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Virginia Sorrentino Venturoli
Poesie
Cantrina
Copertina 2007 ok2 22-01-2008 17:35 Pagina 1
“Vieni, scegliamo le poesie”
mi ha detto Maria Teresa
per telefono
ed io ero ancora incerta
Virginia
Le chiamo poesie forse una lo è veramente.
CANTRINA - 2007
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4
Ringraziomio marito Nicola e mio figlio Lodovico per aver arricchito, con le loro immagini,
questa mia raccolta di poesie.
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Nacqui quando stava finendo la guerra e nell’infanzia conobbi ilpancotto, la fettina sottile sottile, la gonnellina consumata erivoltata.Quando cominciai a leggere chiedevo libri ad ogni ricorrenza e lileggevo e rileggevo.“Non è possibile che tu l’abbia già finito!”Li mettevo su più sedie e giocavo alla maestra.A quel tempo c’era Collodi e De Amicis, Salgari, Dickens, Tolstoy,Grimm, Andersen.Quando papà si faceva la barba declamava la Divina Commedia ed iol’ho amata da sempre. A scuola poiché non avevo inflessioni dialettali mi facevano leggerea voce alta Il cantico di frate sole, Omero, Dante, i Promessi sposi.O forse perché quando io leggo... ci salto dentro.Papà e mamma uscivano insieme e avevano amici e ci portavano conloro.“E’ pronto a tavola!” Composti aspettavamo il primo poi il secondoe la frutta. E nulla fuori pasto.“Più passa il tempo più ci si vuol bene.” Mi disse un giorno papà,alludendo alla mamma, con un sorriso che non ho mai dimenticato.E poi la demenza subdola e precoce della mamma.Regredita in una adolescenza assurda e ingestibile ai tempi di papà epoi in un’infanzia capricciosa e inquieta e infine nell’abbandonofiducioso del neonato.Mia mamma ha ora ritrovato il suo dolcissimo sorriso. Mio padre non ha mai mollato. Mai.Mio padre è una potenza.
A lui e a mia mamma dedico questa raccolta di poesie.
Se c’è amore è loro.
Novembre 2004
5
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E’ venuto mio fratello Paolo a trovarci e ci ha raccontato: “Ero in salaoperatoria e ho visto con la coda dell’occhio entrare un camice bianco.”“Sai papà cosa fece una volta? - l’ho interrotto - C’era un vigile piantoneall’ingresso della caserma e aveva la divisa in disordine. Papà con duedita gli toccò la camicia e gli disse sottovoce: Così non va.”“Anch’io ho fatto così! - ha esclamato Paolo - Ho solo detto: Non èpossibile, mi sembra di aver visto un camice bianco.”
13 novembre 2004
Al supermercato c’era una musichetta e mia mamma fin dai primiscaffali aveva cominciato a segnare il ritmo con le mani e coi piedi.Alla cassa poi, come sempre, trovandosi fra più persone, tamburellava laspalla di uno e il braccio di un altro. In particolare insisteva con unsignore giovane e serio.“Basta, mamma, basta!” Ma inutilmente. Quando mi sono allontanata dal supermercato quel signore mi haraggiunta e sporgendosi dal finestrino della sua macchina mi ha detto:“Signora, devo dirglielo. Ero molto triste e sua mamma ha sciolto lapena che avevo”.
questa primavera
“Il terremoto...! fuori... fuori...!”Il tempo di avvisare Stefania e mia mamma era già sulla sua poltronaa pian terreno, la liseuse rosa, gambe e piedi nudi, lo sguardo stupito.“Chi l’ha portata... i ragazzi... in braccio?”Sono corsa di sopra a prenderle le calze di lana e mi sono commossa.
25 novembre 2004 - mezzanotte
6
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Inizio dall’ 88
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A mio padre
E tu papà mi ami
ed io papà ti amo
hai solo detto
“E’ mia figlia”
ed eccomi qui
di nuovo
come appena uscita
dalle tue mani
mano vuota inerte
posata sul mio capo
che onore
papà
averla toccata
22 aprile 1988
8
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Presenza
Hai spazi sconfinati
fiori meravigliosi
e persone
che anch’io
ho tanto amato
eppure sei qui
lo sento
nell’infinito
non scegli
che questo mio cuore
papà
1988
9
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10
Aprile
Con una piuma di cristallo
disegno colori
mazzetti di margherite arancio
che nessuno vuole
una carriola rovesciata è lì ancora
splendido disordine al sole
1988
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Il ciliegio
Sulla collina verde
tra il romanico e il mandorlo.
