Post on 18-Feb-2019
SICUREZZA E SALUTE DURANTE IL LAVORO
dott.ssa Patrizia Marchegiano
Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione Aziendale ( SPPA )Responsabile Modulo Igiene Ospedaliera
Perchè siete qui......
• l’art. 36 del Dlgs 81/08 sancisce l’obbligo per il Datore di Lavoro di provvedere affinchéciascun lavoratore riceva una adeguata informazione sui rischi per la sicurezza e salute connessi all’attività e sulle misure di prevenzione e protezione
«informazione»: complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro;
«formazione»: processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori ed agli altri soggetti del sistema di prevenzione e protezione aziendale conoscenze e procedureutili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi;
«addestramento»: complesso delle attività dirette a fare apprendere ai lavoratori l’uso corretto di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, e le procedure di lavoro
DEFINIZIONI
PROGRAMMA
8,45 - Organizzazione della prevenzione e della sicurezza ai sensi del D. Lgs. 81/2008 nell'ambito dell'attività assistenziale ( AOU - Policlinico di Modena) e dell'attività di didattica e ricerca ( UNIMORE). I rischi nelle attività sanitarie. La esposizione a rischio chimico e biologico. La corretta gestione dei rifiuti. Gli infortuni e la procedura aziendale per la gestione degli infortuni a rischio biologico. I DPI disponibili in Azienda. Il rischio incendio e la procedura aziendale di gestione dell’emergenza. La segnaletica di sicurezza. Il divieto di fumo. Il sito intranet sui rischi in ospedale.– P. Marchegiano ( RSPP AOU – Policlinico)
10,15 – Intervallo
10,30 – La radioprotezione - Zone ad accesso controllato – La sicurezza in Risonanza magnetica – T. Costi ( EQ ), Nocetti ( Resp.sicurezza RMN)
11,15 – La funzione del Medico competente. Il Servizio di Sorveglianza Sanitaria. Tipologia e modalità di accesso alle prestazioni.- M. Minerva ( Medico competente – Sorveglianza sanitaria)
12,00 – La organizzazione della sicurezza nell’ASL di Modena.
13,00 – Test di gradimento - Registrazione uscita con firma.
Dove si svolgerà la vostra attivitàformativa ?????
Azienda Ospedaliero - Universitaria
di Modena
POLICLINICO
ASSISTENZA
DIDATTICA RICERCA
Azienda USL di Modena
VARIE SEDI
UniMoRe
D.Lgs. n.626/94 (recepimento Direttiva Europea 89/391)
NOVITANOVITANOVITANOVITA’’’’::::Obbligo di effettuare la valutazione dei rischi per la sicurezza e salute dei lavoratori
Istituzione Servizio di Prevenzione e Protezione
Sorveglianza Sanitaria dei lavoratori attraverso la nomina del medico competente
Rafforzamento degli obblighi di informazione e formazione dei lavoratoriRevisione regime sanzionatorio
DLgs. 9 aprile 2008 , n. 81Testo Unico
Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro
Pubblicato su GU 30 aprile 2008
In vigore dal 15 maggio 2008:abrogate le normative precedenti
nei riguardi delle forze armate, … delle università , … le disposizioni del presente decreto legislativo sono applicate tenendo conto delle effettive particolari esigenze …. individuate entro 24 mesi dall’entrata in vigore del D.Lgs. 81/08 ….
DECRETO LEGISLATIVO 81/08Art.3 comma 2
Gli attori della prevenzione
Datore di lavoro
Servizio di Prevenzione e Protezione Aziendale (SPPA)
Medico Competente (MC)
Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS)
Lavoratori
Dirigenti
Preposti
GLI ADDETTI AL PRONTO SOCCORSO
GLI ADDETTI ALL’EMERGENZA
GLI ADDETTI ALL’ANTINCENDIO
Gli attori della prevenzione
Datore di lavoroDatore di lavoroIl soggetto titolare del rapporto di lavoro
con il lavoratore, o comunque, il soggetto che, secondo il tipo e l’organizzazione
dell’impresa, ha la responsabilità dell’impresa stessa ovvero dell’unità produttiva, in quanto
titolare dei poteri decisionali e di spesa
Decreto Legislativo n.81/08(articolo 2)
Decreto Legislativo n.81/08Decreto Legislativo n.81/08(articolo 2)(articolo 2)
DATORE DI LAVORO = DIRETTORE GENERALE
Azienda Ospedaliero - Universitaria di ModenaPOLICLINICO
Azienda USL di Modena
DATORE DI LAVORO = DIRETTORE GENERALE
Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
DATORE DI LAVORO = MAGNIFICO RETTORE
RETTOREDatore di Lavoro
PRORETTOREMODENA
Delegato del Rettore alla sicurezza
PRORETTOREREGGIO EMILIADelegato del Rettore alla
sicurezza
DIRIGENTIDirettori di Dipartimento,
Centri, Biblioteche.Direttore Amministrativo
Responsabili AttivitàDidattica o Ricerca
PREPOSTIPersone che svolgono attività
di coordinamento
LAVORATORI
RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
ADDETTO LOCALE ALLA PREVENZIONE
SISTEMA PREVENZIONEServizio di prevenzione e protezione
Medico CompetenteEsperti Qualificati
Medico Autorizzato
