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Progetto Finalizzato Climagri – Linea di Ricerca 3.1

Siccità, desertificazione, cambiamenti climatici e agricoltura Siccità, desertificazione, cambiamenti climatici e agricoltura in Italiain Italia

Antonio BrunettiAntonio BrunettiCRACRA--UCEAUCEA

Parte I: Monitoraggio della siccità in Parte I: Monitoraggio della siccità in Climagri Climagri 3.13.1

… Un percorso logico …1) Definizione di siccità

2) Siccità e agricoltura Indicatori meteo-climatici congiunturali: SPI, AW

3) Siccità e desertificazioneIndicatori climatico-ambientali e modelli di stima del rischiodi desertificazione

Tipologie di siccitàTipologie di siccità

•Siccità meteorologica

•Siccità idrologica

•Siccità agronomica

*

Definizioni di siccitàDefinizioni di siccità

Meteorological drought:

“A period of abnormally dry weather sufficiently prolonged for the lack of precipitation to cause a serious hydrologic imbalance in the affected area”.

(Huschke, R.E., ed. 1959, Glossary of meteorology: Boston, American Meteorological Society, 638 p.)*

Definizioni di siccitàDefinizioni di siccità

Hydrologic drought:

“A period of below average water content in streams, reservoirs, ground-water acquifers, lakes and soils”.

(Yevjevich Vujica, Hall, W.A., and Salas, J.D., eds., 1977, Drought research needs. In: Proceedings of the Conference on Drought Research Needs, December 12-15, 1977: Colorado State University, Fort Collins, Colorado, 276 p.)*

Definizioni di siccitàDefinizioni di siccità

Agricultural drought:

“A climatic excursion involving a shortage of precipitation sufficient to adversely affect crop production or range production”.

(Rosenberg, N.J., ed., 1979. Drought in the Great Plains – Research on impact and strategies: Proceedings of the Workshop on Research in Great Plains Drought Management Strategies, University of Nebraska, Lincoln, March 26-28: Littleton, Colorado,Water Resources Publications, 225 p.)*

Ancora sulla siccità

I principali aspetti della siccità:

• Frequenza (numero dei periodi siccitosi per anno)

• Durata (numero di giorni per ogni periodo di siccità)

• Entità (quantità di precipitazioni durante il periodo siccitoso; oppure: entità dell’evapotraspirazione durante il periodo siccitoso)*

Siccità “normale” e “anomala”Siccità “normale” e “anomala”

I periodi siccitosi appaiono come un fenomeno meteorologicocaratteristico del clima Mediterraneo.

Tuttavia, i cambiamenti climatici portano ad una alterazionedei regimi pluviometrici e pertanto determinano periodi siccitosi più lunghi e intensi rispetto all’atteso.

La siccità, se anomala, può dunque innescare fenomeni di desertificazione arrecando danno alle pratiche agricole.

Il nostro interesse è lo studio del regime ‘normale’ dellesiccità e la quantificazione della sua variabilità nell’otticadei cambiamenti climatici.

Perché differenti indicatori?Perché differenti indicatori?

La siccità è un fenomeno complesso e non può essere descritta daun solo parametro;

Ogni indice può descrivere soddisfacentemente situazioni locali,ma è necessario ottenere una descrizione d’insieme del fenomeno;

Deve essere evidenziata la variabilità intrinseca del fenomeno ‘siccità’, e ciò è favorito dall’uso di differenti indicatori che portanoun aumento del contributo informativo;

Attraverso il confronto dei risultati possono essere scelti gli Indicatori che meglio si prestano come tools operativi e previsionali;

Il più usato indice di siccità: Standardized Precipitation Index (SPI)

-Viene utilizzato per monitorare un deficit di precipitazione;

-è un indice standardizzato e può confrontare stazioni climatologicamente differenti;

