TOSCANA OGGI Nelle case - WordPress.com · 2020. 5. 5. · cognome fa Folena, nomen omen si...

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DI LORELLA PELLIS

na fiaba al giornoscaccia il Covidd’intorno. Il bruttomostriciattolo che

costringe a stare in casagenera anche nei più piccolipaura e tristezza, ma lenovelle possono aiutare a fartornare il sorriso. E allora civuole qualcuno che di fiabene conosce davvero tante,come Martina. Che dicognome fa Folena, nomenomen si potrebbe dire, vistoche le fole, come le chiamanoin Garfagnana, ce le ha nellaradice, e ha l’aspetto di unafata buona, capace di farsognare. Specializzata ineducazione teatrale, nelpresente è «La Cantastorie»,titolo che ha dato a «unprogetto educativo dedicatoalla narrazione comesostegno alla didattica e albenessere emotivo», come silegge sul suo sito(www.lacantastorie.com), cheha anche una paginaFacebook collegata. Con lechiusure e le restrizioni per ilcoronavirus, Martina (nellafoto) ha pensato diraccontarle lì le sue fiabe,appunto una al giorno dal 25febbraio a oggi, eccetto ilsabato e la domenica. Unabella iniziativa che ha spintoTv2000 a portarla sul piccoloschermo, dove è approdatamartedì 14 aprile, con unprogramma quotidiano di unquarto d’ora che inizia alle12,35.Ma perché le fiabe fannotanto bene, soprattutto in un

periodo così? Niente dimeglio che chiederlo propriaa lei, assieme ad altrecuriosità sull’argomento.Martina, sappiamo che certitemi, valori e morali, maanche certe trame sonopresenti nelle fiabe di tuttoil mondo. Com’è possibile?Puoi farci qualche esempio?«Le fiabe sono narrazioniuniversali, ricche di archetipie legate alla tradizione orale.Per questo motivo la stessastoria si può trovare ininfinite varianti in tutto ilmondo. Cenerentola, peresempio, compare per laprima volta nell’antico Egittoe viene citata negli scritti diErodoto: è la storia diRodopi, una schiava costrettaa lavori umili la cui scarpettarossa, lasciata in riva al fiume,viene rubata dal dio Horus in

forma di falco, che la facadere poi in grembo alfaraone... Compare poi inCina nel nono secolo, sichiama Ye Xian ed è forse daquesta versione che nasce iltema del "piede piccolo edelicato", un aspettoculturale del mondo cinesedell’epoca. E torna nella fiabainglese "Cap O Rushes","Cappa di Giunco". Che siala fiaba egiziana che haviaggiato nel mondo oppurei popoli della terra hannopartorito distintamentequesta fiaba senza essere alcorrente delle altre versioni,perché tutti quanti abbiamoattinto all’inconscio collettivodell’umanità? Non sappiamonulla con certezza…».Altre invece sonomaggiormente legate allaterra d’origine…

«Sì, anche lamorale e la filosofia

di un popolo restaimpressa nelle fiabe. Se le

fiabe tedesche portanoancora i segni della miseriadell’età medievale tra carestie,epidemie e morale cristiana -molte coinvolgono laMadonna, i Santi e,immancabilmente, il diavolo- quelle dei Nativi Americanisono violentissime e portanosenza ombra di dubbio lostigma del genocidioperpetuato dagli europei. Lefiabe mediorientali citanomoltissimo la religioneislamica e quelle dell’estremooriente hanno spesso unaformula molto diversa dalclassico viaggio dell’eroeeuropeo e sono, a volte,profondamente filosofiche etaoiste».Ti viene in mente tra le tueconoscenze qualche fiabaparticolarmentesignificativa in relazionequesto periodo cosìparticolare?«Non c’è una fiaba specificache ritengo più adeguata alperiodo che stiamo vivendoperché tutte,immancabilmente, nasconodalla paura, e la paura èl’emozione dominante delnostro tempo, ma forse ditutti i tempi del mondo. Lapaura di non essere amati, dacui le fiabe sono generate, vaa braccetto con l’abbandonoe la morte: e abbandono e

morte vi sono presenticostantemente. Le fiabe sonoil luogo in cui la paura puòessere affrontata, sono ilcampo in cui coltiviamo eraccogliamo il coraggio: unallenamento oggi più chemai necessario. Poi,naturalmente, ci sono fiabeche più di altre ruotanointorno alla malattia. Alcuneaddirittura fanno riferimentoa fatti ben precisi, come ilPifferaio Magico dei Grimmche sicuramente nasce dallapestilenza, di cui i ratti eranoportatori, anche se recentistudi pare li abbianoscagionati. In definitiva, lefiabe ci raccontano che lamalattia fa parte della vita e ciaiutano ad allenare ilcoraggio per affrontarla».Ma cosa ne pensi del potereeducativo delle fiabe in untempo come il nostro, dovela realtà virtuale sembraaver soppiantato la pura esemplice fantasia?«La tecnologia non è perforza un male, è unostrumento potente e dipendeda chi lo usa e come. Anchequesto ce lo insegnano lefiabe, dove manufatti magicipossono fare miracoli oseminare distruzione aseconda di colui che se neimpadronisce. Comunque, lefiabe hanno un indicenutrizionale elevatissimo: daun lato intrattengonosemplicemente, dall’altroparlano all’inconscio,