RETTOREDatore di Lavoro
PRORETTOREMODENA
Delegato del Rettore alla sicurezza
PRORETTOREREGGIO EMILIADelegato del Rettore alla
sicurezza
DIRIGENTIDirettori di Dipartimento,
Centri, Biblioteche.Direttore Amministrativo
Responsabili AttivitàDidattica o Ricerca
PREPOSTIPersone che svolgono attività
di coordinamento
LAVORATORI
RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
ADDETTO LOCALE ALLA PREVENZIONE
SISTEMA PREVENZIONEServizio di prevenzione e protezione
Medico CompetenteEsperti Qualificati
Medico Autorizzato
Negli ambienti di didattica e nei
laboratori di ricerca
• Identifica tutti i soggetti esposti a rischio :� all'inizio di ogni anno accademico� prima di iniziare nuove attività� in occasione di cambiamenti rilevanti dell'organizzazione
della didattica o della ricerca
• Elimina o riduce al minimo i rischi in relazione alle conoscenze del progresso tecnico
• Si attiva, in occasione di modifiche delle attività significative per la salute e per la sicurezza degli operatori, affinché venga aggiornato il Documento di valutazione dei rischi
Obblighi del Responsabile AttivitObblighi del Responsabile Attivit àà Didattica o Ricerca Didattica o Ricerca (RADORL)
D.R.D.R. 25/1999 Regolamento Ateneo 25/1999 Regolamento Ateneo -- art. 3art. 3
• Adotta le misure di prevenzione e protezione , prima che le attività a rischio vengano poste in essere
• Informa e forma i collaboratori:� sui rischi specifici connessi alle attività svolte� sulle corrette misure di prevenzione e protezione
• Vigila sulla corretta applicazione delle misure di prevenzione e protezione dai rischi da parte dei collaboratori, con particolare attenzione nei confronti degli studenti e dei soggetti ad essi equiparati
• Si attiene agli adempimenti imposti dalla normativa vigente in quanto dirigente ovvero preposto
Obblighi del Responsabile AttivitObblighi del Responsabile Attivit àà Didattica o Ricerca Didattica o Ricerca (RADORL)
D.R.D.R. 25/1999 Regolamento Ateneo 25/1999 Regolamento Ateneo -- art. 3art. 3
Sono individuati come DIRIGENTI ai sensi del Dlgs. 81/08 I DIRETTORI DI DIPARTIMENTO
Negli ambienti e durante le attività di assistenza dell’AOU Policlinico di Modena
e come PREPOSTI- I Direttori di struttura complessa e di struttura s emplice di area sanitaria
- I Coordinatori tecnico-infermieristici di struttura complessa e semplice
- I Responsabili assistenziali di Dipartimento
La valutazione dei rischi
Definizione
Procedimento di valutazione dell’entità del rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori , nell’espletamento delle loro mansioni derivante dalla presenza di pericoli e dalla probabilità del verificarsi di un evento dannoso sul luogo di lavoro
Documento di Valutazione Documento di Valutazione dei rischi (DVR)dei rischi (DVR)
Misure di Prevenzione e Protezione
� Tecnologia
� Igiene
� Organizzazione
� Procedure
� Informazione
� Formazione
Contribuire all’adempimento degli obblighi necessari per la tutela della sicurezza e della saluteOsservare le disposizioni loro impartite ai fini della protezione collettiva e individuale
Utilizzare correttamente macchinari, attrezzature, sostanze, mezzi di trasporto, D.P.I.
Segnalare le carenze di sicurezza rilevate
Non rimuovere o modificare i dispositivi di sicurezza e non assumere iniziative pericolosePartecipare alle iniziative di formazione
Sottoporsi ai controlli sanitari previsti
D. Lgs. 81/08 art. 20Obblighi dei lavoratori
D. Lgs. 81/08 art. 20Obblighi dei lavoratori
RISCHI PRESENTI NELL’AMBIENTE OSPEDALIERO
AMBIENTE DI LAVOROAMBIENTE DI LAVORO
RISCHI FISICIRISCHI FISICI
RISCHI CHIMICIRISCHI CHIMICI
RISCHIO BIOLOGICORISCHIO BIOLOGICO
RISCHIO CANCEROGENO E MUTAGENORISCHIO CANCEROGENO E MUTAGENO
RISCHIO DA ATMOSFERE ESPLOSIVERISCHIO DA ATMOSFERE ESPLOSIVE
RISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHIRISCHIO DA MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI
RISCHIO DA USO DI VIDEOTERMINALIRISCHIO DA USO DI VIDEOTERMINALI
RISCHIO INCENDIO ED EMERGENZARISCHIO INCENDIO ED EMERGENZA
RISCHI ORGANIZZATIVI ( STRESS, MOBBING ,...)RISCHI ORGANIZZATIVI ( STRESS, MOBBING ,...)
Aree di lavoro ad accesso controllato
- Aree in cui è previsto l’utilizzo di radiazioni ionizzanti e RMN
- Aree in cui siano presenti altri rischi specifici
Sono presenti nelle strutture dell’Azienda Ospedali ero – Universitaria di Modena apparecchiature laser per uso medico di Clas se 3 e 4 . Il rischio da
radiazioni laser è segnalato da:
All'esterno del locale è presente dispositivo dotato di luce di segnalazione lampeggiante con la scritta “LASER IN FUNZIONE "
azionata per mezzo dell'interruttore generale dell' emettitore.
PRESENTI:
AMBULATORI DI OCULISTICASALE OPERATORIE, ...
