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Di Biagio, Evani e Zoratto: selezionatori senza meriti
Sped. Abb. postale comma 20/B - Filiale di Roma Legge 23/12/’96 - Viale Filippo Tommaso Marinetti, 221 - 00143 Roma
IL SETTIMANALE DI A, B, LEGA PRO, D, CALCIO FEMMINILE E CALCIO A 5 ANNO 3 - N° 29 28 luglio 2011 1€
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“Papà, ho chiesto l’amicizia su facebook a Sacchi. Che dici, ora mi farà allenare una Under?”
Professione Calcio TV
canale 940
bouquet Sky
Intervista al presidente
della Lega di Serie B
Andrea Abodi:
“Vi racconto quello che sta
per accadere”
All’interno: tutto sui deferimenti
della Procura federale
che hanno colpito 26 tesserati
e 18 società tra calcio
professionistico e Calcio a 5
2 NUMERO 29 - 28 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Reg. del Tribunale di Roma n° 1/2009
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RedattoriFabiola Rieti, Sara Sbaffi
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Segretaria di RedazioneGerarda Angela Lomonaco
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Hanno collaborato Guido Del Re, Mauro Gasperini
Realizzazione GraficaWalter Fantauzzi - www.walterfantauzzi.com
Stampa: Global Stampa - Via Angelo della Pergola, 5 - 00176 Roma
La Molten aveva proposto una sponso-
rizzazione al Cr Lazio e non solo, visto un
accordo con la LND: un kit di 3 palloni ad
un prezzo sotto mercato, paghi 1 prendi 3.
L’azienda giapponese, guardando i nume-
ri del Comitato presieduto da Melchiorre
Zarelli, aveva fatto un conto preciso: noi
diamo tre palloni low cost ma ci sono cir-
ca 10000 società. Non ci guadagneremo
tanto o forse niente ma vuoi mettere la
pubblicità che ci andiamo a fare? E inve-
ce visto che la maggior parte dei palloni
sono rimasti sul groppone al Cr, si è pen-
sato bene dalle stanza di via Tiburtina di
permettere alle società interessate di ac-
quistare quanti kit volevano. Apriti cielo,
la Molten si è alquanto innervosita per la
vendita libera attuata dal Comitato, perché
il loro intento non era la vendita nuda e
cruda ma il ritorno pubblicitario e per que-
sto hanno dato l’aut-aut a Zarelli. Ora c’è da
chiedersi: perché moltissime società non
hanno aderito? La convenienza era ed è
evidente ma il problema non è che molte
società servono solo come partita IVA, e
questo non solo nel Comitato Lazio ma an-
che in tutti gli altri? Tutte le società hanno
diritto a 250mila Euro di esenzione IVA, ma
alcune di queste hanno una sola squadra,
alcune solo la Terza categoria altre solo un
campionato Giovanissimi o Allievi. Possibi-
le che tutte indistintamente possano usu-
fruire dei 250mila Euro di esenzione? Non
sarebbe opportuno rivedere e fare un ta-
bella che favorisca quelle società che han-
no dalla prima squadra fino alla Scuola Cal-
cio, possibile che chi ha una sola squadra
possa avere gli stessi benefici di chi ha nel
suo organico centinaia di ragazzi? Intanto
sempre dal Cr Lazio (colpa del solito segre-
tario?) hanno pubblicato i nuovi organici
di Promozione ed Eccellenza dimentican-
dosi, come già successo lo scorso anno, di
pubblicare le fusioni e i cambi di denomi-
nazioni per cui ci sono alcune squadre che,
“sulla carta” nessuno conosce. Due esem-
pi: Real Monterosi e Grifone Monteverde.
Ok, il Grifone è un animale mitologico ma
qua si esagera. Comunque non tremate
che siamo in buone mani. Dall’alto arriva-
no notizie di svolta, Arrigo Sacchi ha deciso:
confermati nelle nazionali Zoratto, Evani,
Rocca (Antonio) e all’Under 20 udite, udite
Luigi Di Biagio, che va a fare il paio con Pi-
scedda, selezionatore dell’Under 20 di Se-
rie B. I curricula di Zoratto, Evani, teniamo
fuori Rocca che ormai è un veterano delle
rappresentative italiane e Di Biagio, alla
voce “carriera da allenatore” hanno una
sola dicitura: Sacchiani convinti. Piscedda
è un discorso a parte: lui è stato premia-
to per non aver mai vinto nulla in 10 anni
di militanza nella FIGC, interrotta solo per
seguire Giordano al Messina: esonero per
entrambi. Ora manca solo Andrea Agosti-
nelli : 6 esoneri in 10 anni. Per lui le porte
del Club Italia si sarebbero potute aprire,
se solo fosse stato un sac-
chiano.
La Molten infuriata, le solite dimenticanze del segretario del Cr Lazio e le Under ai sacchiani
Massimiliano Giacomini
T C A STattica
LEGENDA
Curiosità Approfondi-mento
Statistica
ADERENTE A:
4 NUMERO 29 - 28 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Il burbanzoso petroliere sbeffeggia la lettera aperta invia-
tagli da Diego Della Valle per un chiarimento su Calciopoli.
Ed alla proposta di mettersi attorno a un tavolo per chiari-
re, Moratti ormai senza via d’uscita risponde irato: “Tutti
intorno ad un tavolo? Se la sbrighino tra loro, io sarei noio-
sissimo”. Aggiungendo subito dopo: “Non mi piace il tono
e l’Inter non deve spiegare nulla”. Purtroppo per lui dovrà
spiegare, eccome. Ed allora saranno cavoli amari. Nono-
stante i ritardi di Palazzi, gli insabbiamenti di Auricchio, la
sfrontata operazione di Rossi, nonostante un Consiglio Fe-
derale (a maggioranza nerazzurra) che non decide su una
questione lapalissiana. Nonostante questo prima o poi do-
vrà pagare visto che Agnelli, e con lui tutte le società in qual-
che modo danneggiate, si sono coalizzati ed andranno fino
in fondo. Stop. Passiamo al calciomercato che entra nella
sua fase caliente e le squadre,dopo le consuete sgambate
estive nei luoghi di ritiro, ora cominciano a fare sul serio.
L’arrivo di Vidal dà vigore al centrocampo juventino che si è
liberato di Melo, ma che è una squadra ancora incomple-
ta. Prosegue la telenovela Rossi, mentre Conte insiste per il
famoso esterno di sinistra ed attende come una manna un
centrale difensivo di esperienza. Il Milan agisce di soppiatto
ponendo mille interrogativi sia sul famoso Mister X (tutte le
strade portano a Montolivo) mentre ci sembra azzardata,
perché costosa, la via che porta a Fabregas. Il Cavaliere, al di
là del dal famoso lodo Mondadori, ha in mente di staccare
il Milan dalla Fininvest e sembra che la figlia Barbara sarà
a breve la nuova presidente. In casa Inter si susseguono le
voci, ed intanto si rinnova per tre anni al trentatreenne Lu-
cio. Caos alla Roma dopo le esternazioni di Baldini (l’amico-
ne di Auricchio) che ha dato del “pigro” all’amatissimo (dai
tifosi giallorossi) Pupone Totti. Si dovesse aprire una guerra
tra i due, sappiamo già chi sarebbe il vincitore. Lotito (forse
per la prima volta) ha ben operato sul mercato con acquisti
mirati (Klose su tutti,ma anche Cissé) con-
segnando a Reja una squadra niente male.
Moratti prima o poi dovrà dare spiegazioni. Calciomercato, la Juve si libera del... MeloMauro Gasperini
Empoli, Coralli: “Voglio la Serie A e il trono di Re dei bomber” Sara Sbaffi
Due sogni per Claudio Coralli, il bomber dell’Empoli tra i protagonisti della passata
serie cadetta, il primo: «Mi auguro di migliorare il numero di reti fatto lo scorso
anno, diciassette, vorrei arrivare a venti e diventare capocannoniere della Serie bwin».
Il secondo: «Vorrei arrivare
nel massimo campionato
con l’Empoli». Quest’anno
la Serie A è stata solo sfiorata
ma per il futuro l’attaccante
azzurro assicura che la musi-
ca cambierà: «Faremo bene,
me lo sento, abbiamo messo
su un bel gruppo maturo – il
mister Alfredo Aglietti è sta-
to riconfermato in panchina
e con lui il rapporto è ot-
timo – mi trovo benissimo,
sono contento sia rimasto».
