Proibito e maledetto:Un singolare sguardo sull’evoluzione della miscelazione nella storia e nella...

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Proibito e maledetto

Un singolare sguardo sull’evoluzione della miscelazione nella storia e

nella letteratura moderna

CENTRO D’INTERESSE PER LA V B SALA E VENDITA, A.S. 2016 - 2017

Lezione a cura di Paola Corrias, Istituto alberghiero A. Saffi, Firenze

https://www.youtube.com/watch?v=nwCWhyKI0pA

Cliccare sul link per un adeguato accompagnamento musicale

La belle époque

IL NOSTRO VIAGGIO NELL’ARTE DELLA MISCELAZIONE COMPRENDE UN DOVEROSO SGUARDO SULL’ESTERO MA DEVE CONSIDERARE SOPRATTUTTO QUEL CHE ACCADE IN ITALIA, E A FIRENZE,DOVE MOLTI ARTISTI SOGGIORNARONO.

Il caffè Gilli, parte di una nostra uscita didattica, e i suoi arredi

“belle époque”

Firenze capitale d’Italia (1865-1871)

Piazza Vittorio, oraPiazza della Repubblicaprima dello sventramento

Da Torino viene introdotta l’usanza dell’aperitivoÈ “L’ORA DEL VERMUTTE”, CHE I FIORENTINI SORSEGGIAVANO NEL NEGOZIO DI TABACCHI E LIQUORI “IL FALCHETTO”, TRA PIAZZA DUOMO E VIA MARTELLI, APERTO NEL 1869.IL VERMUT ITALIANO PER ECCELLENZA È CREATO DA CARPANO: IL PUNT E MES.

Di F Ceragioli - Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=31968561

Ai primi del ‘900 nacquero in Toscana Raffaello Sabatini (S. Miniato, 1903) e Enrico Mariotti (Montecatini, 1906), tra i primi bartender italiani a diffondere sul territorio nazionale la cosiddetta “cocktail culture” dell’American Bar, l’arte di creare drink, fino ad allora diffusa soltanto negli USA

I due saranno le colonne dell’Harry’s bar di Firenze, che aprirà nel 1953, e di cui parleremo più tardi.

Se parliamo di belle époque non possiamo non pensare…all’assenzio, la bevanda maledetta, simbolo per tutti i Grandi che passavano a Parigi in quei tempi: l’età d’oro dell’assenzio, detta “Fata verde” fu proprio la belle époque

Numerosissimi gli artisti che ritrassero i dipendenti da questa bevandaE. Manet, Le Buveur d'absinthe), 1858-59 conservato a Copenhagen, nella Ny Carlsberg Glyptotek,

Viktor Oliva - The absinthe drinker - 1901

"L'Absinthe", di Edgar Degas (1876), nel Musée d’Orsay, Parigi

E. Manet, La prugna, 1877

…E moltissimi altri che non si citano ma che possono essere reperiti nella ricca raccolta di fonti alla fine di questa lezione.

Per ragioni essenzialmente commerciali , ma anche sociali e scientifici, l’assenzio, considerato una vera e propria droga, venne condannato e poi vietato dal 1915, proprio alla fine della Belle époque.

Circonfuso di questo fascino maledetto l’assenzio è tornato di moda, anche nei suoi caratteristici accessori: bicchiere e cucchiaio per la zolletta attraverso cui viene fatto filtrare il liquore

Di Eric Litton - Opera propria, CC BY-SA 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=678224

Immagine http://img.my-personaltrainer.it/Assenzio/assenzio_controversie.jpg

Possiamo definirlo “le liqueur maudit par excellence”Qui Verlaine al Procope, celebre caffè parigino, in una rielaborazione del 1938.ImmagineBy Jobjoby (Own work) [CC BY-SA 3.0 (http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons

Oscar Wilde sull’assenzio:

“After the first glass of absinthe you see things as you wish they were. After the second you see them as they are not. Finally you see things as they really are, and that is the most horrible thing in the world. I mean disassociated (…) Di Napoleon Sarony - Library of Congress,

Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9816614

A causa della sua alta gradazione, della presenza del tujone, dell’aura di fatalità che lo circondaval’assenzio venne usato dagli artisti che attraversarono il periodo chiamato appunto “belle époque”, restandone frastornati: i bohémiens, in generale e quindi i poeti maledetti francesi, gli Scapigliati italiani, molti tra gli artisti figurativi dell’epoca.