Le vie d’ingresso delle sostanze o preparati pericolosi possono
essere:
• contatto cutaneo con il prodotto• inalazione di vapori o nebbie• ingestione
• Le informazioni sul grado di pericolosità di una sostanza devono essere fornite attraverso l’etichetta (posta sull’imballaggio) e la scheda di sicurezza.
• L’etichetta segnala i rischi più gravi con appositi simboli di pericolo accompagnati da “frasi di rischio”(R) e “consigli di prudenza” (S)
• La scheda di sicurezza è uno strumento destinato all’utilizzatore professionale che deve essere consegnato all’atto della prima fornitura della sostanza
LA ETICHETTATURALA ETICHETTATURA
LE SCHEDE LE SCHEDE DIDI SICUREZZASICUREZZA
SIMBOLI ED INDICAZIONI DI PERICOLO
Sostanze e preparati in grado di fornire ossigeno e, pertanto, di alimentare un incendio anche in assenza di aria
O
COMBURENTI
Sostanze e preparati i cui gas e vapori formano in aria miscele esplosive e/o facilmente infiammabili in presenza di innesco (punto di infiammabilità < 21 °C)
F
FACILMENTE INFIAMMABILI
Sostanze e preparati che possono esplodere per effetto del calore (urti, sfregamenti ed accensione)
E
ESPLOSIVI
INDICAZIONILETTERA E SIMBOLOCATEGORIA DI
PERICOLO
1
SIMBOLI ED INDICAZIONI DI PERICOLO
Sostanze e preparati in grado di provocare lesioni alla pelle e alle mucose
C
CORROSIVO
Sostanze e preparati in grado di provocare, anche in piccolissime dosi, gravi danni alla salute, fino alla morte
T+ TALTAMENTE
TOSSICITOSSICI
Sostanze e preparati i cui gas e vapori formano con l’aria miscele esplosive e/o infiammabili capaci di innescarsi facilmente per qualsiasi fonte di calore (punto di infiammabilità <0 °C)
F+
ESTREMAMENTE INFIAMMABILI
INDICAZIONILETTERA E SIMBOLOCATEGORIA DI
PERICOLO
4
SIMBOLI ED INDICAZIONI DI PERICOLO
Sostanze e preparati dannosI per l’ambiente ma non per l’uomo (ecotossiche)
NPERICOLOSO PER L’AMBIENTE
Sostanze e preparati che possono provocare danni alla salute più o meno gravi, in relazione alle quantità.)
NOCIVI
Sostanze e preparati che possono provocare arrossamenti e reazioni infiammatorie della pelle e delle mucose
Xi
IRRITANTI
INDICAZIONILETTERA E SIMBOLOCATEGORIA DI
PERICOLO
3
Xn
N
FRASI DI RISCHIO
R 1 Esplosivo allo stato secco
R 2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti di ignizione
R 3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti di
ignizione
R 4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili
R 5 Pericolo di esplosione per riscaldamento
R 6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l'aria
R 7 Può provocare un incendio
R 8 Può provocare l'accensione di materie combustibili
R 9 Esplosivo in miscela con materie combustibili
R 10 Infiammabile
R 11 Facilmente infiammabile
R 12 Estremamente infiammabile
R 14 Reagisce violentemente con l'acqua
R 15 A contatto con l'acqua libera gas estremamente infiammabili
R 16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti
R 17 Spontaneamente infiammabile all'aria
R 18 Durante l'uso può formare con aria miscele esplosive/infiammabili
R 19 Può formare perossidi esplosivi
R 20 Nocivo per inalazione
R 21 Nocivo a contatto con la pelle ................................R22....R23....... ECC
Le principali sostanze chimiche
disinfettantifarmaci antiblasticigas anesteticisolventifissativi ( formaldeide 4 %)
reagenti e preparati ( nelle attività di laboratorio)
I Disinfettanti
GLUTARALDEIDE 2%
ORTOFTALALDEIDE
ACIDO PERACETICO
ALCOOL ETILICO DENATURATO
CLOREXIDINA
IODOFORI
Misure di ControlloSostituzione
Riduzione degli esposti
Limitazione delle emissioni
Ventilazione adeguata ( locali e cappe )
Procedure
DPI ( Dispositivi di Protezione Individuale )Guanti
Respiratori (a filtro, con carboni attivi)
Dispositivi di protezione (corpo, occhi, ecc.)