lavorano su più piani e sututti i target. E non hannopaletti: parlano all’umanoselvaggio che è dentro di noi,riconoscendo tutte le nostreemozioni, anche quelle chefingiamo di non avere. Perquesto la fiaba tradizionale èpreziosa a un livelloinfinitamente più alto dellestorie "politicamentecorrette" scritte dacontemporanei e spacciateper fiabe... che non nutronoaffatto, ma colmano l’horrorvacui del genitore chedesidera acquistare un testoper "educare" il figlio. Lefiabe non inculcano unamorale ma educano alleemozioni della vita: a tutte leemozioni, senza sconti. Èstato rilevato che ascoltareuna storia ad alta voceaumenta la produzione diendorfine nell’ascoltatoreabbassando lo stress e ilmalessere, oltre a favorire lacreazione di sinapsi tra ineuroni, producendointelligenza. Deve peròcrearsi un legame empatico equesto può avvenire al 100%solo dal vivo, e adessoraccontare dal vivo non sipuò. Tuttavia ho scoperto cheanche raccontando tramite loschermo si possono ottenereottimi risultati, ma lo sforzo èdoppio: devi veramenteessere consapevole di comestai parlando e di che cosastai raccontando, per arrivaredritto al cuore».

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INVENTARIOTOSCANA OGGI26 aprile 202018

la storia d’una maturazione. Un ragazzo haa cuore la difesa dell’ambiente e milita in

un’associazione tendente all’estremismo. Poi,pian piano, si rende conto che la scienza e latecnica non sono nemiche: si tratta solod’usarle bene. E naturalmente la scienzabisogna studiarla, per conoscerla epoterla applicare anche allaprotezione della natura.Jordie - così si chiama - è ilprotagonista d’un romanzo breve,con cui Gianni Fochi si rivolge airagazzi fra i dodici e i quindici anni.Vive in una cittadina degli StatiUniti ed è poco più che coetaneodei lettori ai quali il libro si rivolge.Il titolo è Il chimico segreto,ribaltamento di quello con cuil’autore esordì una ventina d’anni fanell’editoria libraria, «Il segreto dellachimica».Fu allora il primo di quattro saggi divulgativi,dedicati nel tempo a chiunque voglia capiretante cose della scienza sconosciuta d’ognigiorno. Rovesciandone il titolo, Fochi(chimico, ricercatore in pensione della ScuolaNormale Superiore di Pisa) intende stavoltaestendere la portata: la forma narrativa hasenz’altro più probabilità di catturarel’attenzione dei lettori adolescenti. Così ancheloro potranno scoprire insieme con Jordie chemolti prodotti, decantati come naturali, nonhanno in realtà nulla di diverso da altri chenon ricorrono a trucchi propagandistici: comerivestire quell’aggettivo d’un valoreinappropriato. Il percorso che avvicina Jordiealla scienza s’intreccia anche con la scopertadella ragazza giusta, che gli ha messo gli occhiaddosso da tempo, mentre lui si perde a lungodietro a Grace dai capelli rossi. Ma Grace è

troppo presa dalla lotta ambientalista, nonsempre per altro basata su fondamenti seri: diJordie dapprima non s’accorge neppure, poiarriva semmai a disprezzarlo perché lui vuoleragionare invece d’accontentarsi di sloganbuoni a entusiasmare i superficiali. La crescita

sentimentale di Jordie garantirà illieto fine tra lui e l’altra che hasaputo aspettarlo.Nelle pagine s’incontrano variconcetti scientifici, e chi conosce ilFochi divulgatore sa che non

sarebbe da lui evitaredi darne spiegazioni,sia pure moltosemplificate: cosasono il pH, l’osmosi, i

due ossidi del carbonio o iperossidi? Ecco allora qualcheriquadro d’approfondimento,

aperto ai lettori più curiosi, ma separato daltesto, in modo da non intralciare lo scorreredella narrazione. Il protagonista capiscegradualmente di essere un chimico segreto,perché nella sua vita la chimica l’accompagnaogni giorno e lui stesso compie azionichimiche vere e proprie, anche se al difuori diun laboratorio. Forse qualche genitore, nonnoo zio, che invitiamo caldamente a regalare Ilchimico segreto a figli e nipoti, vorrà dare allibro un’occhiata prima di passarlo ai giovanidestinatari. Anche qualche adulto scopriràcosì che chimici lo siamo tutti. In segreto.

Gianni Fochi, IL CHIMICO SEGRETO, CarmignaniScienze, 139 pagine, 13 euro (acquisti in libreria o inrete:http: //carmignanieditrice.com/home/289-il-chimico-segreto-gianni-fochi.html).

L. P.

ÈRagazzi,per l’ambiente ci vuole la scienza!

In ondaogni giornosu Tv2000 le fiabedi Martina Folena,ideatrice di unprogetto educativosulla narrazione

per piccini E GRANDI

il LIBRO

Nelle case dei bambini

arrivala Cantastorie