Quello che sta per iniziare è
il suo quarto anno consecu-
tivo ad Empoli, ormai dai
tifosi è considerato una bandiera, e di bandiere ce ne sono rimaste poche nel calcio:
«Sì, sono un po’ il trascinatore, sono loro che mi hanno ribattezzato “Il Cobra”, ma
adesso è tornato anche Antonio Buscè», centrocampista molto amato dalla tifoseria,
era giunto in quel di Toscana nel giugno 2002 in Serie A sotto la guida di Baldini vantan-
do 242 presenze e 24 gol. Coralli, nato nel 1983 nella provincia fiorentina, ammette
candidamente di non essere stato contattato da altre squadre nel corso dell’ultimo
calciomercato: «Non ho avuto altre richieste, neanche una, per questo sono rimasto
qui, però pretendo la A oppure i play-off. Se non sono riuscito ad arrivare nel mas-
simo campionato professionistico passando in altre squadre, voglio approdarci con
l’Empoli». Curioso che nessun club di palcoscenici importanti si sia fatto sotto per il
Cobra vista l’ottima annata appena conclusasi: per amore dei numeri il centravanti
mugellano ha collezionato 243 presenze tra A, B ex C/1 e C/2 con 90 reti realizzate.
L’arrivo in azzurro di Francesco “Ciccio” Tavano (in verità è un altro ritorno, visto che
ha già vestito questi colori tra il 2001 e il 2006) è importante per rinforzare ancora
l’attacco e con Coralli si prevede una coppia d’oro: «La vedo bene questa accoppiata!
Ci stiamo capendo anche in campo, lo conoscevo già sette o otto anni fa quando era
ad Empoli però non ci avevo mai giocato». Se il buongiorno si vede dal mattino, il
precampionato dell’Empoli mostra un Coralli in forma smagliante: nell’amichevole gi-
ocata domenica 24 contro i dilettanti del Pontedera, il Cobra ha messo
a segno una splendida tripletta, nel complessivo 4-0 finale.
Coralli (Foto Archivio)
6 NUMERO 29 - 28 luglio 2011w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
“In God we trust” “Poiché siamo in vena di confidenze, diciamo al presidente Abete che a seguito della inter-
pellanza presentata da un Deputato della Repubblica al Ministro della Giustizia e a seguito di un nostro esposto su alcune designazioni irregolari fatte dal presidente della Commissione antidoping e sulla nomina della Commissione stessa, sta indagando la Procura della Repub-
blica di Roma. Al Gip spetterà decidere se vi fu in quelle circostanze ed in quei fatti un “fumus delicti”, e qualora quanto da me sostenuto sarà accertato e condiviso, l’eventuale rinvio a
giudizio per i responsabili con l’ipotesi di abuso di ufficio”
Che i nostri articoli ed il nostro
giornale non piacessero al presi-
dente Abete ed al Direttore Generale
Valentini era ed è nell’ordine naturale
delle cose. È storia vecchia che al gril-
lo parlante che dice la verità si schiac-
cia la testa per farlo tacere, cosa che
il presidente Abete con me ha tentato
di fare senza però riuscirvi. Allora si è
passati alle blandizie, successivamen-
te alle minacce compresa quella di
ricorrere alle vie legali. Ebbene Presi-
dente Abete e Direttore Generale Va-
lentini, è proprio lì che vogliamo arri-
vare. “Fusse che fusse la vorta bona”
che lor Signori dovranno spiegare di
fronte ad un magistrato ordinario del-
la Repubblica se è morale che chi è
stato condannato per calcioscommes-
se faccia il presidente degli allenatori,
dovranno ancora spiegare se è moral-
mente etico che il designatore della
massima divisione nazionale in pas-
sato abbia avuto problemi con la giu-
stizia sportiva. Dovranno spiegare se
è vero o non è vero che il Presidente
dell’AIA settore arbitrale e il suo vice
in passato abbiano tenuto compor-
tamenti discutibili e censurabili an-
che dalla magistratura ordinaria. Se è
vero o non è vero che fra le assunzioni
di personale da loro fatte, senza uno
straccio di selezioni, vi siano figli, pa-
renti e affini di persone già dipenden-
ti della Federcalcio. Dovranno inoltre
spiegare perché le loro e segretarie e
altri raccomandati siano stati promos-
si quadri, quando persone con titoli di
studio confacenti ed esperienze ade-
guate di lavoro alle spalle siano stati
scartati. Dovranno dirci lor signori,
in quella sede se esiste o non esiste
un contratto di consulenza fra il set-
tore tecnico Federale di Coverciano
ed il Consigliere Federale Ulivieri per
la sua funzione di direttore dei corsi.
Dovranno dirci se esiste o non esiste
con l’ex procuratore di Baggio, oggi
membro del settore tecnico federale,
un contratto per diritto di immagine
e dovranno dirci se su tutte queste
cose, in un momento in cui l’opinione
pubblica e le massime autorità della
Repubblica chiedono correttezza e
trasparenza, siano o non siano fatti
eticamente condannabili. Ma poiché
siamo in vena di confidenze, diciamo
al presidente Abete che a seguito del-
la interpellanza presentata da un De-
putato della Repubblica al Ministro
della Giustizia e a seguito di un nostro
esposto su alcune designazioni irre-
golari fatte dal presidente della Com-
missione antidoping e sulla nomina
della Commissione stessa, sta inda-
gando la Procura della Repubblica di
Roma. Al Gip spetterà decidere se vi
fu in quelle circostanze ed in quei fat-
ti un “fumus delicti”, e qualora quan-
to da me sostenuto sarà accertato e
condiviso, l’eventuale rinvio a giudi-
zio per i responsabili con l’ipotesi di
abuso di ufficio. Siamo fiduciosi delle
nostre buone ragioni e crediamo che
prima o poi la verità viene sempre a
galla e la giustizia trionfa. E per dirlo
all’americana “in God we
trust”.
Gino Tapinassi
Tapinassi (Foto Archivio)
Flavio Grisoli
Andrea Abodi è il primo presidente della neo-
nata Lega di Serie B, nata nel giugno dello
scorso anno dopo la scissione della Lega Nazion-
ale Professionisti. Ad un anno di distanza, e dopo
essere stato ospite nei nostri studi televisivi (can-
ale 940-Blu Sky) nello scorso inverno in una delle
sue prime apparizioni, lo ritroviamo per fare il
punto della situazione del calcio italiano alla luce
degli ultimi avvenimenti: il Consiglio federale del
18 luglio con la ratifica della “non competenza”
dello stesso a decidere sulla revoca o meno dello
Scudetto del 2006; il caso calcioscommesse; il
campionato di Serie bwin 2011/2012 che sta
prendendo forma. Affabile, dai toni cortesi e con
una dialettica chiara e mai banale, Abodi (nato a
Roma nel 1960 e laureato in Economia e Com-
mercio), parla schiettamente con noi di tutto,
senza esimersi dal commentare anche i casi più
spinosi. Partendo proprio dal primo: il Consiglio
federale. Al momento di votare la delibera che
sanciva la “non competenza” di cui sopra, Abodi
insieme al presidente della Lazio Claudio Lotito
hanno abbandonato la sala. Perché, a questo
punto, non votare direttamente “no”, come ha
fatto invece Dante Cudicio, esponente dell’AIAC?
«Io ho dato una spiegazione, che era coerente
con la posizione assunta da diverse settimane.
Ritenevo, e ritengo che il Consiglio federale
potesse esprimere qualcosa di più rispetto alla
delibera votata lunedì. E ritengo che la Federazi-
one potesse fare affidamento su quanto dettato
dallo Statuto. Faccio riferimento all’articolo 13.2
assegna alla Federazione il compito di decidere
sull’assegnazione dello Scudetto. Chiaramente se
sul campo si svolge tutto in modo regolare, si
tratta solo di una certificazione. Ma se al con-
trario si verifica qualche anomalia, appare evi-
dente che la Federazione svolge una funzione di
decidere sulla non assegnabilità dello Scudetto. in
più - prosegue il presidente della Lega di Serie B -
volevo andare andare un po’ oltre a quelle che
sono le semplici prerogative formali. Avrei auspi-
cato che ci si potesse assumere delle responsabil-
ità correlate a quello che è successo rispetto ad
una stagione che vogliamo lasciarci definitiva-
mente alle spalle. Pensavo quindi che prendere
una decisione netta e dura non assegnando
quello Scudetto, potesse andare in quella direzi-
one. Credo che gli amanti del calcio si aspettasse-
ro una risposta del genere. Chiaramente - e qui
Abodi, come molti altri, tira in ballo i fautori di
tutta l’inchiesta - se ancora oggi, a distanza di così
tanti anni, parliamo ancora di questi fatti, è per-
ché c’è un vizio all’origine, ovvero di chi ha selezi-
onato le intercettazioni, incidendo in maniera
verticale coinvolgendo alcune squadre escluden-
done altre. La Giustizia Sportiva qui c’entra poco,
perché deve fare affidamento su quello che riceve
dalla Procura della Repubblica. Quindi, di questo
vizio di partenza ne abbiamo fatto le spese tutti».