Prevenzione : Misure di Igiene
Non mangiare, non bere , non fumare , non truccarsi in laboratorio e dove ci sia presenza di sostanze chimiche
Lo smaltimento delle sostanze Chimiche pericolose
Scarico nella rete fognaria : sostanze chimiche pericolose molto diluite ( se consentito dalla normativa vigente )
Raccolta in taniche appositamente destinate all’uso : sostanze chimiche pericolose differenziate a seconda delle eventuali incompatibilità chimiche
Procedura per la gestione degli Procedura per la gestione degli infortuni a Rischio biologicoinfortuni a Rischio biologico
PRINCIPALI MODALITA’ DI INFORTUNIO :Percutanea•• Puntura o taglio accidentale con Puntura o taglio accidentale con
dispositivi pungenti o taglienti dispositivi pungenti o taglienti contaminati con materiale biologico a contaminati con materiale biologico a rischiorischio
Mucocutanea•• Contaminazione di cute lesa o mucosa Contaminazione di cute lesa o mucosa
con schizzi accidentali di materiale con schizzi accidentali di materiale biologico a rischiobiologico a rischio
RISCHIO BIOLOGICO
Misure immediate post infortunio a rischio biologico
Misure immediate post infortunio a rischio biologico
lesioni percutanee (punture/tagli)
fare sanguinare abbondantemente la feritalavare per 10 minuti con acqua e saponedisinfettare con soluzioni a base di iodio o cloro
contaminazione di cute non integra
lavare per 10 minuti con acqua e saponedisinfettare con soluzioni a base di iodio
o cloro
contaminazione della mucosa
sciacquare abbondantemente con acqua o soluzione fisiologica sterile
VALUTI IL SUO CASO E SI COMPORTI COME DESCRITTO
Questa procedura è rivolta a tutti gli operatori sanitari e non sanitari che lavorano all’interno della struttura ospedaliera:
⇒ dipendenti dell’Aziendaospedaliera⇒ dipendenti dell’Università di Modena compresi gli studenti in Medicina, studenti dei corsi di diplomi universitari, medici frequentatori e borsisti ⇒ dipendenti di altre Aziende che comunque lavorano all’interno della struttura
AL SERVIZIO DELL’OPERATORE
Chiunque operi in ospedale può subire un infortunio a rischio biologico. Tale contatto potrebbe determinare gravi conseguenze per la salute del lavoratore.Questo opuscolo contiene una sintesi della PROCEDURA AZIENDALE N°50 e descrive il percorso da seguire in caso di esposizione accidentale a sangue o ad altri liquidi biologici a rischio di trasmissione di infezioni virali.
La Sua collaborazione è
fondamentale affinchè
questo percorso sia
condotto correttamente. La
invitiamo pertanto a
segnalare eventuali carenze
al Servizio di Prevenzione e
Protezione (tel. int. 2810),
solo così possiamo
migliorare.
Il SERVIZIO DI SORVEGLIANZA SANITARIAraccoglie tutta la documentazione relativa all’infortunio da Lei subìto e la conserva nella Sua cartella personale.Nel caso fosse indicata l’esecuzione della profilassi anti- virus dell’epatite B ricordi che:• le Immunoglobuline devono essere praticate possibilmente entro 48 ore dall’infortunio e comunque non oltre il 7° giorno, al Servizio di Sorveglianza Sanitaria (negli orari di apertura) o in Malattie Infettive; • la vaccinazione deve essere effettuata possibilmente entro 96 ore dall’infortunio e comunque non oltre il 14° giorno sempre al Servizio di Sorveglianza Sanitaria.Dopo una settimana circa dall’infortunio contatti il Servizio dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 (tel. int. 2285) per concordare un appuntamento con i Medici Competenti che Le consegneranno gli esami, Le forniranno le spiegazioni richieste e Le daranno indicazioni qualora sia consigliabile eseguire ulteriori esami (follow-up).
INFORTUNIO
Denuncia e consulenza in Malattie Infettive
Paziente fonte noto?
Prelievo se consenziente
SI
NO
Medicina Trasfusionale
Ritiro esami
Eventuale nuova consulenza infettivologica
Ritiro esami al Servizio Sorveglianza Sanitaria
1° CASO: INFORTUNIO CON MATERIALE BIOLOGICO DI PROVENIENZA NON INDIVIDUABILE (NON VI E’LA POSSIBILITA’ DI RISALIRE AL PAZIENTE FONTE)
1 - A CHI RIVOLGERSIInformi immediatamente il medico di guardia o di U.O. strutturato e/o la Caposala che potrebbero aiutarla nella compilazione della prima parte del MOD. INAIL e/o i colleghi per programmare eventualmente la Sua sostituzione.Può rivolgersi subito alle Malattie Infettive se nel Suo servizio non vi èpersonale medico o al Pronto Soccorso qualora sia necessario un trattamento medico (ad es. una piccola sutura in caso di taglio profondo).Successivamente si rechi IMMEDIATAMENTE alle Malattie Infettive per effettuare la consulenza specialistica.
N.B. solo in caso di assoluta impossibilità ad allontanarsi dal servizio (ad es. durante un intervento chirurgico) può telefonare al medico di guardia delle Malattie Infettive il quale eseguirà la consulenza telefonicamente o dove Lei lavora.
2 - LA DENUNCIA DELL’ INFORTUNIO⇒Se Lei è dipendente dell’Azienda ospedaliera: il medico di Malattie Infettive (o Pronto Soccorso) compilerà la prima parte del modulo INAIL (se non compilata nella sua U.O.) e sempre la seconda parte. Di tale modulo il medico tratterrà la 1° copia; Lei dovrà portare il più presto possibile (o spedire via FAX o per posta) la 2°copia copia all’Ufficio Infermieristico (indipendentemente dalla Sua qualifica!) e trattenere la 3° copia per sé.⇒Se Lei è dipendente di un’altra Azienda (es: Università, ditta appaltatrice, Azienda USL, ecc.) porterà il MOD INAIL completo (3 copie) al Suo datore di lavoro. N.B.Questi adempimenti amministrativi sono da eseguire in tempi ristretti e sono importanti per il riconoscimento dell’infortunio da Lei subìto!
3 - LA CONSULENZA INFETTIVOLOGIAIl medico:• Le darà informazioni circa il rischio di infezione e l’opportunità o meno di eseguire una profilassi farmacologica post- esposizione (PPE);• La informerà della necessità di effettuare esami ematici per valutare il suo stato sierologico rispetto ai virus dell’epatite B,C e HIV che saranno eseguiti solo se Lei darà l’ esplicito consenso scritto;• La indirizzerà al Servizio di Medicina Trasfusionale.
