luna - 28apr2007.pdf · di paglia e la Cincia basca -31. Poesia: La ballata della valle ......

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Luna Periodico indipendente di Palagano e dintorni Attualità - Cultura - Solidarietà Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96 Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA Aprile 2007 - Num. 28 - Anno X www.luna-nuova.it Sommario 3. Attualità: La stazione di trasbordo dei rifiuti di Palagano - 10. Fatti e misfatti: Notizie da Palagano e dintorni - 15. Comune: Spazio autogestito offerto ai gruppi consiliari del comune di Palagano - 16. Scuola: La Palaganeide vista da noi (canto quinto) - 20. La buca delle lettere - 23. Personaggi: Mons. Adolfo Lunardi: un frignanese illustre - 24. Val Dragone: L'emigrazione delle comunità montane dell'Appennino modenese ovest dall'Unità d'Italia al secondo dopoguerra (undicesima parte); Un po' di più sul campanile di Boccassuolo - 30. Il Cantastorie: Cuore di paglia e la Cincia basca - 31. Poesia: La ballata della valle (decima parte) - 32. Riflessioni di Davide Ferrarini Intendo scrivere una breve riflessio- ne su un incontro al quale ho parte- cipato di recente al fine di condivi- dere con altri ragazzi, adulti e am- ministratori la mia esperienza. Nell'incontro vicariale pastorale sul rapporto tra Chiesa e società civile che si è tenuto a Casola giovedì 22 marzo, si è trattato, fra i vari temi, l'argomento "cittadinanza" ed è uscito un lato veramente interes- sante della politica. Ho partecipato al dibattito all'inter- no di un gruppo di persone che sono impegnate seriamente nella vita sociale del nostro comune e del vicariato del Dragone. È stato sicuramente un tavolo di ri- flessione e dialogo molto interes- sante e costruttivo, ed è bene pre- cisare, che era un tavolo di "politi- ci" cristiani. Il tema fondamentale è stato basa- to sul rapporto tra Chiesa e politi- ca, e, conseguentemente, come i cristiani e la Chiesa possano stimo- lare la vita politica e sociale delle comunità. (Segue in seconda pagina) Un aspetto interessante della politica "Palagano si chiama il bel paese..." (Tanino Nizzi, Palaganeide, Canto I) di Paolo Calicetti Sono molto appassionato di tutto quello che riguarda natura e arte, ma non parlo solo dell'arte in senso stretto quella intesa come "le grandi opere di grandi autori", si può parlare d'arte anche considerando quel magnifico rapporto che ha sempre legato l'uomo alla natura e lo ha costretto ad adattarsi ad essa. Palagano è pieno di opere d'arte che fanno parte di diversi contesti: dalla geologia all'architettura rurale, dal paesaggio all'archeologia. (Segue in seconda pagina) Palagano (località Aravecchia): architrave con lo stemma dell'impresa del diamante di Casa d'Este.

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LunaPeriodico indipendente di Palagano e dintorni

Attualità - Cultura - Solidarietà

Periodico di informazione locale - Trimestrale - Spedizione in A.P. - articolo 2 comma 20/C legge 662/96Aut. della Filiale EPI di Modena - Tassa riscossa - Taxe perçue - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Aprile 2007 - Num. 28 - Anno Xwww.luna-nuova.it

Sommario3. Attualità: La stazione di trasbordo dei rifiuti di Palagano - 10. Fatti e misfatti: Notizie da Palagano e dintorni -15. Comune: Spazio autogestito offerto ai gruppi consiliari del comune di Palagano - 16. Scuola: La Palaganeidevista da noi (canto quinto) - 20. La buca delle lettere - 23. Personaggi: Mons. Adolfo Lunardi: un frignaneseillustre - 24. Val Dragone: L'emigrazione delle comunità montane dell'Appennino modenese ovest dall'Unità d'Italiaal secondo dopoguerra (undicesima parte); Un po' di più sul campanile di Boccassuolo - 30. Il Cantastorie: Cuoredi paglia e la Cincia basca - 31. Poesia: La ballata della valle (decima parte) - 32. Riflessioni

diDavide Ferrarini

Intendo scrivere una breve riflessio-ne su un incontro al quale ho parte-cipato di recente al fine di condivi-dere con altri ragazzi, adulti e am-ministratori la mia esperienza.Nell'incontro vicariale pastorale sulrapporto tra Chiesa e società civileche si è tenuto a Casola giovedì 22marzo, si è trattato, fra i vari temi,l'argomento "cittadinanza" ed èuscito un lato veramente interes-sante della politica.Ho partecipato al dibattito all'inter-no di un gruppo di persone che sonoimpegnate seriamente nella vitasociale del nostro comune e delvicariato del Dragone.È stato sicuramente un tavolo di ri-flessione e dialogo molto interes-sante e costruttivo, ed è bene pre-cisare, che era un tavolo di "politi-ci" cristiani.Il tema fondamentale è stato basa-to sul rapporto tra Chiesa e politi-ca, e, conseguentemente, come icristiani e la Chiesa possano stimo-lare la vita politica e sociale dellecomunità.

(Segue in seconda pagina)

Un aspettointeressantedella politica

"Palagano si chiama il bel paese..."(Tanino Nizzi, Palaganeide, Canto I)

di Paolo Calicetti

Sono molto appassionato di tutto quello che riguarda natura e arte, ma non parlosolo dell'arte in senso stretto quella intesa come "le grandi opere di grandi autori", sipuò parlare d'arte anche considerando quel magnifico rapporto che ha sempre legatol'uomo alla natura e lo ha costretto ad adattarsi ad essa. Palagano è pieno di opered'arte che fanno parte di diversi contesti: dalla geologia all'architettura rurale, dalpaesaggio all'archeologia.

(Segue in seconda pagina)

Palagano (località Aravecchia): architrave con lo stemmadell'impresa del diamante di Casa d'Este.

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la LUNA nuova

Chiuso in redazione il 29/04/2007

Attualità, cultura, solidarietà.Periodico indipendente di Palaganoe dintorni

TrimestraleTiratura: 1350 copie

Distribuzione gratuitaAprile 2007Num. 28 -Anno X

Aut. Tribunale di Modenanum. 1414 del 13/11/1997

Redazione:Davide Bettuzzi,

Elisabetta Gazzetti, Gabriele Monti.

Hannocollaborato:Alunni della scuola media di Palagano,

Monica Bertugli,Paolo Calicetti, Ferruccio Cosci,

Davide Ferrarini,Gianluca Grazioli,Riccardo Iaccheri,

Bruno Ricchi,Erminia Vezzelli.

L'associazione "la Luna" vive principalmente con contributi liberamente versati; il periodico vienedistribuito gratuitamente e non in regime di abbonamento. Invitiamo quindi tutti coloro cheintendono sostenerci a versare il proprio contributo sul c.c. bancario num. 100016 presso il BancoSan Geminiano Banca Popolare di Verona agenzia di Montefiorino-Palagano (CAB 66871 - ABI 05188).

Stampato presso la Tipografia Benedetti - Pavullo N.F. (MO)su carta patinata senza cloro

Abbiamo affrontato il delicato tema di come un cristiano sidebba comportare in ambienti politici e sociali; ne è uscitoche occorre comportarsi con quelle basi e quei principi chefanno di un individuo non semplicemente un uomo, ma unuomo cristiano. La politica intesa come amore dell'amorepotrebbe subito dare corso a riflessioni quasi utopiche, mase ci pensiamo bene, è il vero senso del termine.Da sempre la politica è stata utilizzata per riunire popoli,etnie, religioni, dentro a confini geografici, ma anche, sem-plicemente, per garantire gli stessi diritti a persone di di-verso rango sociale. La politica intesa come espressionedi amore è quel sentimento che dovrebbe portare gli am-ministratori e gli amministrati ad essere uniti sotto un uni-co tetto, un tetto il cui livello è alla stessa altezza per tutti.Teoricamente, per amministrare un piccolo territorio comeil nostro, occorre avere un profondo amore per i nostri montie per i nostri montanari, occorre volere bene a tutto quelloche fa parte della politica: in un certo senso la politica rag-gruppa tutto, dagli anziani ai giovani, dal lavoro alvolontariato, dall'assistenza allo sport al tempo libero.Al giorno d'oggi il termine politica purtroppo è sinonimo disuccesso, di agio, di beneficio di alcuni a scapito di altri, dipotere e spesso di frode: è veramente brutto per noi giova-ni sentire e desumere questo significato del termine; pur-troppo però il corso della storia non ci ha fatto che pensaread altro; vedo un profondo distacco, quasi fosse un maleincurabile e contagioso, purtroppo siamo noi giovani a tro-varci di fronte a tutto ciò per il nostro futuro, ma sta soprat-tutto a noi darle una svolta…Per riassumere menziono le seguenti parole: "La politica èl'amore dell'amore… sta a noi darle il giusto significato".

(Un aspetto interessante della politica...)

Penso che siamo tutti d'accordo nel dire che lerocce ofiolitiche di Boccassuolo, le miniere diToggiano, le numerose strutture rurali e medievalisparse nella zona (tra l'altro all'interno del paesesi notano ancora stabili che ospitano suini e bovi-ni, un ottimo esempio di paese medievale!), gliinsediamenti dell'età del bronzo ritrovati nelle zonedella Campagnola e nel parco di S. Giulia e i ma-gnifici paesaggi, rappresentano una realtà di rarae di straordinaria bellezza.Quello che però non capisco è perché non sfrut-tiamo nel modo giusto queste ricchezze.Negli ultimi anni con il "progresso" abbiamo con-taminato e distrutto parecchi tesori, paesaggi,strutture e tanti di quegli aspetti che facevano diPalagano… "il bel paese"; io sono favorevole alprogresso, in alcuni casi la comodità è al primoposto chiaramente, ma è proprio per questo chepunterei ad arricchire il paese in modo nuovo, adesempio con il turismo, la promozione di postinuovi e iniziative culturali, sportive che possonoportare davvero un guadagno indiretto al paese.Un paese piccolo, prima di tutto, ha bisogno dievitare lo spopolamento, altrimenti diventa inutileincentrare tutti gli sforzi politici sulla viabilità. Ogniambiente deve puntare sulle proprie risorse, te-nendo presente problemi, esigenze e opportunitàdiverse.Il paesaggio non va sfidato e violentato ma sfrutta-to nel giusto modo, così Palagano diventa davvero"patria di geni e di cervelli fini..."Spero che l'amministrazione trovi un giusto com-promesso tra la realizzazione di discariche, stra-de e quanto di bello ci circonda, magari dandoanche la giusta importanza a quel progetto provin-ciale di valorizzazione dell'Appennino che includeanche Palagano all'interno del percorso.

("Palagano si chiama il bel paese...")

Dalla prima

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Nel mese di novembre la discarica diFontanamlera (Montefiorino) ha esaurito la pro-pria capacità e da allora i rifiuti urbani prodottidai comuni di Frassinoro, Montefiorino ePalagano vengono trasportati quotidianamen-te al termovalorizzatore di Hera, a Modena. Ilprogetto prevede, nella fase iniziale, che il tra-sportoaModenaavvienedirettamenteconmez-zi adibiti al servizio di raccolta; successiva-mente è stata prevista la realizzazione di una"stazione di trasferimento".

La stazione di trasferimentoLa "stazione di trasferimento" è un impiantoper il trasferimento dei rifiuti urbani da auto-mezzi di modesta portata ad altri di maggiori dimensioni,allo scopo di ridurre la movimentazione dei veicoli e rende-re più efficiente ed economico il conferimento agli impiantidi recupero e smaltimento. Il piano prevede che non è ne-cessario realizzare una vera e propria stazione per il depo-sito dei rifiuti ma predisporre un sito per il trasbordo da unmezzo ad un altro dei rifiuti raccolti. Gli automezzi utilizza-ti sul territorio per la raccolta dovranno trasbordare i rifiutisu di un altro mezzo, di maggiore capacità, che li traspor-terà al termovalorizzatore di Modena. Si configura una strut-tura analoga, o più semplice ancora, delle note stazioniecologiche attrezzate: non si tratta di smaltimento dei ri-fiuti nè di deposito, ma solo di trasbordo da un mezzo adun altro. Lo stoccaggio dei rifiuti può avere solo una brevedurata (24-72 ore) oltre la quale assumerebbe la configura-zione di un impianto di "secondo livello" soggetto ad auto-rizzazione. (D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22. L.R. 28 ottobre1999, n. 28). Nell'ambito dell'obiettivo 2, la Comunità Mon-tana ha ottenuto un finanziamento per la realizzazione diuna stazione di trasferimento. I siti inizialmente individuatinei comuni di Montefiorino e Frassinoro non sono risultatiidonei alla realizzazione dell'intervento. E' emersa la pos-sibilità di realizzare la stazione di trasferimento nella zonaartigianale di Palagano adducendo le seguenti motivazio-ni: l'area è vicina al centro operativo di Hera e l'organizza-zione dei trasporti viene ottimizzata; non è necessario rea-lizzare nuove autorimesse e spogliatoi; i proprietari dei ter-reni hanno manifestato la propria disponibilità a cedere learee. Inoltre verrebbero realizzate infrastrutture che potreb-bero valorizzare la zona artigianale.

Il Piano provincialeLa chiusura della discarica e la conseguente necessità diindividuazione di soluzioni idonee a rendere minimo l'im-patto ambientale ed economico nella mancanza di siti di

smaltimento in prossimità dei comuni modenesidell'Appennino Modena Ovest è prevista negli strumenti dipianificazione dei rifiuti ed in particolare nel PPGR appro-vato nel maggio 2005. Il sistema di gestione dei rifiuti urba-ni impostato dal piano stesso, predisposto attraverso unprocesso di partecipazione di tutti gli Enti locali e le ammi-nistrazioni interessate, prevede la minimizzazione dei rifiu-ti, l'incremento della raccolta differenziata e l'avvio arecupero di materia ed energia di tutto quanto possibile.Lo stesso piano, per quanto attiene lo smaltimento dei ri-fiuti indifferenziati, prevede lo sfruttamento dell'interapotenzialità del termovalorizzatore di Modena, a cui devo-no quindi essere destinati i rifiuti provenienti dall'intero ter-ritorio provinciale, ed il ricorso alla discarica solo comeforma finale di smaltimento dei rifiuti residui.

Il "Comitato spontaneo"Quando si è diffusa la notizia della realizzazione dell'areadi trasbordo nella zona artigianale di Palagano si è costitu-ito un "Comitato spontaneo" che ha promosso una petizio-ne raccogliendo più di 400 firme e di cui, nelle pagine suc-cessive, riportiamo il testo completo.Nel frattempo sono stati pubblicati diversi articoli sulla stam-pa locale, presentata un'interpellanza consigliare, organiz-zati alcuni incontri con i rappresentanti del Comitato e conla popolazione, sono nate, come spesso accade in situa-zioni di questo tipo discussioni, chiacchiere, polemichecorrette ma anche improprie.Non si può negare anche la conseguente strumenta-lizzazione politica della vicenda. Tutto ciò ha portato unclima di conflittualità che ha assunto a volte toni particolar-mente decisi.Da questa vicenda si potrebbero trarre alcune riflessioni edinsegnamenti per tutti.Noi intendiamo dare il nostro contributo.

Attualità

La stazione di trasbordodei rifiutidi Palagano

Rappresentazione del meccanismodi trasbordo dei rifiuti urbani

4 la LUNA nuova - Aprile 2007

Il Consiglio comunale del 21 dicembre 2006

Al fine di una migliore conoscenza dei fatti in ambito amministrativo riportiamo, fedelmente, l'interpellanza-interrogazione del capogruppo di minoranza Luigi Marcucci presentata il 16 dicembre 2006 e la risposta delsindaco Paolo Galvani durante la seduta del consiglio comunale del 21 dicembre.

Interpellanza-Interrogazione:"Con la presente il gruppo di minoranza 'Partecipiamo' delcomune di Palagano ritiene alquanto spiacevole apprende-re dalla stampa (Gazzetta di Modena di venerdì 1 dicem-bre 2006) il progetto praticamente già definito dell'immi-nente avvio dei lavori di "una stazione di trasbordo di rifiutida mezzo a mezzo", dal costo ipotizzato di € 485.000,che dovrebbe servire attualmente i comuni di Palagano,Montefiorino e Frassinoro. Suscita particolare allarme l'in-tenzione di ubicare detta stazione nel villaggio artigianaledi Palagano a 300 metri dal centro del paese (caso senzaprecedenti in Italia). Siamo ovviamente consapevoli che irifiuti del nostro territorio vanno smaltiti, ma non con solu-zioni improvvisate e senza prima aver coinvolto la cittadi-nanza. Temiamo in particolare la ricaduta negativa sullaqualità della vita, da anni già seriamente compromessa,sulle potenzialità turistiche e i vincoli allo sviluppo indu-striale dell'area. Sarebbe impossibile ogni attività artigia-nale-industriale di carattere agro-alimentare. Riteniamo chel'area più idonea e razionale ad una struttura sia da indivi-duare lontana dai centri abitati, ma soprattutto, se l'inten-zione è veramente il trasbordo, il più a valle possibile inmodo da evitare il traffico dei mezzi pesanti dal centro delpaese. Durante il periodo invernale questi costituiscono giàdi per sé un pericolo per la sicurezza. Al fine di una corret-ta e trasparente comunicazione ai cittadini gradiremmoavere quanto prima, sia in forma scritta che in sede consi-gliare, una risposta precisa, puntuale ed esaustiva. Vor-remmo in particolare evitare la triste definizione di Palaganocome pattumiera dell'Appennino.