Per quanto riguarda invece la mancata parteci-
pazione al voto, esprimendo di fatto il suo dis-
senso, Abodi precisa: «È stato un modo rispetto-
so dell’istituzione, ma la sostanza non cambia».
Sul fatto che Abete abbia precisato, in conferenza
stampa, che se anche il Cf avesse avuto la possi-
bilità di decidere (ammesso e non concesso che
in questo caso non avrebbe potuto), avrebbe
proposto ugualmente la non revoca del titolo,
Abodi risponde così: «Per amor di verità bisogna
essere chiari. Lo Scudetto 2004/2005 non fu as-
segnato per ragioni di illeciti diffusi. La stagione
seguente fu tendenzialmente regolare, perché
non c’è nessuna intercettazione che la riguarda.
Quindi, il convincimento del presidente è che in
Andrea Abodi: “Vi racconto tutto, dallo Scudetto del 2006 alla nuova serie bwin che nascerà”
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IL PRESIDENTE DELLA LEGA DI B
mancanza di intercettazioni e di prove, quello
Scudetto assegnato per scorrimento della classi-
fica non si potesse revocare in nessun caso. Non
solo per mancanza di un atto amministrativo a
monte - anche se qui c’è da dire che c’è un fortis-
simo dibattimento in merito - ma perché man-
cano i presupposti per la revoca. L’unico modo
per “togliere” quello Scudetto all’Inter era
l’accertamento di eventuali illeciti nella stagione
2004/05, ormai però prescritta. Viene a mancare
quindi il presupposto tecnico-giuridico. Sta di fat-
to però - continua Abodi - che l’Inter avrebbe po-
tuto dare la sua disponibilità a farsi valutare, a
rinunciare alla prescrizione». Anche su questo
punto, c’è chi dice - e Abete ha preso la palla al
balzo in conferenza stampa, non esitando a
ricordarlo - che non sia possibile rinunciare alla
prescrizione. E poi, insomma, sarebbe come dire
che tre ladri vanno a rubare in un negozio; ne
prendono 2 e il terzo dopo sette anni si pente e
decide di rinunciare alla prescrizione. Non scher-
ziamo... «Può sembrare anacronistico in un
Paese come il nostro dove si utilizzano le scorcia-
toie per raggiungere un obiettivo, me ne rendo
conto. Certo però è stridente il contrasto tra una
dimensione etica enunciata da una società glori-
osa, seria come l’Inter e i riscontri oggettivi».
L’altro argomento principale sul tavolo
del Cf di lunedì 18 luglio era il ricorso
delle società bocciate in prima istanza
dalla Co.vi.Soc. per l’iscrizione al prossi-
mo campionato. In Lega Pro Atletico
Roma, Ravenna e Catanzaro non ce
l’hanno fatta; per quanto riguarda la Se-
rie B l’unica sotto esame era l’Ascoli, che
però ha visto accolto il suo ricorso: «Pri-
ma vorrei fare una considerazione di
carattere generale. Quando spariscono
delle società non è mai una giornata
positiva, al di là della fredda selezione
naturale e della riforma dei campionati.
Segno di una situazione socio-economi-
ca molto difficile e di un calcio professionistico che
si è gonfiato secondo logiche di cattiva program-
mazione. Per la Serie B è stata una giornata posi-
tiva perché certifica uno stato di salute che sta
migliorando nel tempo. Non nego che ad un cer-
to punto ho temuto che si potesse iniziare in 21,
ma va reso grande merito allo sforzo del presi-
dente Benigni e alla proprietà dell’Ascoli una
grandissima proprietà di sacrificio». Vedremo
punti di penalizzazione nella prossima stagione di
Serie bwin? «Purtroppo sì, credo sicuramente tre
squadre ne avranno. Una proveniente dalla Lega
Pro, una sarà l’Ascoli e un’altra che già appartene-
va al nostro organico nella stagione appena ter-
minata». Come detto, si riparte in 22: quando ci
si ritroverà in 20? «Alla fine della stagione
2013/2014. Abbiamo già dato un indirizzo molto
chiaro in questo senso: dalla stagione 2012/2013
ci saranno 5 retrocessioni in Lega Pro, quindi ci
sarà un profilo di rischio più alto di retrocessione;
poi il ciclo si concluderà con la stagione successiva
con la seconda asimmetria tra promozioni e ret-
rocessioni, a meno che non intervengano altri
fattori, ma io chiaramente non me lo auguro
mai». Sul calcioscommesse: «È un fatto che mi
preoccupa ma per principio, anche perché non
voglio entrare nel merito a differenza di altri sog-
getti istituzionali. C’è stata molta mancanza di
sobrietà nel momento in cui si sono accese tante
telecamere. Attendiamo le risultanze del lavoro
di Palazzi e del suo staff, ma da quello che si vede
è che sono coinvolti tanti giocatori quante le dita
di una mano, nessun dirigente di società. C’è
sempre il tema della responsabilità oggettiva che
pende sulla testa delle squadre anche quando
sono palesemente danneggiate dai propri
tesserati, ma io mi fido e mi affido del buon senso
e della sensibilità dei giudici nei vari gradi di gi-
udizio che possa tener conto di tutti i fattori nella
modulazione della responsabilità oggettiva».
Una delle maggiori note liete della gestione di
Abodi, che ha reintrodotto la Rappresentativa di
Serie B, guidata in panchina da Massimo Pisced-
da che ha lo scopo precipuo di mettere in luce i
tanti giovani del campionato cadetto: «L’obiettivo
della selezione è quello di fornire giocatori alle
Nazionali, e la convocazione di Capuano e De
Luca nell’Under 21 di Ciro Ferrara è la dimostrazi-
one che siamo un ponte con l’Under 21 che è la
nostra Nazionale. Quest’anno ripartiremo a
settembre con tre amichevoli: Ungheria, Serbia e
Russia. Contro la selezione russa giocheremo a
Sochi, sede dei prossimi giochi olimpici invernali.
Poi ho fatto una richiesta alla Lega di Serie A:
creare una loro Rappresentativa e or-
ganizzare una gara prima di Natale
contro la nostra “B Italia” con l’incasso
devoluto in beneficenza». Si chiude poi,
con una nota geografica per la prossima
stagione: torna la Campania, con Noce-
rina e Juve Stabia, in Serie B. «Non solo,
ma anche l’Umbria (Gubbio), la Puglia
(Bari) e la Liguria (Sampdoria). Ci las-
ciano momentaneamente e gli auguri-
amo di tornare presto il Lazio con il
Frosinone, la favola romantica del Por-
togruaro, il Piacenza, che tanto ha dato
a Serie A e B negli anni pas-
sati e la Triestina».