4 - AL SERVIZIO DI MEDICINA TRASFUSIONALEIl medico effettuerà un prelievo ematico (se Lei avrà acconsentito) e Le consegnerà un apposito modulo dove saranno riportate le informazioni utiliper il ritiro dei Suoi esami.
3 - RICHIESTA DI CONSENSO INFORMATO AL PAZIENTE FONTE
In questo caso vi è la possibilità di conoscere se l’infortunio è avvenuto con materiale biologico potenzialmente infetto da virus a trasmissione ematica.
Il medico della U.O. che Lei avrà avvisato, potrà controllare nella cartella del paziente fonte se sono già stati eseguiti esami virologici: in caso affermativo potrà comunicarlo egli stesso IMMEDIATAMENTE al medico delle Malattie Infettive, altrimenti potrà richiedere al paziente il consenso scritto (utilizzando l’apposito modulo) ad eseguire tutti o in parte gli esami relativi a Epatite B, C e HIV.
⇒Si ricordi che se il paziente, pur capace, non acconsente all’esecuzione degli esami sopra citati, non è possibile effettuare il prelievo e si dovràseguire la procedura descritta nel CASO n°1. Il comportamento da tenere nei casi in cui risulta impossibile ottenere il consenso, viene descritto in modo dettagliato nella Nota 3 della procedura aziendale n°50.⇒Se è stato ottenuto il consenso è possibile procedere al prelievo che dovrà essere consegnato al Servizio di Medicina Trasfusionale assieme al modulo di consensocorrettamente compilato senza il quale gli esami non saranno effettuati e solo dopo avere eseguitola consulenza infettivologica.
4 - LA CONSULENZA INFETTIVOLOGIA
Questa parte è uguale a quella descritta al punto 3 del 1° caso.
5 - AL SERVIZIO DI MEDICINA TRASFUSIONALESe il paziente ha acconsentito al prelievo consegni provetta e modulo e sarà eseguita la determinazione dell’anti-HIVsul siero del paziente fonte con procedura urgente (entro 2 ore dalla ricezione della provetta). Questo permetterà di valutare l’opportunità di una seconda consulenza in Malattie Infettive e l’eventuale somministrazione della chemioprofilassi post-esposizione (PPE) contro l’infezione da HIV.
Le Linee Guida del Ministero della Sanità consigliano di iniziare tale profilassi, nei casi dove questa èindicata, nel più breve tempo possibile (tempo ottimale entro 4 ore dall’infortunio).
Per tale ragione è fortemente consigliato denunciare al più presto l’infortunio subìto!
Il medico del Servizio Medicina Trasfusionale effettueràanche un prelievo ematico (se Lei avrà acconsentito) e Le consegnerà un apposito modulo dove saranno riportate le informazioni utili per il ritiro dei Suoi esami.
�Quali invece non devono essere considerati liquidi a rischio biologico?
Feci, secrezioni nasali e bronchiali saliva, sudore, lacrime, urina, vomito, tranne nei casi in cui tali materiali contengano sangue in quantità visibile.
� Cosa si intende per infortunio a rischio biologico?
Qualsiasi esposizione parenterale (tagli, punture) o mucosa (schizzi in bocca o occhi) oppure a cute non integra (screpolata, abrasa, colpita da dermatite) con sangue o altri liquidi biologici.
� Oltre al sangue quali devono essere considerati liquidi biologici a rischio?Secrezioni vaginali liquido seminale, cerebro-spinale,sinoviale, pleurico,peritoneale,pericardico amniotico.
�Cosa si intende per “paziente fonte” noto o conosciuto?
Quando il materiale biologico è sicuramente appartenente a quel paziente.
2° CASO: INFORTUNIO CON MATERIALE BIOLOGICO DI PROVENIENZA INDIVIDUABILE (VI E’LA POSSIBILITA’ DI RISALIRE AL PAZIENTE FONTE)
1 - A CHI RIVOLGERSI
2 - LA DENUNCIA DELL’INFORTUNIO
Queste parti sono uguali a quelle descritte nel 1° caso.
OBIETTIVO DEL PERCORSO DIGESTIONE INFORTUNIO
• AVERE A DISPOSIZIONE INFORMAZIONI SU SIEROLOGIA DEL PAZIENTE FONTE
• EFFETTUARE COUNSELLING ED AVVIARE EVENTUALE CHEMIOPROFILASSI ANTIRETROVIRALE
ENTRO
4 ORE dall’esposizione
INFORTUNIO A RISCHIO BIOLOGICO
PAZIENTE FONTE NOTO ?SI’ NO
CONSENSO INFORMATO e PRELIEVO
COMPILAZIONE DENUNCIA INAIL E CONSULENZA IN MALATTIE INFETTIVE
PRELIEVO PERSONALE E CONSEGNA PROVETTA PAZIENTE AL SERVIZIO DI MEDICINA TRASFUSIONALE
REFERTAZIONE URGENTE HIV
EVENTUALI INDICAZIONI
PROFILATTICHE
REFERTAZIONE NON URGENTE HBV -HCV
Percorso post infortunio a rischio biologico
Percorso post infortunio a rischio biologico
compilare il Modulo INAIL
chiedere consenso ed effettuare prelievo al paziente fonte ( se noto )
recarsi in Malattie Infettive
recarsi al Servizio Immunotrasfusionale
eventuale nuova consulenza al Servizio Malattie Infettive
fare riferimento sempre al Servizio di Sorveglianza Sanitaria
A CHI CONSEGNARE LA PROPRIA COPIA DEL MODULO INAIL ?