Risposta:Quando nella giornata di lunedì, tornando da Modena, con-trollando la posta ricevuta, ho letto l'interpellanza del grup-po di minoranza 'Partecipiamo a Palagano' a firma delcapogruppo Luigi Marcucci, nella quale venivano chiestedelucidazioni in merito alla costruzione di una stazione ditrasbordo, stazione di trasferimento, discarica, o quant'al-tro, definendo il nostro comune pattumiera dell'Appennino,ho dapprima approntato alcune considerazioni in merito alcomportamento del capogruppo Marcucci, sia in sedeconsiliare sia all'esterno, arrivando alla conclusione cherealmente le tante parole di auspicio alla collaborazioneper il bene dei nostri cittadini, tanto ricorrenti nella primaseduta consiliare di insediamento della nuova amministra-zione, sono state parole, tante parole, ma come semprenon sono state seguite da fatti concreti, tanto che per nonperdere tempo sul giornalino "La luna nel pozzo" ecco pun-tualmente poco dopo apparire l'accusa di malversazioni che,tanto per essere chiari, significa truffa rivolta alla maggio-ranza che io rappresento. Ritengo opportuno precisare inquesta sede ed una volta per tutte quanto segue: la lista"Insieme per Palagano" ha vinto le elezioni in modobrillantissimo e per questo ha il dovere e il diritto di gover-nare nell'interesse della collettività per 5 anni, questo è

quello che intendiamo fare, così come non intendiamoassolutamente prestare il fianco a simili squallide interro-gazioni seguite da articoli sui giornali, tese soltanto a col-pire l'immagine di un comune all'esterno, una realtà comela nostra che, pur tra mille difficoltà, ha effettuato e staprogrammando importanti interventi su tutto il suo territo-rio, per rispondere ai reali bisogni della collettività che sia-mo stati chiamati a rappresentare. Caro Luigi e cari com-ponenti della minoranza, il dialogo costruttivo è alla basedella democrazia per la costruzione del nostro futuro, lepolemiche diffamatorie ritornano al mittente con gli interes-si, come in questo caso, ma veniamo ai fatti: è vero, l'am-ministrazione di Palagano, così come anche le ammini-strazioni di Montefiorino e Frassinoro, si sono attivate alfine di trovare un terreno che possa ospitare la stazione ditrasbordo rifiuti, non rispondono assolutamente al vero ledicerie secondo cui né il comune di Frassinoro, né il co-mune di Montefiorino, non vogliono tale struttura tanto cheesiste una lettera a firma del sindaco Pierazzi di Frassinoroed una delibera di giunta in cui si dà la disponibilità di unarea situata nelle immediate vicinanze della ceramica diFrassinoro, guarda caso a 150 metri dalla chiesa parroc-chiale, esiste altresì la disponibilità, da parte del comunedi Montefiorino, che ha individuato addirittura due siti, unodei quali in località Ca' di Cirino presso la Liguria Gas,nelle immediate vicinanze di abitazioni civili, a dire il veroquesta soluzione è stata accantonata causa la presenzain loco di un impianto del gas e per l'elevato costo dell'ac-quisto dell'area, 675.000 euro, per una metà cifra quest'ul-tima non ammissibile a contribuito sull'obiettivo 2. Il comu-ne di Palagano sta anch'esso lavorando, come hanno fattogli altri comuni, insieme alla provincia di Modena e ad Hera,per l'individuazione di una zona posta all'interno delle no-stra zona artigianale, ma attenzione bene, non si trattacertamente della costruzione di una discarica. Al riguardomi sorprende che Marcucci non sappia, visto la sua prepa-razione politica, che il piano provinciale per lo smaltimentodei rifiuti proibisce la costruzione di discariche sul territorioprovinciale, si tratta invece di una stazione di trasbordorifiuti, in cui tanto per intenderci le immondizie non tocca-no neppure terra, l'impatto ambientale di tale costruzione èpari a zero, ed in ogni caso, qualora, questa divenga lasoluzione definitiva sarà nostra cura farci garanti nei con-fronti della popolazione tutta, che tale investimento vadaesattamente nella direzione opposta a quella prospettatada Marcucci; cioè, mi ripeto nuovamente per essere chia-ro, che l'inquinamento sia zero, che intorno a tale attivitàne possano sorgere altre di qualsiasi tipo, nonché, aspettonon trascurabile, anche all'acquisto da parte di Hera del46,5% di Sat, non vorremmo vedere il nostro centro opera-tivo scomparire e trasferirsi di colpo a Sassuolo, sono con-vinto che la scelta di quest'area di trasbordo per i tre comu-ni sancirà anche la definitiva localizzazione del centro ope-rativo con la garanzia di posti di lavoro per il futuro in loco,non escludendo anzi auspicando la creazione di nuovi po-

Attualità

55la LUNA nuova - Aprile 2007

sti di lavoro nel nostro comune. Mi sorprende molto quindiche un consigliere di minoranza, dalla così lunga carrierapolitica, non sappia che prima di iniziare un'opera di que-sta portata devono essere fatti studi sul terreno, variantispecifiche, approvazioni del progetto a vari livelli, passaggiin commissione edilizia ed in consiglio comunale.Tu hai preso la scorciatoia, hai preferito la strada del sen-tito dire, delle chiacchiere da bar, hai voluto creare unoscoop, o chiamala come vuoi zizzania, eppure bastavachiedere in comune ai nostri tecnici che ti avrebbero datoindicazioni e spiegazioni. Come ho già ribadito più volte ilcomune è aperto, è a disposizione dei cittadini per darechiarimenti, non siamo un palazzo isolato dal mondo, que-sta a mio avviso è la strada che dovevi percorrere in nomedi quelle regole che poc'anzi ti ho detto stanno alla base diuna sana e costruttiva politica locale e che tu continua-mente ignori. Non solo ma è intenzione nostra, e quandodico nostra parlo della maggioranza che governa, qualoraquesta diventi la scelta definitiva, quella di informare e ren-dere partecipe la cittadinanza con un convegno, per pre-sentare le scelte che faremo per illustrare i progetti cheverranno attuati.A questa iniziativa parteciperanno senza dubbio i sindacidelle amministrazioni dei comuni vicini, la Provincia, nella

persona dell'assessore all'ambiente, ed Hera. Mi avvio allaconclusione con un ultimo pensiero, un consiglio caroLuigi,visto le festività natalizie: partecipando alla seduta diinsediamento del nuovo consiglio della comunità montanapoche settimane fa, ho apprezzato molto, caro Luigi il tuoamico sindaco di Montefiorino Maurizio Palladini, attraver-so un accorato appello alla visione della politica come mo-mento di confronto, di incontro, di dialogo e soprattutto dicrescita collettiva; ti esortava, invano, a votare il documen-to proposto dal candidato presidente per cercare tutti as-sieme al di là degli schieramenti il bene della collettività,anche di quella che ti ha votato, anche questo un atteggia-mento di apertura, oserei dire una opportunità importanteper te e per il tuo gruppo.Questo atteggiamento invece di continua contestazionesenza mai progettualità, volontà di dialogo zero, solo tanteparole non seguite dai fatti, che ti vede animato solo dauna profonda e cocente delusione per il tuo risultato politi-co a modo mio di vedere, e chiudo, non fa altro che renderete e il tuo gruppo sempre più isolato e al di fuori della vitacomunale.Medita su queste parole, qui, a mio avviso, c'è la sintesi ela definizione di cosa vuol dire fare politica ed amministrareuna realtà comunale.

Il testo della petizione

Comitato spontaneo PalaganoPer una scelta consapevole, trasparente e partecipata

Progetto per la realizzazione di un impianto di “trasbordo da mezzo a mezzo di rifiuti solidi urbani” presso lazona artigianale di Palagano.La costituzione del “Comitato spontaneo Palagano per una scelta consapevole, trasparente e partecipata” intende pro-muovere la propria iniziativa senza alcun condizionamento e al di fuori di qualunque schieramento politico, con l'unicoobiettivo di salvaguardare il centro abitato di Palagano, quanti svolgono la propria attività nella zona artigianale di Palagano,sia dipendenti che imprenditori e chiunque, a vario titolo, ha investito denaro per la costruzione della propria abitazione oper la costruzione di immobili strumentali utilizzati per lo svolgimento dell'attività lavorativa propria e dei propri dipenden-ti.PremessaL'Amministrazione Comunale di Palagano ha allo studio un'ipotesi di fattibilità di un impianto intercomunale per il “tra-sbordo da mezzo a mezzo di rifiuti solidi urbani” da porre, “attualmente”, al servizio dei comuni di Frassinoro, Montefiorinoe Palagano, presso la “zona artigianale di Palagano”. La costruzione e la gestione dell'impianto saranno effettuate incollaborazione con HERA, società destinataria della concessione per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, e con ilsostegno della Provincia di Modena. L'impianto in costruzione, sulla base delle informazioni fornite dall'AmministrazioneComunale di Palagano e da HERA (vedi Il Resto del Carlino del 27/12/2006-Cronaca dell'Appennino), sarà tecnologicamenteall'avanguardia e non produrrà effetti negativi per l'ambiente e per i cittadini (i materiali trattati sono e rimangono sempree comunque rifiuti solidi urbani!!!). Da quanto appreso a mezzo stampa, il beneficio per i cittadini del Comune di Palagano,quale contropartita del disagio arrecato dall'ubicazione dell'impianto in commento sul proprio territorio (sarà proprio veroche non arreca alcun disagio???), consiste nella riduzione della tariffa, limitatamente allo smaltimento dei rifiuti, nellamisura del 40% (ad oggi non è dato sapere né quale tariffa sarà presa a base del calcolo della riduzione, né per quantianni tale riduzione sarà riconosciuta, né quali meccanismi (automatici???) di incremento sono o saranno previsti.Il “Comitato spontaneo Palagano per una scelta consapevole, trasparente e partecipata” (con tutti i firmatari del presentedocumento), consapevole del fatto che il “dovere civico” di un cittadino responsabile rende doveroso sostenere l'iniziativadell'Amministrazione Comunale volta alla realizzazione di un impianto centralizzato intercomunale (Frassinoro, Montefiorino,Palagano) che agevoli la raccolta, il compattamento ed il trasbordo da mezzo a mezzo dei rifiuti solidi urbani, nel riferireche non è nelle proprie intenzioni ostacolare la realizzazione dell'impianto in commento,Non può, al contrario, sottrarsi:- dal mettere in dubbio la scelta dell'ubicazione dell'impianto stesso, in una zona adiacente al centro abitato e, fattoancor più discutibile, nelle immediate vicinanze di immobili adibiti ad abitazioni (la cui costruzione è stata autorizzata

Attualità

6 la LUNA nuova - Aprile 2007

29 marzo 2007.Presso il cinema-teatro "Ignazio Ranucci", in una sala gre-mita come poche volte si è visto (a parte alcuni spettacoli)ha avuto luogo, il 29 marzo, un incontro pubblico, organiz-zato dall'Amministrazione comunale, per fare chiarezza suun progetto che ha visto crescere l'attenzione da parte dinumerosi cittadini, alcuni dei quali si sono costituiti in uncomitato e hanno presentato una petizione, sottoscritta dapiù di 400 persone.Presenti: Paolo Galvani (sindaco di Palagano), AlbertoCaldana (assessore provinciale all'Ambiente), dott.ssa RitaNicolini (funzionario provinciale), dott. Gasparetto (gruppoHera).Il primo intervento di Paolo Galvani era finalizzato a rende-re pubblica la soluzione definitiva per la stazione di tra-sbordo, illustrandone il progetto in dettaglio. A parere delsindaco troppe chiacchiere infondate "da bar" hanno con-tribuito a disinformare e creare inutili tensioni e malintesi,ed ha dichiarato che alcune persone hanno firmato la peti-zione senza sapere quello che facevano... Buona parte deipresenti non ha accettato di buon grado questa afferma-zione e il clima è subito diventato abbastanza teso.Successivamente il sindaco ha tenuto a precisare che larealizzazione della stazione di trasferimento dei rifiuti eradiventata una necessità dopo la chiusura della discarica diFontanamlera, che la soluzione era stata condivisa daicomuni di Frassinoro e Montefiorino, e che l'unica e la mi-gliore soluzione possibile era quella della realizzazione nellazona artigianale di Palagano.Il dott. Gasparetto ha presentato una relazione tecnica sullastruttura e il funzionamento della stazione di trasbordo

Gli incontri con la popolazione

mentre la dr.ssa Nicolini ha illustrato il Piano Provincialeper la Gestione dei rifiuti urbani e le normative vigenti.L'assessore Caldana ha presentato una relazione politicae cercato di tirare le conclusioni della serata, non senzaqualche difficoltà.Ci sono stati diversi momenti di tensione tra la platea e irelatori (e non sono mancate anche cadute di stile sia dauna parte che dall'altra) ma la voglia di capire era molta e lapartecipazione attenta, dimostrate dai numerosi interventida parte di amministratori e cittadini.Alla fine l'unico punto su cui tutti si sono trovati d'accordo èstata la necessità di una stazione di trasferimento dei rifiu-ti; la critica più forte si è avuta nei confronti dell'Ammisitra-zione comunale accusata di non aver adeguatamente coin-volto i cittadini in questa decisione, di aver presentato ilprogetto a decisioni già prese e di non aver fornito esau-rienti risposte al quesito principale, e cioè il perchè dellascelta della zona artigianale di Palagano e se si potevanoipotizzare altri siti.La serata si è conclusa piuttosto bruscamente con la sen-sazione che le parti si erano radicate ancora di più sulleproprie posizioni anche se si è fatta strada la percezioneche la questione non era ancora del tutto chiusa.

16 aprile 2007.Consiglio della Comunità Montana AppenninoModena Ovest con possibilità diintervento della popolazione.Presenti tutti gli amministratori. Presiede il presidente del-la Comunità Montana Yuri Costi.Interventi numerosi e attenzione alta. Sono state presenta-

anche di recente) e di altre attività produttive che costituiscono, unitamente alle attività agricole ed alle attività commer-ciali poste nel centro del paese, l'unico luogo di produzione di reddito che garantisce il sostentamento di chi, operaio,impiegato o artigiano ha scelto di vivere nel nostro paese;- dal constatare che l'ubicazione prescelta, essendo via XXIII Dicembre un passaggio obbligato per l'accesso alla zonaartigianale di Palagano, determinerebbe un incremento del tutto ingiustificato del traffico di mezzi pesanti (e maleodorantiin quanto i materiali trattati rimangono sempre e comunque rifiuti solidi urbani) provenienti dai comuni di Frassinoro eMontefiorino, oltre che da tutto il territorio comunale posto a nord del centro abitato di Palagano, nella via principale delpaese;- dall'evidenziare che la migliore soluzione, per la realizzazione di un impianto di raccolta, compattamento e trasbordo damezzo a mezzo di rifiuti solidi urbani, tenute in considerazione anche le inevitabili conseguenze che verrebbero adeterminarsi in riferimento all'incremento del traffico di mezzi pesanti nella via principale del paese, parrebbe esserequella dell'ubicazione dell'impianto in commento in una zona il più a valle possibile e, comunque, non nelle vicinanze dicentri abitati, in quanto punto di passaggio obbligato per tutti provenienti dal Comune di Frassinoro e dal Comune diMontefiorino, oltre che dei mezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti dopo l'avvenuto compattamento e trasbordo, all'ince-neritore di Modena.ConclusioneTenute in considerazione le premesse sopra riportate, i firmatari del presente documento, non comprendono le ragionidella scelta operata dall'Amministrazione Comunale di Palagano, pongono all'Amministrazione Comunale stessa un'uni-ca domanda: quali sono le ragioni che hanno contribuito a determinare la scelta dell'ipotesi di ubicazione dell'impiantointercomunale di raccolta, compattamento e trasbordo da mezzo a mezzo dei rifiuti solidi urbani nella zona artigianale diPalagano anziché in altro luogo con minore impatto sulla vita dei cittadini e, probabilmente, più conveniente in terminieconomici?

Palagano, 30 dicembre 2006Comitato spontaneo Palagano

per una scelta consapevole, trasparente e partecipata

Attualità

77la LUNA nuova - Aprile 2007

18 febbraio 2007Cara Luna,concedimi un po' del tuo spazio perché ho tanto bisogno diesprimere pubblicamente il mio pensiero e senza preambolivengo subito al dunque. Di quando in quando leggo suigiornali notizie riguardanti Palagano. Voglio sperare sianosolo chiacchiere di paese perché stimo troppo i nostriamministratori in particolare il primo cittadino che, essen-do fortunatamente per lui, molto giovane, dovrebbe averel'intuito di vedere lontano! Io non ho la presunzione di dareconsigli ma mi sta troppo a cuore l'avvenire dei giovani edelle nostre stupende valli, e quando dico valli non intendosolo egoisticamente il nostro piccolo paese! Possibile chenoi montanari, "scarpe grosse e cervello fino", non arrivia-mo a capire che preservando e rispettando il paesaggioche abbiamo la fortuna di abitare conserveremo un inesti-mabile bene per le generazioni a venire? Con questo avretecapito che sto parlando dell'eventuale progetto che preve-de la realizzazione di un impianto per la manipolazionedelle immondizie prodotte da almeno tre comuni (sarà sem-pre così o in avvenire se ne aggiungeranno altri?).Detto impianto, a quanto si dice, verrebbe situato a pochipassi dal centro abitato moltiplicando inevitabilmente il giàcaotico e rumoroso traffico che dovrà forzatamente attra-versare il "bel paese", aumentando pure i discutibili "olezzi"che, provenienti da quella zona, da troppo tempo soppor-tiamo. Tutto questo si potrebbe sicuramente evitare impe-gnandosi a visionare aree più idonee e, al tempo stesso,più vicine anche agli altri comuni in modo che, risparmian-do chilometri di inutili spostamenti, si possa dare un pic-colo contributo al tanto blaterato risparmio energetico: leamministrazioni, a mio avviso, dovrebbero per prime esse-re sensibili a questi problemi e a impegnarsi, anche nelpiccolo delle nostre realtà, a fare il possibile per risolverli,dando l'esempio ai propri cittadini. Ora mi sento meglio e,salutandovi affettuosamente, mi auguro che siate in tanti apensarla come me.

Tina Piacentini - Palagano

1 aprile 2007Come tanti altri cittadini, giovedì sera (29 marzo), ero pre-sente alla pubblica assemblea indetta molto democratica-

Le lettere a "la Luna"mente dal sindaco Paolo per presentare il progetto del tan-to discusso impianto di trasbordo rifiuti.La parte tecnica stranamente l'ho capita. E' il rapporto traamministratori e cittadini che non mi entra in testa: siamostati informati, da quel che ho capito, ormai a cose fattedicendoci esplicitamente che i tempi stringono e che senon si conclude in fretta si perderanno i finanziamenti.Allafaccia della trasparenza!Non so voi, ma io mi sento ingannata, umiliata e molto,molto disgustata. Vorrei far notare che, secondo me, i die-ci posti di lavoro che l'impianto dovrebbe offrire e che tantoorgogliosamente il nostro sindaco ci ha assicurato potreb-bero metterne a rischio molti altri legati al turismo, piccolicommerci e tante altre attività private che i nostri concitta-dini saprebbero, come sempre, realizzare con competen-za e fantasia. Purtroppo gli amministratori mi pare non con-dividano le mie strane idee. Possibile che l'impianto non sipossa assolutamente spostare dal centro del paese? E voiche ne pensate?Vi abbraccio come sempre,

Tina Piacentini - Palagano

9 aprile 2007

Alla luce del progetto "trasbordo rifiuti umidi", nella zonaartigianale di Palagano, illustrato dal sig. Sindaco, dai tec-nici dell'azienda Hera e dall'assessore provinciale all'am-biente, nell'assemblea del 29/03/2007, ore 20.30, nel tea-tro "Ing. Ranucci", io mi ritrovo fra i tanti cittadini palaganesicontrari alla scelta del luogo per la realizzazione di taleprogetto.Mi rendo conto, inoltre, che non erano "chiacchiere da bar"come qualcuno ha fatto notare in senso dispregiativo, maun piano già pensato e programmato a tavolino.Comunque la cosa è grave; forse la più grave che l'Ammini-strazione comunale possa far cadere sui cittadini e sulpaese.Focalizziamo, senza raggirarlo, l'elemento base: si trattadi spazzatura, della peggior spazzatura; si tratta di mate-ria in decomposizione, non di noccioline americane.I lati negativi sono molteplici e ovvi, ma non sto ad elencarliperchè già trattati in assemblea da accorti ed attenti citta-

te ben sette zone nuove: in molti hanno lavorato per trovareuna soluzione diversa da quella prospettata solo due setti-mane prima.Luigi Marcucci, con il contributo del "Comitato Spontaneo"ha presentato sei ipotesi che per motivi diversi non sonostate ritenute idonee; la più idonea sembra essere quellapresentata dal sindaco Paolo Galvani, previe verifiche tec-niche e burocratiche: un'area nella frazione di Savoniero.Sono intervenuti: Laura Lami, Paolo Galvani, Luigi Marcucci,Bruno Corciolani, Walter Telleri, Paolo Piacentini, Giusep-pe Piacentini, Maurizio Paladini, Elio Pierazzi, Flavio

Tazzioli. Interventi diversissimi, alcuni discutibili, ma a li-vello di percezione quelli che hanno lasciato il segno inpositivo, sulla base dei commenti raccolti tra la gente, sonostati quelli di due amministratori: Elio Pierazzi che si èscusato con i palaganesi per il tempo perso e quello diBruno Corciolani che ha richiamato il ruolo di ogni personasull'aspetto della raccolta differenziata. Un dato di fattoindiscutibile..Forse vince il buon senso, forse non si poteva fare diversa-mente... e come ha detto Flavio Tazzioli "Tutto bene ciòche finisce bene".

Attualità

8 la LUNA nuova - Aprile 2007

dini. I signori amministratori ed i tecnici minimizzano suglieffetti collaterali, anzi, premono per accellerare i tempi del-l'attuazione, altrimenti perdono i finanziamenti europei.Alt!Lasciamo perdere anche i finanziamenti se devono essereimpiegati per peggiorare il paese!A questo punto per scongiurare lo scempio non resta chefare appello all'intelligenza dei responsabili: solo l'intelli-genza può dissuadere da scelte infelici e senza ritorno. Segli amministratori non sanno trovare l'alternativa, facciamospazio anche ad altri e, con maggior trasparenza e piùdemocrazia, si ricerchi insieme un luogo più idoneo, lonta-no dagli abitati.