Due corvi nell’erba tenera di un campo.
Rami bianchi sul fusto diritto.
Capovolto dal vento
ha messo radici nell’azzurro.
Lonato, 14 aprile 1988
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Il mandorlo
E’ al confine col cielo
quel mandorlo.
Al culmine di un lieve pendio.
E’ verde
e l’ho visto bianco e sfiorito
su un campo marrone
superbo ora di grano.
8 giugno 1988
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13
Dicembre
Ancora poche foglie
e poi
il silenzio dei rami
1994
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14
Natale
Profili di case
e alberi di saggina
sul giallorosabianco
dell’aurora.
Accanto alla vite
nel campo
pomi neri
tra rami sottili.
L’albero si accende
di cachi
al tramonto.
Cantrina, dicembre 1988
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17
3 novembre
Come Enrico
sull’aiuola dietro il muretto
sull’ultima rosa potata
primo freddo di novembre.
Come Enrico
riverso sulla terra zappata
in un silenzio di morte
la zappa la carriola
un cumulo di foglie sotto l’alloro.
I miei figli diranno di Enrico
ed io so di Enrico
di Oreste di Davide.
Un’alba e un tramonto
tra orti e vigneti
in un segmento antico di case.
Cantrina, 4 novembre 1988
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Gennaio
Oggi
la mia gioia
splende
come la neve al sole
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Quando graffio
è perché cerco amore.
Me ne ricorderò
figlio
quando tu mi sfidi.
Lascio cadere le offese
e ti ricambio
con la tenerezza.
1996
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Pausa
Mi chiamanoed io rispondo
eccomi
e ancorasubito
e sempresì.
Entro nella nubee non sento e non vedo.
Mi chiamanoe non rispondo.
Ora io non ci sono.ed è anche per voi.
Gennaio 1999
“Venite seorsum in desertum locumet requiescite pusillum”
Marco 6, 31
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Salmo
Nell’abbondanza
amo la povertà
nel chiasso
amo il silenzio
negli affetti disordinati
amo lo spirito di fraternità.
Sono rinata
per non avere
per non desiderare
per perdere.
Accumulo tesori
col sorriso e
sono ricca.
Infinitamente ricca.
Io
cerco
te, Signore.
1999
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Con gli occhi chiusi
riconosco dal canto
gli uccelli
solo fermandomi
mi accorgo
che sono tanti
1999
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Neve
Preludio
del
silenzio
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Sinfonia del silenzio
L’orologio
il frigo
gli uccelli.
Nell’ascolto
mi dimentico.
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L’aria è greve.
Gesti rumori fatiche.
Apro gli occhi
sulle nuvole
grandi
di pioggia.
Gli alberi silenziosi.
Ritrovo
la misura delle cose
nel respiro immenso
del cielo.
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Appuntamento
Il cielo è ancora buio.
Aspetto con gli uccelli
il chiaro del mattino.
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Purezza
Abbandono ogni perché.
Scelgo la via semplice
dell’amore.
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Se solo
sorridessi alle rondini e all’upupa
e dessi da bere
ai gerani e all’ulivo
e lavassi i piatti
e riponessi nel frigo
la verdura
questa mia vita
sarebbe una poesia.
E’ ciò che penso
dal mattino alla sera.
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Ho insegnato ai bambini
il gioco del sorriso
Un frutto
un fiore
una foglia
E la pena
si scioglie nei colori
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E tu?
chiedo ad ogni persona
e non faccio confronti
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Fra i tanti lavori
dimentico di sedermi
ritrovo il sorriso
contando
le foglie del noce
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Non mi piegano
i pensieri di morte
io guardo i colori
il sole
i profumi
sono infiniti
i miei amici
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Nel groviglio dei
“non è giusto!”
getto la parola
pazienza
ed è pace
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Appunti di gioia
Nel cuore la preghiera
sulle labbra la lode
nelle mani la pazienza.
È un vivere danzando.
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Madre
ombra
che
dove passa
riordina
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Ogni mattina
attendo il sorgere del sole
e contemplo
i colori del cielo
ecco
dove ho imparato
a vivere il giorno
senza affanno
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Nessuno
può dire
al sole
“sbrigati”
io cerco
la sua calma
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Umile umilissima
conto i grani di riso
e nascosta
tra le foglie del gelso
porto
nel cavo
della mia mano
il cuore del mondo
“Insegnaci a contare i nostri giornie giungeremo alla sapienza del cuore”
Salmo 90, 12
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Dimentico
di fermarmi
dimentico
di ascoltare
dimentico
di guardare
non voglio
più
dimenticare
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40
Grazie
Depongo
nel cuore
questa sola parola
e le resto fedele
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41
Dovevo
perdere
ogni durezza
per amarvi
“Vi amo”
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42
“Buongiorno...buongiorno...”
