieci giorni dal ricevimento dell’email di con-ferma dell’avvenuta cancellazione

B) Aziende con veicoli dotati di black box

Richiesta di cancellazione dei veicoli alla Sezione 1. competente dell’Albo gestori ambientaliDisinstallazione e ritiro delle black box da parte di 2. ofi cine autorizzate previa presentazione dei voucher rilasciati dall’AlboRichiesta di cancellazione azienda e/o unità produt-3. tiva secondo la procedura descritta al punto A)

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20 Lunedì 27 Aprile 2015 IMMOBILI & CONDOMINIOLo ha chiarito la Cassazione in merito a un caso di impianto elettrico non a norma

Danni, responsabilità condivisaLocatore e conduttore rispondono dell’incidente a terzi

Pagina a cura DI GIUSEPPE BORDOLLI

E GIANFRANCO DI RAGO

In caso di danni a terzi de-rivanti dalla cattiva manu-tenzione dello scaldabagno e dalla contemporanea as-

senza di dispositivi di sicu-rezza dell’impianto elettrico sono responsabili tanto il pro-prietario quanto il conduttore dell’appartamento concesso in locazione. Lo ha chiarito la terza sezione civile della Cas-sazione con la sentenza n. 7699 depositata il 16 aprile 2015.

Il caso concreto. Nella spe-cie, la moglie di un operaio de-ceduto perché folgorato da una scarica elettrica durante l’effet-tuazione di lavori idraulici in un’unità immobiliare concessa in locazione aveva agito in giu-dizio contro il proprietario e il conduttore di quest’ultima per accertare la responsabilità in ordine ai danni da liquidarsi in favore suo e del fi glio minoren-ne. La donna riteneva, infatti, che la morte del marito fosse stata causata dalla mancanza delle condizioni di sicurezza

dell’impianto elettrico dell’ap-partamento. Il tribunale, in ac-coglimento della domanda di risarcimento del danno, aveva ritenuto la responsabilità soli-dale sia del proprietario-loca-tore sia del conduttore. Nella specie era risultato che il de-

cesso era avvenuto a causa di una scarica elettrica provocata da un difetto della resistenza dello scaldabagno sul quale l’operaio stava intervenen-do, scarica non neutralizzata (come sarebbe dovuto avveni-re) da dispositivi di sicurezza

(messa a terra o salvavita), dei quali l’impianto elettrico dell’appartamento era sprov-visto. La sentenza era stata confermata anche in appello e, per questo motivo, le parti condannate avevano presenta-to ricorso in Cassazione.

La decisione della Su-prema corte. La Cassazione, confermando la sentenza im-pugnata, ha evidenziato come i giudici di merito avessero correttamente accertato che il fatto dannoso si era prodotto sia a causa del difettoso fun-zionamento dello scaldabagno sia per il concomitante manca-to innesco dei dispositivi di si-curezza dell’impianto elettrico (del tutto mancanti) e che per tale motivo avevano ritenuto la responsabilità concorrente del proprietario e del condutto-re dell’appartamento, condan-nandoli in solido al risarcimen-to del pregiudizio subito dagli eredi dell’operaio deceduto. Il conduttore, infatti, era stato ritenuto responsabile, in quali-tà di custode del bene, per non avere mantenuto in perfette condizioni di sicurezza lo scal-dabagno dal quale si era ori-ginata la scarica elettrica. La responsabilità del proprietario, invece, discendeva dal suo ob-bligo di custodia dell’impian-to elettrico (conglobato nella struttura muraria), privo di dispositivi di sicurezza.

dell’impianto elettrico dell’ap- cesso era avvenuto a causa di (messa a terra o salvavita)

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Il conduttore ha la custodia dell’apparta-mento concesso in locazione e, per questo, risponde dei danni procurati a terzi, com-preso il locatore, qualora venga a subire danni nella propria persona o in altri beni diversi dall’immobile locato. Il condutto-re si libera da tale responsabilità soltanto dimostrando che il fatto è dovuto a forza maggiore o a un comportamento dello stes-so danneggiato. Se un’unità immobiliare è concessa in locazione, il proprietario, conservando la disponibilità giuridica, e, quindi, la custodia delle strutture murarie e degli impianti in essa conglobati, è respon-sabile in via esclusiva dei danni arrecati a terzi da dette strutture e impianti (salvo eventuale rivalsa contro il conduttore che abbia omesso di avvertirlo del pericolo). Tali sono le murature, i cornicioni, i tetti e tutti quegli impianti idrici, sanitari per rag-

giungere i quali occorre intervenire sulle opere murarie che non possono essere ma-nomesse dal conduttore, tenuto a restituire a fi ne locazione lo stabile così come lo ha ricevuto. Se è pur vero che il proprietario di un immobile locato non è esentato da responsabilità per danno cagionato a terzi derivato dal proprio immobile, ciò non si-gnifi ca che la stessa sia estesa a qualsiasi danno. Infatti, riguardo alle parti e agli ac-cessori del bene locato, rispetto alle quali la diretta disponibilità viene acquistata dal conduttore, rimane in capo a quest’ultimo la facoltà e l’obbligo di intervenire, onde evitare il pregiudizio a terzi. In caso di dan-ni, qualora venga accertato che provengano da omessa manutenzione ordinaria o dal mancato tempestivo intervento del condut-tore, le responsabilità risarcitorie gravano unicamente su quest’ultimo.

Va dimostrato il caso fortuito

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Anno 24 - Numero 99 - € 2,50 Lunedì 27 Aprile 2015

Sette

Affari

Disponibile anche on line sul sito www.classabbonamenti.comIN EDICOLA CON

Voluntary DisclosureCome regolarizzare i capitali detenuti all’estero e in Italia

Con la legge 186 commentata articolo per articolo

e la circolare n. 10 dell’Agenzia delle entrate

DI ROBERTO MILIACCA

Non è la prima volta che queste pagi-ne si occupano del settore Energy, e

dell’attenzione che il mondo degli studi legali d’affari vi dedicano. Lo abbiamo fatto quando, per effetto degli incentivi statali, venivano realizzate decine di impianti fotovoltaici su tutto il territo-rio nazionale, e gli avvocati facevano da intermediari nella complessa inter-pretazione delle normative relative, e favorivano l’intercettazione dei fi nan-ziamenti comunitari necessari. Poi que-sta fase ha subito uno stop, o comunque un drastico ridimensionamento, a causa della rimodulazione degli incentivi da parte dello Stato avvenuta negli ultimi anni. «La consulenza legale per il mer-cato delle rinnovabili ha cambiato fac-cia tante volte quante il legislatore ha cambiato le leggi di settore», scrivevamo su queste pagine, riportando una battu-ta di un legale esperto del settore. Come emerge dall’inchiesta che Affari Legali ha condotto questa settimana, l’Energy è tutt’altro che defunto. Anzi, l’attività dei dipartimenti che si occupano del settore si è rafforzata puntando, per esempio, sul contenzioso, che in questo comparto raggiunge i massimi livelli, non tanto nelle relazioni commerciali tra partner, quanto nei rapporti con le autorità di controllo e con la pubblica amministra-zione, tra ritardi nelle autorizzazioni e differenti letture in merito a normative di vario livello poco chiare. Insomma, un settore capace di reinventarsi sempre e velocemente.

Legali Inserto specialedi ItaliaOggi7

IL PRIMO GIORNALE DEI PROFESSIONISTI DELLA GIUSTIZIA

Con il taglio degli incentivi, gli studi hanno puntato su altri aspetti, come il contenzioso

L’Energy si reinventa

PRIVATIZZAZIONI

Via XX Settembrecerca esperti legaliFurlò a pag. IV

AVVOCATI

Riscatto della laurea Le rate in dieci anni

Costa a pag. V

DENUNCIA

Processo telematico scoordinato dal cpc Paolucci a pag. VIII

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II Lunedì 27 Aprile 2015 S T U D I & C A R R I E R ETra le nuove si de, il contenzioso contro le normative nazionali e l’efi cienza della rete

La rivoluzione dell’energy passa dagli studi legali

Pagine a curadi LUIGI DELL’OLIO

Il tema dell’efficienza che resta in cima alle politiche internaziona-li; le nuove sfide per i

produttori delle rinnovabili, chiamati a stare sul merca-to con le proprie gambe; il contenzioso con le autorità dovuto a una legislazione a dir poco complessa. Sono alcuni dei fronti che vedono all’opera gli avvocati d’affa-ri specializzati nell’energy: un comparto che non ha co-nosciuto crisi, e anzi assu-me un peso via via crescen-te nelle strategie dei grandi studi associati.

Obiettivi ambiziosi sul fronte green

L’evo luz i one normativa svolge un ruolo decisivo nei cambiamenti di mercato.

L’Unione eu-ropea ha messo la riduzione dei consumi ener-getici tra le pro-prie priorità, a cominciare dalla strategia 20-20-20, cioè l’obietti-vo di arrivare a produrre entro il 2020 un quinto dell’energia elet-trica da fonti rinnovabili, riducendo al contempo le emissioni di gas serra nel-la misura del 20% rispetto al 2005. Non si tratta di un obiettivo utopico, considera-to che il 2013 si è chiuso al 15% e un ulteriore progres-so è atteso dal 2014 (i dati dovrebbero essere pubblica-ti prima dell’estate).

Ogni Stato ha un suo obiettivo: per l’Italia è il 17%, livello che potrebbe essere già stato raggiunto lo scorso anno, dato che il 2013 si era chiuso con il 16,7% di consumi elettrici dovuti alle fonti rinnovabili (nel 2004 non si era andati oltre il 5,6%).

Le strategie nazionali non si limitano allo sviluppo delle rinnovabili. Le linee strategiche al 2018, fissate dall’Authority per l’Ener-gia, indicano tra le priorità la realizzazione di un mer-cato elettrico più sicuro, ef-ficiente e flessibile.

Le ricadute della congiuntura negativa

Il mercato sta cambiando volto non solo per l’impulso negativo, ma anche per le ricadute della congiuntura negativa, che da anni sta caratterizzando l ’Italia. Sul fronte del termoeletti-co i mutamenti sono anco-ra più importanti alla luce della convivenza tra fonti tradizionali e nuove.

«La rapida crescita di ca-pacità produttiva di energia da fonte rinnovabile e la contemporanea frenata dei consumi di energia elettrica hanno portato a una situa-zione di forte sovraccapa-cità rispetto alle necessità di copertura», sottolinea Umberto Penco Salvi ,

partner di Clifford Chance . « I l mer-cato non riesce più a ricono-scere agli impiant i termoelet-trici una sufficien-te coper-tura de i costi, per cui emer-

ge la necessità di garanti-re la sicurezza del sistema elettrico e la copertura dei fabbisogni».

Da qui si è avvertita l’esi-genza di un sistema di re-munerazione della capacità produttiva di energia elet-trica, il cosiddetto capaci-ty payment, previsto dalla Legge di Stabilità 2014.

Ma gli interventi legisla-tivi non sono sufficienti e da più parti si ipotizza l’avvio di una stagione di m&a con l’obiettivo di ridurre i costi. «La crisi dei produttori di energia da fonte fossile è un fenomeno che caratte-rizza non solo l’Italia, ma gran parte dell’Europa e del mondo», aggiunge Pen-co Salvi. «Infatti diversi Paesi – tra cui la Francia e la Gran Bretagna - stanno introducendo meccanismi di remunerazione della ca-pacità in luogo dell’energia prodotta».

Lo scenario che si fa confi-gurando fa dire a Lorenzo Parola, socio di Paul Ha-stings, che «siamo di fron-te a una crisi strutturale e non congiunturale dei mer-cati energetici europei: la crisi finanziaria ne è stata semplicemente il catalizza-tore».

La considerazione nasce dalla convinzione che, alle attuali tensioni sul lato

dell’offerta (boom delle rin-novabili) e della domanda (policy di efficienza ener-getica), altre se ne aggiun-geranno presto. «Penso in particolare a una sempre maggiore diffusione del-la generazione distribuita (favorita anche da prezzi decrescenti delle batterie domestiche) e alla grid pa-rity, ormai dietro l’angolo, per eolico offshore e foto-voltaico», sottolinea Parola. Secondo l’esperto, «il vero cambiamento sarò verso nuovi modelli di business che non abbiano più al cen-tro gli asset di produzione per la vendita di energia,

ma i clienti per la fornitura di servizi».

Il caro-bolletta frena la competitività

Un altro tema con il quale devono fare i conti le azien-de è relativo ai costi della bolletta elettronica, che nella Penisola superano del 25-30% la media euro-pea, di fatto zavorrando la competitività delle imprese italiane.

«Il nostro paese è carat-terizzato da una elevata quota di generazione a gas che comporta costi di pro-duzione più elevati rispetto a Paesi che possono contare anche su energia nucleare o impianti a carbone», spiega Tommaso Salonico, mana-ging partner di Freshfields Bruckhaus Deringer . «Inoltre negli ultimi anni ha pesato la crescita degli oneri generali di sistema e delle imposte». Il legislato-re è intervenuto su questo fronte avviando iniziative

per ridurre il peso che la bolletta elettrica assume sulle aziende energivore.

«Tra le altre cose», sot-tolinea Salonico, «si è in-tervenuti per modificare la struttura già regressiva del peso degli oneri generali di sistema rispetto ai consumi di energia. Non conta più solo il livello dei consumi di energia, ma anche l’indice di costo dell’energia per le

sole imprese manifatturie-re». Un intervento che, a seconda dei casi, comporta una riduzione del prezzo fi-nale tra il 3 e il 19%.

I costi maggiorati sono dovuti anche all’inefficien-za di buona parte delle reti italiane. Occorrerebbero in-vestimenti importanti per l’ammodernamento, ma le risorse scarseggiano. «Inol-tre occorre fare i conti con l’incertezza normativa, a co-minciare dalla complessità del quadro di riferimento e continuando con la discipli-na della fase di approvazio-ne dei progetti e quella della fase realizzativa e di gestio-ne delle opere», lamenta Pa-olo Esposito di Cba. «Gli investimenti non sono certo incentivati dall’inaffidabili-tà del titolo autorizzativo, causata dalla sistematica impugnazione davanti ai tribunali amministrativi».

Molte di queste pretese si rivelano infondate ma, fino a che il giudizio non è defini-tivamente concluso, il titolo autorizzativo non fornisce quell’affidabilità necessaria all’assunzione di rischi, per cui in pochi se la sentono di investire.

Senza trascurare lo scon-certo diffuso nel mercato dall’assoggettamento dei beni strumentali produttivi di energia a tassazione loca-le come se fossero immobili. «Questa tassazione (prima Ici, ora Imu) si trasforma di fatto in una patrimonia-le secca su questi beni stru-mentali - sia che producano energia da fonti rinnovabi-li, sia che impieghino fonti tradizionali - che non tiene conto dei loro coefficienti di deperimento e ammor-

tamento, senza contare la veloce obsolescenza tecno-logica che interessa questi beni», ricorda Giulio Azza-retto, partner dello studio Miccinesi. «In più, non ci sono alla base criteri di ca-pacità contributiva ragione-voli, malgrado gli interventi della Corte Costituzionale e delle norme interpretative». Una situazione che sta fa-cendo esplodere il conten-zioso.

Verso lo stop ai conl itti Stato-Regioni

Il pacchetto di riforme costituzionali al vaglio del Parlamento prevede, tra le altre cose, lo stop alla le-gislazione concorrente tra Stato e Regioni in materia di energia e infrastruttu-re. Una decisione adottata per porre fine al frequente contenzioso tra i due livelli istituzionali, che ha spinto

molti operatori a desistere dagli investimenti nel no-stro Paese. «Se la misura sarà approvata, dovremmo assistere a una minore con-flittualità, dato che verrà sottratta alla Conferenza Stato-Regioni la possibilità di dilazionare i tempi di ap-provazione di norme legisla-tive in materia di energia», spiega Nicola Ceraolo, dello Studio Nunziante Magrone.

Vento di novità nel comparto del gas

Non solo rinnovabili. An-che sul fronte delle fonti tradizionali lo scenario è in evoluzione. Come nel caso del gas naturale, con il ser-vizio di distribuzione che ha visto una proroga delle assegnazioni fino a luglio; dopo di che, si procederà con le gare. «Il riassetto del settore, avviato dal Decreto Letta, punta a rendere più efficiente il mercato del gas attraverso la riduzione del numero dei gestori a van-taggio della loro capacità di servizio e la standardizza-zione del processo per indi-re la gara», sottolinea An-

Supplemento a cura di ROBERTO MILIACCA

[email protected] GIANNI MACHEDA

[email protected]

Lorenzo Parola

Umberto Penco Salvi

Tommaso Salonico

Paolo Esposito

Giulio Azzaretto

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IIILunedì 27 Aprile 2015LunS T U D I & C A R R I E R E

tonella Alfonsi, partner dello studio legale Deloit-te. «La riforma è destinata a stravolgere la struttura del settore della distribuzione del gas, passando da un si-stema di mercato caratte-rizzato attualmente dalla presenza di oltre 230 ope-ratori – che svolgono la loro attività nell’ambito di oltre 6.400 rapporti concessori, per un totale di 7mila comu-ni coinvolti – a non oltre 50. La capacità finanziaria ne-cessaria alla partecipazione alle gare d’ambito costitui-rà una barriera all’entrata per la maggioranza degli operatori di medio piccole dimensioni, caratterizzate da una significativa presen-

za territoriale, ma prive dei requisiti finanziari e tecnici necessari per la partecipa-zione alla gara», aggiunge. I requisiti di partecipazione di ordine tecnico, costitui-scono invece una barriera all’entrata per gli opera-tori internazionali. «Sono ammessi a partecipare solo gli operatori iscritti a un registro delle imprese ita-liano con capacità di opera-re nell’ambito dei servizi di distribuzione gas, oppure i soggetti aventi sede in uno

Stato dell’Unione Europea con analoga iscrizione in registri professionali», ag-giunge Alfondi.

Per Franco Lamberten-ghi, energy partner Jones

Day, i segnali di migliora-mento fanno ben sperare quanti hanno investito nel settore del gas confidando sulle potenzialità di una liberalizzazione che finora ha prodotto solo una parte degli effetti sperati. «I nuo-

vi entranti nella vendita del gas in Italia hanno dovuto affrontare notevoli difficoltà fin dagli esordi del processo di liberalizzazione, avvenu-to con l’attuazione della pri-ma direttiva gas nel maggio del 2000», sottolinea l’avvo-cato. «Nella fase di apertura del mercato si è considerato l’incremento della dotazione infrastrutturale condizione imprescindibile per una si-gnificativa penetrazione del mercato: ne è conseguito il

rifiorire di studi di progetti in numero largamente su-periore alle concrete esi-genze del consumo interno. Così, la maggior parte di questi progetti non ha visto la luce». Resta comunque il fatto che l’Italia occupa una posizione strategica per le rotte europee del gas, «una situazione di vantaggio, che ci rende un ponte natura-le tra i Paesi p r o d u t t o -ri del Nord Africa e del Medio Orien-te e i merca-ti di grande consumo eu-ropei», sot-tolinea Lam-b e r t e n g h i . Conferman-do, di fatto, che l ’ Ital ia resta nel mi-rino dei grandi investitori internazionali.

Pesa il ritardo sul fronte dell’efficienza

L’Unione europea ha ri-preso l’Italia in merito ai ritardi e alle contraddizioni relative al recepimento delle norme comunitarie sull’effi-

cienza energetica, avviando due procedure di infrazione. «Le critiche riguardano, in primo luogo, le norme in materia di audit per capire lo stato di salute energetico delle abitazioni, i sistemi di trasmissione dell’energia e la tutela della corretta in-formazione dei cittadini sui consumi», spiega Emilio Sani, partner di Macchi

di Cellere G a n g e m i . «Inoltre, la m a n c a t a s e p a r a z i o -ne tra Enel Distribuzio-ne ed Enel E n e r g i a , c o n t e s t a t a dalla Com-missione Ue, rende urgen-te l’obbligo di separare la

proprietà fra i soggetti che gestiscono le infrastrutture strategiche e gli operatori che operano a monte e a val-le del mercato e nei servizi post-contatore». La palla passa adesso al Mise, che ha sessanta giorni di tempo per le sue controdeduzioni alla Commissione Ue.

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La revisione degli incentivi ha cambiato le priorità

Il calo degli incentivi pubblici sta spingendo il comparto delle rinnovabili a ripensare il posi-zionamento sul mercato. Molti

operatori hanno deciso di lasciare l’Italia, mentre altri si sono ripo-sizionati, confidando sul recupero di mar-ginalità garantito dal calo dei prezzi di ap-provvigionamento.

Carlo Montella, partner di Orrick vede un mercato na-zionale del fotovol-taico in via di conso-lidamento alla luce dei 20 GW di potenza complessiva già rag-giunti.

«La maggior parte degli impianti risale al periodo 2009-2012, per cui con-sente a chi è interessato a inve-stirvi di fare affi damento su dati di produzione certi, tecnologia rodata e rischi connessi all’iter autorizzativo ridotti al minimo». Il fotovoltaico in esercizio si sta così trasformando da strumento di investimento ide-ale per fondi di pri-vate equity o hedge fund con obiettivi di rendimento superio-ri elevati a «mecca-nismo di impiego del capitale privilegiato da player industriali e fondi con profi lo di rischio basso e target di ritorni più conte-nuti».

Carlo Del Conte, partner di Pavia e Ansaldo responsa-bile del dipartimento energy, se-

gnala che la priorità nel mercato interno oggi è l’acquisto di impian-ti da fonti rinnovabili già connessi e a regime. «Al contempo si stanno sviluppando molti nuovi progetti nel settore dell’effi cienza energeti-

ca, con una particolare attenzione agli svilup-pi dell’autoconsumo e dei Sistemi Efficienti di Utenza (i cosiddetti Seu, ndr)», aggiunge.

Anche se sottolinea che l’incertezza nor-mativa e i pregiudizi creati dall’applicazione retroattiva del decreto Spalma Incentivi «han-no portato molte im-prese italiane ed estere che hanno lavorato per anni nel mercato nazio-

nale a orientarsi sempre più verso altri mercati».

Un recente studio di Athesis ha evidenziato un calo del 23% degli investimenti in Italia nel corso 2013 rispetto al 2012, con il trend discendente che molto probabil-mente ha trovato conferma anche

nel 2014. «Mentre in Italia continuano a calare gli investimenti, le industrie del nostro Paese ormai sviluppa-no tre-quarti dei nuovi impianti oltreconfi ne», aggiunge Del Conto.

Giulio Maroncel-li, senior associate di Dla Piper, conferma il trend di internazio-nalizzazione delle im-prese italiane attive nel settore delle rin-novabili. «Le ragioni

si trovano sia nell’esaurimento dei

siti più interessanti, sia soprattutto nella brusca inversione della politica del Governo, tradottasi in una serie di provve-dimenti che hanno bloc-cato l’ulteriore sviluppo della fi liera», commenta. «I modelli di business messi a punto dagli operatori nostrani sono caratterizzati dalla fl es-sibilità e dall’effi cienza richieste dal mercato italiano, mutevole e ma-turo al tempo stesso.

Quindi possono adattarsi quindi sia ai mercati più maturi, quali ad esempio gli Stati Uniti e l’Inghil-terra, che presentano rischi tra-scurabili, ma anche una vigorosa concorrenza e dei rendimenti ri-dotti, sia ai mercati più dinamici ed emergenti, come alcuni suda-mericani (Cile, Messico ed Ecua-dor) o africani (Egitto, Marocco), che offrono opportunità interes-santi a fronte di mag-giore precarietà delle condizioni per gli in-vestimenti».

Guardando al merca-to mondiale, la crescita delle fonti rinnovabili è inarrestabile (270,2 mi-liardi di dollari lo scorso anno), con la Cina ormai davanti agli Stati Uniti e il Giappone a chiudere il podio.

Tuttavia la crescita non è sconta-ta. Esposito ricorda che si va verso una progressiva riduzione degli in-centivi alle rinnovabili, «una sfi da per i produttori, che devono impara-re a stare sul mercato con le proprie

gambe», sottolinea l’avvocato di Cba. «Al contempo si aprono nuove frontiere: le fonti rinnovabili am-plieranno la loro sfera d’azione

dalla produzione di elettricità a quella di calore per riscalda-mento e raffredda-mento. Le pompe di calore si stanno svi-luppando molto, con le stesse modalità viste per l’elettricità, cioè

attraverso impianti piccoli e senza incentivi».

