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ta a nascondere colpe omancanze altrui per timoredi ritorsioni e vendette o persalvaguardare gli interessicomuni», come precisa il vo-cabolario.

Insomma si preferisce noncriticare i colleghi che per ne-gligenza, incapacità o sem-plicemente per stanchezzacommettono uno sbaglio.

Spesso il paziente nonviene risarcito, sia perchénon intenta una causa (datoche «cane non mangiacane»), sia perché non è ingrado di prendere coscien-za che l’intervento potevaessere fatto altrimenti.

I consulenti medici del no-stro sindacato, se abitano inTicino, chiedono l’anonima-to totale. Per le perizie dapresentare in tribunale dob-biamo quindi rivolgerci aprofessionisti fuori cantone.

◆ José Domenech è segretariodel Sindacato dei consumatori.Potete contattarlo allo 079 71526 52 o allo 091 835 44 59.

Errori in ospedale: l'omertà dei medici ticinesiSu consiglio del proprio me-dico curante, una giovanedonna che chiameremo Sa-rah, il 16 febbraio 2004 sisottopone ad un'isterecto-mia laparoscopica al-l’Ospedale Civico di Luga-no. Qualcosa non va per ilverso giusto. Per un erroregrossolano viene reciso unuretere.

Urge un nuovo interventoeffettuato, sempre al Civico,dal primario di urologiaFernando Jermini il quale,dopo 2 ore e 30 minuti insala operatoria, riesce arendere meno irreversibile ildanno causato dal suo col-lega una settimana prima.

Nell’ultimo rapporto del30 marzo 2004 si dice che«il decorso post-operatorioè favorevole». Però «a cau-sa di una ipersensibilità allacoscia destra, la pazientemanifesta un disturbo disensibilità ai nervi femora-li». In parole povere, Saraha tutt’oggi non può condur-

re una vita normale dovuta aipostumi operatori.

Sarah si è rivolta al nostrosindacato, che la sta aiutandoa ottenere un risarcimento perl'errore medico (oltretutto pie-namente riconosciuto dall’En-te ospedaliero cantonale). Sitratta di valutare in franchi ildanno. Se per il torto moralein Svizzera vengono ricono-

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sciuti importi ridicoli, il dannoeconomico va invece compen-sato interamente in base acalcoli complicati.

Il nostro problema princi-pale è stato quello di ottenereperizie mediche indipendentie dettagliate per giustificare larichiesta di risarcimento. An-che perché i rapporti operato-ri sono scritti in modo incom-

prensibile per chi non abbiadimestichezza con il linguag-gio iniziatico dei medici.

Ebbene: un medico ticinesedisposto a redigere questa pe-rizia non l'abbiamo trovato.

Come accade per gli avvo-cati, tra i medici esiste un vin-colo di omertà, ovvero una«solidarietà fra i membri diuna determinata cerchia, vol-

José Domenech

L'Inchiesta, casella postale6501 Bellinzona

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«Si preferiscenon criticarei colleghi cheper negligenza,incapacitào semplicementeper stanchezzacommettono unosbaglio».

Razzismo

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degradante

Se in casa anziani il nonno fasesso (L’Inchiesta, novembre2004).

Sono rimasta sconcertatae allibita quando, davanti aimiei occhi, è apparsa unafrase in cui si sostituiva la pa-rola "prostituta" con "brasi-liana".

Trovo questa allusione diun razzismo degradante.Non sono brasilana ma sonomolto vicina a questo popolo.La maggior parte delle perso-ne che conosco non hannonulla a che vedere con l’am-biente. A mio parere, sareb-bero appropriate delle scuse.Anche se la frase in questioneera parafrasata, una piccolacensura non avrebbe abbas-sato il livello della vostra rivi-sta.

Debora NapolitanoSan Vittore

Diabete:

○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○

dati inesatti

Benvenuti alla fabbrica deimalati (L’Inchiesta, settembre2004).

La parte del vostro articolorelativa al diabete mi meravi-glia per l’inesattezza dei datiin relazione alla diagnosi del-la malattiae per l’affermazio-ne secondo la quale i medici,in combutta con le ditte far-maceutiche e per ragioni lu-crative, modificano i dati peraumentare il numero dei loropazienti.

Non è assolutamente veroche secondo le direttive sviz-zere attuali si consiglia unaterapia farmacologica a par-tire da una glicemia a digiunodi 8 mmol/l. Com’è inveritieroaffermare che a livello inter-nazionale si preconizzi unaterapia farmacologica a par-tire da una glicemia di5,6mmol/l a digiuno. La dia-

gnosi di diabete è posta allor-quando la glicemia supera i 7mmol/l (il valore di 6.1mmol/l a digiuno è ancoraconsiderato normale). L’ap-proccio terapeutico inizialenon implica tuttavia necessa-riamente una terapia medica-mentosa.

In primo luogo bisogna in-cominciare con un’adeguataistruzione dietetica e con unincremento dell’attività fisica,come pure una responsabiliz-zazione del paziente. Se delcaso, e soltanto se esauritequeste modalità, con un caloponderale si passa a sommi-nistrare anche un medica-mento ipoglicemizzante, qua-lora i valori della glicemia adigiuno persistessero troppoelevati (al di sopra di 8 mmol/l).

L’esempio della signoraGerber ne è la conferma ed èmolto emblematico. Anche sel’approccio iniziale da partedel medico curante, sicura-mente non uno specialista

diabetologo, è stato ovvia-mente sbagliato e di questocomportamento non possia-mo che rammaricarci.

Per quanto concerne l’au-mento del consumo dei far-maci (ipertensione arteriosa oipercolesterolemia), non vo-glio entrare in polemica, limi-tandomi al campo che mi èfamiliare: il diabete. Mi rifiutodi affermare che la modificadei parametri necessari alladiagnosi del diabete, suben-trata nel corso di questi ultimianni sia stata sollecitata dal-l’industria farmaceutica alloscopo di trarre maggiori pro-fitti.

Influenzare l’opinione pub-blica con dei dati falsi e nonoggettivi, alla ricerca di uncerto sensazionalismo, è unmodo scandaloso di fare gior-nalismo e danneggia una ca-tegoria di professionisti dalpunto di vista etico, deterio-rando la loro immagine.

Dott. Vincenzo TattiBellinzona

L'Inchiesta - gennaio 2005