NELLA SEDE DEL SERVIZIO INFERMIERISTICO – Primo Piano dall’ingresso n. 1
Io sottoscritto……………………..………………………………………………………………….
nato a …………………………….……..………..………………….. il ……………..……………..,
essendo stato informato dal Dr. ……………………… dell’U.O. …………………………….. ..che:
• un operatore in servizio nell’Azienda Ospedaliera ha subito un infortunio per il quale si è accidentalmente contaminato con materiale biologico proveniente dalla mia persona;
• che si renderebbe necessario procedere a un prelievo del mio sangue da analizzare per verificare se in esito alla contaminazione accidentale l’infortunato sia stato esposto o meno al rischio di contrarre un'infezione da virus dell'epatite B e/o da virus dell'epatite C e/o da virus dell'immunodeficienza umana (HIV);
• che tali accertamenti possono essere effettuati solo con il mio consenso;
• che i risultati degli accertamenti effettuati sulla mia persona, con il mio consenso, verranno resi noti al solo personale sanitario deputato alla gestione dell’infortunio, il quale è comunque tenuto al massimo riserbo e s’impegna ad utilizzare tali risultati esclusivamente ai fini della tutela della salute dell’infortunato;
• che in mancanza del mio consenso all’esecuzione di tali accertamenti l’infortunato sarebbe esposto a un ulteriore rischio, che invece risulta evitabile laddove io acconsenta
DICHIARO
� di acconsentire all’esecuzione di tutti gli esami sierologici necessari
� di rifiutare tutti gli esami sierologici che mi sono stati proposti
� di acconsentire all’esecuzione di esami limitatamente a: � anti-HIV � anti-HCV � HBsAg
Dichiaro inoltre di essere stato informato che i risultati degli accertamenti che verranno effettuati saranno inviati al Servizio di Sorveglianza Sanitaria di questa Azienda, ove potrò ritirarli personalmente presentando questo foglio previo appuntamento telefonico (059/422.2286), dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 13.00.
Data………………….
Firma del paziente…………………………… Firma del medico ……..…………………….…….
Firma del genitore (o di chi esercita potestà genitoriale)……………………………………………..
NON E' STATO POSSIBILE ACQUISIRE IL CONSENSO DEL PAZIENTE-FONTE PER IL SEGUENTE
MOTIVO:………………………………………………………………………………………………
………...…………………………………………………………………………………………………
Ricevuto assenso verbale del genitore …………………………………….. via telefonica al
N……………………….. alle ore…………………….
Unità Operativa Malattie Infettive
Io sottoscritto ………………………………………. nato a …………………..……….. il ……………….
� dipendente di ………….……………………….in servizio presso ………..………………………
con la qualifica di ……………………………………………
� altro (specificare) …………………………………………………………………………………
dichiaro
• che in data ………………… alle ore ………………… ho subito un infortunio a rischio biologico per esposizione a materiale biologico di provenienza:
���� non identificabile ovvero non disponibile per gli esami sierologici;
���� identificata nel Sig. ……………………………………………..…..…….. nato il ……………….., di cui produco il prelievo, effettuato previo acquisizione di consenso informato e sul quale è previsto che siano effettuati gli esami sierologici indicati nell'allegato modulo;
• di essere stato informato dal Dr. ……………………………………… della necessità di procedere sulla mia persona a prelievo ematico finalizzato agli accertamenti sierologici inerenti all'infezione da virus dell'epatite B (HbsAg, anti-HBs), epatite C (anti.HCV) e immunodeficienza umana (anti-HIV) e quindi di:
���� acconsentire all'esecuzione degli esami proposti
���� rifiutare tutti gli esami proposti
���� acconsentire all'esecuzione di esami limitatamente a: ���� HBsAg ���� anti-HBs ���� anti-HCV ���� anti-HIV
• che per quanto riguarda l'immunizzazione attiva contro l'epatite B la sua situazione attuale è la
seguente: ���� vaccinato ���� non vaccinato ���� in corso di vaccinazione
• di essere stato informato che devo recarmi immediatamente al Servizio Medicina Trasfusionale.
L'infortunato Data ………………… ora ……………… ……………………….………………………
Spazio riservato al Servizio Medicina Trasfusionale
L’infortunato risulta essere: Il paziente fonte risulta essere: HBsAg ………………………………. HBsAg ………………………….…..
PROCEDURA AZIENDALE PER LA CORRETTA GESTIONE DEI RIFIUTI
Programma aziendale di Raccolta differenziata
RIFIUTI PERICOLOSI A RISCHIO INFETTIVO
pungenti e taglienti
• Da chiudere in modo definitivo al massimoogni 5 giorni!
Esposizione a Rischio biologicoEsposizione a Rischio biologico
NON SOLO A SEGUITO NON SOLO A SEGUITO DIDI INFORTUNIOINFORTUNIO
PAZIENTI INFETTIVI E CONTAGIOSI :PAZIENTI INFETTIVI E CONTAGIOSI :
RISPETTARE LE PRECAUZIONI RISPETTARE LE PRECAUZIONI DIDI ISOLAMENTO ! ISOLAMENTO !
qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro
uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o
accessorio destinato a tale scopo
(Titolo IV D.Lgs 626/94)
I Dispositivi di Protezione Individuale
delle vie respiratoriedelle vie respiratorie ;
degli occhi e del visodegli occhi e del viso;
della testa;
dell’udito:
delle manidelle mani e delle braccia
dei piedidei piedi e delle gambe;
delle altre parti del corpodelle altre parti del corpo;
contro cadute dall’alto.