99w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e uNUMERO 29 - 28 luglio 2011
Abodi nella nostra redazione (Foto Archivio)
Flavio Grisoli
Nella mattinata di martedì 26 luglio, con
un giorno di ritardo rispetto alla tabella di
marcia prefissata da Palazzi, la Procura federale
ha diramato i tanto attesi deferimenti per lo
scandalo calcioscommesse. Partiamo dai carat-
teri generali: 26 tesserati e 18 società deferite
alla Commissione Disciplinare Nazionale. Per
quanto riguarda i tesserati: Antonio Bellavista,
Stefano Bettarini, Mauro Bressan, Giorgio Buf-
fone, Antonio Ciriello, Daniele Deoma, Cristiano
Doni, Massimo Erodiani, Gianni Fabbri,
Claudio Furlan, Carlo Gervasoni, Mauro
Gibellini, Thomas Manfredini, Vittorio
Micolucci, Marco Paoloni, Gianfranco Par-
lato, Daniele Quadrini, Leonardo Rossi,
Nicola Santoni, Davide Saverino, Giuseppe
Signori, Vincenzo Sommese, Ivan Tisci, Gi-
anluca Tuccella, Giorgio Veltroni, Federico
Zaccanti. Società: Alessandria, Ascoli,
Atalanta, Benevento, Chievo Verona, Cre-
monese, Cus Chieti (Calcio a 5), Esperia
Viareggio, Hellas Verona, Piacenza, ASD
Pino Di Matteo (Calcio a 5), Portogruaro,
Ravenna, Reggiana, Sassuolo, Spezia, Ta-
ranto, Virtus Entella. In particolare, si leg-
ge nel dispositivo redatto da Palazzi, “Erodiani,
Paoloni, Parlato, Bellavista, Buffone, Bressan,
Gervasoni, Micolucci, Signori, Sommese e Tuc-
cella per essersi associati fra loro, in numero di
tre o superiore a tre, al fine di commettere una
serie indeterminata di illeciti disciplinari, fra i
quali illeciti sportivi ex art. 7 CGS e effettuazione
scommesse illecite ex artt. 1 e 6 CGS, operando
con condotte finalizzate ad alterare il regolare
svolgimento e il risultato di gare dei campionati
nazionali con lo scopo di illecite locupletazioni o
mediante dazioni di denaro costituenti il com-
penso per l’illecita attività posta in essere ovvero
mediante scommesse dall’esito sicuro perché
realizzate su gare combinate”. A questi è stato
contestato anche (e soprattutto) l’articolo 9
CGS (associazione finalizzata alla commissione
di illeciti). Sicuramente la posizione di questi 11
è la più pesante, perché gli è stata contestata
anche l’associazione. Le gare che saranno poste
al vaglio della Commissione Disci-
plinare Nazionale, presumibilmente
a partire dalla prossima settimana
(i deferiti hanno 5 giorni di tempo
per preparare le memorie difen-
sive), sono: Monza-Cremonese del
21/11/2010; Cremonese-Paganese
del 14/11/2010 (quella del presun-
to avvelenamento con il Minias
da parte di Paoloni); Spal-Cremo-
nese del 16/01/2011; Benevento-
Viareggio del 13/02/2011; Hellas
Verona-Ravenna del 27/02/2011;
Benevento-Cosenza 28/02/2011; As-
coli-Atalanta del 12/03/2011; Taran-
Su 26 tesserati e 18 società si abbatte la scure del Procuratore Stefano PalazziAtletico Roma e Ravenna fuori dalla Lega Pro. In Serie D c’è il caso Montecchio
1010 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u NUMERO 29 - 28 luglio 2011
Deferimenti e ricorsi
Marco Paoloni (Foto Archivio)
to-Benevento del 13/03/2011; Atalanta-Piacen-
za del 19/03/2011; Inter-Lecce del 20/03/2011;
Alessandria-Ravenna del 20/03/2011 (qui en-
trambe le società sono state deferite per respon-
sabilità diretta); Benevento-Pisa del 21/03/2011;
Padova-Atalanta del 26/03/2011; Siena-Sassuolo
del 27/03/2011; Ravenna-Spezia del 27/03/2011
(qui lo Spezia è stato deferito per responsabilità
presunta, per l’illecito sportivo commesso a pro-
prio vantaggio da persone ad essa estranee);
Reggiana-Ravenna del 10/04/2011; Novara-
Ascoli del 02/04/2011. In tutto 17 le gare in es-
ame, ma cosa rischiano i deferiti? Sicuramente,
l’aggravante dell’associazione per gli undici citati
all’inizio, rende molto delicata la loro posizione.
La radiazione potrebbe apparire un provvedi-
mento sì “esemplare”, ma anche adeguato per
la gravità degli addebiti. In particolare Massimo
Erodiani, che risulta tesserato come calciatore
presso la società ASD Pino Di Matteo C5 (calcio
a 5), ha a suo carico la bellezza di 22 deferimenti;
Marco Paoloni e Gianfranco Parlato 11, Vittorio
Micolucci 10, Antonio Bellavista e Giorgio Buf-
fone 9, Vincenzo Sommese 8, Giuseppe Signori
e Gianluca Tuccella 5, Carlo Gervasoni 3, Mauro
Bressan 2. Nel frattempo, l’Alta Corte di Giusti-
zia presso il CONI, ha bocciato i ricorsi di Atleti-
co Roma e Ravenna, le due società escluse dal
prossimo campionato di Prima Divisione dopo
l’analisi della relazione della Co.vi.Soc. inviata al
Consiglio federale del 18 luglio scorso. La situ-
azione dell’Atletico Roma appariva fin da subito
molto complicata, perché oltre alla questione
dello stadio (la società dei fratelli Ciaccia ha do-
vuto fare a meno del “Flaminio”, e si è ritrovata
a girovagare per il Lazio: prima Pomezia, poi Ri-
eti) ha presentato una garanzia fideiussoria per
l’iscrizione al prossimo campionato “non veridi-
ca”, come siamo abituati a sentir dire. In buona
sostanza, falsa. Nei giorni seguenti la decisione
del consesso federale, il presidente della com-
pagine romana aveva dichiarato che non solo
avrebbe vinto il ricorso, ma sareb-
be stato ripescato in Serie Bwin
perché avrebbe portato delle
prove a sostegno della tesi che lo
scorso torneo di Prima Divisione
sarebbe stato oggetto di pesanti
illeciti sportivi. In attesa che i fra-
telli Ciaccia facciano conoscere
al mondo intero gli illeciti di cui
parlano (e forse Palazzi dovrebbe
interessarsene, anche perché di-
chiarazioni di quel tipo ledono
l’immagine di tutto quanto il sis-
tema, oltre che delle avversarie),
sparisce la terza squadra della
Capitale. Per quanto riguarda il Ravenna, invece,
dagli ambienti della Lega Pro trapelava un certo
ottimismo sulla possibilità di accoglimento del
ricorso. La società del neopresidente Aletti (ex
vicepresidente del Cesena) aveva sì presentato
il piano di rientro dai debiti verso l’Erario, ma
senza la garanzia fideussoria per la relativa co-
pertura, portata poi in ritardo. Un’inadempienza
che, a naso, sarebbe potuta essere passata tra
le maglie (una volta larghe, adesso sembra non
più) dell’Alta Corte. Invece nella serata di lunedì,
la doccia fredda: ricorso bocciato, il Ravenna è
fuori dal calcio professionistico. Al di là del calci-
oscommesse. Al TNAS, invece, il Catanzaro por-
tava avanti la sua personale battaglia. La nuova
società, sorta dalle ceneri di quella fallita alla
fine della stagione appena conclusa, non aveva
l’affiliazione alla FIGC, motivo per cui Abete ha
deciso di non procedere all’iscrizione. Al mo-
mento di chiusura del giornale, il Tribunale Na-
zionale di Arbitrato per lo Sport doveva ancora
prendere la sua decisione, comunque appare
assai improbabile che la nuova società possa
salvare il titolo sportivo, e comunque si tratta del
secondo fallimento nel giro di cinque stagioni.
Ma non è tutto, purtroppo. Tra le pieghe dei ri-
corsi di Atletico Roma e Ravenna, l’Alta Corte di
Giustizia presso il CONI ha valutato anche quello
del Montecchio Maggiore (Serie D, girone C). La
società del presidente Aleardi aveva presentato
ricorso in prima istanza per la non omologazione
del risultato di Montebelluna-Este 2-1: «Ave-
vamo fatto ricorso - le parole di Aleardi - perché
il Montebelluna, nella girandola dei cambi, non
aveva rispettato la regola degli under. Io ero allo
stadio - e qui Aleardi scaglia la sua accusa più
pesante - e l’Este sapeva di questa cosa, ma non
ha detto nulla». Con quella vittoria, il Montebel-
luna superò in classifica proprio il Montecchio,
costringendolo a giocare i play-out, poi persi. Il
primo ricorso del Montecchio fu accolto dal Giu-
dice Sportivo dando la vittoria a tavolino all’Este
(perché l’Este, la squadra in teoria danneggiata,
non fece appello), ma la contromossa del Mon-
tebelluna fu accettata dalla Corte di Giustizia
federale, che riportò ad effettiva omologazione
il risultato scaturito dal campo. Ora l’Alta Corte
dà ragione al Montecchio. Che succede adesso?