Rosella Antonucci, partner di Legance, vede proprio nell’appro-vazione dello Spalma Incentivi (de-creto fortemente criticato dalle im-prese del fotovoltaico) un’ulteriore spinta alla crescita del mercato se-condario. «Il settore gode dunque di

un ritrovato dinami-smo, specie sul fronte m&a e nell’ambito del refinancing, guidati dall’interesse di al-cuni investitori equi-ty e da un contesto di rinnovata liquidità di banche e investitori fi nanziari», sottolinea l’avvocato. Per il qua-le il fotovoltaico, giun-to ormai a un livello vicino alla maturità, vede restringersi gli spazi di un ulteriore

sviluppo: «Le maggiori potenziali-tà riguardano gli investimenti su impianti realizzati e connessi, che benefi ciano di incentivi riconosciuti e in corso di erogazione», spiega.

© Riproduzione riservata

IL PARERE DEGLI OPERATORI DEL SETTORE

Il segmento delle rinnovabili è chiamato a reinventarsi

Carlo Montella

Carlo Del Conte

Giulio Maroncelli

Rosella Antonucci

Nicola Ceraolo

Antonella Alfonsi

Franco Lambertenghi

Emilio Sani

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IV Lunedì 27 Aprile 2015 A T T UA L I TÀIl ministero dell’economia si avvale spesso dell’opera di alcuni studi legali d’affari

Quelli di via XX SettembreEsperti in privatizzazioni o in emissioni obbligazionarie

DI MARIA CHIARA FURLÒ

Dalle Poste alle Ferro-vie, da Enav a Enel ripartono le priva-tizzazioni e con loro

anche gli incarichi da con-sulenti legali per le law fi rm che assistono il ministero dell’Economia. Operazioni con molti zeri e altrettanto delicate, visto che dovreb-bero portare il governo a ri-spettare l’impegno preso con

l’Unione europea e quindi a incassare annualmente lo 0,7% del Pil dei prossimi tre anni dalla vendita degli as-set pubblici.

È della fi ne di febbraio la notizia del collocamento del 5,74% di Enel andato a buon fi ne. La cessione ha riguar-dato 540 milioni di azioni ordinarie, ha fatto incassare più di 2 miliardi e portato la partecipazione pubblica nel-la società elettrica a scende-re dal 31,24% al 25,50% circa del capitale. In questo caso a fianco del Mef dal punto di vista legale c’era lo stu-dio internazionale Clifford Chance.

Ora toccherà a Poste Ita-liane, Ferrovie dello Stato, ed Enav di cui si parla già da molto tempo. Era lo scor-so giugno infatti quando il Tesoro scelse gli advisor per la privatizzazione della sua controllata che si occupa di tutto ciò che ruota intorno al traffi co aereo. E a conclu-sione del processo di selezio-ne, che coinvolse istituzioni finanziarie e studi d’affa-ri italiani ed esteri, il Mef conferì l’incarico di proprio consulente legale per le atti-vità relative alla cessione di una quota di minoranza del capitale di Enav allo studio Sherman & Sterling.

Sempre dello scorso anno anche la notizia dell’incari-co di advisor legale affi dato dal Mef a Gianni, Origo-ni, Grippo, Cappelli & Partners, studio guidato da Francesco Gianni, per le attività relative la cessione sul mercato di una quota di minoranza del capitale di Po-

ste Italiane S.p.A.All’inizio di que-

sto febbraio si è saputo invece che ci saranno invece i legali di Cleary Gottlieb accan-to al ministero dell ’Economia e delle Finanze per la privatizzazione di Ferrovie dello Stato. Per la law fi rm americana al

lavoro su q u e s t o d o s s i e r ci sono il p a r t n e r Giusep-pe Scas-sellati Sforzolini e il counsel Clau-dio Di Falco.

Allen & Overy ha assistito re-centemente Cassa Depositi e Prestiti nella prima offerta pubblica domesti-ca, occupandosi sia dell’emissione sia della quotazione di un prestito obbli-gazionario a tasso

misto, del valore nominale massimo di un miliardo di euro. Le obbligazioni, con scadenza 2022, prevedono la corresponsione di una cedo-la a tasso fi sso per i primi due anni e una cedola a tas-so variabile per gli anni suc-cessivi (da determinarsi in base a quanto indicato nella documentazione di offerta).

Il collocamento del pre-stito obbligazionario è una «prima» assoluta per Cassa Depositi e Prestiti di fronte al pubblico retail italiano e non ci sono altri prece-denti per un emittente non bancario anche per la mo-dalità di emissione su una piattaforma di programma. L’operazione, inoltre, si col-loca nel più ampio processo strategico di Cassa Depositi e Prestiti, defi nito nel pro-prio piano industriale 2013 – 2015 con l’obiettivo di so-stenere i fl ussi di raccolta.

L’emissione, che avver-rà al termine del periodo di offerta, sarà destinata alla quotazione sul Mot, il mercato delle obbligazioni gestito da Borsa Italiana. Il collocamento avverrà in-vece attraverso una ampia rete di sportelli bancari ita-liani che agiscono in qualità di responsabili del colloca-mento.

Il team di Allen & Overy è guidato dal partner Cristia-no Tommasi, coadiuvato dal senior associate Emilia-no La Sala, dall’associate Federica Monaco, e dalla trainee Stefania Occhi-pinti. Il partner Francesco Bonichi, coadiuvato dal se-nior associate Michele Mi-

lanese, ha curato invece gli aspetti fi scali.

Non è stata però la prima volta di A&O con Cdp. Lo stesso studio, con un team sempre guidato da Tommasi ha assistito a novembre del 2014 Cassa depositi e presti-ti nell’emissione di un bond senior da 750 milioni di euro. L’emissione, con scadenza a tre anni e cedola pari all’1% a un prezzo di 99,987 cente-simi di euro, è arrivata sul mercato dopo un road show che ha coinvolto Singapore, Hong Kong, Tokyo, Pechi-no e Londra. A coadiuvare

Tommasi c’erano la senior associate Alessandra Pala e l’associate Sarah Capel-la, mentre gli aspetti fi scali dell’emissione sono stati se-guiti dal partner Francesco Bonichi e dal senior associate Michele Milanese.

A sottoscrivere il bond sono stati oltre il 75% fondi d’inve-stimento e assicurazioni e il restante 25% banche e altri investitori. Il prestito, emes-so a valere sul programma Euro Medium Term Notes della Cassa depositi e prestiti S.p.A. è destinato alla quota-

zione sui listini della Borsa di

LussemburgoAd Affari Legali Tommasi

ha spiegato di aver assistito Cdp «nella documentazione manutenzione e gestione del programma Euro Medium Term Note», nonché nella pre-disposizione del programma di emissioni domestiche che la società presieduta da Franco Bassanini ha annunciato per il proprio debutto sul merca-to obbligazionario domestico retail. «Inoltre assistiamo le banche dealer nell’ambito an-che del programma di certifi -cati di Deposito predisposto

da Cdp», ha aggiun-to Tommasi il cui studio in passato ha curato anche la privatizzazione di Bnl.

Solitamente, per diventare consu-lenti del Tesoro ci sono delle selezioni di gara ad evidenza pubblica e si viene scelti in base ai cri-teri e ai punteggi che lo stesso mini-stero o in questo caso la Cassa de-positi e prestiti in-dicano nell’invito a seconda del tipo di assistenza.

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Paola Leocani, partner dello stu-dio legale internazionale White & Case Llp, è stata coinvolta nella strutturazione, insieme al dipar-

timento del Tesoro del ministero dell’Eco-nomia e delle Finanze, Borsa Italiana e alle prime banche dealer, del modello distributivo del Btp Italia. Si tratta degli innovativi titoli di Stato indicizzati all’in-flazione emessi dal Tesoro, finalizzati alla distribuzione al pubbli-co e negoziati sul Mot. L’avvocato Leocani ha fornito la sua assisten-za anche in relazione alle sei emissioni di questi strumenti, tra le quali anche la quinta e la sesta, del valore ri-spettivamente di 22,27 miliardi di euro e di 20,6 miliardi, che ad oggi rappresentano le più grandi emissioni obbligazionarie effettuate in Europa.

Domanda. In cosa si differenzia il la-voro di advisor per il settore pubblico da quello per un privato?

Risposta. L’attività di consulenza legale nel settore pubblico necessita la conoscenza degli adempimenti, consuetudini e tempi-stiche delle istituzioni di riferimento, oltre a una conoscenza approfondita delle fi nalità

delle operazioni che si stanno seguendo. D. Quali sono le gratifi cazioni di que-

sto lavoro, quali invece le diffi coltà?R. La gratifi cazione più grande è sicura-

mente l’opportunità di agire a servizio del sistema Paese. Tra le diffi coltà quelle tipiche dell’interazione con realtà complesse che includono numerosi dipartimenti e spesso sono caratterizzate da una struttura ver-ticale.

D. Come si diven-ta advisor del mi-nistero del Tesoro, quali requisiti biso-gna avere e in cosa bisogna specializ-zarsi?

R. Bisogna emergere per un approccio inno-vativo specie quando si parla di strutturazione di nuovi modelli e pro-

dotti, assieme a una approfondita conoscen-za dei propri settori di riferimento. Al di là delle specifi che aree di competenza, bisogna avere un elevato livello di fl essibilità e di attenzione alle tematiche di volta in volta rilevanti, nonché di un grande rispetto per le esigenze anche di tempistiche, caratteriz-zanti in modo particolare le operazioni che coinvolgono la Pubblica Amministrazione.

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PAOLA LEOCANI, WHITE&CASE

Agire per il Paese è la gratificazione più grande

Giuseppe Scassellati Sforzolini

Paola Leocani

Cristiano Tommasi

Francesco Gianni

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VLunedì 27 Aprile 2015Lunedì 27 AA F FA R I L E G A L IAVVOCATI/ Il regolamento per servizio militare, laurea e praticantato ha avuto l’ok

Riscatto, le rate in dieci anniTasso ridotto al 2,75% e valido per tutta la dilazione

DI ANGELO COSTA

Rate distribuite su un arco d i d ie -ci anni, mentre il precedente termi-

ne era di cinque anni. E tassi d’interesse agevolati con una riduzione al 2,75% annuo, contro il precedente 4%, mantenuti costanti per tutto il periodo di rateizza-zione. Inoltre, gli anni per i quali è stato esercitato il riscatto comporteranno un aumento dell’anzianità di iscrizione e contribuzione.

Lo scorso 17 marzo il mi-nistero del lavoro (in base a quanto stabilito dall’artico-lo 24 della legge 141/1992) ha approvato il nuovo rego-lamento per il riscatto degli anni dell’eventuale servizio militare prestato, di laurea e di praticantato, con o sen-za abilitazione, deliberato nel mese di dicembre dello scorso anno dal comitato dei delegati di Cassa forense (si veda ItaliaOggi del 18 mar-zo 2015).

Il regolamento, che è stato firmato dal diretto-re generale per le politiche previdenziali e assicurative del dicastero di via Veneto, Concetta Ferrari, presenta anche un’altra rilevante no-vità: le nuove norme saran-no applicabili, su richiesta dell’ avvocato interessato, anche alle domande di ri-scatto già presentate, per le quali non sia ancora sca-duto il termine per il paga-mento della prima rata. Il tasso del 2,75% annuo non subirà variazioni, perché come detto, sarà mantenu-to per l’intero periodo della rateazione.

Nunzio Luciano, presi-dente di Cassa forense, nel commentare la rilevante in-novazione ha osservato che: «La cultura previdenziale si-gnifi ca capacità progettuale, investimento nel futuro, lot-ta risoluta alle troppe tenta-zioni di schiacciamento sulle ragioni del presente prodot-te dai modelli culturali e va-loriali del nostro tempo. In meno di due anni abbiamo approvato il regolamento per i contributi, quello per l’assistenza e ora abbiamo ricevuto il via libera per quello relativo al riscatto. Ringrazio», continua Lucia-no, «il ministero del lavoro per questa approvazione e mi auguro che, anche su altre questioni, la collabora-zione con i ministeri vigilan-ti sia profi cua di risultati. In fondo, alla base di tutto ciò vi è il tentativo di tutela-re una professione, quella forense, che, per le sue ca-ratteristiche, rappresenta un presidio fondamentale a tutela della libertà e della democrazia». E infi ne, il pre-

sidente di Cassa forense ha concluso sottolineando come: «Prima di questa riforma gli avvocati avessero costi troppo elevati, oggi invece essi potranno non solo dilazionare il paga-mento, ma farlo con una ridu-zione dei tassi d’interesse e con un’appli-cazione delle nuove regole alle doman-de di riscatto pensionistico già presentate».

Luciano au-spica, infi ne, di avere dai mini-steri risposta

«in tempi celeri» sul nuovo regolamento sull’assistenza, «fondamentale per avviare il welfare attivo a cui pun-tiamo».

© Riproduzione riservata Nei procedimenti di opposizione a liquidazione ine-renti a giudizi civili e penali suscettibili di restare a carico dell’erario, anche quest’ultimo, identificato nel ministero della giustizia, è parte necessaria. Ad ribadirlo sono stati i giudici della seconda se-zione civile della Corte di cassazione nella senten-za n. 7036, dello scorso 8 aprile.I giudici della Suprema corte si sono espressi su un caso in cui un professionista legale aveva pro-posto ricorso in Cassazione contro l’ordinanza con la quale il tribunale aveva rigettato l’opposizione proposta avverso il decreto di liquidazione degli onorari e dei diritti a lui spettanti in qualità di difensore d’ufficio di un imputato in un procedi-mento penale.

Secondo gli Ermellini, ai sensi dell’art. 4 dpr 30.5.2002, n. 115, le spese dei processo pe-

nale sono anticipate dall’erario, a ecce-zione di quelle relative agli atti chiesti dalle parti private e di quelle relative alla pubblicazione della sentenza, sicché il ministro della giustizia è litisconsorte necessario senz’altro nella vicenda de qua agitur.È stato, inoltre, osservato che il ministro della giustizia era, evidentemente, parte necessaria anche nel grado precedente,

ovvero nell’ambito del procedimento in-trodotto con l’opposi-zione esperita ai sen-si degli artt. 84 e 170 dpr n. 115/2002.I giudici di piazza Cavour, in ossequio anche a un orienta-mento espresso dalle sezioni unite hanno sottolineato che po-sto che il procedi-mento di opposizio-ne ex art. 170 dpr n. 155/2002 presenta, anche se riferito a liquidazioni inerenti ad attività portate a termine ai fini di un giudizio penale, ca-rattere di autonomo giudizio contenzioso avente a oggetto con-tesa di natura civile incidente su situazio-ne soggettiva dotata della consistenza di diritto soggettivo pa-trimoniale, è opportu-no considerare parte necessaria dei pro-cedimenti suddetti ogni titolare passivo del rapporto di debito oggetto del procedi-mento; pertanto logi-ca conseguenza sarà che nei procedimenti di opposizione a li-quidazione inerenti a giudizi civili e penali suscettibili di restare a carico dell’«erario», anche quest’ultimo, identificato nel mini-stero della giustizia, è litisconsorte neces-sario (si veda: Cass. sez. un. 29.5.2012, n. 8516).

Maria Domanico

Nelle liquidazioni l’erario è una parte necessaria

La compliance aziendale, in particolare quella che riguarda la materia antitrust, costituisce oggi un argomento di attuali-tà per il mondo delle imprese, chiamate a muoversi con sempre maggiore cautela per limitare il rischio di violazioni della normativa che protegge la concorrenza sul mercato e dell’applicazione delle pesanti sanzioni da parte dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato. È infatti passata per lo più inosservata l’introduzione da parte dell’Agcm di un sistema di soft law volto alla promozio-ne all’interno delle imprese della cono-scenza e della cultura del rispetto delle norme a tutela della concorrenza sul mercato. Nel provvedimento del 22 ottobre 2014 dedicato ai criteri di determinazione dell’ammontare delle sanzioni applica-bili alle imprese in caso di intese anti-concorrenziali e di abusi di posizione do-minante, l’Agcm ha infatti stabilito che l’adozione di procedure interne (cd. pro-gramma di compliance) volte alla preven-zione di tali tipi di illeciti merita, anche nel caso di commissione di una violazio-ne da parte dell’impresa, di essere «pre-miata» tramite il riconoscimento di una circostanza attenuante capace di ridurre sino al 15% l’importo della sanzione. Il provvedimento dell’Autorità antitrust è dunque tanto importante a livello di sistema generale, perché volto appunto alla promozione della legalità dell’azio-ne imprenditoriale delle società, quanto allettante per le imprese stesse, perché introduce un sistema premiale, in forma di riduzione delle sanzioni, che dovrebbe costituire un forte incentivo all’adozio-ne di programmi di compliance anche in materia di diritto della concorrenza. Di norma, un programma aziendale di com-pliance antitrust, per risultare efficace ai fini della prevenzione, presuppone

l’individuazione in concreto del livello di probabilità del rischio di commissione di violazioni antitrust e il coinvolgimento attivo del top management nell’attua-zione e monitoraggio del programma di compliance ed è strutturato su una serie di misure, tra le quali il recepimento di un codice etico ispirato anche al rispetto delle norme in materia di diritto della concorrenza, la formazione in materia di diritto della concorrenza del mana-gement e del personale dipendente che, per le mansioni che ricopre, è più esposto al rischio di commissione di illeciti anti-trust, l’adozione di istruzioni operative, valide anche ai fini della partecipazione alle associazioni di categoria, idonee a guidare il personale nella gestione de-gli affari dell’impresa senza incorrere in violazioni antitrust, nonché l’istituzione di un sistema di segnalazione interna di comportamenti e accordi commercia-li contrari al diritto della concorrenza. I programmi di compliance antitrust costituiscono un ulteriore strumento a disposizione dell’Antitrust per la promo-zione di principi etici nei comportamenti aziendali. L’Agcm è già infatti responsabile dell’at-tribuzione del «rating di legalità», intro-dotto nel 2012 con l’obiettivo di facilitare l’accesso delle imprese ai finanziamenti pubblici e al credito bancario e che, die-tro impulso dell’Autorità nazionale anti-corruzione, ha fatto recentemente il suo debutto anche nel mondo degli appalti pubblici nel settore postale nella forma di requisito che, se posseduto dal parte-cipante alla gara, è idoneo a determina-re l’attribuzione, da parte della stazione appaltante, di un punteggio aggiuntivo da considerare in sede di aggiudicazione dell’appalto.

Nicola Pisani© Riproduzione riservata

NORMATIVE E BUSINESS

Compliance antitrust in azienda

Nunzio Luciano

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VI Lunedì 27 Aprile 2015 A F FA R I L E G A L IÈ quanto hanno sottolineato con un’ordinanza i giudici del tribunale di Torino

Mediazione, un solo requisitoLa natura della controversia basta per procedere

DI ANGELO COSTA

La natura della contro-versia è l’unico pre-supposto per l’applica-zione del procedimento

di mediazione obbligatoria, ai sensi dell’art. 5, comma 1-bis, dlgs n. 28/2010, il rito scelto dalle parti è invece ir-rilevante.

Lo hanno sottolineato i giudici della terza sezione civile del tribunale di Torino con ordinanza dello scorso 23 marzo.

Pertanto, secondo quanto evidenzia-to dai giudici pie-montesi, l’attore è tenuto ad esperire preliminarmente il procedimento di me-diazione, anche nel procedimento som-mario di cognizione di cui all’art. 702-bis, c.p.c.

Il thema decidendumUn condominio aveva pro-

posto ricorso per instaurare procedimento sommario di cognizione ex artt. 702-bis ss. c.p.c. nei confronti di un condomino proprietario di un locale sottotetto del fab-bricato, al fi ne di accertare la mancata demolizione e rimozione delle opere da questi realizzati all’interno dei locali.

Con l’atto di costituzione, il condomino eccepisce l’im-procedibilità della domanda giudiziale per l’omesso espe-rimento di mediazione previ-sto dal dlgs n. 28/2010.

Mediazione: dipende dalla natura della con-troversia

Il giudice, in ossequio an-che a un orientamento giuri-sprudenziale prevalente, ha osservato che l’applicazione della mediazione obbligato-ria anche nel procedimento sommario di cognizione di cui all’art. 702-bis, in quan-to non è il rito che determina l’obbligatorietà del procedi-mento di mediazione, bensì la natura della controver-sia.

Nell’art. 5, comma 1-bis, dlgs n. 28/2010 (inserito dall’art. 84, comma 1, lett. b, dl 21 giugno 2013 n. 69, convertito, con modifi cazioni, dalla legge 9 agosto 2013 n. 98), si legge infatti: «1-bis. Chi intende esercitare in giudizio un’azione relativa a una controversia in ma-teria di condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affi tto di aziende, risarcimento del danno derivante da respon-sabilità medica e sanitaria da diffamazione con il mez-zo della stampa o con altro mezzo di pubblicità, contrat-ti assicurativi, bancari e fi -

nanziari, è tenuto, assistito dall’avvocato, preliminar-mente a esperire il procedi-mento di mediazione ai sensi del presente decreto ovvero il procedimento di concilia-zione previsto dal decreto legislativo 8 ottobre 2007, n. 179, ovvero il procedi-mento istituito in attuazione dell’articolo 128-bis del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia di cui al decreto legislativo 1° set-

tembre 1993, n. 385, e suc-cessive modifi cazioni, per le materie ivi regolate. L ’espe-rimento del procedimento di mediazione è condizione di procedibilità della domanda giudiziale».

Il contratto di assistenza sportiva al calcia-tore può essere stipulato tra il calciatore medesimo ed un agente iscritto nel relativo albo, oppure tra il calciatore ed un avvocato iscritto all’albo. Anche nel caso in cui l’assistenza fosse svol-ta da un avvocato, il rapporto sarà sempre soggetto al regolamento della Figc e l’incarico dovrà essere redatto, a pena di nullità, sui mo-duli predisposti dall’apposita commissione.Ad affermarlo sono stati i giudici della terza sezione della Corte di cassazione con la sen-tenza n. 5216 dello scorso 17 marzo.Il thema decidendum. Un calciatore pro-fessionista non corrispondeva all’avvocato che lo aveva assistito nella stipula di un contratto sportivo le somme pattuite ed il professionista legale richiedeva le somme a titolo di assisten-za professionale tramite decreto ingiuntivo.Il tribunale con decisione, poi confermata dalla Corte d’appello, accoglieva l’opposizione del calciatore, dichiarando nullo il contratto di prestazione d’opera professionale stipulato tra le parti.L’avvocato ricorreva in Cassazione, sostenen-do che le norme dell’ordinamento sportivo ge-nerano effetti solo nei rapporti tra soggetti

sportivi e non invece nei confronti di un pro-fessionista legale che, nell’esercizio della sua professione, è soggetto solo all’ordinamento giuridico dello stato.Avvocato e ordinamento sportivo. Non può ritenersi idoneo, sotto il profilo della meri-tevolezza della tutela dell’interesse perseguito dai contraenti, un contratto posto in essere in frode alle regole dell’ordinamento sportivo: è questo il principio che la Cassazione ha voluto esprimere.È pertanto necessaria l’osservanza delle pre-scrizioni formali all’uopo richieste.Secondo i giudici di piazza Cavour le violazio-ni di norme dell’ordinamento sportivo inevita-bilmente vanno a riflettersi sulla validità di un contratto concluso tra soggetti sottoposti alle regole del detto ordinamento anche per l’ordinamento dello stato, «poiché», hanno sot-tolineato gli Ermellini, «se esse non ne deter-minano direttamente la nullità per violazione di norme imperative, incidono necessariamen-te sulla funzionalità del contratto medesimo, vale a dire sulla sua idoneità a realizzare un interesse meritevole di tutela secondo l’ordi-namento giuridico».

Maria Domanico

ASSISTENZA SPORTIVA

Avvocato legato alle norme Figc

Nell’esercitare il proprio mandato, il legale deve ri-spettare il dovere di sollecitazione, dissuasione ed informazione del cliente: lo ha ribadito la Corte di cas-sazione nella sentenza n. 6782/2015. Nelle prestazioni rese nell’esercizio di attività professionali, spiegano i giudici della II sezione civile, al professionista è richiesta ex art. 1176 c.c. la diligenza corrispondente alla natura dell’attività esercitata, vale a dire «una diligenza qualifi cata dalla perizia e dall’impiego di strumenti tecnici adeguati al tipo di prestazione do-vuta». Si tratta chiaramente di una valutazione che varia a seconda del tipo di prestazione: nel caso degli avvocati, in particolare, «la responsabilità professio-nale deriva dall’obbligo di assolvere, sia all’atto del conferimento del mandato che nel corso dello svol-gimento del rapporto, (anche) ai doveri di sollecita-zione, dissuasione e informazione del cliente, ai quali sono tenuti nel rappresentare tutte le questioni di fatto e di diritto, comunque insorgenti, ostative al raggiungimento del risultato, o comunque produttive del rischio di effetti dannosi; di chiedergli gli elemen-ti necessari o utili in suo possesso; a sconsigliarlo dall’intraprendere o proseguire un giudizio dall’esito probabilmente sfavorevole».Il problema, spiegano ancora, non attiene soltanto alla mera difesa tecnica in giudizio e quindi alle ipo-tesi di inadeguata o insuffi ciente attività come difen-sore (si pensi, per esempio, ai casi di omissione delle impugnazioni), oppure alla violazione delle regole ricavabili dal codice deontologico, come quelle del mancato assolvimento dell’obbligo di dare al cliente le informazioni chieste, o del segreto professionale: il professionista ha infatti «l’onere di provare di essersi attivato nell’informare le resistenti della sua determi-nazione di non proseguire il giudizio per essere stata soddisfatta la pretesa dall’assicurazione». In dettaglio il caso di specie verteva sulla richiesta di risarcimento danni mossa dagli eredi di un uomo morto a seguito di un incidente stradale.Così argomentando, hanno quindi, rigettato il ricorso e condannato il ricorrente alla rifusione delle spese di giudizio.