I DPI possono essere indossati per la protezione :
Obblighi del datore di lavoro
individua i DPI che hanno le caratteristiche necessarie per proteggere i lavoratori
fornisce DPI
assicura il loro mantenimento in efficienza, ( se non sono monouso)
provvede a fornire istruzioni comprensibili ed informa preliminarmente i lavoratori dei rischi dai quali il DPI lo protegge, assicura una adeguata formazione del personale sull’impiego dei DPI e se necessarioorganizza uno specifico addestramento circa l’uso corretto e l’utilizzo pratico dei DPI.
I dirigenti e i preposti, nell’ambito delle rispettive attribuzioni e competenze devono:
informare i lavoratori dei rischi specifici a cui sono esposti
disporre, esigere e controllare che i lavoratori osservino e norme di sicurezza e usino i dispositivi di protezione messi a loro disposizione
Obblighi dei dirigenti e preposti
devono utilizzare i DPI messi a loro disposizione, secondo le informazioni d’uso e secondo quante appreso nei corsi di formazione e addestramento
sono tenuti ad usare con cura i DPI di cui dispongono
non devono apportarvi modifiche
devono segnalare al datore di lavoro i difetti e/o gli inconvenienti riscontrati nei DPI messi a loro disposizione.
Obblighi dei lavoratori
Principali DPI disponibiliPrincipali DPI disponibili• Guanti
– Vinile, lattice, nitrile, polietilene,antitaglio
• Protezione degli occhi– occhiali di sicurezza– schermi
• Protezione delle vie respiratorie – maschere FP1, FP2, FP3– maschere pieno facciali
• Protezioni del corpo– tute – camici idrorepellenti
PRECAUZIONI STANDARDI GUANTI
PRECAUZIONI STANDARDI GUANTI
vinile
lattice
nitrile
antitaglio
da lavoro in gomma
Protezione degli occhi
Le protezioni disponibili sono:•mascherina chirurgica con visiera•occhiali monouso•occhiali pluriuso in policarbonato•occhiali a mascherina con aderenza perfetta al volto “occhiali da sub”
E’ importante decontaminarli dopo l’uso perché possono divenire veicoli di trasmissione. La scelta di indossare un dispositivo o l’altro deve essere fatta in base al tipo di attività da effettuare (ad es. se esiste una elevata probabilità di imbrattamento èconsigliabile utilizzare l’occhiale a mascherina, mentre per una attività breve potrebbe essere indicato l’occhiale monouso),
DPI – FILTRANTI FACIALI “ Mascherine”DPI – FILTRANTI FACIALI “ Mascherine”
Per la protezione degli operatori sanitari e di tutti coloro che assistono un caso di TBC bacillifera viene raccomandato l’uso di maschere FFP2.
Nella esecuzione di particolari procedure assistenziali, che aumentano il rischio di aerosolizzazione delle secrezioni respiratorie, è raccomandabile indossare respiratori
di efficienza filtrante più elevata (FFP3).
95%
98%
Modalità di applicazione della mascherina
1. Tenere il respiratore in mano con lo stringi-naso verso le dita lasciando gli elastici liberi sotto la mano.
2. Posizionare il respiratore sul volto con la conchiglia sotto il mento e lo stringi-naso verso l' alto.
3. Posizionare l'elastico superiore attorno al collo e al di sottodelle orecchie e l'elastico inferiore sulla nuc a.
Modalità di applicazione della mascherina
NOTA: l’efficacia delle maschere si riduce in presenza di barba o basette lunghe che non permettono il contatto diretto con la cute del volto.
5. La tenuta del respiratore sul viso deve essere verificata prima di entrare nell'area di lavoro: coprire quindi con le due mani il respiratore evitando di muoverlo dalla propria posizione ed espirare rapidamente; una pressione positiva all'interno del respiratore dovrebbe essere percepita. Se viene avvertita una perdita aggiustare la posizione del respiratore e/o tensione degli elastici e ripetere le prova.
4. Posizionare le dita di entrambe le mani sulla parte superiore dello stringi-naso: premerlo e modellarlo muovendosi verso le due estremità; evitare di modellare lo stringi-naso con una sola mano per non causare una diminuzione della protezione respiratoria.
Al numero interno 2222 (numero esclusivamente dedicato all’emergenza) risponde la Centrale Operativa di Modena Soccorso.L’operatore che risponde chiederà informazioni a chi effettua la chiamata come: nome, unità operativa, luogo in cui si verifica l’emergenza, presenza di feriti, dettagli sulla emergenza stessa.Successivamente effettuerà le chiamate previste nella procedura aziendale: VVF, addetti all’emergenza in servizio, idraulico, elettricista, medico DS, guardia giurata,Ufficio Infermieristico, DEI
gli addetti all’emergenza chiamati si recano sul posto e tentano di spegnere l’incendio utilizzando gli estintori in attesa dell’arrivo dei VVF
una volta giunti sul posto i VVF assumono il comando delle operazioni
se la struttura è compromessa o vi sono potenziali pericoli i VVF potrebbero decidere per l’evacuazione della zona interessata
Squadra di EmergenzaIl datore di lavoro deve designare per iscritto i componenti della squadra di emergenza, fra i lavoratori che presentano idonei requisiti.I lavoratori non possono rifiutare la designazionese non per un valido e giustificato motivo.D.Lgs. 26/94 - art. 12 comma 3.