Considerato da molti il primo cocktail della storia, fu inventato da un farmacista di New Orleans agli inizi del XIX secolo per combattere le malattie tropicali. Ora si prepara con un altro tipo di cognac, poiché il cognac Sazerac è scomparso (ne esistono in rete bottiglie in vendita per collezionisti)

Abbiamo anche i miscelati all’assenzio: le Sazerac

By Will Shenton - https://bevvy.co/cocktail/sazerac/tzo, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=52182425

Il Sazerac moderno è un cocktail inserito nell’IBA: eccone gli ingredienti5 cl Cognac1 cl AbsintheOne sugar cubeTwo dashes Peychaud's Bitters

Proibito nel 1915, l’assenzio faceva parte di altri cocktail, ispirati al tragico conflitto mondiale in corso

È questo il caso del “75” - “Soixante-quinze” - al quale l’Harry’s American bar di Parigi sostituì l’assenzio con altro liquore dopo il 1920.Eccone comunque la ricetta originale:

1 cucchiaio di assenzio2/3 di calvados1/3 di gin

Shakerare con ghiaccio, versare e completare con fettina di arancio.

ll French 75 oggi è un cocktail a base di gin, champagne e succo di limone. È un cocktail ufficiale IBA.

Il 75 mm (il soixante-quinze)

ll 75 mm (il soixante-quinze) , considerato il fiore all’occhiello dell’artiglieria francese sin dal 1897, ebbe un ruolo decisivo soprattutto nella prima battaglia della Marna, durante la quale gli abili e addestrati artiglieri francesi sfruttarono le eccellenti qualità del cannone in campo aperto e inflissero perdite elevatissime alla fanteria e all'artiglieria tedesca.

Sour Cocktail al cognac inventato all’hotel Ritz, Parigi

Sidecar: un altro cocktail nel frastuono delle armi

Sembra che un ufficiale arrivasse all’albergo in sidecar, letteralmente gelato fino all’osso. Anelava ad essere immediatamente riscaldato.4cl Cognac2 cl Cointreau1 cl succo limone

Shaker + doppia coppetta da cocktailOppure old fashioned

( da C’era una vodka”, cit., p. 53)

Le fonti non ci chiariscono quale guerra: il sidecar qui accanto è del 1910.

Se siete comunque interessati alla storia, alla leggenda e alla mitologia dell’assenzio, ricordate che ne esiste un museo44 rue Callé95430 Auvers-sur-OiseTel/fax : 01 30 36 83 26mail : absinthe.auvers@free.frcon un sito WEB molto ben dettagliato

https://www.musee-absinthe.com/

Situé entre le Château et l'Auberge Ravoux, le Musée de l'Absinthe recrée

l'ambiance des cafés de la Belle Époque où l'absinthe, a la mode, était la boisson favorite des poètes et des artistes. Les œuvres originales qu'il renferme nous font découvrir son importance dans la vie sociale et

culturelle du XIXe siècle.

Le bevande miscelate prendono piede nell’Ottocento negli USA arrivando in Europa alla fine del secolo

Il pittore H. de Toulouse Lautrec ne creava di originali, come il Maiden’s Blush (a sin.) o il Tremblement de terre (a dxt),entrambi potentissimi e realizzati con assenzio.

Pare che l’artista possedesse un bastone cavo per portare con sé sempreUn discreto quantitativo di alcolico.