Adelaide Caravaglios©Riproduzione riservata

Il legale deve anche dissuadere il cliente

La riduzione dell’assegno di mantenimento non scat-ta automaticamente a seguito del pensionamento del coniuge obbligato: lo ha chiarito la Cassazione nella sentenza n. 6021/2015.Chiamata a intervenire sul ricorso di una ex con-sorte, che in sede di censura lamentava la riduzione dell’assegno d i mante -n i m e n t o operata dai g iud ic i d i merito, la I s e z i o n e civile ricor-da come ai fini di una valutazione c o m p l e s -s iva del la s i tuazione economico-reddituale dell’ex marito sia necessario considerare tutta la documentazione patrimoniale dello stesso, compresa, quindi, anche quella relativa alla vendi-ta della casa coniugale: nonostante la correttezza della motivazione che ha spinto la Corte d’appello a dare rilievo alla contrazione reddituale prodottasi a seguito di pensionamento, spiegano all’uopo i giudi-ci di legittimità, deve ritenersi fondata «la censura relativa all’omessa valutazione del fatto decisivo e rilevante ai fini della determinazione dell’assegno di mantenimento, consistente nell’incasso dell’im-porto della vendita dell’immobile adibito a casa co-niugale». In ordine a tale incremento patrimoniale, continuano, la Corte d’appello aveva infatti omesso di inserirne a priori l’incidenza sulla complessiva condizione economica «senza alcuna giustificazio-ne plausibile». Viceversa, è necessario prendere in considerazione anche quest’ultimo ai fini di una corretta valutazione della situazione patrimoniale complessiva del coniuge e valutarne l’incidenza «in concreto».

Adelaide Caravaglios©Riproduzione riservata

La riduzione dell’assegno non scatta in automatico

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VIILunedì 27 Aprile 2015Lunedì 27 AA F FA R I L E G A L IGIUDICI DI PACE/ La Ctr Lombardia conferma il verdetto espresso in primo grado

Arretrati a tassazione separataSi deve applicare l’aliquota media, non la ordinaria

DI VALERIO STROPPA

Compensi arretrati dei giudici di pace a tassazione separata. Quando gli emolu-

menti vengono corrisposti ai magistrati onorari nell’anno successivo a quello di ma-turazione si deve applicare l’aliquota media prevista dall’articolo 21 del Tuir e non quella ordinaria. Per questo motivo l’Agenzia delle entrate deve rimborsare al giudice la maggiore Irpef trattenuta per l’anno 2011. È quanto stabi-lito dalla Ctr Lombardia con la sentenza n. 1528/15, depo-sitata lo scorso 15 aprile. Il verdetto conferma la decisio-ne già assunta in primo grado dalla Ctp Milano (si veda Ita-liaOggi del 23 maggio 2013).

Un giudice di pace aveva presentato ricorso dopo che nel bimestre gennaio-feb-braio 2012 aveva ricevuto gli emolumenti relativi ai mesi di novembre e dicembre 2011. La ritenuta fi scale su dette somme, pur riferendosi a un precedente anno d’imposta, era stata operata con l’aliquo-ta ordinaria (41%), invece che scontare la tassazione separa-ta prevista dall’articolo 17 del Tuir. E poiché in quest’ultimo caso il prelievo sarebbe stato del 27,83%, il contribuente lamentava un’indebita trat-tenuta Irpef di circa 700 euro, nonché un maggior reddito complessivo per l’anno 2012 che lo avrebbe costretto a pa-gare più tasse.

Instaurato il contenzioso tributario, la Ctp accoglieva il ricorso, sostenendo che devo-no ritenersi emolumenti arre-trati (quindi tassati separa-tamente) «tutti quelli relativi ad anni precedenti erogati in anni successivi, sia per effet-to di leggi sia per altre cause non indicate, le quali non de-vono essere dipendenti dalla volontà delle parti».

A parere delle Entrate i tempi tecnici di liquidazione dei compensi bimestrali dei giudici di pace rendono fi sio-logico il ritardo nei pagamen-ti, senza che si configurino quelle «oggettive situazioni di fatto» che giustifi cano l’ap-plicazione della tassazione separata.

Tesi però non condivisa dalla Ctr milanese. Richia-mando anche la sentenza n. 18067/2002 della Cassazione, i magistrati tributari osser-vano che «la questione giuri-dica è già stata sottoposta e decisa con diverse sentenze passate in giudicato», le quali «precludono il riesame sullo stesso punto di diritto già ac-certato e risolto tra le parti in modo defi nitivo». Da qui il rigetto dell’appello dell’am-ministrazione fi nanziaria e la conferma della sentenza impugnata.

Il comune non può noleggiare un’auto-vettura con dentro un autovelox e un vigile per fare multe a raffica. Lo ha evidenziato il ministero dei traspor-ti con il parere n. 1040 del 12 marzo 2015. L’impiego dei privati nelle attivi-tà di polizia stradale è stato fortemente limitato sia dalla circolare Maroni che dalla successiva legge 120/2010. L’atti-vità di polizia stradale non può essere delegata a terzi ma i comandi possono eventualmente utilizzare strumenti a noleggio o in leasing. Mentre le at-

trezzature devono essere nell’esclusiva disponibilità degli organi di vigilanza ai privati potranno essere affidati in-carichi ausiliari che però non potranno mai essere retribuiti a percentuale. Nel caso sottoposto all’esame del ministero una ditta ha richiesto chiarimenti sul-la legittimità dell’impiego di un veicolo privato con tanto di lampeggiante sul tetto per effettuare controlli elettroni-ci della velocità. Questa modalità non è conforme alle disposizioni normative perché solo i veicoli nella disponibilità

dell’amministrazione pubblica possono essere utilizzati per effettuare servizi in borghese di controllo della velocità, muniti di lampeggiante blu. In buona sostanza non è più possibile noleggiare veicolo e autovelox e mettere un agente di polizia municipale a bordo del veicolo con tanto di lampeggiante per attivare controlli autovelox. Serve almeno un veicolo del comune ovvero di un’altra pubblica amministrazione, conclude il parere centrale.

Stefano Manzelli

CODICE DELLA STRADA

No all’autovelox sul camioncino privato

Autori - Silvia Pavone, Giulia Picchi, Francesco Raineri Titolo - Marketing e comunicazione per gli studi professionali Casa editrice - Wolters Kluwer, Mi-lano, 2015, pagg. 128

Prezzo - Euro 19Argomento - Se è vero che le attività di marketing sono ormai indispensabili per tut-ti quegli studi profes-sionali che vogliono competere in un mer-cato che presenta una domanda sempre più esigente e un’offerta

sempre più frammentata e concor-renziale, è altrettanto vero che non tutti sanno da dove iniziare oppure dispongono degli strumenti e delle competenze per farci i conti.Da un lato, gli studi professionali devono confrontarsi sulla fiducia che si instaura tra i professionisti e gli interlocutori, e sullo sviluppo del business nei confronti sia dei clien-ti esistenti sia di quelli potenziali. Dall’altro lato, gli stessi studi devono andare alla scoperta del networking come opportunità di sviluppo perso-nale e di carriera dei professionisti, e della comunicazione come risorsa importante nella strategia dello stu-dio. Si pensi, infine, alla «corsa all’oro» della presenza online, che fa più vit-time che vincitori ma che se usata con il corretto approccio aiuta a raf-forzare il posizionamento e a gene-rare valore per gli interlocutori dello studio.Sono tutti temi a cui questo libro vuo-le venire in aiuto offrendo consigli, spunti di riflessione e indicazioni sul-le attività di marketing necessarie.

Autore - A cura di Elena Brando-liniTitolo - 700 c.p.c. Casa editrice - Cedam, Padova, 2015, pagg. 1408Prezzo - Euro 100Argomento - Il conseguimento della tutela giurisdizionale non è sempre sollecito. Il processo spesso arriva a definizione in tempi lunghi e nelle more possono verificarsi mutamenti delle condizioni di fatto tali da ren-dere praticamente impossibile la soddisfazione del diritto alla quale il processo stesso è preordinato.

In taluni casi, poi, il titolare del di-ritto non può neppure invocarne la tutela in quanto il diritto vantato non è ancora liquido oppure è sottoposto a condizione o a termine e, tuttavia appare urgente evitare il pericolo che, nel frattempo, sia frustrata la successiva istanza di tutela. A que-sto fine, eminentemente mediato e strumentale, tendono i cosiddetti provvedimenti cautelari i quali han-no, principalmente, lo scopo di assi-curare la conservazione dello stato di fatto, affinché la decisione avvenga «re adhuc integra». Anche il proce-

dimento d’urgenza è un procedimento cau-telare: esso è finaliz-zato alla emanazio-ne di provvedimenti innominati o atipici di urgenza aventi la funzione di eliminare le lacune del sistema e, quindi, di non la-sciare in nessun caso

l’organo giudicante sprovvisto dei po-teri necessari a far fronte alle molte-plici necessità del caso concreto. Par-tendo, pertanto, dal presupposto che la tutela cautelare è espressione del diritto fondamentale alla effettività del rimedio giudiziale, questa nuova opera, oltre alla disamina delle no-vità, normative e giurisprudenziali, nel frattempo intervenute, si prefigge di delineare il quadro d’insieme del-le strategie processuali degli ambiti applicativi dell’art. 700 c.p.c., alla luce della giurisprudenza, non solo consolidata ma anche emergente. A tal fine integra il commento autorale con una casistica reale, dedotta dal diritto vivente, contenente risposte chiare ed esaustive sulle innumere-voli materie che possano godere di questo giudizio.

Autori - Riccardo Bauer e Marco Grumo.Titolo - La revisione del bilancio de-gli enti non profit Casa editrice - Maggioli editore, Rimini, 2015, pagg. 368Prezzo - Euro 46Argomento - Garantire la correttez-za e trasparenza delle proprie azioni è il primo atto che tutti i tipi di enti, pubblici e privati, devono porre in essere. Anche per gli operatori del terzo settore sta diventando sem-pre più importante dotarsi di organi

di controllo e di procedure volte al conseguimento di tale scopo. A diffe-renza, però, di quanto avviene nelle società di capitali non esiste per gli enti non profit (salvo eccezioni, come per le fondazioni bancarie) una di-sposizione normativa che li obblighi a nominare un apposito organo di controllo. Prescindendo o meno dalla sua obbligatorietà, l’attività di con-trollo serve a garantire quella cor-rettezza e trasparenza fondamentali per gli interessi dei soggetti coinvolti a vario titolo negli enti non profit, quali i donatori, la pubblica fede per la raccolta fondi, lo stato, la colletti-vità servita (come l’assistenza socia-le) laddove tali enti sostituiscono o integrano i servizi pubblici. Per tale motivo chi esercita il ruolo di con-trollore deve possedere requisiti di indipendenza, autonomia di giudizio e professionalità. Svolgere il ruolo di revisore anche negli enti non profit comporta responsabilità elevate e ri-

chiede pertanto una comprovata compe-tenza in materia di bilancio, diritto so-cietario, tributario, fallimentare ecc. Il testo scritto a quat-tro mani da Riccar-do Bauer, docente di revisione aziendale presso la facoltà di

economia dell’Università Cattolica di Milano oltre che presidente del-la commissione principi contabili dell’ordine di Milano e rinomato esperto della materia, e Marco Gru-mo, dottore commercialista e reviso-re contabile e professore di economia e management delle organizzazioni non profit presso il medesimo ateneo, illustra alla perfezione quali sono queste responsabilità e competenze e, soprattutto, guida il revisore di bilancio degli enti non commerciali nell’espletamento della sua attivi-tà. Dopo una prima parte dedicata agli aspetti contabili e al bilancio di esercizio degli enti non profit, il testo, aggiornato con i primi due principi contabili Oic per il settore del non profit, analizza l’attività di revisio-ne nel terzo settore ed in particolare nelle Onlus. Il testo è corredato di un cd-rom contenente normative, linee guida ed esempi di relazione, utili anche per la pratica professionale.

a cura di Francesco Romano

LETTURE DI DIRITTO

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VIII Lunedì 27 Aprile 2015 A F FA R I L E G A L IUno dei magistrati delle best practice chiede commissione ad hoc

Il Pct finisce sotto accusaSciacca: manca coordinamento con il cpc

DI MARZIA PAOLUCCI

Una commissione mini-steriale in materia di normazione del pro-cesso civile telemati-

co. La chiede Mariano Sciac-ca, ex CsM, uno dei magistrati delle Best Practice tornato al suo ruolo a Catania presso il tribunale delle Imprese che a fi rma di Unicost Catania, la sezione distrettuale della cor-rente di centro della magistra-tura, sottoscrive un documento di denuncia sulle carenze del processo civile telematico: «C’è un mancato coordinamento tra il codice di procedura civile e tutta la normativa specifica che è stata introdotta sul pct. Servirebbe un testo unico che invece, mancando, crea una se-rie di incertezze a livello giu-risprudenziale, bene sarebbe intanto costituire una commis-sione ministeriale in materia di normazione del pct». Ma non è questa la sola richiesta che i magistrati catanesi di Unicost nel documento inti-tolato «Il lato oscuro del Pct e la necessità di interventi si-

stemici e coordinati», fanno al ministero della giustizia. Oltre a un testo unico che coordini il codice di procedura civile con tutta la normativa primaria e secondaria in materia di pct, chiedono una formazione al-largata all’organizzazione del ruolo, assistenza sui computer on site e una dotazione infor-matica all’altezza delle neces-sità che il processo civile tele-matico obbligatorio gli mette davanti. Sollevano problemi funzionali e di salute: «visite oculistiche periodiche» per il tempo passato davanti ai com-puter e «un doppio monitor, uno per visualizzare e l’altro per redigere il provvedimento». Nel documento, Sciacca, elet-to nella segreteria nazionale della corrente, già consigliere Csm, mette nero su bianco un lungo elenco di richieste al mi-nistero a cominciare dall’im-plementazione del software della «consolle del magistrato concepito per il procedimento civile ordinario e adattato alle procedure esecutive e concor-suali, con non poche criticità». «L’approccio al pct è stato

un approccio progressivo ma ora che è entrato a regime, ci sono ancora troppi problemi in termini di assistenza alle cancellerie, supporto infor-matico e gestione del softwa-re. La lavorazione dei decreti ingiuntivi telematici è oggi più lenta rispetto a quella del de-creto cartaceo, non esiste una formazione nazionale ma solo episodica e lasciata all’iniziati-va dei singoli uffi ci», denuncia Sciacca a ItaliaOggi Sette. Il documento di Unicost parte da un assunto: «Il processo civile telematico, nell’intenzione del

legislatore fi nalizzato all’ac-celerazione dei tempi del pro-cesso e al maggiore controllo del ruolo del giudice civile, comporta, nella sostanza, un aumento dei tempi, allo stato innegabile, per la redazione dei provvedimenti e lo studio dei fascicoli». Il perché è così spiegato dal magistrato: «Ci sono atti che prima facevamo in minor tempo e che oggi non risultano possibili come la gestione informatica dei con-cordati, la fase della verifi ca dello stato passivo, la visione da parte del magistrato delle annotazioni sui registri infor-matici dei sub procedimenti, un esempio sono i cautelari in corso di causa, l’accesso al fascicolo da parte dei pubblici ministeri pur nei casi di loro obbligatoria partecipazione al procedimento e ancora, l’im-procedibilità alla annotazione di eventuali correzioni sul do-cumento telematico e l’impos-sibilità di riunire i fascicoli». Ormai costretti al computer anche per lo studio dei fa-scicoli, i magistrati catanesi sollevano anche problemi di

salute chiedendo visite oculi-stiche periodiche con le stesse garanzie di salute che la legge riconosce ai videoterminalisti. Tra i punti critici rilevati, i magistrati riscontrano «la ca-renza di affi dabilità dimostra-ta dalle decine di interruzioni e di blocchi dei fl ussi, dalle dif-fi coltà connesse alle incompa-tibilità che gli strumenti in uso dimostrano in occasione degli aggiornamenti della piattafor-ma Consolle o dei certifi cati e delle smartcard, l’insuffi cienza del personale amministrativo che spesso non riesce a garan-tire per tempo l’accettazione degli atti». Ma non basta: «La consultazione dei documenti telematici, si legge nel docu-mento, è più gravosa rispetto al tradizionale cartaceo sia in ter-mini di dispendio di energie che di tempo, da cui l’insorgere di diffi coltà pratiche serie nell’uti-lizzazione di un solo monitor sì da rendere imprescindibile la necessità di due monitor: uno destinato alla visualizzazione dei documenti e l’altro alla re-dazione del provvedimento».

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Consenso al trattamento dei datiLei presta espressamente il Suo consenso al trattamento dei dati per le seguenti finalità:- invio di materiale pubblicitario relativo a prodotti e/o servizi della società Titolare

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IL MERCATO DEI TITOLI A MALTA

Una nuova opportunità di trasparenza per i titoli di debito e le cartolarizzazioni

MILANO, 6 MAGGIO 2015Fondazione Cariplo, Via Romagnosi 8

Orario 9.30 – 13.00

Moderatore: Gabriele CAPOLINODirettore ed Editore Associato MF/Milano Finanza

Relatori: Joseph BANNISTERChairman Malta Financial Services Authority

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LA PARTECIPAZIONE È GRATUITAPer iscriversi è necessario compilare il coupon in caratteri leggibili e inviarlo via fax al n. 02.58219.452 - oppure via e.mail a: [email protected]à data precedenza alle adesioni in base all’ordine di arrivo. Saranno avvisati esclusivamente coloro che per motivi di esubero non potranno partecipare

Lo stato di Malta, membro dell’Unione Europea nel 2004, è diventato gradualmente un

importante centro per i servizi inanziari. La legislazione e la regolamentazione inanziaria

sono completamente allineate con le norme e le direttive dell’Unione Europea.

Gli ultimi dieci anni hanno segnato una crescita signiicativa del settore bancario ed

assicurativo e dei servizi di investimento. In questo momento, in particolare, è in corso

lo sviluppo e la promozione del mercato dei capitali e delle cartolarizzazioni, in base

alle linee dettate dal piano di investimento dell’Unione Europea per tali settori.

Mariano Sciacca

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33Lunedì 27 Aprile 2015Lunedì 27 ApriC O N TA B I L I TÀI comportamenti adatti a evitare la doppia imposizione a danno dei contribuenti

Irap, accantonamenti esclusi dai calcoli. Ma con distinguo

Pagine a curaDI FRANCO CORNAGGIA

E NORBERTO VILLA

Gli accantonamenti sono irrilevanti ai fi ni del calcolo dalla base imponibile dell’Irap.

Ma per evitare penalizzazioni (doppia imposizione) a danno dei contribuenti occorre fare alcune eccezioni. E anche l’Agenzia delle entrate è con-corde. Per i soggetti Ires (salvo alcune eccezioni) la base im-ponibile è determinata dalla differenza tra il valore e i costi della produzione di cui alle let-tere A) e B) dell’articolo 2425 del codice civile, con esclusione delle voci di cui ai numeri 9), 10), lettere c) e d), 12) e 13), così come risultanti dal conto economico dell’esercizio. La norma prevede uno stretto le-game tra base imponibile Irap e dato contabile che porta a verifi care come nella differen-za tra A meno B non si tiene conto di alcune voci del conto economico tra cui: B10c) Altre svalutazioni delle immobiliz-zazioni; B10d) Svalutazioni dei crediti compresi nell’attivo circolante e delle disponibilità liquide; B12) Accantonamenti per rischi; B13) Altri accanto-namenti.

Nonostante il testo della norma, la regola necessitava di essere correttamente in-terpretata per evitare inutili penalizzazioni. Infatti, se un contribuente accantona un importo a fronte di spese legali

che presume di dover sostene-re non può dedurre l’accanto-namento ma quando si dovesse verifi care il sostenimento della spesa, la mancata imputazio-ne a conto economico pareva potesse comportare anche in questo momento l’irrilevanza Irap. Il dubbio è stato superato dalla circolare 12/E del 2008: anche ai fini Irap le poste contabili che non transitano in una delle voci rilevanti per l’individuazione della base im-ponibile Irap tornano a essere rilevanti nel momento in cui sono portate a decremento del fondo tassato precostituito.

Pur distaccandosi dal testo della norma la circolare 12/E

ha affermato: l’articolo 5 del dlgs n. 446 del 1997 esclude la deducibilità, tra l’altro, de-gli accantonamenti per rischi e oneri indicati nelle voci B12 e B13 del conto economico in quanto le stesse sono poste di natura estimativa che non devono, quindi assumere ri-levanza nella determinazione della base imponibile Irap; no-nostante ciò le spese effettua-te, la cui classifi cazione sotto il profi lo contabile sarebbe stata imputata, in assenza di accer-tamento, ad altre voci dell’ag-gregato B rilevanti, in quanto deducibili, nella determinazio-ne della base imponibile Irap, possano assumere rilevanza

ai fini della determinazione dell’Irap al momento dell’ef-fettivo sostenimento ancorché non espressamente risultanti nella relativa voce del conto economico per l’utilizzo del fon-do iscritto nel passivo; ai fi ni dell’imputazione a conto eco-nomico degli accantonamenti, l’articolo 2425 del codice civile stabilisce che gli accantona-menti per rischi e ogni altro accantonamento devono esse-re indicati rispettivamente alle voci B12 e B13 dello schema di conto economico. I predetti accantonamenti, in applica-zione dell’articolo 5 del dlgs n. 446 del 1997, come modifi cato dall’articolo 1, comma 50, del-

la legge fi nanziaria 2008, non sono deducibili ai fi ni Irap; se si privilegia invece il criterio della classifi cazione per natu-ra dei costi, tali poste vengano imputate ad altre voci dello schema di conto economico, le stesse non potranno comunque essere portate in deduzione; da ciò ne consegue che gli even-tuali accantonamenti imputa-ti a voci diverse da B12 e B13 non possono benefi ciare di un trattamento differenziato e, conseguentemente, non posso-no essere portate in deduzione ai fini della determinazione della base imponibile Irap, ma i corrispondenti costi risulte-ranno, invece, rilevanti dalla base imponibile al momento dell’effettivo sostenimento e sempre che riconducibili a voci dell’aggregato B rilevanti nella determinazione della base im-ponibile Irap. Tale tesi è stata poi confermata dalla risoluzio-ne n. 204/E del 19/5/2008 che ha riconosciuto la rilevanza di alcune spese effettuate, la cui classifi cazione sotto il profi lo contabile sarebbe stata impu-tata, in assenza di accertamen-to, ad altre voci dell’aggregato B rilevanti, in quanto deduci-bili, nella determinazione della base imponibile Irap, possano assumere rilevanza ai fi ni del-la determinazione dell’Irap al momento dell’effettivo sosteni-mento ancorché non espressa-mente risultanti nella relativa voce del conto economico per l’utilizzo del fondo iscritto nel passivo.

Rimane qualche dubbio sull’interpretazione dell’Agenzia nel caso di affi tto di azienda. È chiaro che la soluzione sia stata dettata dalla volontà di giungere a penalizzazioni per i contribuenti. In sintesi in-fatti la soluzione individuata con riguardo agli accantonamenti da affi tto d’azienda è la seguente: tali accantonamenti anche se indicati in una voce non rilevante ai fi ni Irap sono deducibili; per ottenere ciò è necessario effettuare una variazione in diminuzione in sede di dichiarazione; la deducibilità Irap è però correlata al fatto che il loro ammontare sia sottratto alla discrezionalità degli amministratori e ciò interviene quando non eccedono l’importo che si ottiene applicando ai beni concessi in affi tto i coeffi cienti di cui al dm 31/12/88.Non si può negare che anche per raggiungere tale soluzione (favore-vole ai contribuenti) l’Agenzia si sia dovuta impegnare in una sorta di corsa a ostacoli. Nella sostanza: gli accantonamenti sono rilevanti Irap se e in quanto non soggetti alla discrezionalità, motivo che ha indotto il legislatore a escludere nel computo della base imponibile dell’imposta regionale quanto iscritto nelle voci B12 e B13 del conto economico. Ma vi è qual-che dubbio che ciò avvenga, in quanto la stima degli accantonamenti deriva sempre e necessariamente da un processo di stima e pertanto è sempre infl uenzato da un qualche grado (magari minimo) di discre-zionalità (tecnica). E in effetti anche nella circolare si legge che la determinazione degli accantonamenti è sottratta alla discrezionalità degli amministratori se gli stessi sono calcolati in base alle aliquote di ammortamento fi scalmente riconosciute in deduzione. Ciò evidenzia come la disciplina Irap nata per collegare il tributo alle risultanze di bilancio crea degli scompensi che costringe la stessa Agenzia delle entrate (nel pregevole tentativo di offrire interpretazioni favorevoli al contribuente) a forzare il testo normativo.