Nel cuore
c’è posto
per tutti
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Docile
al tuo volere
nell’incanto
per ogni cosa
lascio
senza saperlo
messaggi d’amore
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Umiltà
“Qual è
la tua storia
fratello?”
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A lungo
mi soffermo
a contemplare
il mattino
se ricordassi
durante il giorno
di sedermi
vedrei ancora
i pini
tintinnanti di voci
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La sera
raccolgo momenti
di silenzio
non desidero
altro
e sono felice
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Mattino pallido
senza sole
per sorridere
non occorrono
i colori
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La musica
disegna ricordi
che io cancello
nel nascere
resto
vestita di nulla
sotto il cielo stellato
con la luna crescente
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Gratitudine
L’aria
il sole
le piante
ogni passo
condivide
la gioia
di esistere
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Eternità
è l’albail tramonto
il mezzogiorno
sono i fiorie le piante
gli uccellie quanto si muove
ed è fermo
il sole di novembreaccende caldi colori
a piene maniraccolgo
frammenti d’infinito
annoto quipensieri di gioia
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E quando
alla sera della vita
non sarò che una presenza
nella tua cucina
ricorda
che anch’io
ho lavorato tanto
e il fiore
che ho coltivato
sei tutua madre
“Beato l’uomo che ha cura del debole”salmo 40
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52
“Che luce c’è?”
E’ il cieloné grigioné bianco
nè azzurro.
Alberi immobilisospesi
in una luce giallinacompatta
che non mutacol passare del tempo.
Scende una pioggia sottileda nuvole che non si vedono.
Oggi il giorno non vuole partire.
E noiinquietirestiamo
ad aspettare.
Anche il cielopuò
talvoltacambiare.
sabbia del deserto, 21 febbraio 2004
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Gratitudine
Ovunque
mi fermo
per guardare
zittisco
ogni pensiero
per ascoltare
si riempie
il mio silenzio
di suoni e di colori
la vera ricchezza
è questa povertà
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Ripetere ogni giorno
gli stessi gesti
richiudere i cassetti
lasciati aperti
spegnere le luci rimaste accese
scopare
dove si era già scopato
ripiegare
gli indumenti.
Occasioni
per sorridere.
Il disordine è vita
se si ama.
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“Corri
sbrigaticompra
fai”
il correre è nienteil comprare è niente
il fare è niente
sia lentoil mio passo
leggerocosciente
questa siasolo questa
la mia liturgia
“L’uomo che si agita fa scoppiare di risate gli angeli”
Shakespeare
“Chi non sa interrompere la sua azione
per buttarsi in uno spazio di contemplazione,
ad un certo punto non si possiede più.”
Magrassi
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E’ bello
scoprirsi
a camminare
adagio
e restare tranquilli
e non chiedersi troppo.
E’ nella sosta
che so
cosa fare.
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Un cinguettio.
Era accorato.
Un solo sguardo
lungo la scala.
Un pettirosso
stamattina
ho trovato.
Lui mi aveva chiamato.
30 aprile 2004
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“Se qualcuno mi...
per me è finito!”
E’ questo
praticamente
l’altro vangelo.
Maggio 2004
“come dista l’oriente dall’occidentecosì allontana da noi le nostre colpe”
salmo 102
58
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Intervallo
“Guarda… il sole!”
“Non lo guardo nemmeno
per paura che se ne vada.”
E’ durato poco.
Sì.
Ma io ho visto
tra la pioggia
accendersi
i colori
della primavera.
6 maggio 2004
59
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Alla finestra
senza pensieri.
Fittaforte
insistente la pioggia.
Brontola la grondaia.
Canta il cuculodi tanto in tanto.
Uscendosentirò
l’aria frescagli schizzi
le pozzanghere.
Ora e poimi tuffo
nella concretezza.
5 maggio 2004
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Non posso cominciaresenza uno spazio di silenzio
oraio
non ho nulla da fareed è mattino
Non posso continuaresenza uno spazio di silenzio
oraio
non ho nulla da fare ed è giorno.