Caterina Nannetti - Palagano

Preciso che seppur la Comunità Montana sia l'ente garantee titolare del progetto illustrato giovedì sera, non può deci-dere in piena autonomia la collocazione dell'impianto sen-za che il comune, o i comuni, diano prima la disponibilitàdel terreno essendo loro i pieni titolari dell'autonomiapotestativa sul loro territorio. Infatti senza le autorizzazionie i conseguenti atti derivanti rilasciati dai comuni interes-sati, le opere propedeutiche al progetto non potrebbero avererealizzazione tanto da mettere in discussione la costruzio-ne dell'impianto stesso e la sua operatività. Il solo Comuneche negli anni scorsi non si è preoccupato, seppur solleci-tato più volte a vari livelli tra cui anche dall'ente di program-mazione intercomunale, è risultato quello di Palagano comese la cosa non interessasse, sino a quando il sindaco el'amministrazione hanno fatto uscire dal cilindro la propo-sta che si è letta sui giornali. Abbiamo ora tutti tirato unsospiro di sollievo e la gente che incontro si dimostra mol-to contenta per quello che è stato scongiurato; devo direche in questo paese, non si vedeva da anni una similemobilitazione su di un problema che lo coinvolgeva e que-sta presa di coscienza attorno a questioni fondamentali,questa richiesta di partecipazione attiva senza timori opaure di non conformismo di pensiero con chi governa ba-sata su un senso di maggiore giustizia, equità mi fa bensperare per il futuro. Un noto esponente politico di Palaganoalla fine del consiglio comunitario aperto tenutosi nel tea-tro mi ha detto "ha vinto il buon senso, il paese e i cittadinidi Palagano ma non il Sindaco", io aggiungo che hannoperso tutti quelli che sino ad allora hanno difeso, anchenascondendo informazioni di cui erano a conoscenza, laposizione del capo dell'amministrazione senza essere cri-tici o porre dubbi verso la realizzazione in quella sede diquel progetto (che tra l'altro era meno conveniente rispettoa quella ultima trovata) e che ha tenuto un comportamentodel tutto accondiscendente (da scendiletto) in senso attivointervenendo o in senso passivo, facendo finta di niente purdi ottenere opportunisticamente qualcosa in più dal Sinda-co o di confermare la loro collocazione su una sedia ingiunta o in consiglio per un'eventuale carriera politica. Leparole di "democrazia", "responsabilità politica" enunciatein sala da persone che probabilmente ne conoscono solo ilsignificato letterale ma che lo hanno male interpretato emal realizzato nei fatti inscenando un teatrino che tutti hannocapito essere stato fatto al solo scopo di far uscire dalle

secche un Sindaco arrogante e incapace di riconoscere ipropri errori e le proprie responsabilità, senza un briciolo diumiltà, mi porta a suggerire alla classe dirigente che so-stiene questa maggioranza e alla maggioranza stessa diriflettere su ciò che hanno fatto, tanto da invitare i membriin consiglio e in giunta e il sindaco stesso a fare un servi-zio al paese dimettendosi quanto prima. Mi rattrista vedereche un'amministrazione che si dice di centro-sinistra deb-ba rivolgersi ad altre componenti della società, ad altre isti-tuzioni per poter risolvere questioni sul tavolo già da tempoe che molti cittadini siano rimasti delusi dall'operato di que-sta maggioranza.L'appello e l'augurio che rivolgo ai cittadini di Palagano èquello di scegliere meglio prima chi ci deve amministrare,non rincorrendo dopo errori che ci potrebbero portare a di-fendere i nostri interessi e le nostre aspettative da chiabbiamo delegato a farlo.

Graziano Bertugli - Palagano

Intendo scrivere poche righe sugli avvenimenti e su tuttociò che in questo periodo ha animato il mio, e credo, an-che il vostro, interesse sulla tanto discussa stazione ditrasferimento rifiuti. Non credo ci sia a questo punto biso-gno di riassumere gli avvenimenti o gli aspetti tecnici delprogetto, ma semplicemente valorizzare che si sia raggiuntofinalmente un accordo democratico voluto da tutti.L' unico mio intento è ringraziare tutti: gli organi istituzio-nali provinciali e comunali, i rappresentati della ComunitàMontana, i Sindaci di Montefiorino e Frassinoro, l'ammini-strazione comunale di Palagano, dalla maggioranza al ruolofondamentale che ha avuto la minoranza, dai rappresentatidel comitato delle firme, agli stessi firmatari, da chi è rima-sto nell'ombra, a chi ha fatto sentire il proprio volere, daglianziani ai giovani e tutti coloro con i quali ho anche sola-mente scambiato due chiacchiere sulla vicenda.La cosa fondamentale e importante è che, seppur fatico-samente e in modo burrascoso, si sia raggiunto il fine volu-to e condiviso da tutti. Se fossi un amministratore direi cheda questa vicenda ho rafforzato in me la convinzione diquanto sia importante informare, ascoltare, proporre e sa-per scegliere per il bene dei cittadini. Se fossi un cittadinodirei che da questa vicenda ho tastato con mano quantosia di rilievo la forza e la volontà di far sentire la propriavoce, e l'importanza di rapportarmi, sempre e solo in modocostruttivo, con chi mi rappresenta negli organi istituziona-li. Credo che tutti abbiano avuto una parte e siano statiimportanti in questa vicenda. Se proprio vogliamo, credoche "Palagano" abbia vinto! Ci tengo a sottolineare, ancorauna volta, che Palagano è un paese "vivo" e credo che nonserva tanto per renderlo grande; le persone, a tutti i livelli cisono, basterebbe solo collaborare maggiormente!Spero che il senso delle mie poche righe non venga frainte-so.Colgo l'occasione per porgere i miei più distinti saluti all'in-tera comunità di Palagano e a tutti gli abitanti delle frazio-ni.

Davide Ferrarini - Palagano

Attualità

99la LUNA nuova - Aprile 2007

Il ragionare insieme su unproblema di notevole

complessità, pur partendoda una criticità come è

stata la sceltadell'ubicazione di una zona

di trasbordo, haaumentato la

consapevolezza di unproblema ma anche cheognuno di noi può fare la

sua parte, ogni giorno perfare diminuire la massa di

rifiuti. Pubblichiamoi dati forniti dalla nostra

Provincia, come è chiaro inostri comuni sono

ancora lontanidall'obbiettivo di

raggiungere il 50% dellaraccolta differenziata.

Buon lavoro a tutti!

In media ogni cittadino produ-ce in un anno 620 kg di rifiuti.Una buona parte di questi rifiu-ti possono essere riciclati equindi non inviati alle discaricheo agli inceneritori. E' importan-te differenziare i rifiuti domesti-ci; in questo modo si permet-te:- il recupero dei materialiriciclabili (alluminio, vetro, car-ta, legno, plastica,...) trasformandocosì rifiuti in risorse;- lo smaltimento corretto e sicuro deirifiuti inquinanti e pericolosi per l'am-biente e per l'uomo;- la riduzione della quantità di rifiuti dasmaltire in discarica e in inceneritore;- il risparmio di materie prime e di im-portanti risorse naturali che non sonoillimitate;- la riduzione dell'impatto dei processiproduttivi sull'ambiente (la produzionedi oggetti da materiali riciclati richiedespesso consumi energetici inferiori ecomporta minori emissioni nell'ambien-te).Nel nostro comune sono distribuiticassonetti e campane per la raccolta

differenziata ed è attiva, a Fiaborra (lo-calità lungo la strada provinciale tra Co-strignano e Lama di Monchio), l'isolaecologica dove possono essere con-feriti i rifiuti differenziati oltre a quellivoluminosi, pericolosi o inquinanti.E' un gesto di grande valore ambienta-le, civile ed anche etico partecipare alladifferenziazione.

Quali rifiuti si possonodifferenziare?Carta e cartone: giornali, riviste, li-bri, quaderni, fotocopie e fogli vari, im-ballaggi di cartone, scatole per alimen-ti, contenitori in cartone per bevandelavati ed appiattiti prima del conferi-mento.Vetro: bottiglie, contenitori e oggetti

in vetro anche con etichette ma privatidei tappi di plastica o metallo.Alluminio: lattine per bibite e conser-ve che riportano la sigla "AL", fogli evaschette in alluminio per la conserva-zione e il congelamento dei cibi sen-za residui, alcune bombolette sprayvuote e private dei nebulizzatori di pla-stica, scatolette per alimenti.Plastica: bottiglie e flaconi per bevan-de, shampoo, detergenti, cosmetici econtenitori per liquidi in genere, sac-chetti per la spesa, pellicole,vaschette, cellophane, polistirolo. Nonè necessario eliminare le etichette dicarta.Rifiuti organici, rifiuti urbani peri-colosi, frigoriferi, computer, eapparecchiature elettroniche.

Per un futuro migliore: differenziamo i rifiuti

Attualità

10 la LUNA nuova - Aprile 2007

Notizie da Palagano e dintorni

Nei numeri precedenti de "la Luna" sono stati pubblicati due articoli che davanocomunicazione dell'apertura di una CAT (Club Alcolisti in Trattamento) aPalagano. Eravamo molto scettici al riguardo. La realtà del nostro territorio èdifficile, la gente è molto riservata e chiusa, la disinformazione e soprattutto lavergogna ci facevano pensare ad un fallimento.Le cose non sono andate così, anzi c'è stato un interessamento notevole daparte delle famiglie con problemi alcol-correlati ed anche una partecipazione

che veramente ci soddisfa. Il Club è nato per le famiglie che hanno suddettiproblemi e lavora secondo un approccio famigliare. Le famiglie del Club si incon-

trano per iniziare un percorso basato sul cambiamento del proprio stile di vita enaturalmente smettere di bere. Le "cure" del Club sono: solidarietà, condivisione,

amicizia ed empatia. Ci sarebbero ancora mille cose da dire al riguardo ma in questomomento vi diciamo: "Contattateci", noi saremo sempre pronti a dare un aiuto.

Vogliamo anche comunicare il cambiamento della sede dove si tengono i nostri incontri: dal Municipio si è trasferitaal Centro Sanitario di Palagano, il mercoledì sera dalle 20.30 alle 22.Info: 339 7004996.

CAT (Club Alcolisti in Trattamento)

Problemi di alcol? Noi ci siamo.

Giovanni Ranucci nacque il 25 Febbraio 1907 ai Sabbioni di Palaganodall'unione tra Luigi Ranucci e Maria Rioli. Bimbo vispo ed allegro,alla tenera età di due anni perse la madre e venne allevato dal padree da alcuni parenti. La sua famiglia era composta da padre, quattrosorelle (Genoveffa, Nina, Rita, Virginia) e da un fratello (Antonio). Il5 settembre 1936 si sposò con Adele Merciari di Medola, presso lachiesa di Lago di Montefiorino. Dalla loro unione nacquero cinquefigli maschi (Bruno, Domenico, Ezio, Giancarlo, Tonino) e due fem-mine (Clite e Olga).Erano tempi duri e per portare avanti la famiglia si arrangiò con varimestieri. Inizialmente lavorò nei campi, ma quando tale attività non

fu più sufficiente per il sostentamento, si dovette ingegnare nella produzione della calce: costruì un forno nei pressidel torrente Dragone e mediante un procedimento basato sulla cottura ininterrotta per quindici giorni di pietre specia-li, ricavava calce bianca che poteva essere utilizzata per la costruzione di case, purtroppo non esisteva commercio.Successivamente andò in Sardegna a fare il taglialegna ed il muratore, ma anche qui il lavoro scarseggiava. Dopoqualche tempo con un amico di Savoniero trovò impiego in Germania come manovale. Qui stava bene e riusciva amantenere l'amata e numerosa famiglia, ma ben presto venne la guerra che lo costrinse al rientro anticipato aPalagano. Nel 1951 ebbe la chiamata per andare a lavorare a Lille in Francia (quarta città come estensione epopolazione, situata all'estremo Nord ai confini col Belgio) come carpentiere, dove si trovò bene e dopo un annovenne raggiunto dalla famiglia. Vista la necessità di erigere ponti (Lille è circondata da canali) ben presto trovò lavoroe si specializzò nel settore. Fino alla pensione Giovanni lavorò alle dipendenze dello stesso imprenditore dal qualeera molto stimato e con il quale aveva instaurato un rapporto di reciproca fiducia. Giovanni e Adele sono stati sposatiper 69 anni. Adele ci ha lasciato il 10 settembre 2005. Ora si gode il meritato Paradiso lasciando il marito solo, macircondato dall'aiuto e dall'affetto dei suoi cari. La loro vita è stata piena di gioie e di dolori che hanno rafforzato ancoradi più la loro unione, ricca di un immenso amore reciproco.Oggi papà e nonno Giovanni vive nella casa Holidays di Laverna diMontefiorino dove è seguito da un valido personale in modo esem-plare, professionale ed affettuoso. Possiamo dire che, vista l'età, èun "ragazzo" davvero in gamba, e lui stesso ama dire: "…a conti fattiho sempre vent'anni, si, lo so, moltiplicati per cinque, ma pur sem-pre venti…". Spesso la sua mente lucida ed ironica lo fa tornareindietro nei ricordi ed allieta chi lo circonda cantando il "Maggio",rievocando canzoni e filastrocche e raccontando avventure e storiedavvero interessanti.Tanti tanti auguri per i tuoi 100 anni papà e nonno Giovanni.Un abbraccio da tutti i tuoi cari.

I 100 anni di Giovanni

Gruppo Alpini di PalaganoIl gruppo Alpini di Palagano ha organizzato il24 marzo una serata per aiutare una bimba diPiandelagotti affetta da una grave malattia. Laserata è riuscita molto bene, grazie soprattut-to alla numerosa partecipazione della popola-zione e all'impegno degli organizzatori. Il Grup-poAlpini di Palagano ringrazia le cuoche, i cuo-chi e il personale che ha lavorato, ma soprat-tutto coloro che hanno generosamente contri-buito.

Fatti e misfatti

1111la LUNA nuova - Aprile 2007

Classe seconda elementare di Palagano

"Filastrocca Scacciapaura":il primo premioa due alunni palaganesi

L'ASEOP, cioè l'associazione per il sostegnodell'ematologia ed oncologia pediatrica, ha ban-dito un concorso relativo all'iniziativa "La Filastroc-ca Scacciapaura" rivolta alle scuole primarie esecondarie di primo grado della provincia di Mo-dena. Tale concorso ha voluto sensibilizzare i ra-gazzi alle problematiche del cancro infantile e pro-muovere un maggior collegamento tra il bambinoospedalizzato ed il bambino sano. Molte sonostate le scuole e le classi coinvolte a sostegnodella realizzazione di questo progetto, infatti glielaborati pervenuti sono stati oltre 350. Tale con-corso svolto a livello provinciale si inserisce nel-l'ambito di una iniziativa più ampia a livello nazio-nale, che ha visto coinvolte le scuole delle diver-se regioni italiane. I vincitori della provincia sono stati due alunni dellaseconda classe elementare di Palagano (Tommaso Paperini ex-equo conMattia Perini) coordinati dalle insegnanti Teresa Fraulini e Patrizia Nannetti.La premiazione, avvenuta il 17 febbraio in occasione della 5° giornata mon-diale contro il cancro infantile, si è tenuta presso l'Aula Magna del Policli-nico di Modena.I lavori pervenutiverrannopubblica-ti in un libro i cuiproventiandrannoall'ASEOP Onlused alcuni verran-no divulgati sulgiornalino e sulsito dell'associa-zione.

I pescatori dellaVal Rossenna

E' ormai un anno che è nata la societàdi pesca sportiva "I pescatori della ValRossenna" di Palagano e desideriamorendere noto quanto fatto e i progettidel nuovo anno.Vista l'affluenza ed i risultati positividegli scorsi campionati di pesca allatrota in lago si è deciso di ripeterli inprimavera ed in autunno. I campionatisono strutturati in sei gare ciascuno conclassifica finale; la premiazione sarà ef-fettuata ad ogni gara e al termine deirispettivi campionati.Sono stati ripopolati, con avannotti econ trote di misura, diversi fossi dellanostra zona, e di recente sono stateallestite vasche di stoccaggio peravannotti che saranno liberati nei fiumioltre al solito ripopolamento primaveri-le. Altre iniziative e gare improvvisatesaranno specificate nei punti di riferi-mento della società: nella ferramentaMarasti di Palagano e al lago di pescasportiva di Cà Marta a Sassuolo dov'èpossibile anche iscriversi alla società.La società ha come scopo principalequello di riunire tutti gli appassionati diquesta disciplina in modo da creare unpunto di riferimento forte per gestire almeglio tutto quello che riguarda la pe-sca sportiva (di competenza della pro-vincia) nel nostro territorio; è quindi im-portante l'adesione di tutti gli appassio-nati o simpatizzanti.Info: Andrea (Presidente della socie-tà): 339 6089812.

La filastrocca scacciapaurache ti fa passare la paurache ti aiuta a star benee fa passare tutte le pene.Se hai paura del dottorepensa al nonno sul trattoreche avanzando piano pianoti fa cenno con la manovuole dirti che appena guarito tu saraicon lui a spasso te ne andraicon nel cuore quel messaggiotu ti senti un gran coraggioil termometro e la punturanon ti fanno più paurasei più forte di un leoneora ti senti come un ciclone.Se passa l'infermiera che ti vuole mettere a nannapensa che anche lei ti vuole bene come fosse la tua mamma.

Mattia Perini

Quando la vita ti sembra un po' dura,leggi questa filastrocca scacciapaura:da cavalier ti trovi vestito,con lancia e spada ben agguerrito,trafiggi il mostro che è già pronto a scappare,non ti arrendere, non ti fermare.Stai tranquillo, con coraggio e bravura,farai fare al mostro una brutta figura!

Tommaso Paperini

Fatti e misfatti

12 la LUNA nuova - Aprile 2007

SCILLA, 5 per mille: una firma persostenere i nostri progetti

Attenzione alle truffe!

Continuano le segnalazioni di individui che, con la scusa di controllare lapresenza di euro falsi tra le banconote della pensione, raggirano i pensionatisottraendo loro il denaro.Stesso discorso per chi a nome dell'Enel o altro ente si presenta a riscuote-re soldi o mancati pagamenti di bollette.Sono tutti truffatori!E' assolutamente necessario che i cittadini non aprano la porta di casa asconosciuti.In questi casi avvisare subito i Carabinieri telefonando al numero 112 oppureallo 0536 965121 (caserma di Montefiorino).

Su segnalazione del serviziodi Polizia Municipale del comune di Palagano

Può essere una cosa utile

Gli operatori delle ambulanze hanno segna-lato che sovente, in occasione di incidentistradali, i feriti hanno con loro un telefonoportatile. Tuttavia, in occasione di interven-ti, non si sa chi contattare tra la lista inter-minabile dei numeri della rubrica. Hannoquindi lanciato l'idea che ciascuno metta,nella rubrica del cellulare, la persona da con-tattare in caso d'urgenza sotto uno pseudo-nimo predefinito. Lo pseudonimo internazio-nale conosciuto è ICE (In Case ofEmergency). E' sotto questo nome che bi-sognerebbe segnare il numero della perso-na da contattare dagli operatori delle ambu-lanze, dalla polizia, dai pompieri o dai primisoccorritori. In caso vi fossero più personeda contattare si può utilizzare ICE1, ICE2,ICE3, ecc...Facile da fare, non costa niente e può es-sere molto utile.

L'associazione SCILLA da più di 20 anni opera nei paesi in via di sviluppo realizzandopiccoli progetti quali scuole, ambulatori, acquedotti e fornendo prestazioni sanitarie suspecifica richiesta delle popolazioni locali o dei missionari.Recentemente è stata terminata la costruzione di un orfanotrofio in Benin (Africa) e sono

state fornite prestazioni idrauliche e sanitarie in Madagascar. I progetti futuri prevedono il completamento di unascuola in Centrafrica (stiamo cercando muratori disponibili) e la posa di un acquedotto in Madagascar (stiamocercando il finanziamento). Tutti i progetti realizzati e in programma e molte altre informazioni riguardo all'associazio-ne possono essere ottenute visitando il sito internet www.associazionescilla.it.

5 per mille: una firma per sostenerciLa finanziaria per il 2007 prevede che, nella prossima dichiarazione dei redditi, i cittadini possano destinare il 5 permille dell'imposta sul reddito del-le persone fisiche (Irpef) a soste-gno del volontariato, della ricercascientifica, universitaria e sanita-ria. Da quest'anno è possibile so-stenere con questa modalità an-che la nostra associazione.Per fare ciò il contribuente deve:1.Apporre la propria firma nell'ap-posita casella delle Organizzazio-ni non lucrative e di utilità sociale(ONLUS) nei moduli per la denun-cia dei redditi (CUD 2007, 730/1 -bis redditi 2006, UNICO personefisiche 2007);2. Indicare, nell'apposito spazio,il codice fiscale della nostra as-sociazione: 02427380361.La scelta di destinazione del 5 permille non compromette la scelta per la destinazione dell'8 per mille (già invigore da molti anni): possono essere effettuare entrambe in modo indi-pendente.