Affi tto di azienda poco conveniente In base al codice civile l’affi ttuario

dell’azienda ha l’obbligo di con-servare l’effi cienza dell’organizza-zione e degli impianti e le normali dotazioni di scorte. In forza di ciò il legislatore fi scale riconosce ai fi ni Ires la rilevanza fi scale agli accan-tonamenti, volti alla creazione di un apposito fondo destinato al ripri-stino di valore dei beni locati nella misura pari agli ammortamenti che sarebbero da calcolare nel caso in cui i beni fossero di proprietà (vedi art. 102 comma 8 del Tuir). Tali di-sposizioni non si applicano soltan-to nei casi di deroga convenzionale alle norme dell’articolo 2561 del codice civile, concernenti l’obbligo di conservazione dell’effi cienza dei beni ammortizzabili. Tali accantonamenti, che devono essere effettuati sulla base di ele-menti oggettivi e valida documen-tazione, secondo quanto espresso dall’Oic 19 sono da contabilizzare nella voce B13 del conto economi-co. Anche in questo caso quindi ci si trovava di fronte al dubbio circa la rilevanza Irap degli stessi. La circolare 26/E del 2012 ha però anche per questo caso individuato

una via d’uscita: - tali accantonamenti sono stanzia-ti in bilancio con la funzione eco-nomica di contrapporre ai ricavi conseguiti nell’esercizio (derivan-ti dall’utilizzo dei beni aziendali affi ttati); - tali accantonamenti devono esse-re effettuati sulla base di elementi oggettivi e valida documentazione e quindi la loro misura è sottratta alla discrezionalità degli ammini-stratori; pertanto, conclude il documento di prassi, tali oneri anche ai fi ni Irap possono concorrere alla forma-zione del valore della produzione nell’esercizio di competenza. La soluzione è positiva anche se le motivazioni a sostegno lascia-no qualche dubbio. L’Agenzia pare sostenere che gli elementi ogget-tivi e la valida documentazione richiamati dall’Oic hanno la forza di individuare nel componente così individuato una «certezza» di tipo quantitativo e ciò di per sé sarebbe in grado di superare il divieto espli-cito di ritenere rilevante ai fi ni Irap ciò che è contabilizzato nelle voci B12 e B13 del conto economico.

Ires, conta il fondo ripristino

che presume di dover sostene ha affermato: l’articolo 5 del ai fini della determinazione

Affi tto d’azienda e Irap

Art. 2561 del codice civile

L’afi ttuario dell’azienda deve esercitarla sotto la ditta che la contraddistingue e deve gestirla senza modii carne la destinazione e in modo da conservare l’efi cienza dell’orga-nizzazione e degli impianti e le normali dotazioni di sc

Principi contabiliContabilmente tali accantonamenti sono da iscrivere nella voce B13 del conto economico

Art. 102, comma 8 del Tuir

Per le aziende date in afi tto o in usufrutto tali quote di «ammortamento» sono deducibili in capo all’afi ttuario o usufruttuario e sono commisurate al costo originario dei beni quale risulta dalla contabilità del concedente

Circolare 26/E/2012

Gli accantonamenti, rispondendo a adempimenti specii ca-mente e dettagliatamente previsti nei principi contabili e, sfuggendo alla valutazione soggettiva degli amministratori, concorrono alla formazione del valore della produzione Irap nell’esercizio di competenza

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34 Lunedì 27 Aprile 2015 C O N TA B I L I TÀ

Nessun doppio van-taggio, ma nessuna doppia imposizione Irap in presenza di

svalutazione delle immobi-lizzazioni. Anche sul tema è una presa di posizione dell’Agenzia delle entrate (circolare 26/E del 2012) che chiarisce i dubbi. E sul tema i dubbi erano analoghi a quelli individuati nei casi esposti negli articoli della pagina precedente. Le sva-lutazioni delle immobilizza-zioni devono essere imputa-te alla voce B10), lettera c) del conto economico che per espressa previsione dell’ar-ticolo 5, comma 1, del dlgs 446/1997 è una di quelle non rilevanti nella deter-minazione del valore della produzione.

Nell’ipotesi in cui sia im-putata a conto economico una svalutazione si genera un disallineamento tra il valore civile e il valore fi -scale del bene e considera-ta la generale deducibilità dell’ammortamento ai fi ni Irap ci si deve porre il pro-blema di come (e quando) poter recuperare tale com-ponente negativo (che non troverà mai imputazione a conto economico in una voce rilevante ai fi ni del tributo regionale). Ecco le ipotesi possibili.

Caso 1Il primo caso è quello in

cui in vigenza di regole pre-cedenti che non prevedeva-no una stretta correlazione tra dato contabile e imponi-bile Irap si era proceduto a una svalutazione di un bene con rilevanza unicamente contabile. Ciò ha compor-tato l’individuazione di un costo contabile inferiore a quello fi scalmente ricono-sciuto.

Gli ammortamenti dedu-cibili Irap (indipendente-mente da quelli imputati a conto economico) rimangono quelli calcolati in base al co-sto fi scalmente riconosciuto (costo ante svalutazione). Dopo la svalutazione pos-sono risultare le seguenti ipotesi:

• il nuovo piano di am-mortamento c ivi l ist ico comporta l’imputazione di uguali quote di ammorta-mento rispetto al passato in quanto a fronte della svalutazione si è ridotta la residua vita utile del bene. Alla conclusione del pro-cesso di ammortamento ci-vilistico residuerà un costo fi scalmente riconosciuto che assumerà rilevanza Irap mediante una variazione in diminuzione effettuate in dichiarazione.

Quest’ultima dovrà essere effettuata nei limiti dell’im-porto derivante dall’applica-zione dei coeffi cienti previ-sti dal decreto ministeriale 31 dicembre 1988;

• il nuovo piano di ammor-tamento civilistico compor-ta l’imputazione di minori quote di ammortamento ri-spetto al passato in quanto

a fronte della svalutazione si è mantenuta inalterata la residua vita utile del bene.

La differenza tra am-mortamento imputato a conto economico e ammor-tamento calcolato sul costo fiscalmente riconosciuto darà luogo ogni anno a una variazione in diminuzione rilevante ai fini Irap sep-pure non imputata a conto economico nell’esercizio.

Questa seconda procedu-ra è risultata confermata dalla circolare 26/E che ha sostenuto come il contri-buente per recuperare me-dio tempore la svalutazione non dedotta deve dedurre in ciascun periodo d’imposta l’intero importo dell’am-mortamento fiscalmente ammesso.

Qualora non ci si compor-ti in tal modo il maggior va-lore può essere recuperato solo in sede di realizzo del cespite.

Caso 2Nel caso di beni acquisi-

ti dopo l’entrata in vigore

della disciplina Irap oggi in vigore o con riguardo a beni che non presentavano all’epoca alcun disallinea-mento tra il valore civile e quello fi scale, è sempre la

circolare 26/e che ha indivi-duato il comportamento da adottare.

Il disallineamento tra valore civile e quello fi scale che si genera a seguito del-

la svalutazione fi scalmente non rilevante si riassorbe attraverso variazioni in di-minuzione da effettuarsi in dichiarazione nel corso del processo di ammortamento del bene, applicando il crite-rio di ammortamento utiliz-zato in sede civilistica, ossia ripartendo il valore fi scale del bene (valore contabile residuo al lordo della sva-lutazione non dedotta fi-scalmente) sulla base della vita utile residua del bene stesso.

È vero però che in tal modo si opera una forzatura delle regole Irap (a favore del contribuente) in quanto si ritengono deducibili:

• la quota di ammorta-mento imputata a conto economico;

• la differenza tra la quota di ammortamento imputata a conto economico e quella risultante considerando la residua vita utile individua-ta a livello civilistico (quota che non è imputata a conto economico).

Con riguardo alle immo-bilizzazioni immateriali il tema era già stato trattato nella circolare n. 27/E del 2009 in cui si era affermato che per i diritti di concessio-ne e gli altri diritti di cui all’articolo 103, comma 2, del Tuir, può verifi carsi che gli stessi risultino iscritti, nei bilanci relativi agli eser-cizi anteriori all’entrata in vigore della riforma Irap, secondo valori inferiori a quelli fi scali, in quanto og-getto di svalutazioni rile-vanti ai soli fi ni civilistici.

In questa ipotesi si era previsto che i maggiori valori fi scali che, già negli esercizi pregressi, hanno dato luogo maggiori am-mortamenti fi scali, possono assumere rilevanza ai fi ni Irap, anche negli esercizi successivi senza soluzione di continuità, secondo i cri-teri di cui all’articolo 103 del Tuir, ossia in misura corrispondente alla durata di utilizzazione prevista dal contratto o dalla legge.

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Svalutazioni senza doppioni

a fronte della svalutazione della disciplina Irap oggi circolare 26/e che ha indivi-

Anche i costi di chiusura e post chiusu-ra delle discariche rilevano ai fi ni Irap. Da un punto di vista contabile nel caso in cui vi siano dei costi che una società stima di sostenere per danni cagionati all’ambiente, per esempio per il disin-quinamento o il ripristino, è necessario accantonare tali oneri in un apposito fondo del passivo di stato patrimonia-le e si richiede una valutazione degli stessi in base ai costi che si presume di sostenere in relazione alla situazione esistente, tenendo anche conto degli eventuali sviluppi tecnici e legislativi futuri, di cui si ha conoscenza alla data di bilancio. Con la risoluzione n. 52/E del 2 giugno 1998 l’Agenzia ha considerato le pro-blematiche conseguenti a tale ipotesi ai fi ni delle imposte dirette ritenendo accettabile che i costi siano dedotti in precedenza rispetto alla loro manifesta-

zione numeraria. Nella sostanza ai fi ni Ires i costi di post chiusura (che si rea-lizzano in periodi caratterizzati dall’as-senza dei ricavi in forza della chiusura del ciclo produttivo per esempio di una discarica) sono deducibili nell’eserci-zio di competenza dei ricavi (cioè nella fase attiva della discarica). Tali costi sono imputati a conto nelle voci B12) o B13) e quindi in voci non rilevanti ai fi ni Irap. Anche in tal caso però, la circolare 26/E del 2012 ammet-te la rilevanza Irap di tali accantona-menti in quanto una soluzione differen-te «potrebbe generare una asimmetria rispetto al sistema vigente prima della riforma». Pertanto si conclude per la rilevanza anche ai fi ni Irap di tali com-ponenti negativi di reddito che sono deducibili mediante l’indicazione di una variazione in diminuzione in di-chiarazione.

Discariche, rilevano i costi di chiusura e post

Anche i punti guadagnati con gli acqui-sti che consentono sconti sui successi-vi necessitano di regole Irap ad hoc. Il caso è stato trattato dalla risoluzione n. 204/E del 2008. L’ipotesi riguardava un contribuente che offriva ai propri clienti a fronte di ogni acquisto l’accre-dito di punti da utilizzare sotto forma di sconti in successivi acquisti di prodotti o servizi.L’Agenzia delle entrate ha ricondotto la fattispecie a quanto previsto dall’ar-ticolo 107, comma 4, del Tuir, il quale prevede che «non sono ammesse de-duzioni per accantonamenti diversi da quelli espressamente considerati dalle disposizioni del presente capo». Tale norma in sostanza prevede l’indeduci-bilità di accantonamenti non rientranti tra quelli espressamente previsti dalle disposizioni relative alla determinazio-ne del reddito d’impresa rimandando nel

contempo la deducibilità di tale oneri esclusivamente se e nella misura in cui saranno effettivamente sostenuti. Quindi: • il contribuente opera in bilancio ac-cantonamenti diversi da quelli espres-samente previsti nelle norme del testo unico che quindi devono essere ripresi a tassazione quando stanziati a conto economico;• ciò comporterà una variazione in au-mento del risultato d’esercizio di importo pari agli accantonamenti ancora non uti-lizzati al termine dei singoli esercizi;• se poi nel periodo d’imposta di effet-tivo sostenimento dell’onere dovesse essere diverso da quello di accanto-namento al fondo l’utilizzo dello stes-so rileverà fi scalmente attraverso una variazione in diminuzione in forza del disposto dell’articolo 109, comma 4, let-tera a) del Tuir.

Regole ad hoc sugli sconti

Irap e svalutazioni

Bene immobilizzato con costo • i scalmente riconosciuto pari a € 10.000Quota di ammortamento annua • imputata a conto economico: 10% pari a € 1.000Quota di ammortamento rilevante • ai i ni Irap: € 1.000Svalutazione effettuata nell’anno • X: € 3.000Rilevanza Irap della svalutazione: • nessuna

Quota di ammortamento annua • imputata a conto economico a par-tire dall’anno X: (10.000 – 3.000) x 10% = € 700

Quota di ammortamento rilevan-• te ai i ni Irap: € 1.000 di cui € 700 imputati a conto economico come ammortamento e € 300 recuperati alla deducibilità grazie a una variazione in diminuzione nel modello Irap

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35Lunedì 27 Aprile 2015LuneS P E N D E R E M E G L I OPro e contro dei due sistemi per finanziare i lavori di ristrutturazione in casa

Mutuo-prestito, partita apertaDurata, tasso, burocrazia tra gli elementi da valutare

Pagina a curaDI ANNA DI SANTO

I tassi ai minimi costituisco-no un incentivo importante per ristrutturare la propria abitazione. Complice la

conferma fi no al 31 dicembre prossimo degli incentivi sugli interventi domestici. Per chi non ha tutte le disponibilità liquide, o comunque intende preservarne quanto meno una parte, si tratta di scegliere tra mutuo e prestito. Cerchiamo di fare chiarezza evidenziando pro e contro delle due soluzio-ni, che coinvolgono in primo luogo l’importo da finanzia-re, ma senza trascurare altri aspetti con cui fare i conti, come la durata, il tasso e la burocrazia.

Le agevolazioni fiscali. Cominciando dagli aspetti fi -scali, le somme spese (e certi-fi cate) per le ristrutturazioni edilizie possono essere de-tratte dalla dichiarazione dei redditi nella misura del 50% (con una spesa massima di 96 mila euro, per cui il benefi cio può arrivare fino a 48 mila euro), con rate spalmate su un arco decennale. Quindi, se si spendono 30 mila, è possibile recuperarne 1.500 all’anno per un decennio. Questa agevola-zione, introdotta per sostenere il mercato immobiliare nel pe-riodo più duro della sua crisi, e al contempo contrastare il nero (particolarmente diffuso nell’edilizia), resterà in vigo-re fino al termine del 2015, mentre dal prossimo anno si scenderà al 36%.

Invece, se gli interventi ese-guiti migliorano l’efficienza energetica degli edifi ci esisten-ti (dal miglioramento termico dell’edifi cio all’installazione di pannelli solari alla sostituzio-ne di impianti di climatizzazio-ne), è prevista una detrazione del 65%, anche in questo caso spalmata su dieci anni.

Costi più bassi per il mutuo. La scelta tra mutuo e prestito è legata essenzial-mente a tre fattori: l’importo da richiedere, il tasso d’inte-resse e la durata. Partendo dal primo aspetto, le proposte

di prestiti, infatti, cominciano a scarseggiare sopra i 30 mila euro, e in ogni caso diventano quasi sempre più costose. «Su una durata di sette anni, il miglior tasso su un prestito di 30 mila euro attualmente è il 5,65%», spiega Roberto Aned-

da, direttore marketing di Mu-tuiOnline.it e PrestitiOnline.it. «Se però si aumenta l’im-porto a 50 mila euro il tasso sale all’8,60%. Le equivalenti offerte di mutuo partono in-vece da tassi fi ssi intorno al 2,20% e addirittura all’1,50%

in caso di tasso variabile». Ne deriva quindi in generale un minor costo del mutuo rispetto al prestito. «Nel caso di 30 mila euro da rimborsare in 10 anni, la rata del mutuo ammonte-rebbe a 270-280 euro contro i 329 euro del prestito, per un

risparmio totale tra i 4 mila e i 7 mila euro», aggiunge Aned-da. «Se poi si sale a un importo di 50 mila euro, le differenze si fanno ancora più marcate: una rata dai 450 ai 470 euro per il mutuo contro gli oltre 620 euro di un prestito, per un rispar-mio complessivo dai 17 mila ai 20 mila euro». Un ulteriore limite del prestito è la durata massima di rimborso, che non va oltre i 10 anni, mentre con un mutuo è possibile arrivare fi no 30 anni. «Va da sé», è la conclusione di Anedda, «che il prestito può invece essere con-sigliabile in caso di importi di fi nanziamento molto contenu-ti, in quanto spesso le banche non offrono mutui per importi al di sotto dei 30 mila euro».

Meno burocrazia con i prestiti. Sembrerebbe non esserci partita tra le due op-zioni, ma in realtà bisogna considerare altri due elementi prima di arrivare alla conclu-sione. Il primo è il versante dei costi amministrativi, che nel caso del prestito persona-le sono più contenuti di qual-che centinaia di euro rispetto ai mutui. Allo stesso modo, la prima soluzione si fa apprez-zare per maggiore facilità di accesso: è suffi ciente, infatti, che il richiedente presenti un documento d’identità, accom-pagnato dalla busta paga per attestare la capacità di onora-re il debito e dal codice fi scale. Mediamente non passano più di sei-otto giorni dalla richie-sta alla concessione del fi nan-ziamento, ovviamente a patto che non insorgano complica-zioni o contestazioni. Mentre la concessione del mutuo rara-mente avviene prima di tre o quattro settimane. Così, chi ha urgenza di ottenere il fi nan-ziamento, potrebbe trovare più conveniente sottoscrivere un prestito personale, anche a costo di sopportare interes-si più elevati. Magari anche con l’intento di non iscrivere un’ipoteca sull’immobile (a garanzia del pagamento del finanziamento contratto), come invece previsto in caso di mutuo.

© Riproduzione riservata

Gli incentivi statali sotto forma di sgravi Irpef costituiscono una spinta importan-te ai lavori in casa, come ristrutturazioni, recupero edilizio e interventi di risparmio energetico. Secondo una rilevazione del Cresme, basata sui dati dell’Agenzia delle entrate, nel corso del 2014 le domande di agevolazione sono state 1,67 milioni per un valore dei lavori superiore ai 28 miliardi di euro. Un dato superiore del 4% rispetto al 2013 (chiuso a quota 23,9 miliardi), che già di per sé era stato un anno record. Per quanto riguarda gli interventi di riqualifi -cazione energetica, le domande nel 2014

sono state circa 339 mila, in leggero calo sul 2013, per un valore dei lavori di 3,7 mi-liardi.I contribuenti che fruiscono della detra-zione per interventi di recupero del patri-monio edilizio possono accedere anche agli incentivi per l’acquisto di mobili (come let-ti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani e poltrone) ed elettrodomestici (è il caso di frigoriferi, forni e lavastoviglie) a elevate prestazioni energetiche. Il massimale è di 10 mila euro, con detrazione del 50% ripartita in dieci rate annuali della medesima entità.

Gli sgravi Irpef fanno da traino

Qualche esempio

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Durata Banca Tasso Fisso

Rata Taeg Totale Interessi

7 anniBANCA POPOLARE COMMERCIO E INDUSTRIA

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10 anniCARIPARMA - CRÉDIT AGRICOLE

2,48% 283 € 3,26% 4.884,42 €

Durata Banca Tasso Variabile

Rata Taeg Totale Interessi

7 anni BANCADINAMICA 1,52% 377 € 1,68% 1.724,95 €

10 anni BANCADINAMICA 1,52% 270 € 1,64% 2.436,44 €

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Durata Istituto Tan Rata Taeg TotaleInteressi

7 anni RAT@WEB 5,65% 433 € 5,83% 6.420,19 €

10 anni FINDOMESTIC BANCA 5,70% 329 € 5,85% 9.427,19 €

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36 Lunedì 27 Aprile 2015 A F FA R I I N P I A Z Z ALe obbligazioni ad alto rendimento sono per natura più rischiose, ma più promettenti

Bond sulla cresta dell’ondaAttenzione sempre più crescente verso gli high yield

Pagina a curaDI LUIGI DELL’OLIO

Con il Btp a tre anni che rende poco più dello 0,2% lordo e la scadenza decen-

nale che non supera l’1,4%, diventa diffi cile costruire un portafoglio obbligazionario destinato a fornire rendi-menti interessanti. A mag-gior ragione se si considera che, a fronte della necessità di diversifi care, occorre fare i conti con rendimenti nega-tivi per molte delle emissioni tedesche e francesi. Uno sce-nario che complica la vita a piccoli e grandi risparmiatori, abituati a destinare la parte preponderante del portafoglio all’asset class obbligaziona-ria, e che spiega l’attenzione crescente verso gli high yield, che offrono rendimenti più elevati, ma a fronte di rischi maggiori.

Il paradosso dei rendi-menti negativi. Nessuno lo avrebbe immaginato solo pochi mesi fa, eppure oggi il 60% dei bund in circolazione ha rendimenti negativi. Ep-pure gli acquisti proseguono senza sosta. Chi fa una scel-ta a prima vista paradossale come questa può essere mo-tivato dalla prospettiva di un ulteriore ribasso dei ren-dimenti, che farebbe crescere il valore nominale dei titoli in portafoglio. O, in alternativa, preferisce rimetterci qualche decimale, a fronte del costo maggiore del deposito titoli presso la banca centrale (per esempio in Svizzera la pena-lizzazione è nell’ordine dello 0,20%). La terza possibilità è data dalla consapevolezza che, in un’epoca di defl azione, rimetterci meno di un deci-male percentuale può starci, a fronte della garanzia offerta da emittenti robusti come gli Stati, certamente più affi da-bili rispetto ai singoli istituti di credito (se l’alternativa è tenere il denaro sul conto corrente).

A caccia di rendimenti. La caccia ai bond high yield, che oggi rendono mediamen-te intorno al 4,5%, più del doppio rispetto a quelli in-vestment grade, diventa la logica conseguenza di que-sto scenario, anche se non si tratta di un’opzione a rischio zero: l’emittente che si vede costretto ad alzare il tasso da garantire al sottoscrittore è quello che ha un grado di merito inferiore. Dunque non va mai dimenticato che le ob-bligazioni ad alto rendimento sono per loro natura più ri-schiose della media.

Anche se oggi le prospetti-ve di default sono ai minimi storici per il concorso di due fattori: da una parte l’enor-

me liquidità messa in circo-lo dalle banche centrali, che inevitabilmente fi nisce anche sull’obbligazionario meno af-fi dabile, dall’altra le prospet-tive di ripresa economica in Europa, che favoriranno la stabilità dei conti aziendali. Uno scenario che sta favoren-do questo tipo di emissioni. Mario Spreafi co, responsabi-le investimenti di Schroders Wealth Management, segnala anche un altro aspetto da con-siderare: «Imprese quotate e anche alcune non quotate di medie dimensioni si stanno disintermediando dal siste-

ma bancario perché è più facile trovare capitali a co-sto inferiore sui mercati che presso le banche». Inoltre, An-drew Wells, global chief investment officer obbli-gazionario di Fidelity Worl-dwide Investment, individua un quarto motore per lo svi-luppo del settore: «L’effetto

scarsità dei titoli di Stato og-getto degli acquisiti della Bce nell’ambito del Qe sostiene i

titoli high yield».Un report di Moody’s se-

gnala che il 2014 si è chiuso a quota 30 miliardi per quanto riguarda i bond ad alto ren-dimento lanciati da Italia, Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia, con il nostro Paese a giocare il ruolo più importan-te tra i periferici, con un volu-me di emissioni di 18 miliardi. Alla luce della partenza del programma di quantitative easing della Bce, e della con-seguente tendenza al ribasso dei rendimenti nell’area euro, Moody’s prevede che i mercati periferici high yield continue-ranno ad attrarre investitori in cerca di remunerazioni più elevate, anche se diffi cilmen-te si arriverà ai livelli dello scorso anno. Dunque, l’inte-resse verso questa asset class resta elevato, ma cominciano a emergere alcuni segnali di stanchezza.