Fino agli anni Venti in Italia i cocktails erano quasi sconosciuti: l’unico ad avere un certo successo era il “Milano-Torino”, perché realizzato con il bitter Campari (di Milano) e il vermut (di Torino) con aggiunta di soda, noto poi come “ l’Americano”.

Di Bartender007 di Wikipedia in italiano, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=26239243

L’Americano è l’antesignano dei cocktailsInfatti Luca Picchi, barman del Caffè Rivoire a Firenze, fa riferimento ad una pubblicazione del 1907 in cui si legge l’origine del nome:

“(…) Vermouth al Bitter o Americano – è detto “Americano” perché negli Stati Uniti si ha l’usanza di bere il Vermouth mescolato a liquori amari o Gin […] formando una bevanda chiamata cocktail (…)

Citazione tratta da “Harry’s bar Firenze”, cit., p. 138

Il NegroniInventato dal barman Fosco Scarselli intorno al 1920 nel caffè Giacosa (allora Locanda Casoni) o al bar Leland (locale situato ove oggi c’è il museo Ferragamo)per l’eccentrico conte Camillo Negroni,che voleva un’aggiunta di Gin all’Americano

Hemingway lo cita nel suo romanzo “Di là dal fiume e fra gli alberi” (1950)

in cui il protagonista, ovviamente autobiografico, il colonnello Cantwell, si riferisce a quel che bevono due commensali italiani “ (…) Bevevano un Negroni, un miscuglio di due vermouth dolci con selz “[cit. da “Harry’s bar Firenze, cit., p. 132]

Foto: Achim Schleuning / , via Wikimedia Commons

Ricordiamo che il romanzo è ambientato nella laguna di VeneziaHemingway, assiduo frequentatore dell’Harry’s

bar veneziano ci ha dato dunque un indizio sulla carta dei cocktails del famoso locale

Laguna di Càorleluogo d’ispirazioneper il romanzo

L’ORIGINE DELLA PAROLA “COCKTAILS”

Innumerevoli e fantasiose ipotesi per la miscelazione

Tra queste ipotesi…

C’è quella secondo la quale già dal XVIII sec. esistesse in Franciauna bevanda chiamata coquetel (che oggi è usata in spagnolo per indicare i cocktails)

O Quella che fa risalire il termine all’ aqua decocta (acqua distillata in latino)

O, ancora, alla bevanda che si mesceva dopo un cruento combattimento di galli: al vincitore la coda del gallo sconfitto (e ucciso, purtroppo)

Ma più probabilmente…

La parola cock tail si riferisce all’incrocio di cavalli di varie razze, ai quali la coda veniva tagliata a forma di coda di gallo; la parola poi significò “miscuglio”

Il principe dei cocktails

Il Martini, una leggenda.

Che sia nato a NYC dal barman Martini per il tycoon Rockefeller nel 1912Stesso anno dell’affondamento del Titanic

…oppure che sia nato nel 1874nella californiana Martinez per la

sete speciale di un minatore

In questa città nacqueLa leggenda del baseballJoe di Maggio, secondo marito di M. Monroe

Comunque…un Martini è poco, due sono troppi e tre … non

abbastanza!

Martini versione Montgomery

E. Hemingway si ispirava alla tattica del generale britannico, vincitore di El Alamein: mai muoversi se non con la proporzione di 1/15.

Per lo scrittore americano,Nobel della Letteratura nel 1954 il vermouth deve essere1/15 nel gin

IL MARTINI E LE SUE VARIANTIStirred or shaked?

Dirty MartiniUn Martini sporco: salamoia di olive, 1 parte di vermouth, 6 di gin. Spiedino di olive

Vesper Martini: shaken, not stirred (J. Bond)tre parti di ginuna parte di vodkamezza parte di Kina Lillet (oggi fuori commercio, si utilizza il Lillet Blanc)una fetta lunga e sottile di scorza di limone.

