Post on 27-Oct-2019
Prove geotecniche di laboratorio per la definizione del modello geotecnico di sottosuolo
Anna d’Onofrio
Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale Università degli studi di Napoli Federico II
Convegno su
La qualità delle indagini geotecniche
Piacenza, 7 ottobre 2016
Il Modello Geotecnico è una rappresentazione (più o meno semplificata) del sottosuolo reale che, sulla base di
•caratteristiche tipologiche e prestazionali del manufatto da realizzare•risultati di specifiche indagini e prove geotecniche
definisce e caratterizza in termini geometrici, fisici e meccanici il volume di terreno che è significativamente coinvolto nel problema da analizzare.
IL MODELLO GEOTECNICO DI SOTTOSUOLO
Un ingrediente fondamentale del progetto geotecnico è
Il Modello Geotecnico di Sottosuolo
Le prove di laboratorio sono un supporto indispensabile alla progettazione geotecnica
Nonostante ciò, molto spesso sono vissute come un fastidioso inconveniente, un dovere da assolvere necessario solo formalmente
E’ necessario eseguire prove di buona qualità, realmente rappresentative del problema in esame (UTILI!!)
COME GARANTIRE L’UTILITA’ DELLE PROVE?
Prove male eseguite con apparecchiature non adeguate (e la cattiva conoscenza dell’ingegneria geotecnica) contribuiscono a questa cattiva fama
ABBIAMO BISOGNO DI INDAGINI !!
SOMMARIO: prove geotecniche di laboratorio
•Le prove di laboratorio più note
•Le prove triassiali
- Procedure sperimentali
- Rappresentatività dei risultati
- Difetti sperimentali
•Le prove di laboratorio per la caratterizzazione dei terreni
sotto azioni dinamiche
- Quali prove
- Quali parametri
•Conclusioni
LE PROVE DI LABORATORIO PIU’ NOTE: le classiche
Prova Triassiale
Prova Edometrica Prova di taglio diretto
Obiettivo:
Determinare le caratteristiche diresistenza a taglio
(di picco, di stato stazionario, residua)
su provini consolidati in condizioni k0
mediante controllo di sforzi normali e misura di quelli tangenziali
Obiettivi:
1) Determinare le caratteristiche di compressibilità/rigonfiamento 1D
(legame costitutivo in condizioni edometriche h impedita)
2) Determinare le caratteristiche di consolidazione
3) Ricostruire la storia tensionale del campione
Obiettivo:
Determinare le caratteristiche diresistenza (non la residua!)
e di deformabilità in tensioni efficaci
controllando le condizioni di drenaggio
e l’applicazione delle tensioni principali in condizioni di assialsimmetria
E’ una prova in cui un provino cilindrico viene caricato applicando uno stato tensionale esterno assialsimmetrico
asse di simmetria
so
sv
so
Il provino è sottoposto ai seguenti vincoli:
• rigidi sulle due basi cilindriche(imposizione di spostamento verticale uguale per i punti appartenenti alla sezione di base);
• deformabile sulla superficie laterale(imposizione di una tensione radiale costante)
vincoli misti
LA PROVA TRIASSIALE
A B s
q=sv-so
A
B
p
3
1
q
Prova tradizionale di compressione: so=costante (q/p=3)
Difetti di questo percorso:
• Impone una variazione di p (difetto ai fini della caratterizzazione per la modellazione costitutiva)
• Impone un percorso non realistico (difetto ai fini di una caratterizzazione semplificata)
• Raggiunge la rottura per elevati valori di q
LA PROVA TRIASSIALE: la tradizionale
a
Durante la costruzione e la vita di un’opera, si modifica lo stato tensionale nel terreno: cambiano i valori e ruotano le direzioni principali.