La carta della selezione. Va poi considerato che i bond ad alto rendimento non sono una categoria omogenea. Da Pictet mostrano interesse verso le emissioni corporate dei mercati emergenti, ri-cordando che molte aziende benefi ciano del rialzo del dol-laro, che porta a margini di profi tto più elevati. Anche se gli esperti avvertono sull’im-portanza di analizzare i sin-goli Paesi e persino i singoli emittenti.

Arnoldo Valsagiacomo, membro del cda di Ethenea, ritiene invece più interes-santi gli high yield america-ni, «dove lo spread si attesta sui 300 punti base: un livello che riteniamo eccessivo», sot-tolinea l’esperto. «Si tratta di fare i conti con scadenze lun-ghe, ma va considerato che, in caso di rialzo dei tassi, gli emittenti benefi cerebbe-ro di un miglioramento del

merito di credito». Qualche esempio di titolo reputato inte-ressante? «T-Mobile Usa, che ha un ra-ting BB- ed è un potenziale target di takeover, e Veri-zon (BBB+), che ha forti capacità di ge-nerazione di cassa». Una view condivisa da Chris Iggo, cio fi xed income di Axa Investment Mana-gers: «Guardiamo con interesse agli Usa», spiega l’esper-to, che indica tra gli emittenti preferiti, le aziende del credi-to, «settore nel qua-le ci aspettiamo un aumento della do-manda in relazione all’ampliarsi degli

spread sulle obbligazioni ad alto rendimento».

© Riproduzione riservata

me liquidità messa in circo- ma bancario

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La disperata ricerca di rendimenti nell’era dei tassi zero spinge i gestori a cercare opportunità di investimento alternative alle asset class più note. È il caso di cat bond, obbligazioni legate al rischio di eventi catastrofali. Chi sottoscrive questo tipo di bond riceve il rimborso per intero solo se non si verifi cano eventi calami-tosi durante la durata dell’investimento (in genere al mas-simo cinque anni). Mentre, in caso contrario, si vedrà defalcata la quota impiegata per copri-re i danni sofferti dalla compagnia as-sicurativa sponsor dell’emissione. Date la particolarità e la complessità dello strumento, non si tratta di investimenti adatti a tutti, ma solo a operatori professionali e a detentori di grandi portafogli, che possono dedicare a questa asset class una piccola porzione del proprio portafoglio, in vista di rendi-menti accattivanti: basti pensare che l’in-dice di Swiss Re sui cat bond ha calcolato un rendimento medio annuo dell’8,3% dal 2005 in avanti. «Il 2014 è stato un anno da record per quanto riguarda l’emissione di cat bond, che si è attestata a 8,4 miliardi di dollari», ricorda John Seo, gestore di Gam.«Per quest’anno si stima, fino a metà

aprile, un aumento delle emissioni del 27% rispetto al 2014 e la tendenza per l’anno intero appare altrettanto positi-va». L’esperto sottolinea che l’incremen-to delle emissioni ha restituito il pote-re di scelta agli investitori. «Il governo britannico ha recentemente annunciato, nell’ambito dei propri piani di bilancio, la propria intenzione di modifi care la legi-

slazione fi scale per permettere l’emis-sione e la domi-ciliazione di cat bond in Gran Bre-tagna, dando così un segnale chiaro dell ’ importanza sempre maggiore che questi titoli ri-vestono per i mer-

cati assicurativi globali. Una modifi ca di questo tipo abbasserebbe il costo della commercializzazione dei cat bond, acce-lererebbe la crescita del mercato e favori-rebbe la creazione di condizioni ancor più favorevoli per gli investitori», aggiunge.

Polizze sulle catastrofi , si alza l’asticella

mento, non si tratta cati assicurativi globa

L’indice di Swiss Resui cat bond ha calcolato

un rendimentomedio annuo

dell’8,3% dal 2005 in avanti

L’Indice S&P in 5 anni

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43Lunedì 27 Aprile 2015

Supplemento a cura di FRANCA FLORIS

[email protected]

SUSimonetta Sommaruga. Reddito pro capite e stile di vita fanno della Svizzera il paese con il più alto tasso di felicità al mondo, secondo il World happiness report

GIÙA un anno dalla partenza, solo a 80 mila giovani dei 530 mila registrati è stata proposta una delle misure previste dal piano

Garanzia a terra

Ritorna il premio Gaetano MarzottoSi apre il bando per la quinta edizione del Premio Gaetano Marzotto, la competition italiana dedicata al mondo delle start-up e dell’innovazione che anche quest’anno stanzierà un monte-premi di più di un milione di euro. Quattro i premi previsti: Premio per l’impresa, che porta in dote 300 mila euro in denaro e un percorso di affiancamento della Fondazione Cuoa del valore di 25 mila euro; Premio dall’idea all’impresa, con 50 mila euro in denaro e periodi di residenza e affiancamento per un valore complessivo di 680 mila euro; Premi corporate e il Premio speciale Unicredit start lab (150 mila euro in percorsi di affiancamento dedicati). Per partecipare è necessario presen-tare il proprio progetto tramite il sito www.premiogaetanomarzot-to.it entro il 23 giugno 2015.

La Cdc di Ascoli Piceno finanzia le impreseLa Camera di commercio di Ascoli Piceno finanzia le imprese della provincia che realizzino progetti di investimento nell’an-no 2015. L’iniziativa è diretta a contribuire al mantenimento dei livelli occupazionali e della forza competitiva del tessuto impren-ditoriale tramite contributi in conto capitale a fronte di finanziamenti erogati dagli istituti di credito. Posso parteci-pare le imprese della provincia che non beneficino di altri contributi pubblici per l’abbatti-mento dei costi per le stesse voci di spesa. Le domande di contri-buto dovranno essere presentate entro il 30 novembre 2015.

Larancia.org apre al crowdfundingLarancia.org (www.larancia.org), la community del Notariato dedicata ai giovani aspiranti imprenditori, apre il proprio network di crowdfunding sociale per ospitare progetti d’utilità sociale ideati e gestiti da organiz-zazioni non profit offrendo uno strumento per aiutare, promuove-re e finanziare i progetti che necessitano di uno strumento innovativo di finanziamento. Il Crowdfunding Network L’arancia parte con due progetti di Libera-Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, l’associazione presieduta da don Luigi Ciotti con l’intento di sollecitare la società civile nella lotta alle mafie e promuovere legalità e giustizia.

SCELTI & PRESCELTI

Yanis Varoufakis. Inconclu-dente. Dilettante. Perditempo. Così i colleghi dell’eurogrup-po dipingono il ministro gre-co delle fi nanze impegnato nel negoziato sulla crisi ellenica

LavoroIl settimanale delle

Opportunità professionali

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44 Lunedì 27 Aprile 2015 L’ I N C H I E S TALe adesioni sono 530 mila. Ma ad appena 15 Neet su 100 è stata offerta una misura del piano

Un anno di Garanzia giovanivale solo 80 mila opportunità

Pagine a cura DI SIMONA D’ALESSIO

Spegne una candelina (ma non è il caso di festeggiare) la Garan-zia giovani: il piano

per dare lavoro e formazio-ne ai disoccupati con meno di 29 anni, a fronte di oltre 530 mila adesioni, partito il 1° maggio 2014, è riuscito a proporre un’opportunità a un 15%, precisamente a 80.012 persone; cifra ben lontana, ol-tre che dal numero delle regi-strazioni al portale nazionale www.garanziagiovani.gov.it e ai siti delle regioni e provin-ce autonome d’Italia, anche dall’ammontare dei «presi in carico», 270.914, così che al-meno 250 mila sono tuttora «in stallo». E mentre le am-ministrazioni locali, «motore» dell’iniziativa, incaricate di idearne e gestirne l’iter dalla «presa in carico» del ragazzo fi no all’ingresso nel mercato, si adoperano per correggere la rotta, è ormai chiaro che le (cospicue) risorse stanzia-te, oltre 1,5 miliardi di euro fra fondi europei, nazionali e locali, per stessa ammissione del ministro del welfare Giu-liano Poletti non saranno suf-fi cienti a portare avanti i pro-grammi avviati sul territorio, per i quali sono stati spesi più di 950 milioni. L’inchiesta di IO Lavoro, a un anno dalla partenza del programma che, nelle intenzioni della Com-missione Ue, avrebbe dovuto favorire l’occupazione, la sti-pula di contratti di apprendi-stato, l’attivazione di stage ed esperienze formative, fra cui il servizio civile, a chi non studia, né pratica un’at-tività, i cosid-detti «Neet» (il «bacino di riferimento», fa sapere il dicastero di via Veneto, è di «560 mila unità»), si sof-ferma sulle inef-ficienze e sulla lentezza nell’im-plementa-z i o n e

delle misure, circostanze che danneggiano la strategia che dovrebbe strappare all’emar-ginazione più di mezzo milio-ne di «scoraggiati»; seppure, come si osserva dalle per-formance di un campione di regioni settentrionali (Lom-bardia, Veneto e Toscana), si scorgano dei numeri timida-mente incoraggianti, l’85% delle richieste disattese, a livello nazionale, equivale innegabilmente a un «fl op».

Quel che salta all’occhio, consultando le offerte sul portale nazionale, è che molte imprese ambiscono ad avere tirocinanti, sebbe-ne si richieda ai candidati di effettuare attività non di basso profilo e impegno: si va, ad esempio, dal proget-tista informatico che dovrà «gestire e implementare in maniera costante e continua un sito e-commerce» in Sici-lia, al «sociologo del lavoro» che, in Campania dovrebbe, senza particolari indicazioni neppure sul committente, far fronte all’«orientamento dei giovani disoccupati». In net-ta prevalenza le chance di inquadramento a tempo de-terminato, talvolta espresse con contraddizioni a dir poco fuorvianti: è il caso di un’op-portunità ventilata da un’im-presa del Veneto operante nel settore dei marmi che vorreb-be, si legge, «con urgenza» un venditore commerciale dotato di «comprovata esperienza» nel comparto, e che vantasse anche una «ottima conoscen-za dei prodotti dell’industria del marmo», però alla voce «esperienza» dell’offerta la-

vorativa, la casella è stata riempita con

un semplice «no». Meri terebbe,

pertanto, più at-tenzione la sele-zione degli an-nunci da parte delle aziende, che inviarli di-rettamente, o

tramite le agen-z i e

per il lavoro: ad oggi, indica il ministero, le

occasioni arrivano a 48.731, per un

totale di posti di-sponibili pari a 69.792 (72,4%

concentrati al Nord, il 12,3% al

C e n t r o e i l 15,2% al Sud,

mentre lo 0,1% rappresenta le chance all’estero).

Infi ne, i principali «impu-tati» per il fallimento del programma sono i Centri per l’impiego pubblici (circa 550, in tutta la Penisola): in una recente audizione par-lamentare Poletti stesso ne decretò il «fi asco», dicendo che quattro italiani su dieci vi si rivolgono senza gran-di speranze, giacché sono le conoscenze personali la

chiave di volta entrare nel mercato del lavoro. E se a tali, poco produttive (specie al Sud) strutture, con addet-ti spesso privi di adeguata preparazione per orientare aspiranti lavoratori è confe-rito un ruolo rilevante nello sviluppo della Garanzia gio-vani, ecco spiegato perché, dal 1° maggio 2014, soltanto il 15% dei ragazzi non è più «Neet».

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Le adesioni per regione

REGIONE SCELTA PER L’ADESIONE

INTERNE ESTERNE TOTALE

Valore assoluto Valore assoluto Valore assoluto

01-PIEMONTE 25.329 7.173 32.502

02-VALLE D’AOSTA 893 1.747 2.640

03-LOMBARDIA 35.131 16.264 51.395

04-TRENTO 3.134 2.755 5.889

05-VENETO 30.409 6.021 36.430

06-FRIULI-VENEZIA GIULIA 12.483 2.967 15.450

07-LIGURIA 7.010 2.921 9.931

08-EMILIA-ROMAGNA 30.305 13.612 43.917

09-TOSCANA 25.416 9.914 35.330

10-UMBRIA 11.768 4.638 16.406

11-MARCHE 22.263 4.413 26.676

12-LAZIO 39.791 14.514 54.305

13-ABRUZZO 17.872 4.356 22.228

14-MOLISE 3.213 2.081 5.294

15-CAMPANIA 64.809 3.310 68.119

16-PUGLIA 36.644 2.882 39.526

17-BASILICATA 13.554 2.640 16.194

18-CALABRIA 26.232 1.806 28.038

19-SICILIA 72.341 2.070 74.411

20-SARDEGNA 29.189 1.657 30.846

TOTALE 507.786 107.741 615.527

Adesioni (*) effettuate per REGIONE di ADESIONE divise fra quelle effettuate da giovani che risiedono in quella stessa regione (adesioni «interne») e quelle effettuate da giovani che risiedono in una regione diversa (adesioni «esterne»)

(*) il numero di adesioni permette di conteggiare le adesioni multiple ovvero effettuate dallo stesso giovane su più regioni

per il lavoro: ad oggi, mentre lo 0,1% rappresenta chiave di volta entrare nel

Le offerte pubblicate sul portale

TIPOLOGIA CONTRATTUALE NUM. VACANCY NUM. POSTI

Valore assoluto Valore assoluto

APPRENDISTATO 889 1.135

CONTRATTO DI COLLABORAZIONE 713 1.417

LAVORO A TEMPO DETERMINATO 34.833 50.320

LAVORO A TEMPO INDETERMINATO 6.670 8.291

LAVORO ACCESSORIO 64 170

LAVORO AUTONOMO 940 1.465

TIROCINIO 4.622 6.994

TOTALE 48.731 69.792

Giuliano Poletti

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45Lunedì 27 Aprile 2015Lunedì 27 AprileL’ I N C H I E S TA

La Garanzia giovani ha permesso alla Lombardia di rinvigorire il suo «fi ore all’occhiello», consolidatosi negli anni, ossia la Dote unica la-voro (il collettore di opportunità professionali, che segue le persone nelle varie fasi della vita): l’ultimo monitoraggio, della metà di apri-le, vede 14.335 giovani inseriti nel mercato del lavoro nella regione set- tentrionale. Analizzando le

chance colte dalla platea delle persone iscritte al programma (48.641 che si sono rese disponibili, compilando la doman-da al sito nazionale, o a quello dell’ammi-nistrazione, dei qua-

li 32.097 hanno com-pletato l’adesione selezionando

l’operatore, e rendendo possibile «l’effettiva presa in carico» per ot-tenere un’opportunità occupazio-ne, o formativa, mentre poco più di 17 mila hanno effettuato il passag-gio successivo, sono stati «presi in carico e già registrati dal ministero del welfare»), si scopre, tuttavia, come oltre la metà delle possibilità fornite sia di effettuare uno stage: per 7.645 è avvenuto l’avviamento a un tirocinio. A seguire, la quo-ta maggiore riguarda coloro che sono riusciti a farsi assumere, ma a tempo determinato (4.769), poi vi sono coloro che hanno fi rmato un contratto di apprendistato (1.071) e, con una cifra ben più ridotta, le vere occasioni di impiego stabile,

in tutto 850 rapporti a tempo in-determinato avviati.

Per quel che concerne i contrat-ti a termine attivati, la regione ne delinea le caratteristiche, preci-sando che 1.370 presentano una durata pari, oppure superiore ai 180 giorni (proroghe comprese) e della platea dei benefi ciari si met-te in risalto come 216 giovani col-locati appartengano a una età che sfi ora i 30 anni. Inoltre, partendo dall’assunto che, secondo le regole ministeriali il bonus occupaziona-le è riconosciuto per le formule di inquadramento «sine die» e per quelle a termine (per queste ulti-mi con due limitazioni: che abbia-no una durata pari o superiore a 180 giorni, proroghe incluse, e che i giovani siano in fascia di aiuto «alta« o «molto alta»), nonché per le assunzioni in apprendistato di II livello, o «professionalizzante», giacché permette di ricavare una qualifi ca, su un totale di contratti stipulati pari a 6.690, 2.054 sono coperti dall’incentivo; in particola-re, si osserva come ciò sia avvenu-to per la quasi totalità dei modelli per apprendisti (1.035 su 1.071) e per 802 contratti a tempo inde-terminato.

Sul piatto della Lombardia per l’implementazione del piano Ue per salvare i «Neet» dall’emargi-nazione sociale e lavorativa sono stati allocati in tutto 178,4 milio-ni di euro.

Alla Lombardia il primatodei posti di lavoro

Oltre 4.600 giovani in Veneto, «pari al 24% del totale di quelli che hanno fi rmato un patto di ser-vizio (19.662 reputati «attivabili»

dopo il colloquio in un arco temporale che va da una settimana a un mese) hanno potuto usufruire di attività specifiche», ossia di stage formativi e di

essi «il 27% è arrivato alla conclusione delle at-

tività previste». Al 14 apri-l e 2015 i ragazzi con attività in corso di svolgimento, nell’ambito del programma, risultavano 3.382, a fronte di più di 27.193 adesioni via web giunte dal mese di maggio dell’anno passato (tuttavia, al net-to degli annullamenti, i candidati effettivi toccano quota 23.034); il 30% di quanti hanno dato l’adesio-ne alla Garanzia Giovani alla metà di aprile risulta essere attualmen-te occupato o impegnato nello svolgimento di un tirocinio, men-tre «un altro 12% ha avuto, dopo l’adesione, occasioni temporanee di impiego».

Le cifre fornite dalla regione del Nordest, le cui iniziative di inseri-mento e formazione degli under29 sono sovvenzionate complessiva-mente con 83,2 milioni di euro, mostrano come nella stragrande maggioranza dei casi siano stati i Centri per l’impiego (Cpi) pub-blici a gestire la mole di aspiranti lavoratori in territorio veneto: il

«patto di servizio», propedeutico all’ingresso nel mercato o neces-sario per intraprendere un iter di apprendimento, è stato, infat-ti, sottoscritto in tali strutture in una percentuale complessiva dell’86%. Del resto, prima che la Garanzia giovani decollasse, nell’aprile 2014, la regione aveva già defi nito la tabella di marcia dei cosiddetti «Youth corner», la rete di sportelli (che costituiscono l’au-tentico «biglietto da visita» della Garanzia giovani), con funzioni di accoglienza ed informazione, nonché di presa in carico, di col-loquio individuale e «profi ling», e successivamente di orientamento a seconda dell’età (erano state fi s-sate le tre fasce anagrafi che 15-18, 19-25 e 25-29 anni), in cui opera personale qualifi cato, sia nell’am-bito dei 45 Cpi presenti sul ter-ritorio, sia nella piattaforma dei servizi di placamento degli atenei veneti e delle scuole, oltre ad altri soggetti accreditati. Una curiosità che emerge dall’analisi di quanto manifestato dai ragazzi presi in ca-rico dagli addetti: la maggioranza aspira a qualifiche impiegatizie e tecniche (56%) e a professioni intellettuali (21%), mentre unica-mente l’8% evidenzia, al contrario, la tendenza a dedicarsi al mestiere dell’operaio, ancorché specializza-to. In generale, i candidati hanno indicato circa 85 mila profi li pro-fessionali preferiti, mediamente 4 a testa.

Il Veneto punta tuttosulla formazione

I Centri per l’impiego (Cpi) della To-scana, dal decollo dell’iniziativa di matrice europea, «si son fatti carico di circa 17 mila giovani», dei quali «6.632 risultano inseriti nel mercato del lavoro». La parte del leone, pure in quest’area del Nord della penisola, la ri-vestono i programmi di genere formativo, poiché le ultime sta-tistiche arrivate rivelano come siano stati registrati 3.904 tiro-cini, mentre passando alla sotto-scrizione di contratti ne sono stati fi nora attivati 1.657 a tempo deter-minato, 815 a benefi cio di apprendi-sti e 256 a tempo indeterminato. La regione si fregia di almeno un paio di primati: innanzitutto, per l’asses-

sore al lavoro Gianfranco Simonci-ni «esperienze nostre come quella dei tirocini, col progetto GiovaniSì (nato nel 2011, con cui è, fra l’al-tro, entrata in vigore la Carta degli

stage di qualità, con «palet-ti» precisi alle aziende che intendevano attivare questi strumenti, ndr) hanno anticipato le scelte emerse in seguito a livello

comunitario e nazionale». E, poi, dal 28 aprile 2014 la

Toscana ha reso operativo, per prima, il proprio portale,

permettendo così l’adesione alla Ga-ranzia giovani di ragazzi disoccupati e non inseriti in percorsi di istruzio-ne e formazione.

Contando su una dotazione di 65 mi-lioni di euro assegnati per l’annua-lità 2014-2015, la giunta fa sapere che, «ad oggi, sono stati effettiva-mente trasferiti 4,5 milioni», ossia il 7% del totale delle risorse spet-tanti, «a fronte di 15 milioni già im-pegnati e di 5,2 milioni di pagamenti effettuati» per rendere operativo il piano Ue; pertanto, l’amministrazio-ne regionale, come precisato pochi giorni fa, in una conferenza stampa, «sta anticipando con fondi propri gli interventi di Garanzia giovani». Nel frattempo, fra le misure per rendere maggiormente valida l’opportunità, è stato pubblicato il bando per l’ac-compagnamento al lavoro, rivolto alle agenzie per il lavoro private,

che faceva parte del ventaglio delle proposte stabilite prima dello scorso 1° maggio. Per la Toscana si tratta di un tassello rilevante, visto che è fi nalizzato a «progettare e attivare strumenti di inserimento occupazio-nale, sostenendo il giovane nelle fasi di avvio e ingresso alle esperienze di lavoro», attraverso un percorso di «scouting» (ricerca e selezione) delle occasioni più adatte al profi lo degli under29 iscritti, poi di «defi -nizione e gestione della tipologia di accompagnamento e tutoraggio», sempre incoraggiando le caratteri-stiche e le propensioni dei singoli. Il contributo viene concesso solo a fronte di un esito favorevole: l’as-sunzione dei candidati.

In Toscana si consolida la strada del tirocinio

Nel Molise (seconda regione più piccola d’Italia, dopo la Valle d’Ao-sta), al netto di tutte le cancella-zioni, a iscriversi alla Garanzia giovani sono stati in 4.840, som-ma che, però, scende fi no a 1.329 unità, perché tanti sono in ragazzi che risultano essere stati effetti-vamente presi in carico dai servizi competenti, per indirizzarli ver-so una strada lavorativa, oppure far assegnare loro uno stage. E, ad un anno dal taglio del nastro del programma coperto in parte con risorse comunitarie, in base a quanto rende noto nel suo costante monitoraggio il ministero del wel-fare, a fronte di una assegnazio-ne fi nanziaria di 7.673.740 euro, «dall’analisi della programmazio-

ne attuativa del piano operativo nazionale si evince che sono state avviate misure che rappresentano circa il 72% del totale della dota-zione» regionale; se ne deduce che in questa, come in altre aree del paese, quasi tutti i soldi a dispo-sizione sono stati spesi, senza che possano dirsi raggiunti obiettivi di concreta occupazione. Consultando, inoltre, il portale de-dicato www.garanziagiovani.moli-se.it, si può osservare come circa la metà dei fondi, 3 milioni di euro, sia stata investita nella formazione, certamente «bagaglio» fondamen-tale per trovare un posto, tuttavia in una regione che il più recente rapporto Svimez descrive come la più fragile del Mezzogiorno (e in

cui la quota di emigranti in posses-so di laurea è del 32% contro una media del Meridione del 24,6%) ci si sarebbe attesa una distribuzione del denaro prevalentemente orien-tata alla creazione, con incentivi, di vere opportunità d’impiego. La rilevazione del dicastero di via Veneto mette in luce come sia, a questo punto del program-ma, «prevista l’implementa-zione di misure già avviate» che, si legge, comprendono tanto il primo «step», ovvero l’accoglienza, ma anche le ini-ziative fi nalizzate ad agevolare i ragazzi che vorrebbero mettersi in proprio, «l’autoimprenditorialità e l’autoimpiego». Nell’ambito, poi, delle correzio-

ni in corso d’opera, il Molise ha cambiato volto al bonus occupa-zionale, «ampliando la platea dei possibili benefi ciari e diventando

uno strumento integrativo rispetto agli altri incenti-vi alle assunzioni»: con decreto direttoriale del 23 gennaio 2015 n.11, si rende, infatti, possibile la fruizione «anche per l’ap-

prendistato professiona-lizzante», e l’agevolazione

è prevista, inoltre, per i con-tratti a tempo indeterminato

e per quelli a tempo determinato purché non inferiori a sei mesi». Opera di manutenzione, comune ad altre amministrazioni, fi nalizzata a rendere appetibili le misure.