Info: Associazione SCILLAVia Palazzo Pierotti, 4/a - 41046 Palagano (MO)Tel.: 0536 961621 - 339 3959487 - Fax: (+ 39) 0536 970576www.associazionescilla.it - e-mail: [email protected]

Wantiguera (Repubblica Centrafricana): lavoridi costruzione della scuola (febbraio 2006)

Fatti e misfatti

1313la LUNA nuova - Aprile 2007

LibriCarlo Previdi

Un eroe di montagnaRaimondo Montecuccoli, Modenese del Frignano, comandante supremo

dell’esercito imperiale, nel XVII secolo, cambiò i destini dell’umanità.(Romanzo storico, Edizioni Terra e Identità, Ottobre 2006)

“1 agosto 1664: nei pressi di Mogersdorf in Austria, sul fiume Raab, vicinoal confine con l’Ungheria, si combatte una battaglia decisiva per le sortidell’umanità, che potrebbe cambiare notevolmente lo scenario europeo emondiale. A fronteggiarsi sono: l’esercito mussulmano, composto in preva-lenza da Turchi per un totale di circa novantamila uomini, guidato dal granvisir Koprulu e la coalizione cristiana, costituita da Imperiali, Francesi, Te-deschi ed altri per un totale di quasi trentamila soldati, comandata dalModenese del Frignano Raimondo Montecuccoli, uno dei più grandicondottieri della Storia, abilissimo diplomatico internazionale, eccellentescrittore e grandissimo erudito. L’esito della battaglia sembrerebbe già se-gnato, a giudicare dalla netta superiorità numerica dei Mussulmani, ma lanotevole capacità di convincere i militi cristiani a tentare un’impresa glorio-sa e la grandiosa sagacia strategica del Modenese potrebbero cambiarel’andamento delle cose… Così tramanda la Storia. Il libro di Carlo Previdiripercorre queste e tutte le principali tappe della vita di tale strabiliantepersonaggio, mantenendo inalterati gli accadimenti reali nella parte storica

e dando liberosfogo alla fantasia in quella romanzata, senza però di-scostarsi mai troppo da una sostanziale credibilità. Cre-dibilità che è, in ogni caso, espressione degli stessi av-venimenti storici, delle dinamiche tipiche del Seicentoeuropeo, dell’effettivo carattere riflessivo, tenace, corag-gioso, incline alla cultura, affascinato dalle donne, co-munque fondato su valori morali e cristiani, del primocomandante dell’esercito imperiale.”

AutoreCarlo Previdi, nato a Milano nel 1965 da genitori mode-nesi, ha vissuto a Milano, Carpi e Modena dove attual-mente abita e lavora. Laureato in Scienze Naturali, coltempo si è appassionato ad altri temi culturali di Mode-na e dell’Emilia, oggetti d’interesse dei suoi scritti dal1999.Castello di Montecuccolo (Pavullo nel Frignano)

Vienna, HeeresgeschichtlichesMuseum, statua riproducente

Raimondo Montecuccoli

Fatti e misfatti

Ugo Beneventi: Il raglio dell'Asino. Ed. Il Fiorino.

Ugo Beneventi non è uno scrittore professionista ma non è nuovo a pubblicare sue opere: negli anni passati ha giàdato alle stampe un altro volumetto dal titolo: "Il piccolo ribelle". L'ultima sua opera vuole essere un coraggiosoviaggio introspettivo dal punto di vista della sua fede: Ugo si guarda dentro ed esterna, coraggiosamente, a volteforse un po' presuntuosamente, quello che pensa sulla Chiesa di oggi, provando a dare anche qualche indicazione.Il suo vuole essere anche un grido di denuncia verso tutto ciòche, secondo lui, non funziona ai vari livelli ecclesiastici non ri-sparmiando neppure il Papa; ma è anche un ripercorrere gli ultimisessant'anni della nostra storia, ricordandoci com'erano i nostrinonni, come la pensavano in fatto di morale e di religione con tuttii tabù e i retaggi secolari che li opprimevano e facendo il confron-to con le ultime generazioni che si sono lasciate andare ad unlassismo piuttosto spinto. I libro si legge tutto d'un fiato trattan-do, in definitiva, di aspetti e valori più profondi. Peccato per itroppi errori di ortografia e di stampa che una rilettura più attentaavrebbe eliminato. Complimenti comunque per il coraggio dimo-strato. (gm)

Associazione la Luna - Bilancio 2006EntrateOfferte da privati

UsciteSpese postaliSpese di stampaSpese bancarieImposta di bollo

TotaliSaldo 2006

3.340,37

3.340,371.340,68

324,361.591.20

22,6361.50

1.999,69

14 la LUNA nuova - Aprile 2007

di Gianluca Grazioli

La Lega Italiana per la Lotta contro iTumori nasce nel 1922 e da allora, inprovincia di Modena, svolge servizi diassistenza domiciliare, di educazionesanitaria nelle scuole, nei luoghi di la-voro, di prevenzione con corsi per smet-tere di fumare e tre ambulatori per ladiagnosi precoce dei tumori della pel-le, giornate e iniziative di sensibilizza-zione. L'incontro propizio con l'interacomunità di Montefiorino ci darà la pos-sibilità di sviluppare, anche sul territo-rio della Valle del Dragone, tante ini-ziative per aiutare, assistere, essereaccanto agli ammalati e ai loro fami-gliari. Prima di tutto vorremmo creare,insieme ai medici di famiglia del terri-torio e ai cittadini che intenderanno aiu-tarci, una delegazione locale dell'As-sociazione che sia di supporto e coor-dinamento alla sviluppo di servizi di as-sistenza domiciliare, corsi per smet-tere di fumare, attività di educazionesanitaria nelle scuole. Oltre 80 anni distoria non sono pochi. Per questo, ilprogetto che vi presenteremo viene dalontano. Parte dall'assunto che di tu-more si può guarire e che dalla guari-gione bisogna tornare alla vita vissutapienamente, nel corpo, negli affetti,nello spirito. Ecco allora che, dopo l'iterterapeutico, c'è necessità di riabilita-re, di rendere nuovamente capace dinormale abilità ci dice il vocabolario,di far rifiorire la pienezza di vita dall'ari-do terreno lasciato, una volta sconfit-to, dal drago che ti rode dentro, comechiamava il tumore Monsignor ToninoBello. Dopo oltre 80 anni di consoli-data esperienza, la Lega Contro i Tu-mori è pronta ad integrare i propri ser-vizi di assistenza e riabilitazione at-traverso "Casa Luce e Sorriso Giovan-ni Paolo II": un centro per la convale-scenza e la riabilitazione di malati usci-ti dal ciclo di cure e dei loro famigliari,che necessitano di un periodo di riabi-

litazione fisica e psicologica indispen-sabile per il pieno benessere e la ri-presa della vita dopo la malattia. Quan-do "Casa Luce e Sorriso" aprirà le por-te, ospiterà i pazienti usciti dal ciclo dicura e i loro famigliari, che necessita-no di un periodo di convalescenza,sollievo e riabilitazione.Grazie a "Casa Luce e Sorriso" tutti imalati potranno ritrovare la Luce delbenessere e il Sorriso della vita. CasaLuce e Sorriso Giovanni Paolo II sor-gerà a Casola di Montefiorino. Saràcostituita da unità abitative con appar-tamenti per l'alloggio dei pazienti e deifamigliari, da ambulatori e da un cen-tro polifunzionale per le terapieriabilitative. Sarà contornata da un areaverde attrezzata a percorso salute eda un'area polifunzionale, per attivitàsportive, di socializzazione e interven-ti sanitari d'urgenza. Basta un Sorrisoaffinché la Luce del cielo entri in unastanza. Gli spazi della "Casa Luce eSorriso" hanno bisogno dell'aiuto di tan-ti per vedere il cielo. Basta l'amore diun sorriso per superare il ricordo tristedella malattia e tramutarlo in un mo-mento felice. Con l'aiuto di tutti il pro-

getto "Casa Luce e Sorriso" per il sog-giorno e la riabilitazione di pazientioncologici e famigliari potrà diventarerealtà. Un foglio di carta, una matita etantissima speranza.Fino a poco tempo fa il pensiero che ildisegno della casa per il soggiorno dipazienti e famigliari potesse prenderevita ci sembrava un sogno, ma non cisiamo dati per vinti. Adesso il disegnoè diventato un progetto vero, che at-tende solo di essere realizzato. Pervederlo esattamente come ce lo sia-mo immaginati lo abbiamo colorato,senza dimenticarci dell'azzurro delcielo che filtrerà, insieme alle cure ealle attenzioni, tutta la sofferenza e ildolore di chi ha vissuto l'esperienzadella malattia tumorale.La struttura base della "Casa Luce eSorriso" della Lega Italiana per la Lot-ta contro i Tumori è una realtà. Il no-stro desiderio più grande è che tuttala struttura possa crescere ed ospita-re i malati e i loro famigliari, che han-no bisogno di riassaporare insieme ilgusto dolce della vita, di esprimere nuo-vamente la gioia in un sorriso lumino-so.

LILT Delegazione Valli del DragoneSe vuoi diventare Volontario della LILT Delegazione Valli del Dragone e Dolo tienipresente una cosa: il Volontario è una persona come te, senza doti soprannatura-li, ma che quando aiuta i malati diventa speciale. Con impegno, serietà e, comedice la parola stessa, tanta volontà. Se hai un'età tra i 18 e gli 85 anni hai già unaparte dei requisiti necessari. Diventando un Volontario, collabori alle attività dellaLega Italiana per la Lotta contro i Tumori sul territorio dei Comuni delle Valli delDragone e Dolo. Ti puoi occupare di prevenzione ed educazione sanitaria, dipromozione, degli altri settori organizzativi per eventi e manifestazioni aiutandocia realizzare il Progetto Casa Luce e Sorriso Giovanni Paolo II.Il tempo che dedichi alla nostra Associazione è tempo ben impegnato. Basta ladisponibilità di poche ore la settimana, in orario feriale o festivo .Naturalmente non c'è compenso economico per il tuo lavoro di Volontario. Il veroarricchimento nascerà giorno per giorno dentro di te con piccoli gesti che, uniti aquelli degli altri, si trasformeranno in grandi imprese.

Info: 059 374217 - [email protected]

LILTin Val Dragone

A Casola sta per nascere la"Casa Luce e SorrisoGiovanni Paolo II":un sogno che illumina la vita.

Fatti e misfatti

1515la LUNA nuova - Aprile 2007

Anche in questo numero del periodico"La Luna" intendiamo inserire alcunidati e notizie al fine di meglio informa-re i cittadini sull' attività dell'ammini-strazione comunale di Palagano.Ringraziamo anticipatamente il perio-dico per lo spazio riservato.I dati sono relativi al periodo compre-so tra dicembre 2006 e marzo 2007.

- E' stato acquistato un Apecar TipperDiesel per il servizio cimiteriale.- Siamo in attesa di preventivi per larealizzazione di segnaletica verticalead integrazione di quella già posatanegli ultimi anni: indicazione di Vie eLocalità.- Per quanto riguarda la pubblica illu-minazione, oltre alla sostituzione di va-rie "lampade", al fine di avere un rispar-mio energetico e incrementare la fon-te luminosa, siamo in attesa di duepreventivi di Enel Sole: uno per quantoriguarda le vie di accesso alla zonaartigianale del capoluogo, quindi ViaToggiano e Via Artigianale; l'altro perla fornitura di circa trenta punti luce dinuova installazione da distribuire sul-l'intero territorio.- Completamento percorsi pedonali co-munali e piazze (Don Galloni, PiazzaFontana, Piazza Bacchini), giàappaltati (siamo in attesa del via ai la-vori)- Nel Parco Comunale di Palagano sistanno effettuando i lavori di sistema-zione e riqualificazione che vanno daltaglio degli alberi in eccesso, oramaisecchi e quindi non più in sicurezza,alla spianatura del terreno e semina,alla sistemazione delle reti e staccio-nate; ogni anno si cercherà di esegui-re qualche intervento di ammoderna-mento sia per l'arredo e il servizio diparco giochi e luogo di aggregazioneanziani che per facilitare il ruolo sem-pre più polifunzionale che ricopre ilnostro parco.- Presso le scuole del capoluogo è sta-ta risistemata l'uscita veicoli, sia perfacilitare la fuoriuscita degli scuolabusche dei mezzi di soccorso. Inoltre èstata ricavata una piazzola annessaper la collocazione dei cassonetti del-la nettezza urbana.- In attesa di finanziamento regionalePronto Intervento per la risistemazionedi Via San Vitale a Monchio.

- In attesa di finanziamento regionalePronto Intervento fosso di Saletto e diCasa Scagnoli.- Per quanto riguarda la frazione diMonchio, è in corso di realizzazione ilprogetto degli spogliatoi del CampettoPolivalente.- Con il risparmio della spalata neve sisono eseguiti lavori per la messa insicurezza delle strade mediante tagliodi rami e alberi che invadevano la car-reggiata e la posa in opera di circa 530metri di barriere di sicurezza distribui-te su tutto il territorio comunale (ViaCasa Gian Battista, Via La Campagna,via La Valle, Via La Cà, Via del Pog-gio, Via San Giovanni, Via Cà d'Ora-zio, Via Le Serre di Lama di Monchio,Via Valiano Piola, Via Pietraguisa, ViaPalazzo Pierotti, Via La Lissandra, ViaComunale), nonchè la sistemazione dicirca 240 metri di barriera esistente.- Si stanno valutando fonti di energiaalternativa che si possono ricavaredalle caratteristiche morfologiche del-le nostre montagne.- Si sta valutando la possibilità di atti-vare un Centro Estivo rivolto ai bambi-ni nati dal 1996 al 2002, presumibil-mente nel mese di luglio, naturalmen-te senza l'accavallarsi con altre attivi-tà rivolte alla stessa fascia di età. L'ini-ziativa avrebbe ad oggetto lo svolgi-mento di attività ludico-ricreative dalleore 9 alle ore 16, dal lunedì al venerdìpresso i locali del plesso Scolasticodi Palagano, per la durata di due setti-mane con l'assistenza di personalequalificato.- Sono state svolte nel periodo inver-nale, presso il Teatro Comunale diPalagano, tre rappresentazioni rivolte

ai bambini, altre due sono previste al-l'interno dell'attività scolastica. Visto ilgrande interesse dimostrato, cerche-remo anche il prossimo anno di ripe-tere tale attività ricreativa.- Inoltre sono state organizzare le con-suete feste di Natale e di Carnevalearricchite dall'apporto di animatori pro-fessionisti, che, con i loro giochi e illoro intrattenimento, hanno allietato lemanifestazioni.- E' stato rifatto ex novo, unitamenteagli altri tre Comuni della ComunitàMontana, il progetto della sentieristicacomunale. Tale azione vuole essereun'integrazione al Progetto "PercorsoPescale San Pellegrino" per il qualel'Amministrazione Comunale diPalagano sta collaborando conAmmi-nistrazione Provinciale di Modena edUniversità degli Studi di Modena eReggio.- E' stato attivato il sito internetwww.chanpioncamp.it con presenta-zione del Camp Estivo presso il Cen-tro Multisportivo Palazzina diPalagano. Il Camp Estivo è ottima-mente organizzato da a.s.d. Gallesi diCarpi in collaborazione con l'Ammini-strazione Comunale di Palagano. L'at-tività è divisa in 6 turni, dal 18 giugnoal 28 luglio, rivolta a ragazzi e ragazzeprovenienti da tutta la provincia di etàcompresa da 8 a 15 anni.- Per quanto riguarda il nuovo sito isti-tuzionale del Comune di Palagano saràattivo entro fine giugno in concomitan-za del sito istituzionale della Comuni-tà Montana. Il nuovo sito del Comunedi Palagano darà la possibilità di sca-ricare direttamente la modulistica dibase, di avere informazioni e news su

Spazio autogestito offerto ai Gruppi di consiliari del comune di Palagano

Gruppo di Maggioranza ("Insieme per Palagano")

Comune

16 la LUNA nuova - Aprile 2007

delibere e bandi, inoltre permetterà adogni operatore dei servizi municipali diinteragire direttamente sul sito, quindiinserendo dati e notizie.- E' disponibile inoltre il nuovo servizio"Tel&prenota", attivato dall' AziendaUSL di Modena che permette di pre-notare, disdire o spostare gli appunta-menti per prestazioni sanitarie con unatelefonata da casa propria, evitando fileagli sportelli CUP e spostamenti.Come funziona: è possibile prenotaretutte le visite mediche specialistichee gli esami strumentali ad eccezionedi TAC, Risonanze, esami del sanguee dell'urina, le prescrizioni urgenti; ènecessario essere in possesso dell'im-pegnativa del medico, dopo di ché sichiama il numero 848800640 da tele-fono fisso, oppure il numero 0592025050 da telefono cellulare; il mo-dulo della prenotazione verrà recapita-to all'utente per posta.- Sul discorso della banda larga si è inuna fase di stallo in quanto sono cam-biate alcune normative in virtù delleliberalizzazioni, e si sta rivalutando ilpercorso migliore da percorrere al finedi meglio servire i cittadini e le azien-de che hanno dimostrato interesseverso tale nuovo servizio comunicati-vo. Un plauso a chi ha dato la propriaadesione informativa verso taliinformatizzazioni (come montagna nonpossiamo e non dobbiamo rimanereesclusi da tali avanguardie). Sarà no-stro compito, non appena ci sarannonovità, informare personalmente chiaveva dimostrato curiosità.- In fase di bilancio è stata mantenutainvariata l'aliquota ICI anche per l'anno2007 (stessa aliquota dal 2004).- E' stata incrementata dallo 0,2% allo0,4% per l'esercizio 2007 l'aliquotaIRPEF (invariata dall'anno 2002).- La tassa di smaltimento rifiuti ha su-bito un sostanziale aumento dovuto alfatto che i nostri rifiuti non possono piùessere portati alla discarica di Monte-fiorino, dismessa di recente, (sul terri-torio non possono più esistere disca-riche) bensì all'inceneritore di Mode-na, aggravando di conseguenza sullespese di trasporto, di personale e digestione.- Infine informiamo i cittadini di presta-re attenzione verso qualsiasi personache si spacci per mandatari di enti oassociazioni, che con menzogna chie-dono la consegna di un contributo.Qualsiasi associazione o ente, non

può riscuotere direttamente porta aporta somme di denaro o quant'altro.Invitiamo chiunque prima di fare qual-siasi azione, ad informarsi presso l'uf-ficio di Polizia Municipale o presso ilComando dei Carabinieri di Montefio-rino.- Nel mese di Maggio verranno effet-tuati incontri nelle frazioni per ascolta-re le esigenze dei cittadini.

Ringraziamo i cittadini, le associazio-ni e gli enti per la sempre viva attivitàche essi svolgono per l'intero territoriodel Comune di Palagano e per ribadireancora una volta che grazie anche alloro apporto Palagano è un paese"vivo".Ci scusiamo per eventuali disagi o ri-tardi su interventi di miglioria o siste-mazione servizi.Ci sentiamo di servire i nostri cittadinie ci dispiace qualora per motivi di va-ria natura non è possibile accontenta-re tutti e in tempi celeri.Essere amministratore comunale ol-tre che cittadino in primis è un ruolomolto difficile e delicato: non è facilescegliere sempre al meglio per i nostricittadini, occorre individuare i punti divista di tutti gli schieramenti, di tuttele età, di tutte le realtà e comprenderele diverse esigenze.L'amministratore, il cui unico scopo èservire il cittadino, si fa carico di varipesi e cerca di scegliere al meglio pertutti gli abitanti. Non ci sentiamo né dibarricarci dietro ai voti, dietro ai nostrielettori, né dietro a scelte verso alcunia scapito di altri.Sappiamo che alcune volte voi cittadi-ni ci dareste volentieri delle belle tiratedi orecchie: da parte nostra quello checi sentiamo di dirvi è che le scelte chevengono fatte non sono mai senzaprogettualità, sono sempre sulla basedi numeri, fatti, pareri di esperti o tec-nici e sempre sulla conoscenza dellamateria che viene trattata.E' sempre bene che, prima di giudica-re o dar ascolto a "voci", ci si informipresso gli uffici municipali di compe-

tenza per eventuali delucidazioni o percomunicare considerazioni di miglioria.La nostra non è politica, ma è sempli-cemente servizio ai cittadini.Il 2007 sarà un anno pieno di avveni-menti, di opportunità e di risorse perl'intera collettività di Palagano; auspi-chiamo che ogni cittadino, ogni asso-ciazione, ogni gruppo, ogni festa oevento, possano trarre e dare il mas-simo per Palagano.Ancora grazie a tutti.