A
B
A
B
A
B
A
B
sv
so
I parametri geotecnici operativi nei
punti A e B non sono gli stessi
IL PERCORSO DI CARICO
La maggior parte dei parametri geotecnici (rigidezza, resistenza di picco, ecc.) dipende dalle condizioni di stato (porosità, stato tensionale, storia dei carichi), e quindi anche dalla sequenza di applicazione dei carichi.
Nella (buona) progettazione servono tutti questi parametri. Occorre scegliere di volta in volta le prove di laboratorio più idonee a determinarli
0.600
0.650
0.700
0.750
0.800
0 200 400 600 800 1000
p'
e
ind
ice
de
i vu
oti, e
0
50
100
150
200
250
300
0 200 400 600 800 1000
p'
Go
(M
Pa
)
carico (OCR=1)
scarico (OCR>1)
QUALI PARAMETRI E QUALI PROVE
Sebbene la prova triassiale non possa abbandonare il vincolo della simmetria radiale, è possibile concepire apparecchiature che controllino e regolino in modo automatico ed indipendente le tensioni orizzontali e
quella verticale per consentirne qualsiasi combinazione
asse di simmetria
so
sv
sos1=
s3=
= s2
sv
A
B
so
q=sv-so
A
B
p
GRANDISSIMO VANTAGGIO SPERIMENTALE
LA PROVA TRIASSIALE: l’evoluta
Percorsi rappresentativi di possibili condizioni reali (spinte a sv=cost)
oq s
o3
2p s 2
3
p
q
q=sv-so
A
B
p
AB
sv
so
2
3
Percorso attivo: sv=costante, 0o s
q=sv-so
A
Bp
sv
A B
so
2
3
Percorso passivo: sv=costante 0o s
LA PROVA TRIASSIALE: l’evoluta
LA PROVA TRIASSIALE : esempio di apparecchiatura evoluta
RAM CELL PP MAIN
Interfacce
Air/H2O
RAM CELL
H2O
RAM
H2O
CELL
H2O
MAIN
Air
PP
Vol.
Gauge
LVDT
LVDT
RAM
CELL
Suction cup
Dre
na
gg
i
Cella triassiale tipo Bishop per terreni a grana fina (UniNa)
pannello di controllo pressioni
misura variazioni di volume
LA PROVA TRIASSIALE : esempio di apparecchiatura evoluta
Cella triassiale tipo Bishop per terreni a grana grossa.
Università di Napoli
1. E’ l’unica prova di laboratorio a rottura che unisce semplicità ed affidabilità
2. Può essere usata in modo molto più esteso di quanto non sia fatto nella pratica corrente se si passa alle celle a percorso di carico controllato (prove triassiali evolute)
3. La cella a percorso di carico controllato consente con ragionevole facilità di simulare percorsi di carico anche molto complessi (ad esempio carichi ciclici, percorsi misti ecc.)
4. Non ha bisogno di competenze diverse da quelle già disponibili
LA CONVENIENZA DIPENDE ANCHE DALLA QUALITA’
LA PROVA TRIASSIALE: conviene?
1. Le basi non sono lisce (insorgono sforzi di taglio)
2. La deformazione non è omogenea, ed il provino perde la forma cilindrica
3. A grandi livelli di deformazione, gli spostamenti tendono a localizzarsi lungo superfici di scorrimento ben definite
4. Le misure di spostamenti, forze e pressioni sono affette da errori e limiti fisici
LA PROVA TRIASSIALE : principali difetti sperimentali
Qual è l’effetto degli sforzi di taglio sulle basi?
Sviluppo di zone coniche più rigide e resistenti, che introducono discontinuità di comportamento all’interno del campione
Drescher e Vardoulakis, 1982, Geotechnique 32, 4
cunei “rigidi”H
D
1. Le basi non sono lisce (insorgono sforzi di taglio)
LA PROVA TRIASSIALE: difetti e rimedi sperimentali
Incremento fittizio dell’angolo di attrito
Rimedio Classico: provino snello (H=2D).