Sicuramente gli USA sono la patria dei cocktailsLa parola nasce nel 1806 in un giornale americano ed è dall’America del proibizionismo che tanti bartender fuggirono, portando in Europa la mixology

Dalla fine degli anni Venti si diffonde anche per il proibizionismo la cultura dei cocktails

anche per mascherare il sapore sgradevole degli alcolici artigianali prodotti durante la proibizione che durò dal 1920 al 1933

In questo periodo fiorirono gliSpeakeasy e i blind-pig o blind-tiger, locali dove si beveva…di nascosto!

Gadgets del proibizionismo

Uno shaker che sembra un aereo può essere nascosto alla svelta:capolavoro art déco, in vendita in rete.

Oppure l’innocente porcellanaChe nasconde l’insidioso cocktail Long Island Ice o un superalcolico punch!

1874 (0 1894?): a NYC nasce il ManhattanLa madre di W. Churchill, futuro primo ministro inglese, vuole un nuovo cocktail per celebrare l’elezione di S. Tilden a nuovo governatore.

THE FABULOUS TWENTIES

Un paio di pagine da “Il grande Gatsby” di F. Scott Fitzgerald (ed. it. Mondadori 1965, tradotto da F. Pivano. Cap. III, pp. 96-98)

Nelle notti d’estate dalla casa del mio vicino giungeva la musica. Nei suoi giardini blu uomini e ragazze andavano e venivano come falene tra i sussurri e lo champagne e le stelle. Nel pomeriggio, con l’alta marea vedevo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino galleggiante o prendere il sole sulla sabbia rovente della spiaggia mentre i suoi due motoscafi fendevano le acque dello Stretto, trascinando acquaplani su cateratte di schiuma. Nei fine settimana la sua Rolls-Royce diventava un omnibus che faceva la spola dalla città trasportando gruppi di persone tra le nove del mattino e ben oltre la mezzanotte, mentre la sua giardinetta sgambettava simile a uno svelto insetto giallo per andare a prendere la gente alla stazione. E al lunedì otto domestici, con l’aggiunta di un giardiniere, sfaccendavano tutto il giorno con stracci e spazzole e martelli e forbici da giardinaggio per porre rimedio alle devastazioni della notte prima.Ogni venerdì arrivavano da un fruttivendolo di New York cinque casse di arance e limoni; al lunedì questi stessi limoni e arance uscivano dalla porta di servizio in una piramide di frutti a metà senza polpa. In cucina c’era una macchina che estraeva il succo di duecento arance in mezz’ora, se il pollice di un maggiordomo premeva duecento volte un bottoncino.

Almeno una volta ogni quindici giorni uno stuolo di addetti al catering arrivava con svariate misure di tela e innumerevoli lampadine colorate per trasformare l’enorme giardino di Gatsby in un albero di Natale. Sui tavoli del buffet, ornati di antipasti luccicanti, prosciutti al forno speziati si stringevano accanto a insalate arlecchino e pasticci di maiale e di tacchino in crosta stregati di oro cupo. Nel vestibolo più grande veniva allestito un bar con un parapetto di ottone vero, ben rifornito di gin e liquori e cordiali dimenticati da tempo, al punto che le ospiti di Gatsby erano quasi tutte troppo giovani per distinguerli l’uno dall’altro.Per le sette l’orchestra è arrivata: non un’inezia di cinque persone, bensì un’intera fossa d’orchestra piena di oboi e tromboni e sassofoni e viole e cornette e ottavini, e di tamburi alti e bassi.