Alcuni cenni sulla politicaSecondo un'antica definizione scola-stica la politica è l'Arte di governare lesocietà.Il termine si applica tanto alla attivitàdi coloro che si trovano a governare(per scelta popolare in democrazia, oper altre ragioni in altri sistemi), quan-to al confronto ideale finalizzato all'ac-cesso all'attività di governo o di oppo-sizione.Volendo tentare una definizione po-tremmo dire che la politica è quell'atti-vità umana, che si esplica in una col-lettività, il cui fine ultimo - da attuarsimediante la conquista e il mantenimen-to del potere - è incidere sulla distribu-zione delle risorse materiali e imma-teriali. Altre definizioni, che si basanosu aspetti peculiari della politica, sonostate date da numerosi teorici: per MaxWeber la politica non è che aspirazio-ne al potere e monopolio legittimo del-l'uso della forza; per David Easton essaè la allocazione di valori imperativi (cioèdi decisioni) nell'ambito di una comu-nità; per Giovanni Sartori la politica èla sfera delle decisioni collettive sovra-ne.

Alcuni numeri telefonici utiliCentralino 0536/097091Fax 0536/970901Sindaco 0536/970916Segreteria aff. gen. 0536/970918Polizia municipale 0536/970913Serv. finanziario 0536/970921Serv. tecnico 0536/970915Serv.al cittadino 0536/970912

La Luna nuova mette a disposizione dei due gruppi consigliaridel comune di Palagano uno spazio da utilizzare in manieraassolutamente libera ed autonoma.Il gruppo di minoranza non ha fatto pervenire alcuno scrittoper cui in questo numero siamo costretti a pubblicare solo iltesto del gruppo di maggioranza.

Spazio autogestito offerto ai Gruppi di consiliari del comune di PalaganoComune

1717la LUNA nuova - Aprile 2007

La Palaganeidevista da noi

Il ragazzi della scuola media continuanola lettura della Palaganeide.

Su di una pianta Bortolino astutotaglia il ramo, che in alto lo sostiene:un frate lo riprende, ed ei, cocciuto,vuol seguitar; ma al suol batte le schiene.La morte gli predice il frate arguto;ei muore, e il popolo a levarlo viene;ma lungo il viaggio il morto torna in vitaed ai portatori la via buona addita.

Fallita la cuccagna ormai dell'ova,Palagano dove per altra viafar di somari una provvista nuova:e poiché dalla terra nulla uscia,anche dei pali abbandonò la prova,maledicendo invan la sorte ria;sicché tutto soggiace alla fortuna,che avea subito già la nuova luna.

S'avvicinava il verno e Bortolino,che l'estive giornate avea trascorsea regger di Palagano il destino,d'esser privo di legna un dì s'accorse.E, siccome dai tizzi del caminotraeva il genio suo grandi risorse,il basto caricò sul somarelloed ambi al bosco s'avviar bel bello.(....)Assicurossi prima, da prudente,che il ramo lo potesse sopportare,poi su di quello (al tronco ben rasente)colpi d'accetta cominciò a menare:il broncone cedeva ed il sapientesotto i piedi sentialo tremolare,onde, lieto che a vincerlo riesciva,sempre più sodi i colpi suoi spediva.

Sul prossimo sentiero un cappuccinos'abbatteva a passare in quel momento:ei, sentendo tagliar così vicino,fissò gli occhi nel bosco e, alzando il mento,potè vedere il magno Bortolino,che a recidere il bronco stava intento.Così strana la cosa gli sembròche, a testa in alto, estatico restò

Poi, prevedendo un imminente crollo,gridò: "Cessate di tagliare, amico,che c'é da restar fritto come un pollo!Non vedete che il ramo ormai fa fico,o volete troncarvi proprio il collo?...Fermossi, a tali detti, il savio antico;Abbassò gli occhi, ed alcun poco fissetenne sul frate le pupille e disse:

Fin che si tratta d'acqua benedetta,di messe, uffici, vespri e avemaria,da voi verrò a pigliare la ricetta;ma se poi vi saltasse la maniad'insegnarmi a tener in man l'accetta,crederei poter dirvi, in fede mia,che la lezione non mi va a fagiolod'un che non ha mai fatto il boscaiolo".

Al sentir quell'enfatico sermone,comprese tosto il padre reverendoche avea da farla con un gocciolone,e seco stesso mormorò ridendo:Te ne avvedrai fra poco, mattacchione!E la sua strada proseguì dicendo:Tirate pur avanti, figliol mio;contento voi, sono contento anch'io!

Canto quintoSi avvicina l'inverno e Bortolino prepara l'asino per andare a fare la legna versomonte Spino. Andando nel sentiero, in mezzo al bosco, si trovò davanti untronco d'albero molto vecchio e smisurato. Bortolino guardò in alto e vide unramo molto grosso e secco, giusto quello che faceva al caso suo; con unbalzo felino, si fa per dire, salì sul ramo e incominciò a tagliarlo, proprio vicinoal tronco. Per caso passò di lì un cappuccino, inteso come frate e, vedendo lascena, gli disse che se avesse continuato a tagliare, sarebbe caduto rovino-samente a terra, insieme al ramo. Ma Bortolino gli rispose che non prendevalezione da un frate, lui che da una vita faceva il taglialegna, se voleva parlarglidi religione o altro lo poteva ascoltare in chiesa; aggiunse "Quando avrò biso-gno di pregare mi rivolgerò a lei.". Ma appena il cappuccino fece qualchepasso il ramo, con in cima Bortolino, si spezzo e si schiantò tra i sassi. Ilcappuccino a quel rumore tornò indietro e vide Bartolino che si stava rialzan-do tutto malconcio. "Ma voi siete un frate o uno stregone?" disse Bortolino."Scommetto, invece, che voi siete di Palagano", rispose il fraticello "e soanche dirvi quando morirete". Bortolino rimase a bocca aperta dallo stupore eincuriosito, ma anche molto preoccupato, gli chiese di svelargli l'arcano. Allo-ra il cappuccino assunse un'aria misteriosa e gli profetizzò: "Morirai quando iltuo somaro manderà il terzo flato" (scoreggia, per chi non lo sapesse).Bortolino, intanto, caricò la legna sull'asino e all'improvviso sentì un rumore,un boato puzzolente che rimbombava in tutta la vallata. Per non fare affaticarel'asino Bortolino pensò di tirarlo per la cavezza, ma l'asino fermo voleva resta-re e il secondo flato a Bortolino fece rizzare i capelli.Ancora un flato e Bortolinosarebbe andato al creatore e pensò a come arrivare a casa senza più pericoli.Ma l'asinello, quasi conoscendo la profezia, l'ultimo flato mollò e Bortolino sisentì subito male perché sapeva che doveva morire. Bortolino bianco e tre-mante cadde a terra e sembrava un morto vero. Non vedendolo ritornare acasa, tutta Palagano si mobilitò e, dopo molta ricerca, lo trovarono. Lo depo-sero, piangendo, dentro la bara e si avviarono verso la chiesa per il funeralesolenne. Ad un incrocio incominciarono a litigare per quale strada prendere;all'improvviso Bortolino si alzò e indicò loro che aveva sempre preso la stradasinistra. Potete immaginare lo stupore: tutti scapparono a gambe levate perla paura. Bortolino che non comprendeva questo atteggiamento, esclamò:"Ecco il ben che mi voleva la mia gente, se sotto terra non vorranno sotterrar-mi, ci penserà qualcun altro a farlo". E rassegnato alla propria sorte, versoPalagano si avviò pian piano; ma le persone alla sua vista, terrorizzate, chiu-devano porte e finestre. Bortolino, sempre più perplesso, incominciò a grida-re: "Se non mi volete seppellire, starò al mondo ancora, ma intanto portatemida mangiare". A tali parole, ritornò il coraggio ai figli della nobile nazionepalaganese, poi uscirono fuori i capi del villaggio per prendere una decisione."Non era ancora degno di entrare nel cimitero uno che urlava così forte dallafame". Si avvicinarono a Bortolino e si fecero spiegare tutto quello che erasuccesso.

Daniele, Cristian, Giuseppe, Michael, Lorenzo

Gaetano Nizzi (Tanino) nacque a Dogana Nuova diFiumalbo l'8 giugno 1873. Seguì gli studi nel locale

seminario fino a divenirvi sacerdote. Fu prima cappellanoin diverse parrocchie, quindi parroco di Rotari. Gli ultimianni della sua vita furono molto amari. Temperamento

esuberante e dinamico mal si adattava alla consuetudineed ebbe contrasti che lo costrinsero ad allontanarsi dalla

montagna. Morì a Roma il 14 gennaio 1917 a soli 44 anni.Oltre alla "Palaganeide" scrisse liriche di ottima fattura.

Scuola

18 la LUNA nuova - Aprile 2007

"...il basto caricò sul somarelloed ambi al bosco s'avviar bel bello..."

Disegno di:Giorgia e Giuseppe

"...gridò: 'Cessate di tagliare, amico,che c'é da restar fritto come un pollo!"

Disegno di:Sofia e Giorgio

"...e, fra i rottami del disastro immane,Bortolin che guaiva come un cane..."

Disegno di:Hajar e Orny

"...poi su di quello (al tronco ben rasente)colpi d'accetta cominciò a menare..."

Disegno di:Francesca e Lorenzo

Ma non aveva fatto venti passi,che udì uno schianto, un urlo, un patassio;un urtar di metallo contro i sassi,un lungo raglio, un esclamar: oh Dio!Retrocedette il frate e tra quei massiscorse di schegge e rami un rovinioe, fra i rottami del disastro immane,Bortolin che guaiva come un cane.(....)Gli disse allora: Ve l'avea annunziata,uomo insensato, questa capriola,ma la vostra superbia indiavolatavi fa sprezzar dei saggi l'alta scuolae dopo ve la fa pagar salata...E Bortolin con umile parola:Padre buono, avevate pur ragione!Certo voi siete un santo o uno stregone .

E giacché avete tanta facoltàdi legger così bene l'avveniree prevedere con facilitàcose che nessun altro può intuire,fatemi, padre mio, la caritàdi dirmi il giorno che dovrò morire;affinché mi ci possa prepararee i miei interessi a tempo regolare .(....)Davanti agli occhi della mente io veggo,come in un libro a stampa, il tuo destino;ma, povero figliolo, ormai preveggoche il tuo supremo istante é ben vicino.Nei libri eterni a chiare note leggoche quando il tuo fedele somarinoavrà mandato fuori il terzo flatoanche tu spirerai l'ultimo fiato .

Ciò detto, del baleno più veloce,il frate s'involò dal quel paraggio,lasciando senza fiato, senza voce,senza speranza il valoroso saggio,che, dopo un Credo di spavento atroce,mandò un sospiro, fecesi coraggioe gridò: "Padre, dove siete andato?Non c'é dunque più scampo? Io son spacciato?"(....)E senza più curar legna ed accetta,coll'idea fissa di dover morire,inforcò il somarello e in tutta frettaprese verso Palagano a fuggire:ma, nel salir un'ardua collinetta,l'infausta bestia si lasciò sfuggire,senza riguardo alcuno al galateo,il più sonoro flato da plebeo.(....)Un velo tenebroso innanzi agli occhicala improvviso al povero morente;s'arresta il polso, tremano i ginocchie il sangue a flotti al capo salir sente:il cuor rallenta e affievolisce i tocchi,le idee gli si confondon nella mente,nè potendosi più sostener dirittocade a terra esclamando: "Ormai son fritto!...."(....)Nè tardarono molto a perveniredove l'illustre morto da tre oresi stava biascicando il dies irae.Quì, sfogata la piena del dolore,si diedero fra loro a stabilirecome prestargli il meritato onore,e, giacchè assister non l'avean potuto,rendergli almeno l'ultimo tributo.

Scuola

1919la LUNA nuova - Aprile 2007

"...fatemi, padre mio, la caritàdi dirmi il giorno che dovrò morire..."

Disegno di:Yassine e Michael

"...l'infausta bestia si lasciò sfuggire, senza riguardoalcuno al galateo, il più sonoro flato da plebeo..."

Disegno di:Claudia e Beatrice

"...Nè tardarono molto a perveniredove l'illustre morto da tre ore..."

Disegno di:Giulia e Laura

"...Figlioli miei, quand'ero sempre in vita,da sinistra ero solito passare..."

Disegno di:Daniele e Cristian

Ben tosto fu spedito un messaggeroa esporre il caso, e dopo brevi istantiuomini, donne, secolari e clero,tra sospiri affannosi e amari pianti,avean salito il lugubre sentieroe al caro morto stavano davanti.Sulla bara il deposer mestamentee s'avviò la compagnia dolente.(....)Quinci e quindi le idee restando scisse,ben tardi la question saria finita,se il morto, gran pacere fin che visse,non avesse composta la partita.S'alzò egli dunque sulla bara e disse:"Figlioli miei, quand'ero sempre in vita,da sinistra ero solito passare,nè da morto il sentier vorrei cambiare".

Con tanta scienza, quello stuolo elettodei morti ancor non conoscea gli accenti;onde, all'udir colui dal catalettodar ordini, all'usanza dei viventi,provarono un tal battito di petto,che, senza stare a far altri commenti,si diedero a fuggir, privi di voce,piantando morto, bara, ceri e croce.

Ma più di tutti restò male il morto,al vedersi trattar sì incivilmente."Ecco, esclamava nel dolore assorto,il ben che mi voleva la mia gente!Ecco l'onor!.." Ma poi, da uomo accorto,si levò in piè, pensando saviamente:"Se sopra terra non vorran lasciarmi,ci penserà qualcuno a sotterrarmi".

E, rassegnatosi alla propria sorte,verso il paese s'avviò pian piano,col passo maestoso della morte,il popolo chiamando colla mano;ma il popolo chiudea finestre e porte,appena lo scorgeva da lontano,e in casa si tappò tutta Palagano,come fosse imminente un forte uragano.

Il morto allora cominciò a gridare:"O pazzi, che vi prenda la malora!...S'anche non mi volete sotterrare,c'è da fuggire?...Starò al mondo ancora!Ma pensate a portarmi da mangiare;Perché i defunti, che la morte onora,finché di sepoltura restan privi,campano a tutto carico dei vivi".

A tali detti ritornò il coraggionei figli della nobile nazione.Usciron fuori i capi del villaggio,per pigliar su due piè una decisione;e, dopo lunga discussione, un saggiopropose l'applaudita conclusione:"Non esser degno ancor del camposantoun uomo che per fame urlava tanto".

S'appressarono quindi a Bortolinoe con aria solenne di mistero,lo scongiuraron, per il gran Merlino,a dichiarar se morto era davvero.Il fatto egli narrò del cappuccino,la profezia, i tre flati del somieroe conluse: "O bugiardo fu l'oracolo,o son risuscitato per miracolo".

Scuola

20 la LUNA nuova - Aprile 2007

La Luna nuovaVia Palazzo Pierotti 4/a

41046 Palagano (MO) - ItalyFax: 0536 970576Tel.: 0536 961621

e-mail: [email protected] si pubblicano lettere anonime.

Risposta a "Senz'offesa"

Carissimo amico,ti ringrazio per i preziosi consigli che hai scritto e che con-cordo pienamente.So che sei una persona molto valida e che sicuramentequello che scrivi e che pensi è a fin di bene e non per farepolemica.Il problema però è che non spetta a noi volontari deciderel'operato delle Guardie Mediche o dei Medici di Base.E' chiaro che per noi volontari e per il cittadino sarebbe ilmassimo poterli avere disponibili sopra l'ambulanza. Spe-riamo che chi di dovere valuti questo progetto.Solo su un punto dell'articolo non concordo!Cioè il problema dell'emergenza/urgenza o più precisamen-te il famigerato "codice rosso", maggior imputato della per-dita di volontari.Noi volontari facciamo parte di un sistema organizzato chese non svolgesse emergenza e codici rossi (specie nellenostre zone ) sarebbe inutile avere.Saremmo veramente un "Taxi Sanitario".Non avrebbe più senso frequentare corsi di aggiornamen-to, basterebbe saper guidare un 'autoambulanza .E' anche vero che a volte ci si trova ad affrontare situazionicritiche dove occorre personale qualificato, ma se questonon è disponibile anche un volontario può diventare utilespecialmente grazie alle comunicazioni radio con la cen-trale operativa.Ricordiamoci che il "sistema" comprende: 118, attivazioneambulanza volontari,comunicazione radio (quindi informa-zioni precise sull'evento), invio mezzi di soccorso avanza-ti, forze dell'ordine, v.v.f.f. e tutto ciò che serve per risolvereal meglio il problema.Tutto questo in pochi minuti.Tutto questo attivato da semplici volontari.L'aumento di adrenalina e il timore di non saper gestire il"codice rosso" è sacrosanta, ma per operare in serenità èabbastanza essere informati su cosa e dove può arrivare

un volontario.La stragrande maggioranza degli interventi in emergenzanella provincia di Modena è gestita dai volontari per cuiritengo fondamentale l'adesione e la formazione.Spero e ne sono convinto che da parte delle autorità com-petenti vi sia un impegno serio sul progetto medico/infer-miere affiancati ai volontari, ma ripeto non spetta a noi de-ciderlo. Nella speranza che tu continui a proporre nuovesoluzioni specie ai tuoi colleghi cordialmente saluto.

Giancarlo Caminati(Presidente AVAP Palagano)

Un sentito ringraziamento

Carissima Luna,ti scriviamo per ringraziarti per aver permesso al nostrononno, Flep u scarpulin, di gioire nel vedere pubblicate lesue creazioni poetiche, nonostante volesse rimanere ano-nimo era fiero di poterle leggere e mostrarle a tutti quelliche passavano per Casa Bogo, così smascherandosi.Cogliamo l'occasione per ringraziare ancheAndrea Ferrariniper la graziosa poesia in dialetto dedicata al nonno che hacontribuito a rendere più dolce un momento difficile.E per finire un grazie enorme a Chiara, per le bellissime esentitissime parole che abbiamo letto su la Luna di dicem-bre, e soprattutto per il tempo passato col nonno, che,sicuramente, le ha permesso di conoscerlo ed apprezzar-lo, ma che ha dato tanti stimoli anche a lui, sfociati nellesue "poesie".Al nostro ringraziamento si uniscono anche la mamma ela zia, che negli Stati Uniti riceve sempre la pubblicazione.Grazie di cuore.

Martina e Valentina

2121la LUNA nuova - Aprile 2007

Questo è quanto vi dovevo

Cara luna,tramite tuo vorrei raggiungere quei tanti lettori che hannoacquistato il mio libro.In parecchi di loro si sono complimentati con me ed io livoglio ringraziare tutti di vero cuore.Un ringraziamento particolare va al Sindaco di Prignano,Dott. Mauro Fantini, che mi ha onorato con l'acquisto divarie copie.Mi dispiace non potere dire altrettanto del Sindaco diPalagano (il mio Comune, dove sono stato Consigliere perun decennio) al quale, evidentemente, la cultura non stamolto a cuore.Correttezza amministrativa vorrebbe che ad una richiestascritta si rispondesse per scritto, dando motivazione deldiniego.Pazienza!Alla mia missiva ho allegato una copia in visione che desi-dererei mi fosse restituita.Questo è quanto vi dovevo.Con l'occasione Vi porgo i sensi della mia più profondastima e considerazione.