Vantaggi:• ha una zona centrale non affetta dagli effetti di bordo • consente la formazione e lo sviluppo di superfici di rottura• consente la misura locale degli spostamenti
Effetto di bordo trascurabile per H/D=2
LA PROVA TRIASSIALE: difetti e rimedi sperimentali
Rowe e Barden, 1964
Classica soluzione:uso di membrane lubrificate
Kirkpatrick, 1968Una soluzione alternativa
Il collegamento idraulico con il drenaggio è garantito dalla carta da filtro posta sulla superficie laterale tra provino e membrana
LA PROVA TRIASSIALE: difetti e rimedi sperimentali
Non omogeneità delle deformazioni
necking
Prove di compressione Prove di estensione
Dubbi sull’interpretazione:
• Quale è l’area del provino?• Quale è l’altezza?• Quale è lo stato tensionale da
considerare?• Quali le deformazioni?
Esempio di rimedio per ridurre gli sforzi di taglio sulle basi in presenza di localizzazione
LA PROVA TRIASSIALE: difetti e rimedi sperimentali
Misura esterna dello spostamento assiale
Misura esterna del carico assiale
Rigidezza del sistema di carico limitata
Attrito pistone-boccola
Connessione pistone – provino non controllata
Errori di misura in una cella triassiale
Risoluzione limitata dell’attuatore dei carichi verticali
LA PROVA TRIASSIALE: difetti e rimedi sperimentali
LA PROVA TRIASSIALE: difetti e rimedi sperimentali
Telaio esterno rigido
Attuatore dei carichi assiali con elevata risoluzione
Possibili rimedi agli errori di misura in una cella triassiale
LA PROVA TRIASSIALE: difetti e rimedi sperimentali
Misura interna del carico assiale
Misura interna dello spostamento verticale
Misura locale dello spostamento verticale
Possibili rimedi agli errori di misura in una cella triassiale
0
10
20
30
40
0,000 0,002 0,004 0,006 0,008 0,010
Proximitor - f.s.=8 mm
LVDT
Proximitor - f.s.=1.5 mm
Media LDT
LVDT - esterno
proximitor - interno
proximitor - interno
media LDT - locale
Deformazione assiale, a (%)
Te
nsio
ne
de
via
toric
a,
q (
kP
a)
0
100
200
300
400
500
600
700
0 2 4 6 8 10 12
LVDT-esterno
proximitor - interno
proximitor - interno
ldt - locale
ldt - locale
ldt - media
Deformazione assiale, a (%)
Te
nsio
ne
de
via
ro
ric
a,
q (
Kp
a)
0
100
200
300
0,0 0,2 0,4
Tensio
ne d
evia
tori
ca, q [kP
a]
Deformazione assiale, a [%]
IDT
GS 8 mm
GS 1.5 mm
LDT 1
LDT 2
LDT avg.