Gli ultimi nuotatori sono ormai rientrati dalla spiaggia e si stanno vestendo al piano di sopra; le automobili di New York sono parcheggiate in quinta fila nel viale d’accesso e già i vestiboli e i saloni e le verande sono un trionfo di colori primari, di capelli acconciati in strane, nuove fogge e di scialli da far impallidire i sogni della Castiglia. Il bar funziona a pieno regime e fluttuanti giri di cocktail impregnano il giardino, finché l’aria si riempie di chiacchiere e risa, mentre insinuazioni e presentazioni fortuite vengono dimenticate lì per lì, e così pure gli incontri entusiastici fra donne che non hanno mai saputo i rispettivi nomi.Le luci si fanno più vivide via via che la terra si allontana barcollando dal sole, e ora l’orchestra suona una musica gialla da cocktail e il coro delle voci sale di un tono. Le risate diventano più facili di minuto in minuto, si riversano con prodigalità, rovesciate fuori a ogni parola allegra.

GLI ANNI TRENTA A FIRENZEUn decennio importante

Gli anni Trenta significanoGiubbe RosseLo storico caffè, dirimpetto a Gilli e Paskowsky, frequentato da artisti e letterati. Nella foto, Montale, Luzi ed altri celebri personaggi.Qui si riuniscono vari intellettuali ed artisti, qui nascono la rivista Solaria e Campo di Marte, con Pratolini.

Durante il fascismoi camerieri sono obbligatiad indossare giubbe… bianche !

Anni Trenta a Firenze significano anche il “Caffè Doney”, in via Tornabuoni

Fondato dal generale napoleonico G. Doney, di stanza a Firenze all’inizio del XIX secoloÈ il luogodove si incontrarono la nobildonna inglese Lady Hester Random e B. Mussolini (foto dal film “Un tè con Mussolini”, di F. Zeffirelli, 1999Oggi nei locali dell’antico Doney si trovano le boutiques di Gucci ed Armani.

Faccetta neraIn occasione della visita di Mussolini ( ed Hitler) a Firenze, Mariotti, futuro proprietario dell’Harry’s bar di Firenze creò il cocktail composto da tre amari rigorosamente nazionali: Fernet Branca, China Martini, Amaro Ramazzotti o Zucca, a seconda dei gusti e della disponibilità. Miscelati nel mixing glass riempito di ghiaccio, venivano versati nel bicchiere, con l’aggiunta di una leggerissima spruzzata di limone (cit. da Harry’s bar Firenze, cit., p. 38)

La zona è ancora il fulcro dello chic fiorentinoOltre al caffè Doney vi era il ristorante “Il pozzo di Beatrice” nelle cantine di palazzo Spini Feroni, che negli anni cinquanta diventa un dancing.

Oggi qui si puòammirare laCollezione delMuseo Ferragamo

Il luogo è il medesimo dove Dante incontròBeatrice, nel 1283

H. Holiday, 1883

LA GUERRA E LA POLITICA NEI COCKTAILS

Un modo curioso per studiare la storia

L’acqua tonica era a base di anidride carbonica e chinino, contro la malaria

Conquiste coloniali

Siccome era estremamente amara, per farla buttare giù ai soldati ci si aggiungeva un po’ di gin: nasce il Gin Tonic

Il Gin Tonic ha salvato più vitei tutti i dottori dell’Impero(W. Churchill)

Winston ChurchillL’unico modo per ottenere un buon Martini è quello di versare

nel bicchiere gin ghiacciato, rigorosamente verso la Francia (cit. da Harry’s bar Firenze, cit., p. 144)

La regina Elisabetta II Windsor preferisce un Martini 11/1

La “guerra fredda”

“Il Martini è l’arma americana più letale.” (N. Kruschew, Segretario del PCUS) (cit. Harry’s bar Firenze, p. 142)

Guerra del Viet-nam

Il presidente Lyndon Johnson, succeduto a J. F. Kennedy, assassinato nel 1963, amava la versione in-and-out

La guerra di oggi: la SiriaAd Aleppo, una delle più antiche città della storia, è in corso da cinque anni una terribile guerra.Nell’hotel Baron soggiornò Lawrence d’Arabia

Il più prezioso Gin & Tonicsi beveva al bar dell’hotel

Un passo indietro: 1948

A Venezia si inaugura una mostra del Giambellino (Giovanni Bellini,

celebre pittore rinascimentale veneziano)

Giuseppe Cipriani si ispira al tono rosato del mantodel patriarca per un nuovo drink: il Bellini!