Non posso finiresenza uno spazio di silenzio
oraio
non ho nulla da fareed è sera.
Sorge e cammina il solee poi brillano le stelle
cori alternidi suoni e di silenzi.
E i rumori?
Ioora
non penso.
16 maggio 2004
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E’
il silenzio
superiore
ad ogni
parola
è ascolto
il silenzio
è gratitudine
è spazio
che accoglie
l’infinito
Com’è bello
restare
in silenzio
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Il cuculo
Tace e riprendemonotono e insistente.
Se tace più a lungorimango ad aspettare.
E’ in fondonel bosco
làdove non so.
Lo ascolto al mattinofin tanto che posso.
C’è un cuculoanche nel campo.
Ma quellonon lo conosco.
1 giugno 2004
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Pausa
Ho lavorato
per guadagnarmi
questo spazio di silenzio.
Raccolgo voci
e rumori di altri
in un ascolto di tenerezza.
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La ballata dei giorni.
Io sono un segreto.
Ho riordinato la casa
steso il bucato
cucinato
lavato i piatti
stirato
innaffiato il giardino.
Io sono un segreto.
Al buio
sulla sdraio
ho guardato il cielo
e tra i due pini
ho contato le stelle.
8 settembre 2004
66
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Risveglio
Dipingo di gioiail mattino.
Sorreggo cosìogni fatica del giorno.
Letturee notizie
pause di condivisionecol mondo.
E resto quia confondere
questi problemicon quelli.
A vibrareper gli uni
e per gli altri.
Unificandolinella fiduciadi un cuore
che vuole esseresemplice.
20 settembre 04
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Sei tu, mamma?
“Mi dai un biscottino?...Adesso che faccio?”
mi cerchimi chiamimi chiedi
piccolati chiamavoti cercavo
ti chiedevoe tu
spalancavi le bracciami sollevavimi sorridevi
mi abbracciavi
la mentele forze
tutto hai perduto
Quando non sapevomi amavi
Ora tu non saied io ti amo
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Tra le ante socchiuse
una luce di colori.
Nel rettangolo
della finestra spalancata
la curva azzurra dei monti
il campo di granoturco maturo
i passeri inquieti
tra le foglie stanche del noce.
E’ quando la vista
può spaziare
che cerco
solo un frammento
da contemplare.
24 settembre 04
70
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Caccia
Rumori attutiti
dal cielo compatto.
Sulle foglie
un passo lento
che riconosco.
Nel vigneto
tralci rossi
sanguigni.
E’ spento
il canto degli uccelli.
7 ottobre 04
71
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Non posso non gustare
questa pausa di riposo
distesa
nella mia sfera di silenzio
sorrido ai rumori
che non mi turbano
4 novembre 2004
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Vi prego,non piangete per me
la mia vita non si è spezzatai miei occhi vedono
le mie orecchie odonole mie mani toccano
non c’è buio per menon c’è stanchezza
non c’è pauranon c’è tristezza
credete alla mia gioia
la mia vita non si è spezzata
la vostra vita è la mia vitai vostri passi i miei passi
il vostro cuore il mio cuore.
Vi prego,non piangete per me.
Vivete con me.
per Gianni. 11 ottobre 2004
“Quelli che sono giudicati degnidella resurrezione dai morti non possono morire:
come figli della resurrezionesono uguali agli angeli e figli di Dio.”
Luca
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Maltempo
Crescela pioggia
vibrano al ventocome piccoli aquiloni
le ultime foglie del noce
da questa stanzaimmobile
ne invidioil tremolio
30 novembre 2004
74
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Implacabile la pioggia
colma i solchi
del campo arato
strisce bianche
parallele
lievemente ondulate
dietro i pali ritti delle viti
ai piedi del noce
fra tronchi e fascine
pozzanghere verdi di foglie
30 novembre 2004
75
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76
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Nel vano
della finestra
sfumati
da un velo di nebbia
l’albero
il campo
l’arco dei monti.
Tra i rami nudi
del noce
un gregge bianco
di pecore.
Le case sparse di Serle
77
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Pesano i pensieri
e i passi lungo le scale.
Mi fermo
e come ieri
a quest’ora del mattino
sul pendìo illuminato
disegni di ombre.
Lentamente
si ritirano
quando il sole
sale nel cielo.
“Bello!”
Mi ha indicato
col braccio
Luigi.
Ed aveva appena zappato.
Febbraio 2005
78
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Tutto l’inverno
tornando a casa
ho guardato
dopo l’ultima curva
quel nido vuoto.