0
100
200
300
400
500
600
700
0 2 4 6 8 10 12
VRJ1 p'= 200 kPa
= 0.02%/min
LVDT
GS8
GS1.5
ldt1
ldt2
ldt avg
Deformazione assiale, a, (%)
Tensio
ne d
evia
rori
ca, q (
Kpa)
0
50
100
150
200
250
300
0,0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5
Te
nsio
ne
de
via
tori
ca
, q
(k
Pa
)
Deformazione assiale, a (%)
LVDT - esterno
proximitor - interno
proximitor - interno
LDT - locale
LDT - locale
LDT - media
Argilla di Vallericca p’0=200 kPa
Confronto tra misure del tipo 1, 2, 3
1: LVDT esterno2: proximitor interno3: LDT locale
LA PROVA TRIASSIALE: confronto tra misure di spostamento
SOMMARIO: prove geotecniche di laboratorio
•Le prove di laboratorio più note
•Le prove triassiali
- Procedure sperimentali
- Rappresentatività dei risultati
- Difetti sperimentali
•Le prove di laboratorio per la caratterizzazione dei terreni
sotto azioni sismiche
- Quali prove
- Quali parametri
•Conclusioni
PERCHE’ UNA CARATTERIZZAZIONE DEI TERRENI SOTTO AZIONI DINAMICHE
faglia
Propagazione profonda
Moto sismico di
riferimento
effetti di sito subsidenza liquefazione franesismometro
Sorgente
sismica
SOLLECITAZIONI SU UN ELEMENTO DI TERRENO IN CONDIZIONI SISMICHE
taglio semplice (per le tensioni) distorsionale (per le deformazioni)
Stati di interesse:
pp
ppG
S
D
W4
WD
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
deformazione tangenziale, (%)
G/G
0 D
u/ s
' 0
0
5
10
15
20
25
D (
%)
small largemedium
All’aumentare di :
- la rigidezza G diminuisce
- lo smorzamento D aumenta
Drenaggio libero
Terreni non saturi
Drenaggio impedito
Terreni saturi
variazioni di volume v sovrapressioni interstiziali Dudegradazione ciclica [G(), D() = f(Ncicli)]
distorsioni permanenti s
Oltre la soglia volumetrica v
- si verifica accoppiamento
volumetrico-distorsionale
Do
min
io e
lastico
line
are
Do
min
io n
on
line
are
sta
bile
Dom
inio
no
n lin
ea
re
no
n r
eve
rsib
ile
si osservano:
COMPORTAMENTO NON LINEARE E DISSIPATIVO
SOVRAPRESSIONI INTERSTIZIALI, LIQUEFAZIONE
Collasso per Liquefazione
(sabbie sciolte)Sabbia del fiume Fuji (Ishihara, 1985)
•aumento improvviso di deformazioni tangenziali•accumulo irreversibile di sovrapressioni interstiziali
1u
o
s
D0tan)u(tan of Dss
rapporto tensionale a rottura, f/s0
numero di cicli, NC
)N(f Cof s
resistenza ciclica non drenata
Questa condizione si verifica per un rapporto tensionale decrescente con il numero di cicli.
No liq.
Liq.
LE PROVE DI LABORATORIO PIU’ NOTE: le cicliche
Prova triassiale ciclica
Prova di taglio semplice ciclico
Prova di taglio torsionale ciclico e dinamico
Obiettivi:
Determinare le caratteristiche di
resistenza e di deformabilità in condizioni di taglio semplice
Determinare la curva di resistenza ciclica
Obiettivo:
Determinare le caratteristiche di
resistenza e di deformabilità in condizioni triassiali cicliche imponendo
• Tensione radiale costante eCicli Dq in compressione-estensioneOppure • tensione radiale variabilein opposizione di fase con i cicli Dq
Obiettivo:
Determinare le caratteristiche di
deformabilità e dissipazione in condizioni di taglio semplice applicando una sollecitazione isotropa e una coppia torcente alla testa del provino in condizioni quasi statiche o dinamiche
risultato tipico: rapporto tensionale ciclico (q/sr):Nc
direzione fissa delle tensioni principali condizioni in sito Non riproduce le condizioni di carico presenti in sito
Cicli di estensione-compressione a f costante.Controllando separatamentepressione di cella sr e tensione assiale sa
è possibile riprodurrequalsiasi percorso di sollecitazione.