Con le sue varianti, tutte sparkling

Mimosa Rossini (Leonardo,a Firenze)

Gli anni Cinquanta

Celebre foto scattata all’angolo del Caffè Gilli: un’Americana a Firenze

Nasce l’A.I.B.E.S.L’Associazione italiana Barman e sostenitori era nata nel 1949 per volontà del conte Spalletti Trivelli.Questa selezionò 29 barman fra i migliori professionisti che hanno costituito il nocciolo dell’IBA

Nel 1953 apre l’Harry’s bar a Firenze

Nel 2015 il Daily MealL’ha classificato tra imigliori 150 bar del mondoe fra i primi tre in Italia

Ecco illibro piùvolte quicitato

Dedicato al suo celebre barman, Leo Vadorini, il Lio’s Martini

La Jet Society a Firenze

Richard Burton e Liz Taylor

Coppia celeberrima nel cinema e nellavita, sposati duevolte

E ancora…

• Paloma Picasso • Margot Hemingway

Woody Allen Paul Newman

E la divina Greta Garbo

NON È L’ALCOL A FARE IL GENIOSemmai vale a distruggerlo

Un libro da leggere ASSOLUTAMENTE“ L’alcool, grazie a capricciose alchimie col corpo e col vissuto, è un potente catalizzatore dai risultati talvolta imprevisti. Può piallare le menti barocche e arricciolare le lineari. Dispettosamente, liscia quelle piatte”.

Sapo Matteucci, cit., p. 83

Dylan Thomas (1914-1953)La birra fredda è Dio in bottiglia

Frecciate alcoliche

Faulkner su Hemingway“È un lupo quando sta nel

branco, un cane quando sta solo”

Hemingway su Faulkner“Quando leggo Faulkner

capisco esattamente quando si stanca e quando lo fa col whiskey”

Entrambi americani, entrambi Nobel per la letteratura …

Il Mint Julep

…Sarebbero forse andati d’accordo su un Southern Mint Julep (S. Matteucci, cit., p. 77)All’inizio dell’Ottocento i

medici usavano la parola “Julep” per indicare uno sciroppo medicinale cui la menta migliorava il sapore.Il Mint Julep è fatto col bourbon ed è la bevanda ufficiale del Kentucky Derby.

Troppe cure, dunque:

“Non c’è nulla che il whiskey non possa curare”

W. FaulknerFaulkner morì per cirrosi epatica nel 1962

Hemingway un anno prima,suicida

Io l’amo davvero e tu prendine nota, whisky, e tu rendimi testimonianza, Perrier vecchia mia vecchia Perrier, io ti sono stato fedele, Perrier, alla mia fottuta maniera.” (Il giardino dell’Eden – E.Hemingway)

Pare un controsenso ma…

Il Whisky si gusta con l’acqua,come afferma Sapo Matteucci

“ (…) Per me il metodo migliore è quello dei due bicchieri. Un bicchiere di whisky (ci vorrebbe un tulipano stretto, ma voi usate pure il ballon) e un altro di acqua ghiacciata (…)Il freddo dell’acqua assorbe la possibile punta alcolica dell’ingresso in bocca del malt, ne attenua l’aggressività, esaltando anzi le doti di calore dell’alcool. L’acqua raggela la vostra bocca e tiene a bada l’energia celtica del whisky. Diventa insomma un algido palazzo che intimidisce adeguatamente un focoso barbaro alle spalle.(C’era una vodka, cit., p. 121)

La cultura del bere

Da “Il giovane Holden” : la trasgressione del Cuba libre

Il proibizionismo ha condizionato fortemente l’atteggiamento degli Americani nei confronti degli alcolici: per loro bere è trasgredire, come viene ben rappresentato in brani celebri della letteratura americana.

