MATRIMONIO TRA PELEO E TETI...Epaulia , che si svolgeva il giorno successivo al matrimonio formale,...

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MATRIMONIO TRA

PELEO E TETI

Caccia al cinghiale Calidònio

Matrimonio Peleo e Teti

Lotta tra centauri e lapiti

Lotta Pigmei e gru

Fregio nozze di Peleo e Teti

Particolari del Fregio nozze di Peleo e Teti, parte sinistra

Particolari del Fregio nozze di Peleo e Teti, parte destra

TetiPeleoChirone

Era e Zeus, Urania e Calliope

le pari del destino di un essere umano le Moirai

Particolari del Fregio nozze di Peleo e Teti, parte sinistra

Particolari del Fregio nozze di Peleo e Teti, parte destra

TetiPeleoChirone

La scena principale del vaso nella vista anteriore, rappresenta

le Nozze di Peleo e Teti, genitori di Achille, tale avvenimento

era considerato il motivo scatenante della guerra di Troia, in

quanto all’evento erano stati invitati tutti gli dèi tranne quella

della discordia, che offesa lanciò tra Afrodite, Hera e Atena

una mela d’oro con la scritta “alla più bella”.

A giudicare quale delle tre divinità, fosse meritevole di ricevere

il dono, fu designato Paride, figlio di Priamo re di Troia, che

scelse Afrodite, ottenendo come premio la donna più bella del

mondo Elena, moglie di Menelao re di Sparta, che rapì e

portò con se, tale episodio divenne il presupposto delle

vicende trattate nell’Iliade, il mito era narrato in un poema

epico, andato perduto: “I canti Cipri”.

La scena che da inizio alla decorazione, è la cerimonia degli

Epaulia, che si svolgeva il giorno successivo al matrimonio

formale, e prevedeva la consegna dei doni tramusica e danze.

La sposa è seduta dentro a un sontuoso palazzo, che potrebbe

essere la reggia di Peleo a Phthia.

All’esterno del palazzo lo sposo, davanti ad un altare su cui

Particolari del Fregio nozze di Peleo e Teti, parte destra

compare un Kantharos, coppa per bere il vino, accoglie il

corteo degli invitati.

L’eroe stringe la mano al centauro Chirone, suo vecchio

mentore e che lo sarà anche di Achille, che apre la processione

portando della cacciagione appesa a un ramo d’albero.

Con lo stesso ramo verrà formata la lancia usata da Achille

nella guerra di Troia.

Sotto le mani che si stringono i due compare la scritta “Klitias

m’egra phasen”, ovvero “Klitias mi ha dipinto”.

La composizione realizzata sul vaso ha il ritmo solenne di una

processione a cui partecipano le divinità abbigliate con vesti

policrome e riccamente ricamate, contraddistinte dal nome e

dagli attributi, che procedono a coppie, sedute maestosamente

sulle quadrighe trainate da cavalli bianchi e neri, o a piedi

come quello delle tre Chariti (le Grazie) o da solo come

Dioniso dal viso sorridente, reso in scorcio e non di profilo.

Peleo accoglie gli ospiti sulla soglia del palazzo di Ftia, mentre

Teti aspetta all’interno coprendosi pudicamente il volto.

Il lungo corteo è costituito dalle sette quadrighe degli dèi

principali, Zeus ed Hera, Posedon e Amphitrite, Athenaia e

probabilmente Leto ed infine Ermes e Maia da altri

personaggi che si muovono a piedi.

Il corteo è chiuso da due figure importanti, la prima è

Ocheanos, dal lunghissimo corpo di pesce con testa di toro,

personificazione del fiume primordiale, che circonda il

mondo, tale figura conferisce una “cornice geografica”

all’evento; facendo capire la sua importanza, la seconda figura

IL CORTEO

è invece Ephaistos, ovvero Efesto, sul mulo: la cui storia è

rappresentata in un fregio sottostante.

In questo registro spicca la figura di Dioniso, che segue il

gruppo di divinità a piedi ed è più alto di tutti gli altri.

Porta sulle spalle un anfora così grande che fuoriesce dai limiti

del registro. Se si mettesse in piedi, supererebbe tutti gli altri

presenti, compreso Zeus sulla quadriga e Ephaistos sul mulo.

Egli avanza con il viso di profilo, la cui maschera dagli occhi

sgranati, incorniciata da barba e capelli fluenti, cattura

l’attenzione.

Dioniso ha dimensioni diverse rispetto agli altri protagonisti

perché il pittore gli ha riservato un attenzione speciale essendo

dio del vino, oppure perché negli anni in cui venne realizzato il

vaso il suo culto si stava diffondendo e istituzionalizzando,

tramite feste in suo onore che lo resero degno di stare accanto

alla dea della città, Athena.

LA FIGURA DI DIONISO

L’anfora che Dioniso porta sulle spalle, sarebbe la stessa che

Achilleus conosceva in quanto era presente nel palazzo di Peleus

e Thetis, e che egli manderà a prendere, nella reggia di Phthia,

per potervi deporre le ceneri del suo fedele compagno

Patroklos, quando questi morirà sul campo di Troia, e del suo

secondo migliore amico, il valoroso Antilochos, figlio di Nestor.

Nella stessa anfora d’oro, saranno infine deposte anche le ceneri

dello stesso Achilleus.

Particolari del Fregio nozze di Peleo e Teti, parte sinistra

Dioniso con l’anfora