f = 0.01-1 Hz
Tecnica di esecuzione:
Prestazioni:
LA PROVA TRIASSIALE CICLICA - CTX
LA PROVA TRIASSIALE CICLICA: esempio di risultati sperimentali
-150
-50
50
150
250
350
450
0 50 100 150 200 250 300 350
Devia
tor
str
ess,
q (
kP
a)
Mean effective stress , p' (kPa)
-150
-100
-50
0
50
100
150
-5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5
q (kP
a)
εa (%)
εa=5%
-5
-4
-3
-2
-1
0
1
2
3
4
5
-0.6
-0.5
-0.4
-0.3
-0.2
-0.1
0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0 500 1000 1500 2000 2500
Axia
l stra
in, ε
a (%
)
Cycli
c s
tress r
ati
o, C
SR
Ncyc
CSR
εa (%)
εa =
5%
-1
-0.8
-0.6
-0.4
-0.2
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
-0.6
-0.5
-0.4
-0.3
-0.2
-0.1
0
0.1
0.2
0.3
0.4
0.5
0.6
0 500 1000 1500 2000 2500
Excess p
ore
pre
ssu
re ra
tio, R
u
Cycli
c s
tress r
ati
o, C
SR
Ncyc
CSR
Ru
Ru =0.9
Ncyc
Ncyc
Ncyc
Prove su campioni indisturbati di piroclastiti napoletane (p'=100 kPa, Δq=±60 kPa, f=0.006 Hz)
LA PROVA di TAGLIO SEMPLICE CICLICO - CSS
difficoltà misura tensioni normali orizzontali sr percorsi tensionali ? distribuzione tensioni/deformazioni non-uniformeDifficoltà nella misura delle pressioni neutredirezione variabile delle tensioni principali = condizioni in sito
Cicli di taglio semplice simmetrici a f costante.È controllabile la sola tensione verticale sv
(stato tensionale di confinamento tipo k0)
Campo di frequenze tipico:
f = 0.01-1 Hz
Tecnica di esecuzione:
Prestazioni:
Campo di deformazioni investigato:
NGIDSDSS
Apparecchiatura di taglio semplice ciclico con doppio provino (DSDSS)
versione UCLA in dotazione all’Università di Roma La Sapienza
PROVA CSS: apparecchiature avanzate
Prove DSDSS sull’argilla di Santa Barbara (D’Elia, Lanzo, Pagliaroli, 2003)
-0.0004 -0.0002 0 0.0002 0.0004
-0.25
-0.125
0
0.125
0.25
Sh
ear
stre
ss,
(kP
a)
c=0.00038%
-0.0038 -0.0019 0 0.0019 0.0038
-2.1
-1.05
0
1.05
2.1
Sh
ear
stre
ss, (
kP
a)
-0.04 -0.02 0 0.02 0.04
-18
-9
0
9
18
Sh
ear
stre
ss, (
kP
a)
-0.3 -0.15 0 0.15 0.3
Shear strain, (%)
-60
-30
0
30
60
Sh
ear
stre
ss,
(kP
a)
Gs=55.4 MPa
D = 1.6 %
c=0.0038%
c=0.039%
c=0.28%
Gs=54.5 MPa
D = 1.9 %
Gs=44.1 MPa
D = 4.8 %
Gs=19.9 MPa
D = 14.7 %
(a)
(c)
(e)
(g)
-0.001 -0.0005 0 0.0005 0.001
-0.56
-0.28
0
0.28
0.56
-0.01 -0.005 0 0.005 0.01
-5.6
-2.8
0
2.8
5.6
-1 -0.5 0 0.5 1
Shear strain, (%)
-90
-45
0
45
90
c=0.01%
Gs=53.5 MPa
D = 2.1 %(d)
c=0.00098%
Gs=54.8 MPa
D = 1.8 %(b)
c=0.92%
Gs=8.9 MPa
D =19.1 %
(h)
-0.1 -0.05 0 0.05 0.1
-34
-17
0
17
34
c=0.10%
Gs=32.6 MPa
D = 8.6 %(f)
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
Cyclic shear strain amplitude, c(%)
0
20
40
60
Sec
an
t sh
ear
mo
du
lus,
Gs
(MP
a)
Santa Barbara clay #1
s'vc = 400 kPa
Santa Barbara clay #2
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
Cyclic shear strain amplitude, c (%)
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
No
rmal
ised
sh
ear
mo
du
lus,
Gs/
G0
0.0001 0.001 0.01 0.1 1
Cyclic shear strain amplitude, c (%)
0
5
10
15
20
25
Dam
pin
g r
atio
, D
(%
)
Santa Barbara clay #1
