Settembre 27, 2013 Redazione esiste. Rappresentarla è un ... · «LO SPOT DEVE FAR SOGNARE»....

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27/09/13 «La "famiglia Barilla" esiste. Rappresentarla è un peccato?» | Tempi.it

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«Ci sarà pure un 90 per cento di coppie fatte da un uomo e una donna? E allorapossiamo crocifiggere Barilla che dice “a loro noi ci rivolgiamo?”»

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Contri (Pubblicità Progresso): «La “famiglia Mulino bianco”esiste. Rappresentarla è un peccato?»

Settembre 27 , 2013 Redazione

Alberto Contri, presidente di Pubblicità Progresso e docente di Comunicazione sociale allo Iulm, in una

interv ista a Lucia Bellaspiga pubblicata oggi da Avvenire, concede una dose di ragione alla presidente

della Camera Laura Boldrini, che nei giorni scorsi si è scagliata contro gli stereotipi femminili e familiari

trasmessi dalla pubblicità. «La battaglia contro gli stereotipi è sacrosanta», dice Contri. «Una società

moderna si deve evolvere e una donna spogliata per reclamizzare una colla o un’auto va contro la

decenza». Occorre però stare attenti a non «cadere nello stereotipo opposto, del tutto distante poi da

quella che è la realtà di tutti i giorni».

COSA C’ENT RA IL FEMMINICIDIO? In fondo – è il ragionamento di Contri – le casalinghe che tanto

scandalizzano la Boldrini esistono, così come esistono le mamme che semplicemente cucinano per la

famiglia. È perciò sbagliato stigmatizzare le aziende che le scelgono come testimonial delle loro

pubblicità, dal momento che «lo spot, per sua stessa natura, non può anticipare il sentire della gente

perché non verrebbe capito», ma semplicemente «acchiappa un fenomeno già pubblico e lo rilancia».

Infatti non è vero che all’estero nessuno fa pubblicità con le famigliole felici, come sostiene la Boldrini: «Al più è il contrario. La Boldrini dovrebbe andare al

Festival di Cannes delle pubblicità e si renderebbe conto».

Completamente sbagliato secondo Contri è incolpare i creativ i italiani di tutti i mali che riguardano le donne: «Sparare tout court sulla donna nella pubblicità

come fa la terza carica dello Stato è semplicistico e fuorv iante. Non è Miss Italia o la pubblicità del rossetto a portare ai femminicidi», il problema è

soprattutto educativo.

«LO SPOT DEVE FAR SOGNARE». Discorso analogo vale per il caso Barilla. «La tanto v ituperata

famigliola sempre felice non descrive tutte le situazioni esistenti, ma lo stesso avv iene per ogni spot, che per

definizione ti deve far sognare… Certo per vendere la pasta non metti due coniugi che litigano separandosi», fa

notare Contri. In Italia «ci sarà pure un 90 per cento di coppie fatte da un uomo e una donna? E allora

possiamo crocifiggere Barilla che dice “a loro noi ci rivolgiamo?”».

Nonostante le presunte “conquiste civili” degli altri paesi in tema di coppie lgbt, magari in Italia esiste

ancora qualcuno che sogna un modello di «famiglia classica», come l’ha chiamata Guido Barilla nella sua

interv ista alla Zanzara. Quel modello si può ancora comunicare – domanda provocatoriamente il presidente di

Pubblicità Progresso – oppure «rappresentarlo è un peccato?».

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