Il Molise gioca la carta dell’apprendistato professionalizzante

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46 Lunedì 27 Aprile 2015 F O R M A Z I O N EMaster dell’Accademia Teatro alla Scala e Mip

L’arte in economiaProfessionisti per gli eventi live

DI FILIPPO GROSSI

L’Accademia Teatro alla Scala lancia per il 2016 una nuova edizione del master

in Performing arts manage-ment, realizzato in partner-ship con il MIP - Gradua-te school of business del Politecnico di Milano, in collaborazione con il Pic-colo Teatro di Milano, e con il patrocinio di Ope-ra Europa. Quest’anno, in particolare, il master si arricchisce di due prestigiose collabora-zioni: il DeVos Institute of Arts Management di Washington D.C. e l’univer-sità di Zurigo. Il 29 aprile ci sarà la prima di una serie di presentazioni in streaming, mentre l’8 maggio andrà in scena la prima presentazione del corso presso l’Accademia del Teatro alla Scala. Il corso, nell’arco

di 18

mesi (da gennaio 2016 a giu-gno 2017), interamente in lin-gua inglese, si pone l’obiettivo di preparare professionisti che, assommando solide cono-scenze culturali e artistiche a competenze economiche e gestionali, siano capaci di

muoversi con autorevolezza nel campo dello spettacolo dal vivo, settore ricco di potenzia-lità quanto a ricaduta sociale ed economica. Al termine del corso i partecipanti, una tren-tina, svolgeranno un periodo di tirocinio da tre a sei mesi presso istituzioni di spet-tacolo in Italia e all’estero. Questo percorso fornirà agli

allievi l’opportunità di vivere sul campo esperienze di tipo professionale e di arricchire così la propria preparazione. A chi lavora nel settore delle performing arts oggi, infat-ti, si richiede la capacità di ideare progetti di politica

culturale mirati e co-struiti ad hoc per le esigenze più diverse, a livello nazionale e internazionale, di svi-luppare nuove moda-lità di fundraising e di elaborare sempre più efficaci strategie di marketing, anche grazie al sapiente uso delle nuove tecnologie.

Le iscrizioni al master scado-no il 30 settembre per citta-dini di paesi extra europei e il 30 novembre per i cittadi-ni dell’Unione europea. Per iscriversi e per avere mag-giori informazioni, consul-tare il sito web: http://www.mip.polimi.it/it/news-eventi/events/master-in-performing-arts-management.

DI FILIPPO GROSSI

Sono previste 70 borse di studio destinate a giovani talenti per fre-quentare i corsi trien-

nali Ied, in partenza a ottobre, nelle aree del design, della moda, della comunicazione visiva e del management. An-che quest’anno Ied premia il talento dei giovani e dà loro la possibili-tà di pren-dere parte al concorso per l’asse-g n a z i o n e della borse di studio per l’anno accademico 2015/2016. Il bando si rivolge in partico-lare ai giovani maggioren-ni residenti in Italia, di età non superiore ai 26 anni che abbiano già conseguito il di-ploma di scuola superiore al momento dell’inizio dei corsi. La partecipazione si basa sullo sviluppo di un proget-to inedito creato sulla base

dell’area di riferimento del corso triennale per il quale i partecipanti aspirano a ot-tenere la borsa di studio. Il termine ultimo per la con-segna è fi ssato per lunedì 4 maggio. Le settanta borse di studio, in parte a copertura totale della retta di frequenza e in parte a copertura parzia-le, saranno assegnati da una giuria composta da direttori

e docenti delle sedi di Mila-no, Roma, Torino, Firenze per i corsi in design, della moda, della comunicazione visiva e del management; di Venezia per l’area design, e di Caglia-ri per design e comunicazione Visiva. Per partecipare (entro il 4 maggio) e per avere mag-giori informazioni, consultare il sito web: www.ied.it

Le domande entro il 4 maggio

Borse di studio Iedper giovani talenti

Autore - Piero Bas-settiTitolo - SVEGLIA-MOCI ITALICI! - Ma-nifesto per un futuro glocalCasa editrice - Mar-silio Editori, 2015, pagg. 126Prezzo - Euro 10Argomento - Se la fran-cofonia ha avuto tanto successo per i francesi, perché l’«italicità» non può avere altrettanto successo per gli italia-

ni? Molti nostri compatrioti occupano posizioni di rilevante prestigio all’estero (in particolare nel management e nella ricerca) e ormai il popolo «ita-lico» sparso per il mondo rappresenta un numero consistente di persone. Se a questi si aggiungono anche i ticinesi, i dalmati, i sammarinesi, gli ita-lo-americani, quelli delle due Americhe e dell’Au-stralia, e tutti coloro che, pur non avendo alcuna parentela italiana, hanno abbracciato valori e mo-delli condivisi del nostro paese, il numero stimato dall’autore supera 250 milioni di individui. Si può parlare, allora, della comunità italica come di una «world community» portatrice di valori, di gusto, di socialità, di urbanesimo, in un contesto che cambia velocemente nella stretta relazione tra dimensio-ne globale e realtà locale. Questo paradigma ha portato Bassetti a coniare il concetto di «glocal» sviluppato attraverso la sua associazione «Globus et Locus», che ha coinvolto la business community (soprattutto mediante il sistema delle camere di commercio), i media, la cultura. Ne consegue il superamento del tradizionale concetto di «patria» e gli stessi confini degli Stati-nazione appaiono sempre più labili. L’autore azzarda nella parte fi-nale un’ipotesi di «Commonwealth italico», dove le persone dovrebbero trovare una nuova identità in un sistema di valori e di prassi comuni, basato sulla collaborazione informativa diffusa, con un passaggio ancora più ardito quando esorta i giova-ni a fare dell’italicità un soggetto politico.

Autore - Andrea Bet-tiniTitolo - NON SIAMO MICA LA COCA-COLA, MA ABBIAMO UNA BELLA STORIA DA RACCONTARE - Usare il Corporate Storytelling senza essere una multi-nazionaleCasa editrice - Fran-coAngeli Editore, 2015, pagg. 112Prezzo - Euro 16Argomento - Saper rac-

contare una storia: questo è lo «storytelling». Nella civiltà contadina gli anziani attraverso la narrazio-ne trasferivano ai giovani storie, leggende, aneddoti, ma anche saperi. Negli anni 60, con l’avvento della televisione italiana, Carosello, nota rubrica di spot pubblicitari, costruiva una storia per comunicare un prodotto. Giungendo ai giorni nostri un tweet di 140 caratteri è storytelling, come lo è pure un post su un social network. Se questa tecnica narrativa si applica in azienda alle diverse funzioni aziendali, diventa Corporate Storytelling. Questa metodologia può essere adottata non solo dalle grandi aziende (per esempio la Coca-Cola, citata nel titolo del libro), ma anche da piccole e medie aziende e perfi no da singoli imprenditori o da artigiani di talento. Ogni prodotto, oltre alla sua utilità, può trasferire non solo emozioni, ma anche una storia. Partendo da questi presupposti, l’autore, che è uno storytelling specialist di professione, propone 13 storie in altret-tanti capitoli, ognuno dei quali seguito da una parte analitica che evidenzia gli aspetti distintivi di ogni storia e le tematiche emerse dal racconto. Infi ne, al termine di ogni capitolo c’è una scheda riassunti-va dei concetti chiave. Andrea Fontana sottolinea nella prefazione che, per impostare il Corporate Storytelling, occorrono la voglia di condividere il proprio capitale narrativo con gli altri e la volontà di mettere in scena la propria storia per gli altri. In questo modo si realizza un percorso di rifl essione organizzativa che contribuisce alla crescita delle persone che vi partecipano.

Autori - Michael Fer-tik e David C. Thom-psonTitolo - REPUTATION ECONOMY - Come otti-mizzare il capitale delle nostre impronte digitaliCasa editrice - Edi-tore Egea, 2015, pagg. 206Prezzo - Euro 22Argomento - Grazie ai rapidi sviluppi della tecnologia digitale, la nostra «reputazione»,

a prescindere dal fatto di essere consapevoli o di aver dato il nostro consenso, diverrà onnipresen-te, permanente e disponibile a livello mondiale. Dall’enorme massa di dati che vengono raccolti e salvati, si ricavano tali e tante informazioni sulla nostra persona, che possono determinare scelte e decisioni sul nostro conto, di cui siamo del tutto inconsapevoli. Chiunque (soprattutto chi di questo può fare oggetto di business) può conoscere le no-stre abitudini di acquisto, le nostre fi nanze, le reti personali e professionali. In questo campo opera la cosiddetta «Economia della Reputazione», in cui la tecnologia consente ad aziende e individui non solo di raccogliere tutti questi dati, ma anche di aggre-garli e analizzarli con una rapidità spaventosa e con precisione. Inoltre, la stessa tecnologia è complice di due rilevanti effetti: il quasi azzeramento dei costi per la raccolta e l’archiviazione dei dati digitali e il trasferimento delle decisioni quasi interamente alle macchine (in gergo DAMM) con una minima supervisione umana. Le aziende potranno arrivare a utilizzare le grandi quantità di dati acquisiti per assegnare dei punteggi alla nostra reputazione in ogni settore: dal lavoro alla situazione fi nanziaria fi no alla salute, con conseguenti effetti sulla nostra vita. Viviamo in un mondo in cui la reputazione si costruisce e si distrugge in un istante; basta un clic per trovare quasi tutto su chiunque. Questo libro, sulla base dell’esperienza americana, si propone di insegnarci come tutelare la reputazione digitale.

a cura di Pietro Scardillo

Autore - Piero Bas- Autore - Andrea Bet- Autori - Michael Fer-

Strumenti di lavoro

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47Lunedì 27 Aprile 2015Lunedì 27 Aprile 2015S C E N A R ILa metodologia si sta diffondendo sempre più nelle aree professionali aziendali e istituzionali

L’allenatore per avere successoCompetenze più ampie e innovative grazie al coaching

DI PIETRO SCARDILLO

Gli appassionati di ba-sket conoscono bene la fi gura del coach, che è spesso determinante

per il successo di squadra o individuale. Attualmente la metodologia del coaching si sta diffondendo nelle aree pro-fessionali azienda-li, istituzionali ed educative. Soprat-tutto la comples-sità crescente dei ruoli genera il bi-sogno di essere as-sisti da specialisti, che accompagnino manager e profes-sionisti nell’arric-chimento di compe-tenze più ampie e spesso innovative. L’accompagnamen-to dei coach, lungo brevi ma intensi percorsi, stimola le persone ad acquisire maggiore consapevolezza delle proprie capacità e a impostare programmi di sviluppo, atten-tamente monitorati.

Il coaching professiona-le. Secondo Claudia Crescenzi, presidente per l’Italia dell’In-ternational coach federation (Icf), che proprio nel 2015 com-pie il 20° anniversario dalla sua costituzione «il coaching professionale viene definito dalla nostra federazione come un rapporto di partnership che

si stabilisce tra coach e clien-te con lo scopo di supportare quest’ultimo a ottenere risulta-ti ottimali nelle performance e nella qualità della vita. L’atti-vità di coaching accelera la cre-scita dell’individuo, in quanto grazie a essa ognuno giunge a focalizzare in maniera più effi -cace e consapevole gli obiettivi

da raggiungere e le conseguenti scelte da por-re in atto. Con questo metodo si osserva dove si trova il clien-te oggi, quale sia la situazione at-tuale di parten-za, e si condivide ciò che egli è di-sposto a fare per raggiungere la meta in cui vor-rebbe trovarsi domani».

Il caso Ikea. Un’interessan-

te testimonianza viene dalla società multinazionale Ikea, in cui è presente una molte-plicità di culture che richiede l’utilizzo di strumenti gestio-nali articolati e nello stesso tempo semplici da apprende-re e da attuare. Tra questi il coaching ha un ruolo di primo piano sia nei corsi di formazio-ne di leadership, sia nei piani di sviluppo per supportare la carriera interna. «In Svizzera dove io opero», sostiene Simo-

na Scarpaleggia, retail mana-ger Switzerland Ikea Ag, «in-vestiamo molto nel coaching tanto da disporre di 50 coach interni, che supportano 200 capi reparto che ne utilizzano la metodologia nella loro nor-male attività quotidiana con i loro collaboratori. In una socie-tà ad alta densità di capitale umano, come nel caso di Ikea, diventa importante verifi care nella valutazione annuale dei capi il loro com-portamento come coach, per accerta-re che applichino le quattro tecniche di base: domande «potenti», ascolto attivo, defi nizione degli obiettivi, fee-dback».

L’esperienza di Ikea svizzera in India. Nella «mis-sione» istituzionale di Ikea è priorita-rio «migliorare le condizioni di vita delle persone». Coniugando questo obiettivo etico con quello commerciale la direzione svizzera e quella austriaca di Ikea hanno avvia-to delle imprese sociali per un business sostenibile in India e in Thailandia con il supporto di Unhcr, che fa capo all’Onu. In particolare, l’esperienza svizzera si sta svolgendo da 4 anni nel villaggio di Uttar Pratesa in India, dove è stata

costituita una cooperativa so-ciale che impiega solo donne per la produzione manuale di abiti tradizionali con materia-li locali, che vengono venduti in Svizzera e in Austria. Nel processo formativo è stato ap-plicato il metodo del coaching, che ha accompagnato le donne nell’acquisizione delle compe-tenze necessarie, abituando a condividere le conoscenze con le altre donne del territorio per

create tante attività pro-duttive che gradualmen-te possano rendersi au-tosufficienti, d iventando così a pieno titolo fornitori commerciali di Ikea. «Prima di attivare le pri-me 50 donne che sono state avviate a que-sta attività tra il sociale e il

commerciale», dichiara Simona Scarpaleggia, «abbiamo dovuto convincere i rispettivi mariti e poi le suocere per avere l’au-torizzazione ad avviare questa esperienza, che ha gratifi cato molto le donne interessate, le quali con orgoglio mi hanno confi dato che tutto il ricavato economico viene utilizzato per mandare i loro fi gli a scuola, perché il loro scopo è quello di

assicurare loro un futuro mi-gliore».

Ricerca Università Mi-lano Bicocca. Icf Italia ha commissionato un’indagine conoscitiva al dipartimento di psicologia dell’università Milano Bicocca con l’obiettivo di identifi care meglio il profi -lo professionale dei coach e di indicare la diffusione di questa professione nel nostro paese. Ne è emerso che nella fascia di età compresa tra i 36 e 55 anni, che costituisce la maggio-ranza di questi professionisti (quasi il 78%), le donne sono in netta maggioranza (quasi il 90%), mentre l’80% possiede una laurea o un master, con-seguita nelle facoltà universi-tarie le più diverse. La fi gura contrattuale prevalente è quel-la di consulente, che si rivolge a una clientela nell’area busi-ness/corporate, di cui il 34% è composto dal middle manager e il 27% da executive. Le aree principali di intervento riguar-dano lo sviluppo di competenze o del potenziale talento o della performance. La durata di un percorso di business coaching varia dai 3 ai 6 mesi con un numero medio da 4 a 8 sessio-ni. Risulta un’immagine di una professione giovane, altamente qualifi cata, che si sta afferman-do sempre più come strumen-to utile per il raggiungimento degli obiettivi manageriali e a supporto della complessità delle richieste del ruolo.

Google e Unioncamere insieme a 64 camere di commercio estendono il pro-getto «Made in Italy: Eccellenze in di-gitale» con nuovi digitalizzatori pronti a diffondere le competenze digitali tra le imprese italiane. Sono disponibili su www.eccellenzeindigitale.it e su www.tagliacarne.it i bandi per l’assegnazione di 128 nuove b o r s e d i studio per giovani lau-reandi, ne-olaureati e d i p l o m a t i che potran-no seguire un percorso di formazio-ne sul digitale e, per un periodo di nove mesi, lavorare a stretto contatto con le imprese del territorio in cui opereranno con l’obiettivo di favorirne la digitaliz-zazione, aiutandole a promuovere i pro-dotti di eccellenza del made in Italy.

I nuovi «evangelizzatori» del digitale, in una staffetta virtuale, riceveranno il testimone dagli oltre 100 ragazzi che li hanno preceduti in questi sei mesi, nei quali hanno coinvolto oltre 20 mila im-prese interessate ad avviare una propria strategia digitale, supportando con at-tività dedicate oltre 1500 aziende. Per molti di questi ex borsisti, però, il lavo-ro proseguirà anche nei prossimi mesi, poiché diverse Camere di Commercio

hanno deciso di continuare a utilizzare le loro competenze per favorire la di-gitalizzazione delle pmi italiane, attra-verso specifi che iniziative di formazione e assistenza. Nel complesso, quindi, i digitalizzatori coinvolti, tra i nuovi in-gressi di quest’anno e quelli che prose-guiranno le attività già avviate lo scorso

anno, arrive-ranno a esse-re oltre 150 e saranno sup-portati anche dall’Istituto Tagliacarne e da Si.Camera.

Due i ban-di disponibi-li, rivolti a

laureandi, neolaureati e diplomati con competenze di economia, marketing e management e web marketing e con una conoscenza della lingua inglese, del ter-ritorio e del contesto economico-sociale della Camera di commercio nella quale si candideranno a operare. I giovani sele-zionati riceveranno una borsa di studio di 9 mila euro e andranno a supportare le imprese aiutandole ad avvicinarsi al web e a promuoversi al meglio sul mer-cato italiano e internazionale. I bandi completi sono disponibili sul sito Eccel-lenze in Digitale (www.eccellenzeindigi-tale.it) e sul sito dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne (www.tagliacarne.it) nella sezione dedicata al progetto.

Giovani digitalizzatori per le pmi

Arriva Family Care, la nuova divisione specializzata di Openjobmetis per le famiglie che necessitano di assistenza domiciliare per i propri cari: anziani, non autosuffi cienti, disabili o, più semplicemente, perso-ne sole. Si tratta di una novità nel modus operandi dell’agenzia per il lavoro, perché per la prima volta i suoi servizi si rivolgono direttamente alle famiglie, che diventano così un nuovo interlocutore sociale, oltre alle imprese. Ad ascoltare le esigenze di cia-scun nucleo familiare è un team di otto professio-nisti, di nazionalità italiana, romena e marocchina, con il compito di trovare la soluzione «su misura», la persona giusta. L’esperienza mutuata dalla divisione sanità di Openjobmetis ha infatti evidenziato che non tutti gli assistiti sono uguali. Abitudini, carattere, interessi della persona da accudire sono elementi da tenere in considerazione nella scelta dell’assistente familiare.

Dal punto di vista operativo, la divisione si occupa di tutti gli aspetti legati alla ricerca, alla selezione e all’assunzione dell’assistente domiciliare da inserire nei contesti familiari, solo per qualche ora al giorno oppure 24 ore su 24. Il supporto della divisione family care alle famiglie comprende anche la gestione degli aspetti contrattuali e burocratici legati all’assunzione dell’assistente domiciliare: inquadramento contrat-tuale, busta paga, permessi, ferie, malattie, eventuali sostituzioni.

Il servizio è già stato avviato con successo in Vene-to, con 300 famiglie già inserite nel «circuito Family Care». Nei prossimi mesi, l’agenzia per il lavoro inten-de far conoscere la nuova divisione in Emilia Romagna per poi raggiungere l’intera Penisola, dove conta di aiutare oltre 500 famiglie entro la fi ne dell’anno.

Da Openjobmetisi servizi alle famiglie

Claudia Crescenzi

Simona Scarpaleggia

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48 Lunedì 27 Aprile 2015 A Z I E N D EDagli odontoiatri alle segretarie ai contabili, ecco i proi li richiesti

Vitaldent rafforza il teamLa società cerca 200 fi gure professionali

Pagina a curaDI LAURA ROTA

Vitaldent, multinazio-nale del settore odon-toiatrico presente in Italia con oltre 580

professionisti e più di 85 centri, in ciascuno dei quali lavora un team composto da direttori, odontoiatri, assi-stenti alla poltrona, igieni-sti, receptionist e consulen-ti, ricerca oltre 200 nuove fi gure professionali. La sede centrale, ubicata a Cologno Monzese (Mi), è composta da una squadra formata da più dipartimenti (amministra-zione, hr, legale, marketing, espansione, formazione, It). Inoltre, ci sono distaccamenti locali che operano per super-visionare i centri nei settori commerciale, marketing e hr.

L’azienda ricerca sia profi li per le strutture presenti in tutto il territorio nazionale che per l’headquarter, con esperienza, capacità comu-nicative e di empatia con il paziente e attitudine a la-

vorare in team, dinamismo, fl essibilità, spirito di inizia-tiva: professionisti laureati o diplomati, a seconda del ruolo, qualifi cati in ogni area, per trovare le migliori solu-zioni. Si tratta di odon-toiatri generici, odonto-iatri protesisti, senior e junior, chirurghi im-plantologi, ortodonzisti, endodonzisti, assistenti alla poltrona, igienisti dentali, protesisti, im-plantologi, consulenti commerciali, addetti al marketing, all’espan-sione/facility, segreta-rie, hr legal/specialista in diritto del lavoro, junior contabile, senior account. Inoltre, la società seleziona responsabili di struttura odontoiatrica a Milano, To-rino, Alessandria, La Spezia, Gallarate, Busto Arsizio (Va), Rozzano (Mi), Mestre (Ve), Padova, Rovigo, Piacenza, Imola, Ascoli Piceno, tra i 32 e i 45 anni, con esperienza come direttore/store mana-ger in ambito commerciale, capacità di gestione delle

risorse umane e di lavorare per obiettivi, familiarità con le procedure amministrative. Sono offerte anche numero-se opportunità di stage nelle varie aree.

L’azienda valuta sempre con attenzione i curriculum di giovani neolaureati e di profili esperti appartenen-ti al settore odontoiatrico, interessati a entrare a far parte del gruppo. Vitaldent nasce nel 1990, proponendo un nuovo modo di andare dal dentista, con centri moderni e un concetto che ha rivo-luzionato l’odontoiatria: un servizio integrale con tutti gli specialisti nella stessa

clinica. Oggi è una multina-zionale presente in Spagna e Italia con circa 500 cen-tri. Vitaldent punta sulla prevenzione e sul servizio personalizzato, garantendo

ai suoi pazienti una tecnologia all’avan-guardia, sia negli stru-menti che nei materia-li utilizzati, e offrendo un servizio di odon-toiatria integrale con tutte le specialità: im-plantologia, ortodon-zia, estetica dentale, odontoiatria infantile e odontoiatria integra-le. La vicinanza e il

servizio ai pazienti sono le premesse fondamentali del-la fi losofi a del gruppo, oltre alla formazione: il centro di studi superiori Vitaldent, un centro di formazione conti-nua per tutti i professionisti del settore odontoiatrico, ha infatti l’obiettivo di accre-scere sempre più la loro spe-cializzazione. Gli interessati possono candidarsi collegan-dosi al sito www.vitaldent.com/it/, lavora con noi.

V3 Elettro Impianti di Ancona, all’avanguardia nel campo dell’automazione industriale e della domotica residenziale, che al momento impiega 13 dipenden-ti, lancia una nuova campagna di recruiting, volta a potenziare la rete di venditori. «L’automazione do-mestica, o smart home», afferma Cristiano Vaccarini, direttore generale, «è ormai realtà: ora ci servono persone in grado di spiegarla. Abbiamo bisogno di spiegare al mercato le grandi potenzialità della tec-nologia attuale, parliamo di novità che richiedono infrastrutture elettriche moderne, continuo aggior-namento, creatività nella progettazione, grande competenza e un occhio rivolto sempre all’Europa e agli Stati Uniti». L’azienda ricerca, entro il 2015, 5 fi gure professionali che dovranno operare nel centro Italia, più altre 5 da inserire in organico nel biennio successivo. I requisiti richiesti sono familiarità con lo standard Konnex e le sue integrazioni IP e una conoscenza approfondita degli studi di progettazione del territorio, che saranno il target privilegiato. Nata nel 1994 nel settore della realizzazione e manuten-zione degli impianti elettrici civili e industriali, V3 si è evoluta rapidamente, anche grazie alle esperienze fatte a livello internazionale, come la realizzazione di impianti elettrici per campi fotovoltaici, il sof-tware di controllo locale e remoto degli impianti, la realizzazione di sale operatorie, le soluzioni per la videosorveglianza su IP, la domotica residenzia-le di fascia alta, oltre che commesse da parte dei ministeri degli interni e della difesa. «Una casa al passo con i tempi», conclude Vaccarini, «deve essere progettata in maniera moderna fi n dall’inizio, con la consulenza degli impiantisti giusti». Per presentare la domanda, il curriculum va inviato all’e-mail [email protected].