Gomitolo scuro
stretto in alto
tra i rami sottili
della betulla.
Ha retto
al vento
alla pioggia
alla neve.
E’ forse
la leggerezza
il suo segreto.
Febbraio 2005
79
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Immobile
sospesa
a
un
filo
invisibile
una farfallina.
Non c’ero
quando
è rimasta prigioniera.
L’avrei salvata.
80
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Metafora
né punto
né virgola
ma
spazi vuoti
tra le righe
sono queste
le pause
che amo
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Un gregge
nel campo
lungo la strada.
A distanza
vigile
un cane.
In lui
commossa
mi sono riconosciuta.
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Prima neve
Sul ramoun passero stupito.
Immobile e pensososu una distesa bianca.
L’ho guardato a lungo.
Fin cheha spiccato il volo.
30 dicembre 2005
83
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Il giardino
So
se le piante
hanno bisogno
di sole
di acqua
di concime
di ombra
di penombra.
Ora
le conosco
per nome.
1 ottobre 2005
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85
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Come farfalle inquiete
rondini gioiose
tra le foglie del noce.
Un attimo
e si staccano
ritornano
si chiamano.
Corona sonora
di voli incrociati
sull’albero vecchio
a pochi metri
dalla mia finestra.
27 luglio 2005
86
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Madre
le mani lavorano
il cuore prega
7 novembre 2005
87
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Oggi
non ho potuto
fermarmi
più di tanto.
I riti del mattino
richiedono
tempi lunghi
e parole.
Ma
nello scorrere
delle azioni
sempre
ho tenuto in mano
il filo dell’amore.
88
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A Lidio
Mi regalava
la salvia.
Stupendo
come un piccolo gesto
può legare per sempre.
14 gennaio 2006
89
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Nell’orto
Di piantina
in piantina
piegandole
delicatamente
ho raccolto
i cornetti.
Occorre una vita
per compiere
con amore
i gesti più semplici.
90
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E’
guardando il mare
che ho capito
che ciò che vedo
è solo
superficie.
Marzo 2005
91
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Il sole
non ha preferenza
di stagioni.
Tutto
accende
di colori.
8 novembre 2005
92
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E’ sceso
il buio
sul mio giardino.
Il dolore
spegne
i colori.
21 settembre 2005
93
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Lo sguardo
sorrideai colori
della primavera.
Manon dimentico mai.
Quie ovunque
c’èchi sta combattendo.
94
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Di primo mattino
un breve spazio
per me
accanto alla finestra
per ricompormi
e trovare il segreto
di ogni parola
dal mio cuore
usciranno così
solo pensieri d’amore
95
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Con gli occhi chiusi
e il capo reclinato
scopro l’abbandono.
Forse
è così
che più mi ami
Signore.
7 settembre 2005
96
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Scorre
la vita.
Un punto.
E finisce.
5 febbraio 2006
97
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Incessante
la neve
si stende
sui campi
e sui tetti.
I rami spezzati del pino
ingombrano il sentiero.
Inevitabilmente
sia fuori sia dentro
la vita rallenta.
Prigionieri della neve
è bello
sentirne il silenzio.
Cantrina - 27 gennaio 2006
98
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99
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Non possodisperdermi
anch’io
sonoper moltiuna pietra
una rocciaun bastone
un petalouna fogliaun uccello
un raggio di sole
il mio abito è leggerogli occhi grandile orecchie tese
la bocca sorridente
io sonolo stolto del villaggio
quello chedi tutto
dice sempre bene
100
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Primavera
- A chi hai detto
“Ben tornate”?
- Alle rondini.
26 marzo 2006
101
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Piove
Sulla distesa grigia
splende di rosa
il pesco in fiore
6 aprile 2006
102
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103
Turgido di fiori bianchi
si affaccia alla finestra
il ciliegio del mio vicino.
Lo guardo.
Sorrido.
E sospiro di gioia.
17 aprile 2006
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104
Autunno
Oltre il muro grigio
dietro la siepe verde
svetta sul cielo azzurro
il platano dorato
Ottobre 2006
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105
Inverno
Tra i rami nudi
degli alberi
i colori del cielo
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106
Natale
Intenerisce
più
un albero di cachi
in un giardino
dimenticato
che
i pini scintillanti
di una strada in festa
dicembre 2006
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107
Quasi una poesia
“Per piacere chiudi la portae non fare entrare il cane.”
La porta aperta.
Si è posato lo sguardosui petali rosadel ciclamino.