- necessità di serie storiche lunghe (almeno 30 anni) e prive di dati mancanti (almeno 95% dei dati validi).*

stazione A.M. di Palermo Punta Raisi-3

-2

-1

0

1

2

3

4

1962 1966 1970 1974 1978 1982 1986 1990 1994 1998

anno

SPI

Periodo siccitoso

Classificazione dei valori di SPI e formazione di una scala di entità della siccità

Valore di Valore di SPI SPI EntitEntitàà della siccitdella siccitàà

> 2> 2 Estremamente Estremamente umido umido

DaDa 1.5 a 1.99 1.5 a 1.99 Molto umido Molto umido

DaDa 1.0 a 1.49 1.0 a 1.49 Moderatamente Moderatamente umidoumido

DaDa --0.99 a 0.99 0.99 a 0.99 Nella normaNella norma

DaDa --1 a 1 a --1.49 1.49 Moderatamente Moderatamente secco secco

DaDa --1.5 a 1.5 a --1.99 1.99 Molto secco Molto secco

< < --22 Estremamente Estremamente seccosecco

Variazione dell’indice SPI medio annuo Variazione dell’indice SPI medio annuo (1960(1960--2000) su 25 stazioni2000) su 25 stazioni

del sud Italiadel sud Italia

-1.2

-0.8

-0.4

0

0.4

0.8

1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000

SPI m

edio

ann

uo

L’ultimo decennio si caratterizza come periodo in media siccitoso;la riduzione dell’indice SPI medio nelle 25 stazioni del sud Italia

considerate segue un andamento non lineare e fortemente significativo.

Variabilità di SPI medio annuo (1960Variabilità di SPI medio annuo (1960--2000)2000)

0.4

0.5

0.6

0.7

0.8

0.9

1

1.1

1.2

1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000

SPI a

nnuo

(dev

. st.)

La variabilità dell’indice SPI aumenta costantemente e manifestai valori massimi nell’ultimo decennio.

I periodi più secchiI periodi più secchi

Periodo SPI medio1961-1965 0.0371966-1970 0.0411971-1975 0.2551976-1980 0.3241981-1985 0.3881986-1990 -0.1551991-1995 -0.4601996-2000 -0.617

Acqua disponibile nel suolo (AW) come Acqua disponibile nel suolo (AW) come indicatore di siccità:indicatore di siccità:

Abbiamo esaminato anche l’andamento del parametro Acqua Disponibile nei terreni agricoli (AW) nel periodo di riferimento 1980-2002. I dati vengono forniti dal modello di stima GEO_DB_SAM gestito dal consorzio ITA per conto del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali

L’area di studio è rappresentata da 4 regioni del sud Italia: Campania, Puglia,Basilicata e Calabria, nonché dalla Sicilia e dalla Sardegna.

AW è indicatore delle condizioni di umidità dei terreni in relazione alle loro caratteristiche pedologiche ed è adatto ad una valutazione delle condizioni di carenza idrica, soprattutto per colture agrarie non irrigue.

E’ disponibile per decade e per regione agraria. La regione agraria è una rappresentazione del territorio proposta dall’ISTAT e

descrive il territorio italiano in funzione di aree ad agricoltura omogenea.

Andamento medio di AW per decade e Andamento medio di AW per decade e regione (1980regione (1980--2000)2000)

20

60

100

140

180

1 4 7 10 13 16 19 22 25 28 31 34

Decade

mm

CampaniaBasilicataPugliaCalabriaSiciliaSardegna

Andamento dell’AW nelle regioni agrarie Andamento dell’AW nelle regioni agrarie del sud Italia (1980del sud Italia (1980--2001)2001)

Messina (Sicilia)

60

70

80

90

100

1980

1982

1984

1986

1988

1990

1992

1994

1996

1998

2000

AW

(mm

)

Montagna del Matese (Campania)

80

90

100

110

120

1980

1982

1984

1986

1988

1990

1992

1994

1996

1998

2000

AW

(mm

)

Ripartizione delle 94 regioni agrarie con trend negativo di AW

Regioni costiereRegioni montane

Un esempio per due aree campione

Caratterizzazione delleregioni agrarie contrend negativo di AW

Province e numero di mesi in cui si Province e numero di mesi in cui si èè verificato un trend di diminuzione verificato un trend di diminuzione

delldell’’AW (1980AW (1980--2001)2001)

0 1 2 3 4 5 6

Numero di mesi

Napoli

Cosenza

Catanzaro

Caserta

Salerno

Mess ina

P alermo

Lecce

Reggio C.