«Vediamo un po’, comunque questa sentenza ci
rende di fatto reintegrati, e non ripescati, in Se-
rie D - prosegue e conclude Aleardi - perché quel
play-out noi non lo dovevamo giocare. Queste
cose nel mondo del calcio non
devono accadere».
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Mario Ciaccia, ad Atletico Roma (Foto Sito)
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Tutta la documentazione relativa al ripescaggio in Prima Divisione è in
fase di preparazione, ma i tempi stringono e il 29 luglio (il termine ulti-
mo per presentare la domanda) è dietro l’angolo. Il presidente dell’Avellino,
Marco Cipriano, lo sa bene e si sta adoperando per riuscirci: «Stiamo la-
vorando in merito. Vogliamo valorizzare questa società. Certo è meno
vantaggioso dal punto di vista economico, bisogna vedere se tutti i soci si
adopereranno per garantire le richieste necessarie. Siamo un sodalizio a
capitale sociale e bisogna prima trovare l’approvazione di tutti». Ma dando
uno sguardo ai movimenti del mercato biancoverde balza subito agli oc-
chi che la squadra che si sta costruendo sarà pronta a giocare ad alti livelli:
«Ci siamo mossi parecchio sul mercato, se rimaniamo in Seconda Divisione
puntiamo a fare una stagione da leader, nel caso in cui approderemo alle
Prima faremo un discreto campionato e sarebbe la base per un discorso di
costruzione per il futuro». Salvatore Vullo è stato riconfermato in panchina:
«In lui ho piena fiducia», afferma il numero uno irpino. Il tecnico, intanto,
dal ritiro di Caposele attende di sapere in quale categoria giocherà: «Siamo
in un momento di incertezza, non c’è organizzazione. Per il momento pun-
tiamo a fare il meglio possibile. Se rimaniamo in Seconda Divisione dob-
biamo avere un atteggiamento importante, se invece dovessimo essere
ripescati dovremmo gestire al meglio la situazione - continua l’allenatore
dei lupi - ma nel frattempo, aspettando il 29 luglio, ci prepariamo e aspetti-
amo per le ultime modifiche». Sullo scandalo del calcioscommesse il mister
non vuole esporsi: «Mi vergogno solo a parlarne. Noi non possiamo sapere
le cose come stanno, corriamo il rischio di prendere degli abbagli, lascio agli
organi competenti il mestiere di giudicare». Infine sulla riforma dei campi-
onati afferma: «Ci sarà ancora parecchio da discutere, ci sono idee contrap-
poste, da una parte la Lega
Pro che vuole ridimensionare,
dall’altra l’AIC e gli altri organi
competenti dicono che ridurre
vuol dire lasciare a casa molti
professionisti. Deve prevalere
il buon senso».
(S.S.)
Avellino in ritiro attendendo la buona novella, Cipriano: “Pronti sia per la 1 ̂che per la 2 ̂Divisione”
Pro Vercelli: due moduli tattici per sfruttare la forza del gruppoServizi di Fabiola Rieti e Sara Sbaffi
La Pro Vercelli riparte da una certezza: Maurizio Braghin. Il tecnico dei bi-
anchi ha disposto un piano di lavoro serrato per i suoi giocatori: «Stiamo la-
vorando con una seduta al giorno e il lavoro si intensificherà nei prossimi giorni
quando partiremo per il ritiro». L’allenatore garantisce: «Ci saranno ancora
alcuni innesti da fare. Cerchiamo dei giovani e vogliamo rinforzare soprattutto
l’attacco». La progettualità nel calcio è un argomento che interessa molte so-
cietà, soprattutto con il coinvolgimento degli under diventato obbligatorio con
una norma ad hoc: «Lavoriamo con i giovani come impone la categoria, anche
se fa strano trattare un classe ’90 già come fosse un vecchio. Io credo che
quando un giocatore vale e merita di giocare, trova la sua strada a prescindere
dall’età e dalle norme». Il mister ex Rodengo Saiano vuole indirizzare i suoi ad
un gioco offensivo: «Userò il modulo 4-3-3 e la variante 4-3-1-2. Non punterò
su un giocatore in particolare perché la nostra forza è il gruppo, in particolare
la coesione e l’amicizia tra i ragazzi. Nella scorsa stagione ha fatto la differenza,
speriamo sia così anche in questa». La compagine piemontese presenterà
domanda di ripescaggio, ma i tempi per organizzare i campionati diventano
sempre più lunghi ed è più complesso anche per gli addetti ai lavori fare una
programmazione sul lungo termine, ma il mister dei leoni è convinto che serva
una presa di posizione forte e decisa: «La riforma è necessaria perché siamo ad
un punto di non ritorno, non c’è chiarezza. Ci sono società che pagano ogni sei
mesi, chi non paga e parlo per esperienza personale. Anche quest’anno molte
squadre partiranno con punti di penalizzazione. Chi non si allinea alle regole
è giusto che rimanga fuori. È un calcio che si gioca sui tavoli ormai, e non sul
campo. Io auspico si torni a vivere come questo sport come succedeva quando
ero giocatore io. All’epoca si sapeva già prima del ritiro in che
categoria si giocava e chi erano i tuoi avversari». (F.B.)
Mister Vullo: “Obiettivi diversi a seconda della categoria. Calcioscommesse? Mi vergogno solo a parlarne”
Vullo (Foto Archivio)
Il tecnico dei bianchi Maurizio Braghin: “4-3-3 o 4-3-1-2, ma la vera fortuna di un allenatore è il rapporto tra i calciatori”
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Fabiola Rieti
Mancano pochi giorni alla presentazione delle
domande per richiedere il ripescaggio e Fabio
Guido Aureli, direttore generale de L’Aquila, spiega la
posizione della sua squadra: «Stiamo catalizzando
le forze per inoltrare la nostra candidatura, ci sono
molte compagini che hanno punteggi più alti del nos-
tro e non è prevedibile quanti rinunceranno a questa
possibilità. Il presidente sta cercando di coinvolgere
altri imprenditori e il passaggio in Prima Divisione
sarebbe un premio per la serietà e la correttezza della
nostra società». Il progetto, vista l’incertezza della se-
rie, non è ancora stato definito in modo decisivo, in-
fatti secondo il dg abruzzese ci sono due opzioni: «Se
dovessimo arrivare nell’ex C/1 punteremo ad un cam-
pionato tranquillo, nel caso in cui dovessimo rima-
nere nella categoria di appartenenza aspiriamo alle
zone alte e alla promozione. In questo anno ci siamo
divertiti e abbiamo mostrato un buon calcio, è logico
voler fare un passo in più». Altro nodo da sciogliere,
ma a quanto pare non sarà imminente, è la scelta del
tecnico dei rossoblu: «Per il mister si sta lavorando
con impegno e molto dipenderà dalla categoria in
cui giocheremo, perché si potrebbe puntare sulla
progettualità dello scorso anno visto che Maurizio
Ianni ha fatto bene, ma anche cercare un allenatore
di una certa caratura». È inevitabile un pensiero al
terremoto e agli strascichi che ha lasciato, ma soprat-
tutto alla distruzione e ad una ricostruzione che sem-
bra ancora troppo lontana, però il dirigente aquilano
crede nel potere terapeutico del calcio: «Lo sport, in
generale, può essere un elemento aggregativo e non
discriminante. La città è devastata, si sta ripopolando
solo nelle zone periferiche, ma il centro non ha più le
sue radici. Invece, entrando nello stadio, sembra non
sia successo nulla. L’Aquila Calcio può essere il modo
per continuare a dare attenzioni a questa città e ad un
popolo ferito, ma anche il mezzo per regalare qualche
gioia ed un sorriso in più. La situazione sociale qui è
ancora molto buia e se ne rendono conto anche i
dirigenti delle squadre avversarie che
quando vengono ripartono sconvolti».
L’Aquila, il dg Aureli: “Il calcio come speranza”
(Foto Archivio)
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La Sambonifacese gioca duro e propone come nuovo allenatore Flavio
Carnovelli, ex tecnico della Beretti e cresciuto calcisticamente pro-
prio a San Bonifacio. Intanto sono cominciate le prime sgambate nelle
quali il mister rossoblu ha avuto modo di testare i suoi, parlandone così:
«Sto guidando gli allenamenti ed ho avuto ottime impressioni sui raga-
zzi». Il vero colpo di mercato della Lega Pro per ora è arrivato proprio
dalle sponde veronesi con
l’ingaggio dell’ex laziale Chris-
tian Manfredini. L’allenatore
ha speso belle parole per il
centrocampista classe ’75: «È
un ragazzo eccezionale, si è
inserito subito ed ha sempre
una buona parola per i più
giovani. Ha voglia di mettersi
in gioco, deve riacquistare il
livello atletico, ma con una
carriera di 15 anni tra serie A
e B speriamo sia la ciliegina
sulla torta». Carnovelli con-
tinua a raccontare il suo club
e spiega che non ha chiesto
altri giocatori: «Al momento siamo al completo, naturalmente la società
si guarda intorno, perché con questa nuova formula a due gironi, molti
giocatori rimarranno senza squadra e si potrebbero fare dei buoni affari».