Ugo Beneventi - Costrignano

"Le salgate o massicciate"

Cito dallo Zingarelli: "Massicciata: parte del corpo stradaleformata da uno strato di ghiaia e pietrisco conveniente-mente compresso in modo da ottenere una superficie pia-na, liscia e resistente al carraggio".L'anno 2005 ha visto il rifacimento delle massicciate, o sel-ciati, di Boccassuolo. Molto contento del fatto che forseriportavano allo stato antico le nostre strade eccetto la "vianoeuva" ho cercato di seguire la vicenda.Il tutto era, come giustamente esigono le leggi, reclamizzatoanche da un bel cartellone che riportava la ditta, il respon-sabile, l'importo e i tempi di realizzazione.Per "noi" i selciati sono "el salgade o massicciade"; leavevo viste fare, quando bambino, felicemente, abitavo evivevo a Boccassuolo, e come ogni bambino curiosavo suilavori che una volta facevano quelli "d'la Fanfani". Ero rima-sto affascinato da come, con soli sassi, ghiaia e terra op-portunamente posati, disposti e schiacciati si potesserofare delle strade così belle e, anche durature. Certo poi,quando nel segno del progresso si cominciò ad asfaltare,anche le massicciate furono sepolte sotto quell'osceno ma-teriale che è il bitume. In effetti il progresso è talmenteprogresso che dopo alcuni decenni si decide di ritornare alpassato: non sono un dietrologo, ma giudico i fatti. C'eranoancora alcuni pezzi belli di "salgada" come quelli che daCa' d'Pighett arrivavano all'ingresso di Ca' da Lamma d'sutta,

e anche quello che dalla "Via Noeuva" andava a Ca' deSver passando da "e furn d'la Maria d'la Cesirra", anche sebisognosi di manutenzioni. Quello poi che dalla Cuperativaandava alla Funtana d'sutta che è stato solo riportato allaluce e non rifatto è meraviglioso.Quando arrivò maggio, come ogni anno, venni per fare l'or-to; con meraviglia notai che gli operai posatori vicino a casadi Giancarlo d'la Maria d'Carlin (il mitico autista "d'la curiera"Sassuolo-Boccassuolo) partivano dalla parte alta e anda-vano verso il basso. Mi sono detto: "Guarda come eranostupidi quelli di una volta che partivano dal basso e andava-no in su!". Ricordo ancora che quando vidi fare la primamassicciata, Germano da Runc Vecchie insegnava al ra-gazzino Pino d'la Della come posizionare i sassi, e mi chie-devo: perché una volta facessero le cose al rovescio.I posatori usavano abbondantemente cemento, portandolocon delle paline meccaniche che avevano il pregio di rifarele "cantonate" di parecchie case, e anche di scalzare unsasso della Funtana d'Ca' d'Caivana, e questo mi dispiac-que, e mi dispiace, anche perché tale fontana era statamurata da Uttavie da Lamma che aveva come garzone miononno Vittorio che aveva 13 anni nel lontano 1914.I posatori mi riempivano volentieri l'orto di ogni ben di Dio:mattoni di cemento forati, guanti, sabbia, sacchi vuoti dicemento, alcuni sassi, nastri di plastica e anche un metroda muratore nuovo che ho tenuto per ricordo; quando pro-testavo per l'accaduto, mi rispondevano in un italiano mol-to stentato che era colpa degli operai del giorno preceden-te. Mi ripulivano svogliatamente l'orto e il giorno seguenteera la stessa cosa.La massicciata, lo dice il nome stesso deve essere "mas-siccia e compatta" mentre loro la facevano bella larga, le-gandola con abbondante cemento; io, che non capisco nien-te di muratura, ho cominciato a pensare che invece di unamassicciata fosse una "slargata", tanti paesani borbotta-vano, ma nessuno parlava, e questo è tipico del veroboccassuolese.Dove sono andate a finire quelle belle cunette che deviava-no l'acqua nei campi? Sono forse obsolete? Forse sì!!!In un tratto di circa 20 metri ho contato 13 tombini metallicima potrebbero essere anche 20 tombini in 13 metri di stra-da (sono forse per ricordare ai posteri che nelle miniere deiCinghi si estraevano minerali ferrosi?).Molto fortunato è stato Pino d'Tunarin che arrivando dallaFrancia, per accedere alla sua aia, si è trovato con la mac-china a cavallo "d'la salgada", (questi francesi hanno lemacchine troppo basse, debbono comprare dei fuoristradaalti almeno 50 centimetri da terra, e poi, dovrebbero ancheringraziare poiché con la macchina in quella posizione po-trebbero usarla per farne un dondolo).Tutti i chiusini o "tombini" erano stati messi in modo daavere i sifoni paralleli alla sede stradale, e, siccome la stradaè in discesa i sifoni non servivano a niente, perché nonfacevano tenuta e tutti potevano annusare non solo i profu-mi corporali delle persone a monte, ma anche capire quel-lo che i compaesani avevano mangiato e bevuto il giorno

Posta

22 la LUNA nuova - Aprile 2007

precedente. Altro vantaggio dei tombini così disposti erache passeggiando su e giù sui selciati coi capelli bagnatisi ci poteva fare la permanente, dalle puzze che emanava-no e dei ricci bellissimi per il fetore. Giancarlo d'la Mariaed'Carlin aveva dovuto sigillare con cellophane un paio dichiusini posti davanti a casa sua per l'odore di "acqua diculonia" che emanavano.Però devo dire che hanno cercato di risolvere questo pro-blema e qualche "furbo", non ha modificato solo il sifonedel tombino, ma, ha posto tutto l'insieme del tombino-sifo-ne orizzontalmente, in parole povere dove c'è il chiusino:verso il monte c'è un buco, verso valle un bel "montarozzo"il tutto ben cementato, per la gioia delle coppe dell'oliodelle macchine che affrontano la salita o la discesa. Maforse, questo io non lo capisco, perché, l'intento del "furbo"era quello di dissuadere coloro che vogliono accedere allaChiesa o alla parte alta del paese con auto proprie, carrofunebre compreso, e riobbligare Nando dai Passoni a com-prare una cavalla cui darà il nome di "Bimba" (come èecologista!!! Gli regaleremo una "marmotta" catalitica!!!).Chiesi specificatamente a uno di questi posatori se aves-se già fatto altre massicciate, lui, mi rispose (sempre in unitaliano molto strano) dicendomi che aveva alle spalle unaesperienza antichissima nella lavorazione dei sassi, unavera tradizione di famiglia, in quanto un suo avo sembraabbia lavorato in Egitto, molti anni prima, nella costruzionedi quei "montarozzi" di sassi che adesso chiamano pira-midi; di fronte a ciò non ho saputo replicare, anche se an-cora non riuscivo a capire da dove provenisse.Per Pasqua 2006 sono tornato per giocare a "cucett"in questa occasione ho notato che la quasi totalitàdei boccassuolesi, andando a messa, si ammalavaalle gambe, sembravano "caltriti" da quanto cam-minavano male e dicevano molte "giaculatorie" afavore di chi gli faceva fare quella penitenza prima diessersi confessato, poi ritornavano sulla strada prin-cipale, e, miracolosamente guarivano e cammina-vano dritti come dei fusi (per fortuna non si è ancora"sgrugnato" nessuno).Ho poi visto una bellissima "salgada", quella postasotto la ex stalla di Sergio d'la Mini, è fatta propriobene, sembra una di quelle di una volta, e mi hannodetto che l'operaio che l'ha posata era sì abbronza-to, ma comprensibile quando si esprimeva, anchese parlava in fiumalbino stretto.A questo punto il saluto, come al solito è uno solo,e se volete cambiare la coppa dell'olio dell'auto odarvi dei "sneshtri" alle "caichielle", transitate per"el salgade" di Boccassuolo.

P.S. La volta scorsa avete pubblicato una mia let-tera, grazie, la firma però mi ha leggermente infasti-dito (non è vero), poiché non sono di Monza, anchese ci abito purtroppo da 48 anni, ma solamenteLuciano da e di Boccassuolo.Ho un disperato bisogno di montanarità, chi voles-

Ricordo di don Sante Bartolai(nei 90 anni dalla nascita)

Don Sante, giovin prete d'Appenninonegli anni folli del mondial conflittoritornò da Mauthausen qual relittosolo fisicamente al lumicino

Di giovani e ragazzi educatorerecò d'ogni travaglio la speranzaai più piccoli aiuto con costanzail perdono, per tutti, del Signore

Melchisedec in spirito vicinoai fanciulli recò con gran profittoin Fiumalbo avviandone il cammino

Se alla vita e alla chiesa il grande amoregeneroso rivolse con baldanzail Sommo ringraziamo di gran cuore!

Bruno Ricchi

se contattarmi via mail può farlo a: [email protected] e alla prossima.

Luciano Casolari

Per una mamma indimenticabile

Mamma pronuncio quando ti ammiro,quando ti guardo mi viene un sorriso.Quando lavori e sei impegnata,se non mi rispondi sei indaffarata!Ti impegni parecchio a casa e scuola,per te tutti insieme daremo la ola!Quando a noi i problemi risolvi,quando insieme pensiamo ai ricordi.Quando pensiamo che sei la migliore.quando sentiamo che diffondi buon umore.Ti piacciono i gerani e le margherite,io ti ammiro se con papà vi divertite.Sei la migliore e questo lo sai,non ti scorderemo mai!

Federica Sassi - Palagano

Posta

2323la LUNA nuova - Aprile 2007

Mons. Adolfo Lunardi,un frignanese illustre

di Ferruccio Cosci

Nacque a Chiozza, in Garfagnana, maspese l'intera vita di sacerdote e di stu-dioso a Piandelagotti, per cui a buondiritto lo si può definire figlio di ValDragone. Seminarista a Modena dal1893, a quindici anni, sacerdote a ven-titrè nel 1901, cinque anni dopo eragià docente di teologia dogmatica nel-lo stesso seminario arcivescovile mo-denese. Ma problemi di salute lo co-strinsero ad abbandonare poco dopola città e a ritirarsi nel clima più salu-bre della sua montagna, a Piandela-gotti, dove visse fino alla morte, avve-nuta nel 1956.Si applicò fin da giovane allo studiodella botanica, che coltivò con entu-siasmo per tutta la vita, acquisendovaste ed approfondite conoscenze inmateria, che gli valsero, nonostantefosse autodidatta, l'apprezzamento ela stima dei massimi specialisti delladisciplina. Suo ambito d'indagine pre-ferito furono l'erboristeria e lo studiodelle piante medicinali. Acuto osser-vatore e infaticabile raccoglitore, conpazienti ricerche estese in tutta l'altamontagna modenese e reggiana, riu-scì a creare un erbario ricchissimo.Purtroppo le collezioni di alghe, mu-schi e soprattutto di licheni, alcuni deiquali studiati anche da specialisti stra-nieri ed uno in particolare dedicatodalla cumunità scientifica proprio alNostro col nome di “Endocarponlunardii”, che costituivano il nucleo piùsignificativo della raccolta, andaronoperdute nelle distruzioni che Piande-lagotti subì durante la seconda guerramondiale. Quello che ne resta è oggiconservato per la massima partenell'Erbario Centrale del Museo Bota-nico dell'Università di Firenze. Una suapiccola collezione di “fenerogame” èstata recentemente collocata nel Mu-seo del Frignano allestito nel restau-rato castello dei Montecuccoli, nelpavullese. Per le competenze scienti-fiche unanimemente riconosciutegli,nel 1930 fu affidata a mons. Lunardi la

cattedra di scienze naturali nel suovecchio seminario di Modena, che ten-ne ininterrottamente fino al 1943 e poinuovamente dal 1945 al 1948.Si interessò inoltre di agronomia mon-tana, occupandosi di sementi partico-larmente adatte al nostro ecosistemaper patate, grano, segale e foraggi, edi silvicoltura, specialmente per il mi-glioramento genetico di alcune specieforestali locali. E curò la piscicoltura,dedicandosi all'allevamento di trotefario e salmonate per il ripopolamentodelle acque delle nostre vallate. Comesi vede, i suoi studi in questi settorifurono condotti nell'interesse precipuodell'economia montanara e in partico-lare dei compaesani, che in lui ebberosempre un insostituibile e fidato con-sigliere agrario. Ma anche un protetto-re e un premuroso collaboratore nel-l'istruzione e nell'educazione dei figli;fece della sua casa un frequentatodoposcuola e molti giovani dotati e conattitudini allo studio poterono ottenerela licenza media grazie alle lezioni cheimpartiva loro con regolarità e in mododel tutto disinteressato. Se qualcunogli portava un piccolo presente, unaricotta, un fagottino di poche uova fre-sche, accettava con garbo, ma ammo-niva, con l'amabilità che gli era abitua-le: “Dì alla mamma che non è neces-sario”. Gli furono debitori anche moltidei nostri emigranti, che prima di par-tire ricevettero da lui informazioni som-marie su usi e costumi del paese didestinazione e qualche rudimento del-la lingua che vi si parlava, almeno uncorredo essenziale di vocaboli d'usopiù comune, affinché potessero cavar-si d'impaccio nei primi tempi.Considerava lo sport, che lo appassio-nò sempre (era l'unica tonaca a varca-re i cancelli dello stadio di Modena perle partite di calcio), strumento princi-pe di formazione dei giovani, il più effi-cace per plasmarne il carattere. E nonsi limitò a far spianare a Piandelagottiil campo sportivo: formò di persona lesquadre di calcio, procurò le maglie,organizzò i tornei.

Era sempre circondato da bambini eragazzi, che spesso recava con sé nelsuo girovagare in cerca di erbe, inse-gnando loro a riconoscere quelle vele-nose e quelle utili; e magari stupefa-cendoli con la sua abilità di “serparo”:era infatti bravissimo a catturare le vi-pere che inviava ad un istituto mode-nese per la preparazione del sieroantiofidico. Non meno zelante fu nellasua missione sacerdotale, che svolsein modo esemplare; la nipote, suorAgata Lunardi, testimoniò di averlo vi-sto partire più di una volta, a piedi, nelcuore dell'inverno, sfidando il gelo e laneve, diretto a San Pellegrino a cele-brarvi la messa, per non lasciarne privi“quei poveri quattro gatti” che abitava-no lassù. E quante opere buone, notesolo a Dio e a coloro che nebeneficiarono! Quante lettere scritte(gli analfabeti erano ancora numerosi),quanti documenti procurati, quantepratiche svolte per chi non poteva al-lontanarsi dal paese! La sua porta erasempre aperta, non si negava a nes-suno; e si concedeva con la serenamodestia propria delle anime elette,schivo com'era di lodi, di onori e an-che di semplici manifestazioni di sti-ma. Nel 1930 gli fu chiesto di collabo-rare alla stesura di un catalogo nazio-nale delle piante medicinali per la par-te riguardante l'Appennino modenese.Rifiutò, dichiarandosi non all'altezza delcompito e l'incarico fu affidato ad unaltro, che però poté utilizzare larga-mente le informazioni e i consigli cheegli non gli lesinò.Era canonico della cattedrale di Mo-dena, ma i compaesani lo videro vesti-to di rosso soltanto in due occasioni:quando festeggiarono i suoi cin-quant'anni di sacerdozio, nel 1951 (macome testimoniò mons. Lino Messori,il compianto arciprete di Piandelagot-ti, che lo ebbe come coadiutore perquasi vent'anni, fu necessario usarglidolce violenza per convincerlo a sosti-tuire la tonaca nera di tutti i giorni conquella cremisi di canonico), e da mor-to, disteso nella bara.

A cinquant'anni dalla sua scomparsa, Piandelagotti ricorda il suo “Don Adolfo”,paterna figura di sacerdote e insigne botanico.

Personaggi

24 la LUNA nuova - Aprile 2007

L'emigrazione delle comunità montanedell'Appennino modenese ovest

dall'Unità d'Italia al secondo dopoguerra

Tratto dalla tesi di laurea di Monica Bertugli11

Rioli Rosa,nata a Palagano nel 1916.

"Andai nel sud della Francia, a Sifour,all'età di 14 anni, presso uno zio cheper me si assunse ogni responsabili-tà. I primi documenti che dovetti faremi costarono ben 300 franchi, unagrossa somma allora. I parenti chegarantivano per un emigrato dovevanoessere proprietari o di terreno o di casa.I primi lavori che svolsi furono il tagliodella carne e la pulizia di giardini pri-vati dalle erbacce. Da subito mi am-bientai nel nuovo paese, accettai lamentalità del posto, appresi facilmen-te la lingua e feci nuove amicizie. Al-l'età di 17 anni mi sposai con un fran-cese, benestante, che svolgeva la pro-fessione di barbiere, da generazioniattività della famiglia. Iniziai a lavorare

Interviste ad alcuni emigrantiMolti sono gli emigranti che oggi, ormai in pensione, dopo aver conquistato una vita dignitosa per sé e per i propri figli,desiderano tornare in Italia. Grazie alla prosperità raggiunta, i viaggi nel paese nativo, per trascorrere le vacanze conparenti e amici lasciati da tanto tempo, diventano sempre più frequenti. Tanti sono anche coloro che vi si stabilisconodefinitivamente, magari proprio nella vecchia casa lasciata in gioventù.Le testimonianze di coloro che hanno vissuto l'esperienza dell'emigrante, sia pure con modalità e tempi diversi, sonopregne di sacrificio, nostalgia e saggezza acquisita.

con mio marito nel negozio: imparai atagliare i capelli e a fare la barba aiclienti. Aprimmo in seguito una tinto-ria e da lì, successivamente con glianni, altri negozi dello stesso genere.Facemmo fortuna. I miei parenti recla-mavano mie visite, ma io non volevotornare in Italia, amavo la Costa Az-zurra, la mia nuova vita e non rimpian-gevo affatto la povertà delle nostremontagne. Ricordo come allora, e so-prattutto nei difficili anni di guerra, i fran-cesi fossero soliti chiamare con diver-si appellativi gli Italiani là emigrati. Nelmio paese era in uso il termine baby,di cui io stessa non conobbi mai il si-gnificato preciso. Altri appellativi era-no molto più dispregiativi, ad esempiomangia-pulci; altri ancora, con la guer-ra, richiamavano l'atteggiamento dipassiva sottomissione e servilismo

degli Italiani al regime di Mussolini,tanto osteggiato dai francesi".

Albicini Luigi,di Savoniero (Palagano)

"Tramite il collocamento appresi lanotizia che lo stato australiano cerca-va manovalanza italiana (voleva evita-re l'arrivo in massa dei gialli, special-mente dall'Indonesia). Scelsi propriol'Australia perché altri di Savoniero eVitriola scelsero in tal senso. Partii nel1952, all'età di 22 anni come lavorato-re edile.Arrivato là il primo lavoro fu quello dipotatore di viti, poi di operaio alle lineeelettriche in Tasmania e alle linee te-lefoniche.Il governo australiano chiamava gente

Val Dragone

2525la LUNA nuova - Aprile 2007

a lavorare, non per stare a spasso: osi lavorava, o si tornava a casa, o siandava in galera. Non ti davano nulla;solo in caso di malattia venivi aiutatoe assistito. In alcuni casi, se perdevi illavoro, ti davano un piccolo sussidioin attesa che ti venisse offerto un se-condo posto di lavoro, che dovevi ac-cettare qualunque esso fosse.Dopo 2 anni feci venire là la mia fidan-zata, originaria del mio paese nativo eci sposammo.Appresi la lingua con facilità, essen-do molto giovane. Dopo essere statoanche capo operaio, decisi di impian-tare un'attività agricola in proprio, perla produzione di cavoli di Bruxelles,nelle periferie di Melbourne (privilegia-te erano allora le monoculture).Dopo 14 anni di sacrifici mi sono co-struito la casa. Ho avuto 2 figli: en-trambi hanno studiato e sono siste-mati in Australia. All'età di 60 anni misono ritirato dall'attività. Da allora sonotornato una decina di volte in Italia.Amo la terra che mi ha ospitato".

Enrico Sassatelli,di Savoniero (Palagano)

"Qui da noi, sulle nostre montagne,fine anni '50, c'era lavoro solo per 3-4mesi all'anno. Di persone abili evolenterose ce n'erano tante, muratorianziani con molta più esperienza dime che, diciottenne e con tanta vogliadi lavorare, avevo frequentato solo laFanfani, la scuola di apprendistato.

Alcune persone del posto, già emigra-te in Francia, che tornavano a casaper le ferie, raccontavano a noi giovaniche là c'era tanto lavoro e richiesta dioperai. Io e un mio amico, una voltadata la nostra disponibilità, partimmonel novembre del 1957. In mano ave-vamo già un contratto di lavoro per unanno come lavoratori edili. D'obbligoera passare attraverso l'ufficio emigra-zione di Milano: tre giorni di visite e dianalisi. Volevano pagare gente sana enon malata! La città francese di desti-nazione era Tolone. Arrivati là, ci ven-ne a prendere alla stazione il padronein persona e ci portò a dormire in al-bergo. La cosa ci colpì molto, noi, abi-tuati a dormire su pagliericci di fogliedi granoturco, trovarci di fronte queilettoni morbidi e accoglienti. Ma il gior-no dopo ci portò in quello che era ve-ramente il nostro alloggio: un'unicastanza che dovevamo dividere in 4 per-sone. La nostra paga iniziale fu di 170franchi l'ora e si lavorava 9 ore al gior-no; nonostante i sacrifici riuscivamo amandare qualcosa a casa. Il lavoro ciriusciva bene e, dopo un anno, chie-demmo più soldi. Non ottenendo nul-la, decidemmo di lavorare per nostroconto, su commissione. In questomodo guadagnavamo molto più di pri-ma, circa 45.000 franchi la settima-na, con 10-11 ore di lavoro al giorno.Passarono altri due anni fino a chenon arrivò la chiamata per il servi-zio militare.Avevo la possibilità diessereesoneratomadovevo rima-nere in Francia fino a 28 anni e

tornare a casa 3 mesi all'anno. Con lapaura di non farcela a stare lontanoper così tanto tempo, decisi di partireper il servizio militare e dopo avrei pen-sato cosa fare.Nel frattempo, con il boom economi-co, anche nei nostri posti di monta-gna le cose cominciavano ad andaremeglio e io stesso, con altri giovani,fondammo una cooperativa edile.In complesso, l'esperienza in Franciafu molto dura per la giovane età, mamolto utile per l'aver appreso un me-stiere. E pensare che molti giovanipartivano allora come taglialegna ver-so quelle zone del sud della Francia:un lavoro decisamente più pesante.Capivamo la lingua e ci facevamo ca-pire, la gente del posto era abbastan-za ospitale e il luogo, alternato a pia-nura e montagna, ci ricordava un po'casa nostra. Al sabato e alla domeni-ca gli abitanti del paese ci chiamava-no a fare lavori di muratura o a ven-demmiare l'uva e ci invitavano a man-giare nelle loro case, cosa che ci fa-ceva tanto piacere.Dopo l'esperienza in Francia, io e altrimembri della cooperativa andammo alavorare un inverno a Milano.Altri, dopouna breve esperienza di lavoro in Ger-mania, frequentarono a Montecretouna scuola per diventare capo cantie-re, ultimata a Milano".