Brindis i

……Alcune riflessioni sulla siccità…Alcune riflessioni sulla siccità…- La siccità è un fenomeno ricorrente, ma ogni singolo episodio hauna storia e una natura differente, perché agisce su territoricon differente vocazione agricola e in differenti periodi dell’annoe delle fasi fenologiche.

- L’anomalia nei fenomeni siccitosi, appare quando si verifica unasostanziale deviazione dal regime secco ‘normale’: ciò può esseremolto dannoso per l’agricoltura e per i processi di degrado delterritorio.

- E’ necessario quindi migliorare sia il sistema di valutazione congiunturale delle condizioni di siccità sia la stima della variabilitàdei fenomeni siccitosi rispetto ad un regime ‘medio’.

L’attività di ricerca sulla siccità in L’attività di ricerca sulla siccità in Climagri Climagri linea 3.1linea 3.1

Il gruppo di lavoro

- UCEA, Roma

Dr. Antonio Brunetti

- Dipartimento di Biologia, Trieste

Prof. Enrico Feoli

- Consorzio ITA

Dr. Aldo Giovacchini

-Finsiel S.p.A.

Dr. Angelo Libertà*

Climagri – Linea di Ricerca 3.1

Parte II:Parte II:Desertificazione, cambiamenti climatici e agricoltura in Desertificazione, cambiamenti climatici e agricoltura in

Italia: un modello di stima del rischioItalia: un modello di stima del rischio

Antonio BrunettiAntonio BrunettiCRACRA--UCEAUCEA

Land degradationLand degradation e Desertificazionee Desertificazione“Desertification is land degradation in arid, semi-arid and dry-subhumid areas resulting from various factors, including climatic variations and human activities” (UN Convention to Combat Desertification, 1994).

La desertificazione dipende certamente dalla La desertificazione dipende certamente dalla variabilità del variabilità del clima (e.g., condizioni di siccità)clima (e.g., condizioni di siccità), ma , ma

•• il degrado dei suoli e il degrado dei suoli e •• la perdita di fertilità la perdita di fertilità sono dovuti anche allo sfruttamento intensivo dei terreni e dellsono dovuti anche allo sfruttamento intensivo dei terreni e delle e risorse idriche, alla deforestazione, a pratiche agrorisorse idriche, alla deforestazione, a pratiche agro--pastorali pastorali improprie e cioè all’uso non sostenibile delle risorse naturali improprie e cioè all’uso non sostenibile delle risorse naturali da da parte dell’uomo.parte dell’uomo.

Climagri Climagri 3.13.1

Obiettivi della ricerca:

- valutazione dei modelli concettuali esistenti e progetti in corso sullo studio del rischio di desertificazione (es. CNLD, ESA, DIS4ME, etc.)

elaborare un indice sintetico di sensibilità alla desertificazione e relativecartografie per valutarne l’impatto soprattutto sul territorio agricolo italiano.

- utilizzo di nuovi dati disponibili (es. climatici, AWC), con buona omogeneità e risoluzione spaziale e documentazione tramite metadati

- uso di procedure statistiche (PCA) nella valutazione dell’importanza delle variabili singole

- analisi degli aspetti dinamici del fenomeno (3 periodi di riferimento: 1951-80, 1961-90, 1971-2000), anche nella prospettiva del cambiamento climatico.

Come ?

Gli indicatori di vulnerabilità alla desertificazione Gli indicatori di vulnerabilità alla desertificazione a livello internazionalea livello internazionale

Indicatori complessi

Physical and ecological indicators

Economic indicators

Social indicators

Institutional indicators

Climate, fire, drainage, soils, vegetation, water

Agriculture, cultivation, land use, tourism

Education, de-population, human poverty, pop. density & growth rate, etc.