Per quanto riguarda gli obiettivi, il tecnico veneto preferisce volare basso:
«Giocheremo alla giornata, cercando di conquistare i punti salvezza il pri-
ma possibile». Dal punto di vista tattico invece ribadisce: «I numeri non
contano, partiremo con un 4-4-2, ma poi nel corso dell’anno
potremmo anche cambiare»
Sambonifacese, Carnovelli e Manfredini uniti per la salvezza
Vincenzo Esposito inaugura la
stagione sulla panchina del
Prato con buoni propositi e tanta
passione. L’allenatore toscano parla
di questa nuova esperienza: «È una
città che conosco perfettamente. In
questo ruolo c’è una nuova energia,
un bell’entusiasmo e la voglia di fare
qualcosa di positivo. Abbiamo fatto
i test, ma siamo ancora in fase con-
oscitiva». Per quanto riguarda la rosa
sottolinea: «Quasi nessun organico
si può definire completo. Il mercato
è aperto fino al 31 agosto, poi con
il calcioscommesse e la riforma dei
c a m p i -
o n a t i
ci sono
m o l t i
lavori in
corso» .
Tuttavia la situazione del calcio pro-
fessionistico preoccupa anche gli ad-
detti ai lavori come spiega il mister
biancoazzurro: «Ogni fallimento di
una società è anche quello di un sis-
tema. Il pensiero che tante persone
che lavorano nel calcio possano per-
dere le certezze, è una cosa che mi
disturba profondamente. Si deve
andare verso un numero di squadre
che garantisca il campionato. In
Lega Pro i presidenti sono virtuosi,
ma ci sono poche risorse». Per il
futuro, le aspirazioni sono ancora
incerte e dipenderanno dalle fasi
di ripescaggio: «L’obiettivo dipende
dalla categoria. Se rimaniamo in
Seconda Divisione puntiamo al salto
di categoria, se saremo nell’ex C/1
puntiamo a mante-
nere la serie».
In panchina l’Aversa Normanna
punta tutto su Nicola Romaniello,
un’esordiente dalle belle speranze
che è molto amato dalla piazza cam-
pana. Il mister dei granata sembra
un predestinato, dopo essere stato
il capitano dei normanni, arriva a
dirigere la prima squadra e racco-
nta del coraggioso piano di lavoro
stilato dalla società: «Proporremo
una squadra giovanissima e con il
mio entusiasmo da tecnico neopa-
tentato che cercherò di trasmettere
ai ragazzi». L’allenatore è fiducioso
e speranzoso: «Auspico di trovare
giovani motivati a dare il massimo
e sarà fondamentale l’apporto di
giocatori come Giuseppe Mattera e
Francesco Zolfo che dovranno fare
da chioccia ai nuovi arrivi per aiu-
tarli ad inserirsi». Il completamento
dell’organico è ancora da valutare:
«Partiremo per il ritiro con 24 gioca-
tori, poi vedremo durante il lavoro
in gruppo se manca qualche ruolo
e valuteremo con la società come
muoverci». Il sistema di gioco non
è ancora stato definito e il tecnico si
riserva di scegliere dopo aver fatto
le valutazioni nei giorni del ritiro:
«Per la scelta dell’impostazione tat-
tica aspetto di conoscere meglio
l’organico. Potrei proporre un 4-4-2
o un 4-3-3, ma poi tutto dipende dai
giocatori che si hanno in
campo».
Prato, Esposito: “Siamo work in progress” Romaniello: “Aversa, sono un neopatentato senza paura”
Servizi di Fabiola Rieti
Carnovelli (Foto Archivio)
(Foto Archivio)
(Foto Archivio)
Manfredini (Foto Archivio)
Flavio Grisoli
L’Italia stecca l’appuntamento casalingo nella penultima
tappa dell’Euro League Beach Soccer tenutasi a Marina
di Ravenna (sede dei campionati del Mondo che si terran-
no dall’1 all’11 settembre prossimi) nello scorso fine setti-
mana. La qualificazione per le Superfinal di Mosca del 5-7
agosto non è in discussione, i ragazzi di mister Esposito non
sono messi male in classifica, ciò che preoccupa maggior-
mente l’entourage azzurro, a partire dal capodelegazione
e vicepresidente della Lega Nazionale Dilettanti Alberto
Mambelli, è il deciso passo indietro sotto il punto di vista
del gioco rispetto alle uscite precedenti, che aveva-
no lasciato ben sperare alla vigilia di questo atteso
appuntamento. Il primo campanello d’allarme era
scattato già nella prima giornata di gare, quella di
venerdì 22, nella quale una rete a tempo pratica-
mente scaduto di Paolo Palmacci (presentatosi con
un taglio di capelli molto corto, a differenza della
folta chioma alla quale eravamo abituati) aveva
dato la vittoria all’Italia dopo che Olejniczak aveva
pareggiato la rete di bomber Soria. Il problema ap-
parso subito più evidente è la sterilità offensiva degli
azzurri, che hanno faticato molto, al di là di qualche
legno colpito di troppo, a creare occasioni da rete
degne di essere segnate sul taccuino degli addetti
ai lavori. Una vittoria che doveva portare fiducia
nell’ambiente, soprattutto perché la “sindrome da esordio
casalingo” può giocare brutti scherzi, soprattutto di fronte
ad un pubblico ravennate molto presente (circa tremila
spettatori a tutti e tre gli incontri degli azzurri) e molto ru-
moroso. Invece i buoni auspici si sono rivelati presto senza
fondamento. La gara del sabato pomeriggio, alle 18, ve-
deva opposta l’Italia alla Romania. Una buona formazione,
quella rumena, ma nulla più. Invece, dopo un primo tem-
po conclusosi a reti bianche nel quale le occasioni migliori
per l’Italia le ha create l’estremo difensore Del Mestre (poi
premiato a fine torneo come migliore portiere della tappa
di Marina di Ravenna dell’EBSL) con due tiri dalla distanza
neutralizzati dal “collega” Gandac, la seconda frazione di
gioco vede una Nazionale azzurra completamente in bam-
bola, preda della migliore organizzazione e applicazione
tattica dei rumeni, che si concretizza nella seconda parte di
frazione con la doppietta di Maciuca. Storditi e attoniti, i gi-
ocatori di casa sono stati strigliati da un Esposito imbufalito
al secondo intervallo, ma probabilmente il mister deve an-
cora trovare il bandolo di una matassa che a poco più di un
mese di distanza dal Mondiale si fa sempre più intri-
cata. Pronti, via e il terzo tempo è un incubo: nel giro
di trenta secondi Lucian buca per altre due volte Del
Mestre e il tabellone, a sette minuti dalla fine della
partita segna Italia 0, Romania 4. Le poche occasio-
ni per gli azzurri sono bloccate da un Gandac in vera
e propria giornata di grazia, e a quel punto un mo-
rale già sotto i tacchi, finisce ben presto sotto la sab-
bia. Il rigore realizzato da capitan Leghissa, apparso
un po’ imballato in questa tre giorni di gare, è solo
un amaro brodino, perché Lucian firma la tripletta
personale meno di due minuti dopo, scavando un
solco irrecuperabile. Ci pensa Feudi (poi ammonito
per proteste sul finire della partita) a rendere meno
duro il passivo, ma perdere 5-2 dalla Romania
La Nazionale Italiana guidata da mister Esposito, ad un mese dal Mondiale, regala due prestazioni disastrose contro Romania e Svizzera
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Beach SoccerImmagini del match contro la Romania (Foto FG)
L’Italia (Foto FG)
fa molto male. L’analisi di Alberto Mambelli a fine gara è
durissima: «È stata una brutta prestazione, non c’è dubbio.