V3 Elettro Impiantiseleziona venditori

Turkish Airlines, la compagnia di bandiera della Turchia, ha deciso di trasferire, entro il prossimo mese di giugno, gli uffi ci amministrativi per l’Italia e Malta da Roma a Genova. Una svolta importante, che pone il capoluogo ligure al centro delle strategie della compagnia aerea nel nostro paese, in cui serve dieci aeroporti, e che porterà alla creazione di nuove opportunità di occupazione. Attualmente sono sette i dipendenti di Turkish Airlines che lavorano all’aero-porto Cristoforo Colombo: oltre a questi, nei nuovi

uffici verranno impiegate altre dieci persone, di cui almeno cinque nuovi as-sunti, mentre gli altri si trasferi-ranno da Roma alla Liguria. Le figure richieste riguardano il set-tore manageriale

e, soprattutto, commerciale; in seguito, potranno servire anche profi li amministrativi e per l’uffi cio legale. «I rapporti con Turkish», afferma Marco Ara-to, presidente dell’aeroporto, «sono stati eccellenti fi n dall’inizio e, quando l’intesa è anche umana, al-lora le cose funzionano». «Abbiamo sempre sentito», conferma Ufuk Ünal, direttore di Turkish Airlines a Genova, «il supporto del Colombo e delle autorità locali. I vertici dell’azienda hanno voluto spostare gli uffi ci principalmente per contenere i costi di af-fi tti e servizi, che in città come Roma e Milano sono più alti. Genova ha avuto la meglio su Bologna, To-rino e Napoli perchè ha fatto la proposta migliore: mi auguro che questo sia solo il primo passo e che gli investimenti della compagnia possano aumentare ulteriormente nel futuro. Anche per quanto riguarda i risvolti occupazionali: se le cose andranno bene, anche le assunzioni potranno essere sempre di più». Turkish Airlines è stata eletta per il quarto anno con-secutivo miglior compagnia d’Europa. Gli interessati possono candidarsi al sito www.turkishairlines.com/en-it/career.

Turkish Airlinesfa rotta su Genova

Booking.com B.V., con sede ad Amsterdam e 155 uffici in 63 paesi del mondo, il principale servizio online di preno-tazione alberghiera, ricer-ca account manager per Milano, Rimini e Roma, senior account manager per Venezia e Sorrento e un hotel coordinator a Firenze. Sono presenti inoltre alcune centinaia di vacancies in tutto il mondo. Per candidarsi, collegarsi al sito www.booking.com, careers.

Carrefour cerca agenti monomandatari esperti, con capacità organizzati-ve e gestionali, da inserire nella rete commerciale della catena di super-mercati a Milano, Lecco, Como, Bergamo, Monza, Torino e Novara, che lavoreranno nel settore Ho.Re.Ca., in autonomia nelle zone loro assegnate, per acquisire nuovi clienti e svilupparne il fatturato. Candidature al sito www.carrefour.it, lavorare in Carrefour.

Preca Brummel, nata nel 1951 e divenuta una delle prime aziende in Italia nel settore dell’ab-bigliamento bambino con i marchi Brums, Bimbus e Mek, ricerca laureati in economia per la sede di Carnago: e-commerce store manager, addetto amministrazione uffi cio export con conoscenza dell’inglese e, possibil-mente, di un’altra lingua e addetto gestione e recupe-ro crediti. Curriculum al sito www.precabrummel.com/it/, lavora con noi.

Zalando, attiva nell’e-commerce, seleziona in Italia giovani con for-mazione commerciale in ambito media, marketing o comunicazione, o laurea a indirizzo economico e conoscenza della lingua spagnola o inglese, per i ruoli di customer care specialist inbound, assi-stant affi liate marketing e junior Crm manager Za-lando lounge. L’azienda offre anche programmi di apprendistato. Candidar-si al sito www.zalando.it, offerte di lavoro.

MathFem, con sede a Casalecchio di Reno (Bo), che supporta le aziende di vari settori nella ricerca e nell’innovazione tec-nologica per partecipare attivamente nel trovare soluzioni di problemi ingegneristici complessi, ricerca due ingegneri mec-canici liberi professionisti con partita Iva per i ruoli di ingegnere programma-tore e analista Fem. Pre-sentare la candidatura al sito www.mathfem.it, lavora con noi.

NEWS

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49Lunedì 27 Aprile 2015

OffroLavoro dinointerni oltre il giard

TUTTO NUOVOTUTTO NUOVO

Agenti

Piemonte

Agente di commercio monomandatario

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per Dentsply Italia, azienda del gruppo Dentsply International, leader mondiale nel mercato dei prodotti per Odontoiatri ed Odon-totecnici, con sedi in oltre 120 paesi in tutto il mondo, quotato negli in-dici Nasdaq 100 e S&P500: agenti di commercio monomandatari che si occupino della vendita ai dentisti dei prodotti della Linea Consumo. La Mission del Gruppo è forni-re soluzioni per un’odontoiatria migliore’ a tutti gli operatori del settore e a vantaggio dei pazienti, tramite l’innovazione dei prodotti, la qualità ed il servizio. I venditori che cerchiamo avranno la respon-sabilità di introdurre nel mercato le novità e di sostenere tutti i marchi storici di Dentsply per la Prevenzio-ne, la Conservativa e l’Endodonzia. Responsabilità del ruolo:i venditori avranno la responsabilità del fat-turato prodotto tramite attività di promozione e vendita dell’intero portafoglio prodotti della Linea Consumo (Prevenzione, Anestesia, Conservativa, Endodonzia e Prote-si) presso gli Studi Odontoiatrici, sviluppando la clientela assegnata ed incrementando la copertura nella zona di riferimento. Principali atti-vità: i venditori, che riporteranno all’Area Manager della Region di appartenenza, si occuperanno di: gestire e sviluppare i clienti assegnati; individuare, attivare e sviluppare nuovi clienti; eseguire la politica commerciale in termini di copertura del territorio, pene-trazione negli Studi Odontoiatrici, gestione del portafoglio prodotti e della scontistica; elaborare pro-poste commerciali, negoziare e chiudere le trattative. Requisiti: diploma e/o laurea; esperienza in ruoli di vendita diretta sul territorio di 2/3 anni; motivazione e passione per la vendita; determinazione e ambizione; ottime capacità rela-zionali; disciplina e capacità di organizzazione e pianificazione. Si prevede un inserimento in organico con contratto di agenzia monoman-dato a tempo indeterminato (partita iva), con un sostegno iniziale per l’avviamento della zona ed un trattamento provvigionale tra i più interessanti del mercato. Si offre un percorso di formazione continua sui prodotti, sulle tecniche di ven-dita e di gestione del territorio ed affiancamenti sul campo. Sedi di la-voro: Torino, Genova. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione

al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Assicurazioni

Lazio

Consulente assicurativoArticolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per prestigiosa azienda del settore assicurazioni: 20 consu-lenti assicurativi customer ser-vice/rinnovi. Le risorse, inserite all’interno dell’area Customer Service e area Rinnovi, si occu-peranno di fornire indicazioni ai

clienti sui contratti e i rinnovi della polizza auto RC, gestiranno le problematiche proponendo le soluzioni più efficaci relazio-nandosi telefonicamente e per iscritto con i clienti, garantendo un’elevata qualità del servizio. Si richiede: laurea o cultura equivalente; ottime capacità relazionali e di lavoro in team; ottima conoscenza dell’uso del computer; esperienza pregressa nella gestione del cliente; buone doti comunicative e orientamento al risultato; carattere dinamico con voglia di crescere; disponi-bilità a lavorare su turni part time dal lunedì al sabato. Orario di lavoro Part time 25 h settimanali su turni nella fascia oraria 08.00

- 22.00 dal lunedì al venerdì, 09.00 - 18.00 il sabato. Sede di lavoro: Roma Bufalotta. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessa-te possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferi-mento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Commercio

Lazio

BuyerArticolo1 Agenzia per il Lavoro cerca 1 buyer. Si richiedono: espe-rienza pregressa di almeno 4 anni nel ruolo; buona conoscenza della lingua inglese letta, parlata e scritta; buona capacità nell’utilizzo del pc; dinamismo e voglia di crescere; buona cultura generale. Si offre: contratto iniziale di 2-3 mesi in somministrazione con concretis-sime possibilità di inserimento in azienda. Sede di lavoro: Roma. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’auto-rizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Consulente commercialeArticolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per importante clinica denti-stica 1 consulente commerciale. La risorsa, riportando al Direttore della Clinica, si occuperà di: promozione dei servizi del centro; elaborazione preventivi a seconda della diagnosi e del trattamento consigliato dal Medico; contatto con clienti, fi-delizzazione rapporti e assistenza post intervento; interfaccia con personale sanitario e impiegatizio all’interno della Clinica. Requisiti: diploma scuola superiore, prefe-

ribilmente in possesso di Laurea; conoscenze settore odontotecnico; esperienza di vendita e commercia-le presso aziende settore servizi e/o sanitarie; disponibilità a trasferte; forte propensione alla vendita e al raggiungimento di obiettivi di fatturato. Sede di lavoro: Roma. Orario di lavoro: full time 40 ore alla settimana. Si offre iniziale assunzione a tempo determinato in qualità di dipendente, scopo inserimento definitivo in organico. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’auto-rizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Lombardia

Commerciale estero settore automotive con tedesco

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per azienda cliente leader a livello globale: 1 commerciale estero settore automotive con tedesco. La risorsa si occupe-rà di: gestione e sviluppo del mercato automotive tedesco; analisi dati statistici; analisi dati della concorrenza. Si richiede: precedente esperienza commer-ciale (B2B); provenienza dal settore industria e/o automotive; conoscenza fluente della lingua tedesca (requisito obbligatorio); laurea in materie economiche; disponibilità a viaggiare. Si offre iniziale contratto a tempo deter-minato in somministrazione, con concretissime possibilità di inseri-mento in azienda. Sede di lavoro: Milano. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Customer servicearea estero

Per prestigiosa azienda di servizi outsourcing, un/una: 1 addetto customer service – area estero. La risorsa si occuperà prevalen-temente di gestione e risoluzioni eventuali problematiche del cliente legate a ordini, spedizioni, pagamenti; e del rilascio infor-mazioni e attività di assistenza. Si tratta di attività telefonica e di inserimento dati tramite gestio-nale. Orario: sia part time che full time. Si richiede: precedente esperienza in ruolo analogo; otti-me doti relazionali e comunicati-ve; conoscenza molto buona della lingua inglese; conoscenza molto

2.00 dal lunedì al venerdì,00 18 00 il b S d

ribcocoeslesafoalfaOalasininGampocualripeil

I SETTORII SETTORIenti 49sicurazioni 49mmercio 49ntabilità 50rmacisti 50ormatica 52egneri 52torazione 54nità 54greteria 54

OFFROLAVORO

I professionisti, gli enti e le aziende che volessero segnalarele proprie offerte di lavoro possono inviare le richieste al numero di fax

o all’indirizzo di posta elettronica: [email protected] 02/58317598

al trattamento dei dati personali a: clienti sui contratti e i rinnovi

09.0di laannuambte pocurrmene l’adei AgenromaArtic

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Quando si creano criticità in uffi cio e soprattutto scon-tri con i colleghi entro in uno stato di agitazione che mi impedisce di reagire positivamente. Che fare?

Giulia, Padova

La presa di coscienza del fatto che il proprio disagio nasconda un problema, innanzitutto, rappresenta il primo essenziale passo per poterlo affrontare e risolvere. È frequente che in azienda si presenti-no diffi coltà non unicamente connesse alla specifi -ca attività lavorativa, ma anche legate a un clima emotivo tutt’altro che gradevole e/o a divergenze con i colleghi. In generale, il rispetto delle idee e degli spazi altrui, in particolare quando si lavori in team, costituirà la regola imprescindibile al fi ne di migliorare comunicazione e produttività.Tuttavia, l’essere in grado di reagire a situazioni di confl itto o di emergenza e soprattutto di mettere in atto un comportamento fi nalizzato al riportare a livelli «normali» l’attività lavorativa sarà altrettanto fondamentale per preservare il proprio benessere e la propria motivazione, evitando così che i disagi divengano cronici.La strategia migliore consisterà nell’analizzare accuratamente il problema cercando le possibili soluzioni nell’intento di minimizzare i rischi e le conseguenze dannose.Non a caso, la capacità di problem solving è una delle doti maggiormente richieste ai manager e, sempre più frequentemente, viene valutata anche nell’ambito dei colloqui di lavoro, mediante test e prove di gruppo.Tale competenza si concretizza nell’abilità di un in-dividuo nell’avviare un processo di risoluzione di un problema mediante una sequenza di fasi.In primo luogo, sarà importante il defi nire mental-mente con esattezza la situazione che si stia vivendo, in pratica «dando un nome» al problema.A questo punto sarà utile il suddividere la situazione problematica in sotto-problemi di minor entità la cui soluzione risulti più semplice e immediata.Solamente così sarà possibile stabilire e valutare pos-sibili soluzioni, verifi candone sempre la fattibilità.La certezza della validità di una soluzione, infi ne, dovrà fungere da motore dell’azione, spronandoci a proseguire senza riserve nella direzione scelta.

Angelo Boccato - info@angeloboccato

PSICOLOGIA DEL LAVORO

Uffici problematici

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50 Lunedì 27 Aprile 2015 O F F R O L AVO R O buona di altre lingue straniere.

Le più richieste sono: francese, tedesco, spagnolo, portoghese, olandese, polacco russo; laurea (o cultura equivalente). Si offre Contratto da valutare in base al profilo. Sede di lavoro: Milano. Gli annunci sono rivolti a can-didati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Piemonte

Operatore presa appuntamenti

Articolo1 Agenzia per il Lavo-ro cerca per azienda operante nel settore gestione del credito commerciale: operatore presa appuntamenti. La risorsa dovrà prendere appuntamenti per agenti di Torino e provincia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Requisiti: esperienza di almeno 4 anni in ruolo analogo; diploma; ottima dialettica; grinta commerciale. Contratto: somministrazione ini-ziale + assunzione a tempo inde-terminato. Orario di lavoro: full time. Sede di lavoro: Torino. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato

curriculum indicando il riferi-mento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Sicilia

Commercialecategorie protette

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per importante azienda ita-liana leader nel settore alimentare/dolciario: 1 commerciale appar-tenente alle categorie protette. La risorsa, riportando direttamente al Responsabile Commerciale, lavo-rerà all’interno dei punti vendita assegnati e si occuperà di: aumen-tare i volumi di vendita e fatturato c/o i clienti attivi di Catania e pro-vincia; monitorare i riassortimenti merce, acquisendo gli ordini attraverso visite commerciali; attività di merchandising: cura della disposizione del prodotto, controllo e fornitura espositori, organizzazione degli spazi. Si richiede iscrizione alle liste delle categorie protette, spiccata atti-tudine alla vendita; precedente esperienza in ambito promozio-nale/ vendite preferibilmente nella GDO; attenzione all’immagine, puntualità, precisione e spirito d’iniziativa completano il profi-lo. Si offre formazione iniziale retribuita, con inserimento alle

dirette dipendenze del Cliente con contratto a tempo determinato + benefits. Orario di lavoro: full-time. Sede di lavoro: Catania e provincia. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Contabilità

Lazio

ContabileArticolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per azienda: 1 contabile. La risorsa si occuperà di: con-tabilità generale; fatturazione attiva e passiva; predisposizione delle scritture contabili fino al bilancio. Si richiede: esperienza pregressa nel ruolo di almeno un paio d’anni; provenienza da studi di commercialisti; laurea in economia e commercio. Si offre contratto di somministrazione iniziale di 2 mesi con possibilità d’inserimento in azienda Orario di Lavoro: Full time. Sede di lavoro: Roma – Monteverde. Gli annunci

sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla po-sizione di interesse e l’autoriz-zazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Lombardia

Contabile juniorArticolo1 Agenzia per il Lavo-ro cerca 1 contabile junior. La risorsa, riportando direttamente al Responsabile d’ufficio, si oc-cuperà di: registrazione fatture fornitori; note spesa; riconcilia-zioni bancarie; supporto ufficio crediti, e predisposizione bilan-cio. Requisiti: età da apprendi-stato; diploma in ragioneria o laurea in economia; esperienza biennale in contabilità; buona conoscenza inglese; buon uso as400 ed excel. Contratto: stage apprendistato. Orario di lavoro: full-time. Sede di lavoro: Trezzo sull’Adda. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’auto-

rizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Farmacisti

Piemonte

Farmacistacategorie protette

Articolo1 Agenzia per il La-voro cerca per parafarmacia: 1 farmacista categorie protette (l.68/99) – invalidi. La risorsa si occuperà di assistenza clienti, consulenza, vendita. Requisiti: laurea in Farmacia con abili-tazione; esperienza pregressa nella mansione; appartenente alle Categorie Protette (L.68/99) – invalidi. Orario di lavoro: full time, week end, festivi. Contrat-to: da definire. Sede di lavoro: Torino. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le perso-ne interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Ogni settimana [email protected] offre ai suoi lettori il più completo servizio di segnala zione delle opportunità di accesso e di mobilità nel mondo del lavoro. Tutte le segnalazioni sono suddivise per settore. All’interno di questa classificazione il lettore potrà individuare, nel modo più rapido, la regione in cui preferirebbe svolgere la propria attività e lì cercare le offerte di

lavoro evidenziate dallo spoglio degli annunci. La sua ricerca, a livello regionale, risulterà agevolata dalla possibilità di selezionare solo quegli annunci che interessano le qualifiche e le esperienze professionali già maturate. Per esempio, un ingegnere minerario residente in Veneto che intenda trovare una nuova occupazione come consulente di una impresa petrolifera,

dovrà semplicemente ricercare nelle pagine seguenti, all’interno della sezione dedicata agli «Ingegneri» il sottotitolo riservato alle opportunità offerte in «Veneto» e, all’interno di questo, tutte le segnalazioni che richiedono un «Consulente». Avrà così, in un semplice colpo d’occhio, tutte le offerte presenti sul mercato che lo riguardano direttamente.

Guida all’uso di OFFRO LAVORO OFFRO LAVORO, esercitando il diritto di cronaca, mette anche puntualmente in evidenza gli

annunci e le segnalazioni di possibilità di occupazione pubblicati sulla stampa italiana, nazionale e locale, sulle riviste specializzate e sui più prestigiosi organi di informazione internazionale.

Ogni annuncio si intende diretto indistintamente a uomini e donne.

Canale 55

I PROGRAMMI TV E RADIO DI CLASS EDITORI

7.00 Caffè Affari con C. Cerutti11.00 Linea Mercati Mattina12.20 Analisi Tecnica13.40 Le Interviste di Class Cnbc: con A. Antetomaso15.00 Linea Mercati Pomeriggio17.00 Alert Mercati18.00 Report: Il Tg della Finanza Ospiti: F. Fonzi (Credit Suisse) G. Costanzo (4Aim Spa) 19.10 I Vostri Soldi di C. Signorile21.05 The Floor di S. Berzoni22.00 Linea Mercati Notte22.30 Italia Oggi Tg

9.25 Special Class: l’arte della forgiatura “Ospite d’onore: il Maresciallo Vincenzo Blasio”11.30 Special Class: CVI Portogruaro 2015 “I volteggiatori azzurri si ritrovano nelle scuderie”11.55 FEI Equestrian World 2015 “La serie che apre le porte all’equitazione mondiale”17.50 Special Class: Elezioni FISE “Vittorio Orlandi diventa il 15esimo Presidente”20.15 Special Class: caso Castellazzo “Nelly Mancinelli, Presidente del circolo ippico lombardo”00.35 Class Horse TG00.50 Global Horse News

Canale 56

A partire dalle 7: Full Fashion Designer Le sfilate dei grandi stilisti Ladies Fashion Dream Breakout Models Milano Il docu-reality sulla vita e la moda delle modelle

Models New York Il docu-reality sulla vita e la moda delle modelle Hair Secret

7.00 Onda del Mattino 9.00 Apertura Piazza Affari 11.00 Vissi d’arte Vissi d’amore Curiosità e aneddoti 15.30 Apertura Wall Street 16.00 Ritratti Confidenze di musicisti 18.00 Acquarello Rubrica di jazz 19.00 Stravaganza barocca La musica composta nel XVII secolo 21.00 Vissi d’arte Vissi d’amore 23.00 Stravaganza barocca 00.00 Onda della Notte

www.radioclassica.com

AVVISO DI AGGIUDICAZIONE APPALTO

L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A, con sede in Roma, via Salaria, 1027, rende noto l’esito della procedura di gara aperta indetta ai sensi del D.Lgs. 163/2006, finalizzata alla definizione di un accordo quadro con un unico operatore per la fornitura di adesivo acrilico per la produzione di carte adesivizzate destinate all’etichettatura indiretta di prodotti alimentari.Il bando di gara è stato pubblicato nel Supplemento alla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea n. 2015/S 075-131842 del 17/04/2015; CIG n. 553187687BL’appalto è stato aggiudicato in data 12/11/2014 alla società Chimica Dr. Fr. D’Agostino Spa con importo di aggiudicazione Euro 801.500,00 IVA esclusa.L’avviso di aggiudicazione integrale è disponibile sul sito internet www.ipzs.it.

Il Direttore Acquisti(avv. Alessio Alfonso Chimenti)

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52 Lunedì 27 Aprile 2015 O F F R O L AVO R O Informatica

Lazio

It business analistArticolo1 Agenzia per il Lavo-ro cerca 1 it business analist. La risorsa, inserita all’interno dell’Area Information Techno-logy, si occuperà di: gestione del software; raccolta dei requisiti e analisi funzionale del software. Si richiede: esperienza pregressa nel ruolo; laurea in Informatica/Inge-gneria informatica; approfondita conoscenza del linguaggio UML; uso dei linguaggi Java, Javascript, HTML e SQL; buona conoscenza della lingua inglese. Si offre: con-tratto diretto con l’azienda CCNL Commercio- la retribuzione sarà commisurata all’esperienza del candidato scelto. Orario di lavoro: Full Time 40 h settimanali. Sede di lavoro: Roma – Bufalotta. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’auto-rizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Piemonte

Stage help desk informatico

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca stage help desk informati-co. Requisiti: diploma di Perito Informatico; esperienza pregressa nell’assistenza telefonica clienti;

buone conoscenze informatiche. Contratto: stage. Sede di lavoro: Torino centro. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indican-do il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Stage programmatorejava e/o dot. net

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca stage programmatore java e/o dot. Net. Requisiti: diploma di Peri-to Informatico; conoscenza Java e/o Dot. Net. Contratto: stage. Sede di lavoro: Torino centro. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Sviluppatore javaArticolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per azienda leader nel settore informatico: sviluppatore java. Il candidato ideale ha un’esperienza minima di 4 anni nello sviluppo di applicazioni Web Java e dei linguaggi/tecnologie correlati. Re-quisiti: diploma tecnico o Laurea in Informatica; conoscenza JSP, Web Services, Jquery, Css, JDBC, SQL (è gradita la conoscenza di Oracle PL-SQL); conoscenza del framework Java Struts, in particola-re la versione 2; buona conoscenza della lingua Inglese. Contratto: da definire. Sede di lavoro: Torino

centro. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Sicilia

Perito informatico programmatore

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per azienda operante nel settore informatico/consulenza e software per rilevamento dati e il censimento utenze nel campo dei servizi idrici e gas, 1 perito infor-matico programmatore da inserire in un percorso formativo all’interno dell’ufficio tecnico con focus sulla programmazione. Si richiede: diploma o laurea in informatica, conoscenze base dei principali linguaggi di programmazione, età non superiore a 29 anni, adesione al programma “garanzia giovani”. Intraprendenza, dinamicità e forte motivazione completano il profilo. Si offre stage retribuito per 6 mesi con possibilità di proroga. Sede di lavoro: S. Giovanni La Punta (CT). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferi-mento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Web designer programmatore microsoft

.net categorie protetteArticolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per azienda operante nel settore metalmeccanico un/a 1 web designer/programmatore micro-soft.net appartenente alle categorie protette. La risorsa, riportando direttamente al Responsabile IT, si occuperà di sviluppo e programma-zione di dati e sistemi, con un focus principale sulla personalizzazione dei servizi forniti dall’azienda. Si richiede: appartenenza alle liste del collocamento mirato; diploma o laurea in Informatica; esperienza consolidata nella programmazione in ambiente MICROSOFT.NET con uso estensivo di Database Server SQL (SQL Server o Oracle). Gradita conoscenza e utilizzo della piattaforma Android, htlm 5 e IOS. Si offre contratto a tempo deter-minato da 6 a 12 mesi, III° livello CCNL Metalmeccanica Confapi. Orario di lavoro: part-time 25 ore settimanali. Sede di lavoro: S. Gio-vanni La Punta (CT). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Ingegneri

Lombardia

IngegnereArticolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per azienda operante nel set-

tore metalmeccanio: 1 ingegnere. La risorsa, riportando direttamente al Responsabile d’ufficio, si occu-perà di progettazione e sviluppo all’interno dell’ufficio progetti. Requisiti: laurea in ingegneria logistica, gestionale; esperienza biennale in analoga mansione in una società di spedizioni; uso au-tocad ed excel. Si offre contratto: a tempo determinato direttamente in azienda. Orario di lavoro: full-time. Sede di lavoro: Trezzo Sull’Adda. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferi-mento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Piemonte

Addetto programmazione della produzione

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per importante azienda clien-te settore gomma-plastica: addetto programmazione della produzione. La risorsa si occuperà della pro-grammazione della produzione, seguendo tutte le fasi per ottimiz-zare il processo (gestione scorte di magazzino, approviggionamento merce, verifica costi, contatto con i fornitori, elaborazione ordini, ge-stione tempi di consegna...). Requi-siti: laurea in Ingegneria Gestionale o affini; ottima conoscenza lingua inglese + altre 2 lingue (preferibil-mente turco); ottimo utilizzo Excel; buone doti relazionali, capacità organizzative, precisione, problem solvine. Orario di lavoro: full time.