Quando pensiamo all'emigrazionesono tanti i luoghi comuni, iconografici,musicali ed altro che ci vengono inmente: le canzoni popolari, le valigiedi cartone e la quarantena a Ellis Islandper chi andava negli Usa, la fatica e lediscriminazioni, ma poi il successo,se non mancava l'ingegno e la vogliadi lavorare.Ma non è sempre andata così. Ci sonotante storie di emigrazione "povera",non per incapacità degli emigranti, èovvio. Tante le storie simili: una l'ha ri-costruita Antonio Parenti, presidente

L'avventuradi Capitan Pastene:Pavullo nel Cile

del Consiglio comunale di Pavulloe componente della Consulta re-gionale per l'Emigrazione e Immi-grazione. Antonio Parenti ha rac-contato che in Cile c'è una comu-nità i cui membri si chiamanoVecchi, Venturelli, Benedetti,Covili, Leonelli ed altri ancora…si è messo sulle tracce di quellefamiglie che dal Frignano, nel1904 e 1905, si trasferirono in Cile.Una concessione dello Stato metteva63.000 ettari di terreno a disposizionedi coloni, quasi un sogno per chi, in

montagna, coltivava solo terreno altruie viveva in povertà. Giorgio Ricci, unodei titolari della società "Nueva Italia"a cui il governo cileno aveva dato i ter-

Giorgio Ricci

Val Dragone

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reni in concessione, fu il tramite perquesta partenza.Ad una prima impres-sione emerge l'immagine di un uomofortemente determinato, cui forse nondifettò un'inclinazione all'avventura, neltentativo di attuare un sogno che erastato di ogni emigrante. Ricci fu coluiche incarnò le speranze di tutti e, quan-do venne il momento, i loro rancori.Nel 1904 partirono le prime 23 fami-glie, seguite da altre 63 l'anno succes-sivo; altre 20 si aggregarono lungo lastrada, tra cui quella di Cipriano Ratti,fratello di Papa Pio XI. La maggior par-te delle famiglie partì da Pavullo,Marano, Vignola, Zocca, Montese e daaltri comuni del bolognese.Poca terra distribuita, per di più ina-datta alle coltivazioni, boschi soprat-tutto. Chi restò diede vita a Capitan

Pastene, 780 Km a sud di Santiago,nel centro dell'Araucania, terra degliIndios Mapuches.I modenesi giunsero nel territorio loroassegnato su 144 carri trainati da buoi,abitarono a lungo in una struttura dilegno, priva dei più necessari servizi."Al luogodovesoggiornarono - raccontaAntonio Parenti - fu data la denomina-zione di Monte del Calvario, proprio perle patite sofferenze a giungervi e per-manervi".Del 1907 è l'inaugurazione ufficiale diCapitan Pastene, nome scelto inomaggio al navigatore genovese Gio-vanni Battista Pastene e, nel 1910, èelevata a parrocchia la chiesa costru-ita dai coloni. Di questa popolazionepoco o nulla si seppe nei decenni suc-cessivi, fino al 1989, quando alla Con-

sulta per l'Emigrazione e Immigrazio-ne della regione giunse un pressanteappello "Capitan Pastene chiama Mo-dena": da qui il gemellaggio istituzio-nale e la ricostruzione della rete di re-lazioni con i parenti in Italia, presso-ché assente fino a quel momento. Aquesto si aggiunga lo scarso interes-samento della diplomazia, l'assenzadi insegnanti di italiano, l'isolamentogeografico del paese.Oggi il gemellaggio è stretto e frequentisono stati gli scambi di visite.Prossimo obiettivo di Antonio Parenti,che ha condotto ricerche davverominuziose, è, con l'aiuto della comu-nità modenese, contribuire al restaurodella chiesa di Capitan Pastene, gra-vemente danneggiata da un terremo-to.

Il fenomeno immigratorio in Cile fa par-te di quel più vasto fenomeno di mi-grazioni transoceaniche che caratte-rizzarono, in linea di massima, tutti ipaesi sia dell'America del Nord sia del-l'America Latina fin dalla loro scoper-ta. I territori della costa atlantica furo-no i primi ad essere occupati graziealla loro posizione geografica e allaconformazione fisica del territorio, cheli rendeva più accessibili e più adattialla colonizzazione.Il Cile, invece, data la sua posizioneprevalentemente rivolta verso l'oceanopacifico, era fuori delle rotte atlanticheche caratterizzavano gli altri stati comel'Argentina, il Brasile e gli Stati Uniti, eciò ne determinò uno sviluppo e dellecaratteristiche peculiari. Oltre alla po-sizione geografica, anche la conforma-zione del territorio influì sul suo svilup-po. L'estensione ridotta del territorio,caratterizzato da un deserto moltoesteso a nord, poche zone pianeggiantida adibire alla coltivazione nella partecentrale e la sua posizione a ridossodella cordigliera andina non facilitaro-no una colonizzazione massiccia delterritorio.Queste premesse lasciano facilmen-te intuire la difficoltà di scegliere unameta come il Cile per emigrare, infattiil flusso migratorio più consistente siriversò sulle coste atlantiche e al Ciletoccò solo una bassa percentuale diemigranti.

Le statistiche sui movimenti migratoritransoceanici risultano essere moltoutili per capire l'entità del processo dipopolamento di questi territori.Il periodo compreso fra il 1800 e il 1915fu il periodo classico dell'emigrazione,caratterizzato dalla migrazione atlan-tica di lavoratori che si riversarono nelnuovo mondo in cerca di maggior for-tuna. Circa 50 milioni di europei lascia-rono il vecchio continente. La granparte di loro si riversò in America delNord, gli altri (11 milioni) si diresseroverso l'America Latina; di questi ulti-mi, il 46% immigrò inArgentina, il 33%in Brasile, il 14% a Cuba, il 4% inUruguay, il 3% in Messico e solo il 2%in Cile .Questi pochi dati danno già un'ideadelle dimensioni del fenomenoimmigratorio in Cile. Esso, rispetto apaesi come l'Argentina e il Brasile,ebbe poche possibilità di assorbirel'immigrazione europea, caratterizza-ta soprattutto da agricoltori e mano-dopera non qualificata, nel tessutosocio-economico del paese. L'immi-grazione di massa, tipica dell'Ameri-ca del nord o di paesi latinoamericanicome l'Argentina, l'Uruguay e il Brasi-le fu impensabile in un paese come ilCile.L'Argentina, caratterizzata da territorimolto fertili, totalmente spopolati, guar-dava all'immigrazione come all'unicasperanza per poter progredire, anche

a livello tecnologico e migliorare diconseguenza la propria economia; ilBrasile, invece, dopo l'abolizione dellaschiavitù, negli anni '80 del XIX seco-lo, che aveva portato alla liberazionedi migliaia di schiavi di colore impie-gati nelle piantagioni di caffè delle re-gioni della costa, aveva l'urgenza disostituire la manodopera schiava conimmigrati a basso costo, in modo darisollevare l'economia. Fu a causa diquesti motivi che i governi di questistati attuarono politiche basate su pro-getti di immigrazione massiccia dal-l'Europa che, unite all'esigenza da par-te del vecchio continente di smaltirela manodopera in eccesso che provo-cava disoccupazione e crisi cicliche,crearono i presupposti per un fenome-no immigratorio di grande portata.Basti pensare, invece, al tipo di eco-nomia che caratterizzava il Cile allafine dell'800, basato sulla produzionemineraria e lo sfruttamento di giaci-menti di salnitro, per comprenderecome questo paese fosse di ben pocaattrattiva da parte degli europei. Nono-stante i tentativi fatti dal governo cilenoper promuovere un processo immigra-torio nel paese, i risultati furono sem-pre scarsi. Un esempio può esserechiarificativo: se prendiamo in consi-derazione i dati sulla popolazione stra-niera residente in Cile nel 1907 (annodi maggiore presenza straniera nelpaese) e li rapportiamo al totale dellapopolazione, vediamo che la percen-tuale di popolazione straniera rappre-senta solo il 4,5% del totale. La situa-

Il fenomeno immigratorio in Cile

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zione è invece molto diversa negli altristati a maggior afflusso migratorio, incui notiamo una popolazione stranie-ra che rappresenta ben il 77,9% deltotale in Argentina, il 50% circa inUruguay e oltre il 20% in Brasile. IlCile, del resto, posto ai margini delmondo, fuori dalle rotte battute dallenavi, lontano e quasi irraggiungibile,data la mancanza di una linea di navi-gazione che lo collegasse direttamen-te ai porti, fu ignorato dalla gran mas-sa di emigranti europei che partironoin cerca di fortuna verso il nuovo mon-do. Ciò che caratterizzò l'immigrazio-ne europea in Cile fu la sua esiguità, equesto non solo per il fatto di non es-sere un polo di attrazione valido, maanche per il tipo di politiche immigra-torie messe in atto dai governi cileniche non seppero sfruttare lepotenzialità, o non riuscirono a sfrut-tarle, e si orientarono così verso un'im-migrazione di tipo selettivo.Il fenomeno delle migrazioni trans-oceaniche può essere descritto comeuna parabola discendente che vide unincremento graduale nella prima metàdell'800, un apice a cavallo fra il XIX eil XX secolo, seguito da un declino len-to ma inesorabile durante questo se-colo. Le cause di questo declino van-no ricercate nei numerosi eventi checaratterizzarono la storia mondiale. Sipensi alle politiche di chiusura dellefrontiere, intraprese poco dopo il pri-mo decennio del secolo XX da partedegli stati che subirono il maggior af-flusso di immigrati europei, oppure alsorgere dei nazionalismi che blocca-rono la tendenza a favorire i fenomenimigratori o ancora all'avvento delle dueguerre mondiali che stabilirono nuovepriorità da parte degli stati coinvolti.Dopo la seconda guerra mondiale siebbe una certa ripresa del fenomenomigratorio transcontinentale, ma il flus-so si arrestò in breve per fermarsi deltutto dalla metà degli anni '50.

La legislazione cilena in materiaimmigratoriaLo studio dei processi migratori nonpuò prescindere dall'analisi delle poli-tiche immigratorie adottate dai diversipaesi recettori. Nel caso del Cile, talipolitiche si orientarono più verso un'im-migrazione di tipo selettivo che non dimassa. Se si esclude il periodo colo-niale, la prima disposizione a favoredell'immigrazione dall'Europa risale al

1817.Nella seconda metàdell'800, il governocileno riuscì a paci-ficare la regione del-l'Araucania, consen-tendo un'espansioneagricola a sud del pa-ese che richiesemanodopera capaceed esperta: il gover-no si orientò versouna forma di coloniz-zazione agricola conimmigrati europei enordamericani.Le vicende politichedel periodo non favorirono, ad ognimodo, i progetti di colonizzazione. Laguerra del Pacifico, sostenuta controla Bolivia e del Perù (1879-83) e laguerra contro gli Indios Mapuches,conclusasi nel 1882, limitarono note-volmente l'interesse del governo perquestioni che, in quel momento, ap-parivano di secondaria importanza,come l'immigrazione.Nel 1882 venne creata, attraverso undecreto legge, l'Agenzia generale dicolonizzazione ed immigrazione delCile in Europa, con sede a Parigi eBordeaux e con uffici dislocati in altripaesi europei. Essa divenne un cen-tro di propaganda e selezione degliimmigrati europei da destinare allecolonie agricole cilene. All'azione uffi-ciale del governo si affiancava quelladella SNA (Società Nazionale di Agri-coltura) che, attraverso l'Ufficio Gene-rale per l'Immigrazione, venne incari-cata di occuparsi dell'espansione del-le colonie già impiantate, di elaborarepiani di sviluppo dell'immigrazione ver-so il Cile e di creare agenzie di immi-grazione dentro e fuori il paese.Nonostante tutto questo, il processodi colonizzazione nazionale fu lento enon diede i frutti sperati.Dalla fine del secolo, il governo vi posefine e prese il via una nuova forma dicolonizzazione spontanea per mezzodella vendita all'asta di terre a bassoprezzo. Dal 1890 al 1910 arrivarono inCile più di 41.000 immigrati. Nel 1907si stimò la popolazione in 3.114.775abitanti dei quali 134.524 di originestraniera (il 4% del totale).

Il nazionalismo cilenoe il problema immigratorioSin dalla metà del XIX secolo, i gover-

nanti e gli intellettuali cileni sviluppa-rono elaborate teorie per giustificarel'immigrazione europea. I principi libe-rali che caratterizzarono la politicacilena ottocentesca furono alla basedella legittimazione dell'immigrazionestraniera.L'immigrato europeo, specie se prove-niente dal nord Europa, era apprezza-to dalla società cilena poiché propo-neva un'alternativa ai modelli sociali edeconomici tradizionali cileni, attraver-so l'utilizzo di una tecnologia più avan-zata rispetto a quella cilena e l'appor-to di capitali che venivano utilizzatipermettendo all'economia nazionale diprogredire. Fu solo verso la fine delsecolo che iniziò a diffondersi un sen-timento di ostilità nei confronti degliimmigrati, il quale andò via via pren-dendo consistenza, fino a sfociare inun aperto nazionalismo portato avantinei decenni a seguire. Questo senti-mento di ostilità iniziò a prendere pie-de, in Cile, soprattutto nell'ambientedella media borghesia, la quale si sentìminacciata direttamente dall'avanzaredegli immigrati verso uno status so-ciale medio-alto. A differenza di paesicome l'Argentina e il Brasile, che ave-vano basato le proprie politiche immi-gratorie sull'esigenza di manodoperaa basso costo che andasse ad occu-pare i posti più bassi della scala so-ciale, in Cile l'immigrazione si caratte-rizzò fin dall'inizio per la sua presenzamassiccia nel settore terziario.Il nazionalismo cileno si basò cosìsulla convinzione che la teoria liberalefosse responsabile della stagnazionedell'economia cilena e che i privilegiconcessi agli immigrati avessero con-tribuito notevolmente all'impoverimen-to del paese.

Il primo mulino a Capitan Pastene (fr.lli Rosati)

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di Erminia Vezzelli

Si narra, che intorno al 1880, Boccas-suolo avesse la necessità di un cam-panile. Per trovare il dove e il comecostruirlo, gli abitanti del paese si ra-dunarono e uno di questi convenuti,mettendo fine a comprensibili divergen-ze di opinione, asserì che fino a 30-40metri di altezza ci avrebbe pensato lui.Tutti acconsentirono ed erano fiduciosianche perché il relatore della propo-sta, sembra, fosse benestante, chis-sà, forse un fortunato emigrante appe-na tornato dall'America. Quindi portò ipaesani sulla rupe rocciosa della "Grot-ta" e, da buontempone confermò chefino a quell'altezza del nuovo campa-nile ci aveva pensato lui. Non siamo aconoscenza se questo nostro trisavolo,avvalendosi della propria geniale pro-posta, si sia limitato ad osservare icompagni che, faticosamente, a mano,a spalla, a traino, portarono sulla cimadella "Grotta", pietra su pietra, per do-narci una caratteristica così unica, manon così rara, perché un paesaggiosimilare si trova a Le Puy in Franciacol quale, da anni, festeggio gemel-laggi... virtuali!Durante gli scavi, si dice che qualcu-no abbia trovato un "tesoro" con tantemonete d'oro; ciò non si può esclude-re dal momento che il campanile è sta-to costruito sui ruderi dell'antica torrefeudale delle terre della Badia e chesotto il Ducato di Modena fu adibita a"granaio", preservando il raccolto siadagli assalti nemici sia come scortaper gli anni di magra. La parte supe-riore del campanile fu costruita in unsecondo tempo, infatti le campane fu-rono collocate nella cella campanaria

solo nel 1897. La signora MaddalenaUgolini, classe 1891 (grati cogliamol'occasione per ricordarla come la "le-vatrice" del paese) e che all'epoca ave-va sei-sette anni, raccontava che lequattro campane, della fonderiaBrighenti, furono trasportate sul cam-panile con un traino, tirato da unpossente cavallo palaganese e sospin-to a turno dagli uomini più robusti. E'superfluo aggiungere che tutti gli arti-giani del paese, allora numerosi, col-laborarono alla realizzazione del pro-prio campanile. I finestroni di legno,uscirono dalla bottega di falegnameriaDigani Giovanni; sulla facciata, in alto,si può ancora notare l'insegna di unapiccola meridiana scolpita sicuramen-te dai provetti scalpellini locali. E' faci-le lasciarsi suggestionare dallascenografia del campanile di Boccas-suolo attraverso scatti fotografici, di-pinti o versi poetici."Senza infamia e senza lode", ricordola prima di alcune quartine che gli de-dicai già in età infantile:

Il campanile del mio paesesu di una roccia sta

e la vallata del Dragonedominando va.

Poi nel 1961 scrivemmo a MikeBongiorno, che stava conducendo latrasmissione "Campanile sera" e ci ri-spose anche la maestra MargheritaPungilupi che nel 1920 insegnò aSassorosso (vedi pagina successiva,ndr). Negli anni settanta si ebbe la gra-dita sorpresa di ammirare il nostro cam-panile sullo schermo televisivo, duran-te il così detto "Intervallo", per l'inte-ressamento del concittadino prof. Pa-olo Ferrotti, che lavorava presso la RAIdi Roma e che ora è venuto a trascor-

rere la sua vita da pensionato all'om-bra dello stesso campanile! Sarà unacoincidenza, ma San Paolino, vesco-vo di Napoli nel 400 d.c., a cui si attri-buisce l'invenzione dei "sacri bronzi",è considerato patrono dei campanarie lo stesso nome "Campana" richia-ma la regione della Campania.I campanili sono la casa delle campa-ne e qui arrivano le dolenti note: an-ch'esse hanno risentito dello spopola-mento delle nostre montagne, è man-cato il ricambio generazionale e, conla dipartita dei nostri validissimicampanari, le povere campane hannosubito "castrazioni" di ogno tipo. Inalcuni casi, con automatismi selvag-gi, saldandole definitivamente, in altrisi è operato più razionalmente salva-guardando le proprie caratteristiche econ possibilità di suonarle anche amano. Stranamente, il suono a manoè cosiddetto "a martello", un'espres-sione che in passato non promettevaniente di buono, anzi i suoi rintocchiannunziavano un pericolo pubblico. E'impensabile fare a meno della tecno-logia moderna, ma in ogni interventodi restauro o di rinnovazione, di qual-siasi genere, occorrerebbe salvaguar-dare il più possibile le tracce del pas-sato, per non cancellare anche la no-stra memoria storica la quale ci aiutaa capire il nostro presente e a testi-moniare alle future generazioni.In ogni regione ci sono associazioni dicampanari; quella dell'Unione Campa-nari Modenesi partecipa attivamente aspettacoli e gare, i suoi 127 soci sonocosì appassionati che addirittura, dovel'incastellatura del campanile lo per-mette, vi trasportano da 4 a 6 campa-ne per diffondere il loro messaggio; mi

Antica immagine di Boccassuolo con il campanile isolatoma bellamente opposto alla chiesa parrocchiale

Un po' di più sul campanile di Boccassuolo

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riferiscono che si possono suonare le campane a distesa in tutte le zone delFrignano, nella pianura modenese pedemontana, poi a Gusciola, Casola,Pianorso, Polinago, Riccovolto (che però necessita di un'intelaiatura nuova),Romanoro e Fontanaluccia dove le campane suonano più che mai a distesa,per onorare le officine locali Bimbi e Stefani che le fusero oltre un secolo fa.Peccato che proprio Boccassuolo sia rimasto fuori dalla rosa dell'elenco: nonse lo meritavano quanti nel 1880, anzi dal 1877, anno della loro fusione, spese-ro idee, tempo e risorse per lasciarci un dono che non siamo riusciti ad apprez-zare e a conservare come un bene prezioso. Questo non vuol essere come le"Campane del Mugello" che secondo il detto "sonavano sempre a vituperio",ma un invito, secondo un altro detto "ad ascoltare tutte le campane" per poi"accordarle" con quelle di chi è costretto a vivere lontano dal paese, il qualediventa senz'altro più sentimentale, in balia di ricordi e di nostalgie. A me piacepensare le nostre campane come quattro bellisime fanciulle dormienti, che sonolì ad aspettare una nuova generazione di giovani e baldi campanari, magarirobotizzati, che le sappiano risvegliare "slegare": un po' cioè come avveniva ilsabato santo quando, dopo la sospensione del loro suono, il giovedì per lamorte di Gesù, venivano sciolte "slegate" con un festoso scampanio appunto ilsabato santo verso le ore 10. Il segnale doveva arrivare dalla Badia di Frassinoro:

Don don! Dondon! \ La campana ed Frassinontutt'al dì la sunava, \ pan e vin la guadagnava;

guadagnava un par d'cappun \ per purtar au so padrun.(Erano le tasse comunali: di grande attualità.)