s'vc = 400 kPa
Santa Barbara clay #2
(a) (b)
PROVA CSS: risultati sperimentali
LA PROVA DI TAGLIO TORSIONALE CICLICO - CTS
prova tradizionalmente a tensione controllata elevata risoluzione a deformazioni pre-rottura poco adatta per resistenza ciclica, misurabile solo in alcune versioni
Condizioni di taglio semplice riprodotte con cicli di coppia torcente a frequenza costantePre-sollecitazione:- isotropa su provini pieni- anche triassiale su provini cavi
Campo di frequenze tipico:
f = 0.01-1 Hz
Tecnica di esecuzione:
Prestazioni:
Mt= A sen(2ft)sc
q
Campo di deformazioni investigato:
LVD
T
CT
Laser
PC
DPTPWP
Aria compressa
TMAC unità di controllo e alimentazione
Convertitore E/P pressione neutra
Convertitore E/P pressione di cella
Trasduttori
PWP= pressione neutra
PC=pressione di cella
DPT= variazioni di volume
CT= coppia torcente
LVDT= spostamenti assiali
Laser= Rotazioni della testa del provino
LVD
T
CT
Laser
PC
DPTPWP
Aria compressa
TMAC unità di controllo e alimentazione
Convertitore E/P pressione neutra
Convertitore E/P pressione di cella
Trasduttori
PWP= pressione neutra
PC=pressione di cella
DPT= variazioni di volume
CT= coppia torcente
LVDT= spostamenti assiali
Laser= Rotazioni della testa del provino
Prove CTS-RC: apparecchiature avanzate
Apparecchiatura di taglio torsionale ciclico e dinamico (UniNa)
LA PROVA CTS: risultati sperimentali tipici
-150
-100
-50
0
50
100
150
-0,5 -0,4 -0,3 -0,2 -0,1 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5
deformazione tangenziale, (%)
tensio
ne t
angenzia
le,
(kP
a)
TS1
TS2
TS3
TS4
TS5
TS6
TS7
TS8
TS9
TS10
TS11
-60
-40
-20
0
20
40
60
-0,1 -0,08 -0,06 -0,04 -0,02 0 0,02 0,04 0,06 0,08 0,1
deformazione tangenziale, (%)
tensio
ne t
ang
en
zia
le,
(kP
a)
TS1
TS2
TS3
TS4
TS5
TS6
TS7
TS8
TS9
-1,5
-1
-0,5
0
0,5
1
1,5
-0,0015 -0,0012 -0,0009 -0,0006 -0,0003 0 0,0003 0,0006 0,0009 0,0012 0,0015
deformazione tangenziale, (%)
tensio
ne t
ang
en
zia
le,
(kP
a)
TS1
TS2
0
4
8
12
16
20
24
28
32
0
20
40
60
80
100
120
140
160
0,0001 0,001 0,01 0,1 1
fatt
ore
di sm
orz
am
en
to,
D (
%)
modulo
di ta
glio
, G
(M
pa)
deformazione tangenziale, (%)
G-cts
D - cts
p’=270 kPa
Nucleo della diga di Campolattaro (Bn)
M(t)= M0sen(2ft)sa
sr sr
r
GD
L
I0
steady-state(oscillazione forzata)
free decay(oscillazione libera)
0.0000
0.0005
0.0010
0.0015
0.0020
0.0025
0.0030
0.0035
24 26 28 30 32 34 36
frequenza, f (hz)
defo
rmazi
oni ta
ngenzi
ali,
(
%)
fr
f1 f
0.707max
2
-0.1
-0.05
0
0.05
0.1
tempo [s]
defo
rm
azio
ne, [%
]
FFV
L
V
L
I
I
s
n
s
n tantan0
F
Lf
F
LV nn
s
2
rf
ffD
212
0
N
exp
2D
Campo di frequenze tipico:
f = 10-100 Hz
frequenza variabile o non controllabile variabile con
alta risoluzione, affidabilità e ripetibilità a piccole deformazioni
meno affidabile per deformazioni > 0.1% (effetti non linearità e Nc)
f4
0.001 0.01 0.1 1 10 (%)
piccole medie elevate
0.0001 0.001 0.01 0.1 1 10 (%)
piccole medie elevate
0.0001
Campo di deformazioni investigato:
Idem come prova CTS(stessa apparecchiatura).