Policies and plans, policyenforcement protected, areas, etc.

GIS –Sistema esperto

Modelli concettuali per Modelli concettuali per lo studio della lo studio della

desertificazione in desertificazione in Italia: CNLD (1999)Italia: CNLD (1999)

Fonte: DSTN

Il Comitato Nazionale per la Lotta alla Siccità e alla Desertificazione (CNLD) è operativo dal 1999 e ha predisposto una cartografia tematica, relativa agli anni ’90, attraverso quattro strati informativi sovrapposti:

• Clima (indice di aridità): periodo 1961-90•Popolazione (variazione demografica): Cens. 1981-1991•Caratteristiche suolo: Carta dei pedoclimi

•Uso del suolo: CORINE 1990

Sono state infatti costruite tre serie storiche per valutare l’evoluzione del fenomeno:

Fonte: UCEA

La “carta preliminare delle aree sensibili al fenomeno della desertificazione” è stata il punto di partenza per alcune elaborazioni effettuate da UCEA.

RielaborazioneRielaborazione carte carte CNLD: aree vulnerabili CNLD: aree vulnerabili

alla desertificazionealla desertificazione

1951-80: solo buffer 10 km 1961-90 1971-00

Modelli concettuali per lo studio della Modelli concettuali per lo studio della desertificazione in Italia:desertificazione in Italia:L’indicatore ESA (2000)L’indicatore ESA (2000)

Inizialmente proposto da Kosmas (1999) e JRC - Ispra, è stato applicato in Italia in alcuni studi relativi soprattutto alle regioni del sud (Sicilia, Sardegna, Basilicata, Puglia) e in Toscana; uno studio ha riguardato tutto il territorio nazionale.

ESA = (SQI*CQI*VQI*MQI)1/4

L’indicatore di vulnerabilità alla desertificazione, ottenuto con procedura GIS, si basa sulla media geometrica delle informazioni provenienti da 4 indicatori tematici (a loro volta media di numerosi strati informativi):

• Suolo (Soil Quality Index, SQI)• Clima (Climate Quality Index, CQI)• Vegetazione (Vegetation Quality Index, VQI)• Gestione del territorio (Management Quality Index, MQI)

Elaborazione indice ESAElaborazione indice ESA

19611961--9090 19711971--0000

ESAI = (SQI*CQI*VQI*MQI)1/4

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazione: desertificazione:

dal modello ESA all’approccio UCEAdal modello ESA all’approccio UCEA

1.1. Selezione variabili e predisposizione degli strati GISSelezione variabili e predisposizione degli strati GIS

2.2. Trasformazione variabiliTrasformazione variabili

3.3. Creazione griglia Creazione griglia

4.4. Estrazione dati per analisi Estrazione dati per analisi multivariatamultivariata

5.5. PCAPCA

6.6. Assegnazione pesi alle variabiliAssegnazione pesi alle variabili

7.7. Creazione indice sommaCreazione indice somma

La procedura:La procedura:

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazione: le variabilidesertificazione: le variabili

I 4 gruppi tematici sono costituiti da 16 strati informativi che rappresentano altrettanti indicatori ambientali e socio-economici, aggiornati per tre periodi storici consecutivi (1951-80, 1961-90, 1971-00) in modo tale da ricostruire un andamento temporale, a livello nazionale, dagli anni ’50 ad oggi.

In coerenza con l’approccio ESA gli strati tematici sono raggruppati come segue:

- qualità climatica- qualità suolo- qualità vegetazione ed uso del suolo- qualità gestione territorio (popolazione, agricoltura, protezione, fattori ‘sociali’)

Si è cercato di includere il maggior numero di variabili (comprese quelle indicate per i modelli concettuali prima descritti) ritenute significative nella spiegazione dei processi di desertificazione.