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53Lunedì 27 Aprile 2015Lunedì 27 ApO F F R O L AVO R O

Valori al 24/04/2015

Ivy Gl.Investors Asset Strat.A EUR 1677,73

POLAR CAPITAL FUNDS

www.polarcapital.co.uk

Comparto Classe NAV Valori aldi Azioni

Global Technology EUR 24,16 23/04/2015 GBP 17,3400 23/04/2015 USD 26,1000 23/04/2015

Healthcare Opportunities EUR 26,01 23/04/2015 GBP 18,6600 23/04/2015 USD 10,8800 29/05/2012

Polar Japan Fund USD 22,92 24/04/2015 GBP 15,1400 24/04/2015 JPY 2734,2800 24/04/2015

UK Absolute Return EUR 12,22 18/11/2013 GBP 10,2523 18/11/2013 USD 16,5042 18/11/2013 EUR 12,5050 18/11/2013 GBP 10,4927 18/11/2013 USD 16,8911 18/11/2013

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MetLife Protezione in Crescita 80% 1,345

MetLife Protezione in Crescita 90% 1,165

Alico Monet. Protetto 23/04/15 1,107

Alico P.P. Eur 2015 23/04/15 0,981

Alico P.P. Eur 2016 23/04/15 1,004

Alico P.P. Eur 2017 23/04/15 1,037

Alico P.P. Eur 2018 23/04/15 1,078

Alico P.P. Eur 2019 23/04/15 1,111

Alico P.P. Eur 2020 23/04/15 1,140

Alico P.P. Eur 2021 23/04/15 1,187

Alico P.P. Eur 2022 23/04/15 1,202

Alico P.P. Eur 2023 23/04/15 1,234

Alico P.P. Eur 2024 23/04/15 1,180

Alico P.P. Eur 2025 23/04/15 1,210

Alico P.P. Eur 2026 23/04/15 1,507

Alico P.P. Eur 2027 23/04/15 1,254

Alico P.P. Eur 2028 23/04/15 1,156

Alico P.P. Eur 2029 23/04/15 1,306

Alico P.P. Eur 2030 23/04/15 1,311

Alico P.P. Eur 2031 23/04/15 1,384

Alico P.P. Eur 2032 23/04/15 1,345

Alico P.P. Usa 2015 23/04/15 1,033

Alico P.P. Usa 2016 23/04/15 1,076

Alico P.P. Usa 2017 23/04/15 1,092

Alico P.P. Usa 2018 23/04/15 1,153

Alico P.P. Usa 2019 23/04/15 1,198

Alico P.P. Usa 2020 23/04/15 1,224

Alico P.P. Usa 2021 23/04/15 1,305

Alico P.P. Usa 2022 23/04/15 1,285

Alico P.P. Usa 2023 23/04/15 1,326

Alico P.P. Usa 2024 23/04/15 1,226

Alico P.P. Usa 2025 23/04/15 1,324

Alico P.P. Usa 2026 23/04/15 1,647

Alico P.P. Usa 2027 23/04/15 1,330

Alico P.P. Usa 2028 23/04/15 1,274

Alico P.P. Usa 2029 23/04/15 1,209

Alico P.P. Usa 2030 23/04/15 1,420

Alico P.P. Usa 2031 23/04/15 1,518

Alico P.P. Usa 2032 23/04/15 1,485

Alico P.P. Global 2015 23/04/15 0,980

Alico P.P. Global 2016 23/04/15 1,012

Alico P.P. Global 2017 23/04/15 0,973

Alico P.P. Global 2018 23/04/15 1,095

Alico P.P. Global 2019 23/04/15 1,185

Alico P.P. Global 2020 23/04/15 1,159

Alico P.P. Global 2021 23/04/15 1,210

Alico P.P. Global 2022 23/04/15 1,192

Alico P.P. Global 2023 23/04/15 1,238

Alico P.P. Global 2024 23/04/15 1,190

Alico P.P. Global 2025 23/04/15 1,250

Alico P.P. Global 2026 23/04/15 1,553

Alico P.P. Global 2027 23/04/15 1,226

Alico P.P. Global 2028 23/04/15 1,160

Alico P.P. Global 2029 23/04/15 1,328

Alico P.P. Global 2030 23/04/15 1,288

Alico P.P. Global 2031 23/04/15 1,402

Alico P.P. Global 2032 23/04/15 1,354

Alico Prot.Trim. Eur 23/04/15 1,083

Alico Prot.Trim. Usa 23/04/15 1,088

Alico Gest.Bilanc.Glob 23/04/15 1,522

Alico Gest.Azion.Glob 23/04/15 1,658

Alico Gest.Bilanc.Eur 23/04/15 1,524

Alico Gest.Azion. Eur 23/04/15 1,564

Alico Aper.Indiciz.Eur 23/04/15 1,188

Alico Aper.Indiciz.Usa 23/04/15 1,855

Alico Aper.Indiciz.Glo 23/04/15 1,509

Alico Aper.Indiciz.Ita 23/04/15 0,952

Alico Liquidita’ 23/04/15 1,070

Alico R. Prudente 23/04/15 1,342

Alico R. Crescita 23/04/15 1,331

Alico R. Multi Comm. 23/04/15 0,515

Alico Multi Comm. 23/04/15 0,540

Alico R. Peak Usa 2015 23/04/15 1,018

Alico R. Peak Usa 2020 23/04/15 1,174

Alico R. Peak Usa 2025 23/04/15 1,312

Alico R. Peak Usa 2030 23/04/15 1,374

Alico R. Peak Usa 2035 23/04/15 1,462

Alico R. Peak Eur 2015 23/04/15 1,055

Alico R. Peak Eur 2020 23/04/15 1,204

Alico R. Peak Eur 2025 23/04/15 1,329

Alico R. Peak Eur 2030 23/04/15 1,438

Alico R. Peak Eur 2035 23/04/15 1,448

Alico R. Peak Asia 2015 23/04/15 1,104

Alico R. Peak Asia 2020 23/04/15 1,297

Alico R. Peak Asia 2025 23/04/15 1,486

Alico R. Peak Asia 2030 23/04/15 1,618

Alico R. Peak Asia 2035 23/04/15 1,697

Alico Sec. Acc. 2016 23/04/15 1,042

Alico Sec. Acc. 2017 23/04/15 1,087

Alico P.P. Asia 2015 23/04/15 1,135

Alico P.P. Asia 2020 23/04/15 1,314

Alico P.P. Asia 2025 23/04/15 1,474

Alico P.P. Asia 2030 23/04/15 1,539

Alico P.P. Asia 2035 23/04/15 1,692

Alico Long Investment 23/04/15 0,925

Alico Agriculture 23/04/15 0,454

Alico Metals 23/04/15 0,494

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20139 Milano

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ATTIVO SPECIFICO

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UNIDESIO 760071 12,219 17/04/2015

UNIDESIO 760072 12,504 17/04/2015

UNIDESIO 760073 12,547 17/04/2015

UNIDESIO 760074 14,072 17/04/2015

UNIDESIO 760075 12,995 17/04/2015

UNIDESIO 760078 11,7970 17/04/2015

UNIDESIO 760080 11,9890 17/04/2015

UNIDESIO 760082 11,9840 17/04/2015

UNIDESIO 760085 10,862 17/04/2015

UNIDESIO 760088 12,9890 17/04/2015

UNIDESIO 760091 12,7250 17/04/2015

UNIDESIO 760095 10,646 17/04/2015

UNIDESIO 760096 11,2510 17/04/2015

UNIDESIO 760098 12,538 17/04/2015

UNIDESIO 760099 11,8650 17/04/2015

UNIDESIO 760102 11,367 17/04/2015

UNIDESIO 760104 11,3440 17/04/2015

UNIDESIO 760105 10,7520 17/04/2015

UNIDESIO 760106 12,3260 17/04/2015

UNIDESIO 760109 11,6730 17/04/2015

UNIDESIO 760125 12,446 17/04/2015

AZZOAGLIO CONSERVATIVO 7,145 17/04/2015

AZZOAGLIO DINAMICO 6,299 17/04/2015

AZZOAGLIO EQUILIBRATO 7,333 17/04/2015

UNIDESIO PRUDENTE 11,908 17/04/2015

UNIDESIO MODERATO 12,397 17/04/2015

UNIDESIO ATTIVO 12,955 17/04/2015

UNIDESIO VIVACE 13,118 17/04/2015

OBBLIGAZIONARIO MISTO 11,094 17/04/2015

AZIONARIO EURO 10,186 17/04/2015

AZIONARIO GLOBALE 13,215 17/04/2015

FTSE MIB 2010 104,509 22/04/2015

DUAL INDEX - 2012 106,460 22/04/2015

DUAL INDEX - 2013 102,116 22/04/2015

INDEX EURO DIVIDEND - 2013 109,386 22/04/2015

INDEX EuroCrescita 2014 98,877 22/04/2015

INDEX TOP DIVIDEND 2013 111,104 22/04/2015

INDEX TRENTA 2011 112,462 22/04/2015

INDEX FOUR E 50 - 2011 113,531 22/04/2015

INDEX STOXX EUROPE - 2011 112,606 22/04/2015

EUROSTOXX 50 - 2012 114,387 22/04/2015

PREVIMISURATO 13,957 16/04/2015

PREVIBRIOSO 14,518 16/04/2015

PREVIDINAMICO 14,699 16/04/2015

LINEA 1 12,277 31/03/2015

LINEA 1 - FASCIA A 12,725 31/03/2015

LINEA 1 - FASCIA B 12,444 31/03/2015

LINEA 2 13,779 31/03/2015

LINEA 2 - FASCIA A 14,082 31/03/2015

LINEA 2 - FASCIA B 14,202 31/03/2015

LINEA 3 13,926 31/03/2015

LINEA 3 - FASCIA A 14,138 31/03/2015

LINEA 3 - FASCIA B 15,222 31/03/2015

UNIDESIO 760129 12,235 17/04/2015

UNIDESIO 760130 10,9410 17/04/2015

UNIDESIO 760137 10,6640 17/04/2015

UNIDESIO 760139 11,981 17/04/2015

UNIDESIO 760140 12,0550 17/04/2015

UNIDESIO 760147 12,2010 17/04/2015

UNIDESIO 760149 12,1440 17/04/2015

UNIDESIO 760150 12,1410 17/04/2015

UNIDESIO 760156 10,408 17/04/2015

UNIDESIO 760157 12,9310 17/04/2015

UNIDESIO 760158 10,2410 13/03/2015

UNIDESIO 760159 12,2180 17/04/2015

UNIDESIO 760160 11,968 17/04/2015

UNIDESIO 760163 10,1390 17/04/2015

UNIDESIO 760167 11,409 06/02/2015

UNIDESIO 760169 13,845 17/04/2015

UNIDESIO 760170 12,754 17/04/2015

UNIDESIO 760173 12,0780 17/04/2015

UNIDESIO 760174 12,4370 17/04/2015

UNIDESIO 760179 11,965 17/04/2015

UNIDESIO 760180 12,1940 17/04/2015

UNIDESIO 760182 8,7130 17/04/2015

UNIDESIO 760183 11,628 17/04/2015

UNIDESIO 760185 11,5960 17/04/2015

UNIDESIO 760186 11,5610 17/04/2015

UNIDESIO 760187 12,1320 17/04/2015

UNIDESIO 760189 12,2090 17/04/2015

UNIDESIO 760191 10,516 17/04/2015

UNIDESIO 760192 11,9360 17/04/2015

UNIDESIO 760193 12,3260 17/04/2015

UNIDESIO 760198 8,3900 17/04/2015

UNIDESIO 760201 11,646 17/04/2015

UNIDESIO 760202 12,372 17/04/2015

UNIDESIO 760203 13,4040 17/04/2015

UNIDESIO 760205 11,0230 17/04/2015

UNIDESIO 760206 10,9060 17/04/2015

UNIDESIO 760210 12,647 17/04/2015

UNIDESIO 760216 11,220 17/04/2015

UNIDESIO 760229 11,520 17/04/2015

UNIDESIO 760234 10,170 17/04/2015

UNIDESIO 760235 10,076 17/04/2015

BILANCIATO 12,607 17/04/2015

CONSERVATIVE 10,480 17/04/2015

BOND MIX 11,011 17/04/2015

BALANCED 12,191 17/04/2015

GLOBAL EQUITY 15,367 17/04/2015

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO BREVE TERMINE 10,370 17/04/2015

UNIDESIO OBBLIGAZIONARIO MEDIO TERMINE 11,201 17/04/2015

UNIDESIO AZIONARIO AREA EURO 12,583 17/04/2015

UNIDESIO AZIONARIO INTERNAZIONALE 16,023 17/04/2015

OBBIETTIVO 03/2021 9,875 17/04/2015

HELVETIA 4-30 111,201 22/04/2015

HELVETIA EUROCRESCITA 96,260 22/04/2015

HELVETIA MULTIMANAGER FLESSIBILE 13,100 21/04/2015

HELVETIA MULTIMANAGER EQUITY 14,450 21/04/2015

HELVETIA WORLD EQUITY 161,600 21/04/2015

HELVETIA EUROPE BALANCED 222,990 21/04/2015

HELVETIA WORLD BOND 252,570 21/04/2015

HELVETIA GLOBAL BALANCED 181,210 21/04/2015

HELVETIA GLOBAL EQUITY 135,100 21/04/2015

LINEA GARANTITA 12,355 31/03/2015

LINEA BILANCIATO 14,331 31/03/2015

LINEA OBBLIGAZIONARIO 13,721 31/03/2015

LINEA AZIONARIO 11,167 31/03/2015

HELVETIA QUATTRO.10 98,683 22/04/2015

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2013 102,004 22/04/2015

HELVETIA THESAURA - Ed. 04-2014 96,534 22/04/2015

EUROVITA ASSICURAZIONI S.p.A.Via dei Maroniti, 12 - 00187 - Roma

Tel. 06 474821

UNIT in EURO DATA PREZZO

www.eurovita.it

UNIT LINKED

Quality 22/04/2015 7,848

Progress 22/04/2015 7,4290

Maximum 22/04/2015 6,0200

Global Equity 22/04/2015 7,1960

Global 100 22/04/2015 5,9430

Flex Equity 100 22/04/2015 12,601

098105098108105111103114

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54 Lunedì 27 Aprile 2015 O F F R O L AVO R O Sede di lavoro: Torino. Gli annunci

sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Ingegnere elettronico/meccanico/dei materiali

Articolo1 Agenzia per il Lavo-ro cerca per importante azienda cliente: 1 ingegnere elettronico/meccanico/dei materiali. La risorsa seguirà tutte le fasi di sviluppo di nuovi prodotti, interfacciandosi direttamente con il cliente, occu-pandosi della preparazione della documentazione tecnica (disegni, capitolati/norme, leggi) e della ricerca di fornitori adeguati. Re-quisiti: laurea in Ingegneria Elet-tronica/Meccanica/dei Materiali; ottima conoscenza lingua inglese + seconda lingua (preferibilmente portoghese o turco); buona co-noscenza disegno tecnico; ottime doti relazionali e comunicative; disponibilità a trasferte. Orario di lavoro: full time. Sede di lavoro: Torino. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Ingegnere meccanico project leader

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per azienda cliente leader nel settore meccanico: 1 ingegne-re meccanico project leader. La risorsa, riportando direttamente al responsabile R&D, si occuperà di: gestione progetti per la pro-duzione di macchinari industriali specializzati; gestione team di pro-gettazione. Requisiti: laurea in In-gegneria Meccanica o affini; ottima conoscenza della lingua inglese; conoscenza settore oleodinamico; esperienza pregressa in analoga mansione (minimo 5 anni). Orario di lavoro: full time. Si offre iniziale contratto a tempo determinato con possibile successivo inserimento in azienda. Sede di lavoro: pressi Pinerolo (CN). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le

persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indican-do il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Sicilia

Ingegnere meccanico, navale o idraulico

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per azienda del settore gomma e plastica: 1 ingegnere meccanico, navale o idraulico da inserire in un percorso for-mativo finalizzato ad un possi-bile inserimento in organico. La risorsa, sarà seguita e affiancata all’interno dell’ufficio tecnico, al fine di acquisire, in particolare, competenze nella progettazione di componenti per i sistemi di irrigazione. Si richiede: laurea in ingegneria meccanica, idraulica o navale; ottima conoscenza del disegno tecnico; disponibilità full time dal lun al ven; voglia di imparare e di inserirsi in un contesto altamente strutturato e stimolante. Si offre: Tiroci-nio formativo della durata di 6 mesi (+ 6 mesi) con concrete possibilità di inserimento in azienda. Luogo di svolgimento del tirocinio: Capo D’Orlando (Me). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Ristorazione

Lombardia

Addetto alla panificazioneArticolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per azienda cliente del settore alimentare: 1 operaio addetto alla panificazione. Si richiede: espe-rienza pregressa nella mansione di addetto alla panificazione, al forno e di carico e scarico macchinari; aver già lavorato in aziende del settore, laboratori e/o negozi di panetteria; disponibilità al lavoro su turni e nei festivi. Si offre contratto di

somministrazione, con possibilità di inserimento diretto in azienda. Sede di lavoro: Provincia di Varese (VA). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizza-zione al trattamento dei dati persona-li a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

CuocoArticolo1 Agenzia per il Lavoro cer-ca per azienda leader nel settore della Ristorazione Collettiva: 1 cuoco. La risorsa, riportando direttamente al Responsabile Mensa, si occuperà di preparazione pasti. Si richiede: pre-gressa esperienza maturata nel ruolo di cuoco e/o aiuto cuoco; attestato HACCP in corso di validità; dispo-nibilità a contratti giornalieri. Orario di lavoro: part-time. Sede di lavoro: Verolanuova (Bs). Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le per-sone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interes-se e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agen-zia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Cuoco, aiuto cuoco, addetto mensa

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per società che opera nella Ristorazione collettiva: cuochi, aiuto cuochi, addetti mensa. Si richiede: comprovata esperienza nella mansione, preferibilmen-te nella ristorazione collettiva; possesso dell’attestato HACCP in corso di validità; possesso di divisa, cappellino e scarpe anti-infortunistica; domicilio in zona; disponibilità immediata, al lavoro su turni e nei fine settimana; se-rietà, affidabilità e disponibilità completano il profilo. Si offrono vontratti a tempo determinato, con possibilità di lavoro continuativo. Sedi di lavoro: Varese e provin-cia, Como e provincia, Lecco e provincia, Monza Brianza e pro-vincia. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Sanità

Lombardia

OtticoArticolo1 Agenzia per il Lavo-ro cerca 1 ottico. La risorsa si occuperà di assistere il cliente durante tutte le fasi di acquisto: misurazione della vista, scelta delle lenti e della montatura. Requisiti: diploma di ottico; abilitazione alla professione; esperienza anche minima matu-rata in ambito di stage. Requisiti graditi in aggiunta i necessari: ottime competenze di ottica, optometria, contattologia ed of-talmica; ottime conoscenze delle caratteristiche tecniche degli strumenti ottici; ottimo utilizzo delle apparecchiature necessarie per la misurazione e la correzio-ne dei difetti della vista; ottimo utilizzo dei macchinari utilizzati per il taglio e la smerigliatura delle lenti. Contratto: tempo determinato. Orario: 40 ore da lunedì a domenica su turnazioni. Sede di lavoro: Treviglio (Bg). Gli annunci sono rivolti a can-didati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Piemonte

OtticoArticolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per azienda leader nel settore ottica: ottici. La risorsa si occuperà di assistenza clienti, controllo vista, vendita. Requi-siti: diploma/laurea ottico con abilitazione; esperienza pregressa nella mansione. Orario di lavoro: part time 24 ore. Contratto: tem-po determinato. Sede di lavoro: Gravellona Toce, La Spezia. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferi-mento alla posizione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Segreteria

Lazio

Impiegato addetto customer service

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cerca per importante azienda: 1 im-piegato addetto customer service. La risorsa, riportando al Direttore Com-merciale, si occuperà di: inserimento ordini commerciali; gestione prezzi, sconti, tariffe e quantità merce in ordine da evadere; organizzazione spedizione; gestione reclami, fat-turazione, note di credito; rapporti con magazzino centrale e Centro Distribuzione. Requisiti: laurea materie economiche; esperienza di almeno 2 anni nella mansione e preferibilmente nel settore medica-le; disponibilità immediata; ottima conoscenza lingua inglese; buona conoscenza pacchetto office e pro-gramma SAP. Orario di Lavoro: 40h full time. Contratto: si offre iniziale assunzione in somministrazione, con concrete possibilità di inserimento in azienda. Sede di Lavoro: Roma. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’auto-rizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Piemonte

Addetto dati prodottoArticolo1 Agenzia per il Lavoro cerca 1 addetto dati prodotto. La risorsa affiancherà l’ufficio prodotto nella realizzazione della collezione abbigliamento e si occuperà di: co-dificare disegno inserendo distinta base e lanciando il prototipo; ricodi-ficare i codici dei materiali prima di effettuare il lancio del campionario. Si richiede: esperienza pregressa nella mansione; ottima conoscenza Pacchetto Office (preferibile cono-scenza SAP); doti di precisione, organizzazione, predisposizione a lavorare con i numeri; flessibilità oraria. Si offre iniziale contratto a tempo determinato con successivo inserimento in azienda. Sede di lavoro: Torino Nord. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato curriculum indicando il riferimento alla posi-zione di interesse e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Impiegato tecnico analisi tempi e metodi

Articolo1 Agenzia per il Lavoro cer-ca 1 impiegato tecnico analisi tempi e metodi. La risorsa si occuperà di: analisi tempi di produzione; carica-mento dati di produzione; rilevazione tempi di lavoro. Requisiti: diploma ambito meccanico; esperienza pre-gressa di almeno 5 anni in analoga mansione; ottima conoscenza pac-chetto Office (in particolare Excel); ottime capacità di analisi; buone capacità organizzative. Orario di lavoro: full time. Contratto: iniziale contratto di somministrazione con possibile successivo inserimento in azienda. Sede di lavoro: Torino Sud. Gli annunci sono rivolti a candidati ambosessi. Le persone interessate possono inviare un dettagliato cur-riculum indicando il riferimento alla posizione di interesse e l’autorizza-zione al trattamento dei dati persona-li a: Articolo1 Agenzia per il Lavoro – e-mail [email protected]

Telefono 02-58219.1 - e-mail: [email protected]

Direttore ed editore Paolo Panerai (02-58219209)Direttore Marino Longoni (02-58219207)Redazione: Silvana Saturno (02-58219378)

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ItaliaOggi Editori - Erinne srl - 20122 Milano, via Marco Burigozzo 5, tel. 02-58219.1; telefax 02-58317598; 00187 Roma, via Santa Maria in Via 12, tel. 06-6976081 r.a.; telefax 06-69920373, 69920374.Stampa: Milano, Litosud via Aldo Moro 2, Pessano con Bernago (Mi) Distribuzione: Erinne srl - via Marco Burigozzo 5 - 20122 Milano, tel. 02-58219283.Concessionaria esclusiva per la pubblicità: Class Pubblicità - Via Burigozzo 8 - 20122 Milano - Tel. 02-58219521-2. Class Pubblicità SpADirezione Generale: Milano, via Burigozzo 8 - tel. 02 58219522Sede legale e amministrativa: Milano, via Burigozzo 5 - tel. 02 58219.1Class Roma: Roma, Via Santa Maria in Via 12 - tel. 06 69760855 Presidente: Angelo Sajeva. VP Sales: Gianalberto Zapponini. Chief Marketing Officer: Domenico Ioppolo. Group Publisher Quotidiani: Francesco Rossi. Diret-tore Commerciale: Stefano Maggini. Per informazioni commerciali: [email protected] abbonamenti ItaliaOggi - Euro 320,00 annuale, estero euro 900,00 annuale: Abbonamento estero via aerea.ItaliaOggi Sette - Registrazione del tribunale di Milano n. 174 del 25/3/95 - Direttore responsabile: Paolo Panerai. Testata che fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

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