Prove a frequenza: • variabile (steady state) • non controllabile (free decay)
Tecnica di esecuzione:
Prestazioni:
LA PROVA DI COLONNA RISONANTE - RC
Curve di risposta in frequenza :f
(f VS G0.5)
(%
)
0
4
8
12
16
20
24
28
32
0
20
40
60
80
100
120
140
160
0,0001 0,001 0,01 0,1 1
fattore
di sm
orz
am
ento
, D
(%
)
modulo
di ta
glio
, G
(M
pa)
deformazione tangenziale, (%)
G - cts
G - rc
D - cts
D - rc
p’=270 kPa
LA PROVA RC: risultati tipici
Nucleo della diga di Campolattaro (Bn)
PROVA RC – CTS: risultati sperimentali
Parametri equivalenti da prove CTS a frequenza crescente confrontati con risultati di prove di Colonna Risonante
f crescente
f crescente
100
105
110
115
120
125
130
135
140
0.001 0.1 10
frequenza, f (hz)
mo
dulo
di ta
glio
iniz
iale
, G
o (
MP
a)
= 0.005%
0
2
4
0.001 0.1 10
frequenza, f (hz)
fatt
ore
di sm
orz
am
ento
iniz
iale
, D
o (
%)
Questa evidenza sperimentale è significativa per la caratterizzazione dei terreni
ai fini di un’analisi di risposta sismica locale
0
1
2
3
4
5
6
7
8
0.01 0.1 1 10 100
frequenza, f (hz)
fatt
ore
di s
mo
rza
me
nto
iniz
iale
, D
o (
%)
p'=800 kPa p'=600 kPa p'=400 kPa
p'=200 kPa p'=100 kPa p'=50 kPa
=0.0001%
Moto ondoso
Moto sismico Traffico
PROVA RC – CTS: risultati sperimentali
Influenza della frequenza di applicazione dei carichi
0
50
100
150
200
250
G0
(MP
a)
0
0,5
1
1,5
2
2,5
0 200 400 600
D0 (%
)
p' (kPa)
0
5
10
15
0,0001 0,001 0,01 0,1 1
dam
pin
g r
atio, D
(%
)
shear strain, (%)
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0
no
rma
lise
d s
he
ar
mo
du
lus,
G/G
0
RC 50 kPa RC 270 kPa RC 586 kPa
PROVA RC – CTS: risultati sperimentali
Influenza della tensione di confinamento
Limi bianchi di Castelnuovo (AQ)
Estrapolazione delle misure in sito adottando la legge di variazione G0:p’misurata nelle prove di laboratorio
MODELLO GEOTECNICO
Risposta Sismica Locale del colle di Castelnuovo (AQ)
3. I laboratori commerciali dovrebbero avvalersi dei progressi tecnologici e di conoscenza per mettere a disposizione dei progettisti nuovi e sempre più affidabili strumenti di indagine
1. Le indagini geotecniche di laboratorio sono uno strumento indispensabileper la progettazione, troppo spesso sottovalutato
2. E’ obbligo morale dei progettisti spingere perché esse siano commissionate ed eseguite
LA QUALITA’ E’ CONVENIENZA, PER TUTTI
CONCLUSIONI