Il numero di addetti di cui deve comporsi la squadra di emergenza è determinato dalla valutazione del rischio e dalle operazioni da effettuarsi nel ristretto periodo dell'emergenza.
La squadra di emergenza deve essere sempre presente a pieno organico in azienda, in quanto costituisce un presidio antincendio .
Fuochi generati da combustibili solidi, generalment e di natura organica la cui combustione avviene con produzione di braci (legno, carbone, carta, tessuto, gomma etc.)
Fuochi generati da combustibili liquidi o solidi ch e si possono liquefare (petrolio, olio combustibile, benzina, al cool etc.)
Fuochi generati da gas (metano, propano, GPL, aceti lene,idrogeno etc.)
Fuochi di sostanze chimiche o metalli ( alluminio, magnesio, sodio, potassio, calcio etc.) – in polveri finemente suddivise
Fuochi di natura elettrica cioè i fuochi generati da tutte le apparecchiature elettriche e dai loro sistemi di se rvizio che, anche nel corso della combustione, potrebbero trovarsi sotto tensione.
E
Sono costituiti da apparecchi contenenti una sostan za estinguente che viene proiettata e diretta su un fu oco sotto l’azione di una pressione interna
Devono essere utilizzati unicamente su un principio di incendio in quanto l’estinguente in essi contenuto ha quantitativi limitati
Possono essere:
MOBILI ( Installati su un carrello e non possono superare i 3 00 kg )
PORTATILI ( Utilizzati a mano non possono superare i 20 kg )
Sono chiamati anche “a secco” , sono ormai molto diffusi per le buone caratteristiche dell’estinguente usato, perché si dimostranodi impiego pressoché universale.Sono dotati di un manometro che ha la funzione di segnalare la conservazione della carica. L’utilizzo di tali estintori è sconsigliato su
apparecchiature delicate (per es.computer) o complesse, dove la polvere potrebbe causare seri inconvenienti.
Sono estintori a pressurizzazione,costituiscono una alternativaagli estintori a polvere dei qualiperò non hanno la leggerezza e la conseguente maneggevolezza.Occorre utilizzarli con cautela cercando di non posizionare la mano fuori dalla impugnatura isolante per evitare ustioni da congelamento.La pressione necessaria all’erogazione èquella stessa di compressione del gas.
REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA SUL DIVIETO DI FUMO
Divieto di fumo•In base alla normativa vigente (art. 51 della Legge n. 3 del 16 gennaio 2003) è vietato fumare in tutti i locali chiusi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena compresi gli uffici delle direzioni nelle sedi distaccate nonché i locali adibiti ad archivio, magazzino o ad altro
− Articolo 3 −
REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA SUL DIVIETO DI FUMO
•LEGGE REGIONALE 27 luglio 2007, n. 17 DISPOSIZIONI IN MATERIA DI PREVENZIONE, CURA E CONTROLLO DEL
TABAGISMO
NOVITA’
Art. 3Servizi sanitari, scuole, luoghi di lavoro ed esercizi liberi dal fumo
1. Al fine di tutelare l'igiene ed il decoro dei luoghi adibitiall'erogazione delle prestazioni sanitarie e per gara ntire la tutela della salute dei pazienti che ad esse accedono , nelle strutture sanitarie il divieto di fumare si applica anc he nelle aree aperte immediatamente limitrofe agli accessi ed ai percorsi sanitari, appositamente individuate dai respo nsabilidelle strutture stesse e opportunamente segnalate .
REGOLAMENTO DI ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA SUL DIVIETO DI FUMO
Soggetti cui spetta vigilare, accertare e contestar e le infrazioni•Sono incaricate della vigilanza sull’osservanza del divieto, dell’accertamento e della contestazione delle infrazioni le guardie giurate della Coopservice di Cavriago (R. E.) espressamente adibite a tale servizio. •Viene ribadita la possibilità degli Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria di svolgere tali attività di propria iniziativa, ovvero nell’ambito dei servizi di cui sono incaricati, secondo quanto previsto dall’art. 13, quarto comma, della legge n. 689/1981
− Articolo 5 −
impone l’obbligo negli ambienti di lavoro di predisporre idonea segnaletica di sicurezza per informare i lavoratori sui rischi presenti nell’ambiente di lavoro
Decreto Legislativo n. 81/2008
I segnali di divieto (tondi, con bordo rosso e barra rossa trasversale rossa su fondo bianco) indicano le cose che sono vietate (vietato fumare, vietato usare fiamme libere, ecc.
I segnali di avvertimento sono triangolari e di colore giallo e informano il lavoratore di un pericolo (es. materiale radioattivo, pericolo di incendio, sostanze tossiche, ecc.)
I segnali di prescrizione (tondi e di colore blu) informano il lavoratore che deve assumere un certo comportamento (proteggersi gli occhi, usare il casco, indossare la maschera, ecc.)
I segnali di salvataggio (quadrati o rettangolari e di colore verde) indicano le vie di fuga, le uscite di sicurezza, ubicazione di pronto soccorso, ecc.