Il cane in cucina.
E sul tavoloquesto messaggio.
“Mamma, ti voglio bene.Il cane aveva freddo.”
febbraio 2007
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108
Si accorciano lentamente
le ombre sul campo arato
Tremano sui rami del noce
le ultime foglie
Dal santuario
i rintocchi delle campane
Attraversa l’aria
un merlo
e si nasconde nell’ulivo
Dal tetto
un chiacchierio
di passeri
Alla finestra
annoto
attimi
della mia storia
febbraio 2007
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109
Dall’alba
al tramonto
e poi
dall’alba
al tramonto
lentamente
lentamente
scorrono i giorni
dall’alba
al tramonto
di un giorno solo
febbraio 2007
“Insegnaci a contare i nostri giornie giungeremo alla sapienza del cuore”
salmo 90,12
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110
Attesa
Accanto
a due donne
africane
ho ascoltato
il gorgheggio
modulato
e vivace
delle mie rondini
nella prima
e ultima ora
del giorno
6 agosto 2007
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111
All’albapasseggiano
i merlisul campo
e frottedi colombi
sostano sul tetto.
Sul palmo delle manisi posa leggera
la luce del mattino.
Tra le vitisi accendono
gli occhidi due civette.
Sul palmo apertoche non vedo
scende e rimanela carezzadella sera.
7 agosto 2007
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112
“Ma dell’alberodella conoscenza
del bene e del malenon devi mangiare.”
Genesi 2.17
Tu
già
sapevi
Signore.
All’Amore
si arriva
soffrendo.
12 agosto 2007
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113
Là
dove lo spargo
il miglio
richiama i passeri
e
tra i sassi
germoglia.
14 settembre 2007
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114
Basta
un fiore
per avere
un giardino
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115
Mattino d'autunno
Tace la legna
accatastata
contro la baracca.
Ed il carretto verde.
E la striscia di luce
sul granoturco.
Tacciono all' ombra
le foglie del noce.
Pensosa
una tortora
sosta
sull' ultimo filare.
Indifferente
ai rumori del giorno
21 settembre 2007
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116
I
Ogni mattina 36Nessuno 37Umile umilissima 38Dimentico 39Grazie 40Vi amo 41“Buongiorno” 42Docile 43Umiltà 44Se ricordassi 45La sera 46Mattino pallido 47La musica 48Gratitudine 49Eternità 50Ricorda 51“Che luce c’è?” 52Gratitudine 53Il disordine è vita 54Corri 55E’ bello 56Un cinguettio 57Se qualcuno 58Intervallo 59Alla finestra 60Non posso 62
I
A mio padre 8Presenza 9Aprile 10Il ciliegio 11Il mandorlo 12Dicembre 13Natale 143 novembre 17Gennaio 18Quando graffio 19Pausa 20Salmo 21Solo fermandomi 22Neve 23Sinfonia del silenzio 24L’aria è greve 25Appuntamento 26Purezza 27Se solo 28Il gioco del sorriso 29E tu? 30Fra i tanti lavori 31Non mi piegano 32Pazienza 33Appunti di gioia 34Madre 35
Indice
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117
II
Il sole 92E’ sceso 93Lo sguardo 94Di primo mattino 95Con gli occhi chiusi 96Scorre la vita 97Incessante 98Lo stolto del villaggio 100Primavera 101Piove 102Turgido 103Autunno 104Inverno 105Natale 106Quasi una poesia 107Si accorciano 108Dall’ alba 109Attesa 110All’alba 111 Genesi 112Là 113Un fiore 114Mattino d’autunno 115
I
E’ 63Il cuculo 64Pausa 65La ballata dei giorni 66Risveglio 67Sei tu, mamma? 69Tra le ante socchiuse 70Caccia 71Non posso non gustare 72Vi prego 73Maltempo 74Implacabile 75Le case sparse di Serle 77Pesano i pensieri 78Tutto l’inverno 79Immobile 80Metafora 81Un gregge 82Prima neve 83Il giardino 84Come farfalle inquiete 86Madre 87Oggi 88A Lidio 89Nell’orto 90E’ 91
Indice
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...stimavo molto, come donna, mia madre e quando leggole tue poesie penso che se avesse potuto istruirsiprobabilmente avrebbe scritto le cose che scrivi tu.
Antonio
24 settembre 2007
Un piccolo volume,un grande e sincero grazie
per la tua amiciziaperchè mi stai indicando la via
Antonio Lucenti
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