Il Cuba libre nasce probabilmente dal caso: da un carico di lime schiacciati dalle ruote di un carroI campesinos non li buttano, ma li spremono ancora e li aggiungono a zucchero (di canna) o alla Coca Cola

Ancora col limeUna delicata miscela che portò il mio livello di appagamento a un livello ancora più alto. Quel cocktail costituiva però anche un pericolo, poiché il sottile bicchiere leggermente incrostato di zucchero aveva in sé il potere di una sprezzante indifferenza al fato, liberava la mente dalle responsabilità; obliterando si a la memoria, sia il domani, mi dava una fugace sensazione di superiorità e cancellava momentaneamente tutte le mie eterne paure” .(da J. Hergesheimer, San Cristóbal de la Habana, cit. in “C’era una vodka”, cit. pp. 72-73)

Il languido Daiquiri

Il mio Daiquiri al Floridita, il mio Mojito alla Bodeguita (E.

Hemingway)

GRAZIE PER L’ATTENZIONEE bevete con moderazione e gusto del piacere!

Fonti* http://www.lastampa.it/2015/02/26/societa/cucina/home-cover/torna-di-moda-il-liquore-dei-poeti-maledetti-1szFIowRxIeyjgp5QMVumM/pagina.html

* http://www.stile.it/2011/08/09/assenzio-la-fata-verde-vive-tra-le-vie-di-parigi-4230-id-105907/

* http://www.musee-absinthe.com

*http://www.assenzioitalia.com/a_cocktail.php

* https://it.wikipedia.org/wiki/75_mm_Mle._1897

* https://tuttatoscana.net/storia-e-microstoria-2/a-firenze-caffe-leccornie-artisti-e-letterati-tra-otto-e-novecento-prima-parte/

* http://ghirba.blogspot.it/search/label/spleen%20di%20parigi

* http://ilblogdichiaraoscura.blogspot.it/2015/03/costume-la-fata-verde-lassenzio-ossia.html

*http://www.dronet.org/sostanze/sos_pdf/Smart_Drugs_ISS.pdf

*http://www.goodreads.com/quotes/335553-after-the-first-glass-of-absinthe-you-see-things-as

Fonti (continua)*http://www.parafrasando.it/TESINE/Assenzio-Nella-Letteratura.html

**Wikipedia, List of IBA official cocktails

* A. Querci, R. Focardi, Harry’s bar Firenze. Firenze Leonardo Edizioni, Edizioni Clichy, 2016

*https://cocktail101.org

http://www.stilearte.it

*https://cocktailsandhistory.wordpress.com/tag/history-of-cocktail/

*http://ladante.arte.it/guida-arte/ladante/approfondimenti/montale-e-le-giubbe-rosse-il-fermento-culturale-della-firenze-del-primo-novecento-13

*http://www.giubberosse.it

* http://www.vieusseux.it/cronologia-del-gabinetto-vieusseux/sfoglia-la-cronologia/palagio-parte-guelfa/1924-1932.html

Fonti (continua, 2) http://winedharma.com/it/dharmag/settembre-2015/hemingway-martini-la-ricetta-la-storia-gli-ingredienti-e-le-dosi-preparare-il

*https://www.dottorgadget.it/blog/2016/11/lo-shaker-aeronautico/

*http://www.viedelgusto.it/roma-cocktail-bar-jerry-thomas/

*http://diodatobuonora.blog.tiscali.it

*https://dylanthomas.jimdo.com/in-italia-1947/

*http://www.repubblica.it/esteri/2016/03/05/news/silenzio_e_cecchini_nell_hotel_baron_di_aleppo_assediata_noi_non_chiudiamo_qui_e_la_nostra_storia_-134808188/

*S. Matteucci, C’era una vodka: un’educazione sentimentale da 0° a 60°. Laterza, 2010

*https://frasiarzianti.wordpress.com/category/raccolte-a-tema/