Abbiamo avuto molta sfortuna, con pali e traverse colpite e
il loro portiere in giornata di grazia, però è stata una prova
incolore. Incontriamo – prosegue Mambelli, confermando
le impressioni della gara di ieri, vinta solo 2-1 – molte dif-
ficoltà in attacco, ed è stato fatto un passo indietro rispetto
alle precedenti uscite. Questa Romania non è una squadra
trascendentale, ma l’approccio alla gara è stato sbagliato,
e sono molto deluso, soprattutto perché c’era tanto pub-
blico a sostenere i ragazzi. Speriamo nel riscatto domani
con la Svizzera, ma se non dovessimo vincere – con l’Italia di
oggi sarebbe dura, visto e considerato che gli elvetici sono
una delle forze emergenti del panorama europeo di ques-
to sport insieme alla Russia - e la Romania dovesse battere
la Polonia, allora saranno problemi». Mai previsione fu più
realistica, purtroppo, come vedremo in seguito. Il commis-
sario tecnico Massimiliano Esposito ha lasciato l’impianto
appena finita la gara, per sbollire la rabbia. Raggiunto tel-
efonicamente, ha dichiarato: «Sono scontento, soprattutto
perché oggi era determinante. Più che giocare bene, ser-
viva il carattere – eufemismo, il mister ha usato un altro
termine facilmente intuibile - per vincere. Con questo at-
teggiamento non andiamo da nessuna parte, e cercherò
di farlo capire ai ragazzi da stasera stessa». Quello che si
cercava era una reazione ad un rovescio pesantissimo, e la
Svizzera vicecampione del Mondo (orfana oltretutto della
stella Stankovic per squalifica) poteva, e doveva, essere
l’avversario ideale. Domenica 24 luglio, sei di pomeriggio:
Beach Arena di Marina di Ravenna. Spalti gremiti, un vento
fresco che spazzava la spiaggia romagnola e una Nazionale
italiana in cerca di riscatto. Che non sarebbe stato facile, lo
si sapeva e lo si è intuito fin dalle prime battute di gioco:
Italia imballata e povera di idee offensive. Poca manovra,
molti lanci lunghi direttamente dal portiere (con Pal-
macci in attacco, di certo non un gigante contro i rocciosi
difensori elvetici è apparsa una scelta quantomeno poco
condivisibile) e conclusioni nello specchio della porta che
si contano nelle dita di una mano. Gli svizzeri non fanno
nulla per alzare il ritmo, limitandosi a controllare il gioco
(avranno studiato bene la prestazione della Romania del
giorno prima), pronti a colpire al momento giusto. Emozi-
oni poche, reti anche: Palmacci ci prova in rovesciata, ma
senza fortuna. Dea bendata che invece arride alla stessa
acrobazia dello svizzero Rodrigues, che fulmina Del Mes-
tre. L’Italia sembra aver accusato il colpo, e alla Svizzera
va benissimo così: con una vittoria si aggiudicherebbe
la tappa di Ravenna e la qualificazione alle Superfinal di
Mosca. Ramacciotti, solo davanti al portiere, fallisce la più
facile delle occasioni: un rimbalzo inaspettato del pallone
lo tradisce, e da lì si capisce che per l’Italia non c’è più nulla
da fare. La pietra tombale su una tre giorni da dimenticare
la mette Leu a quattro minuti dalla fine. Si può recriminare
su un arbitraggio discutibile, ma terminare una partita di
Beach Soccer senza segnare neanche una rete, e averne
messe quattro a referto in tre partite, è un dato che deve
far riflettere. Ora l’Euro League si sposta, nel prossimo fine
settimana, a The Hague (Den Haag in olandese), nei Paesi
Bassi, dove si definirà la griglia delle parteci-
panti alle Superfinal di Mosca.
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Colpaccio per la Polisportiva Virtus Castelfranco: ingaggiato il
centrocampista Nicolas Migliaccio dalla Reggiana. Il presidente
Paolo Chezzi non può che essere soddisfatto: «Per sostituire un buon
giocatore come Giuriola dovevamo prendere un altro buon giocatore
- classe 1988, ex Crociati Noceto in Seconda Divisione ed ex Castel-
larano in serie D, era ambito
anche da altre società come
il Mezzolara - abbiamo poi
una punta giovane in prova e
per il momento basta, verso
il 20 agosto nell’altra fase del
mercato vediamo se c’è qual-
cosa da sistemare». La Virtus
Castelfranco della stagione
2011/2012 sarà un gruppo
fortemente rinnovato: «Abbiamo cambiato molto, tre ragazzi sono
andati nei professionisti, altre due pietre miliari hanno smesso e si
sono buttati nella carriera da allenatore. Praticamente il 70% della
squadra è stato riformato e i rischi ci sono, speriamo di averci azzec-
cato. Faremo del nostro meglio, ma per esigenze di mercato abbiamo
dovuto cambiare». Lunedì 25 luglio è iniziata ufficialmente la stagione
della compagine modenese, in panchina sempre Marcello Chezzi,
figlio del presidente ormai al suo settimo anno. Ma le preoccupazioni
per la situazione economica di alcune società non fanno stare tran-
quillo il numero uno emiliano: «Purtroppo il calcio di D è in crisi e
quello di Lega Pro ancora peggio. Mi meraviglio che si investano tanti
soldi quando questi non ci sono, e non ci sono neanche gli sponsor.
Bisogna fare economia in questo periodo di difficoltà. Noi da parte
nostra cerchiamo regolarità e di fare tutto per bene, il co-
siddetto fair play finanziario».
Castelfranco, colpo Migliaccio. Chezzi: “Abbiamo rifondato”
Per la Turris oltre il danno (la parti-
ta persa ai play-off contro il Rimini
a Terni) è arrivata anche la beffa, con
il blocco dei ripescaggi. Il presidente
Rosario Gaglione critica la decisione
e si interroga sull’utilità di questi play-
off: «Qua succedono cose strane.
Sono vent’anni che si fa il ripescag-
gio, stranamente quest’anno no. Gli
spareggi promozione non hanno
avuto nessun senso. Sarà un caso che
proprio quindici squadre non si sono
iscritte e si arriva a settantasei come
voleva Macalli? Il numero è preciso,
sarà una coincidenza? Assocalciatori
e Lega
Pro sono
stati trop-
po leg-
geri, ora
q u a n t i
disoccupati ci saranno?». Il mas-
simo dirigente biancorosso si rif-
erisce al fatto che quindici società,
per fallimenti e precarie situazioni
economiche, non parteciperanno al
prossimo campionato 2011/2012,
e quindi la proposta della Lega Pro
di ridurre a due i gironi di Seconda
Divisione (per un totale di quaranta
club) può essere applicata. La com-
pagine di Torre del Greco vorrebbe
un posto che sente suo di diritto:
«Abbiamo fatto la finale play-off e
abbiamo vinto la Coppa Italia, siamo
primi nella graduatoria dei ripescaggi
ma guarda caso li bloccano». Intanto
Gaglione pensa ad un campionato
da Serie D: «Faremo un gruppo com-
petitivo, poi vediamo quello che suc-
cede, sto aspettando
certe situazioni».
Angelo Londrillo, il nuovo di-
rettore generale della Renato
Curi Angolana, ci parla delle prob-
lematicità per allestire una squadra
competitiva in vista della prossima
stagione: «Purtroppo quest’anno
siamo condannati a soffrire per le
difficoltà economiche. Puntiamo sul
settore giovanile, la prima squadra
sarà rivoluzionata. Rispetto allo
scorso campionato saremo più in-
centrati sui giovani e sul risparmio».
In panchina, al posto di Daniele
Amaolo, siederà un nuovo allena-
tore: «Per la scelta c’è stata una
volata a due tra il figlio di Zeman,
Karel, e Fabio Montani. Sono stati
messi ai voti e alla fine ha prevalso
quest’ultimo. Montani è di Pescara e
ha sposato subito il nostro progetto.
È la sua prima volta in serie D, men-
tre nella vecchia serie C è stato il vice
di Andrea Camplone a Lanciano».
Per concludere, un pensiero alla
squadre che non sono riuscite ad is-
criversi: «Questo è un problema, io
mi ritengo felice del discorso Ango-
lana. Abbiamo mantenuto sempre
gli impegni presi. Purtroppo oggi
nel calcio i soldi sono finiti. O si pro-
gramma bene o si rischia di scom-
parire. Quattro società non iscritte
sono dati importanti, andrebbe
cambiato un po’ tutto, a partire dal
rimborso ai giocatori».