++SIAN/UCEAUmidità del suolo

+++SIAN/UCEAPiogge medie annue

+++SIAN/UCEANumero giorni piovosi per anno

+++SIAN/UCEAIndice concentrazione precipitazioni

+++SIAN/UCEACoefficiente di variazione delle piogge a livello annuale

+++SIAN/UCEAIndice aridità

1971-00

1961-90

1951-80

FonteGrandezza

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazione: I. qualità climaticadesertificazione: I. qualità climatica

+

L’indice di aridità rappresenta il principale componente di qualunque indice di desertificazione. L’aridità viene misurata come rapporto tra precipitazione ed evapotraspirazione misurate in un periodo di riferimento sufficientemente ampio

Precipitazione media annuaPrecipitazione media annuaIndice Aridità = Indice Aridità = ------------------------------------------------------------------

Evapotraspirazione media annuaEvapotraspirazione media annua

Indice Definizione zone climaticheIndice Definizione zone climatiche< 0.5< 0.5 Aride e semiAride e semi--aridearide0.5 0.5 –– 0.650.65 SubSub--umide seccheumide secche> 0.65 > 0.65 Umide e iperUmide e iper--umideumide

N.B. Evapotraspirazione potenziale calcolata secondoN.B. Evapotraspirazione potenziale calcolata secondoPenmanPenman--FAO.FAO.

Qualità climatica: l’indice di ariditàQualità climatica: l’indice di aridità

Qualità climatica: l’indice di ariditàQualità climatica: l’indice di aridità

19511951--80 80 19611961--90 90 19711971--2000 2000

L’indice di aridità (IA) evidenzia come alcune aree del sud Italia siano classificabili oggi come semi-aride e sub-umide secche; grazie al contributo degli

ultimi anni, eccezionalmente secchi e caldi, la tendenza è ad un decremento dell’IA nel periodo considerato

+JRC/MATTErosione attuale

+ITA/UCEAContenuto in carbonio organico

+ITA/UCEATessitura

+ITA/UCEAProfondità suoli

+ITA/UCEAAWC

1971-00

1961-90

1951-80

FonteGrandezza

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazione: II. qualità suoli ed erosionedesertificazione: II. qualità suoli ed erosione

AWCAWC TessituraTessitura

Qualità suoli: Qualità suoli:

ProfonditàProfondità Carbonio organicoCarbonio organico

Qualità suoli: Qualità suoli:

Il rischio di erosione del suolo, dovuto all’azione superficialeIl rischio di erosione del suolo, dovuto all’azione superficiale dell’acqua, è dell’acqua, è uno dei principali fattori scatenanti il processo di degrado deiuno dei principali fattori scatenanti il processo di degrado dei suoli suoli

predisponentepredisponente i fenomeni di desertificazione.i fenomeni di desertificazione.

L’erosione viene stimata attraverso un indicatore integrato di pL’erosione viene stimata attraverso un indicatore integrato di perdita dei erdita dei suoli, che tiene conto dell’suoli, che tiene conto dell’erosivitàerosività delle piogge, dell’delle piogge, dell’erodibilitàerodibilità dei suoli, in dei suoli, in

base alle caratteristiche intrinseche del suolo stesso (K), dellbase alle caratteristiche intrinseche del suolo stesso (K), delle e caratteristiche orografiche del territorio (L, S), della copertucaratteristiche orografiche del territorio (L, S), della copertura vegetale e di ra vegetale e di

uso del suolo (C).uso del suolo (C).

L’indice di rischio è computato in base alla L’indice di rischio è computato in base alla UniversalUniversal SoilSoil LossLoss EquationEquation(USLE), che esprime la perdita di suolo (A) stimata (in tonnella(USLE), che esprime la perdita di suolo (A) stimata (in tonnellate per te per

ettaro e per anno), e che viene calcolata come A = R*K*L*S*C.ettaro e per anno), e che viene calcolata come A = R*K*L*S*C.