Allora grandi e piccini, si correva ai ruscelli, ai fossi e alla fontana a lavarsi gliocchi e il viso, perché in quel preciso momento l'acqua era benedetta e ciavrebbe guarito da ogni forma di dermatosi, lasciandoci la pelle liscia e levigata:(ecco perché ora si ricorre tanto alla chirurgia plastica!). Specie per i bambiniera veramente un rito magico che si aspettava con grande trepidazione! Nel suovolume "Perché suonano le campane" lo studioso modenese Montanari ci spie-ga che "nel simbolismo della Chiesa, la campana è come una lezionecatechestica: la cavità indica la bocca del predicatore, la compattezza del me-tallo è la fortezza, il legno dell'armatura é la sospensione, ricorda il legno dellacroce e la fune da tirare per il suono è la misura della vita o la fatica della nostraesistenza". Montanari osserva poi che fu la civiltà cinese ad inventare le cam-pane intese come strumenti da percuotere all'esterno, più che come vasi conun battacchio interno e oggi, che i campanili diventano elettronici, computeriz-zati, asettici, senz'anima e si suona a "martello", si tornerà alle origini cinesi.

S. Possidonio, 21 marzo 1961Carissimi Nunzi, Maria Teresa, Bettina, Antonietta, Patrizia, Maria Grazia, Augusta,Iva, Maurizio, Anna, Danilo, Giampiero, Alfeo, alcuni giorni fa sfogliando il settimanale "Confidenze" la mia attenzione è statafermata dalla parola "Boccassuolo" apparsami sulla corrispondenza con Bongiorno. Quanti ricordi ha suscitato in me! Mi hariportato ad un passato lontano, al nevoso gennaio 1920, quando, fradicia e stanca dopo un cammino di due ore e mezza persentieri quasi impraticabili arrivai alla squallida scuoletta di Casa Marchetti (Sassorosso) dove mi fermai fino al lugliosuccessivo. Non sto a parlarvi del mio soggiorno colà, perché non potreste capirmi; mi limito a dirvi che, per quanto isolata dalmondo, senza alcuna comodità, senza svaghi e divertimenti, quell'anno fu il più bello della mia lunga carriera scolastica. Ilricordo di quel minuscolo centro, dei suoi ospitali abitanti è sempre vivo nel mio cuore. Ma non è per dare sfogo ai mieisentimenti che ho deciso di scrivervi... è per l'argomento "Campanile". Comunque, vi dirò che spesso, nel tempo della miapermanenza a Casa Marchetti, ebbi occasione di venire in paese e vedere ed ammirare il vostro caratteristico campanile. Nonmi ha meravigliato il desiderio che avete espresso a Bongiorno: se lo avesse visto sul posto ne sarebbe stato entusiasta purnon potendo accontentarvi. Ora io mi permetto di darvi un suggerimento. Vi piacerebbe far conoscere il vostro campanileunendolo ad un'opera di bene? Ascoltatemi. La Casa di Redenzione Sociale di Niguarda (Milano) diretta da Marcello Taiappachiede offerte dietro invio di serie di cartoline della collezione "Campanili d'Italia", di D. Bellini. Potreste scrivere al direttoredalla Casa, con invio di documentazione, chiedendo venga inserito nella serie. Credo che l'accettazione vi darebbe piùsoddisfazione che vederlo sul video. Parlatene alla vostra maestra ed ella vi saprà dire se l'idea è attuabile o meno. Perdonatetutti la mia intrusione e gradite tutti gli auguri più belli che può fare a dei bravi ragazzi una mamma maestra.Molte cordialità alla vostra insegnante. Con simpatia vi saluto

Margherita Pungilupi

In alto a destra: la lettera degli alunni di Boccassuolo e la risposta di Mike Bongiorno (Confidenze, 12 marzo 1961). Quisopra: la lettera della maestra Margherita Pungilupi che insegnò nella scuola elementare di Casa Marchetti nel 1920

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di Novecento Riccardo Iaccheri ([email protected])

a Prisca Letizia

Lasciai Pablo intento a squadrare l'enor-me schermo bianco. Immobile, sullabanchina degli artisti, attendeva, conpalpitare paziente, il passaggio di quel-l'ispirazione che gli avrebbe consenti-to di impressionare tela ed umanitàtutta. Aprile stava ormai volgendo altermine, dei condor, venuti il giorno pri-ma da est a seminare morte, nessunatraccia. La piccola casa di mattoni ros-si, nella quale ci eravamo rifugiati, erastata miracolosamente risparmiatadalle bombe. La desolazione che sipresentò ai miei occhi una volta uscitotrasformò quel civigotto in una catte-drale incastonata in un deserto di mor-te e distruzione.Del paese non rimaneva che unamasera informe, una cruda radiografia,con gli edifici ridotti a scheletri anneri-ti, spolpati di ogni ricordo ed un unicomuricciolo, ancora interamente intat-to, a dividere in due l'abitato, quasi fos-se la colonna vertebrale di un uomo,un uomo provato, sbattuto a terra datanta ferocia, umiliato, ma non vinto,deciso a lottare per rimaner abbracciatoalla vita. Guardando quel muro capii.Guernica sarebbe risorta."Non di solo pane vive l'uomo". Quantevolte guardando il grano, ormai alto,ondeggiare nel vento ci siamo curatidella sola spiga, dimenticandoci del-l'umile stelo? Sorreggere, custodire,elevare al cielo il prezioso frutto per-ché possa essere baciato dal sole;questa la sua unica missione. Nullachiede, tutto dona, facendosi condut-tore perfetto della linfa di vita che facrescere e fortifica, esempio perfettodi missionarietà. Stelo che sarà paglia,paglia che diverrà cuore.Pensai a miamadre, pensai a mio padre, ed una la-crima, pesante di tristezza, scivolò vialenta scavandomi il viso.Chiusi gli occhi ed iniziai a camminarelasciando che fosse il Vento a condur-re i miei passi. Giunsi alla sommità diuna collinetta, sulla quale svettava, intutta la sua infelicità, uno spaventapas-seri. Se ne stava con il capo chino, edall'ondeggiare di questo accompagna-va un lamento incessante. Mi avvicinaicercando di farmi presente. Lui, non siaccorse di me fino a quando, con lamano sinistra, non gli ebbi accarezza-to la guancia stopposa. Guardandomi,

rimase sorpreso del fatto che, alla suavista, non scappassi a gambe levatein preda al terrore. "Che fai? Non ti fac-cio paura? Perché non fuggi via? Va!Va! Non voler fare l'eroe! Vattene, la-sciami solo!". Senza dire una parola,mi allontanai per meglio vedere, permeglio capire.Sedetti per qualche ora ai piedi di unagrande quercia. Era un albero impor-tante, sapete? Il più importante. Pen-sate che da essa era stato preso ilnome poi dato alla cittadina basca, dellaquale divenne pure il simbolo, simbo-lo di libertà. Ok, ok, ritorno al raccon-to... dove ero rimasto?Ah sì! Stetti perdiverso tempo seduto sotto la maesto-sa quercia cercando di staccarmi daogni pensiero, ricercando quel silenzioche mi avrebbe consentito di sentir ri-suonare nella mia anima la voce di Dio.Mentre là me ne stavo, dall'albero qual-cosa cadde, colpendomi in testa perpoi fermarsi ad una distanza di circadue metri da me. Le vie del Signoresono proprio infinite... Fatto sta che miritrovai tra le mani un piccolo uccelli-no, un'uccellina per essere precisi. "Madove ho sbagliato?", continuava a ripe-tere, "Apri le ali, allinea le piume dicoda, piega le zampette e via! Cosanon ha funzionato? Eppure non sem-brava così difficile... O povera me, comefarò? Un uccellino che non vola è comeun bambino che non ride... non si può!È contro natura!". Iniziò a piangerecoprendosi la testina con le ali. "Cometi chiami?", le chiesi. Lei, sorpresa,drizzò il collo ed impaurita domandò:"Chi è? Chi ha parlato?". Notai i suoiocchi: nemmeno per un istante si apri-rono e fu allora che capii. Era cieca."Non temere piccola cincia ("dolceuccellino" in lingua basca). Mi chiamoNovecento e non voglio farti del male,anzi, se posso, vorrei esserti d'aiuto"."O Novecento, io mi chiamo Allegra,ma come vedi, felice non sono... è chenon ho più nessuno, il mio stormo èpartito ed io sono rimasta qui, sola,cieca ed incapace di librarmi nell'aria.Conosci qualcuno più infelice? Pensoproprio di no...". Invece sì... pensai trame e me. Stringendola forte al pettoiniziai a correre. "Dove mi stai portan-do?", domandòAllegra. "Abbi fiducia!",risposi io. Scommetto che avete capi-

to tutti dove, omeglio, da chistavo portan-do la nostrasorellina vero? Vedendomi arrivare, lospaventapasseri iniziò a gridare: "Cosafai di nuovo qui? Vattene! Non prender-ti gioco di un'anima in pena!". "Ascol-tami amico mio, te ne prego. Per tuttala vita hai desiderato qualcuno da po-ter amare, non spaventare. Placa i tuoilamenti ed apri il tuo cuore!". Dettoquesto, impugnai il coltello, solitamen-te da me usato per incidere il legno, esubito gli trafissi il costato. Questo siaprì ed il suo cuore di paglia, dopo annie anni di solitudine, era finalmentepronto ad accogliere l'Amore. Rivolgen-domi ad Allegra le dissi: "Non temerepiù alcun male, tra poco conoscerai lagioia. Avrai un nido caldo, sarà per tecasa e lo sarà per sempre, ma soprat-tutto avrai chi altro non chiede che dipoterti amare, custodendoti nel suocuore". Detto questo, la deposi dolce-mente e a Cuore di paglia dissi: "Ora iltuo cuore è abitato, non sei più solo.Ti affido Allegra. I tuoi occhi saranno isuoi occhi, sii tu la sua luce e riscal-dala sempre con tutto l'Amore di cuisei capace". Li lasciai così, stretti cuo-re a cuore, e sul far della sera mi in-camminai verso casa. Non si vedebene che con il cuore, fratellini miei.Dinnanzi a questo mondo che spessoci abbaglia e ci confonde, presentan-doci il male come se fosse bene, spa-lanchiamo gli occhi del cuore ed affi-diamoci a questi; nuovi orizzonti di lucesi schiuderanno per noi. La Verità,come una lama, ci trafigge senza feri-re; apre il nostro cuore perché l'Amorepossa avere libero accesso. Lo so, èdifficile da credere, ma andò realmen-te così. Uno spaventapasseri, unacincia, innamorati per la vita. Credete-mi! Non vi racconto favole! Una mano,solo se aperta, potrà essere mano chesemina. Così il cuore, solo se aperto,potrà essere cuore che ama. Che ognicuore sia nido! Anime anime adunata!Sorridete e seminate.

Cuore di pagliae la Cincia basca

Il cantastorie

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La ballata della Valledi Bruno Ricchi

Decimaparte

Per anni portinaia del conventoSuor Angelica (1) delle FrancescaneAl campanello aveva orecchio attentoPer poverelli una minestra e un paneE pure il Pane per il SacramentoCon l'orazioni impegno le rimane.L'immagino su in cielo a passettiniA cantare con Santi e Cherubini!

Galvani Germano (2), primo spazzinoCon Candida viveva giù ai CasoniSpingeva per il centro il carriolinoRaccogliendo rifiuti e imprecazioniPer il pesce d'aprile un bel mattinoCol sorriso diceva "state buoni!"Un crudo male lo condusse a morteLasciando il figlio Paolo e la consorte.

Note(1) Ruvasi Angelica(1898-1969).Nata a Cadignano di LamaMocogno da famiglia bene-stante, una sorella gemellaed un fratello medico, vennegiovanissima all'Istituto del-le Suore Francescane del-l'Immacolata di Palagano.La sua mansione principaleera il servizio di portineria chesvolgeva con particolare spi-rito di accoglienza e col pe-renne sorriso sulle labbra.Sua ulteriore incombenza eraanche quella di preparare leostie per il Santissimo Sacra-mento: preparava una collafinissima, che spalmava su-gli stampi roventi e ritagliavain perfetti dischetti bianchis-simi (...e noi, all'asilo, man-giavamo i ritagli...).Ad ogni squillo di campanel-la si udivano nel lungo corri-doio i passettini svelti. Ripo-sa nel nostro camposantodopo un vivere sereno che hairradiato amore e benevolen-za.

(2) Galvani Germano(1923-1975).Nato a Boccassuolo, Campo

Vien da Susano Sibari Raimondo (3)

Che pel Comune faceva il becchinoPiccolo, curvo e un poco rubicondoSempre seco tenea fiasco di vino.Di povera famiglia ma giocondoDovette rosicchiar più d'un crostino.Visse la vita con un gusto pienoMangiando molta paglia e poco fieno.

Da San Rocco venìa Dino Ugolini (4)

In quel di Boccassuolo trapiantatoAveva militato negli AlpiniE coi fratel faceva artigianatoAmava la "baracca" e buoni viniFu per il paesel sempre impegnatoCi lascia un buon ricordo ed un sorrisoVa con le "penne nere" in Paradiso!

la Ca', da famiglia di agricol-tori, abitò poi coi genitori ed ilfratello ai Casoni di Boccas-suolo.Rientrato dalla prigionia inGermania, si sposò conBertogli Candida ed essen-do stato assunto in Comunecome salariato, si trasferì alCapoluogo negli anni Ses-santa.Fu il primo operatore ecolo-gico di Palagano, con la soladotazione di un carrettino amano per la raccolta dei rifiu-ti, che allora veniva effettuatanelle poche strade del cen-tro.Un primo aprile di quegli anni,per il pesce d'aprile, diversiagricoltori avevano portatocampioni di sterco bovino perl'esame "fisiostercografico",Germano tranquillo e sorri-dente ascoltava le impreca-zioni e diceva "Bütàd pur chì,che l'esàmm a é fàg mì!".Nel 1970 iniziò a costruirsiuna casetta nella "lottizzazio-ne Casoni", casetta che abi-tò per poco tempo perchè unmale incurabile lo condussea prematura morte.Era un pescatore provetto efu forse l'ultimo cui il Dragone

fornì il pesce per la cena.Il figlio Paolo è il nostro pri-mo cittadino.

(3) Sibari Raimondo(1900-1989).Trovatello abbandonato a Mo-dena sulla "ruota" di un con-vento, fu adottato da due co-niugi anziani e senza figli diPolinago.Dopo la prima guerra mon-diale, deceduti i genitori adot-tivi, si trasferì a Costrignanodove lavorò per anni comegarzone nel podere del Dott.Nannetti.Si sposò nel 1932 con unaragazza di 17 anni, pure diCostrignano, stabilendosi al"Castellaro".Il 18 marzo 1944 la modestacasa gli fu bruciata dai tede-schi e fu costretto a trovarecasa a Rubbiano di Montefio-rino.Dal 1947 si trasferì nella casapopolare di Susano coi figli(4 maschi e 4 femmine). Dal1970 ebbe l'incarico comuna-le di necroforo, incarico chesvolgeva con semplicità e al-legria, portando sempre consè un fiaschetto di vino.Era benvoluto e simpatico a

tutti, perché sapeva sorrideree prendere la vita.

(4) Ugolini Dino(1924-2000).Nato a Boccassuolo da nu-merosa famiglia, 3 femminee 4 maschi, il padre falegna-me, la madre casalinga.Dopo le elementari venne av-viato, assieme ai fratelli, al-l'attività paterna nel laborato-rio posto in San Rocco.A 18 anni, nel 1942, fu chia-mato al servizio militare a To-rino e qui venne fermato e de-portato in Germania, ove gi-rovagò per diversi campi didetenzione, per due anni, finoa Dachau.Rientrato dalla prigionia, con-tinuò il lavoro di falegname,si sposò ed ebbe la figliaGiosetta. Negli anni '50 fuconsigliere comunale a Mon-tefiorino. Di indole allegra ed'innata giovialità, fu per tantianni responsabile degli Alpi-ni e con essi sempre parteci-pò alle adunate nazionali,provinciali e alle "baracche"locali. Per tanti anni è statoriferimento per ogni tipo di ne-cessità dei compaesani diBoccassuolo.

Poesia

Riflessioni

"Le divergenze d'opinione

non dovrebbero significare ostilità.

Se così fosse,

mia moglie ed io dovremmo essere

nemici giurati l'uno dell'altro.

Non conosco due persone al mondo

che non abbiano avuto divergenze d'opinione

e ho sempre cercato di considerare

coloro che dissentono da me

con lo stesso affetto che ho

per quelli che mi sono più cari e vicini."

M. K. Gandhi

Mohandas Karamchard Gandhi è il fondatore della non violenza e il pa-dre dell'indipendenza indiana. Nato il 2 ottobre 1869 a Portbandar inIndia da famiglia benestante. Si laurea in giurisprudenza ed esercitabrevemente l'avvocatura a Bombay. Nel 1893 si reca in Sud Africa conl'incarico di consulente legale per una ditta indiana: vi rimarrà per ventunoanni. Qui si scontra con una realtà terribile, in cui migliaia di immigratiindiani sono vittime della segregazione razziale. L'indignazione per lediscriminazioni razziali subite dai suoi connazionali (e da lui stesso) daparte delle autorità britanniche, lo spingono alla lotta politica. Si batte peril riconoscimento dei diritti dei suoi compatrioti e dal 1906 lancia, a livellodi massa, il suo metodo di lotta basato sulla resistenza non violenta,denominato anche Satyagraha: una forma di non collaborazione radica-le con il governo britannico, concepita come mezzo di pressione di mas-sa. Gandhi giunge all'uguaglianza sociale e politica tramite le ribellionipacifiche e le marce. Alla fine il governo sudafricano attua importanti

riforme a favore dei lavoratori indiani. Nel 1915 Gandhi torna in India dove circolano già da tempo fermenti di ribellionecontro l'arroganza del dominio britannico e diventa il leader del Partito del Congresso, partito che si batte per laliberazione dal colonialismo britannico. Nel 1919 prende il via la prima grande campagna di disobbedienza civile, cheprevede il boicottaggio delle merci inglesi e il non pagamento delle imposte. Subisce un processo ed è arrestato. Vienetenuto in carcere pochi mesi, ma una volta uscito riprende la sua battaglia.Nel 1930 organizza la marcia del sale: disobbedienza contro la tassa sul sale, la più iniqua perché colpiva soprattuttole classi povere. La campagna si allarga con il boicottaggio dei tessuti provenienti dall'estero. Gli inglesi arrestanoGandhi, sua moglie e altre 50.000 persone. Spesso incarcerato anche negli anni successivi, Gandhi risponde agliarresti con lunghissimi scioperi della fame. All'inizio della Seconda Guerra Mondiale decide di non sostenere l'Inghilter-ra se questa non garantirà all'India l'indipendenza. Il governo britannico reagisce con l'arresto di oltre 60.000 oppositorie dello stesso Gandhi, che è rilasciato dopo due anni. Il 15 agosto 1947 l'India conquista l'indipendenza. Gandhi vivequesto momento con dolore, pregando e digiunando. Il subcontinente indiano è diviso in due stati, India e Pakistan, lacui creazione sancisce la separazione fra indù e musulmani e culmina in una violenta guerra civile che costa, alla finedel 1947, quasi un milione di morti e sei milioni di profughi. L'atteggiamento moderato di Gandhi sul problema delladivisione del paese suscita l'odio di un fanatico indù che lo uccide il 30 gennaio 1948, durante un incontro di preghiera.