Gaglione, Turris: “Ripescaggi? Situazioni anomale” Londrillo, dg RC Angolana: “Giovani e low budget”
Servizi di Sara Sbaffi
Migliaccio con la maglia del Crociati Noceto (Foto Archivio)
(Foto Archivio)
(Foto Archivio)
In un periodo storico in cui l’integrazione razziale
sta finalmente diventando realtà anche in Italia
con le prime classi delle elementari sempre più pie-
ne di giovanissimi stranieri, si impone anche per le
organizzazioni sportive l’esigenza di adeguare le
proprie normative alla mutata dimensione socio-
culturale del Paese. Di frequente si sente parlare
di bambini spesso extracomunitari, che, introdot-
ti in Italia da soggetti che operano ai limiti della
legalità vengono poi abbandonati al loro destino
in caso non dimostrino doti tecniche adeguate. La
disciplina del tesseramento degli stranieri nei cam-
pionati Dilettantistici si articola nelle disposizioni
delle NOIF nonché nelle nuove normative FIFA in
vigore dal 1/10/ 2009, in materia di minori. Queste
ultime riducono significativamente la circolazio-
ne di tali atleti, allo scopo di impedire che sportivi
giovani ed ingenui, vengano strappati via dal loro
contesto di vita per finalità speculative legate allo
svolgimento dell’attività sportiva. La “base” su
cui si fonda la normativa, è costituita dall’art. 40
bis NOIF che, negli ultimi anni, è stato integrato
e corretto dal Consiglio federale, per agevolare le
società Dilettantistiche nel rispetto degli adempi-
menti previsti dalla ‘legge Bossi-Fini’ in materia di
permessi di soggiorno. In particolare, il comma 11
della disposizione, stabilisce che: “[...] le società del-
la LND possono tesserare, entro il 31/12, e schie-
rare in campo un solo calciatore straniero, ovvero
una sola calciatrice straniera, che siano stati tesse-
rati per società appartenenti a Federazioni estere,
purché in regola con le leggi vigenti in materia di
immigrazione, ingresso e soggiorno in Italia, e sia
documentato: 1. Calciatori extracomunitari: a)
la qualifica di “non professionista” risultante dal
“transfert internazionale”; b) lo svolgimento di
attività lavorativa mediante esibizione di certifica-
zione dell’Ente competente attestante la regolare
assunzione; c) in alternativa, se studente, lo svolgi-
mento dell’attività di studio mediante esibizione di
certificato di iscrizione o frequenza a corsi scolastici
o assimilabili riconosciuti dalle competenti autori-
tà; d) la residenza e il permesso di soggiorno per un
periodo non inferiore ad un anno o che comunque
sia valido per l’intero periodo di tesseramento. La
residenza e il permesso di soggiorno devono risul-
tare nel Comune sede della società o in Comune
della stessa Provincia o di Provincia limitrofa. 2.
Calciatori comunitari: a) la qualifica di “non profes-
sionista” risultante dal “transfert internazionale”;
b) la residenza che, nel caso di minori di età, deve
essere necessariamente fissata nel Comune sede
della società o in Comune della stessa Provincia o
in Provincia limitrofa; I calciatori tesserati a norma
dei precedenti punti 1) e 2) non possono essere
trasferiti ed il tesseramento ha validità per una sta-
gione sportiva; Il tesseramento decorre dalla data
di comunicazione della FIGC e, per i calciatori extra-
comunitari che non potranno essere trasferiti, avrà
validità fino al termine della stagione sportiva”. Gli
aspetti trattati dalla disposizione sono molteplici
e costituiscono specificazioni della procedura di
tesseramento dei calciatori non Professionisti, non-
ché della disciplina del rapporto tra club ed atleta.
Innanzitutto, è previsto un limite numerico e tem-
porale, con una particolarità: a fronte dell’afferma-
zione dei principi di libertà di circolazione e stabi-
limento dei cittadini comunitari in territorio UE, le
restrizioni riguardano ‘calciatori stranieri che siano
stati tesserati per federazioni estere’, senza distin-
zione tra comunitari ed extracomunitari. Pertanto,
la fonte regolatrice del tesseramento nei Dilettan-
ti si differenzia notevolmente da quelle vigenti in
ambito professionistico (in cui i club possono tes-
serare un numero illimitato di giocatori di paesi
appartenenti all’Unione Europea): all’interno della
LND, i club hanno il limite di tesserare un solo stra-
niero, entro il termine del 31/12 di ogni stagione.
Chiaramente, poiché la disciplina che in materia
di instaurazione del rapporto in ambito FIGC non
può prescindere dalla legislazione statuale, l’equi-
parazione, nei dilettanti, tra atleta comunitario
ed extracomunitario (effettiva per quanto riguar-
da limite numerico e temporale) si ferma davanti
agli obblighi documentali incombenti sulle società,
chiamate a dimostrare, in ogni caso, che il vincolo
con il calciatore dipende da motivi diversi dal cal-
cio. (Continua nel prossimo numero)
www.studiolegaledelre.it
(info@studiolegaledelre.it)
Dal campo al Foro
Guido Del Re
Tesseramento per gli atleti stranieri nei campionati dilettantistici
21NUMERO 29 - 28 luglio 2011 w w w . p r o f e s s i o n e c a l c i o . e u
Prima Parte
Che non sarebbe stato facile per la Juvenes/Doga-
na la gara di ritorno contro i macedoni del Rabot-
nicki nel ritorno del secondo turno di qualificazione
all’Europa League, lo si sapeva. Il risultato dell’andata
(1-0 per gli slavi), però aveva lasciato, oltre alla sod-
disfazione per non aver subìto un rovescio, anche la
flebile speranza di potersela giocare un minimo. «Par-
tita attenta in fase difensiva - la prima richiesta di mis-
ter Paolo Reciputi ai suoi ragazzi - e poi vediamo che
succede»: questo il diktat del tecnico. Effettivamente
così è stato, ma i macedoni nel loro impianto (il “Grad-
ski Stadion” di Skopje, la capitale della Repubblica ex
jugoslava) hanno impresso un ritmo molto forte, e il
sedici tiri dalla bandierina a fronte di nessuno battuto
dai titani, ne sono una testimonianza molto chiara.
«Ma non abbiamo subìto poi così tanto la loro pres-
sione - ci tiene a precisare Reciputi - poi è chiaro che
alla prima disattenzione dietro, questi ti puniscono.
Anche perché, voglio ricordare, noi giochiamo diret-
tamente il secondo turno di qualificazione, quindi si
vanno ad incontrare squadre di buon livello». La gara,
per la cronaca, è terminata 3-0 per gli uomini di Goran
Petreski, grazie alle reti di Manevski al 35’, di Petkoski
al 50’ e di Petrovic appena cinque minuti dopo. Una
buona gara, comunque, per la Juvenes/Dogana: «Sì,
sicuramente delle tre partecipanti sammarinesi alle
Coppe Europee, siamo quella andata meglio guar-
dando i risultati. La Federazione ci ha portato i suoi
complimenti, peccato per le assenze alle quali ab-
biamo dovuto far fronte tra squalifiche, infortuni e
qualcuno che non si è potuto liberare dagli impegni
lavorativi». Due ammoniti, uno per parte (Selva per i
sammarinesi e Petkoski per i padroni di casa per ess-
ersi tolto la maglia dopo il gol realizzato), e gara diretta
dal magiaro Andro Szabo Sandor che è filata liscia, a
differenza di quella dell’andata nella quale c’erano
state diverse recriminazioni per le scelte arbitrali.
Adesso, un po’ di meritato riposo e poi la preparazi-
one per il campionato: «Sì, ora ci facciamo un me-
setto di vacanza, e poi subito dopo Ferragosto com-
inciamo la preparazione per la nuova stagione» dice
Reciputi, che continua: «Affronteremo il campionato
aggredendo, non difendendoci come in queste due
partite di Europa League. Il nostro obiettivo è dichiar-
ato: conquistare l’Europa, e il sogno è quello di portare
per la prima nella bacheca della Juvenes/Dogana il
campionato». Bacheca della società di Piazza Tini che
ospita, ad oggi, due Coppa Titano: la prima nel 2009 e
la seconda quella della scorsa stagione. Vittoria che le
ha garantito la partecipazione al secon-
do turno preliminare di Europa League.
La Juvenes/Dogana (Foto Archivio)
Juvenes/Dogana, l’Europa resta ancora un sognoFlavio Grisoli Campionato Sammarinese
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