ErosioneErosione

Erosione dei suoliErosione dei suoli

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazione: desertificazione:

III. qualità della vegetazione III. qualità della vegetazione –– uso del suolouso del suolo

+Progetto LACOAST

++Corine – Land Cover

Resistenza a siccità e incendi (classi)

1971-00

1961-90

1951-80

FonteGrandezza

CorineCorine--Land cover 1990Land cover 1990 CorineCorine--Land cover 2000Land cover 2000

Qualità vegetazione/uso suolo: Qualità vegetazione/uso suolo:

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazione: IV. qualità della gestione del territoriodesertificazione: IV. qualità della gestione del territorio

+Lacoast

++CORINE

Indice di intensità uso suolo

+++ISTATVariazione demografica (%)

+++ISTATDensità demografica (ab./km2)

1971-00

1961-90

1951-80

FonteGrandezza

Qualità gestione territorio: Qualità gestione territorio:

19811981 19911991 20012001

Densità demografica Densità demografica

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazione: metodologiadesertificazione: metodologia

-- Ogni variabile viene associata al concetto diOgni variabile viene associata al concetto di‘predisposizione al rischio di ‘predisposizione al rischio di desertificazione’desertificazione’,,sulla base della letteratura recente (modellisulla base della letteratura recente (modelliCNLD ed ESA)CNLD ed ESA)--Le variabili vengono normalizzate.Le variabili vengono normalizzate.--Gli strati GIS corrispondenti vengonoGli strati GIS corrispondenti vengonoaggregati, ottenendo un indicatore somma.aggregati, ottenendo un indicatore somma.

SUOLO ED EROSIONE

POPOLAZIONE ED IMPATTO ANTROPICO

COPERTURA DEL SUOLO E VEGETAZIONE

INDICE SINTETICO

Normalizzazione, PCA e somma delle mappe

CLIMA

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazionedesertificazione

Problemi :Problemi :

-- Nell’indice somma vanno inserite tutte le variabili o ci sono Nell’indice somma vanno inserite tutte le variabili o ci sono variabili ridondanti?variabili ridondanti?

-- Le variabili non ridondanti hanno tutte la stessa importanza? Le variabili non ridondanti hanno tutte la stessa importanza?

-- Che pesi attribuire a ciascuna variabile?Che pesi attribuire a ciascuna variabile?

NOTA: NOTA:

si tratta di problemi irrisolti nelle applicazioni degli altri msi tratta di problemi irrisolti nelle applicazioni degli altri modelliodelli

Risposta: analisi in componenti principaliRisposta: analisi in componenti principali

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazionedesertificazione

Analisi multivariata: RisultatiAnalisi multivariata: Risultati

-- Due variabili Due variabili (profondità e umidità del suolo)(profondità e umidità del suolo) sono sono ridondanti e pertanto sono ridondanti e pertanto sono escluse escluse dall’analisi finale.dall’analisi finale.

-- I principali contributi al modello vengono forniti dalle I principali contributi al modello vengono forniti dalle dimensioni clima e suolo.dimensioni clima e suolo.

-- Le variabili che danno il contributo maggiore sono Le variabili che danno il contributo maggiore sono l’indice di aridità e l’AWC.l’indice di aridità e l’AWC.

-- L’analisi ripetuta per i 3 periodi storici (1951L’analisi ripetuta per i 3 periodi storici (1951--80, 80, 19611961--90, 197190, 1971--2000) fornisce risultati comparabili.2000) fornisce risultati comparabili.

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazionedesertificazione

Analisi multivariata: RisultatiAnalisi multivariata: Risultati

Si può trasformare l’indicatore a contributi non pesati:Si può trasformare l’indicatore a contributi non pesati:

ESA = (SQI*CQI*VQI*MQI)1/4

in un apposito indicatore somma pesato:in un apposito indicatore somma pesato:

RD = RD = Σ Σ ppijijVVjj

con con VVjj = valore associato alla j= valore associato alla j--esima variabile inserita nel modelloesima variabile inserita nel modelloe e ppijij = peso attribuito a ciascuna variabile mediante PCA= peso attribuito a ciascuna variabile mediante PCA

19611961--19901990 19711971--20002000

Verso una cartografia aggiornata del rischio Verso una cartografia aggiornata del rischio desertificazione: mappe degli indici sommadesertificazione: mappe degli indici somma

REGIONE mediadeviazione standard media

deviazione standard

variazione assoluta

variazione percentuale

Sicilia 2.91 0.33 3.12 0.31 0.21 7.2%Sardegna 2.74 0.26 3.01 0.23 0.27 9.7%Puglia 2.72 0.24 2.95 0.23 0.23 8.3%Molise 2.49 0.40 2.68 0.39 0.19 7.7%Basilicata 2.33 0.38 2.62 0.32 0.29 12.5%Calabria 2.22 0.35 2.51 0.31 0.29 13.1%Abruzzo 2.29 0.38 2.51 0.34 0.22 9.4%Emilia Romagna 2.35 0.30 2.50 0.26 0.15 6.5%Marche 2.21 0.31 2.43 0.30 0.22 10.1%Lazio 2.15 0.37 2.41 0.35 0.25 11.7%Piemonte 2.19 0.37 2.38 0.31 0.19 8.7%Campania 2.08 0.32 2.38 0.30 0.30 14.2%Umbria 2.12 0.32 2.32 0.28 0.20 9.3%Liguria 2.14 0.34 2.31 0.30 0.17 7.9%Toscana 2.07 0.33 2.31 0.31 0.23 11.3%Val d'Aosta 2.01 0.35 2.23 0.25 0.22 11.0%Lombardia 1.99 0.45 2.17 0.40 0.18 9.0%Veneto 1.98 0.37 2.13 0.37 0.15 7.4%Friuli Venezia Giulia 1.88 0.31 1.95 0.30 0.07 3.6%Trentino Alto Adige 1.65 0.30 1.78 0.24 0.13 8.0%

1961-1990 1971-2000Indice somma pesatavariazione (media 71-00 meno

media 61-90)

Alcuni prodotti della linea di ricercaAlcuni prodotti della linea di ricerca-Incerti G., Feoli E., Salvati L. & Brunetti A. 2005. Drought estimation through a neural network approach. Int. J. Biometeorology, in press.-Salvati L., Libertà A. & Brunetti A. 2005. Bio-climatic evaluation of drought severity: a computational approach using dry spells. Biota – Journal of Biology and Ecology, in press.-Salvati L., Ceccarelli T. & Brunetti A., 2005. Geodatabase sul rischio di desertificazione in Italia. CRA-UCEA & Agrisian, Collana Climagri n. 30 (Atlante + CD), 72 pagine.-Salvati L., Giordano F., Ceccarelli T., Viti S., Di Leginio M., De Carli G., L. Perini, A. Brunetti& A. Luise, 2006. Il rischio di desertificazione in Italia: analisi degli indicatori, delle procedure cartografiche e delle metodologie di valutazione. Manuali e Linee Guida APAT (Atlante + CD), 128 pagine.-Salvati L., Ceccarelli T. & Perini L., 2006. Degrado del territorio, fattori di pressione e fenomeni di desertificazione in Italia – Vulnerabilità ambientale nello scenario del cambiamento climatico: un’analisi a livello comunale. CRA-UCEA & Agrisian, Collana Climagri n. 50 (Atlante + CD), 196 pagine.-Salvati L., Incerti G., Giovacchini A., Feoli E. & Brunetti A., 2005. Monitoraggio della siccità in agricoltura tramite il telerilevamento. CRA-UCEA, Collana Climagri n. 40, 64 pagine.-Salvati L., Ceccarelli T. & Brunetti A. 2005. Agricoltura e fenomeni di desertificazione: indicatori tematici e stima della vulnerabilità del territorio. CRA-UCEA Working Paper no. 1, 24 pagine.-Scarascia M.E., Di Battista F. & Salvati L. 2005. Water resources in Italy: availability and agricultural uses. Irrigation and Drainage – ICID International Journal, in press.

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